Puglia d'oggi n. 8

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 2 marzo 2012 • anno III n. 8 nuova serie • 1 euro

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BARI

CERIGNOLA - IL CASO

Fondazione Petruzzelli, il paziente è grave, la malattia ancora no

Il Pdl in crisi finisce abbandonato nel garage comuale

allE pagG 4 e 5

L’ELZEVIRO

Bari e la capitale della cultura

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo I teatri? Chiusi quelli più grandi, commissariati quelli prestigiosi, trasformati in museo post bellico altri ancora. Auditorium? Uno, in restauro perenne e nessuno sa quando riaprirà. Ma chi è l’assessore alla cultura che permette questo sfascio? Ad avercelo, l’assessore, potremmo anche dargli del cattivone e sostituirlo. Ma come, non avete l’assessore? No, al Comune no. C’è il Sindaco che fa l’one man band. Lui dice che non serve. In compenso ne abbiamo uno alla Provincia e una alla regione. Ah, be’ allora. Allora un corno: quello della provincia è un ectoplasma dannunziano, una sorta di bello senz’anima, elegante ma afasico. E alla regione c’è una tostissima, soprattutto se deve fare la guerra a Emiliano. Insomma state uccisi. Già, non ci possiamo lamentare. E in queste condizioni, a chi è venuta la brillante idea di candidare Bari a capitale europea della cultura 2019? Be’ quello è stato un refuso. Come, un refuso? Sì, un errore di stampa. Quando ce ne siamo accorti era troppo tardi. E dunque? E dunque mo’ stiamo veramente inguaiati: stavamo cercando, moneta, terrisi, paparuoli, perché è un po’ che siamo alle pezze, qui con la cultura. Ma è un increscioso equivoco, allora. E sì, ma pure una sfiga clamorosa, con questo … capitale umano e amministrativo che ci ritroviamo.

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SOLO SPORT?- Intanto a Foggia aggredito un giocatore, e Casillo si disimpegna

Tra liti e scommesse il calcio è alla frutta

a pag 13

L’EDITORIALE

Caro amico ti scrivo... di Fortunata Dell’Orzo

Tra penalizzazioni in classifica, risultati sportivi altalenanti, una vicenda societaria legata al possibile cambio al vertice che si trascina ormai da troppi anni, uno Stadio fatiscente e, da ultimo, anche pericoloso, una class-action di ex calciatori, La stagione 2011/2012 dell’Associazione Sportiva Bari si sta muovendo su più fronti. Dopo la questione cessione società a miseri colpi di botta e risposta su social network, ora la vita del Bari si divide tra una squadra che sta affrontando il campionato cadetto solo grazie all’amor proprio e la questione calcioscommesse, che vede coinvolti nelle indagini numerosi ex calciatori del Bari per aver manipolato numerose partite dello scorso campionato. a pag 7

L’anno che verrà non ci sarai. O meglio ci sarai per sempre. I grandi non muoiono mai, si sa. E tu sei stato grandissimo. Sono quarant’anni che cantiamo le tue canzoni. Le abbiamo passate ai nostri figli, prima e poi loro ai loro figli piccolissimi. Con alcune ci siamo innamorati seriamente e pure sposati. Con altre abbiamo visto sfumare i nostri sogni senza accorgerci che altri ne stavano arrivando. Noi pugliesi, poi, abbiamo avuto il doppio privilegio di amarti e di averti fra di noi, in quelle Tremiti stupende che tu, cresciuto a Manfredonia, avrai da piccolo vagheggiato chissà quanto. Un lampo al cuore ti ha portato via. Feroce e misericordioso come tante delle tue poesie che noi chiamavamo canzoni.

IL COMMENTO SULLA VICENDA PETRUZZELLI

Petruzzelli, nuova onta per Bari La vicenda del Petruzzelli è una nuova onta per Bari. Prima l’incendio doloso e impunito, poi la guerra interminabile per la ricostruzione e la proprietà, ora la querelle di basso profilo per la nomina del Sovrintendente e il controllo della Fondazione. Una sorprendente e, purtroppo, negativa congiunzione astrale perseguita da tempo il nostro teatro, riservandogli con puntigliosa e triste monotonia le prime pagine della cronaca giudiziaria e della rissa politica. Non attardiamoci ad individuare i colpevoli. Non ne verremmo a capo. Le vicende del Petruzzelli, dall’incendio ad oggi, sono tutte assai complicate, ma non è solo per questo che non è nè semplicistico, nè alibistico dire che colpeboli sono tutti, identificando quel tutti nella politica barese e pugliese al gran completo. Di chi, se non della politica, la responsabilità di aver ingarbugliato la vicenda della ricostruzione e della proprietà del teatro in un groviglio così inestricabile da non poterne venire a capo, nè con un verdetto giurisdizionale, nè con un atto legistativo? Di chi, se non del-

la politica, la responsabilità di non saper dare alla Fondazione un nuovo Sovrintendente, una programmazione condivisa e di alto profilo e un assetto organico stabile e definitivo? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancata compartecipazione di un vasto azionariato privato al finanziamento e alla gestione delle politiche culturali nel capoluogo regionale? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancata collaborazione, che spesso tracima in aperta e deleteria conflittualità, fra le varie istituzioni pubbliche che hanno competenza in materia culturale? Di chi, se non della politica, la responsabilità per i ritardi, i contrasti e il difetto di soluzioni realistiche e condivise per il Teatro Margherita, il Piccinni, il Kursal, il Conservatorio, la Rossani, Santa Scolastica, la Pinacoteca, le biblioteche e il Museo d’arte contemporanea? Di chi, se non della politica, la responsabilità per la mancanza ancora oggi di un progetto serio e credibile per la candidatura di Bari a città europea della cultura? Di chi, se non della politica, la responsabilità della man-

canza di una politica culturale a Bari, che dia possibilità, mezzi, strutture e stimoli agli artisti, ai pittori, agli attori, ai cineasti e agli intellettuali di creare e di esprimersi in libertà? Potremmo continuare ed essere più specifici e puntuali, ma quanto detto basta per concludere che, se Bari vuole avere anche una rigogliosa stagione culturale, deve liberarsi al più presto di questa politica modesta e provinciale, che trova la sua espressione solo nella contrapposizione, nella litigiosità e nel protagonismo esasperato. Occorre un rinnovamento profonfo, una nuova chiamata alle armi di una borghesia, che sembra aver rinunciato al suo ruolo di guida della città. Lo vedremo? Noi ce lo auguriamo e ci adopereremo perchè ciò avvenga. Le città oggi non hanno più molte risorse, ma la cultura resta pur sempre una straordinaria leva di sviluppo civile e sociale. Saperla utilizzare, con sapienza, lingimiranza, trasparenza e massimo coinvoglimento civico è una delle sfide che attendono i nuovi amministratori della città. S.T.


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venerdì 2 marzo 2012

VERSO LE RIFORME - Bisogna affermare una linea di marcia finora mai intrapresa

Le liberalizzazioni da cattivo pagatore di Enrico Ciccarelli Sarà anche lo strascico del berlusconismo, che obbliga a vedere sempre e comunque il bicchiere mezzo pieno, ma noi non siamo del tutto insoddisfatti della vicenda del decreto sulle liberalizzazioni. È vero, clientele, potentati e lobby hanno fatto a gara a chi cancellava o rendeva innocua ogni misura in esso contenuta, alcuni annacquamenti sono particolarmente irritanti, ma ci pare anche che alcuni punti fermi siano stati fissati: il primo fra essi è la presa d’atto di una situazione di arretratezza e di impantanamento che non può essere ulteriormente tollerata. Noi crediamo poco all’ottimo paretiano e alle altre utopie mercatistiche della “mano invisibile”; ma non c’è dubbio che il basto caricato dalle corporazioni

La Camera dei Deputati

e dalle rendite di posizione sulla gobba del povero asino che è l’economia italiana ha assunto proporzioni del tutto intollerabili, e comunque incompatibili con la drammatica situazione che l’Occidente sta vivendo. Le grandi riforme strategiche di cui questo Paese avrebbe bisogno comunque, ma sono divenute

indifferibili con l’esplosione del debito pubblico: la riforma della pubblica amministrazione, che va ricondotta a criteri di efficienza, e la rimessa in funzione dell’ascensore sociale. Quando si parla di liberalizzazioni, lo si fa abitualmente con riguardo alla maggior tutela dei consumatori, che sono le vittime

pdl - continua lo scandalo delle tessere false “Continua lo scandalo delle tessere false del Pdl: come a Vicenza, anche in provincia di Macerata risultano iscritti al partito di Berlusconi tanti dirigenti di FLI, tra cui il vice coordinatore provinciale, Felice Munafò, il coordinatore regionale di Generazione

Futuro Veronica Fortuna, e addirittura il coordinatore provinciale Giorgio Pollastrelli. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come elenchi degli iscritti del Pdl siano stati copiaincollati, probabilmente per cercare di nascondere il crollo del partito di Ber-

il corsivo

lusconi sul territorio. “Il milione di iscritti tanto esibito da Angelino Alfano è stato travolto in questi mesi dagli scandali: forse anche questo avrà contribuito a far crollare il Pdl in tutti i sondaggi” ha commentato Giammario Mariniello.

lavoro

Non si sono ancora placate le ruggini del dopopartita fra Milan e Juventus. Ha destato particolare scalpore l’invettiva di Carlo Pellegatti, cronista di Milan Channel che ha dato del “malato mentale” all’allenatore dei bianconeri. Sembra infondata, tuttavia, la voce secondo la quale Silvio Berlusconi avrebbe officiato il giornalista per fargli fare la cronaca giudiziaria dei processi che lo riguardano.

di Enrico Ciccarelli Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

sacrificali predestinate di un’economia priva di concorrenza e dominata da piccoli o grandi monopoli; ma non si riflette abbastanza, forse, sulla tetragona barriera che impedisce l’ingresso nel mondo delle professioni, molte delle quali possono ben dirsi ereditarie. Queste sopravvivenze medioevali, in una società già di suo fortemente statica, sono una delle principali ragioni che determinano il fenomeno relativamente recente dell’emigrazione di alto bordo, del gran numero di giovani talenti italiani che lasciano lo Stivale per cercare collocazione in Europa. Se la politica non ha fatto queste riforme quando era forte e dominante, si può comprendere quanto le sarà difficile farle da debole e balbettante come si è ridotta. Quindi se, sia pure a colpi di fiducia, il Governo riuscirà a prendere da questo cattivo pagatore quel che può, secondo l’indicazione della saggezza popolare, pensiamo che si sarà comunque fatta una grande cosa. Perché avere qualche taxi o qualche farmacia in meno nell’immediato non è un gran sacrificio, se serve ad affermare una linea di marcia che finora non si è mai voluta intraprendere.

Occupazione donne, l’Italia è indietro “I dati Istat sull’occupazione delle donne evidenziano che siamo ancora lontani dagli obiettivi di Lisbona, secondo cui avremmo dovuto raggiungere la soglia del 60% entro il 2010. Se poi si considera il dato dell’occupazione maschile del 67,1 rispetto al 46,9% delle lavoratrici, è chiaro che l’Italia non è ancora in grado di assicurare e sostenere l’occupazione rosa”. Lo dichiara la coordinatrice nazionale delle donne di Fli, Chiara Moroni, che aggiunge: “Non lasciamo che la riforma del lavoro, che è allo studio del governo, diventi il solito palliativo, ma creiamo le condizioni affinché sempre più donne possano affacciarsi al mondo del lavoro e non debbano rinunciare alla carriera per curare la famiglia o allevare i figli”.

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il commento

Vasco, sei un mito!

Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna

di Enrico Ciccarelli Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, intervenuto all’ultima puntata di Ballarò con l’imbarazzante Cota, il garrulo Renzi ed altri, ha detto una cosa che nelle nostre orazioni speravamo che qualcuno prima o poi dicesse: che Mario Monti non è lo sceriffo di Nottingham, il nemico delle vedove e il rapinatore degli orfani. Ad onta degli strepiti leghisti, delle patetiche manifestazioni di Storace, dei totem ideologici di Camusso e Vendola, è il Governo che sta portando l’Italia fuori dalla palude in cui l’avevano portata Silvio Berlusconi e il suo Esecutivo. È naturale che il Popolo della Libertà rivendichi la continuità fra le misure del Governo “tecnico” e quelle varate dal Cavaliere sotto dettatura dell’Europa; non è una analisi del tutto infondata, ma manca di un dettaglio fondamentale, che è quello della consapevolezza. Abbiamo attraversato tre anni di disastro planetario avendo al Governo una specie di allegro piazzista che non faceva che dirci quanto stavamo bene e quanto l’Italia fosse al riparo da ogni possibile colpo della

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sventura. L’attacco al debito sovrano del nostro Paese, al quale hanno certamente concorso la stolida chiusura della Reichkanzler sugli Eurobond, la debolezza strutturale dell’euro, almeno fin quando Mario Draghi non ha preso il timone della Bce, i vizi congeniti del nostro sistema, è stato in buona parte determinato dall’allarme e dalla preoccupazione dei mercati per una leadership che si mostrava del tutto al di sotto della gravità del momento, un po’ come un avvinazzato che, sostenendo di reggere benissimo l’alcol, intenda mettersi o rimanere al volante. Per questo siamo stati a un passo dal ritiro della patente, che avrebbe lasciato a piedi tutti noi. Altro che lacrime e demagogia sui poveri pensionati, sui maltrattati dipendenti pubblici, sull’attacco ai diritti sindacali. Il default avrebbe fatto piazza pulita di qualsiasi welfare, precipitando l’Italia in una catastrofe dalla quale sarebbe uscita dopo dieci anni, nella migliore delle ipotesi. Vasco Errani lo ha ricordato, e gliene siamo grati.

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venerdì 2 marzo 2012

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LIBERALIZZAZIONI - Il decreto voluto dal Governo è stato stravolto. Tutto resterà nelle mani dei (pochi) soliti noti?

E adesso... la casta rida C’è rabbia tra i farmacisti collaboratori per il testo emendato dalla Commissione Industria del Senato di Maria Pia Ferrante Non chiamateli notai. Sono farmacisti. Per diventare titolari non hanno bisogno di studiare, ma devono a lungo lavorare. Un urrà svanito come un barattolo di aranciata aperta quello dei tanti farmacisti dipendenti che hanno visto un embrione di meritocrazia nei sistemi di assegnazione delle sedi farmaceutiche. Oggi i lembi delle labbra tornano ad inclinarsi. Nelle prime bozze di decreto proposte dal Governo si leggeva una grande opportunità. Rivedere un sistema, quello regola la titolarità di una farmacia affidato a leggi che risalgono al 1968 o ancora al regio decreto del luglio 1934. Già spente le luci sul bancone delle parafarmacie per i farmaci di Fascia C, a ben dire se la trova le

Filippo Bubbico (Pd)

sue basi sull’ implicazione di un sistema di farmacovigilanza sempre più complesso. Ma gli “esperti” di Federfarma&co, limitatisi a sostenere la pericolosità della liberalizzazione di questi farmaci con obbligo di prescrizione senza troppe spiegazioni hanno avuto la meglio. Eppure avrebbero potuto pubblicizzare il fatto che nei

lavoro

paesi in cui la vendita e Simona Vicari (PDL) circolazione dei farmaci è e Filippo Bubbico (PD) decisamente libera rispet- esprimono la propria deto all ‘Italia e ad altri pae- lusione, lo sconforto e la se d’ Europa, vedi gli Stati rabbia nell’apprendere Uniti, il tasso di mortalità che vi è il rischio che la per assunzioni sbagliate politica si presti a giochi o incoscienti di farmaci di potere e non rispetti le è molto più aspettative alto. Ma La della magS a r a n n o gioranza dei corsa ai propochissimi F a r m a c i s t i fitti, in quei collabora- Italiani che sto campo, da tori che riu- speravano si tempo somiglia ad un gara sciranno a sorpassare potesse finaltesa a spin- un rurale o un titolare mente andagere imprese di esercizio di vicinato, re nella diredi business e dovranno restare col- zione di una che orienta- laboratori a vera apertura no la ricerca vita. Al limidel settore scientifica e te licenziati Farmacia. inducono al Con il conbisogno di corso per farmaci spessoli titoli e lo so inutili quando non sbarramento ai 40 anni dannosi. Un orientamen- si preclude, di fatto, la to al guadagno che allon- possibilità per migliaia di tana dall’ obiettivo della farmacisti collaboratori farmaceutica: la salute di poter realizzare un midelle persone. glioramento lavorativo. Intanto c’ è rabbia tra Non si capisce quali siai farmacisti collaboratori no i meriti aggiuntivi di sul testo emendato dalla titolari rurali o proprietari Commissione Industria di esercizi di vicinato ridel Senato. spetto ai dipendenti che Il Concorso per Esami svolgono da sempre la e Titoli è stato modificato loro professione senza un per SOLI titoli. Un duro adeguato tornaconto ecocolpo al MERITO e ai Far- nomico. Analizziamo la macisti collaboratori pe- questione della maggionalizzati rispetto alle altre razione dei punteggi per figure della CONASFA, la i rurali sussidiati e le farFederazione Nazionale macie soprannumerarie. Associazioni Farmacisti Facciamo l’esempio di Non Titolari ha pubblica- un rurale che ha due farto un comunicato stam- macie rurali in società. pa: in cui nostra, ana- Entrambi i soci possono lizzando i contenuti del partecipare, e con la magtesto dell’emendamento, giorazione sorpassano interamente sostitutivo tutti i collaboratori urbani dell’articolo 11, proposto e rurali. Risultato hanno dai relatori del DDL di raddoppiato il loro reddiconversione in legge del to. decreto-legge n. 1/2012 Risultato per gli attuasen. li collaboratori: saranno

rarissimi quelli che riusciranno a sorpassare un rurale o un titolare di esercizio di vicinato e dovranno restare collaboratori a vita o al limite licenziati. I più fortunati riusciranno a diventare direttori nelle società e così avranno il privilegio di avere, senza reali miglioramenti economici, più responsabilità di prima e di pagare l’ENPAF intera. In un momento così difficile per il nostro paese, con lo stravolgimento del decreto, che lascia di fatto tutto nuovamente in

mano ai pochi si gettano le basi per il crollo di un sistema che da sempre ha distinto il nostro paese. Augurandoci che alla fine il buon senso prevalga sulle logiche di potere restiamo disponibili ad un confronto, pur valutando azioni di protesta da intraprendere su tutto il territorio nazionale a tutela della pari dignità e a garanzia di un sistema di qualità” Niente concorsi, come invece restano per i notai. Si ai ricorsi, prima dei rimorsi.

i dati istat

Disoccupazione record a gennaio A gennaio il tasso di disoccupazione si attesta al 9,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di un punto rispetto all’anno precedente. Lo comunica l’Istat in una nota in cui fornisce dati provvisori su occupati e disoccupati. E’ il livello massimo dal 2004. Il tasso di disoccupazione giovanile, ovvero l’incidenza dei 15-24enni disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è pari al 31,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre 2011.( Il numero dei disoccupati, pari a 2,312 milioni, aumenta del 2,8% rispetto a dicembre (64 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 14,1% (286 mila unità). L’allargamento dell’area della disoccupazione riguar-

da sia gli uomini sia le donne. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-63 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 37,3%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua. A gennaio il numero di occupati registra una variazione dello 0,1% (+18 mila unità) rispetto a dicembre 2011. Il risultato positivo interessa sia la componente maschile sia quella femminile. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione segnala una variazione pari allo 0,2% (+40 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 57,0%, in aumento nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e di 0,2 punti in termini tendenziali.

commissioni affari costituzionali e lavoro

Una riforma che non può attendere

Manager pubblici, approvata la legge che fissa il tetto per i super-stipendi

Bisogna fare presto e bene la riforma del mercato del lavoro. Ripensando quanto prima a nuove strategie occupazionali che mettano al centro i giovani e tutti coloro che sono in cerca di ricollocazione lavorativa. I dati sulla disoccupazione (specialmente quella giovanile) continuano ad essere drammatici. “Il Governo Monti si dia una mossa e non perda tempo: non si faccia bloccare da quello strano suk composto da sindacati, parlamentari-lobbisti e categorie che mirano solo a difendere lo status quo. Riformare il mercato del lavoro e la scuola che non aiuta i giovani ad entrare nel mercato del lavoro è una priorità per il Paese”. Questo il commento del coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello.

E’ stato approvato a grande maggioranza dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera con solo due astenuti e la Lega contraria, il parere sul decreto della presidente del Consiglio dei Ministri che fissa il tetto agli stipendi dei manager delle amministrazioni centrali a circa 300 mila euro, pari allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione. Il parere sul provvedimento del governo prevede l’immediata operatività del tetto e pochissime deroghe per cariche di particolare

responsabilità. Il tetto agli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione aveva in precedenza ricevuto anche il parere favorevole e unanime della commissione Lavoro del Senato. “Si è realizzata una significativa convergenza su tutte le questioni più rilevanti - ha dichiarato il presidente della commissione, Pasquale Giuliano - in particolare sul fatto che diventi subito operativo il tetto, anche per i contratti in corso”. Sarà presentato presto, inoltre, un emendamento al dl Semplifica-

zioni, all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Attività Produttive per fissare un tetto agli stipendi dei manager delle regioni e delle authorities che sia equiparabile a quello per i manager delle amministrazioni dello Stato (circa 300 mila euro) su cui è stato appena dato parere favorevole dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera. Lo ha riferito il deputato del Pd Gianclaudio Bressa, uscendo dalla seduta delle due commissioni riunite che hanno il via libera al tetto degli stipendi dei manager.


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Bari

venerdì 2 marzo 2012

FONDAZIONE - Godelli? Ma non è la stessa che per anni è stata nel Consiglio di Amministrazione?

Petruzzelli, il paziente è grave, la malattia no in arrivo il commissario del ministero

Nel Cda i nodi della gestione e dei troppi debiti accumulati

La vicenda-Petruzzelli vista con gli occhi di Pierfrancesco Uva

di Fortunata Dell’Orzo Antonio Cantoro, giornalista professionista, ha scritto un libro-inchiesta interamente dedicato al Petruzzelli: Il teatro degli Imbrogli, un’accurata ricostruzione di tutte le vicende sin dalla sua costruzione ai giorni nostri. Lo abbiamo intervistato. Proviamo a incrociare l’attuale situazione del CDA, commissariato, con il famoso protocollo del 2000 e la persistente proprietà privata del Petruzzelli. Il paziente è grave, la malattia no: la situazione non è complicata. Il protocollo è stato un contratto banale in cui gli eredi di chi ha costruito il teatro lo cedevano in gestione a una fondazione composta dagli enti locali in cambio di un canone; siccome bisognava rimetterlo in sesto per i danni patiti con l’incen-

dio, il patto prevedeva che il costo della ristrutturazione sarebbe stato sostenuto dalla fondazione e poi rimborsato dalla proprietà privata con uno sconto sul canone quarantennale: una sorta di mutuo degli enti in favore del teatro. Tutto qui. In seguito, allo scadere dei quattro anni che gli enti avevano pattuito come termine per riconsegnare il teatro riaperto, qualcuno infila in Finanziaria una norma scritta in modo pedestre per espropriare: giusto per fare ammuina e non farci accorgere che il teatro era ancora un rudere quindici anni dopo il rogo. Nella foga di rubare le re l i q u i e nottet e m p o, al ministero

Il commissario è in arrivo: dopo l’avviso del Ministero che preannunciava il provvedimento, nessuna controdeduzione è stata presentata ancora dal Consiglio di Amministrazione per evitare che Roma proceda. Del resto la mancata nomina di un nuovo Sovrintendente ha evidenziato l’ormai irrimediabile spaccatura all’interno del CDA stesso. Da una parte Michele Michele Emiliano, con Bollettieri e Antro (che rappresentano Comune e Camera di Commercio) dall’altro, Regione (Sabino Persichella), Provincia (Trifone Altieri) e Ministero (Angiola Filipponio e Alessandro Laterza). Gli “oppositori” si lamentano tutti della stessa cosa: non aver mai veramente compreso a fondo la situazione (Silvia Godelli, assessore regionale alla cultura ha qualche ora fa diffuso una nota all’acido muriatico in cui ricorda come, in sei anni di CDA, lei non ha mai visto mai neanche un verbale) per esserne stati di fatto esclusi

abrogano un comma della legge che aveva istituito la fondazione nel 2003: il comma che dice “La fondazione gestisce il Petruzzelli”. L’effetto è un paradosso per cui oggi la fondazione ha perso il suo oggetto sociale: se si prende la legge del 2003 la parola Petruzzelli non c’è più. A oggi si arriva Con un gioco di pre-

dalla gestione autocratica di Michele Emiliano. Un secondo punto dolente sono i debiti (quattro milioni di euro) accumulati negli ultimi due anni e il personale: sulla carta dovrebbero essere 172, assunti per concorso. In realtà sono molti di più, ma in pratica è difficilissimo determinarne il numero esatto, tutti per chiamata diretta. E con un sindacato, la CGIL che non ha mai nascosto di aver fatto la parte del leone in queste stesse assunzioni e che oggi minaccia addirittura di “occupare” il teatro Petruzzelli se si dovessero ipotizzare licenziamenti. A questo vanno aggiunte diverse vertenze per stabilizzazione, da parte di alcune “maschere” (i ragazzi e le ragazze che accompagnano al posto gli spettatori) e sei milioni di euro mai pagati per le rosse e comodissime poltroncine di platea. E non è affatto detto che sia proprio tutto.

stigio: viene a Bari Salvo Nastasi, massimo dirigente del ministero con ministri di destra e di sinistra, e porta con sé tale Angelo Balducci. Insieme dettano al sindaco una lettera da inviare al ministero in cui paventare per il teatro il rischio crollo in caso di piogge torrenziali. Peccato che quello è l’anno della siccità in Puglia. Due giorni dopo arriva la Protezione civi-

le e un appalto il cui importo lieviterà del 156%. Balducci – lo abbiamo conosciuto qualche tempo dopo – è quello della cricca dei grandi appalti: i carabinieri del Ros ritengono che a Bari si siano fatte le prove generali di ciò che sarebbe successo poi alla Scuola marescialli di Firenze, a La Maddalena o a L’Aquila per il G8. Buttato a mare il protocollo, chi paga i lavori e i suoi costi lievitati? Nastasi allora si inventa in inesistente diritto di ritenzione: tengo io il te-

atro finché qualcuno non paga. E giacché c’è lo gira al Comune perché lo giri alla fondazione. Così che si arriva al caos di oggi. Michele Emiliano è convinto che sia in atto una sorta di complotto nei suoi confronti, al capo del quale ci sarebbero un uomo e una donna. Lui non ha mai pronunciato i due nomi e allora lo faccio io, Salvo Nastasi e Silvia Godelli. A te che sembra di questo strano patto delle SS? Di Nastasi ho già detto a sufficienza, credo. Silvia Godelli è il nome di una signora che, all’indomani della sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’esproprio, scrive al ministero per dire: ora che il teatro è tornato privato, la fondazione non può più gestirlo. Dev’essere omonima di quell’assessore regionale che per anni, come componente del cda della fondazione, ha gestito il teatro. Oppure è proprio lei, e questo è un caso di sdoppiamento della personalità politica. Tu che con Il teatro degli imbrogli sei stato


Bari

venerdì 2 marzo 2012

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PETRUZZELLI - Ben altro al di là dello stesso destino di un pezzo importante della città

La partita tra Emiliano e chi non lo digerisce di Fortunata Dell’Orzo La sua è una voce che arriva dritta dritta dal Consiglio di Amministrazione del Petruzzelli. Per forza di cose deve restare anonima e sussurrata. Ma ciò che dice, grida di preoccupazione e a volte di indignazione. Ti fa capire che si sta giocando una partita che va al di là dello stesso destino di un pezzo importante della città e che potrebbe essere il preludio a una guerra senza quartiere fra Michele Emiliano, quale l’unico giornalista italia- Codice Urbani sui beni no a ricostruire in modo culturali. Godelli è tra cocertosino (e utilissimo loro che hanno ripetuto per noi cronisti) le vicen- il mantra dello scandalo de del Petruzzelli prima, per “i fondi pubblici per durante e dopo l’incen- ristrutturare un teatro dio, che idea ti sei fatto privato”. Eppure, da più dell’attuale situazione? di sessant’anni questo è C’è un fronte variega- prassi, in Italia, perché to che oggi fa la guerra lo dice la legge: quando al sindaco Emiliano, che crolla il tetto della Basiliper legge è presidente ca di San Francesco, non della fondazione. E gli fa è lo Stato che paga? È un la guerra per mere que- bene di interesse storicostioni di potere. La sua artistico e allo Stato con la gestione è riuscita a fare “s” maiuscola, non quello le nozze con i fichi sec- dei funzionari, interessa chi: il ministero (Nastasi, la fruizione pubblica di ancora lui) ha mandato un bene, non di chi sia soldi col contagocce, la la proprietà. Del resto, Regione ha speso per una tre quarti del patrimonio notte bianca più di quan- storico-artistico europeo to ha dato al Petruzzelli è in mani private, vogliain sette anni. mo esproMentre Gopriare tutto? Emiliano delli chiamaIl comha capito m i s s a va Caparezza che questo r i a m e n t o per farlo vefronte bare- ormai nire a ballare è in Puglia, il se con sponda romana scontato, lo s o v r i n t e n - vuol mettere le mani sul ha richiedente-diret- teatro e così ha detto sto lo stesso tore artistico “prego, accomodatevi”, Emiliano. E G i a n d o m e - ci sono mere poi, secondo nico Vaccari questioni di te, cosa sucportava Ma- potere cede? azel a Bari, e EmiliaMaazel portano è meno va in America stupido dei l’orchestra del teatro. E suoi interlocutori: ha capoi Muti, e tutto Wagner, pito che questo fronte e l’elenco è lungo. Certo, barese con sponda romaognuno è libero di prefe- na vuol mettere le mani rire Godelli e le canzonet- sul teatro e così ha detto te. “prego, accomodatevi”. Il Non sei mai stato d’ac- commissariamento è un cordo con l’esproprio del altro gioco di prestigio, teatro. Sei ancora con- quasi fosse un “governo vinto che debba rimane- tecnico”. A me non piare privato? ce il commissario Monti, Quello della proprie- tanto meno gli altri: se tà è un falso problema. Nastasi manda anche un Su una Ferrari, Schuma- assegno, gliene renderecher fa faville, io andrei a mo merito, visto che c’è schiantarmi. E Monteze- ancora da pagare la cammolo che ne è il “proprie- biale che ci ha lasciato il tario” pure. Il contratto suo amico Balducci. Aldel 2000 assicurava la fru- trimenti per il Petruzzelli izione pubblica, per cui la sarà l’ennesimo affondacondizione giuridica per mento per beghe politiespropriare non c’era: che, altro che proprietà basta leggere le carte e il privata.

prossimo candidato go- come quelle in USA per vernatore, e un pezzo di il Columbus Day. Dopo Regione che l’Orchestra proprio non ha suonaErrori di ge- to una banlo vuole, al di stione? Auto- da di paese, là delle “becratismo? Un credo quella nedizioni” po’ di tutto, di vendoliane. Martina “Il Petruz- soprattutto la sicurezza di Franca, che zelli i viaggi poter fare praticamente ugualmente all’estero se li tutto in assoluta autono- si fa invitare paga da solo, mia. E il complotto contro a spese sue altro che in- Emiliano? Il per il monviti” ci dice, Deep Throat do”. C’è da tanto comin- sorride... star male per ciare. “Sono la delusione. operazioni di “E Alberto marketing e Veronesi? Il immagine molto costose, direttore stabile, figlio

dell’oncologo Umberto, è stato un piacere personale che Emiliano ha fatto a Francesco Schittulli, amico del luminare. Non si tratta certo di una prima bacchetta italiana e a quel che ne so avevamo gente nostra forse più in gamba e di sicuro meno costosa”. Errori di gestione, autocratismo? “Un po’ di tutto, soprattutto la sicurezza di poter fare praticamente tutto in assoluta autonomia”. E il complotto contro Emiliano? Qui Deep Throat sorride. Ma a denti stretti.


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Bari

venerdì 2 marzo 2012

GLI SCENARI POLITICI IN PUGLIA - Senza steccati, ma occorre pensare al programma politico, meno alle alleanze elettorali

Una lettera, con qualche consiglio, a Emiliano (e ad alcuni amici di Fli) di Salvatore Tatarella

trambi ben sappiamo è il più gravoso fra gli incariCaro sindaco, chi politici, sia per te dicomincio da qui, per- ventato ormai residuale. chè voglio ricordarti che Mi preme avvertirti che tu sei innanzitutto il sin- se hai la legittima aspiradaco di una grande città zione di diventare prima meridionale, e lo sei me- candidato e poi presidenritatamente perchè eletto te della nostra regione, per due volte consecutive bene faresti a dimostrare, da una maggioranza che sino all’ultimo giorno, di è andata ben oltre i con- essere innanzitutto un fini elettorali sindaco capadella sinistra, ce, attento e della quale Se Fli deve presente. eri espressioCiò preentrare nella ne e che nella messo, veniamaggiorancittà di Bari è za comunale mo alla nostata sempre occorrono alcune condi- stra possibile minoritaria. zioni precise. Sul piano alleanza. Che Voglio ricor- regionale, non ci piace tu intraveda darlo a me la rincorsa ad allargare la possibilità stesso, e so- l’alleanza codi avere anpratutto a te, munque con che Fli nella perchè dalle chiunque maggioranza multiformi comunale e, dichiaraziomagari, doni e iniziatimani anche ve che quotidianamente in quella regionale, ricoti vedono protagonista, noscendo a Fli il merito sembra che l’impegno storico di aver contribuito sindacale, che come en- ad archiviare la stagione

Michele Emiliano

nefasta del berlusconismo, non può che farmi piacere. Fotografi un dato oggettivo e, prima di altri, intravedi per il futuro scenari originali, molto diversi dagli schieramenti dell’ultimo ventennio, ormai dissoltisi con il tramonto di Berlusconi e l’avvento di un nuovo governo di larghe intese. Non mi piace, invece, che a giustificazione di tanto venga evocata addirittura la “fine della guerra civile, apertasi con la marcia su Roma e l’avventura

totalitaria del fascismo”. Non ti sarà difficile riflettere su quanto l’accostamento fra le due fasi sia assolutamente sproporzionato e improprio. La marcia su Roma rappresentò una grave cesura del sistema democratico e parlamentare, che portò a una lunga dittatura e, poi, a una guerra disastrosa; a Bari, invece, con tutto il rispetto, stiamo parlando solo di una semplice giunta comunale. Al di là della evidente sproporzione, sorprende

ancor di più l’improprietà dell’accostamento. Che c’entra Fli col fascismo? Evidentemente nulla. A nessuno, prima d’ora, era venuto in mente un simile, assurdo e sconveniente accostamento. Dobbiamo ancora ricordare che l’abiura del fascismo l’aveva già fatto il Msi Destra Nazionale? Che poi abbiamo avuto Fiuggi, Alleanza Nazionale, la partecipazione ai governi della Repubblica, Fini terza carica dello Stato, la nascita del Pdl, e l’ingresso nel Ppe? Mi sembra davvero troppo. Non mi piace nemmeno che passi l’idea che a traghettare Fli nella maggioranza comunale sia sufficiente una tua autonoma decisione. Siete bravi, vi accetto. Una sorta di paternalistica concessione o, a seconda dei punti di vista, una imposizione da subire. Questo è un passaggio decisivo ed è

CURTO - Le nuove alleanze dovranno poggiare su progetti condivisi che tengano conto della trasformazione della società e dei suoi valori

Il progetto-Emiliano è suggestivo, però... “Il progetto su cui è impegnato Michele Emiliano - costruire un’alleanza che vada da Sel a Fli – è indubbiamente affascinante (rectius: intrigante) sotto l’aspetto squisitamente politico, e, pur tuttavia, nell’intervista rilasciata a Repubblica non è sostenuto con argomentazioni condivisibili”. A sostenerlo è il consigliere regionale di Fli, nonché coordinatore provinciale del partito di Fini a Brindisi, Euprepio Curto. “Dico senza peli sulla lingua – ha dichiarato Curto- di non aver apprezzato (e con me molti amici di Fli) l’espressione usata dal sindaco di Bari secondo cui tra i futuristi non ci sarebbero esponenti di particolare scabrosità. Che cosa intendesse dire Emiliano con quella frase sarebbe opportuno chiarirlo senza mezzi termini, altrimenti l’espressione suonerebbe come non rimuovibile offesa all’intera classe dirigente di Fli”. “Non ho neppure condiviso – ha proseguito Curto – il richiamo alla necessità di superare definitivamente il cosiddetto fattore K. Questa è preistoria della Politica. Altro che fattore K. Oggi le nuove al-

leanze dovranno poggiare su progetti condivisi che tengano conto della trasformazione della società, del suo sviluppo, delle sue emergenze, dei suoi nuovi valori. Non finiscono le ideologie. Semplicemente si trasformano, generando nuove, diverse e – semmai – inconsuete alleanze”. “Pure la sua tesi circa la necessità di poter contare su leadership riconosciute e carismatiche avrebbe avuto bisogno di qualche dettaglio in più – ha incalzato l’esponente politico del partito di Gianfranco Fini -. Non ho mai creduto nei partiti acefali, e cioè senza un leader. Ma un leader senza adeguate classi dirigenti inevitabilmente realizza sistemi politici più vicini alle satrapìe che alle democrazie. E tutto ciò per gli uomini liberi è semplicemente intollerabile”. “Ma la vera perla di Michele Emiliano – precisa Curto – è quella, tutta politica, con cui dichiara di parlare con la Destra per rafforzare in Centrosinistra. A parte la considerazione, e la contraddizione, del richiamo a categorie politiche (Destra e Sinistra ) che in altra parte dell’intervista Emiliano

ritiene superate, almeno per quanto mi riguarda e per quel poco o molto che potrà contare la mia opinione in Fli- la questione va invertita, e cioè sono disponibile a parlare con schieramenti lontano dal mio per rafforzare quest’ultimo”. E concludendo sulla mia personale opinione: “Confermo la suggestività del “ Progetto Emiliano”, ma … molto riveduto e … molto corretto”.

La platea al Terminal Crociere di Bari durante il Convegno di Fli

l’intervento

Costituito anche a Bari il Terzo Polo Con la 1ª Conferenza Programmatica Cittadina si è costituito anche a Bari il Terzo Polo: si tratta di un evento “storico” per la città e che evidentemente va letto in funzione regionale. Il rimedio alla crisi ed alla “anti-politica” per noi è nella serietà dell’impegno, nel coraggio delle riforme e nell’equità delle scelte che sta connotando il nostro percorso politico. Ma perché noi di destra ci siamo? Ci siamo perché si sono create le condizioni per incontrarsi su un programma per Bari con il quale vinceremo finalmente le prossime elezioni con il candidato-sindaco da noi sostenuto. Ci siamo perché stiamo costruendo un programma per la Regione, con il quale vogliamo tornare a governare anche questo Ente.

Tuttavia se “destra” e “sinistra” sono categorie storiche ormai superate (almeno nella accezione novecentesca), non lo sono - e non lo saranno mai - i nostri valori ed i nostri programmi, su cui non saremo mai disponibili a transigere. Per questo noi siamo ancora e sempre “di destra”: ma la nostra “destra” non è una collocazione “geo-politica” e se qualcuno in Puglia ha usurpato il nostro nome e le nostre bandiere, la nostra collocazione oggi non può che essere “da un’altra parte”. Almeno sino a quando questa “anomalia” tutta italiana e tutta pugliese non sarà superata e potremo tornare con orgoglio a dirci “di destra”. Massimo Vitone Responsabile Enti Locali - Fli Puglia

bene chiarirlo. Se Fli deve entrare nella maggioranza comunale occorrono alcune condizioni precise: una deliberazione degli organi statutari di Fli, la sottoscrizione e accettazione di un documento programmatico, che individui con chiarezza l’apporto originale di Fli, la condivisione convinta ed esplicita degli altri partiti della maggioranza, con i quali, se del caso, vorremmo da subito collaborare e non confliggere. Quanto a possibili future alleanze regionali, sai bene che l’ipotesi non vede Fli pregiudizialmente scettica o ostile, ma, anche in questo caso, se vuoi che abbia successo, è bene che segua un percorso diverso da quello visto sino ad oggi. Non mi piace la rincorsa ad allargare l’alleanza comunque e con chiunque. Non mi piace la cattura e l’adescamento di quello o quell’altro candidato in libera uscita dal partito di appartenenza. Non ho in simpatia e non frequento voltagabbana, opportunisti, mestieranti e inquisiti. Sai bene che in tempi di rivolgimenti, e questo lo è, insieme a tanti generosi ed entusiasti, si muovono anche tanti scaltri avventurieri, bravi e pronti a fiutare il vento che tira. Ecco, per evitare domani di ritrovarti a bordo una ciurma poco raccomandabile e scarsamente affidabile, ti consiglierei di sospendere le iscrizioni e di dedicarti, nel poco tempo che ti lascerà il prioritario impegno sindacale, a scrivere il tuo programma per la Regione. Io, insieme a molti altri, ho capito che fermisssimamente vuoi fare il presidente della regione. Vorrei, però capire anche che cosa intendi fare una volta eletto, e vorrei saperlo non dopo, ma prima di decidere se appoggiarti o meno. Perchè, caro Michele, se questo che viviamo è uno straordinario momento di cambiamento, al quale la coraggiosa scelta di Gianfranco Fini ha dato il via, Fli vuole parteciparvi da protagonista e non da comparsa, portando il contributo originale della sua esperienza, del suo programma, dei suoi valori e dei suoi ideali. Non alzando steccati, nè a sinistra, ma nemmeno a destra.


Bari

venerdì 2 marzo 2012

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CALCIO - Chi subisce il colpo maggiore è senza dubbio il tifoso. Chi glielo spiega?

Bari, in provincia di Scommettopoli

Lo stadio San Nicola di Bari

di Andrea Dammacco La stagione 2011/2012 dell’Associazione Sportiva Bari si sta muovendo su tre fronti. Finita la questione cessione società a miseri colpi di botta e risposta su social network, ora la vita del Bari si divide tra una squadra che sta affrontando il campionato cadetto solo grazie all’amor proprio e la questione calcioscommesse. Se, di fatto, la proprietà ha ormai abbandonato chiunque all’interno della

società, si guarda bene dal non trascurare la propria presunta innocenza tramite comunicati sul sito ufficiale o per mezzo dei propri legali. La situazione è ingarbugliata e molto grave. L’inchiesta si muove su quattro fronti: ex calciatori del Bari e non che scommettevano su partite della squadra di appartenenza, alterando le proprie prestazioni sul campo, tramite una rete delinquenziale che attraversava la criminalità or-

ganizzata e i calciatori di varie squadre; ex calciatori ormai in pensione agonistica che restavano nel giro per contattare questo o quel giocatore; magazzinieri che si facevano tramite di boss malavitosi; una rete denominata “gli zingari” che puntava centinaia di migliaia di euro per corrompere giocatori e determinare risultati. In più ci sarebbero anche esponenti del tifo organizzato barese che avrebbero ricevuto imbeccate sulle partite dello

la class-action

Tifosi ed ex calciatori pensano alla possibile battaglia legale “Chi ha causato un danno a Bari e al Bari deve pagare. Tortureremo con ogni mezzo giuridico coloro i quali hanno infangato la maglia biancorossa”. Mimmo Magistro, calciatore del Bari tra il ‘63 ed il ‘68, giornalista sportivo negli anni ’70, poi assessore comunale a Bari, è deciso nel portare avanti una battaglia che difenda la città e la squadra da ciò che è avvenuto l’anno scorso con lo scandalo scommesse. “Non avevamo bisogno di autorizzazioni dal Bari o dalla federcalcio per intraprendere le nostre iniziative. Noi vogliamo tutelare la città e i tifosi da ciò che è avvenuto lo scorso anno, perchè crediamo nei valori dello sport. Chi ha sofferto, chi ha pagato il biglietto per lo stadio, l’abbonamento, o la tessera per la pay tv. Calcio è sofferenza e gioia, e noi proprio questi diritti e valori vogliamo difendere”. A coordinare l’iniziativa giudiziaria è l’avvocato Francesco Sisto, vice presidente della Giunta delle autorizzazioni a procedere e componente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, con la collaborazione dell’av-

vocato Manuela Magistro, esperta di Diritto Sportivo. Le intenzioni sono quelle di costituirsi parte offesa, di intraprendere un’azione di danno per fatto illecito e fare il possibile per rivisitare la responsabilità oggettiva. Mimmo Magistro e l’avvocato Sisto ritengono ingiusto che il Bari debba pagare due volte: prima per le partite perse perché vendute dai propri tesserati, e poi per le penalizzazioni diretta conseguenza della responsabilità oggettiva. Sisto ritiene che “ci siano le condizioni per un’azione giudiziaria da parte degli ex tesserati del Bari contro quei calciatori che dovessero essere ritenuti responsabili delle combine sportive dello scorso anno sia attraverso la costituzione di parte civile sia attraverso una class action , a cui potrebbero aderire semplici tifosi, habitué dello stadio ovvero abbonati alle TV satellitari, defraudati perché costretti a vedere partite fasulle”. A sostenere l’azione anche ex calciatori biancorossi come Antonio Di Gennaro, Giorgio De Trizio, Gigi Frisini, Salvatore Guastella.

scorso campionato. Insomma la pagina nera del pallone assume ogni giorno di più proporzioni sconfortanti. Tanto sconfortanti che lo scandalo “Calciopoli” del 2006 in confronto a questo è nulla o quasi, è soltanto una fotografia sfocata del marcio che esiste nel sistema calcio. “Scommettopoli”, invece, lede alla radice tutta la pianta del campionato, anche toccando chi non c’entra col calcio giocato, rendendola deforme e destinata a morire, o a sopravvivere in condizioni penose. Chi subisce il colpo maggiore è sicuramente il tifoso, il semplice appassionato di calcio che la domenica si stende sul divano per godersi “le partite” o chi salta il pranzo domenicale per met-

I tifosi del Bari assiepati in Curva al San Nicola

tersi una sciarpa al collo e andare allo stadio per perdere la voce per i suoi beniamini. Chi glielo va a dire che ha perso soldi e salute per uno spettacolo per il quale non aveva pagato? Chi ne perde da tutto questo è un senso dello sport che ormai col calcio non ha nulla a che fare.

Troppi soldi, troppi interessi, troppe persone che col calcio non hanno nulla a che fare coinvolte. E in tutto questo ognuno difende il proprio singolo interesse non capendo, o non volendo capire, che è arrivato il momento in cui bisogna davvero scardinare un sistema che è ormai anacronistico.

il punto sulle indagini

Nella rete non soltanto calciatori La Procura di Bari congiuntamente a quella di Cremona attualmente sta indagando su una lunga lista di calciatori, ex calciatori, esponenti della criminalità organizzata e corruttori esteri. In primis ci sarebbe Andrea Masiello, al momento tra le file dell’atalanta, poi Parisi e Belmonte (che hanno preferito non rispondere ai magistrati) e Simone Bentivoglio. Informazioni sul ruolo degli ultras le hanno fornite anche calciatori ascoltati come persone informate sui fatti, pur offrendo però secondo gli investigatori una lettura molto reticente su come sono andate effettivamente le cose. Più delicate le posizioni degli ex Bari Carlo Gervasoni, Filippo Carobbio e il difensore Marco Esposito, quest’ultimo amico

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di Iacovelli e tirato in ballo da Bellavista per una presunta combine prima della gara con il Parma. Poi ancora Abdelkader Ghezzal e il difensore del Bologna Daniele Portanova che avrebbe fatto da sponda nella combine dell’ultima giornata dello scorso campionato quando i biancorossi sbancarono il Dall’Ara di Bologna per 4-0. Infine anche Angelo Iacovelli, il factotum arrestato e poi scarcerato dalla procura di Cremona, la cosiddetta banda degli zingari, che corrompevano i giocatori per pilotare le partite e anche, a quanto pare, il clan Parisi che, anche loro, corrompevano i giocatori con il fine di riciclare il denaro proveniente dalle scommesse illecite. A.D.


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Regione

venerdì 2 marzo 2012

L’INCHIESTA SULLE UNIVERSITA’ - Il nostro intero sistema universitario venga preso in considerazione senza ghettizzazioni

Valutazioni si, ma con regole certe e a priori di Luigi De Filippis Si conclude oggi la nostra inchiesta sul mondo dell’Università pugliese, sulla “non virtuosità” assegnata agli atenei della nostra Regione e, di conseguenza, sui tagli dei fondi per la ricerca e la docenza disposti dal Ministero. E’ tutt’oro quello che luccica? Sembrerebbe proprio di no, come abbiamo già evidenziato. Intanto nelle scorse settimane, i Rettori della Federazione dei Sistema Universitario LucanoMolisano-Pugliese hanno inviato, congiuntamente, una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con la quale, in particolare, chiedono di “introdurre a livello nazionale un contributo standard per studente al fine di unifor-

mare, in termini equita- così come preannunciativi, la distribuzione della to nella nota del Ministro cosiddetta “quota storica” del 30.12.2011, porterebdel F.F.O.; di stabilire cri- be ad ulteriori insopporteri di valutazione della tabili esasperazioni delle premialità sperequazioni equi, condidenunciate”. È Una lettera importante evivisi, prevendei rettori denziare che si tivamente per criteri di tratta di internoti e stabili valutazione venti “a costo su orizzonti temporali della premialità equi, zero” in quanto preventiva- non richiedepluriennali; condivisi, di sospen- mente noti e stabili su rebbero risorse dere, nelle orizzonti temporali plu- aggiuntive rimore dell’in- riennali: la spetto a queltroduzione ricetta per le disponibili, del contri- non affogare evidentemente buto stangià complessidard per vamente scarstudente sissime. I Rete della definizione del tori hanno correttamente “nuovo sistema” di valu- voluto rimarcare nella tazione, l’applicazione loro lettera “la drammadella quota premiale del ticità della situazione in F.F.O, 2012, che se fosse cui tanti atenei nazionali, effettuata “sulla fase dei soprattutto ma non solo, criteri e dei parametri uti- nel Mezzogiorno, versano lizzati nell’anno 2011”, per motivi assolutamente

l’amianto presente in regione

Mappatura: cosa fa la Regione Puglia? La mappatura dei siti a rischio amianto è al centro di un’interrogazione urgente che il Consigliere regionale di Futuro e Libertà, Euprepio Curto ha rivolto al presidente della Regione, Nichi Vendola, all’assessore alle politiche della salute, Ettore Attolini e all’assessore all’ambiente, Lorenzo Nicastro. “L’istituto Superiore della Sanità – sottolinea Curto nell’interrogazione - ha stimato in trenta milioni di tonnellate la quantità di amianto non smaltito presente nei Siti d’interesse nazionale (Sin). Di questi ben 15 siti sono presenti al Sud con picchi di elevata criticità a Manfredonia, Brindisi e a Taranto, aree caratterizzate da un elevatissimo tasso di mortalità per leucemie e tumori polmonari (il cosiddetto ‘mesotelioma pleurico’)”. L’esponente Fli chiede, pertanto, di conoscere “se la Regione Puglia abbia provveduto alla mappatura dei siti e quali siano state le risultanze”. “Qualora, invece, la mappatura non sia stata

Euprepio Curto

effettuata o completata - conclude Curto - quali siano state le cause che non l’hanno consentita, quali le responsabilità e quali le iniziative che si ritenga di dover assumere al riguardo. Mentre la Regione si appresta a varare la legge (a prima firma del consigliere Cervellera) che limita la concentrazione degli insediamenti industriali, dunque, si sa poco e non si hanno certezze proprio sulla mappatura dei siti. Limitare, regolamentare, disporre, significa innanzitutto conoscere. e da questo punto di vista la Regione è indietro di parecchio. Sarà il caso di darsi da fare?

L’Ateneo di Bari

indipendenti dalla volontà e dall’impegno dei rispettivi organi accademici e del personale tutto con il rischio di sopravvivenza del sistema universitario pubblico, unico garante dei diritti costituzionali del sistema universitario pubblico, unico garante dei diritti costituzionali di accesso dei capaci e meritevoli ai gradi più alti dell’istruzione e motore

di sviluppo dei territori in cui i singoli atenei sono radicati”. Futuro e Libertà Puglia, ritenendo fondamentale e strategico il ruolo dell’università sia per il territorio pugliese sia per l’intero paese, sempre più convinti che il futuro di una nazione passi e parta dal mondo della formazione e della ricerca, ha subito attivato il proprio referente

del settore regionale “Ricerca, Università e Innovazione”, che già da tempo sta seguendo da vicino questa delicata situazione. In particolare, FLI Puglia, così come riportato in una lettera ai Rettori della Federazione del Sistema Universitario e al movimento RI.UNI.BA., “ha intenzione di battersi affinché il nostro intero sistema universitario venga preso in considerazione senza “ghettizzazioni” alcune, senza che vengano etichettati atenei Virtuosi e Non, senza che vengano “casualmente” suddivisi gli atenei in “centro-meridionali” e “centro-settentrionali”. E questo non significa essere contrari ad ogni forma di valutazione; ci batteremo affinché tutti i nostri atenei, e non solo quelli meridionali, possano essere valutati “a posteriori” in base a regole certe, chiare e, soprattutto, fissate a “priori”. Il gruppo di lavoro di FLI Puglia si è, dunque, messo a lavoro per poter subito realizzare iniziative locali e nazionali finalizzate ad una corretta difesa di tutti gli atenei italiani. [4 - fine]

la situazione della sanità pugliese

Le Asl, gli imbarazzi, le sorprese e le responsabilità della maggioranza “Le Asl pugliesi sono in stato di generale confusione riguardo agli operatori ex stabilizzati e di pronto soccorso con gravi ripercussioni sugli operatori e sulla qualità dei servizi assistenziali. “Alcuni operatori sanitari – ha voluto sottolineare il consigliere regionale Francesco Laddomada (La Puglia per Vendola) – sono stati assunti con contratto a tempo determinato, altri hanno fatto ricorso al giudice del lavoro, altri ancora hanno optato per le procedure di conciliazione, una diversificazione di soluzioni si è abbattuta sul territorio regionale che sta generando

malumori e disservizi”. Uno so stato di confusione che riguarda anche alcuni medici del pronto soccorso che pur avendo un’esperienza quinquennale vengono esclusi dagli avvisi pubblici, perchè richiedono la specializzazione tra i requisiti di partecipazione. Eppure ci sono stati concorsi regionali per operatori di pronto soccorso che hanno dato la possibilità a medici non specialisti, ma con esperienza quinquennale al pronto soccorso, di partecipare ugualmente al concorso con graduatoria parallela a quella degli specialisti. Una situazione di totale confu-

zione ed imbarazzo per il pilastro principale delle voci di bilancio regionale. Fa specie che a sottolineare la confusione sia proprio uno dei componenti della maggioranza più vicini al presidente della Giunta Regionale Nichi Vendola. Se lo dicono gli eletti della sua lista personale (e se fanno eco i consiglieri di Sel e del Pd) qualcosa di vero dovrà pur esserci. La verità è che le retromarce, i tira e molla che in questi anni hanno visto l’ex assessore Fiore, Vendola e il management delle Asl pugliesi, le continue perdite di tempo e lo stillicidio sui lavoratori non possono che trovare i propri responsabili tra i banchi della maggioranza. Anche se fingono stupore. Roberto Mastrangelo

in consiglio regionale Approvate all’unanimità le proposte di modifiche alla legge che disciplina la raccolta e la commercializzazione dei funghi. Il testo definitivo scaturisce da due distinte iniziative: la prima a firma di Sel e la Puglia per Vendola, la seconda dei consiglieri Pentassuglia e Iurlaro. Il testo unificato è stato emendato nella parte riguardante il rilascio del permesso di durata triennale che abilita alla raccolta dei funghi su tutto il territorio della regione ed è rilasciato a raccoglitori professionali ed occasionali previa frequentazione di un corso, con superamento di prove finali, promosso e organizzato da Comuni o da associazioni micologiche di rilevanza nazionale, regionale

Funghi, le nuove norme su raccolta e commercio e territoriale con un programma del corso approvato dal Centro di controllo micologico della Asl competente per territorio. Inoltre è stata apportata una modifica riguardante il permesso turistico per raccoglitori occasionali, riservato ai non residenti, che consente la raccolta giornaliera di non più di tre chili di funghi, valido per una durata massima di 15 giorni. Il patentino rilasciato dai corsi formativi sarà rinnovabile alla scadenza di un periodo prestabilito. “Queste modifiche erano neces-

sarie- afferma Michele Ventricelli, primo firmatario delle modificheper regolamentare maggiormente la raccolta dei fungi spontanei che soprattutto in alcuni periodi dell’anno raggiunge picchi notevoli, cercando di formare gli stessi raccoglitori alla tutela del territorio e alla maggiore prevenzione rispetto alle tipologie di prodotti raccolti. Dare la possibilità alle associazioni micologiche del territorio di effettuare i corsi di formazione propedeutici sia anche un modo per riconoscere il valore del loro lavoro.”


Regione

venerdì 2 marzo 2012

IN CONSIGLIO - Con i soldi fermi per il San Raffaele si può dare ossigeno all’edilizia

agricoltura

Consorzi di bonifica, approvato il riordino Approvato con 31 voti favorevoli e 17 astenuti il disegno di legge in materia di bonifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica. Il dibattito politico si è acceso sulla nomina del revisore unico: sull’emendamento, a firma del consigliere Leonardo Di Gioia (Pdl), con il quale veniva proposto il sorteggio tra gli iscritti nel registro dei revisori legali, c’è stata la rottura tra maggioranza e opposizione che ha richiesto la verifica del numero legale. L’accordo è stato poi raggiunto con l’approvazione di un articolo sostitutivo. Ma nel merito del riordino non tutti sono daccordo. Per Rocco Palese (Pdl) “non potevano che astenerci sul Ddl perché è una riforma che non riforma il settore, che non tutela i Consorzi, perché non li mette nelle condizioni di tornare ad erogare i servizi e che ancor meno tutela gli agricoltori, perché torneranno a vedersi recapitare le cartelle esattoriali senza vedersi erogare servizi”. “Non si capisce conclude Palese - cosa sia cambiato dal 2005, quando questo stesso Governo Regionale ritenne di sospendere le cartelle esattoriali, ad

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oggi che le reintroduce. In 7 anni nulla è stato fatto per mettere i Consorzi nelle condizioni di funzionare, di erogare servizi, di essere efficienti e, quindi, di giustificare la ri-emissione di cartelle e di autofinanziarsi”. Per il capogruppo del Pd Antonio Decaro, è “un ulteriore passo in avanti che ci porterà alla vera sfida, quella in cui dovremo intervenire sulla parte finanziaria dei Consorzi”. “Si tratta - rileva Decaro - di raggiungere un equilibrio di bilancio, istituendo una gestione separata dei debiti che altrimenti inficerebbe l’erogazione dei servizi e la tenuta degli stessi Consorzi”. Più che contenta il consigliere del la Puglia per Vendola Anna Nuzziello “È stata varata una riforma attesa da oltre dieci anni dal comparto agricolo, dai consorziati, dai contribuenti e dai cittadini, con la quale il governo Vendola assume un grande atto di responsabilità nei confronti dell’intero Sistema Puglia e restituisce credibilità ai consorzi. Siamo usciti da una situazione di impasse restituendo l’autogoverno ai consorzi grazie a un grande atto di responsabilità della politica”.

Sanità pugliese, le luci e le ombre La diminuzione del deficit del 2011 non si basa su dati certi e fa a pugni con una situazione disastrosa Una relazione piena di ombre, che non fa luce su voci importanti che concorrono alla formazione del deficit sanitario: certificazione dei bilanci Asl non pervenuta, niente sui dati della mobilità passiva, buio completo su lotta agli sprechi che si annidano principalmente nell’acquisizione di beni e servizi. E’, questo, in sintesi il giudizio negativo che il consigliere regionale Giammarco Surico, componente della commissione Sanità della Regione Puglia e coordinatore di FLI terra di Bari, formula sulla relazione portata nell’ultima seduta del Consiglio Regionale dall’assessore regionale alla Sanità, Attolini. “Tutto questo fa il paio con scelte perlomeno discutibili come quella di obbligare i medici ospedalieri a non prescrivere su ricetta medicinali ai pazienti al momento della dimissione”, incalza Surico, “una follia incomprensibile se si pensa che, pur essendo diminuita la spesa farmaceutica, non

Giammarco Surico

è diminuita la pressione fiscale sulla ricetta medica a tutto danno dei cittadini E oltretutto, non si agevola in questo modo il paziente dimesso che si vede costretto a subire ulteriori disagi, come se non bastassero quelli relativi alla malattia e alla degenza”. “Come pure appare incomprensibile quello spostamento di 5 milioni di euro da una realtà consolidata nel campo della riabilitazione ad un’altra azienda dell’entroterra barese”, continua, “di cui non si capisce bene l’utilità ai fini della migliore organizzazione per offrire servizi adeguati alla domanda di salute dei citta-

dini”. “Una nebulosa gira anche intorno alla vicenda degli Ospedali Ecclesiastici e, in particolare del Miulli di Acquaviva”, afferma l’esponente finiano, “caratterizzata da atteggiamenti contraddittori e dilatori da parte della Regione Puglia condannata dalla giustizia amministrativa a pagare al Miulli 45 mln di euro a cui se ne aggiungono 100 per il 2008. E ben presto la pioggia di richieste di risarcimento avanzate dagli ospedali ecclesiastici di Tricase e san Giovanni Rotondo si farà sentire forte. L’immobilismo del governo Vendola su questo fronte rischia di trascinare a fondo il bilancio regionale, mentre l’esecutivo resta sordo ad ogni proposta come quella da noi avanzata rispetto al Miulli: costituire una Fondazione a maggioranza pubblica, considerata la presenza, al contrario di quanto è avvenuto per il San Raffaele di Taranto, di una struttura all’avanguardia e di risultati di esercizio”.

Surico conclude richiamando l’esecutivo regionale alla responsabilità di “sbloccare i 55 milioni e 200mila euro fermi sul San Raffaele, che potrebbero invece dare ossigeno e sostanza all’edilizia sanitaria. Senza contare che vi sono 300 milioni di euro sospesi nell’aria con appalti bloccati. In queste condizioni, è evidente che la diminuzione del deficit relativo al 2011 non si fonda su dati certi e trasparenti e fa a pugni con una situazione disastrosa che registra un smantellamento del sistema sanitario pugliese cui non corrisponde un serio, credibile e percorribile piano della salute regionale. La sensazione, insomma, è che a governare sia il caos, come dimostra anche il fatto che i livelli essenziali di assistenza continuano ad essere messi a rischio dall’assenza ormai cronica di atti omogenei e coerenti da parte delle Asl sul reintegro di personale medico e infermieristico lasciato nella più completa confusione”.


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Foggia

venerdì 2 marzo 2012

IN CITTA’ - Giocatore aggredito, mentre Pasquale Casillo annuncia ufficialmente il suo disimpegno

Foggia, è ancora allarme calcio

Foggia, lo stadio Zaccheria

a margine della conferenza stampa

La condanna dell’Ussi Come non bastassero le tensioni descritte nell’articolo precedente, Casillo ha pensato bene di interrompere in malo modo una conferenza stampa cacciando i giornalisti dallo Zaccheria. Ecco il comunicato di condanna dell’Ussi “La sezione regionale pugliese dell’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) intende stigmatizzare e condannare l’atteggiamento inopportuno e aggressivo della dirigenza dell’U.S.Foggia ed in special modo del sig. Pasquale Casillo, il quale nel pomeriggio di oggi si è reso protagonista di un

increscioso episodio verificatosi nella sala stampa dello stadio Zaccheria. Il patron rossonero, con fare minaccioso ed a tratti verbalmente violento, ha prima accusato la stampa di aver fomentato le frange violente della tifoseria e poi ha cacciato in malo modo i giornalisti presenti, interrompendo la consueta conferenza stampa del martedì, tenuta dall’allenatore Paolo Stringara. I giornalisti sportivi chiedono che venga ricambiata la professionalità ed il rispetto che fino ad oggi hanno garantito alla dirigenza rossonera.”

Il delicato giocattolo calcistico, che negli ultimi anni a Foggia ha avuto davvero una salute malferma, è in procinto di rompersi nuovamente. Sono passati meno di due anni dal ritorno di Pasquale Casillo, l’ex-re del grano, in sella alla società, meno di un anno e mezzo dal ripristino della mitica triade di Zemanlandia e siamo, a quel che sembra, alle ultime scene. Dopo la rottura con Zeman, andato a miracol mostrare in quel di Pescara, la squadra è stata affidata prima all’esordiente Bonacina e poi a Stringara. Sul campo i risultati sono stati senza infamia e senza lode, in una classifica corta che a volte fa

primo congresso provinciale di generazione futuro

torremaggiore

Daniele Toto lancia Monteleone sindaco

Il Vice Coordinatore nazionale di Futuro e Libertà per l’Italia, Daniele Toto, giovane deputato abruzzese, domani sabato 3 marzo sarà in Provincia di Foggia. Alle ore 18.00 il deputato sarà Stornarella, nel locale circolo di FLI, per partecipare al corso di Formazione politica, relazionando su Parlamento e Istituzioni nazionali. Alle ore 19.30, Toto sarà a Torremaggiore con il responsabile locale di FLI Maria Pina Zifaro, per sostenere la

di Claudio Aquilano

toccare il sogno dei playoff e a volte l’incubo dei playout. Ma per quanto riguarda gli assetti societari è notte fonda. In un ricorrente turbinio di voci di stipendi non pagati e conseguenti penalizzazioni in classifica da parte della Lega Pro, Casillo ha progressivamente alzato il tiro, specie nei confronti dell’imprenditoria foggiana e delle sue figure di maggior spicco (il presidente della Camera di Commercio Eliseo Zanasi, quello dell’Assindustria Giuseppe Di Carlo, il costruttore Michele Perrone). Nelle ultime settimane la vicenda ha assunto ritmi più incalzanti e frenetici: la squadra, a causa di una papera dell’estremo difensore Ginestra (peraltro uno dei migliori elementi della rosa, protagonista di numerose prestazioni decisive e di una stagione di ottimo livello). Proprio Ginestra, nella conferenza stampa del dopopartita, si è lamentato dell’atteggiamento di una parte della tifoseria, che a suo dire non avrebbe sostenuto abbastanza la squadra perché intenta a contestare la società. La risposta non si è

fatta attendere: alcune decine di sedicenti tifosi si sono presentati al campo di allenamento e hanno picchiato il portiere foggiano, che ha naturalmente chiesto la rescissione del contratto. È seguito un ulteriore colpo di scena: Casillo ha annunciato che entro dieci giorni metterà la squadra nelle mani del sindaco, disimpegnando se stesso e la sua famiglia da qualsiasi ulteriore ruolo o responsabilità. A dire del patron, la situazione sarebbe tale da non rendere garantita l’iscrizione della squadra al prossimo campionato. Una polveriera, insomma: è difficile che in questo clima ci sia qualcuno disposto a mettere soldi nel Foggia, né il Comune e il sindaco, oppressi da una gravissima situazione di squilibrio dei conti, hanno molte possibilità di esercitare quella moral suasion riuscita negli anni passati a Paolo Agostinacchio e a Orazio CIliberti. Il rischio della dissoluzione e della ripartenza dal campionato di Eccellenza, insomma, è tutt’altro che remoto o astratto; mai come in questo caso le intemperanze dei facinorosi, che fanno ricorso alla violenza contro un bravo atleta colpevole solo di avere espresso la sua opinione, sembrano essere il perfetto alibi per una vicenda che di sportivo ha solo la cornice, e si inscrive invece a pieno titolo nel lungo diario dei conflitti di potere che nell’ultimo ventennio hanno dilaniato la città.

candidatura a Sindaco di Torremaggiore di Lino Monteleone, inaugurando il comitato elettorale del giovane politico. Presenti il consigliere provinciale Emilio Gaeta, i consiglieri comunali di Lucera Francesco Di Battista e San Severo Tiziana Sponsano e il Coordinatore provinciale Fabrizio Tatarella. La candidatura di Monteleone al momento è sostenuta da FLI, Udeur e da una lista civica.

Mariniello e Tatarella aprono il congresso dei giovani di Fli A meno di un anno dalla sua costitu- esprimeranno il proprio punto di vista zione in Capitanata, Generazione Futu- sulle strategie di sviluppo territoriali, ro, l’organizzazione giovanile di Futuro sulla necessità crescente di sicureze Libertà per l’Italia, celebra il suo primo za e legalità nelle città della provincia, sugli aspetti di vivibilità Congresso Provinciale. ambientale (rifiuti, fonti L’appuntamento è per energetiche), nonché suloggi pomeriggio, dalle ore la qualità dell’offerta cul16:00, presso la sala consiturale, del tempo libero e liare della nuova sede deldello sport in Capitanata. la Provincia, in via Paolo Al centro il tema delTelesforo, a Foggia. Sarà la fuga dei cervelli e dei sostanzialmente un punto di inizio per i giovani talenti osservato dai difuturisti, i quali, tuttavia, retti protagonisti, sulhanno già attivato circoli Fabrizio Tatarella lo sfondo, ma perfettain numerosissimi centri mente nitidi, i valori di della Provincia (Foggia, Cerignola, Man- riferimento di questa “generazione”: fredonia, Lucera, San Severo, Torremag- vita, libertà e merito, i sentimenti di pagiore, Alberona, San Giovanni Rotondo, triottismo, identità e unità nazionale, Apricena, Serracapriola, Sannicandro, europeismo dei popoli e delle culture, Ortanova) e molti altri sono ai nastri di i principi di legalità e rispetto delle repartenza. Sul piano dei contenuti, i con- gole. Le conclusioni saranno affidate al gressisti dibatteranno su temi di stretta Coordinatore nazionale di Generazione attualità relativi alla sfera dell’istruzione Futuro Gianmario Mariniello che pre(ad es. valore legale del titolo di studio) senterà il giovane candidato Sindaco e a quella del mondo del lavoro (bar- di Torremaggiore, unico paese in proriere in entrata, art.18 dello Statuto dei vincia sopra i 15mila chiamato al voto, Lavoratori, semplificazione per le nuo- Lino Monteleone, sostenuto da FLI e da ve imprese costituite dai giovani…); liste civiche.

IL COMMENTO

Giovani nemmeno da giovani di Fabrizio Tatarella

Oggi seguirò con fierezza e soddisfazione il congresso provinciale di Generazione Futuro. Guidare un partito nella sua fase aurorale è cosa tanto entusiasmante e difficile che non lascia certamente il tempo di guardare in casa d’altri. Seguo con attenzione ed interesse le vicende congressuali del Popolo della Libertà, che è comunque una grande forza politica che anche in Capitanata rappresenta, magari non nel modo migliore, centinaia di migliaia di cittadini, ma naturalmente non prendo posizione. Tuttavia, avendo fatto la gavetta in Azione Giovani, non posso nascondere un moto di tristezza per le dichiarazioni che ho letto recentemente sulla stampa da parte di alcuni esponenti della Giovane Italia, che si dissociavano da non so più quale documento. Tristezza perché era palese in quelle dichiarazioni un’occasione perduta, quella di dotare l’organizzazione giovanile del Pdl di un proprio specifico ed autonomo profilo, anziché renderla la riproposizione in calzoncini corti delle scelte degli “adulti”. Mi auguro che Generazione Futuro segua una strada diametralmente opposta, che sia di stimolo e –perché no?- di critica agli organismi dirigenti del partito. Perché se ci si attarda in queste strane manovrine di retrobottega si finisce, ribaltando un noto slogan pubblicitario, per non essere giovani nemmeno da giovani.


Cerignola

venerdì 2 marzo 2012

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IL CASO - I “resti” del partito dove non possono stare. Pochi iscritti e nessun peso politico

Manifesti e mobilio del Pdl abbandonati nel garage comunale

di Carlo Dercole Accatastati tra sedie e banchi di una scuola elementare vi sono, nel garage comunale, anche tabelloni, manifesti, scrivanie di quello che anche a Cerignola doveva essere un grande partito. Un partito, il Pdl, che dalla sua fondazione, primavera 2009, fino a poco tempo fa contava in città ben tre sedi. Una di fronte il teatro Roma, ora chiusa, una in piazza Cesare Battisti, per anni sede di An, chiusa dopo la sconfitta di Ruocco alle regionali, ed una, vicina al Duomo, inaugurata da Salvatore Tatarella e Italo Bocchino, oggi massimi esponenti di FLI, dedicata a Pinuccio Tatarella, sulla carta aperta, ma in realtà tristemente e perennemente vuota Eppure a Cerignola il Pdl è al governo della cit-

tà, ha un Sindaco, assessori, 8 consiglieri comunali (da 12, sono usciti quelli del Gam e i primi dei non eletti sono di FLI), un assessore provinciale, un consigliere provinciale e un Ruocco che, addirittura, senza più amici a Cerignola pensa di candidarsi a Coordinatore provinciale del Pdl, qualora venga celebrato un congresso che a Foggia viene rinviato continuamente. Certo il Pdl a Cer<ignola sulla carta conta 400 iscritti (numero comunque inferiore a quello della sola An che a Cerignola con Giannatempo Presidente vantava oltre 600 tesserati, tra i quali anche quelli di Metta e Tatarella) distribuiti nel seguente modo: 150 di Giannatempo, 150 degli ex Forza Italia e un centinaio di Ruocco. Nella geografia del Pdl foggiano Cerignola conta poco.

La sede del Pdl? Nel garage del Comune

Giannatempo è marginale e ha, ormai, detto addio a ogni speranza di candidatura romana o regionale, mentre Ruocco, senza neanche tutti gli iscritti della sua città e senza più amici in provincia, alza il prezzo per sperare almeno di prendere il posto di Chieffo e fare il Vice di Di Gioia

o di chi sarà eletto coordinatore per poi ritentare la corsa a Via Capruzzi. Per questo appare inquietante la scoperta fatta nel garage comunale, qualche giorno fa, da semplici cittadini indignati che lasciano le loro autovetture sotto il Comune. Da quanto tempo sono li mobili e altri suppellet-

tili del Pdl di Cerignola? Perché sono custoditi nel garage del Comune? Chi li ha portati? Chi ne ha autorizzato e autorizza tutt’ora il deposito e la custodia? Vi è un contratto regolare di custodia? Il garage comunale non è luogo adibito a custodire i resti di un partito, anche se è il partito di

L’INTERVENTO - Continua il dibattito di Puglia d’oggi dopo la demolizione dell’Albergo Moderno. Parla l’architetto Giuseppe Monopoli

La questione urbana dell’antico di Giuseppe Monopoli * Penso andrebbero salvaguardati i tracciati urbani del nostro centro storico e dunque il rispetto delle volumetrie architettoniche che determinano poi le visuali.. L’abbattimento dell’ Albergo Moderno seppur considerato da molti necessario ai fini della sicurezza è comunque un esempio di annullamento di un tracciato interno al borgo antico.. Un invito a porci sensibili a questa problematica se non vogliamo vedere trasformare la forma urbana

storica di un bene a noi caro. L’eliminazione dell’Albergo Moderno, porta di accesso della “Terravecchia” borgo antico di Cerignola, ci pone dinanzi problematiche riguardanti la questione dell’operare nel tessuto antico. In tal contesto, la giusta attuazione degli strumenti urbanistici di cui già si dispone, accompagnati da possibili nuovi strumenti integrativi a quelli già esistenti, devono mirare a salvaguardare l’esistente e a porre linee guida per una progettazione del re-

un mese dopo l’abbattimento

Rimosse le macerie dell’Albergo Moderno Lunedi pomeriggio sono state rimosse le macerie dell’Albergo Moderno, demolito 46 giorni fa. Nelle ore immediatamente successive alla demolizione, dopo le polemiche e il tam tam sui Social Network, furono sequestrati i cocci. Tra le altre cose, pare che lì vi fosse una canna fumaria di eternit, per la quale è richiesta una particolare

procedura di rimozione e smaltimento. In definitiva, le macerie erano sequestrate. Oggi si rimuovono, ma come? E perché? Non per dubitare, ma se già in fase di demolizione furono sollevati dubbi, fondati, viste poi le problematiche scaturite (vedi cedimento dell’escavatore o canna fumaria), quanto sta accadendo oggi è fattibile?

cupero. In rari casi, perchè no, misurarsi anche con la progettazione del “nuovo”, deputato ad integrarsi sia come cerniera mancante o volume sostitutivo all’interno del borgo antico, od in alternativa progettazione del “nuovo” inteso come intervento teso all’eliminazione di superfetazioni storiche più o meno recenti che impediscono la visione e/o utilizzo di una architettura o di un tracciato urbano celato avente maggior valore. La demolizione dell’Albergo Moderno vuole entrare forzatamente a far parte in un possibile progetto del “nuovo”, risulta però un intervento incompleto concettualmente, privo di valide premesse, per il quale ci chiediamo, a quale fine è indirizzato da un punto di vista urbanistico-architettonico ?

all’interno del Borgo antico e questo è già sufficiente per essere estrinsecamente un valore di per se; si tratta di un volume edilizio databile al 1912, privo di tratti artistici, che però ha per molti anni determinato un tracciato interno al Borgo, entrando nella memoria storica dei cittadini anche per certi eventi legati all’ospitalità di personalità di spicco E’ una domanda-que- del novecento.ù A questa discussa opestione che dobbiamo porrazione di demolizione, si ci. Si tratta di una rimozio- aggiunge anche la demone senza una preventiva lizione di un’altri due più progettazione, da molti piccoli manufatti edilizi, ritenuta però necessaria databili ai sec. VIII/ XIX, per la messa in sicurez- ed adiacenti allo stesso Albergo Moza di un’area derno, romc i rc o s t a n t e ; Si tratta di pendo defici chiediamo una rimozio- nitivamente però, l’Alberne senza una quel gioco go non sarà preventiva di volumi e forse strutturalmente più progettazione, da molti l ’ a r m o n i a robusto di ritenuta però necessaria delle quinte tanti altri ma- per la messa in sicurezza p r o s p i c e n t i nufatti edilizi di un’area circostante. largo Matera, molto più an- Ma il suo vademolizioni tichi di esso? lore è l’essere anch’esse riMolti si sono nel borgo tenute necesaccaniti sulla sarie sempre questione deper la messa molizione si in sicurezza demolizione no, valore si dell’area circostante.. valore no, riferito al maUna operazione di denufatto edilizio. molizione in tal contesto Credo che il suo valore urbano dovrebbe sicusia senz’altro quello di es- ramente essere l’atto ulsere un volume ricadente timo quando le motiva-

maggioranza che governa questa città. A nessun altro partito sarebbe stato consentito di lasciare, seppur temporaneamente, il proprio materiale in un garage pubblico, di tutti i cerignolani, senza il consenso di qualcuno. Un esempio di sciatteria e di trascuratezza di amministrazione della cosa pubblica e di conduzione di un partito che fu. Segno dei tempi. Un partito che abbandona se stesso è un partito che è già stato abbandonato da tanti suoi elettori. Tra tante domande e interrogativi una sola certezza: il Pdl a Cerignola non c’è più. E non c’è più non perchè non ha più sedi, ma perché non fa più comizi, iniziative, perché ha perso la sola cosa che conta in politica: il contatto con la gente, di cui, oggi, ha evidentemente paura. zioni scaturiscono dalla sola messa in sicurezza dell’area circostante, ovvero senza una progettazione del “nuovo” che esprima un alto valore. Dunque una domanda sorge spontanea, quale proseguo adesso per l’area rimasta vuota? Le alternative potrebbero essere molteplici, ovvero, si potrebbe agire in primo luogo ripristinando una sagoma volumetrica simile alla precedente e stabilirne un uso di valore, oppure, molti hanno prospettato anche una piazzetta, quest’ultima dovrebbe però essere legittimata solo da forti motivazioni urbanisticoarchitettoniche, poichè tale intervento rischierebbe di essere annoverato come un precedente alquanto pericoloso che va a legittimare il cambiamento della forma urbana antica. Immaginate cosa sarebbe la Terravecchia sostituendo i pieni con i vuoti in vari punti del borgo stesso, cambiare in maniera diffusa la forma urbana antica è senza ombra di dubbio un delitto. Sicuramente la risposta progettuale non dovrà risiedere in un idea che contempli solo l’utile, andrebbe invece pensato un intervento di alto valore in grado di giustificarsi in termini urbanisticoarchitettonici con il contesto urbano. * Architetto


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Europa

venerdì 2 marzo 2012

IL CONVEGNO - Evento sul trasferimento tecnologico organizzato da Salvatore Tatarella

Con la ricerca per tornare a crescere di Eliona Cela Si é svolto questa settimana al Parlamento europeo l´evento organizzato dall´on. Salvatore Tatarella sul Trasferimento Tecnologico durante il quale é stato presentato il progetto che vede l´europarlamentare impegnato nello sviluppo innovativo del passaggio delle conoscenze dal settore pubblico a quello privato. La tecnica del trasferimento tecnologico nasce in California nel 1948 portando negli Stati Uniti degli esempi eccellenti di settori imprenditoriali legati alla ricerca. Durante gli anni Sessanta si riteneva che esso significasse trasmissione a senso unico di tecnologia dal «ricco» Nord al «povero» Sud. “Un´idea che risulta di scottante attualità “ ha dichiarato l´eurodeputato

“l’accesso al sapere rimane decisivo per il Sud e per l’Est dell´Europa, ma con il cosiddetto Braindrain (fuga di cervelli) o addirittura con il Brainsuck (la sottrazione attiva di conoscenze) le regioni perdono sempre più sapere e conoscenze tornando a quel pensiero di 40 anni fa. Le persone più istruite vengono generalmente attratte dal Nord. È così che i saperi scompaiono proprio là dove sarebbero più necessari, una flagrante mancanza di coerenza da parte delle nazioni maggiormente industrializzate”. L’Europa più volte paragonata ingiustamente agli Stati Uniti ha una differenza culturale, sistemi universitari e una gestione del trasferimento tecnologico molto diversa il che rende inutile cercare di copiare un modello già collaudato come quello

degli States. “Credo fortemente che l´Europa deve trovare il proprio modello” ha aggiunto Tatarella “... é anche vero che noi siamo meno propensi a rischiare, mentre negli Stati Uniti il rischio su investimenti incerti sembra non abbattere le industrie, in Europa si é più propensi a investire laddove si hanno certezze. Per questo diventa difficile dare un quadro generale europeo sul Trasferimento tecnologico, un quadro che riesca a prendere in considerazione le importanti differenze tra nord e sud dell´Europa ma alcune volte anche tra nord e sud di alcuni stati europei ( vedi Italia e Spagna) per non parlare dei paesi dell’est.” All’incontro sono intervenuti molti esperti tra cui il Prof. Giuseppe Visaggio, responsabile per il trasferimento tecnologico presso

l´Università di Bari. “Come processo di innovazione che coinvolge molti attori tra cui Università, centri di ricerca, centri di innovazione tecnologica ed imprese il trasferimento tecnologico richiede chiarezza, sviluppo e monitoraggio. “ha ribadito il professore cercando di fare un quadro generale della situazione del sud Italia in materia di innovazione tecnologica. “La mancanza di fondi, uno sviluppo sperimentale non sempre corretto e approfondito, gli errori nel trasferimento tecnologico stesso alle imprese sono alla base delle difficoltà che si possono incontrare in questa pratica innovativa così importante ai giorni nostri. Quello che chiediamo alle istituzioni é di produrre meno sigle, meno programmi e di restringere il campo permettendo alle imprese che hanno

contraffazione e diritti di autore

Più di due milioni di cittadini europei contro l’Acta per difendere Internet

Una recente manifestazione contro l’Acta

“Combattere la contraffazione lasciando Internet libera”, e’ questo l’obiettivo del Parlamento europeo che dovrà a breve cercare una soluzione alla spinosa questione dell’ accordo anticontraffazione meglio conosciuto come ACTA. L’ Unione europea, infatti, ha da poco iniziato le consultazioni che hanno dato inizio ai lavori di ratificazione dell´accordo. Il Parlamento è chiamato a dare un proprio parere positivo o negativo in merito all’ accordo non avendo nessun tipo di possibilità di modificare il testo. L’opinione pubblica

ma soprattutto Avaaz, l´organizzazione che promuove la mobilitazione cittadina on line si e’ mobilitata, le mailbox dei deputati sono bombardate da email che cercano di smuovere le coscienze dei parlamentari europei, spingendoli nella direzione di una scelta dettata più dal buon senso che dalle necessità dell’industria. L´azione anti ACTA ha trovato conclusione in una petizione presentata in questi giorni che ha dato voce al pensiero di 2,4 milioni di cittadini i quali hanno detto NO all´accordo. I cittadini europei vedono nell’AC-

TA un potenziale pericolo per la propria libertà di espressione online, per cui chiedono agli organi competenti di fare un passo indietro e rivedere quanto meno i punti cruciali del provvedimento che in questi mesi tiene banco nel “Vecchio Continente”, se non addirittura di archiviarlo in maniera definitiva. 2,4 milioni di firme, una cifra che non puo’certamente lasciare indifferenti i deputati europei per i quali e´necessario uno studio attento che prenda in considerazione tutte le preoccupazioni attraverso una valutazione dei

fatti, cercando di combinare la lotta alla contraffazione e un’internet libera. Intanto la Corte di Giustizia Europea e’ stata chiamata a valutare le conseguenze che un accordo internazionale del genere potrebbe portare a livello legale. Jeremie Zimmermann di La Quadrature du Net, gruppo che da tempo si oppone all’ACTA, ha evidenziato che l´accordo «incoraggi le aziende come gli ISP, i motori di ricerca, i gestori di piattaforme video ed altri a maggiori controlli ed a mettere in atto azioni di repressione nei confronti dei propri utenti nonostante siano consapevoli dell’impatto sulla libertà». La petizione arriverà in Parlamento, la commissione per le Petizioni deciderà se accettarla o meno, un processo che di solito dura due mesi. Il tempo necessario per dare all´Europa la possibilità di trovare una soluzione per non sostenere le violazioni del diritto d’autore, ma nello stesso tempo non cedere nelle mani delle aziende un simile potere di repressione. Eliona Cela

bisogno di innovazione e di tecnologia di sapere a chi rivolgersi e ai centri di ricerca di potersi specializzare in un settore preciso” ha concluso Visaggio. In Italia dal 1997 sono attivi più di 39 uffici di trasferimento tecnologico senza contare le Università. In Europa ci sono circa

450 uffici con introiti pari a 93,8 milioni di euro ( dati del 2010). “Il trasferimento tecnologico é solo una parte di come la ricerca e´indispensabile per le imprese soprattutto nel nostro paese dove le PMI sono il nostro valore aggiunto” ha concluso Tatarella.

l’irlanda chiederà il referendum

Fiscal compact, si complica il cammino L’Irlanda ha annunciato che organizzerà un referendum sul fiscal compact, il trattato che introduce le nuove regole di bilancio nell’Unione europea. Una decisione cha fa tremare i polsi a tutti, già nel 2008 l’Irlanda bocciò il Trattato di Lisbona per poi essere approvato in un secondo voto popolare che ha tenuto con il fiato sospeso tutta Europa. Il primo ministro irlandese Kenny cerca di mantenere i nervi saldi ed esprime un certo ottimismo sul risultato del referendum: “Al popolo irlandese verrà chiesto l’autorizzazione a ratificare il nuovo trattato, sono convinto che sia interesse dell’Irlanda confermare questa intesa”. Ma l’esito non è scontato per niente: secondo alcuni sondaggi il 40% degli irlandesi è a favore del fiscal compact, il 36% è contrario, mentre il 24% è ancora indeciso. La notizia del referendum irlandese era stata preceduta dalla decisione di cancellare il vertice dell’eurozona che doveva svolgersi ai primi di marzo. Una scelta dettata dalla impossibilità di trovare un accordo tra gli stati membri per il potenziamento del fondo salva-Stati. Un duro stop è stato dato dalla cancelleria di Berlino che ancora non è pronta a dare il suo benestare. Proprio negli ultimi giorni una sentenza della Corte costituzionale tedesca ha deciso che l’uso del fondo salva-Stati deve essere approvato dal Bundestag

in sessione plenaria. Una brutta notizia per la Merkel, che sperava di bypassare il responso del Parlamento, dove cresce il malcontento per gli aiuti ai paesi in difficoltà sull’onda di un euroscetticismo in aumento tra i cittadini tedeschi. Dal canto suo, il Presidente della Commissione europea, Jose’ Manuel Barroso, ha ostentato un certo ottimismo durante la conferenza stampa a seguito di queste notizie: “E’ il momento della verità, bisogna tradurre le buone intenzioni in risultati concreti. Nel corso del mese di marzo, ha detto Barroso, si parlerà anche della Spagna e della sua eventuale richiesta di rinegoziare il taglio del deficit concordato con Bruxelles”. Il presidente dell’esecutivo europeo ha poi sottolineato: “per l’Europa non basta la sola austerità, ci vuole anche crescita. E’ questo l’equilibrio che dobbiamo cercare”. Anche il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, giunto a Bruxelles per incontrare il responsabile degli Affari economici Olli Rehn e una delegazione di eurodeputati italiani, si è mostrato sicuro sull’approvazione del fondo salva-Stati e ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è l’agenda per la crescita, l’Italia ha dimostrato di avere i conti in ordine, adesso stiamo prendendo decisioni concrete, per crescere stabilmente e rilanciare l’occupazione”. Vincenzo Matano


Spettacoli e Cultura

venerdì 2 marzo 2012

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MARTINA FRANCA - Dal palcoscenico può venire un forte messaggio contro ogni forma di violenza e di sopraffazione

Il teatro centro di civiltà Oggi a Martina Franca l’incontro con Michel Nebenzhal sul tema “Mediterraneo, cadono le dittature, crescono i teatri” di Giuseppe Pugliese La cultura come mezzo di crescita di una intera Nazione? Sicuramente si. Ed in quest’ottica il ruolo del teatro non può certamente essere messo in secondo piano. Dal palcoscenico viene un forte messaggio contro ogni forma di violenza e di sopraffazione. Questa sera alle ore 19.00 l’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi ospiterà il Prof. Michel Nebenzahl, docente universitario di Estetica, Filosofia e Psicoanalisi applicate al Teatro, il quale terrà una conversazione sul tema “Mediterraneo: cadono le dittature, crescono i teatri!”. L’incontro sarà teso ad approfondire la riflessione sulle arti dello spettacolo nell’era contemporanea della globalizzazione, tra integralismi e confronti interetnici e interculturali. Moderatore dell’incontro, organizzato in collaborazione con l’Associazione “Pietre che Cantano” di Cisternino e l’Archivio Transtv, sarà Paolo Luigi De Cesare (Membro della direzione artistica e responsabile “strategie” per l’Associazione “Pietre che Cantano”). Nell’occasione sarà inoltre presentato il progetto «Euro-Mediterraneo» dell’Associazione Mondiale dei Teatri Universitari. L’ingresso libero fino a esaurimento posti. Michel Nebenzahl ha insegnato Estetica, Filosofia, Psicoanalisi applicate al Teatro presso l’Università di ParigiNanterre (dal 1974 al 2007) e presso l’Università di Katmandu, in Nepal, nella stagione 1968-69. Formatosi come attore da un allievo di Vachtangov, ha interpretato diverse allestimenti di opere di Shakespeare e Cechov. È stato docente presso la Scuola del Theatre National de Chaillot e quella del Theatre National de Bretagne. Nel 1999 ha fondato la Scuola del Teatro Universitario presso l’Università di ParigiNanterre ed è membro dell’Associazione Internazionale dei Teatri Universitari dal 2001. Con lui si sono specializzati più di 150 studen-

Michel Nebenzahl

ti. Vanta ben 15 creazioni originali, che sono state poi riprese in numerosi Festival Internazionali ricevendo premi ed onorificenze. Ultimamente ha ricevuto per due volte il Gran Premio ed altri importanti riconoscimenti al Festival Internazionale dei Teatri Universitari di Marrakech. Durante un anno di lavoro in un carcere femminile a Rennes ha scritto una commedia sulla vita dei prigionieri; quest’opera ha vinto il Premio del Teatro di Ricerca nel Festival Internazionale dei Teatri Universitari di Lausanne nel 2001. Ha tradotto opere di Thomas Bernhard e ha contribuito alla loro diffusione in scena (in qualità di regista e drammatur-

go) nell’ambito di Festival come quello di Beaubourg, Avignon, Wiener Festwochen e molti altri. Tra le sue pubblicazioni più apprezzate: «The memory of Occident: esthetics and the logic of domination» (1978); «Hysteria, between myth and mythology» all’interno del “Journal for Biomedicine and pharmacology” (1983); «The stage and the time» nella raccolta “Esquisses psychanalytiques” del1992 ; numerosi articoli scritti nel 1988 per i sei volumi della «Encyclopédie philosophique» (tra i quali, il famoso saggio «The absolution of art»). Ha svolto per vent’anni l’attività di psicoanalista presso importanti istituti internazionali, occupandosi in particolare di “etica di

organizzazione”. In Puglia collabora con l’Associazione “Pietre che Cantano”, con la quale ha un comune interesse per l’attualità delle opere di Shakespeare. All’omonimo Festival del 2011, dedicato ai 50 anni dall’uscita del Film “West Side Story”, ha partecipato con un reading prima del concerto sul tema “Romeo e Giulietta e la questione giovanile oggi”. Nel gennaio 2012, in occasione della Giornata della Memoria, ha tenuto una conferenza circa le origini dell’antisemitismo, analizzando la versione cinematografica de «Il mercante di Venezia» con Al Pacino come attore protagonista. In occasione della giovane rivoluzione araba ha dato un importante contributo al Forum Internazionale dei Teatri Universitari, tenutosi a Monastir in Tunisia, che ha avuto come tema «Il teatro al centro dei cambiamenti e delle mutazioni vissute dal mondo arabo». Dall’incontro è nata l’idea di realizzare un coordinamento «euromediterraneo » dei Teatri Universitari.

bari - teatro kismet

A lezioni di rock con i Pink Floyd Continuano serrate presso il cinema Armenise, con start alle ore 21, le ‘Lezioni di rock’, di Gino Castaldo e Ernesto Assante. Una sorta di libro di storia del rock raccontato con parole, immagini e suoni. Una musica da sentire ma anche da vedere attraverso immagini e spezzoni che ripropongono vicende artistiche rappresentate con gli stili diversi delle varie epoche. 
Una serie di incontri nei quali si ripercorrono i grandi momenti del rock e non solo, le incisioni indimenticabili, le storie dei personaggi che hanno segnato l’evoluzione della musica popolare. Così mercoledì 7 marzo è la volta dei Pink Floyd in versione remastered, con le nuove uscite sui vecchi materiali Pink Floyd, i missaggi originali in quadrifonia, gli inediti, nuovi tasselli per la più grande

storia musicale del rock dell’età d’oro. Una celebrazione dell’arte della band di Waters, Gilmour, Mason e Wright. La musica dei Pink Floyd è senza alcun dubbio nel cuore del rock. Fantastica, visionaria, sorprendente, avventurosa, misteriosa e magica, elettrica e romantica, oscura e appassionata, ha attraversato quattro decenni senza perdere forza e fascino. Gino Castaldo e Ernesto Assante, in occasione della pubblicazione dell’intero catalogo discografico dei Pink Floyd, accompagneranno gli spetattori in un meraviglioso viaggio all’interno dell’universo Floyd, ripercorrendo le tappe essenziali della carriera della band inglese, riproponendo, nelle nuove versioni rimasterizzate, i classici del loro repertorio, offrendo al pubblico inediti e curiosità.

bari

Cena e teatro nel borgo storico Da stasera fino a domenica 4 marzo andrà in scena al Teatro Kismet di Bari Amleto, diretto da Maria Grazia Cipriani e interpretato dalla compagnia Teatro del Carretto. “Proveremo a leggere il testo nella prospettiva del protagonista” dice la regista” con le altre figure, fantasmatiche o reali, filtrate dalla sua sensibilità o dalla sua immaginazione: proiettando il dramma come in un sogno... in una riscrittura che attraverso spostamenti, cesure e montaggi caratterizzi una struttura che pur dal taglio quasi cinematografico, metta in evidenza o infranga ogni convenzione teatrale, sempre sovrapponendo moto tragico a moto comico e che lasci l’interpretazione psicanalitica

bari - al cinema armenise

come quella politica visibili in trasparenza, per mettere in luce il dramma dell’uomo oppresso da pensieri sul senso dell’esistenza: solo con i fantasmi, il dubbio, l’essere o non essere...” La scena è rotta da pannelli purpurei, un rosso che risucchia e risputa un bianco di personaggi, ne svela dalle morbide fessure frammenti improvvisi o insinuanti, al ritmo di-

sarmonico di una mente turbata. Alle spalle di Amleto un canto di Gertrude e un ghigno di Re, davanti a sé un teatrino in miniatura con i personaggi del dramma che vanno svanendo ad ogni colpo mortale, e lo Spettro dentro. Il Principe galleggia in un presente dilaniato tra misfatto subìto e ingannevole follia, “fragilità, il tuo nome è femmina”. Irrompe un frastuono lussurioso all’eco lontana di festini e battaglie, personaggi ebbri di vita si spengono nella loro nudità ai fianchi della scena. Entrano gli attori, accade la pantomima, turbamento e divertimento, odore di vendetta che si fa strada e che non verrà consumata. Pioggia di petali che ingoia Ofelia, danza di scheletri, preludio al duello finale, climax in scala di marionette che irrompe in dramma su scala umana. Isabella Battista

Con Beethoven il nuovo concerto allo Showville

Questa sera, venerdì 2 marzo 2012, alle ore 21.00, presso la multisala Showville di Bari, l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un nuovo concerto del ciclo “Raccontare Beethoven”, sotto la direzione del maestro, Roberto Tolomelli e con solista il pianista, Luigi Ceci. Il programma della serata prevede l’esecuzione di musiche di Franz Schubert Sinfonia

n. 4 in do minore “La Tragica” e di Ludwig van Beethoven Concerto n. 1 in do magg. per pianoforte e orchestra op. 15. I biglietti sono in vendita al costo di 10 euro (intero) e 8 euro (ridotto) presso il botteghino della multisala Showville aperto tutti i pomeriggi a partire dalle ore 16.00 (mercoledì – sabato - domenica anche di mattina dalle ore 10.30 alle 13.30). Info: 080.9757084.


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Cinema

venerdì 2 marzo 2012

HYSTERIA - Un film sull’emancipazione sessuale femminile

Comedy pungente ma mai volgare di Michele Falcone Diretto dalla nipote del mitico direttore della fotografia Haskell Wexler, (Tornando a casa, Chi ha paura di virginia Woof?,La conversazione), Hysteria é una simpatico commedia romantica dai risvolti erotici. Ambientato nella repressa Inghilterra vittoriana, siamo nel 1880, lo

script della Wexler, al suo terzo film, é uno script di una freschezza che sa dell’incredibile, vi si racconta praticamente l’eccitante storia dell’invenzione del vibratore elettromagnetico femminile. Grazie al garbato umorismo britannico questa commedia ambigua giocata sui doppi sensi non scade mai nel volgare e

la scheda dei film - hysteria REGIA: Tanya Wexler SCENEGGIATURA: Jonah Lisa Dyer, Stephen Dyer ATTORI: Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal, Rupert Everett, Jonathan Pryce, Felicity Jones, Ashley Jensen PRODUZIONE: Informant Media, Beachfront Films, Forthcoming Productions PAESE: Germania, Francia, Gran Bretagna 2011 DURATA: 100 Min

non appare sboccata e scollacciata, anzi ne evidenzia temi e repressioni femminili, raccontandoci quasi una favola sulla conquista dell’identità femminile, non solo sessuale. Presentato all’ultimo Festival di Toronto 2011, Hysteria é passato in concorso anche al Festival di Roma ed ha come protagonisti Hugh Dancy nei panni del dottor Granville, seguace del Dottor Dalrymple (Jonathan Pryce), specializzato proprio nella cura delle isterie femminili, nel cast troviamo anche Maggie Gyllenhaal che interpreta Charlotte, figlia piena di vitalità e passione di Dalrymple, di cui Granville si innamorerà. Accorato film sulla emancipazione sessuale, Hysteria sorprende per la freschezza della narrazio-

Metropolis Mola (Ba) Hysteria

h 19:00 - 21:20

Paradiso amaro In Time

h 19:10 - 21:30 h 19:20 - 21:50

Uci Cinemas Molfetta (Ba) Hugo Cabret 3D Quasi amici

h 17:50

h 17:30 - 19:50 - 22:15

Tre uomini e una pecora h 17:40 - 22:25 La locandina del film diretto da Tanya Wexler

ne e per la classicità di un racconto che tiene sempre un buon ritmo, senza mai stancare, anzi impreziosito da momenti ironici e divertenti, dove su tutti domina, con le sue battute lo stravagante inventore Rupert Everett, davvero bravo nella parte di un credibile dandy inglese. Il risultato è una gra-

devolissima e irriverente commedia british, piacevole nei toni e pungente nello humour, una satira sociale mai volgare nonostante l’inevitabile presenza di scene orgasmiche, trattate dai dottori sempre con professionale distacco scientifico (e questa è una delle trovate migliori della pellicola).

Showville Mungivacca (Ba) Com’è bello far l’amore h 16:30 - 18:30 - 20:30 - 22:30 Viaggio nell’isola misteriosa 3D h 16:45 - 18:45 - 20:40 - 22:40 40 Carati

h 18:30 - 20:30 - 22:30


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