Puglia d'oggi n. 22

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 15 giugno 2012 • anno III n. 22 nuova serie • 1 euro

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BARI - Verso le prossime elezioni

REGIONE - Scandali e malasanità

Amministrative, a Bari c’è voglia di primarie per il nuovo sindaco

Solo Nichi Vendola non si accorgeva del marcio che lo circondava?

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A Bari i Consiglieri comunali vengono pagati per non andare a lavorare, alla Regione ruberie e inefficienze nella Sanità

Gli sprechi sono ovunque L’ELZEVIRO

L’assedio a Cassano

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Qualche anno fa scrisse un libro in cui narrava, con la mediazione linguistica di un infelice collega, delle sue oltre settecento conquiste femminili. L’ostentazione del vigore sessuale come fosse un Nobel, si sa, è di cattivo gusto. Dovrebbe valere a prescindere dalle scelte e dagli abbinamenti. Vale dunque anche per Alessandro Cecchi Paone e le sue avventure con un calciatore azzurro. Dichiarazioni che forse non ci aiutano a diventare meno razzisti nei confronti dei gay. Su quest’onda un improvvido collega, conoscendo la risposta, chiede a un Cassano imbarazzatissimo conferma sulla presenza di almeno due gay non dichiarati, bisessuali e metrosexual (etero narcisisti). Cassano risponde, tra le risate di tutti i presenti, ripetendo a modo suo la domanda “Froci in squadra? Speriamo che non ci sono (sic). Comunque fatti loro”. Assediato dai P(f)roci il novello Ulisse ha risposto in modo perfettamente coerente alla sua storia e alla sua quasi totale mancanza di istruzione. Nulla di nuovo, dunque. Prima che a lui, le botte sulle mani io le darei, in ordine, a Cecchi Paone, al giornalista che fa una domanda di cui conosce la risposta e tutti quelli che si sono sganasciati dal ridere. Come se stessero guardando uno dei tanti film di Lino Banfi.

L’imperativo di questi mesi è tagliare. Dai Comuni alle Regioni fino allo Stato. Ospedali, posti di lavoro, contributi, finanziamenti, interventi, consulenze... senza sosta. Ma si taglia davvero tutto? Su una cosa, ci sembra di poter dire, l’impegno è meno presente. Sui tagli degli sprechi. Nel tempo dello spending review dovrebbe es-

sere una necessità primaria quella di ridurre i costi non necessari, di diminuire l’impatto nei bilanci degli enti delle spese non essenziali, o che possono essere evitate. Eppure si nicchia. Si fanno spallucce ed orecchie da mercante. Perchè in fondo è proprio attraverso gli sprechi che si alimentano gli interessi particolari. alle pagg 8 e 9

BARI - Circoscrizioni o Municipi che siano, l’importante è che funzionino. Senza funzioni andrebbero sciolti

Decentramento, chi l’ha visto?

a pag 7

FOGGIA - Braccio di ferro tra il sindaco Mongelli, Udcap e Socialisti

Ancora una crisi al Comune

a pag 12

CERIGNOLA - Per Pece (Fli): “Sanità locale terra di conquista”

Gli imbrogli dell’ospedale

a pag 13

SANITA’ - Abuso, falso, truffa, corruzione, concussione e riciclaggio i reati

Kentron, inchiesta bipartisan

a pag 4

il corsivo Come è stato possibile un così clamoroso errore nella stima degli esodati? Come si conciliano i 65mila previsti dal Governo con i 392mila indicati dall’Inps. In realtà la spiegazione è semplice: tra l’analisi del Governo e quella dell’Istituto di Previdenza ci sono state le elezioni amministrative, e il numero degli esodati dal Popolo delle Libertà è cresciuto in modo esponenziale. Avvertiamo anzi la ministro Ferrero che fra qualche mese il numero è destinato a quadruplicarsi.

di Enrico Ciccarelli


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venerdì 15 giugno 2012

SPENDING REVIEW - Meno spese per beni e servizi della pubblica amministrazione e vendita di alcuni asset pubblici

Iniziano i tagli di Monti Dopo la relazione del Commissario Bondi si lavora per le misure che possono far risparmiare 5 miliardi di euro

In questi giorni il governo è alacremente al lavoro per l’attuazione delle misure proposte dal Commissario Enrico Bondi al premier Mario Monti e agli altri membri del Comitato interministeriale per la spending review, che consentiranno di risparmiare gia’ quest’anno 5 miliardi, piu’ altri 8-9 nel 2013. Ma alle sforbiciate del

super-Commissario il presidente del Consiglio intende affiancare misure più ‘pesanti’, a partire dalla cessione di asset pubblici. Monti ha ribadito che non ci sarà alcuna manovra, dopo che questa ipotesi era stata stoppata dal vertice coni partiti della maggioranza. Intanto la novità annunciata dal premier, è la

attualMente

La settimana prima degli esami Desidero inaugurare la Rubrica sull’attualità, con uno spazio dedicato ai giovani maturandi. Sono 450.474 gli studenti che il 20 , 21 e 25 giugno, affronteranno le prove scritte dell’ esame di Stato. Per raccontare l’ultima settimana che divide i ragazzi dalla prova e da un cammino lungo cinque anni, mi sono recata presso il Liceo Classico D.Cirillo, di Bari. Materialmente, si dichiarano tutti pronti, con compendi, bignami, vocabolari “fin troppo costosi”, già posti sulle scrivanie. Due ore, almeno, le dedicano alla consultazione di siti internet per scoprire come vincere l’ansia preesame e il terrore del foglio bianco, dove e quali portafortuna acquistare, i Santi a cui pregare prima e durante l’esame e, ovviamente, le “tracce papabili”. I giovani più studiosi confidano nella propria preparazione; i meno volenterosi, nella benevolenza dei propri docenti, esercitandosi in sguardi di pietà misti alla minaccia, pronti all’uso. Pizza e birra gratis per chi indovina il dettato della traccia. Cartucciere amorevolmente cucite da nonne, mamme e zie per gli studenti più tradizionali, sfidano telefonini muniti di applicazioni utili all’esame, non consentite ma, comunque, scaricate da chi è al passo con i tempi. In comune, però, hanno il desiderio di lasciarsi alle spalle il Liceo per poter cominciare, chi gli studi, chi un “lavoro che non c’è”. A tutti gli studenti, invio un grosso in bocca al lupo, in particolar modo, agli alunni di Brindisi e dell’Emilia Romagna che, sono certa, supereranno anche questa prova.

vendita di asset pubblici: “abbiamo predisposto dei veicoli, fondi immobiliari e mobiliari attraverso i quali convogliare in vista di cessioni, attivita’ mobiliari e immobiliari del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale’’. Per Monti, dunque, si va avanti con la ‘’disciplina’’ che si traduce nei tagli da effettuare sulla base della relazione di Bondi. Non a caso mandato del Commissario è quello di fare risparmi nelle spese per l’acquisto di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione: il ministro Piero Giarda ha quantificato in circa 100 miliardi la spesa “potenzialmente aggredibile’’. E Bondi ha identificato risparmi per cinque miliardi, ed ha anzi aggiunto che sarebbe in grado di raggiungere cifre ancora più consistenti. Se venissero confermate le cifre, questa somma risparmiata dalle casse dello Stato potreb-

libri - “l’uomo che guardò oltre il muro”

Oltre il muro, l’ultima intervista a Cossiga

di Annalisa Tatarella Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

be permettere di evitare l’aumento dell’Iva già ipotizzato per il prossimo ottobre (spesa quantificata in 3,8 miliardi), di avere 200 milioni per la copertura del decreto Sviluppo e un altro miliardo per il Sisma dell’Emilia. Ma sul primo punto la decisione definitiva sarà presa nei prossimi gironi. I cinque miliardi di Bondi arrivano dalla classica razionalizzazione della spesa, e non intacca i servizi ai cittadini. Molte delle azioni possono essere effettuate per via amministrativa mentre quelle che richiedono norme di legge finiranno in un decreto da varare a fine mese. Per l’anno in corso, quindi, ci saranno risparmi su tutti gli acquisti i cui contratti saranno stipulati da luglio in poi, mentre grossi risparmi, nel 2013, giungeranno per esempio dai tagli agli affitti di sedi i cui contratti di locazione scadono a fine anno.

Si intitola ‘L’uomo che guardò oltre il muro - la politica estera italiana dagli euromissili alla riunificazione tedesca’ il libro - edito da Rubettino - scritto da Clio Pedone, esperta in relazioni internazionali, in cui scenari ed equilibri della seconda metà del Novecento sono spiegati da Francesco Cossiga. La giornalista ha intervistato per più di un anno il Presidente emerito, cercando di raccogliere alcuni aspetti del ‘Picconatore’ non del tutto approfonditi: dalla sua passione per la politica estera all’interpre-

Redazione Via Abate Gimma, 163 70121 Bari redazione@pugliadoggi.it tel. 080/5213360 fax. 080/5220966 www.pugliadoggi.it Editore Publimedia Sud srl Stampa Rotostampa - Lioni (Av)

tazione dell`incidenza degli avvenimenti internazionali sulla politica interna. Nel libro, che ripercorre molti dei passaggi critici della storia del Novecento, Cossiga racconta la realtà di un mondo diviso in blocchi, una realtà capace a sua volta di incidere profondamente sullo scenario italiano. Il muro di Berlino e il suo significato più profondo rappresentano la scenografia che fa da contorno al dispiegarsi della narrazione. Intorno al muro di Berlino il mondo gioca il suo ‘grande gioco’, così ce lo racconta Cossiga.

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il commento

Il suicidio della destra e l’invito ai grillini di Enrico Ciccarelli

Anche le elezioni legislative francesi hanno confermato una verità sempre più evidente: un’opinione pubblica ed un elettorato nei quali le idee e gli orientamenti culturali della destra sono decisamente prevalenti consegna le chiavi delle istituzioni e della rappresentanza alla sinistra. Perché avviene? Perché, con la ragguardevole eccezione della Germania, la destra raziocinante si rivela sempre meno capace di tenere a freno le pulsioni securitarie e demagogiche, rincorre l’estremismo scellerato delle varie crociate antitasse, antiislamiche, antistranieri, ma solamente a livello cosmetico. A quel punto cambia poco se sulle alleanze si segue una politica di serietà, come quella che impedisce qualsiasi commistione tra i gollisti e il Front National, o una di sbracamento all’Italiana, con la Lega Nord imbarcata al Governo senza troppi riguardi per la connaturata vocazione patriottica del centrodestra (l’unione tra un partito che sosteneva l’Italia persino nel nome ed uno che la voleva demolire resta un mistero ben poco gaudioso). A fare la differenza è lo

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sdoganamento culturale: la mediocre pagliacciata poujadista con cui l’onorevole Santanché invita alla disobbedienza fiscale contro una tassa per la cui reintroduzione il suo partito ha votato a favore (obtorto collo, certo, come tutti) in Parlamento esprime bene questa condizione miseranda. Lungi dall’attrarre voti, questa furbizia populista è un messaggio di legittimazione, un rompete le righe, un invito al grillismo. È un po’ come quando settori del Pci cercavano di annodare un filo di continuità con l’estremismo sessantottino, anche nelle sue versioni più vicine all’eversione. Il sangue di Guido Rossa ci ha detto come è andata a finire. In circostanze senz’altro meno tragiche, a destra si imita quel copione: ed eccoli di volta in volta corporativi sbiaditi, forcaioli sbiaditi (per i clandestini ma non per i corrotti, in verità), euroscettici sbiaditi. Il risultato è che i facinorosi preferiscono l’originale e i moderati restano a casa. Un’equazione che regalerà un po’ di municipi ai grillini e l’Italia all’asse Bersani-Vendola-Di Pietro.

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venerdì 15 giugno 2012

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LA SCELTA - Gianfranco Fini ha recuperato il suo antico cavallo di battaglia ed ha espresso il suo sostegno al modello francese

Una riforma presidenzialista per curare il “grande malato” Oggi guardare l’Italia è un dolore: non riusciamo a credere che un paese così carico di storia e pieno di energie sia mortificato nel suo orgoglio, sfigurato nelle sue speranze, rassegnato al suo destino. In queste ore nelle quali la crisi mondiale scuote le basi politiche ed economiche dell’Europa, il nostro paese si trova esposto a una situazione ancora più drammatica. La voragine del debito ereditato dalla Prima Repubblica e l’assenza di

quelle radicali riforme di struttura che negli ultimi venti anni avrebbero potuto determinare una svolta virtuosa ci consegnano un sistema politico che è un cumulo di macerie. Le convulsioni in cui esso si dibatte mostrano ogni giorno la sua difficoltà a reagire se non con espedienti tanto occasionali quanto visibilmente tardivi e inadeguati. La protesta si esprime ormai palesemente in tutte le forme che riesce a trovare: nell’astensione

l’appello Riubblichiamo anche noi l’appello-manifesto apparso sul “Corriere della Sera” del 10 giugno 2012, con il quale alcuni studiosi italiani di diversa ispirazione invitano le forze politiche a misurarsi in modo serio sulla proposta di una modifica della forma di governo in senso semi-presidenziale sul modello francese. Il bisogno e la necessità di cambiare le istituzioni e i meccanismi di governo, stante la loro crisi ormai conclamata, è condiviso dalla gran parte degli osservatori e del mondo politico. Quest’appello a favore del semipresidenzialismo, se condiviso, può essere pubblicamente sottoscritto con una mail a adesioni@presidenzialismo.com. Altrimenti può essere considerato un contributo ad una discussione divenuta sempre più necessaria sul tema: quali riforme per assicurare un futuro all’Italia? Ed è con questo spirito – di confronto e proposta – che lo offriamo all’attenzione dei nostri lettori.

e nel voto rivolto ai mo- problemi dell’Italia divimenti più radicali. Essa pendano dall’assenza di ha certamente le sue buo- meccanismi di competine ragioni e non si espri- zione e ricambio, dal dime necessariamente solo lagare delle logiche della nelle forme cooptazione, di una carica I mali della dal proliferad i s t r u t t i va , nostra Italia re delle renperò è insufarrivano da dite che paficiente. Almolto lon- ralizzano con lude spesso a tano. L’indignazione non i propri veti soluzioni pa- basta, come non basta la politica, la lingenetiche l’astensione, la rassegna- società e lo e semplifica- zione o la rabbia. Questo Stato. te, che non non significa Le nostre sono pur- che non ci sia istituzioni troppo credi- nulla da fare sono deboli, bili in un pabarocche, imese i cui mali potenti. Divengono da fettano di stacosì lontano. bili strumenti di governo. L’indignazione dunque Sono state pensate così non basta, come non ba- nel clima che preparava sta l’astensione, la rasse- la guerra fredda e contangnazione o la rabbia. do su una centralità dei Questo non significa partiti ideologici che oggi che non ci sia nulla da non esiste più da nessuna fare. parte nel mondo. Noi siamo convinti che Nelle democrazie conl’Italia non sia figlia di temporanee la centralità un dio minore, che i suoi è attribuita alle istituzioni problemi non derivino da e alle persone che le guiuna condanna della sto- dano e che si assumono ria o del destino. di fronte ai cittadini la reNoi siamo convinti che sponsabilità di governare. i problemi dell’Italia af- I partiti, se non vogliono fondino le proprie radici essere aggregazioni irnella presenza di istitu- responsabili di apparati zioni fatiscenti e ormai di potere e di professioinadeguate a sostenere le nisti della politica senza necessità di una grande mestiere, debbono essedemocrazia. re strumenti e non fini, Siamo convinti che i mezzi di servizio e non

ELEZIONI - Il Governo impegnato ad attuare l’incandidabilità prima delle elezioni

I corrotti fuori dalle liste Dopo le polemiche di mercoledì scorso, quando Fli e Idv avevano denunciato che, con la delega di un anno, le nuove norme sull’ineleggibilità dei condannati per corruzione, sarebbero entrate in

vigore soltanto a partire dal 2018 (ovvero tra due legislature), alla fine si è giunti ad un accordo sulla proposta, sottoscritta da tutti i partiti, di un ordine del giorno che impegna il Governo ad esercitare

la delega per rendere applicabili le norme sull’incandidabilità in tempo utile per le prossime elezioni politiche del 2013. Con questo compromesso si è concluso l’esame di Montecitorio sul ddl anticorruzione. Il gruppo di Futuro e Libertà alla Camera ha espresso la propria soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il governo a esercitare la delega per l’applicazione delle nuove norme sull’incandidabilità a partire dal 2013. Mercoledì, infatti, il gruppo Fli aveva deciso di non partecipare al voto di fiducia sull’articolo 10 del disegno di legge anticorruzione proprio per costringere il governo ad assumere un impegno preciso circa i tempi di adozione del decreto le-

gislativo di riordino del sistema dell’incandidabilità, in particolare per quanti sono stati condannati per reati di grave allarme sociale e contro la pubblica amministrazione. Soddisfazione anche per l’approvazione dell’ordine del giorno presentato dal gruppo di Futuro e Libertà che impegna il Governo a un’immediata iniziativa legislativa che renda obbligatoria l’applicazione del Codice Etico Antimafia nella formazione delle liste elettorali. Alla fine, dopo il dibattito, il ddl è stato approvato. Ora la palla passa al Governo ed al ministro Severino. Facciano in fretta, perchè la legislatura ormai è agli ultimi mesi di vita, e le elezioni sono vicine.

Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati

padroni irresponsabili della vita pubblica. L’idea che per far funzionare la democrazia basti scegliere un partito che poi farà per noi è inaccettabile nell’italia di oggi e non appartiene alla cultura dei cittadini, i quali voglio scegliere le persone, i governi e i vertici delle istituzioni, come avviene a livello locale e regionale. Se continua così l’Italia rischia l’ingovernabilità e il caos. Al caos crediamo vada contrapposta la responsabilità, all’ingovernabilità la scelta diretta e popolare di chi deve guidare il Paese, il singolo parlamentare e chi è posto al vertice dello Stato. Oggi è possibile un accordo virtuoso tra i riformisti di questo paese; un accordo che preveda la disponibilità di ciascuno ad accogliere le ragioni dell’altro. Il Pdl ha lanciato una proposta: presidenzialismo alla francese con elezione delle camere con doppio turno di collegio. Ricordiamo che quando questo modello fu adottato oltralpe, in condizioni di ingovernabilità molto simili a quelle attuali del nostro paese, la Francia era considerato il grande “malato d’Europa”. Oggi il grande malato d’Europa è l’Italia. Il Partito democratico da tempo sostiene questo il sistema elettorale a doppio turno, per il quale si rende oggi disponibile anche il partito di Angelino Alfano. Inoltre sappiamo che all’interno del PD non sono poche le voci responsabili di quanti hanno compreso l’im-

portanza dell’elezione diretta di un presidente governante. Gianfranco Fini ha recuperato il suo antico cavallo di battaglia ed espresso il sostegno al modello francese, chiedendo ai suoi senatori di sottoscrivere gli emendamenti del PDL. L’ accordo virtuoso può essere dunque raggiunto, i tempi tecnici ci sono e pare che la volontà politica stia prendendo forma. Le forze politiche hanno ormai solo quest’’ultima possibilità, è a loro che ci appelliamo, consapevoli della gravità del momento: questa è l’ultima chiamata. Le prossime elezioni saranno uno spartiacque Se quelle forze saranno in grado di essere all’altezza del momento storico e di cogliere questa occasione, potranno riscattarsi agli occhi dei cittadini e avviare finalmente una nuova stagione con un sistema di governo rinnovato, altrimenti verranno definitivamente travolte dall’indignazione e si aprirá una fase ancora più cupa, in cui ogni sbocco è possibile. E’ in gioco il futuro della nostra democrazia. Alessandro Campi, (Università di Perugia) Francesco Clementi (Università di Perugia) Carlo Fusaro (Università di Firenze) Giovanni Guzzetta (Univ. di Tor Vergata) Ida Nicotra (Università di Catania) Andrea Romano (Univ. di Tor Vergata) Giulio Salerno (Univ. di Macerata) Sofia Ventura (Università di Bologna)


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Regione Puglia

venerdì 15 giugno 2012

LA MALASANITA’ PUGLIESE - Abuso, falso, truffa, corruzione, concussione e riciclaggio di denaro i reati contestati

Kentron, inchiesta bipartisan Prima un accredito ottenuto indebitamente, dopo movimentazioni di denaro di dubbia provenienza. Coinvolti personaggi vicini a Pd e Pdl di Giuseppe Pugliese In principio fu la sanità, poi il riciclaggio. Prima un accreditamento sanitario, ottenuto indebitamente. Poi ingenti somme, si presume di illecita provenienza, movimentate molto stranamente. Stiamo parlando della Kentron, società proprietaria della clinica privata

Giovanni Paolo II, con sede in Putignano. Patron della società è Francesco Ritella, un giovane e rampante imprenditore del dinamico sud est barese, che amava spacciarsi per influente amico di Massimo D’alema. Il Presidente del Copasir naturalmente ha fatto smentire, ma la vicenda

la prima inchiesta

L’accreditamento fasullo e il miracolo di Tedesco Le inchieste giudiziarie che riguardano la Kentron di Francesco Ritella, imprenditore vicino al Pd-ds, sono due. La prima riguarda la sanità, la seconda, generata dalla prima, il riciclaggio di denaro sporco. Vediamo la prima. Al centro dell’inchiesta una clinica privata di Putignano, la Giovanni Paolo II. I giudici che l’attenzionano sono i Pm baresi Francesco Bretone, Desiree Digeronimo e Giorgio Lino Bruno, che stanno indagando il perverso e colluso sistema degli accreditamenti della Regione alle cliniche private pugliesi. Sino ad oggi ad essere indagati sono già una cinquantina di persone, fra Bari e Foggia. La Kentron è accusata di aver ottenuto l’accreditamento della Regione, pur non avendone i titoli, e di aver lucrato, in forza di quel titolo falso e abusivo, rimborsi dalla Regione pari a 7 milioni e 827 mila euro. L’indagine sulla Kentron, dell’imprenditore Ritella, vicino al Pd, si intreccia con quella sull’assessore Alberto Tedesco, poi eletto senatore sempre in quota Pd. Fu Tedesco, infatti, a proporre l’accreditamento alla Kentron. Un affaire politico, tutto in salsa Pd, ma, come vedremo, benedetto anche dal Presidente Nichi Vendola. L’ a c c re d i t a m e n t o passa, in fretta e furia,

alla vigilia di Natale del 2007. La fretta era giustificata, perché dall’anno successivo di accreditamenti non se ne sarebbero più fatti . Per farlo passare, Tedesco, secondo la Procura, indusse in inganno la Giunta Regionale, facendole credere che era necessario rideterminare il fabbisogno degli accreditamenti delle strutture private, allo scopo di soddisfare un maggiore fabbisogno di prestazioni di Tac e Risonanza magnetica. Ma tutto questo non fu sufficiente. Per far passare l’accreditamento furono necessari altri atti falsi, ottenuti corrompendo pubblici funzionari regionali e dello Stato. La clinica di Ritella, infatti, era poco più di un rudere e, all’atto dell’accreditamento, non aveva i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi previsti dalla legge. Una sequela di gravi falsi, quindi, per ottenere un accreditamento altrimenti impossibile e per lucrare milioni di euro. In nome della comune fede democratica, ma anche con il beneplacito di Vendola. La delibera incriminata, infatti, assente Tedesco, fu portata in giunta dalla collega Silvia Godelli, assessore molto vicina a Nichi Vendola. Quello stesso che due anni prima, pur conoscendo il conflitto d’interessi di Tedesco, lo volle fortissimamente assessore alla sanitá.

della Kentron coinvolge anche un altro uomo a lui notoriamente vicino, Giovanni Sicolo, insieme ai soliti noti Alberto Tedesco e Sandro Frisullo. Più una sorpresa, registrata solo da Barisera, e ignorata da tutta la stampa locale e nazionale. Accanto a uomini, vecchi e nuovi della sinistra sanitaria pugliese, sbuca anche qualche nome del centrodestra. Proprio come con Tarantini, che spaziava da Tedesco a Berlusconi, da Frisullo a Tato Greco. La sorpresa di centrodestra nella vicenda della Kentron si chiama Carmela Sisto, indagata unitamente al marito Antonio Ricci, avvocato, al fratello Vincenzo e allo zio Silvio. La Sisto si affaccia nel mondo politico barese, durante il secondo mandato del sindaco Simone Di Cagno Abbrescia, quando viene nominata, in quota Forza Italia, nella Multiservizi, società di proprietà del Comune di Bari. Non ricordiamo, se ci sono stati altri incarichi,

L’ingresso della clinica privata al centro dell’inchiesta (foto tratta da www.ilgiornalediputignano.it)

ma di sicuro il marito Antonio Ricci è collega di studio e segretario politico dell’on. Antonio Distaso, vice coordinatore regionale del Pdl e luogotenente barese dell’ex Ministro Raffaele Fitto. Vedremo, in seguito, cosa è emerso fino ad oggi dalle indagini della Magistratura e della Guardia di Finanza, ma a noi sembra abbastanza singolare che in una inchiesta sanitaria spuntino insieme i nomi di persone in qualche

modo legate ai due più importanti, potenti e contrapposti uomini politici pugliesi, Massimo D’alema e Raffaele Fitto. Nessuna prova, è bene dirlo subito e con chiarezza, di un loro coinvolgimento, ma la presenza nell’indagine di persone indagate, che possono spendere il loro nome, ê una circostanza che desta sorpresa. Dovrebbero combattersi e, invece, si trovano insieme indagati.

Alla vicenda hanno riservato fin’ora scarsa attenzione tutti quei consiglieri regionali, da Rocco Palese a Massimo Cassano, che un giorno si e l’altro pure, parlano e scrivono di mala sanità. Scarsa, anzi nulla, attenzione anche dalla stampa, con la sola eccezione, come abbiamo detto, di Barisera. E anche questa è un’altra strana circostanza, che desta stupore e qualche preoccupazione.

LA SECONDA INCHIESTA - Tace il Pdl. L’occhio strabico del Giornale in una inchiesta poco nota

E poi spunta il riciclaggio La seconda inchiesta, derivata dalla prima, riguarda una vicenda, che, lo possiamo dire, sembra ancora piû scabrosa. Ma é meno nota. Alla prima inchiesta, il Giornale di Belusconi ha dedicato titoli a piena pagina, tirando ripetutamente in campo Massimo D’alema, del quale Ritella si spacciava frequentatore e amico. Alla seconda, nemmeno un rigo, eppure anche in questa compaiono uomini da sempre vicini a D’alema, come Giovanni Sicolo, un funzionario della Banca Popolare di Bari. La verità è che in questa seconda inchiesta c’è anche un pezzo di Pdl. C’è Carmela Sisto, socia d’affari di Ritella e ci sono anche suo marito, Antonio Ricci, avvocato, suo fratello Vincenzo e suo zio Silvio. La prima fu nominata anni fa nel consiglio d’amministrazione della

Multiservizi Bari, in quota Forza Italia, mentre il marito, avvocato, é ancora oggi collega di studio dell’on. Antonio Distaso, vice coordinatore regionale del Pdl, del quale è anche segretario politico. Distaso è il referente barese di Raffaele Fitto. La Guardia di Finanza, che a condotto le indagini, accusa gli indagati, in tutto undici, di vari e gravi reati. Movimentazioni finanziarie sospette, frequenti versamenti di titoli di credito, prelievi di contante, richieste di assegni circolari, versamenti di assegni con contestuale

ritiro di contante. Tutto lascia pensare che si tratti di riciclaggio di denaro sporco e per cifre molto rilevanti. Dal 2002 al 2006 oltre 11 milioni e mezzo di euro finiscono sui conti della Court Esate srl, dei quali oltre 6 milioni e mezzo vengono poi girati alla Kentron. La Sisto, in particolare movimenta circa 10 milioni di euro, pari a circa 19 milardi di vecchie lire. Cifre e movimenti non giustificati dalle attività e dai redditi dichiarati dagli indagati, che agiscono con la tecnica di chi vuol sfuggire ai controlli, per

nascondere operazioni poco trasparenti. Frazionando, per esempio, nella stessa giornata numerosi prelievi di contante, al di sotto della soglia di sorveglianza. Sotto la lente della Finanza sono finiti oltre 100 conti correnti, dieci istituti di credito e otto segnalazioni antiriciclaggio. “Non è azzardato affermare, si legge in una informativa della Guardia di Finanza, che la tipologia e l’entità delle operazioni bancarie, poste a raffronto con le situazioni patrimoniali e reddituali dei soggetti interessati, e con i considerevoli innesti di liquidità effettuati nelle società, delineano un modus operandi, tipico del reato di riciclaggio, attraverso il quale si sfrutta l’attività ordinaria di aziende appositamente create o acquistate per ripulire capitali di provenienza illecita, creando in tal modo nuova ricchezza”.


Regione Puglia

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REGIONE PUGLIA - Accerchiato da scandali, ruberie e indagati, il Presidente non si scompone. Come il suo omologo Formigoni

Solo Vendola non sapeva! di Roberto Mastrangelo Lui, Nichi Vendola, Presidente della Puglia, resta imperturbabile. Nulla lo scuote, nulla lo turba. A Foggia, nell’ormai consueto scandalo sanitario, è stato arrestato e indagato, per la terza volta, Vincenzo Nuzziello, un imprenditore della sanità. Sua sorella, Anna, è consigliera regionale in carica, eletta nella lista Puglia per Vendola, la seconda lista, dopo Sel, che fa capo direttamente al Presidente Vendola. Lei, Anna Nuz-

ziello, non sembra particolarmente turbata dalle vicende, oggetto di tre diverse e scabrose inchieste giudizarie. Nemmeno Vendola, per la verità. Non gli fanno velo queste pesantissime inchieste, né lo stretto legame famigliare di una sua consigliera con un pluriarrestato e plurindagato imprenditore, accusato di gravi frodi a danno del sistema sanitario della Regione da lui guidata. Del resto, non gli fece nemmeno velo, nel 2010, accogliere nella sua lista

costi - foggia +250%, a bari ribassi del 90%

Sanità, scandali, tagli ruberie e inefficienze L’ultima inchiesta giudiziaria, l’ultimo scandalo della sanità pugliese é scoppiato a Foggia. Indagati una decina di persone, metà delle quali agli arresti. Fra gli indagati, oltre a due personaggi legati all’area politica di Vendola, come al solito, primari, medici, funzionari regionali e imprenditori. Solite anche le accuse, corruzione, falso e truffa. I fatti sono particolarmente gravi e sgradevoli, perché mettono a nudo la facilità con la quale, in un sistema che fa acqua da tutte le parti, bande di mascalzoni e faccendieri saccheggiano il bilancio sanitario della Puglia, arricchendosi illecitamente, gonfiando il disavanzo regionale e costringendo la Regione a dolorosi e inevitabili tagli di ospedali, reparti, servizi e personale. I cittadini pugliesi debbono sapere che, dietro ogni taglio alla sanità e sulla loro salute, ci sono solo storie di inefficienza regionale e di vergognose ruberie come questa. Nella vicenda foggiana, per esempio, sono stati scoperti acquisti di prodotti, il cui costo era stato fatto lievitare di oltre il 250%. É il caso dei taglia aghi, che, pur avendo in valore di 1,92 euro, venivano acquistati alla stratosferica somma di 463 euro. Queste ruberie, accertate oggi a Foggia, molto probabilmente vengono perpetrate in altre Asl e spiegano da sole il pesante deficit della sanità pugliese. Sono accuse, si sente dire spesso, che devono essere dimostrate in giudizio. Concordiamo, ci manchereb-

be altro, ma questa volta la conferma é venuta prima dei processi e da un’altra notizia. Una volta tanto molto positiva. La Asl Bari, la piú grande d’Italia, ha finalmente indetto una gara, dopo tanti anni di acquisti dal listino. I risultati sono stati straordinari, realizzando ribassi ed economie, in qualche caso, sino al 90% di sconto. Roba da non credere. Vediamo i numeri. La fornitura biennale dei prodotti sanitari é stata messa in gara al prezzo di 27 milioni di euro ed é stata aggiudicata al prezzo di 15 milioni, con un ribasso netto di 12 milioni di euro, pari quasi al 49%. Circa la metà. Sui singoli prodotti sono stati registrati ribassi vistosissimi, come nel caso degli elettrocateteri, negli anni precedenti acquistati a 500 euro e ora solo a 59, con un ribasso del 90%. Stesso discorso per gli introduttori per succlavia, passati da 40 a 10 euro, con un ribasso del 75%, dei pacemaker, passati da 4.500 a 2000 euro, con un ribasso del 56%, dei defribillatori, passati da 22.000 a 12.000 euro, con un ribasso del 46% e cosi via. C’é solo da chiedersi perché non sia stato fatto prima e perché non si fa lo stesso in tutte le Asl. Quanti milioni abbiamo buttato dalla finestra? Fino a quando durerà questa cuccagna? Sperperi e ruberie nella sanità non sono una condanna. Sono solo il frutto della inefficienza regionale. Che il Presidente poeta, in due mandati regionali, non é riuscito a debellare.

e nella sua coalizione la candidata Nuzziello, proveniente addirittura dalle file di Forza Italia. Esclusa una sincera commozione per una assai improbabile conversione al marxismo, previa pubblica abiura del liberalismo, della Nuzziello, al Presidente dovevano essere ben chiare, sin da allora, le reali ragioni di quel passaggio. Vincenzo Nuzziello, era già un imprenditore molto attivo del settore sanitario. Buon conoscitore e frequentatore assiduo del sistema delle Asl pugliesi e, ben prevedendo la facile vittoria di Vendola sul povero, seppur bravo, Rocco Palese, pensò bene di trasmigrare per tempo da destra a sinistra, candidando, e facendo eleggere, la sorella Anna nella lista vendoliana. Sempre le inchieste giudiziarie foggiane hanno svelato un altro significativo tassello. Fra gli indagati figura anche un tale Savino Inchingolo. È capogruppo di Sel, il partito di Vendola, nel Consiglio comunale di Andria. Anche questo coinvolgimento politico più diretto ha lasciato indifferente e imperturbabile il Presidente Vendola. Eppure Inghingolo non ê un

personaggio secondario. È il capogruppo del partito in una importante città capoluogo di provincia e, all’epoca dei fatti oggetto di indagine, era addirittura sub commissario della Asl foggiana. Un incarico fortemente fiduciario, ricevuto proprio da Nichi Vendola, ma anche questa circostanza non ha fatto arrossire il Presidente. Eppure, i due, uno imprenditore e l’altro amministratore regionale, ma uniti dall’appartenenza politica al Presidente, inciuciavano e facevano affari insieme. A danno della Regione Puglia, del suo sistema sanitario e, quindi, degli stessi cittadini pugliesi. Affari loschi e spregevoli, per le particolari modalità attuative, che prevedevano la corruzione di primari sanitari e pubblici ufficiali, la falsificazione di atti e procedure e la truffa aggravata in danno della Regione. E che truffa, se alcuni prezzi venivano maggiorati sino al 250% del loro valore di mercato e se alcuni apparecchi acquistati, lasciati imballati e inutilizzati, finivano direttamente in magazzino, perché del tutto inutili. Queste porcherie sono state ideate, organizzate e

Nichi Vendola

consumate nell’area politica alla quale appartiene il Presidente Vendola, ma lui, al pari del suo omologo lombardo Roberto Formigoni, si dichiara estraneo a tutto e a tutti. Sembra proprio che per fare in Italia il Presidente di Regione, sotto ogni latitudine politica e geografica, sia richiesta solo la singolare qualità di non sapere, non conoscere e non vedere tutto quanto accade nel proprio governo e sul proprio territorio. Oltre, naturalmente, a una buona dose di facciatosta. La stessa che servì al nostro per negare il conflitto d’interesse di Alberto Tedesco, quando, in barba a prudenza e buon senso, lo nominò assessore alla sanità. Carica nella quale lo avrebbe conservato sino ad oggi, se una provvidenziale candidatura del Pd

non lo avesse trasferito nel piû sicuro Senato della Repubblica. Oggi Vendola, come Formigoni, non avverte alcuna vergogna e continua a fare il Presidente, come nulla fosse. Spulciando con attenzione le decine di inchieste che stanno mettendo in chiaro il verminaio della sanità pugliese, emergerebbero non pochi casi di mala sanità che Vendola avrebbe dovuto conoscere e sapere. A cominciare da quelli che lo vedono formalmente indagato, sino all’altra vicenda, di cui ci occupiamo in altra pagina e che riguarda lo scandaloso accreditamento della Kentron. In assenza di Tedesco, la delibera fu portata in Giunta dalla vendoliana Silvia Godelli. Possibile che anche in questo caso Vendola non sapesse?

L’INTERVENTO - Per Giammarco Surico sono solo manovre di distrazione di massa

Chiacchiere e propaganda “Chiacchiere e propaganda, le operazioni di questo governo regionale in tema di sanità sono solo manovre di distrazione di massa da una parte e di contrattazione quasi ad personam dall’altra per costruire un sistema fantastico che nella realtà è già macerie. Tra le operazioni improbabili e incongruenti campeggia senz’altro quella relativa alla realizzazione di un centro di procreazione assistita a Conversano, nell’ospedale che si chiude e che, quindi, non può fornire risposte concrete e garantire il percorso assistenziale alle donne in gravidanza. Una cattedrale nel deserto sancita dalla firma di un protocollo di intesa che ha tutto il sapore della sa elettorale”. Lo sostiene il consigliere regionale di Fli, Giammarco Surico. “La Puglia sta vivendo una situazione a dir poco drammatica”, incalza, “Le persone sono in preda alla

Giammarco Surico

disperazione, ogni giorno sempre più alle prese con una burocrazia avvilente ed umiliante che costringe ad attese improponibili con grave pregiudizio per la propria salute oppure alla scelta, costosa, e quindi non alla portata di tutti, di rivolgersi al privato per guadagnare quel tempo prezioso che può salvare la vita”. “E la coppia VendolaAttolini che fa? Spaccia per buon modello di sanità ciò che non è degno di un Paese civile”, conclude, “Stiamo assistendo alla nascita di un modellino in miniatura costruito sulla base di imbonimenti

anziché di reali fabbisogni territoriali, in cui la realizzazione dei servizi di prevenzione,cura e assistenza extraospedalieri viene agitata come vessillo di buon governo della sanità, mentre si è all’anno zero”. Ma non basta. Surico rincara ancora la dose sulla rete intraospedaliera cardiologica. “Questo piano di rientro è assolutamente da rivedere. Oltre che tardivo e clientelare, rischia di compromettere il già delicatissimo equilibrio del sistema sanitario regionale, carente rispetto ai reali fabbisogni del territorio, anche in relazione alla densità abitativa, alle distanze e alla incidenza delle patologie, con grave nocumento per la salute e la sicurezza dei cittadini. E tra quelli più a rischio ci sono, purtroppo, i pazienti colpiti da infarto miocardico”. “La raccomandazione di tutte le Società scien-

tifiche di realizzare sui territori regionali una rete interospedaliera per l’emergenza coronarica - in modo da poter consentire ai 118 e ai Pronto Soccorso di smistare i pazienti ad alto rischio verso UTIC dotate di laboratorio di emodinamica, le uniche dove si può intervenire tempestivamente con una angioplastica primaria salvavita e da poter garantire a tutti i cittadini le cure migliori e più efficaci, ovunque risiedano - qui è rimasta lettera morta”. Anzi, la situazione è peggiorata. Con la chiusura, infatti, delle Cardiologie-UTIC di Monopoli e Putignano resterà praticamente scoperto tutto il territorio che va da Bari a Brindisi, ma anche nel Nord barese, dove tutto il peso ed il gravame, anche delle UTIC senza laboratorio di emodinamica, cadrà esclusivamente su quelle del capoluogo.


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approvata la proposta di bilancio

Imu, tagli e via Argiro nelle scelte della Giunta La Giunta municipale ha approvato nella sua ultima seduta la proposta di bilancio che contiene anche il provvedimento in materia di tributi locali. In relazione all’IMU (Imposta Municipale propria), l’Amministrazione comunale ha scelto di fissare l’aliquota d’imposta al 4‰, tasso inferiore rispetto al 4,25‰ della precedente aliquota ICI, pur avendo avuto la possibilità di incrementarla fino al 6 ‰ massimo. Il gettito complessivo dell’IMU sull’abitazione principale, in virtù delle agevolazioni e delle detrazioni predisposte dal governo cittadino, come per esempio gli ulteriori 150 euro per i contribuenti ti-

tolari dell’abitazione principale con un reddito personale complessivo inferiore ai 50.000 euro - nonostante la rivalutazione della rendita catastale pari al 60%, risulta inferiore agli introiti rivenienti dalla vecchia ICI. Naturalmente queste disposizioni entreranno in vigore con l’approvazione della proposta da parte del Consiglio comunale. Pertanto, i pagamenti da eseguire entro il 18 giugno devono essere espletati secondo quanto previsto dalla legge, ovvero pagando l’importo IMU calcolato sull’aliquota base (4‰ per abitazione principale - 7,6‰ per abitazione secondaria) e versando l’ac-

conto (50% per gli immobili diversi dall’abitazione principale - 50% o 33% per l’abitazione principale a seconda che il contribuente intenda pagare in due o tre rate). Ci si sta muovendo, intanto, anche su manovre di spending review, con la previsione di tagli pari al 3% delle spese correnti. Si sarebbe potuto fare molto di più, come da settimane stiamo sostenendo, con una radicale riforma del decentramento cittadino e, fin da subito, con lo spostamento delle Commissioni al pomeriggio, per permettere ai consiglieri comunali di recarsi al lavoro, senza costringere il Comune a rimborsare la giornata lavorativa (oltre ai costi per i rientri del personale). Sempre nella stessa riunione la Giunta ha approvato la

pedonalizzazione definitiva di via Argiro. A seguito della sperimentazione avvenuta negli ultimi sei mesi, l’ufficio Traffico e la Polizia Municipale hanno verificato che la chiusura al transito degli autoveicoli e la modifica dei sensi di marcia e delle zone di sosta di alcune strade limitrofe non hanno registrato particolari criticità e disagi alla cittadinanza. Inoltre, il consigliere inca-

ricato alla Mobilità Antonio Decaro e il presidente della IX circoscrizione Mario Ferorelli hanno incontrato un’azienda interessata a partecipare al cofinanziamento, insieme al Comune di Bari e alla IX circoscrizione, di un progetto che prevede la riqualificazione di via Argiro, attraverso il rifacimento della pavimentazione della strada e la messa a dimora di panchine e fioriere.

GLI SCENARI POLITICI IN CITTA’- Il prossimo sindaco dovrà raccogliere una serie di sfide indispensabili per il futuro della città

Bari, c’è voglia di primarie visto dal pd

E’ troppo presto per parlare di nomi E’ ancora presto. Sul discorso primarie i piddini sono tutti d’accordo nel ritenere prematura la decisione di quando e con chi fare le primarie per la scelta del prossimo candidato sindaco di Bari. Nonostante le esternazioni di Michele Emiliano circa la possibilità che l’Assessore alle infrastrutture Antonio Decaro possa essere il suo erede al soglio, i membri del Partito Democratico di Bari respingono questa nomina in pectore. Piuttosto, in maniera molto abbottonata, la leggono come una semplice indicazione di un valido politico capace, eventualmente, di fare egregiamente il lavoro di Primo Cittadino. Dichiara infatti il consigliere comunale per il Pd Pietro Petruzzelli: “Decaro ha le carte in regola per guidare la città di Bari, ma credo che il Sindaco Emiliano abbia posto l’attenzione su un nome, niente più. E’ chiaro che a nessuno fa piacere che qualcuno scelga un successore all’interno delle stanze istituzionali”. E poi continua dichiarando la precocità del discorso amministrative 2014: “Nel partito ancora non si è parlato dell’eventuale successore del sindaco

semplicemente perché è ancora presto. Mio pensiero personale è che in linea di massima più che di primarie del PD, sarebbero necessarie delle primarie di coalizione perché sarà probabile che il Pd non potrà correre da solo. In ogni caso quando sarà il momento giusto se ne parlerà. Ma si parlerà di primarie, uno strumento imprescindibile se non si vuole escludere dalla vita politica la cittadinanza. Altrimenti il rischio sarà quello di far disaffezionare i cittadini all’elemento fondante di una società democratica”. Dello stesso avviso Enrico Fusco, esponente del Pd barese: “Credo che l’uso delle primarie sia scontato. A meno che non si voglia scegliere autonomamente, ma mi sembra che l’Italia non abbia un sistema monarchico. Certo ancora non se ne discute dell’eventuale successore di Emiliano, ma è anche logico che sia così vista la lontananza della data delle elezioni amministrative. Nel partito inoltre, nonostante Emiliano ne abbia parlato, non si è ancora discusso e credo lo si farà quando si entrerà nel vivo della campagna elettorale”. Andrea Dammacco

Emiliano o non Emiliano, D’Ambrosio Lettieri o non D’Ambrosio Lettieri? A Bari non ci si sbottona, soprattutto nei maggiori partiti. Non è il momento, e non è il caso di fare nomi. Men che mai di farsi qualche inimicizia. Ed è giusto così. Però tutti ci pensano alle primarie. Un istituto non previsto dal nostro ordinamento, al contrario di altri Stati, ma che dopo aver trovato lo slancio con il Partito Democratico, sta trovando sempre maggiori consensi anche nel centrodestra e nel Pdl in maniera particolare. Una cosa è certa. Quando a Bari si andrà alle urne non ci sarà più Michele Emiliano come candidato

sindaco per il centrosinistra. Oltre a questo siamo in pieno nel campo delle ipotesi e del fantacalcio politico. Ci sono tanti tasselli da mettere a posto, tanti accordi da scoperchiare, tante posizioni da difendere o da contrastare. Ma soprattutto c’è la consapevolezza che nella prossima tornata elettorale

Bari si troverà di fronte ad un bivio. Tanti problemi da risolvere (ne parliamo ogni settimana), dopo un decennio di centrodestra ed un decennio di centrosinistra, a chi toccherà guidare il capoluogo pugliese verso le grandi sfide che il futuro di impone? Smart city, Area Metropolitana, una ferrovia da spostare, le periferie, il lavoro che non c’è, il rilancio turistico, il commercio, la zona industriale. Tutte ipotesi si lavoro su cui si parla molto durante le campagne elettorali e poco durante le amministrazioni. La riflessione che nel nostro piccolo ci permettiamo di porre all’attenzione di tutti è semplice.

Rimettiamo al centro del dibattito politico Bari, e mettiamo da parte almeno per una volta le questioni personali e di potere. E’ umano aspirare a posti di maggior prestigio, pensare ad un salto alla Regione, o verso un Ministero, o ad un posto in Parlamento. Ma non possono essere anteposte alle urgenze dell’amministrazione cittadina. In uno scenario in cui i partiti politici sono in grossa difficoltà, ed in una città dove la società civile ha dimostrato di sonnecchiare amabilmente, chi si preoccuperà di Bari, dei baresi, del nostro futuro? Questa è la sfida che va raccolta.

visto dal pdl

E se il candidato sindaco del Pdl fosse una donna? Fra i pidiellini nostrani circola senza imbarazzi l’idea che sì, forse è arrivato il momento di aprirsi al brivido delle primarie, anche a centro-destra. Dopo 18 anni di monocratico berlusconismo, la sensazione che un partito personale e personalizzato possa poi alla fine estinguersi per mancanza di eredi, si sta facendo strada e dunque largo a tutto ciò che possa servire a rivitalizzare un partito che sembra sull’orlo dell’estinzione. Vivacità e voglia di

parlare anche a Bari, nonostante la segreteria cittadina sia ormai blindata dalla lobby dei farmacisti (Luigi D’Ambrosio Lettieri e il suo vice Marcello Gemmato) con Pasquale Finocchio, consigliere comunale, a fare da cerbero nei confronti di chi tenti di “emergere” senza permesso. Sollecitati da un paio di domande su Facebook, sia Marcello Gemmato, consigliere comunale sia Sergio Fanelli, assessore la personale all’innovazione della Provincia di Bari, si dichiarano

pubblicamente favorevoli a primarie nazionali e locali. Gemmato si esprime a favore di Giorgia Meloni, come leader nazionale e, sollecitato da noi, risponde che non sarebbe male individuare una donna anche come possibile sindaco di Bari. Anche per Sergio Fanelli va benissimo Giorgia Meloni, senza dimenticare però Raffaele Fitto, che “da ottimo ministro potrebbe aspirare ad avere la leadership nazionale del partito”. “Ma non dimentichiamo -continua Sergio Fanelli - che il Pdl ha diversi quarantenni che hanno fatto bene e meriterebbero comunque

una platea nazionale, come Scopelliti (pre. della Calabria, ndr), Lupi, solo per citarne due”. Quanto al Sindaco Fanelli dice che “non è una questione di nomi, ma di identikit. Deve essere una persona di moralità specchiata, comprovata esperienza, capacità di elaborare insieme alla società un programma condiviso e realizzabile. Chi crede di avere queste caratteristiche si faccia avanti e partecipi alle primarie”. Ma il Pdl non ha già deciso per D’ambrosio Lettieri? “Lui ha detto di non essere interessato. Ma certo è una persona di grandi requisiti”. Fortunata Dell’Orzo


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IN CITTA’ - Il Comitato per i Municipi non si ferma, e per martedì prossimo ha organizzato una assemblea cittadina

Decentramento, chi l’ha visto? Circoscrizioni o Municipi che siano, senza funzioni politiche potrebbero essere tranquillamente sciolti

di Fortunata Dell’Orzo Che ci siano, c’è scritto sul sito del Comune. Ma che siano disposti a parlare sul decentramento e sulla mancata realizzazione a Bari dell’area metropolitana, beh questa è un’altra storia. Come è noto, Bari ha attualmente 9 circoscrizioni. Una suddivisione nata nel 1979, giunta ormai al capolinea, non solo per il progressivo svuotamento delle funzioni stesse delle Circoscrizioni, sia per l’annunciata nascita della città metropolitana che avrebbe dovuto da un lato allargare all’hinterland il territorio urbano e dall’altro accorpare in Municipi le vecchie zone circoscrizionali. Tutto è sulla carta, e non solo per mancanza di fondi, come spesso dice Michele Emiliano che pure ha creduto molto al famoso piano strategico. Intanto a Bari il Comitato per i Municipi per Bari, animato da Antonio Gadaleta, non si ferma e ha indetto per martedì 19 giugno un’assemblea cit-

tadina (che per una volta ha ricevuto l’appoggio del Partito Democratico) proprio per ribadire quelle che da tempo sono le verità sul decentramento. Secondo Gadaleta e i suoi, infatti, quello proposto dalla Giunta è un decentramento finto, per nulla indizio di un vero cambiamento di rotta e del tutto inutile rispet-

to ai Municipi previsti dall’area metropolitana città di Bari. Portare da nove a cinque le circoscrizioni (mentre il pdl ne vorrebbe sei), secondo Gadaleta non solo non risolve nessuno dei problemi nati dalla mancata attuazione del decentramento a Bari, ma perpetua la sostanziale inutilità stessa delle circoscrizioni che, allo stato attuale, potrebbero benissimo diventare dei semplici (e utili) uffici comunali decentrati per svolgere le funzioni socio-economiche (anagrafe, licenze ecc) utili al territorio. Per cui, al momento, i consigli e i presidenti, non svolgendo di fatto alcuna vera funzione politica, di indirizzo o di governo, potrebbero essere benissimo sciolti con un

la proposta del pdl

Sei municipi, solo con uffici interni Il Pdl ha presentato nei giorni scorsi la sua proposta per il decentramento, con 6 Municipi al posto dei 5 di cui si discute, ma solo con gli uffici concretamente realizzati negli stessi municipi. La formula del Pdl barese è che i municipi vadano fatti soltanto se gli uffici siano istituiti esclusivamente negli stessi municipi, altrimenti vanno accorpati. E’ stato Ninni Cea ad illustrare la proposta dei 6 municipi “rispettando l’identità dei diversi quartieri, l’assetto urbanistico, la coesione territoriale, sociale ed economica e i confini naturali dettati dal nodo ferroviario. Inoltre, fra gli aspetti positivi, ci sono la riduzione dei costi della politica con un taglio dei consiglieri municipali da 152 a 48, oltre ad un maggiore controllo del territorio e migliori servizi”.

bel risparmio di circa tre milioni di euro l’anno. Ma questa è una campana che gli eletti, a qualunque schieramento appartengano, non solo non vogliono sentire ma non intendono nemmeno provare a discutere. Nessuno, insomma, vuole perdere le rendite di posizione conquistate e quel po’ di controllo sugli elettori che comunque, spesso in modo clientelare, viene esercitato anche a livello circoscrizionale. Per non parlare poi delle spinte autonomiste che periodicamente toccano le vecchie frazioni, anche quelle che mai sono state comuni. Inutile sottolineare che queste spinte autonomiste non solo non hanno nulla a che fare con il piano strategico, ma nemmeno con un decentramento vero. Il decentramento vero, invece, non può che essere anche politico (e di fatti il piano strategico aveva previsto l’accorpamento anche di molti comuni dell’Hinterland): in questo caso la delega delle autonomie dovrebbe essere pressoché totale, così come dovrebbe profondamente mutare la suddivisione delle risorse economiche disponibili tra il centro e le periferie. Ma questo è ancora molto lontano dalla realizzazione: nel frattempo si perde tempo, il dibattito langue e se non fosse per le iniziative del Comitato per i Municipi, nessuno, tranne questo testardissimo giornale ne parlerebbe.

www.ilvelino.it

l’intervento

Non si può restare con la testa sotto la sabbia La Petizione Popolare con la quale si richiedeva all’Amministrazione comunale di dare seguito ad un Decentramento amministrativo vero e non di facciata come previsto sin dal lontano 2006 dallo Statuto comunale e dal Regolamento in materia ha centrato il suo obiettivo iniziale. La questione il 4 giugno u.s. ha iniziato ad essere discussa in consiglio comunale dopo che lo stesso aveva respinto nella precedente seduta il rinvio della delibera sulle modifiche regolamentari chieste dal consigliere Carlo Paolini in presenza di una Petizione Popolare. Corre l’obbligo ricordare che la discussione che è appena iniziata in consiglio comunale è stata garantita dal consigliere comunale Carlo Paolini che a norma di Regolamento ha chiesto che la stessa fosse iscritta all’O.d.G. dello stesso. Di questo ne siamo grati a Paolini che ci ha permesso verificare, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la questione Decentramento è mal digerita dall’assemblea comunale che ha preferito dopo i primi interventi mandare la seduta deserta. Tale atteggiamento non è qualificante sul piano politico e comunque per gli avvenimenti successivi il consiglio comunale non potrà nascondere la testa nella sabbia. C’è da risolvere la questione di altre modifiche regolamentari come quella di accorpare le circoscrizioni Madonnella con Murat-San Nicola perché non hanno più i requisiti di legge per rinnovare i consigli avendo ciascuno una popolazione media di gran lunga inferiore ai 30.000 abitanti. Il problema potrebbe essere superate con l’istituzione dei Municipi che come si sono messe le cose vanno istituendosi come scatole vuote avendo posto dei vincoli temporali, 18 mesi, per l’esercizio delle funzioni proprie previste sin dal lontano 2006 e mai rese operative snaturando in tal modo il principio del bilancio partecipato. Sulla proposta passata a maggioranza dalla commissione tecnica Municipi presieduta dall’ex Assessore Annabella Degennaro (hanno votato i Capi Ripartizione? E’ normale?) di istituire i 5 Municipi invece di 3, sulla questione, come è noto, c’è una criticità e si parla di diverse ipotesi. In prospettiva i Municipi dovranno essere metropolitani al rango dei comuni metropolitani inseriti nell’Area vasta metropolitana di riferimento. E’ un processo che deve iniziare il suo percorso accorpando e non dividendo i comuni, alcuni attigui nei loro confini, nell’idea di costituire la previsione costituzionale della Città metropolitana che dovrà godere di adeguate risorse nel principio di cedimento di sovranità, abolite le Province, da parte dei vecchi comuni e dalla Regione che è essenzialmente un Ente di programmazione e legislazione. Antonio Gadaleta Comitato per i Municipi a Bari


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LA PROPOSTA - Facciamo nostra la proposta di Realtà Pugliese e di Fabio Ladisa: riunioni soltanto di pomeriggio

Commissioni: come risparmiare 500 mila euro di tasse all’anno

Non sappiamo come evolverà la proposta del consigliere Fabio Ladisa. Non sappiamo se Realtá Pugliese si riterrá appagata con la presidenza dell’Amtab. Non sappiamo cosa farà il Presidente del Consiglio Pasquale Di Rella, sul cui tavolo é arrivata la proposta di Ladisa. Non sappiamo cosa decideranno i partiti e i rispettivi capigruppo. Sappiamo, invece, e bene, cosa faremo noi. Insisteremo, insisteremo, insisteremo, perché que-

sta proposta venga approvata. E non trascureremo alcuna iniziativa. In questi giorni la Giunta comunale, e subito dopo il Consiglio, dovranno affrontare il nodo del bilancio. Il Sindaco Michele Emiliano e l’assessore Giovanni Giannini proporranno corposi aumenti di tutti i tributi comunali, Imu e Tarsu sopratutto. Una stangata storica. Insopportabile, ma ci diranno che è inevitabile. Di contro, le opposizioni diranno che é

troppo e che, invece, bisogna tagliare gli sprechi. Hanno ragione entrambi. Gli aumenti sono eccessivi e i tagli ancora leggeri. Si deve e si può fare di più in entrambe le direzioni. Ma si deve, innanzitutto, dare l’esempio. Prima di chiedere ai cittadini nuovi, pesanti e inderogabili sacrifici, bisogna dimostrare di essere pronti a fare la propria parte. La nostra proposta per tagliare le spese e ridurre la pressione fiscale é che si cominci dal convoca-

re le commissioni solo di pomeriggio. Ci dicono che si potrebbe ottenere un risparmio sino a 500 mila euro. Non risolviamo, certo, i problemi di bilancio, ma un taglio utile lo otterremmo comunque. E comporterebbe una riduzione delle tasse di pari importo. I consiglieri, del resto, non perderebbero un solo euro. Il loro sacrificio non sarebbe economico, ma solo lavorativo. Dovranno riprendere a recarsi al lavoro di mattina, e sarebbe un secondo vantaggio, perché aumenterebbero la produttività degli uffici. Sappiamo bene che la questione non é di com-

petenza del Sindaco e della Giunta, ma ci piacerebbe avere anche una sua opinione. Un Sindaco che, quotidianamente parla di tutto e di tutti, non può tacere su questo

argomento. Del resto le maggiori tasse sará lui a chiederle e a imporle ai cittadini. I quali saranno meno arrabbiati, se il balzello sarà un tantino più lieve.

valide anche con due soli consiglieri!

Commissioni, perchè non moralizzarle? Convocare le commissioni consigliari di pomeriggio non é solo una decisione utile al bilancio. È anche una scelta di moralizzazione. In molti Comuni inchieste dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e delle Procure hanno scoperto igegnosi marchingegni attraverso i quali molti Consiglieri comunali usavano gonfiare i loro rimborsi. A Bari non ci risultano inchieste, ma qualche abuso, forse, viene perpetrato, almeno per quanto riguarda gli orari di inizio e fine lavori e le firme dei partecipanti. Sino a qualche anno fa i consiglieri incassavano allegramente il gettone anche per le riunioni che non si tenevano per mancanza del numero legale. Poi, finalmente, è arrivata una norma della finanziaria del 2008, che ha precisato che il gettone è erogabile, solo se la riunione é validamente iniziata. Al Comune di Bari sono state conteggiate le somme percepite indebitamente e pare che si aggirino intorno ai 100.000 euro. Un mezzo salasso. Tutto il Consiglio attuale, oltre a 12 consiglieri della precedente consiglatura, sono stati condannati a restituire

diverse migliaia di euro a testa. Per bilanciare la restituzione, molti consiglieri da qualche tempo hanno cominciato a intensificare le loro fugaci apparizioni in Commissione. Almeno per avvicinarsi il più possibile al rimborso massimo mensile, fissato in 2.400 euro. Facilitati in questo da una provvidenziale modifica del regolamento, approvata un anno fa dal Consiglio, con un voto bipartisan. Con questa modifica, una riunione si intende iniziata validamente, anche con la presenza di soli due Consiglieri. Una porcata, per dirla alla Calderoli. Niente più numero legale, e poco importa se non si discute di nulla. Basta passare fugacemente in commissione con un collega amico, come quando passi dal bar per un caffé e, voilà, scatta il gettone. Poco più di 70 euro a testa. Mettere un poco d’ordine, di sobrietà, e, se é consentito, di moralizzazione in questa materia non guasterebbe, anche perché le competenze del Consiglio, come si sa, sono di molto diminuite. Non altrettanto le riunioni di Commissione. Di cosa discutono i nostri Consiglieri ?


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LO SCANDALO - Fabio Ladisa: “Non c’è maggioranza e opposizione: il sistema piace a tutti e tutti ne approfittano”

Un salto in aula, ecco il gettone e non si va nemmeno a lavorare

di Fortunata Dell’Orzo Ogni volta che partecipa a un Consiglio Comunale, sono 72 euro e 96 centesimi lordi che, a seconda della trattenuta applicata, scendono a 60 euro netti. E se le sedute vanno oltre la mezzanotte, la municipalità rimborsa l’intero giorno successivo al datore di lavoro del Consigliere. Stessa cosa per le commissioni, i gruppi tematici cui partecipano i Consiglieri Comunali e quelli circoscrizionali per le cosiddette Commissioni speciali. Sono strumenti che, nella testa del legislatore, dovevano servire a garantire il diritto di fare politica attiva a tutti, anche e

soprattutto a coloro che non vivendo di rendita, sono costretti come ogni bravo cittadino e cittadina a lavorare onestamente per vivere. Ma, usati a ragion veduta da chi ci vuole speculare, possono diventare fonti terribili di spreco e, alla fine dei conti, di una vera e propria grassazione di denaro pubblico. Se ne è accorto sin dal suo primo vagito di consigliere comunale Fabio Ladisa, eletto nella lista realtà Pugliese, un’emanazione della corrente degennariana del PD, anche se i due consiglieri che ne fanno parte e che appoggiano la maggioranza, rigettano orgogliosamente al mittente l’accusa di essere solo due burattini nelle mani della famiglia

Degennaro. “A me nessuno dice quello che devo e non devo fare” rivendica Ladisa “solo la mia coscienza”. Sta di fatto che, alla sua prima riunione di commissione, ormai tre anni fa, si accorge, grazie alle imprudenti dichiarazioni di un/a consigliere/a comunale di cui non può fare il nome pena querele, come si può fingere di lavorare per il bene pubblico beccando un gettone ed evitando pure di andare a lavorare. Ne rimane scandalizzato e decide che quella sarà la sua battaglia. “Sapevo benissimo che mi avrebbero osteggiato” ci dice “e qui non c’è maggioranza e opposizione: il sistema piace a tutti e tutti ne approfittano. Per questo ho proposto di spostare al pomeriggio le Commissioni, specie di martedì e giovedì, così si risparmiano i rimborsi ai datori di lavoro e non si pagano gli straordinari al personale comunale, che è di rientro”. Certo l’ideale sarebbe spostare tutto al pomeriggio, perchè si potrebbero compensare gli straordinari del personale con il mancato rimborso ai datori di lavoro. La sua battaglia è difficile e ha subito innume-

Il Comune di Bari. In alto il consigliere comunale Fabio Ladisa insieme al sindaco Michele Emiliano

revoli rinvii e veri e propri sabotaggi. E da quando l’attenzione mediatica si è accesa sul tema, è partita una specie di sorda resistenza passiva da parte dei Consiglieri a dare tutte le in-

formazioni necessarie. Ma ogni battaglia ha i suoi eroi: Fabio Ladisa ora può contare su una pubblica opinione che nemmeno immaginava questo allegro sistema di arrotondare a fine mese a

spese nostre. E nel comune di Bari, per fortuna, lavorano anche persone che hanno fatto della trasparenza e della correttezza i loro punti indefettibili di riferimento.


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Bari

venerdì 15 giugno 2012

L’INTERVISTA - Dario Iaia: “In un momento di evidente difficoltà economica cercheremo di gravare meno possibile sui cittadini”

Giunta pronta in 48 ore, subito al lavoro per Sava di Francesco Fischetti Abbiamo incontrato, ancor prima della celebrazione del primo consiglio comunale del suo mandato, il neo sindaco di Sava Dario Iaia, unico sindaco Fli in Puglia. Con lui abbiamo chiacchierato delle maggiori sfide che lo attendono, e dei principali problemi da affrontare. E’ Sindaco da poco tempo. Come ha trovato il comune? In questi primi giorni ho incontrato i funzionari ed i dirigenti comunali per capire lo stato della macchina amministrativa e per stilare un elenco di priorità di atti ed interventi. Sicuramente dovrò rivedere l’organizzazione della pianta organica perché gli uffici possano essere più efficienti per i servizi al cittadino. L’attuale organizzazione non è confacente alle esigenze di una comunità del 2012. Quali sono i criteri principali con cui ha scelto la sua Giunta? Per comporre la giunta ho rispettato sia il criterio politico nominando gli assessori in base al risultato delle varie liste che hanno composto la mia coalizione, che il criterio

della esperienza e della competenza. Ho anche rispettato la presenza di almeno una donna così come previsto nel nostro Statuto, nominando l’avv. Sileno assessore al contenzioso. Ho poi l’onore di annoverare tra i miei assessori personalità giovani, ma allo stesso tempo di grande esperienza politico – amministrativa. Ci descriva queste prime settimane da sindaco. Quali le difficoltà maggiori? Quali invece i suoi principali stimoli? Le difficoltà maggiori credo siano dettate dal fatto che Sava, negli ultimi venti anni sia stata amministrata quasi ininterrottamente dalle stesse persone facendo in modo che si consolidasse un certo modus operandi anche all’interno della macchina amministrativa. Ciò non mi spaventa, anzi mi funge da stimolo a cercare di lavorare per inaugurare un nuovo corso, così come l’elettorato ha chiesto a gran voce durante la campagna elettorale ed ha poi manifestato col voto. Quali sono le prime scelte che la sua Giunta ha dovuto fare? Le prime emergenze da affrontare?

Dario Iaia, sindaco di Sava (Ta)

Le prime emergenze che stiamo affrontando riguardano il decoro e la pulizia del Paese. Le strade cittadine erano in evidente stato di abbandono, così come tutti gli spazi di proprietà comunale all’interno dei quali siamo intervenuti con una radicale opera di bonifica e di pulizia. Per quanto riguarda le scelte, invece, ci siamo trovati subito di fronte ad un netto taglio di risorse per le cas-

se dell’Ente che ci stanno costringendo ad una vera e propria operazione “chirurgica” di taglio delle spese salvaguardando e garantendo i servizi essenziali ai cittadini. Bilancio e servizi, imposte e amministrazione. Come vi state muovendo a Sava? Pur con tante difficoltà abbiamo deciso di non ritoccare minimamente le aliquote delle imposte, in particolar modo per

quanto riguarda l’I.M.U. su cui sono ancora in corso incontri tra il Governo e l’ANCI. In un momento di evidente difficoltà economica cercheremo comunque di gravare il meno possibile sulle tasche dei cittadini. E’ in grado di dare un voto, sia pur parziale e provvisorio, alla sua Giunta? La Giunta è al lavoro da subito. Ho avuto infatti la fortuna di nominarla nel giro di 48 ore dalla mia elezione e per questo devo ringraziare tutte le forze politiche e gli eletti della mia coalizione che hanno rispettato le mie scelte senza esercitare particolari pressioni nei miei confronti. Tutti gli assessori si stanno dimostrando molto seri ed attivi nei propri settori di competenza. Il voto è quindi positivo. Non solo Giunta. L’amministrazione è fatta anche dai preziosi collaboratori. Vuole parlarcene? Si, vorrei spendere delle parole di apprezzamento per tutti i consiglieri comunale che a vario titolo stanno contribuendo al lavoro della maggioranza, ma anche per tutti gli amici che stanno mettendo a disposizione competen-

ze professionali e tempo per sostenere il lavoro che giornalmente siamo chiamati ad affrontare. Tutto ciò grazie al clima di reale stima ed amicizia che si è venuto a creare tra di noi sin dalla campagna elettorale. Qualche giorno fa il suo Comune è balzato agli onori della cronaca nazionale per un caso di truffa che ha come protagonista un suo agente di polizia Municipale. Vuole rilasciare una dichiarazione in merito? Mi rammarica e mi sorprende questa vicenda, è evidente che si debbano approfondire le responsabilità e chiarire al più presto i punti oscuri della questione. Da parte mia, in qualità di primo cittadino con delega alla Polizia Municipale, attendo la documentazione ufficiale, che peraltro non mi è ancora pervenuta ed è chiaro che un attimo dopo adotterò i provvedimenti del caso. Intanto ho già convocato una riunione col corpo di Polizia Municipale per discutere di alcuni aspetti che vanno vagliati, chiedendo la disponibilità di tutti alla massima collaborazione nell’interesse del paese.

progetto-pilota a monopoli

taranto - le difficoltà di stefàno

gioia del colle - delega per taranto (fli)

Assistenza domiciliare, sempre maggiori servizi

Giunta: dopo un mese è ancora fumata nera

Cinque assessori per la giunta Povia

Se il futuro delle cure palliative è la domiciliarità, all’Unità Operativa della ASL Bari a Monopoli il futuro è già una realtà concreta, in cui un’équipe di 11 medici, 18 infermieri e 3 psicologhe assiste attualmente 228 pazienti, “ricoverati a casa”. Un modello organizzativo, quello messo a punto da Conversano, su cui riflettere in tempi di deficit sanitario, taglio dei posti letto e chiusura degli ospedali. Nel 2011 la struttura ha assistito 633 malati, residenti nei 12 Comuni della ex AUSL BA/5, con un totale di oltre 83.000 giornate di degenza fra hospice, day hospice, ambulatorio e domicilio. In Puglia ogni anno sono 14.000 i pazienti affetti da tumore; di questi,

circa 12.000 (il 90%) vivono lo stadio avanzato della malattia, ma solo in 6/7 mila riescono ad avere una qualche forma di assistenza. “Noi prendiamo in carico il paziente su richiesta del medico di famiglia”, dichiara Antonio Conversano, Responsabile dell’U.O. di cure palliative del S. Camillo. “Il paziente viene ricoverato presso l’Unità operativa stando a casa. Questo significa che riceverà tutta l’opportuna assistenza medica e infermieristica. Dal semplice stare accanto al paziente siamo giunti gradualmente a un’assistenza organizzata a 360 gradi” conclude Conversano. La speranza è che questo progetto venga esteso nel resto della Regione.

Ufficialmente starebbe attendendo l’ufficialità dei risultati elettorali e la convalida degli eletti, ma probabilmente le difficoltà che sta vivendo Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto al secondo mandato, sono di ben altra natura. Sono troppe, infatti, le pressioni politiche che i partiti ed i movimenti che hanno composto la coalizione di centro sinistra stanno esercitando sul sindaco. La formazione del governo cittadino sta diventando un atto strumentale al posizionamento dei vari “potentati” politici del centro sinistra jonico in vista delle Politiche del 2013 e delle probabili contestuali elezioni regionali, nonché

con lo smantellamento delle province e la esigenza del presidente Florido di ritagliarsi un posto nel sicuro porto romano. Tra la incapacità di formare la squadra pur essendo al secondo mandato consecutivo e l’immagine, poco edificante, del sindaco “buono” con pistola nella cintola che ha prodotto non poche polemiche, a rovinare le nottate di Stefàno si aggiungono anche le sorti della società calcistica. Le uniche proposte che riesce a partorire il sindaco pediatra sono il codice etico per gli assessori e il divieto per i consiglieri comunali di usufruire dei permessi per percorrere le corsie preferenziali.

E’ stata varata la scorsa settimana, con una conferenza stampa nel chiostro del Comune di Gioia del Colle, la nuova Giunta Povia. Il Sindaco Sergio Povia, dopo la vittoria ai ballottaggi del 21 maggio scorso, ha reso noti i nomi dei 5 componenti della nuova Giunta Comunale. A Francesco Paolo Ventaglini, esponente dell’Udc, va la carica di vicesindaco e le deleghe a programmazione, fondi europei, opere pubbliche, aziende ed energia; Pietrina De Giorgi (Pd) è Assessore a cultura, pubblica istruzione, spettacolo, pari opportunità, pace ed associazionismo; A Filippo Donvito (Gioia Futura) vanno le

deleghe a servizi sociali, comunicazione istituzionale, URP e sport. Giuseppe Lenin Masi (Pd), dopo 17 anni consecutivi in consiglio regionale il trentanovenne per la prima volt entra in una giunta con le deleghe a recupero decoro urbano, edilizia pubblica, ambiente, politiche giovanili e rigenerazione. Infine assessorato anche per Futuro e Libertà, con Mariantonietta Taranto, che ha ricevuto le deleghe per affari generali, contenzioso, polizia municipale ed ufficio traffico. Taranto, giovane avvocato, è alla sua prima esperienza politica, quale candidata consigliere nella lista di Fli a supporto di Sergio Povia.


Europa

venerdì 15 giugno 2012

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LA CRISI - C’è attesa per il nuovo voto in Grecia, e timore per l’uscita del Paese dall’Unione

Il referendum greco e il futuro europeo Giugno di fuoco per un’Unione europea, ancora in balia dei mercati finanziari instabili! Un fallimento su più fronti quello dell’Unione, a cominciare da quello politico, economico e sicuramente comunicativo. Ma ci possiamo ancora salvare? Il 17 giugno, il grande cruccio dell’ Ue, la Grecia, sceglierà se rimanere o no all’interno dell’Unione e, conseguentemente, anche nell’euro. Qualora questa seconda ipotesi si avverasse, il paese si troverebbe ancor di più in preda al panico, non solo economico, ma civile e sociale. I tassi di interesse salirebbero in misura maggiore di quanto già stanno facendo e l’inflazione schizzerebbe alle stelle. Tutto graverebbe in modo pesantissimo su famiglie e piccole imprese, già in condizioni di grande criticità. Una nuova dracma iper svalutata gioverebbe sì alle esportazioni, basti pensare al turismo, ma il potere d’acquisto interno e quello riguardante le importazioni dall’estero, energia al primo posto, riceverebbero un colpo durissimo con disoccupazione e povertà ancor più dilaganti.

L’accesso al credito per poter risanare l ‘economia sarebbe salatissimo senza l’Europa a garantire il tasso d’ interesse. Il già compromesso quadro politico degenererebbe ancora di più. Ma l’uscita della Grecia dall’Unione europea potrebbe esser solo un fattore di destabilizzazione interna? La cosa certa è che si creerebbe un precedente. Eliminata la Grecia gli anelli deboli che verrebbero messi in discussione sarebbero

proprio Spagna e Italia. E dopo questi ultimi? Toccherebbe a Portogallo e Irlanda, per poi arrivare alla Francia. Se questo dovesse accadere l’Unione europea chiuderebbe i battenti e si ritornerebbe all’epoca pre-Maastricht. Se i greci scegliessero di rimanere, invece, il recupero del loro paese sarebbe sicuramente meno doloroso ma pur sempre lento. In un certo senso il 17 giugno gli ellenici saranno chiamati alle urne

per decidere sul male minore. Se scegliessero di rimanere, l’Unione Europea si troverà di fronte anche ad altre sfide come il risanamento dell’economia spagnola, oggetto di dibattito in questi giorni e di quella italiana, in un possibile breve futuro, ma l’ Unione sarebbe in qualche modo salva. E la Germania? La Merkel non molla: l’euro non si svaluta e continua nel suo dire “nein” agli Eurobond. E se il problema

fosse proprio la Germania? A questo proposito sarebbe opportuno citare Nicolò Nunziata che sul Sole 24 ore ha dichiarato: “ ...oggi è come se il Real Madrid giocasse in serie B. Teniamoci in nostro

campionato di serie B, pur sempre cercando di risalire in A, ma lasciamo che sia la Germania ad adattarsi alle nostre attuali potenzialità di gioco.” Sveva Biocca

verso il vertice del 28 e 29 giugno

commissione europea

Necessaria più integrazione fiscale e bancaria per l’Ue

Mercato unico, crescita col rilancio dei servizi

La zona euro ha bisogno di una più forte integrazione bancaria e fiscale e la strada per raggiungere questo obiettivo sarà precisata in un rapporto stilato da alti funzionari dell’Unione europea. Lo si legge nella bozza delle conclusioni messa a punto per il vertice del 28-29 giugno. “I recenti sviluppi hanno dimostrato la necessità di portare l’Uem (l’Unione economica e monetaria) ad una fase successiva”, si legge. “Il nuovo stadio si baserà su una maggiore integrazione e coordinamento delle politiche... su una più

Più crescita attraverso una migliore governance del mercato unico che rilanci i servizi. La Commissione europea ha adottato una nuova linea d’azione per applicare meglio le norme del mercato unico. In questa nuova comunicazione vengono introdotte misure intese a migliorare il funzionamento del settore dei servizi, che è fondamentale in quanto la direttiva “Servizi” rappresenta più del 45% del PIL dell’UE e deve occupare un ruolo strategico nel promuovere la crescita economica. Da una recente analisi economica risulta che l’attuazione della direttiva “Servizi” determinerà un aumento pari allo 0,8% del PIL dell’UE nei prossimi 5-10 anni; la cifra potrebbe aumentare al 2,6% se gli Stati membri daranno prova di maggiori ambizioni aprendo i rispettivi mercati disciplinati dalla direttiva. Inoltre, una migliore attuazione della normativa dell’UE potrebbe promuovere la crescita perché ridurrebbe di un terzo gli oneri amministrativi per le imprese. Michel Barnier, Commissario per il mercato interno e i servizi, ha dichiarato: “Le piccole e medie imprese mi dicono che permangono ostacoli alle loro attività nel mercato unico europeo. La Commissione e gli Stati membri devo-

forte integrazione bancaria e fiscale, puntellata da una rafforzata governance dell’euro”. “Il rapporto sui passi necessari per una piena Unione economica e monetaria definirà i principali cantieri di lavoro, alcuni relativi a tutti gli Stati membri dell’Unione, altri solo ai membri della Zona euro e, se opportuno, agli Stati disposti a unirsi”, spiega il documento. Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso avranno il compito di esporre al vertice le soluzioni individuate per garantire una maggiore integrazione della zona euro.

l’interrogazione di salvatore tatarella sulla presenza di amianto sui velivoli

“Non c’è amianto sugli aerei”, ma restano i dubbi degli esperti “Non ce amianto sui nostri aerei! “risponde così l’Alitalia CAI alle accuse partite da un inchiesta sul Corriere della Sera lo scorso 13 marzo, che aveva mostrato le immagini di alcuni aerei MD80 dell ex compagnia Alitalia abbandonati all’aeroporto di Fiumicino! Durante le fasi di smontaggio, a quanto emerge dall’ articolo, i tecnici, avrebbero fermato i lavori perché la presenza di amianto era pericolosa per la loro salute. L’inchiesta era stato oggetto anche dell’interrogazione parlamentare dell’europarlamentare Salvatore Tatarella indirizzata alla Commissione europea! Nell’interrogazione si chiedeva di far luce sulla faccenda e di avviare un controllo se le regole stabilite contro l’utilizzo dell amianto in Italia dal 1992, fossero rispettate anche dagli altri Paesi Membri. Si richiedeva inoltre di avere un quadro sulla situazione internazionale per gli aerei di passaggio in Europa dopo che si é verificato che nel sistema dei freni degli aerei vie-

ne utilizzato una grande quantità di amianto che i passeggeri possono respirare anche salendo sull aereo! “Avendo verificato e confermato la pericolosità di questa sostanza non possiamo permettere che venga utilizzata in nessun settore. Quello dell aeronautica é un settore delicato, dove milioni di persone ogni giorno hanno a che fare, parlo sicuramente dei tecnici, degli addetti ai lavori come delle persone che lavorano negli aerei ma anche di tutti quei passeggeri che ogni giorno ignari prendono l’aereo! La salute prima di tutto e per questo che chiedo alla Commissione di far luce sul caso e di chiedere all Alitalia spiegazioni più dettagliate che una semplice dichiarazione negazionista!” ha dichiarato Tatarella. Dopo le dichiarazioni dell Alitalia il Corriere della Sera é ritornato ad intervistare e controllare documenti su manuali di manutenzione che risalgono al 2009 dove alcune sostanze inserite recentemente sarebbero solo una sostituzione al termine amianto!

Ci sono ex collaboratori, tecnici ed esperti come il prof. Giovanni A. Zapponi, dell Istituto Superiore di Sanità che attesta, dopo molte analisi effettuate su alcuni campioni, presenza di amianto. Da uno studio del 2009 invece si attesta il grande rischio rappresentato dalla presenza di amianto nelle guarnizioni, nel materiale isolante e nell impianto di condizionamento. Raffaele Guariniello, famoso per un altro caso celebre quello dell’Eternit, ha chiesto verifiche approfondite sulla quantità di amianto presente nei veicoli Alitalia dopo il bando del 1992. La situazione di coloro che lavorano sui velivoli é preoccupante, chi invece sa di essere stato a contatto per anni con l’amianto e ha perso colleghi improvvisamente malati di mesotelioma pleurico, cerca di non pensarci mentre l’Alitalia continua a negare l’evidenza! Dal lato europeo, Tatarella ha dichiarato che andrà in fondo alla questione “...presenterò una nuova richiesta alla Commissione per avere maggiori informazioni e controlli immediati non solo su Alitalia ma su tutte le compagnie europee!”. Eliona Cela

no collaborare fianco a fianco per migliorare le modalità di attuazione, applicazione ed esecuzione delle norme del mercato unico”. E ha aggiunto: “Per quanto riguarda la direttiva Servizi, la mia priorità è garantire che si applichi in toto ai settori interessati”. La Commissione propone di concentrare gli sforzi nei settori che presentano il più vasto potenziale di crescita, ossia, nel 20122013, i servizi e le industrie di rete. In questi settori la Commissione invita gli Stati membri a sottoscrivere una tolleranza zero per il recepimento tardivo e non corretto delle direttive e, per parte sua, rafforzerà l’assistenza al recepimento in modo da appianare gli eventuali problemi. In caso di infrazione, la procedura non dovrà durare più di 18 mesi in media (attualmente 25,5 mesi) e lo Stato membro dovrà conformarsi alla decisione della Corte entro 12 mesi. Vincenzo Matano


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Foggia

venerdì 15 giugno 2012

LA CRISI POLITICA - I revisori bocciano all’unanimità il piano di rientro. Il sindaco rilancia sul Pug

Mongielli prova a ricucire, ma ora il dissesto incombe di Claudio Aquilano Il ceffone non avrebbe potuto essere più sonoro: non solo il Partito Socialista e l’Unione di Capitanata hanno approvato un documento di aspra critica all’operato dell’Amministrazione Mongelli, non solo hanno ritirato le proprie delegazioni dalla Giunta, ma hanno imposto ai loro assessori di dimettersi in modo ufficiale, protocollando le relative lettere in segreteria, senza nemmeno attendere il passaggio rituale della consegna al sindaco. Un atto di delegittimazione senza precedenti, che esprime a chiare lettere la convinzione dei due partiti “minori” della coalizione di vedere annullata o almeno fortemente attenuata la terzietà del primo cittadino rispetto all’azionista di riferimento della coalizione, il Partito Democratico. I bene informati parlano addirittura di un logoramento personale dei rapporti fra il dominus dell’Udcap Franco Di Giuseppe e il sindaco, culminato nel rifiuto di un breve rinvio di riflessione per il rinnovo dei vertici del Consorzio Asi. Nella conferenza stam-

pa tenuta ieri mattina a Palazzo di Città, il sindaco ha deciso di fare buon viso a cattivo gioco: nessuno spunto polemico rispetto ai dissenzienti, una riunione di Giunta che non ha esaminato pratiche provenienti dagli Assessorati dei dimissionari, un appello a riprendere insieme il cammino comune, esemplificato dalla comunicazione di avere “respinto” le dimissioni, cosa ininfluente sul piano amministrativo, ma certamente significativa sul piano politico. Mongelli ribadisce puntigliosamente di non essere iscritto al Pd o a Sel e di avere come esclusiva stella polare il benessere della città, che a suo dire non sarebbe certo garantito da una lunga stagione di commissariamento (in caso di caduta dell’amministrazione, si voterebbe comunque nella prossima primavera). L’accelerazione sull’urbanistica, con il tentativo di far adottare il Pug dal Consiglio Comunale entro il 2012, ha l’apparenza di essere una sorta di medaglia a due facce: da un lato con l’espressa intenzione di assicurare disponibilità al dialogo e alle modifiche; dall’altro come fissa-

zione di paletti e di date di scadenza che ammoniscano chi si sfila. Non meno acuminata è la vicenda del contenzioso con l’ex-concessionario Gema, ritenuto vicino ai socialisti: Mongelli si preoccupa di sottolineare di aver firmato l’atto di pignoramento presso terzi di 2 milioni di euro di crediti certi vantati dal

Comune verso Gema (che peraltro ritiene a sua volta di dover ricevere dal Comune un milione e ottocentomila euro), e sullo sfondo ci sono titoli di credito non incassati per circa 38 milioni di euro, la cui riscuotibilità dovrà essere accuratamente accertata. Nettissima la chiusura di Mongelli a qualsiasi ipotesi di Scillipoti in sal-

sa municipale: “Se avrò i numeri della mia maggioranza andrò avanti; sennò andrò a casa. Ma voti altrui non ne ho cercati, non mi sono stati offerti, e se mi venissero offerti li rifiuterei.” Una dichiarazione che esponenti dell’Udcap presenti alla conferenza hanno salutato molto positivamente. Ma basterà?

club dei borghi piu’ belli d’italia

foggia

Amica, Rossi da forfait? L’interessato smentisce

Felicitazioni per Lamarucciola

Raphael Rossi, il superconsulente chiamato dal sindaco di Foggia al capezzale dell’Amica, smentisce un quotidiano locale che aveva dato come possibile il suo abbandono. “Quello che è stato scritto è, per mio conto, destituito di ogni fondamento. Ieri, ero a Palazzo di Città con il Sindaco ad affrontare altre problematiche tecniche inerenti la gestione dei rifiuti a Foggia. Il mio ruolo è al momento quello di consulente del Sindaco ed attendiamo, da tempo, l’esito del tribunale in merito al futuro di Amica per il quale abbiamo delineato degli scenari che potranno essere messi in realizzazione quando arriverà la sentenza.” Altrettanto netta la smentita del primo cittadino

Il nostro direttore Fabrizio Tatarella, coordinatore provinciale di Futuro e Libertà per l’Italia, ha trasmesso le sue più calorose felicitazioni a Rino Lamarucciola, sindaco di Pietra Montecorvino, entrato a far parte del direttivo del Club dei Borghi più belli d’Italia, organismo istituito dall’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia. “Sono lieto” ha detto Tatarella “che siano state riconosciute e premiate le qualità di un amministratore che ha sempre unito una correttezza esemplare sul piano amministrativo ad una formidabile passione politica, vissuta con l’intelligenza di chi ha cervello e con l’entusiasmo di chi ha cuore.” “È importante” prosegue il coordinatore di Fli “che Lamarucciola sia stato designato in forza di un’intesa fra i cinque centri della Capitanata che fanno parte dell’organismo, perché testimonia di una crescente capacità di coesione territoriale” “La presenza di Lamarucciola nel direttivo” conclude Tatarella “è il miglior viatico per la riuscita del Festival dei Borghi più belli d’Italia, che si svolgerà nei Monti Dauni nel prossimo settembre. Ad maiora”.

che ha parlato di “puttanate”. Al di là delle circostanze di merito, per le quali è fisiologico che i giornali pubblichino notizie “non ufficiali”, e che anzi le fonti ufficiali negano con ogni forza, resta singolare il limbo nel quale è relegato il superconsulente, confermato dalle sue stesse parole. In sostanza Rossi

è costretto a lavorare in via largamente ipotetica, non sapendo quale scenario si troverà di fronte l’Amministrazione. Ma possiamo pagare un consulente (la cui competenza tecnica e la cui trasparenza sono fuori discussione, è bene sottolinearlo) per fargli scrivere una fiction? c.a.

IL COMMENTO

Calare subito il sipario di Fabrizio Tatarella Non è per spirito di fazione che riteniamo si debba far calare il sipario sull’esperienza di Gianni Mongelli come sindaco di Foggia. Non abbiamo nulla contro la persona; pensiamo anzi che, al di fuori delle normali iperboli della polemica politica, gli si possa dare atto di essersi impegnato con grande convinzione e senza risparmio, riuscendo in più di una circostanza a tenere sulla linea di galleggiamento una barca che il suo predecessore aveva preparato per l’affondamento. Ma la città ha pagato prezzi durissimi, in termini di aumento della pressione fiscale, di depauperamento di servizi, di impoverimento (Amica fallita, Amgas Blu in mani private, solo per citare i due esempi più clamorosi). È intollerabile l’idea che questo durissimo travaglio sia stato fatto per consentire i giochetti, le camarille e le baruffe chiozzotte di partiti rissosi e inconcludenti. Se la controversia che ha portato alle dimissioni degli assessori socialisti e dell’Udcap trova origine, come tutto lascia credere, in interessi edilizi e fondiari, la cosa è grave. Ma lo è ancora di più l’ipotesi subordinata che si tratti del casus belli delle nomine al Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale, che avrebbe dato fuoco alla santabarbara dei malumori anti-Pd delle altre forze della coalizione. Il teatrino della politica, aggravato dall’inutile sgarberia di far protocollare le dimissioni degli assessori, è provocatorio ed indecente in una città che vive una stagione drammatica. Il fatto che il sindaco si sforzi platealmente di “addomesticare” la situazione, che scelga di ribadire ancora una volta la sua fedeltà ai partiti della defunta maggioranza, può essere apprezabile come esercizio di coerenza, ma attesta il suo venir meno al principale dovere di un sindaco: garantire, contro tutti se necessario, gli interessi dei cittadini. Si cali il sipario e si vada al voto.


Cerignola

venerdì 15 giugno 2012

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Da sempre la sanità locale è stata terra di conquista, di affari e di corruzione

Tutti gli imbrogli dell’ospedale di Enzo Pece “L’ospedale Tatarella è terra di conquiste, di affari, di corruzione. Ad ipotizzarlo sono le inchieste che riguardano funzionari, medici, imprenditori foggiani avvezzi a fare razzie anche nel plesso cerignolano.” Così inizia a scrivere il collega Michele Cirulli del sito di informazione Marchiodoc parlando del ciclone che sta travolgendo la Asl nella più assoluta indifferenza della politica nostrana. Eppure abbiamo sindaci e consiglieri regio-

nali medici; un assessorato comunale alla sanità; un ex direttore sanitario del Pd che è consigliere comunale; tanti altri consiglieri che sono direttamente o indirettamente coinvolti con quelll’Ente. Eppure tutti tacciono. Così continua il racconto Michele Cirulli: “Tra gli imprenditori incriminati, rei di aver corrotto personale medico ed amministrativo per ottenere appalti vantaggiosi, si intravedono pericolosi rapporti con la politica. Familiari, tanto per cominciare. Tra gli imprenditori arrestati figura

Enzo Nuzziello, fratello della consigliera regionale Anna Nuzziello eletta con la lista “La Puglia per Vendola”: per lui non si tratta di una novità, giacchè già dal 2011 era stato indagato per le medesime ragioni in un altro troncone dell’inchiesta sulla sanità pugliese. Era marzo 2011 quando si scoprì l’acquisto di strumenti per le sale operatorie degli ospedali di Cerignola, Lucera, Manfredonia e San Severo, in quanto le altre attrezzature – si disse- erano state sottratte. In verità non solo i ferri non erano stati rubati, ma secondo

mi per... metta!

Il sindaco tranquillo e l’ottavo nano Mi per….Metta, Sindaco. Si sussurrò di GEMA, Lei disse: “ Son Tranquillo”. GEMA ritardava,Lei assicurava: “Son Tranquillo”. I milioni assenti arrivarono a 5, Lei garantì: “Son Tranquillo”. Si fece ricevere,lingua in fuori, dal signor GEMA e in ricordo della amicizia elettorale, garantì: “Son Tranquillo”. La GEMA promise, Lei sorrise: “Son Tranquillo”. C’è il piano di rientro, proclamò: “Son Tranquillo”.

Il piano di rientro era una favoletta, Lei manifestò sicurezza: “Son Tranquillo”. Non c’è un euro in cassa: “Son Tranquillo”. I miliardi persi sono 10: “Son Tranquillo”. GEMA fugge, “Son Tranquillo”. Sicuro, ma proprio sicuro che Lei sia “Tranquillo”? A noi pare più che altro che Lei sia “Tontolo”. L’ottavo nano... quello senza un euro e senza... Biancaneve! Franco Metta

l’accusa l’operazione da 208 mila euro era anche inutile, poichè non vi era alcuna necessità di andare a bando per quel tipo di acquisti, quantomeno forzati. Dunque l’ospedale Tatarella è il crocevia di presunti brogli e affari mastodontici dove un taglia aghi, del valore di 1.93 euro, diventa un addensato di rincaro che fa schizzare la spesa a 400 euro; medesima situazione nel reparto cardiologia, dove il costo schizza da 30 mila a 200mila euro. Il tutto nel dormiveglia di chi governa: Attilio Manfrini non esprime alcun parere; Elena Gentile (PD), in affannata rincorsa nelle inaugurazioni dei reparti, non si esprime; Rocco Dalessandro, già direttore sanitario del Tatarella e ora declassato a membro di direzione (ma contemporaneamente Presidente del PD cerignolano), pur disperdendo le sue forze nell’invio di comunicati stampa per inaugurazioni varie ed eventuali, non fa parola sull’accaduto. Allo stesso modo il sindaco Antonio Giannatempo (Pdl), ginecologo del Tatarella e colui il quale ha istituito per la prima volta nella storia locale l’assessorato alla Sanità, preferisce sottacere ciò che sta smantellando il sistema sanitario Pugliese

con le speculazioni in casa nostra. I consiglieri comunali, nella maggior parte dei casi, hanno rapporti

nuovi autovelox

con la ASL”. Il racconto che è la pura verità è raccapricciante. A voi le considerazioni.

- sicurezza o cassa?

Una convenzione contro i cittadini Winston Churchill sosteneva che “uno Stato che tenta di arricchirsi tassandosi, è come un uomo su un secchio, che tenta di alzarsi tirando il manico”. Le parole dello statista britannico non sono state tenute in considerazione dal Comune di Cerignola, quando ha deciso di posizionare due nuovi autovelox sulla strada statale – uno in direzione San Ferdinando e l’altro sulla corsia di marcia per Foggia. Per capirlo, basta esaminare i termini della convenzione stipulata dal Comune con la ditta “AC Foggia”, che si occuperà della fornitura degli apparecchi di rilevamento della velocità: il primo (ovvero, noi cittadini) si impegna a versare, nelle casse della seconda, la somma di trentaseimila euro MENSILI.

A Piazza della Repubblica, quando si sono finalmente chiesti dove avrebbero mai trovato trentaseimila euro al mese da girare alla ditta foggiana, la risposta è stata: “Dalle multe che faremo ai cerignolani grazie agli autovelox!”. L’Amministrazione confida nell’indisciplina degli automobilisti per trovare quei soldi. La scelta dei siti è oltremodo sospetta: più che per garantire la sicurezza stradale, sembrano poste in punti strategici. Invece di incentivare il cittadino a rispettare le regole si spera che questi le infranga. Non è un modo condivisibile di amministrare. Esistono metodi migliori e certamente più proficui, anche dal punto di vista della sicurezza stradale. Carlo Dercole

e r o i l g i m La scelta . a n i c u c a i m a l r e p

www.masiellofood.it


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Cinema

venerdì 15 giugno 2012

VIAGGIO IN PARADISO (GET THE GRINGO) - Sequenze improbabili e kitch in un film comunque ben diretto

Mel Gibson salva qualche scivolone di Michele Falcone Scritto e prodotto dal noto attore australiano Mel Gibson, Viaggio in paradiso (Gel the gringo), é un simpatico e divertente divertissement ambientato nelle prigioni messicane. Diretto con mano sicura dall’esordiente Adrian Gunberg, che riesce a tirar fuori dal bravo Gibson una verve che ricorda

i suoi tempi migliori, i riferimenti ad Arma letale sono espliciti, la sua forma smagliante e decisa ci fanno sicuramente dimenticare il passato. Ambientato tra le mura del pericolosissimo carcere di Tijuana in Messico, questo action movie dall’elevato tasso adrenalinico, scandiscono il ritmo in quella che rappresenta la via più immediata alla fruizione

la scheda - viaggio in paradiso REGIA: Adrian Grunberg SCENEGGIATURA: Mel Gibson, Adrian Grunberg, Stacy Perskie ATTORI: Mel Gibson, Peter Stormare, Scott Cohen, Bob Gunton, Dean Norris, Patrick Bauchau, Stephanie Nicole Lemelin, Gustavo Sánchez Parra, Sofía Sisniega, Daniel Giménez Cacho PRODUZIONE: Airborne Productions, Icon Productions DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures PAESE: USA 2012

del film, quell’intrattenimento da “pop corn” che non delude anche per merito di una storia per niente, che ricorda molto l’istinto di sopravvivenza del recente film ispanico “Cella 211”. Driver viene arrestato dalla polizia messicana mentre cerca di varcare il confine a bordo di un’auto carica di soldi rubati. La polizia recupera il denaro e lo scarica nella prigione di El Puelito – un luogo infernale dimenticato da Dio dove a condurre i giochi sono bande di malviventi senza scrupolo. Driver non ha né documenti, né impronte digitali, si nasconde dalle autorità americane e dalle persone a cui ha rubato i soldi... Certo, massicce sono le sequenze che rasentano il limite dell’improba-

Corso Cerignola (Fg) Attack the Block - Invas. Aliena h 18:20 - 20:20 - 22:15 Men in Black 3 (3D) h 18:10 - 20:10 - 22:10 Viaggio in paradiso (3D) h 18:30 - 20:20 - 22:10

Seven Cineplex Gioia del Colle (Ba) Cosmopolis

h 17:00 - 19:30 - 22:00

Lorax - Il guardiano della foresta h 17:30 - 19:30 - 21:30 Viaggio in paradiso h 17:30 - 19:30 - 21:45 La locandina del film di Mel Gibson

bile, alcune rischiano di confinare nel kitsch più spinto (l’operazione chirurgica piuttosto “inverosimile”). E anche dinanzi a un epilogo sciatto e alquanto melenso si può chiudere un occhio, soprattutto se a dare man forte vi è la garanzia del Mel

Gibson dei tempi passati, tonico, grintoso, pur con qualche ruga in più. Viaggio in Paradiso sarebbe un film di genere quasi trascurabile, e invece il nostro, come si dice, riesce a portare a casa il risultato, infondendo alla pellicola dosi massicce

Uci Cinemas Molfetta (Ba) Dark Shadows h 17:40 - 20:00 - 22:20 Marylin

h 17:50 - 20:10 - 22:20

The Avengers h 16:40 - 19:20 - 22:00


Spettacoli e Cultura

venerdì 15 giugno 2012

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LIBRI - “Olio & Vino. Eccellenze d’Italia prima e dopo la crisi” del pugliese Nicola Dante Basile in finale ai “Libri da Gustare 2012”

Qual è il libro più gustoso dell’anno?

Nicola Dante Basile, giornalista de Il Sole24Ore e scrittore

di Francesco Felice Tra i venti titoli ammessi al concorso Libri da Gustare 2012, che si contendono l’ambito riconoscimento di “libro più gustoso dell’anno”,

è in lizza l’opera di un autore nativo di Andria: “OLIO & VINO. Eccellenze d’Italia prima e dopo la crisi” di Nicola Dante Basile, giornalista e scrittore, collaboratore per trent’anni de “Il Sole 24

Ore”. Libri da Gustare 2012 è un concorso letterario legato all’editoria enogastronomica e di territorio che da quindici anni anima questo settore dell’industria libraria. Abbiamo incontrato Nicola Dante Basile per saperne di più. Quali sono state le sue sensazioni quando ha saputo di essere tra i partecipanti al concorso “Libri da gustare 2012? “Sono rimasto piacevolmente sorpreso quando ho ricevuto la chiamata da parte del responsabile dell’associazione culturale “Ca dj Amis” che mi informava che il mio libro fosse stato scelto in una delle categorie del concorso. Ma devo dire che non sono nuovo dell’ambiente, scrivendo da 33 anni

occupandomi di questioni economiche legate al mondo agro alimentare” Com’è strutturato il suo libro? “Possiamo dividere il libro in due parti, nella prima affronto un analisi generica di quello che è il mondo del Vino e dell’olio, in rapporto a quella che è, ad esempio, l’etica comuniaria, o comunque l’ambito socio economico in cui si trovano, nella seconda parte, più analitica, viene affrontato il problema crisi andando a intervistare una cinquantina di aziende, che siano direttamente o indirettamente collegate al mondo dell’olio e del vino, come ad esempio è stata presa in considerazione anche un azienda che produce tappi per le bottiglie di vino. E usando questo

foggia - domenica la presentazione di “respiro corto” di massimo carlotto

Stile Libero, compie un anno la libreria indipendente Mancano pochi giorni al primo compleanno di una libreria un po’ speciale, che è nata dalla sfida dei suoi due fondatori e, ad un anno di distanza, continua ancora ad essere l’unica libreria indipendente di Foggia. Ma indipendente da cosa? Innanzitutto indipendente dalle logiche di mercato, quelle che vogliono il profitto ad ogni costo anche in un ambito come quello della letteratura, in cui non possono essere certo i numeri a dettare il successo o l’insuccesso. Inoltre indipendente dalle grandi case editrici, per

fare proposte magari di nicchia, ma non per questo meno di qualità. Ecco perché questa libreria sceglie di chiamarsi “Stile Libero” e grazie alla forza dei suoi tenaci sostenitori riesce a proporre una serie di interessanti incontri: un festeggiamento per il primo anniversario intitolato “Independent Month” che è però il primo passo per un calendario annuale ugualmente denso di eventi. Il mese indipendente è cominciato l’8 giugno con “Il naso del templare” libro di Raffaele Licinio (docente di Storia Medievale

presso l’Università di Bari) edito da Caratteri Mobili, giovane casa editrice nata nel 2010, che mescola sapientemente storia ed ironia. Il 14 giugno è stata poi la volta di Piergiorgio Pulixi, giovane autore cagliaritano di gialli, ma il vero e più atteso momento di “Independent Month” si terrà presso Stile Libero domenica 17 alle 18:30. Direttamente dai Dialoghi di Trani arriva a Foggia a presentare la sua ultima creatura (il romanzo “Respiro Corto”, edito da Einaudi) Massimo Carlotto, penna di punta del noir italiano che come pochi altri riesce a raccontare il lato oscuro del nostro Paese, la corruzione, la malavita e il malaffare. Daniela De Sario

come punto di partenza si sono analizzati i mezzi che le aziende hanno messo in campo per uscire dal momento di stagnazione e, di conseguenza, riprendere la crescita” Basandoci su quello che è il tema trattato nel libro, le aziende italiane del vino e dell’olio che mezzi hanno messo in campo per superare la crisi? “Partiamo dal sottolineare che le strategie adottate dalle aziende prese in considerazione hanno alla base un collegamento, o comunque un filo comune che si può sintetizzare in tre concetti: Razionalizzazione della filiera produttiva, evitando gli sprechi. Poi uno sviluppo delle politiche ti marketing, non come la mera realizzazione di spot pubblicitari ecc.. ma come creazione di serate ed eventi con lo scopo di informare la gente per crescere insieme ai clienti stessi. Infine la terza, conseguenza naturale della precedente, il saper commercializzare il prodotto, cioè il creare prodotti utili al consumatore, in quanto oggi come oggi chi acquista vino oppure olio, è un consumatore consapevole e conscio di volere una certa qualità nel prodotto che acquista e che non comprerà mai pi di quello che in realtà ha bisogno.” Fin’ora abbiamo parlato della realtà del “vino e dell’olio” in ambito nazionale, cosa ci può dire della situazione delle aziende pugliesi?

“La situazione è molto articolata in Puglia: abbiamo una situazione che spazia dai grandi uliveti delle zone ad esempio bitontine ai grandi vigneti dell’entroterra Murgiano, quindi sotto il punto di vista delle materie prime la nostra regione è al top, ma purtroppo la Puglia si è mossa in ritardo. Adesso però la gente ha preso coraggio, anche perchè, probabilmente, c’è stato un cambio generazionale, i giovani rispetto ai loro genitori sanno come ampliare il commercio oltre i confini delle loro zone, insomma la Puglia ha le carte in regola per fare bene”. Infine, cosa si sente di dire a una persona che dovesse scegliere tra i libri all’interno della sezione in cui è candidato. Perchè votare per il suo libro? “Beh prima di tutto il mio libro non è una guida... Ma anzi è un libro in cui spiego come si è giunti a determinate scelte, lo potremmo anche definire storico, in quanto analizza anche dal punto di vista istituzionale e normativo l’evoluzione delle aziende del settore. Infatti, per esempio, sono stati commessi numerosi errori dalle nostre Istituzioni che non sfruttando al meglio i fondi normativi ci hanno fatto superare dagli spagnoli i quali non erano certo ai nostri livelli, come materie prime, mentre adesso hanno un costo produzione minore del nostro. Io mi occupo di questo, e spero di essere utile”.

bari - mostre al fabrica fluxus art gallery e al core contemporary art project

Reveries, dopo tre mesi in giro per l’Italia il gran finale a Bari di Isabella Battista Dal 15 al 23 giugno approda a Bari “stART Hub”, un progetto di valorizzazione della giovane arte promosso dall’Associazione Fabrica Fluxus Lab e vincitore del concorso Principi Attivi 2010 - Giovani Idee per una Puglia Migliore. Dieci gli artisti protagonisti di tre mesi di mostre itineranti, dibattiti e incontri in giro per l’Italia, che culminano in un imperdibile evento nel capoluogo pugliese, con due spazi espositivi e una suggestiva performance.

Nell’ambito della rassegna, dopo aver toccato l’Emilia Romagna, la Lombardia, le Marche e il Lazio, la mostra itinerante “Reveries” conclude il suo tour a Bari, allestita in due distinti spazi espositivi: Fabrica Fluxus Art Gallery (via Celentano 39) e Art Core Contemporary Art Project (via De Rossi 94). L’evento è curato da Fabrica Fluxus Lab, Roberta Fiorito e Nico Murri e presenta opere di Mariantonietta Bagliato, Raffaele Fiorella, Claudia Giannuli, Pierpaolo Miccolis, Dario

Molinaro, Giuseppe Paolillo, Christina Calbari, Alessia Cocca, Fernanda Veron e Wallenberg. Il progetto stART HUB vuole attivare un’innovativa pratica di promozione e diffusione dinamica dell’arte contemporanea che si ispira alle possibilità virtuose della rete. Una rete di spazi reali e virtuali, una rete tessuta fra diverse professionalità che, partendo da una riflessione sulle trasformazioni nell’ambito di produzione, distribuzione e consumo dell’arte contemporanea in un mondo globale e connesso, condividono,

Una delle opere dell’artista greca Christina Calbari esposte a Bari

lavorano e sperimentano metodi nuovi di collaborazione e cooperazione. L’intento è quello di creare occasioni per scambi di opinioni e prospettive fra artisti, curatori, ope-

ratori culturali e pubblico, di incrementare le opportunità di visibilità per gli artisti emergenti e di favorire la contaminazione culturale e creativa a livello nazionale e

internazionale. I dieci artisti di stART HUB sono stati invitati a operare in una piena libertà di tecniche espressive, scelte linguistiche e supporti, con l’unico vincolo di dover contenere il loro intervento in una valigia. Le dieci valigie d’artista costituiscono il cuore della mostra itinerante “Reveries”, che percorre in lungo e in largo la Penisola in occasione di fiere e festival, presso spazi no-profit e gallerie d’arte contemporanea, fino ad approdare nel capoluogo pugliese. Ingresso gratuito. Orari di apertura: lunedì dalle 17.00 alle 20.30; dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.30; Domenica su appuntamento.


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venerdĂŹ 15 giugno 2012


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