Puglia d'oggi numero 45

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 23 dicembre 2011 • anno II n. 45 nuova serie • 1 euro

Settimanale a diffusione gratuita

L’EX MINISTRO FITTO E LE SUE MANOVRE

MOLFETTA

Superiamo in fretta la stagione politica del giovane vecchio

Il Senato capovolge la Corte Costituzionale e salva Azzollini A PAG 17

A PAG 4

DOPO UN ANNO DIFFICILE LA NOSTRA REGIONE MERITA UNA CLASSE DIRIGENTE MIGLIORE PER USCIRE DALLA CRISI

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

www.pugliadoggi.it

Tanti auguri, Puglia!

TERLIZZI - CADE L’AMMINISTRAZIONE

SPECIALE CERIGNOLA

Centrosinistra in crisi Una città ferma nella città di Vendola e priva di futuro A PAG 20

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AI LETTORI, auguri di Buone Feste!

ALL’INTERNO Bari

Torniamo il 13 gennaio Il caos della Rossani Dopo un anno complicato sotto molti punti di vista, è arrivato il momento di fermarsi per qualche giorno e riflettere non soltanto sulle festività imminenti, ma sui veri e profondi valori che devono guidare le nostre esistenze in tutti i giorni dell’anno. Per quanto riguarda noi nel 2012 ci sforzeremo con sempre maggiore impegno e passione per migliorare questo giornale e per rispondere alle istanze dei pugliesi. Di tutti i pugliesi. Non solo nelle edizioni cartacee, ma anche online sul nostro sito www.pugliadoggi.it. Torneremo puntuali a partire da venerdì 13 gennaio. Auguri sinceri a tutti.

A PAG 8

Verso le elezioni

Le grandi manovre A PAG 7

Giustizia

Toghe rosse isolate A PAG 9

L’EDITORIALE

Nuovo anno, nuova stagione politica di FABRIZIO TATARELLA Il nuovo anno si chiude con la fine del berlusconismo inteso non solo come epoca politica, ma anche, e soprattutto, come fenomeno sociale e di costume, con le sue infelici battute sulle donne, con la ostentata negazione di una crisi che ha portato l’Italia ad un passo dal baratro e rendendo necessaria una manovra economia pesante, ma indispensabile. Sobrietà, rigore, competenza, serietà, meritocrazia principi fondamentale di un Paese normale per anni erano stati sotto-

messi alla ragione della forza dell’apparire che doveva prevalere sull’essere, della bellezza che contava di più della capacità. Potrà piacere o meno Monti e i suoi professori, potranno non piacere i tecnici, ma il loro arrivo è stato generato dall’insipienza e dall’impotenza della politica, o meglio della classe dirigente politica del momento. Tuttavia, il ritorno alla normalità potrà portare nell’anno che si appresta ad arrivare un ritorno alla politica, quella vera [...] SEGUE A PAG 3


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In primo piano

venerdì 23 dicembre 2011

Puglia d’oggi

Le pensioni, la Fornero e l’articolo 18. Bisogna riscrivere un patto nazionale che tenga insieme i ceti, i territori e le generazioni

I troppi sacrifici degli italiani e i tanti feticci di ENRICO CICCARELLI

Noi non siamo fra quanti ironizzano sulle lacrime del ministro Fornero all’annuncio delle terribili misure sulle pensioni. Abbiamo anzi visto in quella voce rotta dalla commozione, dopo anni di stolidi sorrisi da piazzista del premier, il segno di un passaggio d’epoca. Il problema di chi sostiene con convinzione le misure del Governo Monti non è di non vedere quanto aspri siano i sacrifici chiesti al Paese, ed anche alle sue fasce più deboli ed innocenti. Uno Stato che nega la rivalutazione ad una pensione di novecento euro non può certamente dirsi fiero di se stesso, tanto più se in quello stesso Stato appare problematico togliere un ingiustificato vitalizio a chi sia stato per mezza legislatura in Parlamento. Al-

Il Ministro Elsa Fornero lo stesso modo, quale di noi non è disposto a sottoscrivere l’affermazione di Nichi Vendola secondo la quale il problema non è garantire meno chi ha dei diritti, ma garantire di più chi non ne ha? La questione dirimente, però, è quella di riscrivere un patto nazionale che tenga insieme i ceti, i territori e le generazioni. La politica a cavallo fra Prima e Seconda Repubblica ha comprato il consenso con il deficit spending, accon-

COMMENTI E RIFLESSIONI

“Mai più Savino” e la mission del Terzo Polo

tentando i cittadini di oggi a scapito di quelli di domani, garantendo –spesso malamente- tutele ma anche alimentando sprechi, affastellando diritti e clientele, servizi e sprechi. Quella stagione è terminata, in Italia, in Europa e nel mondo. La rinegoziazione della convivenza associata non prevede santuari, né feticci intoccabili. È vero che è pretestuoso porre in questo momento la questione dell’art.18 (dobbiamo piuttosto preoccuparci del dramma sociale di molti incipienti licenziamenti collettivi), ma è del tutto illusorio credere che “la crescita” possa risolvere tutto. La crescita è condizione necessaria, ma insufficiente: per salvarci dalla recessione e dalla conseguente, terribile, guerra di tutti contro tutti, abbiamo l’unica alternativa di rimboccarci le maniche e fare del nostro meglio.

Siamo felici che Gianfranco Fini, insieme ad altre voci responsabili del Partito Democratico e perfino del Popolo della Libertà, abbia chiarito che il Governo Monti non rappresenta un passo indietro della politica, ma dieci passi in avanti. Questo esecutivo di salvezza nazionale permette infatti alla politica dei partiti e delle coalizioni di riflettere sui propri limiti ed errori e di recuperare il senso più vero, alto e nobile del servizio ai cittadini. Un recupero che passa anche per alcuni provvedimenti-simbolo (come la omologazione delle indennità dei parlamentari alla media dei grandi Paesi europei o il taglio dei privilegi delle diverse “caste”), ma anche e soprattutto per il ritorno a logiche di sobrietà complessiva. Non è solo questione di auto blu e di vitalizi: è che la serietà e l’equilibrio di modi mostrata dai nuovi ministri non dovrebbe essere considerata un’anomalia, ma la regola. Da questo punto di vista, lasciati nel recinto della demagogia i vari Di Pietro, Camuso e Vendola, e in quello della xenofobia e

dell’eversione i vari Calderoli e Bossi, è possibile costruire una stagione migliore per l’Italia e per gli Italiani. Nella scomposizione velocissima dei due poli, il terzo polo può facilmente divenire il primo: specialmente se non si farà frenare da tatticismi e furbizie assortite, se si libererà di qualche timidezza di troppo, se manderà dove meritano i vari capataz locali e le loro ubbie, se terrà ferma la barra di un grande progetto per il Paese. Vediamo un progetto che cresce, prima ancora che nei sondaggi, nelle coscienze. Se dovessimo sintetizzarlo in uno slogan, noi sceglieremmo “Mai più Savino”, dove il cognome indica la deputata di Conversano del Popolo delle Libertà Elvira Savino, una trentaquattrenne di bell’aspetto laureata in Economia e catapultata a Montecitorio da Silvio Berlusconi grazie alle liste bloccate. Il Governo Monti, Futuro e Libertà, il Terzo Polo significano soprattutto la via d’uscita e di risalita dal Basso Impero del berlusconismo, un passo prima della caduta nel baratro.

VERSO LE LIBERALIZZAZIONI, MA CON CRITERIO

Farmacie, vanità di sanità ed opportunità per il Governo Lo racconta la storia. Fino a qualche secolo fa i farmacisti facevano anche i pasticceri anche pasticceri. Oggi tornano ad esserlo. Come? Qualche temerario produce all’ interno della parafarmacia prodotti artigianali per cialiaci. Altri da pasticceri si dilettano a fare i pasticcioni. Accusano le toghe nere di sponsorizzare le Coop rosse. A ragion veduta. Quello che non si sa è che tanti titolari dovrebbero ravvedersi dall’ accusare le cooperative dacché questi stessi ne hanno fondate. Le chiamano para-farmacie, ma non sono che un para-cadute. Magari colorato, ma mal strutturato e rischia di fare più male di una caduta libera. Le chiamano lobby. Si narra che in Italia tra le più potenti ci siano quelle dei notai e dei farmacisti. Quello che non si considera è che per diventare notai è necessario vincere un concorso. Per diventare farmacisti sono necessari una laura, un esame di stato.

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella Direttore Fabrizio Tatarella Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

Per diventare farmacisti direttori di una farmacia privata servono due anni di pratica post laurea e cinque anni di esperienza. Per diventare titolari, invece, di anni ne bastano due e tanta fortuna. Fortuna si traduce in: essere eredi di altro farmacista titolare, comunque esserlo di un ingente capitale da investire per l’acquisto dell’ attività. Un sistema quello delle farmacie che ha sempre funzionato. I cittadini mostrano da sempre affezione e stima nei riguardi del farmacista di fiducia, ma che può essere potenziato e reso ancora più efficiente. Se la strategia però è quella di trasformare le sanitarie in parafarmacie e le parafarmacie in pre-farmacie qual è il risultato? Liberalizzare i farmaci di fascia C significa portare il rischio di rendere inefficiente il già complesso sistema di farmacovigilanza e a pagarne le spese non saranno che i cittadini/pazienti. Parlare di liberalizzazioni per questo settore, che prima che pro-

dotti commerciali distribuisce salute è un arcobaleno destinato a precedere nuovi acquazzoni. Certo una farmacia ogni 4000 abitanti significa garantire ad un titolare 4000 clienti. Risulta fondamentale rivalutare la pianta organica, ma non lasciare tutto allo sbaraglio, perché la salute del cittadino è il primo obiettivo di un strategia del walfare. Pensare di portare la fascia C oltre le serrande delle farmacie e non pensare a come gestire un cambiamento del genere è irresponsabile. Aprire una parafarmacia significa investire un capitale sostanzioso. Un farmacista può essere titolare di 4 farmacie. Un farmacista titolare può come già fa, essere socio di cooperative che gestiscono il deposito dei farmaci . Cosa vuol dire? Che per la propria attività acquista i farmaci da se stesso. Perché non fare abbassare la serranda ad una apotheke che resta aperta al pubblico oltre l’ orario di servizio anziché multarla con una multa di sole 800 euro e lasciare che prosegua? Cosa impedirà ai titolari, notoriamente provvisti di liquidità, di aprire

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parafarmacie, che per altro già rientrano nel business di molti di loro? Quanto impiegheranno le GDO a fare le scarpe agli esercizi di nuova apertura seminati nelle province? In materie di farmacie questo governo, tecnico, ha una grande opportunità. Non deve dar di conto a nessuno, gli addetti ai lavori sono abituati a leggere le carte e operare coi numeri. Le farmacie, non dovrebbero vendere prodotti, ma salute, necessitano di un sistema di controllo non casuale. Hanno già troppe libertà, se queste libertà vengono concesse anche alle parafarmacie gestirle farà naufragare l’intero sistema. Le farmacie devono essere regolamentate, non vasodilatate senza controllo col rischio di un emorragia "paraprevedibile". Perché rinunciare alla chance di potenziare il sistema di qualità e meritocrazia basato sull' accesso alla titolarità esclusivamente tramite concorso? Passera, faccia un salto in alto. Questa è una grande chance per chi non è nato con la camicia, ma tiene ad indos sare il camice. D’altra parte, è facile pensare che con lei si può volare. MARIA PIA FERRANTE

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Puglia d’oggi

In primo piano

venerdì 23 dicembre 2011

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IL COMMENTO - L’arrivo di Monti ha fatto naufragare l’ambizione romana di Vendola

La retromarcia di Nichi “Leadership attraverso il buongoverno”. Il capolavoro dell’ovvio Non ce ne vogliano al Corriere del Mezzogiorno. Sarà certamente colpa nostra. Siamo troppo faziosi e partigiani, se dei fatti della politica e sopratutto dei potenti di turno diamo una lettura un tantino diversa da quella che il quotidiano barese è solito somministrare ai suoi lettori. Che Nichi Vendola aspirasse a fare il candidato premier della sinistra era noto anche alle pietre di Puglia. Che la presidenza di Mario Monti abbia fatto naufragare definitivamente questa sua ambiziosissima, e forse spropositata, aspirazione lo hanno scritto in molti e noi fra i primi. Che questi accadimenti abbiano costretto Vendola a tornare, suo malgrado, ad occuparsi della Puglia è una considerazione ormai ovvia. Il blasonato Corriere, però, si spinge sino a dedicare a questa vicenda un argomentato fondo di qualche giorno fa. Non, come sarebbe stato logico

Nichi Vendola e doveroso, per chiedere conto a Vendola del molto tempo sottratto ai suoi doveri di Presidente eletto dai pugliesi. Non per rendicontare un anno e più di vacanza, trascorso percorrendo l'Italia in lungo e in largo per soddisfare la sua smodata ambizione di aspirante premier. Non per riepilogare le vertenze aperte, trascurate e perdute di questo anno di sua lontananza dalla Puglia. Nulla di tutto questo, per

carità. Dovesse prendersela a male il nostro Governatore. Il Corriere, anzi, prende atto con non celata soddisfazione del "cambio di fase" e del "rinnovato ed energico impegno" del Presidente, svolgendo una riflessione sul suo doppio ruolo di Governatore e leader di partito. Per il giornale di via Villari, però, a riportare Vendola in Puglia non sarebbe stato tanto l'allontanarsi delle elezioni politiche, quanto l'acquisita consapevolezza che la sua leadership nazionale non possa che basarsi sul buongoverno della regione. Bella scoperta, aggiungo io. Voglio proprio sentire qualcuno che affermi il contrario, ovvero che una leadeship possa costruirsi sul malgoverno. In Puglia Vendola governa da oltre sei anni e stupisce davvero che ci abbia messo tanto tempo per capire una regola così elementare della politica. Verrebbe da dire: bene che lo abbia finalmente com-

preso. Ma faremmo offesa alla sua intelligenza. Vendola, appena riconfermato Governatore, grazie anche ai miopi errori di Raffaele Fitto, suo vero e grande alleato, si tuffò subito in una spumeggiante campagna nazionale, contando sul crollo imminente di Silvio Berlusconi e sulla fine anticipata della legislatura. Puntava in alto. Alle primarie di coalizione. Sicuro di battere il grigio Bersani. Non aveva, però, previsto il governo Monti, che per lui ha segnato anche la fine dell'avventura nazionale. Non sono solo le elezioni ad essersi allontanate, ma anche lo schema di una sinistra unita su posizioni più radicali, come la pregiudiziale e forte contrapposizione al Cavaliere poteva anche favorire e giustificare. La durata del governo Monti, ormai, sta già dando i suoi primi risultati: i due vecchi poli si vanno progressivamente liquefacendo, con la fine, a destra,

L’EDITORIALE

segue da pag. 1

Nuovo anno, nuova stagione politica [...] in grado di riavvicinare i cittadini mediante nuove forme di partecipazione alla vita collettiva del Paese, anche, e non solo attraverso i social media come facebook e tutte che spopolano specie tra i più giovani. Il nuovo anno sarà caratterizzato da una nuova fase politica. Probabilmente le coalizioni come le abbiamo conosciute dal ’94 ad oggi non saranno più le stesse, diminuiranno i parlamentari e i loro privilegi, cambierà la legge elettorale il cui sistema decreterà le nuove alleanze, nasceranno nuove coalizioni e nuovi poli di aggregazione. L’anno che ci sta per lasciare consedell'alleanza del Pdl con la Lega e, a sinistra, di quella del Pd con l'Idv. La fotografia di Vasto è stata già riposta in archivio e questo Vendola lo ha già capito. L'ipotesi di una premiership del Governatore pugliese è morta per sempre. Meglio, quindi, tornare ve-

gna al Paese forze estremiste, Lega Nord, Idv e Sel, ed irresponsabili che, cavalcando il malcontento degli italiani per le tasse fanno demagogia e campagna elettorale, dimenticando l’interesse nazionale. Un Pd spaccato al suo interno come il Pdl tra chi voleva le urne e chi è favorevole a sostenere il governo Monti. L’unica certezza, la sola formazione compatta e responsabile è quella del Terzo Polo che l’anno nuovo cambierà nome e diventerà la principale area di responsabilità per far uscire l’Italia dalla crisi in cui partiti non all’altezza delle aspettative l’hanno fatta precipitare. locemente in Puglia, a riguadagnare il tempo perduto. Non per aspettare le politiche, ma per riprendersi la Puglia per la terza volta. Raffaele Fitto e Michele Emiliano ne tengano conto. E pure gli amici del Corriere. ANTONIO ROMANO


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Regione

venerdì 23 dicembre 2011

Puglia d’oggi

Ferrarese, Schittulli e Florido nel mirino politico dell’ex Ministro, che punta a riciclarsi in un progetto politico che strizza l’occhio a molti

Superiamo la stagione del giovane vecchio L'ex ministro Raffaele Fitto è in grande movimento. Per noi, che per primi abbiamo svelato il suo piano per riapprodare in Regione, non è una novità. Sul tema si è dilungato sulla “Gazzetta” Tommaso Francavilla, nostro antico e attivo collaboratore di una volta. A dargliene il destro il Presidente Massimo Ferrarese, che su Affari italiani avrebbe illustrato il compito affidatogli proprio da Raffaele Fitto. A Ferrarese Fitto avrebbe, quindi, affidato l'impresa di costituire un nuovo rassemblement centrista con gli altri due presidenti, Francesco Schittulli e Giovanni Florido, che non sono espressione di partiti nazionali. Ottima mossa quella di Fitto, indice della sua proverbiale furbizia, perchè

coglie i presidenti di provincia in un momento di oggettiva difficoltà. Lo scioglimento delle Province si fa sempre più concreto e tutti e sei i presidenti in carica si stanno guardando intorno alla ricerca di poltrone più stabili. Tre, Antonio Pepe a Foggia, Antonio Gabellone a Lecce e Francesco Ventola nella Bat sono già in quota Fitto e si sentono più tranquilli. Schittulli, Florido e Ferrarese, invece, hanno alle loro spalle solo piccoli partiti locali e personali. Troppo poco per pensare in grande, anche se Schittulli sta provando ad allargare il suo movimento all'intera regione e Ferrarese a lanciare un'opa sull'Udc brindisina. Singolare, comunque, che Fitto si sia rivolto proprio a Ferrarese, trasmigrato a sinistra proprio per

colpa dell'ex ministro salentino, che, all'epoca, cedette alle pressioni dell'ex sottosegretario Luigi Vitali, ras brindisino di Forza Italia, che ne temeva la concorrenza. Segno di un Vitali, grande sostenitore di Fitto, in disgrazia? No, semmai del consueto cinismo di Fitto che, per raggiungere i suoi scopi, non risparmia nulla e nessuno. Ma cosa può prospettare Raffaele Fitto, ai suoi nuovi compagni di avventura? La Regione è troppo lontana e, ancora oggi, non è possibile ipotizzare nemmeno gli schieramenti che si fronteggeranno. Le Province saranno con ogni probabilità cancellate. Le città sono un grande enigma, essendo tanti gli aspiranti sindaci, che già si sentono addosso la fascia tricolore.

L’ex Ministro Raffaele Fitto Non resta che il Parlamento, dove, però, i seggi saranno molto probabilmente ridotti e ancora non si sa con quale legge si andrà a votare. Cosa promette Raffaele Fitto? Chiacchiere e favole. E con quale progetto politico? Quello che ha ascoltato a Roma da Pierferdinando Casini e che lui tenta goffamente di scimiottare in salsa pugliese. Vediamo come. Per capirlo, leggiamo Tommaso Francavilla, attraverso Massimo Ferrarese. Il Presidente della Pro-

vincia, che governa a Brindisi con il Pd e l'Udc, dovrebbe dar vita a un polo neocentrista, che oltre all'Udc e al Pd, dovrebbe includere i movimenti di Schittulli e Florido, e pezzi del Pdl. Leggasi quelli che fanno riferimento all'ex ministro di Maglie. Secondo Francavilla ci potrebbe stare anche Michele Emiliano, mentre, secondo Ferrarese, non ci dovrebbe stare Fli, paragonato addirittura al movimento che fu di Pino Rauti. Questo nuovo polo, secondo l’interpetrazione di Fitto, che

ne danno Ferrarese e Francavilla, dovrebbe scomporre gli attuali poli e diventare quel contenitore maggioritario, rappresentante del 60% degli italiani non di sinistra, auspicato da Pinuccio Tatarella. Francamente, non ci pare un disegno così alto e lungimirante da richiamare la memoria di Pinuccio, sempre più spesso citato a sproposito. Ha, invece, tutta l'aria di essere una marmellata indigesta e nemmeno tanto appetibile. [...] SEGUE A PAG 5


Puglia d’oggi

Regione

venerdì 23 dicembre 2011

La classifica del Sole24 Ore mette le nostre Province agli ultimi posti per qualità della vita

La Puglia è ancora maglia nera: mediocri al potere Una politica sempre più lontana dai cittadini dà la sensazione di agire per i propri interessi di FORTUNATA DELL’ORZO Puglia, maglia nera nella classifica del Sole24 ore. Con la provincia di Foggia all’ultimo dei 107 posti e Bari al 98°. La migliore, se così possiamo dire, è Lecce, che comunque si piazza 85esima. Taranto occupa il numero 100, Brindisi il numero 88. Puglia fra le peggiori regioni italiane quanto a raccolta differenziata: che non è un hobby o un passatempo ma un preciso obbligo riveniente dalla famosa Legge Ronchi sulla gestione dei rifiuti. Qui è

Bari - La sede della Regione Puglia Legambiente che ogni anno assegna caramelle o ceffoni alle città italiane, medie o piccole. Visto che tutti i comuni italiani sarebbero obbligati a farla, questa benedetta raccol-

ta. Nonostante tutti i proclami ecologisti della regione e un assessore magistrato specialista nei reati legati allo smaltimento illegale dei rifiuti,

abbiamo avuto solo ceffoni e il capoluogo è stato battuto da piccole realtà di provincia sulle percentuali di materiali raccolti. Nella provincia barese Molfetta differenzia più di tutti, mentre Bari si posiziona solo dopo Bitetto, Gioia del Colle, Bitritto, Noicattaro, Mola, Cellamare, Corato, Turi e Poggiorsini. Una regione che annaspa proprio sulle parole d’ordine che da due legislature regionali sono i mantra preferiti dalla maggioranza e dal suo presidente: la bellezza, la qualità della vita…. Una regione che, coerentemente con la maglia nera assegnatale dal Sole24 ore, ha un consiglio regionale popolato di mediocri yes man, miracolati dalle segreterie dei partiti, che, a leggere gli scarni curricula allegati alla scheda personale, non brillano per nulla in particolare neanche per attività consiliare. Fra i consiglieri abbondano gli avvocati e gli imprenditori, come se la politica fosse cosa distante e distinta da tutte le altre categorie professionali. Po-

PASSAGGIO AL DIGITALE

Switch-off, le date per la Puglia Il passaggio al digitale terrestre avverrà in provincia di Foggia dal 7 al 23 maggio 2012). Per il resto della Puglia invece la data è dal 24 maggio all'8 giugno. A luglio 2012 l’Italia sarà definitivamente all’era digitale.

SEGUE DA PAG 4

[...] Quasi una mezza bufala, se si va a ben guardare cosa Fitto ha in mano. Nelle scorse elezioni politiche, pagata la quota di candidature personali a Silvio Berlusconi e fatta salva quella di An, a fare le liste fu solo Raffaele Fitto, che scelse personalmente deputati e senatori, attribuendo a ciascuno il giusto posto in lista, che, con il porcellum, è garanzia di elezione. La prossima volta, di sicuro, non sarà così. Se cambia il sistema elettorale, cambia tutto. Se il numero dei parlamentari scende fra i 500 e i 400 deputati e il Senato si trasforma in rappresentanza delle autonomie, con elezioni di secondo livello, il numero dei seggi si ridurrà del 50%. Infine, essendo molto probabile la sconfitta del centrodestra, i parlamen-

“E’ importante adesso – ha commentato il presidente del Consiglio Onofrio Introna – mettere a disposizione dei sistemi radiotelevisivi di tutte le aree del Paese le risorse previste per agevolare la transizione e,

quindi, estendere alle sei regioni centromeridionali il riparto dei 175 milioni previsti dalla Finanziaria 2011, a sostegno dell’emittenza privata, impegnata nel passaggio alla nuova tecnologia”.

tari pugliesi da eleggere in quota al Pdl e ai suoi alleati saranno davvero pochi. Si aggiunga che questa volta su ogni candidatura Silvio Berlusconi in persona vorrà dire la sua. E non sarà un parere, ma un verdetto. In questo quadro, in grande evoluzione, non ci sembra che Fitto abbia molto da offrire. Anche il suo sistema di potere, senza Regione e Ministero, non è più quello di una volta. Prima finanziamenti, poltrone e altro dipendevano da lui e, in molti casi, solo da lui. Oggi non più. Anche nel suo Pdl, prima era il sovrano unico e assoluto, oggi c'e una corrente che, sia pur timidamente, lo contesta e contrasta. E anche con questa dovrà fare i conti, quando si dovranno scegliere le poche candidature vincenti. Detto tutto questo ci sembra assai poco credibile l'offerta di nuovi seggi a

Roma, che Fitto avrebbe messo sulla bilancia per Ferrarese, Schittulli e Florido. I pochi seggi a disposizione non basteranno per riportare a Roma nemmeno la metà dei parlamentari uscenti. Poi, su quei seggi puntano gli occhi da tempo le vecchie aspirazioni mai soddisfatte di consiglieri regionali di lungo corso, da Rocco Palese a Nino Marmo, da Lucio Tarquinio a Massimo Cassano. Ai quali vanno aggiunti i sindaci non più rieleggibili, come Pinuccio Tarantini e Gino Perrone e le tante promesse, come quella a Magistà di Telenorba, fatte da Fitto in persona, quando era ministro. Pur con queste oggettive difficoltà, che rendono poco credibili e prive di appeal le sue avances, l'ex ministro tenta di renderle più fascinose, collocandole all'ombra di un importante progetto politico, na-

A sua volta, la Regione Puglia si è impegnata a dare corso agli adempimenti previsti dal bando per il sostegno all’innovazione delle aziende radiotelevisive pugliesi, con una dotazione di 10 milioni di euro. Entro fine gennaio 2012 dovrebbero essere pubblicate le graduatorie.

to con il governo Monti e che dovrebbe avere il suo battesimo di fuoco alle politiche del 2013. Che operazioni del genere siano in corso non è una novità. Da tempo Fini, Casini e Rutelli lavorano alla costruzione di una grande Costituente Nazionale, capace di raccogliere non più solo i moderati o i riformisti di un tempo, ma tutti coloro che, a prescindere dalle loro posizioni politiche, siano disposti a mettersi insieme per salvare il Paese. Cosa centri Fitto con questo progetto, però, è tutto da capire. Non che lo si voglia escludere a priori, per carità, ma non va dimenticato che Fitto è stato sino all'ultimo un autorevole esponente del governo Berlusconi, che, negando la crisi e nascondendo agli italiani i conti dello Stato, ha reso la nostra situazione più pesante di

chissime le personalità con un vero pregresso nei partiti tradizionali (che ormai in tempo di elezioni fanno le campagne acquisti, come per i calciatori, e “pescano” soprattutto fra i portatori di voti, quelli che hanno soldi per pagarsi le campagne o che promettono posti di lavoro: e ce ne sono in tutti gli schieramenti). Certo, la politica ha mutato pelle. La lontananza sempre più vasta dei cittadini dagli appuntamenti elettorali ne è la prova più evidente: la sensazione che questa gente cerchi di farsi eleggere più per tornaconto personale o della lobby cui appartiene che per spirito di servizio, tra-

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volge immeritatamente anche quei pochi che ci credono davvero e che comunque spesso in solitudine tengono alta la dignità istituzionale. Ma di notte tutti i gatti sono bigi e la crisi è forte. La mediocrità di questo consiglio regionale, che ci fa rimpiangere i tempi eroici del pentapartito (contrastato dalle vere opposizioni condotte dal PCI e dal MSI): una nostalgia che ha un’unica via per non essere fine a se stessa. Innescare e alimentare una discussione seria e vera su cosa sia e su cosa debba essere oggi la politica, la funzione di rappresentanza, l’esercizio della democrazia.

REGIONE PUGLIA

Bilancio, il risparmio è un grande “bluff” Risparmio e diminuzione del deficit sanitario non sono il frutto di riforme strutturali e sostanziali, ma dell’inasprimento del prelievo fiscale. L’onere, insomma, è tutto a carico dei cittadini pugliesi. L’onore vorrebbe prenderselo il governo Vendola e la sua maggioranza. Ma non è così. L’onore va tutto al popolo pugliese che ha pagato, sta ancora pagando e pagherà a caro prezzo la cattiva gestione di questo governo regionale. Il nodo tutto irrisolto resta lo stesso: le politiche sanitarie messe in campo dall’esecutivo pugliese non incidono sulla spesa per

quella che poteva essere. Ancora oggi Fitto resta nel Pdl, all'ombra di Berlusconi, non avendo il coraggio di staccare pubblicamente la spina. Lo farà, non ne dubitiamo, solo quando il Pdl imploderà, ma non comprendiamo come, in quel momento, possa addirittura aspirare a guidare in Puglia la nuova coalizione di Salvezza Nazionale. Nella quale, secondo lui, ci dovrebbero essere il Pd, l'Udc, pezzi del Pdl (immaginiamo quelli che in futuro si staccheranno da Berlusconi) e non anche Fli. Altra idea balzana, ma non tanto per chi conosce bene Fitto, sempre attento a tentare di far fuori e neutralizzare tutti quelli, anche se alleati, che sono capaci di pensare con la propria testa. Tornando a Ferrarese, Schittulli e Florido, una domanda è d'obbligo. Perchè costoro dovrebbero tratta-

beni e servizi. Così a pagare è sempre e solo il cittadino. Questa in sintesi la posizione del consigliere regionale di FLI, Giammarco Surico alla vigilia della maratona del bilancio. Sul tavolo, restano, secondo Surico, tre problemi da risolvere subito: uno è quello della spesa per beni e servizi. “In tempi non sospetti abbiamo presentato una proposta di legge rimasta al palo”. L’altro riguarda gli operatori sanitari a rischio licenziamento ed infine il ripristino delle soglie di reddito per esentare dal ticket le fasce più svantaggiate.

re del loro futuro politico con un Fitto, in fase declinante, e non direttamente con Fini e Casini, ideatori del nuovo corso? Sopratutto se in Puglia il Terzo polo comincerà a trovare forza, coraggio e consistenza elettorale? Lo stesso vale per i tanti esponenti del Pdl, che soffrono da tempo l'assenza politica del centrodestra e ora anche la sua mancanza di prospettive elettorali, e per quanti altri, che, pur non militando in alcun partito, sentono forte il bisogno di mettersi a disposizione del bene comune. A tutte queste energie, personali e collettive, Puglia d'oggi lancia un forte appello perchè, ignorando le ingannevoli sirene di un giovane politico nato vecchio come Raffaele Fitto, si pongano a disposizione della Puglia e del Paese, per l'imminente, straordinaria stagione di Ricostruzione Nazionale.



Puglia d’oggi

Regione

venerdì 23 dicembre 2011

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POLITICA - Schittulli cambia il suo assessore all’Ambiente. Emiliano allarga la sua lista in attesa delle regionali

Ecco il via alle grandi manovre Tanti i personaggi in movimento verso le prossime elezioni comunali a Bari di FORTUNATA DELL’ORZO

IN CONTROLUCE

La trasparenza è un’altra cosa Ancora Schittulli. Non ce l'abbiamo con lui. Anzi, fra i tanti politici, arroganti e spocchiosi, Francesco Schittulli ci è pure umanamente simpatico. Ma non ce le conta giuste. Si è dimesso e non ha spiegato il come e il perchè. È tornato suoi suoi passi, dicendo che tutto si era ricomposto, e non ci ha detto niente di cosa si era scomposto. Si è poi dimesso il suo assessore di fiducia, Labianca di Bitonto e, nè Schittulli, nè Labianca ci hanno dato una spiegazione accettabile. Ancora lui, Schittulli, si è recato più volte in Procura a lasciare carte e dossier, ma non ne ha informato nessumo. No, così non va, caro Presidente. Questo giornale non si associa al coro di osanna per lei. Intendiamoci subito. Se lei ha scoperto degli illeciti, ha fatto BENISSIMO a portare le carte in Procura. Ha fatto semplicemente il suo dovere di pubblico ufficiale e noi gliene diamo pubblicamente atto. Ma la trasparenza richiede ben altro. Le carte che ha portato in Procura molto probabilmente sono atti della Pubblica Amministrazione. Le persone che hanno realizzato le condotte sottoposte all'attenzione della Procura sono Pubblici Amministratori. La stampa ha il dovere di informarsi e l'opinione pubblica ha il diritto di conoscere fatti e persone, quando si tratta di cose pubbliche. Passi per il Pdl, che alla Provincia e non solo, non conta nulla, ma ai cittadini lei queste informazioni deve darle. Per non rischiare di diventare correo. Ci consenta, infine, un'ultima annotazione. A noi, questo giochino di allontanarsi in tempo dal presunto reo proprio non ci piace. Non sappiamo ancora se ci troviamo difronte a un nuovo caso Tedesco, ma questo espediente di libersrsi in zona Cesarini

di possibili protagonisti di futuri casi giudiziari, pensando in tal modo di aver chiuso i conti e di andare esenti da ogni responsabilità, noi non lo possiamo digerire. Dopo Tedesco e Frisullo, attenderemo per vedere se la lista si allungherà con De Gennaro in Comune e Labianca alla Provincia. Tanto per chiarirci, per noi Vendola non è esente da responsabilità per il caso Tedesco. L'ex assesore regionale non era un novizio della politica. Che in politica si fosse sempre interessato di sanità lo sapevano tutti. Già vent'anni fa Tedesco era un potentissimo presidente della commissione sanità in regione. Che, direttamente e con la sua famiglia fosse in affari nel settore sanitario era altrettanto notorio. Lo sapeva anche Vendola, quando, in quota a se stesso, e con sorprendente spregiudicatezza, lo nominò assessore alla sanità. E quando l'opposizione di An, se non ricordiamo male, per bocca di Nino Marmo, sollevò in aula il conflitto d'interesse di Tedesco, fu proprio Vendola a difenderlo, assumendosene ogni responsabilità. Quelle responsabilità, caro Schittulli, se sono penali, spetta ad altri accertarlo, ma, se sono politiche, bisogna saperne trarre le conseguenze. Per le vicende che hanno così violentemente coinvolto Tedesco e Frisullo, Vendola avrebbe già da tempo dovuto rassegnare le dimissioni. Per aver scelto male i suoi più stretti collaboratori e per non aver saputo indirizzare e vigilare sulle loro azioni. Invece Vendola è rimasto al suo posto e da lì continua a impartire lezioni di correttezza e legalità. Non vorremmo, caro Presidente, che dopo Vendola, altri, in Comune o in Provincia, seguano lo stesso esempio. Non ci piacerebbe. Non lo digereremmo.

Intanto vi sono importanti novità sulle prossime candidature a Sindaco di Bari, soprattutto per il centro destra o sedicente tale. Non è più un misero che Mario Ferorelli, il presidente a vita della Circoscrizione San Nicola Murat, sta tentando di crescere, almeno politicamente e vuol fare il grande salto. Non dalla ci-

ma del mitico grattacielo della Motta (quello all’angolo fra Corso Cavour e Corso Vittorio Emanuele, per intenderci), ma dalla Circoscrizione a Palazzo di città. Rimasto fittiano fino al dna mitocondriale, nonostante la debacle del PDL (e gli va dato atto di questo), spera in una promozione benedetta dal bimbo bello di Maglie. Ma avrà da sbaragliare la concorrenza di uno che, se vuole, gli mangia in testa, soprattutto per livello

LO SHOPPING NATALIZIO

Nessuna reazione Dopo Tommy Attanasio e di qualche altra mezza cartuccia di un Pdl in dissoluzione, continuerebbe lo shopping di Michele Emiliano nell'area di centrodestra. Lo scrive sulle colonne di Epolis Bari la sempre attenta Alessandra Colucci. Allo stesso passatempo pare essersi dedicato anche Francesco Schittulli. Non sappiamo se le anticipazioni di Epolis saranno confermate dai fatti, ma meraviglia molto la scarsa reazione dei partiti interessati a preservare quell'area elettorale. Nessun commento, nessuna replica, nessuna contromisura, nè dal Pdl, nè da Fli. Sarebbe il caso, invece, che qualcuno lo mandi a dire a Emiliano e a Schittulli. Cessi lo shopping o si alzerà il livello dello scontro. Perchè di frecce avvelenate, per l'uno e per l'altro, ce ne sono tante.

culturale e stile politico. L’avvocato e deputato Francesco Paolo Sisto, PDL anche lui, ma di un pianeta meno berlusconiano e con poche smancerie fittiane. Intanto, Francesco Schittulli, forse per esercitarsi, sta tentando un inutile e macchinoso rimpasto in giunta, pur sapendo che tutto quello che sta facendo, in pratica non servirà a nulla, visto che l’Ente che presiede è destinato alla morte naturale in pochi mesi. All’urbanistica, ha sostituito Michele Labianca con Giovanni Leonardi, un altro magistrato che si affianca a Giovanni Barchetti, responsabile dell’Ambiente. Due assessorati chiave, di solito quelli che, facendo una media fra tutte le province ita-

liane, sono quelli dove più spesso si annidano irregolarità e malaffare. La presenza di due integerrimi servitori dello Stato sta forse a significare quanto Schittulli ci tiene a concludere questa breve e piuttosto grigia esperienza di amministratore senza strascichi di alcun tipo. E che anche Schittulli abbia ambizioni da fascia tricolore non è più un mistero. Il punto è capire dove si collocherà, in quale schieramento, con quali alleati. Nel frattempo Michele Emiliano che sembra puntare direttamente al parlamento nazionale, o comunque ad un incarico di prestigio e di vasto orizzonte, ha lanciato il suo movimento, la sua lista civica regionale, alla quale ha aderito Tommy “a volte ritornano” Attanasio. Profugo dal naufragio del PDL pugliese. Dignitosamente consapevole di aver perso forse due anni abbondanti aspettando Godot. Dio li fa e poi li accoppia.

Il Comune di Bari

TRASPORTI - TARIFFE BALLERINE

E per Natale Trenitalia fa il gioco delle tre carte di ANDREA DAMMACCO Trenitalia, prima aumenta le tariffe del 63%, poi, dopo le proteste dei viaggiatori pugliesi ci ripensa e annuncia: “dal 23 dicembre prossimo i treni-notte tra la Puglia e il nord del Paese avranno una nuova tariffa”. Omette però di aggiornare sia il proprio sito ufficiale che di comunicare la novità agli operatori del suo call center, i quali continuano a vendere i biglietti con le vecchie tariffe. Perciò chi ha tentato di acquistare un biglietto on line da Lecce a Milano per una data successiva al 23 dicembre, si è ritrovato a dover pagare ancora le tariffe decise l’11 dicembre scorso, con l’entrata in vigore del nuovo orario invernale: cioè 93 euro, anzichè 66,80 euro, come poi era stato annunciato in un

L’ingresso della stazione centrale di Bari comunicato ufficiale della società, a seguito delle proteste dei viaggiatori pugliesi. Della nuova tariffa - che Trenitalia aveva spiegato essere la combinazione tra il prezzo del treno notte da Lecce a Bologna e il nuovo prezzo scontato dei treni ad “Alta Velocità”, sul lussuoso Frecciarossa, da Bologna a Milano - per il momento neppure l’ombra. I viaggiatori pugliesi (una media di 5mila al giorno) che in queste ore hanno programmato una partenza da e per la Puglia (dopo il 23 dicembre) si

sono visti costretti a pagare le tariffe aumentate. E che succede quindi a chi ha già pagato con le vecchie tariffe, cioè quelle poi revocate? A questa domanda Trenitalia non ha saputo rispondere. Agli sfortunati che hanno già prenotato e pagato toccherà, quasi certamente, avviare una lunga e difficile procedura di rimborso. Non resta dunque che sperare in una azione di risarcimento comune, così come consigliato da Federconsumatori Puglia e da Adiconsum nazionale. Un’altra class action che si

aggiunge a quella contro Trenitalia che si è inventato l’hub di Bologna per i treni-notte da e per il Sud. Un disagio che Trenitalia ha pensato di risarcire con uno «sconto» sulle “nuove” tariffe, per la verità finora fantasma. Un “regalo” non richiesto dai viaggiatori pugliesi, i quali (per la prima volta dall’Unità d’Italia ad oggi) per arrivare a Milano (o a Torino e Venezia) dovranno d’ora in poi cambiare treno nel capoluogo emiliano. Una novità questa che - non piace a nessuno. Neanche al presidente della Regione Nichi Vendola che su questo argomento del “cambio treno a Bologna” annuncia una battaglia politica che va ben oltre l’organizzazione del sistema dei trasporti. “Il governo - ha detto Vendola - deve dirci chiaramente se il futuro del Sud, che in questo modo viene tagliato fuori dal resto del Paese, deve essere affidato, da questo momento in poi, alle scelte aziendali dell’amministratore di Trenitalia”.


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Bari

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IN CONSIGLIO COMUNALE - Sullo studio di fattibilità urla, veti incrociati e rappresaglie

E sul futuro della Rossani scoppiò il caos Che potesse essere una seduta movimentata lo si arguiva già dalle “botte e risposte” degli ultimi giorni. A scatenare gli animi, il futuro prossimo della caserma Rossani: si trattava di dibattere sulla revoca –

richiesta congiuntamente da Sel e da Idv – della delibera “incriminata” per cementificazione eccessiva, a detta almeno degli ambientalisti. Ma la realtà supera sempre la fantasia. Il Con-

siglio Comunale del 20 dicembre sarà ricordato per lo spettacolo indegno che è stato offerto dai componenti di maggioranza ed opposizione, salvo rare eccezioni. Tra urla e rivendicazioni quasi personali

Uno scorcio dell’area della Ex Caserma Rossani, in Corso Benedetto Croce

IL COMMENTO

Quello che manca ad Emiliano è una idea complessiva della città Anche sulla Rossani, come sull'Apulia Film Commission, si sta consumando la lunga guerra fra Michele Emiliano e Nichi Vendola. Ne vedremo delle belle. Intanto salutiamo con gioia l'abbandono dell'insano progetto di costruire case previste su un'area pubblica. Una speculazione edilizia in piena regola, voluta da Elio Sannicandro e Michele Emiliano. La Rossani, comunque, rischia di essere l'ennesima occasione perduta di Bari. Come la Fiera e il Policlinico. Il dibattito e lo scontro, fatta la tara della lotta fratricida fra i due leaders della sinistra, rischia di arenarsi nella retorica ideologica, tipo "tutto parco e niente cemento". In verità è in occasioni come questa che appare più evidente il grave gap progettuale di Michele Emiliano. Ve lo ricordate? Iniziò con i forum. Non ne sapeva niente e non aveva una sua idea della città. Voleva conoscere e imparare. Purtroppo non ne ha tratto un gran profitto. Della politica ha imparato solo le furbizie, ma la missione di cambiare la società e, per quanto lo riguardava, di cambiare la città, non l'ha imparata, sicchè, ancora oggi, continua a non avere come bussola un'idea precisa sua di città. Nonostante la grande occasione e i tanti milioni del Piano strategico, risoltosi in una disordinata sommatoria di pro-

getti vecchi e nuovi. Va detto che la soluzione ottimale per la Rossani non può prescindere da tre fattori concomitanti, che sono rimasti totalmente assenti nel dibattito sviluppatosi in questi giorni. Primo, la necessaria interconnessione con tutte le aree che saranno liberate dalle ferrovie. Sono altre decine di ettari in aree prossime alla Rossani. Il progetto deve essere necessariamente unitario. Secondo, la soluzione progettuale deve servire anche a risolvere uno dei nodi più penalizzanti della città, come il sottopasso automobilistico della stazione centrale. Terzo, il progetto deve riguardare anche la completa trasformazione della stazione centrale, dotandola di un efficiente servizio di intermodalità ferro/gomma. Certo, tutto questo significa anche cemento, ma almeno servirà a rendere Bari più moderna, vivibile e fruibile, e non solo a fare arricchire i soliti noti costruttori di case. Per far questo, però, occorre avere anche in testa un'idea di città e noi sappiamo che Emiliano non ce l'ha. Altrimenti avrebbe messo già in cantiere il trasferimento della Fiera e anche del Policlinico. Come avrebbe fatto un Sindaco che avesse dedicato più tempo a disegnare la Bari del futuro, che a giocare con Fb e Twitter. Buon Natale a tutti.

in nome di un protagonismo assai meschino, hanno dimenticato, per non pochi minuti, di essere uomini e donne delle Istituzioni che nelle Istituzioni devono operare, con decoro ed onore, nell'interesse dei cittadini. Paradossalmente, proprio mentre si manifestavano certi istinti primordiali, bene ha fatto il coordinatore delle opposizioni, Ninni Cea, a chiedere le dimissioni dell'esecutivo. Altrettanto bene, però, avrebbe fatto qualche consigliere di maggioranza a chiedere le dimissioni dell'opposizione. La rappresentazione che è stata fatta, del resto, della Politica, da questi “dipendenti pubblici” di destra e di sinistra, lascia sgomenti. E poi ci si stupisce di come oggi il 40% degli elettori si asterrebbe! Ma il momento clou è arrivato quando la discussione è stata spostata sul futuro della Caserma Rossani, oggetto del punto all'ordine del giorno presentato da Sel e da Idv, con la revoca della delibera di approvazione dello Studio di Fattibilità. Il Partito Democratico sembra spaccato. Non solo per alcune importanti assenze tra i banchi, a cominciare da quella del Sindaco Emiliano, ma anche per la linea politica che viene assunta in modo confuso dai consiglieri presenti. L'Assessore all'Urbanistica, Elio Sannicandro, nel suo breve ma esaustivo intervento, ripercorre le tappe dell'incontro con la sua omologa regionale, Angela Barbanente, che ha confermato la disponibilità, dopo la sottoscrizione di un apposito Atto d'Intesa, ad erogare i fondi Fesr. A patto, però, che nella “nuova Rossani” sia tangibile l'impronta culturale di rigenerazione urbana, la cui stella polare sarebbe sempre il grande parco urbano. Sul da farsi, quasi all'improvviso, scoppia il finimondo e la rappresaglia. Infatti, mentre la delegata all'Ambiente Maria Maugeri cerca di esporre le sue tesi, Nicola Laforgia da un lato, ma soprattutto Loiacono dall'altro, esplodono per il disappunto. Alla fine, con 22 si, 6 no e 2 astenuti, si decreta il rinvio della discussione ad una nuova delibera. A Natale – recita un detto popolare – “siamo tutti più buoni e più cordiali”. Evidentemente, però, i nostri Consiglieri, molti dei quali già in campagna elettorale, non sono a conoscenza delle prossime Festività. Qualcuno glielo dica. Auguri! GIUSEPPE MILANO

Puglia d’oggi

COSA FARE NELL’EX CASERMA

Parco cittadino o altri garages?

Il Comune di Bari Sull’ex caserma, 8 ettari di corpi di fabbrica vincolati e molto spazio da destinare a verde (diventerebbe il più grande parco cittadino surclassando anche quello di Largo 2 Giugno) deve decidere la città. Emiliano ha rimesso alla pubblica discussione il destino della Rossani, avendo incamerato un sì di massima dalla regione, circa un finanziamento di diciassette milioni di euro. Finanziamento di cui però nessuno in Presidenza o in giunta si sente di confermare ancora. E sì perché l’assessora Angela Barbanente, responsabile dell’Urbanistica per la regione, è stata chiarissima: “Non si può assistere impotenti alla svendita di beni pubblici preziosi per la rigenerazione ecologica e la crescita socio-economica di una città. L’impegno finanziario della Regione è a supporto di una destinazione dell’area dell’ex Caserma Rossani che sia coerente con la visione di sviluppo cui abbiamo dato impulso sin dal primo mandato amministrativo: una visione tesa a dimostrare che investire in rigenerazione culturale e ambientale di parti di città serve a creare occupazione, sviluppare un tessuto sociale più solidale e attivo, offrire opportunità ai giovani". Insomma: l’idea di Michele Emiliano di far costruire ai De Gennaro un garage sotto la caserma invece che in

Corso Cavour, dovrà convincere la regione, che ha in mano i cordoni della borsa. Un parcheggio sotterraneo potrà convivere con il parco urbano, la probabile sede dell’accademia di Belle Arti (invece del paventato “ostello della gioventù” che sembrava piuttosto un residence a quattro stelle)? Per ora la famosa delibera con lo studio di fattibilità è stata ritirata dalla giunta nel corso dell’ultimo, tempestoso consiglio comunale dove la vera notizia è che la maggioranza che regge il governo Emiliano bis sta fragorosamente scricchiolando: l’ex presidente del Consiglio Comunale, il piddino Giuseppe de Santis, per esempio, ha annunciato che si ritira dalle sedute sin quando non verranno risolte due questioni di capitale importanza, a suo dire: la composizione definitiva delle Commissioni Consiliari (dove si percepisce un rimborso uguale a quello delle sedute di 72,96 euro lordi, n.d.r.) e l’assegnazione delel stanze ai gruppi. Emiliano non c’era all’ultima seduta di Consiglio. E’ uno dei segnali che la “generosità” condizionata della regione non deve essere stata affatto di suo gradimento. Il patto non scritto con i De Gennaro, che a suo dire renderebbe più economicamente sostenibile il progetto del parco urbano, al momento resta sospeso. FORTUNATA DELL’ORZO


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Erano in molti a sperare che la denuncia di Scelsi portasse all’allontanamento del Procuratore Capo

Laudati assolto, contenti tutti? Il Consiglio Superiore della Magistratura isola le toghe rosse

Gli uffici giudiziari di Bari Quando il Sostituto Procuratore della Repubblica Giuseppe Scelsi denunciò al Consiglio Superiore della Magistratura il suo superiore Antonio Laudati, Capo della Procura della Repubblica di Bari furono in molti a trarre un sospiro di sollievo. Molti credettero e sperarono che questo Magistrato "straniero", e totalmente estraneo ai costumi, agli interessi, ai circoli, alle cordate, alle consuetudini e ai riti della più levantina delle città pugliesi, avrebbe tolto il disturbo. L'accusa era di quelle gravissime, da raffigurare addirittura più un reato penale, che una mera infrazione disciplinare. Aver dolosamente ritardato atti dovuti di un importante e delicato processo penale, per favorire un personaggio politico importantissimo. L'uomo più potente del Paese, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Su quel processo erano puntati i riflettori di tutto il Paese. Era il processo a carico del faccendiere barese Tarantini, implicato in un vecchio processo, prossimo alla prescrizione, con quel Tato Greco, che Raffaele Fitto ha fiduciariamente messo a capo della Puglia prima di tutto, il suo partito personale. Colto in attività col senatore Alberto Tedesco, ex assessore regionale alla sanità,

scelto e difeso da Nichi Vendola. Il trafficante di escort, come Patrizia D'addario e Barbara Montereale, che soleva mettere a disposizione di politici di destra e di sinistra, di Silvio Berlusconi e della sua corte boccacesca a Roma e di Sandro Frisullo a Bari. Coimputato del faccendiere Lavitola, coartefice della trappola caraibica ai danni di Gianfranco Fini. Laudati, di certo, non era amato dalla politica. Salutato al suo arrivo a Bari come il Procuratore mandato in Puglia dal ministro Angelino Alfano per "normalizzare" la Procura barese, sospettata di essere fortemente sbilanciata a sinistra, Laudati sorprese tutti quando indossò personalmente la toga per sostenere l'accusa contro il Ministro Raffaele Fitto nel processo, ancora in corso, per la vendita della Cedis. Si dice, e non a torto, che la cosa non sia stata mai digerita dall'uomo di Maglie. Sul versante opposto Laudati ha perseguito e chiesto l'arresto di Alberto Tedesco, arrivando nel cuore stesso del potere vendoliano, pur senza toccare il Presidente della Giunta regionale. Normale, quindi, che, da destra e da sinistra, in molti, anche se non tutti, abbiano sperato che la denuncia di Scelsi portasse all'allontanamento di Laudati da Bari.

Esito, per altro, che lo stesso interessato aveva per primo preannunciato, se dall'inchiesta fossero emerse responsabilità a suo carico. Va anche detto che non fu solo la politica ad augurarsi l'allontanamento di Laudati. Anche la città non fu da meno. O meglio, quel fitto reticolo di amicizie, collegamenti, società, affari, cointeressenze, cementate dalle frequentazioni delle stesse scuole, stessa università, stessi circoli, stesse vacanze, stesse famiglie, stesse amicizie, che da sempre reggono Bari, le sue istituzioni e la sua economia. Quel Magistrato era molto diverso dal ceto dominante. Non aveva studiato al Flacco o al Di Cagno Abbrescia, non si era laureato a quella Università, che per cancellare ufficialmente la sua intestazione a Benito Mussolini ci ha messo più di sessant'anni. Non era socio della Vela, nè del Tennis, non aveva congiunti, figli, parenti, affini ed amici nelle università della città, nemmeno nelle banche locali, nè nelle istituzioni e negli enti locali. Nemmeno nei giornali e, tantomeno, negli uffici giudiziari. Insomma, era proprio un diverso e in modo assai diverso interpetrava il suo ruolo. Aveva portato la giustizia a Teatro, per avvicinarla alla pubblica opinione, aveva portato Bari al centro del dibattito nazionale per una giustizia che finalmente funzionasse, aveva sperimentato nuove siste-

mi organizzativi più efficienti e veloci, andava nelle scuole a parlare ai giovani e agli studenti di regole e legalità. Oltre a macinare successi a ripetizione contro la criminalità organizzata, confiscando rilevanti patrimoni, alzando il tiro sull'allarmante utilizzo di droga nella città, allungando lo sguardo sulle contiguità dei colletti bianchi, dei professionisti e degli imprenditori, con la malavita organizzata. Non da ultimo, invadendo il campo stesso della politica, suggerendo a Michele Emiliano e a un Consiglio comunale incapace di decidere, l'ex odpedale militare come sede degli uffici giudiziari e mettendo a disposizione per gli archivi del Tribunale i capannoni confiscati alla malavita barese. Non è andata, però, come molti speravano. Laudati è stato assolto. Nessun addebito gli è stato mosso e, naturalmente, è rimasto a Bari e al suo posto. A parte lo scorno dei suoi nemici e dei suoi falsi amici, che si auguravano un ben diverso esito, il verdetto del Csm è stato davvero straordinario. Tanto, da mettere persino in ombra la stessa assoluzione di Laudati. La straordinarietà sta nella lettura politica della sentenza e della maggioranza che intorno ad essa si è creata all'interno del Csm. Posto che l'organo di autogoverno della magistratura aveva notoriamente una maggioranza di sinistra e Laudati era accusato di aver sostanzialmente favorito il "ne-

mico" Silvio Berlusconi, il risultato per tutti era più che segnato. Su questo, probabilmente, avevano fatto affidamento Scelsi, alcuni suoi colleghi di medesimo orientamento, e i tanti altri ai quali Laudati andava e va di traverso. Se il risultato è stato di segno opposto, se ne deve dedurre che, insieme alla assoluta correttezza degli atti di Laudati, la sentenza ci ha consegnato una straordinaria novità, ovvero una nuova maggioranza nel Csm, che vede un chiaro e forte distacco dei consiglieri vicini al Pd dai magistrati più estremi, giornalisticamente noti come le "toghe rosse". Per maggior chiarezza, basti osservare che il relatore favorevole all'assoluzione di Laudati era nientemeno che il membro laico avv. Calvi, notissimo penalista, già parla-

mentare democratico e difensore di Massimo D'alema. Un giorno bisognerà dare atto a Laudati di aver provocato anche questo capovolgimento, relegando le toghe rosse all'alleanza con il solo vendolismo e restituendo al Csm l'equilibrio necessario.. Tornando, infine, a Bari, a noi non resta che salutare con soddisfazione l'esito della vicenda Laudati, che un giorno sarà interessante guardare più da vicino, per avere uno spaccato mai conosciuto del mondo giudiziario barese. Al Procuratore capo di Bari rinnoviamo le nostre più sincere felicitazioni e gli auguriamo buon lavoro. Non ne avrà poco. Non ci resta che aspettare.

Antonio Laudati, Procuratore Capo di Bari


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Puglia d’oggi

Schemi imprenditoriali e di amministrazione che devono trovare il loro punto di incontro nel rilancio della nostra regione

Le crociere come business e traino per il territorio Per la Puglia ci sono numeri e segnali incoraggianti che sottolineano la vocazione turistica regionale di ANDREA DAMMACCO Territorio e crociere, come gestire il business e le sinergie tra pubblico e privato. E’ stato questo il tema dell’incontro dibattito che si è svolto nei giorni scorsi al porto di Bari a bordo di MSC Magnifica, organizzata dalla testata Guida Viaggi. La tappa di Bari era la terza di un ciclo iniziato negli incontri precedenti, tenuti a Napoli e Palermo. All’incontro hanno partecipato Silvia Godelli, assessore al Turismo della Regione Puglia, Nicola Lapenna, direttore commerciale Aeroporti di Puglia, Francesco Desario, presidente Fiavet Puglia, Rossana Muolo, proprietaria Mediterranean Life, e Luigi Simone, amministratore unico Puglia Imperiale, oltre a Beppe Lupelli, Area Manager Puglia di MSC Crociere. Tema dell’incontro, il settore delle crociere come generatore di business

turistico e il ruolo delle istituzioni a supporto dell’industria e nel favorire il ritorno sul territorio dei crocieristi. Schemi imprenditoriali e di amministrazione che devono trovare il loro punto di incontro nel rilancio di un territorio che, se è vero che viene toccato dalle tappe delle grandi navi da crociera (e verrà sempre più coinvolto nelle rotte del Mediterraneo), può e deve supportare questa opportunità con sforzi logistici e con una offerta turistica tagliata anche su misura dei crocieristi. Durante i lavori Beppe Lupelli ha illustrato i numeri di MSC Crociere a Bari: nel 2012 la compagnia effettuerà 79 scali, con una movimentazione prevista di oltre 284 mila passeggeri, in crescita rispetto ai 279 mila del 2011. “Novità importante per il capoluogo pugliese, l’arrivo di MSC Divina” ha sottolineato Lupelli, “la nuova ammiraglia da oltre

La Msc Magnifica in navigazione 4.000 passeggeri attualmente in cantiere, che sarà varata il prossimo 26 maggio a Marsiglia e sarà poi posizionata nel Mediterraneo Orientale nella seconda metà del 2012 per crociere settimanali in partenza da Bari e Venezia sia d’estate che d’inverno”. Nel 2012 saranno complessivamente 4 le navi MSC Crociere che faranno scalo a Bari. Oltre a MSC Divina, la programmazione prevede toccate di MSC Magnifica, MSC Musica e MSC Opera. Imponente l’indotto

generato dalla compagnia sul territorio: uno studio dell’Università Cà Foscari in collaborazione con Risposte Turismo – che calcolava in 1.523 milioni di euro la ricaduta sul sistema economico italiano dell’attività della compagnia di crociere nel 2009 – ha evidenziato come in Puglia la compagnia investisse circa 20 milioni di euro, con 25 fornitori locali coinvolti complessivamente. L’assessore regionale Silvia Godelli ha mostrato come nei primi 6 mesi del-

l’anno gli arrivi di turisti in Pugliasiano aumentati dell’1,8% (da 1,144 milioni nel 2010 a 1,165 quest’anno) mentre le presenze sono aumentate del 3,9% (da 3,291 milioni l’anno scorso a 3,420 milioni nel 2011). “La spinta maggiore ha evidenziato l’assessore - viene dal mercato internazionale che registra tassi di crescita molto elevati, mentre il mercato italiano cresce in maniera più moderata”. La Puglia ha ampliato i suoi mercati internazio-

nali di riferimento, con una maggiore penetrazione dei paesi dell’Est e Nord Europa. Interessante notare infine come i dati del 2011 vedano la Puglia al primo posto in agosto tra le regioni italiane più visitate, con il 10,9% complessivo dell’intera massa del turismo in Italia (fonte: Osservatorio nazionale del Turismo). Molto positivi anche i dati di traffico degli aeroporti pugliesi anticipati da Nicola Lapenna: Bari fra gennaio e ottobre di quest’anno ha registrato 3.151.251 passeggeri (+10,2%), Brindisi nello stesso periodo 1.747.504 (+30,7%). Per quanto riguarda la provenienza dei passeggeri, il primo mercato è quello tedesco seguito da Spagna, Francia. Dati e cifre che non fanno altro che sottolineare quanto forte sia la vocazione turistica della Puglia e quanta possibilità concreta di generare indotto e plusvalore ci sia.


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Ottimi i dati sulla stagione 2011. L’Autorità portuale risponde raddoppiando il Terminal e un nuovo sporgente per supernavi

La polifunzionalità del Network portuale del Levante A partire dal 2008 Bari Barletta e Monopoli integrate per lo sviluppo crocieristico e commerciale Il porto di Bari si è caratterizzato, in questi anni, per la cosiddetta “polifunzionalità”. Ciò significa, nella sostanza l’individuazione di tre diverse funzioni: una di transito transfrontaliero e di “corridoio” logistico in riferimento al traffico ferries; una commerciale al servizio del tessuto di industriale un’area vasta che va anche oltre il mero hinterland barese ed una di tipo turistico connessa allo sviluppo del traffico crocieristico. Queste diverse funzioni, riferendosi al concetto di “area vasta”, si sono ulteriormente sviluppate e consolidate con la creazione del network portuale “del Levante” a partire dal 2008, con l’amministrazione integrata dei porti di Barletta e Monopoli. Per quanto attiene il traffico crocieristico, come già detto, Bari ha visto in cinque anni ( 20052010) una crescita dell’82%. Questa crescita tumultuosa è frutto della crescita dimensionale delle nuove unità che Costa e Msc hanno posizionato su Bari e della possibilità di

DA BARI A MEDJUGORJE

Boom di presenze per il turismo religioso Navi da crociera nel porto di Bari ormeggiare contemporaneamente due unità di tali dimensioni grazie al completamento delle nuove banchine 10 e 11 ( Darsena di ponente ). L’ingresso di un nuovo vettore (Royal Caribbean Cruise) e le crociere invernali di Msc faranno chiudere più che positivamente la stagione crocieristica 2011. Per questo forte incremento della domanda, l’Autorità portuale ha progettato il raddoppio dell’attuale Terminal Crociere e la costruzione di uno sporgente di 50 x 350 mt. lineari in grado di assicurare l’ormeggio in sicurezza unità da 330 metri. Il nuovo assetto del porto nell’area crociere garantirà il posizionamento contemporaneo anche di quattro unità di grandi di-

mensioni. I Porti del Levante devono essere considerati come un “ polo marittimo polifunzionale di area vasta” , nei quali potenzialmente tutte le tipologie di traffico possono essere svolte secondo una “diversificazione regolata”, ovvero adottando tutte le prescrizioni previste dall’Autorità Portuale per rendere compatibili e sicure le diverse attività. Alla fine di ottobre, il porto di Bari, conferma la più generale tendenza positiva che sta caratterizzando il traffico merci e passeggeri nel 2011. I primi dieci mesi dell’anno vedono un incremento a doppia cifra per le merci, con un ragguardevole 20,14% in più rispetto all’analogo periodo del

2010, mentre i passeggeri varcano la soglia del milione e mezzo, con 1.739.083 registrando nello scalo barese, 51.107 presenze in più, vale a dire una crescita percentuale del 3% e che consente di pronosticare il raggiungimento della quota di 2 milioni a fine anno. Il traffico passeggeri vede una crescita esponenziale del traffico con la Croazia, una straordinaria performance che si attesta al 23 % in più rispetto allo scorso anno e strettamente legata allo sviluppo del turismo religioso verso Medjugorie. La dimostrazione pratica è la crescita esorbitante, il 40% in più rispetto alla passata stagione, del numero di BUS in rotta da Bari verso la Croazia.

La premiazione a Roma al Salone Margherita

Il Porto di Bari vince l’Oscar dei Porti 2011 Il Porto di Bari è stato premiato nel corso della quinta edizione del “Gran Galà dei Porti 2011”,evento televisivoche assegna gli Oscar dei Porti ad aziende, eccellenze e persone che durante l’anno si sono distinte nei settori della nautica e dei porti italiani. A Roma, nello storico teatro Salone Margherita, condotta da Federica Peluffo, volto di punta di Rai Due e da Roberto Onofri, anche lui presentatore Rai e ideatore di questo prestigioso Premio, è stata registrata la serata degli Oscar dei Porti, che andrà in onda su Rai Uno, il 27 dicembre p.v.,in seconda serata. Il Porto di Bari si è aggiudicato ben due riconoscimenti, nelle categorie“PORTI”e “IMPRESE PORTUALI”. In quest’ultima categoria, l’importante riconoscimento è andato alla Impreport SRL, impresa portuale barlettana, che conferma, con una considerevole capacità di investimento, il suo impegno per garantire e migliorare le prestazioni già acquisite nella movimentazione di merci varie e la maggiore attenzione alla tutela ambientale. “ Questo importante riconoscimento rappresenta un’ulteriore testimonianza del crescente apprezzamento per le ottime performances registrate negli ultimi anni dal Porto di Bari, ha affermato Francesco Mariani, presidente dell’Autorità Portuale del Levante, salito sul palco assieme al SG Mario Sommariva per ritirare il premio. Alla fine di ottobre, il porto di Bari, ha confermato la più generale tendenza positiva del traffico merci e passeggeri per la stagione 2011. I primi dieci mesi dell’anno hanno visto un incremento a doppia cifra per le merci, con un ragguardevole 20,14% in più rispetto all’analogo periodo del 2010, mentre i passeg-

Un momento della premiazione geri hanno superato la soglia del milione e mezzo, con 1.739.083, registrando nello scalo barese 51.107 presenze in più, Una crescita percentuale del 3% che consente di pronosticare il raggiungimento della quota di 2 milioni a fine anno. Il traffico passeggeri vede una crescita esponenziale del traffico con la Croazia che si attesta al 23 % in più rispetto allo scorso anno, strettamente legata allo sviluppo del turismo religioso verso Medjugorie. La dimostrazione pratica è la crescita esorbitante, il 40% in più rispetto alla passata stagione, del numero di BUS in rotta da Bari verso la Croazia. Ed è proprio in relazione a quest’ultimo segmento di traffico che il Porto di Bari ha ottenuto il terzo riconoscimento della serata. Un ulteriore premio è stato infatti assegnato all’agenzia barese P.Lorusso & Co, rappresentante nel porto di Bari della compagnia di Navigazione JADROLINIJA di Rjeka, per l’impulso dato al turismo religioso con i collegamenti da e per la Croazia.

Sono oltre 130mila i passeggeri che si stimano, imbarcati dal porto di Bari, alla volta di Dubrovnik da gennaio a oggi. Meta da raggiungere: Medjugorje, la vallata della grazia, un paese, per chi l’ha visitato, a metà tra fede e realtà. La Beata Vergine Maria, Gospa, come viene chiamata la Madonna dalla gente di Medjugorje e’ diventata punto di aggregazione e oggetto di interesse e di studio da parte di molti studiosi e oggetto di discussione anche dei mass media. Tutt’altro che trascurabile sembra essere anche l’aspetto economico che questo fenomeno ha assunto e l’indotto che gira intorno ed inevitabilmente produce notevoli interessi economici. Come dire, il turismo religioso non conosce crisi. I viaggiatori della fede muovono cifre da capogiro. I dati a tal proposito parlano chiaro. Nei primi 10 mesi dell’anno, il flusso da e per Dubrovnik è cresciuto del 23% rispetto alla passata stagione. Stessa percentuale di incremento, se non più alta, si registra sul movimento di bus ( 40%) e auto (+9 %), che si traduce in una crescita del 45 % circa nei gruppi organizzati e 30% nei viaggi individuali Ne deriva un quadro prospero ed interessante anche in proiezione, facendo stimare, a chiusura dell’anno una crescita dal 40 al 50% e parecchie centinaia di migliaia di euro di indotto, a tutto beneficio del porto e dell’economia cittadina. Una proiezione che si può considerare assolutamente in linea con le tendenze nazionali, secondo cui il 5% del fatturato del comparto turistico è assorbito oggi dal turismo religioso. “Un turismo di nicchia che – commenta il Presidente dell’Autorità Portuale Francesco Mariani - considerata la crisi generalizzata, è

Francesco Mariani una vera e propria risorsa per il Porto di Bari, giacché l’appetibilità di questa forma di turismo deriva anche dal dato che i flussi turistici da esso generati sono generosi pure in bassa stagione. Un tale mercato risulta essere, infatti, molto simile al mercato del lusso spiega Mariani - difficilmente può avere cali nei periodi di magra e molto poco risulta intaccato dalla diffusa crisi economica. Al contrario, risulta essere un mercato turistico florido, poco inflazionato, in sensibile aumento ogni anno ed è per questo che il Porto di Bari saluta con molto entusiasmo questo flusso di pellegrini in viaggio sulle rotte della fede, e considera l’opportunità di incrementare, nel numero e nella qualità, i collegamenti con Dubrovnik, candidandosi a diventare porto di imbarco d’elezione per tutto il sud Italia. Quanto ai pellegrini, le loro testimonianze sono pure significative. “E’ l’esperienza di condivisione, di fede, di crescita, un gioioso cammino verso la felicità che ci spinge verso questa meta, questo dicono i passeggeri in transito nel porto Bari e diretti a Medjugorje . Perché questo è il motivo più importante che affolla questa località ogni giorno, i credenti che vogliono vedere con i propri occhi i luoghi delle apparizioni e inginocchiarsi a pregare la Regina della Pace.


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Bari

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La struttura di 15mila metri quadri potrebbe essere messa a disposizione del Comune per ospitare tutti gli uffici

La cittadella della Giustizia al “Bonomo” Bari merita di una sede decente per il palazzo di Giustizia, speriamo che sia la volta buona di FORTUNATA DELL’ORZO Il vecchio ospedale Militare “Bonomo”, intitolato a un precursore della grande chirurgia d’urgenza, è oggi una silenziosa e pressoché disabitata cittadella. 15 mila metri quadri di superfici coperte, quasi il doppio fra giardini e spiazzi. “L’importante è che si decidano” possiamo definirlo il minimo comune multiplo fra avvocati, giudici, operatori in genere della Giustizia barese. La domanda era: “Come vedete il Bonomo, l’ex Ospedale Militare, come palazzo di giustizia?” Fra coloro che quotidianamente devono recarsi al lavoro presso una delle sedi giudiziarie del capoluogo di regione, la via crucis è innegabile. Le sedi distanti fra loro, in zone sovraccariche di traffico, in genere (fanno eccezione i Giudici di Pace, in quel del San Paolo che si è rivelata location ideale almeno per i parcheggi). Per non parlare poi dei disagi dovuti all’inadeguatezza dei locali, come nel caso del tribunale dei minori, nei pressi del Cimitero, o della fatiscenza ormai inarrestabile di costruzioni nate male e proseguite peggio, come la procura di via Nazariantz, dove fanno un certo effetto da film di Bunuel gli operatori della Multiservizi in livrea rossa che dirigono il traffico di auto, nel cortile prospiciente. “L’ideale sarebbe la cittadella, ma non quella di Pizzarotti, “ci confida un avvocato che ha chiesto come tutti gli altri di restare anonimo “fra il vecchio palazzo di piazza de Nicola, quello nuovo da costruire in Corso della Carboneria ed eventualmen-

L’ingresso dell’ex Ospedale Militare “Bonomo” te il restauro del vecchio istituto nautico, in via abate Gimma. Credo che, lasciando pure i Giudici di Pace al San Paolo, anche come segno di presidio del territorio, in queste tre costruzioni potrebbe trovare posto il Tribunale dei Minori”. “A me il progetto di Pizzarotti piace ma sono contraria: troppo oneroso per la comunità e poi sorgerebbe in una zona che è ancora tutta da disegnare e definire (il famoso tondo di Carbonara, n.d.r) dove invece è meglio immaginare quei servizi e quelle costruzioni destinate soprattutto al tempo libero e allo sport”. E’ il parere di una fra le più esperte fra i sostituti procuratori e sulla stessa lunghezza d’onda registriamo diversi pareri di altri magistrati. Una domanda più diretta sul Bonomo la porgiamo ad altri tre avvocati, di cui due ancora freschi di abilitazione. Uno dei tre, che ogni giorno viene a Bari da un paese dell’hinterland, non sapeva neanche dell’esistenza del Bonomo. Gli altri due hanno espresso praticamente lo stesso parere: il Bonomo non è adatto. “Era un ospedale. Bisognerebbe ristrutturarlo completamente” ci dice il primo “credo ci voglia troppo tempo e un sacco di denaro. Io lo vedrei me-

glio come sede universitaria, per esempio un secondo policlinico, magari polispecialistico”. “Io spero solo che si sbrighino” aggiunge, tanto per cambiare il secondo

avvocato, una signora non più giovanissima, esperta in diritto di famiglia “ormai al caos abbiamo fatto l’abitudine, così come alla situazione della Giustizia, in generale, con i suoi ritardi e i suoi tempi lunghissimi. Quello che manca è la programmazione: bisognerebbe sapere innanzitutto su che linee si muoverà la tanto attesa ed auspicata riforma e su queste basi progettare i nuovi palazzi di Giustizia o restaurare l’usato. Onestamente non vedo bene la soluzione del Bonomo e l’idea di Pizzarotti mi sembra un ghetto molto costoso. L’arcipelago è meglio, ma comunque ci vor-

PERCHE’ IL “BONOMO”

ranno anni, forse un decennio, se tutto va bene.” Più ottimista, e creativo, un altro magistrato che ascolta le domande sorridendo, come se fossimo i millesimi a formularle. “Glielo dico in anteprima, poi faccia tutte le verifiche che crede. L’università di Bari sta vendendo la Manifattura Tabacchi perché ormai non le interessa più. Sarebbe una magnifica soluzione per un palazzo di Giustizia allargato in cui poter alloggiare praticamente tutto tranne i Giudici di Pace. È molto più grande del Bonomo ed è anche infinitamente più adattabile. Se

poi ci mettiamo anche l’ex Nautico…” si allontana lasciandoci a immaginare l’ennesima soluzione per questo dilemma apparentemente insolubile di un Palazzo di Giustizia che metta tutti d’accordo.

IL TRASFERIMENTO AL COMUNE

Riunire gli uffici sparsi per la città

Dal Ministero il primo via libera

Piazza Enrico De Nicola, Via Scopellitti, Via Nazariantz, Corso Vittorio Veneto, Lungomare Nazario Sauro, Corso Trieste. In breve un tour che parte dal quartiere Libertà ed arriva fin quasi all’estremità sud di Bari, non lontano dalla spiaggia di Pane e Pomodoro, passando attraverso il San Paolo, non prima di una deviazione a sfiorare il Faro di San Cataldo. Non è una ricerca dei posti più caratteristici della città, ma la mappatura degli uffici giudiziari sparsi per tutto il territorio cittadino: giudice di pace, pretura, tribunale per i minorenni, giudice del lavoro, giudice penale... una dislocazione degli uffici che nel corso degli anni hanno occupato gli spazi disponibili in città (a volte anche quelli che non sarebbero proprio disponibili a norma di legge...) e che costringe gli addetti ai lavori a lunghi giri per i parcheggi, non sempre agevoli, e per attraversare continuamente l’intero capoluogo pugliese. A questo si deve porre rimedio, individuando la soluzione migliore per una riallocazione degli uffici giudiziari, fatta con criteri di organicità e convenienza (non solo economica) e non in funzione della volontà di qualcuno.

Proprio nei giorni scorsi è arrivato il primo via libera a Roma dal Ministero della Difesa per la cessione al Comune di Bari dell’ex ospedale militare Bonomo. Il Palazzo di Città vorrebbe trasferire in questo sito tutti gli uffici giudiziari attualmente sparsi per la città, ma serviranno i pareri dei Ministeri della Giustizia e dell’Economia per capire la fattibilità dell’allocazione e i costi dell’operazione. Un conto approssimativo (ma un paio di esperti del Comune ci tengono a precisare che si tratta di una stima al ribasso) parla di circa 15 milioni di euro per la ristrutturazione e circa tre anni di tempo, dal momento in cui gli im-

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mobili vengano concessi al Comune. Si tratta di corpi di fabbrica vincolati dalla sovrintendenza e dunque la ristrutturazione avrebbe comunque bisogno di una cura particolare e “di un bando adeguato”, precisano. Il Comune vorrebbe ottenere l’immobile gratuitamente nell’ambito del federalismo demaniale, ipotesi che non piace troppo a Roma. Se ne riparlerà, tuttavia, concretamente a gennaio, per una soluzione che al momento sembra la meno onerosa per le casse comunali ed una delle migliori dal punto di vista della fattibilità e dei tempi di realizzazione. F.D.O.


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Puglia d’oggi

TERLIZZI - Si dimettono undici consiglieri, dopo nove anni si conclude l’era Di Tria

Centrosinistra in crisi nella città di Vendola Dopo nove anni è tempo di voltare pagina. Adesso serve un progetto unitario di rinnovamento della classe dirigente Undici Consiglieri comunali dimissionari mettono fine all’esperienza di Di Tria alla guida di Terlizzi. Neanche il governatore pugliese, originario proprio di Terlizzi, è riuscito a sanare le rotture interne che si erano create nella maggioranza (composta da Pd-Sel e Verdi), e soprattutto all’interno del Partito Democratico. L’ormai ex sindaco di Terlizzi commenta amareggiato: “tutto questo è il frutto di una lacerazione interna al Pd e a delle scelte sleali del partito dell'Italia dei Valori che, invece di seguire la coalizione di centro sinistra, ha abbracciato quelle di una corrente del Pd in contrasto con la maggioranza”. Il riferimento è ai consiglieri dissidenti Michele Grassi, fratello dell’onorevole Gero, Paolo Ceci e Pasquale Adamo, colpevoli di non aver vota-

Vincenzo Di Tria to l'assestamento di bilancio di fine anno e per i quali il Partito Democratico di Terlizzi ha richiesto una procedura di espulsione. Intanto già si pensa al futuro, alle Amministrative 2012. Cittàcivile, dopo essere stata all'opposizione durante il mandato Di Tria, punta a voltare pagina proponendo un progetto di rinnovamento in-

sieme a Fli, Io Sud e Donne-per-Terlizzi. “Il Centro sinistra di Terlizzi - scrivono in una nota i vertici di Cittàcivile - non esiste più avendo puntato sul potere e non sulla politica. Di conseguenza Di Tria non è più il Sindaco di Terlizzi. Il dissenso si è allargato all’interno del Pd e si è allargato all’Italia dei Valori, che ha impedito con la propria posizione di coerenza di ottenere soccorsi “innaturali” . Questa fine senza onore dice l’ultima parola sull’esito delle elezioni comunali del 2008. Avevamo visto giusto”. “Per l’Amministrazione comunale - si legge ancora nella nota - non è certo un giorno felice. La sindacatura di Di Tria lascia una città impoverita e lacerata. Ma per i terlizzesi liberi è giorno di giubilo. Una giornata laicamente di

“avvento” che speriamo preannunci una svolta autentica di civiltà e di ripresa economica. Adesso è giunto il momento della politica. Spetta a noi ridare dignità alla politica. Sin da ora, come da sempre, ci impegniamo ad essere testimoni coerenti di un impegno politico che alzi la testa, metta al centro della propria azione il bene comune”. “Adesso si riparte. Fli, Io Sud e Donne-per-Terlizzi si mettono a servizio di un progetto unitario di rinnovamento autentico della città e innanzi tutto della sua classe dirigente. Saranno disponibili a dialogare e a costruire con tutte le forze moderate e riformatrici che dimostreranno una ferma volontà di trasformazione della città. Questa è la nostra Rivoluzione”. A.D.

BAT

Suoli della Provincia per il nuovo ospedale Con una nota indirizzata alla Regione Puglia, il Presidente della Provincia Bat, Francesco Ventola, si è espresso sulla vicenda dell’ubicazione del nuovo ospedale a servizio del territorio della Asl Bt prevista nel territorio di Andria. “Nel corso della seduta di ieri della Conferenza dei Sindaci ho appreso che l'Autorità di Bacino si è espressa in merito a ipotesi che attengono a terreni di proprietà di questa Provincia e precisamente foglio 33, particelle 41 e 67 del Catasto terreni del Comune di Andria - ha scritto il Presidente Ventola -. Perciò nel supremo interesse della collettività e ad ogni buon fine, si dichiara la totale ed incondizionata disponibilità di questo Ente a porre in essere tutte le determinazioni del caso finalizzate alla realizzazione dell'Ospedale di Andria”. Ventola ha inoltre dichiarato: “mi è sembrato

Francesco Ventola opportuno esprimere prontamente la completa disponibilità dei suoli di questa Provincia, presso la nostra azienda Papparicotta nell’agro di Andria, all’Assessore regionale alla Sanità Fiore ed all’Assessore alle Opere Pubbliche Amati perché tale soluzione risponde ad una esigenza assistenziale di territori più ampi, in coerenza con la funzione di eccellenza del nuovo Ospedale da realizzare ad Andria, a servizio della Asl Bt”.


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DOPPI INCARICHI - Alla Camera Zinzi opta per la Provincia. Cosa farà Antonio Pepe a Foggia?

Il Senato ha i numeri e decide di ignorare la Corte Pdl e Lega litigano su tutto, ma votano allineati e coperti per salvare Azzollini dall’obbligo di scegliere tra Roma e Molfetta di FRANCESCO TEMPESTA Dopo la sentenza della Corte Costituzionale al Senato si è avuto nel pomeriggio di mercoledì scorso lo strappo istituzionale. La Giunta per le elezioni del Senato ha bocciato la sentenza della Consulta sullo stop ai doppi incarichi, dichiarando compatibili i ruoli di sindaco e senatore. La decisione è opposta a quella presa una settiamana fa da Montecitorio, ed evita la scelta obbligata per i senatori del Pdl Vincenzo Nespoli e Antonio Azzollini, primi cittadini di Afragola e Molfetta. Per i senatori compatti di Pdl e Lega il verdetto della Consulta non potrebbe essere retroattivo e andrebbe contro l'autonomia delle camere, salvando di fatto Azzollini dall’obbligatorietà della sua scelta. Restare a Roma o a Molfetta? E perchè mai non in entrambi i posti? Per i senatori del Pdl va bene così, e poco importa se la Corte Costituzionale ha detto esattamente il contrario. Pasquale Mancini, portavoce del PdL a Molfetta, intervenuto in merito alla questione ha voluto rimarcare come “il senatore Azzollini e la maggioranza rispettano le leggi e attendono le determinazioni della Giunta delle elezioni del Se-

SEGNATEMPO Il 31 ottobre scorso il senatore Raffaele Stancanelli (Pdl) ha formalizzato le sue dimissioni scegliendo di restare sindaco di Catania. Sono passati 53 giorni. Azzollini e Pepe? nato”. “Laddove il Senato - ha dichiarato Mancini - dovesse esprimersi per l'incompatibilità, al pari di quanto accaduto alla Camera (il bicameralismo perfetto non dà certezze in questo senso), Antonio Azzollini si esprimerà certamente e nei tempi stabiliti. Desidero solo ricordare a tutti i cittadini che Azzollini è una risorsa

fondamentale per Molfetta e per questo, come tutti quelli che a destra o sinistra dovessero dimostrare tale attaccamento alla città, va tenuti in carica fino all'ultimo istante”. Ora naturalmente dopo la decisione della Giunta le parole di Mancini appaiono superate dai fatti. Non è invece dello stesso parere Matteo d'Ingeo, co-

ordinatore del Liberatorio Politico. “La “casta” consiliare molfettese - tuona d'Ingeo non è poi tanto diversa da quella romana, entrambe non vogliono discutere dell’incompatibilità della carica tra sindaco e senatore. La Giunta per le elezioni e immunità parlamentari del Senato, ha preso tempo in ogni seduta rimandando sempre alla riunione successiva”. Intanto anche Zinzi (Udc), presidente della Provincia di Casera annuncia per gennaio le sue dimissione da Parlamentare. Antonio Pepe è nella sua stessa condizione. Sarebbe auspicabile che anche lui facesse sapere cosa ha intenzione di fare.

MOLFETTA

Gli auguri di Fli a tutta la città Il coordinatore di Futuro e Libertà Molfetta Gennaro Lanza, ha voluto, durante un incontro con la città, tracciare un bilancio del primo anno di attività del neo partito di Fini. “Un anno - ha detto Lanza - che per Fli è stato difficilissimo ma al tem-

po stesso esaltante per i risultati ottenuti”. Un partito giovane (un anno di vita a novembre 2011) ma che ha raggiunto traguardi importanti con un forte radicamento sul territorio con 186 iscritti. “Un anno vissuto intensamente - ha dichiarato Lanza - all’insegna

della ‘politica del fare’. Un anno in cui abbiamo fatto proposte al fine della risoluzione dei problemi, e non la solita opposizione fine a se stessa”. “Un anno in cui Fli Molfetta è stato il catalizzatore delle forze moderate della città che a dispetto delle “cornacchie” estremiste, si sta dimostrando, in un momento così difficile responsabile ed operosa”. F.T.

TRANI

Il Terzo Polo è più di una semplice idea di GIACOMO MARINARO* Assistiamo ormai da tempo a livello nazionale alla composizione del Terzo Polo, la strada giusta per allontanarsi dal vecchio e usurato bipolarismo che si è liquefatto dinanzi alla difficile situazione economica e sociale del Paese. In futuro le coalizioni non dovranno più essere messe in piedi per battere qualcuno ma dovranno essere basate sulle scelte concrete di chi condivide valori e programmi di riferimento. Si dovrà pensare al bene del Paese, della propria città e lavorare in funzione della sua crescita e del suo sviluppo. L’unità del Terzo Polo è stata chiara e tangibile solo a livello nazionale, meno a livello locale proprio perché l’importanza del progetto non prevede una semplice fusione delle quattro anime, ma una condivisione di intenti e modalità di operare che non può essere calata dall’alto. Abbiamo già assistito ad una fusione sic et simpliciter di più anime in un unico partito e i risultati sono stati tangibili. A livello locale fondere più esperienze non è semplice ma il Terzo Polo soprattutto nella Bat ha intrapreso un dialogo costruttivo. Trani potrà essere il primo capoluogo di provincia a

presentare unito e compatto il Terzo Polo e lanciare davvero un segnale di crescita. La nostra Città ha il forte bisogno che si torni a fare politica, non quella di autocelebrazioni e propagandistica, ma quella del fare. E’ possibile che in una città capoluogo di provincia si facciano solo due consigli comunali in un anno, peraltro obbligatori per legge, e se ne indica uno solo perché c’è da approvare una variazione di bilancio in scadenza? Ogni iniziativa amministrativa e politica è rimandata a mera propaganda per le prossime elezioni dove il partito di riferimento che ha governato per dieci anni la nostra città è così parcellizzato che ad oggi non riesce a fare sintesi e sembra allo sbando. Noi di Fli invece siamo fortemente convinti di voler intraprendere una via nuova ed alternativa che riporti la città e i cittadini al centro della politica e di tutti i provvedimenti necessari al rilancio socio-economico. Dobbiamo riportare Trani allo splendore che le compete e permettere ai cittadini di tornare ad avere fiducia e speranza per un futuro roseo. * COORDINATORE TRANI FUTURO E LIBERTÀ



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MONOPOLI - A colloquio con il fondatore della Plastic Puglia, Barone Vitantonio Colucci per parlare di economia e sviluppo

E’ la burocrazia che frena le potenzialità italiane “Il rapporto tra politici ed imprese dovrebbe essere di fiducia reciproca. Oggi, però, è decaduto”

ta di non aver irrigato solo l’Italia”. Quali sono le principali caratteristiche per guidare un complesso sistema aziendale come il suo? “Ci vuole tanta passione, tanta buona volontà, tanta collaborazione con i vari amministratori delle varie aziende. Ma la caratteristica più importante è quella del coordinamento con persone di buon affidamento, con persone che con molta attenzione e serietà svolgono il loro lavoro giorno per giorno per portare avanti questo sistema di principio economico a favore della gente”.

Secondo lei oggi cosa fa lo Stato per affrontare la situazione attuale? E’ sufficiente a suo avviso o si può fare di più? “Oggi potrei dire che si fa una siringa terapeutica. Si va a togliere un po’ di sangue per sopperire a quelle che sono le esigenze. Il problema però è che fra sei mesi avremo bisogno di un altro salasso, che se diventa troppo frequente è deleterio. Bisogna eliminare la causa e non curare l’effetto”. Quali sono le leve che bisogna muovere per favorire la ripresa economica? “Bisogna pensare allo sviluppo dell’economia attraverso l’occupazione dei giovani soprattutto in questo periodo nel quale aumenta il periodo di vita lavorativa. Lo stato deve far si che l’Italia operi usando tutte le risorse a sua disposizione. Lo stato, inoltre, deve incentivare l’acquisto dei prodotti made in Italy. E’ necessario che l’Italia riprenda il suo posto tra le prime economie d’Europa”. Qual è il suo augurio per i suoi lavoratori e le sue

aziende? “Mi auguro che le istituzioni salvaguardino le interesse delle aziende lasciandole far pagare le tasse che sono necessarie e dovute, ma lasciarle lavorare con una certa tranquillità tralasciando parte della burocrazia che a volte disturba il lavoro delle aziende e non danno incoraggiamento. Una volta c’era ammirazione per gli imprenditori perché c’era dedizione”. Siamo in un periodo di crisi. Secondo lei ce la farà l’Italia? Lei è ottimista o pessimista? “Vorrei essere ottimista. Ma sento di poter dire, come imprenditore ultraquarantennale, che per uscire da questa situazione sono necessario alcune cose essenziali. Sicuramente bisognerebbe far pagare le tasse; però che si possano pagare attraverso il lavoro affinché possa essere costituito uno sviluppo più consistente in modo da poter avere la possibilità di poter prendere dagli imprenditori. Prendere senza consentire che loro facciano economia è un concetto sbagliato”.

vorele alla delibera non ci sono le Organizzazioni Sindacali. Il punto è un altro. E non è formale. E’ di merito. Quella delibera a Masciale & Co. non piace proprio e il metodo è vecchio come il mondo. Irrompere la maggioranza, scardinarla e cercare di ottenere la variazione della delibera stessa anche nel merito. Una delibera che ha visto un’intera commissione permanente consiliare (la quarta) e numerosi consiglieri di minoranza coinvolti (tra questi proprio il consigliere sindacalista Masciale, Ricci e Pinto che però si nascondono dietro l’ombra del loro magnanimo Pd). Coinvolgimento che ha visto anche l’impegno notevole dei consiglieri di maggioranza Muschitiello (Il Cantiere) e Colangiuli (Pdl). Nonostante tale coinvolgimento, a Martucci la cosa

non sta bene. Secondo il consigliere Martucci, infatti, giusta strategia è condividere tutti (ma proprio tutti) gli atti (quindi anche le delibere di giunta) con l’intero Consiglio. Un Martucci che vuole cambiare ed innovare le Istituzioni, persino le competenze (strettamente delineate dalla Legge) di un Consiglio Comunale. La verità è che, e l’assessore Achille in Amministrazione appena da 5 mesi non sa, dall’insediamento del Sindaco Valla i tentativi di screditare la maggioranza sono stati innumerevoli. Si ricorda il consigliere Natilla quando definì incompatibile la carica di Sindaco di Valla con la sua posizione dell’epoca, all’indomani dell’elezione di Valla? Ogni battaglia solo ed esclusivamente per buttare a mare una vittoria che aveva causato un’isteria, questa vera e patologica, nella sinistra bitontina abituata a gestire la Cosa Pubblica bitontina ininterrottamente da 60 anni. Assessore Achille, l’accusa a Lei rivolta di isterismo è strumentale a quanti, per aver perso un ‘posto al sole’, oggi si dimostrano isterici in chiave patologico-politica per aver perso ‘il giocattolo’. Per dirla alla Michele Muschitiello, che ha definito la delibera co-

me un atto che mette ordine al futuro della scuola pubblica bitontina, ‘’jush’k’ (brucia!). Fin qui nulla di nuovo. Minestra riscaldata! Il vero punto è altro. Possibile che pur di far baccano a fronte di scelte politiche chiare ed inequivocabili, oltre che motivate tecnicamente, questa minoranza pensi ancora a Sinistra e Destra, a Noi e Loro, a Valla e Rossiello e non si renda conto che ormai si deve progettare la Bitonto del futuro buttando a mare quanto è passato e vecchio, è schematico e spartitorio, è da rottamare e logoro? Tutto è possibile, tranne che i giovani, soprattutto se in consiglio comunale, facciano la parte degli attori (o peggio delle comparse), sapendo che in fondo in fondo a Bitonto i rottami sono assai e circolano ancora nelle stanze delle Istituzioni e continuino a difenderli a spada tratta, quando ormai ora di accantonarli. Assessore Achille, a Bitonto, Lei ha portato un nuovo metodo di far Politica, quella di Fli. E tale metodo crea isterie in quei personaggi abituati a rimandare i problemi a domani. Esattamente la stessa intenzione dei Sindacati che volevano rinviare la riorganizzazione scolastica Bitontina al biennio 2012 – 13.

di ROBERTO MASTRANGELO I problemi che quotidianamente un imprenditore tsi rova a dover risolvere sono tanti e complicati. Se poi si considera anche quanto tempo se ne va in fumo per inseguire le leggi, le strettoie burocratiche e le procedure per avere le risposte dalle amministrazioni si comprende bene che non è semplice lavorare quotidianamente con la responsabilità di garantire prodotti ai clienti e lavoro ai dipendenti. Ne abbiamo parlato con il barone Vitantonio Colucci, da oltre 40 anni imprenditore nel settore dell’irrigazione agricola, a capo della Plastic Puglia, azienda leader del settore. Una chiacchierata schietta e a tutto tondo, non soltanto sui problemi delle imprese in Italia. Ci accoglie in un bellissimo ufficio solare, vista mare, alla periferia di Monopoli. Con la cordialità di una fama che lo precede non rinuncia a rispondere alle nostre domande.

Il Barone Vitantonio Colucci, presidente della Plastic-Puglia Secondo lei che tipo di rapporti ci devono essere tra politici e imprese? “Il rapporto tra politici e imprese dovrebbe essere di fiducia. Oggi però questo tipo di rapporto è decaduto. Se si potesse ripristinare sarebbe eccezionale”. Quanto è complesso avere un impresa ed andare avanti in una situazione complicata come quella di questi mesi? Ecco, lei sente questa responsabilità? “Oggi più che mai è quasi impossibile fare impresa perchè si è istituita una grande attività burocratica. Il sistema burocratico è corrosivo per il lavoro e

dunque per lo sviluppo. Gli imprenditori oggi più che mai avrebbero bisogno di una burocrazia più snella”. Quanto è forte il legame suo e delle sue aziende con il territorio pugliese? “Quando ho cominciato l’attività, ho da sempre inseguito una profonda cultura del lavoro e di sviluppo, alla base di un economia di un’impresa. Posso dire di essere l’ideatore del tubo di polietilene per uso impiantistico idrico. Quando ho cominciato in Europa non si parlava di questa tecnologia. Sono l’ideatore di questo tipo di produzione. Posso dire in una battu-

BITONTO - RIORDINO SCOLASTICO

Accuse gratuite ad un atto giusto L’isteria a Palazzo Gentile. Anzi no, all’interno della Giunta comunale. E nel Consiglio Comunale. E’ quanto sostenuto nel corso dei lavori dell’ultima seduta di Consiglio Comunale, da un paio di consiglieri di minoranza, Vito Masciale (Pd) e Francesco Natilla (Riformisti) che così dipingono l’assessore alla Cultura, alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili, Sara Achille. Colpevole di “essere riuscita a fare quello che in 3 anni non hanno fatto Giammarelli e la Tonon”, come qualcuno ha affermato: una delibera di Giunta, di cui l’Achille è stata, lo scorso 16 dicembre, relatrice e riguardante la creazione di 3 nuovi Istituti comprensivi che si vanno ad aggiungere ai due esistenti. Un riordino necessario ma che non è stato gradito dal sindacalista e consigliere del Pd Masciale il quale chiedeva che ai due istituti comprensivi esistenti se ne aggiungessero altri quattro e non solo due. Lasciamo i tecnicismi ed il merito della stessa delibera, oggetto di dibattito

già da ormai 2 (dico DUE) anni, senza peraltro giungere ad alcuna conclusione per mille (e mille ancora giustificanti – vogliamo pensarlo) motivazioni. Un argomento che non era iscritto all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale (del 19 e 20 dicembre u.s.), ma introdotto dal consigliere Masciale non all’inizio della seduta (come eventualmente regolamento gli consentirebbe), ma dopo l’approvazione del primo punto, quando Masciale è arrivato in aula, e dopo quasi 2 ore dall’inizio dei lavori, anche grazie ad una Presidenza del Consiglio che interpreta il regolamento della massima assise a seconda dei propri umori e di quelli dei componenti dell’opposizione. Ma … ‘transeat’. Il ‘duo’ Masciale – Natilla, poi supportato dal resto della minoranza, lamentano imprecisioni nella delibera, di carattere formale. Una delibera che sarebbe mendace, poiché asserirebbe di aver ricevuto il parere (favorevole secondo i

Il municipio di Bitonto due consiglieri di minoranza?) delle Associazioni Sindacali, interpellate nel corso dell’iter procedurale della delibera. Apriti cielo. Persino l’assessore alla Comunicazione Fiore, minacciando di ritirare il proprio voto favorevole alla delibera di Giunta, dopo qualche passaggio, esce di scena sbattendo la porta. Fiore! Questa è Comunicazione? “Transeat” ancora una volta. La calma dell’Assessore Achille viene turbata dall’isteria dei consiglieri Masciale e Natilla che urlano, rosso Masciale e violaceo Natilla nei loro volti… il punto è un altro. Ai Sindacati E quale miglior scusa del cavillo formale? Persino il Sindaco Valla interviene, considerata la ritirata ‘isterica’ di Fiore (forse), e non esclude una variazione formale della delibera. Anche se poi è ben chiaro che tra quanti hanno espresso parere fa-


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Cerignola

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Puglia d’oggi

CERIGNOLA - Parla il coordinatore di Fli Enzo Pece: “E’ tutto fermo. Evidentemente da noi il vento viene sempre e solo da prua”

Eolico? Anche il vento è contro l’Amministrazione A giugno fu siglato il Protocollo d’intesa per le soluzioni sotenibili per l’ambiente e l’energia. E poi?

Il Municipio di Cerignola

di STEFANO PETRAROLO Il coordinatore di Futuro e Libertà Enzo Pece ricorda bene che - “era il 20 giugno 2011 quando è stato firmato un Protocollo d’intesa con il

C.I.T.E.R.A. (Centro di ricerca interdisciplinare territorio edilizia restauro ambiente) dell’Università La Sapienza di Roma, riguardante l’elaborazione di un piano di sviluppo per il territorio attraverso l’applicazione di soluzioni sostenibili per

l’ambiente e l’energia”. Così si esprimeva allora il Sindaco Giannatempo: “L’obiettivo è migliorare la nostra efficienza energetica attraverso una maggiore e migliore utilizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, come fotovoltaico ed eo-

lico . Per centrare l’obiettivo e rispettare i parametri fissati in questo senso dall’Unione Europea abbiamo deciso di avvalerci della preziosa consulenza di un centro di ricerca divenuto ormai un importante punto di riferimento per enti locali, ministeri ed associazioni di imprenditori. Siamo felici delle opportunità che una collaborazione di questo tipo può offrirci”. Ed ancora il Sindaco aggiungeva che: “se vogliamo far fare un salto di qualità alla nostra città e renderla più moderna, dobbiamo spingere in questa direzione, vale a dire sfruttare le risorse del nostro clima, come il sole e il vento. Al tempo stesso, però, stiamo agendo in modo oculato: vogliamo evitare possibili scempi paesaggistici delle nostre campagne, per esempio contrastando l’installazione di un numero spropositato di

IN PILLOLE - A CERIGNOLA ACCADE ANCHE QUESTO PETER PAN Presso la Tipografia Desi di Taranto. il Comune ha stampato vario materiale per il Progetto Peter Pan salvo poi dimenticarsi di pagare. La tipografia si è rivolta all’avvocato e il Giudice ha ingiunto al comune di pagare 7.194.00 euro alla tipografia, oltre interessi, svalutazione, spese legali e quant’altro. A denunciarlo il consigliere franco Metta. Un progetto a spese dei

cittadini per soddisfare l’ego di un singolo si è tramutato per un danno alle casse comunali.

LAGUARDIA E IL GAM Laguardia annuncia che i 4 consiglieri del GAM (Gruppo autonomo di maggioranza) sono ufficialmente fuori dalla maggioranza. Pur di non fare entrare il finiano Pece in Consiglio, il Sindaco non ha dato ai 4 l’agogna-

to assessorato ai dissidenti del Pdl che da oltre un anno fanno parlare di loro senza ottenere risultati e proporre nulla di concreto per la città. Ennesima figuraccia per i 4 che, umiliati da Giannatempo, sicuramente non andranno fino in fondo. Intanto, il Pdl perde pezzi e credibilità. Il capogruppo del Pdl Vitullo attacca Laguardia e i dissidenti colpevoli di non es-

sere più organici al partito di Berlusconi.

NOTTE BIANCA Polemiche dei commercianti di corso Garibaldi e corso Gramsci contro l’amministrazione comunale per essere stati estromessi dall’evento patrocinato dal Comune. Stanchi di essere trattati da esercenti di serie B hanno manifestato vivacemente il dissenso verso l’amministrazione.

pale eoliche di grandi dimensioni in determinate aree del nostro territorio. Dobbiamo tutelare la bellezza dei nostri ambienti rurali, insomma; nel risolvere un problema non dobbiamo crearne altri”. Possibile - aggiunge Pece - che dal 20 giugno scorso, ancora una volta, ci sia stato un ennesimo comunicato stampa a cui non è seguito alcun risultato concreto? Mi piacerebbe sapere come stanno le cose. Conoscere l’esito di quello studio commissionato. Ed infine mi chiedo quali siano

oggi le intenzioni dell’Amministrazione sull’eolico. Sembra tutto fermo. Immobile. In tanti altri comuni si va già da tempo con il vento in poppa. Da noi il vento viene solo da prua. Ci è contro. Altro che il detto locale che dice che il vento non si può prendere sempre in faccia e che arriverà anche il momento di prenderlo da dietro…! Ma questi sfortunati non hanno neanche il culo per risolvere uno dei tanti problemi! “ conclude sarcasticamente il coordinatore cittadino di FLI.

COSA SUCCEDE IN CITTA’?

Una città ferma e senza futuro E' terminato un altro anno ormai, ma a Cerignola sembra che il tempo non passi mai. Si parla sempre delle medesime cose. Questa amministrazione è nata sotto tutti i peggiori auspici ; un candidato sindaco scelto all'ultimo minuto, una lista riempita in pochissime ore che non ha permesso una buona scrematura, un'accurata scelta, sia per le competenze, che per il lato umano. Ognuno pensa ai propri interessi. Tutti cercano il modo più conveniente per avanzare richieste. Il principale obiettivo è proprio quello. Certamente la "stanza dei bottoni", non se la passa meglio. Da 2 anni a questa parte, si presentano progetti che puzzano a chilometri, solo ad una prima lettura. Da 2 anni a questa parte, il tema principale, quasi un'ossessione per i nostri amministratori, è l'edilizia. E certamente, non edilizia per agevolare i cerignolani più "deboli". Su questo campo, ne abbiamo viste di tutti i colori. Cose inspiegabili, all'apparenza immotivate, e qualcuna anche inquietante (noi tutti ricordiamo i singolari incendi che hanno colpito lo stabile ex Tamma). Qualcuno ha denunciato tutto. Qualcuno si è battuto per far emer-

gere tutte queste situazioni. Noi siamo con lui. Però, alcune volte si ha la sensazione che anche nel denunciare qualcosa venga omessa. E ti domandi: perchè su questo argomento nessuno parla? Ed allora arriva lo sconforto. Pensi che le cose a Cerignola non cambieranno mai. Ora, con un pò di lungimiranza, ti accorgi che il "mercato edilizo" è saturo. Tra qualche tempo non potrà più saziare gli avvoltoi che si aggirano intorno a Palazzo di Città. Tra qualche tempo, ci saranno "nuovi mercati", nuovi orizzonti; al "mercato dell'ambiente", al "mercato del l'energia". Siamo sicuri che questa classe politica sia in grado di affrontare queste nuove battaglie? Siamo sicuri che abbiano la stessa forza, la stessa grinta, la stessa voglia di non arrendersi, di qualche decennio fa? Non ne siamo convinti, e sosteniamo che ci vogliano nuove forze, fresche, con la voglia di non arrendersi, ma soprattutto non logorate. Futuro e Libertà è pronta: ha la freschezza e la voglia, ed invita tutti i ragazzi a non avere la sensazione d'impotenza. Con la voglia di cambiare le cose, si può fare tutto. CARLO DERCOLE


Capitanata

venerdì 23 dicembre 2011

Puglia d’oggi

Il corsivo di Fabrizio Tatarella

Le furbate e i danni di Cera Ci sono molte cose che non ci piacciono nella condotta tenuta da Angelo Cera in occasione della scelta del candidato sindaco di Torremaggiore. Non demonizziamo, naturalmente, il desiderio del parlamentare Udc, di vedere un esponente del proprio partito in quel ruolo, né ci scandalizziamo per il repentino abbraccio con quel Partito Democratico di Capitanata che poche settimane fa era stato descritto come la sentina di tutti i mali. In fondo se avessimo un centesimo per tutte le volte che Cera ha fatto proclami del genere e li ha subito dopo disattesi, potremmo da soli provvedere ad almeno la metà del fabbisogno della manovra Salva Italia. Osserviamo soltanto che la costruzione di un’alleanza è antitetica a queste piccole ed egoistiche manovre tattiche; senza voler gareggiare con Cera in anatemi, ci limitiamo a dire che il suo peso e la sua credibilità di interlocutore ci appaiono oggi fortemente indeboliti. Ma a scavare il solco più profondo è la considerazione che questa scelta non tiene conto alcuno di quanto è effettivamente accaduto a Torremaggiore, del disastro che vi ha compiuto la politica, del fallimento di entrambe le coalizioni tradizionali. Era da lì che bisognava ripartire, dalla ricostruzione di un rapporto con i torremaggioresi; serviva e serve uno scatto di riscossa civica, per il quale la coerenza dell’avvocato Monteleone è un prerequisito. Il terzo polo, spiace che Cera non lo abbia capito, costruisce su questi valori il suo protagonismo. Diversamente è solo una mediocre furbata.

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CONFINDUSTRIA - L’allarme sul possibile coinvolgimento della criminalità organizzata ipotizzato da Eliseo Zanasi

Foggia, la guerra dei cantieri La crisi dell’edilizia coincide con un violento scontro tra gli imprenditori

Giuseppe Di Carlo

di CLAUDIO AQUILANO Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno svoltasi l’altroieri, il presidente di Confindustria Foggia Pino Di Carlo ha cercato di spandere spirito natalizio, lamentando fra l’altro l’eccesso di “cattiveria” che viene riservato in Capitanata a chi cerca di fare qualcosa. Tuttavia il clima resta rovente. Sono passati più di dieci giorni dalle clamorose dichiarazioni del presidente della Camera di Commercio Eliseo Zanasi, che in sede di presentazione dell’Osservatorio sulla Qualità della Vita di Megliofoggia aveva parlato della presenza di “gruppi imprenditoriali collusi con la criminalità e spalleggiati da sistemi giornalistici locali”. Non risulta però che dalla Procura ci sia stata qualche iniziativa formale o informale per ascoltare il numero uno di via Dante, che è figura di primo piano anche in Assindustria. È quindi probabile che i magistrati ritengano strumentale il richiamo alla presenza criminale

Gianni Trisciuoglio fatto da Zanasi, considerando le dichiarazioni un metodo per demonizzare un’aspra contesa imprenditoriale. Che questa contesa ci sia è fuor di dubbio: lo proclama a gran voce anche il quotidiano “L’Attacco”, che è facile identificare come il “sistema giornalistico locale” a cui fa riferimento Zanasi. Il direttore del giornale, Piero Paciello, ha dedicato un editoriale alla vicenda, sostenendo che quelli che lui definisce “i messaggi mafiosi” del presidente CCIAA servono solo a nascondere la verità di un Re nudo, celano maldestramente la difficoltà di conservare assetti di potere che hanno fatto il loro tempo. Chi sono gli imprenditori ostili a questi assetti? Ad avere visibilità ci sono fino a questo momento i fratelli Sannella e i fratelli Russo, ma gli scontenti sarebbero molti. È d’altronde abbastanza comprensibile che, in tempi di gravissima contrazione del mercato edilizio, gli imprenditori mugugnino, specialmente se si fa ritenere loro che chi dovrebbe rappresentarli tutela soprattutto il

proprio interesse. “In realtà” dice Gianni Trisciuoglio, presidente provinciale di Assedile (quella degli edili è la principale categoria imprenditoriale di Assindustria) “chi assume questo incarico antepone gli interessi della categoria a quelli delle proprie aziende.

Comunque, se i nomi dei dissidenti sono quelli apparsi sui giornali, devo dire che si tratta di persone che in Associazione non ho mai visto.” Sul piano tecnico l’eventuale contesa della presidenza di Assedile non durerà molto: a fine anno scade il mandato di Trisciuoglio, verrà nominato il cosiddetto “comitato dei saggi” che sonderà le intenzioni degli iscritti. Nel caso non ci sia un’indicazione convergente, si andrà alla conta. Non è uno scenario inedito: qualche anno fa la presidenza fu contesa dallo stesso Trisciuoglio, che uscì sconfitto, all’attuale presidente di Assindustria Di Carlo. A dare tinte forti allo scontro è proprio l’ombra della criminalità. Ci siano o meno collusioni o strumentalizzazioni, la presenza del racket in ambito edilizio è un dato certo ed evidente, testimoniato fra l’altro dalla lunga scia di

sangue versata dai costruttori, alcuni dei quali sono stati uccisi ed altri, come lo stesso Zanasi, si sono salvati per miracolo da agguati letali. Già otto anni fa, nell’ottobre del 2003, Gianrico Carofiglio aveva ipotizzato che il legame fra clan ed imprenditori non fosse soltanto quello fra estorsori ed estorti ma avesse mutato di forma, attraverso un “sinallagma”, cioè attraverso prestazioni corrispettive che la malavita forniva ai costruttori. Malgrado l’enorme quantità di intercettazioni ambientali e telefoniche utilizzate, però, l’inchiesta aveva delle evidenti fragilità, al punto da non reggere nemmeno al primo vaglio del tribunale del riesame. Lo stesso Carofiglio provvedette poi alla sua archiviazione. Quella falsa pista sarebbe stata una profezia destinata ad inverarsi anni dopo? C’è chi lo teme.

LUCERA

Generazione Futuro, Nardella coordinatore Il Coordinatore Provinciale dei Circoli di “Generazione Futuro” Michele Marucci, ha nominato il giovane Michele Nardella quale responsabile cittadino del movimento giovanile di Futuro e Libertà per l’Italia nella città di Lucera. La prospettiva per un partito già di per se “giovane”, di aprirsi al contributo, alla partecipazione e all’entusiastica passione di una nuova generazione di ragazzi è il segno della solidità del progetto politico di Futuro e Libertà. – questo il com-

mento il coordinatore provinciale Marucci, che aggiunge: - la sfida dei Valori, nella vita e nella politica; la capacità di interpretare le nuove e diverse esigenze dei cittadini della società contemporanea; la consapevolezza di dover crescere in una condizione di costante precariato, sono alcuni degli elementi che caratterizzeranno l’impegno di questi ragazzi. Ovviamente il piacere e la gioia di fare nuove amicizie, il sapore antico e affascinante della militanza e la legittima ambi-

zione a diventare classe dirigente di una città e di un territorio saranno gli alleati più preziosi di questa avventura. Buon Lavoro e In bocca al Lupo a Michele e a tutti i ragazzi del circolo. Dopo la costituzione del Circolo di Lucera, e accanto a realtà già consolidate quali Foggia, Cerignola, Torremaggiore, Sannicandro, San Giovanni Rotondo per citare i comuni più grandi, nella prima metà di Gennaio saranno definitivamente operativi anche i circoli di Manfredonia e San Severo e dunque sarà il momento per celebrare il primo congresso provinciale di Generazione Futuro.

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Cinema

venerdì 23 dicembre 2011

Puglia d’oggi

LE IDI DI MARZO - Tradimenti e cinismo dipinti dal bravo attore-regista

L’avvincente thriller del regista Clooney

di MICHELE FALCONE Avvincente thriller politico dal ritmo incalzante, Le idi di marzo é il quarto film da regista del noto attore americano George Clooney (Confessione di una mente pericolosa, Good night and good luck), qui in veste anche di produttore interprete e sceneggiatore col fidato Grant Heslov. La vicenda si sviluppa durante un avvincente scontro per l'elezione del presidente degli States; e tratta della natura umana, di come siamo disposti a vendere la nostra anima pur di non mollare di fronte agli imprevedibili ostacoli della vita. Il titolo richiama L'assassinio di Giulio Cesare avvenuto il 15 marzo del 44 a.c. Ma in questo caso richiama il giorno fatidico per l'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti. E' un film che parla di potere di come

George Clooney perderlo e riconquistarlo,di avvicendamenti e invidie, di sconfitte e vittorie.George Clooney costruisce su di se un personaggio apparentemente solido, per rivelarsi fondamentalmente fragile, un apparente piranha della politica. Le idi di Marzo è una storia di tradimenti e di cinismo che intrappola lo spettatore come solo il buon cinema di genere sa fare. Grazie anche ad una squadra di attori di calibro, tra i quali vediamo anche Marisa Tomei, Paul Giamatti e so-

prattutto Philip Seymour Hoffman, che qui, nei panni del 'persuasore capo', offre un'ennesima interpretazione da pelle d'oca. Il regista- attore si fa, stavolta, da parte, ritagliandosi un ruolo di secondo piano (nella pièce originale in candidato non compare mai) e lasciando l’ottimo Ryan Gosling (Drive) a dominare la scena, che dà anima e corpo ad un Meyers sempre più disincantato e privo di scrupoli, obbligato a quel gioco sporco in cui, in ultima analisi, non pare trovarsi così male. Ormai Clooney, non più tanto bello e affascinante sarà rimasto molto male che proprio nessuno gli abbia paragonato la sua cinica trama politca de "Le Idi di marzo", a quanto successe tanti anni fa nel fatidico 44 a.c. Comunque questo "sporco" film di politica, é la connessione più stretta. E' un film per tutti, ma é didattico al 100%, non indimenticabile ma ben fatto.

The Space Cinema Casamassima FINALMENTE LA FELICITA’ 17:30 - 19:45 - 22:00 IL GATTO CON GLI STIVALI (3D) 17:55 - 20:10 - 22:15 SHERLOCK HOLMES 16:45 - 19:30 - 22:20

Cinema Corso Cerignola VACANZE DI NATALE A CORTINA 19:45 - 22:00 MIDNIGHT IN PARIS 17:40 - 19:40 - 21:40 La locandina - Cinema Odeon Molfetta h. 17:30 - 19:30 - 21:30

IL GIORNO IN PIU’

19:30 - 21:50

LA SCHEDA TITOLO: Le idi di marzo. TITOLO ORIGINALE: The ides of March. REGIA: George Clooney ATTORI: Ryan Gosling, George Clooney, Phillip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei. DISTRIBUZIONE: 01 Distribution PAESE: Usa 2011 GENERE: Drammatico DURATA: 101 Min

Città del Cinema Foggia ANCHE SE E’ AMORE NON SI VEDE 16:00 - 20:30 LE IDI DI MARZO 18:10 - 20:15 - 22:20 LO SCHIACCIANOCI 16:00 - 18:00 - 20:00 - 22:00


Puglia d’oggi

Spettacoli e Cultura

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MANIFESTAZIONI NATALIZIE - Tra le stradine dei borghi antichi, nelle grotte e nelle chiese medievali con la partecipazione di tanti volontari

In Puglia si rinnova ancora la tradizione dei presepi viventi Nell’ultima settimana dell’anno i tanti palcoscenici della Natività

Due momenti delle istallazioni di presepi viventi

di ISABELLA BATTISTA Nell’ultima settimana dell’anno, si rinnova la tradizione dei presepi viventi. Tra le stradine dei borghi antichi, nella caratteristica atmosfera delle grotte, tra i ruderi delle

MONTEIASI - LUNEDÌ 26 DICEMBRE

Granconcerto di Natale Monteiasi ( Ta) - Sala Consiliare alle ore 19:30. Granconcerto di Natale con il soprano Daniela Abbà e il tenore coreano Jangsu Jang. BARI - GIOVEDÌ 29 DICEMBRE

Caparezza in concerto Giovedì 29 dicembre, Palaflorio di Bari ore 21:30. Concerto di Caparezza Live con gli Apres La Classe. BARI - SABATO 31 DICEMBRE

Capodanno in Piazza Sabato 31 dicembre, Piazza Prefettura, dalle ore 21.00. Elio e le Storie Tese a Bari per la tradizionale festa di fine anno. BARI - FINO A SABATO 7 GENNAIO

Mostra sulle Capitanerie Archivio di Stato, Bari, via Pietro Oreste, 45. Mostra “Capitanerie di Porto in Puglia nei 150 anni dell’Unità d’Italia”.

chiese medievali e sulle colline innevate, la Puglia anche per quest anno si trasforma in palcoscenico della Natività con numerosi comuni che hanno allestito per le feste scenari suggestivi che fondono arte, tradizione, religione e folclore. Ad Alberona, a partire da domani, fino al 6 gennaio, sono già iniziati i preparativi per la rappresentazione della Natività. Scene e ambientazioni del Presepe Vivente alberonese saranno ospitate nella parte più antica e meno conosciuta di Alberona, in un percorso che si dipanerà tra gli archi, le viuzze di pietra, le piazzette e le abitazioni dei quartieri storici. Alberona fu sede dei cavalieri Templari, leggendari difensori della cristianità, che hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio soprattutto sulla facciata della Chiesa Madre. Il percorso attraverso le scene della Natività, inoltre, sarà un affascinante cammino per chi ama gli

stemmi e i portali delle abitazioni poste nel cuore del centro storico alberonese. Nel panorama regionale il presepe vivente di Faggiano si è ritagliato nel corso degli anni uno spazio ed un interesse di assoluto prestigio e di grande notorietà, diventando esso stesso una tradizione che premia la cultura delle popolazioni ioniche. Nato nel 1992, è stato premiato da diversi riconoscimenti, tra cui quello di “Miglior Presepe Vivente d’Italia”. I vari personaggi e le diverse scene che si creano, trovano naturale collocazione all'interno di un paesaggio naturale incantevole entro limiti ben precisi delineati da recinzioni a secco preesistenti e dall'orografia stessa del terreno. Il paesaggio naturale è arricchito inoltre da manufatti in pietra e/o legno che ricostruiscono luoghi e situazioni caratteristiche di questa tradizionale rappresentazione. Inoltre quest’anno, cade il 25mo anniversario del presepe vivente di Pezze di Greco, inaugurato il 18 dicembre, altamente suggestivo, rappresentato in un antico insediamento rupestre chiamato Lama del Trappeto. I protagonisti faranno rivi-

vere oltre alla Natività, l’autenticità della vita rurale all’interno di un villaggio rupestre.

Altri presepi possiamo trovarli a Salice Salentino, dal 1 dicembre al 2 febbraio, Alberobello dal 10

Dicembre al 8 Gennaio, Castellaneta dal 6 Dicembre al 6, Crispiano, dal 18 dicembre al 5 gennaio.

MOSTRE, CONCERTI E LIBRI Il Natale come occasione di aggregazione socioculturale: è questa la vision del programma “Natale è… arte, musica e letteratura con Schiamazzi” che si articola di quattro appuntamenti a Cagnano Varano e a Ischitella. Si parte il 23 dicembre, quando verranno aperte due minimostre: Rocco Pio Schiavone esporrà le sue fotografie presso il Blue Bar mentre al Tempio del Dolce ci sarà una personale di Domenico Columpsi. Il 29 dicembre la manifestazione si sposta a Ischitella, al B&B Belvedere. La serata si articolerà nell’esibizione della band cagnanese

“Natale è... arte” a Cagnano e Ischitella Black Illusion e la band foggiana ‘The Look’ che presenterà il suo ultimo singolo ‘Ali forti’. Il 4 gennaio alle ore 20 nella Chiesa Madre di Cagnano si terrà la drammatizzazione del Magnificat di Alda Merini interpretato dalla giovane attrice Camilla Tavaglione evento coorganizzato con l’Associazione “Punto di Stella” di Peschici nell’ambito del 2° Festival del Natale Garganico. L’attrice sarà accompagnata da

Rocco Tavaglione, virtuoso della chitarra classica. Infine il 5 gennaio presentazione in Comune (ore 18) del volume ‘La mafia innominabile’ del Capo Procuratore di Lucera Domenico Seccia. A dialogare con l’autore del volume, Don Luca Santoro, parroco di Cagnano, Sabatino Del Priore, avvocato, Piero Paciello, direttore de L'Attacco e Giuseppe Mascia dell'Associazione Antiracket di Vieste.

BARI - ALLA GALLERIA “BONOMO”

BARI

La scrittura come “segno” evocativo

La Rimbamband al Teatro Forma

Venerdì 16 dicembre 2011, la galleria Bonomo ha inaugurato “Scritture”, una mostra che propone la scrittura nell’arte sia come segno evocativo dell’immagine sia come significato autonomo della parola. Le opere esposte sono state selezionate nel corso del tempo attraverso una ricerca che la galleria ha condotto sulla parola con interesse artistico più che letterario: negli anni Settanta infatti con l’arte concettuale la scrittura in forma minimalista assunse il ruolo di protagonista nell’arte. Questa mostra quindi vuole citare attraverso opere storiche il lavoro di alcuni protagonisti di quel periodo tra cui “L’En-

ciclopedia Britannica” di Joseph Kosuth, gli arazzi di Alighiero Boetti, i titoli letterari di Giulio Paolini, le tracce di Cy Twombly e di Hanne Darboven, le calligrafie di Shrin Neshat, i primi lavori di Nicola De Maria, i messaggi di artisti tibetani ed altre opere ancora fino ai contemporanei tra cui alcuni artisti emergenti. Numerosi gli artisti esposti : Alighiero Boetti, Giuseppe Caccavale, Biagio Caldarelli, Hanne Darboven, Tullio De Gennaro, Franco Dellerba, Nicola De Maria, Jiri Georg Dokoupil, Antonis Donef, Christopher Dorland, Dru-Gu Choegyal, Hamish Fulton, Keith Haring, Sol Lewitt, Paolo Lu-

Nicola De Maria nanova, Dru-Gu Choegyal, Hamish Fulton, Keith Haring, Sol Lewitt, Paolo Lunanova, Joseph Kosuth, Piero Manzoni, Kazuko Miyamoto, Matteo Montani, Shirin Neshat, Pippo Patruno, Giulio Paolini, Es Rouya, Jonathan Selinger, Pat Steir, Cy Twombly, Valentina Vetturi, Andy Warhol.

In replica il 25 e 26 dicembre al Teatro Forma di Bari lo spettacolo musicale “Rimbamband Show Reloaded", prodotto in Puglia con il sostegno di Puglia Sounds, il programma per il sostegno e lo sviluppo della produzione musicale che la Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo e Assessorato al Turismo. Dopo i grandi successi di Zelig Off su Italia Uno, Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Vittorio Bruno, Nicolò Pantaleo e Francesco Pagliarulo saranno i cinque "suonatori sognatori" che giocheranno con le canzoni, le note, i rumori, i suoni, gli strumenti, l’immaginazione, il corpo, le parole e la propria genuina follia. Sul palco rivivranno numerosi maestri come Buscaglione, Carosone, Gaber, Mozart, Rossini. Più un inaspettato Richard Galliano. Per non parlare di Jerry Lewis,Charlie Chaplin, Jacques Lecoq, in una sorta di cartone animato, immune dai limiti del “possibile”. Surreale e poetica sarà l’atmosfera, esilarante il gioco dei contrasti fra i personaggi, travolgente l’energia in uno spettacolo in cui le note si dilateranno e si potranno persino ascoltare e guardare.



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