Puglia d'oggi n. 16

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 4 maggio 2012 • anno III n. 16 nuova serie • 1 euro

IL COMMENTO

Le regole i limiti e la rabbia

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Giuseppe Pugliese Tre mesi di squalifica ci sembrano una pena adeguata per l’ingiustificabile gesto di Delio Rossi, ex allenatore della Fiorentina che mercoledì sera ha aggredito fisicamente un proprio giocatore dopo averlo sostituito, reagendo alle parole ed ai gesti di scherno del giovane. E’ la giusta conseguenza di un gesto esecrabile. Ma crediamo, al tempo stesso, sia doveroso sottolineare come il comportamento di un ragazzino poco più che vent’enne, che in barba a qualunque regola di comportamento sportivo, insulta a gesti e con parole il suo allenatore per una scelta tecnica (che tra l’altro si è dimostrata giusta), non può trovare le “affettuose” giustificazioni che ci è capitato di leggere. Schernire e rispondere al proprio allenatore, all’unico responsabile della condotta tecnica di una squadra di calcio nell’esercizio delle sue funzioni ci sembra un gesto altrettanto degno di condanna. Gli atleti facciano gli atleti, gli allenatori facciano gli allenatori, i dirigenti facciano i dirigenti. Nel calcio come in ogni altro campo. Oggi, invece, ci troviamo di fronte sempre di più ad invasioni di campo e di competenze. I politici chiamano i tecnici, che chiamano i supertecnici, che chiedono ai cittadini aiuto. E si rischia di non capirci più nulla. O si rischia che Beppe Grillo si trovi a capo di un partito politico, lui che tanto odia i politici.

Settimanale a diffusione gratuita

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REGIONE - Nichi esce dalla top ten del governatori e paga una situazione di assoluto stallo

Fine della luna di miele tra Vendola e i pugliesi

L’EDITORIALE

Un voto per cambiare di Fabrizio Tatarella

E’ finito l’idillio tra Nichi Vendola ed i Pugliesi? Sembrerebbe proprio di si. Dopo sette anni di governatorato per Vendola inizia una fase di stagnazione (esattamente la stessa situazione in cui annaspa la Puglia, tra scandali, bilanci disattesi, false promesse e soavi poesie sussurrate tra un “non c’entro nulla” e un “non so”). Di fatto Nichi Vendola non è più tra i dieci governatori più amati d’Italia, secondo lo studio di Monitoregione di Datamonitor relativo al quarto trimestre del 2011. Al primo posto nell’indice di gradimento ci sono Luca Zaia (Veneto) e Vasco Errani (Emilia Romagna), che superano di poco Enrico Rossi (Toscana). Al decimo posto Caldono (Campania) scalza Vendola. a pag 4

Un voto per il cambiamento, in Puglia e a livello nazionale. Domenica e lunedì si vota in molti comuni italiani e pugliesi. Non solo Taranto, Lecce, Brindisi e Taranto, ma anche Bitonto, Gravina, Santeramo, Giovinazzo, Torre Maggiore, Casarano. Un voto atteso per decidere gli equilibri futuri locali e nazionali. In Puglia il Presidente Niki Vendola è in piena crisi, travolto da mille scandali. Uscito dalla top ten dei migliori governatori di Regione che vedono al primo posto il leghista Zaia, medita di rilanciarsi, a un anno esatto dalle elezioni politiche, con un rimpasto in giunta. Il Pdl al sud prova a ridimensionare i termini di una sconfitta che rischia di far deflagrare il partito in mille pezzi. SEGUE A PAG 10

BARI - Michele Emiliano apre al Pdl che risponde picche. Il sindaco non nasconde la sua amarezza

Bilancio: è muro contro muro

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FOGGIA - Cislaghi (Prc) sbugiarda il sindaco Mongelli e l’assessore

il corsivo

Ora si litiga sul cimitero

Il dibattito Sarkozy-Hollande, con la gara fra i due a chi fosse meno amico di Berlusconi, non è un caso isolato. Pare che all’origine della scazzottata fra l’allenatore della Fiorentina Delio Rossi e il calciatore viola Ljajc. Sembra che quest’ultimo, sostituito, abbia detto a Rossi “tu sei amico di Silvio”; e il tecnico non ci ha visto più.

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CERIGNOLA - Scompare una colonna della destra cerignolana

Il saluto a Romano D’Antonio

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SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Domenica e lunedì alle urne

a pag 10

di Enrico Ciccarelli

L’INCHIESTA

REGIONE PUGLIA

Primo maggio, qual è oggi il senso della festa dei lavoratori?

Pd-Vendola, dopo il voto si passerà alla resa dei conti?

ALLE PAGG 8 E 9

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In primo piano

venerdì 4 maggio 2012

LA SITUAZIONE ITALIANA - Dove reperiamo le risorse per la crescita in uno Stato che deve sanare un enorme debito?

Il mantra della crescita Il rigore non è una invenzione di Mario Monti, è una scelta obbligata, insieme alla crescita di Enrico Ciccarelli

il commento

Lega, da Shakespeare all’avanspettacolo di Enrico Ciccarelli

Umberto Bossi

Scrivevamo qualche settimana fa che la tragedia della Lega, con Umberto Bossi-Re Lear, proprio come lui tradito dalla prole, aveva obiettive cadenze shakespeariane. Ma il retaggio del Bardo di Stratford-onAvon non è durato molto, pressato com’era dalle più radicate ascendenze della sagra di Calalzo e della Festa della Polenta. Così, se abbiamo capito bene, Bossi, che ha appena lasciato la segreteria federale della Lega, travolto dallo scandalo Belsito, ha annunciato l’intenzione di ricandidarvisi, con l’argomento non privo di eleganza che il medesimo Belsito e la un tempo diletta Rosy Mauro sono il frutto di un’inavvertita infiltrazione terronica nel puro sangue padano dei seguaci del senatur. Ma perché una persona malata, in evidente difficoltà sul piano fisico, che ha mostrato di non accorgersi (nella versione ammannita per i gonzi, s’intende) delle mene e degli intrallazzi delle persone a lui più vicine dovrebbe candidarsi ad un ruolo che manifestamente non è più in grado di occupa-

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

re? Perché lo vuole la gente, moderno sostituto del Dio di Pietro l’Eremita. Anche questa è una stranezza che Bossi condivide con Marrazzo: entrambi si dicono destinatari di unanime rimpianto, pressati da sostenitori entusiasti che ne invocano l’immediato ritorno a furor di popolo. Eppure le pagine facebook, le telefonate in diretta a Radio Padania, i twit degli opinion-maker leghisti e degli altri barbari sognanti non ne recano traccia. Ma si sa, la gente è così, signorile e discreta: il furor di popolo nostalgico si manifesta in forme ovattate, quasi sempre manifestate in esclusiva solo al diretto interessato. Speriamo che almeno in sede congressuale abbandonino queste abitudini di riserbo e contegno e si facciano vivi, altrimenti la nobile disponibilità offerta dall’Umberto rischia di rimanere priva di scopo. In ogni caso è confortante vedere che, rispetto a pochi isolati casi di corruzione, e fermo restando che “si tratta dei nostri soldi”, come dice il Boss(i), la Lega ha già preso radicali contromisure: oltre a licenziare l’autista del Trota, introdurrà un certificato con il quale chi ha incarichi di partito dovrà dimostrare di essere integralmente padano da almeno tre generazioni. Guai a voi, terroni meticci e mimetizzati!

caduta del Muro di Berlino, ha badato più alla Dante Alighieri, che competizione interna se ne intendeva, scrisse Ue-Usa che al rapporto a suo tempo “ed un Mar- con i Paesi in via di svicel diventa/ ogni villan luppo. che parteggiando viene”. Ma siccome la natuPerché gaglioffi di varia ra ha in orrore il vuoto, risma, dal finto comico se non ci fosse stata la Beppe Grillo al finto duro finanziarizzazione e il Umberto Bossi al finto derby dollaro-euro, quali onesto Antonio Di Pietro, altre forme avrebbe prevanno tanto per la mag- so la storia? Lo scontro di giore (non poi tanto eh? civiltà era (ed è) una delle Tutti e tre insieme, se- alternative più inquietancondo i sondaggi valgono ti, mettere sul piatto la poco più della Le Pen in supremazia militare era Francia)? (ed è) una delle tentazioEssenzialmente perché ni più nefaste. Il rigore sulla situazione economi- non è un’invenzione di ca dell’Italia, dell’Europa Mario Monti o dei perfidi e dell’Occidente circola- banchieri di Francoforte: no, più che è una scelanalisi, un ta obbligata. Serve la Ma anche chi certo numec r e s c i t a ? conviene su ro di mantra Altrochè! Il questo eleindimostrati. problema è mentare dato È certamente condivisi- come la si produce. Per di fatto, si agbile l’analisi dirne una, qualcuno si è grappa ad un di Tremonti fatto una mano di conti altro mantra, (che scrive sull’energia? I 32 miliardi che è quello libri miglio- di dollaro di della “cresciri delle sue passivo derita”. Obiettivo i n t e r v i s t e ) : vano da qui. desiderabile, in trent’anper carità, ni l’umanità che Hollanha premuto de, la Camussull’acceleratore della so e la sinistra europea globalizzazione e della nel suo insieme invocano finanziarizzazione in un tre volte al giorno prima modo del tutto spropor- dei pasti principali, il tozionato per eccesso. tem con il quale sperano Ed è altrettanto vero si possano salvare i resti che l’Occidente, dopo la del welfare, di quel gran-

caso lusi

de brevetto europeo che è stata la coesione sociale “dolce”, lo smussamento del conflitto di classe attraverso la spesa assistenziale e gli ammortizzatori sociali. Serve la crescita? Altroché! Il problema è come la si produce: per dirne una, qualcuno si è fatto una mano di conti sull’energia? I trentadue miliardi di dollari di passivo della nostra bilancia dei pagamenti (ricordate quando eravamo un Paese esportatore?) sono fatti per la stragrande maggioranza di bolletta energetica, di importazione dei combustibili fossili. Gli Italiani si sono disinvoltamente sbarazzati delle incognite e dei vantaggi del nucleare, ma il conto è stato salato. Non solo perché la rincorsa dei prezzi e delle accise genera inflazione

e deprime ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, ma anche perché la sempre più faticosa produzione petrolifera mondiale è opzionata in modo crescente dalle economie del BRIC. E il combustibile è solo la base del problema: perché l’interrogativo strutturale è: dove reperiamo le risorse per la crescita in uno Stato che è costretto a dragare una massa enorme di liquidità per servire il proprio ciclopico debito? Certo, possiamo mettere una tassa straordinaria sui grandi patrimoni, come invoca quella cara salma di Ferrero; oppure fare la furbata all’italiana di tornare alla lira, come auspica il comico pentastellato. Oppure possiamo svegliarci ed imparare ad apprezzare chi ci dice le amare verità anziché le consolatorie bugie.

il commento del presidente

La procura dimostra che Rutelli ha ragione

Napolitano, più attenti la culturà è un volano

“Le notizie fornite dalla procura di Roma sul caso del senatore Luigi Lusi evidenziano l’esistenza di una vera e propria organizzazione a delinquere atta a defraudare le casse dell’ex Margherita. La stessa tesi, in fondo, che Francesco Rutelli ha sempre portato avanti. Contro di lui, però, si è scatenata la solita e ormai scontata gogna mediatica fuori misura, che ha l’unico risultato di fomentare l’antipolitica che fa di tutta l’erba un fascio”. Lo afferma in una nota il deputato di Futuro e Libertà, Aldo Di Biagio. “In attesa che si faccia piena luce sulla vicenda – conclude Di Biagio - esprimiamo la massima solidarietà a Rutelli per quanto subito e per quanto sta emergendo dalle indagini”.

“Ho rilevato una mancanza di attenzione della politica per il cinema in questi anni. C’e’ un problema di recupero della dimensione culturale e morale nel nostro Paese”. Lo ha detto il presidente Napolitano, che ha ricevuto al Quirinale i candidati ai Premi David di Donatello 2012 per il cinema italiano. In un momento di crisi generalizzata in cui “è complicato fare l’elenco di tutti gli aspetti della crisi - ha aggiunto il Capo dello Stato - la politica è in affanno così come lo sono le società in tutta Europa”. “Per quanto riguarda la cultura che in questi anni e’ stata un po’ trascurata penso ci possa essere qualche ripensamento perchè può fare da volano per lo sviluppo economico”.

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Mario Monti

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In primo piano

venerdì 4 maggio 2012

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LA SITUAZIONE ITALIANA - Il confronto con la Germania è un bene. “Dobbiamo incalzare la Germania ma anche ringraziarla”

Vincoli dall’Europa e dai partiti slalom speciale per Mario Monti Si può fare di più, cantavano Morandi, Ruggieri e Tozzi qualche anno fa vincendo il Festival di Sanremo. Parole che potrebbero tornare buone per l’Europa che, secondo il Premier italiano Mario Monti, “sul piano della crescita, non sta facendo molto bene”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio nel corso di un confronto pubblico a Roma con il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, spiegando però che l’Ue sta dedicando molte energie alla costruzione delle istituzioni e non ha ancora un mercato unico come quello Usa. “Il policy making in Europa ha due obiettivi ha spiegato Monti -: non solo far crescere di più e meglio l’economia, che è già una sfida difficile, ma far crescere se stessa e le sue istituzioni. Questo comporta una rinuncia alla crescita, perché molti vincoli vengono destinati a quelle riforme. Ecco perché l’Europa non si lancia a briglie sciolte nella prateria della crescita”. Da parte sua, Stiglitz, durante l’incontro organizzato dalla Fondazione ‘Italianieuropei’, ha sottolineato come una politica di austerità, da sola, “non funzionerà” a risollevare

l’Europa, ma al contrario peggiorerà la situazione. “Nella storia, nessuna grande economia europea si è mai ripresa rapidamente solo con l’austerità. Deve essere chiaro che la situazione peggiorerà”. “In Europa - ha proseguito Monti - ci sono più rigidità cristallizzate” che negli Stati Uniti, “non solo il mercato del lavoro, che pure ha fatto dei passi avanti”. Un passaggio che il premier ha dedicato alla difesa della riforma del mercato del lavoro del suo governo, criticata pochi minuti prima da Stiglitz. “Sono abbastanza d’accordo con l’analisi di Stiglitz, ma su alcuni aspetti no, per via di alcune differenze strutturali tra Europa e Stati Uniti. L’Europa è più sclerotica, ha più bisogno di riforme strutturali”. “Ha ragione Stiglitz - ha sottolineato Monti - quando dice: ‘beh guardiamo al caso degli Stati Uniti, dove il mercato del lavoro è flessibile, eppure in certe fasi l’economia americana non è cresciuta, quindi non aspettiamoci troppo dalle riforme strutturali. Io però mi permetto di osservare che in Europa ci sono molte più rigidità consolidate e cristallizzate che negli Stati Uniti. E

non c’è solo il mercato del lavoro, ma c’è soprattutto un mercato unico che non è ancora veramente unico”. Per Monti, il confronto in ambito Europeo con l’economia tedesca è soprattutto un bene. “Dobbiamo incalzare la Germania, ma anche ringraziarla - ha spiegato il presidente del Consiglio - perché senza i vincoli attuali” al bilancio “l’Italia di oggi sarebbe un Paese vagante nel vuoto ed è sempre possibile” che ciò accada. “Grazie alla Germania - ha aggiunto - è stata attivata una batteria di vincoli oggettivamente angusti e perversi senza i quali non avrebbe accettato di condividere

la moneta unica”. E, aggiunge Monti, “rispetteremo l’obbligo di bilancio” sottoscritto con l’Europa “perché abbiamo preso tutte le misure per rispettarlo”. Sul piano interno, “per quanto brillanti possano essere i governi”, Monti non vede vicino lo scatto in grado di far ripartire un Paese che proprio oggi registra un record nella disoccupazione giovanile, arrivata al 36%. “Non basterà poco tempo per la crescita in Italia” e non bisogna neanche “aspettarsi molto dalla riforma del mercato del lavoro”. “E’ molto importante convincerci che l’insufficiente crescita è esistita ha aggiunto Monti -, cosa

contro l’evasione fiscale: chi evade o incita all’evasione merita un trattamento molto rigoroso da parte della società civile”. Poi, rivolgendosi idealmente al Pdl, Monti ha precisato: “Alfano, Bersani e Casini sono stati leali sostenitori dell’azione del governo. Non ho attaccato Alfano, come è stato detto da sostenitori del suo partito che lo hanno difeso dall’ingiurioso attacco del presidente del Consiglio che non c’è mai stato”. Ma sulla proposta di Alfano, di detrarre dalle tasse i crediti maturati dalle imprese nei riguardi dello Stato, Monti è irremovibile: “Non potremmo permettere che una singola impresa decidesse di fare quella che viene chiamata la compensazione. Sarebbe anche questa disobbedienza fiscale”. Ma, aggiunge Monti, “è ovvio che un parlamentare può presentare un ddl” come quello annunciato dal segretario Pdl “e questo non ha nulla a che vedere con la disobbedienza fiscale”. Mario Monti bolla come “superficiali” le critiche alla nomina di Enrico Bondi a Commissario alla spending review: ha competenze che non necessariamente un ministro tecnico ha e tempo per dedicarsi ad un lavoro difficile”.

generazione futuro

fondi dei partiti

Bene la scelta di Amato, già chiesto un incontro “La nomina di Amato è un ulteriore passo in avanti verso la riforma dei partiti. Più che un tecnico è un politico, ma grande esperto di partiti, democrazia e Costituzione. Con lui riusciremo finalmente a mettere mano alla riforma dei partiti che hanno dimostrato di essere incapaci nell autoregolamentarsi”. Giuliano Amato è stato, infatti, nominato da Mario Monti controllore dei fondi destinati ai partiti politici. Lo ha dichiara to l’ e u ro p a r l a m e n t a re e presidente dell’Assemblea Nazionale Fli, Salvatore Tatarella,

Palazzo Chigi, sede del Governo italiano

che è stata negata fino a poco tempo fa. Oggi questo mostro della mancata crescita lo vediamo a nostre spese”. “Sono molto desideroso - ha aggiunto - di sapere come, in tempi brevi, si possa rispettare l’obbligo del pareggio di bilancio nel 2013, che rispetteremo, con la graduale riduzione del rapporto debito-pil, coniugando l’esigenza anche di abbassare le tasse e aumentare la crescita”. Per Monti, “la nostra scarsa crescita deriva da peculiarità culturali dell’Italia”. Come le difficoltà delle riforme strutturali. “Il Paese rimane grandemente corporativo - ha spiegato il presidente del Consiglio -, c’è un rigetto di riforme che si sono lungamente invocate e che, dal momento in cui sono coglibili, vengono rigettate perché, forse, si pensa che sia meglio avere gli alibi per non fare che avere le opportunità di fare”. Inevitabile, per Monti, un nuovo affondo sulle tasse. “L’Italia è un Paese che non le ama particolarmente - esordisce il premier -, ma ci sono state delle dichiarazioni che considero inaccettabili, come quella che non si paghi l’Imu”. “Noi - ha sottolineato Monti - saremo sempre più pesanti

che aggiunge: “Futuro e Libertà chiederà di incontrarlo perchè vogliamo che Amato faccia sue le nostre proposte: cancellazione immediata delle rate del finanziamento pubblico non ancora riscosse; riforma globale del finanziamento pubblico e privato dei partiti, con tetti, limiti e controlli; regolamentazione delle fondazioni politiche; riforma dell´editoria di partito; attuazione dell’art. 49 della Costituzione; riconoscimento giuridico dei partiti; introduzione di regole di democrazia e legalità negli statuti e nella vita dei partiti”.

Convocati per il 27 maggio prossimo gli stati generali dei giovani di Fli Decolla il dibattito tra i giovani di Futuro e libertà in vista della nuova stagione che sta per aprirsi. Il 27 maggio si riuniranno gli stati generali di Generazione Futuro: l’annuncio é stato dato da Gianmario Mariello dopo una riunione dell’ufficio politico del movimento. A riaccendere la discussione è stata la pubblica riflessione di un gruppo di dirigenti che incita i futuristi a essere avanguardia del «processo di costituzione di un soggetto politico repubblicano, nuovo nella sostanza del suo metodo di partecipazione e della proposta politica, inclusivo, competitivo al suo interno e fuori, aperto alle migliori intelligenze». La lettera parla delle intuizioni di Gianfranco Fini come di “un patrimonio politico da rappresentare con orgoglio a prescindere da ogni apparato” e chiede a Generazione Futuro di di partecipare “senza ri-

serve” al progetto che può “scrivere un pezzo del destino d’Italia nei prossimi anni”. Un titolo malizioso del “Tempo” (“I giovani di Fini: sciogliamo Fli”) ha provocato qualche stress nel dibattito in rete. Ma nella lettera della parola “scioglimento” non c’è traccia. E la nota dell’ufficio politico che si dichiara aperto “a

ogni tipo di contrbuto che rispetti le regole e la democrazia interna”e la convocazione dell’assemblea del 27 hanno sciolto gli equivoci: Generazione Futuro si confronterà sul ruolo che vuole avere nel prossimo futuro in modo aperto, come sempre dovrebbe avvenire nelle organizzazioni politiche giovanili.


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Regione Puglia

venerdì 4 maggio 2012

L’APPEAL DEL GOVERNATORE - Manca una strategia regionale per l’occupazione, si parla di rilanciare l’attività politica. Ma finora?

Fine dell’idillio con Nichi il gradimento cala a picco di Roberto Mastrangelo E’ finito l’idillio tra Nichi Vendola ed i Pugliesi? Sembrerebbe proprio di si. Dopo sette anni di governatorato per Vendola inizia una fase di stagnazione (esattamente la stessa situazione in cui annaspa la Puglia, tra scandali, bilanci disattesi, false promesse e soavi poesie sussurrate tra un “non c’entro nulla” e un “non so”). Di fatto Nichi Vendola non è più tra i dieci governatori più amati d’Italia, secondo lo studio di Monitoregione di Datamonitor relativo al quarto trimestre del 2011. Al primo posto nell’indice di gradimento ci sono Luca Zaia (Veneto) e Vasco Errani (Emilia Romagna), che superano di poco Enrico Rossi (Toscana). E’ il governatore della Campania Stefano Caldoro che scalza Nichi Vendola ed entra nella top ten dei presidenti di Regione più amati dai propri cittadini. Caldoro, infatti, stando alla classifica trimestrale realizzata da Monitoregione, nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha guadagnato 3,1

Nichi Vendola, Presidente della Giunta Regionale Pugliese

punti percentuali superando il collega pugliese che scivola oltre il decimo posto. In discesa anche altri due governatori del Mezzogiorno, il calabrese Giuseppe Scopelliti e il siciliano Raffaele Lombardo che scivolano rispettivamente al settimo e ottavo posto della classifica Il dato sulla base del quale sono state stilate le classifiche rappresenta una media del livello di soddisfazione espresso dai cittadini su 16 servizi: agricoltura, ambiente, at-

tività produttive, cultura, politiche per la famiglia, politiche sociali, formazione professionale, lavori pubblici, mobilità, protezione civile, rifiuti, sanità, scuola, sport, turismo e sicurezza). Ma fosse soltanto la popolarità del governatore ad essere in crisi, sarebbe ben poca cosa, e di una rilevanza tutto sommato minimale. Purtroppo i dati legati all’appeal personale di Nichi Vendola trovano piena rispondenza e sconforto nei dati sulla disoccupa-

zione recentemente pubblicati, sulla cassa integrazione a cui in Puglia si fa ampiamente ricorso e che tra non molto vedrà chiudersi i rubinetti. Le notizie di oggi ci propongono un dato drammatico per tutta l’Italia, Puglia compresa, ed uno politicamente non meno significativo per la nostra Regione e non solo. Quello drammatico è il dato sulla crescita della disoccupazione, tornata ai livelli del 2004, con una punta intollerabile in relazione a quella giovanile.

legge di genere per le elezioni

regione puglia

Fli aderisce alla proposta per migliorare la legge

Efficienza e formazione gli uffici partano da qui

Futuro e Libertà Puglia con le donne per garantire pari opportunità ed equilibrio di genere nelle rappresentanze istituzionali della Regione. In questa ottica l’Ufficio Politico del partito, su proposta del Coordinamento Regionale FLI Donne, ha aderito alla proposta di legge d’iniziativa popolare “Norme per l’equilibrio di genere nell’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Regione”. L’iniziativa, promossa dal Comitato “50/50 mai più senza” punta alla modifica della legge elettorale regionale (n. 2 del 28 gennaio 2005), per sensibilizzare, promuovere e garantire parità di accesso delle donne e degli

uomini alle cariche elettive. Costituita anche una Commissione interna al partito - composta dai consiglieri regionali Giammarco Surico ed Euprepio Curto, insieme ai componenti dell’Ufficio Politico regionale, che si occuperà di redarre una proposta emendativa migliorativa per superare, sia pur in modo graduale, la logica delle cosiddette “quote di riserva”, in favore della promozione a monte della effettiva partecipazione e della formazione delle donne in politica. Non soltanto partecipazione obbligata, dunque, ma una vera e propria parità qualitativa di genere nella corsa alle elezioni.

Dipendenti regionali preparati, ma serve una organizzazione completamente rinnovata della macchina regionale, per svecchiarla e renderla rispondente alle esigenze di economicità ed efficienza che oggi sono necessarie ed indispensabili. “Prendendo spunto dalle recenti elezioni R.S.U, che hanno visto in regione una straordinaria partecipazione degli aventi diritto al voto pari circa al 82,74%, che testimonia la volontà, da parte dei lavoratori elettori di essere protagonisti del proprio futuro, ritengo che sia giunto il momento, per rifare il tagliando alla macchina amministrativa regionale”. Lo dichiara in una nota il presidente del Gruppo

Misto-Psi alla Regione Puglia, Donato Pellegrino. “Si deve, a mio parere, necessariamente iniziare da una riconsiderazione delle aspettative dei lavoratori che con riferimento al piano assunzionale risalente al lontano 20052007, aspettano ancora le progressioni verticali più volte annunciate e più volte rinviate anche a causa delle note vicende giudiziali che hanno coinvolto alcuni dipendenti”. “Risulta stupefacente ravvisare che in Regione ci siano ancora dipendenti inquadrati nella categoria A e un numero disarmonico nella categoria B mentre altri di categoria C attendono di vedere realizzate le proprie aspettative lavorati-

sono sotto gli occhi di tutti, e parlano di una Regione impastoiata, e non solo a causa della crisi economica. In fondo è lo stesso Vendola che richiama l’attenzione di tutti, ed in particolar modo della sua maggioranza, per una nuova e più incisiva azione politica. Scusi Presidente, fino ad ora ritiene che non sia stata soddisfacente l’azione politica della sua Giunta? Lei dov’era? Sempre all’estero a parlare della Puglia? Sempre a Roma a rispondere alle domande dei giornalisti sulle sue aspirazioni politiche personali? Possibile che la colpa sia soltanto della crisi? O magari di una maggioranza ingessata? O finanche di un Consiglio Regionale che perde troppo tempo in inutili discussioni? Quante volte le sedute sono state rinviate perchè Lei non era disponibile ad essere presente in Aula per impegni istituzionali? Non crede di essere politicamente responsabile di tutto ciò? O ritiene di essere immune anche da queste colpe?

E’ la prova che mancano politiche di sostegno alle attività economiche, a tutti i livelli (Regione Puglia compresa, se non in testa) bastonate di tasse e di angherie varie. “Quello significativo - come sottolinea il Consigliere Regionale della Puglia Prima di Tutto Andrea Carroppo - per la nostra Regione, e non solo, è la scomparsa del nostro Governatore dalla “top ten” delle classifiche di gradimento popolare, a dimostrazione che l’effetto-incantesimo del nostro pifferaio magico si sta rapidamente esaurendo dinanzi alla prova durissima dei fatti, tra i quali certamente la mancanza di una strategia regionale concreta a favore dell’occupazione”. “Due dati - ha concluso Carroppo - comunque evidentemente interconnessi tra di loro, che sollecitano un’iniziativa politica forte capace di offrire alla nostra Terra un’alternativa concreta, finalizzata ad una ripresa della crescita, oggi resa impossibile anche dal fallimento del sogno vendoliano.” Ma non basta ancora. I problemi su cui settimanalmente ci soffermiamo

Il Consiglio Regionale della Puglia

ve”. “Eppure il percorso formativo e-learning a distanza si è concluso da tempo, con impegno di risorse economiche che unite alle competenze maturate dai lavoratori è un vero peccato sperperare, in considerazione anche delle probabili mutate aspettative dell’ente Regione che nel frattempo ha visto modificare il proprio modo di interagire con l’utenza”. Anche la microorganizzazione non è più rinviabile principalmente per garantire una distri-

buzione del personale al fine di migliorare la performance. E’ inoltre necessario valutare attentamente gli incarichi di Posizioni Organizzative e di Responsabilità di Unità Operative assegnate e da assegnare, allo scopo di valorizzare correttamente le competenze possedute e il lavoro svolto dai lavoratori. Con la speranza che la Regione Puglia prima possibile termini di essere un elefante pigro ed inizi a correre. ro.ma.


Regione Puglia

venerdì 4 maggio 2012

IN REGIONE - Blasi chiede gli Stati Generali per fare il punto sulla maggioranza

Pd-Vendola, inizia la resa dei conti di Andrea Dammacco “Sono gli Stati generali lo strumento per il rilancio dell’azione di Governo in Puglia, bene ha fatto il presidente Nichi Vendola ad accogliere la richiesta del Partito democratico. Oggi pomeriggio relazionerò personalmente in riunione di maggioranza sui temi stringenti per la nostra regione”. Così il segretario del Pd pugliese, Sergio Blasi, in risposta alle dichiarazioni del presidente Vendola sul rilancio di una seconda fase del Governo della regione. “Faremo una riflessione attenta, serena, sull’esperienza di governo di questi anni, per provare a ricostruire un nuovo legame con i mondi vitali della nostra regione. Penso – ha proseguito Blasi – che solo con gli Stati generali riusciremo a coinvolgere le

L’aula del Consiglio Regionale pugliese

espressioni, anche individuali, che hanno incarnato questa straordinaria stagione. Questa è una scelta non più rinviabile. Personalmente posso già dire di aver iniziato a coinvolgere tutto il Pd, fino all’ultimo dei nostri circoli, approvando nella direzione regionale di lunedì scorso un percorso di coinvolgimento dal basso, con documenti e discussioni locali che saranno sintetizzati in pro-

poste su sanità , rifiuti, acqua, infrastrutture”. Infine Blasi conclude affermando che sono questi ultimi i temi decisivi che determineranno il futuro delle generazioni dei pugliesi. Insomma, Blasi e il suo partito intende dettare al governatore una sorta di cronoprogramma di fine mandato in settori che sono quasi tutti nelle mani o di vendoliani puri, come l’assessore

opere pubbliche

Vent’anni per aprire un cantiere, anche queste sono riforme urgenti Venti anni per l’avvio dei lavori di ampliamento della SS 275 Maglie – Leuca sono un ritardo insopportabile. Anche qui si annidano gli sprechi, e servono riforme serie ed urgenti. A commentare è Salvatore Negro, capogruppo Udc in Regione. “La politica deve mettere in campo atti concreti di vera riforma della burocrazia in modo da dare

garanzie sui tempi di realizzazione delle opere pubbliche”. “La politica deve riflettere su quanto accaduto e invertire la rotta. Il mancato ampliamento della Maglie Leuca oltre a rappresentare un rischio per i migliaia di automobilisti che ogni giorno percorrono quella strada, penalizza il sud Salento che risulta tagliato fuori dal resto della provincia e della regione.

Al danno si aggiunge la beffa considerato che da 30 anni si annunciano finanziamenti e lavori, ma senza aver mai visto l’apertura di un cantiere”. “Per tali ragioni – ha continuato il presidente Udc – il Parlamento deve operare una riforma dell’iter delle opere pubbliche: dall’annuncio alla realizzazione dell’opera tutto deve essere fatto in tempi certi”.

alla Sanità, Ettore Attolini, oppure vendoliani che sono in altri partiti: è il caso di Lorenzo Nicastro all’Ambiente (Idv), Fabiano Amati ai Lavori Pubblici (Pd), Guglielmo Minervini ai Trasporti (Pd). Il Pd, Blasi, sembra cogliere l’occasione per giocare (in qualità di segretario regionale del partito di maggioranza), quel ruolo che in questo secondo mandato di Vendola non era riuscito al Pd travolto sul finire del primo mandato da scandali giudiziari che avevano portato in carcere il vice Sandro Frisullo e al Senato, Alberto Tedesco. Le affermazioni di Blasi sul dovere di essere chiari e severi con se stessi, la consapevolezza che si tratta di una scelta non più rinviabile, il sentimento del territorio che va difeso e rilanciato sono intenzioni nobili. Ma il dubbio che nasce spontaneo è perché si sente la necessità di attuare un’opera programmatica solo alla conclusione del secondo mandato dell’attuale Governatore e non già quando era a tutti chiaro che stava scricchiolando qualcosa all’interno del partito, delle stanze della Regione, e quando la Puglia stessa stava iniziando a risentirne pesantemente dai lati economico, imprenditoriale e della sanità. Gli stati generali invocati ed ottenuti come risposta ai problemi della Regione? E se ne accorgono soltanto oggi? Fino ad ora tutto andava bene? O è iniziato lo smarcamento politico del Pd da Vendola?

diritti degli audiolesi

Soldi in bilancio, ma l’atto non c’è. Perchè? TG per audiolesi della rete Rai regionale e delle emittenti locali pugliesi: i soldi nel bilancio regionale ci sono (400mila euro) ma manca l’atto di disposizione delle risorse. Introna ha recentemente assunto una serie di iniziative per ottenere che ogni giorno almeno uno dei TG3 Puglia ed un telegiornale delle antenne private affianchino al giornalista conduttore un interprete del linguaggio dei segni. Allo stesso tempo, il presidente dell’Assemblea regionale ha chiesto al Governo regionale di adottare quanto prima il regolamento di attuazione che definirà i criteri di distribuzione del contributo. L’art 9, in particolare, ha messo a disposizione 400mila euro da ripartire tra le emittenti locali per rendere l’informazione televisiva più accessibile agli audiolesi.

“Raccolgo e rilancio la protesta degli audiolesi brindisini ancora una volta privati di un diritto costituzionalmente tutelato: il diritto all’informazione”. Lo dice in una nota il consigliere regionale di Futuro e Libertà, Euprepio Curto, a cui si deve la presentazione, sia in Bilancio di previsione 2011 che 2012, di un emendamento con cui alle emittenti private veniva assicurato un contributo finalizzato a garantire durante i tg locali l’utilizzo di traduttori del linguaggio dei segni. “Non ho polemizzato con la Giunta Vendola – ha dichiarato Curto – quando non sono state utilizzate le risorse finanziarie (200 mila euro) destinate allo scopo col bilancio 2011. Ma se qualcuno, ad iniziare dallo stesso Vendola, ritiene che sull’argomento si possa fare il gioco delle tre carte, alzerò il livello dello scontro”.

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Bari

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IN COMUNE - Il commento del Pdl: “Emiliano novello Monti non convince. Dove sarebbe questa terza figura?”

Bilancio: muro contro muro Non nasconde la sua amarezza Michele Emiliano nel vedersi rifiutare collaborazione dal centrodestra alla vigilia della sessione di bilancio di Fortunata Dell’Orzo “Non è la prima volta che il centrodestra rifiuta in maniera politicamente improvvida l’apertura della maggioranza al confronto. Il solito ricorso alla polemica maschera la cronica assenza di contenuti e proposte. Ciò risulta ancor più grave in un contesto in cui dovrebbe prevalere, su ogni altra cosa, l’interesse generale e non quello di parte finalizzato alla costruzione del consenso su basi demagogiche da parte di chi, peraltro, ha sostenuto e votato i provvedimenti del governo nazionale.” Non nasconde la sua amarezza, Michele Emiliano, nel vedersi rifiutare collaborazione dal Centro Destra comunale, alla vigilia dell’importante sessione di bilancio, forse

Michele Emiliano, sindaco di Bari

la più difficile da quando il centro sinistra è tornato a governare la città. “Dimissioni, oppure azzeramento della giunta comunale con la nomina di assessori tecnici esterni ed estranei ai partiti politici: così nel corso di una conferenza stampa in cui hanno presentato una

lettera aperta al sindaco, i coordinatori provinciali e cittadini di Pdl (Distaso e d’Ambrosio Lettieri), Lista Simeone (Di Cagno Abbrescia) e Puglia prima di Tutto (Greco) hanno rilanciato alla richiesta di collaborazione avanzata da Emiliano, in vista della presentazione del bilan-

cio di previsione. “Riteniamo che la possibilità di recuperare, sia pure assai tardivamente, le ragioni del dialogo politico e della collaborazione che oggi ci vengono richieste e che negli anni abbiamo sempre offerto con lealtà e competenza”, hanno sottolineato all’ unisono i coordinatori dei partiti di centrodestra, insieme al coordinatore delle opposizioni in consiglio comunale, Ninni Cea, al capogruppo del Pdl Monteleone e ai consiglieri comunali, “sarebbero agevolate se il Sindaco rivolgesse un gesto di rispetto per Bari e la comunità cittadina, azzerando la Giunta con la conseguente nomina di assessori tecnici esterni ed estranei ai partiti politici”. Ma i fatti, attestati dalla stampa specialistica, af-

ferma Emiliano, contrastano con le dicerie del centrodestra barese che “omette di dire che il Comune di Bari ha il sesto miglior bilancio in Italia, il quarto per equilibrio di parte corrente, ha sempre rispettato il patto di stabilità evitando ai baresi le pesantissime sanzioni previste dalla legge e mantenendo sempre alta la spesa sociale a tutela delle fasce più deboli, il tutto nonostante abbiamo dovuto far fronte a pesantissimi debiti rivenienti dalle passate amministrazioni, compresa quella espressa dalle forze che oggi sono all’opposizione.” Non sembra che l’argomento possa interessare più di tanto i pidiellini baresi: se “il sindaco invoca il quadro parlamentare”, ha affermato D’Ambrosio Lettieri, “non può che

bari - quartiere japigia

trasporto urbano

Il nuovo sotto-ciclopasso inaugurato a Bari Marconi

Tariffe più leggere per gli invalidi baresi

In attesa della soluzione definitiva che sposterà i binari verso l’attuale Bari Taranto, a Iapigia è realtà il nuovo sottopasso ciclopedonale Bari-Marconi. Si tratta di un’opera realizzata da RFI in collaborazione con il Comune di Bari al di sotto della linea ferroviaria, in corrispondenza dell’Istituto tecnico industriale “G. Marconi”. Per Antonio Decaro, che cura la mobilità del

comune, “ Il sottopasso ferroviario è un’opera infrastrutturale di grande rilievo che ricucirà due quartieri della città permettendo il passaggio in sicurezza di pedoni durante tutta la giornata. Per l’amministrazione comunale, inoltre, è una soddisfazione doppia perché possiamo aggiungere un’altra pista ciclabile alla mappa cittadina prevista dal Biciplan del

Comune di Bari”. Massimo Maiorano, delegato alla Qualità dei servizi di trasporto, ha dichiarato “Il sottopasso ciclopedonale Bari-Marconi migliorerà notevolmente la viabilità della zona, garantendo un ottimo servizio ai cittadini, agli studenti delle scuole vicine e ai pendolari che utilizzano quotidianamente la fermata ferroviaria.”.

Nuove agevolazioni tariffarie per il trasporto pubblico locale AMTAB. Scendendo nel dettaglio, potranno usufruire dell’esenzione totale dal pagamento dell’abbonamento annuale gli invalidi del lavoro, tra il 70% e il 100%, e degli invalidi di guerra (categorie da I a III). Le agevolazioni tariffarie, calcolate in funzione del reddito annuo potranno essere godute

anche da tutte le persone con invalidità superiore al 20% (invalidi civili, per servizio e del lavoro e invalidi di guerra - categorie da IV a VIII). “Con l’approvazione delle nuove agevolazioni tariffarie - dichiara il vicesindaco e assessore alle Aziende Alfonsino Pisicchio - diamo una risposta concreta alle associazioni degli invalidi civili e del lavoro della città”.

www.ilvelino.it

essere conseguente sul piano locale. Anche se restiamo stupiti da una richiesta di incontro che non è rivolta ai gruppi di opposizione in consiglio comunale”. “Invece di trincerarsi dietro la polemica” ribatte Emiliano, “dovrebbero tenere bene a mente i richiami del Presidente del Consiglio sulla vicenda dell’ICI e dire ai cittadini che l’introduzione dell’IMU è stata voluta e attuata dal Governo Berlusconi e dalla Lega, avendo l’attuale Governo disposto l’anticipazione in via sperimentale dell’imposta, la cui entrata in vigore era stabilita per il 2014. E ricordo che, mentre il Governo Berlusconi ha dovuto dimettersi per la grave situazione economica in cui ha portato il Paese aprendo la strada ad un Governo tecnico, il bilancio del Comune di Bari, come già detto, è solidissimo grazie a un avanzo di amministrazione pari a 138milioni di euro, e quindi le richieste di dimissioni o azzeramento della Giunta sono del tutto pretestuose”. “Emiliano novello Monti non convince “ afferma Antonio Di Staso, coordinatore provinciale del PDL “Dove sarebbe questa figura terza? E dove sono i presupposti politici-amministrativi che gettano le basi di una costruttiva collaborazione?.” Le posizioni dunque restano distanti, la collaborazione appare quanto meno problematica. Il contributo del PDL alle cose della città continua ad essere pressoché nullo.


Bari

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IL DIBATTITO - Tanti i problemi cittadini, a mancare troppo spesso è una visuale progettuale che sappia andare oltre le emergenze del momento

Un patto per Bari, ma un patto vero Preda di un provincialismo corrosivo per troppo tempo ha vissuto di espedienti

Bari, uno scorcio della città vecchia

di Eugenio Lombardi * Da allora, quasi cancellato dalla scena barese, io che avevo scelto di tornarci dopo la lunga ed esaltante gavetta nell’estremo nord d’Europa, ho applicato altrove per qualche anno impegno e sforzi. E’ nato così il più grande Ecomuseo d’Europa, quello che ho costituito e coordinato in valle d’Itria in assoluta sintonia con il Piano Paesaggistico Territoriale promosso dalla Regione Puglia; ho applicato ad un piano urbanistico, quello di Locorotondo, la valorizzazione paesaggistica come invariabile strutturale; ed ho poi ripreso ad operare su Bari, avviando in una di quelle periferie estreme per cui avrei voluto collaborare con il sindaco Emiliano, quella di Palese-S.Spirito, la convinta voglia di continuare ad operare per la collettività. E’ stato così costituito il Laboratorio di Urbanistica Partecipata le cui iniziative circoscrizionali, nonostante l’assoluta assenza di sostegno finanziario che pregiudica una pur minima comunicazione istituzionale, cominciano ad essere percepite dalla cittadinanza: l’Ecomuseo Urbano in costituzione, la mappa di comunità, lo statuto del territorio, il sostegno alla realizzazione della pista ciclabile costiera, il concorso per il riuso dell’area portuale di Palese, mostreranno un altro e ben più positivo volto di una parte della città volutamente dimenticata ! Resta, grandissima, l’amarezza per la vita vissuta a Bari e tanto logorata e appesantita dall’ingordigia professionale,

dalla superficialità e dal pressapochismo di chi si è sempre preoccupato più di tutelare il proprio piccolo orticello che far sistema con gli altri. La mia è una generazione alla quale è stato impedito di essere protagonista. E chi non si è adeguato è stato costretto al silenzio o ad andar via: mafia o mafiosità ? Questa città, preda di un provincialismo corrosivo, ne è totalmente coinvolta e consapevolmente colpevole. Ha in gran parte preferito vivere di espedienti, di sopraffazione, tenendo a distanza i diversi e le diversità per

Senza dimenticare la continua ricerca di rapporti con chi, proveniendo da opposta sponda politica, poteva comunque portapoi, magari, premiarle a re più sostegno clientelacondizione che tornasse- re e più potere. ro da dove erano venute. Ogni volta che mi giunCome altrimenti consi- geva dall’estero o dalla derare i periodici premi ai Presidenza della Repubbaresi di successo sparsi blica un riconoscimento nel mondo ? Bravi, bra- per il gran lavoro prodotvissimi, ma restate dove to a Bari, ho inutilmente siete! sperato che giungesse dal Non sarò certo io a con- mio sindaco un piccolo, testare al sindaco Emilia- piccolissimo messaggio no le stesse accuse rivolte di felicitazioni. Qui, puoi dalla Magistratura ad una aver collezionato i premi buona parte dell’Ufficio più prestigiosi, essere statecnico comunale; ma to ovunque riconosciuto posso e voglio rimpro- come capace ed innovaverargli di aver sfruttato tivo, ma se non sei figlio l’entusiasmo e l’impegno di quella Bari che conta e di chi volle credere in lui, non hai posizioni accadeper poi invece volutamen- miche da vantare (acquite favorire quella “Bari site come, non importa) che conta” ed i suoi ram- non sei nessuno. Anni polli: come fa, quando la altrimenti straordinaria R i m p r o ve - idea del Tredefinire la noriamo al no Europeo mina ad assindaco Mi- dell’Amicizia sessore di una chele Emilia- era giovane priva appedi opportune no di aver sfruttato l’en- na nata e ne c o m p e t e n - tusiasmo e l’impegno di parlavo con ze? O quel- chi volle credere in lui chi ritenevo le ai vertici per favorire quella “Bari potesse sodel gruppo che conta” stenerla, un di lavoro per ed i suoi alto prelato l’area metro- rampolli che mi avepolitana di va appena altri giovanotascoltato mi tini totalmenurlò livido di te privi, all’epoca delle rabbia “Tu non hai anconomine, di altrettanto ra capito? Qui a Bari non valide esperienze, cancel- sei nessuno, e non devi lando chi invece le aveva permetterti neanche di e anche sovrabbondanti ? pensare!!!!!”. La stessa ac-

il futuro del welfare in un convegno cittadino

Strumenti e metodologie per la reintegrazione sociale Bari - Due giornate di studio sul “Futuro del welfare nelle città metropolitane”, promosse dall’assessorato al Welfare del Comune di Bari in collaborazione con il Consorzio Meridia e la Fondazione Giovanni Paolo II onlus. Il 2 e il 3 Maggio sono stati messi a fuoco gli strumenti, le metodologie, le nuove politiche per la famiglia e l’inclusione socio-lavorativa, a partire dalle esperienze del programma nazionale P.I.P.P.I. (Programma di Intervento per la Prevenzione all’Istituzionalizzazione), e sul progetto PIN. P.I.P.P.I. è un progetto sperimentale di ricerca/ intervento, multidisciplinare e integrato, rivolto a 100 famiglie italiane che mostrano difficoltà nel-

Il Comune di Bari

la cura e nell’educazione dei propri figli, in età compresa tra 0 e 11 anni e a grave rischio di allontanamento. L’intervento si inserisce in una più ampia programmazione nazionale, promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Università di Padova e da dieci città italiane. Nel capoluogo pugliese l’iniziativa è cofinanziata dall’assessorato al Welfare, dalla Fondazione Enel

Cuore e realizzata in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II onlus. Il progetto PIN, avviato nel mese di agosto del 2009, si pone invece l’obiettivo di favorire percorsi di reintegrazione sociale di 20 persone transitate nel circuito delle dipendenze. Promosso dall’assessorato al Welfare e gestito dall’ATI costituita da Consorzio Meridia e Comunità Terapeutica Lorusso Cipparoli, è finalizzato a favorire l’occupazione di 20 persone a rischio devianza, a contribuire a una piena integrazione socio-sanitaria nella presa in carico dei bisogni di soggetti deboli, a favorire il recupero sociale e l’autonomia di soggetti ex tossicodipendenti.

La stazione di Bari. Nodo ferroviario uno dei problemi cittadini

cusa, con altri modi, mi venne rivolta dal mio Ordine professionale perché, a seguito delle centinaia di iniziative che producevo, il mio nome compariva troppo, troppo spesso sui giornali. E dava tanto, troppo fastidio. E quel treno, fatto giungere sprofondando nei debiti, qualcuno è riuscito, tenacemente, a bloccarmelo definitivamente. Troppo bella e giusta l’idea, perché potesse proseguire. Eccola, la città in cui oggi viviamo ed a cui il giornalista Giovanni Valentini si appella perché si svegli. Una città in cui pochissimi (e io sono fra questi) hanno saputo e voluto riconoscere il lavoro prodotto dagli “altri”, costantemente alla ricerca di condivisione e collaborazione; mi piace aggiungere a queste note il grande rispetto per l’impegno profuso da Nicola Brescia perché giungesse a conclusione la drammatica vicenda della Fibronit, o il gran lavoro prodotto dal Comitato perché si esauriscano le tentazioni speculative intorno al destino della caserma Rossani; o ancora, la qualità del lavoro prodotto da Leonardo Scorza quale presidente della Circoscrizione Carrassi-San Pasquale. In pochi abbiamo scelto di non addormentarci mai, ma siamo stati presi per stupidi, tentando di vivere da professionisti onesti ed impegnati, e fatti a pezzi, perché reattivi al malaffare, alla corruzione, al riciclaggio politico, all’arroganza di chi ha utilizzato la gente sana per poi sbatterla fuori dal palazzo subito dopo aver preso il potere. Una città in cui in tanti si fregano ora le mani, convinti di poter prendere il posto dei loro stessi padroni che stanno per essere spazzati via. Una città in cui scrivi politica e leggi mercimonio, servilismo, grettezza, assenza, drammaticamente assoluta, di coerenza etica

e morale. Ancora una volta: è l’alba di una vera primavera ? Non lo so e non so se vedrà ancora Emiliano esserne partecipe; in fondo, non mi interessa, anche se nel lungo elenco di indagati e inquisiti ho ritrovato alcuni dei nomi di chi tanto male ha voluto e saputo farmi. Ma la smetta, il sindaco, di essere ancora convinto di poterci prendere tutti in giro. Ben per lui che si rimpinzò di pesce senza sentirsene preoccupato da chi gli fosse giunto, ma credo che il gioco sia finito. A questa città, colpevole fino in fondo di aver permesso, facilitato, sollecitato tutto quello che oggi sta cominciando ad emergere, anzi a riemergere, non mi resta che rivolgere un appello che, come tanti altri prima di oggi, forse non sarà ascoltato. Perché in troppi sono entrati in politica per farci affari e certamente non se ne allontaneranno da soli; in troppi sottoscriveranno ora gli appelli che cominciano ad essere pubblicati, pronti ad autocertificare, dopo aver battuto per anni marciapiedi e stanze del potere, la propria assoluta verginità. Mi appello invece a quei pochi che, contro tutto e tutti, da anni si battono con me e come me perché vincano impegno, etica e moralità e perché chi ha sbagliato, finalmente paghi. Questi cittadini, che il dott. Valentini se ne sia accorto o meno, sono esistiti ed esistono, operano ed hanno tutta la voglia di continuare a farlo, con uno straordinario e per molti incomprensibile impegno che dovrebbe essere finalmente riconosciuto. E’ a loro che rivolgo un fraterno e forte appello alla coesione e ad un percorso, finalmente e davvero, condiviso. Forse non lo meritano i baresi, ma lo merita il nostro territorio. * Architetto [2 - fine]


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speciale lavoro

venerdì 4 maggio 2012

PRIMO MAGGIO - Imprenditori e lavoratori oggi sono dalla stessa parte. Tutelare il lavoro significa risollevare le sorti dell’Italia

Qual è il senso del primo maggio? di Roberto Mastrangelo Sembreremmo sicuramente presuntuosi nel voler rispondere alla difficile domanda su quale debba essere lo spirito del pirmo maggio, della festa dei lavoratori, in un momento in cui di lavoro non ce n’è e si lotta per mantenere in vita i posti di lavoro attuali. Di speranze immediate ce ne sono poche. Gli imrpenditori si sentono abbandonati da chi dovrebbe occuparsi dei loro interessi e invece nulla fa, o quasi. Il mondo bancario ha stretto ulteriormente le corde di un borsone che pure è stato ampiamente garantino da continui flussi di denari. Una crisi, quella attuale, che nata essenzialmente in ambito finanziario, si è trasferita quasi immediatamente nel mondo del lavoro reale. Dalla crisi di chi specula sui soldi (spesso altrui) per fare altri soldi in maniera facile si è passati in breve tempo ad una crisi di prodotto e di profitto per le aziende, che spesso sono costrette a licenziare non per giusta causa, ma perchè proprio non ce la fanno nemmeno ad andare avanti. Tanti, troppi imprenditori hanno scelto la strada del suicidio perchè

Il concerto del primo maggio a Roma

non riescono ad onorare i propri impegni. Tanti, troppi lavoratori si sono tolti la vita perchè oppressi dalla precarietà, o dall’impossibilità di reinventarsi in un nuovo ruolo, o troppo banalmente (e cinicamente) perchè non c’era più posto per loro nel mondo del lavoro. Ogni giorno le cronache ed i giornali sono piene di questi casi. Ogni giorno si sciopera, si scende per strada, ci si arrampica sulle gru, si chiedono incontri ai rappresentanti delle istituzioni per avere rassicurazioni ed impegni. La crisi ormai è reale. Crisi di consumo, crisi di produzione, crisi commerciale, crisi quotidiana. La gente non ce la fa ad arrivare a fine mese con il

proprio stipendio, le spese aumentano, le tasse e le imposte anche e poco si può fare per incrementare le proprie entrate. Ormai ci si deve inventare di tutto per poter risparmiare. E si tagliano le spese inutili. Via i divertimenti, via le vacanze, via le gite, via i regali e le feste. Ecco che allora il vero senso di questo primo maggio, di questa festa così travisata e politicizzata, così troppo spesso spogliata dal suo vero significato, sta nella ricerca di quella che deve essere la soluzione al problema principale del nostro paese. Il tasso di disoccupazione al 10% è si elevato, ma nemmeno poi troppo rispetto al resto dell’Europa. Quello che davvero ci

preoccupa è la pressocchè impossibilità sopravvenuta per i giovani di inserirsi nel mondo del lavoro in maniera stabile e continuativa. Che non significa automaticamente posto fisso. Ormai perfino i sassi hanno capito che di posto fisso non si può più parlare, e che nel corso del quarant’anni di vita lavorativa ognuno di noi ha cambiato e cambierà posto di lavoro numerose volte. Ed è proprio qui che si può fare qualcosa. Intervenire sull’offerta di lavoro, incidendo sulle modalità di ingresso e di ricollocazione occupazionale, può essere davvero un punto di svolta. Si parla troppo spesso di articolo 18, di uscita dal mondo del lavoro, di pensioni e di pensionati. Ma si pensa poco a chi quella pensione la vede come un lontano miraggio, impossibile da raggiungere. Bisogna creare i presupposti perchè i giovani tornino a spendere, tornino a chiedere mutui alle banche, tornino a comprare casa, tornino a scommettere sul proprio futuro, tornino a guardare con fiducia al domani. Se c’è una cosa che in Italia non manca è la fantasia e lo spirito di adattamento.

Però i paletti ci devono essere. Non è pensabile costruire una famiglia, un futuro, contribuire alla formazione dell’Italia del domani se non ci sono i presupposti per farlo. Bisogna investire in questo. Pesantemente ed immediatamente. Se non vogliamo tornare a parlare di lavoro che non c’è e di scioperi degli operai. Prima facciamoli diventare operai tutti quei ragazzi che ogni settimana contestano i politici e le istituzioni. Dopo anche loro avranno il diritto di scioperare. Lavoriamo per studiare le soluzioni migliori per

sostenere le aziende, per incentivare le assunzioni, per garantire una continuità lavorativa sia pur cambiando posto e datore di lavoro. Ormai siamo tutti dalla stessa parte. In passato c’era la classe operaia e i padroni, i lavoratori e gli imprenditori. Adesso bisogna ribaltare l’ottica. Per non andare tutti a casa bisogna remare tutti insieme dalla stessa parte. Creare lavoro significa incrementare i consumi, e quindi pagare più tasse, e quindi risollevare l’Italia. Troppo semplice come risposta? Sembrerebbe perfino banale.

Scontri durante le manifestazioni a Torino per il primo maggio

il commento di rocco palese (pdl)

il commento del presidente del consiglio onofrio introna

Una riflessione su cosa deve fare la Politica per il lavoro

Dopo le tasse, ora interventi per lo sviluppo e la crescita

“Questa festa del lavoro funestata dai tanti, troppi suicidi di imprenditori strozzati dalla crisi, anche in Puglia, impone una seria e concreta riflessione su quello che la politica e i Governi, nazionale e locali, possono e devono fare concretamente per sostenere famiglie ed imprese’’. Alla vigilia della Festa del Lavoro, il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, ha lanciato in primo luogo un nuovo appello “al Governo Vendola affinche’ riduca le tasse regionali aggiuntive a carico dei pugliesi che ad oggi ammontano a 338 milioni di euro l’anno e si aggiungono alle gia’ tante e pesanti tasse nazionali’’. “Si può e si deve tagliare sprechi e spese discrezionali e improduttive aggiunge - per andare incontro alle famiglie e alle imprese. In secondo luogo va bene fare pressing sulle banche per facilitare l’accesso al credito da parte soprattutto delle piccole e medie imprese che sono quelle che incontrano maggiori difficolta’, ma occorre che le Pubbliche Amministrazioni facciano il possibile per accele-

“Dopo le tasse, interventi per la crescita e lo sviluppo da parte del governo italiano, ma subito, sarebbe pura follia aspettare i tempi di maturazione del governo tedesco”. Alla luce della trattativa riservata con la Germania, è il parere del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, per il quale “sarebbe un errore grave rinviare le misure per la ripresa dell’economia, condizionandole all’approvazione del ‘Fondo salva Stati’. In Italia bisogna invece passare con urgenza alla Fase Due, non ci sono le condizioni per arrivare a giugno. I provvedimenti vanno adottati ora, il Paese non può permettersi questo ulteriore slittamento, siamo

rare i tempi di pagamento. La gravita’ della situazione impone di bandire demagogia e polemiche e di convocare quanto prima una seduta monotematica del Consiglio regionale nella quale discutere di tutte le possibili strade da percorrere in tempi brevi, se serve anche con norme legislative urgenti, per approvare un pacchetto di iniziative concrete che possano realmente e velocemente incidere in senso positivo sulla vita di cittadini ed imprenditori pugliesi’’. “Sarebbe un segnale positivo e forte - conclude Palese - se nella giornata della Festa del lavoro, tutta la politica pugliese, al di la’ delle appartenenze politiche e nonostante la campagna elettorale per le amministrative, assumesse l’impegno di fare una sorta di patto di solidarietà con famiglie e imprese pugliesi’’. Perchè ora come ora è impossibile stabilire una differenza tra chi combatte per il proprio posto di lavoro e chi combatte per mantenere aperta la sua azienda in un periodo di profonda crisi come quella attuale. Bisogna essere tutti dalla stessa parte.

già in grave ritardo”. “Basta tasse, riscopriamo la crescita è l’appello che rivolgo al premier Monti”, alla vigilia della Festa del Lavoro. “Agendo solo sulle imposte si genera recessione, serve una visione di prospettiva più coraggiosa”, osserva Introna, per il quale il senso della Giornata, quest’anno, non è “una celebrazione, ma un confronto senza paraocchi sulla necessità di rilanciare il Paese”. Dev’essere un “Primomaggio all’insegna della crisi, un Primo maggio alla ricerca delle soluzioni, un Primo maggio nel quale è indispensabile riprendere a parlare di crescita e di sviluppo”. Centrale è il proble-

ma dell’occupazione, per i giovani, le donne, i precari, i disoccupati. Occorre investire sulla ricerca, la cultura, la formazione, né si può trascurare il sostegno ai pensionati e dimenticare gli esodati, ai quali il governo deve dare “risposte di civiltà e rispetto”. “Rigore sì, ma senza rinunciare alla crescita”, insiste il presidente Introna, che chiede “un cambio di passo: dopo le politiche di lacrime e sangue, una svolta immediata verso la crescita. Monti guidi ‘i nostri’ al soccorso dell’Italia assediata dalla crisi, ma lo faccia ora, prima che sia troppo tardi. A giugno potrebbe trovarci tutti eroicamente periti”. a.d.


speciale lavoro

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PRIMO MAGGIO - Secondo l’agenzia Onu che si occupa di lavoro in Italia il tasso di disoccupazione è tornato a sfiorare il 10%

Festa dei lavoratori, ma c’è sempre meno lavoro Primo Maggio festa dei lavoratori, peccato che in Italia, di gente che lavora, ce ne sia sempre di meno. Sono davvero allarmanti, infatti, i dati 2012 resi noti dall’Organizzazione Internazionale del lavoro (Ilo) l’agenzia Onu che si occupa di lavoro. E la situazione dell’Italia sembra davvero allarmante. Dalla scheda sul nostro Paese, infatti, emerge un crollo del mercato del lavoro e tassi di disoccupazione che sfiorano il 10% ( 9,7% per la precisione) e la stessa Organizzazione sottolinea che «il tasso reale potrebbe risultare superiore poiché ai quasi 2,1 milioni di disoccupati si aggiungono 250.000 lavoratori in cassa integrazione». Sono in preoccupante aumento i Neet, che già l’Istat aveva evidenziato lo scorso 19 aprile. Neet è un acronimo inglese che sta ad indicare i Not in Education, Employment or Training cioè persone che non studiano, non lavorano o non si stanno formando e che sarebbero giunte a quota 1,5 milioni. Situazione disperata per i giovani: sono disoccupati circa il 32,6%, dato praticamente raddoppiato

contestati il sindaco fassino ed il ministro fornero

E a Torino tensione durante il corteo Festa dei lavoratori ad alta tensione a Torino dove si sono registrati scontri tra polizia, precari e No Tav e fischi al sindaco Fassino e al ministro Fornero. Un gruppo di una trentina di esponenti di Askatasuna, dopo aver aggirato il servizio d’ordine dei sindacati, è entrato in via Po urlando: “Fuori Fassino dal corteo”. La polizia è intervenuta isolando i contestatori. Le forze dell’ordine hanno poi respinto il gruppo, inseguendo i ragazzi nel-

dall’inizio del 2008 e i disoccupati di lunga durata sono circa il 51,1% del totale. Anche nel resto del mondo la situazione non è rosea, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, infatti, sarebbero oltre 202 milioni i disoccupati in tutto il mondo ed il dato è destinato a crescere arrivando fino al 6,3%.

Sempre nel rapporto dell’Ilo si può leggere che in Italia “la ripresa viene frenata dalla contrazione del consumo privato e che tale contrazione è aggravata dal fatto che gli stipendi crescono meno velocemente rispetto all’inflazione”. Il piano di austerità attuato dal Governo Monti e dal “Piano Salva Italia”, corroborato dalle recenti mo-

difiche all’articolo 81 della Costituzione, che rischia di provocare un ulteriore aumento della pressione fiscale soprattutto sui Comuni, “di alimentare ulteriormente il ciclo di recessione e di rinviare ancora l’inizio della ripresa economica e il risanamento fiscale”. Il debito pubblico, evidenzia l’Organizzazione, “è schizzato dal 103% del Pil

le vie laterali ed evitando così il contatto fra loro e la testa del corteo. Durante i dieci minuti di tafferugli è esplosa anche una bomba carta. La polizia ha fermato quattro militanti di Askatasuna, portati in questura. Alla fine risultano indagati tre giovani. Sei feriti tra le forze dell’ordine e cinque tra i No Tav “Ogni Primo maggio abbiamo avuto delle contestazioni, l’importante sono le migliaia di persone che stanno qui dietro gli striscioni, io sto bene”

nel 2007 al 120% nel 2011. A seguito dell’aumento dei tassi di interesse nazionali sono anche sorti dubbi sulla tenuta delle finanze pubbliche. Per ridurre il deficit, il governo ha aumentato la pressione fiscale che dovrebbe raggiungere il 45% nel 2012.”. Ora la priorità è “trovare un equilibrio sostenibile tra risanamento fiscale e ripresa dell’occu-

ha commentato Fassino. Altre bordate di fischi contro Piero Fassino quando il sindaco ha cominciato a parlare dal palco di piazza San Carlo, affollata di 20 mila persone, secondo le stime di Cgil, Cisl e Uil. Il primo cittadino ha detto che “il fischio non è mai stato un argomento di discussione. Lo fa chi ha impedito di parlare a Bonanni e chi tirava i bulloni a Trentin e non ha mai capito come ci si batta per difendere veramente i lavoratori”. Quando nel pomeriggio è arrivata Elsa Fornero per partecipare alla cerimonia della consegna delle Stelle al merito e stata contestata da alcune persone.

pazione. L’Italia non puo’ sottrarsi alle misure di risanamento di bilancio”. Insomma, c’è stato ben poco da festeggiare. Bisogna rimboccarsi le maniche, e darsi da fare fin da subito per individuare misure concrete per la crescita, insieme a quelle che comportano tagli e tasse per tutti. ro.ma.

il commento di aldo pugliese (uil puglia)

il commento di giovanni forte (cgil puglia)

Morti non solo per incidenti, ma anche per disperazione

Un primo maggio di speranza e di voglia di cambiamento

“Mai come quest’anno, il 1° maggio deve rappresentare un momento per il ricordo e di profonda riflessione sulle tante morti causate non più solo dagli incidenti sul lavoro, ma anche e soprattutto dalla disperazione di chi non ha un lavoro né la speranza di ottenerlo, a cominciare dai giovani e dalle donne, tra i più penalizzati da anni di manovre fondate esclusivamente su motivi e obiettivi ragionieristici”. E’ la considerazione di Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, nel giorno della festa del lavoro. “Il mercato occupazionale – continua Pugliese – ha bisogno di una spinta vigorosa verso un progetto condiviso di crescita, che conferisca una ritrovata speranza occupazionale alle nuove generazioni e che permetta una stabilità economica ai pensionati. Gli effetti della crisi non possono essere presentati sempre e comunque sul conto dei soliti noti, ovvero le classi sociali più in difficoltà. Un tasso di povertà come l’attuale è inaccettabile. Ripianare il debito si può e si deve at-

traverso una lotta serrata all’evasione fiscale e una riduzione sostanziosa degli sprechi. Un Paese che pensa di risolvere ogni problema infierendo su chi sopravvive con un solo reddito,

su piccole e medie imprese, sulla formazione, sull’istruzione, sulla ricerca e sul servizio sanitario non ha alcun futuro, ma è anzi destinato a un lungo calvario recessivo, all’esclusione, in termini di competitività, dai mercati internazionali. La ricetta vincente risiede invece in una serie di riforme concrete che vedano il lavoro come protagonista di un effetto domino che rilanci la produzione e dia slancio ai consumi”.

Giovanni Forte, numero uno di Cgil Puglia inquadra il primo maggio 2012 come un Primo maggio triste ma allo stesso tempo di speranza. Manca il lavoro, cresce la disoccupazione, specialmente tra i giovani e le donne, cosi aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali. In Puglia il numero delle aziende che negli ultimi mesi ha fatto ricorso alla cassa integrazione in deroga si è pressoché raddoppiato e il numero dei lavoratori interessati ha raggiunto la soglia dei 15mila. “Si tratta di persone che si aggiungono a tutti coloro che sono già in mobilità e cominciano a vedere la propria posizione lavorativa fortemente compromessa. - afferma Forte - Il lavoro, invece di diventare fattore di promozione sociale e di crescita della persona, finisce per alimentare frustrazioni e mortificazioni”.

In Italia sono specialmente i giovani a non riuscire a lavorare in maniera continuativa. “Quegli stessi giovani che dovrebbero contribuire a veicolare nella società entusiasmo e voglia di futuro – incalza Forte - diventano invece l’espressione della rassegnazione e della sfiducia. Ma cosi non si può continuare! Bisogna fare in modo che i giovani non perdano la fiducia nel cambiamento”. E Forte sottolinea come anche il Governo Monti dovrebbe dare dei segnali in tal senso recitando un ruolo deciso per invertire le politiche di rigore, avviando politiche per la crescita, redistribuendo il carico fiscale. “Non bisogna sottovalutare lo spirito di insoddisfazione e insofferenza che anima lavoratori e pensionati. – conclude il numero uno di Cgil Puglia - Se si tratta di pagare il debito è bene che si contribuisca in maniera equa. Insomma, dal Primo maggio deve emergere con forza una grande voglia di un cambiamento che rimetta al centro il lavoro e le sue tutele in un Paese che deve ritornare a progettare il futuro.


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Verso il voto amministrativo

venerdì 4 maggio 2012

DOMENICA E LUNEDI’ ALLE URNE - Quattro capoluoghi di provincia pugliesi chiamati a rinnovare il proprio Primo cittadino

I tre fronti caldi del voto: cittadini, sindaci e futuro l’editoriale

SEGUE DA PAG 1

Un voto per cambiare di Fabrizio Tatarella [...] Il Pd prova ad approfittarsene, ma teme una forte erosione di consensi verso le forze antisistema come Grillo e Di Pietro. Dopo le amministrative Udc e Fli proveranno a dare vita al nuovo polo nazionale. Ma tutti i partiti, in realtà, temono un loro ridimensionamento e una forte astensione nelle urne. Il voto delle amministrative ormai alle porte sarà importante per dare un segnale forte alla politica nazionale. L’assenza di politica degli ultimi anni non può essere sostituita dall’antipolitica, una mera protesta priva di qualsiasi proposta di governo in grado di risolvere i problemi, C’è bisogno di un cambiamento radicale che avverrà solo se dalle urne emergerà un chiaro monito nei confronti dei grandi partiti che hanno governato male l’Italia, a partire dalla Lega, che ha persino offeso gli uomini, i lavoratori e i politici del sud salvo poi fare una figuraccia colossale. E allora avviamo sin da subito il cambiamento, per ottenere il dimezzamento immediato del finanziamen-

to pubblico ai partiti, la riforma della legge elettorale con la reintroduzione dei collegi e la riduzione del numero dei parlamentari. Siamo in un Paese in cui gli evasori fiscali e i corrotti si sono arricchiti a spese di quel ceto medio che, basandosi sulla propria busta paga tra mille sacrifici, ha tenuto in piedi l’Italia. Il voto di domenica e lunedì in Italia può segnare una svolta come le elezioni del 1993. Anche queste amministrative come quelle del’93 precedono le politiche, anche queste vedono la fine dei grandi partiti. Ieri Dc e Psi oggi Pdl e Pd. Una nuova fase politica è in procinto di cominciare. Termina la Seconda Repubblica, iniziata con Tangentopoli e la fine dei grandi partiti, nasce la Terza Repubblica. Per ricostruire la credibilità politica del nostro Paese e tirarlo fuori dalla recessione economica. Un passaggio fondamentale a cui bisogna farsi trovare preparati. La politica ha bisogno di rinnovarsi e di tornare ad essere davvero il luogo del dialogo e del confronto. Noi siamo pronti.

Le elezioni amministrative 2012 in Puglia sono ad un passo e decine di candidati sono, in queste ultime ore prima del silenzio elettorale, compulsivamente alle prese con gli ultimi comizi, le ultime strette di mano e gli ultimi baci ai bambini. C’è chi sostiene che questi siano semplici test comunali ma in realtà presentano più marcatamente l’anticipazione del futuro politico dell’istituzione Regione. I comune capoluogo chiamati al voto sono tanti e importanti: Lecce, Brindisi, Taranto e Trani su tutti, dovranno rinnovare il consiglio comunale e la battaglia è ancora in bilico. A Taranto, ad esempio, le profonde problematiche cittadine

torremaggiore

Domani sera comizio finale con l’onorevole Chiara Moroni Gran finale di campagna elettorale per il giovane candidato Sindaco Lino Monteleone a Torremaggiore. Domani sera, Venerdì 4 maggio, alle 20.30 la Coordinatrice nazionale femminile di FLI, l’on. Chiara Moroni, accompagnata dal Coordinatore provinciale di FLI, avvocato Fabrizio Tatarella, concluderà la campagna elettorale entusiasmante di Lino Monteleone. Dopo i parlamentari Daniele Toto e Mario Baldassarri, i comizi di domenica del Vice Presidente di FLI, Italo Bocchino e di questa sera del Coordinatore nazionale del partito di Gianfranco Fini, Roberto Menia, la presen-

za della Moroni per l’ultimo giorno di campagna elettorale dimostra la considerazione dei vertici del partito per il giovane Monteleone che ogni giorno riscuote sempre maggiori consensi in città provenienti anche da altri partiti.

si riflettono specularmente sulla vita politica della città. Bari non è chiamata al voto ma in provincia migliaia di elettori si recheranno alle urne per decidere sul futuro della loro città: andranno a rinnovare l’amministrazione comunale quattro paesi con meno di 15.000 abitanti (Alberobello, Sannicandro di Bari, Turi

e Sammichele di Bari) e ben otto comuni più grandi (Gioia del Colle, Gravina, Bitonto, Giovinazzo, Polignano a Mare, Terlizzi, Castellana Grotte e Santeramo in Colle). Al di la dei numeri, però, c’è da prendere in considerazione una visione più ampia di queste elezioni. Sia per quanto riguarda il significato, sia per come sono vissute da Partiti e

cittadini. Cominciamo dai Partiti. I Partiti erano e sono una delle entità meno trasparenti d’Italia. A confermare ciò un’indagine dell’associazione “Pubblici Cittadini” il cui risultato è stato che nei portali ufficiali dei Partiti mancano completamente curriculum vitae, informazioni e dettagli di chi “scende in campo”. Come posso votare uno di cui non so assolutamente nulla? I cittadini: sono confusi e sfiduciati. Non sanno chi votare. Ora, a parte i piccoli comuni nei quali ci si conosce tutti e si sa chi è l’uno o l’altro candidato, nei grandi comuni manca completamente un rapporto politica-cittadinanza. Non si sa nulla del candidato, i programmi sono tutti uguali e quasi quasi anche i discorsi. La gente è stufa delle prese in giro e a due giorni dalle elezioni se si chiede alla gente, informalmente, per chi voterà, la risposta sarà ancora: boh non lo so ancora! Non è molto incoraggiante. In conclusione queste elezioni hanno un significato che va al di là della scelta della propria amministrazione. E’ un banco di prova di una regione che, stanca di scandali e indagini e parole al vento, non riesce a trovare gente e coalizioni degne di fiducia. I Partiti, i politici e i politicanti quindi traggano spunti di riflessioni seri per costruire un futuro degno della terra che abitano. Andrea Dammacco

l’intervento

Amministrative 2012, in Puglia Futuro e Libertà c’è Futuro e Libertà è un movimento politico nato da poco più di un anno. In questo breve periodo, grazie all’intuizione coraggiosa di Gianfranco Fini e all’impegno appassionato e convinto di migliaia di volontari in tutta Italia, FLI ha contribuito fortemente allo smantellamento, tutt’ora in atto, della vecchia politica targata seconda repubblica. Negli ultimi anni il Paese è giunto vicinissimo a quel “baratro” caratterizzato dalla crisi economica, dal disagio sociale, dalla mancanza di forti riferimenti morali ed etici, dalla sfiducia nella politica in ogni sua espressione. Dall’indice puntato di Fini al disfacimento generale dei partiti attuali, le nostre idee, la nostra azione politica e la nostra testimonianza hanno abbattuto quel muro ideale, fatto di ipocrisia, malcostume, illegalità, egoismo e miopia politica. In Puglia abbiamo cercato di fare uno sforzo in più. Nonostante il divario enorme che ci separa dagli altri partiti nazionali, in termini di mezzi e risorse economiche, dovuto in particolare al fatto che Futuro e Libertà non beneficia di alcun finanziamento pubbli-

co, nella nostra regione siamo riusciti a radicare FLI nella stragrande parte del territorio, facendo leva soltanto sull’impegno volontario ed appassionato di tanti dirigenti ed iscritti. In democrazia la forza di un organizzazione politica si misura in termini di consenso elettorale. In Puglia nella prossima tornata amministrativa del 6 e 7 maggio siamo presenti col nostro simbolo e con nostre liste in 22 comuni su 25, con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. In provincia di Bari siamo presenti a Bitonto, Castellana Grotte, Gioia del Colle, Giovinazzo, Gravina di Puglia, Santeramo in Colle e Terlizzi, nella provincia B.A.T. nel capoluogo Trani e Canosa, nella provincia di Foggia a Torremaggiore, nella provincia di Lecce a Casarano, Galatina, Galatone, Gallipoli, Tricase e nel capoluogo Lecce, nella provincia di Brindisi a Fasano e nel capoluogo Brindisi, nella provincia di Taranto a Castellaneta, Mottola, Palagiano e Sava. Aver eguagliato in termini di presenza territoriale le corazzate dei grandi partiti nazionali ci rende orgogliosi. Oronzo Valentini


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venerdì 4 maggio 2012

Un numero, una firma per sostenere la vita 97241280151

Il codice fiscale Intervita... un numero non è mai contato così tanto.

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Presenti dove manca il futuro!


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Foggia

venerdì 4 maggio 2012

Cislaghi (Prc) sbugiarda le affermazioni del sindaco Mongelli e dell’assessore Pellegrino

Cimitero privatizzato, lite nel centrosinistra di Claudio Aquilano

in comune

Ed ora Sel tuona sull’urbanistica Ma non è solo sui loculi che litiga il centrosinistra: una dura posizione sulla pianificazione territoriale viene da Leonardo De Santis, unico consigliere di Sel. L’esponente vendoliano non fa nomi, ma il suo auspicio è un aspro atto d’accusa contro le politiche urbanistiche di Mongelli. Ecco il testo della sua dichiarazione: L’adozione di un Piano Regolatore che non prevede nessuna nuova espansione urbanistica, ma che punta tutto sul recupero dell’esistente. Questa è la vera sfida che attende la sinistra foggiana. Un comune che non preveda un’estensione urbanistica del piano regolatore, e che in un contesto iper-edificato ed iper-cementificato come il nostro potrebbe decidere di anteporre il benessere dei suoi cittadini e del suo territorio ai soldi facili che l’edilizia può procurare. Mi piacerebbe che fossimo un

simbolo della campagna “Stop al consumo di territorio”. Il motivo principale sta nell´aver preso coscienza di un fatto: il territorio non è infinito e non è riproducibile. Nelle nostre discussioni, deve essere presente un interlocutore fino ad ora poco considerato: le generazioni future, i nostri figli. Il consumo di territorio ha assunto, potrei dire, da almeno trent’anni proporzioni molto preoccupanti. Seguendo un modello di sviluppo funzionale ad una sommatoria di interessi singoli e per nulla orientato al soddisfacimento e alla salvaguardia del bene comune, la nostra città ha cavalcato un’urbanizzazione ampia, rapida e violenta. Le aree destinate ad edilizia privata, le zone artigianali, commerciali e industriali si sono moltiplicate e mentre in altre parti del Paese vi sono state opere infrastrutturali da noi languono anche quelle.

La privatizzazione dei servizi cimiteriali decisa dalla Giunta Mongelli ha suscitato la vivissima opposizione della minoranza di centrodestra e desta più di una perplessità nei cittadini, che dovranno pagare un loculo quasi millecinquecento euro. Ma a mettere in luce le contraddizioni delle scelte del sindaco e dell’assessore delegato Pasquale Pellegrino è un esponente della coalizione di centrosinistra, il segretario cittadino del Prc Giorgio Cislaghi, che ha dettato agli organi di stampa una dichiarazione di fuoco. Eccola E’ palese la contraddizione tra le due affermazioni perché nel “prezzo già stabilito di 1450,00 euro a loculo” è caricato anche il costo di gestione dei servizi di pulizia e manutenzione che prima erano a carico della fiscalità comunale, questi sono gli 800 mila euro di costi che il comune risparmia. Vogliamo sottolineare che nel costo del loculo è incluso anche il “normale utile” che motiva l’impresa privata a gestire i servizi di pubblica utilità, che contro la privatizzazione

L’ingresso principale del cimitero di Foggia

dei servizi pubblici essenziali si è espresso il popolo italiano con il referendum, che i cittadini foggiani, in quell’occasione, hanno espresso la volontà di mantenerli pubblici. E’ per questo motivo che l’aver voluto procedere con l’affidamento dei servizi cimiteriali a un privato, in aggiunta all’ampliamento del cimitero stesso, costituisce violazione della volontà popolare con buona pace di chi aveva fatto della democrazia partecipata una bandiera in campagna elettorale. Quanto al risparmio effettivo per la comunità,

futuro e liberta’

Liste Pulite, due giorni in piazza organizzati da Fli Il Coordinatore Cittadino di Foggia di “Futuro e Libertà”, Umberto Candela, ha chiamato a far parte del direttivo territoriale dieci presidenti di Circolo individuati nelle persone di: Roberto Iuliani, Walter Russo, Giuseppe Senerchia, Giuseppe Mainiero, Eugenia Moffa, Matteo Nuzziello, Alessandro Lo Russo, Pierluigi Bovi, Ermanno Rossitti e Francesco Lasalvia, quest’ultimo in rappresentanza di Generazione Futuro, l’organizzazione giovanile del partito. La composizione ufficiale del Coordinamento foggiano imprime ulteriore slancio all’attività di Futuro e Libertà ed infatti non si fa attendere il nuovo incontro con la gente e fra la gente in occasione della raccolta delle firme a favore delle due petizioni “Liste Pulite – Fuori i corrotti dalla politica e dalla Pubblica Amministrazione”. Con i giovani di Generazione Futuro e tutti i Presidenti di circolo di Foggia, sabato 5 e domenica 6 maggio dalle ore 18,30 alle

ore 21,00, presso l’isola pedonale di corso Vittorio Emanuele, verrà installato il gazebo per invitare i foggiani a firmare le importanti petizioni volute dal Presidente Gianfranco Fini. Non a caso, una delle principali cause del discredito che ha colpito la politica italiana è l’opacità dei partiti politici e dei criteri di selezione dei loro rappresentanti istituzionali, pertanto spetta ai partiti il compito di selezionare le proprie classi dirigenti con trasparenza e rigore, sulla base di requisiti di onestà, onorabilità, insospettabilità, sobrietà e merito come richiesto dall’opinione pubblica e dalla Costituzione repubblicana. Futuro e Libertà chiede che tutti i partiti e movimenti politici si impegnino subito, con apposite ed inderogabili norme statutarie a NON CANDIDARE NELLE LORO

LISTE E A NON INDICARE PER LA NOMINA AD INCARICHI PUBBLICI quanti siano stati condannati, anche in via non definitiva, per i seguenti reati: associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, turbativa degli appalti, rapina, estorsione, usura e traffico illecito di rifiuti. Non solo, ma visti gli episodi di corruzione che si verificano nel perimetro delle istituzioni italiane, dagli organi costituzionali di vertice sino al più piccolo dei Comuni, destando particolare allarme e preoccupazione ed allontanando i cittadini dalla politica, dai partiti e dalle istituzioni, FLI chiede che il Parlamento italiano proceda al più presto ad una modifica degli artt. 28 e 29 del Codice Penale, al fine di ALLONTANARE DEFINITIVAMENTE DAI PUBBLICI UFFICI quanti siano condannati per i reati predetti, applicando la sanzione accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

vi è prima da ricollocare i sette operai tumulatori, assunti tramite concorso e specializzati, che non continueranno a lavorare al cimitero ma saranno impiegati in altre mansioni (la custodia delle palestre comunali?) come è stato loro riferito in via informale. Il costo di questi sette dipendenti resterà comunque a carico dell’amministrazione comportando una spesa molto superiore agli 800 mila euro “risparmiati” per gli undici anni del servizio. Una spiegazione del presunto risparmio ci sembra un atto dovuto. Restano alcune cose da capire: perché, dopo quattro mesi dalla data del primo gennaio, non sia ancora cominciata la nuova gestione e perché ancora oggi c’è la necessità di un ulteriore rinvio di una settimana; secondo quali delibere, o determina dirigenziali, stiano lavorando dal 1 gennaio persone non dipendenti dal comune; perché non sono state applicate le norme di tutela sociale dei lavoratori in precedenza occupati. A queste domande il sindaco e l’assessore devono rispondere se hanno a cuore la trasparenza dell’azione amministrativa. Vi è poi da chiarire se, e perché, l’amministrazione comunale permetta l’impiego di manodopera assunta con contratti di somministrazione di lavoro -il lavoro interinaleper assicurare un servizio della durata di undici anni e a quale carta dei servizi, per garantire la loro qualità, il nuovo gestore si debba attenere, ma questo e un discorso che riguarda la qualità dei servizi che l’amministrazione offre alla città su cui vi è molto da ridire

IL COMMENTO

Il governo degli interessi di Fabrizio Tatarella La posizione espressa dal consigliere di Sel Leonardo De Santis, che chiede giustamente al nuovo Piano Urbanistico Generale di rispettare l’opzione espansione zero, è apprezzabile, ma insufficiente. Il fatto che la sinistra foggiana, vent’anni dopo il Prg Benevolo, si balocchi ancora con queste opzioni astratte è il sintomo della difficoltà generale di una città che comunque sembra avere una coazione a ripetere gli errori del passato, con la rendita fondiaria che, prima ancora dell’intrapresa edile, detta carriere, successi e destini. Il problema non è tecnico o tecnocratico, ma politico. Il folle consumo di territorio che ha portato la città di Foggia ad espandersi scriteriatamente come un uovo fritto e slabbrato è figlio della debolezza della politica, e del centrosinistra in particolare, a governare gli interessi, ad avere una accettabile visione di città. Sia l’Amministrazione Ciliberti, sia –forse più ancora- quella a guida Mongelli hanno mostrato una preoccupante minorità, fatta di incapacità di scelta e di sudditanza psicologica. Sono nati così gli improvvidi deliri sull’housing sociale, la sciagurata norma sulle zone F, i riammagliamenti, il gonfiamento artificiale del fabbisogno abitativo. Non è casuale che i fasti maggiori della speculazione edilizia, l’innalzamento vertiginoso di gru intente a realizzare case che nessuno ha più i soldi per comprare, sia avvenuto in vigenza di un Piano Regolatore che innalzava la bandiera ideologica dell’espansione zero, e proprio per questo si faceva travolgere dalla pioggia di varianti e conferenze di servizio dell’urbanistica contrattata. Per invertire la tendenza non servono tecnicismi, ma rigore intellettuale e scelte politiche. A cominciare da quella di passare all’opposizione.


Cerignola

venerdì 4 maggio 2012

Da Foggia a Cerignola, dal sindacato ai successi con il Msi e An. D’Antonio ci ha lasciato a 56 anni

Addio Romano, persona perbene

Romano D’Antonio, storica figura della destra cerignolana

di Fabrizio Tatarella Non avevo neanche 10 anni quando, non rispettando il divieto impostomi da mio padre, entrai nella sezione del Msi in Via Don Minzoni n. 84 e cominciai a frequentare quel piccolo partito che non aveva alcuna speranza di successo. Tra vecchi reduci del fascismo, tutti deceduti, e giovani appassionati, tra cui Michele Izzi, un gruppo di uomini di mezza età. Oltre a mio padre, Nando Cianci, Franco Metta, Mimmo Farina, Roberto Ruocco, Silvestro Simone, Enzo Pece, Franco Cirillo. E poi un signore timido, scuro di carnagione, con un simpatico accento foggiano. Romano D’Antonio è stato il mio primo segretario del partito a cui mi iscrissi quando non ancora potevo iscrivermi, se non al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Msi. Scoprimmo subito di avere in comune non solo la passione per la destra

politica, ma anche la data del compleanno, il 5 gennaio, il che me lo rendeva ancora più simpatico e amico quando, in occasione della ricorrenza, lo chiamavo per scambiarci gli auguri. In oltre 20 anni con lui tanti banchetti, gazebo, occupazioni del Comune, allora a Palazzo Carmelo, comizi, congressi, vittorie, sconfitte, scelte diverse, scissioni, ma sempre un grande legame Tanti episodi, tutti divertenti come uno che spiega meglio di tutti Romano. Uscito di notte per l’affissione dei manifesti avevo esagerato nel strapparne diversi ai partiti avversari. Ero ragazzino e per questo fui rimproverato duramente dai grandi con la minaccia che lo avrebbero raccontato a mio padre. Spaventato, non sapendo che fare, alle due di notte citofonai a casa di Romano. Mi fece salire e dopo avermi ascoltato con lo sguardo assonnato esclamò: “questo è un grande problema politico. Camilla, butta la pasta

facciamo le penne con la panna e il prosciutto, mangiamoci sopra cosi ragioniamo meglio”. Ridemmo tanto, mi spiegò che avevo sbagliato e tornai a casa. Tante campagne elettorali insieme Dalle politiche del 1987 con lo slogan “La protesta ha tanti volti un solo nome: Tatarella” con Pinuccio capolista del Msi in Puglia alle regionali del 1990 con un manifesto raffigurante una luna e la scritta “Vota Msi, l’altra faccia della luna” che videro per la prima volta l’elezione in Regione di un missino di Cerignola. Fu proprio dopo quella elezione vittoriosa di mio padre in Regione, con la nuova legge elettorale che prevedeva l’elezione diretta dei sindaci, che Romano e Nandino Cianci iniziarono a premere per la candidatura a Sindaco del 1993 di Salvatore Tatarella. In pochi pensavano fosse possibile che un uomo del Msi riuscisse ad essere eletto Sindaco in Italia, figurarsi nella rossa Cerignola. Ma i consensi che il Msi otteneva ogni volta che si candidava un Tatarella erano decisamente molti di più di quelli che il piccolo partito prendeva alle amministrative. Iniziò cosi una grande avventura, una missione impossibile che non dimenticherò mai. Una stagione entusiasmante con un drappello di uomini che cominciò a credere in un sogno. Intensificammo i comizi e le iniziative in piazza, ci aprimmo alla società civile (nella lista del Msi

del ‘93 si contavano ben otto indipendenti, tra cui il Sindaco Giannatempo). Romano era sempre in prima linea convinto che potevamo farcela. Sempre con il sorriso sulle labbra e la battuta pronta. La notte del 5 dicembre del 93 eravamo cosi felici per la vittoria che non ci rendemmo nemmeno conto di quale pagina di storia insieme a pochi altri avevamo scritto. Con mio padre Sindaco, Farina diventò vice sindaco, Ruocco Capogruppo, Cianci assessore. Romano fu eletto consigliere comunale. Iniziò una grande stagione per la destra con la svolta di Fiuggi e la nascita di An. Formatosi nel sindacato Romano D’Antonio aveva conservato l’attitudine alla ricerca costante del confronto e dell’intesa. Non ebbe mai dubbi o tentennamenti sulla scelta di aderire da missino ad Alleanza Nazionale e da alleantino al Popolo della Libertà. Ma anche nei momenti di più aspra contrapposizione e incomprensione nella comunità della destra cerignolana, tenne dritta la barra del dialogo. Proveniente da Foggia, dall’esperienza del sindacato di destra, la Cisnal, presso la Sofim, Romano è stato consigliere comunale a Cerignola, ininterrottamente dal 1992 al 2009, prima nel Movimento Sociale Italiano, poi in Alleanza Nazionale. Assessore ai Lavori Pubblici nel 2003, consigliere provinciale di An dal 1998 al 2008. I suoi diciassette anni al servizio della comunità

di Cerignola e i suoi dieci a quello della Capitanata gli hanno meritato considerazione e rispetto unanimi. Quando nel 2000, giovanissimo, fui eletto in Consiglio comunale mi ritrovai Romano come Capogruppo di An. Fu lui a volermi come suo Vice, nonostante la giovane età e l’inesperienza in Consiglio. Dovevo crescere diceva. Dopo essere stato il mio primo segretario di partito nel Msi era il mio primo capogruppo in An nelle istituzioni. Quando diventò assessore nella giunta Giannatempo e fu costretto a lasciare il Consiglio toccò a me prendere temporaneamente il suo posto. Con Franco Reddavide, Onofrio Bombino, Mimmo Strafile, Silvestro Simone tanti consigli comunali che finivano sempre in pizzeria sul tardi a parlare di politica e scherzare. Tante volte mi sono fermato a parlare con lui, anche recentemente, an-

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che dopo le diverse scelte politiche. Lui nel Pdl io in Fli. Sempre con il sorriso, lo trovavi lì, vicino casa sua davanti all’Agip, come se ti aspettasse. Come le due ultime volte. Una con mio padre e una da soli, quando mi diede una serie di consigli politici su come comportarmi ora che non ero più “il ragazzino della sezione del Msi”, ma il Coordinatore provinciale di un partito. Suggerimenti che porterò sempre con me. Quando ci salutammo l’ultima volta gli regalai la tessera di FLI. Scherzammo, ridemmo e, in strettissimo dialetto foggiano, mi disse “io vengo, ma tuo padre deve fare il Presidente nazionale di FLI, perché è il miglior politico che c’è”. Ciao Romano, non ti dimenticherò mai. A Camilla e ai loro tre figli, Amilcare, Antonio e Renata, il mio più commosso e affettuoso abbraccio.

mi per... metta!

Le date, i fatti, i ricordi, la sinistra e la destra italiana Mi per… Metta, on. Tatarella. Lei che è sicuramente più capace di me,forse me la può spiegare Lei questa cosa. L’anno scorso, 25 aprile, con la Cicogna partecipammo alla triste e insignificante(per le modalità di svolgimento,non per quel che ricorda della storia della Nazione)sfilata. Suonarono “ IL PIAVE MORMORO’”. Restai basito e mi diedi appuntamento all’anno successivo,questo. Parte il corteo: “Il Piave mormorò,non passa lo straniero”. N’ota volt! Depongono la prima corona di allo-

ra: “Il Piave mormorò,non passa la straniero”. Za za. Arriviamo al cimitero: i Caduti di Valle cannella. “Il Piave mormorò,non passa la straniero”. Onorevole,aiuto. Ma il Piave non si suonava il 24 maggio? I tempi del Piave non erano quelli della I° guerra mondiale ? E che ci azzecca il Piave, con il 25 aprile. Il 25 aprile è o non è un mese prima del 24 maggio?

La prima guerra mondiale è quella di Caporetto e… del Piave. Che ci incastra con la Resistenza? Ho continuato a canticchiare “Il Piave mormorò”, anche nell’intervallo di Milan-Genoa, nel pomeriggio. E così la mattina dopo. Onorevole, mi aiuti, mi soccorra, mi spieghi, mi tranquillizzi. A Cerignola – Lei lo sa – le cose non vanno mica bene. Ma possibile che Giannatempo sia riuscito a convincere tutti che il 25 aprile, sul Piave, furono respinti i nazisti e che fu sul Piave che l’Italia chiuse la pagina del ventennio fascista? Io e la Cicogna ci stiamo battendo per il Murale di Di Vittorio: perché torni all’antico splendore, in una bella piazza della nostra città.

E questi suonano “Il Piave mormorò”. Pensi che c’era pure la Gentile,presente alla sfilata del 25 aprile per quasi sette minuti. Se ne sarà accorta? Il I° maggio Noi raccoglieremo fondi e solidarietà per il ripristino del Murale di Di Vittorio. Ma noi, io e Lei cent’anni fa,non eravamo la Destra? Loro non erano la sinistra ? Siamo diventati di sinistra noi. E,semplicemente, si sono addormentati loro. Se Dio, e il Popolo, vorranno uno di questi anni, il 25 aprile, glielo faccio vedere io come si festeggia! Lei è già invitato. Franco Metta


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Europa

venerdì 4 maggio 2012

LA FESTA DELL’EUROPA - Il 9 maggio 1950 la proposta di Robert Shuman

Un salto di qualità per la nuova Europa Il 9 maggio 1950 Robert Schuman presentava la proposta di dar vita a un’Europa organizzata, solidale, necessaria al mantenimento di relazioni pacifiche tra gli Stati del Continente, dopo anni di cruente guerre. La proposta, nota come “Dichiarazione Schuman”, fu l’atto di nascita dell’Ue. Questa giornata, diventata simbolo europeo, è sempre stata festeggiata come una data storica di incommensurabile novità, foriera di pace e benessere per i popoli del Vecchio Continente. Dopo 62 anni di entusiasmo e orgoglio, stavolta ci sarà poco da celebrare gioiosamente per colpa della crisi che attanaglia tutti i cittadini dell’Ue e non solo. Mi auguro, dunque, che possa invece essere un corale momento di riflessione per comprendere quanto sia necessario far fare alle istituzioni un salto di qualità e di adeguamento a un mondo radicalmente cambiato. Un salto di qualità che ridisegni le istituzioni comunitarie, che le rilanci in termini politici, che non le renda succubi della finanza gestita da cini-

ci protagonisti a danno della crescita economica e della salvaguardia del benessere sociale. L’Italia, superando finalmente il suo atavico provincialismo, ha compreso quanto sia importante il contesto europeo per le scelte che il Paese deve operare e ha riacquistato un suo ruolo nel concerto delle nazioni che ne compongono l’unità. Dobbiamo tutti noi, cittadini di questa entità politica, indicare strade nuove di coesione economica, fiscale, militare,

sociale, sforzandoci di superare quegli egoismi nazionalistici (Germania, Francia, Inghilterra) mai sopiti che hanno prodotto solo danno al benessere di tutti e in particolare alle nuove generazioni. Guai se il sogno dei padri fondatori si trasformasse in incubo. Significherebbe accelerare quella crisi della civiltà occidentale che sembra sempre più profilarsi all’orizzonte, con conseguenze catastrofiche soprattutto per i giovani. Per impedirlo abbiamo assoluto bisogno da un lato di

un sussulto d’orgoglio dei cittadini europei, dall’altro, come diceva Alcide De Gasperi, indiscusso protagonista del sogno dell’Ue, servono “non politici che guardino alle elezioni, ma statisti che guardino alle nuove generazioni”. Con questo spirito, partecipiamo tutti il 9 maggio alla festa dell’Europa con rinnovata fiducia e speranza in noi stessi e in chi avremo scelto per il gravoso compito di governarci! Potito Salatto Salvatore Tatarella (Europarlamentari Fli)

le tappe di una ricorrenza

mancanza di coordinamento?

Una cooperazione politica, economica e di crescita comune

Eurogruppo: Juncker lascia la presidenza

Gli ideali all’origine dell’Unione europea sono stati enunciati il 9 maggio 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman. Questa data è oggi celebrata come uno dei momenti fondamentali nella creazione dell’UE. Il 9 maggio, Festa dell’Europa, è l’anniversario della “dichiarazio-

ne Schuman”. In occasione di un discorso a Parigi, nel 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman ha proposto di creare per l’Europa una nuova forma di cooperazione politica, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee. La proposta è considerata l’atto di nascita

dell’Unione europea. È durante un vertice dell’UE tenutosi a Milano nel 1985, che si è deciso di fare del 9 maggio la “Festa dell’Europa”’. Le celebrazioni e attività organizzate per la Festa dell’Europa sono un’occasione per avvicinare l’Europa ai suoi cittadini e i popoli dell’Unione fra loro.

il commento dopo le dimissioni di juncker

L’asse franco-tedesco e la gestione della crisi, una situazione che a molti non sta più bene di Eliona Cela

Che l’asse FranciaGermania faccia il bello e cattivo tempo nella gestione della crisi europea se ne sono accorti tutti ma che il Presidente dell’Eurogruppo potesse dimettersi perchè “stanco delle interferenze franco-tedesche” è un segnale forte della crisi politica europea. Infatti il presidente dei ministri dell’area euro, Jean-Claude Juncker, si è dimesso da presidente dell’Eurogruppo al termine di un discorso ad Amburgo. E lo ha fatto in esplicita polemica con Parigi e Berlino: Juncker ha infatti dichiarato durante la conferenza di lasciare l’incarico in quanto Parigi e Berlino “si comportano come se fossero gli unici mem-

Il Parlamento Europeo

bri”. Le clamorose dimissioni arrivano proprio quando di “franco” in Europa sembra rimanere ben poco soprattutto dopo le presidenziali in Francia tra due settimane. Per Angela Merkel, lady di ferro sempre più contestazioni per la sua politica poco votata alla crescita e tesa al risanamento esclusivo dei bilanci. L’asse in qualche modo spezzato dall’ arri-

vo negli ultimi tempi del terzo incomodo, il nostro Monti. La decisione di Juncker comunque ora solleverà diverse discussioni proprio in merito al ruolo di Francia e Germania nel gestire la crisi economica che ha investito l’Eurozona. Secondo il presidente dell’eurogruppo ormai dimissionario, non tutte le regole funzionerebbero bene in ogni Paese. “Con l’uniformazione distruggiamo l’Europa”, ha dichiarato Juncker rispondento a un’intervista del giornale tedesco Spiegel. Secondo il politico lussemburghese uno dei motivi principali dell’aggravarsi della crisi sarebbe satato la mancanza di coordinamento nelle politiche economiche, una mancanza dovuta anche all’opposi-

zione tedesca e dei Paesi Bassi nelle trattative per i trattati di Maastricht. Dall’Europa nessuna reazione, per ora tutto tace e si pensa al successore che incredibilmente sarà l’attuale Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, la cui nomina Juncker si è detto disponibile ad appoggiare. Ora non resta che aspettare i prossimi passi sullo scenario europeo, Sarkozy consegnerà la Francia ai socialisti dopo 17 anni? La Merkel riuscirà a far tacere le voci di malcontento? Nel frattempo queste dimissioni passate in sordina e non commentate dai diretti interessati non lanciano un segnale della crisi diplomatica e delle relazioni tra gli Stati Membri.

di Vincenzo Matano Jean Claude Juncker ha deciso di lasciare la presidenza dell’Eurogruppo, una notizia che era nell’aria da tempo, ma che solo nell’ultima riunione è stata ufficializzata. La motivazione non era mai fuoriuscita, almeno fino ad ora. Jean-Claude Juncker, premier e ministro delle finanze lussemburghese, uno dei saggi d’Europa, lascerà la presidenza dell’Eurogruppo, il club dei ministri delle finanze dei Paesi dell’euro, perché - ha detto - è “stanco” delle ingerenze franco-tedesche. E, ha aggiunto con altrettanta chiarezza, che un candidato valido al suo posto è il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schauble, che ha “requisiti eccezionali”. Per Juncker la causa principale della difficile situazione attuale è stata una mancanza di coordinamento, in passato, nelle politiche economiche, dovuta anche all’opposizione tedesca e dei Paesi Bassi nelle trattative per i trattati di Maastricht. I Paesi dell’eurozona molto probabilmente decideranno di adottare gli eurobond nei prossimi anni, ha poi sottolineato Juncker.

Jean-Claude Juncker

L’emissione dovrà avvenire in base a “regole molto rigide” e sarà “la logica conseguenza di una ulteriore integrazione” europea, ha affermato Juncker. L’Eurozona ha bisogno di crescita economica ma non a spese del consolidamento dei conti pubblici, ha poi chiarito Juncker, che si è inoltre detto favorevole al potenziamento delle risorse a disposizione della Banca Europea per gli Investimenti, posizione condivisa, tra gli altri, dal Commissario agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn. Chi lo sostituirà? La decisione sarà presa a giugno dal Consiglio europeo. Molti, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, hanno pensato per quel posto a Mario Monti, ma è difficile un tandem italiano tra Eurogruppo e Bce, dove il presidente è Mario Draghi.


Spettacoli e Cultura

venerdì 4 maggio 2012

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BARI - Il violinista sul palcoscenico del Petruzzelli insieme alla pianista Laura Manzini nell’ultimo spettacolo stagionale

Il gran finale con Accardo Soddisfacenti i risultati della Camerata Musicale Barese di Daniela De Sario Questa edizione della Camerata Musicale Barese partiva ad ottobre sotto i migliori auspici, fregiandosi di un’aura “speciale” rispetto a quella degli altri anni già a partire dal nome; trattandosi infatti del 70° anniversario gli organizzatori hanno voluto ribattezzare la stagione “Prestige”, allo scopo di festeggiare un’istituzione cara ai baresi e che ha rappresentato per molti anni un crogiolo di personalità di spicco della musica e della danza mondiale. Dopo una partenza così (l’inaugurazione è stata sulle note della Russian Academic Simphony Orchestra) e un calendario che ha convinto anche gli spettatori più esigenti (chi sarebbe rimasto deluso dal Concerto di Natale di Uto Ughi o dalla Compagnia di balletto di Antonio Gades nella “Carmen”?) non si poteva che concludere con due astri della musica internazionale. La chiusura, fissata per questo venerdì 4 maggio, vedrà sul palcoscenico del Teatro Petruzzelli, da sempre il teatro di punta di tutte le manifestazio-

ne legate alla Camerata, il violinista Salvatore Accardo accompagnato dalla pianista Laura Manzini. Il primo è stato insignito della più alta onorificenza della Repubblica Italiana per i suoi meriti artistici, ossia è stato nominato Cavaliere di Gran Croce, mentre la seconda è stata definita dallo stesso Accardo, che l’ha voluta al suo fianco, una pianista unica, con la rara dote di sapersi adattare a tutti i generi di musica con una facilità e una tecnica eccezionali. Riassumere la carriera di questi due artisti non è semplice, quindi resta soprattutto la curiosità e la fervente attesa di godere del loro concerto, per il quale, come già previsto, c’è stato in pochi giorni un “tutto esaurito” di biglietti. In programma sono inseriti brani di Johannes Brahms, Cèsar-Auguste Franck, Camille SaintSaëns, Ernst Bloch ed in coda Niccolò Paganini, la cui “Campanella” non è eseguita per la Camerata dal lontano 1955; sarà anche questo, quindi, uno dei “regali” che Accardo farà alla città di Bari, storicamente sua estimatrice e che l’ha sempre accolto

A sinistra Salvatore Accardo, stasera sul palcoscenico del Petruzzelli nell’ultima esibizione stagionale

con grande entusiasmo. Alla vigilia della chiusura della 70° stagione è possibile tirare le somme: il riscontro di pubblico è stato assolutamente positivo, al punto che si è registrato un incremento nelle partecipazioni agli eventi non solo da parte dei soci della Camerata, ma anche dei semplici spettatori. Un dato, questo, che non va sottovalutato, in tempi come quelli attuali, in cui le famiglie tagliano e cercano di risparmiare, fortunata-

mente non rinunciando alla cultura. Di fronte ad un simile successo che tanto inorgoglisce, però, il direttore artistico mantiene i piedi per terra e guarda già al futuro: la 71° stagione non sarà da meno rispetto a quella appena conclusasi. Il cartellone del prossimo anno sarà anche “il manifesto” della filosofia che è propria della Camerata Musicale, ossia l’alternarsi coerente di tradizione ed innovazione. Proponendo ora artisti già noti ai cultori, ora nuove scoperte, la Camerata volta pagina con l’auspicio di conquistare un’esigente fetta di pubblico difficile da avvicinare al teatro, alla danza e alla musica: i giovani.

musica

Vizi e difetti della società con l’ironia degli U’Papun di Isabella Battista Venerdì 27 aprile, presso l’auditorium “A.De Curtis” dell’IPSIA “Ettore Majorana” di Bari, è stato presentato in anteprima per la stampa il secondo album del gruppo pugliese U’Papun, dal titolo Cabron!. Il disco, composto da tredici tracce, è nato grazie al progetto della Just Play Music, agenzia che da diverso tempo segue e valorizza nuove figure del panorama musicale pugliese: infatti dalla realizzazione discografica alla performance live, dal film making alla comunicazione, Just Play Music fornisce un terreno fertile per bands e artisti di qualità. Proprio per valorizzare queste nuove figure, la presentazione del disco Cabron! è stata pensata in maniera molto particolare: in un primo momento è stato proiettato il video del primo singolo dell’album, dal titolo Indiesposto, in cui è trattato il tema

Il gruppo pugliese U’Papun

dell’omologazione di massa in un ritornello-tormentone. Il titolo è un chiaro riferimento alla musica Indie, quel tipo di musica indipendente caratterizzata da un approccio alla produzione e alla promozione della musica lontana dal mainstream, dalla musica commerciale e di “moda”. Nel video, a cura di Enzo Piglionica, si è deciso di omaggiare alcuni gruppi e artisti che negli ultimi anni hanno segnato la scena Indie nazionale ed internazionale: dai Radiohead a Il Teatro degli Orrori, dagli Ok Go a Caparezza, dai White Stripes agli Afterhours, U’Papun reinterpretano alcu-

ni dei video più famosi di questi artisti con affetto e ironia, riflettendo sul fatto che il seme Indie spesso contagia il mainstream e, ancor più spesso, quello che nasce indie diventa poi “moda” ed “omologazione”. In seguito alla visione del video, il gruppo si è esibito con alcuni brani del nuovo album in un live ricco di sorprese e teatralità. Particolarmente interessante la cover di Gaber Io non mi sento italiano, rivista in chiave rock e che riassume i temi del disco: una riflessione dei vizi e difetti della società. Un sequel, dopo il brano in collaborazione con Caparezza dal titolo L’Appapparenza, che sottolinea come il mondo dello spettacolo attuale sia costituito per la maggiorparte da riviste patinate e personaggi belli fuori ma inesistenti dentro; in Cabron! il discorso è stato ampliato tenendo presenti le vicende quotidiane che circondano i membri del gruppo. Irriverenti, simpatici e divertenti, gli U’Papun sanno calcare la scena con semplicità e con i loro brani pieni di ironia, sapientemente studiati e suonati, riescono a catturare il pubblico di ogni età.

mostre a bari

Lavoro in Fermo alla Sala Murat Martedì 1 maggio è stata inaugurata nella Sala Murat di Bari la mostra d’arte contemporanea “Lavoro in Fermo”, nella Sala Murat di Piazza del Ferrarese in Bari, dal Sindaco di Bari Michele Emiliano e dell’assessore al marketing territoriale Gianluca Paparesta. “Il primo Maggio, Festa dei Lavoratori è una data non casuale per l’inaugurazione” ha precisato Giuseppe Maurizio Ferrandino, presidente dell’associazione culturale Agorà Mediterranea - “in quanto il concorso Lavoro in Fermo ha inteso sollecitare i nostri giovani talenti artistici, selezionati mediante un bando pubblico riservato agli studenti ed ai diplomati delle Accademie di Belle Arti Pugliesi, ad esprimersi, con il linguaggio universale dell’arte, su un tema di scottante attualità quale la crisi del mercato del lavoro” L’iniziativa, che gode del patrocinio del Comune di Bari, delle Accademie di Belle Arti di Bari, Foggia e Lecce, della Confindustria di Bari e Bat, della Camera di Commercio di Bari e della CGIL di Bari, rappresenta il decimo appuntamento del progetto “Agorà dell’Arte” che l’associazione sta portando avanti dal 2009, per rispondere all’esigenza di “nuovi spazi” di promozione della creatività artistica dei giovani talenti del nostro territorio e segue

ad un anno di distanza la mostra “Enucleare” che affrontava il tema del pericolo dell’energia atomica nell’attualità del disastro Giapponese e della consultazione referendaria. Un ricco carnet di iniziative collaterali accompagnerà la mostra “Lavoro in Fermo” mantenendo vivo l’interesse del pubblico con dibattiti, in cui esponenti di alto profilo del mondo universitario, imprenditoriale, sindacale e politico discuteranno delle attuali criticità del mondo del lavoro e con originali visite guidate che partendo dalle opere in mostra proseguiranno con la visita dei monumenti della città vecchia coniugando così “Arte e Storia” A conclusione dell’esposizione (6 Maggio 2012 alle ore 19), saranno assegnati due premi alle migliori opere d’arte; il primo indicato dalla giuria, composta da Pasquale Bellini, Claudio Delli Santi e Piero Di Terlizzi Direttori delle Accademie di Belle Arti rispettivamente di Bari, Lecce e Foggia, Vito Labarile consulente del Sindaco di Bari per l’arte contemporanea, Enzo Quarto giornalista, Rosanna Pucciarelli curatrice della mostra e Giuseppe Maurizio Ferrandino presidente di Agorà Mediterranea ed il secondo indicato dai visitatori della mostra che potranno votare la loro opera preferita. Isabella Battista


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Cinema

venerdì 4 maggio 2012

IL CASTELLO NEL CIELO - Nelle sale italiane il film di animazione del maestro degli anime giapponese

Il genio e la poesia di Hayao Miyazaki di Michele Falcone Uscito in Giappone nell’agosto del 1986, un anno dopo la fondazione dello studio Ghibli ad opera di Miyazaki, Isao Takahata e Toshio Suzuki, Laputa, il castello nel cielo é uno straordinario anime, emozionante e ipnotico, frutto del genio Miyazaki, autori di capolavori come La città incanta e il Castello errante di Howl. Ispirato ai Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift,

Laputa é un incrocio fra Magritte e il pianeta Pandora di Avatar. Il Castello nel cielo é una storia fantastica, dal tessuto narrativo intriso di paesaggi meravigliosi, maestose linee ferroviarie, personaggi fantastici, simboli e simbologie di un mondo immaginario, situato a cavallo tra il XIX ed il XX sec. tra la nostalgia del passato ed un’inevitabile progresso che la rivoluzione industriale pone in atto. La giovane Sheeta è tenuta prigioniera dal ci-

la scheda - laputa, il castello nel cielo Regia: Hayao Miyazaki. Titolo originale: Tenku no shiro Rapyuta. Genere: Animazione Ratings: Kids Durata: 124 min. Paese: Giappone 1986. Distribuzione: Lucky Red Uscita in Italia: mercoledì 25 aprile 2012.

nico colonnello Muska a bordo di un’aeronave diretta verso la fortezza Tedis. Durante il volo, in una notte rischiarata dalla luna, l’aeronave viene attaccata da una banda di pirati guidata dall’intrepida Dola, che vuole impossessarsi del ciondolo che la ragazzina porta al collo. Questo ha un valore inestimabile: permette di vincere la forza di gravità e localizzare la leggendaria isola fluttuante di Laputa, dove sono custoditi inestimabili e immensi tesori. Castle in the sky, é una gioia per gli occhi é una favola moderna ecologica e umana dove la violenza, l’ingiustizia e l’avidità possono rendere l’umanità inerme, Miyazaki pone la fiducia sulla tenacia di combattere per la conquista della libertà

Uci Cinemas Molfetta (Ba) Il castello nel cielo

h 17:40

Ho cercato il tuo nome h 18:00 - 20:10 - 22:15 Hunger games h 15:40 - 17:00 - 19:45 - 22:30

Showville Bari The Rum Diary - Cronache di... h 18:20 - 20:30 - 22:40 Il castello nel cielo

h 17:00

To Rome with Love h 17:50 - 20:20 - 22:30

I due personaggi protagonisti del film

e della pace. Tornando al Castello nel Cielo la sua forza è nell’essere una sorta di “summa” della miniserie “Conan, il ragazzo del futuro”. I personaggi sono simili e soprattutto la morale è

la stessa, sempre attualissima: dove ci condurrà la tecnologia? I temi sono quelli cari al Maestro nipponico, ma senza quella spinta metafisica che ha parzialmente “avvelenato” le sue ultime opere.

Corso Cerignola (Fg) Leafie - Storia di un amore h 18:30 - 20:10 Street Dance 2 The Avengers (3D)

h 18:00 - 19:30 h 19:30 - 22:00


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