Puglia d'oggi n. 20

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 1 giugno 2012 • anno III n. 10 nuova serie • 1 euro

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BARI

POLITICA

Cittadella della Giustizia, manca la Valutazione Strategica Ambientale

Futuro e Libertà deve uscire subito dall’immobilismo

a pag 6

NEL CAPOLUOGO - Dal Petruzzelli alle cozze del sindaco Emiliano, tutte le bufere degli ultimi anni

Troppi scandali a Bari, la città si svegli e reagisca L’ELZEVIRO

Bari: la spugna

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Assorbe tutto. E tutto le scivola addosso come acqua sul vetro. Le nequizie più immonde, i personaggi più repellenti, i banditi peggiori. Si consola dicendosi “ma qui non c’è la mafia”, come se avere una classe dirigente collusa e avida, spesso incapace e arraffona fosse meno peggio dei padrini che una volta mettevano la coppola e usavano la lupara e oggi hanno i safilo e il palmare. Bari vanta alcuni record “a sua insaputa” sin dai tempi mitici dell’incendio Petruzzelli: quando vendeva più dosi di droga in un giorno di quante se ne vendessero a Roma in una settimana o c’erano più finanziarie che farmacie a riciclare il denaro sporco che Parisi e Co. mettevano da parte spacciando morte. E c’era chi acquistava voti in cambio di eroina. Mai visto a Bari un corteo contro la mala, a quei tempi. E quelli visti di recente, li dobbiamo a “Libera” e a don Ciotti. Mai vista questa città ribellarsi davvero alle porcherie, darsi un moto di orgoglio, una scossa di dignità. Patetica e depressa come una vecchia bagascia incarognita, Bari sembra incapace di liberarsi del malaffare in cui è completamente avvolta. Brutta e sporca. E muta, come un pesce in una vasca da bagno, la Vigilia di Natale.

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L’EDITORIALE

In Italia la confusione regna sovrana di Fabrizio Tatarella

A Bari nessuno è straniero neppure Guerrero (giocatore colombiano del Bari di qualche anno fa) così diceva una famosa battuta di una fortunata serie televisiva con Toti e Tata. A Bari non ci siamo fatti mancare nulla. Negli ultimi anni abbiamo visto e assorbito tutto. Scandali, malavita, corruzione, criminalità. Sotto tiro non solo la politica, ma anche la società civile. Come abbiamo reagito? Silenti, abbiamo assorbito tutto. Gli indignati non abitano a Bari. In questi giorni non si contano più gli aspiranti candidati-sindaco. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i tanti aspiranti candidati sindaci di Bari, sperando che non vogliano continuare a tenere la testa sotto la sabbia. Di struzzi non abbiamo bisogno. alle pagg 8 e 9

“Dal male può nascere solo il bene” era solito ripetere Pinuccio Tatarella ogni qual volta la situazione politica, e non solo, era complicata, ingarbugliata, ogni volta che si presentava un contesto dal quale sembrava non si riuscisse più ad uscire per trovare la giusta via. L’Italia vive uno dei suoi momenti più difficili della storia più recente, in cui la confusione politica, istituzionale, economica, sociale regna sovrana. Dal male può nascere solo il bene, dalla confusione prima o poi arriverà la chiarezza diciamo e speriamo tutti noi. Il nostro Paese vive giorni complicati, difficili non solo da un punto di vista politico, ma anche istituzionale, con un Parlamento che [...] segue A pag 3

REGIONE PUGLIA - Bozzetto affonda, gli assessori replicano, poi si cerca una tregua armata

Gelo tra Confindustria e Giunta

a pag 5

FOGGIA - Una targa per l’ex portiere del Bari e del Foggia di Zeman

Ricordato Franco Mancini

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CERIGNOLA - Il vicepresidente dell’antimafia in città

Un successo la visita di Granata

a pag 13

BARI - Nodo ferroviario e raccordo gomma-ferro, come risolverli?

Terminal, dubbi sul progetto

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l’occhio sul Belpaese Mentre in molti tremano, qualcuno si nasconde e decisamente in troppi entrano nelle carte giudiziarie delle inchieste di Cremona, Bari e Napoli sul calcioscommesse, almeno uno ha trovato il coraggio di dire un po’ di verità. La sua verità. Da sempre Gigi Buffon è un personaggio scomodo. Troppo schietto per tenere la bocca chiusa in un mondo dove chi parla di meno vince. Nella conferenza stampa di mercoledì pomeriggio a Coverciano ha “osato” dire che non è normale che i media sono in grado di dire con 3-4 mesi di anticipo i nomi dei calciatori coinvolti, o conoscere i contenuti di un verbale di interrogatorio di un pm in 5 minuti. Ma vogliamo meravigliarci per i corvi in procura? Ci sono perfino nella camera da letto del Papa... Resta il fatto che non è normale. E’ questa è una verità.

di Roberto Mastrangelo


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In primo piano

venerdì 01 giugno 2012

TERREMOTO - Primi provvedimenti del Governo, che aumenta le accise sui carburanti per reperire i fondi necessari

L’Emilia in ginocchio Scosse continue, popolazione terrorizzata ed accampata, 17 morti accertati ed un’economia che rischia il collasso

di Roberto Mastrangelo Quello che più fa stringere il cuore pensando alla popolazione emiliana è il terrore con, giorno dopo giorno, notte dopo notte, sono costretti a convivere. Una scossa ogni 15 minuti, ed ogni volta non si sa mai. Potrebbe essere quella più forte delle altre. Quella che spazza via i resti di un territorio già in ginocchio.

Soltanto nella notte tra mercoledì e giovedì ben 77 scosse di terremoto sono state registrate tra la mezzanotte e le 8 di mattina. “L’ultimo evento significativo (magnitudo 3) è avvenuto alle 10.00, mentre il più forte è stato registrato alle ore 6.21 con magnitudo 3.6 - ha confermato l’Ingv - L’attività sismica di queste ore si è concentrata principalmente nel

settore occidentale della struttura, dove si erano registrati i forti eventi del 29 maggio (presso i comuni di Camposanto, Cavezzo, Medolla, San Felice sul Panaro, Mirandola, in provincia di Modena). La scossa più forte delle 6.21, con magnitudo 3.6, è avvenuta invece nel settore centrale della struttura, presso Finale Emilia, con una localizzazione prossima a quella dell’evento di magnitudo 5.9 del 20 maggio. Non si sono osservate migrazioni dell’attività sismica in settori diversi da quelli attivi in precedenza”. E non ci sono certezze per i giorni a venire. Soltanto la speranza che il peggio possa essere passato. Il bilancio delle vittime è pesante: 17 persone sono rimaste uccise dalle conseguenze del sisma.

Ieri è stato recuperato il corpo del quarto operaio, un giovane di 25 anni, che risultava disperso dopo il crollo del capannone dell’Haemotronic avvenuto a Medolla, in provincia di Modena Mentre, secondo i dati del sindacato dei pensionati della Cgil, “sono oltre 100.000 gli anziani e i pensionati che si trovano” in difficoltà. Preoccupa nel frattempo il fenomeno dello sciacallaggio. Il Governo ha deciso di aumentare di 2 cent/litro le accise sulla benzina per mettere subito a disposizione dell’Emilia i fondi necessari per la ricostruzione, mentre si tracciano le prime stime dei danni economici. Si parla di 5 miliardi di euro, e di numerosi comparti economici in crisi. Come se non bastasse la crisi economica.

ricambio generazionale

Una priorità per la vecchia Italia “Questo non è un paese per vecchi” è il titolo del celebre romanzo di Cormac McCarthy, ambientato nel Texas del fine ‘900. Eppure ora eccoci, nella “Penisola che non c’è”, ad affrontare l’ennesimo problema che va avanti da decenni: la veneranda età di chi è al potere. Secondo un recente sondaggio presentato durante l’Assemblea dei giovani della Coldiretti, l’Italia si distinguerebbe in Europa per l’elevata età media dei dirigenti in campo economico, politico ed amministrativo, che ammonta a 59 anni, per poi non parlare dei nostri arzilli professori universitari, che hanno l’età media vicina ai 63 anni e dei nostri cari banchieri, che si guadagnano il primato di più anziani d’Italia con la rispettabi-

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

le età media di 67 anni. Quindi eccoci, dopo anni ed anni di promesse fatte ai giovani, a guardare come nelle ultime 2 legislature gli under 30 eletti come deputati siano stati ben 2, e ad osservare affettuosamente i ministri più giovani che si distinguono fanciullescamente dall’ospizio in cui lavorano grazie alla loro puerile età di 57 anni, mentre più di un terzo dei giovani tra i 15 ed i 25 anni sono disoccupati. Il tutto avviene perché parlare è facile, tutti sanno di ricevere un plauso dopo aver gridato alla platea che “il futuro è dei giovani”, frase diventata quasi d’obbligo ad ogni intervista e che ha da tempo perso la sua credibilità perché a pronunciarla spesso sono personaggi che si ada-

giano sulla loro comoda poltrona parlamentare da almeno vent’anni e che, nonostante numerosi fallimenti, non accennano un ritiro. Ma allora com’è possibile cambiare le cose? Il cosiddetto “ricambio generazionale” è forse solo un utopia? No, perché quella famosa frase, quando viene gridata da giovani che credono in se stessi e nelle proprie possibilità, torna ad avere quel profumo di verità, riecheggiando pericolosamente anche tra gli ammuffiti banchi parlamentari e non può essere ignorato. Ma allora come si può praticamente realizzare il tanto

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osannato ricambio? I modelli da cui prendere spunto ci sono e non sono troppo lontani da noi: basta pensare all’Inghilterra. Qualcuno di voi sente ancora parlare della Thatcher, di Major, Howard e compagnia? No, hanno sbagliato e quindi via, out, spazio al nuovo, il diritto d’errore non esiste, ed è per questo che gli Inglesi si ritrovano con un Primo Ministro come David Cameron, di soli 43 anni. L’esempio da seguire è questo, imparare a non credere all’ex Primo Ministro di turno che, dopo aver perso le elezioni, ripropone obiettivi che non ha realizzato e che non realizzerà mai, ed imparare a pressare su chi non ha intenzione di passare il testimone a soggetti più qualificati e più capaci di promuovere il cambiamento. Insomma, cari giovani, questo non è un paese per vecchi, ed è il momento di dimostrarlo. Michele Merlicco

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il commento

Il vento dell’odio e la parata del 2 di Enrico Ciccarelli

Il terremoto in Emilia e l’attentato di Brindisi non sono una ragione per annullare la parata della Festa della Repubblica; al contrario sono un’occasione per viverla con più intensità. Perché, ad onta della canea urlante montata da personaggi vergognosi e alla quale abbocca una parte confusa ed inviperita dell’opinione pubblica, è il complesso dei valori e dei simboli che celebriamo il Due Giugno a fondare il sentimento di fraternità che tutti proviamo commossi per i morti e gli sfollati d’Emilia ed a farci reagire contro l’aggressività terroristica della criminalità mafiosa o di chiunque intenda colpire la convivenza civile nei modi efferati ed infami visti alla “Morvillo-Falcone”. L’alacrità e l’irresponsabilità con cui si lavora alla demolizione di ogni spirito civico, con la quale si accreditano idiozie prive di fondamento (l’ultima entrata è quella del Mago Otelma dei terremoti, questo impresentabile personaggio che si dice in grado di prevedere i fenomeni sismici ed è naturalmente sponsorizzato da Beppe Grillo), con la quale si strumentalizzano persino i lutti,

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lascia sbalorditi. Anche la violenza verbale praticata nei confronti del Governo Monti, che un esponente di Rifondazione Comunista (!) accusa di “portare sfiga” ha punte di parossismo che vanno ben oltre la legittima critica alla quale in democrazia tutti possono essere sottoposti. I poveri untorelli che propagano il contagio, poveretti, sono probabilmente convinti di essere dei rivoluzionari, degli annunciatori di nuove stagioni, dei profeti della palingenesi: non sanno che il loro ruolo è nella storia tristemente noto e ripetitivo: sono gli apripista del dispotismo, i musicisti chiassosi e indisciplinati che nel film di Fellini “Prova d’orchestra” vengono rimessi in riga dal colpo di maglio del potere. Il fascismo che avanza, privo dello spessore culturale e delle motivazioni di contesto che il fascismo storico pure ebbe, ingrossa la sua pericolosità ogni volta che il mal di pancia, anche quando legittimo (e non sempre lo è) prende il posto del raziocinio. Mantenere i nervi saldi è il primo dovere di un grande popolo. Ed è la prima cosa che dobbiamo ai nostri fratelli d’Emilia. Fratelli d’Italia.

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In primo piano

venerdì 01 giugno 2012

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FUTURO E LIBERTA’ - Prima vengono le idee, dopo il partito e solo alla fine le alleanze

Fli: uscire subito dall’immobilismo Una manifestazione di Fli

di Salvatore Tatarella * Diciamoci la verità. In casa Fli c’è molta confusione, qualche incertezza e sopratutto un preoccupante immobilismo. Ai tempi di mani pulite, eravamo attivi e presenti ovunque, in piazza, in parlamento, negli enti locali. Oggi, solo per fare un esempio, potremmo fare di Milano la nostra roccaforte. Lì Berlusconi, Lega, Formigoni e Pd sono tutti sotto schiaffo per gravi vicende giudiziarie, ma Fli fa notizia solo per qualche scaramuccia interna. Dovremmo, invece piazzare una tenda proprio sotto il Pirellone e chiedere giorno e notte che se ne vadano tutti a casa. Occorrerebbe riprendere subito l’iniziativa, perché così cesserebbe anche quel poco di confusione che pure preoccupa. C’è, infatti, chi vuole rafforzare il partito e chi lo vuole sciogliere. Chi pensa alle radici e chi a una cosa tutta nuova. Fini tace e i giovani ne chiedono la

discesa in campo. Un bel grattacapo, a prima vista, anche se la soluzione, poi, è molto semplice. Cominciamo dal partito. L’idea di scioglierlo mi sembra assai balzana. Sopratutto, se non hai pronta una soluzione alternativa. E, poi, dove vai, se non hai con te almeno un piccolo esercito? Cominciamo, allora, col rafforzarlo. Altro che scioglimento. Qualunque cosa si voglia fare domani, è meglio arrivarci con un partito forte, piuttosto che con niente o con un simil partito. In questo primo anno di vita non ho visto una sola iniziativa in tale direzione. Anzi, mi sembra che sia stato fatto molto in direzione opposta. Sopratutto, se guardo a certe nomine fatte e mantenute a dispetto dei Santi. Passiamo ai contenuti. La lotta politica, sopratutto nei momenti di crisi e di trapasso, vive di poche, ma chiare idee gridate. Avremmo dovuto intestarci, e possiamo ancora

l’editoriale

farlo, poche, ma esemplari battaglie. 1) Contro la corruzione e per la legalità nella politica e nella pubblica amministrazione; 2) contro il finanziamento pubblico dei partiti e per la contribuzione volontaria; 3) contro l’illegalità nella vita dei partiti e per il loro riconoscimento giuridico, come detta la Costituzione; 4) contro la spesa parassitaria statale e per la crescita e l’occupazione; 5) contro l’euroscetticismo di chi vuole portarci indietro e per andare avanti verso gli Stati uniti d’Europa; 6) contro il disfacimento e la paralisi dello Stato ottocentesco e per una sua moderna e radicale riforma, dagli enti locali sino alla Presidenza della Repubblica; 7) contro i faccendieri della politica e per una drastica riduzione del ceto politico, premiando solo passione, competenza e merito. Infine, le alleanze. Le ho messe per ultimo e non a caso, perché da quando esiste il mondo, prima si mettono in campo le idee, poi si costruisce il partito e, solo alla fine, si pensa alle alleanze. Noi stiamo facendo esattamente il contrario. Teniamo in naftalina le idee, trascuriamo il partito e rincorriamo le alleanze. Queste verranno a

tempo debito e saranno le circostanze a dettarle. Ricostruzione del centrodestra? Possibile e auspicabile, se i nostri amici del pdl avranno il coraggio di disfarsi di Berlusconi. Non mi pare che ce l’abbiano e temo che non ce lo avranno mai. Facciamocene una ragione. Che Dio lo conservi a lungo, ma noi saremo da un’altra parte. Una nuova coalizione di uomini, forze e partiti, che non vogliono stare nè col pdl, nè col pd? Ci può essere, è quella che preferirei, ma bisogna avere il coraggio di farla e subito. Senza tatticismi e furbizie da prima repubblica. Quanto larga e con chi? La piû larga possibile e con chi ci vuole stare. Non per salvare qualche decina di seggi in parlamento, ma per dare alla Repubblica una via di salvezza. E,

se qualcuno non ci sta e pensa di poter fare altro e da solo, faccia pure. Nessuno si straccerà i capelli. Una coalizione di unità nazionale? Non mi dispiacerebbe e, sopratutto, non mi scandalizzerebbe. Nei momenti di emergenza nazionale, e questo lo è, si possono superare momentaneamente anche profonde divergenze. Per

generazione futuro

Fischetti coordinatore dei giovani pugliesi di Fli

segue dA pag 1

La confusione regna sovrana [...]non riesce a cambiare una vergognosa legge elettorale e ad avviare le riforme costituzionali da troppo tempo promesse. A tutto questo deve aggiungersi la situazione sociale sempre più pesante a causa del lavoro che non c’è e una pressione fiscale ormai giunta a livelli insostenibili. Ora, come se non bastasse, prima la strategia del terrore con i fatti di Brindisi e subito dopo il terremoto dell’Emilia. Insomma l’Italia è scossa in tutti i sensi. E’ malata, confusa e sembra non riuscire a trovare il modo di uscirne fuori per inaugurare una nuova stagione di rilancio o almeno di tranquillità. Intanto, mancano pochi mesi alle elezioni politiche e i partiti sono sempre più nel caos. Solo un rinnovato civismo dentro e fuori i soggetti politici e i movimenti, unitamente ad un ricambio generazionale della classe dirigente, non solo nei partiti, ma in ogni aspetto della società, potrà ridare energie nuove alla nostra Italia. Abbiamo la classe dirigente politica

più anziana d’Europa hanno rivelato recenti ricerche. Anche nel calcio, tanto per fare un esempio e per restare in tema di svecchiamento, la nazionale italiana, tra le finaliste degli europei ormai alle porte, è una delle più anziane per età media dei suoi componenti. Tutto il mondo è paese, ma quando questo Paese tornerà ad essere il posto più bello del mondo? Viviamo nel Paese più bello del mondo, uno dei migliori. Il materiale, le nostre bellezze storiche e paesaggistiche, la nostra dieta mediterranea, il nostro genio, per fortuna lo abbiamo già in casa e non dobbiamo andarlo a prendere fuori dai nostri confini. Servono nuovo entusiasmo, nuove energie e un maggiore impegno che solo giovani “folli e affamati”, per dirla con Steve Jobs, possono dare. I giovani, arrivati a questo punto, non sono il solo nostro unico futuro, ma sono, forse, anche la sola nostra unica possibilità di salvezza per uscire da questa crisi generazionale, finanziaria, sociale e politica. Fabrizio Tatarella

il bene del Paese. Come è facile vedere, le frecce al nostro arco sono più di una, ma per utilizzarle al meglio dobbiamo uscire al più presto da questa fase di afasia e confusione. Costruendo il partito e mettendo in campo le nostre idee. Il resto verrà dopo. * Presidente Assemblea Nazionale Fli

I ragazzi di Generazione Futuro Puglia

Si è tenuto nello scorso fine settimana, presso Villa Romanazzi Carducci a Bari, il primo congresso regionale di Generazione Futuro, organizzazione giovanile di Futuro e Libertà. Eletto all’unanimità dai rappresentanti delle varie province pugliesi, il giovane tarantino Francesco Fischetti. L’assemblea congressuale è stata presieduta dal coordinatore nazionale del movimento, Gianmario Mariniello e dal componente dell’ufficio politico nazionale Giuseppe Tatarella. “Ho deciso di presiedere personalmente”sottolinea Mariniello-“

sia per testimoniare stima ed amicizia nei confronti di tutti i ragazzi pugliesi di Generazione Futuro, che per l’importanza che l’appuntamento congressuale riveste a livello nazionale”. “La Puglia -conclude Mariniello- è una terra che ha già dimostrato di poter raggiungere ottimi risultati, in cui ci sono reali prospettive di crescita ed in cui si fa strada una nuova valida classe dirigente da cui si deve ripartire”. Numerosi sono stati durante il dibattito congressuale, gli interventi dei vari rappresentanti provinciali, i quali hanno sottolinea-

to la sempre più concreta esigenza di legalità e la disponibilità ad assumersi le responsabilità per guidare la società del presente e del futuro attraverso un reale ricambio generazionale delle classi dirigenti. Acclamato all’unanimità dall’assemblea, il neo coordinatore regionale Francesco Fischetti, ha sottolineato l’importanza di “andare avanti lungo il nostro percorso cercando di evitare gli errori politici del passato, con spirito costruttivo”. “Già la prossima settimana -ha proseguitoconvocherò tutti i coordinatori provinciali, gli amministratori ed i dirigenti, per concordare assieme a loro la migliore squadra per il coordinamento regionale”. “Ringrazio –ha concluso Fischetti- coloro i quali hanno inteso riporre la propria fiducia nella mia persona, investendomi di un ruolo così importante. Mi avvarrò dell’ausilio di tutti per cercare di raggiungere quanti più obiettivi possibili”.


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Regione Puglia

venerdì 01 giugno 2012

LA RIFORMA - Bocciata la proposta di presentare proposte di leggi direttamente in aula senza passare dalle Commissioni

Iter veloce? L’aula dice no Lo scrutinio segreto e l’assenza della quasi totalità del Governo regionale respinge la proposta di due esponenti della maggioranza: “Ed ora gli attacchi alla diligenza” di Roberto Mastrangelo No del Consiglio regionale alla proposta di modifica al Regolamento interno regionale, a firma dei capigruppo Michele Losappio (Sel) e Angelo Disabato (PpV). Fermo restando la prerogativa di ciascun consigliere regionale di presentare direttamente in Aula proposte di legge non esaminate dalla commissione di merito, l’articolo unico prevedeva che i provvedimenti fossero accompagnati dal parere finanziario della ragioneria e da quello di costituzionalità da parte dell’Ufficio legislativo del Consiglio, per consentire all’assemblea di disporre necessari elementi di valutazione. Il testo, licenziato all’unanimità dalla settima commissione (Affari costituzionali) presieduta

Il Consiglio Regionale della Puglia

da Giannicola De Leonardis, non ha trovato in Aula la stessa condivisione: il primo a sollevare obiezioni il consigliere regionale PdL, Leonardo Di Gioia. “Gli adempimenti relativi alla copertura finanziaria e alla compatibilità istituzionale, - ha spiegato Di Gioia - sono già ricompresi in una legge che di

fatto, ad oggi, non viene osservata”. Da qui la sollecitazione alla Giunta regionale “ad emanare i regolamenti attuativi (il cui termine era fissato a 180 giorni dall’entrata in vigore della legge), per la predisposizione di tali documenti accompagnatori”. La proposta è stata ac-

colta favorevolmente sia da Losappio che dal capogruppo PdL, Rocco Palese, ma ha visto lo strappo dell’assessore Fabiano Amati, che nella veste di consigliere Pd, ha espresso invece parere contrario, in quanto, ha motivato “inserire la richiesta di parere di costituzionalità in una legge, significa procedimentalizzare un atto che contrasta con il sistema vigente. Nessun soggetto estraneo – ha ribadito Amati – può intervenire nel procedimento di formazione della legge, disciplinato dall’ordinamento nazionale”. Posizione condivisa dal collega Lorenzo Nicastro e dai consiglieri Francesco Damone (Ppdt) ed Euprepio Curto (Fli), che ha provocato le reazioni di quanti, come Losappio e Di Gioia, hanno ribadito che “il parere non è vinco-

lante e non limita in nessun modo le prerogative dei consiglieri”. Precisazioni che non sono bastate all’Aula, che con la procedura del voto segreto, ha bocciato la proposta, non raggiungendo il quorum previsto della maggioranza qualificata dei 36 voti. Negativa, ovviamente, la posizione dei due firmatari Losappio e Disabato “Insofferenti ai controlli ed alle regole, bramosi di spendere e di soddisfare le attese di parti di territorio e categorie: con questi presupposti trasversalmente diffusi negli schieramenti in Aula ed impudicamente rivendicati negli interventi di qualche autorevole collega i 33 voti a favore di una modesta modifica del regolamento interno non erano sufficienti. E’ stata così respinta una

la riforma

Legge elettorale di genere, assemblea aperta in Consiglio Le donne delle istituzioni pugliesi continuano a giocare la loro partita. Vogliono la parità, “Cinquanta e cinquanta”, e la chiedono con una legge di iniziativa popolare che stabilisca l’equa rappresentanza dei due sessi nella fase elettorale. Mercoledì scorso, nell’aula del Consiglio regionale, si è svolta un’assemblea aperta organizzata dalla presidente della

Consulta regionale, Anna Maria Carbonelli Quaranta, e dalla presidente della commissione Pari Opportunità, Rosa Cicolella. Obiettivo dell’iniziativa, far ripartire anche in Puglia la partecipazione delle donne alla politica. E garantire la parità di genere introducendo norme che assicurino un maggior equilibrio tra candidati e candidate. I punti del cambia-

mento sono significativi: in ogni lista nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento; si potranno esprimere anche due voti di preferenza, ma non per candidati dello stesso sesso, pena la nullità della seconda preferenza. La presidente Cicolella ha sottolineato l’importanza di superare la normativa attuale per

rendere questo processo naturale: “Le donne devono essere il doppio sguardo nella politica e nella conduzione del bene pubblico”. Anche la presidente Quaranta vuole ciò che spetta alle donne: “Non è una questione morale, ma giuridica”.

A condividere questo percorso anche il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, che nel salutare l’assemblea ha rinnovato la promessa di elaborare, entro l’estate, un testo base che permetta al più presto l’avvio di una riflessione.“Le donne – ha detto il presidente Introna - hanno un ruolo insostituibile nelle istituzioni. Avete fatto un passo significativo introducendo il problema, una forte azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. E’ un salto culturale che deve investire tutta la società”.

norma che avrebbe reso più severo e trasparente il percorso sulle leggi presentate direttamente in Aula, senza passare in Commissione, per evitare possibili attacchi alla diligenza. Anzi, probabili”. Dall’opposizione parla il capogruppo del Pdl Rocco Palese. “E’ davvero strano quanto accaduto oggi in Consiglio sulla Proposta di Legge di modifica del Regolamento interno presentata da due colleghi di maggioranza e apparentemente boicottata dalla stessa maggioranza con la quasi totale assenza del Governo regionale e i voti contrari di molti colleghi di centrosinistra favoriti anche dal voto segreto”. “Sorprende l’esito della votazione, ossia la bocciatura, ma anche l’andamento del dibattito: sembrava che si volesse inserire nel Regolamento una sorta di ‘rivoluzione copernicana’, quando si trattava semplicemente di recepire nel Regolamento quanto già espressamente previsto da due Leggi Regionali in vigore, ossia l’iscrizione dei DDL e delle PDL all’ordine del giorno nel rispetto delle procedure di contabilità relative alla copertura finanziaria (già previsto dalla Legge Regionale 28/2001 “Legge di contabilità della Regione Puglia” e smi) e accompagnati dal parere di costituzionalità (quest’ultimo peraltro non vincolante e anch’esso già previsto dall’articolo 7 della Legge 29/2011 “Semplificazione e qualità della formazione)”.


Regione Puglia

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REGIONE PUGLIA- Confindustria attacca la Regione, la Giunta risponde a tono, dopo si torna a dialogare. Ma è pace vera?

Il gelo e la tregua armata Confindustria pugliese e Regione Puglia ai ferri corti, almeno per qualche giorno. Il presidente degli industriali pugliesi, Angelo Bozzetto, ha attaccato Nichi Vendola e scatenato le reazioni del mondo della politica regionale. Dura la risposta della Regione che ha “sospeso tutti i tavoli di concertazione con l’associazione di categoria degli industriali”. A scatenare la reazione dell’associazione degli industriali pugliesi è stata l’approvazione in commissione di una serie di norme molto restrittive per le industrie che operano in aree ad alto rischio come Brindisi e Taranto. In pratica insieme all’impatto ambientale ora bisognerà calcolare anche il danno sanitario in capo alle aziende inserite nei comparti pugliesi ad alto rischio. “I politici pugliesi, governatore in testa, hanno un altro impegno: destrutturare e distruggere il sistema produttivo pu-

Angelo Bozzetto, Presidente pugliese di Confindustria

gliese”. Sono molti gli aspetti su cui il presidente Bozzetto affonda il colpo evidenziando le responsabilità dell’intero sistema politico regionale, e della Giunta in particolar modo. Dai costi della politica che restano insopportabili, anche a dispetto delle insufficienti azioni messe in atto dal Consiglio, ai crediti delle imprese che lamentano grosse difficoltà nella gestione della crisi, pur potendo vantare dalla Regione Puglia grossi

fondazione regionale puglia sociale

crediti, alla questione dei fornitori costretti ad attendere tempi lunghissimi per essere soddisfatti, infine ai progetti che la Regione Puglia blocca. “Non c’è nulla” delle cose promesse. Anzi ora tocca alle industrie “messe in pericolo dalla proposta di legge sulle emissioni industriali”, che “aggiunge pesi e costi ingiustificati a carico delle imprese che operano in Puglia mettendole fuori mercato”. Bozzetto non ci sta: “Di fronte a questo ennesimo atto di

arroganza politica, serve una classe politica rinnovata e diversa dall’attuale che ci considera ancora ‘i padroni delle ferriere’”. Vendola scende dalle nuvole. Ma risponde a tono: “Mi addolora che il gruppo Ilva, piuttosto che comprendere l’urgenza di dare segnali sull’ambiente, affidi all’attuale reggente di Confindustria Puglia, un attacco ingiurioso e volgare”. Silvia Godelli si è detta sorpresa: “Sono sorpresa. Negli ultimi due anni la collaborazione tra Regione e imprese turistiche ha fatto uno straordinario salto di qualità”. Così come Loredana Capone: “Negli ultimi tre anni sono 3.765 le imprese che hanno usufruito di interventi regionali, sviluppando investimenti per 1,3 miliardi di euro”. Sarcastica, invece, Elena Gentile: “Tra le imprese che intendiamo distruggere, per caso ci sarebbero le quasi duemila che hanno usufruito già nel 2012

della cassa integrazione in deroga finanziata dalla Regione?”. “Ma dove vive il commissario di Confindustria Puglia?” si chiede Angela Barbanente. “Sa che i piani urbanistici finalmente si approvano in pochi giorni e non più dopo anni?”. Il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, prova a rassicurare tutti: “La legge arriverà in aula dopo il passaggio al tavolo tecnico nazionale. Ci sono tutte le condizioni perché Confindustria riconsideri il proprio atteggiamento”. Alla fine, dopo i segnali di distensione di Vendola è arrivato il disgelo. “Prendo atto positivamente della decisione del Presidente Vendola di riaprire il dialogo - commenta Bozzetto - siamo pronti ad avviare una nuova e rinnovata collaborazione con la Regione Puglia nell’esclusivo interesse delle imprese. Confindustria Puglia vuole essere al fianco della politica, senza

condizionamenti, libera di costruire insieme alle Istituzioni, ma anche di intervenire criticamente e comunque sempre costruttivamente, là dove necessario, perché l’impresa è un patrimonio non solo dell’imprenditore, ma di tutto il territorio e bisogna tutelarla”. Conseguentemente Confindustria Puglia si dichiara ancora una volta rispettosa del ruolo di governo e delle funzioni legislative di competenza dei singoli organi istituzionali della Regione - Giunta e Consiglio - cui ribadisce la sua piena disponibilità a collaborare nel pieno, reciproco rispetto dei compiti spettanti ad ognuno dei due interlocutori. Un ‘nuovo inizio’ si impone per tutti: un nuovo inizio nel quale Istituzioni, partiti, partenariato sociale, mondo della ricerca e della scienza, associazioni della società civile si confrontino serenamente. O forse sarebbe meglio definirla tregua armata.

IMPIANTI- Varato il piano di investimenti triennale. Stop alle nuove strutture

In vista l’ennesimo ente-carrozzone?

Sport, si punta al recupero

Prosegue in III commissione (Servizi sociali) presieduta da Dino Marino (Pd) l’iter del disegno di legge contenente “Norme in materia socio-assistenziale”. A illustrare il provvedimento l’assessore al Welfare Elena Gentile, che ha ribadito la necessità di “approvare una legge che porti alla riforma del settore”. A partire dall’istituzione della fondazione regionale Puglia Sociale che, ha spiegato la Gentile, “sarà uno strumento duttile e agile per intercettare nuove forme di finanziamento, e ampliare l’ambito di azione e collaborazione della Regione con altri soggetti pubblici e privati. Uno strumento a costo zero – ha tenuto a precisare l’assessore Gentile – la cui gestione sarà affidata esclusivamente alle strutture dell’assessorato: in questo modo sarà possibile mettere a disposizione dei soggetti interessati le conoscenze necessarie ad articolare gli interventi in maniera mirata”. Rassicurazioni che

Stop alle nuove costruzioni di impianti sportivi. La Regione Puglia punta tutto sulle ristrutturazioni e sul recupero del parco impiantistico esistente. Almeno per i prossimi tre anni, dunque, nessun investimento pubblico in nuovi impianti. E’ stato varano nell’ultima seduta del Consiglio regionale il Programma triennale per l’impiantistica sportiva e gli spazi destinati alle attività motorie e sportive (2012/2014). “Una nuova fase di programmazione – ha sottolineato l’assessore allo sport, Maria Campese - che dopo il percorso di partecipazione, definisce obiettivi, programmi ed azioni per le politiche di sviluppo del sistema sportivo”. Gli investimenti saranno direzionati esclusivamente al recupero dell’esistente. “Abbiamo ritenuto che fosse importante in questa fase concentrare le energie sul patrimonio già esistente fortemente degradato. – ha detto l’assessore – Così immaginiamo di sostenere tutto il sistema sportivo”. Quindi stiamo parlan-

non sono bastate ai commissari: il primo a sollevare dubbi il consigliere Pd Michele Monno, che ha puntato il dito contro la necessità di istituire una nuova fondazione,. Critica anche l’opposizione: Rocco Palese (Pdl), pur condividendo gli obiettivi, si è detto in disaccordo con le modalità indicate dall’assessore, che “prefigurano la nascita di un ulteriore “carrozzone”, come già avvenuto con le agenzie regionali”. Sospetto condiviso dai consiglieri Fli Giammarco Surico e Euprepio Curto, per il quale “è forte la sensazione che con l’apertura a imprenditori privati, si possa precostituire un sistema per rendere più flessibile all’esterno la gestione dei servizi sociali”. Il capogruppo Udc Salvatore Negro ha invece portato l’attenzione sulla necessità, “prima di affrontare ogni altra questione, di rivedere i Piani sociali di zona e le modalità con cui vengono distribuite le risorse”.

do di messa a norma e in sicurezza degli impianti sportivi, al fine di favorire il pieno utilizzo allo svolgimento delle attività motorie, ricreative, sportive, in ambienti sani e sicuri, “in quanto i problemi esistenti sono legati più all’inadeguatezza e insicurezza strutturale che alla loro insufficienza numerica” – ha continuato l’assessore Campese. Il sostegno della Regione è indirizzato, al recu-

pero dell’agibilità, della fruibilità e della funzionalità degli impianti sportivi esistenti con particolare riferimento all’adeguamento alle normative di sicurezza, alle norme igie-

nico-sanitarie ed a quelle per l’eliminazione delle barriere architettoniche, nonché alle norme Coni per la funzionalità degli impianti sportivi. Le risorse saranno assegnate ad ogni singola provincia (35% suddiviso in parti uguali tra tutte le province); il rimanente 65% sarà ripartito sulla base della popolazione residente in ogni provincia calcolata annualmente su base Istat.

comunicazione

Modificata la legge che regola il Corecom Con voto unanime il Consiglio regionale ha approvato la modifica della legge istitutiva del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni). Le modifiche consistono nella riduzione da 5 a 3 del numero dei componenti del comitato e la durata del loro mandato che in futuro sarà unico e non rinnovabile. Le modifiche si applicano a partire dalla

prossima legislatura ed alla scadenza del Comitato attualmente in carica. La proposta di legge, presentata dai capigruppo Michele Losappio (SEL) ed Angelo Disabato (Puglia per Vendola) è stata emendata anche nelle procedure di voto da parte del Consiglio regionale, che dovrà esprimere solo 2 preferenze e non più tre. Nella discussione generale è intervenuto

il consigliere regionale Nino Marmo che ha puntato sulle competenze da individuare nei componenti, più tecniche e professionalmente aderenti ai compiti attribuiti all’organismo. Sarà, dunque, un organo più snello ed in armonia con le politiche di spending review che la Regione sta faticosamente cercando di attuare. Gli obiettivi del Corecom restano, invece, immutati: una comunicazione plurale, obiettiva, completa, imparziale e aperta. A.D.


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Bari

venerdì 01 giugno 2012

UFFICI GIUDIZIARI - L’assessore Barbanente: “Dovrà essere una valutazione articolata e robusta, non solo tecnica ma anche politica”

Per la cittadella della giustizia manca la valutazione ambientale il commento

Le responsabilità degli amministratori

A differenza di molti vocianti nostri amici del pdl, continuiamo a credere che Emiliano sia un politico ancora onesto. Le sue responsabilità sono di altro tipo, come le vicende della cittadella della giustizia e delle mille case per militari dimostrano abbondantemente. Per fare il sindaco, sopratutto di una grande e complessa città come Bari, non basta essere o dichiararsi onesto. Occorre altro. Studiare, essere presente, non avere distrazioni, perseguire obiettivi, dare direttive, controllare. Tutte cose che a Michele Emiliano hanno fatto difetto. Con conseguenze pesanti per la città, e per i cittadini. Vedasi la questione Cittadella. La responsabilità principale è di Simone di Cagno Abbrescia. Fu lui ad abbandonare il progetto, parzialmente approvato e finanziato di via della Caboneria, per abbracciare l’equivoca ed oscura indagine di mercato, suggeritagli dai magistrati, dei quali, per via di Punta Perotti, aveva un mal celato timore reverenziale. Ma anche Emiliano non è esente da colpe. Avrebbe dovuto revocare subito quella indagine e ancora non l’ha fatto. Conseguenza: Pizzarotti, pur non avendo alcun legittimo diritto a costruire, senza gara d’appalto, un’opera pubblica, ha

vinto tutti i giudizi. I danni per la città sono enormi. In termini di spese, ma sopratutto di un drammatico minor servizio di giustizia. Grazie alle ottime entrature di cui gode il potentissimo gruppo imprenditoriale parmense e agli errori del sindaco Emiliano. Il quale, in tema di edilizia giudiziaria, deve farsi perdonare anche una terzina di altre non piccole questioni: la perdita dei finanziamenti per l’adeguamento del palazzo De Nicola, il pietoso stato di manutenzione dell’edificio di via Nazarianthz e la mancata individuazione di una soluzione alternativa a Pizzarotti certa e definitiva. Passiamo alle mille case per i militari. Anche qui, il Comune perde solo per sua sciatteria. Dove si è mai visto che su una questione così importante e delicata si presenta un ricorso oltre i termini di legge? Ebbene, a Bari è accaduto, almeno stando alla sentenza del Consiglio di Stato. Col risultato che a perdere è stato il Comune e a vincere l’ing. Cutolo e le sue singolari e lucrose speculazioni edilzie. Queste sono questioni importanti e discriminanti, sulle quali abbiamo visto realizzarsi fetide convergenze trasversali, da destra e sinistra. Emiliano ha il merito politico e morale di essersi opposto. Trattasi, infatti, di due vergognose speculazioni. Ma, allo stesso tempo, ha la colpa amministrativa e gestionale di averle trattate con un impegno e un’attenzione inferiori di molto a quanto sarebbe stato necessario. Una grande e complessa città come Bari non si amministra con la testa rivolta al Parlamento e alla Regione, ma con testa, occhi vigili e piedi ben saldi in Comune.

Angela Barbanente, assessore regionale, ed il progetto Pizzarotti

di Fortunata Dell’Orzo “Pizzarotti? Che ci proponga una VAS (Valutazione Strategica ambientale) e la regione si esprimerà”. Angela Barbanente, Assessora regionale all’urbanistica, è molto chiara quando le chiediamo un primo commento sull’ormai annosa vicenda della ricerca di mercato che “a botta” di Tar e Consiglio di Stato è diventata un bando di gara vinto. “Quando ci sono varianti al Piano Regolatore Generale di una città, e varianti della portata di cui stiamo parlando, la legge impone alla regione di esprimesi su una Valutazione strategica Am-

bientale presentata dal proponente della stessa variante. In questo caso Pizzarotti”. L’assessora fa comprendere che deve essere particolarmente accurata e strutturata, se intende superare con successo la valutazione regionale. “Deve essere robusta e articolata” aggiunge “in grado di reggere eventualmente davanti al Tar o al Consiglio di Stato. La regione ne deve dare una valutazione non solo tecnica, ma anche politica”. Tempi lunghi, dunque, e comunque l’ipotesi che la regione Puglia finisca per respingere la variante non è del tutto peregrina, anche se su questo Barba-

nente non si esprime. “La vicenda giudiziaria ha dilatato immensamente i tempi per la soluzione dell’emergenza in cui versa l’edilizia giudiziaria a Bari “ precisa “e fin quando questa vicenda non sarà conclusa in un senso o nell’altro, restano ferme le ipotesi alternative, fra le quali quella che aveva visto il massimo accordo fra Comune. Provincia e Regione”. Si tratta dell’ipotesi di recupero dell’esistente e dell’edificazione di un nuovo palazzo di Giustizia in via della Carboneria, sempre al Libertà, lo stesso quartiere su cui sorgono la vecchia procura e il tribunale dei minori.

Un’ipotesi valutata ed approvata da un tavolo tecnico-politico che aveva visto concordi le istituzioni e le associazioni dei operatori della Giustizia. Intanto, resta sempre sorvegliato speciale il fatiscente palazzo INAIL di via Nazariantz, sede attuale della Procura, dove i tecnici continuano a monitorare le condizioni di staticità dell’immobile. Mentre il Comune ha chiuso il 3 maggio la ricerca di mercato per il reperimento di immobili da affittare, in caso si rendesse necessario sgomberare in tutta fretta il palazzo dove attualmente lavorano Antonio Laudati e i suoi sostituti.

il comune soccombe al consiglio di stato

Case militari, la spunta Cutolo Ingiustizia è fatta. La Pro. Difesa dell’ing. Michele Cutolo costruirà i mille appartamenti per militari. La vicenda della Dec e delle case per le forze dell’ordine non ha insegnato nulla. Non una, ma due, tre, quattro via Pappacena, dunque. Così ha deciso il Consiglio di Stato, che, in accogliimento degli appelli della Pro. Difesa, del Ministero della Difesa e dell’Agenzia del Demanio, ha annullato la sentenza del Tar Puglia, che, in prima istanza, aveva dato ragione al Comune di Bari. I mille appartamenti, quindi, si potevano realizzare? Erano leciti e legittimi, nonostante l’area sulla quale sorgeranno sia tutt’ora inedificabile, perchè area di

rispetto militare? Niente affatto. Il Consiglio di Stato non è entrato nel merito. Nulla ha detto sulla legittimità del progetto. Esso si è limitato ad annullare la sentenza di primo grado, solo per ragioni meramente procedurali. In pratica, solo perchè il Comune di Bari ha promosso la causa fuori tempo massimo. Certo, è singolare che per una vicenda così complessa e importante il Comune sia stato preso in fallo. Nella migliore delle ipotesi, un nuovo, eclatante caso di grave sciatteria di un’amministrazione guidata da un sindaco girovago, distratto e ciarliero. A Bari il Tar ha considerato il ritardo giusti-

ficato dalla complessità degli atti e dalla non completa loro conoscenza da parte del Comune. A Roma l’hanno pensata diversamente e si sono attenuti formalmente alla lettera della norma. Zac! Ricorso irricevibile, perchè fuori termine. Hanno fatto bene? Non sappiamo. Anche in Cassazione, anni fa, c’era un presidente bravissimo. Conosceva tutte le sottigliezze del nostro codice di procedura. Si chiamava Corrado Carnevale. Era bravissimo. Lo chiamavano ammazza sentenze. Peccato che le sue ineccepibili decisioni liberassero ogni volta decine di mafiosi, condannati all’ergastolo. Ecco, il Consiglio di Stato in qualche modo somiglia al Presidente Carnevale. Nella forma forse ha ragione, ma nel merito

ha spianato la strada a una mega speculazione edilizia. Autorizzata dal Ministero della Difesa e progettata dall’ing. Michele Cutolo, che, facendo esperienza con la Cittadella della giustizia, ha scovato a Bari altri suoli inedificabili. Aree di rispetto aeroportuale, di nessun valore e destinate a rimanere per sempre incolte ed abbandonate. Lui le ha opzionate a prezzo vile e ne farà aree residenziali. In barba al piano regolatore, al Comune di Bari e alla programmazione urbanistica. Grazie al Ministero della Difesa, prima, e alla sciatteria del Comune, dopo. Il Consiglio di Stato ci ha messo solo la ciliegina, scoprendo il cavillo giusto. Che il cemento avanzi e la speculazione pure. Con il permesso della Corte. Giuseppe Pugliese


Bari

venerdì 01 giugno 2012

LA SITUAZIONE POLITICA IN CITTA’ - Il primo cittadino e la sua smodata volontà di scalata al potere

Il populista con la tessera C’è qualcosa di male nell’ambizione? Certamente no. Emiliano ha tutto il diritto di trovare un po’ stretta la fascia di Sindaco Una risposta senza risposte Emiliano ci ha risposto e, per farlo, ha scelto la più titolata Gazzetta. Solo che non ha chiarito nulla. Gli abbiamo chiesto di dire, non a noi, ma ai suoi elettori sino a quando farà il sindaco. Bastava una data, chiara e precisa, invece, al povero Michele Cozzi ha detto un sacco di cose, alcune inverosimili, molte inutili e, fra queste, quasi a mezza voce, che non si candiderà alla Camera. Noi siamo convinti del contrario. Si candiderà ed andrà in Parlamento. Non è così? Emiliano può smentirci. Indicando la data delle sue dimissioni.

di Enrico Ciccarelli

marisabella

Sentenza definitiva, cantieri a settembre? Alla fine ci siamo. Il Consiglio di Stato ha emesso la sua sentenza definitiva e ha respinto il ricorso della Matarrese Vittadello. Ricorso che tentava di opporsi all’assegnazione dell’appalto per la colmata di Marisabella alla Fincosit, che ormai ha la strada spianata per poter finalmente completare un’opera da tutti considerata strategica per il porto di Bari e la sua economia.

Una vicenda iniziata nel 2008, con la Matarrese-Vittadello che si aggiudica la gara con un ribasso d’asta ritenuto eccessivo dalla concorrente Fincosit, che appunto ricorrerà al Tar. A una successiva verifica dei costi e dei lavori, la Matarrese-Vittadello verrà esclusa dalla gara che sarà così aggiudicata alla Fincosit. Nuovo ricorso della Vittadello, fino al consiglio di Stato che alla

fine lo respingerà. Si apre dunque una nuova fase che dovrebbe portare entro settembre alla cantierizzazione dei lavori. Ma prima ci vorrà l’approvazione della Corte dei Conti, visto che l’importo è ben superiore ai cinque milioni di euro (infatti è di 58 milioni). Fortunata Dell’Orzo

L’ampia intervista di Michele Cozzi a Michele Emiliano pubblicata sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” di domenica non entrerà nella classifica 2012 dell’hostile questioning. L’evidente empatia fra intervistatore ed intervistato, però, non impedisce di leggere, nelle dichiarazioni del sindaco di Bari una risposta all’articolo di copertina dello scorso numero di questo giornale, anche se Emiliano non ci fa l’onore di citarci in maniera esplicita. Nessuno, peraltro, ha l’esclusiva dei dubbi, e i nostri interrogativi sull’intenzione di Emiliano di venir meno all’impegno assunto con i Baresi non sono una nostra pretestuosa invenzione, ma un timore che serpeg-

www.ilvelino.it

gia in città, determinato solo ed esclusivamente dalla condotta del primo cittadino. È del tutto evidente che, si tratti delle elezioni regionali 2010, del congresso del Partito Democratico, della presidenza dell’Anci, Emiliano è perennemente disponibile, arruolabile, in gara. Non è proprio l’atteggiamento di chi sta bene dove sta, e il fatto che ciascuna di queste avventure abbia avuto un esito infausto non fa che rafforzare la considerazione. C’è qualcosa di male nell’ambizione? Certamente no: anche in virtù del consenso che ha dimostrato di avere e di saper mantenere, Michele Emiliano ha tutto il diritto di trovare un po’ stretta la fascia tricolore e desiderare il laticlavio o altra più comoda inse-

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gna. Il problema, dal nostro punto di vista, è che egli continua a mostrare irresolutezza e ambiguità in questa specie di ruolo bifronte del “populista con tessera”, dell’antipolitico capitato per sbaglio in politica e purtuttavia da essa infinitamente sedotto, centauro dalla doppia natura, che vorrebbe essere sia l’occupante del Palazzo sia la folla vociante che contro il Palazzo manifesta. Il tentativo un po’ ottimistico e un po’ spregiudicato di potersi barcamenare indifferentemente su questo doppio registro di legittimazione forma l’irresolubile ambiguità del rapporto fra Emiliano e Bari, fra Emiliano e Vendola e –sempre più spesso- fra Emiliano Uno ed Emiliano Due. Intendiamoci, noi siamo molto lontani dal desiderare un Emiliano totus politicus, che sarebbe destinato ad uscire pazzo inseguendo le faide ed i pruriti del Partito Democratico; e facciamo il tifo meno ancora per un Grillo alle fave e cicoria: più semplicemente vorremmo che quella capacità di disancorarsi dalla pigrizia e dagli schemi del politicantismo divenisse progetto e forma precisa, non sembrasse –quale a noi attualmente sembra- mediocre furbizia trasformistica, che “La Puglia per Emiliano” non fosse l’ennesimo rassemblement di girovaghi e saltimbanchi della politica, ma una seria indicazione programmatica. Credo non sfugga a nessuno che il vendolismo ha cambiato in modo irreversibile l’azione e la percezione della Regione Puglia. Un serio patto con i cittadini comincia da qui, dal chiarire ai cittadini quanto si raccoglie e quanto si ripudia di quell’eredità. Nella prossima intervista che ritiene di concedere, caro Sindaco, provi a dircelo. I Baresi e i Pugliesi gliene saranno grati.


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Bari

venerdì 01 giugno 2012

LA CITTA’ E GLI SCANDALI - Come una spugna, assorbiamo tutto senza battere ciglio. Gli indignati non abitano qui

A Bari nessuno è straniero... e in molti se ne approfittano di Roberto Mastrangelo A Bari nessuno è straniero neppure Guerrero (giocatore colombiano del Bari di qualche anno fa) così diceva una famosa battuta di una fortunata serie televisiva con Toti e Tata. Uno slogan coniato per i Giochi del Mediterraneo del 1997 in cui Bari ha saputo dare grande prova di ospitalità e disponibilità nei confronti delle migliaia di visitatori e di atleti. Una frase che sembra “fatta e banale”, ma che letta tra le righe dà una perfetta pennellata di una città che, per bontà e superficialità, sembra capace di ammortizzare qualunque cosa, di ospitare tutto, di allargare le braccia con un candido sorriso di fronte a qualunque fatto. La degenerazione di quella frase è quella che, oggi, ci rende preoccupati, e non poco, per il futuro di una città che da troppi anni è stata bastonata da scandali e scandaletti di ogni specie. Siamo talmente abituati che nemmeno ci facciamo più caso, ed invece di indignarci perchè le sentenze dei giudici di pace vengono comprate una volta si e l’altra quasi (secondo le indagini ancora

in corso), facciamo finta di niente. Tanto siamo tutti amici, patate riso e cozze... panino sul lungomare e fare finta di niente. Chiediamo ormai da mesi uno scatto di orgoglio per una città che avrebbe le potenzialità per farlo e per diventare davvero un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno d’Italia. Ogni volta che assistiamo alla conferenza stampa di presentazione di

una nuova iniziativa, di un nuovo cantiere, di un nuovo progetto, sentiamo sempre le stesse, laconiche, parole della classe dirigente barese: “siamo contenti di quello che volete fare”, “siamo vicini a questa iniziativa”, “ci faremo promotori per sensibilizzare l’amministrazione”, “ci adopereremo in prima persona per risolvere il problema”... Basta! Le parole vuote di significato, dette dall’abbron-

zato assessore di turno (dopo la canonica ora di ritardo rispetto all’orario previsto) non ci bastano più. L’amministrazione di una città, la sua classe dirigente, le forze vitali della società civile barese hanno il dovere, anzi l’obbligo, di uno scatto di orgoglio. Dov’è finita la “baresità” tanto sbandierata? Possibile che si debba tradurre soltanto in una bandiera sventolata allo stadio, ma solo quando

arrivano le vittorie? E invece... nulla di tutto questo. Tutto viene assorbito, si fa finta di nulla. Si passa su tutto come con un aliscafo, ad un palmo dall’acqua senza bagnarsi. Ridiamo quando veniamo presi in giro ed additati come la città dei Tarantini, degli impiccioni e dei papponi, ma non abbiamo il coraggio e la forza di fare altrimenti. Di chi la colpa? Probabilmente di tutti.

Senza esclusione alcuna. A Bari nessuno è straniero, neppure Guerrero. E’ vero, sacrosanto. Però per una volta aggiungiamo anche la seconda parte della frase: “purchè chi arriva in città sappia rispettare le regole e agisca correttamente”. E’ chiedere troppo ai dirigenti, agli amministratori, a quella media borghesia colonna portante della baresità? Bisogna indignarsi, almeno ora!

togliamo la testa da sotto la sabbia

Questione morale e criminalità: cosa ne pensano i candidati sindaci?

Luigi D’Ambrosio Lettieri (Pdl)

Come è stato già scritto, a Bari non ci siamo fatti mancare nulla. Negli ultimi tre anni abbiamo visto e assorbito tutto. Scandali, malavita, corruzione, criminalità. Sotto tiro non solo la politica, ma anche la cosidetta società civile. Come abbiamo reagito? Silenti, abbiamo assorbito tutto. Gli indignati non abitano a Bari.

Antonio Decaro (Pd)

Quando, per una truffa ai danni della Provincia, e’ stato arrestato il vice Presidente della Camera di Commercio e consigliere d’amministrazione della Fondazione Petruzzelli, politici e imprenditori non hanno mosso un ciglio. E quando il solo Tatarella ne ha chiesto le dimissioni, il Presidente della Camera di

Commercio si è subito affrettato a rispondergli che la Camera aveva fiducia nell’operato della magistratura. Potremmo continuare. Il silenzio omertoso, minimizzante e negazionista è stata la regola. Della stampa, della politica e della società civile. Nessuno si è indignato, nessuno ha protestato, nessuno

si è dimesso. La corruzione non esiste, o almeno non in misura eccedente. Come in Sicilia, quando trent’anni fa, prima di Falcone e Borsellino, si negava persino l’esistenza della mafia. A Bari, ci sembra di ricordare, era il sindaco Di Cagno Abbrescia, che negava l’esistenza della criminalità organizzata. Per non danneggiare l’immagine della città, diceva. Poi, anni dopo, il Procuratore Antonio Laudati, venuto da fuori, scopriva che a gestire il fiume di denaro della criminalità organizzata erano i colletti bianchi della città. La droga, dilagante nelle scuole come nei quartieri alti, e le scommesse clandestine, che hanno macchiato anche l’immagine sportiva della città, gli affluenti principali. Corruzione e criminalità vanno sempre di pari passo. Negarle entrambe torna assai facile. Tarantini lo abbiamo presto dimenticato, Lavitola pure. Non per nulla è di Bari anche l’ideatore della norma salva Ruby. Un escamotage per favorire un corruttore inserito in un disegno di legge anti corruzione. Potenza di un levantino.

Tutto questo, mentre la politica si prepara al dopo Emiliano. Non si contano più gli aspiranti candidati, a destra come a sinistra, i gruppi di pressione, i circoli, le fondazioni, i movimenti, i club, le associazioni, i forum, i siti e quant’altro. Tutti dichiarano, incontrano, riuniscono, elaborano. Obiettivo, il palazzo comunale. Programmi, idee, progetti, su tutto e su niente. Sarà così per un anno e forse più. Una Fiera dei sogni. Pochi parleranno di risorse, tempi e procedure. Nessuno di questione morale e criminalità. Almeno questa è l’impressione. È facile scrivere programmi faraonici, un poco meno indicare le risorse e dove cercarle. Più difficile cimentarsi con le due questioni principali delle prossime amministrazioni, a Bari come a Milano, a Roma come a Bologna: questione morale e criminalità. I sindaci, tutti i sindaci italiani, avranno a che fare con loro. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i tanti aspiranti candidati sindaci di Bari, sperando che non vogliano continuare a tenere la testa sotto la sabbia. Di struzzi non abbiamo bisogno.


Bari

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Dal Petruzzelli alle cozze del Sindaco, tutte le bufere sulla città

Gli scandali di Bari Giampi Tarantini

di Fortunata Dell’Orzo 1991: nella notte fra il 26 e il 27 di Ottobre il teatro Petruzzelli, classe 1903, viene completamente distrutto da un incendio. Il processo per il rogo si è concluso con la condanna dei soli esecutori materiali del fatto, nulla invece si sa ancora sui mandanti e sul movente. E neppure sui presunti intrecci fra la distruzione del teatro e la successiva speculazione per la sua ricostruzione. La città dovrà aspettare sino al 2009 per riavere aperto e funzionante un teatro che pure tutti dicevano di amare alla follia. 1995: a marzo scatta L’Operazione Speranza, culmine di un’inchiesta giudiziaria iniziata tre anni prima e che porta in carcere o ai domiciliari gente del calibro di Vito Lattanzio e Rino Formica, il sindaco in carica, il socialista Giovanni Memola, il re delle cliniche private (e foraggiate dai soldi regionali) Ciccio Cavallari, il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Franco

Russo, ufficiali delle Fiamme gialle e due capi mafia come Savinuccio Parisi e i fratelli Carpiati, i cui uomini venivano assunti dal Cavallari nelle sue numerose cliniche. Insomma un “sistema” a tutto tondo. Ma nel 2009 saranno tutti assolti, mentre Cavallari patteggiò quasi subito ed ebbe 22 mesi. 1996: nonostante sia di fatto totalmente abusivo, i costruttori Matarrese, Andidero e Quistelli ottengono da Regione e Comune tutte le autorizzazioni per costruire il complesso di Punta Perotti, uno degli economo stri più famosi d’Italia, che per anni sarà oggetto di un contenzioso infinito (e sul risarcimento è ancora in corso). Le costruzioni, la cui demolizione diviene obbligatoria quasi dieci anni dopo, vengono poi abbattute con la dinamite nel 2006.

2007: Settembre, tempo di test all’Università. Gli inquirenti scoprono un sistema complesso e collaudato per far superare le prove di ammissione a Medicina. Tecnologia e furbizia ben mescolati, insieme a 8000 euro a cranio, che possono diventare anche 30 mila per i casi più difficili. Unica consolazione: non ci sono complici “interni” all’Ateneo, ma fra gli indagati c’è anche un consigliere comunale Aenne, il cui figlio era tra i candidati. L’università si costituisce parte civile. Alla fine 30 imputati patteggiano (gli studenti), 97 vanno a processo. Di questi, sette scelgono il rito abbreviato, gli altri quello ordinario. Il dibattimento è ancora in corso. 2009: Alberto Tedesco, uomo di spicco del PSI ai tempi di Craxi, ma anche dopo, viene indagato dalla Procura di Bari per associazione a delinquere e corruzione. Dal 2005 è assessore alla Sanità della giunta Vendola, nonostante moglie e figli risultino titolari di alcune società direttamente impegnate nella fornitura di apparecchi elettromedicali. Dopo l’avviso di garanzia si dimette, ma il Pd lo “salva” facendolo diventare senatore al posto di Paolo De Castro, nel frattempo eletto al Parlamento europeo. Il senato ha respinto la richiesta

Il San Nicola, tra cittadella della giustizia e calciopoli

di arresto, grazie al passaggio dello stesso Tedesco al centro destra. 2011: Giampi Tarantini e consorte assurgono agli onori della cronaca nazionale. Un mediocre Tycoon barese viene arrestato per estorsione (vittima è Berlusconi): avrebbe ottenuto sino a mezzo milione di euro dall’ex presidente del Consiglio per tenerlo fuori dalla vicenda D’Addario (la prostituta barese che sostiene d’aver trascorso una notte a Palazzo Grazioli) e di altre escort da lui procurate per il sollazzo del principe. Tra le “perle” di questa vicenda, viene alla luce Terry de Nicolò, famosa per aver dichiarato pubblicamente alla tv: “la bellezza è un valore ed è giusto pagarla” e “se sei racchia stattene a casa”. 2010 – 2012: Operazione Gibbanza 1 e 2. La

Guardia di Finanza smaschera un vero e proprio sistema che toccava gangli sensibili dell’amministrazione della giustizia tributaria barese (e non solo). 23 gli arrestati fra la prima e la seconda tranche dell’inchiesta che in sostanza mirava a pilotare le sentenze (agli avvocati veniva proposto di scriverle direttamente in cambio appunto di una tangente, la “gibbanza” del titolo). C’è il presidente dell’ordine dei commercialisti di Bari tra i sei arrestati della seconda ondata, per corruzione in atti giudiziari e falso. Due i commercialisti finiti nei guai: il presidente Giorgio Treglia e il collega Cosimo Cafagna. C’è poi il presidente di una delle commissioni tributarie Aldo D’Innella e l’imprenditore di Noci, Raffaele Putignano. 2012: Il Bari calcio, insieme ad altre società di A, B e altre serie minori, è coinvolta nello scandalo del calcio scommes-

se, soprattutto grazie a un suo ex di spicco Andrea Masiello che su sua stessa ammissione si sarebbe venduto per 250 mila euro, facendo un autogol da manuale per far perdere il Bari contro il Lecce. A questa storia, già abbastanza squallida, si aggiungono le minacce e le percosse di tre cosiddetti ultras del Bari, nei confronti degli stessi giocatori per indurli a perdere e quindi favorire le scommesse clandestine. 2012: Bufera sui Degennaro. Tutto inizia con l’alluvione del 2005, quando la cava di Maso a Carbonara viene sommersa da acqua e fango, compromettendo la staticità delle costruzioni circostanti. Le indagini portano agli appalti affidati dal Comune alla famiglia di costruttori che nel frattempo è diventata un serio serbatoio di voti per il Pd barese. Gerardo infatti è consigliere regionale, Annabella (sua nipote) è addirittura assessore nella giunta Emiliano bis, Daniele (fratello di Gerardo) è presidente regionale federalberghi. Le indagini finiscono poi con l’impattare la costruzione di due grandi parcheggi sotterranei per i quali gli inquirenti riscontrano irregolarità nello svolgimento dei lavori, difformità rispetto ai capitolati e complicità di funzionari regionali e comunali. Fra le intercettazioni rese note, spicca quella, ormai leggendaria, di un vistoso (e cafoncello) regalo al sindaco Emiliano alla vigilia di Natale: pesce fresco e ostriche che, per mancanza di spazio in frigo, il primo cittadino non rifiuta come avrebbe dovuto ma ospita nella vasca da bagno.


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Bari

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IL NODO FERROVIARIO E IL RACCORDO GOMMA-FERRO - Le motivazioni espresse dal Comitato Civico Metropoli

Terminal autolinee di Bari, un progetto che non convince Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha definitivamente approvato il progetto di riqualificazione della Stazione Centrale di Bari presentato da Grandi Stazioni (Gruppo FS). L’opera prevede interventi strategici con realizzazione di scale mobili e ascensori per i sottopassi pedonali, migliori collegamenti con le banchine ferroviarie, restyling della facciata e delle aree esterne alla stazione di Piazza Moro e, ancora, interventi sul fronte della stazione su via Capruzzi, che sarà caratterizzato dalla costruzione di un edificio su quattro livelli (tre fuori terra, uno interrato), oltre “un terminal unico per gli autobus extraurbani” con annessa biglietteria e sala di attesa, individuato in un’area delle Ferrovie dello Stato situata nella “ex Squadra Rialzo”. Sull’area indicata sarebbero dirottati i bus delle autolinee extraurbane FAL, FSE, STP-Bari e CO.TRA.P., oltre a quelli dei vettori privati. Sulla questione il Comitato Civico Metropoli ha chiesto un parere ai propri esperti, che hanno dato una valutazione ne-

gativa. Il progetto approvato dal CIPE prende le mosse da una precedente idea di realizzazione esplicitata, nell’anno 2008, nel Piano Urbano della Mobilità (P.U.M.) dell’Area Vasta di Bari. P Non è discutibile che Bari, città Metropolitana, non debba avere siti dignitosi per le corrispondenze fra le autolinee extraurbane e gli altri modi

di trasporto. Per quanto invece attiene ubicazione consistenza e tipologia dell’intervento le scelte operate, sia per ubicazione che per funzionalità non sono in alcun modo accettabili. Al più, si potrebbe lì operare per un provvisorio posto centrale di corrispondenza fra il modo di trasporto con autobus extraurbani e gli altri modi

di trasporto terrestre. Queste le principali motivazioni: La distanza da percorrere a piedi fra la cosiddetta “Stazione Autolinee” e l’accesso ai treni o ai bus urbani o ai taxi o al bike - sharing (asse del fabbricato viaggiatori della Stazione ferroviaria di Bari Centrale) è di oltre 600 metri: distanza incompatibile per poter parlare di “integrazione

gomma-ferro”. Un terminal così distante da Piazza Moro non risulta affatto integrato nemmeno con il sistema dei bus urbani, ivi facenti capo, né tantomeno con la postazione dei taxi. L’integrazione fisica fra modi di trasporto diversi comporta necessariamente la relativa contiguità. Gli stalli, previsti nel numero di 20, di gran lunga inferiore al n. di 45 previsti nell’idea progettuale del PUM, sono del tutto insufficienti per “reggere” il carico di domanda di servizio per partenze e arrivi delle fasce di punta. L’analisi condotta con i dati disponibili o forniti dalle Aziende porta a determinare una movimentazione di autobus nell’ora di punta (7,308,30) , fra partenze e arrivi, di circa 140 veicoli, che equivale a più di due autobus/minuto in entrata/ uscita dal terminal. Tale domanda di servizio non solo è incongruente con l’offerta di servizio, ma è da considerare insostenibile anche in termini di complessive condizioni di circolazione veicolare in quel punto della via Capruzzi, in esse incluso il traffico veico-

lare privato, col quale il movimento degli autobus interferirebbe. Va poi evidenziata la totale incoerenza che la soluzione progettuale presenta rispetto all’iter del concorso d’idee che l’Amministrazione ha bandito, a breve, per il riutilizzo delle dismesse e dismettende aree di RFI, in seguito al definito (?) nodo di Bari. Appare cioè fuori luogo e fuori tempo la localizzazione e la configurazione di un impianto “Terminal” all’interno di aree per le quali è previsto un Concorso d’idee per la loro complessiva riutilizzazione. Va infine rilevato che, all’epoca di redazione del P.U.M., il sottosuolo della ex Caserma Rossani sembrava intoccabile, perché destinato ad uno specifico “Project Financing”, disgiunto dalle aree ferroviarie. Oggi non è più così. La “Rossani”, o quanto meno il suo sottosuolo, tornano in gioco per mutate finalità. E la indicazione suggerita all’epoca nel PUM, quantunque – si ribadisce – considerata provvisoria dallo stesso PUM, è da considerare oggi superata.

le due proposte alternative del comitato civico metropoli

Lo spazio della ex-Rossani come polo di collegamento La prima proposta alternativa consiste semplicemente nel lasciare al Vincitore del concorso d’idee, per il riuso delle Aree dismesse e dismettende da RFI, l’allocazione e la tipologia del posto di Corrispondenza “Gomma-Ferro”, nell’ambito dell’intero contesto delle superfici per le quali vi sarà concorso. La seconda proposta, meno immediata della prima, richiede maggiore argomentazione. Va premesso ch’è recente la notizia della revoca, da parte del Comune di Bari, della sua Delibera n. 756 del 2011, che preludeva alla ricerca ed individuazione di un partner privato per procedere alla riqualificazione, in Project Financing, dei circa 9 ettari della ex Caserma Rossani (passata nel marzo 2009 dal demanio dello Stato al Comune, nel contesto della permuta con la Chiesa Russa, passata, quest’ultima, nella disponibilità del Patriarcato di Mosca).

Occorre dire che sull’area, situata in pieno centro cittadino a ridosso immediato della Stazione Centrale del Capoluogo, il Comune di Bari, nell’ambito di iniziative sulla riqualificazione urbana, aveva ipotizzato la creazione di un parco polifunzionale che prevedeva la realizzazione di uno studentato, l’allocazione di negozi, dell’Accademia delle Belle Arti, di Uffici e Locali, di un parcheggio pertinenziale interrato, di orti botanici, campi sportivi, di attività destinate alla creatività giovanile, allo sport, al tempo libero, all’arte ed alla musica. In poche parole un parco urbano polifunzionale da assumere come “polo” della cultura e della musica”, immerso in un grande polmone verde nel pieno centro cittadino. Il tutto sarebbe stato realizzato con finanziamenti del Comune già disponibili (13 ml di euro ottenuti dallo Stato per la

riqualificazione dell’area), cui si sarebbe aggiunto, in virtù di un protocollo d’intesa da firmare fra le Parti, un ulteriore finanziamento della Regione. Ma al progetto comunale è seguito un ampio dibattito e infine il “gelo” della Regione e le proteste e le ire di molti cittadini e di varie Associazioni ambientalistiche e di mobilità sostenibile, perché sarebbero state intraviste, nel progetto del Comune e nel relativo studio di fattibilità, ipotesi di partecipazione mista “pubblicoprivato”, irrealizzabile senza la costruzione di nuovi edifici e, conseguentemente, di una possibile ed eccessiva cemen-

tificazione dell’area. Saltata la sottoscrizione del protocollo d’intesa ipotizzato con la Regione, è stata revocata la Delibera 756 che preludeva alla ricerca e individuazione di un Partner privato per la riqualificazione dell’area in Project Financing. Con tali premesse, va riesaminata la possibilità d’idonea allocazione di un vero posto di Corrispondenza fra le autolinee extraurbane e la Stazione ferroviaria di Bari C.le.. Riesame doveroso per una città che legittimamente ambisce all’importante ruolo di “Metropoli Mediterranea”. Quanto agli accessi, andrebbero presi in considerazione principalmente Largo Ciaia e largo Sorrentino, oltre la via G. Petroni, anche se, quest’ultima, con minore valenza tecnica. Per il rapido collegamento con il Fabbricato Viaggiatori della Stazione Ferroviaria di Bari C.le, vi sarebbero brevi tragitti meccanizzati (Nastri trasportatori, scale mobili ed ascensori), secondo le tipologie che il progettista considererebbe più idonee.

Tutto ciò, senza pregiudicare in alcun modo le attese della città per il riuso della ex Caserma Rossani. Al riguardo, va reso noto che al concorso d’idee promosso dal C.C. Metropoli, denominato “Baricuci”, per idee sull’interramento totale della ferrovia nelle aree centrali delimitate dalle coppie di quartieri, a nord ed a sud della ferrovia, “Libertà-Picone”, “Murat-Carrassi” e “Madonnella-San Pasquale”, benché nel bando del Concorso non vi fosse alcun riferimento alle aree della ex Caserma Rossani, ben circa 120 ingegneri ed architetti partecipanti, spontaneamente e, si potrebbe dire, naturalmente, associarono le aree della “Rossani” a quelle degli attuali sedimi ferroviari di Bari. In altri termini, 120 giovani professionisti unirono ciò che l’Amministrazione aveva già deciso di dividere. Ed allora, sorge spontanea la domanda: hanno avuto traveggole tutti i 120 professionisti del concorso o invece la scelta già all’epoca operata dall’Amministrazione Comunale era da rivedere e riesaminare?


Territorio

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ALTAMURA - La lettera del Presidente dell’Ente ai proprietari dei terreni: “Intenti comuni per la valorizzazione dei percorsi”

Cava dei Dinosauri, il Parco chiede un incontro urgente provincia bat

Maggioranza in crisi? Ventola fa il pompiere Crisi politica nella maggioranza di centrodestra alla Provincia Bat? I malumori sicuramente ci sono stati, tant’è che l’ultima riunione del Consiglio, mercoledì scorso, è stata sospesa per mancanza del numero legale. A fare il pompiere, e gettare acqua sul fuoco minimizzando l’accaduto è il Presidente della Provincia Francesco Ventola. Si sarebbe dovuto discutere ed approvare l’ordine del giorno relativo al Rendiconto di Gestione 2011. Sulla questione è intervenuto il Presidente della Provincia di Barletta - Andria Trani Francesco Ventola. “La mancanza del numero legale dei Consiglieri presenti in aula al momento dell’approvazione del Rendiconto di Gestione 2011 non è in alcun modo riconducibile ad una crisi politica in seno alla maggioranza - spiega Ventola -. I Consiglieri provinciali Fedele Lovino e Nicola Di Palma hanno dovuto abbandonare anzitempo i lavori per motivazioni strettamente personali”.

Sull’uscita dall’aula della Puglia Prima di Tutto Ventola così commenta: “il gruppo de La Puglia Prima di Tutto ha lasciato l’aula dopo aver proposto l’aggiornamento della seduta (respinta a maggioranza dei presenti) per approfondire ulteriormente l’ordine del giorno e senza alcuna polemica di carattere politico, come d’altronde a più riprese ribadito dal Capogruppo consiliare Vincenzo Valente”. “Voglio assolutamente sgomberare il campo da ogni eventuale polemica - ha concluso il Presidente della Provincia -. Sono convinto che, già dalla prossima seduta, approveremo in maniera convinta e con la maggioranza compatta il rendiconto di Gestione per l’esercizio 2011, unitamente al Bilancio di Previsione 2012”. Resta, tuttavia, il dubbio che le motivazioni siano strettamente personali e il fatto di vedersi bocciare l’aggiornamento della seduta rimangono. Non potevano prepararsi prima della seduta al dibattito?

Pubblichiamo una lettera aperta dal Presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia per la richiesta di incontro urgente per la salvaguardia e la valorizzazione del sito “Cava dei Dinosauri” in Altamura. C’è, infatti, la necessità di mettere in atto ogni strategia possibile per qualificare e rilanciare i percorsi turistici preistorici nel Parco dell’Alta Murgia riguardanti le orme di animali ormai estinti. Per farlo è necessario trovare una unità di intenti tra pubblico e privato. Ai Signori proprietari del sito Mi spinge a scrivervi la necessità di procedere in tempi celeri alla definizione del destino di un sito altamente qualificante all’interno non solo dell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ma del territorio dell’intera Murgia barese. Come ben sapete, l’area con le impronte dei dinosauri ricadente su terreni di vostra proprietà fa parte di un più ampio insieme di emergenze storiche e archeologiche, un vero e proprio percorso che certifica il passaggio in Puglia, e nella provincia di Bari in particolare, di queste gigantesche figure preistoriche. Sono sicuro condividiate con noi l’idea che

questo patrimonio costituisca un valore aggiunto da mettere a frutto in chiave non soltanto turistica. Così come sono sicuro che solo la raggiunta consapevolezza di una necessaria condivisione di tale patrimonio potrà aiutarci a superare l’attuale situazione di emarginazione che un sito di tale valenza non merita. Condividere per valorizzare è l’azione che intendo portare avanti a beneficio di tutti i luoghi di grande interesse storico, architettonico, archeologico di queste terre. Nel caso della cava

dei dinosauri ne gioverebbe sicuramente tanto l’immagine della Murgia, quanto quella di Altamura con il suo tessuto imprenditoriale. A questo verrebbe riconosciuta la lungimiranza nello sposare, tra i propri target qualificanti, il sostegno alla cultura in quanto motore di crescita per il territorio. La creazione di interazioni sempre più strette tra l’ente Parco e le realtà dell’associazionismo ambientalista e non, del privato sociale, delle organizzazioni di categoria, del tessuto economico,

è il primo obiettivo che mi sono posto all’atto dell’insediamento come presidente. In quest’ottica, ben consapevole che il confronto sul sito della cava dei dinosauri non è più rinviabile, pena la perdita di senso della enorme prospettiva di valorizzazione che abbiamo davanti, vi chiedo sin d’ora la disponibilità a un incontro per discutere il futuro di questo sito archeologico di inestimabile valore. Cesare Veronico Presidente Parco Alta Murgia

castellana grotte

otranto

Giornata dello sport nella villa comunale

Il Consiglio di Stato blocca megavillaggio

Anche quest’anno il Comune di Castellana Grotte aderendo all’iniziativa nazionale organizzerà la “Giornata Nazionale dello Sport” con l’obiettivo di promuovere e valorizzare le funzioni educative e sociali dello Sport quale fondamentale valore di crescita e di arricchimento della personalità dell’individuo, di preservazione della salute e di miglioramento della qualità della vita e di responsabilizzazione e rafforzamento della società civile. “Organizziamo con convinzione manifestazioni come queste

- sottolinea il sindaco Francesco Tricase - anche perchè nel corso degli anni abbiamo registrato una crescita costante, sotto l’aspetto della partecipazione di castellanesi tra bambini, giovani ed anziani che con puro spirito di divertimento si cimentano in attività ludico sportive, ricreative e del tempo libero”. Domenica 3 giugno in Villa Comunale, dove in mattinata, dopo l’accensione del tripode olimpico, le varie associazioni inviteranno i più piccoli a cimentarsi nelle varie discipline.

“Legambiente -dichiarano Francesco Tarantini e Maurizio Manna, rispettivamente Presidente e Direttore di Legambiente Puglia- esprimono viva soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato che boccia la costruzione di un nuovo ecomostro nel Salento”. La decisione emessa dal Consiglio di Stato rigetta il progetto di un villaggio turistico da 66.500 metri quadrati e 800 posti letto che l’impresa “Casevacanze srl” di San Cassiano avrebbe voluto costruire a Otranto in località Specchiulla. “Sentenza importante- continuano Tarantini

e Manna - perché cancella ogni ipotesi di cementificazione in un’area meritevole di grande valore naturalistico, per la presenza della gariga mediterranea, così come stabilito nel Piano Urbanistico Territoriale Tematico, vigente in tutta la regione, che vieta la costruzione di nuovi insediamenti residenziali e produttivi nelle aree ricoperte da macchia mediterranea. La sentenza – concludono Tarantini e Manna - costituisce inoltre una buona occasione per rilanciare l’iter istitutivo del Parco Regionale Laghi Alimini”.


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Foggia

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Il Comune non paga i fitti, il proprietario sfratta. Mozione in Consiglio sui nodi della questione-edilizia

Zona Salice: foggiani a rischio deportazione una targa per franco mancini

Ricordato un grande sportivo

Franco Mancini, indimenticato estremo difensore di Zemanlandia, scomparso repentinamente qualche mese fa, è stato ricordato a Palazzo di Città con una semplice e toccante cerimonia nel corso della quale il Sindaco Gianni Mongelli ha consegnato una targa a Chiara Carpano, vedova dello scomparso. Il grande esempio sportivo ed umano di Mancini, che dopo il ritiro ha continuato a collaborare con mister Zeman

come allenatore dei portieri e lo aveva seguito anche a Pescara, meritava questo riconoscimento commosso, che è reso un po’ più amaro dalla tragica situazione in cui versa il Foggia, che fra liti societarie e contestazioni dei tifosi rischia di non potersi iscrivere al prossimo campionato. Ma per fortuna le miserie presenti non possono offuscare i luminosi esempi del passato, come quello di Franco Mancini.

di Claudio Aquilano Ha toni giustamente drammatici la mozione sull’emergenza abitativa presentata dal Consigliere Comunale di opposizione Bruno Longo, eletto nella civica “Prima Foggia”. I nodi di un sacco edilizio irresponsabile stanno venendo al pettine, e il punto di principale acuzie dell’emergenza abitativa si trova in zona Salice, dove centinaia di cittadini bisognosi, per i quali il Comune pagava il fitto in alloggi di proprietà del signor Gaetano Moreno, sono ora sotto sfratto. Palazzo di Città non ha pagato i canoni pattuiti e al proprietario non è rimasta alternativa allo sfratto per morosità. Le “caseMoreno” sono a loro volta la punta di un iceberg: i costi similari incidono sul bilancio del Comune per circa tre milioni di euro all’anno, dai quali traggono beneficio circa cinquecento famiglie. In realtà l’Amministrazione Mongelli aveva cercato di favorire la stipula di contratti diretti fra locatori e locatari, garantendo un contributo al fitto di entità certa, ma il progetto non è mai decollato, vuoi per le resistenze degli assistiti,

san severo

vuoi per quelle dei proprietari, che non accettavano rapporti di locazione non garantiti dal Comune. Il vero scandalo, in realtà, non è questo, anche perché la situazione presenta, accanto a realtà di autentico bisogno, sacche di clientelismo e di “professionisti del disagio” che rappresentano la peggiore eredità della Prima Repubblica. Il punto è che questa piaga pronta a suppurare attesta il fallimento delle politiche abitative condotte dalle amministrazioni degli ultimi sette anni. Va ricordato che la Giunta Ciliberti e quella Mongelli hanno moltiplicato in modo esponenziale gli accordi di programma e gli altri strumenti di urbanistica contrattata, proprio facendo leva sul bisogno di case esistente a Foggia. Il meccanismo è noto: l’Ente concede permessi edilizi in cambio di pubbliche utilità realizzate dal costruttore. La forma canonica prevederebbe la realizzazione di servizi, come le cosiddette opere di urbanizzazione secondaria (scuole, parcheggi, aree verdi), ma lo strumento è stato utilizzato per acquisire una quota di alloggi da destinare

alle varie forme di disagio (baraccati, sfrattati e altri senzatetto). Al momento non risulta che il gran fervore di accordi stipulati (che sono ricordati con inesorabile chiarezza nella mozione-Longo) abbia prodotto un solo incremento delle disponibilità immobiliari del Comune. A causa dei contenziosi, ma anche di quella che sembra un’inspiegabile inerzia di Palazzo di Città nel richiedere il dovuto. Spesso il problema sta a monte, cioè nella scarsa chiarezza con la quale vengono stipulate le intese preliminari, o nella genericità delle contropartite (spesso vengono considetati “impianti sportivi” dei quadrati d’asfalto contornati da linee per essere un improbabile campo di pallavolo). Sta di fatto che, mentre si costruisce a ritmi forsennati, con un consumo di suolo impressionante ed una ovvia riduzione dei servizi e della vivibilità (una delle più sciagurate operazioni della Giunta Ciliberti è stata l’assenso a considerare abitabili i volumi destinati ad attività commerciali ed uffici in zona 167). Ora ci mancava il rischio deportazione. Ci sarà qualche segno di resipiscenza?

soddisfatti comune e provincia

Venerdì prossimo il primo congresso cittadino di Fli

Salva la sede di ingegneria

Si svolgerà venerdì prossimo, 8 giugno, a partire dalle ore 15 e per

“Istituzioni e forze sociali hanno plasticamente mostrato quali risultati possono essere raggiunti a vantaggio della comunità quando le rappresentanze del territorio armonizzano le proprie politiche e fanno convergere i propri sforzi verso un obiettivo condiviso”. Il sindaco di Foggia Gianni Mongelli e il presidente della Provincia Antonio Pepe esprimono così la “grande soddisfazione” per la decisione del Senato Accademico del Politecnico di Bari che ha condiviso, al pari del Consiglio di Amministrazione, la proposta avanzata in sede locale per favorire il proseguimento dell’attività nella sede distaccata foggiana della Facoltà di Ingegneria. “Abbiamo deciso di ingaggiare un confronto serrato perché convinti della necessità di preservare la presenza a Foggia di un centro di alta formazione strategica per l’intero sistema economico e amministrativo – affermano Mongelli e Pepe – Dunque, ci siamo impegnati con l’obiettivo di superare una difficoltà contingente ed avviare un’azione sinergica finalizzata ad ottenere, di qui a qualche anno, una presenza ben più ampia e meglio radicata dell’attuale sede distaccata. Ora che il Senato Accademico ha condiviso la nostra proposta bisognerà concretizzarla con il contributo di quanti hanno partecipato attivamente alla sua definizione ed hanno assunto l’impegno di partecipare al necessario sforzo finanziario.

tutto il pomeriggio, il primo congresso cittadino di Futuro e Libertà

a San Severo. Presenti il consigliere provinciale Emilio Gaeta, la consigliera comunale Tiziana Sponzano, il dirigente provinciale Fernando Tartarino ed il commissario cittadino uscente Salvatore Tempesta. Un momento importante per il partito di Fini nel grosso centro dauno, dove conta oltre duecento iscritti, due eletti negli enti locali e diversi aderenti al movimento giovanile di Generazione Futuro, guidato da Giuseppe Bruno. I lavori saranno presieduti dal coordinatore provinciale di Fli in Capitanata Fabrizio Tatarella e vedranno la partecipazione delle istituzioni e dei partiti politici locali.

IL COMMENTO

Sotto il nome di emergenza di Fabrizio Tatarella

Noi speriamo che il grido di allarme gettato dal consigliere comunale Bruno Longo non rimanga inascoltato, e che l’Amministrazione Mongelli voglia prendere in serissima considerazione quanto denunciato e sottolineato. Ma anche al di là del merito specifico della questione sollevata non si può non rimarcare come l’emergenza abitativa sia ormai da quasi un quarantennio la foglia di fico o l’alibi per una politica urbanistica indegna, che ha comportato un consumo di suolo impressionante (a quel che pare, la superficie edilizia di Foggia è cresciuta di venti volte dall’inizio dell’Ottocento) e un’assoluta mancanza di interventi ristrutturatori e modernizzatori delle aree centrali. In pratica l’ha fatta da padrona la rendita fondiaria. Negli ultimi otto anni le Giunte di centrosinistra hanno ulteriormente aggravato la situazione, con il colpevole blocco delle attività di pianificazione e una serie di bislacche attività di “urbanistica contrattata” che hanno comportato un autentico sacco edilizio della città. Ogni tanto qualche anima bella della maggioranza (da ultimo il consigliere di Sel Leonardo de Santis) cerca di dare lo stop, ma la macchina della speculazione non si ferma mai; all’ombra della perenne emergenza abitativa.


Cerignola

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Il vicepresidente della Commissione Antimafia sulle macerie dell’ex Albergo Moderno, in Commissariato, poi il comizio

Grande successo della visita di Fabio Granata in Capitanata in politica, in particolare al comune

Contano gli uomini preparati e capaci La buona amministrazione la fanno gli uomini. Quelli capaci, preparati. Con un certo carattere e carisma. Insomma quelli con le palle. Si è parlato molto di sicurezza in questi giorni. Ne abbiamo parlato anche al comizio riuscitissimo con gli on.li Fabio Granata e Salvatore Tatarella. Ho sostenuto che, però, chi non è capace di assicurare la propria incolumità sul proprio posto di lavoro non può dare e trasmettere sicurezza agli altri. Mi spiego meglio. Negli ultimi mesi il sindaco Giannatempo è stato aggredito sia in sala consiliare che nel proprio ufficio. Ogni giorno sul Palazzo di Città ci sono problemi di ordine pubblico. Soprattutto negli uffici dei servizi sociali. Sul Comune c’è un via vai continuo di persone. A volte poco raccomandabili. Spesso gente che non ha niente da fare. Non funziona così in altre vicine città. Ad esempio a Manfredonia. Qui ci sta una guardiola all’ingresso con un impiegato ed un vigile urbano. Fermano tutti. Chiedono

dove devi andare. Si sono regolamentati anche facendo entrare il pubblico solamente due giorni alla settimana. Tutto funziona. Tutti sono al lavoro. Praticamente gli uomini che amministrano e dirigono Manfredonia sono con caratteristiche diverse da quelli di Cerignola. Si sono dati un ordine. Una disciplina. Una organizzazione. E tutto funziona. Semplicemente sono uomini capaci e con le palle. I nostri, invece sono capaci di tutto. In negativo intendo dire. Sono riusciti persino a fare un comunicato stampa in cui ammettendo come giunta di non aver fatto niente di buono sino ad ora rilanciano la stessa con un rimpasto. Ammettendo che per due anni non ha funzionato niente. Sono dei folli secondo voi oppure sono follemente sinceri? Certo a pensare che i due nuovi arrivati in Giunta, Spione e Mennuni, possano rilanciare l’attività amministrativa sicuramente dobbiamo ritenere che siano dei folli e basta! Enzo Pece

Un momento del comizio di Cerignola con Fabio Granata

Grande eco sulla stampa e in città ha avuto la visita in Capitanata e a Cerignola del Vice Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, l’Onorevole Fabio Granata. Dopo una mattinata intensa in compagnia del Coordinatore provinciale di FLI, l’avvocato Fabrizio Tatarella, durante la quale ha incontrato il Procuratore della Repubblica Francesco Russo e il Prefetto Monteleone, oltre ai vertici di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia. è giunto per una rapida visita a Cerignola lo scorso giovedì 25 Maggio. Prima si è recato a vedere le macerie dell’ex Albergo Moderno, sulle quali presentò una interrogazione alla Camera tempo fa, poi poco dopo le 19 è giunto al Commissariato di Polizia, per portare la vicinanza e solidarietà ai poliziotti,

ribadendo gli stessi concetti anche per l’Arma dei Carabinieri, dopo l’attentato al maresciallo Sabino Natale. Gli onori di casa sono stati fatti dal responsabile della struttura, il dottor Giuseppe Patruno; successivamente ha incontrato i vertici dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, insieme al Questore di Foggia Maiorino. Al termine dell’incontro il Vice Coordinatore nazionale di FLI Fabio Granata ha dichiarato: «Il Problema Sicurezza in provincia di Foggia è alla pari di altre realtà italiane; qui c’è una organizzazione moderna di forze dell’ordine in grado di garantire e proteggere i cittadini. Qui c’è una strategia moderna di collaborazione per proteggere la città. I fatti di questi ultimi giorni – ha concluso Granata -, anche tragici, ci

SPORT

Solenergy in serie C La Solenergy UDAS ha scritto un capitolo importante per la storia dello sport cerignolano, la squadra di pallacanestro locale è stata promossa nella serie C Regionale. Venerdì 1 Giugno alle ore 20.30 presso il palazzetto dello Sport avverrà la Cerimonia di Premiazione dei nostri Campioni e, a seguire, la festa per la meritata serie C! Complimenti al Presidente dell’Udas Giuseppe Digiorgio che ha creduto in un sogno divenuto realtà.

dicono di non abbassare la guardia e di essere presenti sul territorio in maniera capillare». Infine, accompagnato dal presidente dell’Assemblea di Fli, Salvatore Tatarella, si è recato al comizio del partito e ha parlato di sicurezza e le-

galità. Sul palco il coordinatore Cittadino Enzo Pece e l’esponente di Generazione Futuro Stefano Petrarolo che a 17 anni ha debuttato nella scena politica cittadina dimostrando come FLI sia sempre di più un partito di giovani. Non solo Fabrizio Tatarella, il coordinatore provinciale più giovane di tutta la Capitanata, ma anche tantissimi giovani diciottenni come Benedetto Terenzio, Stefano Petrarolo guidati dal fratello maggiore Carlo Dercole, giovanissimo dirigente provinciale del partito di Fini, a cui il Coordinatore provinciale e Enzo Pece hanno dato molta fiducia in prospettiva di un ricambio generazionale nella classe dirigente della nostra città. Largo ai giovani anche a Cerignola.

mi per... metta!

Ecco il nuovo che avanza contro l’avanzo del vecchio Mi per... Metta, Stefano Petrarolo. 17 anni al primo intervento in un pubblico comizio. Dette cose sensate,con la giusta passione. Giusto un paio di settimane dopo un’altra giovanissima, Marta Pizzi, egualmente brava, nell’aprire con freschezza di argomenti e passione civile il comizio mensile della Cicogna. Dunque, tanto male il panorama cittadino non è. Giovani con la voglia di fare ce ne sono. Partiti - FLI - e Movimenti - La Cicogna - che danno spazio a queste giovani energie,ci sono e si danno da fare. Sono fatti concreti,che inducono ad un significante ottimismo per il futuro politico della nostra città. Certo, dall’altra parte, una pattuglia di “mbrughiela cutin”, di arruffoni, in lingua madre, continua con le solite sceneggiate. Vertici. Rimpasti. Togliti tu, che mi ci metto io! Due realtà evidentemente opposte;espressione di due concetti di politica antiteci. Quello delle poltrone e dei giochini clientelari e di potere,contrapposto a quello della passione civica e della dedizione al bene collettivo. Certo - personalmente - gli artefici della prima interpretazione io li manderei di corsa a casa. Ma tempo al tempo; anche il frutto più gustoso e pregiato ha bisogno di maturare. E, mi per... Metta, Stefano; mi per... Metta Marta, mi pare proprio che, a furia di irrigare, curare amorevolmente, assistere questa pianta giovane, i frutti comincino a vedersi. Bene per i nostri concittadini, che hanno sempre più netto il quadro della situazione. L’alternativa. Il nuovo che avanza, contro l’avanzo del vecchio. Un avanzo putrido: che piace sempre meno. Franco Metta


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Europa

venerdì 01 giugno 2012

COMMISSIONE EUROPEA - Le nuove norme in vigore dal 1 gennaio 2015

Buoni e voucher, serve una legislazione unica La Commissione europea ha proposto di aggiornare le norme dell’Unione in materia di IVA per garantire il trattamento fiscale uniforme di tutti i tipi di buoni (“voucher”) nell’insieme degli Stati membri. Nell’Unione europea il mercato dei buoni è pari a oltre 52 miliardi di euro all’anno. I buoni prepagati per le telecomunicazioni rappresentano quasi il 70% del mercato, seguiti dai buoni regalo e dai buoni sconto. Tuttavia le differenze esistenti da uno Stato membro all’altro nelle norme IVA sui buoni causano gravi inefficienze del mercato. Invece di trarre un vantaggio reale dal mercato unico, le imprese sono costrette ad affrontare problemi di doppia imposizione e difficoltà nell’espandere le loro attività oltre frontiera. Le nuove norme mirano a porre rimedio a tale situazione. Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato: “I buoni, acquistati e venduti a milioni ogni settimana, sono in piena espansione in Europa. L’incertezza e le complicazioni della normativa fiscale non devono essere una giustificazione per frenare questo mercato in espansione. Con

le nuove norme sull’IVA oggi proposte possiamo instaurare un autentico mercato unico dei buoni, a vantaggio delle imprese, dei cittadini e delle amministrazioni fiscali.” Le nuove norme proposte prevedono, fra l’altro, una chiara definizione delle diverse categorie di buoni e il regime loro applicabile ai fini dell’IVA, rendendo così possibile il trattamento uniforme in tutta Europa delle operazioni che comportano l’utilizzo di buoni. La proposta comprende disposizioni relative alla definizione dei buoni ai fini dell’IVA e alla determinazione del momento in cui l’IVA sui buoni diviene esigibile (ossia, al momento della vendita o del riscatto). Le nuove norme entreranno in vigore il 1° gennaio 2015. Attualmente non esistono norme a livello dell’Unione sul trattamento ai fini IVA delle operazioni che comportano l’utilizzo di buoni. In assenza di norme comuni, gli Stati membri hanno messo a punto pratiche nazionali, che non sono coordinate e causano spesso problemi alle imprese e per la riscossione dell’IVA. Quando un buono è emesso in uno Stato membro e utilizzato in un altro, non è sempre chiaro in quale momento le ope-

La sede della Commissione Europea

razioni legate al buono debbano essere tassate. È il caso, ad esempio, delle catene internazionali di alberghi che si servono di buoni per promuovere soggiorni in diversi Stati membri dell’UE.

La proposta si prefigge di chiarire e armonizzare le norme dell’Unione sul trattamento ai fini IVA dei buoni. Avrà pertanto un effetto positivo sulle imprese eliminando i casi di doppia imposizione e

emergenza immigrazione

telecomunicazioni (che sono buoni) e i servizi di pagamento mobile (che sono soggetti a un’imposizione diversa). L ’evoluzione tecnologica nel settore dei pagamenti, in particolare l’utilizzo sempre più diffuso dei pagamenti mobili, rende necessario eliminare qualsiasi ambiguità. La direttiva stabilisce infine norme comuni per la distribuzione dei buoni all’interno delle catene di intermediari, specialmente nel caso in cui tali catene si estendano a due o più Stati membri. Ad esempio, una carta telefonica può cambiare di mano diverse volte in una catena di distribuzione prima di raggiungere il consumatore e le imprese interessate hanno bisogno di certezza in merito ai loro adempimenti fiscali. La direttiva contempla altre misure tecniche che riguardano il diritto a detrazione, le procedure di riscatto e di rimborso, la persona debitrice dell’imposta e altri obblighi delle imprese.

commissione europea

Subito un protocollo per il Mediterraneo

Diritto di sciopero, c’è il cartellino giallo

Per fare fronte all’emergenza immigrazione nel Mediterraneo, l’Unione europea deve siglare un protocollo ad hoc e colmare un vuoto giuridico: In questo modo saranno chiare le responsabilità in caso di Sos in mare, ma anche le procedure per l’accoglienza e la ripartizione degli immigrati fra i vari paesi Ue. E’ questa la proposta formulata oggi da Tineke Strik, relatrice dell’inchiesta sui morti nel Mediterraneo di marzo del 2011. Secondo Strik ‘’è importante trovare una posizione comune su chi debba portare le persone a terra, chi si occupa delle procedure di asilo e da’ accoglienza. Serve una responsabilita’ condivisa fra i paesi Ue, per questo chiediamo un procollo per il Mediterraneo’’.

Primo “cartellino giallo” per la Commissione Europea. Ben diciotto Parlamenti nazionali hanno contestato una proposta legislativa della Commissione: la cosiddetta “Monti II”, più formalmente nota come “proposta di regolamento sull’esercizio del diritto di promuovere azioni collettive nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione dei servizi”. Il trattato di Lisbona prevede che se almeno 18 dei 54 punti complessivi assegnati ai parlamenti nazionali (uno per ogni camera per i paesi bicamerali, due per quelli monocamerali) esprimono un parere motivato negativo, la Commissione deve o rivedere la proposta, o annullarla, o quanto meno spiegare per iscritto perché intende andare avanti. La Commissione europea, aveva pubblicato lo scorso 21 marzo una proposta con l’obiettivo di omologare gli Stati membri su questa problematica. Secondo la Commissione, la direttiva non pregiudica in alcun modo l’esercizio dei diritti fondamentali riconosciuti negli Stati membri, compreso il diritto di sciopero. Tuttavia, il testo ha suscitato grosse

scuola e mondo giovanile

L’università italiana arranca solo 1 su 5 arriva a laurearsi Le donne meglio degli uomini, ma comunque l’università italiana arranca. Mentre negli altri paesi dell’Osce la percentuale di laureati è del 37%, quella italiana è ferma al 20%. Sono sempre meno i giovani che dopo le scuole superiori decidono di iscriversi all’università - meno di 1 su 3. Le differenze socio-economiche continuano a farsi sentire. I laureati specialistici, biennali o a ciclo unico “sono più avvantaggiati socialmente e culturalmente, più disponibili alla mobilità tra sedi universitarie ed hanno più esperienze di studi all’estero nei curriculum”, queste le parole e le percentuali del Consorzio Universitario AlmaLaurea. Le studentesse ed i laureati in corso sono le uniche categorie “in positivo”. Il 64% degli iscritti infatti sono donne e il numero degli studenti che conseguono il titolo “in tempo” è cresciuto negli ultimi anni del 29%.

l’incertezza sugli adempimenti fiscali. La proposta contribuirà inoltre a colmare le lacune che facilitano l’elusione fiscale da parte di alcune imprese, che sfruttano le divergenze esistenti fra gli Stati membri. Le nuove norme si integrano inoltre nella più ampia strategia dell’agenda digitale europea, in particolare nell’obiettivo di creare un mercato digitale unico. La Commissione propone in primo luogo di armonizzare la definizione dei buoni ai fini dell’IVA e di determinare il momento dell’imposizione per le operazioni che comportano l’utilizzo di buoni al fine di evitare incoerenze che danno luogo alla doppia imposizione o alla doppia non imposizione. Il momento dell’imposizione sarà determinato dalla natura del buono. In secondo luogo, le nuove norme operano una netta divisione tra i buoni e altri mezzi di pagamento. Il numero crescente di dispositivi mobili rende necessario distinguere tra i crediti prepagati per le

Nonostante gli altri paesi del vecchio continente abbiano, in media, un numero di laureati superiore a quello degli italiani, devono confrontarsi con altri dati altrettanto allarmanti. La disoccupazione giovanile, ad esempio, è passata dal 14,7% nel 2008 al 22,1% nei primi mesi del 2011, vale a dire che 5,5 milioni di giovani in Europa sono disoccupati. Il numero di persone tra i 15 e i 24 anni che, attualmente, non ha un lavoro né segue un programma d’istruzione o di formazione è pari a 7,5 milioni. Gli Stati membri incassano il colpo, ma sembrano incapaci di risolvere il problema. L’Europa cosa fa? L’europarlamentare Pervenche Berès, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso, proprio su questo argomento. Lo stesso Presidente, nel corso della commissione plenaria di fine maggio, ha risposto

senza aggiungere nulla di nuovo. Infatti, come aveva già annunciato lo scorso 30 gennaio durante il Consiglio Europeo, ha affermato che saranno stanziati 82 miliardi di euro in fondi strutturali dell’Unione Europea da destinare principalmente al settore lavorativo giovanile. Secondo Barroso è necessario però che siano gli stessi Stati membri ad essere responsabili dei fondi ed ha aggiunto che l’assegnazione di questi ultimi non può essere modificata. A suo avviso è necessario che i singoli Stati migliorino la qualità dell’apprendistato, che non abbandonino i giovani dopo il liceo ed infine che diano la possibilità di indirizzare i neolaureati almeno nella prima esperienza lavorativa. László Andor, membro della Commissione, ha parlato di “impegno speciale” nei confronti di quei 15 paesi aventi tassi di disoccupazione giovanile particolarmente alti ed anche di “prospettive incoraggianti” poiché queste manovre potrebbero riguardare fino a 450mila persone. Staremo a vedere. Sveva Biocca

perplessità dei sindacati. Le proteste non si sono fatte attendere e pochi giorni fa il gruppo dei Socialisti al Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di ritirare il progetto, riferendosi alla presa di posizione dei parlamenti nazionali contrari alla proposta (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Svezia). In Italia, al contrario, la Commissione Lavoro del Senato ha già approvato una relazione del senatore del Pdl Maurizio Castro, favorevole al testo della Commissione. Di tutt’altro parere invece i Paesi citati: il messaggio generale è che si tratta di materia puramente nazionale. Alcuni, come i francesi, proprio a tutela del diritto di sciopero. Altri, come i britannici, in nome della sovranità. Adesso si attende la risposta della Ue. Il percorso è comunque molto accidentato, infatti, se dovesse proseguire l’iter legislativo, l’approvazione del testo rimane per molti un miraggio perche gli Stati membri devono approvarla all’unanimità. Vincenzo Matano


Spettacoli e Cultura

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EVENTI - Fotografie e cortometraggi sulla sicurezza stradale nel ricordo di Michele Visaggi e di Damiano Russo

Sicurezza, non solo a parole Chiusi i due concorsi “L’Arte della Sicurezza 2012” con una giornata di appuntamenti alla sala Murat

Un momento della giornata conclusiva dei Concorsi alla Sala Murat di Bari

Daniela De Sario La giornata del 24 Maggio è stata la giornata conclusiva per due “Concorsi L’Arte della Sicurezza 2012” banditi ad inizio Marzo, l’uno di Fotografia in ricordo di Michele Visaggi, l’altro per la produzione di Cortometraggi (dedicati all’attore pugliese Damiano Russo), aventi un comune denominatore che è quello della sensibilizzazione sulla sicurezza stradale; questa è, infatti, la finalità dell’ Associazione aMichi di Michele Visaggi Onlus, nata ufficialmente il 19 Marzo del 2011 a seguito della scomparsa, proprio in un incidente stradale, del ragazzo a cui questa Onlus è dedicata. Il programma della giornata è stato estremamente denso: al di là della premiazione dei vincitori di entrambi i concorsi, questo evento ha visto l’esposizione di tutti i lavori presso la sala Murat di Bari e l’esibizione pome-

ridiana del Collettivo di percussionisti totalmente made in Puglia “La revancha de la Percusion”. Si è poi giunti alla conclusione con un live dei Camillorè - Il Regno di Sghisghigno, gruppo barese ormai affermato che in questa occasione ha presentato

l’ultimo album “Graffi e Perle” e il cui primo atto di vicinanza all’Associazione aMichi è stata la canzone “Fiore per Necessità”, scritta poco dopo l’incidente di Michele Visaggi. La realizzazione e la riuscita dell’evento, come raccontatoci dagli stessi

ragazzi che hanno contribuito alla fondazione allo sviluppo della Onlus aMichi, è stata anche merito “del grandioso sostegno del Comune che ha sposato pienamente la nostra causa e del costante aiuto, materiale e non, della Concessionaria Peugeot di Martino&Co”. “Nel momento in cui con i parenti e gli amici più stretti di Michi abbiamo deciso di intraprendere insieme questo percorso” racconta una ragazza della Onlus “ci siamo posti una domanda sul senso di fondare una realtà sociale legata ad un tema così ampliamente dibattuto, trattato,

divulgato. Abbiamo scelto di cominciare a lavorare ponendoci un obiettivo: ri-fondare un nuovo stile comunicativo per sensibilizzare su questa tematica così tragicamente attuale. Un nuovo stile lontano e diverso dagli stilemi delle consuete (desuete) Pubblicità Progresso. Niente lamiere, niente, sangue, urla insomma... Perchè? Perchè convinti che esibizioni così crude di ciò che di fatto può accadere e derivare da un incidente stradale, non facciano altro che attivare quel processo di rimozione che porta in tanti a pensare, consciamente o inconsciamente, “a me non

polignano

Festa dell’Arte, la Fondazione Pascali apre oggi la nuova sede Tutto pronto per la Festa dell’Arte di Polignano a Mare. Venerdì 1 giugno alle ore 19,30 si inaugura la nuova sede della Fondazione Museo Pino Pascali presso l’ex mattatoio comunale situato in via Parco del Lauro 119, prospiciente l’Isola dell’Eremita. L’inaugurazione avverrà alla Presenza del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dell’Assessore alla Cultura, Mediterraneo e Turismo Silvia Godelli, dell’Assessore al Territorio, Beni Culturali e Musei Angela Barbanente e del Sindaco di Polignano

Domenico Vitto. Il nuovo suggestivo spazio si appresta ad ospitare mostre, eventi, seminari e il Premio Pino Pascali, successivamente saranno allestiti il Caffè Letterario, il Giardino dell’Arte, il Book-shop e Art-shop, il Laboratorio Didattico secondo gli standard dei Musei internazionali. La Festa dell’arte è una mostra a carattere plurilinguistico, che vede la partecipazione di artisti pugliesi giovani, emergenti e storicizzati, ciascuno dei quali segnalato da critici, curatori, gallerie e associazioni

pugliesi su invito della Direzione. Il carattere della Festa sarà accentuato da eventi live, performances e musica sino a tarda notte. A cura della RAI sede della Puglia ci sarà anche un inedito documentario su Pino Pascali a cura di Raffaele Gorgoni. L’evento è stato coordinato da Roberto Lacarbonara, Antonio Frugis e Nicola Zito. La Direzione, affidata a Rosalba Branà già Direttrice del Museo Comunale Pino Pascali, sarà supportata da giovani critici pugliesi a cui saranno affidati Dipartimenti specialistici dalla Didattica all’Audiovisivo alla Fotografia, all’Archivio Pascali. La mostra resterà aperta dal 1 giugno sino al 26 agosto 2012. Isabella Battista

potrà mai succedere”.E’ questa ,secondo noi, la fondamentale causa degli incidenti stradali. E come neutralizzarla? Reintegrando la vita, la quotidianità, quella “normalità” di chi, come Michi, non si droga o beve dalla mattina alla sera, in un fenomeno che, appunto, può toccare tutti. Da questi presupposti è anche nato un Corto “Lovin Tuesday”, che adesso sta girando in vari concorsi d’Italia”. Tornando al 24, poi: “abbiamo ideato l’allestimento della Sala Murat con la volontà di ricreare un percorso stradale, con tanto di segnaletica orizzontale e verticale, ed anche un cantiere aperto, per suggerire l’idea della sperimentazione comunicativa alla base della nostre finalità statutarie. La grande scommessa è stata l’utilizzo delle automobili come parti dell’installazione. Per vedere i corti in concorso, infatti, era necessario entrare nei veicoli, accomodarsi sui sedili posteriori e godere delle immagini che scorrevano a loop sui monitor dei pc. Ha avuto un grande successo!!!!! Immagina. Vedere un corto sulla sicurezza stradale, trovandosi all’interno di una macchina. Da brividi... molto più che vedere delle lamiere accartocciate sull’asfalto”.

community

Nel nome di Stargate un nuovo gioco online Se in molti conoscono il film “Stargate” e la serie televisiva che ne è stata appendice, sono ancora in pochi ad essersi avvicinati alla community online di gioco di ruolo. Nell’ultimo LevanteCom di Bari abbiamo incontrato Damiana e Florian, nello stand di Stargate per saperne di più. Come è sentita in Puglia la realtà di Stargate? “Devo dire che ci sono alcune decine di persone della Puglia che partecipano attivamente al Forum. La maggior parte dell’utenza del forum proviene tuttavia dal Nord e c’è un’altra piccola parte dalla Sicilia”. Cosa avete presentato

a Bari? “Ci sono delle novitàper quanto riguarda la nostra associazione. Oltre al Fun’s Club, al GdR c’è anche il forum ufficiale del Fun Club con nuovissime iniziative”. Che consiglio daresti a chi si vuole avvicinare a Stargate? “Consiglio di vedere prima il film, bisogna partire dalle basi. Stargate è una passione. Bisogna vedere costantemente le puntate e poi devo dire che da anche una discreta base di preparazione sull’astronomia ed in fisica e non si sa mai (con un sorriso)”. La vostra associazione ha anche sviluppato un

Florian (responsabile GDR) e Damiana (rappresentate del Forum)

gioco online. Come funziona? “Il gioco è strettamente legato alla serie però abbiamo provato a sviluppare un filone parallelo. Per esempio mentre la serie televisiva di sviluppa sui Goa’uld dell’antico egitto, noi ci concentriamo su un altro filone che abbiamo introdotto ormai 4 anni fa sui Goa’uld dell’antica grecia. In pratica abbia-

mo sviluppato questa introduzione alla storia che prevede una faida tra i Goa’uld che conosciamo dalla serie dei film e questi Goa’uld nuovi che rappresentano gli dei dell’olimpo. Ed ecco che noi ora nel gioco ora stiamo continuando la storia dell’SG1”. Vi considerate un gioco di Nicchia o per tutti? “No. Assolutamente.

Noi abbiamo la fortuna che l’ambientazione ci impone che chiunque si iscriva venga mandato ex novo alla base Stargate e che quindi non può conoscere l’ambientazione e cosa è lo Stargate. Ovviamente chi conosce la serie è già un po’ avvantaggiato, ma chi non conosce la saga non ha alcun problema perchè al momento dell’iscrizione c’è una guida ed un’illustrazione su cosa è lo Stargate. Quindi da questo punto di vista non è assolutamente un problema, anzi, in certi casi è anche

meglio perchè appuno, la prima presentazione dello Stargate, la giocata iniziale c’è un entusiasmo che è forse più vero di chi ha già visto la serie. Chi vuole avvicinarsi alla vostra associazione come può trovarvi? “Dal nostro sito: www. sgconline.it, sulla quale è disponibile il regolamento e la possibilità di iscriversi. Il tutto è gratuito. Il nostro gioco è totalmente testuale quindi chi ha giocato da tavolo potrebbe anche trovarsi a suo agio”. Francesco Felice


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Cinema

venerdì 01 giugno 2012

SILENT SOUL (OVYSTANKI) - Un road movie alla ricerca delle proprie origini diretto da Fedorchenko

Film ipnotico e sensuale di Michele Falcone Silent souls é un film ipnotico e sensuale. Opera numero quattro del russo Aleksei Fedorchenko classe 1966, autore di spicco del nuovo cinema sovietico, Ovsyanki é un lungo viaggio alla ricerca delle proprie radici, un road movie nostalgico ed emozionante, un percorso straziante nel dolore umano: Un omaggio

alla donna e all’amore. Film di tradizione Tarkovskiana, Silent souls é pieno di silenzi, suoni lievi, scorrere d’acqua, simboli e segni che spiegano il cammino iniziatico nella tradizione Merja una popolazione ugro-finnica che un tempo erano ubicate nelle moderne città di Rostov kostroma e Vadimir. Un viaggio del dolore e nella salvezza dell’ani-

la scheda - silent souls (ovsyanki) REGIA: Aleksei Fedorchenko SCENEGGIATURA: Denis Osokin ATTORI: Igor Sergeyev, Yuriy Tsurilo, Yuliya Aug, Viktor Sukhorukov FOTOGRAFIA: Mikhail Krichman PRODUZIONE: MIG Pictures Film Company DISTRIBUZIONE: Microcinema PAESE: Russia 2010 DURATA: 75 Min USCITA CINEMA: 25/05/2012 GENERE: Drammatico

ma, film salvifico puro e sincero, dove le radici di un popolo si esaltano nell’amore e nella purezza dei sentimenti; per i Merja non esistono divinità ma solo amore e acqua che stranamente rappresenta la morte piú desiderabile, quella per annegamento. Alla morte dell’adorata moglie Tanya, Miron chiede al suo migliore amico, Aist, di aiutarlo a dirle addio secondo i rituali della cultura Merja, un’antica tribù ugro-finnica del lago Nero, pittoresca regione della Russia centro-occidentale. Nonostante i Merja siano un popolo assimilato dai russi nel XVII secolo, i loro miti e le loro tradizioni vivono nella vita moderna dei loro scendenti, intraprendono così un viaggio di migliaia di chilometri attraverso ter-

Space Cinema Casamassima (Ba) Cosmopolis

h 17:00 - 19:30 - 22:00

Men in Black 3 (3D) h 16:30 - 19:00 - 21:40 Quella casa nel bosco h 17:40 - 22:30

CIttà del Cinema Foggia American Pie - Ancora Insieme h 16:00 - 18:15 - 20:30 - 22:45 Margin Call h 16:00 - 18:10- 20:20 - 22:35

La locandina del film

re sconfinate, per portare l’ultimo saluto alla giovane Tanya morta prematuramente. Il viaggio di Mirion e di Aist é un viaggio doloroso, sofferto,un percorso sulla natura che regala paesaggi indimenticabili, brulli, nevosi, nebbiosi e poetici. Dove la natura dona e toglie, sottrae e regala emozioni e sensazioni di qualcosa che fu. Il titolo originale Ovsyanki cor-

risponde alla parola russa usata per indicare gli zigoli, dei piccoli uccelli giallo-verdi, molto diffusi in Russia, volatili decisi ai fini del racconto. Vincitore del premio Fipresci, quella della critica internazionale, alla 67ma mostra del cinema di Venezia 2010, e l’Osella per la migliore fotografia, Silent soul é un film imprescindibile e meraviglioso, un autentico shock visivo.

The Avengers h 16:40 - 19:20 - 22:00

Corso Cerignola (Fg) Chronicle

h 18:40

Operazione vacanze h 20:30 - 22:30 Dark Shadows h 18:15 - 20:15 - 22:15


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