Puglia d'oggi n. 26

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 13 luglio 2012 • anno III n. 26 nuova serie • 1 euro

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REGIONE PUGLIA - Riordino sanitario

BARI - Erano tutti correntisti postali

Cinque nuovi ospedali, ma serve chiarezza su costi e tempi

Tessere false per il Pdl a Bari, l’affare si ingrossa

a pag 4

A pag 6

Sanità, giustizia, province, come e dove siamo chiamati anche noi a partecipare ai tagli necessari per risollevare l’Italia

La nostra spending review L’ELZEVIRO

Varenne, l’invincibile

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Complice il caldo che ci ha rinc..itrullito a dovere, è arrivata la notizia del secolo, che dico, del millennio: Berlusconi riscende in campo. Lui pensa a una nuova stagione di leadership e se Gheddafi, pace all’anima sua, aveva le amazzoni lui ha la Gelmini e la Santanchè. La Timorata e la Faccia di bronzo, che poi sono le due facce che gli si confanno meglio. Vi ricordate? Amava giocare con le poliziotte e le infermiere: a lui piace svariare, travestirsi, fare finta che. L’Italia predilige la farsa che può essere più tragica di Eschilo, se ci mettiamo di impegno. Lui, da solo, vale un 30 per cento dei consensi, almeno così dice la fedele sondaggista. Ma perché? La cosa più sconvolgente non è tanto il dato percentuale ma la mancanza di una qualsiasi giustificazione, da parte dell’elettore, su questa scelta. Del resto, chi di noi chiederebbe a un credente perché crede in Dio? Berlusconi si porta appresso un sorriso infinito, l’aria gioviale del piazzista, quel tanto di potere afrodisiaco che ha inventato il personalismo politico italiano. Perché mai non dovrebbero votare per lui? Varenne, finchè ha corso, ha sempre vinto. Finchè ha corso.

L’EDITORIALE

Una “cura da cavallo” come si usava dire quando le misure per combattere una malattia rischiavano la stessa vita del paziente umano, di sicuro meno resistente di un equino. Ma quindici anni di inerzia e di inconsapevolezza nei confronti di una crisi mondiale e strutturale non hanno, pare, lasciato scampo ai paesi europei più fragili come il nostro, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia. Resta da capire, in termini tecnico-pratici cosa davvero cambierà nella nostra regione alla luce di questa revisione di spesa. Per ora di certo spariranno due tribunali (Lucera e Fasano, e due Province (Bat e Brindisi), mentre Bari diventerà Area metropolitana. Ma nel capoluogo non lo sa nessuno. A PAG 3

Il triplo danno di Silvio di Italo Bocchino Con l’ennesima discesa in campo in stile Forza Italia, Berlusconi ha dato il colpo di grazia al suo delfino Alfano ed ha rinviato di altri cinque anni la ricostruzione del centrodestra che ancora rappresenta l’area maggioritaria nel Paese. Non vincerà più le elezioni ma salverà i suoi pretoriani. Passa il tempo ma non perde il vizio. E’ un triplo danno: Italia perderà credibilità, centrodestra resterà diviso e Porcellum non morirà.

GLI SCENARI DEL CENTRODESTRA - Cassano con la Polverini? Melchiorre con Nuova Italia. E Fitto?

Il Pdl pugliese verso la frantumazione

a pag 6

FOGGIA - La società foggiana verso la scomparsa. Ore decisive

Calcio, è l’ora dell’addio?

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CERIGNOLA - L’Assessore Francesco De Cosmo verso Italia Futura

La grande fuga dal Pdl

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BARI - Vecchie facce e qualche volto nuovo nell’incontro barese

Liste civiche, triste passerella

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il corsivo

Sergio Blasi e Michele Emiliano, rispettivamente segretario e presidente regionale del Partito Democratico di Puglia, sono un perfetto esempio di fraternità in politica. Come i fratelli Karamazov, come Romolo e Remo, come Caino e Abele. Riescono a litigare con tale astiosa malevolenza, e con argomenti di così impressionante meschinità (comprese le spese di viaggio) che sospettiamo fortemente siano gli attori di una recita, i protagonisti di una macchinazione destinata a destare unanime rimpianto per l’assenza di D’Alema. Probabilmente militanti ed elettori del Pd finiranno per sfilare in corteo dietro lo striscione “Aridatece Massimo”!

di Enrico Ciccarelli


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In primo piano

venerdì 13 luglio 2012

IN ITALIA - Il Governo non vuole appaltare alle parti sociali la determinazione della politica economica

Lo scandalo del grande eretico Mario Monti coerente e deciso contro l’eterno tartufismo italiano di Enrico Ciccarelli

il commento

L’onesto Gianfranco e il replicante Silvio No, davvero non erano fatti per capirsi, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. A stupire non è la circostanza che si siano divisi, ma che siano riusciti a procedere uniti per tanto tempo. Prendete gli ultimi sviluppi: Fini, come sempre pensoso più delle sorti dell’Italia che delle proprie convenienze contingenti, dice ad alta voce al “Messaggero” quello che tutti sanno, ma che nessuno ha il coraggio di ammettere. L’esito più probabile delle prossime elezioni, a parte gli eventuali salti nel buio, è quello di una grande coalizione che prosegua, con un altro premier, l’esperienza del Governo di responsabilità nazionale attualmente in carica. Perché esiti diversi ci indebolirebbero sul fronte dei mercati e su quello dell’Europa, perché il pareggio di bilancio e il fiscal compact non saranno una passeggiata, perché elezioni a forte competitività costringerebbero a imbarcare forze populiste ed euroscettiche che sarebbero la zavorra prima e la pietra tombale poi di qualsiasi coalizione (davvero qualcuno nel Pd può fidarsi di Di Pietro? Davvero qualcuno nel Pdl pensa di poter rinverdire il patto con la Lega?). Mentre il presidente della Camera svolge questo esercizio di ragionevolezza, che non è fatto per vellicare la pancia dell’opinione pubblica e nemmeno quella dei militanti di

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

Gianfranco Fini

Futuro e Libertà, il Cavaliere annuncia (per la verità senza destar sorpresa) di essere pronto a ricandidarsi premier. Saranno passati “soltanto” diciannove anni dalla prima volta che si propose con successo agli Italiani. In questo si coglie la natura di “replicante” di Berlusconi, il suo essere dominato dalla coazione a ripetere. Il tentativo è meno naïf di quanto sembri: sa di non vincere, ma la candidatura a premier, oltre a evitare le scomodissime primarie, gli permette di continuare ad essere il dominus del centrodestra, di far valere il suo potere di interdizione e di veto nella grande coalizione che anch’egli sa inevitabile, di dettare e fermare carriere all’interno della sua vasta e assortita cortigianeria. Disegno la cui riuscita dipende dalla capacità degli altri di non abboccare, riproponendo la vecchia polarità berlusconismo-antiberlusconismo. Non mancano, come sempre, tocchi di involontario umorismo: il “ticket” con Alfano, ad esempio, che è un po’ come se il dottor Frankenstein si presentasse “in ticket” con il suo mostro. Enrico Ciccarelli

Quando Giorgio Napolitano, tornando alla lettera della Costituzione dopo decenni di “consuetudini” distorsive, incaricò il professor Monti di formare il suo Governo di responsabilità nazionale, l’Italia si aspettava un cambio di orizzonte e di prospettiva rispetto all’inguardabile Seconda Repubblica. A noi sembra che, al netto dei comprensibili errori, delle inevitabili timidezze, dell’obiettiva difficoltà del momento, questo obiettivo sia stato centrato. Ci pare che, con la formidabile tenacia dei mansueti, l’ex-presidente della “Bocconi”, stia anzi dimostrando sul cam-

po perché il Wall Street Journal scrisse che per la finanza americana Monti, allora Commissario europeo alla Concorrenza, era l’equivalente di Saddam Hussein. Ne abbiamo avuto la prova con le ultime dichiarazioni del premier a proposito della concertazione e delle parti sociali, che in queste ore stanno destando l’atteso e inconsistente vespaio. Come per la Fornero e il lavoro, ovviamente, dobbiamo basarci su ciò che Monti ha detto, non su quello che le interessate ostilità pretenderebbero di fargli dire. Tanto per cominciare, non c’è stata alcuna sconfessione o demonizzazione della concertazione: Monti ha anzi ribadito il dovere, da parte dell’esecutivo, della consultazione e dell’ascolto. Va sottolineato come il rispetto dell’autonomia contrattuale delle parti so-

taranto

Un parto parziale per la Giunta-Stefàno Mentre chiudiamo le pagine del giornale è in corso la prima seduta del consiglio comunale dell’Era Stefàno bis a Taranto. Non pochi i problemi per il sindaco della città jonica. Così come abbiamo già evidenziato dopo oltre 50 giorni dalla elezione, Ippazio Stefàno non riesce a formalizzare la propria Giunta. Oggi in Consiglio infatti nominerà solo tre su nove assessori: Si tratta di Lucia Viafora (Sel), cui è stata assegnata la delega ai Servizi sociali e Politiche giovanili, Francesco Cosa (Sds), che ha ottenuto la delega alla Pianificazione urbanistica, Edilizia ed Area Vasta, e Barbara Scozzi (tecnico), con delega al Patrimonio, per l’arco temporale di sei mesi. Per completare la squadra mancano quindi sei nomi: uno in quota all’Udc, uno de La Puglia per Vendola, l’altro di Sds, l’altro (di natura

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tecnica e a tempo) in quota al sindaco e i due che spettano al Partito democratico. In questa maniera il Pd ottiene anche la Presidenza del Consiglio, ma proprio il partito di maggioranza relativa sta creando i problemi maggiori al sindaco. Il primo cittadino sembrerebbe vittima del mancato accordo interno al partito di cui l’Assessore regionale Michele Pelillo è uno dei leaders, ma anche non più in grado di gestire il suo gruppo politico (Sds) ormai ufficialmente diviso in due. Stenta a decollare quindi il nuovo Governo cittadino, mentre tutto attorno in Città sembra collassare. Dalla grande industria ai vertici della quale negli ultimi giorni ci sono state due dimissioni importanti, allo sport senza soffermarci sulle quotidiane e diffuse emergenze sociali. Francesco Fischetti

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ciali sia stata, a differenza di quanto avvenne con i provvedimenti di Maurizio Sacconi, scrupolosamente osservata dal Governo. Ed anche interventi che avrebbero avuto grande popolarità, come il taglio dei permessi sindacali nel pubblico impiego, sono stati rinfoderati per non esasperare il conflitto. Quindi nessuna entrata a gamba tesa sul delicato settore delle relazioni industriali, nessun tentativo di essere più sindacalisti della Cgil o più imprenditori della Confindustria (ed in passato il nostro Paese ha conosciuto l’una e l’altra tentazione): anche il congiunto giudizio negativo che, per ragioni opposte, Camusso e Squinzi danno della riforma Fornero, è una paradossale conferma dell’equilibrio del Governo. Che però –ed è qui lo

scandalo del grande eretico- non vuole appaltare alle parti sociali la determinazione della politica economica nazionale. Che questa opzione tacita sia presente nei pensieri e nelle condotte di sindacati datoriali e dei lavoratori è cosa che solo l’italico tartufismo può negare: fin dall’accordo dell’Eur fra Lama e Agnelli, che a metà degli anni Settanta ipergarantì i garantiti lasciando alla malora tutti gli altri, l’idea che la governance delle grandi fabbriche e della pubblica amministrazione fosse il bene prevalente a cui sacrificare ogni altra considerazione è stata dura a morire. Né si può ragionevolmente negare che i prezzi e le conseguenze di alcune di quelle scelte siano stati posti a carico, pesantemente a carico, di tutti gli Italiani. Al Quirinale, nello scorso novembre, Mario Monti ha giurato sulla Costituzione di svolgere il proprio incarico nell’esclusivo interesse dell’Italia. Lo sta facendo con esemplare rigore. Ciascuno è chiamato a fare la propria parte; anche –si perdoni il gioco di parole- le parti sociali.

attualMente

La Puglia non è solo blu L’estate 2012 sventola bandiere blu per la Puglia, premiata in 38 comuni dalla Lega Ambiente Turismo. Mare azzurro, ottima cucina, paesaggi incantevoli, rispetto dell’ ambiente sono le qualità di Ostuni per le quali si aggiudica il decimo posto nella classifica nazionale della Guida Blu 2012. La seguono le città di Monopoli, Otranto, Fasano, Polignano a Mare, Castellaneta, Santa Cesarea Terme, Nardò, Chieuti, Diso, Maledugno e molte altre. Puglia, una meraviglia di sapori, colori e profumi, dove le bandiere si spiegano al vento, però. Lì dove il mare non si confonde con il cielo, alcuni bagnanti dimenticano a casa il buon senso e le regole base della civiltà. Sulle spiagge abbandonano bottiglie, carte, sigarette e quel che resta di un pranzo. Uno schiaffo vola alla natura e una bandiera sarebbe da piantare. Nera, questa volta. Eppure, anche lì, a pochi km dalle mete premiate, spuntano cartelli per la tutela dell’ambiente, come quello che nega l’accesso agli animali. Ne occorrerebbe, un altro, in alcuni casi, per le persone. Che indichi il grado di civiltà raggiunto. Conservare e valorizzare il nostro territorio, infatti, è innanzitutto un nostro compito ben preciso. Essere cittadini attivi non significa soltanto partecipare alla vita politica. Ma compiere ogni giorno anche piccoli gesti fondamentali per tutti. E’ proprio vero: il sole dà alla testa. Non a tutti, per fortuna.

di Annalisa Tatarella

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In primo piano

venerdì 13 luglio 2012

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TAGLI E SACRIFICI - Il buco provocato dalla sanità regionale ha portato al piano di rientro: non cambierà quasi nulla

Puglia, ecco la spending review Presto spariranno i tribunali di Lucera e di Fasano. Arriva la scure su tre province, con Bari destinata a diventare Area metropolitana di Fortunata Dell’Orzo Una “cura da cavallo” come si usava dire quando le misure per combattere una malattia rischiavano la stessa vita del paziente umano, di sicuro meno resistente di un equino. Ma quindici anni di inerzia e di inconsapevolezza nei confronti di una crisi mondiale e strutturale non hanno, pare, lasciato scampo ai paesi europei più fragili come il nostro, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia. E mentre sul paese incombe da qualche ora anche la minaccia di un ritorno di Silvio Berlusconi al centro della scena politica e Mario Monti forse pensa a un futuro sul colle, resta da capire, in termini tecnico-pratici cosa davvero cambierà nella nostra regione alla luce di questa impietosa revisione di spesa. Cominciando dalla sanità. Diciamo subito che in Puglia non dovrebbe

a bari

Area metropolitana, questa sconosciuta

succedere nulla. La nostra regione è infatti fra quelle che sono in piena fase di rientro. In altre parole, una spending review autoctona, resa necessaria dalla voragine di debito provocata dalla sanità e che ha portato alla soppressione di ospedali e posti letto. Anzi, in Puglia sono previsti cinque nuovi ospedali per un investimento complessivo di 560 milioni di euro: il tutto però è ancora largamente in fase progettuale. Giustizia. Spariscono i tribunali di Lucera e di

Fasano (Br) e con loro gli uffici dei Giudici di Pace. Non si hanno altre notizie precise in merito ad altre eventuali sedi da “tagliare”. Mugugni e annunci di proteste da parte degli avvocati. Province. In Puglia ne resteranno tre: Foggia, Taranto e Lecce. Bari diventa area metropolitana, la BAT scompare e Brindisi viene “diluita” fra Lecce e Taranto. Insomma il “grande Salento” non diventerà regione autonoma, ma ci è andato molto vicino. Ma, tagli a parte (e per le province ci si aspettava anche di più e di meglio), sul piano pratico della ridistribuzione delle funzioni che appartenevano agli enti soppressi, siamo ancora nella più totale incertezza. In concreto, i tagli delle province significano quasi esclusivamente la fine delle rimesse statali: insomma soldi che non arriveranno più, neanche quando le competenze saranno riassegnate, probabilmente alle Regioni o alle province superstiti. Da Taranto, ad esempio, arriva il grido di allar-

me di Gianni Florido, presidente della Provincia: “Se questo provvedimento sarà confermato, registreremo ulteriori minori entrate pari a 12 milioni di euro. Questa riduzione di fondi renderà impossibile l’equilibrio di bilancio e andrà a sommarsi ai 7 milioni di euro di tagli già previsti e quindi non erogati alla Provincia di Taranto per l’anno 2011. A livello generale, tutto ciò comporterebbe per le Province tutte, compresa quella di Taranto, l’impossibilità di garantire l’apertura delle scuole, la manutenzione minima delle strade, compreso lo sfalcio delle erbe e l’erogazione di tutti gli altri servizi di base”. Se confermati, i 500 milioni di euro di tagli alle Province, secondo l’Unione delle Province Pugliesi di cui Florido è presidente, comporteranno il dissesto finanziario delle Amministrazioni provinciali e dunque la loro chiusura di fatto. All’Upi pensano alle dimissioni in massa di tutti i presidenti di Provincia. Ma tra il dire e il fare…

A zero, come le chiacchiere: mentre il governo taglia a colpi di accetta e ridisegna dopo 150 anni l’assetto complessivo dello stato, a Bari nessuno sa bene cosa significhi e come sarà la nuova area metropolitana che ormai deve nascere. Piano strategico, Terra di Bari e tutto l’armamentario demagogico-elettoralistico su cui in gran parte si è alimentata e cresciuta l’era Emiliano, al momento non possono costituire nemmeno una vera base di partenza per la definizione della Metropoli. Avrebbe dovuto essere convocata, e da tempo, una massiccia conferenza dei servizi e delle istituzioni che coinvolgesse tutte le municipalità coinvolte. E bisognerà ridefinire i confini che, per quanto se ne sa, dovrebbero coincidere con la Provincia di Bari, nella sua riformulazione dopo la nascita dell’inutile BAT. Nel vecchio piano strategico, i cui resti sono comunque consultabili in rete all’indirizzo www.ba2015.org, sono coinvolti ben 31 comuni, fra rivieraschi e interni per un centinaio

manfredonia

concorso di vignette internazionale

Tre giorni di dibattiti nella festa estiva del Mezzogiorno di Fli

Pierfrancesco Uva è tra i migliori d’Europa

Si svolgerà in Puglia, a Manfredonia (FG), (Piazzale Ferri – Castello)dal 18 al 21 agosto la più importante Festa estiva del Mezzogiorno di FLI. Tantissimi gli ospiti. All’inaugurazione è prevista, tra gli altri, la presenza di Mimmo Farina Assessore ai lavori pubblici della Provincia di Foggia e del Presidente della Provincia di Bari Fran-

cesco Schittulli. Previsti gli interventi dei Coordinatori regionali e provinciali di Udc, gli on.li Angelo Sanza e Angelo Cera e dei parlamentari del Pd, Michele Bordo e di FLI, Carmelo Patarino e Francesco Divella e del leader dei giovani di Generazione Futuro Gianmario Mariniello. Atteso confronto, lunedì 20 agosto, tra i coordinatori provinciali dei

più importanti partiti della provincia: Franco Landella (Pdl), Angelo Cera (UdC), Paolo Campo (Pd) e il padrone di casa Fabrizio Tatarella (FLI) si confronteranno su “Politica e anti politica”. Gli incontri saranno moderati da giornalisti di diverse testate ed emittenti foggiane. La Festa estiva di FLI a Manfredonia sarà conclusa martedì 21 agosto.

di chilometri di fronte a mare. Tutto il lavoro che fu svolto da decine di giovani professionisti e che costò alcuni milioni di euro (ben spesi se ci fosse stato un seguito) oggi rischia di non aver alcun valore pratico e nemmeno di indirizzo perché alla teoria, ai progetti e alle decine di forum, non è poi seguita nessuna seria perimetrazione dell’area, nessuna seria ipotesi di riassetto istituzionale e logistico. Nulla insomma che preparasse il territorio all’istituzione vera dell’Area Metropolitana. C’è stato un dibattito sul decentramento che sembrava dovesse passare solo dalla riduzione del numero delle Circoscrizioni (che invece sono destinate a scomparire): un po’ pochino, viste le gloriose e al momento inutilizzabili premesse. Una ulteriore e triste dimostrazione che la classe politica cittadina, di maggioranza e di opposizione, non è stata in grado di produrre una vera idea nuova sulla nuova città metropolitana, la cui nascita ormai è imminente. F.D.O.

Siamo di parte, lo ammettiamo candidamente. Ma pensiamo anche di dire la verità. Tra le vignette in lizza per la vittoria nel Concorso premio per la migliore vignetta dedicata all’UE nella sezione stampa, la migliore pensiamo sia quella del nostro Pierfrancesco Uva. Si tratta di una vignetta pubblicata su Puglia d’oggi lo scorso 2 dicembre. La vignetta è tra le 20 più belle d’Europa. Ma può vincere. Per farlo ha bisogno del supporto di tutti i nostri lettori. Vi invitiamo, dunque, ad accedere sul sito del periodico “Internazionale” e, nella sezione dedicata al concorso (Festival), a votare per questa vignetta.


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Regione Puglia

venerdì 13 luglio 2012

SANITA’ - Presentata l’idea di costruire cinque nuovi ospedali in tutta la Regione per una spesa di oltre 500 milioni di euro

Ospedali, con quali fondi? Senza la certezza della copertura finanziaria impegno preso dalla Giunta regionale rischia di essere l’ennesimo specchietto per le allodole e solo un’operazione di marketing di Roberto Mastrangelo Chiariamolo subito. Non siamo aprioristicamente contrari alla costruzione dei cinque nuovi poli ospedalieri sbandierati dal presidente Vendola. Ma in un periodo in cui è lo stesso Vendola, anche per bocca del suo assessore alla sanità Attollini, a chiedere ai pugliesi di non essere sterilmente campanilistici, e di entra-

re nell’ottica di una necessaria ed improrogabile ricollocazione sanitaria su un livello di vicinorietà territoriale che possa garantire a tutti i cittadini pugliesi le garanzie minime di assistenza sanitaria riducendo al minimo possibile gli spostamenti nell’ottica di una pesante spending review, è anche giusto chiedersi con quali soldi e in quanto tempo queste strutture verranno realizzate.

l’intervento di euprepio curto

Penalizzata tutta la provincia di Brindisi

Euprepio Curto

“Sono convinto che i sindaci della provincia di Brindisi convocati insieme a quelli della provincia di Bari, dall’assessore regionale alle Politiche della salute, Ettore Attolini, sapranno cogliere l’occasione per denunciare con forza l’ennesimo scippo subito dal nostro territorio, esprimendo un parere contrario al Piano d’investimenti sanitari per la costruzione di nuovi ospedali”. A sottolinearlo è stato il consigliere regionale di Futuro e Libertà, Euprepio Curto, al termine della seduta della III Commissione consiliare nell’ambito della quale l’assessore Attolini aveva sostanzialmente confermato che la localizzazione del cosiddetto Ospedale Nord della provincia di Brindisi, inizialmente allocato tra Ostuni e Fasano aveva subito una modifica sostanziale essendo stato programmato in un’area quasi interamente ricadente in territorio monopolitano. “Nessuno sterile campanilismo – ha aggiunto Curto - ma

siccome la previsione della realizzazione dell’ospedale nord brindisino costituiva la naturale conseguenza della soppressione dei due nosocomi di Ostuni e Fasano, non sono comprensibili i motivi per i quali a Brindisi si sottraggono due ospedali per darne uno in più all’area barese. “Probabilmente – ha proseguito Curto – la ragione sta nel fatto che molte città della provincia di Bari sono ormai stanche delle continue cannibalizzazioni subite dal capoluogo, motivo per cui la concessione fatta alla città di Monopoli potrebbe costituire una sorta di risarcimento politico per ciò che alla provincia era stato tolto dalla futura città metropolitana”. “Tutto giusto – ha concluso Curto – se non fosse per due fattori importanti e, al contempo, inquietanti: innanzitutto, il fatto che il prezzo in termini sanitari ancora una volta vien scaricato sul contraente più debole (in questo caso la provincia di Brindisi); e, in secondo luogo, la possibilità che, almeno stando ad alcune autorevoli indiscrezioni, cordate di grandi costruttori baresi abbiano fatto pesare la loro influenza al fine di poter meglio osservare le fasi che condurranno all’assegnazione del lucroso appalto. Ma su quest’ultimo argomento ritornerò”.

Ricapitolando, la Regione ha deciso di investire una cifra superiore al mezzo miliardo di euro per 5 nuovi ospedali di livello regionale. E nel contempo di tagliare posti letto, reparti e di chiudere una serie di ospedali in tutta la Regione, coerentemente anche con le richieste nazionali fatte in materia. I nuovi presidi ospedalieri sono quelli di Andria 350 p.l. (con una stima di costo per la realizzazione di 84 milioni e con una localizzazione prevista in contrada Martinelli); Bari Nord (che sovrintenderà alle esigenze assistenziali del nord barese e della parte sud della ASL BT con 250 p.l e una stima di costo di 60 mln; sulla localizzazione del sito si sta ancora lavorando); Bari – Brindisi 350 p.l. (84 milioni, area interessata compresa tra Monopoli e marginalmente Fasano); Taranto 700 p.l. (costo di 210 milioni e localizza-

zione in un’area da individuare) e, infine, Lecce sud 250 p.l. (con sede a Maglie e una spesa di 60 mln.). Ora però si tratta di verificare se le risorse destinate all’edilizia sanitaria ex art. 20 sono ancora disponibili, a quanto ammontano, quali sono i tempi a disposizione per presentare i progetti, visto che è ancora tutto da fare, compresa l’individuazione delle aree idonee e se si potrà accedere a tali risor-

se per competenza e per cassa. Queste sono anche le domande, in sintesi, che sono state rivolte direttamente dal Consigliere regionale di Fli Giammarco Suciro al governo Vendola a proposito dell’annuncio elativo alla costruzione di cinque nuovi ospedali in Puglia. “Le risposte a queste domande sono condizione essenziale perché la promessa dei nuovi cinque ospedali possa esse-

a la spending review sanitaria

Spese low-cost per le Asl con il centro acquisti unico Parte la sferzata sui costi e gli sprechi nella sanità pugliese. Il governatore Nichi Vendola ha deciso di mettere punto un piano di spending review regionale all’indomani di quello messo a punto dal Governo nazionale. Martedì scorso sono state approvate dalla giunta regionale, due delibere: nella prima viene esteso alle Asl il ruolo di centrale acquisti di Empulia, la piattaforma digitale per le forniture della pubblica amministrazione sinora adottata dai soli uffici regionali. Questo significa che Asl e società in-house saranno obbligate ad adeguarsi ai criteri di committenza per le gare di tutti gli acquisti superiori ai 200 mila euro. Nella seconda delibera invece, è presente un regolamento che obbliga le Asl, in caso di acquisti inferiori ai 200 mila euro, ad allinearsi al catalogo merceologico degli acquisti che sarà fornito da Empulia per il tramite della rete informatica intranet Edotto, già attiva nelle aziende sanitarie. La novità che andrà ad incidere sulle spese delle varie Agenzie regionali è presente, invece, in una terza delibera della giunta. Le varie Arpa, Adisu, Arif, Arti Arem, Pugliapromozione etc. dovranno adeguarsi al regolamento per le gare al di sotto dei 200 mila euro. In soldoni: Empulia acquista (con gara

pubblica) per tutti e spunta un prezzo più basso; quindi ogni Asl fruisce secondo necessità dalla partita acquisita in maniera centrale. Nel caso in cui si debba acquistare un bene o un servizio non previsto nel catalogo di Empulia, le Asl sono obbligate a unirsi in «gruppi di acquisto». Lo scopo è il medesimo: fare massa e spuntare condizioni più favorevoli. Le novità introdotte dalle delibere succitate, si sono rese necessarie poiché si era arrivati ad un totale di spesa davvero abnorme. Per il solo 2011 le sei Asl avevano speso più di 1 miliardo e 24 milioni di euro. Davvero troppo per non fare qualcosa. Inoltre a breve sarà bandito un concorso pubblico della Regione (il primo da diversi anni) per 200 funzionari categoria D: 130 per l’area amministrativa e 70 per l’area tecnica. “Le due delibere che rivoluzionano le procedure e i criteri di acquisto di beni e servizi – spiega l’assessore alle Politiche della Salute Ettore Attollini da parte di enti e aziende del Servizio sanitario regionale, introducono rilevanti cambiamenti in ambito di gare e appalti in sanità. Il nostro obiettivo è la modernizzazione del sistema e la sua massima efficienza. Andrea Dammacco

re mantenuta”, afferma, “Senza la certezza della copertura finanziaria, innanzitutto, questo impegno rischia di essere l’ennesimo specchietto per le allodole destinato alla propaganda strumentale per coprire anni di cattiva gestione, sprechi e immobilismo”. “La sanità pugliese ha bisogno di certezze e di riorganizzazione seria e razionale”, continua, “non ha bisogno di sicuro di una operazione di marketing che si trasformerebbe in un boomerang, considerato che, se risorse e tempi in realtà non vi sono, la Regione Puglia - l’unica a non aver avviato a suo tempi gli accordi di programma per l’edilizia sanitaria nonostante i fondi disponibili - rischia di pagare studi di fattibilità e progettazione senza la garanzia che le opere saranno poi finanziate e realizzate. Una beffa nella beffa per i cittadini pugliesi”. “Ci auguriamo, quindi”, conclude Surico, “che la giunta regionale prima dell’annuncio abbia già incassato la certezza delle risorse. E che questa volta sia diverso da quello fatto due anni fa a proposito di 12 nuovi fantomatici ospedali”. Sulla stessa linea di prudenza anche Salvatore Negro, capogruppo Udc alla Regione. “Siamo scettici sulla possibilità che possano essere realizzati concretamente, così come esprimiamo anche forti perplessità sui costi annunciati per la realizzazione di queste nuove strutture”. “Si è perso colpevolmente troppo tempo – ha sottolineato – nonostante vi fosse da parte del Governo regionale un impegno preso con l’approvazione del piano di rientro che, oltre alla riconversione in poliambulatori e case della salute delle strutture dismesse, prevedeva anche la realizzazione di nuovi ospedali. La Puglia arriva in corsa e con affanno, mentre ci sono 8 Regioni in lista d’attesa pronte a firmare il protocollo d’intesa per ottenere i finanziamenti e realizzare i nuovi nosocomi. Naturalmente ci auguriamo che tutto vada per il meglio, restiamo scettici”.


Regione Puglia

venerdì 13 luglio 2012

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INFORMATIZZAZIONE - Via libera per il software senza licenze e per l’accessibilità completa dei cittadini ai documenti. Sarà vero?

Regione freeware ed Open data La Regione Puglia ha approvato nella seduta di mercoledì scorso il disegno di legge, presentato circa un anno fa, su software libero, accessibilità dei dati e documenti ed hardware documentato. In pratica c’è il via libera della Regione Puglia per l’utilizzo di software Open Space, senza licenze, aperto alla collaborazione ed alla modifica di tutti. Una legge che porta la Puglia ad essere una delle Regioni d’Italia all’avanguardia per quanto concerne l’uso di software libero nella Pubblica Amministrazione. Non è sufficiente, infatti, che i dati siano resi

pubblici dalla pubblica amministrazione. Quel che occorre, è consentire al cittadino di gestire quei dati, di modificarli, di condividerli. In tutto il mondo, infatti, il movimento culturale del Free Software, par-

te dallo stesso obiettivo: rendere libero l’accesso al Codice sorgente dei Software, cioè al codice che consente solo ai produttori di sistemi operativi e di programmi applicativi, la possibilità di apportare modifiche agli stessi.

Ora Regione Puglia e società da essa partecipate diventeranno al 100% titolari del ‘codice sorgente’, raggiungendo 4 importanti obiettivi, che proprio l’Open Source consente: 1) eseguire il programma per qualsiasi scopo; 2) studiare il programma e di modificarlo, adattandolo alle proprie necessità; 3) la ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo; 4) migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, affinché tutta la comunità ne tragga uguali benefici. Altro aspetto è l’Open data, metodo per gestire i

dati pubblici, per garantirne l’accesso e la loro libera utilizzazione, con conseguenze non indifferenti per tutti i cittadini e per la loro conoscenza. La Regione Puglia, dunque, è chiamata a riconvertire la propria struttura informatica, “liberandola” dalle licenze sui principali programmi e sui pacchetti applicativi (su tutte le licenze Windows ed Office), ed a formare il proprio personale per l’uso di software che non hanno assolutamente nulla di meno rispetto ai loro omologhi sotto licenza. La domanda, però, è: quanti programmi con li-

cenza vengono elaborati negli uffici della Regione Puglia? Ad occhio e croce pochini. Quanto personale è pronto ad usare, per esempio, una piattaforma operativa Linux? Pensiamo molto poco. Qual’è la percentuale di informatizzazione degli uffici e, soprattutto (nello spirito di questa legge approvata) della documentazione? Andare sulla rete significa innanzitutto esserci in tempo reale. Hanno poco senso i documenti, le delibere e i bandi pubblicati con giorni e settimane di ritardo. Anche questo è Open Source.

l’ospedale di taranto

raccolta differenziata

interrogazione di curto (fli)

Sindaci favorevoli al nuovo polo jonico

Monteparano nel vuoto dei Ricicloni pugliesi

Situazione carceraria, cosa fa il Garante?

Si è tenuta mercoledì mattina presso la sede della Presidenza regionale la riunione tra l’Assessore alla sanità Attolini ed i Sindaci della Provincia di Taranto. Tema della discussione la realizzazione del nuovo polo ospedaliero tarantino. La Puglia avrà nei prossimi anni dodici nuovi ospedali, cinque dei quali saranno realizzati immediatamente. Il primo sarà proprio quello della Città dei due mari per la realizzazione del quale è stata prevista una spesa di 210 milioni di Euro (per 700 posti letto), dei quali 65 rivenienti dalle somme già impegnate per la costruzione del “San Raffaele” e la restante parte da somme che il Governo destinerà alla Sanità. Unanime l’accordo della conferen-

za dei sindaci del tarantino i quali hanno espresso parere favorevole. Sulla vicenda abbiamo sentito il sindaco di Sava, Dario Iaia il quale ha dichiarato: “Il nostro territorio merita una struttura nuova ed all’avanguardia che possa degnamente rispondere alle esigenze dei cittadini e che probabilmente riuscirà ad arginare quel triste fenomeno dell’emigrazione sanitaria. Anche rispetto alla localizzazione del sito il mio giudizio è favorevole, in quanto l’area su cui insisterà il nuovo nosocomio è già servita dal punto di vista delle infrastrutture viarie e a breve sarà raggiungibile da tutti i paesi della Provincia attraverso il completamento della “Tangenziale sud”. Francesco Fischetti

I Comuni Ricicloni non sono pugliesi. E’ stato il Nord Italia ad aggiudicarsi il podio per la gestione dei rifiuti nella classifica di Legambiente. Ben 1.123 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2012 per aver superato il 65% di raccolta differenziata, mentre ben 833 comuni si confermano “zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle classifiche. Comuni ricicloni 2012 di Legambiente premia i comuni che hanno raggiunto già nel 2011 la quota che, per legge, è richiesta solo dal 2012 di almeno il 65% di raccolta differenziata (era del 60% lo scorso anno). In Puglia, Montepa-

rano (Ta) si riconferma unico comune riciclone, mentre il Comune di Rutigliano (Ba) riceve la menzione speciale “emergenti nell’emergenza”. “I dati dell’edizione nazionale di Comuni Ricicloni confermano come nella nostra regione continua la dittatura delle discariche. -dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente PugliaLa raccolta differenzia è ferma a percentuali troppo basse rispetto agli obiettivi, per non parlare del trend decisamente negativo dei capoluoghi di provincia. Occorre una svolta a partire da alcune priorità quali: l’impiantistica e dalla raccolta differenziata porta a porta”.

www.ilvelino.it

Il consigliere regionale di Fli, Euprepio Curto, ha rivolto al presidente della Regione, Nichi Vendola, una interrogazione sull’affollamento carcerario in Puglia. In Puglia, a fronte di una capienza delle carceri stimata in 2.450 posti letto, risultano essere detenuti ben 4.550 persone. “Tale stato di cose ha detto Curto - porta a parlare di situazioni che, in special modo in particolari periodi dell’anno, quello estivo soprattutto, definire disumane non è irrealistico. “Tra l’altro ci sono stati interventi critici anche da parte di alcuni organismi sindacali della polizia penitenziaria che, molto opportunamente, hanno eviden-

ziato il consequenziale disagio venutosi a creare all’interno della polizia penitenziaria costretta a gestire situazioni divenute ogni giorno di più molto delicate”. “La situazione appare grave soprattutto per ciò che concerne la situazione dei detenuti a causa di fattori ambientali e sanitari che nel periodo estivo diventano pressoché esplosivi”. Un anno fa fu istituita la figura del Garante dei diritti dei detenuti. “Quali siano state - si chiede Curto - le attività e le iniziative assunte ad oggi da tale figura all’interno del sistema penitenziario pugliese? Quale la valutazione che il governo regionale ritiene di poter dare al riguardo?”


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Bari

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BARI - I falsi iscritti erano tutti correntisti postali. Ai loro danni anche una tentata truffa. Si attendono clamorosi sviluppi

Tessere false, l’affare si ingrossa

Lettieri intervistato dagli inviati di “Striscia”. Il senatore del Pdl: “Papa (indagato) è persona per bene”

Il pasticciaccio delle tessere false al congresso barese del Pdl si sta ingarbugliando. Sembrava poco più di una goliardata e, invece, ha preso una piega bruttissima e del tutto imprevedibile. Chissa se saranno contenti i consiglieri comunali Filippo Melchiorre e Massimo Posca. La loro denuncia in sede congressuale doveva solo”infastidire”, e non più di tanto, la corazzata fittiana, ma ora rischia di scoperchiare un grosso pentolone. I lettori ricorderanno

benissimo, anche grazie a “Striscia la notizia”, che alla vicenda dedicò più di una puntata, la singolare circostanza dei 138 iscritti al Pdl di Bari che risultavano residenti tutti a uno stesso indirizzo. Dopo la denuncia di Posca e Melchiorre, fu Striscia la notizia a scoprire che quell’indirizzo non corrispondeva a un mega condominio, nel quale era scoppiata la febbre per il partito berlusconiano, ma a un più modesto scantinato, ove aveva sede solo un ufficio di consulenza commer-

ciale. I vertici del Pdl, Sen. Luigi D’ambrosio Lettieri e on. Francesco Sisto, entrambi in predicato di candidarsi a sindaco di Bari, si affrettarono subito a garantire la legittimità delle tessere e, in ogni caso, a promuovere una serie indagine interna, poi mai fatta. Una indagine vera, invece, l’avviò la Procura della Repubblica di Bari, che, a un certo punto, incrocia un nome, Dario Papa, Vice direttore dell’ufficio postale interno dell’Ipercoop Mongolfiera di Bari Japigia.

Un colletto bianco, “figlio di persone molto per bene, garbatissime”, come si affrettò a dichiarare a Repubblica il sen. Luigi D’ambrosio Lettieri, coordinatore cittadino del Pdl. Saranno certamente più che garbati i suoi genitori, ma lui, il vice direttore, é stato accusato di fatti gravissimi. Avrebbe utilizzato password e dati personali di decine di correntisti postali per tentare di spostare ingenti somme dai loro conti correnti personali a un altro conto, acceso in un paese dell’Europa dell’est. La truffa é stata sventata in tempo dalla polizia postale e il vice direttore è finito prima indagato e poi licenziato in tronco. Cosa ha a che fare questa brutta storia con il congresso del Pdl? Nulla, se non per la strana circostanza che tutti e 138 gli iscritti fasulli erano correntisti postali presso l’ufficio postale dell’Ipercoop Mongolfiera di Japigia, dove il Papa era vice direttore. Di qui il sospetto che il Papa sia stato l’autore, sia della sventata truffa che

Sisto: “Gli iscritti sono veri e sono tutti soci di un’associazione”

delle tessere false. Il tutto in danno degli ignari correntisti che, interrogati, hanno tutti negato di essere mai stati iscritti al Pdl. Peccato che proprio l’avv. Sisto aveva personalmente garantito a Mingo di Striscia la notizia che quegli iscritti erano tutti soci di un’associazione, con sede a quell’indirizzo. Associazione della quale, per quante indagini abbia fatto, la Polizia giudiziaria non è mai riuscita a trovar traccia. Allo stato Papa risulta solo indagato, mentre le indagini continuano. Gli inquirenti sospettano che il fenomeno delle tessere false sia molto più ampio di quanto emerso sino ad oggi. Inoltre intendono accertare anche per conto di chi il Papa si procurava tan-

te tessere false. Ed è proprio questa circostanza, che rischia di scoperchiare un grosso pentolone, svelando verità esplosive. Il Pdl, intanto, tace. Da un pò di tempo ê stata scelta la strada del silenzio. Nessun commento, nessuna smentita, sullo scandalo Kentrion, che vede coinvolto uno stretto collaboratore dell’on. Distaso, segretario provinciale. Nessun commento nemmeno su questa vicenda delle tessere false, che vede smentite le assicurazioni fatte all’epoca dal sen. Lettieri e dall’on. Sisto. Tutto tranquillo nel partito barese di Raffaele Fitto. Ma può essere la quiete che annuncia la tempesta.

GLI SCENARI DEL CENTRODESTRA - Cassano con la Polverini? Melchiorre apre Nuova Italia? Cosa farà Raffaele Fitto?

Il Pdl pugliese verso la frantumazione?

Massimo Cassano

Nulla è ancora deciso, perchè si aspetta di conoscere la legge elettorale, ma le manovre sono cominciate. Se non siamo al “si salvi chi può”, poco ci manca. Cominciamo dalla notizia piû clamorosa. Massimo Cassano, il recordman delle preferenze, é in procinto di lasciare il Pdl.

Filippo Melchiorre

coraggiosa scelta del leader pugliese del pdl

Fitto rinuncia alla prescrizione una lezione per Berlusconi E due. Per la seconda volta il leader pugliese del Pdl, l’ex Ministro Raffaele Fitto rinuncia alla prescrizione, di cui poteva giovarsi. Era già accaduto nel processo La Fiorita. Il copione si é ripetuto nel processo Cedis. Il P.M. per Fitto aveva chiesto di non procedere per intervenuta prescrizione dei reati addebitatigli, mentre per i suoi coimputati, accusati di reati più gravi, aveva

chiesto pesanti condanne. I fatti si riferiscono agli anni 2004/2006, quando Fitto era presidente della Regione. Fitto è accusato di aver agevolato la svendita di 23 supermercati della catena Cedis a un prezzo sottostimato, sette milioni di euro invece di 15, per favorire un suo congiunto. Fitto si è sempre dichiarato innocente, ha seguito diligentemente tutte le udienze dibattimentali e,

dopo la richiesta del Pm, ha dichiarato di rinunciare alla prescrizione. Una scelta che gli fa onore. L’ex ministro non si avvarrà della prescrizione, correrà l’alea del giudizio, presenterà le sue ragioni e protesterá ancora una volta la sua innocenza. Se sarà assolto, come sinceramente gli auguriamo, la sua correttezza sarà stata validata da un Tribunale della Repubblica. Se

malauguratamente dovesse essere condannato, di lui non si potrà dire che si è sottratto alla giustizia. Un comportamento onorevolssimo, purtroppo, non molto in voga fra i politici. Per Berlusconi, che delle compiacenti prescrizioni si è avvalso piû di una volta, una bella lezione di stile. T.

Avrebbe giá avuto più di un contatto con Renata Polverini. Come è noto la Presidentessa dela Regione Lazio starebbe pensando a una sua lista. Ha costituito già un’associazione, può contare sulla rete territoriale della Ugl ed è a caccia di candidati forti. Massimo Cassano potrebbe essere uno di questi. Per il Pdl una grossa perdita, ma Cassano é stanco delle tante promesse non mantenute di Raffaele Fitto e sa bene che questa volta l’ex ministro non potrà onorare tutti gli impegni presi con tanti esponenti del Pdl. Meglio, quindi, attrezzarsi in proprio e cercare terreni vergini. Quello della Polverini, per esempio. Chi, invece, non abbandonerà la strada vecchia per la nuova è Filippo Melchiorre. L’ex esponente più suffragato di An non ha mire parlamentari e, per il momento, non lascerà il Pdl, restando nell’alveo della corrente di Gianni Alemanno.

La musica, invece, sará diversa alle comunali. Per quell’epoca sembra certa la presentazione della lista Nuova Italia. L’esperimento è già stato tentato in altre parti, ma a Bari avrebbe una valenza ben diversa, vista la forza elettorale di Melchiorre. Imminenti l’apertura di una sede e l’avvio di un’attività convegnistica, anche in collaborazione con altre associazioni. In fermento anche il mondo degli ex an, o meglio, degli ex missini. Non si riconoscono in Fini, del quale non hanno capito e condiviso il percorso, e non si sentono più rappresentati da Berlusconi. Vorrebbero rifare An, o qualcosa di simile, ma non ne hanno la forza e si trascinano dietro divisioni, gelosie e incompresioni del passato. Salvo qualcuno, più indipendente, finiranno tutti per accodarsi a Raffaele Fitto. Ma cosa farà il vicere di Maglie? È presto per saperlo.


Bari

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BARI - Unico momento interessante i retroscena di Pisicchio su una riforma della legge elettorale che non vuole nessuno

Una deludente passerella al forum delle liste civiche di Fortunata Dell’Orzo Un evento spacciato per “primo forum delle liste civiche pugliesi” si è rivelato invece il raduno degli scomparsi, dei riciclabili e dei riciclati, tutti più o meno ex democristiani, ex cislini, ex forzisti. Alcuni con notevoli precedenti, altri con sentenze patteggiate e non per guida senza patente o liti condominiali. Altri ancora in cerca di definitiva consacrazione all’ombra del potente di turno (in questo caso uno spaesatissimo Emiliano che sette anni fa di liste civiche se ne intendeva evidentemente di più). Un’idea di Alfonso Pisicchio, vicesindaco e presidente regionale di un partito nazionale (API, quello di Francesco Rutelli) che deve essere sfuggita di mano, non si sa quanto intenzionalmente, agli organizzatori, sbagliata sia sul piano della comunicazione (tavolo gestito da persone incapaci di comunicare alcunché, relazioni lunghe, monocordi, noiose) che della informazione (nessun materiale per la “stampa”, una relazione sulle intenzioni di voto fatta da una non meglio precisata agenzia, senza uno straccio di supporto multimediale, quindi credibilità pari a quella dei messaggi

di Medjiugorie). Con l’intervento finale di Michele Emiliano che ovviamente spara a zero sul suo partito, il PD, rivelando che è pieno di gente senza mestiere che usa la politica per fini personali (ma non ha citato però il suo alleato e forse amico Gerardo Degennaro che invece un mestiere ce l’ha e aveva una parente in giunta sino a qualche mese fa). Insomma, una passerella anche piuttosto deprimente, politicamente nulla, utile solo per la relazione dell’on. Pino Pisicchio che ha raccontato un

fotonotizia

Pranzo d’ospedale?

po’ di retroscena su una riforma elettorale che non vuole nessuno: “in parlamento ci sono solo 32 persone elette con le preferenze. Chi volete che le

reintroduca, con quest’aria che tira”. Se questo è il nuovo che avanza, avrebbe detto un vecchio iscritto al PCI, ridateci Pajetta.

Com’è possibile che all’ospedale pediatrico di Bari, ad un bambino di 4 anni, per giunta ammalato, sia stato servito

un piatto a base di cozze, insalata di mare e polpa di granchio? Lo chiederemo ai responsabili sanitari della struttura.

spigolando tra le liste civiche

Toh, chi si rivede, vecchie facce e qualche volto nuovo Spigolando fra le liste civiche abbiamo ritrovato un po’ di facce e di storie che pensavamo perdute nel gran mar del tempo che fu. Antonello Campione: chi lo ricorda fresco fresco candidato per Forza Italia, siamo ai tempi di Franco Sorrentino presidente della Provincia. Lui assessore allo sport. Era il prototipo del ma-

schio forzista che andava allora. Oggi, non si sa. Era alle liste civiche, forse, come in certe crociere per single, cercava un posto per un nuovo viaggio. Andrea Silvestri: un must. Tre anni patteggiati e tutti assorbiti da un provvidenziale indulto per una faccenda abbastanza brutta. Formazione professionale, viaggi

a Roma a spese della comunità, un’amante fedelissima che era pure una dipendente regionale… insomma cose di casa nostra. Ma lui era lì, alle liste civiche. Nino Anaclerio: una new entry assoluta. Una di quelle patate indigeste e pesanti che Emiliano s’è dovuto ingoiare quando ha smesso di credere nel suo progetto

e ha ridato fiato non ai partiti ma alla peggiore partitocrazia. Un esperto nel cambio in corsa di casacca. Assurge agli onori della cronaca quando nel 2003 una retata rischia di mandare deserto il consiglio comunale di Bari, allora governata dal centro destra. Due gruppi di consiglieri (FI e UDC) coinvolti in una storia di concussione, agivano l’uno all’insaputa dell’altro, tartassando lo stesso imprenditore. Era anche lui fra le prime file. E del resto, perché non do-

vrebbe? Oggi è uomo dei Degennaro ramo edile, rappresenta benissimo quella “realtà pugliese” che guarda caso è pure una lista civica. La vecchia Cisl impasticcata: quella che faceva politica e sindacato e poi accusava CGIl e UIL di essere la longa manus di PCI e PSI. C’erano alcune venerande cariatidi fra le liste civiche, anche loro a rappresentare il nuovo che avanza. O che è avanzato, è andato a male e bisognerebbe buttare nell’organico?


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Speciale

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L’INCHIESTA - Non c’è una società, di qualunque disciplina, che possa presentarsi con ambizioni di vertice

Lo sport pugliese rischia di sparire da tutti i campionati più importanti

Lo stadio “San Nicola” di Bari

di Roberto Mastrangelo A ben guardare la mappa dello sport pugliese, la situazione è assolutamente deficitaria. Negli ultimi anni, e nell’ultimo in particolare, lo sport nella nostra regione è piombato in una crisi senza precedenti. Della drammatica situazione di Foggia ne parla il collega Enrico Ciccarelli in altra pagina. Non c’è squadra in qualunque campionato professionistico che possa presentarsi ai nastri di partenza con le carte in regola per poter puntare ai vertici nazionali. Anzi, rincariamo la dose. Sono pochissime le squadre che possono iscriversi ai campionati professionistici a cuor leggero e senza patemi d’animo. Al momento sono soltanto cinque le compagini pugliesi presenti nei massimi tornei sportivi: il Cras Taranto nel basket femminile (ma il club jonico, benché campione d’Italia in carica, ha già annunciato la rinuncia alla prossima Eurolega), la New Mater Castellana nella pallavolo

maschile, un piccolo miracolo di una cittadina che, da anni e soltanto grazie alla grande passione di un gruppo dirigenziale riesce a mantenersi a galla nei campionati nazionali. Poi c’è la situazione della pallamano maschile, dove nel massimo campionato la scorsa stagione tre compagini pugliesi hanno lottato ai vertici della classifica, con Conversano vicecampione d’Italia, Noci e Fasano fuori nei playoff scudetto. Ed anche qui i problemi non mancano di certo. Per la squadra più titolata di Puglia (il Conversano vanta 5 scudetti, 5 coppe italia e 3 supercoppe italiana) fino all’ultimo sembrava addirittura in pericolo l’iscrizione al campionato, scongiurata proprio pochi giorni fa. Intanto il sodalizio conversanese è

alla prese con una forte crisi economica che ne potrebbe mettere a repentaglio la competitività della squadra nel prossimo torneo nazionale, con un budget molto ridotto e con la necessità, al momento andata delusa, di trovare forze imprenditoriali fresche in grado e con la voglia di prendere a cuore le sorti della squadra. Addirittura appare quasi catastrofica la situazione nel calcio, dove il Bari, dopo il disimpegno della famiglia Matarrese, deve cavarsela con risorse minime, mentre Lecce, Taranto e Foggia hanno chiesto aiuto ai sindaci delle città per sopravvivere. Buio assoluto pure sulle prospettive di Barletta ed Andria. Ovunque si sollevano cori

di aiuto alle amministrazioni locali che, bontà loro, hanno altri problemi ben più gravi per potersi prendere carico delle esanimi casse delle società sportive. Mancano le risorse economiche, mancano spesso gli impianti sportivi (basti pensare alla lunghissima e stucchevole querelle tra il Bari ed il Comune di Bari sulla questione-Stadio), si sono incancrenite situazioni che non possono essere altrimenti sostenibili, e spesso non basta nemmeno la buona volontà di dirigenti che, quasi sempre, ci mettono il cuore e non solo. Non ci sono investitori, e probabilmente non se ne troverebbero nemmeno ricorrendo ai fallimenti e al lodo-Petrucci (parlando di calcio). Soprattutto per un motivo molto semplice. Oggi il calcio è visto esclusivamente come un business da imprenditori che non hanno troppi scrupoli nel comprare e rivendere una società, con l’obiettivo di fare plusvalenze e profitti o, nella peggiore della ipotesi, di potersi garantire un’ampia riserva di potere economico, finanziario e contrattuale con il mondo degli istituti di credito. Come superare l’empasse, allora? Ormai il momento più importante dell’intera stagione del calcio in Puglia è il trofeo Tim, un triangolare amichevole che vedrà in

campo Inter, Juventus e Milan la settimana prossima al San Nicola. Sicuramente l’unico evento di un anno capace di richiamare decine di migliaia di persone allo stadio per una serata che di sport ha molto poco e molto ha di commerciale e di pubblicitario. Il che è tutto dire. La ricetta sembrerebbe banale, eppure a noi non sembra. Bisogna ricominciare a rivedere lo sport nella sua giusta ottica. Come una attività ludica, non professionale, eti-

ca, sociale, che possa consentire “il sano e robusto sviluppo della personalità umana”. Sono parole stantìe, ce ne rendiamo conto. Eppure è tra le righe di questo concetto che potrebbe annidarsi il futuro, anche ad alto livello, delle nostre società, in tutte le discipline sportive. Ricominciamo a lavorare sui giovani. Oggi si è perso questo “vizietto”. Eppure una volta erano la migliore risorsa di una società. Oggi sono soltanto un fastidio e poco più.

tolti 350mila euro di contributi

La Regione Puglia affossa lo sport Nuova stangata sullo sport pugliese. Il Consiglio regionale della Regione Puglia durante l’approvazione della legge di assestamento al bilancio di previsione per il 2012 ha approvato un emendamento presentato dai consiglieri Caracciolo (Pd) e Alfarano (Pdl) che prevede il trasferimento della sede Asl BAT da Andria a Barletta con un importo di 350.000 euro su un capitolo di nuova istituzione. Il problema - grave - è che si è pensato di prendere la somma dal capitolo 861010: “Contributi per promozione attività sportiva dilettantistica”. Vengono cioè ancora una volta sottratti fondi destinati allo sport (già enormemente carenti rispetto alle necessità) per altri utilizzi.

Il Coni regionale ha protestato nei confronti dell’intero Consiglio regionale della Puglia, del suo presidente Introna e del governatore Vendola “per la disattenzione che si continua a riservare nei fatti - prosegue Sannicandro - nei confronti del settore sportivo. Con ciò costringendo le società sportive pugliesi a ridurre le proprie attività (molte società sportive stanno scomparendo) ed evitare di organizzare manifestazioni sportive a causa della mancanza di sostegno da parte delle istituzioni”. “Lo sport, qui in Puglia, purtroppo non ha alcun sostegno economico, e si basa solo sulle capacità organizzative di pochi valorosi e appassionati dirigenti sportivi” conclude Sannicandro.


Speciale

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LE STORIE - Nel Bari il disimpegno dei Matarrese, Foggia ad un passo dal fallimento, a Lecce il sindaco è alla ricerca di acquirenti

Tutta la crisi del calcio pugliese in cinque mosse di Fortunata Dell’Orzo Bari - Nasce nel 1908 e la sua prima formazione era zeppa di stranieri: tutta gente che si trovava a Bari per lavoro, in un periodo straordinario per la nostra prima industria manifatturiera e commerciale. Alti e bassi (soprattutto bassi) con un singolo, unico, semisconosciuto trofeo: la Mitropa Cup che non si tiene più dal 1992. Un palmares modesto, innaturale e stonato se si pensa che dopo tutto Bari è la seconda città del meridione continentale dopo Napoli e ha uno stadio bellissimo e firmato da Renzo Piano (miracoli di quando il PSI era il primo partito a Bari) costato circa il doppio del preventivato. Dal 1977 si identifica con la Famiglia Matarrese, che oggi ha lasciato la presidenza ma non la proprietà e sarebbe ufficialmente in vendita. Ma, come ha recentemente chiosato su FB Michele Emiliano :” (..)se la società vuole vendere chieda un prezzo di mercato; se chiede un prezzo troppo alto nessuno comprerà; 4) a Bari la fame di calcio c’è, ma non di calcio mediocre. La serie B non interessa i tifosi baresi e dunque o si vende la società, oppure la si rinforza. 5) non mischiate calcio e politica. Io non sono il Presidente della A.S.Bari e di acquirenti ne ho trovati diversi, nessuno disposto ad acquistare il Bari ad un prezzo fuori mercato”. Detiene il non invidiabile primato del numero

so della qualificazione in Coppa UEFA. Il miglior piazzamento in massima serie è il 9º posto raggiunto in tre campionati diversi (1964-1965, 1991-1992 e 1993-1994). Nelle coppe i migliori risultati sono la conquista della Coppa Italia Serie C nel 2007, ed il 3º posto nel girone all’italiana della finale di Coppa Italia del 1969. di campionati di Serie A terminati all’ultimo posto (cinque volte, 1940-1941, 1963-1964, 1969-1970, 2000-2001 e 2010-2011). Nella memoria resta una vittoria in coppa Italia contro la Juventus (stagione 1983/84, allenatore Bolchi) e un fantastico gol alla Maradona di Antonio Cassano (dicembre del 1999) che fece restare di sasso la difesa della grande Inter. Brindisi - felix urbs sine calcio, potremmo dire massacrando un po’ il latino. A Brindisi amano il basket, beati loro. E seguono con orgoglio il team cittadino che sponsorizzato dall’Enel (diremmo ovviamente) oggi milita nella massima divisione della pallacanestro. Lecce - gemella e odiata sorella del Bari Calcio, vicende simili e destino pressoché identico tanto che, se ce la faranno a iscriversi al campionato, entrambe si sbraneranno in B. Fondata nel 1908 come Sporting Club Lecce e assunto il nome attuale nel 1927, la squadra fu promossa per la prima

volta in Serie A nel 1985. Conta 15 partecipazioni al campionato italiano di massima serie. Il miglior piazzamento in Serie A è il 9º posto nel campionato 1988-1989. Ha vinto una Coppa Ali della Vittoria come prima classificata in Serie B nel 2010, una Coppa Italia di Serie C nel 1975 e una Coppa ItaloInglese Semiprofessionisti nel 1976. Disputa le partite interne nello Stadio Via del Mare di Lecce. I Matarrese di Lecce si chiamano Semeraro, la famiglia di imprenditori che però quest’anno, dopo la retrocessione in B e l’inutile impiego di Serse Cosmi, hanno deciso di vendere. In questo caso il neo eletto sindaco Perrone, è impegnato in prima persona per trovare degli acquirenti. Foggia - L’Unione Sportiva Foggia, semplicemente Foggia o Foggia Calcio (denominazione societaria dal 1986 al 2004), è la principale società calcistica di Foggia. Fondata nel 1920 come Sporting Club Foggia, al 2011 milita nel

campionato di Lega Pro in Prima Divisione. Il club conobbe i suoi periodi d’oro negli anni sessanta con Oronzo Pugliese, negli anni settanta con Tommaso Maestrelli, e soprattutto nella prima metà degli anni novanta, quando, sotto la guida di Zdeněk Zeman, disputò quattro positive stagioni in Serie A ottenendo una grande risonanza a livello europeo, esprimendo un calcio moderno, rapido e votato all’attacco a livelli mai visti prima grazie al quale andò vicino alla qualificazione in Coppa UEFA. Dal 1992 in poi il Foggia suscitò ancor più scalpore soprattutto per la campagna acquisti del ds Giuseppe Pavone, poiché i due terzi della squadra (che oltre a sfiorare la Coppa UEFA all’ultima giornata, sconfisse la Juventus) provenivano dalla serie C e dai campionati dilettantistici, che successivamente riuscirono comunque a salvarsi per altre due stagioni, arrivando addirittura a piazzarsi nuovamente a ridos-

Il Foggia è stata assieme all’Ancona, il Palermo, il Varese, il Padova ed il Catanzaro, una squadra di Serie B arrivata in finale di Coppa Italia senza però vincerla. Di proprietà del gruppo Casillo, il Foggia è a un passo dal fallimento. In corso una campagna straordinaria di abbonamenti biennali, un tentativo pressochè disperato di recuperare liquidità e garantire almeno l’iscrizione al campionato. Taranto - L’11 luglio 1927, dalla fusione tra U.S. Pro Italia e Audace Foot Ball Club, nacque la A.S. Taranto che nell’estate del 1928 assorbì anche l’U.S. Nettuno. Storia molto frastagliata, segnata da tre rifondazioni, l’ultima delle quali nel 1993. Nel suo palmares, uno scudetto dilettanti del 1995 e una promozione in serie B, ma solo grazie a sei punti di penalizzazione di una diretta concorrente. Nonostante uno stadio capiente e la grande passione della città, il Taranto calcio è praticamente

scomparso. Infatti, nel campionato 2011-2012, inserito nel girone adriatico della Lega Pro Prima Divisione, il Taranto lotta per la promozione diretta ma nuovi problemi di natura economica minano il cammino dei rossoblù che comunque trascorrono, dopo l’inizio del campionato, due settimane in testa alla classifica. In seguito, il Taranto si vede impegnato in un testa a testa con la Ternana, la quale resta al primo posto per la maggior parte del campionato ed infine conquista la promozione diretta con 65 punti. I problemi finanziari restano e non sempre gli stipendi possono essere pagati in tempo. Malgrado i 7 punti di penalizzazione, i rossoblù concludono al secondo posto con 63 punti ed accedono ai play-off per la serie B, che perdono a causa della sconfitta con la Pro Vercelli. Il 30 giugno i responsabili della società rinunciano a presentare la domanda di iscrizione alla Lega Pro Prima Divisione sancendo la fine del Taranto. Nella memoria dei tifosi e di alcuni telecronisti restano le “uscite” del Presidente Luigi Pignatelli. Un cronista di Videolevante gli disse che al Taranto mancava l’amalgama e lui rispose che avrebbe comprato anche quella. Una volta, leggendo la rosa del Taranto su un poster, esclamò: “Accosciati... quando l’abbiamo comprato questo?” La sua gestione iniziò nel 1983 e terminò nel 1985. Il primo anno conseguì la promozione in serie B.

taranto

Quella beffarda altalena tra serie B e Seconda Divisione di Andrea Dammacco Dall’euforia allo sconforto. La scorsa settimana i tifosi del Taranto Calcio hanno ricevuto il peggior scherzo che un tifoso nel mondo potrebbe subire. E nei prossimi giorni potrebbe andare anche peggio. Tutto è iniziato con la penalizzazione di 6 punti in classifica a causa dei mancati pagamenti degli stipendi da parte della società. A causa di questa mancanza il Taranto si è visto sottrarre

una promozione in Serie B che si era guadagnato sul campo dopo ben 19 anni. L’attesa della sentenza del ricorso fatto al TAR da parte delle associazioni Taranto Vola e Taranto Futura per riavere indietro i 6 punti era attesa con trepidazione, solo che nella mattinata di venerdì qualche buontempone ha avuto la brillante idea di far circolare la voce, tramite e-mail e Facebook, che il ricorso era stato accolto. La città ha iniziato a fremere perchè que-

sto significava soltanto una cosa: senza la penalizzazione il Taranto tornava in Serie B. All’annuncio ufficiale (ma evi-

dentemente non verificato) dei media la Taranto calcistica si è riversata nelle strade esplodendo di gioia per il conseguimento della promozione. Non si salva nessuno: Repubblica, Sky e via via tutti gli altri danno la notizia del ricorso accolto. Ma la gioia è durata poco. Dopo qualche ora infatti è arrivata la sentenza vera. Le agenzie, i siti ed i telegiornali hanno dovuto rettificarla, e così è arrivato lo sconforto: “Il ricorso è inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione quanto all’azione annullatoria”. L’istanza, quindi, è stata respinta ed il Taranto rimane in Lega Pro. Forse. Perché nonostante il versamento per

l’iscrizione al prossimo campionato, la dirigenza ora è costretta a pagare gli emolumenti mancanti (un esborso di circa 700mila euro), a chiedere una fidejussione bancaria di 600 mila euro, deve ricapitalizzare per 1,1 milioni e per finire, deve documentare la rateazione degli oneri fiscali e previdenziali vidimata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps . Se non si otterranno tutti questi versamenti il Taranto rischia persino di essere escluso dalla Prima Divisione e venire retrocesso d’ufficio addirittura nella Seconda. Due categorie più sotto di quella che la settimana scorsa, per qualche ora, hanno tutti sognato.


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Bari

venerdì 13 luglio 2012

fibronit

Se i soldi sono pochi la sicurezza è a rischio Il progetto di messa in sicurezza definitiva della Fibronit, presentato dal Comune di Bari è stato approvato, se pur con prescrizioni, dal comitato VIA della Regione Puglia. Ma secondo Nicola Brescia, portavoce del Comitato Cittadino Fibronit, è il momento di evidenziare le “ inesattezze espresse nei giorni scorsi dai rappresentanti dell’amministrazione comunale barese. Se non lo abbiamo fatto prima, almeno noi del Comitato Fibronit è solo perché non volevamo in nessun modo esercitare pressioni politiche sulle decisioni e sulle valutazioni tecniche che il Comitato V.I.A. avrebbe dovuto prendere”. A differenza di quanto dichiarato dall’assessore comunale

all’ambiente, secondo Brescia, l’approvazione data in sede ministeriale, a termini di legge, era subordinata alla decisione della Regione e non un semplice passaggio burocratico “come invece si è lasciato intendere”. Quindi si trattava di una scelta di grande responsabilità che meritava molto rispetto e totale serenità di giudizio. Inoltre nel gennaio 2012 il Ministero ha inviato una nota al Comune di Bari con cui, nel confermare la necessità del parere regionale e nell’attesa di questo, in considerazione dell’urgenza per la tutela della salute pubblica, autorizzava l’avvio delle attività di bonifica. “Ci auguriamo che le dichiarazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi non

abbiano influito sulle decisioni del comitato VIA, specie quelle riguardanti la questione dei costi. Già in passato, con altre amministrazioni alla guida della città, abbiamo duramente contestato l’atteggiamento parsimonioso rispetto agli interventi da eseguirsi sull’area Fibronit che, in genere, non vanno mai d’accordo con la tutela massima dei lavoratori e dei cittadini.

Il medesimo atteggiamento vale anche oggi. Non siamo disposti a barattare la salute dei cittadini con la mancanza di fondi necessari ad eseguire lavori così delicati che, se eseguiti con metodiche non sicure al cento per cento, comprometterebbero la sicurezza di tutti i cittadini e non solo di quelli più a diretto contatto dell’area inquinata”. Le procedure ipotizzate di

procedere con due lotti di intervento di cui il primo per la demolizione ed il secondo, se ci saranno i fondi necessari, per l’interramento delle macerie contaminate, non lasciano per nulla tranquillo il comitato. Quindi, pur plaudendo ad un nuovo passo nel lungo percorso che ci porterà al Parco della Rinascita, “invitiamo i progettisti e gli amministratori pubblici a farsi carico di questa responsabilità ed a trovare, se necessario, gli ulteriori fondi necessari a garantire che gli interventi siano eseguiti nel massimo rispetto della salute pubblica. Noi dal canto nostro vigileremo con l’ausilio dei nostri tecnici e di tutti i cittadini che seguiranno come sentinelle i lavori che saranno eseguiti, pronti ad intervenire se vi saranno leggerezze o mancanze nell’esecuzione attenta dei lavori”. Fortunata Dell’Orzo

LA TAVOLA ROTONDA - Lunedì prossimo a Bari l’incontro con il capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova

Riformare per l’interesse nazionale Lunedì 16 Luglio presso l’Hotel delle Nazioni a Bari si terrà la tavola rotonda organizzata da Fli Puglia sul tema della rinascita nazionale insieme al Rettore dell’Università Corrado Petrocelli, al direttore di TGNorba Enzo Magistà, alla docente in diritto pubblico Isabella

Loiodice ed all’imprenditore pugliese Vito Pertosa, moderati da Giammarco Surico ed introdotti da Francesco Divella e da Benedetto della Vedova. Il convegno ruoterà intorno alla necessità di riaffermare il primato dell’interesse nazionale declinandolo attraverso un’accezione

più moderna della Patria, con gli Stati Uniti d’Europa; ammodernare le Istituzioni Repubblicane, cambiare la legge elettorale con l’uninominale secco; proseguire sulla strada del dimagrimento della spesa pubblica con il pareggio di bilancio e con un taglio sempre più incisivo

sul costo della politica e della burocrazia; rimettere il merito al centro, anteponendo il capitalismo dei risultati al capitalismo delle relazioni; promuovere la riconciliazione di tutti i segmenti della nostra società moderna partendo dal riconoscimento civile delle coppie di fatto e dal riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. Al convegno non potrà essere presente l’On. Salvatore Tatarella impegnato in un altro incontro a Belgrado, organizzato dal Parlamento Europeo sul tema dell’espansione del crimine organizzato nei Balcani occidentali.

convegno il 23 luglio

Città metropolitana, quali opportunità? Lunedì 23 Luglio alle ore 18.30 presso l’aula consigliare del Comune di Bari avrà luogo il dibattito organizzato dal Circolo Fli Bari Città Metropolitana dal titolo: “Bari, città metropolitana: percorsi, opportunità, criticità”. Allo stesso interverranno il Sindaco di Bari Michele Emiliano, il Presidente della Provincia di Bari

Francesco Schittulli, l’Assessore regionale agli Enti Locali Marida Dentamaro e l’On. Salvatore Tatarella Presidente dell’Asemblea nazionale di Fli. Il convegno sarà introdotto dal presidente di Fli Bari Città Metropolitana Sergio Ventrella e, come moderatore, sarà presente Mariateresa Darenzo, giornalista di Barisera.

si risveglia l’opposizione in consiglio comunale

Sicurezza e tempi certi per i lavori all’Istituto Mazzini-Modugno Bisogna garantire i tempi tecnici per l’avvio e la conclusione dei lavori di messa in sicurezza e di ripristino delle norme igienico-sanitarie dell’istituto comprensivo Mazzini-Modugno di Bari. Esprime preoccupazione per il regolare avvio del prossimo anno scolastico il consigliere comunale di Fli Vito Lacoppola che, in una sua interrogazione al sindaco di Bari Michele Emiliano e all’Assessore alla Pubblica Istruzione Fabio Losito, chiede che vengano resi noti “le urgenti e improcrastinabili iniziative o soluzioni” per “garantire il regolare

avvio dell’anno scolastico ed il normale godimento del diritto allo studio degli alunni della scuola media e di quella dell’infanzia”. La situazione alla Modugno è preoccupante. Dopo alcuni sopralluoghi di incaricati dell’ufficio tecnico comunale e dell’Asl, risulta la totale inagibilità della scala interna che, nonostante sia puntellata, viene utilizzata sistematicamente da alunni e personale per accedere al primo piano. Con ogni probabilità i lavori di adeguamento e messa a norma non potranno, come si evince dal settore edlizia scolastica del Comune, che

nei primi giorni del mese di settembre. Da qui la preoccupazione di Lacoppola. Per il consigliere di Fli “i lavori non sono compatibili con le attività didattiche e la frequenza giornaliera”. Inoltre la Modugno versa in uno stato di “totale incuria ed abbandono” analogamente alla Mazzini. “Per adeguare la mensa la sezione F sarà adibita a refettorio”. La soluzione, secondo Lacoppola, potrebbe essere quella di chiedere la restituzione di alcuni locali che nel 1990 il Comune sottrasse alla scuola per concederli alla Parrocchia Sanca Croce.


Bari

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L’INCHIESTA - L’assurda storia dell’agibilità sospesa, una aberrazione giuridica senza precedenti in Italia

Teatro Piccinni, prosegue il restauro, ma è stato inagibile?

Il Teatro comunale “Piccinni”

di Gianvito Pugliese Ma sui teatri baresi si è davvero abbattuta una maledizione? Al Comune, dunque, non ci servono tecnici di vaglia, occorre assumere esorcisti! Il Petruzzelli, che per anni da rudere incendiato è stato il monumento agli intrecci tra politica, affari e malavita organizzata, poi nella ricostruzione si è rivelato un affare sporco, quanto lucroso, e da ricostruito è immediatamente afflitto nella prima gestione da parentopoli e buchi neri, l’Auditorium Rota, abbandonato a se stesso, da più di vent’anni grida vendetta al cospetto della Città, ma per più di quattro lustri nessuno lo sente, ed ora chiusura del Piccinni per adeguamento alle norme di sicurezza e rifacimento del look. Una buona notizia di

cronaca e un briciolo di storia, in una terra che di storia non vuol sentire parlare, dimentichi del fatto che una città senza storia è come un albero senza radici, può sopravvivere un poco, ma poi inevitabilmente muore. La cronaca: l’assessore comunale ai lavori pubblici, Marco Lacarra, mi rassicura sui tempi di riapertura del Teatro Comunale, un’autentica bomboniera, dall’acustica straordinaria, una miniatura del partenopeo Teatro San Carlo. La ditta che ha vinto la gara, mi dice Lacarra, è davvero seria ed affidabile, il direttore dei lavori è stato nominato a suo tempo e da pochi giorni si è provveduto alla nomina del collaudatore. Salvo imprevisti, entro due anni massimo il Piccinni sarà riaperto alla pubblica fruizione. Lacarra è persona

seria, io mi fido della sua parola, comunque, staremo a vedere. La storia assurda dell’agibilità sospesa: un’aberrazione giuridica senza precedenti in Italia, che si lega in qualche misura col Petruzzelli bruciato. Anno di grazia (o di disgrazia?) 1994. La Fondazione Piccinni (che già all’epoca presiedevo) gestisce “le ceneri del Petruzzelli”, ovvero ha assunto per tre anni + uno la gestione delle produzioni liriche del teatro di tradizione e vince, pochi mesi prima, la gara per la gestione dei servizi del Teatro Comunale Piccinni. Stanno per cominciare nel Piccinni le prove della stagione lirica 1994 del Petruzzelli. Un giorno festivo precede l’avvio del prove ed è in quella festività che la Commissione di vigi-

lanza sui pubblici spettacoli fa un blitz nel teatro chiuso e dichiara che l’agibilità è “sospesa”. “Questo matrimonio non sa da fare”, fa dire a Don Abbondio dai suoi bravi Don Rodrigo. “Questa stagione lirica non sa da fare”, farà dire un Don Rodrigo barese ad un conterraneo Don Abbondio, seduto nella poltrona principale proprio sopra il teatro, dai suoi bravi della Commissione di Vigilanza. A nulla serve la manifesta illegittimità ed assurdità del provvedimento. Chi doveva opporsi non lo fa: da buon curato, vaso di coccio, accetta supinamente l’angheria Assurda è illegale: l’agibilità è uno status, non una condizione. C’è o non c’è. Puoi sospendermi da avvocato, da giornalista, ma non da laureato in legge o lettere. Puoi sospendermi la licenza di esercizio teatrale, non l’agibilità che è un presupposto della prima. E poi l’agibilità in quel momento era in proroga ope legis. Chi aveva avuto l’agibilità ad una certa data (ed il Piccinni era tra questi soggetti) se l’era vista prorogare in forza di una legge. La Commissione sapeva bene tutte queste cose: emise un provvedimento manifestamente assurdo, così le sue responsabilità erano attenuate e si verificava la (non) resistenza del Don

Abbondio. Quella stagione lirica abortirà al 70%. La Fondazione Piccinni getterà la spugna e chiederà al Comune di assumersi la gestione del Teatro di tradizione. Ci vorrà tempo e altri uomini per risolvere la cosa. Così Pinuccio Tatarella, diventato Assessore alla Cultura del Comune, non smentirà il suo soprannome di Ministro dell’armonia e troverà un punto d’incontro con i Vigili del Fuoco e la Commissione di Vigilanza: tanti bei vigili (pagati dalla gestione del teatro) ad assistere allo spettacolo et voila!

Les jeux sont faits! Rien va plus! Tatarella non aveva altra strada, quel provvedimento non si poteva più opporre, essendo decorso troppo tempo, occorreva accordarsi ed, abilmente, lo fece ridandoci il Teatro. Una briciola di storia è stata narrata e cresce la voglia di raccontarle meglio e più diffusamente queste ed altre vicende, anticipando le pagine di un libro, magari su questa bella testata. Teatro Piccinni ti aspettiamo, alla Tua inaugurazione speriamo di esserci e magari di offrire il nostro modesto, ma sinceramente affettuoso, contributo.

pulizia in citta’

Da lunedì scatta il piano straordinario Parte da lunedì prossimo, con l’assunzione a tempo determinato di venticinque unità, il programma straordinario di pulizia stradale grazie al quale l’Amiu garantirà tutti i giorni, nella fascia pomeridiana (ore 16-20), un servizio aggiuntivo rispetto a quello mattutino. Si raddoppia l’azione degli operatori Amiu nelle zone dello shopping (via Argiro, via Sparano, corso Cavour),

della movida (la città vecchia e il lungomare), nelle spiagge e nei giardini del lungomare. Si tratta infatti di aree della città che, in particolare nella stagione estiva, sopportano tutti i giorni, dalla mattina alla sera, flussi tali da rendere necessari interventi ripetuti causati spesso da comportamenti scorretti quali l’abbandono di rifiuti fuori dagli appositi contenitori.

e r o i l g i m La scelta . a n i c u c a per la mi

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Foggia

venerdì 13 luglio 2012

Malgrado le confuse notizie dell’ultim’ora, sembra proprio che la scomparsa del calcio a Foggia sia decisa

Calcio a Foggia, è l’ora di pronunciare “mai più”?

I tifosi del Foggia. In basso Zdenek Zeman, che ha trasformato Foggia in “Zemanlandia”

di Enrico Ciccarelli Mai più. Le due parole più sinistre ed inquietanti che conosca il lessico degli umani aleggiano come un titolo in sovrimpressione sulle mura dello “Zaccheria”, sul tridente del satanello, sulle strisce rosse e nere che da poco meno di un secolo rappresentano la città sui campi d’Italia. Mai più. Finito. Kaputt. È una tragedia di tutti, anche di chi come me conosce a stento qualche nome dell’attuale rosa, che fra andate e ritorni di Bonacina ha anche perso il filo della guida tecnica. Uno di quei frequentanti part-time giustamente guardati con fastidio dai tifosi veri, quelli che si sono sobbarcati le trasferte nei posti più inverosimili, che attendono per settimane il derby con il Barletta o il Taranto e per anni quello con il Bari. Anche per me queste due parole hanno il colore dell’incubo. Non riesco nemmeno a prendermela con Tizio

o con Caio, con gli imprenditori felloni e l’uomo nero Casillo. La corte dei miracoli che si addensa al capezzale del Foggia morente non mi desta più né speranza, né apprensione. Troppi Chinaglia, troppi Coccimiglio, troppi Marco Russo. L’ultima crudele illusione di questi giorni, quella che ha avuto come protagonista questo tale Esposito, mi ha ricordato un’immagine remota, che deve risalire ai primi anni Settanta, forse al 1971 (potranno soccorrermi i musei viventi della storia rossonera, da Pino Autunno a Filippo Santigliano a Peppino Baldassarre). È l’ultima giornata di serie A, ed il Foggia di Albertino Bigon, di Nello Saltutti, di Giorgio Maioli, di Luciano Re Cecconi, gioca a Varese. Malgrado uno sfavillante girone d’andata siamo in piena bagarre salvezza, e i lombardi non ci fanno sconti. Il loro centrattacco, se ben ricordo Bui, abilissimo nel gioco aereo, ci

trafigge tre volte. Un tre a zero secco, che però al fischio finale vede i rossoneri abbracciarsi e assumere pose trionfali in mezzo al campo. Pensano di essersi salvati, perché gli hanno detto che la Fiorentina ha perso contro la Juventus al Comunale di Torino. Ma non è così: i viola hanno pareggiato (“meglio due feriti che un morto”) e ci hanno raggiunto a 25 punti; la miglior differenza reti li ha salvati e ci ha precipitati nella cadetteria. Ma gli ignari atleti di un tempo senza satelliti e senza telefonini si abbandonano alla loro gioiosa commozione, salutano e ringraziano tutti, proprio come noi foggiani di fronte a quella che sembrava una positiva soluzione della vicenda. Così, come le grandi eroine del melodramma, da Violetta a Mimì, un apparente miglioramento illude, mentre in realtà la Parca ha già troncato il filo. Mai più. Mai più gli striscioni che hanno incantato Buffon, mai più gli “io c’ero” di quando si inchinarono al nostro valore gli altri rossoneri del Milan, l’algida Juventus di Vialli e Baggio, l’Inter euromondiale di HH1. Mai più la vita da mediano di Paolo Lazzotti, Roberto Oltramari e Michele Rinaldi, la roccia del Gargano, mai più i segreti ruspanti di Oronzo Pugliese, né la disordinata potenza di Cosimo Nocera, la classe venata d’estri di Rognoni e Del Neri, le eccelse geometrie di Manicone, il mirabile senso dell’anticipo di Gianni Pirazzini, la si-

gnorilità di Enrico Catuzzi e Tommaso Maestrelli, e poi le mille sigarette di Sdengo il Taciturno, e il Trio Meraviglie Rambaudi-Baiano-Signori e il pellagroso Seno che imbecca Kolyvanov a trarre sul Parma la vendetta per cento sconfitte. Tutte istantanee di un istante troncato, tutte memorie sbiadite, di quelle che si dedicano a un caro estinto. Quando racconteremo ai nostri figli e nipoti di questo e di altro, dei grandi, dei medi e dei minimi eroi di questo lungo viaggio, forse proveranno a riformularli nel videogame di una loro oggi inimmaginabile playstation, o li consegneranno al falansterio delle fiabe e dei miti, insieme a Orazio Coclite che difende il ponte Sublicio ed Harry Potter alla sfida finale con l’Oscuro Signore Voldemort. Tale è il destino delle storie che hanno

trovato fine: di appassire e svanire, di permanere solo nell’affettuosa pietà di chi ancora le rammemora. Certo, adesso circolano ancora le parole dell’orgoglio, quelle della rabbia, persino quelle della strafottenza. Ma se guardate in fondo alla strada, vedrete approssimarsi la vasta nebbia del silenzio, del distacco, dell’oblio. Nessuno, men che meno io, può dire quanto di noi, del nostro essere comunità, del nostro destino è dannato a perdersi in quella nebbia. La sensazione è che probabilmente non sarà poco. Che forse la scure di quelle terribili parole, “mai più”, che oggi lasciano nuda e senza riparo una bandiera così antica e carica di gloria, si abbatterà molto in profondità e su molte altre cose. Se qualcuno può scongiurarlo, è tempo che lo faccia.

IL COMMENTO

La sanità e il Robin Hood all’incontrario di Fabrizio Tatarella Ho partecipato, con le modalità permesse dal mio fisico, alla “marcia per il Lastarìa” che la cittadinanza lucerina ha promosso per far sentire il suo dissenso e la sua protesta per gli sconsiderati piani di ridimensionamento del nosocomio della città sveva. Non l’ho fatto per ramazzare qualche consenso a buon mercato, tanto meno per solleticare gli irragionevoli animal spirits di una comunità ferita nell’orgoglio. Ho ritenuto di partecipare ad una protesta civile e consapevole, che non difende un orticello di campanile, ma un principio di ragionevolezza. A Nichi Vendola rimproveriamo un piano di riordino ospedaliero che non è un piano; che non segue una linea, per quanto discutibile, poggiata su criteri uniformi, ma sembra andare alla ventura, scegliendo la linea di minor resistenza. Più che scegliere riduzioni e tagli in base a parametri oggettivi, il governatore sembra allocarli nei luoghi in cui si preoccupa meno della reazione dell’opinione pubblica. Per questo, in una sorta di inedita schizofrenia amministrativa, si penalizzano e si avviano alla chiusura ospedali come il “Lastarìa” e si decide di aprirne altri cinque altrove, in aree considerate elettoralmente più delicate. Di fronte a questo Robin Hood all’incontrario, che ruba ai poveri per dare ai ricchi, la politica deve trovare uno scatto d’orgoglio, essere al fianco dei cittadini senza invadenze e senza primogeniture. Per questo invito tutti i miei colleghi segretari di partito, indipendentemente dalla collocazione politica, ad approntare insieme e sottoscrivere un documento utile ad aprire con la Regione un nuovo confronto su una questione che chiama in causa diritti fondamentali come quello alla salute per la popolazione lucerina e più ancora per quella dei Monti Dauni. Spero che i miei colleghi possano e vogliano accogliere questo invito.


Cerignola

venerdì 13 luglio 2012

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COMUNE - Il buco-Gema a Cerignola è di 7,8 milioni di euro. Intanto c’è il serio rischio di fallimento per il Comune

Ora il rischio per il dissesto finanziario è pericolo reale di Enzo Pece Sembrava una cosa impossibile solo qualche tempo fa. Invece adesso non è più così. E’ concreto il rischio che il Comune di Cerignola possa implodere dal punto di vista finanziario. Otto milioni di euro sicuramente persi dall’Amministrazione a vantaggio della Gema può fare accadere tutto ciò. Tra i 70 Comuni italiani, di cui 32 in provincia di Foggia, in cui Gema è stata o è concessionaria per la riscossione dei tributi, quello di Cerignola è il più esposto. Il buco – Gema al Comune di Cerignola ammonta infatti a 7.802.685,02 euro. Ci accorgiamo che il Comune di Cerignola è stato il maggiore “benefattore” nei confronti dell’Ente riscossore dei tributi. E noi, che le tasse già le paghiamo non volentieri, restiamo allibiti. I soldi scarseggiano per gli enti comunali e noi ci facciamo anche derubare di otto milioni di euro. Mah! Amministratori e dirigenti come polli e volpi. E, poi, vengono da noi

le regole cambiano?

Albergo Moderno, prima abbattere, poi decidere, al limite, cosa farne di Carlo Dercole

a chiederci ulteriori sacrifici economici. Avete anche il coraggio di continuare a gestire e dirigere? Io non vi affiderei neanche l’amministrazione del mio condominio! C’è il rischio del fallimento del Comune e voi non dite una parola. Continuate a non mollare le poltrone. Continuate a far finta che in Città non succede niente di grave. Tutto è sotto controllo. Altro che tutto sotto controllo. Qui non si capisce più niente. E voi imperterriti continuate. Solo questa dichiarazione del Sindaco: “Tutto quello che è avvenuto nell’ultimo anno – ha

commentato Giannatempo nell’apprendere dell’emissione dei provvedimenti cautelari a carico dei vertici Gema – è agli atti del Comune. Siamo, purtroppo, l’ente locale più grosso tra quelli in cui Gema era concessionaria, ma non abbiamo e non lasceremo nulla di intentato per riavere i nostri soldi”. Non siete adatti a gestire la cosa pubblica e neanche il mio condominio. Lasciate perdere. O almeno lasciateci perdere. Ci volete veramente dare una mano ed aiutare? Mollate tutto e tornate a lavorare. Sempre se siete capaci e avete un lavoro che non sia la politica.

Sono trascorsi ormai otto mesi, dalla demolizione dell’ex “Albergo Moderno”, ma ancora stiamo discutendo sul da farsi. E’ buona prassi, in tutte le zone del mondo, decidere cosa fare e poi abbattere. In tutte le zone dell’universo. Ovunque. Ma a Cerignola, no. Qui da noi, con Giannatempo e l’Udc ad amministrare, le regole cambiano. O meglio, cambiano quando c’è di mezzo un noto ingegnere. In queste circostanze, si mettono da parte tutte le regole ed i principi, morali e giuridici. La cosa più importante è ubbidire. E così, Re Donato I decise di abbattere, e tutti sugli attenti. Senza remore alcune. Nessuna domanda su cosa fare subito dopo. Lui, l’ingegnere, non permette esitazioni, ai nostri

amministratori. Ora paghiamo le conseguenze. Da questo inverno abbiamo delle macerie abbandonate, nella nostra Terra Vecchia. Tutti dicono di amarla, però. Ora, in quel cantiere a cielo aperto, ci entrano i bambini per giocare, mentre noi discutiamo, organizziamo convegni, dibattiti, forum, agorà. L’influenza di Sua Maestà su questa Amministrazione non era mistero. Ma circa due mesi fa abbiamo scoperto che questo ingegnere può davvero tutto. E’ riuscito, addirittura, a destare dal sonno più profondo gli

juniores di Giannatempo. Bisognava far passare Lui per un benefattore della nostra città. Ed allora ecco che entra in scena la costola del Pdl; organizzano una raccolta firme ed un dibattito: Calice, costruiscici una piazzetta, al posto dell’ex Albergo. Quello era lo slogan. Quando persino le pietre, in città, sanno che è proprio questo il Suo intento, per poi recuperare la volumetria da qualche altra parte. Magari in via Mestre. Ovviamente, non è stato sufficiente solo l’intervento del movimento giovanile. Al nostro ingegnere bisogna dare appoggio totale. Ed ecco organizzato l’ennesimo incontro, questa volta dai “grandi”, qualche giorno fa. Ennesima riunione a vuoto. Ennesimo rinvio di una decisione, che ormai è diventata necessaria, doverosa, urgente.

mi per... metta!

iniziano i primi riposizionamenti in vista delle elezioni politiche

Chicco Tavasci e il mutuo di Pippo

Fuga dal Pdl, De Cosmo verso Italia Futura di Montezemolo?

Mi per… Metta, Chicco Tavasci. ... che a me... già il fatto che uno di cinquantanni e passa, molto stempiato, grande, grosso, seduto sopra un buco di venti milioni e passa... si faccia chiamare Chicco, già così mi fa impazzire ! Chicco, Lei è un mito: trattiene i soldi di Faeto, ma quando la vogliono arrestare... sta all’estero... E guai a dire che stava in vacanza in Turchia, che si incazza Bocchino, il suo avvocato. Grande Chicco. Tiene i soldi di Torremaggiore e fa i domiciliari in villa; tiene i soldi di Vieste e casa sulla Flaminia. Ha i beni “pronti” “a disposizione”, ma intanto se li tiene Lei. Chicco, grande Chicco, Chiccone nostro, sprizza simpatia da tutti i pori. Io tiferei per Lei, se non fosse per un piccolo, modesto, particolare. Lei tiene 7\8\10 milioni dei miei, di Cerignola. E Chiccone bello, Chiccone nostro, Chiccone splendido, sa che senza quei soldi, l’amicone Suo, Giannatempo, non può pagare,

Si sono incontrati qualche sera fa a Cerignola presso “Le Cantine del Conte”, locale di propietà di Francesco Decosmo, uomo forte della giunta Giannatempo, patron del Cerignola calcio, una sessantina di imprednitori della provincia di Foggia. Presente anche Nicola Biscotti, delegato provinciale di “Italia Futura”. Il movimento di Montezemolo, che guarda con grande interesse al polo patriottico, europeo e riformista di Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini, inizia a strutturarsi anche in provincia di Foggia e a Cerignola. Biscotti, già presidente di Confindustria di Foggia, avrebbe individuato in Gerardo Cavallo il referente per Cerignola. Presenti alla riunione, che doveva rimanere segreta, anche noti imprenditori locali come Lezzi e Celestino Dalosio. Nel corso della serata anche l’assessore Decosmo ha preso la parola non limitandosi, quindi, solo a ospitare gli intervenuti. La notizia ha creato ulteriori maldipancia nel Pdl locale vittima di scissioni, guerre intestine e una vera e propria emorragia di consensi.Dopo il FLI di Enzo Pece, gli UdC e il Gam, adesso anche la probabile nascita di “Italia Futura”rischia di creare non poche

per esempio, le cooperative sociali? E nelle cooperative sociali senza soldi c’è Pippo, Pippone, un caro amico mio. 2 figli, non occupato se non nella cooperativa, un mutuo da pagare e il pane e salame da mettere in tavola ogni giorno. Lei, Chicco, tiene i soldi nostri; Pippo non riscuote lo stipendio da febbraio. E mentre Lei torna dalla Turchia o da casa del diavolo, e chi se ne fotte, mentre sta ai domiciliari in villa o alternativamente nella casa romana, Pippo deve pagare il mutuo e non tiene da mangiare. Ecco perché, alla fin fine, scusi Chicco, vada pure a ciapà i rat, io tifo per Pippo. Ma non credo che Lei si rammarichi troppo. In fin dei conti a fare il tifo per Lei restano, Giannatempo, Saracino, Gallo. Mica male. Mi stia bene, Chicco. Mi saluti tutti i suoi amici, che l’amico mio, Pippo, lavora dalle sei di stamattina e manco sa quando e se lo pagheranno, grazie a Lei e ai Suoi amici. Stia bene... Franco Metta

tensioni nella maggioranza. E’ evidente che la barca sta affondando e tutti cercano di salvare se stessi prima che l’amministrazione e la città. Le elezioni politiche e le successive regionali iniziano a provocare i primi riposizionamenti. Solo al timone della barca Pdl il Sindaco Giannatempo che, non sapendo cosa fare e dove andare, come al suo solito attende gli eventi, e spera che la burrasca passi senza travolgerlo o lo trascini in lidi più sicuri. Impauriti i consiglieri del Pdl. Per loro nessuna possibilità di salvarsi. C. D.


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Europa

venerdì 13 luglio 2012

AL VOTO - Basescu contro Ponta, conservatori contro socialisti, la preoccupazione espressa da Stati Uniti e Commissione Europea

Romania: progressi a rischio Il 29 luglio si torna alle elezioni dopo la deposizione del Capo dello Stato di Sveva Biocca Ed eccoci giunti, forse, al capitolo conclusivo del contrasto politico che ha gettato il paese rumeno nel caos. Molte persone, infatti, ascoltando le preoccupanti notizie che arrivano dal sud est europeo, si saranno ricordati della Romania nell’era socialista. La tensione fra i partiti politici è, infatti, altissima e come già accaduto 5 anni fa, ora la decisione è in mano al

Victor Ponta e Traian Basescu

trasporti

diritti d’autore

Meno Co2, la proposta della Commissione

Verso regole comuni in tutti gli Stati dell’Ue

Dopo un lungo e durissimo negoziato è stata presentata dalla Commissione europea la nuova proposta sul taglio di emissioni di CO2 per il settore auto per il periodo 20152020. I nuovi limiti permetteranno di ridurre le emissioni medie provenienti dalle autovetture nuove da 135,7 g di CO2/km nel 2011 a 95 g di CO2 per km nel 2020. Le emissioni dai furgoni saranno ridotte da 181,4 g di CO2/km nel 2010 a 147 g CO2/km nel 2020. Obiettivi ambiziosi che secondo alcuni analisti, faranno lievitare il costo delle autovetture, soprattutto di quelle di piccola taglia. Per questo motivo rumoreggiano le industrie del settore che colpite dalla crisi e dal calo delle vendite, guardano a questa nuova direttiva con molta preoccupazione. Ottimista, invece, Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per il Clima: “Con le nostre proposte non proteggiamo solo l’ambiente, ma promuoviamo an-

che l’innovazione e la competitività dell’industria automobilistica europea e la futura creazione di numerosi posti di lavoro”. Il testo prevede di mantenere fino al 2020 come base di conteggio dei tagli il principio per cui chi pesa di più paga di più. La proposta iniziale della Hedegaard era più favorevole a Fiat, Renault e Peugeot, ma poi sul tavolo dei commissari è arrivata una controproposta di Berlino assai più comoda per le case tedesche. Le proposte saranno presentate al Parlamento europeo e al Consiglio per la discussione e l’adozione, secondo la procedura legislativa ordinaria. In Parlamento si prevedono burrasche soprattutto nella Commissione Envi, competente della direttiva. Si replicherà sicuramente lo scontro tra interessi tedeschi e quelli italiani, speriamo di spuntarla un’altra volta, come è successo recentemente nella semifinale degli europei. Vincenzo Matano

La Commissione europea ha presentato una serie di proposte volte ad ammodernare le società di gestione collettiva dei diritti d’autore musicali e incentivarne la trasparenza e l’efficienza. La Commissione Europea intende introdurre una nuova legge per favorire il mercato della musica digitale in Europa semplificando il metodo di raccolta delle royalty da parte delle agenzie in rappresentanza dei detentori del copyright, come l’italiana Siae ed introducento delle regole e degli standard comuni. Michel Barnier, il commissario al mercato interno, proporrà una norma volta proprio a risolvere i problemi delle 250 società che si occupano di questo settore nell’Unione Europea e che allo stato attuale non hanno regole comuni sia per i diritti d’autore che per le regole di gestione.

popolo. La “questione”, in realtà inizia nel 2004, quando Traian Basescu, leader del Partito Conservatore, venne eletto per la prima volta Capo di Stato della Romania. Dopo che quest’ultima entra a fra parte dell’Unione Europea nel 2007, Basescu viene destituito dalle sue funzioni ad opera del Parlamento, per poi essere successivamente “reinserito” in Parlamento grazie al voto favorevole del referendum popolare. Il leader conservatore arriva a fine legislatura ed il popolo romeno lo elegge nuovamente. La crisi economica mondiale incalza anche questo Paese e, rispettando le misure di austerità imposte dall’FMI, Basescu richiede importanti sacrifici alla popolazione. Il centro-sinistra, capitanato dal premier social-democratico Victor Ponta, approfitta della situazione economica che dilania lo Stato balcanico e decide per una nuova destituzione. Il Parlamento lo segue in scia e Basescu viene deposto con 256 voti contrari su 432 parlamentari in totale. Le accuse?

Sono tante e sono decisamente gravi. Violazione della Costituzione, della separazione dei poteri, dell’indipendenza della giustizia, e gli è stata mossa contro anche l’accusa di non aver rispettato i diritti e le libertà dei cittadini romeni; questo, in breve, il contenuto delle 17 pagine del documento di destituzione. Secondo la legge dello Stato romeno, governato da un sistema semipresidenziale di stampo francese, adesso la decisione è quindi rimandata al popolo. Il 29 luglio prossimo i cittadini andranno alle urne e, a differenza della volta scorsa, Basescu non gode del loro pieno appoggio. Le misure restrittive per affrontare la crisi portano il suo nome e quindi molti sperano che un cambiamento alla presidenza possa rappresentare la soluzione. Sia gli Stati Uniti che la Commissione Europea hanno manifestato le loro preoccupazione nei confronti di questa situazione, soprattutto perché “vengono messi a rischio i progressi fatti in questi ultimi anni” dallo Stato rumeno. Basescu versus Ponta, chi vincerà?

economia e crescita

Il Parlamento europeo approva le conclusioni del Consiglio europeo Vittime della mafia, cultura e confisca dei beni; questi i tre temi sui quali Don Luigi Ciotti si concentra ogni giorno nella lotta contro la mafia e questi i temi sui quali ha costruito il suo intervento alla neo-commissione speciale sulla criminalità organizzata -Commissione CRIM-. Don Ciotti ha inoltre fondato, nel 1995, un’associazione contro le mafie chiamata “Libera”, e sua la prima iniziativa è stata proprio quella di raccogliere un milione di firme per una proposta di legge che prevedesse il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. “Siamo riusciti a creare una rete di coordinamento regionale per aiutare le vittime delle mafie dando loro l’attenzione che meritano”, queste le sue parole, come sempre risolute e risonanti, perché la memoria è un elemento fondamentale per non dimenticare e per far capire quello che realmente significa la parola “mafia”. L’ospite d’eccellenza ha infatti proseguito nel suo intervento,

parlando di cultura, sapere e conoscenza. “La dimensione educativa non serve solo per educare alle leggi, ma soprattutto per educare alla responsabilità e per responsabilizzare l’educazione”, un gioco di parole che però esprime un concetto incontrovertibile. E, come ben si sa, l’educazione parte dai giovani perché “ i giovani non sono il nostro futuro, ma il nostro presente” ed, a suo avviso, ogni volta che sono stati coinvolti in un progetto, quest’ultimo é sempre stato una vittoria. Infine ha precisato quanto ancora bisogna fare per combattere il fenomeno di una mafia che non sembra volersi arrendere di fronte ad una lotta, ben più aperta di prima, nei suoi confronti. “Cosa nostra esiste da 200 anni, la camorra da 400 e solo nel 1982 è stata fatta una legge sulla confisca dei beni mafiosi”. L’importanza che Don Ciotti dedica al tema della confisca stessa, sta nel fatto che il bene mafioso diventa un bene condiviso e ad uso sociale, diventa nuova

Don Luigi Ciotti

possibilità per i giovani e non solo. Basti pensare al neo-agriturismo sito a Corleone, vecchio impero mafioso di Totò Riina, ovvero alla catena di negozi “Sapere e sapori” che vendono beni alimentari confiscati al controllo mafioso. “Sapere vuol dire anche ricordarsi di tutti i tipi di mafie: quella calcistica, della corruzione pubblica, del gioco d’azzardo ed anche quella che vi è, per esempio, sotto al proliferare dei negozi di ‘compro oro’ su tutto il territorio italiano.” Sveva Biocca


Spettacoli e Cultura

venerdì 13 luglio 2012

POLIGNANO - Scrittori ed artisti si alternano per quattro serate di dibattito nel festival del libro possibile

Ecco il libro ottimista

di Isabella Battista Dall’11 al 14 luglio, tutte le sere a partire dalle 20,30 le piazzette di Po-

lignano a Mare tornano ad essere le protagoniste di dialoghi, confronti, reading e performance di chiaro sapore letterario.

Il filo rosso che lega tutti gli spazi e gli autori del Festival è la declinazione della prospettiva affascinante che in ogni angolo di Polignano ti sorprende, ti affascina e ti stimola: l’ottimismo. Il tema del Festival 2012, che vuole accendere luci e attenzioni sulle contingenze che il mondo intero sta attraversando, per dare più forza e determinazione al tentativo di riscatto della speranza, affinché la crescita culturale di un territorio possa servire da stimolo per altri settori del nostro Paese in evidente difficoltà. Come ogni anno nelle quattro sere si susseguono scrittori e artisti; uomini di chiesa, intellettuali di spicco, firme giornalistiche, politici, economisti e magistra-

ti di livello nazionale e internazionale. Sarà un calendario fitto, diviso per sezioni e spazi, che si occuperà oltreché di letteratura anche di lavoro, ambiente, società, economia, televisione e calcio. Tra gli ospiti attesi sono in programma Marco Panara, Chiara Saraceno, Federico Rampini, Paolo De Nardis, Vittorio Longhi, Pino Aprile, Franco Di Mare, Gigi Marzullo, Michele Cucuzza, Armando Massarenti, Pierluigi Battista, Corrado Petrocelli, Giuliano Volpe, Nicola Costantino. Prima nazionale di quest’edizione sarà lo scrittore spagnolo, Eduardo Punset: nel suo libro “Viaggio nell’ottimismo” dimostra, attraverso argomentazioni scientifiche, che abbia-

mo buoni motivi per essere ottimisti “nonostante la crisi nefasta che ci sta soggiogando”. Grande curiosità per la partecipazione di Pupo e Nada. Luigi Manconi, nel suo ultimo libro dedica un capitolo a Domenico Modugno. Amalia Grè affiancherà Savino Zaba e Thony, attrice protagonista del prossimo film di Paolo Virzì, interverrà con l’autore Simone Lenzi. E in esclusiva al “Libro possibile” il giovane autore Tom Darling. Attesa per autori come Gianni Minà, Serena Dandini, Stefano Bartezzaghi, Luca Telese, Veronica Pivetti, Donatella Bianchi, Valerio Massimo Manfredi, Fulvio Ervas. L’intero programma si può consultare sul sito www.libropossibile.com.

gallipoli

Concato e Sud Sound System nel prossimo Premio Barocco Sabato 21 luglio, alle ore 21, presso il Teatro Italia di Gallipoli ritorna il Premio Barocco, uno degli eventi clou dell’estate italiana. A presentare la serata, dal palco del prestigioso teatro, il giornalista Attilio Romita e la showgirl Rossella Brescia. A poco meno di venti giorni dal grande evento, si inizia a delineare quello che sarà il contenitore della lunga serata. La prima novità è la presenza di una delle più belle certezze della nostra musica d’autore Fabio Concato che, nel corso degli anni,

ha saputo ritagliarsi uno spazio importante per le sue canzoni, narrando in modo personale le piccole grandi storie della quotidianità. Allegria e grande spettacolo con la presenza del gruppo salentino dei Sud Sound System e la loro grande energia che da anni li ha sempre contraddistinti. Un atto dovuto, la loro presenza nel corso della serata, per rendere onore alla loro volontà e al loro talento. I premiati sono insigniti della Galatea Salentina, opera bronzea

Fabio Concato

firmata dallo scultore e artista Egidio Ambrosetti, ispirato alle Nereidi, le grandi divinità marine presenti costantemente nella mitologia greca e, dunque, nella Magna Grecia. Il premio simboleggia ufficialmente il legame del

Salento al Barocco. In questi giorni è anche iniziata la prevendita dei biglietti che si possono acquistare presso il botteghino del Teatro Italia, in Corso Roma, a Gallipoli. Per l’edizione 2012 sono previste ancora grandissime novità che saranno comunicate nei prossimi giorni e, come sempre, faranno parlare la stampa internazionale. Una serata magica in cui Spettacolo, Arte e Cultura vanno a fondersi nell’incantevole cornice della “Perla dello Jonio”, tra le bellezze del suo passato e l’energia del suo futuro: il tutto per veicolare l’immagine di una Puglia dinamica e culturalmente fervida, con la forza del sorriso e del più vivo calore barocco.

open days

isole tremiti

Alla scoperta delle bellezze pugliesi

Il mare e la stella, una serata tutta nel ricordo di Lucio Dalla

Open Days, proseguendo e innovando il fortunato ciclo di Città Aperte, racchiude in “Aperture straordinarie per una Puglia fuori dell’ordinario” il cuore e il senso delle sue proposte. Tre i temi principali: Beni culturali, Natura ed Enogastronomia. Valorizzazione e fruibilità si declinano in iniziative che si svolgono in contemporanea in tutta la regione, come in una grande sightseeing tour per i turisti e assolutamente gratis. Si ripetono ogni giovedi, venerdi e sabato e sollevano il velo su chiese e luoghi di culto, castelli, palazzi e dimore storiche, musei e siti archeologici, parchi e riserve naturali protette, percorsi enogastronomici e piccoli borghi. Anche i meno conosciuti. Con Open Days l’inaccessibilità diventa accessibilità sostenibile, patrimonio collettivo, bene comune. Oltre 150 Beni del patrimonio culturale, in 54 Comuni; 20 tra parchi e aree protette che interessano circa 60 Comuni dell’intera Regione. Open Days è organizzato da Pugliapromozione e dalla Regione Puglia.

Quest’anno la settima edizione del festival musicale “Il mare e le stelle” ha avuto tutt’altro sapore: il sapore della perdita del suo fondatore, il cantante Lucio Dalla, prematuramente scomparso il 1° marzo di quest’anno e che gli organizzatori hanno voluto omaggiare anche apportando una piccola modifica al titolo originale della manifestazione. Questa volta la rassegna di musica si è intitolata “Il mare e la stella”, al singolare, perché si è voluto focalizzare completamente l’attenzione su di lui, invece che sulle potenziali altre “star” che nei sei anni passati il cantautore bolognese aveva voluto portare qui, a Sud. Il luogo, però, è rimasto sempre lo stesso: ieri, giovedì 12 luglio, le Isole Tremiti che tanto hanno ispirato Lu-

cio Dalla si sono accese per lui. È stato questo un gesto di gratitudine in memoria di un grande artista italiano che ha molto amato le Diomedee e si è sempre battuto per difenderle: proprio in occasione della scorsa edizione di “Il mare e le stelle”, infatti, sul palcoscenico insieme a Renato Zero, Lucio si è battuto contro la deturpante pratica delle trivellazioni nel mare Adriatico alla ricerca del petrolio. La valorizzazione e la tutela paesaggistica, quindi, sono rimaste in primo piano e difatti nel corso della serata oltre alle interpretazioni canore degli innumerevoli capolavori di Dalla sono stati consegnati i premi del Parco Nazionale del Gargano a personaggi che si sono contraddistinti nelle proprie professioni per la tutela e la pro-

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LOCOROTONDO

La mostra personale di Corcelli Oggi si inaugura “La cospirazione dei Rinnegati” personale di Vincenzo Corcelli, a cura del Collettivo Critico “La Cavaiola”. La mostra di Vincenzo Corcelli (Corato, 1979) dal titolo “La cospirazione dei Rinnegati”, è il primo dei tre eventi espositivi del Premio “La Prima Personale”, concorso dedicato ad artisti under 35 nati e residenti in Puglia. Il titolo della mostra, sottratto alla cybercultura dei giochi virtuali (La cospirazione dei Rinnegati è un gioco di strategia su una piattaforma online basato sullo svolgimento di indagini relative a misteriosi omicidi e improvvise scomparse dei personaggi), indugia sulla stessa paralisi che le forme del vivere contemporaneo producono sui giocatori sociali. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Entropie insieme con G-Lan/ Laboratori Urbani di Locorotondo, è ospitato nella Sala Rodio dei Laboratori Urbani di Locorotondo. La mostra resterà aperta fino a giovedì 19 luglio. info@entropiearte.it 339 3906592

mozione della risorse naturali e paesaggistiche. Il ricordo di Lucio, però, ha prevaricato su tutto e si è fatto vivo e serpeggiante nella ormai tradizionale piazzetta Sandro Pertini, dove per la prima volta all’appuntamento con tutta la cittadinanza Lucio (che a detta di molti tremitesi non ha mai avuto atteggiamenti da divo) è mancato. Lo special guest della serata è stato Pierdavide Carone, il giovane talento pugliese con cui Lucio è salito sul palco dell’Ariston per una delle sue ultime apparizioni televisive. Daniela De Sario


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Cinema

venerdì 13 luglio 2012

THE WAY BACK - L’odissea dei protagonisti: 6500 chilometri a piedi per sfuggire dal gulag siberiano

Bentornato Peter Weir di Michele Falcone “The Way Back” è ispirato al libro del polacco Sławomir Rawicz “Tra noi e la libertà”, dove l’autore racconta la sua fuga da un gulag siberiano assieme ad altri prigionieri e del loro lunghissimo e faticosissimo viaggio a piedi per raggiungere l’India e, di conseguenza, la salvezza. Un’opera pubblicata negli anni cinquanta (in

Italia edita da Corbaccio), in verità frutto del ghost writer Ronald Downing, che ha avuto molto successo, poiché toccava corde sensibili, la cui veridicità, però, è stata negli anni oggetto di molte riserve. Impreziosito dalla fotografia di Russell Boyd, da sempre occhio fedele di Weir, che da il meglio di sé nel riprendere la grandiosità dei paesaggi

la scheda - the way back REGIA E SCENEGGIATURA: Peter Weir ATTORI: Colin Farrell, Mark Strong, Saoirse Ronan, Ed Harris, Jim Sturgess, Dejan Angelov FOTOGRAFIA: Russell Boyd MONTAGGIO: Lee Smith MUSICHE: Burkhard von Dallwitz PRODUZIONE: Crispy Films, National Geographic Films, On the Road, Point Blank Productions, Scott Rudin Productions, Spitfire Pictures DISTRIBUZIONE: 01 Distribution PAESE: USA 2010

(non stupisce affatto che la National Geographic figuri tra i produttori del film) e commentato dalle musiche suggestive di Burkhard von Dallwitz, il film probabilmente avrebbe richiesto una sceneggiatura meno didascalica e meno parlata ma resta uno spettacolo di tutto rispetto, forse un po’ troppo lungo e un po’ troppo “vecchio stile” per generare grandi entusiasmi ma il tocco di Weir si nota, specie quando riprende gli scorci naturali, gli animali e la morte, con economia ammirevole e senza fronzoli. Peter Weir non ha perso il tocco di una volta ed emoziona grazie alla lucidità della messinscena e a una notevole direzione degli attori. Talvolta si lascia un po’ prendere la mano e offre alcune scelte estetiche

Corso Cerignola (Fg) Chernobyl Diaries - La mutaz. h 18:40 - 20:30 - 22:15 W.E.

h 18:15 - 20:15 - 22:15

The Amazing Spider-Man h 19:30 - 22:15

Città del Cinema Foggia Biancaneve e il cacciatore h 17:25 - 19:00 - 20:00 - 21:30 Quell’idiota di nostro fratello h 16:10 - 18:10 - 20:10 - 22:10 La locandina del film

poco felici, come l’utilizzo di una musica dai toni quasi rock durante la rocambolesca scena della fuga. E anche la rappresentazione della difficoltà dei protagonisti di fronte alle angherie dell’inverno all’inizio sembra poca roba rispetto a quanto visto nello sconvolgente (e ancora inedito) The Grey. Ma poi la pellicola si solleva e l’empatia con i

protagonisti, tra cui brilla Ed Harris rude e tenero come solo lui e il buon Clint sanno essere, sale al massimo grado. Questo è un Weir minore rispetto a “Un anno vissuto pericolosamente”, “Picnic a Hanging Rock” o “Truman Show”. Ma un Weir minore equivale a mille migliori opere di tanti presunti registi ‘impegnati’. Ben tornato Peter.

L’amore dura tre anni h 16:10 - 18:10 - 20:10 - 22:15

Showville Mungivacca (Ba) Quell’idiota di nostro fratello h 18:45 - 20:40 - 22:30 Cena tra amici h 18:20 - 20:30 - 22:40 Il Dittatore

h 20:20 - 22:40


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