Puglia d'oggi numero 41

Page 1

Questa testat

an

i pubb t u ib r t n o c e v on rice

lici

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 25 novembre 2011 • anno II n. 41 nuova serie • 1 euro

Settimanale a diffusione gratuita

SAN RAFFAELE

MARISABELLA

Quanti interessi dietro il nuovo ospedale di Taranto

Cosa accadrà del porto di Bari? Progetti a confronto A PAG 5

A PAG 6

EUROLANDIA - L’Italia rientra finalmente nella cabina di regia. Il premier italiano invita i colleghi a Roma proseguire la discussione

Dopo il via libera di Barroso, per Monti un altro importante accordo con Merkel e Sarkozy

Con Francia e Germania intesa per tutelare l’euro

L’EDITORIALE

Il flop degli indignados spagnoli di GIUSEPPE TATARELLA *

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

www.pugliadoggi.it

Alla fine in Spagna vinse la destra. Record di 186 seggi su 350 nel Congresso dei deputati e una percentuale record del 44,55%. Un trionfo per la destra spagnola del Partido Popular di Mariano Rajoy e un tracollo per i socialisti con un 28.66% che fa molto PD e che costituisce il record negativo per Zapatero, Rubalcaba e compagni. Los indignados, che avevano occupato per mesi l’attenzione dei mass media di mezzo mondo, si sono rivelati irrilevanti, almeno politicamente. Insomma, faranno anche “cool”, faranno anche “figo”, ma alla prova del nove il popolo spagnolo ha scelto il partito tradizionale, come il PP, ha scelto di votare, hanno confermato il bipartitismo spagnolo. E lo stesso accadrà negli USA. Insomma, gli indignados han fatto flop. Ricordiamolo! * GENERAZIONE FUTURO

PROVINCIA DI BARI

Tranne le mostre non succede nulla! Se ci fosse stato bisogno di una conferma di quanto inutile sia l’ente Provincia, ebbene l’era Schittulli è il sigillo finale: in quel bellissimo palazzo, dove per fortuna c’è la Pinacoteca con i suoi capolavori, non succede niente di davvero importante da mesi. Da uno come Francesco Schittulli, per esempio ci si sarebbe aspettato un impegno strenuo per la difesa della disastrata sanità pugliese, e invece... A PAG 4

ALL’INTERNO

FOGGIA

Cerignola

Anche qui il Pdl rischia di implodere A PAG 13

Gravina di Puglia

Nasce il Terzo Polo nella città murgiana A PAG 10

Le idee dei giovani per la città del futuro Giovedì primo dicembre alle ore 15:30 a Palazzo Dogana (Foggia) si terrà una conferenza stampa di presentazione del progetto “10 tweet per la Foggia che vogliamo”, con Gianmario Mariniello, coordinatore Nazionale di Generazione Futuro, Fabrizio Tatarella, coordinatore provinciale di Fli, Michele Marucci, coordinatore provinciale di GF e Umberto Candela, coordinatore cittadino Fli di Foggia. Dieci consigli per migliorare la città. A PAG 13


2

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

In primo piano O si fa come la testuggine o si assimila chi si trattiene da noi tanto da mettere al mondo dei figli

Il sangue e il suolo, le scelte del Quirinale

di ENRICO CICCARELLI Giorgio Napolitano, nel suo ruolo di maestrina dalla penna rossa amabilmente consegnatogli dall’ex-premier, verrà ricordato, al pari di Sandro Pertini, come uno dei presidenti della Repubblica che ha meglio speso i poteri di stimolo e di indirizzo che la Costituzione affida al Capo dello Stato. Non ci riferiamo tanto alla nascita del Governo Monti, all’incessante moral suasion esercitata per far cessare o almeno rendere meno virulenta la rissosità partitica, e nemmeno solo a quell’esemplare difesa della Carta Fondamentale che esercitò con il suo diniego al decreto sul caso Englaro. Parliamo anche e soprattutto della sua preziosa capacità di ricordare alla politica e al Paese alcuni elementari doveri di giuridicità, di logica e di civiltà. È stato così per l’esternazione sulla Padania e la sua inesistenza, e lo è ora per questo richiamo ai diritti di cittadinanza dei bambini figli di stranieri e nati in Italia. La

Il Quirinale, sede del Presidente della Repubblica questione è irta di suggestioni ed è direttamente collegata a quel diritto romano che Papa Benedetto XVI ha appena annoverato fra le architravi dell’Europa. Lo status civitatis dell’Urbe (progressivamente esteso a tutto l’Impero) era uno dei presupposti della capacità giuridica, ma aveva poco a che vedere con il moderno concetto di cittadinanza, che è alle radici stesse della democrazia (non è un caso che i rivoluzionari francesi abolissero qualsiasi qualifica o appellativo che non fosse citoyen, cit-

tadino). Oggi nessuno dubita che la cittadinanza sia un presupposto fondamentale per regolare i rapporti fra il cittadino e lo Stato, e che abbia un contenuto di diritti e doveri correlativi. Sul modo di acquisirla, però, resta fondamentale la distinzione fra il diritto del sangue e il diritto del suolo, o per dirla in latino fra lo ius sanguinis e lo ius soli. Secondo il primo orientamento un cittadino italiano è il figlio di due cittadini italiani, indipendentemente dal luogo fi-

sico in cui è nato. Secondo l’altro è cittadino italiano chi è nato in Italia, indipendentemente dalla nazionalità dei suoi genitori. Lo ius sanguinis, a cui Fichte ha dato veste formale, è tipico dei Paesi a forte emigrazione, perché è un modo per tenere unite fra loro comunità culturali e linguistiche che diversamente sarebbero sparse nel vasto mondo. Il gran numero di immigrati italiani sparsi nel mondo, specie in America Latina, conserva la cittadinanza. Questo comporta il godimento dei diritti politici (con l’esercizio del diritto di voto ai sensi della legge Tremaglia) ed anche di altri benefici (per esempio la pensione sociale) senza alcun dovere corrispettivo, specie in termini fiscali. Al contrario, la cittadinanza acquisita per nascita sul territorio nazionale è tipica delle grandi nazioni del Nuovo Mondo, dall’America Latina agli Stati Uniti, dal Canada all’Australia, interessate da flussi di immigrazione notevoli. Ma è anche il regime che vige in Francia fin dall’inizio del XVI secolo: il

IL LAVORO IN ITALIA

Termini Imerese, futuro incerto per lo stabilimento Ultimo giorno di produzione allo stabilimento Fiat di Termini Imerese (Palermo). Da oggi inizierà un lungo periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, quando il Lingotto cesserà le attività nella fabbrica. Ieri mattina davanti ai cancelli, in entrambi i turni di lavoro,si sono svolte alcune assemblee delle tute blu, a cui hanno partecipato anche

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella Direttore Fabrizio Tatarella Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

gli operai dell'indotto e i leader sindacali. Dal Governo il ministro del Lavoro Elsa Fornero offre la disponibilità dell'esecutivo a mediare per risolvere lo stallo delle trattative per il futuro dello stabilimento. "Pur nell'autonomia delle parti, il governo è pronto a offrire un contributo costruttivo, se richiesto, alla composizione della vicenda", ha

detto la Fornero dal palco della Cna. Ma è tutto il caso Fiat che il ''governo segue con molta attenzione'', perché, mette in chiaro il ministro, "le medie e le grandi imprese non possono abbandonare il Paese". Ancora nulla di certo per il futuro dello stabilimento alle porte di Palermo. Mercoledì a Roma c'è stato un nuovo incontro al

ministero dello Sviluppo economico che ha lasciato insoddisfatti i sindacati, che lo hanno definito ''interlocutorio''. ''L'ultima 'pretesa' dell'azienda è relativa a 10 milioni di euro che mancherebbero per incentivare il pensionamento di circa 600 lavoratori, e che secondo Fiat dovrebbero essere a carico della Regione siciliana'', dice Pino Apprendi (Pd), vicepresidente della commissione Attività produttive dell'Assemblea regionale siciliana, che ha partecipato alla riunione al ministero.

Redazione Via Abate Gimma, 163 70121 Bari redazione@pugliadoggi.it www.pugliadoggi.it

Ufficio pubblicità Stefania Verardi t. 080.5739832 info@publimediasud.it

Editore Publimedia Sud srl

Archivio Fotografico Michele Falcone

Stampa Rotostampa - Lioni (Av)

Abbonamenti SOSTENITORE € 50 per tutti coloro che desiderano ricevere la copia settimanale di Puglia d’oggi comodamente a casa.

Distribuzione Agenzia Lobuono - Bari

che dovrebbe calmare gli sciovinisti di casa nostra e quanti temono che, attraverso la cittadinanza per nascita sul suolo patrio ci ritroveremmo in un indistinguibile e confuso Paese di meticci (in realtà lo siamo da millenni, ma è un concetto che fatica ad entrare in certe teste). Il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli, ovvero l’integrazione fra i due metodi suggerita dal presidente della Repubblica è una presa d’atto dei tempi mutati: non siamo più, non siamo più soltanto, una nazione che dissemina le sue energie e i suoi talenti in giro per il pianeta, ma anche una

nazione ospite, invecchiata e carica di oneri, che ha bisogno di sangue nuovo e di nuovi apporti. L’idea di comportarci come la testuggine, che si ritrae nel proprio carapace per difendersi dai possibii nemici, è nei fatti impraticabile: possiamo scegliere se assimilare quella parte di persone che accogliamo che si trattiene da noi tanto a lungo da mettere al mondo dei figli, oppure se costruire una società tagliata in due dalla lama della discriminazione. Non abbiamo dubbi su quale scelta sia più etica; sosteniamo che la prima sia anche conveniente.

PENSIONI

Fornero, la riforma c’è, ora acceleriamo “La riforma pensionistica è stata già parzalmente fatta e i tempi potranno essere accelerati''. Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero all'assembela della Cna annoverando tra gli elementi positivi su cui l'Italia può contare la riforma pensionistica risparmi delle famiglie e un'imprenditoria diffusa. "Rigore ed equità". Sono le parole d'ordine che il neo ministro del Lavoro abbina al programma di crescita che il nuovo governo è intenzionato a portare avanti. Un rigore, spiega Fornero, "necessario per sanare lo squilibrio economico e finanziario che il resto del mondo ha dimostrato di non tollerare chiedendoci un rientro dal debito in tempi rapidi" e associato anche "ad una azione improntata a sobrietà"; una equità che "implicherà che i sacrifici imposti siano equlibrari in funzione della capacità di sopportazione dei singoli" perché "non possono essere sempre i più deboli, non solo per reddito, a sopportare i maggiori sacrifici". Con interventi di rigore ed equità, dunque, "si potranno rimuovere e attenuare i lacci e lacciuoli che hanno impedito al Paese di crescere. L'azione di risanamento è particolarmente complessa anche perché nel medio termine deve superare i nodi strutturali esistenti", dice ancora guardando ai trasporti, all'energia, all'istruzione ma anche alla burocrazia che per le pmi fa rima con costi e lentezze. Una situazione "difficile", che però per Fornero può contare su alcuni elementi positivi: "I risparmi delle famiglie sono comparativamente più elevati; la riforma pensionistica è stata già parzalmente fatta e i tempi potranno essere accelerati, un'imprenditoria diffusa che contribuisce all'azione di rilancio", dice, indicando ancora la necessità di attivare "meccanismi più efficienti di presenza pubblica; di una fiscalità attenta alla crescita; di una trasparenza ed equità fiscale". Il momento d'altra parte è critico: "Nessun Paese è tornato ai livelli occupazionali precedenti alla crisi; altri Paesi, pur importanti, sono ancora molto lontani dall'obiettivo. La stessa produzione non ha ancora recuperato i livelli pre 2007 ed è peggiorata l'instabilità finanziaria". A questo si è unito il fatto, prosegue Fornero, che "a livello europeo l'accento doveroso sulla stabilita' delle finanza pubbliche, non accompagnate da azioni di rilancio, ha contribuito a smorzare la ripresa produttiva".

Modalità di pagamento Bonifico intestato a Publimedia Sud srl via Abate Gimma, 163 - 70121 Bari IBAN IT56B0300204030000401098336 Versamento su CCP 6818893 intestato a Publimedia Sud Srl, via Abate Gimma, 163. Dopo il versamento inviare un fax al numero 080/5220966 o una mail a abbonamenti@pugliadoggi.it. Pagamento on-line con Paypal.

Per informazioni chiamare al numero 080/5739832 o scrivere a abbonamenti@pugliadoggi.it.

Registrazione presso il Tribunale di Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico è associato all’Unione stampa periodica italiana


Puglia d’oggi

3

venerdì 25 novembre 2011

In primo piano Fitto penultimo ministro per gradimento. Vendola alle prese con il fallimento del suo governo

Le stelle cadenti si scontreranno sul terreno pugliese

di ANTONIO ROMANO I due assi della politica pugliese, Raffaele Fitto e Nichi Vendola, sono in forte discesa. Fra i tanti cadaveri (politici) che il nuovo Governo ha lasciato al suo passaggio, ci sono anche loro. Non solo, dunque, Silvio Berlusconi, ma anche tanti altri aspiranti "salvatori della Patria", da Luca Cordero di Montezemolo a Emma Marcegaglia, da Alessandro Profumo, a Matteo Renzi, da Giorgio Gori a Diego Della Valle. Hanno fatto default. Super Mario li ha sepolti. Le due nostre star, se vogliono riemergere, debbono rivedere, e presto, i loro piani. A cominciare dal patto di reciproca non aggressione, di cui solo questo settimanale qualcuno ha avuto l'acume giornalistico di scrivere. Come abbiamo anticipato, non durerà a lungo. I due riprenderanno a guerreggiare e l'esito dello scontro è davvero incerto. Vendola sognava di veleggiare verso la Capitale, se non da premier, almeno da ministro e leader della sinistra radicale. Il primo obiettivo è perso, il secondo è da vedere. Archiviata la speranza delle primarie, caleranno anche le sue presenze in tv e i convegni e i dibattiti in giro per l'Italia. Dovrà necessariamente tornare in Puglia, per rituffarsi su quei problemi irrisolti e aggravati, dai quali aveva a lungo sognato di fuggire. Lo aspettano operai a rischio licenziamento, casse regionali vuote e devastate, una regione a rischio commissariamento, una sanità allo sfascio, il dissesto idrogeologico, e una questione morale, a lungo sottaciuta, fatta di scandali, assunzioni clientelari, agenzie senza controlli, e sperperi di pubblico denaro. Recuperare il tempo perduto, riparare i danni provocati e risalire nell'appeal dei pugliesi sarà molto dura. Ma Nichi, almeno per un anno, non ha una strada alternativa. Salvo a tornarsene nella

Nichi Vendola e Raffaele Fitto sua Terlizzi, da dove un giovane e arrogante Fitto lo sottrasse alle più modeste funzioni di assessore alla Polizia Municipale. Lo stesso vale per l'ex ministro. Replicando a noi, e anche allo stesso Corriere del Mezzogiorno, che aveva ripreso l'indiscrezione, Fitto ha fatto scrivere alla fida Rossana Lampugnani, ormai assurta a sua portavoce, che lui non intende tornare in Regione da Presidente. Bravo, e che farà, allora a Roma? Schiaccerà i pulsanti alla Camera e giocherà con l'ipad, come il suo fido scudiero Simeone di Cagno Abbrescia? Ma no, non ci crede nemmeno lui, tanto è vero che ci fa sapere, sempre per la penna della Rossana, che si dedicherà al partito nazionale. Sarà, ma a Roma, con tanti ex ministri in cerca di spazio, anche logistico, nel Pdl, o in quel che resta, la vediamo molto difficile. Pensate che la Gabriella Carlucci è passata all'Udc (sino a quando ?) anche perchè al Pdl le avevano tolto la stanza, di cui godeva, non si sa perchè, a via dell'Umiltà, sede ormai troppo stretta ed affollata per il Pdl. Troppi concorrenti, quindi, per il nostro Raffaele, che ha anche perso la preziosa stampella dell'immarcescibile Gianni Letta, tornato in Mediaset, e sempre agli ordini del Cavaliere padrone. Va anche detto che Fitto non ha nemmeno un grande share nazionale. Un sondaggio dell'Istituto Piepoli, pubblicato mercoledì scorso da La Stampa, pagina sette, lo situa

per gradimento al penultimo posto (23%) fra il ministri del governo Berlusconi. Peggio di lui, ed è tutto dire, solo Umberto Bossi, con il 21%. A pari merito con Fitto l'impresentabile Roberto Calderoli, autore del porcellum e portavoce delle più sconsiderate tesi leghiste. Meglio di Fitto tutti gli altri, persino l'inconsistente Gianfranco Rotondi (23%) il desparicido Elio Vito (24%), la neutrina Maria Stella Gelmini (26%), il contestatissimo Renato Brunetta (26%), la svenevole Mara Carfagna (27%) unitamente al vecchio Altero Matteoli, i sopravvenuti Nitto Palma e Giancarlo Galan (30%), l'ex movimentista Giorgia Meloni (31%), e, ovviamente, i meno peggio in assoluto Roberto Maroni (35%) e Giulio Tremonti (38%). Tutte distanze siderali dai ministri del Governo di Mario Monti, che vanno dal 51% di Francesco Profumo al 70% dello stesso premier, testati contestualmente sempre da Piepoli. Con questi chiari di luna, sarebbe molto dura per Fitto avventurarsi sul territorio nazionale, dove da Angelino Alfano a Roberto Formigoni, da Gianni Alemmanno a Franco Frattini, da Maurizio Sacconi a Maurizio Gasparri, nessuno sarebbe disposto a fargli spazio. Meglio, quindi, la Puglia, dove, almeno nel Pdl, non ha avversari in grado di impensierirlo. Andati via Adriana Poli Bortone in Io sud e Salvatore Tatarella in Fli, restano sono Alfredo Mantovano a Lecce, Gaetano Qua-

CAMERA DEI DEPUTATI gliariello, non si sa dove, e Antonio Azzollini a Molfetta. Per varie ragioni, nessuno di questi è in grado di impensierirlo, come i prossimi congressi si incaricheranno di dimostrare. Controllare il Pdl da padrone, però, non significa vincere le elezioni. Per questo iccorrono alleanze ampie e questa è davvero un'impresa assai ardua per il nostro Raffaele, che nella sua fulminea ascesa ha menato troppi colpi sotto la cintura. Alla Poli ha tolto l'occasione di chiudere la sua brillante carriera politica con la conquista della Regione. All'Udc e a Pierferdinando Casini ha tolto, oltre la Regione, larga parte della sua classe dirigente, a cominciare da quel Tato Greco della famiglia Matarrese, posto poi come un fantoccio a capo del suo partito personale, per l'occasione trasformato in contenitore di tutti i transfughi sottratti all'Udc. A Tatarella ha prima impedito la candidatura a sindaco di Bari, dove avrebbe certamente fatto meglio dell'improvvisato e mite Luigi Lobuono, e poi tentato, senza riuscirci, di non farlo rieleggere al Parlamento europeo, bloccando le preferenze pugliesi su Barbara Matera, Raffaele Baldassarre e Sergio Silvestris. Ricucire con gli altri partiti di centrodestra, quindi, non sarà facile e, forse, nemmeno possibile. Come pensa Raffaele Fitto di vincere le regionali e anche le prossome amministrative, con un partito ormai in progressivo calo elettorale e in evidente sfilacciamento organizzativo? Non ci resta che aspettare.

Il molfettese Iannone premiato alla Camera

La premiazione di Marco Iannone Roma è diventata ormai sinonimo di soddisfazioni per la città di Molfetta. Un cittadino molfettese è stato premiato infatti presso la Camera dei Deputati. Si tratta del magg. ing. Marco Iannone che ha ricevuto un importante riconoscimento per la stesura e realizzazione di importanti progetti che hanno fatto di lui uno tra i massimi esperti nazionali di sicurezza informatica. La premiazione si è svolta nell'incantevole scenario di Palazzo Marini. Nello storico edificio romano sono stati concessi tutti gli onori del caso a sette ricercatori italiani che si sono distinti per i risultati ottenuti dai loro studi o dal loro lavoro. I premiati, la cui ricerca è stata finanziato dal solo capitale privato tramite l’associazione di ricerca tecnologica “Pigreco Technology”, sono stati riconosciuti ambasciatori nel mondo della più genuina e tradizionale “genialità italica” ed hanno dimostrato di aver raggiunto risultati di eccellenza in svariati settori. Alla serata hanno partecipato fra gli altri il Questore della Camera on. Antonio Mazzocchi, il Capo di Stato Maggiore dell’Eser-

cito Giuseppe Valotto, il Sostituto Procuratore Generale presso la corte di Cassazione Luigi Riello, numerosi imprenditori nel settore dell’ITC e alcuni dirigenti di Finmeccanica. L’ing. Marco Iannone rappresenta il giusto connubio fra l’ingegnere, il militare, l’hacker ed il ricercatore. Tre diplomi, due lauree, tre master e innumerevoli riconoscimenti militari sono gli argomenti che hanno fatto del Maggiore Iannone un ricercatore fuori dalla norma distintosi soprattutto per la fantasia, l’intuito e l’intelligenza. Classico esempio del genio italico, ha messo in luce le risorse pregiate di cui l’Esercito Italiano dispone onorando la sua uniforme e dando lustro all’intera Amministrazione di cui fa parte. Le sue indiscusse doti gli hanno permesso di conquistare il premio per lo studio e la ricerca scientifica nella sessione Sicurezza Informatica, un riconoscimento che non può che rendere fiera la città di Molfetta che da oggi può aggiungere un nuovo nome alla sua già folta lista di cittadini illustri e meritevoli. FRANCESCO TEMPESTA

in Corsivo di Enrico Ciccarelli

Scampato pericolo! Michele Serra lo ha scritto egregiamente sull’amaca di Repubblica: nessun giudizio sul relativo grigiore e la palese noiosità dei ministri del nuovo Esecutivo può prescindere dal confronto con quelli di prima. Ne abbiamo avuto una riprova nell’ultimo Ballarò, dove un signore che si chiama Romani, che ci dicono essere stato ministro dello Sviluppo Eco-

nomico del Governo Berlusconi , ha trovato il modo di lanciarsi in una perorazione dei “tiempe belle ‘e ‘na vota”, quando non c’era l’euro e la prosperità nazionale era garantita dalla svalutazione della liretta. Un’economista presente in studio lo ha subito efficacemente rimbrottato, ma l’affermazione resta patetica, specie se fatta da un signore che avrebbe

dovuto occuparsi della famosa “crescita”: sulla stessa falsariga sarebbe stato opportuno nominare Barbablu alle pari opportunità, Al Capone agli Interni e e la Santanché sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio (aspetta, ho sbagliato esempio: questo lo hanno fatto davvero!). Magari il buon Mario non riuscirà a far calare lo spread e a far riprendere le Borse: ma di sicuro è il presidente del Consiglio dello scampato pericolo.


Regione

4

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

PROVINCIA DI BARI - Dopo la prevedibile conclusione della crisi innescata da Schittulli, calma piatta dal Lungomare di Bari IL MOVIMENTO SCHITTULLI

Piccoli Carneadi crescono a Bari Una legge antropologico-psicanalitica applicata alla politica dice che più il fondatore di un movimento è noto e riconoscibilo per qualche merito (o demerito…), più gli accoliti sono anonimi, grigi, pressochè invisibili e quasi sempre assolutamente incompetenti di qualunque materia attenga la “discesa in campo” del padre fondatore. E di fatto: il movimento di Francesco Schittulli è pieno di Carneadi. Alcuni, come Davide Bellomo, sono autentici figli d’arte (il padre fu presidente della Regione Puglia ai tempi del pentapartito puro), ma questo sembrerebbe essere l’unico vero motivo per cui questo avvocato penalista abbia deciso, prima di farsi eleggere in consiglio regionale in una lista vicina a Rocco Palese, e poi di aderire in veste di braccio destro, al Movimento Politico Schittulli. Schittulli si è circondato di tanti piccoli carneadi di entrambi i sessi, con una prevalenza maschile. Li ha pescati e sedotti soprattutto in provincia, do-

ve egli stesso ha familiari radici e molta storia personale. Piccoli schittullini in cerca di spazio e visibilità, agglomerati attorno a un progetto confuso e tutto fare (nel programma politico le banalità e le ovvietà si sprecano, così come le dichiarazioni legittime ma stucchevoli di cattolicesimo doc, forse per strizzare l’occhio alle capaci borse dell’Opus Dei), che la dice lunga su quanto la politica, perso ogni pudore, sia degenerata in pura offerta di sé e del poco che eventualmente si sa fare. Quando interviene in qualche pubblico dibattito, Davide Bellomo ha sempre l’aria contrita del ciambellano imbarazzato perché parla al posto del sire. Ma anche il sire, quando deve fare un intervento, è talmente confuso e poco credibile che, di recente, ha affidato allo scritto il suo pensiero perché temeva, come il suo vero Patrono Fra’ Inteso da Arcore, di essere “tradito dai giornalisti poco fedeli alla verità”. F.D.O.

Tranne le mostre, non succede nulla

Il Palazzo della Provincia di Bari

di FORTUNATA DELL’ORZO La resistibile e prevedibile conclusione della finta crisi alla Provincia di Bari conferma l’idea di quanti, soprattutto fra i giornalisti e gli osservatori più qualificati, pensano che ormai alla politica vadano applicate sempre più le categorie e gli strumenti della psicanalisi e dell’antropologia culturale. Su Francesco Schittulli e il suo omonimo “movimen-

to politico” sia la prima sia la seconda riservano interessanti sviluppi e a volte anche divertenti sorprese. Una prima considerazione: più il fondatore, o la fondatrice, sono noti e riconoscibili per qualche merito (o demerito…), più la loro azione politico-amministrativa sarà lontanissima dai loro carismi, dai loro meriti pregressi che però hanno avuto indubbio influsso nella decisione di candidarli a qualche cosa. Da uno come Francesco Schittulli, oncologo di fama

BARI

L’eccellenza pugliese per le malattie croniche intestinali di ANNALISA TATARELLA A Bari è nato un ambulatorio specializzato in malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), un vero e proprio centro di eccellenza pugliese per le ricerche scientifiche. L'obiettivo è migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da colite ulcerosa, linfocitica, ischemica, indeterminata e dalla malattia di Crohn che colpiscono ottomila pugliesi, uomini e Un momento della conferenza stampa donne tra i 20 e 40 anni. Il Direttore dell' U.O C. Gastroenterologia Uni- si caratterizza per il per- ad essere invalidanti, soversitaria di Bari, il sonale infiermeristico al- no eterogenee e multididott.Alfredo Di leo, e Bea- tamente specializzato sciplinarie e causano protrice Princigalli, Respon- anche in radiologia, der- blemi sociali, psicologici sabile del centro, hanno matologia, reumatologia, e dermatologici. Ai pazienti sono, altresì illustrato, in conferenza e chiururgia. Le malattie croniche assicurati il libero accesstampa, le linee guida e le strutture del reparto che istentinali, infatti, oltre so alle terapie tradizonali

internazionale e benemerito animatore di associazioni di volontariato, per esempio ci si sarebbe aspettato un impegno strenuo per la disastrata sanità pugliese, che neanche la potenza affabulatrice di Nichi Vendola è riuscita a salvare dal naufragio. E invece niente. Abilmente sollecitato sulle ambizioni del dopo carriera chirurgica, Schittulli viene gettato nell’agone di una Provincia inutile e già paralizzata da cinque anni di gestione Divella (Vincen-

zo), uno dei miracolati della così detta onda pugliese. Vince facilmente soprattutto per demerito di un centro sinistra svuotato di senso e significato, alla fine raccoglie un dieci per cento di consensi, soprattutto dalla periferia della città metropolitana e dai piccoli paesi dell’hinterland, che ne danno il reale peso “politico”. Se ci fosse stato bisogno di una conferma di quanto inutile sia l’ente Provincia, ebbene l’era Schittulli è il sigillo finale: in quel bellissimo palazzo, dove per fortuna c’è la Pinacoteca con i suoi capolavori, non succede niente di davvero importante da mesi. Schittulli è presidente del nulla, guardato a vista dai due assessori-pretoriani di Raffaele Fitto: Sergio Fanelli e Trifone Altieri, il bello e inutile Nuccio, da cui il popolo attende invano da due anni la riapertura dell’Auditorium Nino Rota. Bello e inutile, ma anche folle sognatore. Altieri, chissà perché, ha deciso che vuole fare il sovrintendente della Fondazione Petruzzelli al posto di Giandomenico Vaccari, in scadenza a dicembre. Ma ormai Raffaele Fitto, almeno su questo piccio, non può più aiutarlo. Schittulli, intanto, accarezza senza neanche nasconderla, l'idea di diventare il prossimo sindaco di Bari, dopo il doppio mandato di Michele Emiliano.

COMMISSIONI REGIONALI e nuovi trattamenti con farmaci biologici. Ancor oggi non esiste un mezzo istologico che determini le cause dele MICI, i cui sintomi sono vari e comuni; raffreddore diarrea, anemia, febbricola. Per tale ragione, le attività dell'ambultorio sono supportate da linee guide nate da un' esperienza clinica e una sincronia tra i criteri di evidenza scientifica, al fine di garantire un trattamento ad hoc per ogni singolo paziente. Grazie al centro d'eccellenza pugliese, si è registrata una dimnuizione del flusso migratoro di pazienti in altre regioni e una maggiore collaborazione con i medici di famiglia. Il centro, inoltre, ha avviato una stretta collaborazione con l'Associazione Nazionale AMICI, -Associazione Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, al fine di divulgare maggiori informazioni ai pazienti e ai loro familiari.

Slitta ancora la legge sulla caccia Slitta ancora in seconda commissione (Pesca sportiva e caccia) l’esame della proposta di legge a firma del consigliere regionale Pd Donato Pentassuglia di modifica e integrazione alla legge regionale “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunistico-ambientali e per la regolamentazione dell’attività venatoria”. All’incontro erano presenti gli assessori Dario Stefàno (Risorse agricole) e Angela Barbanente (Urbanistica) che insieme ai componenti della commissione, presieduta da Giovanni Brigante (PpV ) hanno ascoltato i rappresentanti delle organizzazioni di categoria:

tra questi Lipu, Italia nostra, Ente nazionale protezione animali che hanno presentato un documento congiunto da sottoporre all’attenzione dei commissari. Sono intervenuti anche i rappresentanti degli Atc provinciali, dell’Ente produttori di selvaggina e dell’Osservatorio faunistico di Foggia. Dopo aver preso atto delle istanze, il presidente Brigante ha rinviato l’esame della pdl per un “ulteriore approfondimento e consentire ai membri della commissione di proporre eventuali emendamenti”. Una legge, quella sulla caccia, che porta con se un inevitabile strascico di polemiche e di contrapposizioni, e che da sempre è terreno di facile scontro politico.


Puglia d’oggi

Regione

venerdì 25 novembre 2011

La questione legata al nuovo Ospedale San Raffaele di Taranto rischia di essere una buccia di banana su cui il Pd regionale e Nichi Vendola possono sdrucciolare. In ballo tanti soldi che la Regione Puglia ha (avrebbe) intenzione di investire nel nuovo nosocomio jonico insieme alla “Fondazione San Raffaele del Mediterraneo”. Oltre 210 milioni di euro complessivi. Da una parte c’è la necessità di prendere le distanze dalla fondazione di Don Verzè e da tutta la bufera giudiziaria che la sta colpendo. Dall’altra una questione legata ad una variazione di destinazione di alcuni suoli su cui dovrebbe sorgere la struttura, che per alcuni sono vincolati (in quanto oggetti di incendio), mentre per il Comune di Taranto e per il suo sindaco Stefàno non sono da ostacolo. E poi una guerra sottile e nascosta (ma nemmeno poi tanto) all’interno del Pd. Una lotta di potere e di controllo del partito nel capoluogo jonico che si sta combattendo anche, se non soprattutto, sulla questione del San Raffaele. Il 17 novembre 2011, il consigliere regionale di Fli Euprepio Curto, intanto, ha indirizzato al Presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna e al Presidente della Giunta della Regione Puglia Vendola una interrogazione sulla vicenda giudiziaria che hanno coinvolto il San Raffaele di Milano e il suo Presidente, Don Luigi Verzè, in relazione alla partnership della Regione Puglia con tale Ente nell’ambito della Fondazione “San Raffaele del Mediterraneo”, creata attraverso la Asl di Taranto. Curto si chiede se non sia il caso di “dover riferire tempestivamente in Consiglio regionale sull’inquietante vicenda del San Raffaele, sui riflessi che le inchieste giudiziarie potrebbero determinare sul progetto del San Raffaele del Mediterraneo, sui rischi legati ad un uso non idoneo delle risorse pubbliche regionali, nonché sui motivi di opportunità che, allo stato, dovrebbero suggerire una definitiva presa di distanza della Regione Puglia dal torbido puzzle del San Raffaele mediante l’esercizio della facoltà di recesso dal soggetto costituito nel maggio 2010”. “Più che San Raffaele, per l’ospedale di Taranto proponiamo il nome di San Lazzaro, quantomeno per la miracolosa capacità di resuscitare sempre, anche quando sembra ormai una storia da archiviare definitivamente”. Così Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, fa notare come “nulla è cambiato”,

5

SANITA’ - Il Governatore cerca di smarcarsi dalla fondazione di Don Verzè, nel Pd si lotta per la leadership

La guerra del San Raffaele Che cosa c’è in ballo dietro la costruzione del nuovo ospedale di Taranto nonostante la volontà emersa di affidare la realizzazione del San Raffaele del Mediterraneo all’omonima fondazione pugliese, ma senza il contributo di Don Verzè e della quasi omonima fondazione milanese, frutto del tentativo di sganciamento orchestrato soprattutto dal Presidente Vendola. “Parliamo di uomini e risorse – spiega il Segretario della UIL regionale – decise a tavolino dallo stesso Don Verzè, quindi che differenza c’è rispetto alla situazione precedente agli scandali che hanno di fatto affossato la fondazione Monte Tabor di Milano? E perché, se esiste una volontà così forte di costruire il San Raffaele del Mediterraneo, non si è annunciato alcun bando per sostituire le eccellenze e le competenze che Don Verzè e la sua fondazione garantivano?”. Alternative al San Raffaele del Mediterraneo non mancano, come fa notare Pugliese. “Riteniamo più indicato affidare il dossier all’Asl di Taranto e puntare ogni attenzione, piuttosto, sul rilancio dell’Ospedale Nord, che per posizione geografica, struttura di base e terreni disponibili rappresenta il sito ideale per la realizzazione non solo di un

L’INTERVENTO

Ares, tocca al dirigente Bux fare chiarezza sull’attività

Nichi Vendola polo medico di riferimento, ma anche di un centro didattico e di ricerca all’avanguardia”. “Si è perso fin troppo tempo – conclude il Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari – per perseguire un sogno impossibile e irrealizzabile, trasformatosi presto in un incubo. Il tutto a danno dei cittadini pugliesi e tarantini, costretti a fare i conti con un servizio sanitario ogni giorno più carente e tuttavia più caro, con la chiusura di ospedali e con il licenziamento di prezioso personale, per non parlare dell’inesistente spesa in edilizia sanitaria e della bassissima percentuale di posti letto ogni mille abitanti”. ROBERTO MASTRANGELO

“Se – come ha riferito in Commissione Sanità il dottor Bux – le notizie sulle attività dell’Ares sono pure storielle frutto, evidentemente, di mera fantasia giornalistica, tocca al dirigente dell’Ares confutarle attraverso una relazione puntuale e dettagliata, e non, invece, attraverso una fragile e inconsistente difesa d’ufficio”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale di Futuro e Libertà, Euprepio Curto, al termine dell’audizione del vertice dell’Agenzia regionale operante nell’ambito della programmazione sanitaria pugliese, nonché nell’ambito dei controlli di qualità dei servizi sanitari. “Lo stesso Presidente Marino – ha proseguito Curto – dovrebbe raccogliere anch’egli, almeno per una volta, i suggerimenti che in più circo-

stanze gli sono stati offerti in rapporto alla necessità che la Commissione possa valutare preventivamente le relazioni degli auditi, relazioni da predisporre in forma scritta, sì da fugare per tempo dubbi e perplessità“. “Non possono essere sufficienti a tranquillizzarci – ha incalzato l’ex senatore – i dati forniti riguardo il blocco di 40 procedure di gara per un importo di 300 milioni di euro. Semmai, tutto ciò inquieta molto in rapporto all’affidabilità delle strutture Asl a cui compete la delicata materia“. “Pertanto, la gravità e la delicatezza delle notizie riportate da alcuni importanti organi d’informazione – ha concluso l’esponente politico del partito di Gianfranco Fini – soprattutto in merito all’assegnazione da

EMITTENZA TELEVISIVA - Chiesto un incontro per affrontare e risolvere i problemi

Televisioni locali, la lettera di Introna al ministro Passera

Un incontro urgente “per rappresentare l’allarme che si leva dal sistema delle televisioni locali, presidio irrinunciabile di democrazia e pluralismo”. È la richiesta rivolta al ministro dello sviluppo economico dal referente per la radio-telediffusione della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative. Onofrio Introna ha infatti illustrato il contenuto di una nota inviata al neo ministro Corrado Passera, intervenendo a Pescara alla conferenza stampa di presentazione del nuovo coordinatore dei Comitati regionali per la comunicazione, il presidente del Corecom Abruzzo Filippo Lucci. Nella lettera, il presidente del Consiglio regionale pugliese, in qualità di responsabile nazionale dei Corecom, riassume i motivi di preoccupazione delle emittenti private, già penalizzate dalle esigenze di ammodna-

mento tecnico imposte dal passaggio al digitale terrestre. La legge statale di stabilità non ha riconosciuto alle antenne locali il 10% dei 4miliardi di euro ottenuti dalla vendita delle frequenze e le stesse tv hanno visto sfumare altri 160milioni di euro, a titolo di “ristoro” della perdita delle frequenze migliori. Il Governo nazionale ne ha cedute nove all’asta ai gestori di telefonia mobile, spiega Introna, “di fatto espropriando le emittenti locali. Nello stesso tempo, ha assicurato 6 canali di qualità a RAI e Mediaset, lasciando all’emittenza privata frequenze disturbate”, che irradiano un segnale scadente. Il testo unico 177/2005 prevedeva invece l’assegnazione alle locali di 1/3 delle 27 frequenze di qualità, non soggette a interferenze. “Tanto non è stato rispettato – rileva ancora Introna - e

giustificherebbe un equo indennizzo: democrazia e pluralismo non possono essere lasciate solo al duopolio RAI-Mediaset”. Il comparto si è ulteriormente indebolito con la riduzione dei fondi del DM 292/2004. Quanto all’assegnazione alle “private” dei 3/4 della quota del canone RAI di competenza statale (per un totale ad oggi pari a 270 milioni), il piatto dell’emittenza piange. “Nel passato – fa sapere sempre il referente della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali – le annualità da ripartire non hanno superato i 150milioni di euro, poi ridotti a 130 e 110, ma per il 2010 sono stati liquidati 65 milioni e solo in questi giorni”, gli altri 50 saranno erogati alle tv “spalmati” in tre anni. Nuovo taglio nel 2011, che ha in dote solo 100milioni di euro. Sono “nodi dai quali di-

pende il futuro delle antenne locali e sui quali le Regioni non sono state consultate, nonostante il carattere concorrente della materia”, sottolinea il presidente Introna, che rivendica l’applicazione

Euprepio Curto - Fli parte dell’Ares di laute consulenze e della gestione dei concorsi interni, oltre alla diffusa pratica dell’assunzione di lavoratori per mezzo di società interinali, strumento non di rado utilizzato per eludere le disposizioni in materia di assunzione negli enti pubblici, impongono l’acquisizione preventiva di una nuova e diversa relazione, oltre ad una nuova audizione del dottor Bux“.

delle norme e sollecita “la modifica del bando della legge 448/1998 e del regolamento del DM 292/2004, alla luce dell’introduzione del digitale”. Da qui l’esigenza di un incontro, chiesto da Introna al ministro Passera, per “affrontare i problemi, fare chiarezza e avviarli a soluzione, nello spirito della collaborazione istituzionale, del pluralismo, della democrazia e per garantire a tutte le voci libere di esistere”.


6

Bari

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

L’INCHIESTA - Un porto che, più che separarsi, dovrebbe aprirsi alla città e al suo territorio

Marisabella, quale uso per la futura colmata?

Il porto di Bari (Foto Lorenzo Scaraggi)

di FORTUNATA DELL’ORZO Il cambio di governo, con un tecnico come Corrado Passera alle infrastrutture, farebbe ben sperare perché l’immobilismo che ha colpito come una malattia i lavori per la colmata di Marisabella, possa essere finalmente spazzato via da una virtuosa attività. Ormai la gara è assegnata (vinta dai Matarrese in Ati con Vittadello di Padova) e sono state superate tutte le controversie amministrativo-giuridiche, strascico quasi inevitabile di gara d’appalto con un importo di quasi 60 milioni di euro. I vincitori hanno offerto un ribasso di 18 milioni,

una cifra già abbastanza consistente per far ipotizzare ulteriori lavori e implementazioni al nostro porto. Com’è noto, l’attuale vertice dell’Autorità Portuale di Bari, capitanata da Franco Mariani, ha decisamente orientato la vocazione del nostro scalo verso il traffico passeggeri, e la colmata di Marisabella, quando sarà finalmente terminata ed attrezzata, potrà ospitare le grandi navi da crociera, le maxi regine del mare, quelle sino a 12 metri di pescaggio, in grado di trasportare ben oltre i cinquemila ospiti per volta. Delle vere città galleggianti. Un porto dunque che più che separarsi deve

aprirsi alla città e al suo territorio, sulla scorta di quanto avviene in altre città europee, magari più piccole di Bari. Fra le tante idee che sono state presentate c’è quella di Roberto Telesforo, architetto urbanista da sempre molto attento alle vicende del nostro porto. La sua idea, per l’utilizzo dei 18 milioni che sono avanzati grazie al ribasso d’asta, è quella della ridefinizione del ”fronte del porto” trasformandolo da cancellata in un sistema di strutture di carattere portuale ma anche produttive in senso lato o legate all’uso del tempo libero. Tale sistema dovrebbe essere permeabile, soprattutto dal punto di vista pedonale, e quindi aprirebbe nel

PARLANO GLI OPERATORI - LORENZO DE FRONZO

Ci auguriamo che il progetto parta presto I lavori per ampliare la colmata di Marisabella non sono ancora partiti e la situazione appare ancora poco chiara. Ci sarebbe una sentenza, ci sarebbe un aggiudicatario dei lavori ma, ancora, tutto tace. In merito alla questione abbiamo chiesto l’opinione di Lorenzo De Fronzo, presidente della SACALB, azienda operante nell’area della logistica e dei trasporti e che si trova quotidianamente a contatto con l’area portuale e con i servizi che essa offre.

“Il progetto, noi imprenditori, ce lo aspettiamo e quindi ci auguriamo che parta presto. Però siamo a novembre e dati certi, ancora, non ne ce ne sono. Pare giri una voce che mancano, ad oggi, i finanziamenti relativi alla messa in opera dei lavori. Tuttavia ci auguriamo, come imprenditori e cittadini, che la cosa vada in porto, perché consentirebbe di aprire il palazzo della dogana a maggiori e più efficienti servizi. Di conseguenza, come il progetto è stato prospettato,

ci sarebbe più affiatamento con i cittadini, che potranno usufruire di un luogo aperto a eventi come conferenze e concerti i quali avvicinerebbero il porto alla cittadinanza”. ANDREA DAMMACCO

quotidiano il porto alla città. La demolizione della recinzione era stata ipotizzata già alcuni anni addietro e fu poi accantonata perché l’11 settembre di New York impose, per la sicurezza, un irrigidimento dei sistemi di controllo sulle attività portuali. Ma ora la situazione è ben diversa e difatti in molte città il libero accesso al porto è cosa fatta e in altre si stanno progettando o realizzando opere in tal senso. Lo stesso Comune di Bari, ricorda Telesforo, ha impostato alcuni anni addietro e poi ripreso in epoca più recente studi per la connessione delle aree portuali con la città vecchia, con largo Ruggero il Normanno, con il Castello Svevo. Secondo telesforo, Mariani potrebbe ridar forza a questo indirizzo che sarebbe di grande interesse per l’intera area metropolitana. Incentiverebbe la frequentazione della città vecchia da parte dei croceristi che nel 2012 dovrebbero raggiungere le ottocentomila unità. Arrecherebbe grandi benefici al quartiere Libertà che diverrebbe retroterra di questo porto modernamente multifunzione. Consentirebbe un ottimale affaccio al mare alla Fiera del Levante sia se si dovesse trasferire in area più vasta che, a maggior ragione, se dovesse restare dov’è. Idee e proposte non mancano. In proposito quanto prima ascolteremo anche il “padrone di casa” Franco Mariani, un ligure che ha dimostrato d’amare davvero la città che gli ha affidato il suo porto.

IN CITTA’

Quei totem costosi e mai utilizzati Vi era già stato il POMA 1, esempio di genialità inespressa, soprattutto da parte di Michele Roca, all’epoca missino non pentito, vicepresidente della Provincia e contemporaneamente assessore all’ambiente del comune di Bari. Siamo in piena epoca simeonesca e il buon di Cagno Abbrescia gli aveva dato chissà perché la delega delicata e rognosa di chi si occupa, appunto, di qualità della vita a Bari. Furono due miliardi buoni in vecchie lire, buttati per quei pali allucinati muniti di telecamere non omologate (qui sta in effetti il genio) “per non perdere i finanziamenti” (ma in realtà è come averli persi visto che il sistema POMA, il cui acronimo significa sostanzialmente un sistema per il controllo del traffico nelle zone a limitazione di accesso, non è mai entrato in funzione), attualmente oggetto di indagine da parte della magistratura: “è per questo che non li ho mai smontati e messi a deposito” – ci conferma Antonio Decaro, che continua ad occuparsi di traffico a Bari. Dovrebbero invece avere le settimane contate il POMA 2: si tratta di una ventina di misteriosi totem in ferro arancione, con uno schermo di vetro, un occhio elettronico e qualche tasto. Altri due miliardi di vecchie lire buttati, sempre in epoca simeonica, sem-

pre per “non perdere i finanziamenti” (e teniamole presenti queste cose quando vogliamo demagogicamente tagliare i costi della politica). I totem sarebbero dovuti essere il primo sistema telematico di chiamata personale dei bus elettrici nel centro di Bari. Una tessera magnetica del costo di dieci euro (mensili, settimanali, annuali, a babbo morto? Non lo sa dire nessuno), da mostrare all’occhio elettronico. Poi la scelta dell’itinerario con le freccette. A questo punto il bus elettrico (che attualmente a coppia gira come Circolare destra e sinistra ed è gratuita) arriva alla fermata corrispondente al totem e prende a bordo il passeggero fortunato. Mai visto nulla in funzione. “I bus li ho recuperati e li faccio girare come circolare destra e sinistra” ci confida Antonio Decaro “ma i totem li faccio smontare e li metto a deposito. Tanto non servono a nulla”. Già, e non sono questi costi insopportabili della politica, altrettanto insopportabili e ingiusti quanto gli eccessivi emolumenti, le province, le indennità di fine mandato, il vitalizio dei parlamentari, lo stipendio di alcuni dirigenti pubblici e i privilegi di cui godono, quanto a beni e servizi, precise categorie di cittadini che spesso non ripagano adeguatamente lo stato? FORTUNATA DELL’ORZO

COMUNE-AGENZIA DELLE ENTRATE

Accordo anti-evasione Affitti in nero, residenze fittizie all’estero, attività commerciali mascherate da enti non profit. Sono solo alcuni esempi dei fenomeni evasivi che il Comune di Bari e l’Agenzia delle Entrate della Puglia intendono contrastare congiuntamente. La collaborazione è stata sancita, ieri mattina, con la firma di un protocollo d’intesa che funzionerà da patto anti-evasione. Grazie a questo accordo, infatti, il Comune e gli uffici dell’Agenzia delle Entrate si impegnano a condividere le informazioni disponibili sui contribuenti e a incrementare, di conseguenza, l’efficacia dell’attività di accertamento fiscale sui tributi locali ed erariali. Lo scambio di dati viaggerà sul canale telematico e si realizzerà mediante l’invio di “segnalazioni qualificate”, ovvero notizie e circostanze in grado di rivelare, con chiarezza e precisione, comportamenti dei cittadini mirati ad evadere le imposte. La collaborazione prevede, inoltre, analisi della realtà socio-economica locale a cura di appositi gruppi di studio bilaterali e percorsi formativi specialistici rivolti ai funzionari del Comune.


Puglia d’oggi

Bari

venerdì 25 novembre 2011

7

L’INCHIESTA - Continua la nostra documentata inchiesta, nel silenzio e nell’indifferenza di tutti gli altri organi di stampa locali

Sale a 11 milioni di euro il danno per l’Autorità Portuale Tutte le trovate di Tommaso Affinita per svuotare l’Ap ed ingrassare la “Bari Porto Mediterraneo”

di GIUSEPPE PUGLIESE Sbaglierebbe chi pensasse che Tommaso Affinita abbia procurato all'Autorità portuale di Bari solo i circa 8 milioni e mezzo di euro, che abbiamo documentato nelle precedenti puntate. Di danni Affinita ne ha fatti anche di più. Il sistema lo abbiamo già svelato. Quando stava per lasciare l'Autorità per scadenza del mandato, invece di andarsene tranquillamente a casa, ha furbescamente costituito un'altra società e le ha ceduto, senza alcuna gara pubblica, tutte le attività del porto. Risultato, la società, da lui promossa, la Bpm,

della quale diventò anche il primo presidente, portò a casa tutti i guadagni del porto, mentre l'Autorità portuale andò presto in rosso. Il grosso del danno procurato all'Autorità portuale, ammontante appunto, a 8.440.827,97, secondo gli accertamenti dell'advisor Rialp e della Procura della Corte dei conti, è derivato dalla illegittima determinazione del canone concessorio per la sua parte fissa. Il canone, però, ha anche una parte variabile, pari al 50% del fatturato rinveniente dall'applicazione delle tariffe compensative poste a carico degli utenti per l'utilizzo dei vari servizi portuali. Pure per questa Affinita ha

fatto danni. Vediamo come. Per la componente variabile del canone bisogna innanzitutto operare una netta distinzione fra i servizi a domanda individuale e quelli a uso indifferenziato e indivisibile. I primi ricomprendono il self-service, il bar, il ristorante, i giornali, il cambio, etc. I secondi le aree di parcheggio, le banchine, i piazzali di sosta, le sale d'aspetto, etc. Per i servizi a domanda individuale il danno è stato causato dalla illegittima utilizzazione dell'istituto della sub-concessione, espressamente vietato dall'art.47 del Codice della navigazione. Per quelli a uso indifferenziato dall'aver illegittimamente conferito al concessionario,

la Bpm, il potere di determinare le tariffe. Insomma, Affinita si è mosso sempre lungo una linea, costellata da varie e numerose illegittimità, attraverso le quali ha affidato, senza gara pubblica, alla Bpm servizi, che quest'ultima non avrebbe nemmeno potuto espletare. Andiamo con ordine e occupiamoci prima dei servizi a domanda individuale. Questi servizi, a domanda individuale, sono stati da Affinita illegittimamente inclusi nei servizi di interesse generale, ma questa inclusione, secondo la Corte dei conti, è assolutamente arbitraria, perchè i servizi a domanda individuale, per loro natura, non possono essere omologati ai servizi genera-

li, soggetti a tariffa compensativa. La illegittimità, in questo caso, è duplice, perchè i servizi a domanda individuale non potevano essere ricompresi nel 50% del fatturato e, conseguentemente, non potevano essere affidati totalmente e semplicemente alla Bpm, che di fatto, poi, non li ha gestiti direttamente, ma li ha affidati ad altri soggetti, ricavandone un reddito da sub concessione del tutto illegittimo. In buona sostanza, l'Autorità portuale avrebbe dovuto gestire quei servizi direttamente in proprio, oppure affidandoli in concessione, con pubblica gara, ad altri soggetti muniti dei requisiti necessari, e ricavandone, nel primo caso, un profitto diretto e nel secondo, un reddito rappresentato dal canone concessorio. Il Presidente Affinita, invece, ha illegittimamente assegnato tutto alla Bpm, da lui stesso presieduta, la quale, non essendo in possesso dei requisiti per l'esercizio delle varie funzioni, li ha, a sua volta, affidati a terzi in sub-concessione. Il mancato ricavo come lucro cessante da questi servizi è stato calcolato complessivamente in € 2.711.476,96, pari alle somme introitate negli anni dalla Bpm e che, invece, sarebbero state incassate direttamente dall'Autorità portuale, se avesse provveduto quest'ultima a gestire direttamente i servizi o ad affidarli in concessione a terzi con gara pubblica. Questo ulteriore danno si aggiunge, quindi, agli 8.440.827,97 euro della par-

te fissa, che porta il danno complessivo procurato all'A.P. a oltre 11 milioni di euro. E non è finita. Vediamo i servizi a uso indivisibile. Qui assistiamo a un fatto unico nel suo genere nei porti italiani, ovvero alla determinazione delle tariffe da parte della stessa Bmp, quando per legge questa competenza è affidata esclusivamente all'Autorità portuale, in qualità di ente regolatore indipendente. Anche per l'affidamento di questi servizi alla Bpm la Procura della Corte avrebbe potuto evidenziare ulteriori profili di danno, che però, a suo parere, non sarebbero stati perseguibili, rientrando la decisione di affidare i servizi a terzi nel potere discrezionale dell'Autorità. La Procura, quindi, in questo caso, si è limitata a sottolineare l'illegittimità del modus operandi dell'Autorità portuale e la imprevidenza, forse non del tutto innocente, con la quale l'Autorità si è liberata di servizi, che sino al giorno prima avevano assicurato considerevoli entrate. Basti, a tal proposito, considerare che negli esercizi finanziari 2003 e 2004 l'Autorità portuale aveva ricavato dai servizi di interesse generale rispettivamente € 3.045.415,78 ed € 3.320.902,30, mentre nel 2005, per gli stessi servizi, si è dovuta accontentare di appena € 255.152,00 come canone concessorio della Bpm. (5, CONTINUA ) LE PRECEDENTI PUNTATE SONO STATE PUBBLICATE IL 27 OTTOBRE, 4, 11 E 18 NOVEMBRE E SONO DISPONIBILI SUL NOSTRO SITO WWW.PUGLIADOGGI.IT


il momento giusto per sostituire la tua vecchia caldaia di casa è arrivato: se sei un cliente eni per gas e/o luce oppure vuoi diventarlo, vieni nei negozi energy store eni e scopri quanto è semplice Dopo l’acquisto arriverà direttamente a casa tua un tecnico specializzato che si occuperà di smontare la tua vecchia caldaia e di installare la nuova. E il tutto compreso nel prezzo*. * prezzo a partire da 1.095 euro riferito all’acquisto e installazione di una caldaia a tiraggio naturale, camera aperta (portata termica 21-28 kW). Iniziativa valida dal 17.10.11 al 30.09.12

eni gas e luce la soluzione più semplice

trova il negozio energy store eni più vicino a te su eni.com o chiamando il numero 800 900 700



10

dal Territorio

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

I DOPPI INCARICHI DEI PARLAMENTARI - La Corte Costituzionale ha dovuto colmare un vuoto

La legge impone una scelta Azzollini nicchia. Lunedì prossimo si riunisce il consiglio comunale

La sede della Provincia di Foggia

di FABRIZIO TATARELLA La sentenza n.277 colma una curiosa lacuna dell’ordinamento elettorale riguardante la materia delle cause di ineleggibilità alla carica di sindaco e del loro rapporto con le cause di incompatibilità della funzione di parlamentare. Il caso è nato dal giudizio instaurato da un cittadino di Catania contro il Sindaco Stancanelli, eletto il 15 e 16 giugno 2008, il quale al momento dell’elezione risultava senatore della repubblica. Occorre preliminarmente distinguere gli istituti di ineleggibilità e incompatibilità che, pur rientrando nella limitazione agli accessi alle cariche pubbliche, ai sensi dell’art. 51 della Costituzione, presentano presupposti ed effetti diversi.

L’ineleggibilità è un vincolo preventivo al diritto di candidarsi, impedendo il diritto all’elettorato passivo fin quando permane una causa impeditiva. La successiva elezione, in presenza di questa causa, è affetta da nullità. Nessuna scelta su quale carica lasciare compete all’interessato, poiché è l’ordinamento stesso, decretandone la nullità, che fa recedere la carica elettiva acquisita per seconda. La ratio è quella di evitare che l’acquisizione di una carica pubblica elettiva avvenga in modo contaminato, a causa “dall’insorgere di fenomeni di captatio benevolentiae e di metus pubblicae potestatis”come affermato dalla Corte nella sentenza in oggetto. L’incompatibilità, invece, non fa sorgere alcuna limitazione al diritto di candidarsi, ma richiede che una volta eletto l’inte-

ressato opti quale carica mantenere. Una limitazione successiva che va risolta dopo l’avvenuta elezione. A differenza che dell’ineleggibilità all’interessato è riconosciuta la facoltà di scelta, in quanto il vincolo determina solo il divieto di cumulo. La ratio è quella di garantire che la carica venga svolta senza condizionamenti dal possibile insorgere di conflitti di interessi, possibili quando una persona cumuli due incarichi. Nel caso di specie nel quadro normativo che regola le cause di in eleggibilità e incompatibilità per i parlamentari finora era previsto solo che un Sindaco non può essere eletto in Parlamento, ma non era previsto l’inverso. Per chi già ricopre il ruolo di parlamentare non vi era alcuna norma che escludesse la compatibilità con il mandato di Sindaco. Tale norma non era presente nella legge n.60 del 1953, testo dedicato alle cause di incompatibilità per i parlamentari i quali non possono ricoprire cariche di nomina governativa 8 art.19, né essere parte di assemblee legislative o di organi di governo esteri (art.1 bis) né ricoprire funzioni in associazioni o enti che gestiscano servizi per conto dello Sta-

Raffaele Stancanelli, ha scelto di restare a Catania ti (art.2) né assumere il patrocinio professionale o consulenza a favore di imprese di carattere finanziario o economico in vertenze contro lo Stato (art. 4). Non veniva disciplinato l’incompatibilità con la carica di Sindaco. Si è arrivati all’assurdo giuridico per cui non si consente l’elezione a parlamentare di un Sindaco e si consente, invece, a chi è già parlamentare di diventare Sindaco. Se la ratio della causa di ineleggibilità è quella di evitare che possano sommarsi, nella stessa persona, entrambi i mandati di parlamentare e sindaco, non si capisce per quali motivi non debba valere anche nell’ipotesi in cui alla carica di parlamentare sopravvenga quella di sindaco. In sostanza prima dell’intervento della Corte con la sentenza n.277 si

faceva dipendere da un dato temporale la possibilità di cumulare le due cariche a esclusivo vantaggio dei parlamentari. Se il l’incarico di sindaco precede quello di parlamentare il cumulo non è consentito, se al contrario è l’incarico di parlamentare a precedere quello di sindaco, nessuna norma vieta il cumulo. La Corte ha, quindi, allineato il sistema delle incompatibilità dei parlamentari a quello già vi-

gente dei consiglieri regionali. Infatti, l’art.65 del Dlgs. 267/2000, Testo unico degli Enti Locali, prevede che :“il presidente e gli assessori provinciali, nonché sindaco e assessori dei comuni compresi nel territorio della regione sono incompatibili con la carica di consigliere regionale”. Grazie a questa pronuncia della Corte sin da ora è introdotta una nuova causa di incompatibilità e l’ufficio di deputato e senatore sarà incompatibile con l’esercizio di mandato di sindaco. Per analogia la stessa legge va estesa a i Presidenti di Provincia. Il sindaco di Catania è il solo degli 11 parlamentari interessati ad aver optato, dimettendosi dalla carica di senatore. Cosa aspettano ancora i parlamentari pugliesi Pepe e Azzollini?

IL SEGNATEMPO Il 31 ottobre scorso il senatore Raffaele Stancanelli (Pdl) ha formalizzato le sue dimissioni a Palazzo Madama scegliendo di restare sindaco di Catania. Sono passati 26 giorni. Azzollini e Pepe?

LE REAZIONI DA FOGGIA

GRAVINA

Salvaguardare gli interessi della Provincia

Nasce ufficialmente il Terzo Polo con la federazione di Udc, Fli e Api

Sono 22, ad oggi, i parlamentari che svolgono un doppio incarico, di cui 15 del Pdl, 5 della Lega, uno dell’Udc e uno del Pd. In merito alla questione, la Corte Costituzionale poco più di un mese fa ha dichiarato l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di città con più di 20mila abitanti. In seguito a questa decisione Raffaele Stancanelli ha dichiarato le dimissioni da sindaco di Catania (il ricorso alla giustizia era partito proprio da un elettore della sua città). La questione, però, non si ferma qui poiché potrebbe avere una ricaduta anche sui deputati e senatori presidenti

di Provincia. A tal riguardo si è aperta una discussione in capitanata nei confronti del doppio ruolo di deputato e presidente della Provincia di Foggia Antonio Pepe. Sulla questione abbiamo raggiunto Emilio Gaeta e Paolo Campo rispettivamente capigruppo Fli e Pd alla Provincia di Foggia. “Deve salvaguardare l’amministrazione provinciale - tuona Gaeta – e gli interessi della provincia di Foggia. Di fronte al suo incarico alla Camera deve prevalere il ruolo di presidente di provincia e dunque è auspicabile una sua rinuncia all’incarico di deputato”. Dello stesso avviso è

Antonio Pepe Paolo Campo: “È chiaro che questa doppia posizione limiti l’impegno nei confronti della Provincia. Credo che, oltre alla sentenza, dovrebbe essere prevista per legge una incompatibilità tra le due cariche. Inoltre non è solo la questione di Pepe, ci sono molti altri parlamentari con cumulo di incarichi. La questione, infine, è particolare perché dal dispositivo della sentenza è chiaro che la Corte si rivolga ai sindaci, mentre si sarebbe dovuta rivolgere a tutti gli incarichi pubblici”. ANDREA DAMMACCO

Prendeva ufficialmente il via il 15 dicembre 2010 a livello nazionale, chiamato anche Polo della Nazione, il nuovo soggetto politico che unisce Udc, Fli e Api. Poche ore fa si è costituita la stessa realtà politica anche nella città di Gravina, nel solco delle analoghe iniziative che, sempre maggiormente, si stanno sviluppando in tutto il territorio regionale. Il Terzo Polo: Api, Fli e Udc si sono federate portando ciascuna la propria storia e i propri valori che discendono da percorsi politici notoriamente differenti: “dopo l'esperienza politica bipolare della seconda repubblica che ha soffocato la vita democratica del paese, stretta tra due estremismi artatamente alimentatisi per la loro sopravvivenza, Il Terzo Polo si propone come punto di equilibrio e di responsabilità in un panorama politico, italiano e gravinese, ormai desueto”, questo quanto si legge nel comunicato a firma del nuovo soggetto politico.

Il Terzo Polo, mettendosi al servizio della città, al fine di rendere “un senso nuovo della politica che segni una discontinuità rispetto al passato e passi attraverso una semplificazione del quadro politico, si impegna a: Avviare un confronto politico-programmatico con le forze politiche moderate, dal percorso storico accertato, che condividano un progetto politico in grado di avviare una radicale fase di rinnovamento, che veda protagonisti donne e uomini scevri da legami ed interessi personali; scegliere candidati dalle alte qualità morali e culturali, che sappiano manifestare il senso di servizio, rispetto alle eventuali potenzialità elettorali; voler garantire una consistente presenza giovanile e femminile; vondividere un programma concreto e realizzabile che, rispetto al passato, sia in grado di individuare le problematiche ataviche che attanagliano la città e si ispiri ai valori cristiani per la costruzione di una città a misura d'uomo”. CLAUDIO SPADA


Puglia d’oggi

dal Territorio

venerdì 25 novembre 2011

11

Mancano solo Bari, Brindisi e Bat per completare il quadro dei congressi provinciali. Poi sarà eletto il coordinatore regionale

Continua il lavoro sul territorio di Futuro e Libertà Nello scorso fine settimana si sono svolti i congressi provinciali in provincia di Taranto e Lecce Si sono celebrati domenica scorsa, in un clima di grande entusiasmo e partecipazione, i primi congressi provinciali di Futuro e Libertà di Taranto e Lecce. In meno di un anno il partito di Gianfranco Fini dimostra serietà e, al contrario dei proclami che arrivano da altre parti, promuove un serio dibattito interno, convoca i tesserati (in carne ed ossa) ed elegge i propri coordinatori provinciali. La concomitanza dei due eventi, infatti, è la prova che nel partito si vive un vero clima di effervescenza, un forte desiderio di rinnovamento e di partecipazione. Nella Città dei due Mari, dopo il saluto cordiale dei tanti ospiti intervenuti, il confronto si è fatto subito serrato e frizzante. Relazioni tecniche di altissimo livello, si sono al-

Verso il voto Si fa sempre più veloce la corsa dei Comuni Pugliesi verso le prossime elezioni amministrative. Un appuntamento che vede in prima fila quattro dei capoluoghi di Provincia: Brindisi, Taranto, Lecce e Trani e numerosi Comuni con più di 15mila abitanti. Ecco l’elenco aggiornato per Provincia. Bari: Alberobello, Castellana, Gioia, Giovinazzo, Polignano, Sammichele, Sannicandro, Santeramo, Turi. Brindisi: Brindisi, Erchie, Fasano, San Michele Sal.. Foggia: Apricena, Carpino, Castelluccio, Celenza, Chieuti, Isole Tremiti, Monte Sant’Angelo, Motta, Orsara, Panni, Rignano, Rodi, Stornara, Torremaggiore, Vico. Bat: Canosa, San Ferdinando, Trani. Taranto: Castellaneta, Martina, Mottola, Palagiano, Sava, Taranto. Lecce: Aradeo, Casarano, Castrignano, Castro, Galatone, Gallipoli, Lecce, Leverano, Matino, Otranto, Racale, Ruffano, Salice Sal., San Cassiano, San Cesario, San Pietro, Scorrano, Tricase. In totale sono 55 Comuni, di cui 22 superiori a 15mila abitanti (4 capoluoghi).

ternate ad altrettanti interventi appassionati ed a lucidissime analisi politiche. I lavori, presieduti dal Prof. Mario del Prete, si sono svolti sotto la attenta supervisione dell’Onorevole Salvatore Tatarella, presidente dell’Assemblea nazionale del partito, il quale durante il suo discorso ha inteso congratularsi con il partito jonico sia per la qualità degli interventi, che per la giovane età dell’intera classe dirigente. Classe dirigente ed iscritti tutti che, compatti, hanno sostenuto l’unica candidatura a coordinatore provinciale dell’Onorevole Carmelo Patarino. Un segno di riconoscenza nei confronti di chi ha creduto fermamente in un progetto, ha tenuto la barra dritta e non si è fatto incantare dalle mille proposte anche troppo allettanti. Un ottimo esempio, quindi, per le nuove generazioni e per chi si affaccia per la prima volta sul panorama politico. Un esempio di onestà, senso di appartenenza e di incoercibilità! Un forte e lungo applauso ha tributato l’acclamazione proposta quindi dall’ On. Tatarella per l’ On. Patarino. Il “neo” coordinatore, visibilmente emozionato ha infine preso la parola e,

confermando stile e serietà, ha dichiarato “Accetto con piacere, ringrazio tutti, ma sto già lavorando per cedere il testimone ai giovani. Lo farò prima che questo nuovo incarico arrivi a scadenza naturale”. Lo stesso Patarino, da me contattato in settimana, ha dichiarato: “E’ stato il più bel congresso della mia vita”. Anche a Lecce i lavori congressuali si sono svolti in un clima di vera partecipazione sotto l’attenta presidenza dell’On. Francesco Cosimi Proietti e la supervisione del coordinatore regionale del partito, On. Francesco Divella. Tante le personalità politiche cittadine che hanno mostrato interesse nei confronti del congresso futurista. Dal sindaco della Città capoluogo, il pidiellino Paolo Perrone, alla Senatrice di Io-sud Adriana Poli Bortone, dal dott. Paolo Pagliaro, al segretario provinciale PD. Intervenuto anche il vulcanico consigliere regionale Euprepio Curto, recentemente approdato in casa Fli. Eletto all’unanimità, il coordinatore avv. Paolo Pellegrino, ha manifestato “grande soddisfazione per la massiccia mobilitazione di tutti i circoli della provincia e per l’alto tasso politico degli interventi”.

TARANTO

Alenia e Porto, le due opportunità tarantine

Carmelo Patarino Nella sua relazione ha inoltre confermato, in previsione delle amministrative, la posizione del partito all’interno del Terzo Polo e il dialogo con altre forze politiche per impreziosire la coalizione stessa. Dopo il Congresso di Foggia, di Taranto e di Lecce, il partito di Gianfranco Fini in Puglias è in attesa di completare la stagione con la celebrazione dei congressi a Bari, Brindisi e nella Bat e la successiva elezione della dirigenza regionale. Un partito che si sta dimostrando capace di rispettare le scadenze previste in fase di costituzione, è un partito che si presenta come “nuovo” sullo scenario politico italiano. FRANCESCO FISCHETTI

ALTAMURA

Fli, due giorni in piazza per incontrare i cittadini Sabato 19 e Domenica 20 Novembre il Circolo Generazione Futuro di Altamura è stata in piazza con la propria cittadinanza! L’occasione è stata una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare, con risultati ben oltre le aspettative dei promotori. La proposta di legge dell'On. Cristiana Muscardini di concerto con l'On. SalvatoreTatarella per cui sono stati istallate le postazioni anche ad Altamura, mira ad una destinazione d'uso più proficua dei fondi Fes e Fers (geneticamente destinati allo sviluppo economico delle zone Euro) utilizzandoli esclusivamente per creare nuove opportunità di lavoro per le giovani generazioni. La nuova Destra italiana, temprata di rinnovato spirito ideologico e fermezza d'intenti, ispirata dall' On. Gianfranco Fini trova concreta testimonianza attraverso i giovani iscritti al partito Futuro e Libertà, con la militanza sul territorio che l'è propria. L'iniziativa,infatti, ospite di piazza

Un momento della manifestazione Duomo, ha guadagnato il consenso dei cittadini altamurani e premiato il neonato circolo con sentimento di simpatia e apprezzamento. I giovani di Generazione Futuro Altamura ringraziano tutta la cittadinanza ed accendono le spie per la prossima iniziativa di politica attiva nelle piazze. NICOLA ROTUNNO

Troppo spesso il territorio tarantino è agli onori della cronaca per i propri problemi di varia natura. E ancora più spesso questi sono legati alla grande industria ed allo sviluppo economico del territorio. Forse in pochi hanno però capito che Taranto e il suo territorio potrebbero essere per tutti noi un’opportunità. Vorrei condividere con voi almeno due opportunità che abbiamo, o forse avevamo, per il nostro territorio: Alenia Aeronautica e TCT; ovvero Aeroporto e Porto; ovvero piattaforma logistica. In questi ultimi tempi si sente tanto parlare del nuovo piano industriale di Alenia Aeronautica, fondamentalmente perché nella riorganizzazione si sta valutando la chiusura di alcuni stabilimenti, lo spostamento di alcune centinaia di unità di personale e lo spostamento della sede legale al nord. Per una volta tanto, fortunatamente, tutti questi problemi a noi non toccano da vicino, infatti la “Product Unit Alenia di Grottaglie” certamente non risentirà della riorganizzazione in atto, in quanto Grottaglie è una realtà: Mono-prodotto, producendo due sezioni del nuovo 787 e Mono-cliente (Boenig). Lo stabilimento di Grottaglie ha, inoltre, il vantaggio, insieme a quello di Foggia , di essere nel gruppo Alenia l’unica realtà in cui si lavora la “carbo-resina”, quindi difficilmente “rischia qualcosa”. E mentre la classe politica tarantina è impegnata a discutere sulla riapertura o meno dell’aeroporto civile (sarebbe forse sufficiente discutere sul potenziamento dei collegamenti con gli aeroporti già esistenti, ma questo è ancora un altro problema) il territorio non ha, ad oggi, la capacità di offrire assolutamente nulla al mondo Alenia in termini di servizi con alto valore ag-

giunto. Inoltre, non ci sono neanche servizi a basso valore aggiunto, ovvero strutture sul territorio a supporto di tutti coloro che ruotano intorno al mondo Alenia. Mancano asili, zone residenziali attrezzate non solo con case ma anche con negozi, alberghi, ecc. Se guardiamo alla questione TCT, ovvero allo smantellamento del nostro terminal (vedasi trasferimento al Pireo di ben quattro linee di trasporto e conseguente riduzione della forza lavoro necessaria), ci troviamo di fronte all’ennesima opportunità che sta per svanire non dopo aver buttato a mare tanti finanziamenti. È vero che una buona fetta dei problemi sono legati certamente al conflitto interno dei due maggiori azionisti di TCT, ovvero Evergreen ed Hutchison, ma è anche vero che le inadempienze del pubblico da una parte (leggi ad esempio il DRAGAGGIO, ovvero 80 milioni di euro che potrebbero andare persi. Ma rischiamo di perdere anche i fondi CIPE per le opere portuali, ovvero piattaforma logistica e diga foranea di testa) e del privato dall’altra (mancanza di sviluppo della retro-portualità) hanno reso, ormai, poco appetibile il porto di Taranto, dove si cincischia mentre altrove si viaggia a 1000 all'ora. C’è chi invece, tra i nostri politici locali, pensa solo a proporre la rescissione del contratto con la TCT, senza porsi il problema dei mancati adempimenti di impegni che erano stati assunti dalle nostre autorità all’atto di insediamento, inadempimenti che comunque rendono negativamente segnato il destino del porto di Taranto. Purtroppo per noi, l’attuale classe politica locale ha probabilmente le idee confuse e, spesso, si dimostrano alquanto incompetenti. Ed il futuro non ci lascia immaginare nulla di nuovo. LUIGI DE FILIPPIS


12

Capitanata

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

LA SITUAZIONE DEI TRASPORTI IN PUGLIA - Gli investimenti dell’Alta Velocità devono essere incoraggiati, soprattutto nel Mezzogiorno

Quel “baffo” della discordia in Capitanata Perchè fa scandalo l’idea di una nuova stazione? Eppure permetterebbe un notevole taglio dei tempi di CLAUDIO AQUILANO L’ideologia sbagliata ed auto assolutoria dello “scippo” sta prendendo piede in modo preoccupante, in terra di Capitanata. Un po’ gli umori popolari, molto la furbesca volontà della classe dirigente, stanno legando tutte le disgrazie di Foggia e della sua provincia ad imprecisati complotti, attività truffaldine o di ladrocinio perpetrate dai perfidi baresi in prima istanza, ma con occasionali protagonisti alternativi. Questa impostazione sta dando il meglio di sé a proposito della questione dell’Alta Capacità Ferroviaria. Partiamo da un presupposto: il trasporto pubblico locale, che al Sud è in difficoltà da tempo, riceverà una mazzata terrificante dal taglio del 75% del relativo fondo deciso con la manovra estiva. Non ci sono ragionevoli possibilità che il Governo Monti riveda quella decisione (ci sono ben altre indecenze da

L’atrio della stazione di Foggia sanare) se non in peggio. Questo si tradurrà nelle aree più ricche ed evolute in un rincaro significativo dei prezzi dei biglietti e in quelle più arretrate, a cominciare dalla Puglia e dalla Capitanata, in una ulteriore rarefazione o desertificazione delle linee. Anche Trenitalia sta seguendo una strategia che penalizza in misura crescente il Sud, ed in particolare le tratte a lunga percorrenza della linea Adriatica: tutti gli sforzi del co-

losso ferroviario sono indirizzati sull’Alta Velocità Roma-Milano e sulla dorsale tirrenica del corridoio comunitario Palermo-Berlino, che grazie all’azione congiunta degli eurodeputati italiani è tornato ad essere strategico nelle valutazioni dell’Unione. Per fortuna la stessa strategia comunitaria aggancia la Foggia-Caserta al corridoio 8 (che viene dai Balcani); sono quindi previsti investimenti sull’Alta Capacità per potenziare

quell’itinerario. Una buona notizia, che comporterà investimenti consistenti e genererà quindi ricchezza sul territorio. Il problema è che i treni che vanno dal Salento e da Bari a Napoli e Roma devono, per fermarsi a Foggia, spingersi sull’Adriatica e poi tornare indietro. Un “baffo”, cioè una linea di collegamento più meridionale, che sia collocato all’altezza di Bivio Cervaro, permetterebbe un notevole risparmio di

FOGGIA - Nove Consiglieri di maggioranza sono ufficialmente dissenzienti

manovra economica. I tempi continuano ad essere grami per l’Amministrazione Comunale di Foggia e per il suo capo Gianni Mongelli, che deve ora fare i conti con un dissenso trasversale alla sua maggioranza. Nove consiglieri, tre del Partito Democratico (D’Urso, D’Agnone e Clemente),

menti chissà quanto sarebbero state vibrate le proteste per una stazione sorta più o meno a due chilometri dal perimetro urbano di allora! In ogni caso, mentre si erige un baluardo di giovani petti contro il sequestro della stazione, Trenitalia è costretta a modificare in modo molto peggiorativo il tracciato del baffo di collegamento fra Adriatica e Foggia-Caserta. Motivo? Lungo la linea ideale di quel tracciato il Comune ha provveduto a stipulare un bell’accordo di programma per la costruzione di un ragguardevole numero di appartamenti con imprese costruttrici che farebbero riferimento ad uno dei maggiori imprenditori edili della città. Evidentemente il sito è troppo distante per poter prendere il treno, ma non per andarci ad abitare. È singolare come, tutte le volte che a Foggia si lancia una santa crociata, si vada sempre a sbattere in qualche problema di speculazione fondiaria. Sarà una coincidenza?

DOPO IL CORTEO

Manifestazioni reali e i miraggi di facebook

Il sindaco Mongelli è alla fine della corsa? Prima l’abbandono della vicesindacatura da parte di Lucia Lambresa, poi la verifica al ralenti fatta di estenuanti incontri bilaterali, infine l’annuncio di una nuova manovra da lacrime e sangue richiesta dalla Corte dei Conti entro la fine dell’anno; sullo sfondo il taglio draconiano dei trasferimenti previsto dalla

tempo. L’attuale stazione resterebbe utilizzata per il traffico regionale, mentre la nuova ospiterebbe i convogli a lunga percorrenza. La stazione decentrata disterebbe circa due chilometri e mezzo dall’attuale. Cosa c’è di drammatico o di criminale in questo? Mistero, tanto più che parliamo di un’opera che sarà realizzata (forse) nel 2020. Ma intanto è già scattata la corsa contro lo “scippo”, in una sorta di inconsueto comitato No Tav che mette insieme sindacati, amministrazioni locali, gli immancabili comitati del Bel Tempo che Fu e così via. Le ragioni sono le più disparate: in questo provvedimento di elementare buonsenso si legge la pretesa dei baresi di arrivare a Napoli qualche minuto prima (come se non fossero gli stessi minuti risparmiati dai foggiani) se non addirittura l’inconscio desiderio di “aggirare Foggia”. Purtroppo, quando l’attuale stazione venne inagurata, nell’aprile del 1864, non c’erano giornali locali e mancava facebook, altri-

I consiglieri comunali Clemente e Capocchiano due dei Moderati e Popolari, a loro volta usciti dal Pd (De Vito e Sottile), due di Socialismo Dauno (Capocchiano e Scapato) uno di Sel (De Santis) e l’indipendente Sisbarra, hanno inviato al sindaco e diffuso alla stampa una lettera aperta con la quale si chiede un risoluto cambio di passo dell’attività amministrativa. I nove, parlando con i giornalisti, hanno specificato di essere solo relativamente interessati alla questione degli assetti gestionali e dell’organigramma: certamente c’è da risolvere la questione-Lambresa e decidere il sostituto del compianto assessore alla Cultura Rocco Laricchiuta, così come c’è da interrogarsi sul valore complessivo del team di Giunta; ma ancora più pressanti sono le questioni di ordine politico e programmatico.

I dissidenti lamentano una forte assenza di comunicazione fra Assessorati e gruppi consiliari, e non fanno mistero di ritenersi figli di un dio minore, pur appartenendo con pari dignità di altri alla maggioranza. Battono inoltre sulla latitanza di alcuni provvedimenti fondamentali di pianificazione, dal piano per le attività produttive allo stesso Piano Urbanistico Generale, di cui ormai, fra un accordo di programma e l’altro, nessuno sente più parlare. I dissidenti abbaiano; ma morderanno? Circola molto scetticismo, al punto che i consiglieri di opposizione hanno lanciato un’aperta sfida: proporre al sindaco un cronoprogramma il mancato rispetto del quale comporterà una mozione di sfiducia. A sorpresa Sergio Clemente (Pd) ha detto sì.

Lo svolgimento della manifestazione "pro Gino Lisa" ha dato ragione sia alle speranze che ai timori della vigilia. Ci sarà modo di parlarne in seguito, quando le impressioni saranno sedimentate; di sicuro è stata l'occasione per misurare ancora una volta la distanza fra il virtuale e il reale. Con buona pace degli strombazzamenti mediatici e propagandistici, infatti, il corteo era composto da non più di mille persone, ed era una stima per eccesso. Un successo, considerate le abitudini medie di partecipazione e mobilitazione in città; un flop, commisurato alle aspettative. A proposito, questo migliaio di persone è stato convogliato in massima parte dai sindacati, in piccola parte dalle forze politiche e dalle istituzioni, e in quantità significativamente minoritaria dalle assocazioni: a spanne

diremmo che c'erano una cinquantina di meritorie presenze dal Gargano (cito in particolare il Cotup di Rodi) e circa cento-centocinquanta esponenti della Rete delle Associazioni. Cosa è successo alle decine di sigle e di associazioni? Cosa agli oltre cinquemila membri di community come "Basta chiacchiere: aeroporto", per citare la più numerosa? E dov'erano gli studenti sensibilizzati a mezzo mail a partecipare al corteo? Il problema è che la rete è perfettamente idonea a moltiplicare l'efficacia delle reti di relazione già presenti nella società, ma non è in grado di sostituirle. Spesso, anzi, può fungere da droga, da succedaneo, farti credere esistente una realtà meramente suggestiva; proprio come quello che ha un sacco di amici su facebook ed è sempre solo come un cane. C.A.


Puglia d’oggi

Capitanata

venerdì 25 novembre 2011

13

FOGGIA - Le proposte dei giovani di Generazione Futuro: dal trasporto pubblico allo studio, alla mobilità, alla politica intesa come servizio

I 10 tweet per la Foggia che vogliamo Dieci consigli per migliorare la città presentati in una conferenza stampa a Palazzo Dogana Il corsivo

di FRANCESCO LA SALVIA * Tante volte siamo usciti da Foggia, tante volte siamo tornati perché in fondo è la nostra città e le siamo legati. Ma quante volte ci siamo chiesti perché la nostra città non può essere uguale alle altre? Giovedì primo dicembre alle ore 15:30 a Palazzo Dogana (Foggia) si terrà una conferenza stampa di presentazione del progetto “10 tweet per la Foggia che vogliamo”, con Gianmario Mariniello, coordinatore

Nazionale di Generazione Futuro, Fabrizio Tatarella, coordinatore provinciale di Fli, Michele Marucci, coordinatore provinciale di GF e Umberto Candela, coordinatore cittadino Fli di Foggia. Dieci consigli per migliorare la città che amiamo. Alcuni spunti di riflessione, qualcuno attuabile a breve termine, qualcuno magari un po’ utopico per le reali possibilità economiche ma ancor più ideologiche della comunità che ci siamo apprestati ad analizzare.

1 – potenziare il sistema di trasporto pubblico 2 – creare parcheggi per biciclette e scooter 3- potenziare la sorveglianza delle forze di sicurezza nei luoghi di maggiore aggregazione giovanile 4- rendere più efficiente l’attività di sicurezza della polizia municipale : dotazione di arma 5- rivalutare l’importanza degli istituti professionali e tecnici al fine di avviare una sinergia tra aziende specializzate nei settori chiave della nostra economia e gli studenti specializzandi ( rapporti di collaborazioni – stage – tirocini ) 6- sostenere l’azione dell’Università degli Studi di Foggia in ogni bisogno e necessità perché essa rappresenta l’unica ricchezza e via di sviluppo di questa terra 7- evitare la svendita del patrimonio comunale per favorire una sfrenata corsa al mattone al fine di utilizzare spazi per migliorare la vivibilità urbana. Utilizzare dunque proprietà comunali per l’istallazione di fonti di energia rinnovabile per migliorare a costo zero l’illuminazione pubblica. 8- potenziare la rete dei trasporti aerei e stradali per consentire ai giovani di spostarsi senza doversi sentire isolati dal mondo al fine di raggiungere in tempi brevi le grandi città. Evitare l’isolamento che rappresenterebbe un danno irreversibile per il futuro di questa terra. 9- sostenere le scuole vittime di numerosi furti attraverso la sottoscrizione di contratti vantaggiosi tra agenzie di sicurezza private , enti pubblici responsabili e istituti coinvolti. 10- dimostrare ai cittadini un impegno concreto e responsabile da parte dei politici locali: un impegno simbolico per amore della città. Dimezzare i gettoni di presenza perché la politica sia passione e non un impiego lavorativo.

di Fabrizio Tatarella

L’assessore è Gentile, ma soltanto di nome

Foggia - La fontana di Piazza Cavour Semplicemente le prime riflessioni a caldo che semplici giovani cittadini hanno buttato giù. È importante sottolineare il termine giovani: è proprio da qui che bisogna partire per analizzare punto per punto le richieste che avanziamo alla società civile e alle istituzioni locali. Bisognerebbe ritornare a vedere tutto ciò che ci circonda con gli occhi di chi , come un ragazzo , nella sua ingenuità ed inesperienza propone. Non ci interessano più le visioni dei politici

, degli esperti fin troppo radicati in una visione ormai piena di ostacoli ,magari legittimi ma che non permettono loro di vedere le cose con l’occhio di chi non si pone problema altro che migliorare la propria città perché così non sta bene. E così che abbiamo analizzato proposte condivisibili come il trasporto pubblico , la necessità di infrastrutture , un piano più efficiente di mobilità o la rivalutazione degli istituti professionali. Potrà far sor-

ridere alcuni ben navigati nel mondo delle istituzioni la proposta del taglio dei gettoni di presenza come gesto simbolico verso una cittadinanza che non crede più che la classe politica possa risolvere i problemi della comunità , ma che ci vogliamo fare, scusate se siamo giovani e pensiamo con l’occhio di chi non si capacita del perché la propria città deve essere talmente diversa dalle altre realtà italiane. * COORDINATORE GENERAZIONE FUTURO FOGGIA

L’INDISCRETO. Di Stefano verso le dimissioni

Cerignola, il Pdl rischia di implodere Con le dimissioni del coordinatore Di Stefano il Pdl a Cerignola è in liquefazione. Pochi iscritti (400, meno della sola An), scissioni, rivalità interne e Fli che erode consensi ogni giorno al partito berlusconiano. In Consiglio comunale il Pdl portò 12 consiglieri comunali. Oggi non è più autosufficiente. L’Udc aveva eletto 6 consiglieri. Ora 4 Consiglieri del Pdl si sono dichiarati autonomi e, in caso di pretese non soddisfatte dal

Sindaco, pare probabile un loro passaggio all’Udc di Casini, unitamente al loro riferimento in Regione Lucio Tarquinio che lascerebbe il Pdl sempre più in mano alla componente di CL composta dai consiglieri regionali Di Gioia, Damone e dall’europarlamentare Barbara Matera alleati del potente, pur senza un voto, Tonio Leone. Un‘asse Foggia (Di Gioia)-Lucera (Matera)- San Severo (Damone)- Manfre-

www.ilvelino.it

donia (Leone) che umilia gli ex An, sempre di meno quelli rimasti nel PdL, taglia fuori Gatta, che aveva dichiarato che avrebbe lasciato il Pdl se i Congressi non si fossero celebrati a novembre, ed esclude Cerignola dove Giannatempo sperava di poter recitare un ruolo di primo attore nel Pdl di Capitanata. Invece, le frizioni in seno alla sua maggioranza, l’essere privo di amici e riferimenti, la crisi di consensi, la eterna rivalità con Ruocco e la crescente visibilità di Farina, lo hanno relegato a semplice comparsa. CARLO DERCOLE

Nomen omen, dicevano i nostri maggiori, nel nome è scritto il destino. Ma nel caso di Elena Gentile, l’unico assessore della Giunta Vendola eletto in Capitanata, ci dev’essere stato un errore di stampa. Non ci riferiamo, naturalmente, alla cortesia personale della signora, che essendo riuscita ad imporsi in un mondo maschilista come quello della politica, ha un po’ allentato certe caratteristiche volute dagli stereotipi: ci riferiamo allo scarso garbo nei confronti delle istituzioni del territorio e dei cittadini. Nella scorsa settimana si è svolta un’imponente manifestazione sui trasporti in Capitanata, preceduta da un’importante riunione congiunta dei Consigli dei maggiori Enti Locali di Capitanata. Su questa vertenza, che riguarda da vicino la Regione, dall’assessore Gentile non è venuto un solo fiato di presenza. Eppure sia nell’aula del Tribunale della Dogana che in piazza c’erano diversi suoi colleghi consiglieri regionali, quali appartenenti all’opposizione, quali alla minoranza. È ben vero che le responsabilità amministrative della Gentile riguardano altri settori, ma una Giunta non è anche un organo politico? E le sue responsabilità non sono collegiali? Per Elena evidentemente no.


14

Europa

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

L’ITALIA VISTA DALL’EUROPA - Il clima è cambiato rispetto a qualche settimana fa: la crisi si è aggravata, il nostro credito è aumentato

La lunga giornata europea di Mario Monti Dopo dieci anni da Commissario alla concorrenza, a Bruxelles per la prima volta nelle vesti da Premier di VINCENZO MATANO Come si sarà sentito Mario Monti al suo arrivo a Bruxelles per la prima volta nella veste di Presidente del Consiglio? Dopo esserci stato per dieci anni da commissario europeo alla concorrenza, sicuramente deve aver avuto tutto un altro sapore. Il neo primo ministro si porta dietro un'enorme responsabilità: quella di sanare l'economia italiana. Il compito è arduo, come è stato sottolineato dal commissario agli affari economici Oli Rehn, ma non impossibile. Monti è stato accolto calorosamente sia dal presidente della Com-

Il premier italiano Mario Monti missione europea Jose' Manuel Barroso che dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, entrambi hanno speso elogi per il pre-

mier italiano dando risalto alle sue doti accademiche ed evidenziando l'importanza della sua visione europea. Il clima è veramente

cambiato rispetto a qualche settimana fa, se da un lato la crisi finanziaria si è aggravata, dall'altro il credito dell'Italia all'interno delle istituzioni europee è aumentato. Gli apprezzamenti espressi da Barroso e Van Rompuy hanno fatto capire che con Monti il dialogo Italia-Ue promette di diventare più fluido rispetto al precedente governo. Il premier ha confermato “continuità” nel rispetto degli impegni sul risanamento dei conti pubblici “incluso il pareggio di bilancio nel 2013”. Ha però annunciato “maggiore attenzione alla crescita, alle riforme strutturali e alla ricerca del consenso in Parla-

mento e tra le forze sociali” perché “l' attenzione al consolidamento della finanza pubblica non deve mandare in oscurità, in seconda linea, l' attenzione sulla crescita”. Il premier italiano ha aggiunto di aver discusso con Barroso in generale “di come si debba tener conto del ciclo nella valutazione qualitativa degli obiettivi di bilancio”. Supermario parte, quindi, con il vantaggio dovuto alla sua credibilità personale, ma malgrado ciò le sfide per l'Italia sono "immense" come ha voluto sottolineare il presidente Barroso. Il Premier italiano è stato realista sugli altri obiettivi dell'Italia nei prossimi anni, e ha evita-

to di lanciare promesse eclatanti (come era solito fare il governo precedente). Dopo gli incontri bilaterali nel quartiere comunitario, il premier si è diretto alla residenza dell'ambasciatore presso la Ue, Ferdinando Nelli Feroci, per incontrare Antonio Tajani e gli eurodeputati italiani. Un incontro molto apprezzato dai rappresentanti italiani: "E' la prima volta, hanno raccontato, che il premier dell'esecutivo chiede di vederci". Una bella soddisfazione e una ripartenza per tutto il sistema Italia a Bruxelles che negli ultimi tempi ha vissuto l'esperienza europea con il complesso di Berlusconi.

UNA INTERROGAZIONE DI TATARELLA DOPO IL SERVIZIO DI REPORT

In Cina e ritorno, il danno e la beffa dei traffico illecito di rifiuti Sette miliardi di euro l'anno. A tanto ammonta, secondo i dati di Legambiente, il giro d’affari del traffico illecito di rifiuti. Perché smaltire pneumatici, oli industriali, plastiche e parti di autoveicoli comporta costi notevoli: molto più facile spedirli in paesi come la Cina camuffandoli da finte materie prime. Questo traffico illegale alimenta il circuito criminale internazionale, ma non so-

lo. Il materiale arrivato in Cina, viene trasformato in materia prima e utilizzato per produrre merce che viene esportata in Europa. I prodotti che rientrano nel vecchio continente, molto spesso, non rispettano gli standard europei di qualità e sicurezza e risultano dannosi per la salute dei consumatori. In sintesi: i cinesi ci rivendono la nostra spazzatura. Quello del traffico illega-

le dei rifiuti è un problema sottostimato in Italia, ma anche in Europa. A questo proposito, l'onorevole Salvatore Tatarella, ha presentato un'interrogazione scritta alla Commissione europea per sollevare il problema anche a Bruxelles. "Ho chiesto alla Commissione cosa intende fare per proteggere i consumatori, ma soprattutto se sono previste delle misure

Salvatore Tatarella preventive per le importazioni dalla Cina" - ha affermato l'eurodeputato di Fli, che ha aggiunto - "Le conseguenze di questo traffico di rifiuti sono enormi sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista ambientale: bisogna fare qualcosa al più presto". VINCENZO MATANO

VERSO UNA REVISIONE DELLA DIRETTIVA EUROPEA. WORKSHOP PRESIEDUTO DA TATARELLA

Riduzione dei decibel per una vita più sana "Una maggiore e più efficiente riduzione del rumore per assicurare ai cittadini europei uno sviluppo in crescita ma che sia sostenibile e rispettoso dell’ambiente e della salute di ognuno" lo ha dichiarato l’on. Salvatore Tatarella durante l’incontro di mercoledì al Parlamento Europeo. L’iniziativa promossa dallo stesso europarlamentare ha voluto analizzare le problematiche legate all inquinamento acustico nelle città.

L’evento organizzato in previsione della pubblicazione della nuova direttiva sull’inquinamento acustico da parte della Commissione europea per fine mese, ha preso in esame diverse tematiche. I molti tecnici presenti si sono affrontati sulle diverse soluzioni rese possibili dalle nuove tecnologie, dagli pneumatici alle barriere antirumori, dagli autoveicoli al manto stradale. “Tutti sappiamo cos'è il rumore, ma solo in pochi, tut-

tavia, lo considerano vero e proprio inquinamento. Forse per la sua natura apparentemente immateriale non è considerato un pericolo per la salute. In realtà, i rischi per la salute sono molti e spaziano dai disturbi psicofisici fino a veri e propri danni fisici al sistema uditivo. Studi provenienti da diversi ambiti della medicina hanno infatti dimostrato che l’esposizione all’inquinamento acustico di adulti e bambini può causare non solo

danni all’udito, ma anche problemi cardiovascolari, stress e disturbi del sonno”. ha dichiarato l’on. Tatarella. Considerando che in Europa assistiamo ad una mobilità in continua crescita con l’aumento dei veicoli che transitano sulle nostre strade, que-

ste soluzioni sembrano necessarie piu che mai. La mobilità certo e’ segno di crescita economica e sociale ma anche fonte di problematiche legate alla sostenibilità e in modo particolare all’ambiente (emissioni di CO2 ma anche di decibel). “La rete stradale europea, senza

la quale cittadini e merci non potrebbero muoversi, è allo stesso tempo fonte di servizi e di disagi. Questi ultimi tuttavia possono e devono essere mitigati, ed in questo il mondo dell’industria gioca un ruolo fondamentale. Gli investimenti nella ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie hanno consentito di raggiungere traguardi importanti, ma davanti a noi c’è ancora molta strada da fare” ha concluso Tatarella. Nei prossimi mesi la revisione della Direttiva sarà al vaglio del Parlamento e toccherà alla politica dare dei segnali chiari ai Paesi membri in materia di decibel. ELIONA CELA


Puglia d’oggi

Spettacoli e Cultura

venerdì 25 novembre 2011

15

MEDIMEX - Tra gli eventi previsti nella tra giorni fieristica anche la quindicesima edizione del Meeting delle etichette indipendenti

Le Musiche del Mediterraneo vanno in scena alla Fiera di Bari Il giovane fotografo specializzato nelle espressioni dei volti noti

La presentazioni delle installazioni all’Aeroporto di Bari

di ISABELLA BATTISTA Ieri è stata inaugurata Medimex, la Fiera delle Musiche del Mediterraneo presso la Fiera del Levante di Bari, una fiera specializzata, ospitata su 4 mila metri quadri del nuovo padiglione fieristico. La Fiera delle Musiche del Mediterraneo, prima in Italia, è organizzata da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale, con l’obiettivo di favorire la relazione tra mercato musicale regionale, italiano ed europeo - con particolare attenzione al Mediterraneo - allo scopo di incentivare scambi artistici e rapporti commerciali e sostenere lo sviluppo dell’intero comparto musicale. “Avremo il 26 novembre anche una Notte Bianca dei Teatri in Musica a Bari – ha ricordato l'assessore regionale alla Cultura, Turismo e Mediterraneo Silvia Godelli – durante la quale saranno coinvolti anche i club della città, già si sta attivando la rete commerciale con una speciale card per garantire sconti agli ospiti stranieri”. Medimex incentiva la partecipazione di operatori e imprese musicali pugliesi, attraverso agevolazioni e sconti. Puglia Sounds infatti attraverso la Fiera delle Musiche del Mediterrano intende perseguire l’attività di sviluppo della filiera musicale regionale e favorire l’incontro tra il sistema musicale regionale e il mercato musicale nazionale ed internazionale. Stasera e domani sui tre palchi dello Showville di Bari, contenitore culturale polifunzionale, si avvicenderanno i 21 artisti pugliesi, italiani e internazionali coinvolti negli showcase del Medimex. Dal reggae alla musica popolare, dai suoni dei balcani alla sperimentazione, dall’elettronica al rock per un viaggio attraverso le sonorità del Mediterraneo. Sempre oggi e domani la sala conferenze Musica è lavoro sarà dedicata a workshop e speed dating dedicati a giovani musicisti e

professionisti della musica pugliesi con Stefano Senardi, Luca Valtorta, Pino Pinaxa Pischetola e Luca De Gennaro. Inoltre nel corso dei tre giorni della fiera si svolgeranno numerose pre-

sentazioni e conferenze stampa di progetti inediti e iniziative musicali (99posse, Le Luci della Centrale Elettrica, Teatro degli Orrori, Teatro Valle Occupato, Assomusica, Womex, Fira di Manresa, You Tube, Myspace, Note Legali, Officine della Musica e molti altri) e aperitivi musicali (con Donpasta e i giornalisti Fabrizio Versienti e Ugo Sbisà). Sarà ospitata inoltre la XVesima edizione del MEI – Meeting delle Etichette in-

dipendenti. Il MEI presenterà l’edizione 2011 del premio PIMI – Premio Italiano Musica Indipendente e del Premio PIVI – Premio Italiano Videoclip Indipendente, che verranno assegnati domenica 27 novembre 2011. In occasione dell’evento, fino al 5 gennaio 2012 l’aeroporto di Bari ospita una chitarra, un pianoforte e un rullante in cartapesta di enormi dimensioni realizzati nella Fabbrica dei Giganti di Carta dai maestri cartapestai di Putignano.

CASTELLANA Venerdì 11 novembre è stato inaugurata la terza edizione di Grotte Horror proprio a Castellana Grotte. Nella Caverna della Fonte,infatti, attrezzata come una vera e propria saletta cinematografica con ben 60 posti a sedere ogni venerdì fino al 9 dicembre, sarà possibile vedere cinque film che hanno fatto la storia del genere horror. I film, selezionati dal critico cinematografico Lino Aulenti, hanno la collaborazione tecnica della Coop. Soc. Fantarca. Novità di questa terza edizione: nella prima serata Claudio Simonetti, leader e fondatore della storica band di rock progressive dei Goblin, ha eseguito in grotta le colonne sonore dei grandi successi di Dario

Grotte Horror, cinque pellicole in rassegna nella Caverna della Fonte Argento: Profondo Rosso, Suspiria, Phenomena, Tenebre, Non Ho Sonno, Suono Rock, Roller. Il pubblico assisterà alle proiezioni avvolto dall'atmosfera naturale di giochi di luci, ombre, sensazioni da brivido e audio in perfetto dolby surround...e qualche pipistrello che sonnecchia tra le stalattiti. Una originale occasione ideata già lo scorso anno per esaltare l'atmosfera straordinaria di quello che è il complesso carsico turistico più

BARI

grande che abbiamo in Italia, e che da sempre è attento alla promozione al suo interno di eventi culturali di qualità. Il calendario delle proiezioni: - Venerdì 11 novembre: Suspiria (1977). Regia di Dario Argento. Interpreti: Flavio Bucci, Alida Valli, Stefania Casini, Jessica Harper, Miguel Bosè - Venerdì 18 novembre: Martyrs (2008). Regia di Pascal Laugier. Interpreti: Morjana Alaoui, Mylène Jampanoï, Catheri-

ne Bégin, Robert Toupin - Venerdì 25 novembre: Nanny la governante (1965). Regia di Seth Holt. Interpreti: Bette Davis, William Dix, James Villiers, Wendy Craig, Jill Bennett - Venerdì 2 dicembre: Hellraiser (1987). Regia di Clive Burker. Interpreti: Andrew Robinson, Clare Higgins, Ashley Laurence - Venerdì 9 dicembre: L'ultima casa a sinistra (1972). Regia di Wes Craven. Interpreti: Sandra Cassel, Lucy Grantham, David Hess, Fred J. Lincoln.

LECCE - SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

Tutte le iniziative Da oggi il concorso di arte pop al Fortino per il decennale Stasera alle ore 18.00 , presso il Fortino S.Antonio Abate, sarà inaugurato il concorso di arte pop dal titolo “Art native expo”. L’iniziativa intende offrire uno spaccato esemplare del lavoro delle nuove generazioni di artisti pugliesi emergenti iscritti rispettivamente presso il nuovo Liceo artistico Pino Pascali, e l’istituto di istruzione secondaria superiore “Raffaele Gorjux”, i quali dovranno reinterpretare lo stile della Pop Art liberando la loro creatività. Il concorso ha tre settori di riferimento, nello specifico, fotografia, pittura e arti grafiche, trenta partecipanti, dieci per ogni categoria. I trenta giovani artisti seguiranno un seminario breve dal titolo “ il talento e le professioni” a cura di Accademia del lusso – sede di Bari, che aiuterà gli studenti a utilizzare le proprie competenze creative per inserirsi al meglio nel mondo del lavoro. Tutti gli artisti avranno la possibilità di esporre per la prima volta, e le trenta opere selezionate verranno vendute all’asta presso la sala consiliare del comune di Bari il 3 dicembre 2011, il cui ricavato verrà devoluto totalmente a Telethon.

L’Università degli Studi del Salento Lunedì 28 novembre si concluderanno le iniziative svoltesi per il decennale del corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento, che hanno avuto il patrocinio della Regione Puglia, Apulia Film Commission e del Centro Internazionale di Cooperazione Culturale. Il programma è stato suddiviso in tre momenti: LIBRI DI COMUNICAZIONE

Sono stati realizzati 8 incontri con Docenti ed esperti di comunicazione, che hanno presentato i loro testi più recenti: Sergio Brancato, Michele Loporcaro, Mauro Magatti, Carmine Castoro, Federica Scarpa, Cristiano Dal Sasso, Elena Tavani, Stefano Rodotà. COMUNICAZIONE AL CINEMA In collaborazione con l'Apulia Film Commission e

il cinema DB d'Essai di Lecce, a partire dal 17 ottobre si è svolta una rassegna di film di ieri e di oggi incentrati sulla comunicazione. Ogni film in calendario è stato presentato, prima della proiezione, da un docente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Lunedì 28, per la serata conclusiva, sarà proiettato alle ore 21. 30 Quarto Potere di Orson Welles. CONVEGNI e FESTIVAL Il primo convegno in programma ("Comunicare Lacan") si è tenuto giovedì 3 novembre, mentre, nonostante lunedì si chiuda ufficialmente la manifestazione, il 15 e il 16 dicembre, si celebrerà Marshall McLuhan (di cui quest'anno cade il centenario della nascita e il trentennale della morte) con una due giorni dal titolo "McLuhan, trent'anni dopo".


16

Cinema

venerdì 25 novembre 2011

Puglia d’oggi

IL BUONO IL MATTO IL CATTIVO - Un simpatico e debordante omaggio al capolavoro leoniano

Il western in Manciuria del regista Kim Jee-won di MICHELE FALCONE Diretto dal coreano Kim Jee-woon, solido autore orientale, Il buono il matto il cattivo non é un remake del capolavoro leoniano Il buono il brutto il cattivo, ma un simpatico e debordante omaggio al regista romano. Regista di genere, ha praticamente girato di tutto dall'indimenticabile Two sisters (1993) incursione spaventosa nell'horror asiatico, al meló sensuale (Coming out) passando attraverso il gangster movie (Bittersweetlife) capolavoro noir dalle tinte forti. Ora rivisita il western con questo strampalato e divertente film dove la frontiera, quella della Manciuria si incontra con le avventure di 3 lestofanti bounty killer dal volto angelico. Un bizzarro individuo (il matto del titolo, ossia la star

Una scena del film Kang-Ho Song di Secret sunshine e Mr.Vendetta) ruba ad un ricco e losco contrabbandiere una mappa di un tesoro. Quest'ultimo assolda un killer (il cattivo, Byung.Hun Lee, attore feticcio del nostro regista che lo ha diretto in Bittersweet life e I saw the devil) per recuperarla, ma sulle tracce di entrambi giunge pure un abile ed intraprendente cacciatore di teste (il buono), non poi così indifferente all'idea di un bel malloppo da aggiunge-

re alla taglia che pende sui due individui. Lo scontro è serrato in un crescendo di inseguimenti e sparatorie. Ne viene fuori un giocattolone fracassone e divertente, girato splendidamente e montato in maniera cosí serrata da non annoiarci mai nonostante i 135' minuti di durata della pellicola, ambientato tra le valli desertiche della Manciuria anni '30, pressoché identica al mitico Far West fasullo (e spagnolo) degli spaghetti western, popolato di loschi individui mossi da un irresistibile attrazione per la prevaricazione e la smania di far soldi. Certo Jee-woon convince ben di piu' nei magnifici thriller che hanno preceduto (e seguito, come I saw the devil) questa bizzarra digressione. In Italia è prevista pure una sua imminente uscita ritardata sul grande schermo, che potrebbe finalmente servire per far conoscere maggiormente questo notevole e

grintoso talento dell'est. Definito un tosto, proprio per il suo stile adrenalinico e sanguinolento kim jee-woon ci regala uno splendido affresco storico, ambientato negli anni 30' del secolo scorso, cimentandosi in un genere principe il western alla Leone (citato sin dal titolo e poi già nelle spettacolari sequenze iniziali della corsa del treno e nei ritornelli musicali), dimostrandoci che un regista di talento puó anche provocare e giocare con i generi contaminando il proprio cinema con storie di straordinaria bellezza visiva. Un grazie va dato anche alla coraggiosa Tucker film di Sabrina Baraccetti e Thomas Bertacche intelligente casa di distribuzione specializzata nella distribuzione di film orientali, Departures, Poetry e prossimamente del bellissimo A simple life visto di recente all'ultima mostra del cinema di Venezia.

La locandina del film

LA SCHEDA TITOLO: Il buono, il matto, il cattivo. TITOLO ORIGINALE: Joheunnom nabbeunnom isanghannom. REGIA: Kim Jee-woon ATTORI: Byung-hun Lee, Kang-ho Song, Woosung Jung, Dal-su Oh, Lee Cheong-a. FOTOGRAFIA: Seung-Chul Oh, Mogae Lee. MUSICHE: Chan Young-gyu, Dalparan PRODUZIONE: Miky Lee PAESE: Corea del Sud 2008 GENERE: Avventura DURATA: 135 Min


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.