puglia d'oggi n. 14

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 20 aprile 2012 • anno III n. 14 nuova serie • 1 euro

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L’iNCHIESTA

IL REPORTAGE

Cittadella della Giustizia, nel silenzio la speculazione è “targata” Pizzarotti

Simeone Di Cagno Abbrescia e Michele Emiliano, due mandati e due delusioni

alle pagg 8 e 9

L’ELZEVIRO

Cosa fa davvero paura?

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Il film è Il Turco Napoletano. Totò, finto eunuco e fantastico tombeur de femmes, intercetta una poesiola in rima baciata nel decolleté di una giovane dama di cui dovrebbe vigilare la virtù. Fra le lacrime, la fanciulla gli confessa d’aver “perso la testa” per l’infimo poetucolo e il genio napoletano le ribatte “e se ti scriveva Leopardi, che cosa ti perdevi?”. Tutti a farsela sotto per Beppe Grillo. L’instancabile e capelluto cianciatore d’infime ovvietà ha forse l’unico merito di farci provare orrore per noi stessi. E’ dal 2002 (dieci anni) che girotondiamo, saltelliamo, ci indigniamo, fingiamo insomma di far politica (se stiamo a sinistra) e dal 1994 a ubriacarci di fesserie, milioni di posti di lavoro, barzellette su rosibindi, belle gnocche e altre amenità, se ci ritroviamo nel centro destra. Nel frattempo la politica si è dissolta, i maestri sono quasi tutti morti, le teste pensanti sembrano essersi tutte convocate in un invisibile aventino. E basta un Beppe Grillo qualsiasi a far paura a ciò che resta dei partiti perché “ha il sette per cento”. Ma nessuno si spaventa di quel sessanta per cento che non andrà a votare, voterà scheda bianca o ancora non sa per chi votare. Il vero “mostro” è questo. Per una volta, per lo meno, il povero Grillo, conta davvero poco.

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alle pagg 8 e 9

LA SITUAZIONE ALLA REGIONE - Dimissioni? Vendola smentisce tutte le voci

L’EDITORIALE

Attaccato alla poltrona, Basta con i soldi per amore di se stesso ai partiti di Gianmario Mariniello

Uno tzunami che rischia di far crollare il castello di poesia e carte (non solo processuali) messo in piedi da Nichi Vendola, e che promette di rompere quel trampolino di lancio che potrebbe rappresentare per il leader di Sel, il punto di partenza per puntare a Roma, forse anche a Palazzo Chigi. E nei giorni scorsi le voci che circolavano nei corridoi di Via Capruzzi lasciavano anche intuire che qualcosa di clamoroso sarebbe potuto accadere. Dimissioni? Tutti a casa? Nemmeno per sogno. Il bel gesto di Vendola è restare fermo e saldo al suo posto. Esattamente come se nulla fosse successo. In Regione la maggioranza fa quadrato, le opposizioni affondano il colpo e la polemica avvampa. alle pagg 4 e 5

Futuro e Libertà ha preso una posizione forte e chiara sulla questione del finanziamento pubblico. Gianfranco Fini e Italo Bocchino hanno detto chiaramente che bisogna tagliare questo fiume di soldi di almeno il 50%. Bene. Però, come Generazione Futuro crediamo si possa e si debba fare di più. Senza inseguire Grillo e Co., Generazione Futuro dà il via alla campagna per abolire totalmente il finanziamento pubblico ai partiti. Un partito, un’organizzazione giovanile può vivere senza soldi pubblici. E’ dura, ma si può fare. Ma attenzione. Grillo & Co. sono “contro”. Noi siamo “per”. Perchè crediamo nella politica e perchè se fossimo solo “contro” appariremmo delle copie sbiadite.

BARI - Municipi ed Area Metropolitana, in città si continua a discutere su come e quando reallizzarli

Decentramento: qualche futuro?

a pag 7

FOGGIA - Esplosione in centro. Pista possibile una guerra di mala

Torna la paura delle bombe

a pag 12

CERIGNOLA - Solo promesse elettorali non mantenute

Due anni di Giannatempo

a pag 13

SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE - I Comuni al voto

Focus su Giovinazzo e Canosa

a pag 10

il corsivo Abbiamo avuto anche noi un fremito di indignazione nel vedere i clandestini tunisini rimpatriati con modalità indegne di un Paese civile. Ci ha colpito in particolare l’adesivo sulla bocca. Un trattamento così inumano e crudele che noi non lo a p p l i c h e re m m o nemmeno a Daniela Santanché.

di Enrico Ciccarelli


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In primo piano

venerdì 20 aprile 2012

LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA - Vogliamo davvero credere alla favoletta dei soldi dilapidati per mero consumo individuale?

Partiti, ultima chiamata! Il dimezzamento dell’attuale cifra versata ai partiti politici appare come una misura del tutto ragionevole ed adeguata

di Enrico Ciccarelli La demolizione della partitocrazia della Prima Repubblica, la cui fine fu determinata essenzialmente dalla fine dei blocchi e dal crollo del Muro di Berlino, ha prodotto, come è sotto gli occhi di tutti, una moltiplicazione esponenziale della corruzione, che è dilagata a macchia d’olio dalla politica alle tecnostrutture della pubblica amministrazione fino a magistrati e professionisti. Per giunta, mentre in passato, per usare la celebre espressione di Rino Formica, i partiti erano il convento povero abitato da frati ricchi, oggi i rimborsi elettorali, insieme alla pratica scomparsa dell’attività politica tradizionale, garantiscono bilanci floridi e grandi flussi di liquidità.

Non essendo appena giunti dal pianeta Papalla, non presteremo molta fede alla favoletta dei soldi dilapidati da Lusi per mero consumo individuale o da Belsito all’insaputa di Bossi: ci fermiamo al dato di fatto che le forze politiche hanno molti più soldi di quanti gliene servano. D’altronde il fatto che i cosiddetti rimborsi elettorali siano stati erogati nella misura di quattro euro per ogni euro di spese “documentate” fa capire quale mano larga abbia usato lo Stato. Le posizioni di Gianfranco Fini, o quelle della clamorosa lettera di Salvatore Tatarella a Mario Monti, non sono quindi frutto di demagogia d’occasione, del tentativo di raggranellare qualche consenso al forno dell’antipolitica.

lavoratori esodati

Perché hanno ragione indecente nella gestione Alfano, Bersani e Casini, dei soldi dei cittadini. con l’autorevole appogE potrebbe essere angio del presidente della che l’occasione buona Repubblica, a ricordare per eliminare definitivache una politica squattri- mente lo scandalo nello nata fa più danni e costa scandalo del finanziadi più, oltre ad essere a mento ai giornali di parserio rischio democrati- tito. co. Non solo perché, Ma in questo come in nell’età della comunicaaltri campi le dimensio- zione online, è perfettani contano: è giusto che mente possibile garananche le forze politiche tire la diffusione di ogni italiane ricevano forme forma di pensiero con di sostegno (che possono costi dieci o cento volte andare dalla detassazio- inferiori al passato; ma ne dei conperché il caributi versati so-Avanti diP o t r e b - mostra come dai privati a be anche questi enorforme traessere fi- mi flussi di sparenti di fin a l m e n t e denaro sernanziamento diretto), ma l’occasione buona per vano in realtà queste risorse eliminare definitiva- a costituire non devono mente lo scandalo nel- fondi neri, essere così lo scandalo del finan- commissioscandalosa- ziamento ai nare e pagare mente supe- giornali di dossieraggi, riori a quelle partito alimentare previste nelle un circuialtre grandi to infame democrazie di malaffacontinentali. re e tenebra. Un atto di Il dimezzamento responsabilità forte che dell’attuale cifra appare servirebbe a tagliare le come una misura del tut- unghie ai pericolosi meto ragionevole, così come statori e demagoghi che la soppressione delle due soffiano sul fuoco dell’anrate ancora dovute. In tipolitica ed equivarrebbe tempi di sacrifici diffusi alla posa della prima piee generalizzati, pensiamo tra per il nuovo edificio sia un atto di buonsenso della democrazia italiana. mettere a dieta chi si è diPer i partiti potrebbe mostrato così incapace o essere l’ultima chiamata.

forze armate

Numeri e criteri, la Fornero chiarisca

Rivedere Imu per gli immobili dei militari

Chiarire quali sono stati i criteri di individuazione, monitoraggio e conteggio adottati nel tavolo tecnico per la determinazione del numero di esodati: è quanto chiedono i deputati di Fli, Luigi Muro e Aldo Di Biagio, in un’interpellanza al Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. “Chiediamo al Governo che sia fatta definitivamente chiarezza sul numero degli esodati, che dopo mesi risultano ancora essere 65mila, cioè esattamente quanti possono essere coperti dagli stanziamenti della Ragioneria di Stato. Ci domandiamo in che considerazione siano tenuti i numeri, molto diversi, forniti da Inps e sindacati e quale criterio permetta al lavoratore di entrare a far parte dei ‘fortunati’ inclusi nelle deroghe”.

“L’Odg approvato dall’aula di Montecitorio con il quale impegniamo il governo a provvedere ad una revisione dell’IMU relativa agli immobili posseduti a titolo di proprietà o di usufrutto dal personale in servizio permanente del Comparto Difesa e Sicurezza e che prestano il servizio fuori dalla regione di provenienza, è un passo importante verso una maggiore equità sociale”. Lo dichiara in una nota il deputato Fli, Gianfranco Paglia, firmatario insieme all’onorevole Aldo Di Biagio, dell’ordine del giorno approvato dalla Camera. “Serve un impegno concreto a favore di una categoria troppe volte inascoltata”, conclude il parlamentare di Fli.

Puglia d’oggi

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il commento

Non serve un 48, ma un quarantanove di Enrico Ciccarelli

Palazzo Chigi, sede del Governo italiano

Il giustificato malumore dei cittadini e le drammatiche condizioni economiche del Paese potrebbero innescare una spirale rivoluzionaria? Sinceramente non lo crediamo, benché ci sia, nei media e nel dibattito pubblico, un evidente stato febbricitante. Di sicuro la tentazione eversiva può avere una sua seduttività: l’idea che ribaltando gli assetti di potere (come nell’esempio islandese, tanto citato quanto del tutto sconosciuto) si possano scacciare i fantasmi dell’oggi ha un indiscutibile valore consolatorio. Ma all’Italia di oggi non serve un Quarantotto, per indicare il generale sommovimento che quell’anno comportò nell’Europa del XIX secolo; serve piuttosto un Quarantanove, inteso come articolo della Costituzione. Quell’articolo stabilisce il diritto dei cittadini a concorrere a determinare la politica nazionale associandosi in partiti. È l’unico passaggio della nostra Carta fondamentale in cui si fa riferimento ai partiti, ed è anche sufficiente a comprenderne l’ineliminabilità. Una democrazia sen-

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za partiti non è quella immaginata dal Costituente, ed è impossibile vararla senza mutare radicalmente l’ordinamento dello Stato. Tuttavia il clima politico del dopoguerra, la paura di un ritorno al dispotismo e al partito unico, indussero il legislatore a tollerare che i partiti si organizzassero, dal punto di vista giuridico, come associazioni non riconosciute, cioè come soggetti privi di personalità giuridica propria e quindi difficilmente monitorabili e controllabili. Un regime che, come le vicende di questi anni si sono incaricate di dimostrare, che è incompatibile con la percezione e la spendita di contributi pubblici. La questione si è aggravata in modo palmare con l’avvento della Seconda Repubblica, e dei suoi partiti personali, nei quali è stato sempre più difficile distinguere fra patrimonio personale del leader e finanze del partito (sono simmetrici, benché opposti, i casi di Berlusconi e Bossi, ma quello di Di Pietro non è dissimile). Una premessa necessaria alla bonifica della vita politica è un’efficace attuazione dell’art. 49-

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In primo piano

venerdì 20 aprile 2012

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FINANZIAMENTO AI PARTITI - I tagli e i sacrifici non fanno piacere ai cittadini. Ma in questa occasione si può trovare un largo consenso

L’appello al Premier: un decreto per sopprimere le ultime due rate di Salvatore Tatarella Illustre Presidente, qualche tempo fa, probabilmente in un momento di comprensibile amarezza, Lei affermò: “se il Paese non è pronto, posso sempre farmi da parte”. Invero, è assai probabile che, su alcune delle radicali riforme, necessarie per far uscire il Paese dalla presente crisi di sistema, larga parte degli italiani non sia ancora pronta a modificare alcune sue errate convinzioni. Su una questione, però, il Paese è pronto a seguirla, avendo da sempre un convincimento largamente maggioritario, che, in questi ultimi tempi, si è andato viepiù rafforzando, a causa di diversi e poco onorevoli recenti fatti di cronaca politicogiudiziaria. Mi riferisco alla diffusa contrarietà al finanziamento pubblico dei partiti, che, circa un decennio addietro, si materializzò in un chiaro e netto responso abrogativo: oltre trenta milioni di si, il 90%, su trentaquattro milioni di votanti. Come Ella sa, quel chiaro e netto verdetto degli italiani, con il consenso di quasi tutti i partiti di ieri e di oggi, è stato, prima aggirato, con l’introduzione succedanea del contributo elettorale, e poi beffato,

con la sua attuale, abnorme dilatazione. Le cronache recenti narrano di una disinvolta e illegittima utilizzazione dei rimborsi elettorali da parte di alcuni partiti a beneficio di distorte e assai discutibili finalità privatistiche, mentre i bilanci di tutti i partiti evidenziano rilevanti avanzi di gestione e una cospicua liquidità di cassa. Circostanze queste ultime che dimostrano, ove ce ne fosse ancora bisogno, che il contributo erogato è di gran lunga superiore alle reali necessità dei partiti. Se i dati resi pubblici sono esatti, sarebbero state disposte in questi anni erogazioni pari a due miliardi e mezzo di euro, a fronte dei quali sarebbe stata dichiarata, senza nemmeno una accettabile documentazione probatoria, una spesa di solo cinquecento milioni. Questi fatti e queste cifre, che non hanno eguali in tutta Europa, hanno provocato nuovo discredito internazionale, attirato le censure di importanti organismi europei ( Greco ) e alimentato ulteriormente il vento dell’antipolitica. La prego di voler considerare che oggi, in misura anche più larga di ieri, la maggioranza degli italiani sarebbe molto favorevole all’immedia-

il presidente napolitano

Non demonizziamo i partiti politici Dopo il fronte comune dei 3 partiti che appoggiano il governo Monti sul tema del finanziamento ai partiti, Napolitano ha detto che “è necessario estirpare il marcio ma non bisogna demonizzare i partiti che non sono il regno del male”. “Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, destinati ai partiti, già drasticamente tagliati dalle manovre finanziarie del 2010-2011, sarebbe un errore drammatico”. Inoltre ha aggiunto: “Il marcio ha sempre potuto manifestarsi, e sempre si deve estirpare: ma anche quando sembra diffondersi e farsi

soffocante, non dimentichiamo tutti gli esempi passati e presenti di onestà e serietà politica, di personale disinteresse, di applicazione appassionata ai problemi della comunità. Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica”. Di fatto, però, è necessaria un giro di vite robusto e con mano ben ferma ad uno spreco che, vede i partiti spendere e spandere, comprare diamanti ed investire in beni mobili ed immobili, disporre praticamente di pozzi senza fondo proprio mentre ai cittadini sono richiesti grossi, continui e ingiusti sacrifici.

Mario Monti

ta abrogazione di ogni forma di finanziamento pubblico dei partiti, anche in considerazione del pesante debito pubblico, accumulatosi negli anni, e delle gravi misure decise dal Suo Governo, nel difficile tentativo di evitare il fallimento del Paese. In questo contesto, stride il contrasto fra due opposte valutazioni della questione: da un lato i partiti, che, pur concordando sulla necessità, ormai inderogabile, di introdurre modifiche sostanziali alla disciplina vigente, sopratutto in tema

di controllo, non sembrano aver ancora valutato la ulteriore necessità di dare al Paese un segnale netto ed inequivocabile di rottura con il vecchio sistema di privilegi ed opacità; dall’altro l’insofferenza generalizzata e sempre più acuta di larghe fasce di opinione pubblica, che, accomunando in un unico giudizio negativo, politica, partiti e istituzioni, non sembra più disposta a tollerare passivamente lo scandaloso sperpero di pubbliche risorse, sopratutto in tempi di ristrettezze e disagi.

Presidente, fra poche settimane, se non interverrà un immediato intervento legislativo, i partiti incasseranno la penultima rata di contributo, pari a circa 100 milioni di euro. Questa eventualità sarebbe vissuta dalla maggioranza degli italiani come uno schiaffo ai loro sacrifici e alle loro sofferenze e acuirebbe in misura pericolosissima il loro distacco dalle istituzioni e dalla democrazia. Sarebbe molto bello, quindi, se, fra tante pesanti restrizioni imposte ai cittadini, ve ne fosse oggi anche una, imposta ai partiti. Reputo, tuttavia, assai labile la speranza che possano essere gli stessi partiti a proporre un disegno di legge soppressivo delle ultime due rate di contributo. Da alcune settimane si assiste a un poco incoraggiante balletto di proposte e dichiarazioni, che non lascia intravedere nulla di buono. Non resta, quindi, che un intervento del Governo, attraverso la decretazione d’urgenza. Posso ben prevedere le obiezioni di merito e procedimentali, ma Ella converrà che stiamo vivendo un periodo fortemente emergenziale, tale da giustificare anche qualche eventuale forzatura politica. Non pretendo che il Governo legiferi orga-

nicamente in materia di finanziamento dei partiti, che è competenza propria del Parlamento. Chiedo soltanto un intervento eccezionale, una tantum, del Governo, perchè siano soppresse le ultime due rate di contributo pubblico, destinandole contestualmente a interventi immediati di natura sociale, a favore delle persone e delle famiglie più disagiate. Il Suo Governo ha imposto tagli e sacrifici, che, ovviamente, non hanno trovato il consenso entusiasta delle categorie colpite. In questo caso, invece, Lei troverebbe al Suo fianco la quasi totalità del Paese, e reputo che, anche in Parlamento, sarebbero in pochissimi a non convertire il decreto legge, che, con molta forza, mi permetto di richiederLe. Accogliendo questa proposta, Lei non si piegherà all’ondata dilagante di antipolitica, che, a volte, viene alimentata in maniera manifestamente torbida e strumentale, ma, al contrario, contribuirà ad abbassare la tensione sociale e a restituire a molti italiani la fiducia nella buona politica e nelle istituzioni democratiche, che devono essere sempre difese da ogni attacco, perchè garanzia della nostra libertà.

la proposta di legge

Finanziamento ai partiti, la proposta A-B-C bocciata dai tecnici della Camera Finanziamento ai partiti? Tutto da rifare. Una legge nata in fretta, scritta male e che non risolve il problema. Così i tecnici della Camera bocciano la proposta Alfano-BersaniCasini. La scheda preparata per i deputati, con l’inizio dell’esame del testo in commissione Affari costituzionali, lascia prevedere che le modifiche durante l’iter dovranno essere corpose. Dalla difficile applicazione dell’obbligo di certificazione dei bilanci, alla mancata sospensione dei contributi anche in caso di irregolarità: i tecnici del dipartimento Istituzioni della Camera hanno mosso numerosi rilievi alla proposta di legge di riforma dei bilanci dei partiti presentata da Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. Intanto, si spiega nell’analisi del primo comma dell’articolo 1,

“non risulta menzionata nel testo della proposta di legge la certificazione dei bilanci, seppure considerata obbligatoria nella relazione illustrativa”. Lunga anche la serie dei rilievi sulla Commissione per la trasparenza dei bilanci, che dovrebbe essere formata dai presidenti di Corte dei Conti, Consiglio di Stato e Cassazione. Quanto alle sanzioni, “colpiscono esclusivamente le irregolarità e non le inottemperanze dei partiti”, dicono gli esperti. Il testo poi “non specifica le tipologie di irregolarità che conducono all’applicazione di sanzioni”. Poi c’è una questione più generale. L’obbligo di sottoporre i bilanci al giudizio delle società di revisione si applica “a tutti i partiti politici e dunque non solo a quelli che hanno usufruito dei contributi per le spese elettora-

li”. Tuttavia, “in mancanza di disciplina di attuazione dell’art.49, non essendo censibili tutti i partiti e i movimenti politici” esistenti “il controllo dell’adempimento degli obblighi sopra illustrati appare difficilmente realizzabile”. Chi, tramite twitter, non ha fatto mancare la sua stoccata è il vicepresidente del gruppo di Fli Carmelo Briguglio: “ABC su finanziamento partiti ha toppato. Proposta da rifare da cima a fondo”. Insomma, si rischia di restare nel vago, nel campo delle ipotesi e della mera “legge di principio”. Invece c’è bisogno di una legge seria, forte e precisa, che vada a disciplinare il finanziamento dei partiti. La cronaca di questi giorni è ricca di “errori” dei partiti. Adesso a Roma bisogna stare con gli occhi ben aperti per evitare che si commettano altri, ennesimi, errori.


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Regione Puglia

venerdì 20 aprile 2012

L’INCHIESTA SULLA SANITA’ PUGLIESE - Richiama un “beau geste”, ma di dimissioni nemmeno a parlarne

Il terremoto politico e i rischi di Vendola di Roberto Mastrangelo Un terremoto politico. Uno tzunami che rischia di far crollare il castello di poesia e carte (non solo processuali) messo in piedi da Nichi Vendola, e che promette di rompere quel trampolino di lancio che, lo sanno anche i sassi, potrebbe rappresentare per il leader di Sel, il punto di partenza per puntare a Roma, forse anche a Palazzo Chigi. E nei giorni scorsi le voci che circolavano nei corridoi di Via Capruzzi lasciavano anche intuire che qualcosa di clamoroso sarebbe potuto accadere. Cambiare aria e puntare a Roma, una soluzione che, in fondo, avrebbe potuto portare dei vantaggi a tutte le parti in gioco, ed avrebbe tolto più di un imbarazzo al Governatore pugliese. E’ proprio Nichi Vendola, però, a fare il pompiere ed a mettere la parola fine ad ogni possibile voce sulle sue (presunte ed imminenti) dimissioni. Ipotesi che avrebbe portato allo scioglimento immediato del Consiglio Regionale, ed a nuove elezioni. “Abbandonare? No, non l’ho mai pensato - ha rife-

Nichi Vendola, Presidente della Giunta regionale pugliese

rito Vendola ai cronisti a proposito della questione morale - ma uno che ha 40 anni di vita politica cristallina come me, potrebbe anche reagire con un beau geste”. Dimissioni? Tutti a casa? Fine di una legislatura (la Vendola-bis) devastante per quantità e qualità di inchieste sulla sanità, di bocciature dalla Corte Costituzionale, di buchi di bilancio negli Enti regionali, di occasioni perse e di sorridenti poesie? Nemmeno per sogno. Il bel gesto di Vendola

è restare fermo e saldo al suo posto. Esattamente come se nulla fosse successo. Come se nessuna inchiesta lo riguardasse (del resto era la linea adottata fin quando è stato possibile). Come se il Presidente della Giunta regionale non avesse responsabilità (lo ripetiamo ancora una volta) per lo meno politiche sull’operato dei suoi Assessori. A parlare è ancora Vendola. “Con questo centrosinistra - spiega - il beau geste è il mio atto di amore

verso questa terra. Ricevo lo stesso affetto ovunque: per questo attaccamento mi sento impegnato dal punto di vista politico. Restare, con serenità di coscienza, è anche un modo per ricambiare il sentimento dei pugliesi”. E la maggioranza? E il Pd? E i partiti che hanno contribuito a fondare ed a sostenere il Vendola-Bis? Allineati e coperti, come truppe cammellate pronte agli ordini del leader. Senza voci contrarie, senza tentennamenti. In fondo basta votare e tutto è sotto controllo. Eppure nei giorni scor-

parlano le opposizioni

il commento di euprepio curto (fli)

Il fallimento politico della sinistra pugliese

Vendola, la verità è una: il re è nudo

Sanità, rifiuti, energia, infrastrutture, acqua. Sono i cinque temi sui quali la stessa maggioranza che governa la Regione Puglia ha ammesso di non aver rispettato gli impegni assunti con gli elettori. Lo ha detto il capogruppo del PdL nel corso della conferenza stampa che l’opposizione del centro destra ha tenuto ieri mattina, a cui hanno partecipato anche il capogruppo della Puglia prima di tutto Francesco Damone, Massimo Cassano, Saverio Congedo e Giovanni Alfarano (PdL). Si tratta di temi sui quali sono stati elaborati Piani (sanità, rifiuti, energetico, lavoro) quasi mai attuati, “essendosi spesso tradotti – ha aggiunto Palese – in leggi dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale” (l’ultima

è quella che prevedeva la riconversione di alcuni dei presidi ospedalieri disattivati a seguito del Piano di rientro in Residenze sanitarie per anziani) “o, comunque, essendosi rivelati inattuabili nella pratica”. Il risultato – secondo il capogruppo PdL – è che la sinistra governa non sulla base di una programmazione, ma alla giornata inseguendo l’emergenza, cercando di sanare questioni incancrenite e che stanno pesantemente danneggiando i cittadini. A fronte di questo si pone “il totale fallimento del progetto politico della sinistra” - ha aggiunto il capogruppo PdL – per non aver saputo guidare non un processo di cambiamento, ma neanche l’ordinaria amministrazione”.

“Niki Vendola ha reso noto che intende rimanere alla guida della Regione Puglia fino alla scadenza naturale della legislatura: e fin qui va benissimo. A condizione che la guidi sul serio, e non come, molto stancamente e distrattamente, ha fatto nei primi due anni di Legislatura. Un suggerimento è, però, doveroso: eviti di dichiarare che il cosiddetto rinnovato impegno è anche un modo per ricambiare l’affetto dei pugliesi … perché, altrimenti, non solo ci troveremmo di fronte ad un inattendibile pentito, ma anche al cospetto di un impenitente recidivo “. Al vetriolo il commento dell’ex senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale del partito di Gianfranco Fini, alle dichiarazioni rese dal

governatore della Puglia in merito ai suoi ben noti propositi di abbandonare la Puglia per scalare l’empireo romano. “Vendola – prosegue Curto - non può pensare di far continuare a sorbire ai pugliesi le sue favole. Bari non costituisce la sua scelta volontaria e consapevole, ma è quella a cui è stato costretto dal mutato equilibrio nazionale e, soprattutto, dalle tante macchie che hanno caratterizzato sino ad oggi la sua gestione della macchina regionale”. “Ci risparmi quindi – ha incalzato l’esponente politico di Futuro e Libertà – i toni toccanti e le espressioni commoventi. Affronti, invece, seriamente, e non come fatto fino ad ora, i più importanti temi della Puglia:

si è stato Sergio Blasi a richiamare l’attenzione del governo regionale su un programma politico, quello che era stato sottoscritto da tutto il centrosinistra prima delle elezioni del 2010, che è rimasto abbastanza lontano dalle decisioni della Giunta regionale, e ben chiuso nei cassetti del Lungomare di Bari. I partiti di centrosinistra hanno confermato la loro fiducia a Nichi Vendola in una recente conferenza stampa alla Regione Puglia. Fiducia e serenità. Con la clausoletta di tornare a parlare di programmi, sterzando verso temi ed azioni di cui si erano un po’ perse le tracce. Riportare al centro del dibattito politico della Puglia le politiche attive del lavoro, l’ambiente, l’energia, il rilancio della sanità, i rifiuti. Fino ad ora su questi temi si è parlato più nei corridoi dei tribunali che nell’aula consiliare. Ci riusciranno? Probabilmente per un po’. Almeno fino al prossimo tzunami. In fondo Nichi Vendola ha moltissimo da perdere. In ballo non c’è soltanto la sua poltrona da Governa-

tore della Puglia, ma anche i possibili futuri assetti della politica nazionale, quando i tecnici dovranno lasciare la mano ai partiti e tutto fa pensare che nel centrosinistra possa esserci un possibile spostamento dell’asse verso sinistra, verso Sel, verso l’Idv, verso il famoso manifesto di Chieti che sembra indigesto più ai dirigenti del Pd che alla base del Partito Democratico. Ecco perchè difficilmente Vendola mollerà la presa. Soltanto amore dei pugliesi? O forse anche opportunità politica? Le due cose, si potrebbe ribattere, non sono in antitesi, anzi una rafforza l’altra. Vero. Se però nei fatti ci si comportasse davvero da buon padre di famiglia di tutti i pugliesi. Che vedono le loro imposte addizionali ai massimi storici. Che pagano canoni idrici ben più alti delle altre Regioni. Che vedono chiudere i loro ospedali senza che ci siano rafforzamenti dei presidi sanitari territoriali. Che comprano la benzina più cara d’Italia. Che vedono i loro assessori finire sotto inchiesta. Che vedono la Puglia tagliata dai trasporti nazionali. Che vedono gli aeroporti chiudere. Che non vedono progetti e proposte per il rilancio dell’economia pugliese. E che sono stufi di sentirsi raccontare barzellette che non fanno ridere e poesie scalcinate e sdrucciole.

Euprepio Curto

sviluppo, occupazione, appropriato utilizzo delle risorse, ambiente, azioni a tutela dei deboli e degli emarginati, iniziative contro le nuove povertà, controllo sulle società partecipate, sanità, per finire con la urgentissima rivisitazione di un Ufficio Legislativo che ci sta facendo coprire di ridicolo di fronte al continuo soccombere al cospetto della Corte Costituzionale “. “Ma soprattutto – ha concluso Curto – recuperi

un pò di quel suo vecchio ( e disinteressato … ) spirito moralizzatore che ne costituì il trampolino di lancio politico ai tempi in cui, da componente della Commissione Antimafia, menava fendenti a Destra e non a manca … in alcuni casi per fatti assolutamente inconsistenti, mentre in altri talmente irrilevanti che, se rapportati a ciò che avviene oggi nella Sua Sanità, farebbero solamente sorridere. La verità è una : Il re è nudo”.


venerdì 20 aprile 2012

Regione Puglia

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L’INCHIESTA - Abuso d’ufficio, peculato e falso. Questi i reati che vengono contestati, a vario titolo, a Vendola e agli ex assessori

Scandalo sanità in Puglia, un sipario sempre aperto di Maria Pia Ferrante Lo stop del turn over, e deroghe non concesse, la sovra spesa sanitaria, le piante organiche da modificare, le PET mobili, i reparti in costruzione da anni e quelli impolverati, l’inefficienza dei servizi, la scarsità dei posti dei posti letto e la sovrabbondanza delle strutture. I conti in rosso e l’inefficienza dei servizi. La malasanità indossa camici e cravatte e alimenta il malcontento dei cittadini, spettatori stanchi dinanzi ad un palcoscenico di attori mascherati di belle parole, interessi e rapporti interpersonali. Maschere che Lea Cosentino ha voluto sollevare ai suoi coprotagonisti parlando ai pm esattamente un anno fa delle “sponsorizzazione” del primario, Paolo Sardelli, da parte del governatore pugliese, e della «forzatura» impostagli «su istigazione e determinazione di Vendola Nicola», per riaprire i termini del concorso. La sua ex fedelissima è tornata a ribadire pesantemente le accuse al governatore levantino in un interrogatorio di gennaio, drenate in un nuovo fascicolo d’indagine e ritenute credibili dai magistrati pugliesi. Nell’avviso di conclusione questi contestano non l’iter irrituale e la nomina “ad personam” ma anche le assicurazioni che Vendola avrebbe dato alla Cosentino, garantendole in cambio della “orzatura” la “propria protezione” da eventuali iniziative di terzi cointeressati con la celebre affermazione rivelata dalla Cosentino “Non ti devi preoccupare di questa cosa! Ti copro io!”

Alberto Tedesco, senatore ed ex assessore alla Sanità pugliese

Su Alberto Tedesco, Impegno ad alto inteoggi tra le file degli scran- resse e basso rischio per ni a palazzo Madama e l’ex assessore alla sanità all’epoca dei fatti asses- Tedesco, sessantenne insore alla Sanità, la mana- dicato a Vendola dal Parger confessa: “Riguardo tito Democratico, in paralla nomina del professor ticolare dai dalemiani ai Acquaviva vi è stata una quali Tedesco era molto forte pressione dell’as- vicino, come vox sapiensessore Tedesco sia sui tiae in tema sanitario. tempi dell’espletamento I Tedesco possiedono del concorso sia sul nome 3 aziende che producodell’Acquaviva: quest’ul- no protesi ortopediche. Il timo si era candidato in cliente? La Regione. Il maprecedenza alle elezio- nager tentò già nel 1999 ni amministrative, non la scalata in parlamento ricordo quali, nella lista nel collegio camerale 20 del Tedesco, di Bari alle il quale sosteelezioni supI tanti rap- pletive con neva che Acporti tra le quaviva fosse insegne politica ed d e l l ’ U l i v o , il migliore”. affari pri- u s c e n d o n e E la ex lady ASL accende vati. Sinapsi con i soliti sconfitto, ci i riflettori sui nomi. E Lea Cosentino riesce quantanti rappor- è la donna che Vendola do viene ti tra politica avrebbe voluto promuo- p r o m o s s o ed affari pri- vere assessenatore dal vati. Un siste- sore al posto Pd, dopo le ma di sinap- di Tedesco. dimissioni si fatto dei per incom“soliti nomi” patibilità di “In quel pePaolo De Cariodo mi stavo rendendo stro, eletto al Parlamento conto che le cose che mi europeo. raccontavano Tarantini, Lea Cosentino è la Gero Grassi (parlamen- donna che lo stesso Ventare Pd, ndr) e Loizzo (ex dola, prima del ciclone assessore ai Trasporti, Pd, giudiziario sulla malandr) e cioè che vi erano sanità pugliese, avrebbe delle consuetudini per cui voluto promuovere assesil politico del territorio sore alla Sanità al posto aveva degli imprenditori dell’indagato Tedesco. di riferimento e si facevaMa l’anatema sulla no pressioni sulle gare di sanità pugliese era già appalto, erano vere”. lo scorso anno in preve-

dibilmente evoluzione. Già a dicembre 2011 alcuni giornali nazionali annunciavano l’attesa di qualche «narratore» disposto a raccontare le solite “nuove” sui rapporti tra l’amministrazione e la sanità pubblica e privata, anticipando i fatto i fatti di questi giorni. Vendola ha così dichiarato “Ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del gip di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia – prosegue – perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione”. “Quanto al merito, se per il professor Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore – prosegue Vendola – qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere”. The show must go off.

l’intervento di giammarco surico

La magistratura faccia chiarezza “Il sistema sanitario pugliese non può continuare a pagare per l’inadeguatezza dell’amministrazione regionale. Alla magistratura chiediamo di fare chiarezza in fretta perché non entrino ingiustamente in una crisi senza ritorno anche quelle strutture, tra le quali il Miulli, che erogano servizi sanitari d’eccellenza. A Vendola chiediamo meno meraviglia e più coraggio nell’assunzione di responsabilità che non possono essere scaricate su altri. È lui o non è lui il presidente della giunta regionale?”. A sostenerlo in una nota il consigliere regionale di Fli, Giammarco Surico, componente della Commissione Sanità della Regione Puglia coordinatore provinciale del partito di Terra di Bari. “Ad essere danneggiati in questo balletto di incapacità sostanziale di una politica che delega le soluzioni ai contenziosi piuttosto che alla propria capacità gestionale e alla propria competenza, nella trasparenza degli atti”, afferma Surico, “sono tutti: cittadini, operatori, strutture, in un incredibile gioco a rimpiattino in cui addirittura chi governa si dichiara inquietato rispetto a quanto accade, come se quanto accade appartenesse ad altre responsabilità”. “Nella vicenda del Miulli e degli Ospedali gestiti da Enti Ecclesia-

www.ilvelino.it

Giammarco Surico

stici”, continua, “avevamo suggerito da tempo una strada che non è mai stata presa in considerazione dal governo regionale: costituire una Fondazione consentendo così alla Regione Puglia di entrare nella proprietà di un Ospedale che offre un know how di avanguardia e servizi assistenziali cui afferiscono pazienti anche da fuori regione, con 39 mila ricoveri annui. Oggi il disastro è sotto gli occhi di tutti”. Surico mette sotto accusa anche il sistema concorsuale che, di fatto, dice, “chiude la porta alla discrezionalità della politica e la fa rientrare dalla finestra. La politica decide, quindi, senza apparire e senza metterci la faccia. La Puglia ha, invece, bisogno di trasparenza vera e di persone che, con competenza e senso di responsabilità verso la comunità, abbiano il coraggio delle proprie azioni, assumendosene non solo gli onori, ma anche gli oneri”.


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Bari

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IN CITTA’ - Il progetto riguarda il tratto Sud, per l’eliminazione del “collo d’oca” che libererà Bari dalla fascia di binari

Il Nodo ferroviario si farà Il Cipe ha decretato il passaggio di fondi che mette la parola fine alla annosa questione dei finanziamenti per questa infrastruttura strategica per la Regione di Fortunata Dell’Orzo “Il nodo ferroviario di Bari si farà. Il Cipe ha decretato un passaggio storico che mette definitivamente la parola fine alla questione dei fondi per questa infrastruttura strategica per la Puglia”. L’assessore regionale alle infrastrutture strategiche e mobilità Guglielmo Minervini lo sottolineava a gennaio scorso, quando commentava l’approvazione del contratto di programma Rete Ferroviaria Italiana, da parte Cipe, e che aveva riservato alle infrastrutture ferroviarie per il Meridione fondi aggiuntivi per 3,9 miliardi di euro. “Il Governo ha mantenuto l’impegno – chiosava Minervini – e ac-

Il fascio di binari che taglia in due la città di Bari

cogliamo positivamente anche la notizia della ripresa dei finanziamenti per un altro tratto dell’alta capacità ferroviaria Napoli/Bari-Lecce-Taranto per un importo di 790 milioni di euro. In questa direzione accolgo con piacere le parole del ministro Barca che ha inteso riaffermare la

centralità nazionale di questa infrastruttura. Finalmente un rapporto istituzionale corretto sta riequilibrando le scorrettezze di un governo che negli ultimi anni si è mostrato ostile nei confronti del Mezzogiorno”. Tornando al nodo ferroviario di Bari, il Cipe ha approvato il progetto

via marconi - via oberdan

Dopo due anni di lavori ora il nuovo sottopasso Quasi due anni di chiusura, e finalmente sembra che entro un mese il passaggio a livello di Bari-Marconi sarà ridato alla città e il sottopasso che permetterà a pedoni e ciclisti di spostarsi in tutta sicurezza da Japigia a Madonnella, da via Oberdan a corso Sonnino, diventerà percorribile. Niente più attraversamenti azzardati per studenti e cittadini, quindi, al passaggio a livello. La conferma arriva

direttamente dal Comune: “Le pensiline sono state installate come la strada, che è stata già asfaltata con le relative gradinate, e l’illuminazione, che è stata sistemata”, ha spiegato l’assessore alle Opere Pubbliche, Marco Lacarra. “Siamo dell’idea che tutto diventerà attivo nel giro di una ventina di giorni”. Più cauti, invece, da Rete Ferroviaria Italiana, il gruppo di Ferrovie dello Stato che si occu-

pa di infrastrutture: “E’ possibile che da oggi ci voglia almeno un mesetto buono”, dicono allungando i tempi: “Sicuramente entro la seconda metà di maggio”. O un mese o due, ma ormai ci siamo, finalmente. L’importante è che l’opera, nata da un accordo tra Comune di Bari e Rf è quasi pronta. Ciò che mancano, ora, sono i collaudi che partiranno nei prossimi giorni. Con la speranza che almeno in questo caso le lungaggini burocratiche non portino al solito balletto dei “tempi tecnici”.

limitatamente al tratto Sud, dando il via libera al finanziamento di oltre 390 milioni di euro necessari alla realizzazione del cosiddetto ‘collo d’oca’ che libererà Bari dai binari nella fascia costiera che va da San Giorgio a Torre a Mare. Intanto l’amministrazione comunale di Bari sta approntando il bando internazionale per il concorso d’ idee: un’idea nuova per una nuova città, si potrebbe dire. Fra un paio di settimane si attende una conferenza stampa di presentazione, da parte dell’assessorato all’Urbanistica. “Sono centinaia di ettari” precisa l’assessore Elio Sannicandro per i quali ci aspettiamo delle idee innovative e convenienti a incoraggiare l’intervento dei privati. Abbiamo pensato a un vero e proprio concorso per il quale c’è un premio di 50 mila euro al primo classificato e 9 premi da 20 mila per gli altri classificati”. Speriamo non finisca come per il progetto di via Sparano: tutto mol-

to bello e tutto rimasto sulla carta, vista la’ormai leggendaria ignavia ur-

banistica di una città famosa solo per i suoi (ex) ecomostri.

il commento

Nodo ferroviario: ed ora cosa accadrà? Un problema che si pone non appena Bari comincia a espandersi al di là della sua “cinta daziaria” e che ancora oggi si chiama Extramurale: la ferrovia passante, croce e delizia della città capoluogo. Da sempre tagliata in due, piena di passaggi a livello, ponti e sottopassi. Ma con un fronte a mare di oltre 30 km, Bari non poteva pensare di non svilupparsi anche nell’interno, verso quelle piccole città della sua provincia che oggi sono praticamente sobborghi della grande conurbazione metropolitana. E dunque la ferrovia diventa un ostacolo, soprattutto alla vita e al traffico della città, sempre più dipendente dal-

le quattro ruote su gomma, con un porto che si espande e un aeroporto in crescita esponenziale. Il progetto è ambizioso e anche gli 850 milioni di euro necessari a realizzarlo lo sono: si tratta di liberare centinaia di ettari dal fascio dei binari che tagliano in due Bari, interrando il tratto nord e spostando “a collo d’oca” quello sud che unisce poi a Lecce. Centinaia di ettari che rientrano appieno nel territorio più pregiato della città, includendo la piastra della Stazione Centrale che Renzo Piano avrebbe già disegnato ma su cui nessuno osa prevedere tempi di realizzazione. f.d.o.


Bari

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AREA METROPOLITANA - Nell’ultimo Consiglio comunale non si è potuto affrontare l’argomento per questioni di tempo, a breve di nuovo in aula

Decentramento, è dibattito Municipi ed Area Metropolitana, a Bari si continua a discutere di come realizzarli

Il Comune di Bari

di Giuseppe Pugliese Nell’ultimo consiglio comunale della città di Bari si sarebbe dovuto parlare anche di decentramento amministrativo, uno dei nodi più imbrigliati di questi ultimi tempi per Giunta e Consiglio, stante i veri e propri “moti” contrari che, dalla periferia ma non soltanto, si sono sollevati in questi ultimi tempi sull’opportunità o meno di proseguire lungo la strada che l’amministrazione Emiliano ha individuato, anche alla luce della famosa questione della Città Me-

tropolitana, al momento in stand-by. Nel merito della questione abbiamo voluto ascoltare il coordinatore cittadino di Futuro e Libertà, Loredana Iacobellis, alla quale abbiamo rivolto quattro domande precise. 1. Cosa sta impedendo alla città di Bari di vivere una stagionen di vero decentarmento? 2. secondo lei le circoscrizioni avrebbero potuto fare di più? 3.potrebbe sintetizzarci la posizione di FLI in merito? 4. Cosa resta della vec-

chia idea di città metropolitana e del suo piano strategico, Idea che emiliano cavalcò durante la sua prima campagna elettorale? Quattro quesiti importanti ed al tempo stesso riteniamo interessanti da porre a chi, come i rappresentanti di Fli a Bari, si stanno facendo promotori di una campagnia per il rinnovamento cittadino, sia nei modi di intendere i rapporti di forza politici che nell’affrontare i problemi della città, come lasciano ben intendere gli ultimi recenti convegni cittadini.

l’intervento

Un iter partecipato, ma che lascia spazio anche a proposte migliorative Ritengo opportuno fare una breve condiviso da tutti i presidenti e da tutti i premessa sulla vexata quaestio, oggetto consigli delle attuali circoscrizioni. delle Sue domande. Infatti, le ridette delibere sono state In primis segnalo che la linea politi- oggetto di diverse riunioni della Giunta ca di Futuro e Libertà a Bari e in regione territoriale formata dai Presidenti circoviene adottata nella collegialità e nella scrizionali, della Commissione tecnica massima condivisione degli organismi Municipi e della Commissione consiliastatutari, nella specie del coordinamen- re speciale Decentramento che hanno to cittadino presieduto dalla scrivente, e analizzato i 2 aspetti principali : funzioquindi preannuncio che sarà oggetto di ni e ambiti territoriali sulla scorta dello dibattito interno. studio scrientifico elaboraA tale riguardo anticipo Siamo stati i to dall’IPRES. che siamo stati i primi a Da ultimo nei mesi di primi a chierichiedere un incontro con novembre 2011 / dicembre dere un inla neo Assessora Giampao2011 le attuali circoscriziocontro con la lo, alla quale peraltro non neo assessora Giampao- ni hanno espresso il loro si può certo richiedere es- lo, alla quale non si può parere obbligatorio sulla sendosi appena insediata certo chiedere di even- prima delle due delibere di ottemperare ad eventuali tuali ritardi a lei adduci- (quella sul trasferimento ritardi non adducibili alla bili, essendi funzioni): ebbene risulstessa! ta alla scrivente che tutte dosi appena In secondo luogo riten- insediata. le circoscrizioni, ad eccego inopportuno strumenzione della Prima, abbiano talizzare politicamente la espresso parere positivo, questione decentramento, apportando anche degli sarebbe molto facile in questo particola- emendamenti in parte accolti dalla Rire momento di sfiducia dei cittadini nel- partizione comunale. le istituzioni, cavalcare il vessillo dell’anPertanto, non v’è chi non veda come tipolitica; l‘istituzione dei municipi l’iter istruttorio sia stato partecipato al rappresenta a mio parere un passaggio massimo e democraticamente condivifondamentale e propedeutico all’istitu- so come lo è la linea politica di FLI Bari. zione di Bari Città Metropolitana. Ciò non toglie che ove l’assise cittadiNel merito mi risulta che le 2 delibere na del nostro movimento politico dovesprossimamente all’ordine del giorno del se esprimere un parere diverso o formuConsiglio Comunale (la prima che va ad lare degli emendamenti alle proposte individuare le funzioni da attribuire ai deliberative sarà mia cura farli recepifuturi municipi e la seconda sulla modi- re al nostro rappresentante consiliare, fica delle delimitazioni territoriali) sono dopo le opportune valutazioni. state oggetto di un lungo iter istruttorio Loredana Iacobellis iniziato circa 2 anni fa, partecipato e (Coordinatore cittadino Fli Bari)

dopo la presentazione due forum

il ricordo

BariVerso, sette progetti per la riqualificazione della zona nord

Mario Gismondi, il rigore e l’esempio

Questa mattina, nella sala giunta di Palazzo di Città, gli assessori al Marketing territoriale Gianluca Paparesta e all’Urbanistica Elio Sannicandro e il prorettore del Politecnico di Bari Nicola Martinelli hanno presentato “BariVerso”, sette progetti per il riassetto e la rigenerazione dell’ampia porzione urbana compresa tra la Fiera del Levante, lo Stadio della Vittoria, il porto e la ferrovia. I progetti, redatti dal Politecnico di Bari, verranno finanziati nell’ambito dell’iniziativa “Supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile”, pro-

Non sono stata una sua “allieva” ma credo di aver imparato molto dai suoi libri, specie da “Giornalismo amore mio”, in cui ho apprezzato la scrittura ricca ed elegante, che non disdegnava però la sintesi icastica del giornalismo di razza. Come Gianni Brera, Gismondi aveva tratto dallo sport le sue più grandi soddisfazioni ed era stato in grado di confrontarsi con la radio altrettanto bene che con la carta stampata. Se non addirittura meglio. Certo il rigore che esigeva da se stesso e dai suoi collaboratori sono un elemento oggi più necessario che mai. In questo tempo in cui oltre che casta

Stadio della Vittoria e Fiera del Levante: da riqualificare

mossa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (convenzione sottoscritta a Roma il 30 settembre 2010 tra Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Comune di Bari). Dopo la presentazione ufficiale di oggi sono previsti altri due appuntamenti: il focus group, lunedì 23 aprile, alle ore 16, nella sala consiliare, un incontro tecnico per

la presentazione degli studi di fattibilità, obiettivi e caratteristiche dei progetti; e il forum allargato “Pubblico e privato partner nei processi di innovazione per una città sostenibile”, martedì 24 aprile, alle ore 10, sempre nella sala consiliare, con l’intervento di cittadini e rappresentanti di Comune, Ministero, Politecnico e associazioni di categoria.

molti giornalisti godono nel fare lobby, Mario Gismondi resta un esempio: fatti distinti dalle opinioni, la cura quasi maniacale nel raccontare le istituzioni, i suoi corsivetti quotidiani su quella TV di cui apprezzava poco le potenzialità e che per decenni ha trasmesso le sedute di consiglio comunale, provinciale e regionale. Ora che ha raggiunto il suo amico Franco Sorrentino nella dimensione assoluta del mistero, a noi resta la banalità e la volgarità di un giornalismo spesso venduto, appariscente, vacuo come le televendite che spesso costituiscono l’unico palinsesto di tante tv cosiddette locali. Fortunata Dell’Orzo

Tutta la redazione di Puglia d’oggi e Publimediasud sono affettuosamente vicini all’amico Antonio Cantoro per la scomparsa del padre FERNANDO

Salvatore Tatarella stringe in un forte e sentito abbraccio l’amico Antonio Cantoro per la dolorosa scomparsa dell’amato padre FERNANDO

Caro Antonio, in un momento triste e difficile come quello che stai vivendo, ti giungano le mie personali e più sentite condoglianze. Fabrizio


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Inchiesta

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Con il pretesto della Cittadella della Giustizia si vuole realizzare una colossale speculazione. Nessuno protesta e il Pdl esulta

La speculazione targata Pizzarotti Quindi, a leggere la Gazzetta, l’affare Pizzarotti starebbe sul punto di concludersi. Senza che, salva la meritoria eccezione del capogruppo Tomasicchio dell’Idv, si levi una sola voce di protesta. Anzi, con tutto il Pdl pronto a stappare bottiglie di champagne. Nel partito berlusconiano c’è da sempre una fortissima simpatia per il costruttore parmense. Feeling fra Cavalieri del Lavoro e non solo. A Bari, poi, la colonia dei fans parmensi, raccoltasi intorno all’ing. Cutolo, è molto numerosa. Fatta la tara dei tanti consiglieri scodinzolanti, il capostipite riconosciuto è il sen. Ettore Bucciero, del quale si ricorda la fulminea conversione dal progetto di via della Carboneria a quello della Cittadella. San Paolo si convertì sulla via di Damasco. Bucciero non sappiamo. Egli, però, sebbene divenuto politicamente ininfluente, resta il più strenuo sostenitore di Michele Cutolo. Eccessi da novizio. Non da meno, l’attuale coordinatore regionale sen. Francesco Amoruso, che, quando stava in An, si è sempre sbracciato per conquistare al progetto sia il consenso di Maurizio Gasparri, che di Adriana Poli Bortone, pare riuscendovi. Da qualche tempo, infine, Cutolo ha conquistato un altro sponsor di peso. Il vice presidente dei senatori, Gaetano Quagliariello, capo della minoranza interna, sicchè, nel nome di Pizzarotti, il Pdl ha miracolosamente ritrovato la sua unità. Champagne, appunto. Tace il Pd, dove pure cospicua è la colonia cutoliana, come gli atti parlamentari e le cronache giornalistiche dimostrarono anche all’epoca dell’abortito progetto delle case per militari, da realizzare, anche queste, in aree inedificabili per tutti, meno che per Cutolo. Tacciono sorprendentemente anche i vendoliani. Auguriamoci che, pur di fare un dispetto a Emiliano, non finiscano per fare solo un piacere a Pizzarotti. Attenzione, perchè qui si tratta di regole violate, piani regolatori stracciati, aree agricole rese edificabili, milioni di metri cubi realizzabili, fiumi di denaro investiti e solo apparentemente senza o con scarso profitto, norme capestro per la pubblica amministrazione e beneficiari finali ancora occulti. Se ne sta occupando la Commissione europea, ma, se l’operazione andasse in porto, ben altre

istituzioni dovrebbero occuparsi di questa vicenda. Diamo un occhiata alla solerte attività del commissario ad acta Giuseppe Albenzio. Sostituendosi al Consiglio comunale, avrebbe già adottato la più grande variante urbanistica della storia di Bari. Diciannove ettari di suolo agricolo, oggi inedificabile, ma che, da domani, con un suo tratto di penna, diventeranno edificabili. Non a beneficio del libero mercato, ma di uno o più sogetti, allo stato ancora ignoti. Altro mistero, degno di Cosa nostra. Stiamo trattando da dieci anni con Cutolo e Pizzarotti, ma ci è ancora precluso di cono-

Gli uffici del tribunale di Bari di via Nazariantz

scere l’identità o le identità di chi sta per fare Bingo. Vi sembra normale? A noi no. E dove stanno questi suoli? Naturalmente, vicino

allo stadio san Nicola, una zona che, anche grazie agli interventi previsti intorno al Tondo di Carbonara, ai mix in corso di realizzazio-

ne e alla stessa prevista ristrutturazione dello stadio e suo cambio di destinazione, subirà una straordinaria rivalutazione. Quanto varranno, dopo la variante Albenzio, quei suoli e gli enormi fabbricati che vi saranno costruiti? Una gigantesca montagna di milioni di euro. Quanto ci ha investito Pizzarotti? Pochi spiccioli, quanti sono stati sufficienti per garantirsi un’opzione all’acquisto su suoli agricoli di scarso valore e che nessuno voleva, perchè assolutamente inedificabili e sui quali mai nessuno avrebbe pensato di poter costruire, a meno che non si chiamasse Pizzarotti e non avesse le sue straordinarie entrature e i

suoi numerosi sponsor. Nella storia recente di Bari abbiamo visto vicende edilizie e giudiziarie clamorose. Il Palazzo di giustizia abusivo e altre ancora. Per tutte, valga Punta Perotti. Il video della demolizione dei fabbricati ha fatto il giro del mondo, contribuendo non poco alle fortune mediatiche di Michele Emiliano. Per quei fabbricati non fu necessaria alcuna variante urbanistica. I costruttori hanno subito sequestri, confische e processi, dai quali sono usciti totalmente assolti. Ciò non di meno fabbricati e suoli sono stati confiscati, con la successiva, spettacolare demolizione dei palazzi. Solo per un errore e una omissione nel

REPORTAGE - Simone Di Cagno Abbrescia e Michele Emiliano, due mandati, due speranze, due delusioni

Bari e i Sindaci della seconda Repubblica di Giuseppe Pugliese Un filo rosso lega le vicende della Cittadella, del Petruzzelli, dei parcheggi e dell’asse nord sud ed è quello della inefficienza della politica Cittadella della Giustizia, asse nord-sud, Petruzzelli, parcheggi interrati, assicurazioni. Sembra che un lungo filo rosso leghi queste vicende, sebbene, in fatto, siano tutte molto diverse fra loro. Il filo è quello della inefficienza della politica e della sua incapacità a trovare soluzioni ragionevoli a problemi, in vero, complessi, ma non irrisolvibili. E la politica, in questi casi, ha anche dei nomi e cognomi. Michele Emiliano e Simone Di Cagno Abbre-

scia. Due sindaci eletti direttamente. Hanno potuto avvalersi di normative molto più spicce, che hanno concentrato nelle loro mani poteri decisionali sconosciuti ai loro predecessori, e, al contempo, ridotto sensibilmente quelli dei consigli comunali e delle opposizioni. Tutte queste vicende sono esplose o hanno avuto una recrudescenza in questi ultimi mesi, col risultato di mettere sotto accusa il sindaco in carica, Michele Emiliano, e la sua amministrazione di centrosinistra. Questa, tuttavia, è una mezza verità, buona per quei cronisti superficiali, non adusi a scavare a fondo nelle questioni. C’è anche un’altra mezza verità, ed

anche quella merita di essere rispolverata. Essa chiama al tavolo degli accusati anche il sindaco precedente, Simone Di Cagno Abbrescia, e la sua maggioranza di centrodestra. Non lo scriviamo per attenuare le responsabilità di Emiliano, che sono tante ed evidenti, e nemmeno per fare di tutta l’erba un fascio. Anzi, sia allora che oggi, qualche voce contraria, seria e responsabile, si è pure levata, ma è sempre rimasta inascoltata. Anche questo, un altro filo rosso, che andrebbe ripercorso. Perchè, allora? Innanzitutto, per un insopprimibile dovere di cronaca, che ci spinge ad andare oltre la sottile pati-

cittadella della giustizia

Otto anni e un affare che non conviene più Da anni, ben prima del 2003, gli addetti ai lavori baresi lamentano, giustamente, la mancanza di un’adeguata struttura che permetta l’accorpamento di tutti gli uffici giudiziari cittadini. Né gli attuali uffici sono in sedi idonee e funzionali (tralasciando i ben noti problemi della sede di via Nazariantz e le inchieste tutt’oggi in corso). Nel 2003 l’allora sindaco Simeone Di Cagno bandì una ricerca di mercato per individuare la solu-

zione migliore alle migliori condizioni economiche per il Comune. La commissione comunale giudicò idonea la proposta del Gruppo Pizzarotti. Favorevole anche Michele Emiliano, allora pm barese, che in una lettera pubblicata sui quotidiani elogiava il progetto Pizzarotti: costruire una sede giudiziaria unica nei pressi dello Stadio San Nicola su una serie di lotti di cui si sarebbe cambiata la destinazione d’uso, legati da un con-

tratto con il Comune di Bari. Emiliano viene eletto sindaco nel 2004, e nel 2005 “cambia idea”. Ma il Comune non ha mai formalmente chiuso la procedura in corso, per cui la Pizzarotti si ritiene vincitrice del bando e titolare dei lavori di costruzione della Cittadella della Giustizia. Inizia una serie di vicende giudiziarie che vede, anche da ultimo, soccombente il Comune di Bari, con la nomina di un Commissario ad Acta per il completamento delle procedure autorizzative, compresa la variante urbanistica sulla destinazione dei suoli da agricoli a edificatori.

na della quotidianità, per capire perchè e come siamo arrivati a questo punto. Poi, per dar conto alla città di come, sino ad oggi, siano state sciupate risorse, tempo e opportunità. Coltivando la segreta speranza che gli amministratori di domani siano diversi da quelli di ieri e di oggi e, che, almeno, siano capaci di far tesoro degli errori passati. Partiamo dalla vicenda che mediaticamente ha destato più clamore, i parcheggi. I riflettori di tutta Italia si sono appuntati sulle aragoste, ostriche e cozze pelose, che hanno riempito la vasca da bagno del Sindaco Emiliano. Eccessivo e poco elegante omaggio natalizio degli imprenditori De Gennaro. Esponenti di una potente famiglia barese, costruttori e appaltatori del Comune, sostenitori elettorali del sindaco, politicamente impegnati un poco a destra e molto di più a sinistra, parenti, infine, di un’assessora, provvidenzialmente dimessasi qualche mese prima dello scandalo. Messa in ombra, invece, trascurata e, a

volte, ignorata del tutto la circostanza politica, amministrativa e giudiziaria più rilevante. Ovvero, che ad assegnare quell’appalto non fu Emiliano, ma il suo predecessore, Di Cagno Abbrescia. Lo stesso che assegnò, sempre ai De Gennaro, gli ancora più discussi alloggi per le forze dell’ordine. Fu proprio questo giornale che rilevò, allora, le singolari circostanze che dettero avvio alla vicenda parcheggi. Oggi, dopo dieci anni, quella storia è stata ripresa dalla Gazzetta del Mezzogiorno e ha fatto capolino nelle carte della Procura. All’epoca, i rilievi di questo giornale non ebbero eco, nè sulla Gazzetta, nè in Procura, nè nelle stanze del Sindaco, che andò avanti come un treno. Stiamo parlando della Svi.pro e del consigliere Angelo Pugliese, simpaticissimo, capace, e ascoltato suggeritore, sia del sindaco Di Cagno, che del sindaco Emiliano. Un filo rosso, anche questo. Molto, molto più complessa la vicenda della Cittadella della Giustizia. Anche qui, sotto schiaffo,


Inchiesta

venerdì 20 aprile 2012

procedimento concessorio. Un’inezia confronto a quello che si vuole fare con la Cittadella. Nessuno, tuttavia, protesta. I Matarrese non saranno simpatici, e a volte non lo sono per davvero, ma qualcuno un giorno dovrà spiegare, perchè a Bari il forestiero Pizzarotti ha trovato pìù consensi e più sponsor dei baresi fratelli Matarrese. Urbanisticamente, comunque, l’ultima parola spetta alla Regione. Essa dovrà pur sempre approvare o respingere la variante del commissario. Conoscendo Vendola e la Barbanente, non dovrebbero esserci dubbi di sorta. L’elaborato di Albenzio dovrebbe finire nel solo posto che merita. Il cestino della carta straccia, per non dire altro. Per la cultura democratica e istituzionale di Vendola, non riusciamo ad immaginare che egli possa consentire l’appropriazione e l’esercizio surrogatorio da parte di un anonimo

è oggi solo Michele Emiliano. Ha le sue responsabilità, ma, almeno, ha avuto un ravvedimento operoso. Non sappiamo se ce la farà, ma gli va dato atto che sta tentando in ogni modo di evitare la più grande speculazione edilizia della storia di Bari. Che pure di porcate edilizie ne ha viste tante. Anche questa storia affonda le sue radici nella sindacatura, la seconda e più controversa, di Simone Di Cagno Abbrescia. A lui si deve la decisione di avviare una singolare procedura per la costruzione di un’opera pubblica. La ricerca di mercato, un marchingegno scoperto da Pizzarotti e suggerito alla Commissione di manutenzione dall’iperattivo ing. Michele Cutolo. Lo stesso che, anni dopo, con la complicità del Ministero della Difesa, tenterà l’altro colpaccio speculativo della costruzione in aree inedificabili di appartamenti

Il progetto della Pizzarotti per la Cittadella della Giustizia di Bari

commissario prefettizio di una competenza propria del consiglio comunale, che richiede, come nessun altra, valutazioni di ordine politico, prima ancora che urbanistiche. Per la cultura, la professionalità e la competenza specialistica della Barbanente non pos-

siamo credere, nemmeno per mera ipotesi di studio, che il suo assessorato possa avallare e validare una variante urbanistica di tale portata e sfornita totalmente di profili di interesse pubblico. Per le battaglie politiche di Vendola, sopratutto in commissione anti-

per i militari. Sempre a Di Cagno si deve l’abbandono del progetto, già approvato, del secondo palazzo di giustizia di Corso della Carboneria e la perdita definitiva del finanziamento statale di 86 miliardi di lire. Senza questi due errori, oggi non staremmo a parlare della Cittadella, di Pizzarotti, ex tangentista reo confesso, e del suo tentacolo locale, ing. Cutolo.

non l’ha fatto o non ci è riuscito, e qui stanno le sue responsabilità. Ma più gravi, senza dubbio, sono quelle di chi rescisse quell’appalto. Ancora una volta Simone Di Cagno Abbrescia.

Asse nord-sud. Sul Comune è piovuta una tegola. Deve pagare e subito 25 milioni di euro. Alla Impregilo, un colosso delle costruzioni, con un imponente ufficio legale. Con le spalle al muro è sempre e solo Emiliano. Non conosciamo gli atti processuali e non esprimiamo giudizi affrettati, ma il verdetto negativo di due gradi di giudizio ci fa supporre che, forse, sarebbe stato meglio tentare la via della transazione. Emiliano

Teatro Petruzzelli. Anche in questo caso i riflettori si sono soffermati solo sul buco del bilancio e sulla gestione del Petruzzelli. Emiliano non ne esce bene. I guai del Teatro, però, sono ben altri e albergano in una sola parola. La proprietà. Un tema che ha attraversato amministrazioni comunali e governi di centrodestra e di centrosinistra, senza arrivare a una conclusione. Anzi, la questione, complici tutti, si è talmente ingarbugliata, da rendere difficile una qualunque soluzione. Di fatto c’è che un teatro era di proprietà di una famiglia e le è stato tolto. Di contro, lo Stato ha impegnato e speso un fiume di miliardi e

i parcheggi interrati

Il fallimento del project financing in salsa barese Due parcheggi interrati (di fronte al Policlinico in piazza Giulio Cesare ed alle spalle dell’Ateneo in piazza Cesare Battisti), sono al centro dell’inchiesta della Procura di Bari con arresti, perquisizioni e numerosi capi di imputazione per imprenditori, manager e funzionari del Comune di Bari e della Regione Puglia per presunti abusi urbanistici e frodi in pubbliche forniture. La realizzazione dei due parcheggi interrati, entrambi realizzati dalla Dec degli imprenditori De Gennaro, era da tempo nel mirino dei pm baresi, che sono giunti alle richieste di misure cautelari per sette persone (tra cui i titolari dell’azienda edile, uno dei quali Consigliere Regionale in carica). Entrambe le strutture sono state realizzate con la formula del project financing, ovvero con il concorso di fondi pubblici e privati insieme. Nell’ordinanza dei pm si è fatto riferimento ad abusi urbanistici ed a frodi in pubbliche forniture. Gli imprenditori sarebbero intervenuti sui rendiconti finali allo scopo di ridurre i costi, ed avrebbero potuto usare materiali diversi rispetto a quelli previsti nei progetti, allo scopo di ridurre la parte privata dell’investimento rispetto a quella finanziata da fondi regionali ed europei. Ma questa è solo una delle inchieste che vede coinvolta la Dec, che in questo ultimo periodo è sotto l’osservazione dei magistrati lombardi per numerosi lavori che avrebbero portato ad altrettanto numerosi reati.

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mafia, e per il principio di legalità, al quale crediamo si ispirino entrambi, siamo convinti che bocceranno senz’appello questa vergognosa speculazione edilizia. Oltre alla variante urbanistica, Albenzio ha preparato un contratto di affitto. La ragione è semplice, anche se fuoriesce dai compiti del commissario e getta una luce sinistra, o torbida, come ha ben detto Tomasicchio, sul suo operato. Questa vicenda nasce, come è stato ricordato, da una ricerca di mercato, avviata dal sindaco Di Cagno Abbrescia, anche lui, guarda il caso, approdato poi al Pdl. Il Comune intendeva realizzare un’opera pubblica, il Palazzo di giustizia appunto, e cercava sul mercato chi fosse disponibile a realizzarla. Successivamente, cambiata l’amministrazione, il Comune, con qualche valido argomento, ha attaccato questa singolare procedura innanzi alla

Commissione europea, ritenendola a buon diritto lesiva del principio della concorrenza. È a questo punto, che il Commissario ha pensato bene di cambiare la prospettiva della ricerca. Non più la realizzazione di un’opera pubblica, soggetta al codice degli appalti e al principio di concorrenza, ma una mera locazione. Ha preparato, quindi, un normale contratto di affitto di immobile. Con clausole a tutto vantaggio di Pizzarotti. Vediamole. Durata del contratto, diciotto anni, il doppio del termine massimo novennale previsto per le pubbliche amministrazioni. Opzione per i successivi diciotto anni, ma senza possibilità di riscatto e di recesso per il Comune. Canone già determinato per i primi diciotto anni (tre milioni e cinquecentomila all’anno) e per i successivi (sette milioni e cinquecentomila all’anno). Da determinarsi per gli anni successivi e potrebbe essere un salasso, o lo sfratto. Fate

voi, ma certamente una bella bomba per gli amministratori e i cittadini di domani. Inoltre, il Comune, come è stato già detto, non potrà riscattare l’immobile, nè recedere dal contratto. Il che significa due cose. Che il Comune dovrà pagare, sempre e comunque. E che, alla fine del contratto, dopo trentasei anni, un esborso di duecento milioni di euro di fitti, e cifre comunque alte per le manutenzioni ordinarie, si ritroverà con niente in mano. Invece, Pizzarotti, o chi per lui, si ritroverà un terreno pagato quattro soldi e rivalutato enormemente, oltre a grandi fabbricati, inseriti in un quartiere nuovo e ben urbanizzato. Ciliegina sulla torta, a quei fabbricati potrà anche cambiare la destinazione d’uso, facendone alberghi, residence, abitazioni, uffici, o supermercati. Tutto a spese di quei gonzi dei baresi. E qualcuno vorrebbe far passare Pizzarotti come un benefattore.

non ne è proprietario. Due risultati opposti e, giuridicamente, ugualmente ripugnanti. L’incendio, come si sa, accadde sotto l’impero della prima repubblica, ma la discussione e gli atti più significativi sul tema della proprietà si svilupparono sotto il sindacato, manco a dirlo, di Simone Di Cagno Abbrescia. È a quel tempo, prima di por mano alla ricostruzione, che andava affrontata e risolta la questione. Sarebbe bastato solo un poco di buon senso. Invece, facendo il contrario, ci si è assunti la responsabilità di averla solo incasinata. La più modesta delle vicende odierne riguarda l’assicurazione per i danni da responsabilità civile automobilistica e anche qui le responsabilità sono bipartisan e attraversano entrambe le sindacature. Abbiamo finito? Manco per idea. Dimentichiamo Punta Perotti? La vicenda non è chiusa e chiama in causa, sia il primo che il secondo sindaco. La Fiera? Un costante, inarrestabile declino, che sconta la colpevole indifferenza di entrambi. Il porto turistico? Una straordinaria opportunità, che nessuno dei due ha saputo cogliere, entrambi, a turno, ingabbiati nel gioco di opposti veti ed interessi. La città metropolitana? Un fascinoso sogno nel cassetto, che avrebbe avuto bisogno di spalle e gambe più salde. Il porto commerciale, Marisabella, il nodo ferroviario, il Margherita, il Piccinni, la Rossani, i quartieri, il decentramento? Progetti e parole, soldi persi o buttati, annunci e smentite. Di fatti, poco o nulla.

no. Due sindaci eletti dal popolo. Due campioni, osannati dalla stampa, mai sufficientemente critica e attenta. Due espressioni della società civile, Il primo ricco di suo, il secondo magistrato. Non ruberanno, si disse, meritano fiducia. Ne ebbero tanta e certamente non hanno rubato. Ma cosa ci lasciano? Montagne di milioni di debiti da pagare, sui quali prima o poi la

Corte dei Conti potrebbe essere chiamata a dire la sua, e una lista di problemi irrisolti e aggravatisi nel tempo. Con risorse, che saranno sempre più scarse. Il futuro di Bari non sarà facile, dunque. Ne prendano nota i tanti aspiranti sindaci di destra e di sinistra. Quelli con qualche capacità e quelli che, per scrivere una o, hanno bisogno di un bicchiere.

Questa è l’eredità che ci lasciano, dopo due mandati a testa, Di Cagno Abbrescia e Michele Emilia-

asse nord-sud

25 milioni di euro, ed ora chi pagherà? Come se non bastassero i problemi del Comune, l’ultima tegola sull’Amministrazione Emiliano riguarda l’Asse Nord-Sud. La Corte d’Appello di Bari ha rigettato la richiesta di sospensione dell’esecutività della sentenza pronunciata nel 2011, che aveva condannato il Comune di Bari al pagamento di una somma pari a quasi 25 milioni di euro nel contenzioso con l’Ati-Impregilo Spa-Ines, per i lavori di realizzazione dell’asse Nord-Sud. La vicenda parte dal lontano 1989 quando il Consiglio comunale aggiudicò l’esecuzione delle opere. Successivamente la giunta Di Cagno Abbrescia (nel 1998), ritenendo inadempiente l’aggiudicatario dei lavori, rescisse il contratto. L’esecutore delle opere propose un’azione giudiziaria contro l’Amministrazione comunale tesa all’ottenimento del ri-

sarcimento del danno connessa alla illegittimità della rescissione contrattuale operata. La sentenza ha accolto la domanda dell’Ati e condannato il Comune, che ha fatto ricorso in Cassazione. Intanto a seguito dell’odierna pronuncia della Corte d’Appello, la sentenza ha ripreso la esecutività. Ma c’è dell’altro. L’Ati ha pignorato alcune somme disponibili presso la tesoreria comunale, atto a cui si è opposta l’Amministrazione, formulando anche in questa occasione la richiesta di sospensione dell’esecuzione. La discussione di questo ennesimo ricorso è prevista per il 7 maggio prossimo al Tribunale di Bari. Altri venti milioni di euro che rischiano di pesare fortemente sui prossimi bilanci comunali, e con ogni probabilità si preparano degli altri sacrifici peri baresi per onorare la sentenza.


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Verso il voto amministrativo

venerdì 20 aprile 2012

GIOVINAZZO - Turismo, cultura, Gac ed agricoltura sono i temi principali di una campagna elettorale tra cinque candidati sindaco

Centrosinistra in tre pezzi, il centrodestra punta Galizia di Andrea Dammacco Una situazione complicata con qualche colpo di scena. Ecco come si presenta la situazione politica di Giovinazzo. Aspirano a cogliere l’eredità dell’uscente sindaco Antonio Natalicchio, di una lista civica di centrosinistra, eletto nel 2007 cinque candidati. Il centrosinistra ne schiera addirittura tre, il centrodestra invece si presenta compatto con Antonio Galizia. E’ probabile quindi che i veri

giochi si giocheranno nel ballottaggio del 20 e 21 Maggio 2012. Consilia Dagostino si presenta con una coalizione di centrosinistra formata da Pd, Nuova Giovinazzo, Mpa e Psi; Antonio Galizia, unico candidato del centrodestra, è appoggiato da Pdl, Lista Schittulli, Io Sud, Udc e Fli; Tommaso De Palma mette la sua candidatura nelle mani di Giovinazzo Città del Sole, Idv e Moderati e Popolari; Santo Restivo, ultimo candidato del cen-

le elezioni del 27 maggio 2007

trosinistra trova appoggio in Sel e Costruiamo il Comune; Pietro Sifo, infine, si presenta con la lista civica Movimento cittadino per Giovinazzo. Lunedì scorso, nella Sala Bastione, si sono presentanti i candidati sindaco con le loro proposte elettorali. Erano presenti tutti tranne Antonio Galizia candidato del centrodestra il quale ha dichiarato di non essere stato invitato e, “benché si ritenga implicitamente invitato” ha evidenziato la sua “impossibilità a partecipare per concomitanti impegni elettorali”, come l’incontro presso la sala San Felice e il comizio in piazza Vittorio Emanuele

Il porto di Giovinazzo

II. Ad ogni modo gli altri candidati hanno esposto le loro impressioni all’inizio della campagna elettorale. “La città possiede caratteristiche peculiari - ha spiegato Santo Restivo - è necessario, quindi, avviare la valorizzazione e la promozione turistica del

territorio attraverso strumenti ed azioni di comunicazione, volti ad affermare il brand Giovinazzo sui mercati nazionali ed internazionali”. Ma non c’è turismo senza cultura! “Se si vuole incrementare i flussi turistici - ha detto ancora - è necessario puntare sul turismo di

qualità: offrire una città a misura di uomo” Per Lia Dagostino, invece, è necessario “sviluppare la costa, migliorare la balneazione, creare spiagge libere e attrezzate, continuare ad aderire ai G.A.C. e realizzare il porto museo”. Tommaso Depalma ha detto di puntare al turismo “non solo nella sempre più breve stagione estiva, ma per tutto l’anno formando una cabina di regia con il coinvolgimento delle splendide associazioni di Giovinazzo per la realizzazione di un cartellone programmato di eventi e manifestazioni”. Un ok allo sviluppo del turismo è arrivato anche da Pietro Sifo. “Ma non abbandoniamo l’agricoltura, la filiera corta, la sponsorizzazione dei prodotti locali”, ha detto. In molti, quindi, si sono resi conto che il futuro della città è in una di quelle quattro persone che avevano davanti. L’augurio è che sappiano scegliere con criterio.

i punti programmatici

La campagna elettorale si gioca sul rilancio di turismo e pesca Per il vice segretario provinciale di Fli Lillino D’erasmo le priorità della città di Giovinazzo sono molte. Su tutte lo sviluppo del turismo, la riqualificazione del lungomare, la rivalutazione del centro storico e la garanzia della legalità. “A Giovinazzo il lungomare è tutto – afferma D’erasmo – non può essere abbandonato e non curato. Essendo Giovinazzo

una città che vive del mare, se si blocca il lungomare e non lo so valorizza si ferma tutto e di conseguenza si fa un grosso danno all’economia cittadina. Questo in termini di turismo, commercio e produzione dell’economia locale. Se non si porta quell’area ad un alto livello di vivibilità, vengono meno una serie di cose necessarie alla città”. L’esponente di

Fli continua affermando la necessarietà dei fattori su menzionati: “E’ un delitto privare la città della sua parte più attiva. Da questa derivano fonte di reddito, grazie alla pesca. Inoltre è di fondamentale importanza, per l’immagine pubblica che ne deriva e per il potenziale turismo che potrebbe attirare, riqualificare il centro storico. Questo passo, oltre a rendere più bella e vivibile la città, la renderebbe più sicura. Perché questo aspetto non è assolutamente da trascurare se si ha a cuore la serenità dei cittadini”.

canosa - bat

Dopo i dieci anni di Ventola, in sei per la carica di Sindaco le elezioni del 27 maggio 2007

Entra nel vivo la competizione che condurrà alla scelta dei nuovi amministratori comunali. Sono sei gli aspiranti alla carica di Sindaco nel Comune di Canosa di Puglia, chiamato al voto nella provincia di BarlettaAndria-Trani insieme a San Ferdinando di Puglia e Trani. Tra comizi, incontri con gli elettori e convegni, ciascuno espone il proprio programma ma ribatte anche alle affermazioni dell’avversario. In sei concorrono per ricevere il testimone dal sindaco uscente Francesco Ventola, da dieci anni ormai alla guida del paese. Uno dei primi ad annunciare la sua candidatura è stato Sabino Caporale, sostenuto proprio dal sindaco uscente Ventola, facente parte della coalizione di centrodestra. Caporale porta con sé un gran numero di sostenitori grazie alle tante liste che appoggiano la sua candidatura: Pdl; Canosa nel Cuore, Adc, Insieme per l’agricoltura, i Pensionati; Patto per Canosa, Pli, Nuova Generazione ed infine l’ultima alleanza con il partito

Piazza Colonna a Canosa di Puglia

La Puglia Prima Di Tutto, che è arrivata più tardi, in occasione della conferenza stampa ufficiale per la candidatura a sindaco avvenuta presso la sede del partito di centrodestra. L’architetto Gianfranco Merafina è il secondo aspirante, che ha annunciato la propria candidatura solo con il Terzo Polo, la coesione con la Nuova Democrazia Cristiana e con Fli è arrivata dopo. Nadia Landolfi, moglie dell’ex sindaco Andrea Silvestri, unica donna concorrente. La dott.ssa Landolfi ha con sé un buon bagaglio di liste a sostenerla: Udc, Mpa, Api, Io Canosa, Partito Repubblicano, Vivere per Canosa. I candidati

del centrosinistra sono due a causa dell’ostinato rifiuto del Pd di ricorrere alle primarie e quindi Ernesto La Salvia e Sabino Del Vento si trovano uno contro l’altro per l’unico posto di sindaco. Ernesto La Salvia, dottore della Asl Bat, è sostenuto da Pd, Idv e dai Verdi, mentre il dott. Sabino Del Vento, da sempre vicino al mondo agricolo locale, si presenta alle amministrative 2012 con i partiti di Sel, Puglia per Vendola. Anche la nuova lista civica Canosa Futura ha il suo candidato: si tratta di Luciano Pio Papagna. Canosa Futura rappresenta imprenditori, commercianti, artigiani, agricoltori e liberi professionisti.


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venerdì 20 aprile 2012

Un numero, una firma per sostenere la vita 97241280151

Il codice fiscale Intervita... un numero non è mai contato così tanto.

Ci sono persone che contano, ci sono numeri che contano, ci sono bambini che contano… su di te. Dona il tuo 5x1000 a Intervita Onlus.

L’Associazione Intervita Onlus è un’Organizzazione Non Governativa di cooperazione allo sviluppo, dal 1999 opera nei paesi del Sud del mondo per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni delle aree più povere. Nella tua dichiarazione dei redditi devolvi il 5x1000 a Intervita…97241280151. Contare non è mai stato così bello!

Presenti dove manca il futuro!


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Foggia

venerdì 20 aprile 2012

CRONACA - L’esplosione avvenuta a Foggia nei pressi di una pellicceria fa pensare a una possibile guerra di mala

Sotto i bombardamenti come nell’estate del 1943

Una foto dell’attentato dell’altra sera (immagine tratta dal sito www.foggiatoday.it)

di Claudio Aquilano Come nella fatale estate del 1943 Foggia convive con le bombe. Per fortuna non si tratta dei micidiali raid angloamericani, che lasciarono esanimi migliaia di cittadini di Foggia, ma il terrore indotto dal racket delle estorsioni e dalla guerra di mala non è certamente inferiore. Se ne è avuta una indiretta riprova nella tardissima serata di martedì, quando una forte detonazione, probabilmente causata da un maxipetardo fatto esplodere nell’oratorio di una chiesa da alcuni balordi, è stata immediatamente riferita all’ennesimo attentato in danno di una nota pasticceria, che era venuta all’onore delle cronache per un recente atto in-

timidatorio di modesta portata. Forse proprio questo è il segnale più grave: l’opinione pubblica e la cittadinanza sono così abituati all’impunito dilagare dei clan da pensare immediatamente al peggio, anche quando si tratta dello stupido esibizionismo di quattro vandali. Le bombe immaginarie sono il più sicuro indice del pericolo e dell’allarme. Per niente immaginario, peraltro, è stato l’ordigno che ha devastato una nota pellicceria di Corso Giannone, Carmelina 13. Un esercizio i cui gestori sono sempre stati, a torto o a ragione, accostati alla malavita foggiana, per la precisione ad una delle sue famiglie storiche. Più ancora che alle dinamiche estorsive, l’attentato potrebbe essere collegato

ad una “dichiarazione di guerra”, all’annuncio che le vecchie gerarchie non funzionano più e i clan devono trovare nuovi equilibri. È la stessa lettura che gli inquirenti hanno dato a suo tempo dell’uccisione di Giosué Rizzi, personaggio di grande spicco della malavita locale, protagonista dei ruggenti anni Ottanta e della guerra fra bande che culminò nella strage del Bacardi. Condannato come mandante di quella mattanza, Rizzi aveva intrapreso un proprio personale percorso di distacco dall’attività criminale: aveva cominciato a dipingere e tutti lo ritenevano ormai “in pensione”, dopo oltre decenni passati in carcere. Ma i suoi killer non la pensavano evidentemente allo stesso modo.

a sostegno dei candidati di futuro e libertà alle amministrative

Oggi Gianfranco Paglia in Capitanata Venerdì 20 aprile il parlamentare di FLI Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare, accompagnato dal Coordinatore provinciale di FLI, avvocato Fabrizio Tatarella, sarà in Capitanata per sostenere i candidati di FLI alle amministrative di maggio. Questo il calendario degli incontri: Alle ore 16.00 a Foggia conferenza stampa presso Il Bar Duetto, isola pedonale. Alle 18.00 a Monte S. Angelo, presso la ex Caserma dei Carabinieri via Durazzo per presentare la candidatura al Comune di Piero Accarrino, responsabile locale di FLI, con il candidato Sindaco Antonio Di Iaso. Alle 20.00 ad Apricena, presso “Casa Matteo Salvatore”, per presentare la candidatura al Comune di Donato Specchiulli, Presidente di FLI con il candidato Sindaco Antonio Potenza. In tutti e tre gli appuntamenti saranno allestiti i banchetti di FLI per

L’on. Gianfranco Paglia

firmare la petizione “Liste Pulite” fuori i corrotti dalla politica, lanciata dal Presidente dalla Camera dei deputati Gianfranco Fini. Le petizioni vedranno impegnati gli uomini di FLI fino a luglio con banchetti e gazebo in tutti i comuni della provincia.

L’eventuale ripresa della guerra di mala fa tremare le vene ai polsi degli inquirenti: da diverso tempo la Procura di Foggia e la Dda sono impegnate in interventi repressivi, soprattutto in quella equivoca zona d’ombra

in cui la criminalità organizzata va a coniugarsi con il disagio sociale: dopo l’offensiva contro i chioschi abusivi di frutta e verdura, considerati centrali di sorveglianza ed occupazione del territorio da parte dei clan, c’è stata la recente inchiesta sulle gravissime infiltrazioni della criminalità organizzata nell’Amica e in una cooperativa dei parcheggi. Coprire anche il fronte di una battaglia fra clan potrebbe rivelarsi improbo. La città è attonita e impaurita, benché non manchi la preziosa reazione del volontariato civico, di quanti incitano a denunciare ed a collaborare con gli inquirenti. Il risultato della partita fra Stato e antistato dipenderà anche da quanto questi appelli risulteranno convincenti.

intervento del coordinatore provinciale di fli

La chiusura di ingegneria desertifica la Capitanata Il coordinatore provinciale di Futuro e Libertà per l’Italia Fabrizio Tatarella è intervenuto sulla questione dei corsi di Ingegneria Civile del Politecnico di Bari decentrati a Foggia, di cui appare imminente la soppressione. Ecco la sua dichiarazione: “Un abbandono in condominio, quello che sta causando la fine dei corsi di Ingegneria a Foggia. Da un lato il Politecnico viene meno alla sua funzione e vocazione regionale e meridionale per sposare un centralismo barese improduttivo e miope; dall’altro le istituzioni locali, che per anni sono intervenute con provvedimenti tampone e faticosi rattoppi, mostrano la consueta flebilità di risposta. Come per le trivellazioni alle Tremiti, per la sospensione dei voli dal “Gino Lisa”, e per tutto il complessivo fenomeno di desertificazione della Capitanata, i governi locali si limitano a presenze rituali, deplorazioni di circostanza e lamentele sterili. Serve invece un nuovo protagonismo dauno, nutrito di partecipazione

Fabrizio Tatarella

civica e di risanamento e rilancio della politica e della vita pubblica. È una nuova stagione che Futuro e Libertà ha l’ambizione di contribuire a inverare.” Solo in tempi recenti, quando già la difesa dei corsi appariva improba si è cercata una soluzione alternativa alla disagiata sede dell’Itis Altamura. Ma la soluzione trovata, la scuola edile di via Napoli, è ritenuta troppo lontana dai docenti del capoluogo. L’ultimo triste contenzioso di un rapporto che in realtà non è mai decollato. I corsi di Ingegneria sono rimasti una mera propaggine locale di una realtà aliena, senza alcun percorso comune o interazione. E ora se ne pagano le conseguenze.

IL COMMENTO

Il teatro e la sceneggiata di Fabrizio Tatarella

Più che un teatro, il “Giordano” sembra un film, per la precisione quella pellicola della Wertmüller intitolata “Un complicato intrico di donne, vicoli e delitti”. Chiuso per lavori di restauro per un lasso di tempo superiore a quello che Luigi Oberty impiegò per costruirlo, negli anni Venti dell’Ottocento, il Real Teatro Ferdinando, poi intitolato al grande compositore, resta melanconicamente sprangato, benché la sua riapertura fosse data per imminente già nel 2006. Ora l’assessore alla Programmazione, evidentemente più loquace del suo collega ai Lavori Pubblici, ha “scoperto” che la ditta appaltatrice avrebbe praticato un subappalto illegittimo, il che impedisce di avere le certificazioni di sicurezza e il nulla osta di Vigili del Fuoco e Commissione di Vigilanza. A quel che sembra serviva anche la costruzione di una cabina elettrica di cui ci si era “dimenticati”. Ha fatto bene l’assessore Cavaliere a interessare la magistratura, ma ci chiediamo: in questi anni dov’era la direzione lavori? Come è stato possibile che si sia verificato un subappalto “clandestino”? E la politica, che ha il compito di vigilare sulle attività della tecnostruttura, a cosa pensava? Questo non è teatro: è sceneggiata.


Cerignola

venerdì 20 aprile 2012

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IN CITTA’ - Il bilancio dei due anni dell’amministrazione-Giannatempo. Le promesse del programma elettorale mai mantenute

Due anni e tante chiacchiere. Erano queste le priorità?

di Enzo Pece L’ A m m i n i s t r a z i o n e Giannatempo ha festeggiato il suo secondo compleanno. Sono passati due anni dalle elezioni amministrative. Ho ripreso il programma elettorale di allora. Quello che dovrebbe es-

sere il “navigatore” per Antonio e la sua Giunta. Resto sorpreso e rammaricato di quanto scritto e non realizzato. Neanche nelle sue linee prioritarie: “Abbiamo già indicato il risanamento del bilancio e la costituzione dell’assessorato alla trasparenza. Così come ab-

biamo inteso assicurare la presentazione del progetto di riqualificazione di Piazza Duomo entro il prossimo mese di settembre. Tutti gli strumenti urbanistici bloccati per cinque anni saranno immediatamente approvati dal consiglio comunale, tutti i programmi in itinere saranno accelerati, per ridare vigore all’edilizia, in particolare entro un mese dalla costituzione della giunta sarà definitivamente approvato il PL “Santa Barbara” e trasferita in proprietà alla Diocesi il lotto per la costruzione della nuova Chiesa. Insieme a questi primi atti, è intenzione della nuova amministrazione comunale promuovere fin da subito la costituzione di organismi di consultazione con tutte le forze sociali, culturali e economiche. Questi organismi non saranno soltanto assemblee di partecipazione, ma luoghi concreti dove programmare e soprattutto realizzare iniziative. Per la prossima estate allestiremo un grande evento che dovrà essere la vetrina della nuova Cerignola, un evento sul cui sfondo ci saranno le nostre produzioni tipiche e che avrà l’obiettivo di illustrare al di là dei confini cittadini la rinnovata voglia di fare dei cerignolani. E proprio in vista di tale appuntamento insisteremo con energia per un programma massiccio ed immediato di riqualificazione e manutenzione delle strade principali, delle strade rurali, del

rinnovo degli accessi alla città e della sistemazione degli arredi urbani e della segnaletica e soprattutto sicurezza in città, borgate e su tutto il territorio….”. Insomma un fallimento. Piazza Duomo rifatta entro settembre. Entro un

mese la lottizzazione Santa Barbara doveva essere chiusa. Subito la costituzione di organismi mai fatti nascere. Per la prossima estate un grande evento mai fatto. Queste sono state alcune delle promesse scritte

e non mantenute. Mi viene spontaneo e istintivo chiudere con questa considerazione: l’antipolitica riesce ad avanzare solo nel momento in cui il livello della politica e di chi la pratica è mediocre!

l’insostenibile degrado del quartiere cerignolano

Cristo si è fermato ad Eboli? No, sicuramente alle Fornaci Parafrasando il noto romanzo autobiografico di Carlo Levi di “Cristo si è fermato ad Eboli” ed adattandolo ai nostri giorni, ed alle nostre esigenze, potremmo dire Cristo si è fermato alle Fornaci Creato come un quartiere residenziale, dove i residenti potevano tranquillamente tornare per riposarsi dopo una lunga giornata di lavoro, le Fornaci, si sono trasformate in un vero e proprio incubo per tutti. Bastano 10 minuti di pioggia per trasformare tutto il quartiere in una autentica piscina comunale, dove ci si rimane molte volte bloccati con le proprie auto, ed il transito a piedi è praticamente impossibile. Il randagismo è una vera e propria emergenza. Decine di cani calpestano indisturbati tutto il territorio rendendo impossibile una passeggiata tranquilla a bambini, anziani e a tutti coloro che hanno paura di vedersi minacciati da cani randagi. Sinceramente vedere decine di cani in cerca di cibo, non lascia tranquilli neanche chi non ha questo timore nei loro confronti. Per non parlare dell’appuntamento settimanale con il mercato. Il mercoledì è un incubo per tutti i residenti delle Fornaci Ci si sveglia con l’incubo di restare intrappolati nel traffico e non poter raggiungere il proprio posto di lavoro in tempo o essere costretti a saltare la prima ora di lezione per gli studenti.

Lo stradone principale, quello che collega il distributore “Tamoil” con tutto il quartiere, è completamente bloccato dal consueto appuntamento del mercato settimanale. Pertanto, è presa d’assalto l’altra ed unica via d’uscita (verso la scuola media “Padre Pio”, per intenderci), e, con tutte le scuole che collegano quella strada ,(la scuola media appunto, il “Liceo Tecnologico, il Liceo Artistico ed il Liceo Classico) è un vero e proprio miracolo uscirne in tempo utile da quella trappola. Ovviamente la situazione si replica nelle ore di uscita degli uffici e delle scuole. La situazione poteva essere meglio gestita con i semafori presenti in zona, vedi quello dell’incrocio del ristorante il “Bagatto”, ma il buon assessore Franco Reddavide si è convinto che i semafori inquinino (??), ed ha deciso di spegnerli tutti. Un giorno, però, il nostro assessore ci dovrà spiegare da quale studio scientifico ha tratto questa conclusione. Dopo lo sgombero di tutte le bancarelle arriva il peggio. L’intero quartiere è immerso da carte, cartoni e rifiuti lasciati dal mercato, per almeno un paio d’ore. Un spettacolo disgustoso. Vogliamo ricordarci che esiste questo quartiere? Basta proclami. I cittadini esigono risposte concrete, in quanto il quartiere Fornaci non può essere abbandonato al degrado. Carlo Dercole

appuntamento a domenica mattina

Anche a Cerignola si firma per l’iniziativa “Liste Pulite” Anche a Cerignola è partita l’iniziativa di Futuro e Libertà per l’Italia “Liste Pulite”, fuori i corrotti dalla politica, lanciata dal Presidente dalla Camera dei deputati Gianfranco Fini. Due le petizioni che vedranno impegnati gli uomini di FLI fino a luglio. La prima, ai sensi dell’art.50 della Costituzione, indirizzata ai Presidenti delle Camere, perché sia inserita nel

Codice Penale la obbligatorietà della sanzione accessoria della interdizione perpetua dai pubblici uffici in caso di condanna per reati associativi e contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato, malversazione, abuso, etc.). La seconda, indirizzata ai Presidenti e Segretari di tutti i partiti politici, perché si impegnino a non candidare chi sia

Il banchetto di Futuro e LIbertà a Cerignola

stato condannato anche con sentenza non definitiva per uno dei predetti

reati. Nella sola domenica mattina a Cerignola sono

state già raccolte quasi 200 firme. Se a Foggia e San Severo tra i firmatari anche i rispettivi Sindaci, Gianni Mongelli e Gianfranco Savino, nella nostra città al momento ancora nessun esponente della Pubblica amministrazione ha finora firmato le due petizioni. Presenti al banchetto oltre al dirigente provinciale FLI Carlo Dercole e al Coordinatore cittadino Enzo Pece, anche i ragazzi del movimento giovanile di FLI, Generazione Futuro, Stefano Petrarolo, Salvatore Spec-

chio, Benedetto Terenzio, Michele Bonavita, e il Coordinatore provinciale di FLI, il cerignolano Fabrizio Tatarella, che non a caso ha voluto cominciare da Cerignola la raccolta di firme per le petizioni che sarà ripetuta in tutti i Comuni della Capitanata. Tra i firmatari anche esponenti de la Cicogna, e del Pd, ma tantissimi sono stati i giovani, evidentemente stanchi di una politica lontana dai loro problemi. Appuntamento a domenica prossima .


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Europa

venerdì 20 aprile 2012

TRASPORTI - Come trattare i dati sensibili alla luce della normativa dopo l’11 settembre?

Il Parlamento Europeo tra privacy e sicurezza Sicurezza aeroportuale e dati sensibili. Come vanno regolati?

di Eliona Cela Agli attentati dell’11 settembre il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti rispose con leggi severe per il trasporto aereo. Nel 2001 divenne legge la Usa Patriot Act, consentiva un maggior scambio di informazioni tra le agenzie di intelligence Usa e le autorità investigative, nel 2002 il Congresso approva lo Homeland Security Act e nel 2004, ci fu l’adozione dell’Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act con un proprio direttore con l’incarico di coordinare tutte le attività di intelligence interna, esterna e di difesa disponendo di ampi poteri di budget. Con l’aiuto della National Counterterrorism Center, una sorta di ‘banca’ delle informazioni di intelligence su terroristi noti o sospetti hanno il compito di svolgere attività anti-terrorismo. Lo schock dell’ 11 set-

tembre portò cambiamenti anche in Europa con metodologie diverse dagli Stati Uniti dando spazio alla cooperazione più che al rafforzamento delle autorià nazionali, coivolgendo strumenti diplomatici capaci di intervenire sulle cause sociali e politiche che nutrono la minaccia terroristica. Le misure anti-terroristiche sono state inserite in un Piano d’azione per la lotta al terrorismo , che viene aggiornato di continuo e sottoposto a revisione da parte del Consiglio europeo due volte l’anno. Questi due mondi così giuridicamente diversi hanno norme diverse anche in merito al trattamento dei dati raccolti. La necessità di stipulare un accordo con gli Stati Uniti è nata perchè dopo l’11 settembre gli Stati Uniti imponevano ai vettori aerei di comunicare all’Ufficio doganale statunitense i dati personali

dei passeggeri norma che si poneva in potenziale contrasto con la normativa europea sul trattamento dei dati personali. Al fine di trovare un punto d’equilibrio tra le esigenze di tutela della pubblica sicurezza, da un lato, e del diritto alla riservatezza dall’altro, è stato stipulato un accordo internazionale tra la Comunità europea e gli USA del 28 marzo 2004. Ed è proprio su questo accordo internazionale che ha avuto varie modifiche negli anni, che il Parlamento Europeo è oggi diviso tra coloro che trovano utile questo scambio di dati e coloro che vogliono tutelare la privacy. La commissiome sulle libertà civili si è già pronunciata in favore del testo proposto del Parlamento. Un testo che è a favore dello scambio tra USA e Eu dei dati dei passeggeri, ma i gruppi politici sembrano ancora molto divisi sulla vicenda. Timothy Kirkhope deputato britannico a favore del testo ha dichiarato che - “Il valore dei dati dei passeggeri aerei non deve essere sottovalutato. Per esempio questi dati sono stati utilizzati dal Regno Unito nell’inchie-

sta sugli attentati di Londra. Hanno permesso di identificare i responsabili degli attacchi a Mumbai. Proprio grazie a questi dati sono stati catturati decine di criminali, pedofili, stupratori e trafficanti di droga. Abbiamo negoziato un accordo rigoroso con i nostri partner americani. – continua il deputato conservatore - Dovremo trasferire delle informazioni ben precise rispettando delle condizioni chiare e sotto la sorveglianza delle autorità indipendenti. Non penso che gli Stati Uniti vogliano archiviare queste informazioni per utilizzarli a fini illeciti. L’obiettivo è unicamente quello della sicurezza: utilizzeranno questi dati per combattere il terrorismo e la criminalità. Non bisogna sottovalutare i rischi: in particolare dopo gli attentati dell’11 settembre. La risposta del Parlamento europeo deve essere all’altezza delle sfide della società contemporanea. Nonostante ciò abbiamo fatto in modo che l’accordo sia utilizzato unicamente per prevenire, individuare e portare davanti alla giustizia i responsabili di

gli obiettivi economici degli stati dell’unione

Previsioni FMI negative per Spagna e Italia. Gli eurobond UE come scialuppa di salvataggio “L’Italia è a rischio e mancherà i suoi obiettivi economici nel 2012 e 2013 e non riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio fino al 2018”. E’ quanto emerge dall’Economic outlook del Fondo Monetario Internazionale. Nonostante un lieve miglioramento delle previsioni economiche generali, alcune tra le economie europee più avanzate rimangono in recessione. Gli Stati in sofferenza sono soprattutto la Spagna e l’Italia dove si prevede un calo del Pil intorno tra l’1,5 e il 2%. “Nel rapporto, secondo il Fondo monetario internazionale, il rapporto deficit-Pil raggiungerà in Italia il 2,4%, superiore dell’1,2% al suo obiettivo. Si prevede una riduzione del dato all’1,5% per il prossimo anno e all’1,1

nel 2017, ultimo anno per il quale l’FMI ha effettuato le stime”. Dati che non mettono ottimismo, anche il governo italiano è corso ai ripari affermando di poter raggiungere il pareggio di bilancio solo nel 2015 e non più nel 2013. Per alcuni economisti i due paesi pesano sulla crescita dell’Europa. Sulla difficoltà economica in Europa è intervenuto durante la Plenaria del Parlamento europeo, il Presidente della Com-

missione europea Jose’ Manuel Barroso che ha sottolineato come “per assicurare una vera convergenza economica, sarà necessaria una mutualizzazione del debito pubblico”. Nella stessa sede il commissario per gli affari economici e monetari Olli Rehn si è spinto oltre rimarcando che ‘’è ora il momento di passare alla fase successiva per fare progressi concreti verso gli eurobond o qualsiasi altra forma di mutualizzazione del

debito”. Insomma gli eurobond come scialuppa di salvataggio per l’economia dell’eurozona. Il problema come al solito è quello di convincere la locomotiva tedesca ad accettarli. La Merkel continua ad avere dei dubbi sulla loro utilità, ma la Commissione europea va avanti: “Fatte le regole per la governance economica rafforzata nella Ue, a breve, ha detto Rehn, la Commissione annuncerà i risultati della consultazione lanciata sul ‘libro verde’ per gli eurobond e farà una sua proposta”. In pratica gli eurobond possono essere considerati una garanzia di stabilità, soprattutto per i paesi che devono far fronte a un forte debito pubblico e che sono in un periodo di deficit. Vincenzo Matano

crimini internazionali e i terroristi. I dati dei passeggeri sono protetti, saranno disponibili e sarà possibile correggerli”. Invece la deputata olandese Sophie in ‘t Veld che è contraria all’accordo ha dichiarazto: “ L’accordo sul trasferimento dei dati dei passeggeri aerei (PNR) tra UE e Stati Uniti non risponde ai criteri fissati dal Parlamento europeo nel 2010. Non è infatti conforme alla legislazione europea. Come relatrice del testo, temo che i dati dei passeggeri aerei non siano utilizzati unicamente per ragioni legate al terrorismo e alla criminalità, ma anche per ciò che riguarda l’immigrazione e i controlli alle frontiere. Mi oppongo anche all’archiviazione dei dati per una durata indeterminata, anche sotto anonimato. L’utilizzo possibile

dei dati sensibili come i dati legati alla salute, la religione o la vita sessuale è un tema controverso. Le autorità americane avranno anche la possibilità di connettersi a dei sistemi informatici europei per recuperare i dati. In ogni caso, il Parlamento europeo non potrà approvare un accordo che non rispetta la vita privata dei cittadini europei e contrario alle leggi e ai principi della protezione dei dati. Approvare un accordo di questo tipo lascerebbe i cittadini europei senza protezione e creerebbe un precedente da non sottovalutare: altri paesi domanderebbero il trasferimento dei dati”. Il Parlamento si esprimera’ tra poco e la decisione influera’ in modo sostanzioso la nostra vita e la protenzione della nostra privacy in relazione alla sicurezza internazionale.

aste pubbliche per le concessioni?

Sindaci e balneari contro la Bolkestein In migliaia, armati solo di rabbia e cartelli di protesta, i balneari si sono dati appuntamento al centro congressi dell’Eur, accompagnati da 150 sindaci e da 100 assessori al turismo provenienti da tutte le Province i Comuni d’Italia. Contestano la Bolkestein, la direttiva europea che prevede aste pubbliche per le concessioni demaniali marittime a partire dal 2016. La sua entrata rischia di far scomparire le migliaia di imprese che da sempre lavorano sulle spiagge italiane. Sib- Confcommercio, Fiba Consercenti, Assobalneari Confindustria e Cna balneari chiedono una deroga alla normativa e sollecitano una soluzione dal Governo nazionale per le quasi 30mila imprese che lavorano sulle coste del Paese. Resta da capire quale sarà il loro futuro e quale quello dell’occupazione impiegata in un indotto vastissimo, che conta più di 400mila lavoratori. Nodo centrale, per

tutti, è quello degli investimenti già effettuati sulle proprie attività. Migliaia di euro spesi per creare le attività, ammodernarle e riqualificarle. “Le migliaia di imprenditori che sono arrivati da tutta Italia, centinaia di sindaci, rappresentanti delle Province e delle Regioni che sono qui danno molto significato alla necessità di offrire un futuro alle imprese balneari italiane – ha dichiarato Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari – Chiediamo al Governo di garantire questo settore strategico per il turismo e l’economia italiana attraverso una proposta entro fine giugno”. “C’è un settore in Italia che continua a tirare nonostante la crisi – ha aggiunto – ed è il turismo. Il Governo deve schierarsi dalla parte dei balneari perché nella valorizzazione del turismo c’è tutto il loro lavoro, con il quale sono riusciti a migliorare le coste italiane”.


Spettacoli e Cultura

venerdì 20 aprile 2012

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MUSICA - Tracce di musica lungo i quarant’anni della carriera del cantautore romano insieme ai brani dell’ultimo album

Cresce l’attesa per Antonello Il 26 aprile la tappa barese dell’Unica Tour con un Venditti che dal vivo dà il meglio di sè di Isabella Battista L’atteso “UNICA TOUR” di Antonello Venditti, che segna il ritorno sulle scene live del cantautore romano, fa tappa il 26 aprile al Pala Florio di Bari. Durante il tour (in collaborazione con RTL 102.5) il cantautore proporrà dal vivo, oltre ai maggiori successi dei suoi 40 anni di carriera, i brani dell’ultimo album “Unica”. Venditti arriva in concerto con una grandissima dote di energia, una band fat-

ta di eccellenti musicisti: Derek J. Wilson (batteria), Alessandro Canini (percussioni, batteria e chitarra), Fabio Pignatelli (basso), Alessandro Centofanti (piano e organo), Danilo Cherni (tastiere), Benedetto “Toti” Panzanelli (chitarra), Maurizio Perfetto (chitarra), Amedeo Bianchi (sax), Sandy Chambers e Julia St. Louis (voci), una band “molto rock” assicura lui, che offrirà a Venditti la possibilità di presentare ogni brano, vecchio e nuo-

vo, nella maniera migliore. Del resto dal vivo Venditti offre il meglio di sè, riesce a stabilire un contatto straordinario con il pubblico, si racconta senza timore, mettendo in luce ogni aspetto del suo far musica, da quello più sentimentale a quello più energico. Perché ancora oggi, come ha dimostrato con il suo ultimo album, “Unica”, che proporrà per la prima volta dal vivo in queste occasioni, Venditti è in grado di emozionare, di sorprende-

re, di coinvolgere il pubblico in una grande festa. In quasi quarant’anni di carriera il cantautore romano

canosa

Lungo le vie della storia del municipio Canusium Nell’ambito delle iniziative della “XIV Settimana della Cultura” di Canosa di Puglia, la Fondazione Archeologica Canosina Onlus, Puglia Imperiale Turismo, la Dromos.it, la Pro Loco Canosa, con la collaborazione di alcuni dei figuranti dell’Associazione Passione Vivente di Canosa, organizzano la prima edizione del “Lungo le vie della Storia”. Si tratta di un evento

itinerante, con personaggi figuranti, stand, aperture dei siti museali e/o archeologici e degustazioni. L’obiettivo è quello di offrire una parziale introduzione tematica sull’epoca romana, nell’ambito della storia canosina. In maniera specifica, si tratterà del passaggio tra l’epoca Dauna e l’avvento della Civiltà Romana. Attraverso le va-

rie location in costume e le ricostruzioni, sarà possibile apprendere sinteticamente alcune tappe della storia del municipio romano di Canvsium. Saranno affrontate alcune tematiche iniziali alla storia del rapporto tra Canosa e Roma: dalla battaglia di Canne col ruolo della Matrona Busa alla civitas foederata; all’istituzione del Municipium sine suffragio sotto il Principe Augusto. Tutto sarà allietato, nelle location, da musiche originali offerte dal

barletta

grottaglie

Sabrina Impacciatore recita nel primo evento della stagione Primavera tempo di rinascite, e con aprile ormai entrato nel vivo risorge anche la stagione de “La Tana”, residenza teatrale nel Castello Svevo di Barletta curata dalla compagnia Teatro dei Borgia, proponendo nella sua personale “primavera” una serie di significativi appuntamenti tanto nell’ambito della prosa quanto in quello della danza contemporanea. Il primo evento, cioè quello che ha aperto il calendario il 17, è fissato per il 20 e il 21 aprile 2012, date in cui sul palcoscenico barlettano si esibirà una Sabrina Impacciatore in versione quasi inedita: da sempre abituati a conoscerla nella natura spumeggiante e nel suo mood più comico, sarà certa-

gruppo di ricostruzione storica Synaulia, già note per aver curato numerose puntate di Superquark e del noto film “Il Gladiatore”. Una occasione unica, sarà assistere alla produzione di ceramica dal vivo, fatta in un luogo suggestivo, dove anticamente esisteva un quartiere produttivo. L’orario della manifestazione è dalle 18:00 alle 22:00, partendo dalla Domus di Via Montescupolo, poi Palazzo Sinesi e infine il Palazzo Fracchiolla/Minerva.

è rimasto sempre molto legato alla sua città, celebrandola nelle sue canzoni come “Roma Capoccia” e “Grazie Roma”, dedicata alla sua squadra del cuore, l’AS Roma. Venditti inoltre è riuscito ad emozionare il pubblico grazie a canzoni come “Alta marea”, “Ogni volta”, “Amici mai” o alla più recente “Che fantastica storia è la vita”, successi che non mancano mai nel repertorio delle sue esibizioni e nelle sue raccolte. Inoltre è in programmazione radiofonica “Forever”, nuovo singolo di Antonello Venditti (secondo estratto da “Unica”), il cui videoclip è stato girato (con la regia di Gaetano Morbioli per Run Multimedia) all’interno del Parco Letterario Pier Paolo Pasolini di Ostia con protagonista femminile l’attrice Olivia Magnani, nipote della grande Anna.

mente una sorpresa per tutti nel monologo che l’attrice romana porterà nel teatro pugliese. Si tratta infatti di un testo firmato da Natalia Ginzburg, scrittrice del secolo scorso e attivista politica schierata contro il fascismo, intitolato “E’ stato così”; con la regia di Valerio Binasco, l’Impacciatore si cala nei panni di una figura femminile atroce, disperata e lontana mille miglia dalla moderna immagine della donna emancipata, padrona del proprio destino e quindi inevitabilmente lontana da progetti di edificazione familiare. Sabrina è per l’occasione una moglie e madre passiva, frustrata, vittima e succube di un uomo che non l’ha mai né amata né resa felice e che in

qualche modo cerca, pur senza farlo con la voce, di urlare tutto il suo rancore e la sua ansia per la pressante presenza dell’ “altra” (l’amante, talvolta esistente, talvolta solo immaginata come uno spettro), in una sorta di espiazione. Una grande prova, questa, per l’attrice, che interpreta il testo con intensità, catturando il pubblico e trascinandolo dentro il suo mondo fragile e disincantato solo con la forza della recitazione; la scena, infatti, consiste solo in un pannello che fa da sfondo e in una sedia su cui siede Sabrina, che, con occhi pesantemente truccati sbavati dal pianto e sguardo fisso, attribuisce ancora più forza al doloroso soliloquio. Daniela De Sario

Le sonorità folk di Evelyn Burke Il mondo è sempre più piccolo, ed è così che la distanza Londra-Grottaglie si accorcia al punto che questa sera, alle 22:00, presso il Velvet cafè di Grottaglie si esibirà la cantautrice folk Evelyn Burke. Originaria di Dublino ma cittadina adottiva del Regno Unito, ha portato avanti gli studi musicali nell’Institute of Performing Arts di Liverpool, accademia che è sotto la direzione artistica di un vero intenditore del settore, ossia il “Beatle” Paul Mc Cartney; al momento il nome di questa ragazza è sconosciuto nel nostro paese, ma non c’è dubbio che essendo stata notata e spalleggiata dagli stessi produttori di Dido, Corinne Bailey Rae, Emely Sandè e Nel-

ly Furtado avrà i numeri per giungere al grande successo di pubblico. Il suo singolo “Walk Alone” oltremanica ha già conquistato un riconoscimento prestigioso; è stata infatti individuata come promessa per il futuro da Songlink, un portale gestito da produttori e songwriter in cui vengono indicati coloro che più spiccano nella scena musicale sperimentale (è stato proprio questo sito il responsabile del lancio sul mercato della prima hit di Christina Aguilera nel lontano ’98, ad esempio). L’electro-pop di Evelyn Burke viene da lontano ma per stasera, quindi, resterà fermo nel cuore della provincia di Taranto. Daniela De Sario

20 aprile, 19:00

Scandal-osa in mostra Scandal-osa, arte contemporanea in mostra a Cassano delle Murge (Bari) a palazzo Miani-Perotti, a partire dalle ore 19:00 (ingresso libero).

20 aprile, 18:00

Inaugurazione Must a Lecce Questo pomeriggio, a partire dalle ore 18:00, ci sarà l’inaugurazione del Must, il museo storico della città di Lecce, in via degli Ammirati. L’ingresso alla manifestazione è gratuito.

21 aprile, 21:00

Una scimmia al Kismet Spettacolo “Una scimmia all’Accademia” di Franz Kafka, al teatro Kismet OperA, alle ore 21, con replica domenica (stesso orario).

22 aprile, 10:00

Improvvisarte a Putignano Improvvisarte Espressioni artistiche illuminano Corso Umberto a Putignano (Bari) a partire dalle ore 10:00. Ingresso libero.


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Cinema

venerdì 20 aprile 2012

FOGGIA - Fino al 22 la seconda edizione del Foggia Film Festival

La settimana del cinema di Isabella Battista Martedì 17 aprile ha preso il via la seconda edizione del Foggia Film Festival. La kermesse voluta e organizzata da Pino Bruno (attore, regista, fondatore della Bottega dell’Attore) e dal suo staff riserva sorprese e ospiti d’eccezione anche per quest’anno. Come il patron ha ribadito più volte, il “Festivàl” (pronuncia rigorosamente francese) è completamente autoprodotto e, considerando il periodo di grave crisi che il Paese sta attraversando, non è stato facile tenere in piedi e mandare avanti la kermesse. Da martedì 17 a domenica 22 aprile saranno tantissimi gli appuntamenti che animeranno la città. Il luogo principale di incontro, dialogo e visione dei film (in e fuori concorso) sarà come di consueto

Sergio Rubini, presidente di giuria al Foggia Film Festival

la multisala Multiplex Città del Cinema di via Miranda, partner della rassegna. Ad aprire le danze, un dovuto e sentito omaggio al grande Lucio Dalla, da poco scomparso. Sarà poi la volta della sezione lungometraggi, documentari, educational movies e cortometraggi, intervallati

dalle Lezioni di Cinema con gli ospiti del Festival. Invitati speciali dell’edizione 2012 della kermesse sono le attrici Violante Placido e Cristina De Pin; i registi Michele Placido, Sergio Rubini, Pippo Mezzapesa, Nicola Deorsola, Cosimo Damiano Damato e Mar-

co Cucurnia; la scrittrice, esperta di cinema, Francesca Romana Massaro; l’editore della casa editrice “Emmebi”, Marco Moschitta; Lucia Di Spirito (redattrice di “Tv Sorrisi e Canzoni)”; il produttore cinematografico Angelo Bassi. Anche per quest’anno la kermesse (che pone particolare attenzione al panorama del documentario italiano) presenta una selezione ufficiale suddivisa in 3 sezioni competitive - Italian Movies, Italian Documentary, Italian Short Movies - per un totale di 31 opere in concorso. All’interno del festival, il cui presidente di giuria, quest’anno, è Sergio Rubini, non mancheranno inoltre la sezione delle pellicole fuori concorso e le anteprime cinematografiche; gli eventi speciali; “Library” (lo spazio dedicato ai nuovi libri che trattano della settima arte); gli “educational movies”; la vetrina non competitiva dedicata ai “cortissimi”; le consuete “Lezioni di Cinema”, infine, giunte all’ottava edizione, tenute dai grandi protagonisti del grande schermo italiano e organizzate in collaborazione con “La bottega dell’Attore - Teatro Studio Dauno”.

festival del cinema europeo a lecce

Domani la serata delle premiazioni Domani si conclude la XIII edizione del Festival del Cinema Europeo, partito martedì scorso e allestito presso il Multisala Massimo della città di Lecce. Il Festival è diretto da Alberto La Monica e Cristina Soldano ed è riconosciuto come manifestazione d’interesse nazionale. A tredici anni dalla nascita, il Festival del Cinema Europeo si conferma una manifestazione al passo con i tempi, che guarda ai grandi eventi culturali dell’Europa e del Mediterraneo ed è particolarmente attenta al dialogo interculturale. La Festa della cultura europea e mediterranea, diffonde annualmente circa 100 film tra lungometraggi, corti e documentari provenienti da molti paesi europei, riservando un canale di dialogo privilegiato con i giovani artisti. Ogni anno accoglie a Lecce numerosi ospiti internazionali: registi, attori, produttori e distributori che intervengono per presentare

i loro film ed incontrare il pubblico, offrendo una testimonianza diretta della propria attività in un confronto vitale e stimolante con il cinema. La manifestazione salentina, accanto al concorso di lungometraggi europei, ospita spazi di approfondimento tra cui una sezione sulla cinematografia di un paese dell’area EuroMediterranea, omaggi a personaggi della cinematografia italiana ed internazionale, sezioni dedicate il Premio Mario Verdone, il Premio LUX del Parlamento Europeo. Sulla base della selezione proposta dal Festival del Cinema Europeo, dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e dal Centro Sperimentale di Cinematografia sarà la famiglia Verdone – Carlo, Luca e Silvia – a scegliere il vincitore dell’edizione 2012, il cui premio sarà assegnato . domani sera nell’ambito della cerimonia di chiusura del Festival. Isabella Battista


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