Puglia d'oggi n. 25

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 6 luglio 2012 • anno III n. 25 nuova serie • 1 euro

Settimanale a diffusione gratuita

www.pugliadoggi.it

AMBIENTE - In Puglia oltre tremila i reati

BARI - Il dibattito sulla città

Report di Legambiente, più crimini e più arresti nel rapporto Ecomafie

Legalità e cultura ripartiamo dal Petruzzelli per risollevare Bari

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L’unione politica degli Stati europei può essere davvero una risorsa per tutti noi. Su questo si devono confrontare tutti i partiti

Stati Uniti d’Europa L’ELZEVIRO

Ora legale anticaldo

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo E mo’ basta. Pare che tutto il girone di Malebolge si stia riversando sul Mediterraneo sotto forma di anticiclone incazzato e malvagio. Prima Scipione, poi Caronte. In attesa di Minosse e Lucifero. Caldo, afa, umido ci stanno riducendo degli zombie. Proposta: ora legale anticaldo. Mettiamo indietro gli orologi di dieci ore (almeno) e trasferiamo tutte le nostre attività nelle ore notturne. Come si fa, da sempre, nei civilissimi paesi desertici tra il Mare Nostrum e l’Equatore. E qui non si tratta di un giorno o due, per la miseria: sono cicli che durano settimane. E se, come pare, il cambiamento climatico ormai è un fatto certo, mica possiamo squagliarci come candele alla fiamma, poffare. Urge dunque rivoluzionare le nostre abitudini e trasformarci in simpatici animali nottambuli, sfruttando, noi rivieraschi, le fresche bavette post tramonto che a Bari, poi si impregnano di afrori tipici: dal fumo denso dell’involtino sulla brace, all’alitare birresco delle masse assetate. E pensare che i nostri padri (e madri s’intende), curvi al sole implacabile dell’assolato Tavoliere, sotto il feroce bastone del “soprastante”, s’accontentavano di poche gocce dallo “zulo” di terracotta lasciato all’ombra del fico. Se c’era. Che altrimenti, calda se la bevevano quell’acqua.

L’EDITORIALE

La ormai ineludibile necessità di puntare a un’unione politica dell’Europa nella prospettiva di un’Europa federale, attraverso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, è stata la prima delle proposte fatte da Fini alla recente Assemblea nazionale di Fli. L’augurio è che questa importante proposta, certo non a caso messa al primo posto, non resti solo una interessante suggestione intellettuale, o un mero flatus vocis, o, peggio ancora, un vuoto slogan propagandistico. Lo spartiacque politico delle prossime elezioni politiche sarà costituito dall’adesione o meno a una prospettiva di maggiore integrazione europea, della quale l’appoggio al Governo di Mario Monti è solo una logica specificazione ALLE PAGG 8 e 9

Ed ora, tutti in pista di Salvatore Tatarella Dall´ottima sessione dell´Assemblea nazionale di Fli e dalle tante intelligenti analisi e proposte fatte da Gianfranco Fini e sulle quali avremo modo di soffermarci più diffusamente su Puglia d´oggi e nelle iniziative pubbliche che, nonostante la calura estiva, organizzeremo a breve, mi piace ricavare due considerazioni di più modesta natura interna e organizzativa. Con ciò non voglio minimizzare [...] a pag 9

REGIONE PUGLIA - Basta con il campanilismo personalistico che tanto piace ai politici pugliesi

Tagli? Sì, ma non nel mio paese

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FOGGIA - Presentato il volume con una cerimonia a Palazzo Dogana

Iacp, ecco il bilancio sociale

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CERIGNOLA - Il consiglio Comunale si scioglie per mancanza dei numeri

Il terrore delle quote rosa

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BARI - Chiuso da quasi vent’anni per un piccolo dettaglio tecnico

L’agonia dell’Auditorium

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il corsivo

Non sappiamo se la fascinazione che Silvio Berlusconi ammette di provare per Beppe Grillo sia ricambiata. I due, di sicuro, sono sempre più simili nell’organizzazione concettuale, nell’approccio valoriale, nelle proposte. In fondo sono entrambi uomini di spettacolo: Beppe Grillo, specie quando i testi erano firmati Stefano Benni, era davvero un comico fantastico; e Berlusconi, prima di essere il primo impresario d’Italia (al punto da sacrificare anche la sua vita privata per visionare spettacolini di burlesque) è stato un crooner apprezzato sulle navi da crociera. Non sarebbe male se, invece di perder tempo con cose tristi come la politica, facessero varietà vero. Una cosa come “Dall’euro alla neuro”. Come soubrette è in pole position Daniela Santanché.

di Enrico Ciccarelli


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In primo piano

venerdì 6 luglio 2012

IN ITALIA - Spending review e riforme istituzionali le sfide principali del Governo italiano

Straordinaria ordinarietà L’idea che la spesa non possa essere una variabile indipendente deve restare di Enrico Ciccarelli

il commento

L’importanza di chiamarsi Ernesto Ernesto Galli della Loggia è un editorialista puntuto, raramente ovvio, spesso scomodo. Ma è anche una coscienza critica illuminante. Noi abbiamo trovato estremamente puntuale, con un finale degno di essere incorniciato, il suo articolo (cfr. Corriere della Sera del 4 luglio) sulla “percezione del premier”, cioè sullo strano caso per cui un uomo come Monti, incarnazione ai limiti della platealità degli ideali, delle proposte e dei valori della “destra storica”, è avversato ed inviso, più che dai suoi “nemici naturali” della sinistra radicale, dal populismo destrorso incarnato da giornali come Libero e il Giornale. Per rispondere al Corriere il quotidiano diretto da Sallusti ha messo in campo una delle sue penne migliori, cioè Marcello Veneziani, intellettuale di vaglia della destra italiana. Purtroppo Veneziani è da molto tempo lontano dalla sua forma migliore, ed anche il suo ragionamento di ieri ha più il sapore dell’atto dovuto che del convincimento. Secondo l’articolo pubblicato dal Giornale, la destra non è “montiana”. Al professore Veneziani appiccica la frusta etichetta di “uomo dei poteri forti” e gli rimprovera la mancanza di legittimazione democratica. Finisce inoltre per tracciare, con una certa arditezza, una distanza e addirittura una in-

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

Ernesto Galli della Loggia

conciliabilità fra la “destra economica” di cui sarebbe espressione il professore e la destra politica, che avrebbe il suo orizzonte culturale e ideale saldamente ancorato al consenso e alla vicenda elettorale. Ci sarebbe stato bene un accenno alle demoplutocrazie, ma Veneziani avrà pensato di non esagerare. Non è mancata però la riproposizione del vecchio spauracchio secondo cui gli uomini che rappresentano i poteri forti sono utili idioti della sinistra (o il contrario, l’argomento è double face). Sinceramente ci saremmo aspettati di più: sia perché è intellettualmente disonesto accreditare l’idea che il Governo Monti rappresenti una sorta di sospensione della democrazia, sia perché esorcizzare la “destra economica” e sostenere la legittimità del governo dell’uomo più ricco d’Italia appare acrobazia fin troppo spericolata. Assecondare la deriva populista può essere legittimo, specie se si tratta di tirar su due paghe per il lesso. Farlo pretendendo di impartire lezioncine di storia e di politica è forse pretesa eccessiva. Enrico Ciccarelli

Le notizie di stampa che filtrano a proposito della spendig review, cioè della manovra di tagli alla spesa pubblica che il Governo sta approntando, e le reazioni ed i commenti che le hanno accompagnate, dimostrano una volta di più che l’Italia è afflitta da una permanente “sindrome nimby”: tutti d’accordo a dire che non si possono tollerare nuove tasse e che bisogna combattere gli sprechi, ma non appena si cerca di passare sul terreno concreto, insorgono corporazioni e camarille, sindacati e forze politiche. Tutti vogliono tagliare, purché il taglio riguardi altri. Abbiamo una pubbli-

ca amministrazione con la produttività più bassa d’Europa, ma guai a pensare di ridurre gli organici (senza licenziamenti, ovviamente), o di garantire una maggiore vicinanza fra bisogno e servizio. Anche i provvedimenti di più elementare buonsenso vengono considerati un’onta sanguinosa, un attacco alle libertà civili, un sopruso infame. La litania è sempre quella del “cercate altrove”, quasi che non si sappia che l’unica possibile alternativa ai tagli è l’aumento dell’Iva, cioè un rincaro generalizzato dei prezzi e l’innesco di una spirale inflattiva che colpirà soprattutto i ceti meno abbienti. Con questo non intendiamo dire che l’operato del Governo sia per principio esente da errori, e che non ci possano essere, nell’elenco di questi tagli, cose da correggere o da

rivedere: ma la direzione è quella giusta, al punto che noi pensiamo che il lavoro di Bondi, l’esperto incaricato di coordinare la spending review, debba essere reso permanente, che cioè un authority antisprechi debba essere in servizio permanente effettivo, anche inserendo parametri oggettivi. Non si capisce perché l’Agenzia delle Entrate, attraverso gli studi di settore, possa stabilire che mediamente un’impresa o un professionista debba guadagnare un tot e non si possa con lo stesso strumento stabilire che le uscite di un Ente pubblico non possano crescere in modo indeterminato. Di più: riteniamo che tanti piccoli Bondi debbano essere incaricati dalle Regioni italiane, a statuto ordinario o speciale che siano. Serve a poco essere virtuosi a Roma se si continua a

lasciare impunita la spesa allegra delle burocrazie, degli ospedali e delle Asl. Serve a poco ridurre il fabbisogno dei ministeri se la spesa per l’acquisto dello stesso prodotto o servizio è venti volte maggiore in Sicilia che in Lombardia o vicevera. L’idea che la spesa non possa essere una variabile indipendente deve accompagnarci non per un anno o due, ma per sempre. Il che comporta anche una seria riflessione sui meccanismi della nostra casa comune, sull’architettura complessiva dello Stato. Intervenire sul bicameralismo perfetto, rivedere i meccanismi di sussidiarietà orizzontale e verticale, dotarsi di strumenti più efficaci per risolvere i conflitti di competenza e di attribuzione sono la naturale conseguenza dell’inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio. Far finta che tutto il problema sia nei pur importanti meccanismi di selezione delle rappresentanze o nella forma di governo è un’illusione pericolosa. La politica dovrebbe pensarci.

attualMente

spending review

Sanità: sarà compito delle Regioni tagliare

Il tifoso dell’ultimo minuto

Mercoledì pomeriggio il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiarito che “nessuna chiusura automatica di ospedali verrà imposta da Roma”, spiegando però che “è sicuramente necessaria una riorganizzazione della rete ospedaliera che porti a una riduzione di costi di gestione e ad una maggiore appropriatezza delle prestazioni”. A rischiare la chiusura, infatti, ci sarebbero ben 149 strutture di ricovero. Tanti stando alla banca dati del ministero della Salute, aggiornata al 2007, sono i mini-ospedali. Uno dei parametri del provvedimento sulla spending review sarebbe quello di una riduzione dello standard ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti. Facendo i conti, ci potrebbe essere un’ulte-

Quando un pallone cancella rancori di ogni genere e unisce un Paese, si è certi di essere in Italia. La crisi economica, i licenziamenti, lo spread, vengono dopo. Dopo la partita di calcio, perchè quella si deve vincere, a tutti costi. Il peggior italiano, per l’occasione, si traveste da patriota modello, dopo la qualificazione in finale. Un perfetto tifoso, dell’ultimo minuto. Prima di allora, la nazionale azzurra è come il Paese: perdente, in deficit, senza speranze, con un allenatore pescato chissà dove, con giocatori troppo giovani, troppo arrabbiati, troppo stanchi. A pochi passi dalla coppa, il tifoso mascherato, veste il balcone con il tricolore e guarda all’Italia come unica nazione capace di rialzarsi, di stupire, di vincere. Madre di tutti i sogni e di tutte le emozioni. Canta l’inno con la mano sul petto, centrando il cuore e scandendo bene le parole, con gli occhi chiusi, come fa Buffon. Evviva Prandelli, Balottelli, Buffon, Pirlo, evviva tutti, evviva pure Monti. Per lui, tutto è perfetto, ad un passo dalla vittoria. La sconfitta, invece, è il fischio finale per tutto, il fallimento di una intera nazione, il motivo per non crederci più. L’orgoglio italiano? Svanito. Le emozioni? Illusioni. Il Paese? Da cancellare dalla cartina geografica. I goal azzurri? Miracoli. Prandelli? Un autentico idiota. Il tricolore sul balcone? Asciuga i piatti Il tifoso vero è, invece, come la squadra azzurra: forte anche quando piange.

Redazione Via Abate Gimma, 163 70121 Bari redazione@pugliadoggi.it tel. 080/5213360 fax. 080/5220966 www.pugliadoggi.it Editore Publimedia Sud srl Stampa Rotostampa - Lioni (Av)

riore riduzione di 12-14 mila posti letto. Intanto nel complesso, a fronte delle misure in cantiere, è prevista la riduzione del finanziamento al servizio sanitario di un miliardo quest’anno, 2 all’anno dal 2013, in maniera strutturale. Ed è questo che il ministro Balduzzi ha subito chiarito ai governatori. Per arrivare a tale cifra, verrebbero rideterminati i tetti della spesa farmaceutica territoriale (quella per i farmaci convenzionati). Le industrie farmaceutiche si vedranno inoltre aumentare al 6,5%, anche se solo per l’anno in corso, lo sconto dovuto al Servizio sanitario nazionale. Nell’immediato, secondo Federfarma, il taglio “non potrà che tradursi in maggiori ticket e minori farmaci in prontuario”.

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di Annalisa Tatarella

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In primo piano

venerdì 6 luglio 2012

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TAGLI E SACRIFICI - Ancora un vertice tra Mario Monti ed Angela Merkel. La tedesca: “rafforzare la nostra cooperazione”

Sulla strada del risanamento Mantenere sotto controllo il bilancio e solo in prospettiva si potrà tornare a crescere. Inaccettabile la disoccupazione giovanile al 36% di Giuseppe Pugliese Ancora un incontro bilaterale tra Mario Monti ed Angela Merkel si è svolto nei giorni scorsi, in Italia. Un incontro importante da cui sono emerse sostanzialmente due notizie: innanzitutto è stata seccamente smentita la voce secondo cui l’Italia sarebbe in procinto di chiedere aiuti al fondo europeo salvastati. Inoltre è emersa la ferma determinazione di Monti a proseguire sulla strada di un forte ed energico risanamento dei conti pubblici che, passando attraverso una serie di tagli e riduzioni, anche drastiche e dolorose, possa portare sulla strada della crescita. “Ho confermato ad Angela Merkel la determinazione del governo italiano, che conosce e credo apprezzi, a proseguire sulla strada del risanamento di bilancio’’ e “in prospettiva’’ della crescita. Lo ha detto il premier Mario Monti, parlando a Villa Madama in occasione del bilaterale con Angela Merkel. ‘’L’Italia non ha bisogno di aiuti’’ da parte della Ue, ha assicurato. ‘’Grazie al sostegno degli italiani e del Parlamento, l’Italia non si trova nelle condizioni di Grecia e Portogallo’’, ha detto Monti. Il nostro Paese non ha intenzione di chiedere l’intervento del fondo salva-Stati, anche perché “quest’anno avremo un disavanzo di circa il 2% del Pil, che è la metà della media Ue e l’anno prossi-

rai

Cda: fumata bianca dopo le polemiche

mo l’Italia avrà un avanzo in termini strutturali”, ha spiegato. “Siamo convinti - ha sottolineato - che i Consigli europei siano occasioni preziose per andare avanti nella costruzione di un’Europa più efficace’’. “A Bruxelles, nel Consiglio europeo - ha riferito -, abbiamo parlato di nuove misure a breve termine: io sono soddisfatto, e tutti i 17 Paesi dell’Eurogruppo sono soddisfatti perché sono conclusioni raggiunte all’unanimità’’. Parlando di lavoro, Monti ha affermato: “Con la Merkel abbiamo parlato della disoccupazione giovanile in Italia al 36%. E’ diventato davvero inaccettabile questo tasso di disoccupazione’’. Il premier ha poi puntato il dito contro le parti sociali. Imprese e sindacati, ha dichiarato, “hanno svilito una riforma del lavoro che è a vantaggio delle giovani generazioni”. A proposito di spending review, Monti ha detto: “E’ venuto il momento di agire in modo più strut-

turalmente convincente sul settore pubblico, che non vuol dire riduzione tranchant della spesa pubblica, ma una riduzione della spesa dopo aver fatto un’analisi molto precisa dei settori dove ci sono sprechi”. “Io e la Merkel lavoriamo molto bene insieme ha poi aggiunto -, perché lei tedesca e io italiano, crediamo in una Soziale Marktwirtschaft altamente competitiva’’, ha spiegato Monti, facendo riferimento all’economia di mercato sociale. “La sua - ha osservato il Professore - è molto più competitiva della nostra ma spero che noi accorceremo le distanze per poter spingere insieme l’Europa in avanti’’. Merkel da parte sua, nella conferenza stampa congiunta, ha sottolineato: “Se i nostri vicini in Europa non stanno bene, anche noi tedeschi non stiamo bene’’. “E’ anche nel nostro interesse che gli altri paesi europei abbiano uno sviluppo economico positivo’’, ha aggiunto. Con il presidente del

Consiglio Monti ci siamo scambiati informazioni sulle rispettive situazioni nei nostri Paesi, ha detto la cancelliera, sottolineando “la molteplicità di riforme in tempo rapidissimo” realizzate dall’Italia e le “decisioni fondamentali” assunte. Quelle di oggi, ha detto, sono “consultazioni importanti in tempi non facili”. “Io voglio continuare a collaborare molto bene con Mario Monti e con il suo governo. In questo momento abbiamo bisogno di una cooperazione intergovernativa intensa che ogni giorno dobbiamo rafforzare’’, ha affermato Merkel: “ci appoggiamo a vicenda’’, ha aggiunto ammettendo che ci sono dei settori “in cui noi tedeschi non siamo bravissimi’’. Per questo, perché “nessun Paese vive nel vuoto, ma in un mondo globalizzato’’, Italia e Germania “devono imparare l’uno dall’altro’’. “Fino a ora, sono sempre riuscita a trovare intese con Monti, laddove è stato necessario’’, ha concluso.

All’indomani dello stop del Pdl, dello scontro tra Fini e Schifani e la minaccia del premier Mario Monti di commissariare la Rai, nella mattinata di ieri è arrivata, finalmente, la fumata bianca per il Cda di viale Mazzini. La commissione di Vigilanza ha votato i sette consiglieri di sua competenza e ciascuno è passato con cinque voti. Si tratta di Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani, Gherardo Colombo, Benedetta Tobagi e Rodolfo De Laurentiis. Quattro voti all’outsider Flavia Nardelli che quindi non è passata al vaglio della Vigilanza. L’unico che non ha partecipato al voto è stato il radicale Marco Beltrandi. Il nuovo Cda ha una geografia con una maggioranza ancora una volta Pdl. Più precisamente quattro consiglieri in quota Pdl (Antonio Verro, Antonio Pilati, Guglielmo Rositani e Luisa Todini, su cui sono confluiti i voti della Lega) due Pd (Gerardo Colombo che Benedetta Tobagi) e uno Udc (Rodolfo De Laurentiis). “Ero e rimango ottimista sebbene, scusa-

universita’

rai - il commento di flavia perina (fli)

Tagli per baroni e personale, non in danno degli studenti

Istituzioni piegate al conflitto d’interessi

“Il taglio di 200 milioni all’Università è in realtà una riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario, cioè i soldi che il Governo dà agli Atenei, che nella quasi totalità vengono utilizzati per pagare gli stipendi del personale e soprattutto dei docenti, e non per la didattica. Quindi, questo taglio incide poco o nulla sulla vita degli

“Silvio Berlusconi alla fine ce l’ha fatta ad aggiudicarsi il quarto consigliere nel Consiglio d’Amministrazione della Rai grazie a uno strappo alle regole senza precedenti. Il dimissionamento forzato del senatore Amato pesa come un macigno sulla legittimità del nuovo Cda e dimostra che il tema del conflitto di interessi è tutt’altro che

studenti. Piuttosto al ministro Profumo chiediamo una stretta vera contro i corsi di Laurea inutili che servono solo ad accontentare qualche barone. Risparmieremmo molto di più e potremmo destinare il FFO in base al merito: oggi accade solo in minima parte. Chiediamo a Profumo di alzare tale percentuale almeno al 30% e di avviare le ri-

forme strutturali che servono all’Università: liberalizzare le rette, valutazione di Atenei e Professori, prestito d’onore”. Lo affermano in una nota Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale di Generazione Futuro e Lorenzo Castellani, vice responsabile degli eletti di Generazione Futuro nelle Università.

archiviato”. Lo afferma in una nota Flavia Perina, membro di Fli in Commissione di Vigilanza. “Il condizionamento della Rai – sottolinea Perina - resta una delle priorità del ‘programma occulto’ del Pdl, così rilevante che persino il Presidente del Senato si è dovuto mettere sull’attenti. Ora – conclude la parlamentare

temi la citazione, ‘senza illusioni’, come diceva Kennedy’’, ha commentato il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, al termine della votazione. “Al di là di imprecisioni e incongruenze, contraddizioni e malesseri, manifestati legittimamente anche in quest’aula, qualcosa da oggi non sarà più come prima nel rapporto tra una politica malintesa e l’Azienda. Il segno dell’apertura di un varco c’è stato e va colto in un momento difficile per il Paese, che chiede a tutti legittimita’ e confronto, coesione e spirito costruttivo”, ha concluso Zavoli. Di tutt’altro tenore le parole del leader dell’Idv Antonio Di Pietro che parla di “un golpe’’, riferendosi al caso del dissidente Amato, senatore Pdl che aveva votato per l’outsider Nardelli, sostituito in fretta e furia dal presidente del Senato Schifani con il più “addomesticato” Viespoli. “E’ stato cambiato il collegio elettorale mentre erano in corso le votazioni una lesione inaccettabile della democrazia. Una truffa a cui il presidente del Senato si è prestato e per questo dovrà risponderne’’.

di Futuro e Libertà non rimane che affidarsi a Gubitosi e Tarantola perché venga garantito l’equilibrio del servizio pubblico e si apra la pagina nuova che Monti ha promesso”.


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Regione Puglia

venerdì 6 luglio 2012

SPENDING REVIEW - Sacrifici per tutti, con metodi condivisi e chiari quale unica strada per far ripartire il nostro territorio

Tagli? Non nel mio paese Ospedali, punti nascita, tribunali, province... la Puglia è chiamata alla seria austerità Facciamolo senza quegli steccati degli orticelli elettorali che tanto piacciono ai politici di Roberto Mastrangelo Modificabile o non modificabile? Mentre la politica regionale continua ad interrogarsi sul Piano di Riordino voluto dalla Giunta, tra le polemiche e le prese di posizione politica, proseguono i lavori consiliari sull’argomento. Mentre negli scorsi giorni era ventilata da più parti l’ipotesi di una possibile, ed anche profonda modifica del Piano di Vendola e dell’Assessore Attollini, sembra che le Asl abbiano già dato il via allo stesso, rendendolo di fatto già operativo e quindi non modificabile. Caos che si aggiunge a caos, con tutti i Sindaci che si sono detti contrari al Piano e l’Anci che ha disertato la riunione di martedì scorso per protestare contro i tempi ristretti per la convocazione (da venerdì a martedì). La verità è che i tagli

devono essere fatti. E’ doloroso ma necessario tagliare posti letto, ospedali e punti nascita. E da qualche parte bisogna pur effettuare i tagli, altrimenti non si chiamerebbero, per l’appunto, tagli. Quello che non ci è piaciuto è la sfilata dei vecchi campanilismi per cui tutti, da destra a sinistra, hanno scritto plaudendo o dando addosso alle scelte fatte dalla Giunta regionale a seconda della salvezza o meno del proprio territorio. Ci saremmo aspettati un dibattito sul metodo con cui sono stati determinati i tagli, sull’opportunità o meno di applicare certe regole a certi territori, e invece tutto o quasi si è ridotto al solito vecchio e stantio andazzo del “not in my back-yard”: ovvero tagli si, ma da qualche altra parte, lasciando intatti

candidato al premio nobel

La Regione sostiene Cristiano Serricchio Il Nobel per la letteratura al poeta e scrittore garganico Cristanziano Serricchio: un obiettivo qualificante, che trova il sostegno del Consiglio regionale. Il presidente Introna proporrà “all’Aula, nella seduta di mercoledì 11, di approvare un ordine del giorno con la richiesta corale della Puglia, al Governo nazionale, di appoggiare la candidatura ufficiale del nostro grande autore presso l’Accademia di Svezia. Intanto, mi rendo interprete del ‘comune sentire’ dell’Assemblea, che considera un premio tanto prestigioso un riconoscimento meritato dal novantenne autore garganico, per la sua produzione letteraria di alta ed originale ispirazione”. L’intera regione si sta mobilitando, come si può osservare dal moltiplicarsi di interventi a supporto della candidatura. “Allo stesso tempo – nota ancora Introna - il Nobel 2013 al conterraneo sarebbe un traguardo straordi-

nario per la cultura pugliese e meridionale”. Giovedì 12 luglio, a Polignano, in occasione della serata che sarà dedicata a Serricchio tra gli appuntamenti del Festival “Il libro possibile”, il presidente Introna consegnerà una targa d’argento all’uomo di lettere e di poesia, con l’auspicio che l’omaggio in Puglia possa anticipare un momento di grandissima emozione, in una ribalta internazionale ambita come l’Academy Hall svedese. L’ultimo dei sei Nobel italiani per la letteratura è andato a Dario Fo, nel 1997. Il primo a Giosuè Carducci, nel 1906. Gli altri premiati: Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1934), Salvatore Quasimodo (1959), Eugenio Montale (1975). Cristanziano Serricchio è nato a Monte S. Angelo e risiede a Manfredonia. Ha firmato opere di poesia, narrativa e teatro, oltre che studi storici, archeologici e letterari.

i propri orticelli “e i propri interessi particolari”. Bisogna scendere nel merito delle decisioni della Giunta, e li si possono annidare cento, mille e forse più motivi di richiesta di correzione. Del resto da Roma arrivano chiarissimi segnali. La scure si abbatterà fortemente sulla Puglia, e non possiamo permetterci di arrivare impreparati. Anche perchè la sanità è soltanto uno dei settori su cui saremo chiamati a tirare la cinghia. Tra poco sarà la volta dei Tribunali (e in Puglia c’è Lucera destinato a saltare), le Provincie (finalmente, aggiungiamo), con Bari che sarà Città Metropolitana; Brindisi, Bat e Taranto destinate a scomparire (in attesa della cancellazione definitiva di un ente assolutamente inutile e dispensioso), poi toccherà al personale pubblico, che è troppo, inefficente e mal utilizzato. Direttori generali di aziende sanitarie ed universitarie, presidenti provinciali degli ordini dei medici sono stati gli interlocutori pomeridiani della terza sessione di audizioni calendarizzata dalla Commissione sanità in previsione del parere alla delibera di giunta

regionale che ridisegna la mappa dei punti nascita ed avvia la seconda fase del piano di rientro, con l’ulteriore riorganizzazione della rete ospedaliera. Agli inviti recapitati dalla Commissione, senza alcuna eccezione, hanno risposto tutti i direttori generali, in molti dei casi assistiti anche da direttori amministrativi e sanitari. Alla commissione sono stati forniti ragguagli in merito allo stato di attuazione dei programmi di razionalizzazione e riorganizzazione che ciascuna ASL ed Azienda universitaria ha concluso o sta attuando attraverso accorpamenti, trasferimenti di reparti, riconversioni in strutture socio-sanitarie dei presidi ospedalieri già dismessi o in procinto di esserlo.

In molti casi sono stati forniti elementi circa la situazione degli organici rideterminati dal licenziamento di medici, personale amministrativo ed infermieristico interessato da procedure di de-stabilizzazione. “Non abbiamo convocato i direttori generali per saper se abbiano o meno condiviso le scelte operate dall’assessorato alla sanità relativamente alla riorganizzazione della rete regionale dei punti nascita o sulla razionalizzazione della rete ospedaliera pugliese in conseguenza dell’attuazione della “fase 2” del piano di rientro che comporterà il taglio di altre centinaia di posti letto nelle strutture pubbliche e private – ha affermato il presidente della Commissione sanità Dino Mari-

no. – Il compito cui siamo stati chiamati è quello di acquisire il maggior numero di informazioni che ci permetta di fotografare chiaramente ed oggettivamente la situazione in ogni territorio, in modo da poter intervenire con eventuali correttivi nella direzione di una distribuzione quanto più equa possibile di tutti i servizi. Per questo – ha concluso Marino – il nostro lavoro non si esaurisce oggi, ma proseguirà con le altre audizioni già calendarizzate”. Ormai la strada è tracciata. Bisogna tagliare ed anche pesantemente. Bisogna farlo in fretta e bene, senza ripensamenti e senza tutti quei veti incrociati che tanto piacciono alla politica. Anzi, ai politici. Ma bisogna farlo bene, all’interno di un progetto complessivo di spending review che deve vedere protagonisti attivi tutti, e salvando possibilmente gli investimenti spesi e già sostenuti (evitiamo di buttare soldi che non abbiamo). Sacrifici per tutti, dunque. Senza nessuna esclusione, con la consapevolezza che è l’unica strada che porta alla rinascita del nostro territorio.

taranto

il parere di filippo caracciolo (pd)

Cambio al vertice dello stabilimento Ilva

Quelle audizioni andavano evitate

Da ieri Luigi Capogrosso non è più direttore dell’Ilva di Taranto. L’azienda ha infatti comunicato in una nota di aver ricevuto e accettato le dimissioni di colui che ha diretto lo stabilimento per oltre 15 anni. “La società, accettando le dimissioni, ha espresso il massimo apprezzamento per il lavoro svolto che ha consentito allo stabilimento di conseguire straordinari risultati sul piano del miglioramento della sicurezza sul lavoro e ambientale, oltreché su quello produttivo – si legge nella nota stampa -. L’ingegner Capogrosso manterrà la qualifica

“Le chiusure previste dal piano di riordino erano in gran parte inevitabili. Oggi è facile criticare. Ed è assurdo che lo faccia anche chi in passato non ha avuto remore nel tagliare reparti d’eccellenza qua e la. La verità è che il governo regionale ha fatto il massimo che poteva fare, dovendo rispettare stringenti criteri imposti dal governo nazionale. Quello che francamente avrei evitato sono le audizioni in commissione sanità”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale PD, Filippo Caracciolo in merito alle polemiche sulle audizioni in corso alla Regione. “Gli amministrato-

di dirigente e si dedicherà in particolare al supporto tecnico per la difesa dell’attività dello stabilimento e dei suoi dipendenti nell’ambito dei noti procedimenti in corso. La direzione è stata affidata all’ingegner Salvatore De Felice, da anni dirigente dello stabilimento Ilva di Taranto”.

ri pongono questioni a noi consiglieri regionali nella speranza di poter modificare le cose, ma questo, lo sanno tutti benissimo, non è possibile - sottolinea l’esponente del Pd. Qualche piccola variazione al piano l’assessore Attolini l’ha promessa, ma è nulla rispetto alle aspettative. Perché quindi dare questa illusione? Si dica in modo chiaro ai cittadini e agli amministratori comunali che le modifiche al piano non sono possibili e si eviti di caricare di responsabilità la commissione sanità. La giunta regionale ha messo tutto nelle mani dei direttori generali, com’era ovvio che fosse”.


Regione Puglia

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BARI - Presentato il rapporto sulle Ecomafie di Legambiente. Più controlli e arresti, ma è presto per cantare vittoria

Gli eco-crimini in aumento post-terremoto

di Andrea Dammacco

Ricostruzione, giovedì le audizioni in Regione Convocazione giovedì prossimo della V commissione con audizione dei sindaci interessati al disegno di legge sulla “Prosecuzione della ricostruzione post sisma 2002 nell’area della provincia di Foggia”. E’ questa la conclusione dei lavori della commissione. Il presidente Pentassuglia, sulla scorta delle indicazioni espresse dai commissari, oltre che di alcune osservazioni presentate dai comuni interessati, ha stabilito l’aggiornamento dei lavori. Saranno ascoltati i sindaci e, a seguire, i commissari esamineranno il ddl per il quale l’assessore ai lavori pubblici, Fabiano Amati, ha riportato l’esigenza di essere solleciti nell’approvazione, considerato che l’incarico di commissario delegato

attribuito al presidente della Regione per l’emergenza determinatasi a seguito del sisma del 31 ottobre scorso in provincia di Foggia, risultata scaduta al 30 aprile 2012. Il ddl punta a confermare il ruolo degli enti locali e la validità delle direttive tecniche già definite in sede di stato di emergenza. Tra i punti da definire quello del personale specificatamente contrattualizzato a tempo determinato alla data del 30 aprile 2012 di cui i comuni avranno la possibilità di avvalersi fino al 31 dicembre 2013 (come previsto dal ddl), a fronte della richiesta dei sindaci di fare riferimento al personale in servizio alla data del 31/12/2011 con la possibilità di utilizzare lo stesso in maniera condivisa tra più comuni.

I numeri sono chiari. 33 mila reati ambientali scoperti nel 2011, 27 mila persone denunciate, 305 arresti, e più di 8 mila sequestri effettuati dalle forze dell’ordine. Questi i numeri che Legambiente ha divulgato nel rapporto annuale sulle ecomafie. E in Puglia? Nella conferenza stampa di mercoledì mattina scorso, il presidente di Legambiente Puglia Francesco Tarantini, coadiuvato dagli interventi del Procuratore della Repubblica di Bari Antonio Laudati e dall’Assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro, ha illustrato i numeri relativi ai reati ambientali in Puglia. Nella classifica generale dell’illegalità ambientale in Italia nel 2011, la Puglia rimane stabile al quarto posto con 3.345 infrazioni accertate, 2.971 persone denunciate, 57 arrestate e 1.281 sequestri effettuati. Rispetto al 2010 le infrazioni accertate le

Un momento della conferenza stampa di Legambiente per la presentazione del rapporto Ecomafie 2012

persone denunciate e arrestate sono aumentate. “Nel Rapporto Ecomafia 2012 – spiega Tarantini – nonostante siano aumentate denunce e arresti, la nostra regione peggiora sia sul fronte del ciclo illegale del cemento che del racket degli animali. A questo si aggiungono le corse clandestine di cavalli, la macellazione clandestina, il record di discariche abusive di pneumatici fuori uso”. Aumentano

anche le operazioni positivamente concluse da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, anche congiuntamente. Una fra tutte l’operazione “Gold Plastic” riguardante un ingente traffico illecito di rifiuti plastici e pneumatici fuori uso diretto in Asia. Nei loro interventi, l’Assessore Nicastro e il Procuratore Laudati, hanno cercato di porre l’attenzione sulla corretta lettura dei dati raccolti da Legambiente: “E’ utile

regione puglia

Un’autorità unica regionale per rifiuti, acqua e trasporti Un unica autority pugliese (di nomina consiliare) per la ridefinizione di costi e misure dei servizi pubblici locali. Questa in estrema sintesi il sunto dell’incontro di martedì scorso tra i capigruppo consiliari e Nichi Vendola. “Il nostro obiettivo è quello di irrobustire, al massimo grado, il potere del pubblico in settori

come il trasporto pubblico e il ciclo dei rifiuti”. Così è intervenuto il presidente della Giunta Regionale Nichi Vendola all’indomani dell’incontro con tutti i capigruppo per fare il punto della situazione sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali chiesta dal Governo alle Regioni. “Ho ricordato a Palese -ha proseguito Vendola-

che l’idrico per noi è argomento tabù, tanto più in presenza di una concessione dello Stato all’Acquedotto Pugliese che mette al riparo la Regione dalla violenza privatizzatrice, almeno fino al 2018”. Dal canto suo Rocco Palese si è dichiarato “molto soddisfatto per l’esito dell’incontro convocato su nostra richiesta dal Presidente Introna

con tutti i capigruppo, alla presenza del Presidente Vendola e degli assessori competenti, perchè come sollecitato da noi e come convenuto anche nell’incontro del 25 maggio scorso alla presenza, tra gli altri, dei tecnici ministeriali, il Presidente Vendola ha convenuto che in Puglia la privatizzazione dei servizi pubblici locali avverrà con la costituzione di una Autorità unica per la gestione di rifiuti, acqua e trasporti. A giorni, quindi, sarà rivisitato e modificato il provvedimento già appro-

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vato dalla Giunta Regionale e che riguardava solo i rifiuti. In questo modo i cittadini avranno garanzie di risparmio, efficienza e maggiore controllo nella gestione di tutti i servizi pubblici locali”. Fa specie, aggiungiamo noi, che la politica regionale si affanni nell’applicazione del decreto 148/2011 in maniera veloce e condivisa. Nulla dice però sull’articolo 14 dello stesso decreto, dove si parla di ridurre a 50 il numero dei Consiglieri regionali.

cogliere il bicchiere mezzo pieno di questi dati. – afferma Nicastro - C’è un netto miglioramento dei dati che è il simbolo del lavoro degli operatori di pubblica sicurezza impegnati nella lotta alle ecomafie. Di questi dati bisogna andarne fieri”. Nicastro però punta il dito contro il legislatore nazionale: “è necessario cominciare a considerare i reati di ecomafia alla stregua degli altri reati penali, perché ledendo l’ambiente si lede il basilare diritto alla salute dei cittadini”. Il Procuratore Laudati ha posto l’attenzione invece sull’importanza del lavoro di Legambiente: “Legambiente ha acceso i riflettori su dati spesso trascurati, dati che mostrano un miglioramento della lotta all’ecomafia. Ma è ancora presto per cantare vittoria. Il percorso della legalità ambientale è molto lungo e riguarda aspetti anche socio-culturali, bisogna lottare contro i grandi problemi ma bisogna imparare a fare il proprio per preservare l’ambiente. E’ dura ma si può riuscire ad uscirne vincenti”.


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Bari

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DECENTRAMENTO E COSTI - Circoscrizioni? Inutile parlarne in previsione dell’Area metropolitana. Riapriamo le scuole di partito

I prossimi, mandateli a scuola Anche a livello locale, come a quello nazionale, la politica ha dimostrato di non sapersi riformare da sola, ma solo di avvitarsi in inutili provvedimenti incapaci di rinnovare

La sede della Circoscrizione Palese-Santo Spirito

di Fortunata Dell’Orzo Ormai pare fatta: per Bari sta davvero arrivando l’area metropolitana. Una svolta necessaria e auspicata, non solo dai cittadini più avvertiti, ma da una classe politica che ha tutto l’interesse a recuperare credibilità. La “casta” barese dà il peggio di sé proprio in quelle istanze di partecipazione più vi-

cine ai cittadini, come le nove Circoscrizioni, sulla cui riconfigurazione sta ber abbattersi un tornado governativo. Anche in questo caso, a livello locale come a quello nazionale, la politica ha dimostrato di non sapersi riformare da sola, ma solo di avvitarsi in inutili provvedimenti, incapaci di rinnovare davvero il significato stesso di decen-

tramento amministrativo, per non parlare del risparmio in termini di risorse, pressoché nullo. In queste settimane Puglia d’Oggi ha cercato di condurre un’inchiesta proprio sul decentramento, la sua riforma e i suoi costi. Abbiamo trovato ostacoli pressoché insormontabili nella quasi totalità dei Consiglieri Comunali e Circoscrizionali, palesemente poco interessati a mettere in discussione ruolo e significato e pressoché totalmente impreparati ad affrontare qualsiasi discussione in merito. Dal canto suo, l’amministrazione Emiliano II, nelle more di una decisione governativa, ha preparato una riforma che riducendo da nove a sei le circoscrizioni, senza peraltro ridefinirne competenze e assegnazione di risorse, non pare abbia poi davvero centrato il problema che è duplice: da un lato ridurre i costi, cancellando sul serio gli inutili consigli circoscrizionali, e dall’altro riorganizzando l’autonomia amministrativa nell’alveo più grande e più complesso dell’area metropolitana. Ora, con le decisioni del Governo, non ci sarà più spazio per le ciance di maggioranza e opposizione. Presto Bari dovrà darsi dei nuovi confini,

assumere nuove funzioni, “crescere” in quantità e qualità dei servizi. Sarà il momento di ritirare fuori dai cassetti polverosi quel famoso e corposo piano strategico da cui Emiliano diceva di poter trarre ben trentamila posti di lavoro. E sarà anche il caso, per i partiti e le altre forze che si candideranno a governare la nuova città metropolitana, di selezionare al meglio la futura classe dirigente: qui oggi abbiamo consiglieri comunali e circoscrizionali che, oltre ad avere problemi seris-

simi con il congiuntivo e la consecutio temporum, non hanno mai usato un manuale di Diritto Amministrativo, nemmeno come fermacarte. Per cui, ci permettiamo di suggerire a chi ha a cuore le sorti di questo territorio di riaprire le care vecchie scuole di partito che, se non altro, una certa formazione ed una certa selezione un tempo riuscivano a farle. E si vedrà così che, potendo competere davvero alla pari, crescerà anche il numero di donne amministratrici.

Michele Emiliano

a il dibattito del circolo bari citta’ metropolitana

Sanità, riordino ospedalieri nel confronto con Uccio Curto Si parlerà di sanità e di riordino ospedaliero al consueto meeting settimanale di Futuro e Libertà di Bari in programma venerdì 6 luglio presso il circolo Bari Città Metropolitana. Oratore della serata il consigliere regionale Uccio Curto, coordinatore provinciale di Brindisi e componente dell’Assemblea nazionale di Fli. Il dibattito avrà luogo venerdì 6 luglio alle ore 19 presso la sede sociale di via Andrea da Bari, 157 e sarà introdotto dal Presidente Sergio Ventrella. A margine del dibattito sulla sanità, sarà inevitabile parlare con Curto anche dei risultati dell’Assemblea nazionale di Fli e della legge elettorale regionale, per la quale il consigliere

Curto è sostenitore di una nuova distribuzione territoriale dei seggi . Insomma, un dibattito che si annuncia ricco e interessante

i doppi incarichi nelle giunte provinciali

Una poltrona per due, o due poltrone per uno? Ad Eddie Murphy e Dan Aykroyd, in una celebre commedia degli anni ’80 bastava “una poltrona per due”. Ai politici italiani, e pugliesi nello specifico, invece probabilmente non bastano due, tre poltrone per una sola persona. E così facendo una semplice ricerca scopriamo che più di un terzo degli Assessori delle province pugliesi svolge, senza particolari problemi, il doppio ruolo di Assessore provinciale e consigliere comunale, in alcuni casi anche sindaco. Il brulicare del doppio incarico, e spesso del doppio stipendio, è trasversale a tutti gli schieramenti. Insomma c’è un po’ di quel bipartisan che ci piace tanto. E a ben guardare i doppi incarichi derivano, in questo caso, da ruoli nei consigli provinciali. A proposito di questo, Puglia d’og-

gi si è sempre spesa in critiche contro l’utilità di mantenere in vita le amministrazioni provinciali. A conti fatti, per l’appunto, le province non hanno alcuna utilità se non quella di accontentare piccoli interessi, o per l’esecuzione di piccoli compiti che potrebbero ben essere accorpati con quelli della Regione, e soprattutto dei Comuni. Prendiamo ad esempio la neo provincia Bat. Era proprio necessaria l’istituzione di questo nuovo ente? Il territorio ne richiedeva l’esigenza? Al lettore l’analisi e la risposta. Il mantenimento di tali amministrazioni è un costo esorbitante per lo Stato, notevolmente non ripagato in termini di funzionalità per il territorio. In teoria tale ente dovrebbe gestire, istruzione, infrastrutture, coadiuvare la gestione dei problemi

di un territorio. E invece nella realtà, non fa nulla di tutto ciò. Anzi. A volte è solo un lungo passaggio burocratico ulteriore. Inoltre, rimane aperta la questione etica e morale sull’opportunità del dividersi tra due cariche pubbliche che richiedono grande impegno e responsabilità: può, ad esempio, un sindaco operare scelte e prendere decisioni che incidono sulla vita di una comunità di cittadini mentre compie il dovere di Assessore provinciale e viceversa? Con quale serenità e attenzione potrà svolgere i due ruoli? E quando dovrà essere presente in Comune e in Aula a cosa darà precedenza? Interrogativi che chiamano in causa la coscienza dei diretti interessati e dei partiti di appartenenza che purtroppo mostrano il volto di una politica piccola, lontana dal buon senso e dall’interesse comune. Del resto, stiamo parlando delle province. Un ente che non ha più ragione fondante di esistenza.

Se ne sono accorti, finalmente, anche a Roma. Con il consiglio dei ministri di ieri pomeriggio sono state poste le basi per una prima importante diminuzione del loro numero. In Puglia ce ne saranno tre in meno. Alla giovane Bat si aggiungono, infatti, Taranto e Brindisi, che non raggiungono una popolazione tale da permetterci e permettersi il lusso di un ente così costoso. Verranno salvate soltanto Foggia e Lecce, con l’aggiunta di Bari che sarà una delle 10 Aree metropolitane d’Italia. Finirà il doppio ruolo dei politici? Noi speriamo proprio di si. Ecco, a titolo di esempio, i titolari di doppio incarico nella Giunta provinciale di Bari. Stefano Diperna, PdL. Assessore provinciale; sindaco di Mola di Bari; Francesco Caputo, PdL. Assessore provinciale; assessore di Corato; Onofrio Resta, La Puglia prima di tutto. Assessore provinciale;

sindaco di Turi; Giuseppe Quarto, Movimento per le autonomie. Assessore provinciale; consigliere comunale di Toritto; Vito Perrelli, Lista Schittulli. Assessore provinciale; consigliere comunale di Triggiano. A Brindisi contiamo altri 3 assessori che ricoprono incarichi comunali. Nella giunta della Provincia di Lecce ben 7 assessori ricoprono il doppio incarico (1 vicesindaco, 3 assessori, 1 presidente di Consiglio comunale, 2 consiglieri). A Taranto, nelle more della definizione della Giunta tarantina, registriamo 5 doppi incarico (1 sindaco e 4 consiglieri comunali). A Foggia ci sono 4 titolari di doppia carica su 9 assessori provinciali. Nella Bat, infine, 3 componenti della Giunta sono anche consiglieri comunali, il Vicepresidente Nicola Giorgino è sindaco nella sua Andria. a.d.


Bari

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BARI - Tre proposte, ora si aspettano i progetti di fattibilità e i lavori di adeguamento. Per settembre sarà tutto pronto?

Palagiustizia, a che punto è il trasloco degli uffici?

Gli uffici giudiziari di Via Nazariantz

di Fortunata Dell’Orzo Come Totò in uno dei suoi film più celebri e divertenti, la Giustizia a Bari cerca casa e non da oggi. Se qualcuno si fosse perso le puntate precedenti” di questo appassionante e deprimente “giallo” tutto barese che Puglia d’Oggi sta seguendo da sempre, potrebbe, per capire la situazione, meditare sulle dichiarazioni che Antonio Laudati, capo della procura di Bari e “ospite” con tutti i suoi sostituti del palazzaccio fatiscente di via Nazariantz, ha rilasciato a margine della conferenza stampa di Legambiente Puglia sullo status dei reati ambientali: “Credo che la situazione sia insostenibile, bisogna solo pensare al futuro. Arriviamo con dieci anni di ritardo”. La Procura, come è

noto, cade letteralmente a pezzi e soffre di una serie di carenze igienico sanitarie vergognose. Laudati ormai è davvero stanco di parole e di attese. “La situazione è molto delicata e molto grave. Sia io che il presidente del Tribunale abbiamo chiesto l’intervento delle massime autorità nazionali perché penso che il problema della sicurezza, il pericolo di crollo di un edificio pubblico, non riguardi solo gli organismi locali ma la Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Da qualche mese, si ricorderà, vi sono dei sensori che seguono istante per istante la situazione e sono in grado di dare, con un buon preavviso l’allarme generale. Laudati però non è tranquillo e sta chiedendo che si faccia uno sforzo per trovare immediatamente

delle soluzioni alternative, perché “la giustizia e gli uffici giudiziari sono un servizio essenziale e ineludibile e non si potra’ fare a meno dello svolgimento dell’attività giudiziaria”. La situazione è davvero paradossale e “L’ufficio che deve tutelare l’ambiente, la legalità e l’urbanistica, è quello che si trova nella struttura più illegale, più contro l’ambiente, più contro la salute di tutte. È una contraddizione tipica del nostro territorio, che e’ capace di grandissime risorse, energie, e poi di cadute verticali”. Intanto al Comune è in corso la procedura per individuare una sede alternativa. Una ricerca di mercato, aperta ad aziende in grado di offrire strutture congrue (servono almeno 13 mila metri quadrati,

possibilmente in un unico fabbricato) ha individuato tre offerte: l’ex palazzo Telecom Formazione a Poggiofranco (9 piani ormai dismessi), l’ex villa Patrizia a ridosso di Santa Fara, ed un complesso edilizio in via Fanelli denominato Agorà. “In questa fase” ci dice Vito Leccese, direttore generale del Comune di bari che sta seguendo in prima persona la vicenda – “stiamo aspettando che le ditte ci diano i progetti di fattibilità per adattare i fabbricati alla funzione per cui sono stati individuati: l’ufficio tecnico poi individuerà il più adatto e le ditte a spese loro dovranno provvedere ai lavori. Sono importi che potranno essere scontati dal canone di locazione”. E i tempi? Leccese vuol essere propositivo e ottimista, ma non riesce ad essere preciso: “noi speriamo anche prima, molto prima di settembre e comunque certo non oltre i 60 giorni di cui parla il bando cui hanno risposto le ditte proponenti”. Sul canone di locazione, Leccese ha confermato un milione e duecentomila euro l’anno, cifra che veniva pagata anche per il palazzaccio di via Nazariantz, “ma sono mesi che l’abbiamo sospesa” precisa il manager: troppi per una struttura a rischio crolli e invasa da topi e scarafaggi da sempre.

l’intervento

Il turismo come trampolino di lancio di Nico Pesce*

Quello del turismo è un trampolino importante su cui Bari deve puntare. Cito due esempi: l’interazione tra due possibili direttrici di sviluppo tra la città vecchia e centro murattiano (tra ponte C. Cavour e piazza Ferrarese) e la riqualificazione del lungomare da Pane e pomodoro fino a S. Girolamo (mi piace l’idea delle piattaforme sul mare), quest’ultimo potrebbe offrire servizi di ricezione, allestendo per tutto il percorso, gazebi, chioschi e bancarelle, con un mix di prodotti della nostra cucina, con animazione, musica, spettacolo, sport. Insomma, queste 2 direttrici dovrebbero essere un tutt’uno, con 2 scopi ben precisi: attirare l’attenzione con un flusso maggiore di

turisti e produrre un profitto. Ma serve anche, riqualificare alcuni edifici del centro con una incisiva operazione di marketing, con manifestazioni al fine di promuovere l’immagine della città, anche in periferia. Se poi pensiamo, all’apertura dei negozi anche negli orari non canonici, insieme alle iniziative collaterali tendenti a creare attenzione verso la città e le sue attrattive e dulcis in fundo, l’agognato Porto turistico, possiamo pensare ad una città più turistica, vivibile, capace di tutelare le esigenze di tutti, soprattutto del commercio, che rappresenta la dorsale economica. * Presidente Associazione De Giosa e dintorni

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Speciale

venerdì 6 luglio 2012

LA LETTERA - La proposta dell’ex presidente del Senato Marcello Pera, per riscrivere la Carta Costituzionale

Una Assemblea costituente per superare lo stallo del Paese

Marcello Pera. A destra Palazzo Madama, sede del Senato

di Marcello Pera * Caro direttore, il Senato della Repubblica è impiegato in una difficile sessione dedicata alla riforma della Costituzione. Dopo che la “strana maggioranza” aveva concordato un testo che manteneva l’attuale regime parlamentare con alcune correzioni, improvvisamente Pdl e Lega si sono accordati su un altro testo: forma di Stato federale e forma di governo presidenziale. Per ora è stato approvato il federalismo e tra qualche giorno dovrebbe essere votato anche il semipresidenzialismo con la conseguenza che il testo morirà il giorno stesso in cui sarà (se lo sarà) licenziato dal Senato. Eppure Dio solo sa quanto di questa revisione abbiamo bisogno. Mi limito a richiamare due ragioni. La prima riguarda l’Europa. Tutti hanno visto, anche se nessuno ci si è soffermato, che mentre il Consiglio europeo approvava nuove misure anticrisi, al Bundestag si

discuteva del Fiscal compact, la cui approvazione richiedeva la maggioranza qualificata di due terzi. Perchè lì si e da noi no? Perchè, a suo tempo, la Costituzione europea fu sottoposta a referendum in Francia e in Olanda e ad ampie discussioni in Germania e altrove e invece in Italia passò dopo brevissima e sonnolenta discussione in Parlamento, senza alcun coinvolgimento dell’opinione pubblica? E’ probabile che il nostro europeismo sia solo euroverbalismo, ma è possibile che, quando si tratta di cessione di sovranità, la Costituzione italiana sia pressocchè silente? La seconda ragione è interna al nostro sistema e riguarda la sua efficienza. Abbiamo una Costituzione il cui Titolo V è chiamato impropriamente federalismo: come tutte le cose fatte a metà e in fretta, sta creando disfunzioni e costi di ogni tipo. Abbiamo un Presidente del Consiglio che è un primo fra pari: non può decidere neppure sui suoi ministri. Abbiamo un Presiden-

te della Repubblica che fu concepito come rappresentante della nazione senza poteri politici: la situazione oggi vuole che sia diventato, con o contro la sua volontà, il primo decisore politico. E abbiamo un regime parlamentare in cui il governo dipende dalle decisioni dei gruppi: oggi il Parlamento è chiuso, perchè si riunisce solo quando il governo emana decreti e ne chiede l’approvazione con voto di fiducia. Non sarebbe necessario che su questi punti la Costituzione, anzichè ambigua, fosse esplicita? Inutile dire che ormai tutti riconoscono che il nostro testo costituzionale ha in gran parte esaurito la sua storia. Inutile richiamare gli insuccessi dei tentativi di riforma che si sono succeduti negli ultimi decenni. E inutile anche osservare che in questa fine legislatura nessun intervento serio è possibile, tante sono le divisioni e tante sono le tentazioni di usare questi tentativi per altri scopi, tipicamente elettorali, come se una costituzione fosse uno strumento di lotta politica. Per chi ancora avesse dubbi in proposito, valgano le parole realistiche del presidente Napolitano: ora non si può fare pressocchè nulla. Convinto anch’io che oggi sia impossibile intervenire e però che l’intervento sia necessario, ho presentato in modo del tutto autonomo un disegno di legge di revisione costituzionale per ottenere un risultato certo domani. La mia idea è radicale ma semplice.

Quando a primavera del prossimo anno si tornerà alle urne, si elegga, insieme a Camera e Senato, un’Assemblea Costituente. Composta di 75 membri incompatibili con il mandato parlamentare e con qualunque incarico pubblico, votata con sistema proporzionale puro, l’Assemblea dovrà redigere il testo della nuova Costituzione entro dodici mesi. Dopo di che, entro i tre mesi successivi, si terrà un referendum senza quorum. A quel punto il testo nuovo entrerà in vigore nei tempi e nei modi fissati dall’Assemblea. Essenziale, nel mio disegno, è la proroga del mandato dell’attuale presidente della Repubblica: esso scadrebbe solo il giorno della promulgazione dei risultati del referendum. Le ragioni sono due. Una è obiettiva: non si può a primavera eleggere un presidente della Repubblica che giura su una costituzione che poi sarà cambiata dall’Assemblea costituente. L’altra ragione è subiettiva: l’attuale presidente della Repubblica è l’unica figura che, per autorevolezza e consenso, sia in grado di accompagnare e garantire la transizione al nuovo regime. Per questo ho previsto che sia il presidente della Repubblica ad indire le elezioni dell’Assemblea costituente, e a convocarne e presiederne la prima riunione. In questa proposta vedo grandi vantaggi. Tra questi, primo, si avrebbe un risultato certo, perchè un testo sarebbe comunque approvato nel tempo indicato. Secondo, il testo nuovo

rappresenterebbe un nuovo patto di tutti gli italiani, perchè tutti ne sarebbero coinvolti, prima con l’elezione dell’Assemblea, e dopo con il referendum. Terzo, le forze politiche avrebbero finalmente l’opportunità di discutere di questioni alte, e fin da oggi potrebbero concentrarsi sulla sola legge elettorale, ma stavolta con la consapevolezza che essa dovrà essere congruente con la forma di governo che hanno in mente di sostenere nell’Assemblea costituente. Questo, tutte le varie ipotesi per lo più estemporanee che in questi mesi si sono sentite - presidenzialismo, semipresidenzialismo, premierato, sfiducia costruttiva, bicameralismo, eccetera - acquisterebbero finalmente dignità e serietà perchè dovrebbero essere inserite in un testo organico nuovo e non come appendici a un testo vecchio che solitamente mal le sopporta. Quindi, e se posso essere sincero, prolungare il mandato dell’attuale presidente ci risparmierebbe quel bagno di sangue

che ci aspetta a primavera prossima per l’elezione del nuovo presidente, e tutti quei giochi che, in attesa e preparazione di quell’evento, già segnano la ostra vita politica quotidiana. Ho un’ambizione, non la nascondo. Vorrei vedere il popolo italiano che, proprio nel bel mezzo della sua crisi più grave dal dopoguerra, si guarda in faccia, si interroga, discute ed infine adotta un nuovo patto per stare assieme e darsi un’identità. Perchè, ne sono convinto, questa della nostra identità nazionale è una sfida spirituale e morale assai più grave e più rischiosa della crisi economica e finanziaria. Questa crisi sarà dura, seminerà lacrime, farà ingiustizie di ogni tipo, ma infine passerà. La nostra identità di italiani, il nostro sentimento nazionale, il nostro destino, invece dovrebbero restare. * Ex presidente del Senato lettera al Corriere della Sera 4 luglio 2012


Speciale

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L’INTERVENTO - Lo spartiacque politico delle prossime elezioni sarà costituito dall’adesione o meno al progetto di integrazione europea

Unione politica d’Europa come risorsa per tutti noi di Salvatore Tatarella La ormai ineludibile necessità di puntare a un’unione politica dell’Europa ebbi modo di illustrarla all’assemblea di Fli a Pietrasanta. In quell’occasione proposi anche a Gianfranco Fini di farsi promotore, nella sua qualitá di Presidente della Camera della Repubblica italiana, di una iniziativa interparlamentare europea, tendente alla contemporanea approvazione prima dell’ultimo Consiglio europeo del fiscal compact da parte di tutti i Parlamenti nazionali, o almeno di quelli delle nazioni piû importanti, unitamente a una mozione che riaffermasse la necessità di un’Europa più politica. Quella iniziativa avrebbe trovato base e sostegno autorevoli in un appello a favore degli Stati Uniti d’Europa, sottoscritto in quei mesi da importanti personalità europee della politica, dell’economia, della cultura e delle istituzioni. Rilevo con piacere che l’approdo esplicito alla prospettiva di un’Europa federale, attraverso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, sia stata la prima delle proposte fatte da Fini alla recente Assemblea nazionale di Fli. Mi auguro che questa importante proposta del nostro Presidente, certo non a caso messa al primo posto, non resti solo una interessante suggestione intellettuale, o un mero flatus vocis, o, peggio ancora, un vuoto slogan propagandistico.

Sono convinto che lo spartiacque politico delle prossime elezioni politiche sarà costituito proprio dall’adesione o meno a una prospettiva di maggiore integrazione europea, della quale l’appoggio al Governo di Mario Monti è solo una logica specificazione. Se cosi sarà, la nostra scelta di campo, cosi come enunciata da Fini, deve essere subito rafforzata, riempita di contenuti e spiegata agli italiani. Sempre da Presidente della Camera, Fini potrebbe promuovere, prima delle elezioni e a Roma, che fu sede del trattato costitutivo delle istituzioni europee, una Conferenza dei Parlamenti europei sul futuro dell’Europa, per lanciare un Manifesto che disegni una road map dei prossimi mesi e dei prossimi anni, sino a un nuovo trattato e a una vera Costituzione europea, che preveda gli Stati Uniti d’Euroa. Una iniziativa del genere si tenne proprio a Roma nel 1990, se non

erro, e preparô il successivo trattato di Maastricht. Perchè non ripeterla? Fli, dal proprio canto, attraverso le fondazioni di riferimento e con la collaborazione di quelle altre che vogliano condividere un percorso comune e, in primis, delle fondazioni europee del Ppe e del Pse, potrebbe organizzare, a Firenze o a Venezia, capitali culturali europee, un seminario internazionale per approfondire le ragioni di una scelta, che, evocata con straordinaria lungimiranza, mentre si spegnevano i tragici bagliori del secondo conflitto mondiale, é oggi diventata una drammatica, urgente e non rinviabile necessitá. Recentemente, incontrando a Bruxelles i parlamentari europei italiani, il Ministro per gli affari europei Moavero ha invitato le forze che si riconoscono nelle due grandi famiglie politiche europee, ovvero noi del ppe e i socialisti, a prendere in’iniziativa politica

per lanciare il tema degli Stati Uniti d’Europa. Non sembri strano l’appello di un Ministro ai partiti politici. È, invece, del tutto ovvio. Governi e Ministri si possono muovere lungo tracciati stretti e condizionati da accordi, alleanze, trattati internazionali e convenzioni diplomatiche, i partiti no. Sono piû liberi ed hanno, anzi, il diritto dovere di indicare ai Governi nuovi obiettivi e nuove linee politiche. Oggi, come nell’immediato dopoguerra, ê il momento di leader politici con una grande visione europea. Fini, come già sta facendo Massimo D’alema, potrebbe e dovrebbe interpetrare questo ruolo. In Italia e in Europa. Una sua presenza piû costante nelle grandi capitali europee e a Bruxelles, nel suo ruolo di Presidente della Camera e di ex componente della Convenzione europea, non guasterebbe. Da queste iniziative Fli dovrà trarre gli elementi e gli argomenti da utilizzare nelle sedi parlamentari, nelle assemblee locali e nelle piazze per spiegare agli italiani i vantaggi, vecchi, nuovi e futuri, dell’Unione europea, troppo spesso sottovalutati o ignorati del tutto, e respingere con forza la facile e demagogica retorica antieuropea che, scaricando sull’Europa i ritardi, gli errori e le inefficienze degli Stati nazionali, vuole oggi ricacciare all’indietro l’antico continente verso cupi scenari di grave devastazione sociale ed economica.

il presidente napolitano

Dopo 30 anni di attesa ben venga la Costituente Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è favorevole “dopo 30 anni di tentativi abortiti di riforma’’, ad affidare ad una Costituente il compito di elaborare una riforma della Carta Costituzionale per un ridisegno organico istituzionale. Alla domanda se si possa passare da una repubblica parlamentare a quella presidenziale

con un emendamento nel quadro delle forme previste dall’art.138, Napolitano ha risposto con un secco no. “Non mi pronuncio nel merito -ha detto- di progetti volti a cambiare l’architettura costituzionale, ma occorre in ogni caso una visione ponderata dei nuovi equilibri da stabilire tra le istituzioni e tra i poteri, una visione ponderata

alla luce di fondamentali principi e garanzie. E’ stata appena presentata la proposta della elezione di un’Assem-

blea costituente, e dopo trent’anni di tentativi abortiti di riforma costituzionale non si puo’ negare che questo approccio abbia una sua motivazione. Tocca al Parlamento valutare quella e altre proposte’’. Ma chi gestirà l’eventuale fase costituente? Napolitano affida la risposta ad una considerazione indiretta sulle vacanze e i compiti del capo dello Stato. Appare difficile, allo stato attuale, che Napolitano possa accettare una proroga del proprio mandato.

l’editoriale

DA PAG 1

Ed ora, tutti in pista [...] il grande valore politico dell´assise, ma affermare al contrario che, se faremo tesoro di queste due considerazioni, il messaggio politico di Fini risulterà ancora più forte e convincente. Mi riferisco alla sostanziale unità della classe dirigente emersa nel ricco dibattito protrattosi sino alle 17 del pomeriggio e nell´invito al lavoro unitario sul territorio fatto da Fini nella sua breve, ma significativa, replica finale. Unità della classe dirigente. Certo, non solo mancate alcune frecciatine, ma sostanzialmente tutti ci siamo riconosciuti nella linea tracciata da Fini, anche perchè frutto del contributo dato da molti di noi. Se è cosî, mi auguro che cessino per il futuro i tanti, e a volte contrapposti, tentativi di farsi interpreti del “vero” pensiero di Fini. Chi vive la vita di questo nostro giovane partito sa bene che spesso si é trattato di interpretazioni non autorizzate e miranti ad altri e più modesti fini, ma il danno che in questi due anni ci hanno arrecato é sotto gli occhi di tutti. Il nostro messaggio è apparso debole e confuso, l´opinione pubblica ha fatto fatica a comprenderci, la nostra base è rimasta disorientata e i risultati elettorali non sono stati esaltanti. Penso, o almeno spero, che la lezione sia stata compresa da tutti. Il che non significa soffocare il dibattito. Anzi si tratta di esaltarlo, potendo e dovendo dare tutti il nostro contributo a una più completa definizione del corredo progettuale da Fini soltanto accennato. C´è tanto da fare e c´è spazio per tutti. Sopratutto per chi ha idee, qualità ed esperienze. La seconda considerazione sta nell´appello finale di Fini, che mi

dispiace non sia stato ascoltato da tutti, perchè, mentre Fini ha ascoltato tutti, sino all´ultimo intervento, sono ancora molti quelli che vengono all´Assemblea solo per farsi vedere da Fini o, al massimo, solo per parlare e andare via, senza ascoltare gli altri. Fini a quelli che sono rimasti ha detto una cosa semplice e allo stesso tempo sacrosanta. Da domani tutti e unitariamente al lavoro sul territorio, altrimenti quello che ci siamo detti qui varrà ben poco. Ecco, io mi auguro che questo appello di Fini venga recepito e concretamente attuato da tutti. Personalmente non mi sono mai associato alla lamentazione generale, che chiedeva l´impegno diretto e personale di Fini, previe sue dimissioni dalla Presidenza della Camera. Invito politicamente miope, che qualche volta nascondeva malamente modesti disegni di destrutturazione interna e il più delle volte era solo l´alibi per giustificare la propria indolenza e la propria inattività. Ora quest´alibi non copre più nessuno. Fini ha detto che da oggi siamo tutti in campagna elettorale e che lo è anche lui. Da oggi si lavora e basta. E vedremo chi e come lo fará. L´invito all´unità, vale, non solo per il vertice, ma anche per il territorio, perchè Fini sa bene che in periferia le cose non sono andate nel verso giusto. Ci auguriamo che cessino del tutto gli atteggiamenti discriminatori e delegittimanti, che fino ad oggi alcuni di noi hanno ingiustificatamente subito e che ci si metta tutti insieme a lavorare per il successo di un partito, che, sopratutto da noi, ha potenzialità molto piû estese di quanto comunemente si creda.


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Bari

venerdì 6 luglio 2012

CULTURA - A colloquio con il regista Mimmo Mongelli sulla drammatica situazione che stanno vivendo i teatri cittadini

Ma è davvero un’altra cosa?

Il teatro Piccinni di Bari

di Isabella Battista Attualmente la situazione culturale di Bari è ridotta ai minimi termini. Con i teatri chiusi o commissariati, molto spesso la fanno da padrone delle compagnie rinomate ai più ma che, sempre a detta di molti, non riescono che a conquistare una manciata di spettatori grazie a scarsi contenuti sia recitativi che della trama. L’ultima beffa? L’Aida Colossale, spettacolo in programma per sabato 30 giugno, non è andato in scena senza alcun preavviso. A parte un cartello leggibile solo davanti a una cancellata davanti lo Stadio delle Vittorie in cui si comunica lo slittamento al 28 luglio, che solo chi si recava sul posto poteva leggere. Ma la cultura a Bari è sempre stata così poco attenta al proprio pubblico? Lo abbiamo chiesto a Mimmo Mongelli, regista barese che lavora sia per il cinema che per il teatro. «Bari non ha mai avu-

to un patrimonio in evidenza. Decenni fa alcune amministrazioni comunali hanno fatto tesoro delle esperienze fatte al di fuori della Regione, guardando l’operato di Nicolini a Roma e hanno cercato di portare la stessa cosa qui grazie a Pino Pisicchio, Antonio Masiello e Pinuccio Tatarella. Attualmente bisogna saper affrontare la cultura con dignità. Purtroppo le attività intellettuali sono divise tra la dimensione popolare e quella colta ma un po’ d’élite. Quella cultura che nasce da sedimentazione di valori non è mai riuscita ad attecchire. Si propone una cultura popolare farsesca, dialettale, cultura di ceto borghese per manifestare il proprio potere. Non c’è stata mai un’attenzione per la crescita». Quindi è contrario all’uso del dialetto nel teatro? “Assolutamente no. Il dialetto però non deve necessariamente far ridere, è una lingua viva che viene valorizzata soprattutto nelle situazioni tragiche.

Se si creano situazioni “popolari” bisogna capire se sono operazioni che valorizzano una lingua oppure viene utilizzata solamente per involgarire il proprio repertorio già abbastanza scarso”. Come vede la situazio-

ne attuale nei teatri cittadini? “La condizione odierna dei teatri nasce da questa scarsa considerazione della cultura come strumento di crescita. Non si sono riuscite a coltivare le espressioni delle arti sceniche e a

costruire una vera colonna portante della cultura. Sfortunatamente Bari è ancora nelle mani di questo modo di concepire la cultura teatrale. I teatri mal gestiti diventano motivo di scontro fra forze politiche, luoghi per dare sfogo al clientelismo del politico amministrativo, utilizzandoli in maniera impropria. I teatri con prestigio, sono invece abbandonati alla propria sorte. La cultura in generale serve per la politica, che è diventata uno specchietto per le allodole: per ottenere consensi politici, per farsi accompagnare in missioni all’estero, per far circolare soldi, è tutto asservito al potere. E gli operatori culturali se ne rendono complici. Per questo motivo sono d’accordo con i colleghi che hanno protestato contro le convenzioni perché questo significa garantire la rendita di posizione solo ad alcune strutture. Il Teatro stabile ci dev’essere,

ma non in questo modo. Mettiamo il caso del Petruzzelli: è una realtà che crea occupazione per poche persone, quando qui in Regione lavorano migliaia di persone nel campo dello spettacolo. La ricostruzione dello stabile doveva essere l’occasione per ricostruire un teatro ex novo, con multisale che potevano essere usate dalle compagnie locali, ma invece hanno preferito creare un falso storico circondato da mille problemi e polemiche”. Che cosa ci dobbiamo aspettare allora in futuro? “Fino a quando non ci sarà una seria legislazione che permetterà di finanziare in maniera utile – anche privatamente – i teatri, la cultura sarà ferma e noi, operatori del settore, alla pari degli accattoni, ci dovremo accontentare di quel poco di sano che si riesce a ricavare da tutto questo marciume.

a palese - santo spirito

Risolviamo subito il nodo ferroviario Da tempo i cittadini che con il voto delegano gli Amministratori ad amministrare il territorio di loro competenza, invitano tutti gli eletti a finirla con le beghe personali, di partito o di coalizione e di impegnarsi seriamente per risolvere le tanto piccole o grandi problematiche che sono presenti nel territorio Circoscrizionale. Si constata a malincuore che questa situazione di rissosità e personalismo continua a far male e a non elevare la qualità della vita ai cittadini di Palese e S.Spirito. Infatti per la risoluzione del problema attraversamento e messa in sicurezza dei passaggi a livello di Palese e S.Spirito dopo 29 anni di chiacchiere ci sono ancora amministratori che vorrebbero portare il fascio di binari fuori centro abitato lasciando all’interno di esso solo il servizio metropolitano. Altri propongono invece di far passare in trincea i binari interrandoli di 3 o 4 metri, il che permetterebbe la creazione di sovrappassi non troppo alti.

Altri ancora , compresa l’Amministrazione Comunale e Regionale, propongono l’interramento della rete ferroviaria. Il sottoscritto e ovviamente la cittadinanza vuole che il problema dei passaggi a livello si risolva, nel migliore e nel più rapido modo possibile viste le troppe parole inutili e le tante tragedie. A tutt’oggi nonostante proclami e promesse l’annoso problema non ha iniziato il benchè minimo inizio di iter risolutivo. Anni fa c’erano fondi già cantierizzabili per eliminare il problema attraversamento dei passaggi a livello a Palese e Santo Spirito, con la realizzazione di idonei sottopassi e sovrappassi viari e pedonali, possibilità progettuale forse non più realizzabile, perché nel frattempo si è concesso la possibilità di realizzare appartamenti . Signor Sindaco suggerirei una conferenza di servizi tra la Regione, Provincia, Comune, Rete Ferroviaria Italiana, Ferrotranviaria S.p.A. e Ministri Competenti per trovare e risolvere realmente il problema. Non si può continuare all’infinito a perdere tempo. Antonio Demichele Consigliere circoscrizionale Fli

medicina - al policlinico con il professor michele pascone

Un nuovo metodo per curare la contrattura di Dupuytren Una migliore strategia terapeutica e una minore invasività dell’intervento. Questi i due obiettivi del ciclo di incontri organizzati dalla SICM (Società Italiana di Chirurgia della Mano), che da aprile a giugno ha coinvolto i migliori chirurghi della mano delle principali strutture ospedaliere del nostro Paese. Ora anche a Bari, sotto la Direzione Scientifica del Prof. Michele Pascone, Direttore U.O. Chirurgia Plastica Universitaria e Centro Ustioni dell’Azienda

Ospedaliero-Universitaria del Policlinico e della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell’Università di Bari, gli specialisti hanno a disposizione una nuova terapia farmacologica per il trattamento della contrattura di Dupuytren, per assicurare al maggior numero di cittadini la migliore strategia terapeutica. Si tratta di una terapia innovativa, ‘mini-invasiva’, che rappresenta un’alternativa al trattamento chirurgico e garantisce, secondo i dati disponibili, un

recupero funzionale della mano immediato. Ma cos’è questa patologia? Come si manifesta e si cura? La malattia di Dupuytren è una delle più frequenti patologie della mano, eppure il 75% degli italiani non ne ha mai sentito parlare, nonostante colpisca il 13% della popolazione europea e nel 45% dei casi interessi entrambe le mani. La malattia di Dupuytren colpisce in prevalenza il sesso maschile (in rapporto di 10 a 1 rispetto alle donne) e prevede diversi livelli di gravità che rendono difficile compiere le più comuni azioni quotidiane. In Italia la prevalenza è stimata nel 25% degli over 50 di

sesso maschile e il 25% dei pazienti evolve verso forme severe che compromettono il normale svolgimento delle attività quotidiane e del lavoro. Si pensi infatti alle migliaia di movimenti che compiamo ogni giorno, dal vestirsi o afferrare qualcosa o mettere una mano in tasca fino al gesto più comune di stringere una mano. “La malattia di Dupuytren è una patologia a progressione lenta che colpisce lo strato del tessuto connettivo del palmo della mano e delle dita (aponeurosi palmare), che ci consente di afferrare saldamente gli oggetti”, spiega il Prof. Pascone. La diagnosi di questa malattia è piuttosto semplice: “Non

esistono esami specifici, esiste invece un test, che tutti possono fare anche a casa. In inglese si chiama table top test e consiste nell’appoggiare il palmo della mano su una superficie completamente piatta. Nel momento in cui la mano non riesce più ad essere totalmente distesa su una superficie piana, si dichiara iniziata la fase in cui è appropriato intervenire”. “Oggi, grazie al nuovo trattamento farmacologico ‘miniinvasivo’, contiamo di accorciare i tempi di prognosi e fornire ai pazienti una valida alternativa, psicologicamente più accettabile dell’intervento chirurgico”, conclude il Prof. Pascone. ro.ma.


Bari

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I TEATRI CITTADINI - Vietati gli spettacoli con spettatori paganti, ma continuano a svolgersi saggi, convegni ed assemblee

L’Auditorium chiuso da vent’anni per un piccolo dettaglio tecnico di Gianvito Pugliese Sembra che sui teatri baresi si sia abbattuta la maledizione. Il Petruzzelli, vittima di un incendio doloso che ha visto convergere politica, affari e malavita organizzata e che, oltre a non aver ottenuto chiarezza giudiziaria, ha cumulato nella sua ricostruzione ed inizio di gestione tante illegalità da far rabbrividire. Il Piccinni è chiuso per restauri. Il Margherita ha perso la sua funzione di teatro ed è stato trasformato in una improbabile e discutibile galleria d’arte moderna. Il Kursaal Santalucia non è agibile per una storia di scala antincendio, che non rispettava le distanze dal condominio vicino. Comunque, l’immobile è andato all’asta ed è stato acquistato da un imprenditore privato milanese nell’assoluta indifferenza del Comune di Bari, in primis, ma anche della Provincia e della Regione. L’Auditorium Nino Rota è una bellissima struttura teatrale, sorta su suolo del Conservatorio Piccinni per iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione ed della Provincia di Bari. Fortemente voluta dal prof. Vitantonio Barbanente, fu destinata prevalentemente alle esigenze del Conservatorio

L’auditorium Nino Rota di Bari

che la ebbe in gestione, ma contestualmente a sede della Ico (l’Orchestra stabile) della Provincia. Pochi mesi dopo l’incendio doloso del Petruzzelli, l’auditorium viene dichiarato inagibile e chiuso “ai pubblici spettacoli”. Sembrerà strano ed è in effetti un paradosso, ma nell’auditorium Rota per decenni si potrà continuare a far accedere circa 700800 alunni e genitori per i saggi, convegnisti, professori per le assemblee e via discorrendo, tutto in piena legalità. Non è però possibile far accedere un solo spettatore a pagamento: in questo caso la struttura mette in pericolo l’inco-

lumità e l’organizzatore è punibile. Follia? Certo, ma queste sono le nostre norme vigenti. La causa principale del pericolo? Le vele, cioè una struttura, atta a migliorare l’acustica del Rota posta sotto il soffitto, che ricorda appunto un’alberatura a vela. C’era aria tra le vele ed il soffitto, quindi pericolo d’incendio, disse un Comandante dei Vigili del fuoco, poi trasferito a Roma e inquisito (sempre a Roma) per reati gravi di corruzione. L’Auditorium così viene sottratto alla fruizione pubblica, l’Orchestra della Provincia sarà costretta a migrare, disperdendo

il suo maggior patrimonio: un pubblico numeroso, fino a quel momento, sempre presente. Per il tempo necessario a risolvere quel problema. No! Sono passati più di venti anni: è stato chiuso in primavera del 1992 ed è ancora chiuso. Fu Ennio Triggiani alla Vicepresidenza della Provincia, con delega alla Cultura, che affidò al Politecnico l’incarico di un progetto che risolvesse la questione. Poi, per avviare i lavori e cantierizzarli, tanti anni ancora. Sembrerà assurdo ma a remare contro la cantierizzazione, non apertamente, ma silenziosamente

ed in maniera strisciante, c’erano forze interne allo stesso conservatorio. Erano gli anni dei miracoli: si praticava a Bari la moltiplicazione dei “pani, dei pesci, e delle cattedre”. Quest’ultime spuntavano come funghi e si moltiplicavano. Occorrevano spazi dove far lezione e l’auditorium sottratto alla fruizione pubblica, si prestava alla bisogna. Certo, non era bello far lezione in corridoi, spogliatoi dell’orchestra e anfratti vari, ma siccome sulla manna (l’incarico) non si sputa certo, nessuno protestava. Anzi. Così, i miei modesti tentativi di svegliare il colosso dormiente (da presidente del Conservatorio), venivano puntualmente vanificati in quello stesso Consiglio di Amministrazione che avrebbe dovuto essere il rianimatore dell’auditorium agonizzante. Una struttura priva di manutenzione degrada rapidamente e così finalmente si è giunti alla cantierizzazione del progetto di restauro con una struttura francamente fatiscente. I lavori procedono, mi assicurano ieri non solo l’assessore regionale Angela Barbanente, figlia di quel Vitantonio, grande presidente del Conservatorio, di cui, onestamen-

te, ricoprendo lo stesso incarico, non sono stato neanche l’ombra. La Barbanente aggiunge: “nonostante le difficoltà che ci crea il patto di stabilità stiamo dando priorità a quei pagamenti degli stadi di avanzamento, perché alla Regione siamo consapevoli, dell’importanza dell’opera e dell’attesa da parte dei baresi e di molti musicisti”. Mi conferma la cosa l’economo del Conservatorio, persona che ricordo come uno dei funzionari pubblici più efficienti a mia memoria. Da persona seria, qual è, mi dice di non essere un tecnico e quindi in grado di affermare se i lavori potranno essere ultimati o meno per fine anno, come promesso e annunciato più volte dal Vicepresidente della Provincia Trifone Altieri, irreperibile nella circostanza. La Provincia è l’ente che è maggiormente esposto finanziariamente in questo progetto. Due considerazioni in chiusura. Per anni si è detto che l’ostacolo alla ricostruzione del Petruzzelli era la proprietà privata: la storia dell’auditorium Rota, pubblico al 100%, chiuso da vent’anni per un piccolo dettaglio, dimostra che quell’affermazione era solo una panzana, per giustificare ben altro.


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Foggia

venerdì 6 luglio 2012

PALAZZO DOGANA - Presentato il bilancio di missione sociale 2005-2010 dell’Istituto Autonomo Case Popolari

Programmi e problemi dello Iacp di Foggia di Claudio Aquilano Inedita e sicuramente lodevole, l’iniziativa dell’Istituto Autonomo Case Popolari della provincia di Foggia, che ha presentato a Palazzo Dogana il bilancio di missione sociale 2005-2010. Una pubblicazione ariosa, gradevole dal punto di vista grafico, pienamente leggibile, che fa il punto su una struttura cruciale per l’edilizia popolare, la cui funzione, in tempi di proclami (e retorica) sui beni comuni, dovrebbe essere meglio conosciuta e valorizzata. Non si è trattato di una cerimonia formale: se il presidente Pepe ha svolto con il consueto garbo le funzioni di padrone di casa, il sindaco di Foggia Gianni Mongelli ha insistito molto sulla questione della legalità. L’abuso, la prepotenza, a volte il crimine, sono infatti il convitato di pietra delle strategie sull’emergenza abitativa: la recente occupazione di sedici alloggi in città a poche ore dalla loro consegna da parte dell’impresa ne è stata l’ultima conferma. Dal canto suo il commissario dello Iacp, Donato Cafagna, ha svolto

una relazione che non ha nascosto nulla delle problematiche e delle criticità della situazione dell’Istituto. È vero che c’è stata una progressione virtuosa degli equilibri economici, con il risanamento, nel corso del quinquennio, di bilanci disastrati che ora sono perfettamente in asse. Buono anche il rapporto con gli stakeholders, dai rappresentanti degli inquilini ed assegnatari ai governi locali. Snello dal punto di vista dell’organico (i dipendenti dello Iacp di Foggia sono sessanta a fronte di un patrimonio immobiiare di circa dodicimila alloggi), l’Istituto ha avviato importanti programmi di costruzione di nuovi appartamenti nel capoluogo (soprattutto con il Pirp di Borgo Croci) e in altri centri della Capitanata. Tuttavia preoccupa il progressivo invecchiamento del parco immobiliare di proprietà dell’istituto (oltre l’80% degli alloggi ha più di trent’anni), che determina un parallelo aumento dei costi di gestione e manutenzione. La crisi non fa bene alla puntualità dei pagamenti: si registra un incremento della moro-

aperta una sottoscrizione

Palazzo Dogana. A destra il sindaco di Foggia Gianni Mongelli

sità, fenomeno nel quale convivono situazioni di genuina emergenza e disagio sociale e furbizie assortite. Anche la composizione dei nuclei familiari residenti è molto diversa da quella di un tempo, con le intuibili conseguenze. Sul piano delle dismissioni, cioè della vendita degli appartamenti agli assegnatari lo Iacp dà priorità alle unità abitative che si trovano in condomini misti, che pongono specifici e complessi problemi all’Istituto: una linea non

condivisa dai sindacati degli assegnatari, che vorrebbero invece maggiori incentivi all’acquisto. I lavori sono stati conclusi dall’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente, che ha ricordato la fondamentale funzione calmieratrice degli Istituti Autonomi Case Popolari sul mercato delle locazioni, sottolineando come l’Italia detenga un poco invidiabile primato europeo per quanto riguarda l’incidenza del costo-suolo sulle abitazioni.

“A Foggia abbiamo fatto progressi notevoli” ha detto l’assessore “Lo sforzo impegnativo che ci attende è di farli diventare normalità”.

foggia

Salvate il calcio nella nostra città

Strisce blu in città, ecco la proposta bipartisan

Il sindaco di Foggia Gianni Mongelli, il rettore dell’Università degli Studi di Foggia Giuliano Volpe e l’ex presidente della Provincia di Foggia Carmine Stallone compongono il Comitato ‘Insieme per il futuro del calcio a Foggia’, costituito questa mattina con atto notarile, il cui obiettivo è attivare la raccolta dei fondi che deriveranno dalla sottoscrizione degli abbonamenti per assistere alle partire dei rossoneri. A presiedere il Comitato sarà il sindaco, che ha attivato il conto corrente bancario su cui effettuare i versamenti con l’esplicita previsione della restituzione delle somme qualora l’iniziativa non andasse a buon fine. Il conto è stato aperto presso il Monte dei Paschi di Siena - Agenzia Sede (corso Garibaldi, 10 – Foggia); questo l’iban: IT45Y0103015700000001873223. “Chiediamo a tutti i foggiani di contribuire alla rinascita della nostra gloriosa squadra di calcio compiendo un atto di fiducia nel futuro – commenta Gianni Mongelli – Insieme possiamo superare l’affaticamento di questi giorni e attivare la ripartenza dei rossoneri”.

Maggioranza e minoranza consiliare unite per chiedere la rimodulazione del servizio di sosta tariffata a Foggia (gli stalli a pagamento delimitati dalle strisce blu sono tanti da avere guadagnato alla città il nomignolo di città dei puffi). La 5° Commissione consiliare ha chiesto ufficialmente al presidente del Consiglio comunale di inserire all’ordine del giorno della prossima Assise la discussione sulla rimodulazione organizzativa del servizio di sosta tariffata. E’ l’unanime decisione dell’organismo che si è riunito ieri mattina per avviare il confronto interno dopo l’audizione con l’amministratore unico di Ataf SpA Massi-

mo Dicecca. All’incontro hanno partecipato: la presidente Rita Chinni (PD), il vice presidente Luciano Ventura (PPdT) e i consiglieri Francesco D’Emilio (PdL), Annarita Palmieri (UdCap), Emilio Piarullo (PS) e Luigi Vinciguerra (PD).

“La Commissione tornerà a riunirsi martedì 10 luglio – afferma la presidente Rita Chinni – con l’obiettivo di elaborare una proposta operativa unitaria da sottoporre all’attenzione del Consiglio comunale”. c.a.

IL COMMENTO

Adesso la musica è finita di Fabrizio Tatarella Errare è umano, perseverare è diabolico. La pronuncia dei giudici d’appello, che hanno confermato la declaratoria di fallimento di Amica Spa, ha messo in chiaro che l’azione del Comune di Foggia in questi mesi, al di là delle buone intenzioni, è consistita nel nulla cosmico. Una imbarazzante pochezza di idee che si era già manifestata all’inizio del mandato di Mongelli, quando l’unica ricetta messa in campo era stata quella di sostituire il vecchio Cda con un bravo funzionario prefettizio. Una scelta necessitata dall’emergenza, alla quale però avrebbe dovuto far seguito un piano di rilancio aziendale che è mancato, sostituito dall’idea un po’ imbarazzante che bisognasse fare piazza pulita delle “chiacchiere” e che l’Amica dovesse preoccuparsi soprattutto di spazzare le strade, come nel buon tempo antico. Idea naufragata in un mare di cassonetti non svuotati e in una affannosa rincorsa dell’emergenza sociale. Negli otto mesi trascorsi dalla sentenza la Giunta si è baloccata in un’attesa dell’impossibile, tenendo in stand-by un tecnico di valore come Raphael Rossi e non muovendo un dito per la new company che doveva sostituire la vecchia azienda. Ora ci troviamo non solo in presenza di un altissimo rischio per i livelli occupazionali, ma anche di un definitivo depauperamento della città e di una micidiale doppia emergenza: quella immediata, di un crack del servizio e di un conseguente disastro igienicosanitario, e quella di medio periodo, che rinvia ulteriormente la questione del ciclo dei rifiuti e del loro smaltimento. Una prova di insipienza e di incapacità che non solo suggerirebbe, ma imporrebbe le dimissioni.


Cerignola

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COMUNE - Da due anni si parla dell’assenza di una figura femminile in Giunta, e da due anni la maggioranza nicchia e rinvia

Il terrore delle quote rosa: abbandonare il Consiglio! di Carlo Dercole Da quasi due anni, il movimento “Se Non Ora Quando”, che si batte per la parità di diritti tra uomini e donne, e che, in particolare, lamenta l’assenza di una rappresentanza femminile tra i banchi della Giunta comunale, ha preso piede nella nostra città. In questi mesi, anche il mondo politico ha guardato con favore a SNOQ; “La Cicogna”, in primis, e poi anche Futuro e Libertà. Martedì 26 giugno, in occasione del Consiglio comunale, per l’ennesima volta, la battaglia portata avanti da SNOQ era inserita tra i punti all’ordine del giorno; come al solito, però, l’Amministrazione non ha mancato di mostrare il suo totale disinteresse per l’argomento. Nelle precedenti occasioni, la maggioranza ha dovuto modificare l’ordine dei punti da discutere, pur di scansare la “patata bollente”; stavolta, invece, si è preferita la maleducazione, pur di evitare il tema: la fine strategia, infatti, è stata quella di far mancare, di punto in

bianco, il numero legale dei consiglieri. Per quanto oggettivamente triste, questa cosa presenta anche aspetti comici. Immaginate la scena: arrivato il momento di discutere delle quote-rosa, il sindaco, resosi conto di essere oramai con le spalle al muro, non si lascia prendere dal panico ed avvicina il suo fedelissimo di lungo corso, Domenico Carbone, interrompendo la sua pennichella pomeridiana. Parte un fitto conciliabolo tra i due strateghi, la situazione pare disperata. Poi, l’illuminazione: l’ordine di capitan Giannatempo è quello di abbandonare la nave in buon

ordine. Tornato al suo banco, il canuto Carbone raduna altri tre o quattro marinai e si pone alla guida del gruppetto, conducendolo, in fila indiana, al di fuori dell’aula consiliare. Ironia a parte, ci si chiede perché mai l’Amministrazione - Pdl, Udc, UdCap, GAM (?) - ricorra a simili mezzucci, pur di impedire che si affronti il problema sollevato da SNOQ. Ove, come sembra, la maggioranza fosse contraria alle quote-rosa, non sarebbe più facile mettere la questione ai voti, per poi, con la forza dei numeri, bocciarla? Chissà, forse la paura del sindaco è quella di ritrovarsi, come già successo, a dover “negoziare” qualche decisiva alzata di mano, tra i suoi. Dal quartier generale del movimento femminile, intanto, fanno sapere di non aver affatto gradito il comportamento dell’Amministrazione e affidano tutto il loro malumore ad una nota, nella quale dichiarano di sentirsi prese in giro. Non si può dar loro torto: è l’ennesima figuraccia di questa maggioranza.

il fatto

Cittadini omertosi, ma quando chiedono chiarezza non va bene di Enzo Pece Continuano le “strane” esternazioni del sindaco Giannatempo. Questa volta il primo cittadino interviene a riguardo dell’ennesima denuncia penale, presentata da Franco Metta, sulla questione Santa Barbara che si è conclusa con l’archiviazione davanti al Gip di Foggia. “Ancora una volta – dice il Sindaco Antonio Giannatempo – le denunce di Metta e de La Cicogna si sono rivelate assolutamente infondate. L’unico risultato visibile è la perdita di tempo che ancora oggi ci sta impedendo di iniziare i lavori che la comunità del quartiere Santa Barbara aspetta da anni con ansia. Chiusa questa parentesi, aspettiamo adesso di conoscere l’esito dell’appello al Consiglio di Stato che Metta, dopo aver già perso dinanzi al TAR, ha proposto anche in via amministrativa. Speriamo che tutti questi rigetti pronunciati da vari giudici in più sedi giurisdizionali facciano finalmente comprendere a Metta ed al suo movimento politico che bloccare in maniera ingiustificata l’azione amministrativa in favore dei nostri concittadini è una grave colpa che porteranno a lungo sulle loro spalle”. Ed allora cerchiamo di capire me-

glio. Giannatempo sosterebbe che, nel momento in cui, qualsiasi cittadino o consigliere comunale ritenga di rivolgersi alla Magistratura fa un danno alla Città. Ancora, quindi, sosterebbe essere una “grave colpa” (parole sue) denunciare chi si ritiene non faccia il proprio dovere e non rispetti le leggi. Ma il sindaco pochi mesi fa non riteneva (sbagliano ancora una volta) che i cerignolani fossero omertosi? Non sosteneva che il problema della sicurezza e dell’ordine pubblico non era così allarmante? La stessa cosa la sostenevano le forze dell’Ordine. Non sosteneva ancora il Sindaco che non c’era incapacità da parte degli amministratori e/o assessori vari? Quindi era comodo affermare che c’era solo omertà a iosa. A me sembra tutto poco lineare nei ragionamenti. Dopo queste dichiarazioni sembra essere lui a istigare i cittadini ed i consiglieri comunali ad esserlo! Alla faccia dei cerignolani omertosi. Questi ultimi denunciano alla Magistratura e il primo cittadino dice di non farlo? Vi confido una cosa: non ci capisco più niente.

mi per... metta!

in citta’

Guardano le donne e non sanno perchè

Cresce il mercato abusivo, e le Istutizioni non rispondono

Mi per… Metta Amico gay. Massimo rispetto per Lei: inclinazioni diverse,ma massimo rispetto. Lei combatte per la parità,per i diritti civili, per il riconoscimento delle unioni. Per la parità del “terzo” genere, diciamo così. Sappia, però, che a Cerignola non abbiamo ancora raggiunto la parità del “secondo” di genere, si figuri del “terzo”. L’idea di donna che hanno i nostri Amministratori è quella che si legge negli occhi di alcuni di loro – capisci a me,a mico gay, capisci a me – non appena in Consiglio Comunale tra le prime file si siede una qualsiasi appartenente al “secondo” genere, in gonna, ovviamente. E quale delibera, e quale intervento, e quale Sole 24 ore: tutti lì stanno a guardare, dandosi di gomito; anche quelli che con il gomito non arrivano al tavolo. Da due anni e passa quella “figlia” di Loredana Lepore prova a far passare il principio che in Giunta ci debba essere parità di genere. Niente da fare. Chiacchiera, chiacchiera il Gianna; ma appena si arriva all’argomento, si

E’ diventato difficilissimo al giorno d’oggi in Italia trovare un titolare di un’attività commerciale soddisfatto dei guadagni della sua attività. Una causa di questo catastrofico evento oltre ad essere le innumerevoli tasse da pagare, sono anche tutti quegli episodi di abusivismo che avvengono sul territorio. Che il mercato sia in forte calo, nessuno lo mette indubbio ma gli ostacoli non mancano. Oltre al mercato che si svolge ogni mercoledì mattina nella mia città, sono presenti anche diversi commercianti di ogni tipo per strada ed è giusto che essi ci siano fino a quando posseggono le regolari autorizzazioni e versino i corretti pagamenti per occupare una parte del suolo pubblico.

erge in tutta la sua statura fisica e politica e fugge. Seguito dal suo branco di ammaestrati. Non sanno nemmeno perché si alzano e se ne vanno, ma obbediscono,p ensando di fare i “Garibaldi”, mentre fanno solo “ i rin tin tin. Ed è meglio che vadano via, perché una volta che ‘si é parlato del tema,gli “aristotele” e i “platone” del pidielle e dell’udiccomecazzosichiama, si sono coperti di onore e gloria. Niente donne in Giunta,niente parità di genere. Niente rispetto per le donne di Cerignola. Solo il voto. Quello sì, quello lo vuole il Gianna misogino. Le donne in Giunta? Mai sia. Le donne in Consiglio? Mai sia, meglio “gommisti” “pidiellini” e “uddicomecazzosichiamano”. Tutti meno che le donne. Quelle si limitano a guardarLe dai banchi della Giunta. Le guardano, le guardano, anche se manco si ricordano più perché. Franco Metta

In particolare a Cerignola sono diversi i commercianti, specialmente quelli che effettuano una vendita al dettaglio e di primo consumo a lamentarsi e a denunciare alle dovute istituzioni e con i giusti mezzi affinché gli addetti effettuano dei rigidi controlli a chi vende per strada. Ecco come ancora una volta le istituzioni restano chiuse nel palazzo e incuranti di tutto quello che accade fuori colpendo solo alcune volte i commercianti che lavorano legalmen-

te perché hanno un posto fisso e sono dovuti a pagare regolarmente ogni tipo di tassa. Ciò che occorre, oltre ad un rigido controllo, è l’intervento dell’amministrazione comunale (fino a qualche settimana fa avevamo l’assessorato alle attività produttive) per far tutelare tutti i tipi di commercianti anche quelli ambulanti ma regolari e cominciando a dare le giuste sanzioni a questa gente che ostacola il lavoro onesto. Stefano Petrarolo twitter @spetrarolo


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Europa

venerdì 6 luglio 2012

ACQUA - Il Parlamento Europeo vara il piano di salvataggio dell’acqua in tutto il territorio. Obiettivo combattere spreco e dispersione

Meno consumo, più risorse L’europarlamentare di Fli Salvatore Tatarella: “Iniziamo dagli sprechi inutili” di Sveva Biocca Al via il piano di salvataggio dell’acqua in tutto il territorio dell’UE. Gli europarlamentari, riuniti in questi giorni a Strasburgo, hanno infatti votato a favore di una revisione della legislazione europea sulle sfide riguardanti l’acqua. L’obiettivo è quello di combattere lo spreco ed il consumo sbagliato di questa risorsa preziosa che potrebbe essere definita come “in via d’estinzione”. L´austriaco Richard Seeber, relatore della proposta di risoluzione, ha dichiarato che potrebbe essere risparmiato fino ad un 70% dell’acqua fornita alle città dell’UE, attuando un controllo dello stato della rete idrica europea. L’obsolescenza, la cattiva qualità ed interconnettività di queste stesse reti idriche, sono le principali cause di spreco dell’acqua. La relazione presentata dall’eurodeputato si sofferma sulle diseguaglianze tra i vari Stati membri in merito all´estrazione dell´acqua. Austria e Cipro sono esempi di questi forti disequilibri. Il Paese centro-europeo estrae solamente il 5% dell’acqua disponibi-

le, mentre sull’isola del mediterraneo l’estrazione è pari al 55%, ma più in generale si può dire che il 46% della popolazione europea vive in paesi nei quali lo sfruttamento idrico è di gran lunga maggiore rispetto ai normali livelli di sostenibilità e questa situazione riguarda, principalmente, i paesi meridionali del vecchio continente. Per fare un esempio possiamo citare proprio la Puglia, regione che, a causa del suo clima semiarido, vive in una condizione di stress idrico. L’onorevole Salvatore Tatarella ( PPE, FLI ) ha parlato infatti di “immediata necessità di riduzione del consumo dell’acqua”. Una revisione delle tubature, un utilizzo di acqua depurata nel settore agricolo, una creazione di una doppia conduttura idrica nelle case atta a garantire una separazione tra acqua potabile ed acqua ad uso domestico, sono misure che da sole garantiscono una forte riduzione del consumo idrico. L’europarlamentare ha parlato inoltre di “forte pericolo di desertificazione” presente oggigiorno in alcune zone non solo della sua terra d’origine, ma di altre regioni del sud

Italia. Oltre alla green economy, bisogna ora parlare anche di una blue economy attraverso la quale si possa realmente arrivare a salvare questo bene pubblico essenziale per la vita, l’acqua. Bisogna investire le poche risorse disponibili, dunque, nel miglioramento della rete idrica e nell’ottimizzazione di una risorsa che i cittadini hanno indicato come bene di carattere assolutamente pubblico.

Il Parlamento Europeo a Strasburgo

trasporti e sicurezza

internet e diritti d’autore

Ecall obbligatorio? L’Europa lo chiede

Bye bye Acta, voto contrario dell’Europa

Soccorsi automatici in caso di incidenti stradali? L’Europa lo sta chiedendo con forza, attraverso l’adozione di un apposito dispositivo su tutti i nuovi veicoli in produzione nell’Unione. Il Parlamento europeo non molla la presa in fatto di sicurezza stradale, e torna alla carica (come da anni) per l’eCall, il dispositivo per allertare i soccorsi in caso di incidente: entro il 2015, tutti i nuovi veicoli dovrebbero esserne dotati. “Dal momento che l’approccio volontario non ha prodotto risultati, esortiamo la Commissione a proporre misure legislative obbligatorie entro il 2015”. Queste le parole dei co-relatori Olga Sehnalova e Dieter-Lebrecht Koch. Nella risoluzione i deputati si rammaricano per i ritardi e per l’esiguo numero di veicoli che hanno adottato la misura (0,4%).

Con una maggioranza schiacciante, 478 voti contro 39 a favore e 165 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ieri a Strasburgo ha definitivamente bocciato il Trattato anti contraffazione su Internet cosiddetto “Acta” (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), che la Commissione europea, sotto le pressioni degli Usa, voleva applicare a tutta la Ue. L’Acta é un trattato internazionale stipulato nell agosto del 2011. Il 26 gennaio del 2012 il trattato viene firmato da 22 stati dell’Unione Europea con Germania ed Olanda contrari! L’ accordo firmato con altri 10 Stati tra cui USA, Giappone, Canada, Messico, Singapore ecc... vuole salvaguardare i diritti di proprietà intellettuale proponendo un codice di comportamento comune dando per esempio la possibilità ad uno stato di bloccare possibili pubblicazioni coperte da copyright e punire cloro che violano il codice. La materia é subito apparsa molto delicata, ACTA potrebbe essere si uno strumento per proteggere i diritti di copyright ma viene visto dall opinione pubblica come un attentato alla libertà di espressione. Gli stati infatti, avrebbero il potere di bloccare qualcosa a loro dire contro il copyright, quasi impossibile da determinare soprattutto in rete!

economia e crescita

Il Parlamento europeo approva le conclusioni del Consiglio europeo di Vincenzo Matano Il Parlamento europeo si espresso, nell’ultima sessione Plenaria, sulle importanti conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno. La risoluzione, adottata a larga maggioranza (501 voti a favore, 32 contrari e 38 astensioni), accoglie con favore le misure adottate per spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano, e l’impegno per un risanamento di bilancio propizio alla crescita. Il testo considera, inoltre, le conclusioni del vertice come “una tappa importante verso la realizzazione di una vera e propria unione bancaria per l’Unione europea nel suo insieme”. I provvedimenti vanno nella direzione giusta, affermano gli eurodeputati, per affrontare la crisi dell’eurozona, ma una risposta è talmente urgente che la Commissione deve presentare un disegno di legge entro settembre al fine di attuare rapidamente i quattro principi della relazione del Presi-

dente del Consiglio europeo Van Rompuy. E’ necessario lavorare ulteriormente, in un processo al quale devono partecipare non solo le istituzioni europee e i parlamenti nazionali, ma anche le parti sociali e la società civile. Nel documento si sottolinea l’importanza di trasformare il bilancio dell’Unione europea in uno strumento per la crescita, e che un accordo in merito al prossimo Quadro finanziario pluriennale può essere raggiunto solo se il sistema delle risorse proprie dell’Ue verrà riformato. Gli umori però tra i deputati europei non sono dei migliori soprattutto dopo le dichiarazioni negative per i risultati del Consiglio europeo arrivati dai premier di Olanda e Finlandia. “Nell’Europa del nord c’e’ chi rema contro il meccanismo antispread” ha detto Mario Mauro, capogruppo Pdl nel Parlamento europeo. Mentre il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha dichiarato: “opponen-

Herman Van Rompuy

dosi agli acquisti di titoli di stato da parte del fondo salva stati Olanda e Finlandia rischiano di spingere l’Europa verso il baratro, non bisogna indebolire il nuovo slancio che l’ Europa ha trovato nell’ ultimo Consiglio europeo”. Ora si aspetta l’eurogruppo dell’8 luglio per vedere se si passerà dagli intenti a vere e proprie azioni. E’ una risposta che vogliono sia mercati, che le tasche dei cittadini europei.

Cosí migliaia di email sono state inviate ai europarlamentari e l’opinione pubblica ha vinto. ACTA non sarà legge almeno non in Europa! “Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere ACTA”, ha affermato il relatore David Martin (S&D, UK) ribadendo le sue preoccupazioni su un trattato troppo vago e aperto a interpretazioni erronee. Tuttavia, ha aggiunto il relatore, l’UE deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale “Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale “, ha concluso nelle dichiarazioni dopo il voto. Christofer Fjellner (PPE, SE), fra i sostenitori principali di ACTA, ha chiesto, prima della votazione in plenaria, di rinviare il voto in attesa del giudizio della Corte di giustizia europea sulla compatibilità del trattato col diritto comunitario. Il Parlamento ha respinto la richiesta portando a più di 150 astensioni! La petizione quindi di 2.8 milioni di cittadini é servito a qualcosa e la soddisfazione sembra generale! L’ Europa non sarà parte dell’accordo e in futuro bisognerà pensare a qualcosa di nuovo per proteggere e rafforzare l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. Eliona Cela


Spettacoli e Cultura

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SPIAGGIE D’AUTORE - Oltre 150 appuntamenti negli stabilimenti balneari per il festival itinerante della letteratura

Dove leggere? In spiaggia

di Daniela De Sario Non esiste momento migliore dell’estate per dedicarsi alle proprie letture, immergendosi nei libri che si sono accatastati uno sull’altro in inverno e che finalmente,

complici le vacanze e un ombrellone, possono essere aperti e divorati. Proprio questa è la filosofia sottesa al festival itinerante della letteratura “Spiagge d’Autore” , che porta gli scrittori direttamente nei lidi pugliesi,

toccando gli stabilimenti balneari dell’intero tacco dello stivale. Spiagge d’autore 2012 è un progetto della Regione Puglia e di Confcommercio Puglia, in collaborazione con l’Agenzia Pugliapromozione e Teatro Pubblico Pugliese; la rassegna nelle scorse edizioni ha già potuto vantare la partecipazione di nomi di spicco della letteratura moderna, tra cui svettano Jack Hirshman, Tonino Guerra, Erri De Luca e Giancarlo De Cataldo. Anche in questo 2012 Confcommercio, unitamente ai propri sindacati Sib-Puglia (Sindacato italiano balneari) e AliPuglia (Associazione italiana librai), ci tiene a riproporre questi “incontri informali” tra lettori e autori, coinvolgendo più di 50 ospiti nazionali e

internazionali. E saranno proprio questi gli indiscussi protagonisti dei circa 150 appuntamenti negli stabilimenti balnerari di tutta la regione. Una formula, quella di Spiagge, che si conferma vincente nel suo voler rendere la cultura della lettura popolare e alla portata di tutti, anche a

partire dalla scelta, come luogo d’incontro, di una cornice insolita, ossia gli stabilimenti balneari. Inoltre, il percorso tracciato dagli scrittori sarà seguito da una vera e propria libreria viaggiante attrezzata su un camper che girerà per tutta la Puglia. “Spiagge” ha già pre-

bitonto

Nulla dies sine linea, la personale di Bonfilio Ancora arte contemporanea nel palazzo dell’ex Regia Corte di Bitonto. Sabato 7 luglio si inaugura “Nulla dies sine linea”, la personale di Barbara Bonfilio, una selezione di opere dell’artista realizzate negli ultimi 2 anni. Il titolo della mostra, “Nulla dies sine linea”, da Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, è riferito al celebre pittore Apelle, pittore greco del IV secolo a. C., del quale si diceva, appunto, che non lasciasse passare un giorno senza tratteggiare una linea. Allo stesso esercizio quotidiano, allo stesso costante

impegno sono ispirate le opere che Bonfilio esporrà a Bitonto. “Nulla dies sine linea” dell’artista Bonfilio, è il sesto appuntamento di “Dieci per Dieci”, il progetto di promozione artistica a cura delle Officine Culturali, che metterà a disposizione di 10 giovani artisti, per 10 mesi, la sala convegni del Laboratorio Urbano di Bitonto. A gennaio è stata la volta di Pietro De Scisciolo, con una proposta di scultura sui temi della “grande abbuffata”; febbraio, invece, è stato tutto dedicato all’immobilità e alla logica

dell’attesa delle tele di Leo Ragno; a marzo, è toccato al food&drink di “Spot: five minutes of advertising” di Flavia D’Alessandro; a maggio, i college vitalistici di Vincenzo Mascoli; a giugno, la pittura al femminile di Lorenza Casamassima. Così scrive la curatrice della mostra Isabella Diana Calidonna a proposito delle opere di Bonfilio: “Linee semplici ed essenziali create attraverso l’esercizio quotidiano e l’impegno costante che concorrono a creare l’opera di Barbara Bonfilio, dove la figura femminile è assoluta protagonista. Donne che ci osservano, ci scrutano con i loro occhi puliti e lucidi, che nella loro semplicità ci spingono a interrogarci su quanto

oggi stiamo vivendo. I suoi quadri conservano la dignità poetica e concettuale della ritrattistica rinascimentale. Rimaniamo stupiti dal fascino delicato delle figure femminili ritratte, ma le sue opere spesso celano frasi o “slogan”, in un primo momento quasi inosservati, che risultano invece essere il messaggio principale che l’artista vuole trasmettere proprio attraverso le sue delicate figure femminili che, con i loro sguardi e movenze appena accennati, ci spingono ad osservare”. La mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 31 luglio, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.30, alle Officine Culturali di Bitonto, in Largo Gramsci, 7. L’ingresso all’esposizione è libero e gratuito.

so il via lo scorso 3 luglio presso lo stabilimento Moby Dick di Margherita di Savoia, esordendo con la scrittrice Melissa Panarello, meglio nota come Melissa P, allora giovanissima autrice del discusso best seller “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”; adesso la sua penna è cresciuta e in questa sede ha presentato “In Italia si chiama amore”, edito da Bompiani, un libro-inchiesta sui costumi sessuali degli italiani che nasce da una fortunata collaborazione con il settimanale Sette. L’autrice visita l’Italia e i suoi luoghi, i suoi personaggi, per tracciare un ritratto sessuale dello Stato che si conferma, nonostante tutto, il paese dei vizi privati e delle pubbliche virtù. In calendario ci sono poi incontri con Federico Rampini, Franca Mazzei, Stefano Zurlo, Sabina Merolla, Stefano Belisari (ossia Elio del gruppo Elio e le storie tese), Erri De Luca, Dario Vergassola e Michele Mirabella.

brindisi

bari

Tutto è pronto per il Mediterraneo Art

10 Frames, l’omaggio alla storia del cinema di Pierfrancesco Uva “al Visconti” di Bari

Il 12 luglio 2012 alle ore 10,00 presso la Sala Conferenze di Palazzo Granafei- Nervegna, sarà tenuta la presentazione della 6^ edizione dell’evento MEDITERRANEO ART FESTIVAL “Premio La Vela Latina”. Quest’anno l’intero evento, in programma Sabato 14 luglio 2012 in Piazza Santa Teresa – Brindisi Centro, sarà un Festival che sta trovando un proprio marchio culturale, spendibile in altri territori e che, oltre a migliorare l’immagine della Città da cui l’iniziativa prende abbrivio, migliora e promuove il nome e gli intendimenti dei soggetti locali impegnati. Il timbro simbolico della sesta edizione nasce dalla convinzione che la continuità di un percorso così importante può svolgere un ruolo importante nella formazione delle coscienze, soprattutto delle nuove generazioni. Tra gli altri sul palco ci saranno gli Effetto Doppler, vocal band salentina proveniente da X-Factor e del cantante solista pugliese Michele Cortese, ex componente degli Aram Quartet.

Dal 27 giugno al 10 luglio, presso “Al Visconti” di Bari, saranno in mostra le opere del bitontino Pierfrancesco Uva. La mostra, dal titolo “10 FRAMES” rende omaggio ai grandi titoli che compongono la storia del cinema, un susseguirsi di raffigurazioni delle più rappresentative composizioni sceniche delle pellicole anacronisticamente esemplari. L’accostarsi all’elaborato artistico del percorso 10 FRAMES favorisce un curioso viaggio nella memoria storica individuale e collettiva, sulla trattazione delle pellicole che hanno “educato” le generazioni susseguitesi in un lasso di tempo secolare. L’approccio visivo alle opere di Uva produce un inconscio e, quasi, meccanico movimento della memoria che spinge al ricordo della

scena “icona”, e paradossalmente conduce il giuoco intellettivo alla colonna sonora o ai suoni delle parole dei personaggi. Per esempio il fotogramma della scena cardine del capolavoro di Alfred Hitchcock Psyco riporta alla mente la celeberrima nota di violino tagliente che accompagna la dinamica dell’azione. Analogo discorso può proferirsi in merito alle corrispondenze visivo intellettive che potrebbero scaturire guardando la riproduzione di un fotogramma di Arancia Meccanica di Stanley Kubrik, che muove tra i pensieri le riconoscibilissime note delle sinfonie beethoveniane e rossiniane. Questa reazione che può definirsi un involontario reflusso generato e insito nell’arte visiva, nella quale si forgiano tutte le singole declina-

zioni delle varie forme espressive, funge da un’analizzabile invasione di campo, un connubio che la storia ha reso inscindibile: musica e immagine corrono di pari passo, come linee parallele che mai si congiungono, grazie e per mezzo del più grande matrimonialista tra i due, il cinema. Il cinema ha subito innumerevoli evoluzioni al punto da divenire relazionabile al modo nel quale si presenta, prima il suono, poi i colori, sono state le componenti che introiettavano le proiezioni verso un sempre maggiore accostamento all’opera d’arte; il lavoro di Uva, in realtà, controverte questa tendenza naturale, è dall’immagine cinematografica che l’artista estrae il “momento compositivo”. Isabella Battista


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Cinema

venerdì 6 luglio 2012

IL CAMMINO PER SANTIAGO - In viaggio verso la chiesa galiziana per elaborare la morte del figlio

I tanti significati del lungo viaggio di Michele Falcone “La vita non si sceglie la si vive”, con questo incipit comincia l’interessante film di Emilio Estevez figlio del protagonista Martin Sheen dal quale non ha mutuato il nome d’arte come gli altri fratelli. Il cammino per Santiago è un film sulla via spirituale intrapresa dal protagonista, ma anche un’ode alla cultura del pellegri-

naggio stesso; un’accorata lirica che ripropone la sottile metafora del percorso spirituale come percorso terreno con la compagnia di una musica new age fortunatamente e brevemente rotta dalle note di “Pink Moon” di Nick Drake. Un film che ci accompagna in un viaggio lungo piú di mille km. attraverso la Spagna fino a raggiungere la Galizia, luogo

la scheda - il cammino per santiago REGIA: Emilio Estevez SCENEGGIATURA: Emilio Estevez ATTORI: Emilio Estevez, Martin Sheen, James Nesbitt, Deborah Kara Unger, Joaquim de Almeida, Yorick van Wageningen, Tchéky Karyo MUSICHE: Tyler Bates PRODUZIONE: Elixir Films, Filmax Entertainment DISTRIBUZIONE: 01 Distribution PAESE: USA 2010 DURATA: 123 Min

culto del santuario di san Giacomo di Compostela. Un viaggio complesso, distruttivo, penitente dove ogni pellegrino e lí per espiare qualcosa, per farsi perdonare un errore, per congiungersi nella spiritualità della religione, o per ritrovare semplicemente se stessi. Proprio il protagonista Tom, un intenso Martin Sheen ripercorre le tappe del figlio, sfortunatamente morto in un incidente sui Pirenei alla prima tappa del lungo cammino per Santiago. Settimo film da regista, come dimenticare il suo bellissimo Bobby, sull’assassinio di Robert Kennedy, la vicenda narrata con delicatezza da Emilio Estevez nel film, che nell’originale si intitola semplicemente The Way, non racconta però una banale folgorazione sulla via di Santia-

Corso Cerignola (Fg) Chernobyl Diaries - La mutaz. h 18:00 - 20:15 - 22:00 Lorax - Il Guardiano della foresta h 18:40 The Amazing Spider-Man h 19:30 - 22:15

Città del Cinema Foggia Men in Black 3 h 17:00 - 19:10 - 21:20 La locandina del film di Bradley Parker

go, ma ha un suo significato meno riduttivo, che la rende apprezzabile anche da chi fosse interessato al massimo per motivi turistici alla famosa località. La sceneggiatura è però basata sui racconti tratti da “Off the road: a modern-day walk down the Pilgrim’s route into Spain” di Jack Hitt. Fra i compagni e gli incontri di viaggio compaiono Deborah Kara Unger, James Nesbitt, Yorick van Wageningen, Angela Molina,

Tchéky Karyo. Nella colonna sonora Alanis Morisette giustamente canta Thank you. Senza dare risposte religiose, senza “illuminazioni”, con umanità, qualche “buonismo” di troppo ma anche con alcune parentesi ironiche e con una percepibile, delicata partecipazione, il film racconta un viaggio importante, che concederà a Tom non la consolazione, ma almeno il necessario stacco che consente un’adeguata elaborazione del lutto.

Rock of Ages h 16:30 - 19:00 - 21:30 L’amore dura tre anni h 16:00 - 18:05 - 20:10 - 22:15

Galleria Bari Il cammino per Santiago h 16:00 - 18:30 - 21:15 La Cosa (VM14) h 16:05 - 18:20 - 20:30 - 22:45 Il Dittatore h 16:40 - 18:35 - 20:45 - 22:35


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