Puglia d'oggi n.21

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 8 giugno 2012 • anno III n. 21 nuova serie • 1 euro

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BARI - In Aula manca il numero legale

BARI - Commissioni solo di pomeriggio

Decentramento, il Comune sceglie ancora di non voler decidere

Casta, ecco come si può risparmiare subito mezzo milione

a pag 10

IL PATTO - Nichi a Roma a marzo, regionali subito dopo, con Michi pronto a lasciare il Comune

A PAG 7

L’EDITORIALE

torni al Così Vendola ed Emiliano Fini 1990 e punti vogliono spartirsi la Puglia sui giovani L’ELZEVIRO

I travolti dal destino

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo A Milano la Lega Nord salva la poltrona e i sacri lombi del governatore a vita Roberto Formigoni, da 15 anni o giù di lì in cima al governo della Lombardia. Il perché? Potere e avidità. Le rendite di posizione fanno comodo a chi, se dovesse uscire da quella sede, probabilmente non saprebbe che fare per sbarcare onestamente il lunario. In Parlamento, il senatore Sergio De Gregorio, quel pacioccone eletto dai nostri sventurati connazionali all’estero, si è salvato dai domiciliari anche se a difenderlo ufficialmente c’era solo il PDL. Implicato nelle faccende poco chiare di Walter Lavitola, ha beneficiato di un patto scellerato fra PD e PDL che aveva al centro l’autorizzazione all’arresto per Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita: voi salvate De Gregorio e noi incastriamo Lusi, questo il tono fra i due maggiori partiti del Senato. A presiedere il quale c’è un avvocato di Palermo, Renato Maria Giuseppe Schifani che, proprio nel giorno di questa immonda trattativa ha scritto accorate parole al suo partito perché “si faccia chiarezza sugli errori del passato” se non si vuole essere travolti dal grillismo. Qualcuno lo avvisi, come in certi film dell’orrore, che sono già stati travolti, ma da un pezzo.

di Fabrizio Tatarella

Il nostro incalzare continuo e pressante delle ultime settimane ha costretto, di fatto, il sindaco di Bari Michele Emiliano a uscire allo scoperto. Non c’è ancora una dichiarazione ufficiale, ma le ammissioni ormai sono più di una. Emiliano non si candiderà alle politiche, come molti credevano e alcuni speravano. Quindi, resterà a fare il sindaco. Sino alla scadenza naturale del 2014. E Nichi Vendola resterà in Regione. Sino al 2015. Questo il vero patto per Bari, già sottoscritto fra Nichi Vendola e Michele Emiliano. Quello che verrà dopo sarà solo propaganda e, speriamo, anche qualche opera strategica per Bari. Puglia d’oggi è in grado di svelare i termini e le modalità del patto tra i due. alle pagg 8 e 9

In politica i vuoti sono fatti per essere colmati. Tutti gli istituti demoscopici, i sondaggi e le attente analisi dei più bravi politologi confermano che vi sono attualmente 13 milioni di elettori del vecchio centrodestra (Pdl- Lega) in libera uscita. Praticamente oltre la metà di chi ha votato alle ultime politiche per i due partiti di Berlusconi e Bossi oggi non li rivoterebbe più. Questi elettori delusi dalla lotte intestine nel centro destra, dalla dissoluzione del governo Berlusconi e dalla mancanza di nuova offerta politica sono alla ricerca di una nuova collocazione. Per questo Fini ha deciso di rilanciare Fli, il partito [...] segue A pag 3

FUTURO E LIBERTA’ - Assemblea Nazionale il 30 giugno, la convention dei 1000 a settembre, il dibattito nei circoli

Fini e Fli ripartono da destra

a pag 3

FOGGIA - Pug, tempi rapidi per tutelare qualcuno prima del dissesto?

Il ‘j’accuse’ contro Mongelli

a pag 12

il corsivo Il Partito Democratico ha indicato l’on. Antonello Soro come componente dell’Autorità Garante per la Privacy. Così a pelle sembra un’indicazione azzeccata: ma solo perché l’on. Soro è un dermatologo.

CERIGNOLA - Francesco Reddavide lascia il partito centrista

Anche l’Udc perde pezzi

a pag 13

BARI - Uffici giudiziari, quattro proposte per il trasloco da via Nazariantz

La Vas seppellirà la Cittadella

a pag 6

di Enrico Ciccarelli


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In primo piano

venerdì 08 giugno 2012

Il DIBATTITO POLITICO - Intanto Angelino Alfano offre a Bersani un accordo, entro fine mese, per la legge elettorale

Riforme, idea possibile? Alfano propone una forma di semipresidenzialismo, Fini è daccordo, il Pd cauto, Casini chiede la legge elettorale

A testimoniare la buona fede c’è la garanzia che, se il semipresidenzialismo verrà bocciato, il Pdl non si metterà di traverso sulla proposta di riforma costituzionale

già incardinata al Senato. La volontà di fare le riforme in ogni caso c’è, si assicura. E non solo. Angelino Alfano offre a Pier Luigi Bersani un accordo, en-

tro fine mese, per la riforma della legge elettorale. “Se il Pd dirà no al semipresidenzialismo, il Pdl dirà chiaramente agli italiani qual è il vero campo dei riformatori: il nostro”, ha detto Alfano, presentando gli emendamenti del Pdl per il semipresidenzialismo. I democratici restano freddi di fronte all’offensiva pidiellina. Certo, c’è il rischio di restare con il cerino in mano, di passare per quelli che non hanno voluto le riforme.

mario monti

“Avremmo potuto fare di più, ma abbiamo infranto argomenti tabù” “Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso in questi ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori ci attribuivano, spesso colpevolizzandoci di questo, dei poteri forti. In questo momento non incontriamo i favori di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti e non incontriamo i favori di Confidustria”.

Alcune riforme approvate del Governo hanno “infranto dei tabù rimasti intoccabili fino ad ora in Italia, cito per tutti per la riforma delle pensioni”, aggiunge Monti: “Oggi l’opinione pubblica appare concentrata a constata, qualche volta denuncia la mancanza dello slancio riformatore del nostro governo. Non posso negare che

avremmo potuto fare di più e meglio, ma molte delle riforme sono state messe a punto con incisività, nonostante molte di queste riforme infrangessero molti dei tabù che erano intoccabili, come la riforme della pensioni”. Poi avverte: “Nell’ultimo anno l’Italia ha attraversato momenti difficili che non sono purtroppo dietro le spalle”.

Ed è per questo che c’è chi insiste, come Paolo Gentiloni, per confrontarsi con il Pdl. A maggior ragione visto che, sul piatto, Alfano mette pure la legge elettorale. Ma i vertici del Pd sono cauti. Si teme che alla fine, non si faccia nulla. Quindi, facciamo subito quello che si può: la legge elettorale. “Per le riforme costituzionali - dice Enrico Letta - il tempo è scaduto ma entro la prossima settimana si deve provare a fare la legge elettorale”. Anche Pier Ferdinando Casini la pensa allo stesso modo. “Non criminalizzo le modalità, ma - sottolinea il leader Udc - siamo in zona Cesarini e non vorrei che non si facesse quello di cui c’è bisogno: riduzione del numero di parlamentari e una nuova legge elettorale”. Per Gianfranco Fini, invece, è giusto provarci e il presidente della Camera ha detto di auspica che i senatori di Futuro e Libertà dicano sì all’emendamento del Pdl sul semipresidenzialismo. Plaude Maurizio Gasparri: “Sul presidenzialismo dai senatori di Fli giunge un’apprezzabile scelta di coerenza”.

la balestra - dardi dalla stampa e dalla società di silvia nascetti *

Futuro sì, ma che sia nuovo! Né destra né centro né sinistra. Si erra ancora, a pensare “vecchio”, con stereotipi politici seppelliti. L’Italia è cambiata, gli/le italiani pure. La miopia è far finta di non vedere le dinamiche evolutive sociali, che sembrano invisibili dall’alto. Non è così per chi vive e si impegna nella società, ogni giorno. Nella quotidianità di

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

un’Italia sempre più in affanno, sempre più povera (e non solo economicamente), disillusa e disincantata. Il quasi 40% di astensionismo, soprattutto in alcune aree forti e politicamente caratterizzate del Paese, alle ultime elezioni amministrative, non è stato sufficiente ? La liquefazione di partiti ‘storici’ - a destra e a sini-

stra – e l’impoverimento di quelli al centro, non dice qualcosa ? L’ impennata del M5S, non è un segnale ? L’inaspettata ripresa del movimentismo dei giovani e delle donne, non sono da considerare? Pensare a ricostituire quello che ha già fallito, per giunta con le medesime persone, la considero una delle iatture più grandi che un movimento politico possa, oggi, autoattribuirsi. E, la Storia è maestra. Dopo il ’92, i partiti che

Redazione Via Abate Gimma, 163 70121 Bari redazione@pugliadoggi.it tel. 080/5213360 fax. 080/5220966 www.pugliadoggi.it Editore Publimedia Sud srl Stampa Rotostampa - Lioni (Av)

hanno voluto ancorarsi – non cambiando nulla all’eredità dei precedenti più grandi e rappresentativi (DC, PSI, ecc.), sono rimasti poi per venti anni al 5% . Sufficiente per pochi, ma non per l’Italia che doveva cambiare. Pensare in piccolo nei momenti in cui occorrono i pensieri più alti, le azioni più coraggiose, le idee più innovative, non è mai un bene per nessuno. Tantomeno per l’Italia. * Coordinatrice Puglia Donne Futuro e Libertà

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il commento

Avanti così, alleati con l’Italia di Enrico Ciccarelli

Non ci faremo prendere dal morbo della mosca cocchiera, ma è un fatto che le decisioni e gli impegni assunti da Gianfranco Fini l’altro ieri al Coordinamento di Futuro e Libertà per l’Italia rispondono in toto alle sollecitazioni che Salvatore Tatarella rivolgeva al leader del partito su queste colonne nel numero scorso. L’astratta e politicista discussione sulle “alleanze” ha lasciato il passo al dibattito sui contenuti, all’apertura programmatica alla società civile, ad un confronto libero e responsabile con un’unica priorità, che è l’Italia. Nel ribadire con fermezza il sostegno all’azione del Governo Monti, che è sotto il fuoco incrociato dei massimalismi di destra e di sinistra, nel sottolineare la distanza dalla Casta che non serve a lusingare il grillismo, ma a rispondere alle storture che ne sono all’origine, Gianfranco Fini ha ridato slancio ad una formazione che è molto più piccola e fragile del consenso di cui potrebbe godere, che certo non è quello dei sondaggi di Ballarò. A fine mese l’assemblea nazionale lancerà questa grande stagione di dialogo con l’opinione pubblica che dovrebbe culminare in una grande convention programma-

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tica settembrina. Perché l’Italia non ha bisogno di sfogatoi o di linciaggi, ma di idee e proposte; idee e proposte su cui fondare anche l’indispensabile ricambio, generazionale e non solo, della classe dirigente. Sarebbe paradossale se proprio la destra italiana, che è per tradizione antipartitocratica, fosse sorda alla domanda di partecipazione, di merito, di competenza che sale dal Paese. Anche per questo riteniamo positivo che Fini abbia aderito alla proposta per la riforma della Costituzione in senso presidenzialista. Non siamo convinti della bontà e della sincerità delle intenzioni di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano: probabilmente si tratta solo di un trucchetto tattico per evitare di riformare una legge elettorale che per la maggior parte dei berluscones è l’unica speranza di sopravvivere pubblicamente. Ma un bluff lo si va a vedere, specie se l’alternativa è trovarsi in paradossale contrapposizione con una idea che appartiene alla destra italiana da più o meno sessantacinque anni. Avanti così: come alleato ci facciamo bastare l’Italia. Fra l’altro, è anche il migliore possibile.

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In primo piano

venerdì 08 giugno 2012

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FUTURO E LIBERTA’ - Per il leader di Fli dall’Assemblea Nazionale del 30 emergeranno 5 “proposte shock”

Gianfranco Fini e Fli ripartono da destra “Basta piangersi addosso è il momento di concentrarsi sui contenuti e non sul contenitore. Dobbiamo spostare l’attenzione dalla logica delle alleanze a quella dei contenuti concreti. Ho le idee chiarissime sul da farsi’. Lo assicura Gianfranco Fini all’Ufficio di presidenza di Fli convocando per il 30 l’assemblea nazionale da cui dovranno emergere ‘5 proposte shock, destinate a spaccare’ per arrivare poi ad una convention dei mille in settembre e ad un grande tour di Fini per l’Italia.

l’editoriale

“Su queste proposte perimetreremo di conseguenza le nostre ipotetiche future alleanze” e queste cinque idee saranno al centro di una assemblea dei Mille che si terrà a settembre e che non dovrà vedere la presenza degli iscritti di Fli, bensì di soggetti esterni al partito. “Se riusciamo in tutto questo avremo un nocciolo per un patto nazionale”, ha aggiunto Fini. “Dobbiamo rilanciare il progetto costitutivo di Fli, quando dovevamo rappresentare una certa idea per l’Italia vista da destra”. segue dA pag 1

Fini torni al 1990 e punti sui giovani [...]che più di ogni altro è stato l’anticipatore della Terza Repubblica. Fini è stato lungimirante nel comprendere, prima dei tanti giapponesi ancora presenti nel Pdl, che la nave affondava e qualcuno si ostinava a suonare la musica come sul Titanic come se nulla fosse. Non a caso, quando Fli è nata e quando i sondaggi le davano il massimo storico, l’8%, lo slogan con cui iniziò quella difficile e ancora non conclusa avventura era “Il vero centro destra”. Non a caso, quando Fini ha deciso di privilegiare il suo ruolo istituzionale, permettendo a tesi minoritarie di comportarsi come se fossero le reali interpreti del pensiero finiano e del comune sentire della stragrande maggioranza degli iscritti e del popolo di Fini, il partito ha toccato i minimi nei sondaggi, circa il 3%. Poiché la storia è ciclica Gianfranco Fini è richiamato a fare quello che fece nel giugno del 1991 quando il suo partito, all’epoca il Msi, alle regionali siciliane, proprio perché alcuni immaginavano scenari “oltristi”, oltre destra e sinistra, fu condotto da Rauti al 3%, minimo storico. Esattamente come oggi la situazio-

ne sembrava disperata e la destra era a rischio estinzione nel Paese. Rauti si dimise, Fini tornò a occuparsi a tempo pieno del partito. Salvò il Msi alle politiche dell’anno successivo e poi, con la svolta di Fiuggi, lo condusse prima in doppia cifra e poi al governo dell’Italia. Sono passati venti anni e la storia, come direbbe il filosofo Giambattista Vico, è fatta di “corsi e ricorsi storici”. Fini non deve solo proporre 5 idee spiazzanti per tornare a scuotere l’opinione pubblica, specie quella che votava il vecchio centrodestra. Deve fare quello che fece con lui Giorgio Almirante. Scommettere ed investire su una nuova classe dirigente, magari saltando una generazione. Anche qui tutti i recenti sondaggi convengono su un dato preciso: gli italiani sarebbero disposti a tornare a credere nei partiti, e non nella meteora Grillo, solo se questi saranno in grado di rinnovarsi per rinnovare, svecchiando le loro classi dirigenti. Non di partiti nuovi, quindi, ma di facce nuove ed energie fresche nei partiti. Di questo hanno bisogno gli italiani oggi per ritrovare fiducia nella politica. Fabrizio Tatarella

Quanto alle critiche che del nostro partito attragli sono state rivolte per verso delle proposte che una presunta assenza rappresentino un pugno dal dibattito politico, Fini per l’opinione pubblica”. ha rilevato: Gianfranco “Parlerò se Fini auspiD o b b i a m o ca che “i seho qualcosa r i l a n c i a r e natori di Fli da dire”. il progetto sottoscrivano Il merito costitutivo l ’ e m e n d a di aver archiviato Berlu- di Fli, quando dovevamo mento presconi non è rappresentare una certa sentato dal più una con- idea per l’Italia vista da Pdl sul semidizione suf- destra. Dobbiamo defini- presidenziaficiente per re la nostra lismo”. Per far vivere Fu- f i s i o n o m i a Fini “la scelta turo e liber- culturale si potrebbe tà. E’ quanto prestare a ha spiegato strumentalizGianfranco zazioni, ma Fini rivolgendosi all’uffi- non si tratta di alleanze cio di presidenza riunito per il futuro perchè sono nella sede di via Poli. proposte che sostengo da “Se rimaniamo con il sempre”. solo merito di avere arLe cinque proposte chiviato Berlusconi”, ha per l’Italia annunciate da dettoFini ai suoi, “non ba- Fini saranno presentate sterà. Dobbiamo definire nel corso dell’assemblea una fisionomia culturale nazionale convocata pe-

ril 30 giugno. All’elaborazione di queste proposte dovranno partecipare anche i dirigenti del partito: “O le idee vengono fuori, o vi accontentate delle mie. Se vanno bene ok, oppure amen”. Da luglio a settembre il partito dovrà identificare i mille soggetti che dovranno poi prendere parte all’assemblea prevista per settembre. In seguito, da ottobre,Fini sarà impegnato in un tour per l’Italia che avrà al cen-

tro proprio queste cinque idee: “Dovranno essere proposte non generiche, quasi un pugno alla pubblica opinione, in modo che la spacchi e crei un dibattito che vada oltre il nostro microcosmo”. Fino al 30 giugno Fini ha chiesto riserbo, “un embargo”, ai dirigenti del partito sul contenuto delle proposte, invitando inoltre ad evitare la gara di chi “la spara più grossa”.

i commenti

Menia: “Riprendiamo il cammino di legalità, etica e patriottismo” “Quando rompemmo col Pdl e con Berlusconi lo facemmo per difendere quei valori che vedevamo calpestati: etica pubblica, legalità, patriottismo, solidarietà e non ultima la necessità di dire la verità sulla condizione economica del paese’’. Lo ha dichiarato il coordinatore nazionale di Futuro e Libertà per l’Italia, Roberto Menia.

“Lo facemmo - sottolinea Menia - da destra, immaginando di ripartire da lì dove il Pdl aveva fallito, e non certo per finire apolidi. Le parole di Fini di oggi riprendono quel cammino, nel solco di un certo modo di intendere l’Italia, con il coraggio delle idee e del cambiamento, convinti della necessità del superamento di identitaà museali, forti di

una spinta patriottica e repubblicana, pronti ad affrontare - conclude il coordinatore Menia - le sfide della competizione e dello sviluppo, con una forte attenzione alla solidarietà sociale’’. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fabio Granata, vice coordinatore di Fli. “Fini rilancia il partito e l’ identità politica e culturale di una nuova destra, oltre le al-

Roberto Menia

leanze stantie e consolidando il progetto del patriottismo repubblicano: ci toglieremo molte soddisfazioni’’.

gli incontri organizzati dai circoli di futuro e liberta’ Intanto proseguono gli incontri dei circoli di Fli sul territorio barese. A quali alleanze deve guardare Fli, sopratutto a Bari e per la Regione Puglia? È questo il tema della prima assemblea pubblica di Futuro e Libertà Bari, che si svolgerà questa sera alle ore 19.00. Il confronto sarà aperto da un intervento dell’on. Salvatore Tatarella, presidente dell’assemblea nazionale di Fli e concluso dal presidente del circolo Bari città Metropolitana Sergio Ventrella. Il dibattito si inserisce

Alleanze, futuro e cittadini, Fli si apre al dibattito in un ciclo di assemblee pubbliche, programmate da Fli Bari per affrontare e discutere pubblicamente i temi politici più caldi dell’agenda politica cittadina. “Sono assemblee di partito - precisa il presidente Ventrella - ma diverse da quelle tradizionali, perché aperte al contributo dei cittadini, che, volendo, potranno intervenire liberamen-

te, e far conoscere il loro pensiero”. Per sabato alle ore 19, nella Sala Consiliare di Toritto, invece, si terrà un Incontro-Dibattito dal titolo “Cari politici, adesso ascoltate noi”, organizzato dal Coordinamento FLI Bitetto-Grumo-Toritto. All’incontro saranno presenti il Coordinatore Regionale di FLI, On.Francesco Divella e il

Coordinatore Provinciale di FLI Bari, Consigliere Regionale Giammarco Surico. L’incontro prevede, dopo un iniziale saluto del Sindaco di Toritto Michele Geronimo ed una brevissima introduzione dei Presidenti dei Circoli FLI Pietro Colantuono e Domenico Sciacovelli, gli interventi dei cittadini, a cui solo alla fine risponderanno i politici.


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Regione Puglia

venerdì 08 giugno 2012

I RICORSI DOPO LE ELEZIONI - Chiusa definitivamente la vicenda giudiziaria. Accolta in pieno la tesi di Tatarella

I consiglieri sono 70 e non 78 Ora si potrebbero ridurre a 50, seguendo la normativa nazionale L’iniziativa spetta a Fli. Curto e Surico hanno il dovere di provarci di Giuseppe Pugliese La vicenda del giudizio costituzionale sul numero dei consiglieri regionali pugliesi, al di là della legittima soddisfazione di chi lo promosse - Salvatore Tatarella e Francesco Cirací - e dei loro legali Francesco Mariani, Francesco Bello e Fabrizio Tatarella - per il vittorioso risultato ottenuto, offre lo spunto per alcune considerazioni, che possono tornare utili sopratutto a Fli. La vicenda, come è noto, nasce all’indomani dello scrutinio delle regionali del 2010. Secondo alcuni, in applicazione della legge elettorale, ma in dispregio dello Statuto regionale, la Corte d’appello avrebbe dovuto proclamare 78 e non 70 consiglieri regionali, in modo da garantire alla sinistra

Il Consiglio Regionale della Puglia

un ampio premio di maggioranza. Allora Fli non era ancora nata e Tatarella e Cirací militavano entrambi nel Pdl. Proprio questo partito, pur essendo il piû interessato alla questione e pur fortemente sollecitato

da Tatarella, non prendeva alcuna decisione. Forse per timidezza, forse perchè ancora tramortito dalla sconfitta, forse per difetto di leadership. È allora che prende l’iniziativa Tatarella. Con Cirací promuove

e costituisce il Comitato per la difesa dello Statuto regionale. A nome del Comitato e come elettore invia un esposto diffida alla Corte d’appello e organizza una raccolta di firme in calce ad una petizione popolare. I consiglieri da proclamare devono essere solo 70. Come vuole lo Statuto. Le ragioni tecnico giuridiche sono spiegate dai legali. Nessun altro si muove in questa fase e la Corte accoglie l’impostazione del Comitato. I consiglieri proclamati sono 70. Gli otto esclusi, naturalmente, ricorrono al Tar, ma anche qui il Comitato si costituisce e solleva una questione di costituzionalità, che la Corte accoglie. In questa fase si costituisce finalmente anche il Pdl, ma l’eccezione vincente la fa solo il Comita-

to. Si va alla Corte Costituzionale e anche in questa sede la tesi del Comitato trova accoglimento. La legge elettorale della Regione viene dichiarata parzialmente incostituzionale. L’ultimo atto della vicenda processuale una settimana fa innanzi al Tar, che scrive la parola fine. I consiglieri restano 70. Questa vicenda, esemplare nel suo genere, dimostra che in politica si puô essere determinanti e cogliere clamorosi successi, anche senza un grande partito alle spalle. È sufficiente cogliere il momento giusto e il giusto argomento. Se Tatarella non avesse promosso il Comitato e non si fosse costituito in giudizio sin dalla fase innanzi la Corte d’appello, forse, ancora

oggi avremmo 78 consiglieri regionali. Lo stesso, purtroppo, non è accaduto sulla modifica dello Statuto. La Regione ha ridotto il numero dei consiglieri, ma solo portandoli da 70 a 60. Secondo noi era più giusto portarli a 50, come prescrive la legge nazionale e come sarebbe più giusto in un periodo in cui dalla politica è indispensabile un forte segnale di riduzione degli sprechi. Ci sarebbe il tempo e l’opportunità, perchê Fli si faccia portatore di questa ulteriore riduzione. Certo, non ha i numeri per farla passare, ma può comunque proporla. Il resto potrebbe farlo la stampa e l’opinione pubblica. Uccio Curto e Giammarco Surico hanno il dovere di provarci.

consorzi di bonifica

consiglio regionale

Manca una riforma strutturale, ma le cartelle vengono riemesse

Prospettazioni petrolifere, il “no” unanime del Consiglio alle deroghe

Sono oltre 7.500 gli agricoltori salentini che hanno firmato la petizione per chiedere alla Regione Puglia l’esclusione dal pagamento delle cartelle esattoriali dei Consorzi di Bonifica. Una protesta che merita per lo meno l’attenzione della Regione Puglia “che dovrebbe rivedere i piani di classifica”. Lo dichiarano in una

nota i Consiglieri regionali salentini del centrodestra Rocco Palese, Antonio Barba, Andrea Caroppo, Erio Congedo, Roberto Marti e Mario Vadrucci. “Purtroppo sta accadendo quel che temevamo e che in ogni modo abbiamo tentato di evitare: è stata decisa la riemissione delle cartelle a carico degli agricoltori in assenza di una rifor-

ma strutturale e, quindi, di certezze sul fatto che i Consorzi saranno in grado di erogare i servizi per cui si chiede agli agricoltori di pagare, di autofinanziarsi e di gestirsi in modo trasparente ed efficiente. Alla luce delle proteste che si stanno levando dai territori dei Consorzi salentini Stefàno di valutare l’ipotesi di rivedere i piani di classifica”.

E’ da tempo che Puglia d’oggi si batte perchè la Puglia diventi una zona off-limits per la ricerca petrolifera marina. Nell’ultima seduta del Consiglio, l’Aula all’unanimità, ha ribadito il no alle trivellazioni petrolifere in mare ed ha chiesto al Governo regionale di intervenire presso i Ministeri dell’Ambiente e dello sviluppo economico per eliminare le

deroghe dal decreto liberalizzazioni. L’iniziativa del presidente Introna sottolinea i rischi derivanti dalle torri petrolifere marine per l’ambiente e l’economia di un bacino chiuso come l’Adriatico restano inaccettabili. Pesca e turismo sono tra le principali attività economiche nella regione e danno lavoro a migliaia e migliaia di fa-

miglie, la cui già fragile economia è investita da una crisi globale dagli sviluppi imprevedibili. Ricerche scientifiche stanno accertando il rapporto di causa effetto tra lo spiaggiamento di cetacei e le prospezioni geosismiche con la tecnica dell’AIRGUN, che danneggerebbero in maniera irreversibile l’udito dei cetacei, facendo perdere l’orientamento.


Regione Puglia

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REGIONE PUGLIA - Inutili campanilismi e tagli senza logica. La fase due del piano di rientro sanitario è un terno al lotto

Il Piano nel caos di Roberto Mastrangelo Fase due del Piano di Rientro. Non si parla quasi che di questo argomento nei corridoi della Regione Puglia. Tagli, tabelle, accorpamenti, dismissioni, esuberi, ricicli, primari da confermare, dirigenti da accontentare, politici da tenere stretti. Tra le esigenze di bilancio, quelle di cassa e le necessità di non scontentare una maggioranza che, quando si tratta di chiudere un reparto o di tagliare dei posti letto è pronta ai mal di pancia, si sta lavorando ad una quadratura del cerchio che non si pre-

annuncia affatto facile. Sia nella Commissione Sanità che in Consiglio Regionale è arrivato solo il ‘saldo’, mentre il dettaglio su dove, come e quando chiudere o aprire sembra affidato a riunioni tra partiti della maggioranza. C’è da accontentare tutti, o meglio, da scontentare meno Consiglieri possibili. Sull’argomento è intervenuto Antonio Buccoliero, consigliere regionale e presidente di “Moderati e Popolari”: “Il piano di riordino ospedaliero è stato portato avanti con la perizia e la freddezza di un ragioniere, puntando esclusivamente al risparmio. La

uccio curto scrive a vendola

Corruzione in Sanità, dov’è la Commissione? Egregio Presidente, la Corte dei Conti, nel denunciare le troppe anomalie dei Conti pubblici del Paese , ancora una volta ha posto l’accento sul sistema corruttivo che permea e caratterizza il settore della Sanità. Una denuncia che segue su un piano parallelo quella degli sprechi che, a parere della massima Istituzione contabile, possono essere fissati nella misura del 29 per cento delle risorse complessivamente stanziate per il funzionamento del comparto sanitario. Cifre enormi che, soprattutto in un particolarissimo momento storico, quale sicuramente è l’attuale, dovrebbe imporre l’adozione di misure urgenti, efficaci e risolutive. D’altronde, non ci è consentito sostenere la tesi di una Puglia isola felice, giacché fatti a forte impatto corruttivo sono emersi anche nella Regione da Te guidata, grazie all’opera certosina della magistratura. Ma questo è un campo rispetto al quale alla Politica non è dato intervenire. Ad essa (alla Politica) spetta invece farsi carico di una gestione delle risorse pubbliche quanto più razionale possibile. Per questi motivi che tu stesso definisti “ oggettivamente condivisibili “ assunsi l’iniziativa della presentazione di una Proposta di Legge mirante ad isti-

tuire una Commissione d’inchiesta sugli sprechi nella Sanità in Puglia. Da allora – e ne è passato del tempo! - nulla è accaduto, sì da far sorgere il legittimo dubbio di un timore, tuo e della maggioranza che ti sostiene, riguardo l’avvio di questo importantissimo strumento di verifica e controllo del sistema sanitario pugliese. Ovviamente, da un politico del tuo rango non mi aspetto il ricorso ad alibi e giustificazioni di comodo. Ma un’assunzione di responsabilità sì. Assumiti, pertanto, quella d’indirizzare la tua maggioranza affinché la Proposta di Legge sia calendarizzata al più presto, col rischio - è vero! - non aleatorio, dell’emersione di ben altri “grumi d’interesse illecito” fino a ieri tenuti al riparo da attenzioni inopportune. Ma, contemporaneamente, con la certezza di aver concretamente contribuito a “bonificare“ la più importante area d’interesse socio-economico dell’Ente Regione. Altrimenti, assumiti quella di avere tenuto sulla delicatissima materia una non condivisibile posizione pilatesca. Insieme con la responsabilità di aver contribuito col tuo agnosticismo al consolidamento di un sistema d’interessi parassitario, e, di certo, poco trasparente”. Euprepio Curto Cons. Regionale Fli

sanità non è fatta solo di numeri, ma di persone”. “Quando si parla della salute dei cittadini le demagogie e le polemiche sono inutili – prosegue Buccoliero – ma sono altrettanto inutili le prese di posizioni e le chiusure al confronto”. “Alla vigilia della fase due del riordino, continuiamo a parlare di tagli, di riduzioni, di chiusure, ma che fine hanno fatto i servizi compensativi, il tanto promesso rafforzamento dei pronto soccorso e del 118, il potenziamento della medicina territoriale? Non sarebbe il caso – conclude Buccoliero – cominciare a parlare, realmente, della salute dei pugliesi?”. Ma le stoccate alle scelte della Giunta arrivano anche dal Partito Democratico che chiede esplicitamente chiarimenti. Il capogruppo e il responsabile sanità del Pd, Antonio Decaro e Giuseppe Romano, sottolineano che “i criteri tecnici non appaiono sempre congruenti ma sembrano cambiare a

seconda dei territori”. Per questo, “occorre stabilire precisi criteri tecnici cui si potrà derogare, solo in base alle specifiche esigenze di rendere omogenea l’offerta sanitaria sull’intero territorio “. Tra le altre esigenze sottolineate dai consiglieri Pd nel corso della riunione, c’è quella di “attivare i servizi sanitari territoriali contestualmente al taglio dei posti letto, prevedendo la riconversione dei plessi ospedalieri in strutture in grado di fornire tutta l’assistenza sanitaria necessaria”. Una solfa, quella dei servizi sanitari territoriali da attivare contestualmente al taglio dei posti letto, su cui ormai da anni si concentra la cantilena di Vendola e dei suoi Assessori. Ma basta andare nei tanti Comuni Pugliesi colpiti dalla scure vendoliana per rendersi conto che così non è. Intanto quello che viene meno in Puglia sono i livelli essenziali di assistenza.

Ricorrere ai Prefetti? Una sconfitta per la Politica regionale senza appelli. Sul tema interviene il Consigliere regionale di Fli Giammarco Surico. “Ricorrere ai Prefetti per garantire in Puglia i livelli essenziali di assistenza significherebbe per il Governo regionale venir meno ai dettami costituzionali. Dovrebbe, quindi, andare a casa. E anche di corsa. Il fatto, poi, che una tale proposta venga proprio da un esponente della maggioranza in Consiglio regionale, certifica, se ancora ve ne fosse bisogno, il totale fallimento del Governo Vendola che, invece di dare i numeri alimentando il caos, farebbe meglio ad adottare un linguaggio di verità e un atteggiamento di maggiore cautela rispetto ad argomenti, come la salute dei cittadini e il lavoro degli operatori sanitari, che me-

ritano attenzione, rispetto e risposte concrete”. “La Puglia conta 258 Comuni e 50 ospedali - afferma - ne dovremmo avere molti di meno, certo. Una trentina al massimo, ma efficientissimi e dislocati in maniera razionale, supportati da una rete integrata di servizi. Oggi ci troviamo di fronte ad un piano di rientro assolutamente inadeguato rispetto ai reali fabbisogni del territorio che quotidianamente ci restituisce una fotografia avvilente e allarmante del sistema sanitario regionale, che sembra reggersi esclusivamente sulla competenza, la responsabilità e l’abnegazione del personale”. Speriamo che la demagogia lasci presto il posto alla consapevolezza di dare un secco e profondo taglio agli sprechi, non alla Sanità tout court.

OCCUPAZIONE - Centotretamila posti di lavoro in meno, peggio che nel resto del Sud

Lavoro, il bilancio è in rosso 130 mila posti di lavoro in meno nel 2012, con un calo dell’1,1% nell’industria e nei servizi. Questa la stima diffusa da Unioncamere come fotografia dello stato occupazionale in Puglia. “In Puglia si prospettano perdite più significative addirittura rispetto al resto del Mezzogiorno. - attacca Aldo Pugliese, segretario regionale della Uil - Il Pil in Puglia regredirà nel 2012 dell’1,6% (già -0,2% nel 2011). Altri dati scoraggianti sono gli investimenti fissi lordi, che in Puglia rischiano di diminuire nell’anno corrente del 4,1% (a fronte del meno 3,8% per l’Italia)”. Per questo, secondo il sindacato, “non è possibile più aspettare: ci sono cospicue risorse dei Fondi comunitari europei che vanno utilizzate. Le grandi stazioni appaltanti, sia pubbliche che private, hanno la disponibilità di tali risorse, ma non possono impiegarle per la mancanza di autorizzazioni in tempi brevi da parte degli Enti locali (Regione, Province e Comuni)”. “I dati diffusi dall’Istat ci consegnano una foto drammatica della situazione occupazionale del Mezzogiorno

e della Puglia. - asserisce il presidente del gruppo Udc alla Regione Salvatore Negro - L’aumento del numero dei disoccupati è confermato anche dal rapporto annuale della Camera di Commercio di Lecce che parla di famiglie sempre più povere nel Salento. A ciò si aggiunge la notizia che la Puglia ha già esaurito i fondi destinati alla Cassa integrazione in deroga e quindi tutte quelle azien-

de che si apprestano a chiedere la cassa integrazione adesso potrebbero licenziare in tronco migliaia di lavoratori. Di fronte a questa prospettiva invitiamo ancora una

piu’ controlli e soldi per gli abbattimenti

Lotta all’abusivismo, legge all’unanimità “Una legge per lo sviluppo della Puglia”: così l’assessore Barbanente ha definito le “Norme in materia di funzioni regionali di prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio”, approvate all’unanimità dal Consiglio regionale. “Un provvedimento importante – secondo la Barbanente – che testimonia la direzione intrapresa da una regione che vede nella legalità l’uni-

co modo per progredire e mettere fine ai danni provocati dall’abusivismo. E questo attraverso una maggiore responsabilizzazione dei Comuni, l’intensificazione dei controlli, e nei casi di abusivismo consolidato, con la confisca e il recupero”. E’ stato anche istituito un fondo regionale di rotazione per le spese di demolizione delle opere abusive.

volta il Presidente Vendola a mettere da parte le pur legittime aspirazioni e ad occuparsi esclusivamente del governo della Regione e della Puglia”. Dalla Regione arrivano richieste di un vero sostegno da parte di Roma. Il Presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna legge con preoccupazione i dati nazionali Istat, che evidenziano un andamento pesantemente negativo soprattutto per l’inoccupazione giovanile. “Bisogna ripartire”, insiste Introna, che non vede segni di azione da parte del governo nazionale, ad eccezione delle misure del ministro Passera. “Ma non sono quelle che risolveranno il problema – osserva – non sarà avvicinando le prospezioni petrolifere alle nostre coste che i giovani troveranno occupazione. Dubito che l’economia di questo Paese si potrà rimettere in moto allentando in maniera preoccupante i vincoli ambientali. Serve altro, servono coraggio e interventi strutturali: qualche miglio in più o in meno non cambia, la sicurezza del mare e del suo mondo non si barattano con quattro posti di lavoro”.


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Bari

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quattro proposte al vaglio del comune di bari

Presto la Procura via dal palazzaccio Inail di Fortunata Dell’Orzo Presto la Procura potrebbe sloggiare definitivamente dal rudere di via Nazariantz, il palazzaccio proprietà dell’Inail che ormai, e fuor di metafora, fa acqua da tutte le parti: il comune di Bari, che aveva lanciato un’apposita ricerca di mercato, ha ricevuto quattro offerte da altrettanti proprietari disposti ad affittare i loro immobili a giudici, inquirenti e impiegati che oggi sono costretti a vivere e lavorare nella topaia di fronte al cimitero. L’assessore ai Lavori Pubblici Marco Lacarra, sta vagliando con i suoi tecnici le proposte

pervenute. Pochine se si pensa al gran numero di immobili sfitti che abbiamo in città. Ma, viste le caratteristiche richieste e gli standard indicati dal bando, forse si comprende il numero esiguo di proposte pervenute. Sono circa 3000 i metri quadri necessari per ipotizzare la “nuova” sede della Procura e i tempi non sembrano essere brevi. Si vuole evitare di fare scelte che poi si rivelerebbero poco adatte e costituirebbero ulteriori disagi per gli inquilini, in verità molto ansiosi di lasciare per sempre la loro attuale sede. Quanto alla cittadella della giustizia dell’ormai mitico imprenditore parmense Pizzarot-

ti, che a botte di carta bollata e sentenze del Consiglio di Stato è riuscito, grazie anche al genio amministrativo di Simeone Di Cagno Abbrescia, a trasformare una ricerca di mercato in un bando vinto, la scorsa settimana abbiamo registrato la richiesta, da parte della Giunta Regionale Pugliese, della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), una complessa procedura necessaria per approvare la variante al piano regolatore. Come si ricorderà, dopo l’ultima sentenza del consiglio di Stato, le funzioni del Comune sono state surrogate da un Commissario ad Acta che sta procedendo spedito nella direzione voluta da Pizzarotti: realizzare la mega cittadella della Giustizia nel pressi dello stadio San Nicola. Un mega progetto che però risulterà operosissimo per l’Amministrazione e in

contrasto con quanto concordato con la Regione e la Provincia: recuperare l’esistente al Libertà e sempre al Libertà costruire un nuovo palazzo in Corso della Carboneria. Ora Pizzarotti dovrà presentare la complessa documenta-

zione richiesta e si parla di un minimo di sei mesi perché la regione Puglia si esprima a favore o contro. In questo caso, se la regione non dovesse ritenere conforme e completa la documentazione, la questione potrebbe riaprirsi.

PIZZAROTTI- La variante del Commissario Albenzio devasterà trenta ettari di campagna. 800.000 metri cubi di cemento e torri sino a ottanta metri

La Vas seppellirà la Cittadella unificare il centrodestra è possibile. ma il pdl?

Con la legalità o con la speculazione? È possibile che il centrodestra in Puglia ritorni unito, almeno a livello amministrativo e regionale? Dobbiamo ammettere che nel Pdl pugliese, e barese in particolare, sopratutto dalle ultime amministrative si è cominciato a parlare del tema con una certa insistenza. A favorire la discussione una certa voglia di riprendersi il Comune di Bari e la consapevolezza che, anche con un Emiliano declinante, l’operazione Comune non potrebbe avere esito positivo, senza il coinvolgimento di tutto l’arco di forze, riconducibili al centro destra. A questa idea lavorano in molti, da Antonio Distaso a Luigi D’ambrosio Lettieri, con la regia di Raffaele Fitto, che a Lecce ha già provato che l’operazione può risultare vincente. Fuori dal partito ufficiale anche alcuni siti, associazioni, fondazioni e pagine facebook, patrocinate da volenterosi e indipendenti, desiderosi di mettersi in vista e di metterci la faccia. Buone le intenzioni, spesso rovinate da molti pasdaran alla Tommaso Francavilla, che vedono comunisti dapertutto e che, dall’alto dei loro tre voti tre, pretendono di stilare la lista dei buoni,

da includere, e dei cattivi, da allontanare. Fatta la tara di Francavilla e della sua piccola congrega di irrecuperabili astiosi, c’è, comunque, da chiedersi se è ancora possibile un’alleanza fra il partito di Fitto e, per esempio, il partito di Gianfranco Fini. A livello politico, almeno sino a quanto il Pdl, sarà eterodiretto da Silvio Berlusconi, ogni alleanza è assolutamente preclusa. A livello locale e amministrativo, si potrebbe, invece, anche ipotizzare, se su scelte, programmi e politiche fosse possibile costruire una qualche intesa. Cosa, peraltro, non facile. Vediamo Bari. Due sono le questioni urbanistiche più importanti in questo momento. La cittadella della giustizia e le 1000 case per i militari, patrocinate dalla Pro.Difesa. Si tratta di due colossali speculazioni edilizie, malamente nasconte dietro due emergenze: locali idonei per gli uffici giudiziari e case a basso prezzo per i militari. Da un lato ci sono le esigenze di legalitá e il rispetto delle regole, dall’altra i guadagni degli specuatori; da un lato la difesa del territorio e dall’altra il suo saccheggio e la sua cementificazione. Il Pdl da che parte sta?

Di Cittadella della Giustizia non se ne parla proprio. Chi ha letto fra le righe l’intervista resa dall’assessora Angela Barbanente alla nostra Fortunata Dell’orzo avrà certamente compreso che la dolce, ma tosta assessora all’urbanistica, per l’edilizia giudiziaria barese, pensa a ben altro. Per lei è sempre valida l’ipotesi del tavolo tecnico Comune Regione, del 2007, ovvero la costruzione ex novo di un secondo palazzo di giustizia in via della Carboneria. Quello per il quale Simone Di Cagno Abbrescia riusci nell’impresa di perdere cento miliardi di contributo dello Stato. Sito in pieno quartiere Libertà e su area urbana centrale, destinata a servizi e oggi gravemente degradata. Ipotesi che potrebbe essere ripresa e riconfermata nel patto per Bari di Nichi e Michi. Se fosse per

Angela Barbanente

lei, anche se non può dirlo, perchè non rientra nelle sue competenze, il progetto Pizzarotti, plastico compreso, sarebbe stato già conferito in discarica. Con buona pace dell’ing. Michele Cutolo e dei suoi corifei, vecchi e nuovi. Intanto, ha chiesto al fin troppo solerte Commissario ad acta Giuseppe Albenzio di sottoporre il progetto alla procedura di Vas, la valutazione ambientale stategica. Sarà un confronto duro, lungo e tecnico politico. Da una parte l’apparato tecnico e politico della Regione, schierato al gran

completo. Vendola, Barbanente e Nicasto, l’assessore competente per la Via, con tutti i loro tecnici. Dall’altro il solo Albenzio, al quale probabilmente, come per il passato, non verrà meno l’ausilio tecnico giuridico della coppia Cutolo-Pizzarotti. Oggettivamente, però, la partita è assai ardua. Con quel trio le aderenze alte e coperte di Pizzarotti sono destinate a fallire. Quella della Vas, insomma, non sarà una partita facile, come al Consiglio di Stato. Che si dovesse fare una Vas é appena ovvio. Chi non ha capito, o finge di non capire di cosa stiamo parlando, deve considerare che la cosidetta cittadella della giustizia investirà un’area di circa trenta ettari, posta fra lo stadio San Nicola e il Comune di Bitritto. Circa 800.000 (ottocen-

tomila) metricubi di cemento scaricati in aperta campagna, urbanizzando un’area destinata dal Prg a restare agricola. Insomma, una evidente e scoperta speculazione edilizia. La più grande della storia di Bari, che pure ne ha viste tante. Le norme tecniche approvate dall’improvvisato urbanista Giuseppe Albenzio prevedono una edificazione pari a quattro metricubi per ogni metroquadro, con edifici che potrebbero arrivare sino a 80 metri di altezza. Per molto meno a Punta Perotti, larga parte della città è insorta. Per la cittadella questa enorme e devastante colata di cemento non è stata ancora percepita e valutata in tutta la sua evidente negatività. A tanto sopperirà la Vas, che ci auguriamo scriva finalmente la parola fine a questa nefasta favola.

grazie a lui abbiamo perso 100 miliardi e 10 anni

E’ colpa di Pizzarotti se Bari non ha un Palagiustizia Se Bari non ha uffici giudizari all’altezza delle funzioni, la colpa è di Emiliano. Lo vanno gridando i beoti del Pdl, che rimproverano al sindaco di aver ostacolato il progetto Pizzarotti. Senza le resistenze del sindaco, aggiungono, oggi Pizzarotti avrebbe già realizzato la sua cittadella. La verità é molto diversa. Le colpe non sono mai di uno solo, ma proprio Pizzarotti è

il primo e vero responsabile della critica situazione in cui si tova il Comune di Bari. Fu il suo arrivo a Bari, provocato dal solito ing. Cutolo, a bloccare il progetto di via della Carboneria, già in fase di approvazione e con 100 miliardi di contributo statale già pronti per essere spesi. Bloccato quel progetto e perso quel contributo, da dieci anni ci stiamo baloccando intorno alla cittadella

di Pizzarotti. Un progetto che non si potrà mai realizzare, perchè contra legem. Pizzarotti questo lo sa e, dopo averci fatto perdere 100 miliardi, con l’inerte complicità di Simone Di Cagno Abbrescia, oggi ci sta facendo perdere altri dieci anni, per gli errori e le incertezze di Michele Emiliano. Come abbiamo più volte scritto, il sindaco ha il merito di essersi opposto a Pizzarotti, ma ha anche la colpa di averlo fatto male. Doveva chiudere la procedura, dicendo chiaro e tondo a Pizzarotti che il Comune

non intendeva costruire in difformità al piano regolatore e, sopratutto, puntare su una soluzione alternativa, che ancora oggi non c’è: direzionale, Bonomo, Manifattura tabacchi e chi più ne ha, più ne metta. Non ha fatto, né l’una, nè l’altra cosa, e Pizzarotti continua a imperversare in città e nei tribunali. È ora che il Sindaco si decida a fare le sue scelte e che Pizzarotti finalmente se ne torni a Parma. Solo cosí Bari potrà risolvere i suoi problemi. Noi aspettiamo in fiduciosa attesa.


Bari

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CONSIGLIO COMUNALE - Molti Consiglieri non vanno al lavoro, ma sono pagati ugualmente dal Comune di Bari

Commissioni solo di pomeriggio L’iniziativa promossa da Realtà pugliese comporterebbe un risparmio di circa mezzo milione di euro per il Comune sacrifici anche per la casta

Fli fa propria la proposta di Realtà pugliese

Di costare, ci costano molto e la resa è abbastanza scadente. Sono i consiglieri comunali di Bari, una casta non molto produttiva, che difende con le unghie le sue prerogative e i suoi diritti. Ogni consigliere comunale, per ogni partecipazione a una riunione di

consiglio o di commissione, percepisce un gettone scarso di 73 euro. Per evitare l’andazzo della moltiplicazione a dismisura delle riunioni di commissione, è stato, però, messo un tetto. Nessuno consigliere può, per la sua presenza in consiglio o in commissione, ricevere

più di 2.400 euro scarsi al mese. Facile immaginare che quasi tutti i consiglieri raggiungano il massimo, per cui si può correttamente ritenere che quei 2.400 euro rappresentino lo “stipendio mensile” dei nostri consiglieri. Non molto, se paragonato a quello dei parlamentari e

al porto di bari

Una nave Divina... di nome e di fatto Domenica 3 giugno c’è stato il primo scalo al porto di Bari della MSC Divina, la dodicesima e la più grande nave da crociera della flotta MSC. La crociera toccherà le coste greche, alla volta di Katakolon, per poi proseguire verso la Turchia(Izmir, Istanbul) e verso la Croazia (Dubrovnik). Numerosissimi gli ospiti, tra questi il Presidente della Provincia Schittulli e il comico Uccio Desantis,

che hanno partecipato a questo evento, tutti positivamente colpiti dalla maestosa struttura e dall’eleganza nei dettagli della nave. Notevoli le dimensioni: lunga ben 333 m, pesante 140.000 tonnellate, può ospitare più di 4000 persone. Che dire? Non manca proprio nulla: all’esterno tante piscine, lettini e divertimenti, all’interno angoli- divani ovunque, ristoranti, bar, pizzerie,

negozi, centri fitness e benessere, sala-giochi, casinò, teatro, cinema, pista da bowling, scale che sembrano di diamanti… Insomma una nave dallo stile curato e particolare, dove nulla è lasciato al caso, neppure la scelta del nome “Divina”… di nome e di fatto. Ketty Santangelo

A dire il vero la proposta viene dal consigliere di Realtà pugliese Ladisa, che l’ha firmata e inviata al presidente del Consiglio. I maligni, ai quali ha dato voce Massimiliano Scagliarini della Gazzetta, sostengono che l’iniziativa di Ladisa è solo strumentale e serve a far pressione sul sindaco, perchè a Realtà pugliese sia riconosciuta la presidenza dell’Amtab. I fatti diranno chi ha ragione, intanto il circolo Fli di Bari ha fatto sua la proposta di Ladisa e intende portarla avanti con decisione. Insomma, è tempo di risparmi anche al Comune e di sacrifici anche per la casta. dei consiglieri regionali, ma di tutto rispetto, se si tien conto dello stipendio medio di tutti i dipendenti pubblici e privati, sopratutto se a tempo determinato. Uno stipendio, peraltro, guadagnato con poco zelo e scarsi risultati. Non abbiamo ancora i dati complessivi e personali di ciascun consigliere, ma ci farebbe molto piacere confrontare quegli stipendi con l’attività effettivamente svolta da ciascuno. Non siamo grillini e non staremo a chiedere la riduzione del gettone. Anzi, noi, addirittura, lo aumenteremmo questo gettone, se corrispondedse a un’effettiva e qualificata attività. La realtà, purtroppo, ci dice che molto spesso e per molti quello stipendio è proprio rubato. Nel senso che non corrisponde a un lavoro

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amministrativo utilmente prestato. Per averne una prova inconfutabile, basta frequentare con qualche assiduità il Consiglio comunale. Nelle Commissioni è ancora peggio. Scatta qui un’altra questione, che ê ancora più grave. I consiglieri, se sono dipendenti pubblici o privati, oltre al gettone, hanno diritto a farsi rimborsare dal Comune anche tutti gli oneri retributivi corrispondenti alle ore trascorse in Comune. Di qui l’andazzo e l’abuso di partecipare a tutte le commissioni e di farle durare sino a coprire tutto l’orario lavorativo. In questa maniera qualche consigliere comunale, particolarmente presente, almeno sui fogli di presenza, riesce a farsi pagare dal Comune anche l’intero stipendio lavorativo, pur non andando

mai in ufficio o in azienda. Per vicende come questa molte Procure hanno aperto fascicoli e messo sotto inchiesta molti consiglieri comunali, con l’accusa di truffa aggravata e falso, essendo molte volte false le stesse posizioni lavorative, oltre ai fogli di presenza e agli orari di inizio e fine delle commissioni. A Bari, sino ad oggi non risultano indagini della magistratura, anche se le voci di reiterati e gravi abusi circolano da tempo. Questo capitolo, per il Comune, rappresenta, comunque, una bella uscita, perchè supera i 700 mila euro all’anno. Poterlo cancellare sarebbe un bell’esempio per la politica e una boccata d’ossigeno per l’esangue bilancio comunale. Fra qualche giorno il Sindaco Emiliano proporrà ai baresi un forte salasso per Imu e Tarsu. Forse sarà inevitabile, ma sarebbe bello, se i consiglieri per primi facessero qualche piccolo sacrificio. Ci spieghiamo. Non si tratta di togliere niente a nessuno, ma solo di rispamiare almeno mezzo milione di euro. Basta concentrare tutte le riunioni delle commissioni solo nel pomeriggio del martedî e del giovedî, quando c’è anche il rientro dei dipendenti comunali. In questa maniera, svolgendosi le riunioni non in orario lavorativo per molti consiglieri dipendenti, questi non graverebbero sul bilancio comunale. Non perderebbero nulla, perchè a pagarli provvederebbero sempre gli enti o le aziende di appartenenza. Con un solo sacrificio: al mattino dovrebbero presentarsi al lavoro.


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Bari

Il nostro incalzare ha costretto Michele Emiliano a uscire allo scoperto. Non c’è ancora una dichiarazione ufficiale, ma le ammissioni ormai sono più di una. Emiliano non si candiderà alle politiche, come molti credevano e alcuni speravano. Quindi, resterà a fare il sindaco. Sino alla scadenza naturale del 2014. E Nichi Vendola resterà in Regione. Sino al 2015. Questo il vero patto per Bari, già sottoscritto fra Nichi Vendola e Michele Emiliano. Quello che verrà dopo sarà solo propaganda e, speriamo, anche qualche opera strategica per Bari. Puglia d’oggi è in grado di svelare i termini e le modalità del patto. Primo, Emiliano resta in sella e rinuncerà al paracadute del Parlamento. Niente seggio, per non tornare in Magistratura, e nemmeno immunità, come sussurrano i suoi nemici del pd e i suoi avversari del pdl. Sdegnato, lui fa sapere che non ne avrà bisogno e che non intende farsi pensionare a schiacciar bottoni in Parlamento. Lui vuole, fermissimamente vuole, solo e sempre la Regione. Questa volta, anche Vendola sembra disposto a cedergliela. Non subito, però, ma alla scadenza naturale, nel 2015. Vediamo come. Secondo. A marzo dell’anno prossimo, se Mario Monti e il Paese supereranno indenni le ultime trappole degli incendiari, che vorrebbero farci votare in autunno, Vendola si presenterà alle politiche. Non sappiamo ancora se nel pd, in una lista civica nazio-

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GLI SCENARI POLITICI IN CITTA’ - Centrodestra e Terzo Polo spiazziati ed in ritardo

Sveliamo il Patto per Bari, Michi al Comune e Nichi alla Regione nale o a capo di Sel, che è pur sempre il suo partito. Sappiamo, però, che non si dimetterà, né prima, né dopo le elezioni. Prima, perché la legge non lo obbliga, dopo, perché non ha alcuna intenzione di lasciare la Regione due anni prima della scadenza naturale, fissata al 2015. Troppi i fondi e le opportunità da gestire. Come supererà, allora, l’incompatibilità fra deputato nazionale e consigliere (e presidente) regionale? È presto detto. Si dimetterà da deputato, per restare a capo della Regione. Chi pensa, però, che Vendola si presenti alle politiche solo per onor di bandiera, si sbaglia. Nichi ha in mente un progetto preciso. Si chiama Antonio Bassolino. In molti ricorderanno, infatti, che l’ex presidente della Regione Campania, per un breve periodo, ricoprì contemporaneamente anche la carica di Ministro della Repubblica. Il doppio incarico, forse inopportuno per il carico di lavoro che non consentirebbe un esercizio a tempo pieno di entrambe le impegnative funzioni, per la legge italiana è perfettamente legittimo. Una evidente lacuna del legislatore, che mentre sanziona la incompatibilità

fra parlamentare e consigliere regionale, nulla dice su quella, macroscopicamente più consistente, fra membro del governo e presidente di giunta regionale. Di questa lacuna e di questo precedente intende avvalersi Nichi Vendola, che si dimetterà da deputato, ma farà contemporaneamente il Ministro e il Governatore. Sino al 2015. Su questo i due, Nichi e Michi, hanno sottoscritto un patto. Non per Bari, ma per il loro futuro. Se lo rispetteranno, sarà il tempo a dirlo. Per il momento il patto c’è e accontenta entrambi. Terzo. Intanto, nel 2014, si vota per le europee e per il Comune di Bari. Emiliano, fino ad allora, resterà a Palazzo di città e, nonostante il calo di popolarità dovuto alla brutta vicenda delle cozze, gestirà da sindaco, sia la scelta del successore, sia la campagna elettorale. Salvo clamorose sciocchezze, e con la sinistra al governo regionale e quasi certamente pure a quello nazionale, riconquistare Bari dovrebbe ricadere nel novero delle possibilità. Ciò consentirà a Michele Emiliano di scegliersi il successore e di candidarsi anche alle europee. Non per andarsene a Strasburgo, dove resterà solo un

Nichi Vendola e Michele Emiliano

anno, ma per fare le prove generali delle regionali. Come fece Raffaele Fitto nel 1999. Centoventimila preferenze conquistate, secondo eletto, subito dopo Silvio Berlusconi, e un anno dopo, senza ostacoli, presidente della Puglia. Lo stesso progetto ha

in testa Michele Emiliano. A fargli le consegne sarà lo stesso Nichi Vendola, che concluderà il mandato nel 2015. Una ideale staffetta, che rafforzerà il ruolo nazionale di Vendola, solo allora Ministro a tempo pieno. Il vento, almeno per il momento, soffia per

Nichi e Michi, che hanno smesso di farsi la guerra. La pace conviene ad entrambi, anche perché, mai come ora, il vento é mutevole. Meglio approfittarne. Dall’altra parte? Centrodestra e terzo polo, non pervenuti.

quale sara’ il candidato sindaco del pdl barese?

Spiazzato il centrodestra Fitto aveva scelto Lettieri

Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl)

Il patto per Bari di Michi e Nichi ha spiazzato completamente il pdl. Non se lo aspettava nessuno e sono rimasti tutti di sasso. Non solo i consiglieri comunali, che, di fronte alle proposte progettuali di Michele Emiliano, quali che siano, non sapranno che opporre il solito, inutile, monotono, muro oppositivo. Ma anche i vertici e, in particolare, lo

stesso Raffaele Fitto. Il leader salentino pensava di aver già trovato la quadra fra i troppi aspiranti alla sfida della vita, per la riconquista del Comune di Bari, perso nel 2004, proprio per colpa di Fitto. Una ferita, che il pdl barese non è mai riuscito a rimarginare. La verità è che nel Pdl aveano cominciato già a festeggiare. La brutta storia delle cozze pelose e il commissariamento della fondazione Petruzzelli avevano convinto tutti che la stagione di Emiliano fosse ormai al declino e che, massimo un anno, il Comune sarebbe tornato al centrodestra. Inevitabile la ressa degli aspiranti sindaci. Ne abbiamo contati almeno otto. Fitto, però, tenendo anche conto dell’esito congressuale, da tempo aveva fatto la sua scelta. Per riconquistare il Comune di Bari, il suo favore era caduto sul senatore Luigi D’ambrosio Lettieri, trionfalmente eletto segretario cittadino, presidente dei farmacisti e ben introdotto nei salotti e nei circoli della città. Scartato l’avv. Francesco Paolo Sisto. Ci teneva molto il valente penalista, aveva messo su una serie di associazioni e di inizative culturali e formative e,

Raffaele Fitto (Pdl)

Filippo Melchiorre (Pdl)

nel deserto culturale e operativo del pdl barese, sembrava essere l’unica, fioca, luce. Per lui, però, ci sará ancora posto in parlamento. Non solo è il difensore di Fitto, al quale ha già regalato una prima assoluzione, ma con la norma salva Ruby, di sua ideazione, si è anche accreditato definitivamente agli occhi del Cavaliere. Niente di fatto nemmeno per Ninni Cea, eterno aspirante sindaco, eterno escluso. Lo stesso dicasi per Filippo Melchiorre, al quale non ha giovato, nè l’originaria appartenenza ad An, né la sua più recente vicinanza al sen. Gaetano Quagliariello. Per loro ancora un futuro da consigliere comunale. A piedi anche l’ambizioso Mario Ferorelli. Non è proprio la sua stagio-

ne. Prima il ceffone di Finocchio, ora quello di Raffaele. Per Mario è ora di trasmigrare. Impensabile una quarta presidenza, difficile l’approdo in Consiglio comunale. Scartati anche Cassano e Distaso, ma per il re delle preferenze e per il fidatissimo Distaso Fitto avrebbe in serbo un posto in Parlamento, dove certamente non saranno ricandidati lo sbiadito Simone Di Cagno Abbrescia e il saggio, ma lontano, Salvatore Mazzaracchio. Il patto d’acciaio Nichi-Michi cestina questo scenario. La scalata al Comune è rinviata di un anno e anche i più trinariciuti, alla Tommaso Francavilla, tanto per intenderci, dovranno soppesare che la scalata sarâ molto ardua. Per Lettieri una impossible mission.


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GLI SCENARI POLITICI IN CITTA’ - Andare in Parlamento significa anche essere confusi nella inadeguata casta dei nominati

Cosa farà Emiliano da grande? Fosse per lui resterebbe sindaco di Fortunata Dell’Orzo Vorrebbe, se potesse, fare il sindaco tutta la vita. Lo dice spesso, lo scrive ancora più frequentemente. E deve aver capito che la dimensione eticopolitica del sindaco è ancora la più forte e la più profonda per esercitare un potere ricevuto democraticamente in modo più vicino al servizio di quanto non sia qualsiasi altro ruolo elettivo. Ha capito anche che, oggi, andare in Parl a -

mento, significa essere confusi e accomunati a questa infelice e sostanzialmente inadeguata casta di nominati, immeritevoli e raccomandati: in poche parole significa anche perdere consenso e fiducia che nell’immaginario collettivo, così facilmente preda delle facili e comode suggestioni qualunquiste e populiste, sono immediatamente denegate a chi voglia fregiarsi di un On. o di un Sen. davanti al nome. Deve aver capito che i partiti non possono essere più autobus che

si prendono per fare carriera e che si riempiono con le tessere farlocche e i voti un tanto al chilo, come hanno fatto i suoi ex amici Degennaro ramo costruzioni o gli imprenditori cozzali della provincia, quelli che si fanno eleggere in consiglio regionale e poi si fanno il partito personale se non ricevono in cambio l’assessorato. Va

detto che, almeno su questo, il PD è riuscito a fare peggio persino del PDL, che pure aveva l’esclusiva dell’uso strumentale della rappresentanza democratica. Certo, ha ancora in giunta alcuni vuoti a perdere, figli del Manuale Cencelli come Filippo Barattolo e Francesco Albore, che stanno lì a prendersi gettoni in cambio di non ben chiarite funzioni e mansioni. Se andrà in Regione al posto di Nichi (un altro cui sono sfumati i sogni di leadership nazionale) dovrà ridefinire alla perfezione i suoi

Il Comune di Bari. In basso San Nicola, la basilica cittadina

rapporti con un partito di cadaveri, di cui pure è presidente, e capire che tipo di alleanze fare. E poi dovrà scegliere chi mettere al suo posto, a Palazzo di città. Sperando che le primarie confermino i suoi desiderata. Antonio Decaro, cui auguriamo di liberarsi di tutti contrattempi giudiziari, sembra il nome più sicuro. Un nome sui Michele Emiliano è pronto a scommettere, con fiducia. E anche affetto. E che potrebbe

occuparsi di Bari con quella cura e quella competenza di cui la città ha un dannato bisogno. In questa stagione glaciale, in cui sembra che destra e sinistra siano solo orpelli di un lontanissimo passato, restano tuttavia da decidere le priorità, le cose da sistemare, la crisi da affrontare, la povertà da respingere e combattere. E’ una stagione in cui servono combattenti più che reduci. Un buon momento per rinverdire il carisma, facendo tesoro degli errori e delle scelte che, complici un paio di imprenditori furbetti e avidi, hanno rischiato di rinsecchire completamente una primavera che pure era riuscita a fiorire.


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Bari

venerdì 08 giugno 2012

CONSIGLIO COMUNALE - L’opposizione abbandona l’Aula e viene meno il numero legale. Slitta la norma sui 5 Municipi

Decentramento, il Comune sceglie ancora di non decidere l’iniziativa del comune

Liberare Bari dai binari, via al concorso di idee Il sindaco di Bari, l’assessore comunale all’Urbanistica Elio Sannicandro, e gli assessori regionali all’Urbanistica, Angela Barbanente, e ai Trasporti Guglielmo Minervini, hanno presentato il concorso di progettazione “Baricentrale”, destinato a riqualificare le aree ferroviarie che - da nord a sud - attraversano l’intera città tagliandola fisicamente in due e che con il riassetto del nodo ferroviario saranno liberate definitivamente dai binari. Il concorso di idee è un invito rivolto ai progettisti affinché propongano un’idea per la trasformazione delle aree ferroviarie centrali della città all’interno di un nuovo disegno urbanistico complessivo che punti alla ricucitura e all’integrazione dei quartieri i divisi dal fascio di binari. Alla base della scelta del Comune tre occasioni: - l’intesa raggiunta tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Puglia e Comune di Bari per la ristrut-

turazione del nodo ferroviario di Bari; - l’acquisizione da parte del Comune di Bari della ex Caserma “Rossani”; - l’accordo tra Regione, Comune, Ferrovie dello Stato e Ferrovie concesse per individuare le aree già disponibili o che saranno rese disponibili a seguito della riorganizzazione del nodo ferroviario di Bari. Obiettivi del concorso di idee è sostanzialmente quello di riorganizzare il nodo trasportistico, integrando i quartieri centrali della città, attraverso una ricucitura fisica ed urbanistica che utilizzi le aree ferroviarie e le polarità esistenti (come la ex Rossani, il Conservatorio e la ex Manifattura). L’area di intervento interessata si estende complessivamente per circa 78 ettari su una lunghezza di oltre 3 km. Un’area di straordinaria importanza, nel cuore della città, che, liberata dai binari e restituita alla fruizione pubblica, può trasformare radicalmente il volto di Bari.

Non è giusto generalizzare. Ma analizzare, sì. Bari ha tre organi di amministrazione centrale (Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale) e (ancora) nove inutili circoscrizioni per il governo decentrato (o locale). Sono anni che le Circoscrizioni sono inutili, e l’accanimento terapeutico per farle sopravvivere serve sol ad alcuni/e falliti/e per lucrare su un gettone di presenza, distribuire le scarse risorse a parenti e amici (vedi attività cosiddette culturali), farsi forti di un potere effimero e perpetuare un sistema pernicioso che non solo non ha alcuna ricaduta utile sulla popolazione, ma accelera il moto centrifugo dei cittadini dalla politica, alimentando il qualunquismo, l’indifferenza e il populismo grilloide. Il consiglio comunale, dopo la riforma che ha portato all’elezione diretta dei sindaci, ha perso gran parte dei suoi poteri e delle sue stesse funzioni. Se le maggioranze sono solide, esse ubbidiscono all’unica legge della sopravvivenza e votano compatte per non rischiare di andarsene a casa. Le opposizioni sono larve che fingono di contestare e che conoscono l’unico mezzo di far mancare il numero legale per bloccare l’approvazio-

ne di provvedimenti che, come per il decentramento, dovrebbero invece godere di un largo consenso condiviso. La qualità media dei consiglieri, da un punto di vista dell’istruzione e della preparazione amministrativa, è bassissima, incompleta e imbarazzante. Si salva qualche avvocato per questioni professionali e qualche sincero appassionato del bene comune. Le scarsissime donne (in giunta) fanno eccezione, nel senso che, al netto delle idee politiche espresse, mostrano padronanza della lingua italiana e competenze amministrative più che sufficienti. E anche le consigliere (due) al netto delle idee, per lo meno quando si esprimono non fanno rimpiangere di non essere nati sordi.

Questa bella imbarcata di braccia rubate ad altri lavori non passerà certo alla storia della città di Bari se non per la pessima prova che esprimono da tre anni. Non che i loro predecessori fossero meglio: è dal 1991 che la qualità del Consiglio Comunale va degenerando, insieme ai partiti che lo esprimono. E’ ovvio che la città ne soffra nel suo complesso, ma è altrettanto ovvio che forse, attuando i municipi e rinforzando le attività di Giunta (e i poteri del Sindaco) potremmo giungere alla conclusione che forse del Consiglio Comunale possiamo fare a meno. La proposta di istituire cinque municipi invece delle nove inutili circoscrizioni, con un risparmio di oltre un milione di euro per la municipalità,

è stato fatto naufragare dall’opposizione di centro destra, abbandonando l’aula. Così come l’idea di fare le commissioni consiliari al pomeriggio per evitare di pagare il gettone di presenza a quei consiglieri che fingendo di andarci chiedono il rimborso per la mancata attività lavorativa, sta incontrando una forte opposizione bipartisan. Di cosa altro hanno bisogno i partiti, così felici di veder nascere e prosperare un milione di liste civiche, per capire quanto sarà necessario selezionare e severamente la prossima classe dirigente? Certo che è davvero difficile immaginare un Consiglio Comunale peggio di questo che ci dovremo tenere per altri due anni. Fortunata Dell’Orzo

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Territorio

venerdì 08 giugno 2012

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LA PROPOSTA AL VAGLIO DELLA REGIONE - Per Legambiente il rischio è quello di favorire la speculazione edilizia

Nuovi campi da golf in Puglia tra polemiche e possibilità di Andrea Dammacco Campi a diciotto buche, resort e alberghi anche in casali abbandonati e aree protette con procedure accelerate e in nome del turismo e della sua destagionalizzazione. La Puglia scopre il business del green. E lo fa con una proposta di legge bipartisan discussa nella commissione sviluppo economico del Consiglio regionale. A firmarla quattro consiglieri del Pdl (Marmo, Friolo, Palese e Iurlaro), dell’Udc (Negro), della Puglia prima di tutto (Caroppo) ma anche del Pd (Donato Pentasuglia) e dell’Idv (Orazio Schiavone). Fatta in nome della destagionalizzazione del turismo, la proposta di legge vuole incentivare la costruzione campi da golf con annesse strutture di ricezione turistica e residenziali, con lo scopo di creare occupazione e incentivare il turismo. Tuttavia Legambiente Puglia mette in guarda sul rischio di speculazione edilizia che tale norma potrebbe portarsi dietro. “A nostro parere – sostiene Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia - questa proposta di legge presentata, che concede deroghe per complessi turistici connessi alla realizzazione dei campi

la federazione italiana golf

Un volano per fare turismo tutto l’anno

da golf, apre le porte alla speculazione edilizia”. Proprio in quest’ottica, lo scorso 8 febbraio, la Federazione Italiana Golf e le principali associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, FAI e MareVivo) e Federparchi hanno firmato un protocollo golf d’intesa, che condivide una serie di impegni reciproci, per intensificare un’azione comune in favore degli eco-golf. Tra gli impegni concreti che la Federgolf intende promuovere ci sono la salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio, quella degli aspetti paesaggistici, la riduzione al minimo uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci, la tutela della biodiversità, il risparmio di acqua e

quello energetico. L’idea è molto più che accettabile, e va fuori dagli schemi stereotipati del turismo pugliese. Ossia un turismo legato quasi esclusivamente alla produzione enogastronomica. La proposta di legge potrebbe attrarre un turismo che ha raramente preso in considerazione la Puglia come meta di villeggiatura. E non necessariamente, la creazione di resort e aree protette, dovrà essere slegata dalla cultura enograstronimica e storico-territoriale della Puglia. E’ essenziale però, che il tutto sia fatto senza alcuna speculazione edilizia, e nel rispetto delle

normative vigenti. Su questa linea il pensiero del Consigliere Regionale Nino Marmo, Vice-Presidente del Consiglio Regionale: “Credo che non sia piacevole per nessuno essere accusato come proponente una legge grimaldello per speculazioni edilizie a danno del territorio e delle sue aree più pregiate. Detto questo, dobbiamo nel merito ribadire che il turismo golfistico, da tempo, non è più di nicchia e nemmeno più elitario, ma molto interclassista; non solo, ma le previsioni di sviluppo futuro del settore, con lo spostamento di qualche milione di turisti, sarà per la Puglia molto interessante se si troverà pronta ad accoglierli”.

In merito alla proposta di legge presentata da un gruppo di Consiglieri della Regione Puglia, intitolata “Promozione del sistema golfistico regionale” è intervenuto il presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti. “La FIG esprime interesse e apprezzamento per l’iniziativa, finalizzata a promuovere ulteriormente la diffusione del golf anche nel Sud d’Italia, lo sviluppo del turismo e quindi dell’economia e dell’occupazione nelle regioni meridionali, particolarmente favorite dalle condizioni climatiche. Il nostro sport rappresenta infatti un formidabile volano per il prolungamento della stagione turistica, anche oltre i tradizionali mesi delle vacanze estive, come dimostrano già i casi della Spagna, del Portogallo e di diversi Paesi nord-africani che s’affacciano sul bacino Mediterraneo. E come sta avvenendo, da

comune di bari

il dibattito in regione sui campi da golf

I ritardi dell’amministrazione denunciati da Luigi Cipriani

Legge incostituzionale o utile per la Puglia?

Silenzio da parte dell’amministrazione comunale barese sull’erogazione del contributo alloggiativo destinato alle famiglie poco abbienti. A denunciare la mancanza del Comune è Luigi Cipriani, Segretario Politico del Gruppo Indipendente Libertà, che attraverso un comunicato stampa rileva e denuncia la totale mancanza di attenzione da parte del Comune riguardo alla problematica succitata e, nello specifico, relativa al contributo alloggiativo 2011 competenza anno 2010. Negli anni scorsi tale contributo veniva erogato al massimo nel

Luigi Cipriani (Gil)

mese di maggio, di contro quest’anno tale erogazione e a tutt’oggi in “alto-mare”. Da qui nasce la perplessità del Gruppo Indipendente Libertà che rileva nel comportamento anomalo dell’amministrazione l’ennesima dimostrazione di insensi-

bilità nei riguardi delle famiglie bisognose a cui andrebbe detto beneficio, a maggior ragione nel presente periodo che vede migliaia di famiglie cercare la sopravvivenza quotidiana nei cassonetti dei rifiuti. Cipriani, si legge nel comunicato, si augura che l’Amministrazione Comunale abbia la sensibilità di indicare una data certa in cui sarà corrisposto detto contributo. Anche perchè le famiglie bisognose non possono attendere oltre, e non è corretto scaricare sui più deboli i ritardi e le pastoie burocratiche dell’amministrazione cittadina.

Polemiche a distanza tra i consiglieri sulla questione-campi da golf. Secondo Silvia Godelli, non esistono molte richieste riguardo la realizzazione di campi da golf in Puglia: “è pervenuta una sola istanza per la realizzazione di un campo da golf nel territorio di Foggia, che peraltro è stata evasa, al momento non esistono richieste”. Per Angela Barbanente, assessore all’urbanistica, esisterebbero addirittura profili di incostituzionalità. Una nota congiunta dei Presidenti dei Gruppi consiliari Sel e PPV, Michele Losappio e An-

gelo Disabato asserisce: “La IV Commissione ha sospeso il confronto” in attesa del parere della Ragioneria e di quello di compatibilità costituzionale. “Quest’ultimo sembra a noi quantomeno opportuno giacché la proposta di legge contiene deroghe a norma nazionali in materia di urbanistica e di aree protette, norme che solo il Parlamento può modificare”. Il Consigliere Regionale Nino Marmo ha così replicato alle perplessità di una parte della maggioranza: “E’ sempre stata ampiamente prevista la “rigorosa valutazione critica”,

qualche anno a questa parte, anche in Sicilia e in Sardegna. Nell’interesse dei nostri tesserati e praticanti, del loro benessere e della loro salute, noi siamo favorevoli però a uno sviluppo del golf “eco-compatibile” e proprio per questo abbiamo sottoscritto recentemente un “Protocollo d’intesa” con le principali Associazioni ambientaliste (Wwf Italia, Legambiente, Federparchi, Fai e MareVivo), a tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio. In quanto Federazione sportiva che fa parte del CONI, notoriamente la FIG non rilascia licenze o concessioni edilizie che spettano di competenza alle autorità amministrative locali. Auspichiamo quindi che la realizzazione delle strutture sportive e turistiche connesse alla pratica del golf avvenga nel rispetto delle vigenti normative urbanistiche e ambientali”.

né mai abbiamo cercato di far passare approvazioni sottotraccia. La proposta di legge sul sistema golfistico in Puglia è stata depositata, infatti, mesi orsono “alla luce del sole”! Non è piacevole per nessuno essere accusato come proponente di una legge “grimaldello per speculazioni edilizie a danno del territorio e delle sue aree più pregiate”. “Dobbiamo - sottolinea- ribadire agli irriflessivi consiglieri che hanno già dato un giudizio a priori, che il turismo golfistico, secondo previsioni di sviluppo futuro del settore, con lo spostamento di qualche milione di turisti, sarà per la Puglia molto interessante. Per fare questo la Puglia dovrà dotarsi di strutture all’altezza”.


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Foggia

venerdì 08 giugno 2012

CONSIGLIO COMUNALE - Si bruciano i tempi per tutelare gli interessi forti prima del dissesto?

Il “j’accuse” contro Mongelli sul Pug di Claudio Aquilano È guerra aperta fra minoranza consiliare e Giunta Mongelli sull’urbanistica. L’ultimo casus belli è quello della decisione del sindaco di far approvare alla Giunta una versione integrata e modificata del Documento Programmatico Preliminare, l’atto politico fondamentale con cui si definisce il Pug, il Piano Urbanistico Generale. Un atto che non può ovviamente modificare l’iter del provvedimento, che come quasi tutto ciò che riguarda la pianificazione urbanistica deve essere approvato dal Consiglio Comunale, ma certo blinda in qualche modo il provvedimento rispetto alle possibili determinazioni degli organismi consiliari. I consiglieri di minoranza Bruno Longo, Paolo Agostinacchio, Enrico Santaniello, Lucio Ventura e Mimmo Verile hanno diramato un durissimo comunicato stampa che riportiamo parzialmente per ragioni di spazio: “I metodi utilizzati per delineare l’iter di un programma,che dovrà tracciare il futuro urbanistico della città,appartiene più ad

una logica imprenditoriale e di parte, piuttosto che ad una seria programmazione politico-amministrativa. Infatti è stata inscenata,da intuibili registi, una “preconfezionata” riunione avvenuta recentemente nella sede cittadina del Partito Democratico, alla presenza dello stesso sindaco Mongelli e del neo assessore Marasco,dove la veloce approvazione del PUG è stata capziosamente fatta passare come elemento “salvifico” della città,a fronte di scelte,contenute nel DPP,rivolte più che ai servizi ed agli spazi e strutture pubbliche,alle solite e improduttive speculazioni edilizie suggerite dai soliti gruppi di pressione. Solo così si spiega la singolare scelta dell’assessore Marasco e del Sindaco Mongelli ad andare avanti comunque e frettolosamente,senza consultare la opposizione, senza consultare la commissione consiliare competente,senza il consenso e la condivisione dei cittadini:cittadini,nat uralmente non espressione di associazioni facenti parte della scenografia, nate al momento ed evidenti satelliti e “gruppi

civetta” degli stessi partiti. Non si capisce, tuttavia, come mai in presenza delle svariate emergenze socio-ambientali ed economiche della città, il sindaco Mongelli, invece di proporre soluzioni per almeno superare o tamponare la drammaticità del momento, con certosina dedizione si applichi con tanta passione alle attività urbanistiche: a meno che non si sia raggiunta la matematica certezza di un tempo ormai scaduto o

foggia

prossimo a scadere, anche alla luce della recentissima ed impietosa “Relazione tecnica al rendiconto della gestione per l’esercizio 2011”, del dirigente dei servizi finanziari, dr Carlo Di Cesare, che nel mettersi al riparo da ogni responsabilità, sostanzialmente, decreta il fallimento del cosiddetto “Piano di rientro”, spalancando,di fatto, le porte ad un dissesto finanziario,aggravato dalla cocciutaggine ed irre-

sponsabilità del sindaco Mongelli,autore di una lunga ed inutile agonia dell’Ente.” La tesi, che ovviamente Mongelli contesta in toto, è che si cerchino di bruciare i tempi per garantire interessi forti prima dell’inevitabile splash-down del dissesto. Al momento non si hanno notizie di convergenze o di dissensi su questa posizione da parte del resto della minoranza, ossia dal Pdl e dall’Udc.

provincia di foggia

Da sede dell’Amgas a Palazzo delle Energie

Protezione civile, Gaeta presidente

La sede di Amgas S.p.A. diventa il ‘Palazzo delle Energie – Centro servi e affari’ in cui avranno anche sede Confagricoltura Foggia, la filiale cittadina della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo e Amgas Blu srl. L’iniziativa di attuazione di un altro segmento del programma di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale sarà presentata alla città nella conferenza stampa convocata martedì 12 giugno, alle ore 12.30, presso la Sala Energie della sede di Amgas SpA (via Manfredi – Foggia). All’incontro con i giornalisti parteciperanno: il sindaco di Foggia Gianni Mongelli, l’amministratore unico di Amgas SpA Massimo

Il presidente Pepe ha firmato il decreto con il quale ha affidato al consigliere provinciale Emilio Gaeta la presidenza della “Scuola di Protezione Civile della Provincia di Foggia”. Ad affiancare Gaeta all’interno del Consiglio di Amministrazione della Scuola saranno i consiglieri Angelo De Vita, Francesco Paolo La Torre e Michele Augello, recentemente eletti dal Consiglio provinciale. Così come previsto dallo statuto dell’organismo. «Al consigliere Gaeta e all’intero Consiglio di Amministrazione della “Scuola di Protezione Civile della Provincia di Foggia” formulo i miei più sinceri auguri di buon lavoro – afferma il presidente Pepe – A loro è affidato adesso il compito di dare forma e sostanza all’intuizione con la quale abbiamo dato vita a questa struttura, che si configura come un fiore all’occhiello per l’Amministrazione provinciale e come la prima struttura italiana istituita da una Provincia nel campo della formazione in materia di protezione civile».

Russo, il presidente di Amgas Blu Alfonso De Pellegrino, il presidente provinciale di Confagricoltura Onofrio Giuliano, il presidente della BCC San Giovanni Rotondo Giuseppe Palladino. È un modo per far quadrare i conti della gestione di un edificio imponente, realizzato una quindicina di anni fa, e che aveva finito per rappresentare un pro-

blema per le disastrate casse dell’Amgas. Dopo il lungo incubo del fallimento durante la gestione Ciliberti, l’azienda dell’energia ha privatizzato il suo principale asset, l’Amgas Blu, che si occupa concretamente della distribuzione. L’apertura al mercato privato e associativo dovrebbe scongiurare il rischio di una cessione dell’immobile.

IL COMMENTO

Quella truffa fotocopia di Fabrizio Tatarella L’inchiesta che ha portato all’arresto di una decina tra funzionari della Asl, medici e imprenditori segue un copione così risaputo che è quasi noioso ripeterlo. La scienza medica e la tecnologia producono il portentoso macchinario Tal dei Tali, perfetto per la diagnosi precoce della ciribiricoccola. In sede locale i distributori del portentoso macchinario “convincono” i funzionari della Asl che il non plus ultra della ciribiricoccolologia mondiale non può mancare nell’ambulatorio di Valligaccia di Sotto. Per la bisogna vengono aggiudicate a tamburo battente forniture per un milione e mezzo di euro; le macchine, causa mancanza di ciribiricoccoliatri rimangono inutilizzate e imballate. Ciò malgrado diventa necessario ed impellente acquistare materiali di consumo: siccome costano troppo poco, per esempio un euro e 92 centesimi, li si acquista per signorilità con un modesto rialzo del prezzo, portato a 463 euro. Tutte accuse da provare, naturalmente, ma tutte tragicamente uguali, come repliche o fotocopie di un’unica pluriennale truffa. È questo che autorizza, anzi impone la domanda: i controlli dove sono? Queste ruberie seriali, incallite, apparentemente inestirpabili, sono il frutto di quattro gaglioffi approfittatori, che hanno l’aggravante di speculare sciacallescamente su una cosa seria come la salute? O dipendono da un sistema in cui chi non è connivente è omertoso? La Asl di Foggia (ma non crediamo che nelle altre Asl le cose vadano meglio) ha un sistema di controllo sui costi, un apparato di vigilanza interna? Immaginiamo di sì, ed immaginiamo anche che non costi due lire. Perché allora devono arrivare sempre i Carabinieri? Possiamo chiedere il risarcimento dei danni a chi doveva vigilate e non ha vigilato? O almeno possiamo sbatterlo fuori? Vendola, se ci sei batti un colpo.


Cerignola

venerdì 08 giugno 2012

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La questione fa molta paura agli amministratori. Giannatempo afferma di essersi mosso in tempo, e che la concessionaria è inadempiente

Sulla “Gema” spuntano i nomi, recuperiamo le somme dovute crisi nei partiti della maggioranza

Anche l’Udc perde pezzi dopo il Pdl Era inevitabile. Questa Amministrazione non sta producendo nulla di buono. Nell’ultimo periodo, ci siamo concentrati sulle responsabilità del Pdl, ma non è il caso di dimenticare che l’Udc o UdCap - è parte integrante del declino della nostra città. Tanto è vero che anche nello “scudo crociato”, così come nel Pdl, non manca chi sceglie di fare un passo indietro, non intendendo avere alcun ruolo in questa disastrosa gestione della cosa pubblica locale: il signor Francesco Reddavide, presidente del partito “Unione di Capitanata” di Cerignola dal giugno 2011 e componente del Comitato Provinciale dal maggio dello stesso anno, ci ha informato di aver recentemente preso le distanze dal suo partito, dimettendosi altresì da tutte le cariche rivestite, motivando la sua decisione con la totale incompatibilità tra i propri valori politici e la condotta tenuta dall’Udc cerignolano. Nella sua lettera di dimissioni, della quale ci ha fornito copia, si

legge: “A conclusione di un’attenta analisi della linea politica dell’Udc a livello territoriale, con rammarico, perché fondatore politico dell’Udc a Cerignola, e dopo anni di impegno politico attivo, anche nel campo sociale, in quanto vicepresidente dell’A.N.F.I. e dell’associazione New Family Day, ho deciso di spogliarmi da questi incarichi, perché non condivido la linea politica e le scelte territoriali del partito. La mia indisponibilità a continuare nasce da divergenze profonde tra le mie idee politiche e la realtà locale del partito; e, libero da incarichi, sono anche libero di scegliere l’appartenza ad un partito che rispecchi le mie idee politiche”. Evidentemente, si cominciano a percepire i segnali di una rinascita, subito seguiti dalla volontà di superare tutte le vecchie, stantie logiche partitiche. Non possiamo che gioire della cosa, sperando che la voglia di cambiare si diffonda sempre di più, in città. Carlo Dercole

Il Municipio di Cerignola

di Enzo Pece Tiene banco in città la vicenda “Gema”. Ne ha iniziato a parlare ampiamente il movimento politico la Cicogna. Facendo anche una denuncia alla Procura della Repubblica. All’Amministrazione comunale (quindi a tutti noi) mancano circa 10 milioni di euro. Una bella cifra. Abbiamo già sostenuto che con tutto quel denaro… altro che casse comunali a secco! Si potevano risolvere mille problemi. Forse neanche con il denaro a disposizione gli attuali amministratori sarebbero riusciti nell’impresa. Scarseggiano le capacità ed il buon senso è cosa rara. Ma adesso ci interessa sapere di chi è la responsabilità. Chi e se non è stato fatto quanto di dovere. Se si possono recuperare in qualche modo questi soldi. Intanto, però, tutti tremano. La questione fa molta paura agli amministratori. Così sembra dai commenti sul Palazzo di

Città. Il Sindaco Giannatempo afferma che l’Amministrazione si è mossa in tempo, chiedendo un piano di rientro alla concessionaria che però non si è potuto concretizzare per l’inadempienza della Gema. Il rientro era previsto, secondo il primo cittadino, in tre tranche, non corrisposte. E’ previsto un incontro in Prefettura con le parti interessate per riuscire a trovare un punto d’incontro e risolvere la delicata questione. “Il problema riguarda la città, perciò pretendiamo le somme dovute. Il clamore non serve a nulla”, conclude Giannatempo. Spuntano anche dei testimoni che sembra sappiano cose scottanti e

che potrebbero avere un tragico seguito giudiziario. Mi riferisco ad Agostino De Benedictis che sul quotidiano L’Attacco ha detto di conoscere particolari

e nomi dei responsabili. Vuole riferire alla Procura. Bravo. I cittadini omertosi non ci sono mai piaciuti. Prendiamo esempio.

il fatto

Cerignola cliente fisso di “Striscia” Sembra proprio che Striscia la Notizia si possa stabilire definitivamente a Cerignola. Per economizzare sulle lunghe e frequenti trasferte in terra di Cerignola, gli inviati del popolare programma di Canale 5 stanno pensando di insediarsi completamente sul nostro territorio. Tanto la troupe di canale 5 è sempre qui. Anche questa settimana ci ha fatto visita. Con chi se la prenderanno la prossima volta? Il sondaggio è aperto.

mi per... metta!

La “questione” Gema e la rivoluzione borghese Mi per…Metta, signor Agostino De Benedictis. Ella scrive: “So i nomi dei responsabili della questione GEMA”. “So i nomi di coloro che hanno dato la protezione politica e le disposizioni”. Dichiara di sapere chi,nella vecchia amministrazione Valentino,nella nuova amministrazione Giannatempo e,mi pare,anche nella ancora precedente Amministrazione Giannatempo,ha: “garantito la protezione politica a chi per mestiere o ruolo doveva vigilare ed impedire la truffa o l’appropriazione indebita”. A parte la qualificazione giuridica ( si chiama peculato,non è né truffa né appropriazione indebita) tutto perfetto. Lei sa tutte queste cose. Promette solennemente di raccontar Le al Magistrato. Io ho chiesto al Magistrato di ascoltar La. Siamo a posto: perfetta intesa tra noi! Grazie per la sollecitudine, grazie per la disponibilità: buona testimonianza a Lei e non si dimentichi proprio nulla; nessun nome, nessun padrino, nes-

suna circostanza. Foggia è vicina; la Procura facilmente raggiungibile; se prima vuole bere un po’ d’acqua e sciacquarsi il viso, il mio studio è a dieci metri dalla Procura. Io l’ho indicata come teste a riprova di colloqui e di incontri: e Lei conferma! Ora apprendo che sa anche altro e di più. E allora, per… Metta una domanda: “perché si incazza con me?”. Io sarò esponente della: “rivoluzione sociale borghese (malattia verbale della sub cultura di Destra)”. Non so che diavolo significa, molto probamente non significa nulla, sono parole senza senso, sorteggiate e messe in fila. Ma va bene lo stesso. A me, la rivoluzione sociale borghese. A Lei si chiede solamente di testimoniare: tutta la verità, nient’altro che la verita. Dica lo giuro, signor De Benedictis. E mi scusi se non mi trattengo: …ho la rivoluzione sociale borghese sul fuoco… Franco Metta


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Europa

venerdì 08 giugno 2012

LA CRISI - Non abbiamo firewall per evitare il contagio, e non ci sono strumenti per impedirlo

Un’Europa più forte per il nostro futuro Non c’è euro senza Europa, e non c’è Europasenza euro. In questi termini sembra una ovvietà. Eppure non lo è, in un periodo dove le spinte per uscire dall’eurozona sono molto forti, e dove perfino le maggiori banche d’affari iniziano a ricalcolare i loro prospetti ed i loro dati macroaggregati per l’Europa anche considerando la Nuova Dracma. Eppure non è ancora ben chiaro se ad essere maggiormente in crisi è la moneta unica o l’istituzione Europea. Qualcosa che, parafrasando Metternich, vada oltre la mera “espressio-

ne geografica” e al tempo stesso superi la semplice unione monetaria e commerciale che, da sola, non è in grado di reggersi in piedi.

mario draghi (bce)

I leader indichino la propria visione “L’Europa ha le sue responsabilità per la crisi ma anche gli altri paesi hanno i loro problemi. Quindi non è giusto, equilibrato, dire che l’Europa è la causa principale della crisi”. Il presidente della Bce Mario Draghi dipinge un prossimo futuro a tinte fosche per il Vecchio Continente, ma difende le istituzioni dell’Unione Europea. “Tutti i paesi dovrebbero riconoscere le loro difficoltà” spiega. Un appunto che risuona molto chiaramente alle ripetute dichiarazioni degli ultimi giorni da parte degli Stati Uniti d’America che invitava l’Europa a fare di più e, anzi, prendere esempio proprio dalle misure americane. Draghi invita tuttavia i leader europei a “indicare la loro visione”, già dal vertice di fine mese, su quello che deve diventare l’Eurozona.

Ne è fermamente convinto Guy Verhofstadt, presidente dei Liberali europei, già primo ministro belga e presidente del Consiglio Europeo. “Questa crisi non è contro l’euro, ma dentro l’euro - dice Verhofstadt - l’intero sistema non è sostenibile dall’interno, perché finisce sempre per risultare a favore di un paese membro e contro un altro paese membro”. L’ex premier belga è convinto che senza un’Europa dalla marcata caratterizzazione politica tutti i provvedimenti che si adotteranno contro la crisi non potranno essere altro che semplici palliativi. “La crisi in Europa è innanzitutto una crisi politica: la crisi economica e quella finanziaria sono soltanto le normali conseguenze”. Verhofstadt cita spesso gli Stati Uniti. Non solo

come modello al quale l’Europa dovrebbe ispirarsi, ma anche come risposta a chi si domanda perché Oltreoceano sia stato più facile mettere in moto quei meccanismi utili a uscire dalla crisi, mentre il Vecchio Continente non solo continua ad annaspare, ma teme addirittura per la sua stessa sopravvivenza. “Negli Usa è nato prima lo stato, poi il suo governo, e le sue istituzioni, e soltanto alla fine è nato il dollaro. In Europa, invece, abbiamo creato l’euro per poi accorgerci che ci mancava tutto il resto”. Ma se l’Europa federale è ancora un’idea lontana, come può fare allora per uscire dalla crisi? Cominciando a comportarsi come uno stato. A partire dalle risorse economiche. “All’Europa servono dotazioni proprie - dice Verhofstadt

nuova direttiva per la riforma del settore bancario europeo

Le banche aiutino le banche, basta ai contributi degli Stati La Commissione europea ha adottato la direttiva contenente le proposte di modifica e riforma del settore bancario per evitare il ripetersi di crisi come quelle che hanno interessato gli istituti di credito negli ultimi anni. Il collegio dei commissari ha dato il via libera al provvedimento che intende riscrivere le regole per il settore. Tre i cardini della proposta di riforma della Commissione Ue: azioni di prevenzione con stesura di piani di gestione di crisi eventuali, rafforzamento della vigilanza e azioni di salvataggio delle banche ma non con i soldi dei contribuenti ma con i soldi delle banche stesse. Intanto la commissione europea chiede alla banche di essere pronte al peggio: la proposta di direttiva impone alla banche di redigere piani di risanamento che stabiliscano le misure da adottare in caso

di deterioramento delle finanze. Contestualmente le varie attività di controllo nazionale dovranno vigilare sulla banche e preparare anch’esse dei piani di risoluzioni della crisi, soprattutto nei casi più insostenibili. Un lavoro ‘ex-ante’ che vedrà l’Eba, l’Autorità bancaria europea, svolgere un ruolo di coordinamento tra le 27 autorità di controllo dei paesi membri. L’Eba, secondo il piano, ‘’agevolerà azioni congiunte e, se necessario, svolgerà un ruolo di mediazione vincolante’’. Questa disposizione, sottolinea il commissario europeo per il Mercato interno, Michel Barnier, presentando il testo, “getta le basi per un vigilanza delle entità trans-frontaliere sempre più integrata a livello Ue’’. Una necessità dato che - ricorda Barnier - delle 8.300 banche europee “quasi il 60% si trovano sul

suolo di uno stato ma appartengono a un altro stato’’. Previsto, inoltre, la creazione di fondi ‘cuscinetto’ all’interno delle banche pari ad almeno l’1% del totale dei depositi coperti, così da avere liquidità residua in caso di necessità “Devono essere le banche a pagare per le banche’’, sostiene Barnier. “Non deve più ripetersi che a pagare per la banche siano i contribuenti’’. L’idea di fondo è che bisogna limitare il ricorso agli aiuti pubblici, soprattutto in tempo di austerity e alla luce del patto di equilibrio di bilancio. Tra il 2008 e il 2011, ricorda Barnier, la Commissione europea ha approvato aiuti di stato a favore delle banche per “4.500 miliardi di euro, pari al 37% del Pil dell’Unione europea’’. Interventi che hanno salvato le banche ma che hanno colpito le famiglie. Adesso le banche dovranno risolvere le loro questioni economiche anche attraverso cessioni dell’attività d’impresa o separazione delle attività.

- perché è impensabile dover negoziare anno dopo anno i contributi con ogni singolo stato, con ogni membro che gioca al ribasso in base a quanto ribassano gli altri. Per questo serve un’unione fiscale europea, serve pianificare la mutualizzazione del debito, ma soprattutto servono gli Eurobond”. “E’ l’unico modo - spiega- per trovare le risorse necessarie a dare ossigeno alla crescita”. Ma possono essere gli Eurobond la soluzione ad una crisi economica che, dopo la Grecia, potrebbe ben presto estendersi alla Spagna, ed arrivare a toccare anche l’Italia? In molti sono contrari all’emissione di Bond Europei, in primis la Germania, con Angela Merkel che punta a difendere i vantaggi di posizionamento economico delle aziende tedesche. Ma perfino Obama, dall’altra parte dell’Oceano, inizia ad insistere su una inversione di ruolo dell’economia europea: investire per crescere e

superare la crisi, e non soltanto austerity. Intanto con gli Eurobond ci guadagnerebbe l’Italia, con cinque o sei miliardi di euro di investimenti; la Spagna, con circa due milioni; e persino la Germania, per la quale sono prevedibili guadagni tra i 200 e i 300milioni di euro. “L’Europa non ha firewall per arginare il contagio - sottolinea Verhofstadt - l’uscita della Grecia dall’euro non è una soluzione praticabile, perché ise questo succedesse il contagio non farebbe altro che spostarsi verso il Portogallo, la Spagna e l’Italia. E non avremmo nessuno strumento per poterlo impedire”. Se non ci si muove in fretta in questa direzione, non ci resta nessuna alternativa: l’euro è destinato a scomparire. Sarà la fine della moneta unica, e con essa anche del sogno unito di una Europa forte e competitiva nel mondo globalizzato.. Insomma, all’Europa serve più Europa.

commissione europea

Energie rinnovabili: promuovere la crescita La Commissione europea si è impegnata a raggiungere una quota del 20% di energie rinnovabili entro il 2020. Un simile obiettivo può essere conseguito in modo efficiente rispetto ai costi solo se tutte le politiche in vigore vengono attuate in tutti gli Stati membri e a fronte di una convergenza di tutti regimi di sostegno. Nella comunicazione adottata dall’esecutivo europeo si invita, da un lato, a privilegiare un approccio europeo più coordinato per stabilire e riformare i regimi di sostegno e, dall’altro, a ricorrere più diffusamente ai meccanismi di scambio di energie rinnovabili tra gli Stati membri. Inoltre, la necessità da parte degli investitori di poter contare su certezze in materia normativa rende pressante l’avvio della discussione sul futuro di un solido quadro legislativo di riferimento che vada oltre il 2020. Günther Oettinger, Commissario per la politica energetica ha dichiarato: “Dobbiamo continuare a sviluppare le energie rinnovabili e a promuovere soluzioni innovative. Ciò va fatto in modo efficiente rispetto ai costi. Questo significa pro-

durre energia eolica e solare dove sia sensato farlo da un punto di vista economico, commercializzandola poi in Europa come già facciamo per altri prodotti e servizi”. La comunicazione riconosce che, senza un quadro adeguato in materia di energie rinnovabili, il periodo successivo al 2020 registrerebbe un crollo della crescita in questo settore. Tale quadro deve puntare a una maggiore innovazione e a ridurre il costo per le rinnovabili, in modo da rendere questo settore promettente per gli investimenti a favore della crescita. Infine, per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020, gli Stati membri sono tenuti ad attuare i rispettivi piani d’azione nazionali e ad aumentare significativamente i finanziamenti destinati alle energie rinnovabili. Vincenzo Matano


Spettacoli e Cultura

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EVENTI - I piccoli Comuni pugliesi racchiudono un enorme patrimonio di cultura, tradizione e storia, e vanno tutelati

Voler bene alla Puglia? Così Il Presidente regionale di Legambiente Tarantini: “Piccoli Comuni presidio per la tenuta dell’Italia”

Pietramontecorvino, l’anno scorso scelta quale “capitale” dei piccoli comuni pugliesi

Daniela De Sario I piccoli borghi, la nostra spina dorsale, la nostra più grande risorsa. Per il nono anno consecutivo sono loro,

i nostri piccoli Comuni, i protagonisti della manifestazione “Voler bene all’Italia”, svoltasi lo scorso 3 giugno per iniziativa di Legambiente e sotto l’Alto Patronato del Presi-

dente della Repubblica. È già dall’edizione del 2011 che Legambiente può difatti contare sull’appoggio del Presidente della Repubblica, in un comune desiderio di veicolare

un messaggio importante: i Comuni sono sempre in prima linea nella cura del territorio e nei meccanismi di inclusione sociale e culturale, e appunto per questo devono essere aiutare e supportate dal legislatore. Ultimamente, si sa, si tende a considerare gli enti territoriali più piccoli come zavorre di cui liberarsi, ma immenso è il lavoro che giornalmente queste realtà affrontano, anche in condizioni di ben scarse risorse. Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia sostiene in merito al ruolo campale dei Comuni: “I piccoli

bari

Arte contemporanea, inaugurata la personale di Giovanni Ozzola Lunedì 4 Giugno è stato inaugurato un nuovo spazio a per l’arte contemporanea di Bari. La galleria Doppelgaenger – in Via Verrone a Bari - ha aperto per la prima volta i suoi spazi al pubblico con la mostra personale di Giovanni Ozzola, intitolata Castaway Depot . Il giovane artista fiorentino, appena trentenne ma con alle spalle un curriculum fitto di premi ed esibizioni, in Italia e nel Mondo, da Amsterdam a Tokyo, da Londra a Pechino, racconta i fenomeni atmosferici secondo un’estetica ricca di simbologie, di misticismo

ed assai povera di “matematica”: Ozzola tiene particolarmente ad affermare la propria natura di “artista istintivo”. Nell’artista è forte il desiderio di affrontare luoghi mai conosciuti, di andare verso l’ignoto, di essere naufrago, tutte tappe di un viaggio consapevole, la cui conclusione è un lavoro fotografico che rappresenta l’orizzonte, ennesimo di una serie inarrestabile e frutto dell’ultima permanenza dell’artista in terra di Bari. Nient’altro che un vuoto, davanti alla costa adriatica, la cui immagine è in grado di suscitare un particolare senso di

stordimento ed il diluirsi diventa incipit e conclusione del percorso di conoscenza. Il vuoto alimenta quella sorta di flusso di coscienza joyciano che è l’arte di Giovanni Ozzola e che viene costantemente tradotta in immagini attraverso i media espressivi più vari. Nella già vasta produzione artistica di Ozzola, abituato a sperimentare le immense possibilità della fotografia e della video-arte, rappresentano un motivo di assoluta novità le incisioni nelle ardesie. E’ la prima volta che l’artista si misura su un’idea che, per quanto istintiva, sembra essere cucita addosso al luogo che le fa da scenario: la città di Bari. La mostra resterà aperta fino al 4 luglio. Isabella Battista

comuni rappresentano un presidio insostituibile per la tenuta strutturale, culturale e sociale del nostro Paese, soprattutto in un momento di crisi ambientale ed economica come quella attuale. Senza il presidio territoriale garantito da queste comunità la nostra Penisola sarebbe meno sicura, il patrimonio storico artistico più a rischio, il Paese meno coeso e ricco di identità e memoria storica, la nostra democrazia più debole. Per questo occorre garantire a queste aree infrastrutture materiali, come trasporti, scuole e reti telematiche e immateriali, come servizi alla persona, alle imprese e offerta di formazione permanente e di accesso alle attività culturali”. Forti sì, questi Comuni, ma anche fragili e vulnerabili: il territorio italiano è alle prese con uno spesso dimenticato dissesto idrogeologico, ed è stato proprio questo il tema di fondo dell’edizione 2012 di “Voler bene all’Italia”. Anche i partner che hanno sostenuto “Voler bene all’Italia” sono perfettamente in linea con tale spirito “green” e si tratta infatti di Novamont, leader italiano nella chimica verde e SunSystem, eccellenza dei sistemi fotovoltaici. Venendo più vicini a noi, anche la Puglia è stata attentamente esaminata sotto la lente di

Legambiente, ANCI e IFEL, addetti alla stesura del rapporto “La fragilità e il valore del territorio”: i dati che ne emergono ci restituiscono l’immagine di una realtà comunale pugliese che tiene botta alle difficoltà della crisi, che ha fatto ricorso ai fondi stanziati dall’Unione Europea per preservare il patrimonio naturale, turistico e culturale, nonché per riqualificare delle aree urbane e ancora che ha punte di autentica virtuosità sia per lo sviluppo delle fonti rinnovabili sia nel riciclaggio dei rifiuti (Monteparano ne è esempio). “I piccoli comuni pugliesi -sostiene Perrone, presidente dell’ANCI Puglia - racchiudono un enorme patrimonio di cultura, tradizione e storia che deve essere continuamente recuperato, valorizzato e reso fruibile. Il turismo deve essere la leva per rilanciare l’economica dei piccoli centri. Bisogna evitarne lo spopolamento e garantirne il futuro”. Il 3 giugno è stata quindi non solo l’occasione per visitare borghi meravigliosi quali Castro, Bagnolo del Salento e Palmariggi, “capitale” pugliese di quest’anno, ma anche per comprendere come i Comuni siano roccaforti di saperi, sapori, culture, innovazioni, tradizioni e sperimentazioni.

bari - galleria formaquattro

La (mala) creanza e l’evoluzione morfologica di Pierluca Cetera Isabella Battista Martedì 5 giugno presso la Galleria Formaquattro di Bari, è stata inaugurata La (mala) creanza, una mostra di dipinti di Pierluca Cetera a cura di Roberto Lacarbonara. I lavori, quasi totalmente realizzati su fondo bianco, ritraggono figure primordiali che l’artista utilizza per ricomporre e rivisitare la verità storica della Genesi. I corpi dipinti sono presi da un immaginario non proprio “confacente”, ma che a tratti sembra ispirarsi a

modelli che si incontrano nella storia dell’arte, moderna e contemporanea. Ci sono un po’ tutti i figuranti dell’abituale drammatizzazione pittorica di Cetera: una popolazione fatta di deformi, allucinati, squilibrati. Il titolo della mostra prende il nome dall’antico termine usato per indicare l’allevamento delle bestie e successivamente adoperato nella definizione della corretta educazione dei minori. L’intera opera esplica una complessa correlazione tra l’umano e il bestiale, nella doppia

cifra di un evoluzionismo che appartiene tanto alla morfologia dei corpi quanto all’etica delle relazioni umane. Protagonista è sempre il corpo con la sua nudità ed una certa impacciata movenza. Un corpo tra i corpi, in una prossimità ora affettiva ora oltraggiante con il branco di animali che assedia la scena. In mostra sono esposte le due serie composte da sette opere ad olio su tavola, insieme con l’opera “Il Custode”, un lavoro che ripropone uno dei soggetti più ricorrenti nella figurazione classica, l’uccisione di Abele,

“Torpore” di Pierluca Cetera, opera esposta alla Galleria

l’unica tra l’altro, su fondo nero. Si tratta di un intervento risolutivo che completa il plot della rappresentazione e funziona come sintesi e tradimento dell’intero impianto seguito da Cetera. Anche in questo caso la titola-

zione svela un piano significativo sotterraneo. “Non sono il custode di mio fratello” – ribatte Caino interrogato da Dio; in questa fallace ammissione si cela l’intera matrice dell’opera di Cetera: l’esigenza dell’uomo (e

dell’artista) di custodire un tradimento, di governare la brutalità e la morte, di assegnare alla storia una verità, un passato, un’interpretazione ma con la consapevolezza di non poter custodire alcuna Verità, alcun privilegio, alcuna immunità dal peccato e dall’errore. La presentazione dei lavori verrà affiancata ai testi dello scrittore ceco Boumil Hrabal, autore estremamente vicino alla ricerca dell’artista rispetto ai temi della instabile individualità psichica e delle innocenti perversioni del soggetto contemporaneo. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 6 luglio. Orari: Lun-Ven 10:0012:30 / 16:00-20:00 - Sab 10:00 - 12:30


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Cinema

venerdì 08 giugno 2012

LA GUERRA E’ DICHIARATA - Una odissea costantemente accompagnata dal cuore pulsante della vita

Un disperato affresco di vita di Michele Falcone Secondo lungometraggio di Valerie Donzelli dopo La reine de pommes, passato con grande successo alla Semaine della critica di Cannes 2011, La guerra é dichiarata é uno straordinario e sorprendente affresco di vita quotidiana di una famiglia, alle prese con la malattia di un bambino affetto da un tumore al cervello. At-

traverso lo scorrere dei giorni e dei mesi, si racconta la disperata avventura di una famiglia borghese alle prese con una disgrazia, la storia piena di tensione narrativa é strutturata magistralmente dalla giovane regista. Il film scorre, trasmettendo ansia e afflato, donandoci un accorato messaggio d’amore, di solidarietà e di complicità. “La guerra è dichiara-

la scheda - la guerra e’ dichiarata REGIA: Valérie Donzelli SCENEGGIATURA: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm ATTORI: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Brigitte Sy, Michèle Moretti, Elina Löwensohn, Philippe Laudenbach, Bastien Bouillon. MONTAGGIO: Pauline Gaillard PRODUZIONE: Rectangle Productions, Wild Bunch DISTRIBUZIONE: Sacher Distribuzione PAESE: Francia 2011

ta” è tratto da un diario di bordo che Valèrie e il suo ex Jérémie Elkaïm tenevano aggiornato durante la malattia del loro figlio, Gabriel (anche lui praticamente nei panni di se stesso). In una simile circostanza l’intenzione di fare ordine in un calvario che distrugge sin dal principio ogni intenzionale assetto è un paradosso che il film mette in conto, senza contare che le ferite lasciate da un simile travaglio sono indelebili anche quando apparentemente superate. Il film della Donzelli è girato - con luce naturale - interamente (eccetto le inquadrature finali in 35 mm) con una macchina fotografica digitale Canon EOS. Limitando così l’intenzionale effetto di stare addosso ai personaggi e aumentando il numero di inquadrature

Galleria Bari Lorax - Il guardiano della foresta h 17:15 - 19:00 - 20:50 - 22:35 Men in Black 3 (3D) h 16:00 - 18:10 - 20:30 - 22:45 Project X - Una festa che spacca h 16:30 - 18:40 - 20:40 - 22:30 Una scena del film di Valérie Donzelli

fisse, pur restando in perpetuo movimento. Si ha l’impressione di attraversare una odissea costantemente accompagnata dal cuore pulsante della vita, dallo stare al mondo, dal resistere affidandosi esclusivamente alla viva intensità che non ha altri scopi che non siano quelli inclini a sfidare ogni attimo della propria vita. Con l’incombere della tragedia che li avvolge, Romèo e Juliette non hanno più tempo di combattere i piccoli problemi della quotidianità: l’unico nemico da sfidare è il tumore del piccolo Adam. “La guerra è dichiarata” ha avuto sei nomination

ai César 2012 come miglior film francese, miglior regia, miglior attrice (Valèrie Donzelli), miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior suono. In effetti si tratta di un film che mostra con sincera bravura un racconto che ha una morale straordinaria, ma nello stesso tempo riesce alla perfezione a mostrare il cinema, con le sue immagini, gli sguardi, i silenzi, i dialoghi, la fotografia, il suono, regalandoci co la splendida scena finale al mare un straordinario e commovente inno alla vita,quello di ritrovarsi finalmente felici tutti e tre insieme davanti al mare.

Armenise Bari Another Earth Dark Shadows

h 20:40 - 22:30 h 18:20

Il paese delle spose infelici h 18:30 - 20:30 - 22:30

CIttà del Cinema Foggia Attack the Block - Invas. Aliena h 16:20 - 18:15 - 20:10 - 22:00 Killer Elite

h 17:30 - 20:00 - 22:00

The Avengers h 16:40 - 19:20 - 22:00


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