Puglia d'oggi numero 13

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 13 aprile 2012 • anno III n. 13 nuova serie • 1 euro

L’ELZEVIRO

Minima immoralia padana

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Il sistema sta cedendo: l’impressione è che rubino tutti o almeno ci provino. Diventa sempre più difficile dare del qualunquista a chi sente che non sa più a che santo votar(si). Tu dici: non c’è mai fine al peggio, illudendoti che sia solo una frase fatta. Non lo è: il peggio continua a peggiorare. Una manica di bastardi razzisti (la Lega Nord, giusto per non fare nomi) commette innumerevoli barbarie contro la sacralità della Patria, della Bandiera e dell’Inno Nazionale, della Persona, della sintassi e persino della punteggiatura; la radio di partito non fa che vomitare violenze e insulti contro (in ordine casuale) negri, meridionali, “culattoni”, cattolici e islamici. Un europarlamentare (Borghezio) incita da anni all’odio razziale, etnico e religioso . Un Ministro delle Riforme (Bossi) si pulisce il sedere con il Tricolore, rutta, spernacchia e alza il dito medio da lustri. E fa una legge sull’Immigrazione che ormai è oggetto di serie reprimende da parte dell’Europa. Il tutto accade più o meno dal 1984 (ma gli insulti cominciano anche da ben prima). E non succede quasi niente. Ma ora sono spuntati i soldi. Gestiti in modo a dir poco spregiudicato, anche per questioni personali, stando alle intercettazioni. E gli italiani si sono indignati: il peggio continua a peggiorare.

Settimanale a diffusione gratuita

www.pugliadoggi.it

L’iNIZIATIVA DI FUTURO E LIBERTA’

EUROPA

Le due petizioni per difendere la politica dai troppi corrotti

Il Consiglio d’Europa boccia i partiti italiani ed il loro finanziamento

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LE INCHIESTE SULLA SANITA’ - Avviso di fine indagini per il Governatore

Vendola fà il sereno, non ci sta e va al contrattacco

L’EDITORIALE

Il merito, il metodo, la morale di Gianmario Mariniello

Il Presidente della Regione Puglia e leader di Sel Nichi Vendola è indagato. Ma lo si sapeva da tempo che la magistratura barese stava indagando anche sul suo operato. Nella giornata di mercoledì è stato notificato al Governatore l’avviso di conclusione delle indagini per concorso in abuso d’ufficio. A tirare in ballo il Governatore è “lady Asl” alias Lea Cosentino, ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Bari. E mentre il Governatore si dice sereno e ribadisce ogni sua estraneità ai fatti, rilancia additando la Cosentino di volerlo coinvolgere dopo quello che è successo. Intanto la sanità pugliese segna il “rosso fisso”. Soldi non ce ne sono e i problemi si acuiscono, mentre Nichi è impegnato negli “show”. alle pagg 4 e 5

L’abuso di ufficio è sempre fumoso, il concorso ancor di più, ma è grave il ragionamento che ha usato Nichi Vendola per discolparsi. Una narrazione inaccettabile in un Paese dove la stragrande maggioranza dei giovani pensa che il lavoro lo si trovi solo grazie alla raccomandazione. Premesso che ogni volta che un politico “interviene” (che vuol dire?) in un concorso commette un reato e comunque si pone (anche solo moralmente) al di sopra della legge (atteggiamento pericolosissimo), non sta al politico che effettua la raccomandazione determinare se poi il suo raccomandato è bravo o meno. Il messaggio che lanciato Vendola è drammaticamente pericoloso: il merito può trionfare solo tramite raccomandazione.

BARI - Mentre la città si interroga su come ritrovare slancio dopo gli ultimi scandali tra politica e malaffare

Decentramento, ecco il grande bluff

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FOGGIA - L’appuntamento domani con il senatore Mario Baldassarri

Primo congresso di Fli

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CERIGNOLA - Al Comune ormai non sanno più cosa dire

Crisi politica: tutto tace

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SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE - I Comuni al voto

Brindisi, il dopo Mennitti

a pag 10

il corsivo Se le ipotesi degli inquirenti verranno confermate, bisognerà dare atto a Rosi Mauro di un temerario anticonformismo. In un partito (la Lega) in cui chi ha la laurea la tiene ben nascosta e fa punteggio l’essere stati ripetutamente bocciati alle scuole serali di terza media, una che una laurea se la va addirittura a comprare ha dei problemi di masochismo. O al massimo di analisi del contesto.

di Enrico Ciccarelli


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venerdì 13 aprile 2012

LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA - Per nemesi gli affossatori della Prima Repubblica sprofondano nello stesso fango

Shakespeare in salsa padana Bossi manda al patibolo il figlio per salvare se stesso, ora il rischio è che si riduca a forza politica di mera testimonianza

di Enrico Ciccarelli È vero, ad onta delle fattezze del Trota, della disperante stupidità di Calderoli e Maroni, delle sfrontatezze da osteria del Senatùr, c’è qualcosa di shakespeariano nel tragico declino della Lega Nord. Per Nemesi, gli affossatori della Prima Repubblica sprofondano nello stesso fango da cui sono nati, in quel sussulto giustizialista che, facendo mostra di combattere la corruzione, ne fece pandemia. Non è certo il caso di credere alla vulgata delle piccole ruberie da gaglioffetto di Renzo Bossi o delle prave abitudini del “cerchio magico”: come fu per Craxi, non è “lo scandalo” a determinare la fine politica, ma la fine politica a permettere l’emersione dello

scandalo. Poco importa se l’episodio scatenante abbia le fattezze leggiadre di Ruby Rubacuori o quelle di minore venustà di Rosi Mauro: Il Cavaliere e il Senatore, il satiro Silvio e il plebeo Umberto dioscuri di questo inizio millennio, cadono insieme per quanto insieme non sono riusciti a fare: non sono riusciti cioè, come ha notato acutamente Galli della Loggia, a costruire un nuovo progetto identitario per l’Italia. La rivoluzione liberale di Berlusconi è finita nei festini di Palazzo Grazioli, proprio come l’Italia a trazione padana sognata dai leghisti d’antan è scivolata nelle meschine liti di corte al capezzale del sovrano invalido. Ora, perché il contrappasso dantesco si completi, occorre solo che i magistrati, superando le

l’iniziativa

remore di casta, vadano nianza: Roberto Maroni, a guardare nel porto delle che la consueta miopia nebbie dell’Italia dei Va- dell’opinione di sinistra lori e di Antonio Di Pietro. fa assurgere a leader afPer quanto si sa (ne fidabile e preparato, non ha scritto Elio Veltri, ad ha il carisma di Sant’Umesempio) rispetto a quei berto. Frizioni, tensioni bilanci le carte di Belsito e scissioni tra veneti e a via Bellerio sono trattati lombardi, ed ancora più di correttezza finanziaria. fra le irrequiete ultime acNaturalmente lo splash quisizioni tosco-emiliane down della Lega non ha e piemontesi, sono non le stesse caratteristiche di solo possibili, ma probaannientamento che col- bili. piscono il Popolo della Ed è difficile che un Libertà: Alfano è costret- partito ferito nell’orgoto a vivere di luce riflessa glio e raggomitolato su se delle difficolstesso riesca tà del Pd, ma a praticare N a t u r a l - quella politila Lega non è mente lo ca delle alleun partito di spash down anze senza le plastica. Il suo della Lega quali si ridurinsediamento territoriale, la non ha le stesse carat- rà al controlnon disprez- teristiche di annienta- lo delle valli zabile falange mento che colpiscono prealpine e di ammini- il Pdl: alfano vive di lice di qualche stratori locali riflessa delsindaco cariconcreti ed le difficoltà smatico nei onesti che è in del Pd medi centri. grado di esiIl ridimenbire, persino sionamento la paradossadi questa forle “virtus romana” esibi- za demagogica e xenofota dal capo e fondatore, ba, antiitaliana e antieuche come Bruto maggiore ropea, potrebbe essere non ha esitato a mandare un’ottima notizia. al patibolo suo figlio pur Ma il leghismo, quel di salvare il movimento, malmostoso e confuso garantiscono che la Lega umore cresciuto come Nord non sparirà dalla un edema nella parte più scena. ricca d’Italia, non verrà riIl rischio è piuttosto solto dalla fine della Lega. che si riduca a forza po- Bisognerà farci i conti, litica di mera testimo- piaccia o no.

finanziamento ai partiti

Soldi agli asili nido per favorire le donne

Serve un drastico taglio della metà

“A nulla servirebbe un accordo al ribasso sul finanziamento ai partiti: tutti facciano un atto di responsabilità nei confronti dell’Italia e rinuncino alla tranche di 100 milioni di euro di finanziamento pubblico che invece dovrebbero essere utilizzati per sostenere l’occupazione delle donne”. Lo dichiara la coordinatrice delle donne di Fli, Chiara Moroni, che aggiunge: “100 milioni di euro sarebbero un buon punto di partenza per realizzare finalmente il piano di conciliazione che il paese aspetta da tempo e in particolare finanziare asili nido e consentire finalmente alle donne di non dover più scegliere tra figli e carriera”.

“Sul finanziamento pubblico i partiti pensano a un maquillage più che a una riforma seria. Serve un immediato taglio almeno pari al 50% altrimenti restiamo fermi alle chiacchiere della trasparenza e dei controlli - che è una precondizione e un dovere morale e non una concessione all’opinione pubblica”. Lo dichiara il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, che aggiunge: “Le forze politiche imparino a vivere in maniera “francescana”, come fa Futuro e libertà senza godere dei finanziamenti, e a chiedere contributi trasparenti ad iscritti e simpatizzanti. Così vedremo anche chi davvero ha una base di riferimento e chi invece spara numeri a caso sugli iscritti”.

Puglia d’oggi

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il commento

L’unica via resta una Costituente di Enrico Ciccarelli

Il Palazzo del Quirinale, sede del Presidente della Repubblica

Sono certamente tempestive le iniziative per le liste pulite lanciate da Futuro e Libertà per l’Italia; non giungeranno certo troppo tardi severe misure di controllo sul finanziamento pubblico dei partiti e di riduzione dello stesso. Ma anche questo rischia di non salvare il fragile vascello della nostra democrazia, che affronta nelle peggiori condizioni possibili, dopo tre lustri di bipolarismo sudamericano, una crisi economica che è planetaria ma anche fortemente peggiorata e irrobustita da debolezze strutturali interne. La parentesi “tecnica” del Governo Monti è in realtà pienamente politica: rispecchia quel Governo di salvezza nazionale che le maggiori forze politiche, tuttora ubriache di massimalismo parolaio, non sono in grado di costituire alla luce del sole. Ci vuol un grande ottimismo per immaginare che l’impegnativa missione caricata sulle spalle di Mario Monti possa esaurirsi nella primavera 2013. In realtà il buon lavoro che si è cominciato a fare (riforma del sistema pensionistico, riforma del mercato del lavoro, liberalizzazioni) deve protrarsi ancora a lungo, su un orizzon-

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te almeno triennale, ed essere accompagnato, come suggerivano Giavazzi e Alesina sul “Corriere” dell’altro ieri, da una rigorosa “spending review”, cioè da tagli consistenti e mirati alla spesa pubblica. È impensabile che questo lavoro possa essere fatto mentre fischiano le pallottole dello scontro politico, tanto più in presenza di un disagio sociale destinato a inasprirsi, probabilmente ad innescare momenti di conflittualità e di aperto scontro. Anche per questo, per consentire quella Grosse Koalition che le abitudini italiane non permettono di enunciare esplicitamente, ma è obbligatoria, si dovrà cambiare l’attuale assurda legge elettorale. Ma Pd, Pdl e Terzo Polo potrebbero anche utilmente impiegare questo tempo di necessaria tregua per scrivere un nuovo patto costituente, dare un senso non esclusivamente demagogico alla riduzione del numero dei parlamentari, superare il bicameralismo perfetto, introdurre la sfiducia costruttiva. Un cantiere operoso che magari il professor Monti potrebbe osservare con occhi benevoli dal più alto colle di Roma.

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venerdì 13 aprile 2012

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LE INIZIATIVE DI FUTURO E LIBERTA’ - Interdizione per reati contro la pubblica amministrazione e fuori dalle liste chi è sotto processo

Due grandi petizioni popolari per difendere la politica dai corrotti di Salvatore Tatarella L´ufficio politico di Futuro e Libertà ha deliberato di lanciare su tutto il territorio nazionale due grandi petizioni popolari. La prima, ai sensi dell´art.50 della Costituzione, indirizzata ai Presidenti delle Camere, perchè sia inserita nel Codice Penale la obbligatorietà della sanzione accessoria della interdizione perpetua dai pubblici uffici in caso di condanna per reati associativi e contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato, malversazione, abuso, etc.). La seconda, indirizzata ai Presidenti e Segretari di tutti i partiti politici, perchè si impegnino a non candidare chi sia stato arrestato, rinviato a giudizio o condannato anche con sentenza non definitiva per uno dei predetti reati. Italo Bocchino e Roberto Menia hanno voluto affidarmi il coordinamento nazionale di questa importante iniziativa e mi auguro che la risposta della Puglia sia superiore ad ogni più rosea aspettativa. Entrambe le petizioni intercettano larghi segmenti di opinione pubblica, per cui non dovrebbe risultare problematico, se ci organizziamo bene,

raccogliere in tutta Italia anche un milione di firme. Abbiamo fissato per ogni coordinamento provinciale un obiettivo da raggiungere, tarato sul 2% della popolazione residente. Con la stessa percentuale i coordinatori provvederanno a distribuire gli obiettivi ai Comuni di loro competenza. Se tutti faranno la loro parte, raccoglieremo 1.200.000 firme, corredate possibilmente di tutti i dati anagrafici richiesti. In Puglia possiamo e dobbiamo fare molto di più. Per il momento ogni Coordinatore provinciale e ogni Comune è impegnato a raggiungere questo obiettivo, ma quanto prima provvederemo ad aggiornarlo, maggiorandolo. Dal sito nazionale fli, nonchè da sito dedicato www.listepulite.it potrete scaricare: L´iniziativa è stata lanciata online giovedì 12 aprile. Ogni coordinamento provinciale dovrà provvedere a: 1) Indire immediatamente una conferenza stampa per presentare e avviare sul territorio provinciale la raccolta delle firme; 2) organizzare almeno un banchetto in ciascuno

i primi centri di raccolta di firme

Gianfranco Fini, il leader di Fli che ha fortemente voluto le petizioni

dei Comuni della Provincia; 3) ripetere l´iniziativa più volte in tutti i Comuni, sino al raggiungimento dell´obiettivo. Dove non abbiamo rappresentanza, sarà cura dei coordinamenti organizzare un presidio a cura della città capoluogo o dei comuni più attivi. 4) organizzare sull´argomento almeno una manifestazione provinciale, o anche più di una, replicandole nei comuni più grandi o più attivi; 5) comunicare neces-

sariamente e anticipatamente alla direzione nazionale ogni iniziativa assunta, grande o piccola che sia (conferenza stampa, banchetti, gazebo, interviste a radio o tv locali ,convegni, etc.). La Direzione nazionale provvederà a raccogliere ogni notizia in un aggiornatissimo calendario nazionale delle attività, che sarà pubblicato sul sito nazionale e sul sito dedicato e trasmesso agli organi di informazione. La raccolta delle firme dovrà procedere ininterrottamente per tre mesi,

sino alla metà di luglio. Nel corso di tutto il trimestre, ogni coordinamento dovrà utilizzare ogni occasione, perchè la stampa locale parli dell´iniziativa. Dovrà, per esempio, essere fatto un comunicato stampa ogniqualvolta si organizzi un banchetto, oppure si raccolga la firma di un personaggio importante delle istituzioni, della politica, della cultura, dell´arte o della società civile. In questi casi si potrebbe raccogliere anche una dichiarazione o un commento degli interessati e distribuirlo alla stampa. Raccolte di firme si possono organizzare anche in luoghi simbolo. Innanzi al Tribunale, per esempio, o davanti a una istituzione, coinvolta in qualche scandalo recente ( regioni, comuni, asl, etc. ) Anche in questi casi, bisognerà aver cura di emettere un comunicato stampa. Banchetti e gazebi devono essere sempre accompagnati dalla distribuzione di volantini, affissione di manifesti ed esposizione di bandiere. Auspicabile anche un accompagnamento video o solo sonoro con testi preregisrati. Può tornare molto utile farsi anche intervistare spesso da giornali, radio, tv e siti locali, approfit-

tando di ogni fatto, locale o nazionale, che possa dar fiato alla nostra iniziativa ( nuovi scandali, indagini giudiziarie, inchieste giornalistiche, arresti, etc.) I convegni vanno sempre organizzati, invitando anche esponenti di altri movimenti, associazioni, società civile. Anche l´adesione alla iniziativa di associazioni o movimenti locali va opportunamente evidenziata. Il tema è largamente condiviso e molte solo le sigle locali che potrebbero condividere la nostra iniziativa. Va cercata la loro adesione, senza cullarci nella nostra presunta autosufficienza. Da questa campagna ci attendiamo di sintonizzare Fli su una tematica largamente condivisa dalla pubblica opinione, cercando di comunicare la “differenza” di Fli; di contattare qualche milione di persone, attraverso la presenza militante presso i banchetti; di organizzare almeno un banchetto in ognuno degli 8000 comuni italiani, in modo da portare ovunque il messaggio di Fli; di tenere il partito in piazza e in attività per tre mesi di seguito, prima della pausa estiva; infine, ma non come cosa meno importante, di raccogliere più di un milione di firme.

l’intervento

Puglia, dove firmare per le due petizioni

Indispensabile un Polo Nazionale che cambi il modo di fare politica

Cerignola Sabato 14 ore 18,00-22,00 Domenica 15 ore 9,00-13,00 Villa Comunale, responsabili Dercole e Pece San Severo Sabato 14 ore 18,30-22,30 Piazza Incoronazione Domenica 15 ore 11,00-13,00 18,30-21,00 Corso Garibaldi Responsabili Sponsano, Gaeta, Tartarino, Tempesta San Giovanni Rotondo domenica dalle 10 alle 13 Piazza dei Martiri (Cavorisi, Longo, Latiano). Manfredonia Domenica 15 Piazza del Popolo Responsabili Loriso, Novielli, Melchiorre Alberona Sabato 14 ore 18,00-20,00 Piazza centrale Domenica 15

Con gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto non solo la Lega, credo che il grado di sopportazione dei cittadini sia arrivato al limite. Il governo Monti passi ora a una vera riduzione della spesa pubblica per recuperare nuove risorse. Si diminuisca il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali; si eliminino definitivamente le province; i rimborsi elettorali, definito una volta per tutte un loro tetto massimo, siano devoluti a presentazione di fatture certificate e controllate da un organismo terzo quale la Corte dei Conti; si evitino retribuzioni faraoniche a manager pubblici, soprattutto se gli enti da loro diretti continuano ad avere bilanci in passivo; si rivedano i contributi all’editoria e i lauti compensi per i direttori di testata; si cancellino tutte le consulenze statali e degli enti locali spesso utilizzate per esigenze partitiche e si dia risalto alle professionalità che

ore 9,00-13,00 Piazza centrale Motta Montecorvino Sabato 14 ore 18,0020,00 Piazza centrale Domenica 15 ore 9,0013,00 Piazza centrale Foggia Domenica 15 Villa comunale Responsabili Lasalvia, Candela, Iuliani, Senerchia, Russo, Rossitto Lucera domenica ore 10,00-13,00 Responsabili Marucci, Dibattista Torremaggiore domenica ore 10,00-13,00 Responsabili FLI torremaggiore e Lino Monteleone Lizzano (Ta) Sabato 14 Via Vittorio Emanuele II Domenica 15 Via Vittorio Emanuele II Responsabili Barbati, Cardolini

pur esistono nel pubblico impiego; si stabilisca che nei consigli di amministrazione delle banche non possono essere presenti i grossi gruppi industriali che spesso godono di crediti a danno delle Pmi, che in quei consigli non siedono; via anche all’incredibile cumulo degli incarichi retribuiti, che coinvolgono una quantità enorme di persone e che già godono di ottimi stipendi; si vigili e si intervenga su quelle banche che hanno ricevuto ingenti somme dalla BCE senza ancora aver riaperto il credito alle piccole imprese e alle famiglie come condizione della ripresa economica e dei consumi; si restituisca ai cittadini, con una nuova legge elettorale, il diritto di scegliere i propri rappresentanti, come già avviene per i comuni, i consigli regionali e il Parlamento europeo, introducendo anche il voto di genere. Mettendo in atto tutto questo eviteremo le lacrime della Fornero

perché i cittadini saranno ben lieti di fare sacrifici per il nostro Paese in un quadro di equità sociale che ridistribuisca tra tutti l’onere per la ripresa dell’Italia. Il tempo stringe, non vorremmo fosse troppo tardi per la nostra democrazia. L’ex capo dell’ufficio di Antonio Di Pietro, il procuratore Francesco Saverio Borrelli, dopo 20 anni ha tracciato un bilancio amaro dell’opera del pool di Mani Pulite: “Se fossi un uomo pubblico di qualche Paese asiatico, dove è costume chiedere scusa per i propri sbagli, chiederei scusa per il disastro seguito a Mani Pulite. Non valeva la pena buttare all’aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale”. Non vorrei che fra qualche anno qualcuno debba chiedere scusa per come ha contribuito a costruire la Terza Repubblica. Potito Salatto Europarlamentare Fli


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Regione Puglia

IL COMMENTO

Le colpe sono politiche di Roberto Mastrangelo Sia chiaro fin da subito. Non è in discussione la statura professionale del professor Sardelli, persona degnissima di ricoprire il ruolo di Primario. E nemmeno eventuali reati commessi da Vendola. Per quello ci sono i giudici e ci sono i processi. Ma quello su cui non possiamo che levarci in un moto di sdegnata protesta è la cocciutaggine politica di un personaggio che, con sottili e subdole strutture sintattiche, richiama il sospetto sugli altri, stiletta gli avversari politici, si chiama fuori da ogni responsabilità di chi è coinvolto fino al collo in questa che è la più grave e pesante indagine che mai la politica pugliese ha conosciuto. Politicamente parlando: Cosentino? Colpevole. Tedesco? Colpevole. Vendola? Puro e candido come un giglio pasquale. Eh no, caro Vendola. Politicamente non è affatto esente da responsabilità. Il capitano di una nave è responsabile di tutto quello che avviene a bordo. A meno di voler abbandonarla durante il naufragio.

venerdì 13 aprile 2012

L’INCHIESTA SULLA SANITA’ PUGLIESE - Ma la notizia, in realtà, non c’è. E’ solo un atto dovuto del giudice

Vendola il sereno non trema e rilancia

Nichi Vendola, Presidente della Giunta regionale pugliese

Il Presidente della Regione Puglia e leader di Sel Nichi Vendola è indagato. Nella giornata di mercoledì è stato notificato al Governatore l’avviso di conclusione delle indagini per concorso in abuso d’ufficio per una questione legata al concorso per la nomina a primario di Paolo Sardelli, responsabile di chirurgia toracica all’ospedale San

i commenti del pdl

Una minuscola punta del grande iceberg del malgoverno regionale Il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, ha così commentato la notizia del giorno. “Premesso che siamo garantisti convinti e che, a differenza di altri, restiamo tali anche quando le inchieste riguardano esponenti di punta della sinistra, come il Presidente Vendola, non possiamo non ricordare che in circostanze molto simili a questa, alcuni assessori, proprio della Giunta Vendola, sono stati dimissionati. Comunque, quanto al merito della questione, sarà la Magistratura ad accertare eventuali illeciti penali, ma dal punto di vista politico sono anni che denunciamo con comunicati stampa e interventi in aula le tante opacità nella gestione della sanità pugliese e nelle nomine dei primari e che proponiamo in Consiglio regionale norme per rendere più trasparenti i concorsi. Puntualmente bocciate”. Sulla stessa lunghezza d’onda an-

che Saverio Congedo (Pdl). “La vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Presidente Vendola non rileva tanto di per sé, quanto perché appare una minuscola punta di quell’immenso iceberg ancora incredibilmente sommerso che è il malgoverno del sistema sanitario pugliese. Affido alla Giustizia gli sviluppi della vicenda ed auguro sinceramente al Presidente Vendola che possa essere dimostrata la correttezza del suo operato”. Poi, rivolgendosi alla Capone, vice di Vendola e candidata sindaco a Lecce, le fa tre domande a bruciapelo: “chiederà all’indagato Vendola, come ha fatto a esponenti di centrodestra, di dimettersi? Lo inviterà a non partecipare alla sua campagna elettorale? Si ritirerà dalla campagna elettorale in corso, vista la sua corresponsabilità nel governo regionale in posizioni addirittura vicarie?”.

il presidente della commissione sanita’

il commento di damone (ppdt)

Marino difende a spada tratta l’operato di Nichi

Esprimo solidarietà a Nichi Vendola

Il Presidente della Commissione Sanità Dino Marino interviene sulla notizia data dallo stesso Presidente Vendola su un indagine che lo riguarda. “Sto con Vendola senza se e senza ma. Conosco personalmente il prof. Sardelli che in passato ha guidato l’unità complessa di chirurgia toracica degli ospedali riuniti di Foggia, le sue capacità professionali sono riconosciute a livello scientifico nazionale ed europeo. Sardelli – ha ribadito Marino - non aveva bisogno di sponsorizzazioni politiche per occupare, attraverso le sue comprovate

capacità, la direzione della struttura complessa in questione. Voglio affermare, per quello che sono le mie conoscenze, che il presidente Vendola, ha sempre dichiarato in tutte le istanze, che i concorsi dovevano essere fatti nella massima trasparenza e premiando il merito, in modo da far vincere i migliori. Naturalmente tutti possono appurare che il migliore dei partecipanti era il prof. Sardelli. Chi accusa Vendola – conclude Marino - vuole minarne le capacità di governo dimostrata in questi anni e la sua risaputa estraneità alle vicende di malasanità.

“La moda di godere delle vicende giudiziarie che colpiscono gli avversari politici, non rientra nella mia cultura personale, anche in virtù dell’esperienza maturata nel corso dei lunghi anni di esperienza politica ed in considerazione della necessità di comportamenti coerenti e responsabili in ogni fase della propria attività pubblica”. Così il consigliere della Puglia Prima di Tutto Francesco Damone. “In questo momento di difficoltà del Presidente Vendola, pertanto, voglio esprimergli sinceramente la mia piena e totale solidarietà, si-

gnificando che la magistratura deve compiere il suo percorso ma che – in questo caso come in tutti gli altri – non si può essere garantisti di maniera e non si deve partecipare al linciaggio mediatico che anticipa una ingiusta condanna sociale”. “Nel drammatico momento che stiamo attraversando, infatti, ritengo che sia ancor più necessario dare un esempio vivente e concreto di serietà e pragmatismo per superare una crisi che rischia di travolgere lo stile di vita e le conquiste democratiche che abbiamo faticosamente raggiunto”.

Paolo di Bari. A tirare in ballo il Governatore è “lady Asl” alias Lea Cosentino, ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Bari (voluta e poi scaricata dallo stesso Nichi Vendola), coinvolta negli scandali che hanno travolto l’imprenditore Giampaolo Tarantini, l’ex assessore regionale Alberto Tedesco e i vertici della sanità pugliese. E’ stato lo stesso Vendola a comunicare alla stampa la notizia nel corso di una conferenza stampa convocata d’urgenza. Nella circostanza Vendola ha dichiarato: “sono sereno, mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza”. Il Presidente della Regione Puglia ha poi spiegato: “Mi si addebita di aver favorito la nomina di Sardelli. Questa accusa - ha precisato Vendola - nasce soltanto dalle dichiarazioni di Lea Cosentino che asserisce che all’origine di questa mia interferenza ci sarebbe la mia amicizia con Sardelli elemento già da questi smentito mesi fa dal professor Sardelli che ho conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica. Ma io – ha precisato Vendola - a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore”. Vendola continua: “mi accusa la dottoressa Cosentino, mi accusa sulla base di sue dichiarazioni rese tre mesi fa, non suffragate da nessun altra prova, nessun altra documentazione, mi accusa una persona che è animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità - ha precisato ancora – la dottoressa Cosentino è comprensibilmente animata da rancore nei miei confronti, tanto animata da rancore che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro”. Nelle sette pagine di

accusa, che a dicembre scorso decide di parlare con i magistrati e raccontare delle pressioni subite, Lea Cosentino spiega che “un’altra pressione riguarda la nomina di primario per la unità operativa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 - spiega la Cosentino - era andato in pensione il professor Carpagnano molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo; espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l’istituzione non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d’accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotare il reparto delle attrezzature idonee per la funzionalità dello stesso”. Nonostante Vendola si dichiari sereno, la preoccupazione sul suo volto è ben visibile. Pur escludendo conseguenze politiche dalla vicenda (le sue dimissioni, al momento, non sono in agenda), il polverone che sinora aveva colpito solo esponenti di giunta - fino all’azzeramento deciso nella scorsa legislatura - rischia di riverberarsi ben oltre i confini della Puglia, investendo non solo il governatore ma anche il leader nazionale di Sel e le alleanze tenute in piedi con il centrosinistra.


Regione Puglia

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REGIONE PUGLIA - L’ignobile balletto a cui è sottoposta la vita professionale di oltre 300 operatori sanitari deve trovare fine

La gestione miope di una sanità nata sotto il segno dello spreco “Sotto il segno dello spreco: così la sanità pugliese rischia di non uscire dal tunnel in cui è entrata grazie ad una gestione politico-amministrativa miope e frammentaria, con poche idee e molto confuse. Mentre da un lato i cittadini pugliesi continuano ad essere schiacciati sotto il peso di una pressione fiscale senza precedenti, dall’altro il governo regionale continua a brancolare nel buio senza dare un indirizzo preciso e concreto alle sue politiche, anche in presenza di risparmi sventolati ai quattro venti, con proclami dal sapore demagogico e senza un nulla di fatto per migliorare la qualità della vita dei pugliesi. Ci chiediamo e chiediamo, in tutto questo, dove siano finiti i 50 mln di euro destinati alla

informatizzazione del sistema sanitario”. Lo sostiene in una nota il consigliere regionale di Futuro e Libertà, Giammarco Surico, componente della Commissione Sanità della Regione Puglia. “Spesso la mano destra dimostra di non sapere quel che fa la sinistra. Accade così che si utilizzino

risorse ingenti per un Festival del cinema che non ha prodotto nessun ritorno, neanche mediatico, a livello nazionale e internazionale e ci si arrampichi poi sugli specchi della impotenza economica quando si devono assicurare servizi essenziali ai cittadini”, incalza Surico, “Capita che si spendano

milioni di euro per una Pet mobile, quando da cinque anni si attende la fine dei lavori per la sua installazione al Policlinico di Bari che fosse la tela di Penelope: tessuta di giorno e disfatta la notte”. L’esponente di Fli sottolinea come “i cittadini pugliesi attendano inutilmente l’attivazione di una

rete informatica per i ma- e aggiudicate con un banlati oncologici e per le ur- do alla società Exprivia e genze che ottimizzerebbe come siano state utilizzail servizio e assicurerebbe te. Senza risposta. Anche un’assistenza continua ed se forse, data la situazioefficiente, riducendo i gra- ne, questa risposta, è sotto gli occhi di vi disagi dei tutti”. pazienti già Si spendono “Ci augucolpiti fisicamilioni di riamo, infimente e psieuro per una ne,”, conclucologicamenPet mobile de Surico, te da malattie devastanti e quando da cinque anni “che si metfavorendo il si attende la fine dei ta fine con lavoro imma- lavori per la sua istal- d e c i s i o n i ne ed enco- lazione al Policlinico di c o r a g g i o s e e coerenti miabile che Bari. Che sia a l l’ i g n o b i l e gli operatori come la tela balletto cui è sanitari sono di Penelope? sottoposta la costretti ad vita profesaffrontare in condizioni sionale e perormai intollerabili. Conti- sonale di oltre 300 openuiamo da tempo a chie- ratori sanitari. I ritardi, le dere al governo regionale mancanze e la superficiache fine abbiano fatto le lità con cui si è condotta risorse, circa 50 milioni di questa vicenda sono aseuro, destinate alla infor- solutamente ingiustificamatizzazione del sistema bili”.

informatizzazione sanitaria

la puglia e’ pronta per il passaggio al digitale terrestre?

Che fine hanno fatto i 50 milioni di euro del bando?

Frequenze digitali, Curto scrive a Vendola ed Introna

Dove sono finiti i 50 milioni di euro destinati alla informatizzazione del sistema sanitario e aggiudicati con un bando ad Exprivia? I cittadini pugliesi attendono inutilmente l’attivazione di una rete informatica che, ad esempio, se applicata con una corsia preferenziale ai malati oncologici e alle urgenze, ottimizzerebbe il servizio e assicurerebbe un’assistenza continua ed efficiente, riducendo i gravi disagi dei pazienti già colpiti fisicamente e psicologicamente da malattie devastanti e favorendo il lavoro immane ed encomiabile che gli operatori sanitari sono costretti ad affrontare in condizioni ormai intollerabili. A parlare è Giammarco Surico, che sottolinea come “Fli continui da tempo a chiedere al governo regionale che fine abbiano fatto le risorse, circa 50 milioni di euro, destinate alla infor-

matizzazione del sistema e aggiudicate con un bando alla società Exprivia e come siano state utilizzate. Senza risposta. Anche se forse, data la situazione, questa risposta, è sotto gli occhi di tutti”. Non basta, infatti, per Surico, che i conti siano in ordine. “Ci fa piacere”, afferma, “ma ci farebbe più piacere se questo non significasse per i cittadini pugliesi dover far fronte ad una pressione fiscale insostenibile e ricevere servizi inadeguati nell’ambito di un sistema al collasso, caratterizzato da un lato dalla permanenza di intollerabili sprechi, dall’altro da una disumanizzazione della sanità che si traduce in risparmio sul diritto alla salute delle persone”. Di risposte, fino ad ora, nemmeno a parlarle. Quanto tempo dobbiamo aspettare per sapere che fine hanno fatto questi soldi dei pugliesi?

Il Consigliere regionale di Futuro e Libertà, Euprepio Curto ha indirizzato al Presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna e al Presidente della Regione, Nichi Vendola, una nota in cui esprime la sua preoccupazione per le frequenze televisive digitali in Puglia. “Il passaggio al digitale terrestre rappresenta, senza ombra di dubbio, una pregevole opportunità di rilancio e qualificazione dell’intero sistema televisivo a cui la Regione Puglia non può assistere passivamente. Esso, infatti, costituirà occasione sia per migliorare, latu sensu, il sistema televisivo, ma anche per muovere rilevantissimi interessi economici. Da un lato, attraverso il sistema degli indennizzi assicurati alle emittenti locali espropriate delle frequenze; dall’altro, attraverso le procedure di assegnazione delle frequenze digitali televisive che, per la Puglia, sarebbero state pianificate

www.ilvelino.it

in complessive diciotto. Ed è proprio su quest’ultimo versante che appare quanto mai opportuna una vigilanza rigorosa da parte degli organismi regionali, soprattutto alla luce di notizie meritevoli di considerazione, secondo le quali si starebbero formando alcune cordate di operatori del settore (sia detto per inciso: non pugliesi) intenzionati ad accaparrarsi la fetta più corposa delle assegnazioni medesime. Superfluo, a questo punto, evidenziare quali gravissime conseguenze ne deriverebbero: soppressione di tante emittenti locali che rappresentano la memoria storica della nostra regione e dei nostri territori, licenziamento di centinaia di addetti, impoverimento irreversibile delle nostre specificità sociali e culturali. Colgo, pertanto, l’occasione per chiedere la convocazione urgente del Consiglio regionale, sì da conoscere le iniziative che la Regione Puglia abbia assunto”.


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Bari

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IL DIBATTITO - Una città depressa da troppo tempo deve trovare la forza di reagire e di rilanciarsi verso il futuro

Cosa succede in città? Il ritratto è quella di una città decadente, ripiegata su se stessa, di una borghesia che ha rinunciato al suo ruolo trainante ed ha paura perfino di uscire la sera di Dante Leonardi Bari in questi giorni è basita, umiliata, nuovamente al centro delle cronache per una serie di scandali, di natura differente, in cui la politica entra come protagonista e ne esce davvero con le ossa rotte. Il ritratto è quello di una città decadente, ripiegata su se stessa. Di una borghesia che ha rinunciato al suo ruolo trainante ed ha paura persino di uscire di casa la sera, di fare una telefonata. Si è partiti dalla parentopoli al Petruzzelli, poi si è scoperto che la maggiore impresa edile della città, che aveva legato a doppio filo le sue sorti con quelle del sindaco, oltre a fare generosissimi omaggi ittici al primo cittadino, è invischiata in numerose inchieste della Procura della Repubblica (praticamente una per ogni opera importante realizzata), di cui almeno una (quella per i parcheggi di p.zza Giulio Cesare), con accuse pesantissime e collusioni con l’amministrazione cittadina. Si è scoperto che anche nella Provincia amministrata dal centrosinistra le cose non andavano benissimo, con un

imprenditore che riusciva a vendere i propri crediti nei confronti dell’ente più volte. Per ultimo, lo scandalo del calcio scommesse. Una squadra di venduti, i capi ultras che minacciavano i giocatori per perdere, una società inesistente. L’autogol su commissione nel derby. L’elaborazione culturale di questa città rinchiusa nelle università, in qualche club più o meno esclusivo. L’assoluta incapacità di incidere nella vita reale. L’assoluta incapacità di reagire a questo clima asfissiante e decadente di inizio millennio. Quali le cause? Come fare per uscirne e tornare protagonisti? A mio modesto avviso, ma non vuol essere una soluzione, piuttosto una proposta per aprire un dibattito, si tratta di almeno un duplice fattore. Da un lato, la borghesia (professionisti, commercianti, piccoli imprenditori) si è progressivamente impoverita, diventando più facilmente permeabile a certe suggestioni, pur di mantenere “stili di vita” ormai fuori mercato. Dall’altro, la politica è diventata molto più costosa, gestita in modo industriale, inavvicinabile dal bonus pater familias, che

Bari, la città vecchia

non dispone di risorse per misurarsi con pesi massimi. I quali, evidentemente, entrano in politica per difendere ben determinati interessi. In tutto ciò, il ruolo di quelli che avrebbero dovuto fare da filtro, sponsorizzando le persone capaci ma senza mezzi e tenendo lontano chi non agiva per il miglioramento sociale ma solo per quello personale (o di ben precise lobby), è venuto meno. I partiti, nonostante i ricchissimi finanziamenti di cui godono, hanno rinunziato al loro ruolo (a tutti i livelli). E d’altra parte, Bari è l’emblema della totale inesistenza dei partiti sul territorio. I due massimi esponenti politici hanno, da un lato, un partito “cucito addosso” (SEL),

dall’altro un ruolo del tutto autonomo rispetto al partito di riferimento (PD), spesso in contrasto se non in conflitto con la direzione nazionale. I due soggetti in questione, fanno liste, giunte, nomine, senza mai dar conto a nessuno. Rispondono a logiche completamente sganciate dai propri partiti. Nelle quali, fatalmente, entrano interessi differenti. Qualcuno potrebbe dire che tale incapacità di incidere dei partiti è dovuta al tramonto delle ideologie, alla personalizzazione dello scontro. In parte, probabilmente, è vero. Ma il borghese che in passato entrava in politica, lo faceva forte di una sua indipendenza di pensiero e di azione determinata, a sua

volta, dalla consapevolezza di non avere bisogno della politica ma di voler fare qualcosa per la propria comunità. Tale consapevolezza, adesso, non c’è più. Per arroganza, per ingordigia, per cupidigia, o per semplice necessità. Come fare per uscirne? Se queste sono le cause, venirne fuori sarà impresa molto dura. Temo che i richiami che si susseguono alla dignità della città e al coraggio della borghesia servano a poco. Soprattutto se si pensa che alle prossime elezioni regionali il numero dei consiglieri sarà di gran lunga inferiore, con conseguente assorbimento di maggiori risorse per le campagne elettorali di ciascuno.

Servirebbe molta più trasparenza nel rapporto tra eletti ed elettori, regole chiare sui conflitti d’interesse, un’economia che riprendesse a correre. Perché, alla fine, tutto dipende da lì: non c’è liquidità, ed allora la gente si industria per andare avanti. I centri di spesa vengono presi d’assalto. L’interesse dei grandi imprenditori per la politica determina la loro stessa sopravvivenza. C’è qualche sussulto a livello di associazionismo cittadino. E’ già una nota positiva. Ma riuscirà ad incidere davvero nelle prossime partite politiche? La speranza di resurrezione di una città che sta attraversando un momento terribile è affidata alla forza delle sue genti migliori ed all’aiuto di politici nazionali che hanno lasciato troppo a se stesso questo territorio. Una volta, il Presidente del Consiglio veniva ad aprire la fiera. I segretari nazionali passavano spesso a Bari e in Puglia. Adesso, la sinistra delega Vendola ed Emiliano, il centrodestra l’ex ministro Fitto. Non basta. La città e l’Italia possono sopravvivere a tutto questo solo se si resta uniti contro la tempesta.

questione parcheggi

Ma noi l’abbiamo detto da 10 anni

L’articolo pubblicato su Puglia d’oggi il 3 ottobre 2002

Angelo Pugliese, 71 anni, ex socialdemocratico cresciuto all’ombra di Michele Di Giesi. Il suo nome è ritornato a circolare

sui media per la questione del Sistema dei rapporti tra impresa e politica cui si è interessata la procura di Bari per i presunti favori che l’amministrazione

comunale ha fatto alle aziende della famiglia De Gennaro. La polemica, pubblicata dalla “Gazzetta” di mercoledì e giovedì scorso, non è affatto nuova. Bisogna ora fare un salto indietro di dieci anni, al 15 marzo 2002. Quel giorno l’ufficio tecnico comunale affida “in via breve” ad una società che si chiama Svipro l’elaborazione degli studi di fattibilità per i parcheggi interrati di piazza Giulio Cesare e piazza Cesare Battisti. Dietro la sigla della società, che sta per Sviluppo produttivo, si cela la famiglia di un consigliere comunale dell’epoca. È Angelo Pugliese che nella seconda consiliatura di Simeone Di Cagno Abbrescia faceva parte della maggioranza di centrodestra e presiedeva la commissione Urbanistica. La Svipro è per metà di Lorenzo e Felice Pugliese. Gli studi di fattibilità poche settimane dopo vengono approvati e inseriti nel piano triennale dei lavori pubblici. Da allora il Comune siglerà i contratti di project financing con la Dec per i parcheggi di piazza Giulio Cesare e piazza Cesare Battisti. Rimanendo in tema immobiliare, è interessante un altro dato. Ci sono tre appartamenti all’undice-

simo piano del complesso di via Pappacena, le case per i poliziotti realizzate dal gruppo Dec e vendute invece a politici e imprenditori, che risultano assegnate a “Pugliese L.”, “Pugliese F.” e “Pugliese M.” (la madre dei due ragazzi e moglie del consigliere si chiama Marta). Sono gli unici tre appartamenti della stecca che si trova sul prolungamento di via Caccuri per i quali non è ancora stato firmato il rogito. Anche Angelo Pugliese, va detto, figura nell’elenco dei consiglieri che hanno votato la variante urbanistica con cui il consiglio comunale, nel 2005, ha sanato le case di via Pappacena sequestrate dalla procura per irregolarità urbanistiche. Lui si difende sulla “Gazzetta” affermando di essere in buona fede e di essere pronto a rimettere il suo incarico nelle mani del sindaco. Di tutto quello che sta uscendo in questi giorni, Puglia d’oggi ne aveva data notizia ben dieci anni fa proprio sulla questione parcheggi legati alla Svipro in maniera anomala. Quando alla guida di Bari c’era il centrodestra ed eravamo in maggioranza. L’indipendenza e la verità non hanno colore politico.


Bari

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AREA METROPOLITANA - Dopo il Piano Strategico, siamo ben lungi dal realizzare il decentramento amministrativo tanto sbandierato

Decentramento: il grande bluff Così come sono le Circoscrizioni rappresentano solo uno spreco di risorse ed una palestra politica inutile di Fortunata Dell’Orzo In principio fu l’Area Metropolitana con il suo Piano Strategico. Bari si andava ridisegnando a cavallo fra il primo e il secondo mandato da Sindaco di Michele Emiliano: un vero cavallo di battaglia elettorale, con il corollario dei famosi 30 mila posti di lavoro che sarebbero scaturiti proprio dall’affermarsi della nuova realtà urbanistica della città capoluogo di Regione. Ma poi qualcosa di blocca, o meglio, si sgonfia. E per quanto l’amministrazione abbia sempre dato al taglio costante delle risorse (ici in primo luogo) la colpa della mancata realizzazione di questi importanti progetti, in realtà vi sono anche altre responsabilità di questo gigantesco flop. Intanto l’incompetenza e l’insussistenza dell’Assessora Annabella Degennaro, nominata per “meriti” politici e non certo per capacità oggettive, proprio al decentramento. La riforma da lei preparata che avrebbe dovuto provocare la fine delle inutili Circoscrizioni e la nascita dei nuovi municipi è stata bocciata senza appello da tutti, compresi i consiglieri di maggioranza. Ben diverso ed efficace era stato il tentativo di Marida Dentamaro, prima vicesindaco di Michele Emiliano, che dall’alto delle sue profonde competenze di giurista della pubblica amministrazione aveva dato il primo forte impulso a un decentramento che poi si arenerà. “Il decentramento amministrativo delle funzioni alle Circoscrizioni – ha più volte dichiarato Antonio Gadaleta del Comitato Municipi per Bari – non è stato mai attuato, pur essendo, dal 2004, una delle principali linee guida del programma elettorale del Sindaco di Bari Michele Emiliano. La mancata autonomia, gestionale, finanziaria e programmatica delle Circoscrizioni hanno generato nell’opinione pubblica barese l’idea della loro inutilità. Eppure nel 2006 il Tar obbligò il Comune di Bari ad approvare il decentramento amministrativo, ma a causa di un cavillo – ha detto Gadaleta – il decentramento è stato sempre rinviato; ma adesso bisogna assolutamente aprire un’inchiesta per capire le ragioni del perché il decentramento è sempre

Una veduta dell’estremo centro murattiano dall’alto. In primo piano il Margherita e Corso Cavour

stato ostacolato”. “Se siamo a questo punto è per il fallimento della giunta Emiliano – ripete dal canto suo Matteo Magnisi del Circolo Angelo Vassallo – ne parliamo da 8 anni, è un tempo sufficiente per capire che si tratta di un fallimento.” La proposta dei Comitati per il decentramento amministrativo è quella di far dimettere tutti i presidenti delle Circoscrizioni. Si legge, infatti, in una nota dei Comitati che “i presidenti delle Circoscrizioni, eletti direttamente dai cittadini sin dal 2004, hanno dimostrato scarsissimo coraggio politico

nel rivendicare il ruolo per il quale sono stati eletti.” Inoltre chiedono “di dimettersi e di dare un segnale politico di forte dissenso per realizzare il vero decentramento.” Ma dalle circoscrizioni resistono, a volte con motivazioni che rasentano il ridicolo. Mario Ferorelli, da quasi 15 anni alla guida della Circoscrizione San Nicola Murat, ad esempio, non si dimette non perché non sia d’accordo con i comitati per il decentramento ma perché “rischieremmo il commissariamento da parte di Emiliano”. A pensarla diversamente c’è però il consigliere Anto-

nio Demichele, Consigliere alla prima circoscrizione e capogruppo FLI (cui riferiamo in altro articolo): non solo bocciatura senza appello della proposta Comunale, ma tirata generale d’orecchie alle stesse circoscrizioni. Una cosa è certa: così come sono le circoscrizioni sono solo uno spreco di risorse ed una palestra inutile per chi voglia iniziare il proprio cursus honorum amministrativo. E i nuovi municipi che dovrebbero nascere, sono lontanissimi da quelli individuati dall’area metropolitana per la quale è stato redatto il Piano Strategico.

palese -santo spirito

“Io non ci sto”: parola del consigliere Demichele Il consigliere Fli di Palese-Santo Spirito certo non le manda a dire e definisce “porcata” la riforma del decentramento amministrativo targata Degennaro (Annabella): il comune tenta di far approvare da tempo il nuovo regolamento ma non c’è unità d’intenti nemmeno nella stessa maggioranza. “La mia Circoscrizione ha bocciato il regolamento e io invito tutti i consiglieri comunali a bocciarlo a loro volta. Si tratta di una autentica schifezza” ha precisato Antonio Demichele “che svuota completamente di significato i Municipi e certo non migliorerà le vecchie circoscrizioni”. Se il comune dovesse mai approvare questo discutibile strumento amministrativo, Demichele ha invitato tutti i consiglieri di Circoscrizione a dimettersi in blocco, indipendentemente dall’appartenenza politica in quanto non avrebbe alcun senso continuare a sprecare risorse pub-

Antonio Demichele

bliche per un organismo privo di qualsiasi autonomia gestionale e amministrativa. E, soprattutto, senza alcuna risorsa finanziaria. Demichele è però ben conscio di lottare contro i mulini a vento delle rendite parassitarie e di posizione di chi ha trovato nella politica uno sistema poco faticoso per aiutare il bilancio familiare. Un motivo in più per cancellare le Circoscrizioni, inutili sacche di spreco per una città che vede sempre più come un miraggio la sua vera trasformazione in area metropolitana. f.d.o.

la montagna ha partorito il topolino

Come (non) ti faccio il decentramento Un parto sempre più faticoso e sempre più degno del famoso detto latino a proposito di montagne e topolini. Un nuovo regolamento che in realtà non solo non realizza alcun vero decentramento, ma che conferma come ormai i sogni del Piano Strategico e dell’area Metropolitana per la Terra di Bari, siano sogni svaporati nel nulla. Che il decentramento sia una cosa seria e seriamente utile per un governo efficace delle aree vaste (Bari è in realtà una città regione che sembra ignorare il suo vero ruolo nel territorio) lo si dice, lo si scrive e lo si studia da decenni, non solo in Italia e in Europa. Ma Bari non è ancora riuscita a darsi quel salto di qualità che sembrava imminente sulla spinta dell’Onda Emiliano e che si è invece spiaggiato come una informe medusa, deludendo chi ci aveva creduto davvero. Un decentramento autentico è indispensabile per tracciare le nuove coordinate di sviluppo (non solo urbanistico) di una realtà come Bari, atteso che le nove circoscrizioni in cui è attualmente suddiviso il territorio cittadino non esprimono ormai più nient’altro che uno sterile campanilismo da ex frazione frustrata (come a Carbonara o a Santo spirito) e non intercettano più i bisogni sempre più drammatici di una cittadinanza tormentata dalla crisi economi-

ca, soprattutto a causa della ormai cronica mancanza di risorse. La montagna ha dunque partorito il topolino: dopo innumerevoli riunioni di Giunta, Commissioni Comunale per il Decentramento, Conferenza dei presidenti di Circoscrizione, riunioni di maggioranza e adunanze Generali dei Consigli di Circoscrizione, la sintesi messa a punto dall’infelice (amministrativamente parlano) Assessora Annabella Degennaro (sulla quale sono stati spesi anche 30 mila euro per una consulenza richiesta all’IPRES) non solo non trasforma le vecchie circoscrizioni in nuovi Municipi, ma produce una stanca replica dell’esiste, inutile, costosa e improduttiva Circoscrizione. A leggere il nuovo testo, si tratta di una replica modello fotocopia dell’attuale Regolamento; non ci sono nuove funzioni nè tantomeno nuove attribuzioni (fatta eccezione per la gestione del trasporto alunni e per la fornitura del materiale di cancelleria per le scuole, peraltro sempre nell’ambito di appalti gestiti dal Centro). Non ci sono capitoli di spesa autonoma, non c’è un Bilancio quartierizzato, non ci sono nuove competenze sui Vigili Urbani, non c’è Autonomia di spesa . Non per caso ha suscitato l’ira dei vari comitati per il decentramento che sono

sorti un po’ ovunque, sul modello di quello animato da Antonio Gadaleta (con grandi esperienze di amministratore “periferico”). Sarebbe stata una grande occasione per ridisegnare (insieme all’abolizione delle province) la macchina amministrativa decentrata: morte le vecchie circoscrizioni ormai inutili, i Municipi di area vasta avrebbero svolto egregiamente un nuovo ruolo, rilanciando forse anche l’asfittica partecipazione popolare alla cosa pubblica. Bari città metropolitana aveva tutte le potenzialità per proporsi come nuovo volano di crescita e sviluppo, coniugando al meglio mercato, cultura, risorse, progetti. Ma dovremo aspettare, a quanto pare.


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Speciale

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CALCIO SCOMMESSE - Quarta ritira la sua candidatura alle comunali, spunta un secondo Mister X nell’inchiesta barese

Intanto a perdere è lo sport di Roberto Mastrangelo Quando si scende in campo si sa che si può vincere o perdere. Al limite si può pareggiare. Ma si parte da una situazione di parità. Questo almeno è quello che dovrebbe accadere nella normalità delle cose sportive. Eppure, ormai, nessu-

no sa come andrà a finire questo campionato. Si gioca, ci si allena, si suda, si scende in campo, si gioca sotto la scure di una giustizia sportiva che promette di essere pesante e veloce. Mentre un’altra inchiesta, ben più importante, riguarda il mondo delle scommesse clandestine ed illegali che circonda il

IL COMMENTO

Quei tifosi traditi, e il Bari-Titanic che rischia la Lega-Pro di Fortunata Dell’Orzo Il malaffare affiorato alla consapevolezza collettiva ha toccato profondamente l’innocenza sia dei calciatori, sia dei tifosi, quei “malati” di calcio che spesso sottraggono alle famiglie ingenti risorse economiche e umane per seguire la squadra del cuore. Le due rivali storiche, Bari e Lecce, ormai come tutte le altre popolate da atleti provenienti dai quattro angoli del mondo, non solo sono entrambe e a vario titolo coinvolte, ma appaiono addirittura complici nell’alterare il risultato e, dunque, anche il destino delle squadre. E, assurdo nell’assurdo, si vanno evidenziando situazioni che potrebbero indicare negli stessi “ultras” i protagonisti di alcune delle combines più inquietanti. Insomma sono saltati tutti i riferimenti, tutti gli ormeggi che tenevano saldamente legata al cuore degli appassionati la saga dei 22 uomini (o anche donne) in mutande a inseguire un pallone. Se trent’anni fa, al tempo dello scandalo che coinvolse fra gli altri il bomber Paolo Rossi, in Italia le scommesse erano tutte illegali, oggi le scommesse sono legali e fruttano allo stato diversi miliardi di euro l’anno. E nel calcio girano soldi a tutto spiano, tanto che le “esigenze televisive” hanno ridotto il campionato ad un vero spezzatino di anticipi e posticipi che, in quanto tali, già condizionano e non poco i vari risultati.

L’ultimo baluardo che sembrava resistere, in questa modernizzazione a botte di milioni, era proprio il “tifo” la malattia del calcio, la passione assurda e del tutto irrazionale (“Nella vita puoi cambiare tutto, tranne la mamma e la squadra”), spesso veicolo di violenze inescusabili e pulsioni imbarazzanti, fonte di “rivalità” apocalittiche (Bari e Lecce, tanto per stare a casa nostra) e di slogan improponibili (Lecce me…da, solo per citarne uno). Ma le “confessioni” di un ex idolo del Bari, quel Masiello che si sarebbe venduto per un autogol da attaccante puro, hanno fatto crollare il già pericolante mondo della tifoseria barese, messa a dura prova dalla gestione Matarrese e dall’inquinamento di certi “capi ultra” più interessati agli affari attorno allo stadio che al destino della squadra. E’ probabile che questa vicenda finisca anche con la doppia retrocessione di Bari e Lecce, a causa della responsabilità oggettiva delle rispettive società. Amareggiati e delusi, i tifosi sembrano rassegnati a questo destino: anche se la squadra inanella punti insperati (vanificati dalle penalizzazioni causate dalle inadempienze previdenziali della società) e come l’orchestrina del Titanic (visto che siamo di centenario) continua a “suonare” diretta da Torrente, mentre potrebbe spalancarsi da un momento all’altro il baratro della serie inferiore.

mondo del calcio, e sulla quale molte Procure hanno messo gli occhi (e fatto accendere le telecamere). Il bubbone c’è, eccome. E tutti puntano ad addentarlo. I giocatori sfilano, parlano, qualcuno si fa qualche giorno di carcere (ma non a Pasqua, per carità... hanno figli piccoli a cui regalare le uova di cioccolato...). Gli avvocati si sfregano le mani e hanno gli occhi lucidi. E a perdere è lo sport. Inevitabilmente e senza appello. Ed il Bari c’è dentro fino al collo, e promette di essere in ben nutrita e qualificata compagnia. C’e’ un nuovo indagato, pare un avvocato leccese, nell’inchiesta sul calcioscommesse. E’ colui che, assieme a Carlo Quarta, nell’hotel Tiziano di Lecce, avrebbe consegnato ad Andrea Masiello e Gianni Carella l’acconto di 50mila euro dei complessivi 230mila accordati per truccare il derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011 (0-2 con salvezza per i giallorossi). L’incontro nell’albergo salentino avvenne tre mesi più tardi, ad agosto, e altri ve ne furono sempre a Lecce, per ulteriori consegne di denaro. Questo è quanto emerge dall’inchiesta barese sul calcio scommesse. Ma è ancora troppo presto per mettere la parola fine alle indagini. Sul piano politico è certo, intanto che ha rinunciato alla candidatura per il centrodestra alle prossime elezioni comunali di Lecce Carlo Quarta. “Alla luce delle vicende che mi vedono coinvolto dice Quarta - e su cui avrò

Andrea Masiello, scuro in volto, al centro dello scandalo per un giro di partite truccate

tempo e modo di chiarire la mia posizione, voglio comunicare formalmente la mia decisione di farmi da parte e di abbandonare la corsa al Consiglio comunale di Lecce che ave-

vo intrapreso con grande entusiasmo”. E i giocatori del Bari? A parlare per tutti è Andrea De Falco. “Di fronte a minacce dei tifosi denuncerei. Non rischierei di

perdere il mio lavoro per non dire una parola. Prima non c’era questa paura materializzata con le inchieste sul calcioscommesse’’. La storia è brutta assai.


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Verso il voto amministrativo

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BRINDISI - Il commissariamento dopo le dimissioni di Domenico Mennitti. Tanti i problemi del capoluogo sul tappeto politico

Cinque candidati sindaco per una città da rilanciare di Andrea Dammacco Sono cinque i candidati per la corsa alla poltrona di primo cittadino nella città di Brindisi. Il giornalista Mimmo Consales raccoglie una larga coalizione di centrosinistra con Pd, Udc, Noi Centro, Api, Pri, Federazione dei Verdi, Impegno sociale, Sel e la lista Progettiamo Brindisi. Roberto Fusco è appoggiato da una pura coalizione di sinistra con Idv, Federazione della Sinistra

- Rifondazione Comunista e la Lista Roberto Fusco. Ancora di area di centrosinistra è la coalizione di Giovanni Brigante che conta sulle liste Puglia per Vendola, Sviluppo e lavoro e Cultura popolare. Mauro D’Attis, invece, ricompone il vecchio centrodestra più altre liste civiche con Pdl per D’Attis, Fli, Brindisi avanti veloce, Puglia prima di tutto, Regione Salento, Movimento per le autonomie, Movimento Schittulli, Insieme per la città, Noi per

le elezioni del 7 giugno 2009

D’Attis, Dc, Adc. Riccardo Rossi si presenta, invece, con una lista unica, Brindisi Bene comune. Sono state annullate le candidature di Ferdinando De Giosa, Partito delle aziende, e Antonio Carito, Brindisi Futurista. Nel 2009 era stato nominato sindaco il candidato di centro destra Domenico Mennitti, ma lo scorso settembre ha dovuto dimettersi dal proprio incarico per motivi di salute. Da allora a gestire la città c’è il commissario straordinario Bruno Pezzutto, prefetto a riposo che in passato ha ricoperto il ruolo di vice proprio nella prefettura di Brindi-

Una panoramica di Brindisi

si. Anche per Brindisi, come per molti altri comuni pugliesi, la speran-

za è che questa tornata elettorale porti candidati credibili per una crescita della città.

Una città, Brindisi, dalle molteplici potenzialità e dagli antichi problemi irrisolti, che ha bisogno della migliore classe dirigente possibile per affrontarli. I segnali, al momento, non sono dei migliori però. Mentre i candidati si danno battaglia sui media per chi presenta il migliore slogan, il migliore proposito, il più grande sorriso, dietro le quinte non fanno un favore all’immagine della città. Ci riferiamo alle battaglie legali di Carito per l’esclusione dalle liste elettorali, alla riprovevole campagna elettorale di Mimmo Consales fatta sul sagrato del seminario del rione Santa Chiara con tanto di presentazione ai fedeli da parte del parroco amico suo e dell’enorme spreco di soldi per le campagne elettorali di tutti i candidati (più di 350 mila euro). Le premesse non sono delle più felici per la città ma l’augurio è che la città sappia scegliere bene il suo sindaco.

la curiosità

Le strette di mano sul sagrato e le accuse reciproche su Facebook A Brindisi sembra che si sia esagerato “un po’”: il parroco del seminario nel rione santa Chiara, dopo una lunga omelia incentrata sul dovere del fedele nel recarsi alle urne, ha invitato gli stessi a scambiarsi gli auguri di Pasqua sul sagrato. E chi c’era lì? Un amico del parroco che non ha esitato a presentare ai

fedeli: il candidato sindaco del centrosinistra, Mimmo Consales. Inutile dire che da parte dei fedeli è scoppiato un lungo e accanito dibattito su Facebook. Vanno bene i cartelloni 6×3, gli slogan e tante altre trovate, ma la campagna elettorale persino in Chiesa no. E via le polemicha su internet e

non solo. E Consales? Il candidato sindaco non ha perso tempo a replicare: “Mille polemiche per aver detto che avrei tenuto i miei comitati elettorali chiusi a Pasqua. Oggi mille polemiche per essermi recato in chiesa a dare gli auguri ad un sacerdote amico. Una volta terminata la Santa Messa all’esterno della chiesa il sacerdote, a mia insaputa, mi ha fatto salutare una po’ di persone. Se l’avessi saputo avrei evitato accuratamente”, scrive su Facebook.

gioia del colle - bari

La sfida tra Povia e Longo e l’incognita delle “civiche” le elezioni del 13 aprile 2008

Elezioni anticipate anche nella città di Gioia del Colle. I cittadini saranno chiamati alle urne il 6 e il 7 maggio prossimo per eleggere il loro futuro primo cittadino. A darsi battaglia saranno Sergio Povia per il Polo dei Moderati (Pd, Fli, Udc, Gioia Futura), Donato Lucilla appoggiato dalla lista civica Prodigio, Claudio De Leonardis in corsa con Puglia prima di tutto, Enzo Cuscito della coalizione Sel, Rifondazione Comunista e Pietro Longo per Pdl, Mps, La Destra ed un’altra lista civica. La città uscirà così dal commissariamento impostole dal 13 dicembre scorso. Gioia del Colle aveva subito il commissariamento poiché il consiglio comunale non era riuscito ad adottare i provvedimenti necessari per la salvaguardia degli equilibri di bilancio per l’esercizio finanziario del 2011, negligendo così un preciso adempimento previsto dalla legge, avente carattere essenziale ai fini del funzionamento dell’amministrazione. La caduta di Longo è stato il

Palazzo San Domenico, il Municipio di Gioia del Colle (Bari)

punto finale della crisi di una maggioranza che non ha saputo compattarsi e fin dalle prime battute si è dimostrata più litigiosa che propositiva. Dunque dopo ben due Amministrazioni finite a metà, (prima Ludovico per il centrosinistra, poi Longo per il centrodestra), senza che nessuno delle due abbia potuto completare il proprio programma elettorale, si torna alle urne. Difficile fare un pronostico sul possibile vincitore, non si conoscono bene le trame che

sviluppano in queste circostanze i concorrenti (ben 241 candidati consiglieri in una città che non arriva a 28mila abitanti), ma la cosa fondamentale è che in questa tornata elettorale non vinca l’incoerenza. Un’incoerenza associabile al rapporto tra le proprie convinzioni e l’agire pratico del candidato. La città ha bisogno di essere governata da persone coerenti e determinate al raggiungimenti dei propri programmi. Se queste mancano è un bel guaio.


Territorio

venerdì 13 aprile 2012

la sfida di gabriella carlucci

Nella risposta nulla sui problemi sollevati Con un comunicato pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il Sindaco Carlucci, reagendo alla iniziativa del gruppo consiliare di Futuro e Libertà per l’Italia, lancia la sfida e mette a disposizione il “suo ufficio politico affinchè si possano raccogliere e contare le firme per capire cosa realmente pensino gli abitanti di Margherita”. Non una parola sulle disfunzioni denunciate da FLI, nemmeno una risposta sulle contestazioni di malgoverno di una Giunta traballante e litigiosa che ha assestato colpi micidiali alle finanze pubbliche con il lievitare della spese improduttiva, che ha stravolto l’esecuzione di opere pubbliche, tutte sospese e tutte affidate con ricorso a subappalti la cui regolarità appare assai dubbia. Sul punto ci chiediamo da un po’ di tempo come mai le aziende che si aggiudicano gli appalti di lavori pubblici nella nostra città, poi successivamente optino per il sub-appalto ad imprese costruttrici locali! Non un cenno sul livello di illegalità che sta devastando il territorio, sulle occupazioni abusive di suolo pubblico, sugli interventi di edilizia residenziale assentiti illegittimamente sulla sciagurata approvazione del progetto sul centro di integrazione per immigrati in una zona a forte vocazione turistica! Su quest’ultimo disastro saremmo curiosi di scoprire quale altra sceneggiata i consiglieri (o Assessori non ancora molto chiaro) dissidenti “solo a parole “, Rosa Scognamiglio, Gaetano Daloiso, Felice Cristiano, Antonio Ronzulli, riusci-

ranno ad inscenare per i sempre più deliziati telespettatori margheritani! Niente, la Carlucci lancia una “sfida” con un atteggiamento spocchioso e arrogante che denota una visione distorta ed irresponsabile della tragica realtà in cui versa la nostra comunità. Perché sia chiaro, Futuro e Libertà, che ha sempre assunto un atteggiamento prudente e responsabile proponendo un governo di salute pubblica capace di recuperare livelli accettabili di legalità e di buona amministrazione, non proporrà agli altri gruppi consiliari la mozione di sfiducia al Sindaco da votarsi in Consiglio, né avvierà la raccolta delle firme quale conseguenza del fattaccio delle Iene, dal quale l’immagine del Sindaco e, (purtroppo) di Margherita ne esce a pezzi ! L’iniziativa di FLI mira a liberare il paese da un Sindaco incapace ed assente che invece di dare lustro alla città che pretende di amministrare, la danneggia. L’iniziativa di FLI è diretta a mandare a casa una Giunta litigiosa ed inconcludente, che cura esclusivamente gli affari di famiglia, degli amici e dei parenti. L’iniziativa di FLI vuole in altre parole liberare la città da una Amministrazione che crea solo disastri. I Margheritani devono avere un sussulto di dignità se vogliono dare alle giovani generazioni almeno la speranza di un futuro migliore, devono recuperare l’orgoglio di una comunità laboriosa e tenace che veniva indicata come esempio da seguire dai paesi vicini. Dino Di Benedetto

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MARGHERITA DI SAVOIA - Domenica una raccolta di firme in piazza Libertà

La misura è colma, sfiducia al Sindaco Il Municipio di Margherita di Savoia

Due anni fa i Margheritani, con una sorta di scelta feudale, figlia della disillusione e della sfiducia nella classe politica locale, hanno dato il loro consenso alla on.le Carlucci le cui uniche credenziali erano quelle di essere una parlamentare e di essere stata una donna di spettacolo. Fu una scelta carica di speranze, densa di aspettative sui benefici che la comunità avrebbe avuto da una tale rappresentante, anche se alimentate da una sapiente quanto illusoria campagna elettorale durante la quale buona parte della cittadinanza si convinse che l’Onorevole avrebbe risolto, senza sforzo e con celerità, tutti i problemi della città, che Margherita sarebbe diventata la Rimini del sud, una città felice, destinataria di cospicui finanziamenti pubblici che sarebbero piovuti per le influenti amicizie politiche della Salvifica. Si sarebbero, nell’immediato realizzate scuole, infrastrutture turistiche e del tempo libero (porto turistico, campi da golf, alberghi ecc. ecc.), insomma, la città sarebbe entrata nel firmamento delle mete turistiche internazionali, grazie anche a gemellaggi, mostre, spettacoli fantasmagorici e

sfavillanti. Questo incantesimo è durato due anni e si può affermare che si è trattato di una illusione, se non di inganno. Ora che il tempo dell’infatuazione è finito occorre inaugurare quello della riflessione, della serietà e della proposta. Beninteso, le colpe dell’attuale stato di degrado economico e sociale della città, della perdurante situazione di illegalità che affligge la nostra comunità, del diffuso senso di irresponsabilità di chi ricopre funzioni pubbliche (e non ci riferiamo solo ai rappresentanti politici), non sono tutte imputabili al Sindaco Carlucci ed alla sua (ormai sgangherata maggioranza), ma anche a chi ha gestito la cosa pubblica dopo l’ultima amministrazione degna di questo nome: quella del compianto Ing. Piazzolla . Il malaffare, l’illegalità diffusa, non sono solo frutto del malgoverno delle ultime amministrazioni, ma anche il risultato del “lassismo” di funzionari comunali non all’altezza del compito, delle loro omissioni e delle loro connivenze. Languono le iniziative, i progetti di sviluppo credibili e coerenti con le possibilità del territo-

rio (altro che gemellaggio, parco delle farfalle e campi da golf !!); latita la politica come servizio, latita una maggioranza che finora si è distinta per beghe personali e per la tutela di interessi di bassa lega, latita il sindaco, digiuna delle più elementari cognizioni di amministrazione pubblica e che pretende di governare la città dedicandole qualche ora per settimana. In questi giorni, poi, Margherita ha avuto la sua ribalta nazionale ma non per le sue attrazioni turistiche, ma per la formidabile performance del Sindaco Carlucci che ha malmenato un giornalista delle Iene, con una violenza inaudita e con un comportamento non consono a chi riveste

una funzione così delicata. La misura è colma!! Il gruppo consiliare di Futuro e Libertà per l’Italia si farà promotore di una iniziativa, presso i vari gruppi consiliari per pervenire alla sfiducia del Sindaco Carlucci perché i Margheritani hanno diritto di essere amministrati e rappresentati da persone responsabili ed equilibrate, che si impegnino per il progresso civile e sociale della comunità rappresentata . Annunciamo inoltre una campagna di raccolta firme in piazza Libertà per il giorno 15 Aprile 2012 dalle ore 10:30 alle ore 18:00. La sezione di Fli Margherita di Savoia

l’iniziativa dei giovani di bitonto

Mettilo al posto giusto! I giovani di Futuro e Libertà di Bitonto lanciano la campagna di sensibilizzazione “METTILO AL POSTO GIUSTO”. Iniziativa questa, promossa per sensibilizzare tutte le forze politiche e i propri candidati ad affiggere i manifesti elettorali, utilizzando SOLO gli spazi assegnati, e non altri destinati ai propri avversari politici. I giovani di FLI, guidati dal coordinatore cittadino, Michele Dellorusso, invitano tutti i componenti giovanili dei partiti e i movimenti politici ad aderire alla suddetta campagna di sensibilizzazione. Con la campagna elettorale entrata nel vivo, si corre il rischio che i principi basilari di democrazia e legalità non vengano rispettati. Per soccombere a queste problematiche, il giovane Coordinatore lancia un forte messaggio contro l’affissione selvaggia, formando un comitato di controllo che possa fotografare e denunciare quanti non osservano l’affissione secondo legge. Qualora l’invito non fosse accettato, i giovani di FLI provvederanno comunque a seguire la propria campagna di sensibilizzazione.


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Foggia

venerdì 13 aprile 2012

CRIMINALITA’ - L’inchiesta sulle società pubbliche di proprietà comunale sembra destinata ad allargarsi ancora

Amica: una pulizia che è solo all’inizio

La sede dell’Amica Spa

di Claudio Aquilano L’inchiesta che ha portato in carcere o agli arresti domiciliari alcuni malavitosi e l’ex-presidente di Amica è destinata ad allargarsi. Il nocciolo duro dell’inchiesta della Procura di Foggia e della Dda, che riguarda i loschi maneggi della cooperativa “Fiore”, che sarebbe stata sotto

il controllo degli uomini dei clan, ha senso solo all’interno di una percezione più vasta, ossia della degenerazione di un sistema politico-mafioso che aveva trovato nelle società pubbliche di proprietà comunale il suo incubatore. Come sempre, la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni: il lavoro nelle cooperative del

verde e dei rifiuti era visto come un’efficace strategia di reinserimento sociale, e da sempre il bisogno sociale e la criminalità hanno a Foggia, come in ogni città meridionale, confini largamente sfumati, La tentazione della politica di scherzare col fuoco, di usare la malavita come serbatoio di consensi o massa di manovra clientelare, ha però prodotto, da un certo punto in poi, un ribaltamento dei ruoli: la criminalità non è stata più nel retrobottega, non si è accontentata più di piccole mance, ha preteso un rapporto –si direbbe- di pari dignità. È difficile leggere in altro modo lo scandalo dell’inclusione di alcuni pregiudicati nelle liste per le comunali del 2004, che venne denunciato a livello nazionale da Elio Veltri; alcuni di costoro sono poi entrati a far parte dei Cda di aziende controllate, ed è stato progressivamente sempre più evidente l’incapacità della politica

di liberarsi dell’ipoteca malavitosa. Non stupisce che il punto di maggiore acuzie dell’infiltrazione sia l’azienda per la raccolta dei rifiuti (il settore è spesso terreno facile per le infiltrazioni mafiose). Ma si commetterebbe un errore a credere che Elio Aimola, l’ex-presidente arrestato, fosse un isolato grassatore. Vedremo cosa emergerà a suo carico; di sicuro l’uomo non è né uno sprovveduto né un isolato. Il suo arrivo nell’azienda, in sostituzione dell’attuale segretario della Uil Gianni Ricci, avviene a garanzia di un disegno egemonico preciso guidato a quattro mani dal sindaco dell’epoca e dalla dirigenza del Partito Democratico, in particolare dall’ala ex-diessina. Un disegno che aveva anche una sua precisa dignità imprenditoriale (si trattava di trasformare la vecchia società per la nettezza urbana in una holding che si occupasse

dell’intero ciclo dei rifiuti, ma avesse cointeressenze anche nelle energie rinnovabili, nella gestione dei tributi e così via), ma che ha finito per essere poco più che il paravento di una operazione condivisa fra poteri pubblici e clan malavitosi. Un’operazione con responsabilità precise, che però sta dentro un modo d’essere complessivo che ha riguardato le forze politiche foggiane nel loro insieme, dal centrodestra al centrosinistra. L’imbarazzato silenzio che ha fatto seguito alla conferenza stampa dei magistrati, con la sola eccezione della dichiarazione del sindaco, e di quella, lunare, del coordinatore provinciale del Pdl, non è frutto di distrazione: dipende dalla consapevolezza della politica di essere, in questo procedimento e in quelli collegati che seguiranno, sui banco degli imputati. Come, forse più, degli arrestati.

domani pomeriggio a foggia

Un congresso cittadino per la riscossa della città L’appetito vien mangiando. Pur essendo la forza politica nazionale nata più di recente, e l’unica a non usufruire di alcun rimborso elettorale, Futuro e Libertà continua a celebrare le proprie assise congressuali. Dopo il congresso provinciale e quello di Generazione Futuro, è ora il turno di quello del capoluogo, dove l’appena inaugurato circolo di via Trieste, grazie all’impegno dei vari Umberto Candela, Roberto Iuliani e Francesco Lasalvia, si sta facendo notare per costanza e vivacità di presenza. L’appuntamento è per domani, sabato 14 aprile, presso la Sala Consiliare della Provincia di Foggia, a piazza XX Settembre. Si partirà con l’elezione dell’Ufficio di Presidenza e delle Commissioni per la Verrifica dei Poteri e per lo Scrutinio. Seguirà l’illustrazione delle mozioni congressuali, il dibattito e l’elezione del coordinatore cittadino. Anche in questa occasione Fli

non vuole limitarsi ad una discussione autoreferenziale ad esclusiva utilità interna: alle 17,30, infatti, moderati dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Massimo Levantaci, il responsabile per le attività produttive del Circolo foggiano di Fli, dottor Giuseppe Senerchia, e il senatore Mario Baldassarri, insigne economista e presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama, illustreranno le proposte di Futuro e Libertà per contrastare la crisi e favorire la ripresa. Nella mattinata di domenica si terrà anche nel capoluogo, davanti alla Villa Comunale, la raccolta di firme per le petizioni “liste pulite” lanciate da Gianfranco Fini. I cittadini che l’altro ieri si sono raccolti in silenziosa protesta davanti al Comune devono trovare nelle forze politiche che vogliano essere degne di questo nome, interlocutori attenti, capaci di proporre soluzioni concrete. Fli ci prova.

IL COMMENTO

Miracoli davvero proibitivi di Fabrizio Tatarella Il fatto che l’area pugliese a maggiore sviluppo turistico, cioè la Capitanata, sia priva di uno scalo aeroportuale è un segnale indiscutibile di come la difficoltà del Sud non sia solo nella carenza di infrastrutture, ma anche nel modo scervellato con cui vengono sistemate quelle poche che ci sono. Prossimamente, all’inizio del 2014, si spera che sia giunto a compimento l’allungamento della pista del “Gino Lisa”, che potrà finalmente ospitare charter di una certa capienza. Nel frattempo, opportunamente, l’assessore Minervini ha deciso di potenziare la mobilità da e verso l’aeroporto “Karol Woityla” di Bari Palese, con servizi navetta che proprio in questi giorni vengono reclamizzati. Scendere dall’aereo e trovarsi due ore dopo a Mattinata, Peschici e Vieste è sicuramente un’opportunità in più per la destagionalizzazione; ma è abbastanza cervellotico dimenticarsi dell’unico turismo che destagionalizzato lo è già. Parliamo naturalmente di San Giovanni Rotondo, ormai seconda meta al mondo per il turismo religioso. Per i milioni di pellegrini che vogliono andare a pregare sulla tomba del frate delle stimmate la navetta non è prevista. Certo, San Pio è universalmente noto per le sue virtù di taumaturgo: ma mettere un po’ di sale in zucca al governo regionale è probabilmente un miracolo proibitivo anche per lui.


Cerignola

venerdì 13 aprile 2012

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IN CITTA’ - Bisogna far capire ai cittadini che bisogna avere il coraggio di amministrare la cosa pubblica trascurando i propri interessi

Crisi al Comune. Ma tutto tace nella latitanza della politica abitanti sfrattati, la cadinvest non rispetta gli accordi

Albergo Moderno, dopo il danno adesso anche la beffa di Carlo Dercole

Cerignola

di Enzo Pece Tutto tace. La maggioranza continua ad essere latitante. I “magnifici 4” sono sempre non omogenei al PdL. Anche Franco Landella, neo responsabile provinciale di quello che rima ne del Pdl, si è arreso. Da quando è stato eletto non è stato capace di risolvere la crisi al comune di Cerignola, ma anche quella al Comune di Lucera, dove è stato contestato da settori della maggioranza con il consigliere del Pdl Cedola che ha lascitao il partito per dichiararsi indipendente ed è dato in procinto di passare a FLI. Inoltre, Landella ha subito l’onta di perdere due consiglieri comunali dal Pdl al Comune d Foggia, dove il buon Franco è anche consigliere comunale, a vantaggio dell’Udc. In città gli unici due movimenti in grado di fare politica sono, ormai, La Cigogna e FLI. La Cicogna continua a fare la sua dura opposizione in Consiglio comunale. Fli da questo fine settimana ritorna in strada tra la gente a fare la politica vera raccogliendo le firme su due petizioni contro i corrotti in politica, petizione che difficilmente quelli del Pdl firmeranno. Questo è il quadro politico al momento. Intanto Cerignola è ferma. Se a livello nazionale si è sempre più contro la politica a livello cerignolano immaginate come stanno le cose. Chi fa politica dovrebbe proprio in questa fase cercare di allargare il proprio giro di conoscenze.

Adoperarsi per “stanare” i cittadini dalle proprie aziende. Dai propri interessi. Dalle proprie famiglie. E’ adesso che c’è bisogno di rinnovamento. Tutti sono a favore dell’antipolitica. Ma sappiamo bene che senza di essa non si va da nessuna parte. E’ la Costituzione che lo dice. Bisogna far capire ai cittadini che bisogna avere il coraggio di amministrare la cosa pubblica. Trascurando un tantino i propri interessi. E’ il momento giusto per farlo. E’ il tempo in cui si sta rinnovando l’Italia. Dobbiamo cominciare a pensare di rinnovare anche Cerignola. Questo periodo ricorda tanto il rinnovamento politico dell’orami lontano 1993. Allora l’Italia cambiò. Iniziò la seconda Repubblica. Anche Cerignola ebbe la sua trasformazione. Sono passati

venti anni e dobbiamo prepararci al nuovo ciclo. Questo vuole essere un appello alle forze nuove. Futuro e Libertà attira tanti giovani proprio per questo. A breve il quadro nazionale cambierà. Anche a Cerignola qualcosa si muove. Siamo certi che tra un anno il Polo della Nazione, la nuova aggregazione politica di Fini e Casini alleata alle liste civiche supererà il Pdl, o quello che ci sarà dopo Berlusconi a Cerignola. Un Pdl senza più gli ex An, senza la spinta di Giannatempo, le capacità di Farina, sempre più isolati e a disagio nella formazione berlusconiana, a Cerignola può tornare ampiamente sotto il 10%, percentuale che in questa città anche nei tempi d’oro Forza Italia non ha mai superato. Figuriamoci adesso che sta tutto per finire.

Dopo la demolizione le denunce, poi i sequestri. Ora la beffa, dopo il danno alla città. La casa confinante fu fatta sgombrare in fretta e furia perché pericolosa. Domenico Renna abitava a ridosso dell’ex albergo ormai demolito, in Largo Matera n.12, fino a quando, con le ordinanze Sindacali n. 2/ter/2011 del 06/07/2011 e successiva n. 30/2011 del 15/09/2011, si stabilì di abbattere l’edificio datato 1912, rimase senza dimora dato che fu disposto anche lo “sfratto” del residente. Il Comune prima pagò, sostituendosi a Cadinvest, il soggiorno del Renna presso l’Hotel delle Nazioni, fino al 31 gennaio quando allo sfortunato fu intimato di lasciare l’albergo e trovarsi una nuova sistemazione a sue spese. Allo stesso modo, era Cadinvest, la società proprietaria dell’Albergo e titolare dei lavori, a doversi occupare del trasloco dall’abitazione di Domenico Renna a nuova destinazione, in data 17 febbraio 2012. Fu, invece, ancora il Comune che si occupò di spostare il mobilio del Renna presso altra destinazione. Adesso ci sono da pagare euro 500,00 alla

ditta “Traslochi MANSI” per il servizio. A presentazione di fattura debitamente vistata dal Dirigente del Settore Edilizia ed Ambiente ing. Custode Amato. La somma verrà addebitata a Cadivest, che già non ha rispettato gli accordi. Così è detto nella determina. Ma Cadinvest alla fine pagherà? Noi di FLI controlleremo! Quindi per ora il Comune, cioè noi, sborsa denaro perché Cadivest, contravvenendo agli accordi, ha deciso di non occuparsi di quanto disposto dal Comune. Non si tratta di semplice spostamento di mobili se, in determina, è chiaramente palesato il rischio di un’operazione delicata considerata la pericolosità degli ambienti. Anche il rischio, eventualmente, sarà a carico del Comune che appalta i lavori alla ditta Mansi? Perché Cadinvest che dalla vicenda trae solo vantaggi a danno del Renna e della città tutta? Cosa nasconde il veramente il Sindaco? Anche qui tutto tace, l’amministrazione pensa che il silenzio possa far dimenticare le cose, superare i problemi. E’ una questione di legalità e rispetto delle regole. Chi non le osserva non è adatto a governare.

Albergo Moderno: un momento della demolizione

comitati di quartiere, l’ennesima gaffe del consigliere casarella

Al Comune ormai non sanno neanche quello che dicono “Un comitato di quartiere eterogeneo e moderno, che dialoghi con l’amministrazione, per affrontare le cicliche emergenze e pianificare azioni mirate e comuni”. È quanto propone il Consigliere Comunale del PDL, Gianvito Casarella, per la zona residenziale ad Est di Cerignola per intenderci Via Plebiscito, Via Corsica, Via Falcone una delle zone IN di Cerignola. E leggiamo an-

cora nella nota “Viviamo nell’era della comunicazione in tempo reale, dei social network e altri strumenti tecnologici, quindi abbiamo il dovere di sfruttarli per creare un tavolo permanente al quale affrontare questioni, non senza lamentele e proposte di soluzioni”. Nel leggere l’ennesimo esempio di politica del “dire” ci sorgono spontanee alcune domande e/o considerazioni. Il Consi-

gliere Comunale non fa prima a fare le sue proposte direttamente a Sindaco e Giunta? Qualcuno ha informato il Consigliere Casarella che esistono già diversi Comitati di Quartiere ma che in modo unanime lamen-

tano la scarsa attenzione ed il dialogo quasi nullo con l’Amministrazione. E’ a conoscenza che i Comitati di Quartiere con i rappresentanti delle Borgate sono stati convocati attraverso le Consulte Comunali una volta sola in due anni!(alla faccia dei proclami e delle promesse elettorali del Sindaco Giannatempo sulla Partecipazione dei Cittadini). Perchè il Consigliere di Maggioranza non si fa un giro nel resto della Città sopratutto in Periferia per rendersi conto magari che è fortunato ad abi-

tare “in centro”? I Cerignolani vorrebbero leggere più cose fatte e non i soliti proclami. Di una Città Virtuale ed Ideale non sanno che farsene; le iniziative spesso lodevoli tipo museo di Torre Alemanna, Circuito Podistico San Marco, Scuola Bandistica Musicale oppure Scuola Civica di Amministrazione se rimangono sulla carta (stampata o sul web) a cosa servono? Quando sarà il momento dei “abbiamo fatto” invece dei “faremo”? Antonio Dilorenzo M.P. La Cicogna


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Europa

venerdì 13 aprile 2012

UNIONE EUROPEA - Il quadro è desolante: controlli e sanzioni sono inefficaci

Il Consiglio d’Europa boccia i partiti italiani Il Parlamento Europeo

di Vincenzo Matano Il Consiglio d’Europa delinea un quadro desolante del finanziamento pubblico ai partiti in Italia, e lo fa pubblicando due documenti di 35 pagine che descrivono un mare di controlli inefficienti e sanzioni inefficaci. Una bocciatura senza appello, che pone l’accento sull’urgenza di una revisione della norma. Nella relazione elaborata dalla commissione Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione) del Consiglio d’Europa si sottolinea che la maggiore debolezza del sistema sta nei controlli. Il ruolo che i cittadini possono svolgere è limitato e quello esercitato dalle autorità pubbliche è frammentato. Secondo la Commissione, che ha sede a Strasburgo, in Italia si dovrebbe avviare un processo di riforma dei partiti co-

minciando da una chiara definizione del loro status legale. Inoltre, bisognerebbe introdurre il divieto generale per donazioni anonime e abbassare la soglia oltre la quale è obbligatorio rendere pubblica l’identità del donatore. Nel tracciare il profilo del sistema di finanziamento della politica, Greco ricorda che tra il 1994 e il 2008 i partiti hanno speso in totale 570 milioni di euro, ma i rimborsi ricevuti per le campagne elettorali sono stati pari a 2,25 miliardi di euro. In alcuni casi i partiti hanno ricevuto anche il 400% in più rispetto alle spese. Una differenza, spiega l’organismo di Strasburgo, dovuta al fatto che in Italia l’erogazione dei fondi è legata al numero di voti ottenuti e non alle spese sostenute. Di seguito riportiamo le raccomandazioni che la Commissione Greco ha inviato alle autorità italia-

ne: i. di avviare un processo legislativo di riforma che prevede (i) la riforma dello stato giuridico/ legale dei partiti politici, (ii) una chiara definizione finanziaria e contabile per le campagne elettorali, (iii) la trasparenza, il controllo e i requisiti relativi alle elezioni del Parlamento europeo, che sono paragonabili a altri tipi di elezione, (iv) un quadro completo giuridico per il finanziamento dei partiti politici e dei candidati, da inserire all’interno di un unico atto legislativo (punto 130); ii. (i) introdurre un divieto generale di donazioni al partito politico/ candidato provenienti da donatori la cui identità non è nota; (ii) abbassare la soglia attuale di donazioni vale a dire, 20.000 euro per le donazioni ai singoli candidati, e 50.000 euro per le donazioni effettuate a partiti politici (punto 133); iii. (i) consolidare i conti di partiti politici in modo da includere anche il livello “locale”, e (ii) ad adottare misure per aumentare la trasparenza dei redditi e le spese dei soggetti, legati diretta-

mente o indirettamente, a partiti politici o altrimenti sotto il loro controllo, e ai gruppi parlamentari (comma 135); iv. (i) di elaborare un approccio coordinato per la pubblicazione di informazioni sul partito e il finanziamento delle campagne elettorali, (ii) garantire che tali informazioni siano rese disponibili in un modo coerente, comprensibile e tempestivo e, quindi, consentire un più semplice accesso al pubblico, anche utilizzando al meglio internet e l’editoria (punto 137); v. (i) introdurre norme chiare e coerenti relative agli obblighi di revisione contabile applicabili a partiti politici; (ii) garantire la necessaria indipendenza dei revisori, che devono certificare i bilanci dei partiti politici (paragrafo 139); vi. (I) di costituire un organo indipendente assistito, in caso, da altre autorità, con un mandato, poteri e risorse adeguate per effettuare un controllo pro-attivo ed efficiente, la ricerca e l’esecuzione delle regolamenti per finanziare i partiti politici; (ii) per l’effettiva attuazione delle norme di

internet

La tutela delle infrastrutture informatiche tra sicurezza informatica e pericolo-hacking Punire gli attacchi a infrastrutture informatiche con un minimo di due anni di prigione e perseguire anche il possesso, l’utilizzo e la vendita di sistemi di hacking. La proposta di “Direttiva sugli attacchi contro i sistemi di computer” abbozzata già nel 2010, ma sdoganata solo a fine marzo dal Comitato per le Libertà civili dell’Unione Europea, in attesa del probabile via libera ufficiale, non è passata inosservata, e ha suscitato le reazioni di importanti associazioni per la difesa dei diritti digitali, come l’Electronic Frontier Foundation, preoccupata che una legge il cui obiettivo principale è totalmente condivisibile – limitare le perdite operative e finanziarie di chi vede i propri sistemi te-

Il simbolo di Anonymous, il noto gruppo di hacker

lematici violati dai cyber criminali – abbia degli effetti collaterali nocivi di cui non si è tenuto debito conto. In questo caso, la limitazione della libertà di ricerca e divulgazione dei risultati ottenuti dei moltissimi esperti di sicurezza informatica che, senza intenti malevoli, bypassano i firewall aziendali o governati-

vi per testare l’efficacia delle difese adottate dal produttore. A volte per ordine dell’azienda stessa, a volte in nome della tutela della privacy degli utenti. È quanto accaduto lo scorso febbraio, quando due ricercatori tedeschi sono riusciti a “craccare” il sistema di cifratura delle comunicazioni telefoniche satellitari e a dimostrare come

chiunque, con un minimo di abilità tecniche e un equipaggiamento low cost, potesse ascoltare senza problemi migliaia e migliaia di conversazioni “private”. Ecco le pene previste: fino a due anni di prigione per i perpetratori degli attacchi, estendibili a cinque in presenza di talune aggravanti come l’utilizzo di strumenti pensati per attacchi su larga scala e che causino gravi danni economici o di funzionamento, rendendo impossibile l’erogazione di servizi Web. Sembrano sanzioni tagliate su misura non solo per i grandi network criminali, ma anche per discussi attivisti digitali come i membri di Anonymous i cui attacchi causano sovente la sospensione delle attività di un determinato sito.

finanziamento del partito e delle campagne elettorali, e (iii) rafforzare la cooperazione e il coordinamento degli sforzi su un sistema operativo e livello dirigenziale tra le autorità incaricate della supervisione di politica finanze e le autorità fiscali e di applicazione della legge (comma 144); vii. rivedere le attuali sanzioni amministrative e penali in materia di violazione delle regole di finanziamento ai partiti politici al fine di garanti-

re che esse siano efficaci, proporzionate e dissuasive (punto 148). In conformità con l’articolo 30.2 del regolamento di procedura, Greco invita le autorità italiane a presentare una relazione sull’attuazione delle suddette raccomandazioni entro il 30 settembre 2013. Greco invita le autorità italiane di autorizzare, nel più breve tempo possibile, di tradurre il rapporto nella lingua nazionale e di rendere pubblica la traduzione.

le barriere tra gli stati

Migliorare la libertà di movimento in Europa Gli Stati membri non sempre sono d’accordo sulla libertà di movimento in Europa. Pur essendo un principio fondante dell’Unione, i cittadini europei incontrano giornalmente diversi problemi quando non si trovano nel proprio paese di origine. La legislazione europea, in questo campo, include il diritto di spostarsi e risiedere all’interno dell’Unione europea, il diritto di voto e quello di candidarsi alle elezioni municipali ed europee, il diritto di essere difeso dalle autorità diplomatiche di qualsiasi altro Stato membro e quello di inviare una petizione al PE. E ancora il diritto di contattare e ricevere una risposta dalle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali dell’UE, il diritto all’accesso dei documenti delle istituzioni dell’UE e il diritto all’accesso del servizio civile dell’UE. Sono anche vietate tutte le forme discriminatorie sulla base della nazionalità. Nonostante questi principi siano inseriti nella legislazione europea, i cittadini sono i primi a pagare le conseguenze della mancata applicazione di questi diritti. Un dato significativo arriva da Bruxelles, dove un quarto delle petizioni ricevute al Parlamento europeo nel 2010 toccano pro-

Adina-Ioana Valean

prio il problema della libertà di movimento. Le petizioni riguardano, per esempio, le procedure sui divorzi transnazionali o la discriminazione dei rom o delle persone in base alle proprie origini. Per rimediare, la deputata liberale rumena Adina-Ioana Valean ha proposto una relazione adottata dal Parlamento europeo. Il documento richiede di eliminare tutte le barriere legali e fisiche che ostacolano la libertà dei cittadini e di non introdurre procedure amministrative ingiustificate. Inoltre ha sottolineato - la deputata rumena “e’ anche necessario che la Commissione europea si muova nella stessa direzione e che venga creata una carta professionale europea per facilitare la libertà di movimento”. Vincenzo Matano


Spettacoli e Cultura

venerdì 13 aprile 2012

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MUSICA - Tocca la Puglia il tour della cantautrice piacentina, che a Modungo presenta le canzoni del suo secondo album

Zilli: l’amore è femmina Domani l’unico concerto pugliese al Demodè Club di Isabella Battista Nina Zilli torna ad esibirsi dal vivo nei teatri e nei club Italiani con il nuovo album L’amore è femmina. Un cocktail esplosivo il suo, fatto di ascendenti musicali e citazioni naturali che, di volta in volta, le portano paragoni decisamente impegnativi, da icone del passato, Nina Simone, a dive del presente come Amy Winehouse. Per l’unica data pugliese del suo nuovo tour, domani sera, la cantante sarà ospite al Demodé Club di Modugno, organizzata da Bass Culture e Makò nell’ambito della programmazione di Apulia Jazz Attitude, ed è tutto esaurito da giorni. Nina, prima di tutto, è una bellissima donna, ma questo non deve far deviare dalla sua dote principale: il canto. Questo nuovo album, il suo secondo, parte dalla sua partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone Per sempre. L’atmosfera creata da Nina Zilli si rifà al R&B, al reggae, al soul, e alla musica italiana degli anni ‘60. E’ anche vero che per alcuni particolari Nina Zilli può ricordare Mina (e le sue movenze) ed anche

Ami Winehouse (e la sua pettinatura!) ma forse è proprio la sua capacità di rendere personale qualcosa anche di altre, che la fa piacere al grande pubblico., A conferma del successo ormai indiscusso della cantante c’è il suo secondo album, composto da dodici canzoni quasi interamente scritte da sé, eccetto Un’altra estate , nato da una collaborazione tra la cantante e Carmen Consoli. I brani della cantante piacentina piaceranno al pubblico pugliese, che imparerà a conoscere come aveva fatto per le amatissime canzoni tratte dal disco di platino Sempre lontano, il vero esordio discografico di Nina Zilli che due anni fa svelò finalmente il suo talento, come L’uomo che amava le donne, che vinse il premio della critica «Mia Martini». Il 26 maggio inoltre, a Baku, in Azerbaigian, Nina rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest cantando proprio il brano che dà il titolo all’album. Il sogno di Nina è di sfruttare il palcoscenico internazionale per produrre il CD anche in lingua inglese.

in mostra a bari - museo nuova era

Black Foil, alluminio, aghi e chiodi per l’arte di Venerito Domani sera alle ore 19.00 si inaugura presso il Museo Nuova Era di Bari la mostra personale di Angelo Santo Venerito dal titolo “Black Foil”. Venerito è un artista pugliese nato a Ceglie Messapica, ma vive e lavora a Berlino. Il materiale protagonista della mostra è denominato “black foil”, forato da aghi e chiodi. Alla fine c’è solo questo, il foglio di alluminio nero e le sue ferite. Innumerevoli fori nel foglio creano un’immagine. o meglio, le aperture nel materiale consentono alla luce di filtrare. Ed è la luce a cre-

are l’immagine. Le immagini prodotte dai fogli perforati sono visibili in entrambe le condizioni: alla luce del sole e a quella artificiale. Sono visibili e allo stesso tempo si può vedere oltre, la trasparenza è un caratte-

re per loro essenziale. Lo spazio al di là dell’immagine è parte dell’immagine. La trasparenza consente la comunicazione dell’opera con lo spazio circostante, offrendo una prospettiva visiva tridimensionale.

L’asse della luce attraversa obliquamente il black foil conferendogli leggerezza. Grazie alla posizione sospesa tra cielo e terra, le immagini levitano affrancate dal loro peso. Nei motivi ricorre il contrasto tra aperto (finestre) e chiuso (anfora). L’osservatore stesso è visibile attraverso l’immagine. Entra a tutti gli effetti nell’immagine. In comunicazione con la luce e lo spazio l’osservatore è a un tempo anche osservato, soggetto e oggetto, diventa parte dell’installazione. La mostra sarà visibile fino al 10 maggio, dal martedì al sabato ore 1720.

mostra fotografica

domenica all’hotel sheraton

eventi

Ecco la Deadline di Giovanni Albore

LevanteCon, a Bari scienza e fumetti

Una settimana per la cultura

Si svolge questa domenica 15 aprile a Bari, dalle 9:00 alle 21:00, presso le sale dello Sheraton Nicolaus Hotel, la quarta edizione della LevanteCon (www. levantecon.it), la manifestazione divulgativa organizzata dalla Associazione Culturale Giulio Verne dedicata a scienza e fantascienza. Molte le novità della LevanteCon 2012 che, dopo il successo ottenuto nelle passate edizioni, continua a sfornare nuovi eventi e attrattive. Novità sono anche la Sezione attività robotiche, dove un esperto del settore mostrerà al pubblico le numerose attività che possono svolgere dei piccoli robot e la speciale mostra “Shuttle, navetta spa-

Parte domani e si conclude il 22 la 14° edizione della “Settimana della Cultura”. L’iniziativa, promossa annualmente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica alle tematiche della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Diverse le attività programmate per l’occasione, che prevedono la realizzazione di eventi espositivi, musicali, iniziative didattiche rivolte al mondo dei giovani e della scuola, nuovi percorsi museali. Nel corso della Settimana saranno visitabili gratuitamente parchi archeologici, complessi monumentali e sedi espositive appartenenti allo Stato e a quegli enti ed istituzioni culturali

Questa sera alle ore 19.00 si inaugura la mostra fotografica di Giovanni Albore dal titolo“Deadline” (prol. Via Cacurri a Bari). Il nome “Deadline” richiama a un disegno di un pianeta fatto a pezzi dallo svuotamento del tempo e dai processi collettivi di una società a scadenza. Linee di confine, letteralmente “linee della morte”, su cui si proiettano i presagi più o meno apocalittici di un’era globale in perenne stato di allerta. E su tutte giganteggia inqueta l’ossessione energetica. Giovanni Albore, è un artista che si muove agilmente tra una fotografia documentale ed un immaginario iporealista, invade nottetempo le imponenti stazioni di servizio della propria città, i

grandi monumenti dedicati all’energia, quelli che i guardiani di notte hanno imparato a chiamare “obiettivi sensibili”. La diffusa minaccia di una fine, perfettamente sovrapponibile a quella che vede restringersi inesorabilmente le risorse petrolifere planetarie, muove l’artista a tracciare ironicamente le coordinate di una “topologia della sparizione” ipotizzando uno sguardo rivolto all’indietro a partire da un futuro in cui la magnificenza delle aree di sosta carburante possa essere intesa per un carattere quasi “archeologico”. La mostra rimarrà aperta fino a venerdì 4 maggio, dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle16:00 alle 20:00 e il Sabato dalle 10:00 alle 12:30.

ziale: dalla storia alla leggenda”, che con pezzi esclusivi e materiale informativo ripercorrerà la storia di questo importantissimo mezzo che ha rivoluzionato le missioni spaziali. Il pubblico potrà ritrovare il richiestissimo Planetario virtuale, i numerosi esperimenti scientifici, le mostre a tema, le tavole rotonde, la presenza di illustri ospiti e molto altro. Riconfermato, infine, lo School Pass, che prevede una visita esclusiva per le scuole in base al loro ordine e grado. Questi e molti altri eventi fanno della LevanteCon il più grande e ricco “contenitore culturale” esistente nel panorama delle manifestazioni in Italia.

che hanno aderito all’iniziativa. L’appuntamento diventa quindi una preziosa occasione per accrescere l’interesse del pubblico verso le testimonianze di cultura e civiltà presenti nel nostro territorio attraverso le numerose e variegate iniziative proposte. La presentazione, avvenuta ieri presso la sede della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, è stata presieduta da Isabella Lapi, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, e dai Soprintendenti e Direttori degli Istituti MiBAC della Puglia. Per maggiori informazioni visitare il sito (http://www.pugliaevents.it) e quello del ministero dei beni culturali.


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Cinema

venerdì 13 aprile 2012

MARIGOLD HOTEL - Il film si regge su un grande cast di attori

Lo stereotipo indo-british di Michele Falcone Marigold hotel é un film pieno di luci di colori e di sorrisi, é un gran festa per gli occhi dei suoi strani ospiti, decisi a fare un viaggio in India alla scoperta di odori e sapori esotici. L’albergo del titolo é un posto da sogno, ed é la meta di alcuni pensionati molto british, che decidono di trascorrere

un periodo della loro vita, infelice, in un luogo dove potersi ritrovare, felici e sereni e appagati. Arrivati a destinazione, siamo a Bangalore, la situazione si presenta piuttosto deludente e il soggiorno si trasforma in un’avventura comica e romantica. Diretto con sobrietà e mestiere da John Madden, (Il debito, Shakespeare in love, Il mandolino del ca-

la scheda - marigold hotel REGIA: John Madden SCENEGGIATURA: Ol Parker ATTORI: Bill Nighy, Maggie Smith, Tom Wilkinson, Judi Dench, Dev Patel, Penelope Wilton FOTOGRAFIA: Ben Davis MUSICHE: Thomas Newman PRODUZIONE: Blueprint Pictures, Fox Searchlight Pictures, Imagenation Abu Dhabi FZ DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox PAESE: Gran Bretagna 2012 DURATA: 123 Min

pitano Corelli), e passato con grande successo all’ultimo Bifest di Bari, Marigold Hotel é una scoppiettante commedia rosa dal gusto antico.Piacevole e divertente, dove i protagonisti ben 7 si dividono la scena a suon di recitazione da Oscar: Judi Dench, Meggie Smith, Tom Silkinson,Bill Night, Ronald Pickup sono solo alcuni degli straordinari interpreti che rendono gradevole questa scoppiettante commedia.Via dunque alle follie cromatiche, agli odori speziati e al caos sudicio e puro dell’India da manuale. E lunga vita all’eterna tentazione dell’esotico che avviluppa la razionalità occidentale. “Marigold Hotel” rimane, anche grazie alla maestria del suo splendido cast, un’opera sontuosa e scorrevole, un omaggio al potere del ci-

Space Cinema Casamassima (Ba) Ghost Rider - Spirito di Vendetta h 20:25 - 22:30 The Raven

h 15:50 - 18:00 - 22:30

Pirati! Briganti da strapazzo h 16:15 - 18:10 - 20:15

Seven Cineplex Gioia del Colle (Ba) Romanzo di una strage h 17:00 - 19:35 - 22:10 La furia dei Titani (3D) h 17:00 - 19:15 - 21:30 La locandina del film

nema di rendere plausibile l’impossibile. Il film racchiude in sé l’immagine un po’ stereotipata dell’India, con le sue contraddizioni e le sue stranezze, esclusivamente frutto del punto di vista occidentale (e a dire il vero anche un po’ neocolonialista): la miseria delle bidonville, il caos delle megalopoli, il cibo speziato, i matrimoni combinati, il proliferare dei call

Non me lo dire center, fino al kamasutra e al fascinoso e immancabile cricket.In ogni caso l’intera struttura narrativa di Marigold Hotel si sostiene pressoché interamente su delle solidissime fondamenta: vale a dire le interpretazioni di tutto lo straordinario cast, vera e propria quintessenza della scuola attoriale inglese, che costituisce quasi un manuale della recitazione classica.

h 20:15

Corso Cerignola (Fg) Biancaneve

h 18:10 - 20:10 - 22:10

L’altra faccia del diavolo (vm14) h 20:15 - 22:30 Titanic (3D)

h 18:00 - 21:30


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