Puglia d'oggi numero 3

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Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 27 gennaio 2012 • anno III n. 3 nuova serie • 1 euro

Settimanale a diffusione gratuita

TRIVELLAZIONI

CERIGNOLA

Puglia, il coro unitario a sostegno dell’ambiente e del nostro futuro

Tanta gente al comizio di Fli: Tatarella scarica il sindaco Giannatempo

alle pagg 10 e 11

L’ELZEVIRO

Week end con il morto

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Sorriso ebete, occhiali neri che provvidenzialmente coprono occhi presumibilmente beoti. In due o da soli, ben inquadrati con la carcassa dolente ed immane della Costa Concordia riversa sulla fiancata. Davanti a loro, a un paio di metri, un altro imbecille che li riprende con lo smart phone o con la camera digitale. Fermi, sorridete, ecco fatto. La vostra insipienza è affidata all’eternità del digitale. Sono i turisti del macabro. Specie in via di rapida proliferazione. Li abbiamo visti ad Avetrana: fiori in mano, viso commosso al punto giusto, lacrima d’ordinanza pronta a spuntare a comando. Sulla tomba kitsch di quella povera ragazza, davanti al garage di zio Michele, nei pressi del pozzo dove è stato gettato a marcire il cadavere di una quindicenne plasmata dalla tv di oggi, esattamente come la sua presunta assassina. Li abbiamo visti sulle tracce di Yara, il brutto anatroccolo che faceva ginnastica, uccisa e gettata in un campo a due passi dal tutto dei nostri giorni: discoteca, centro commerciale. Nessuno è riuscita a trovarla viva. Ma da morta, ecco la processione. Pare che la spinta sia fortissima. Impossibile resistere al vuoto interiore che ti spinge a cercarti dove altri hanno chiuso la vita in un incubo di paura, di dolore, di liquida e profonda disperazione. I media ti illudono che tutto succeda a due passi da te. E tu percorri quei passi per trovarti, almeno per un istante, al centro di un fatto vero e definitivo. L’unico che possa dare un senso alla tua vita da cui è scivolata via anche l’ultima goccia di senso.

www.pugliadoggi.it

a pag 13

BARI - Tuttora restano sconosciuti. Potrebbe essere chiunque, perfino la mafia

L’EDITORIALE

Cittadella della giustizia: L’esempio della vera chi sono i finanziatori? destra di Gianmario Mariniello

I proprietari della Cittadella della giustizia, che Pizzarotti vorrebbe costruire a Bari, potrebbero essere anche dei mafiosi. Vi sorprende? È un paradosso, ma, se ne volete sapere di più, seguiteci. Dal cappello magico di Pizzarotti spunta un finanziatore. Tirerebbe fuori i cento e passa milioni occorrenti per la costruzione della Cittadella. Tutti, subito e cash. Chi può disporre oggi di una simile somma? Mistero. Il sistema creditizio è in crisi di liquidità, ma Pizzarotti assicura. I soldi ci sono. Potrebbe essere chiunque. Una banca, una società privata, o, per assurdo, anche la mafia. Pizzarotti non lo dice e mantiene il segreto. Ragioni di riservatezza, obiettano i suoi. Ma può bastare? Per ogni persona ragionevole, no. E nemmeno per noi. a pag 6

Gianfranco Fini fa una cosa di destra: da il buon esempio. E per primo nella storia del nostro Paese si ridurrà lo stipendio da Presidente della Camera di un cospicuo 10/15%. Una misura che colpirà anche vicepresidenti, Presidenti di commissioni e tutti coloro che hanno diritto a una indennità di vertice. Proteste in arrivo… Si tratta di una misura che verrà discussa il mese prossimo, mentre entro fine gennaio si deciderà sull’altra proposta di Fini: cambiare la disciplina dei rimborsi per i collaboratori cui hanno diritto i deputati. Basta con rimborso a forfait: si avrà diritto a quei soldi solo se saranno presentati contratti dei collaboratori e certificazione delle spese realmente effettuate. [...] segue a pag 2

PETRUZZELLI

Pd, che combini sulla Fondazione?

a pag 7

REGIONE PUGLIA

Le dimissioni di Fiore

l’occhio sul Belpaese

a pag 4

FOGGIA

Il palazzo degli azzerati

a pag 12

BARI

Blocchi, quali conseguenze?

a pag 3

Due figurine di Rivera per un Pizzaballa. O se preferite Baggio per Ronaldo. O ancora, Del Piero e Buffon per Milito e Ibrahimovic. Certa parte di politica italiana, mentre il Paese lotta e soffre alla ricerca di una soluzione ai gravi problemi che lo attanagliano, si diverte a giocare con le figurine. Come si faceva un tempo a scuola durante la ricreazione, tra compagni di classe. Viene proprio da pensare così, leggendo le dichiarazioni di Umberto Bossi rilasciate ieri mattina. “Dammi la testa di Monti o ti tolgo Formigoni”. Che le pressioni ed i ricatti (politici) siano arma usuale del Senatùr è cosa nota. Che preferisca un attegiamento simile a un dialogo è anche noto. Peccato che l’Italia abbia cose più importanti da fare che giocare con le figurine. Anche se l’album non è ancora completo.

di Roberto Mastrangelo


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In primo piano

venerdì 27 gennaio 2012

IL COMMENTO - Quale futuro per Monti e per i suoi Ministri? I possibili scenari

Una virtuosa alleanza pra pratica e tecnica

L’ingresso principale di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica

di Salvatore Tatarella Mi sono sempre chiesto se i leader politici italiani abbiano ancora la sana abitudine di leggere i giornali o se, invece, le informazioni e le notizie che leggono si esauriscano nel susseguirsi frenetico dei dispacci di agenzia, attentamente filtrati dai loro onnivori uffici stampa. Non so, quindi, se alcuni di loro hanno letto il fondo di Giuseppe De Rita, pubblicato qualche giorno fa sul Corriere della Sera. Ne consiglio vivamente la lettura, per qualche opportuno approfondimento. De Rita, che di mestiere fa il sociologo e, quindi, osserva con lenti professionali i cambiamenti e le evoluzioni della società e della politica italiana, nella sua godibile analisi si chiede, in

l’editoriale

sostanza, cosa faranno da grandi Mario Monti e i suoi ministri. Un tema, scusatemi la citazione, che ho già avuto modo di incrociare la settimana scorsa, commentando i buoni, ma vani consigli che Giuliano Ferrara aveva suggerito a un sempre più distratto e depresso Silvio Berlusconi. Richiamando i precedenti storici di elites tecniche chiamate ai vertici della politica italiana ( l’immediato dopoguerra con Menichella, Saraceno e Mattioli e la parentesi 92/94 con Ciampi, Dini, Guarino e Maccanico ), De Rita analizza i tre possibili scenari che potrebbero aprirsi al termine di questa fase: gli attuali ministri fanno un passo indietro e tornano alle loro attività professionali; fanno un passo di lato

e vanno a occupare altre postazioni, più consone al loro profilo tecnico; fanno un passo avanti e restano in politica, formando un loro partito o entrando in una delle formazioni esistenti o in via di costituzione in questa fase di profonde trasformazioni. De Rita non azzarda previsioni, sottolineando opportunamente che molto dipenderà dalla reazione dell’attuale classe politica, più propensa a tollerare una temporanea supplenza, che a subire una sua definitiva estromissione. Personalmente ho già espresso la mia previsione. I professori non usciranno di scena. Per più di un motivo. Se vogliamo essere riduttivamente prosaici, basterà riflettere sul fatto che pochi sono coloro che, assapo-

segue da pag 2

rato una volta il potere, ne sanno poi fare a meno. Se vogliamo fare più appropriate valutazioni di merito, non è difficile concludere che i Ministri in carica sono largamente più bravi, più competenti e più presentabili delle allegre compagini dell’ultimo Berlusconi e non dovrebbe essere difficile per loro trovare alloggio presso partiti cosi poveri di figure di qualità. Se guardiamo, infine, all’incerto e difficile futuro che attende l’Italia e l’Europa sarebbe da veri sprovveduti e incoscienti tornare a una governance che ha dimostrato tutta la sua inappropriatezza, tanto da non poter nulla opporre al pressante invito a farsi finalmente da parte. I professori, quindi, resteranno e, senza alcuna remora, aggiungo che è bene che restino. I leader politici, e per quanto ci riguarda più da vicino Gianfranco Fini, non debbono tollerare, nè subire questa svolta. Debbono favorirla. L’attuale compagine governativa, come ha giustamente rilevato De Rita, non ha un’estrazione omogenea. L’idea che tutti insieme possano dar vita a un nuovo e originale partito, è abbastanza improbabile. Non ne avrebbero il tempo e un tale obiettivo contrastereb-

L’esempio della vera destra [...] Gianfranco Fini comunque già ha portato a casa un risultato epocale: ha aumentato età pensionabile dei deputati per avere vitalizio. E ha cambiato metodo: tutti i parlamentari avranno diritto al vitalizio con il sistema contributivo, come tutti i comuni mortali. Non a caso sono piovuti ricorsi, specialmente dal PdL, partito che non perde occasione per di-

Il governo approvi subito il decreto legge per risarcire coloro i quali hanno subito danni da trasmissione di sangue infetto a seguito di trasfusioni, somministrazione di emoderivati e vaccinazioni obbligatorie. È quanto chiede il vicepresidente dei deputati di Futuro e Libertà, Carmelo Patarino, primo firmatario di una mozione depositata oggi. In particolare, Patarino, Segretario della

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

genita incapacità di mettere da parte il suo interesse aziendale, anche davanti alle drammatiche condizioni del Paese, che aveva avuto in sorte di governare. Oggi sono passati solo tre mesi scarsi dalle sue dimissioni e già la sua vicenda appare distante un secolo. La scena nazionale è cambiata e i leader politici, se sono tali, debbonno capirlo prima degli altri, guardando avanti, oltre il proprio naso e oltre la propria ambizione. Altrimenti, finiranno nel dimenticatoio, prima o insieme a Berlusconi. Gianfranco Fini, più di tutti, ha avuto tante mirabili intuizioni, vedendo oltre, anticipando gli altri e, per questo, rischiando e pagando di persona. Per quanto mi riguarda, è il leader più adatto per questa nuova svolta. Questa volta non si tratta di rompere e lasciare, ma di unire e costruire. Ma non abbiamo molto tempo. È ora di agire.

gli ultimi dati istat

Record nel divario tra salari e prezzi Mai così alto il divario tra salari e prezzi: si è arrivati, secondo l’Istat, ai massimi da 17 anni. Male anche il dato sugli stipendi minimi che non toccavano cifre così basse dal 2012. I dati presentati dall’Istituto relativi al mese di dicembre indicano come sia cresciuta (arrivando a toccare l’1,9%) la forbice tra aumento delle retribuzioni con-

trattuali orarie (+1,4%) e il livello d’inflazione (+3,3%). Per ritrovare un dato maggiore bisogna tornare indietro all’agosto 1995. Per quel che riguarda il dato sulle retribuzioni contrattuali, nel mese di dicembre sono rimaste ferme. Per l’Istat la stima del valore tendenziale è la più bassa dal mese di marzo del 1999.

la mozione in parlamento di carmelo patarino

Subito la legge per i danni da trasfusione

fendere i privilegi delle caste. Gianfranco Fini ha fatto quello che nessuno dei suoi predecessori ha mai immaginato di fare, compresi i suoi predecessori, buoni ultimi Casini e Bertinotti. Essere di destra significa essere di un’altra pasta. E significa dare il buon esempio. Solo così si ricostruisce fiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni. Gianmario Mariniello

be con la loro attuale missione. I partiti, tutti i partiti, avrebbero del resto facile gioco a impedirlo, trovando un qualche pretesto per far cadere il Governo. Stesso discorso vale per i singoli Ministri e per lo stesso Presidente del Consiglio, ove fossero tentati di perseguire uti singuli questo disegno. Non resta, allora, che favorire una virtuosa alleanza fra la politica praticante, della quale non si può fare a meno, perchè depositaria di una visione della società, di una summa di valori e di obiettivi, e la politica delle competenze, come espressa da questo governo. Questa scelta implica necessariamente il ridimensionamento di alcune aspettative personali, ma il vero statista è colui che sa anteporre gli interessi nazionali a quelli personali. Silvio Berlusconi è stato travolto, non tanto per le sue stravaganze donnaiole, quanto per quella sua con-

Redazione Via Abate Gimma, 163 70121 Bari redazione@pugliadoggi.it tel. 080/5213360 fax. 080/5220966 www.pugliadoggi.it Editore Publimedia Sud srl Stampa Rotostampa - Lioni (Av)

Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, chiede che il Governo riprenda l’esame del decreto legge avviato il 5 maggio scorso e che attribuiva un risarcimento sotto forma di indennizzo straordinario, rateizzato, ai soggetti che avevano presentato istanza transattiva entro il 19 gennaio 2010; nello schema del Dl, la copertura finanziaria veniva assicurata da stanziamenti plurien-

Distribuzione Agenzia Lobuono Bari Ufficio pubblicità Stefania Verardi t. 080.5739832 info@publimediasud.it Archivio Fotografico Michele Falcone

Carmelo Patarino - Fli

nali legati all’aumento dell’accisa sui tabacchi e stanziamenti previsti dalla Legge finanziaria del 2008 e reiterati nei bilanci successivi. Tuttavia, a causa di “tecnicismi da verifica-

Sostenere Puglia d’oggi Per sostenere il giornale e ricevere Puglia d’oggi a domicilio è possibile inviare un contributo minimo di 50 euro. - Bonifico intestato a Publimedia Sud srl via Abate Gimma, 163 - 70121 Bari IBAN IT56B0300204030000401098336 - Versamento su CCP 6818893 intestato a Publimedia Sud Srl, via A. Gimma, 163. Dopo il versamento inviare un fax allo

re”, come avrebbe spiegato l’allora Ministro della Salute Ferruccio Fazio, tale decreto non ha mai visto la luce. “Fli, resosi conto di una legittima esigenza di tanti cittadini che sono stati colpiti non per propria colpa ma per mancato controllo da parte dello Stato a seguito di trasfusioni di sangue rivelatosi infetto – sottolinea Patarino – si è prodigato perché la questione fosse portata all’attenzione del Parlamento e nella speranza di trovare una risposta esecutiva e definitiva”. c.s.

080/5220966 o una mail a abbonamenti@pugliadoggi.it. Per informazioni 080/5739832 o scrivere ad abbonamenti@pugliadoggi.it. Registrazione presso il Tribunale di Bari n. 47/2010 del 12/11/2010 Questo periodico è associato all’Unione stampa periodica italiana


In primo piano

venerdì 27 gennaio 2012

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I TRASPORTI NEL CAOS - Agricoltura in ginocchio dopo i blocchi, prodotti ortofrutticoli regalati per non andare distrutti

TIRare la benzina sul fuoco Il bilancio delle manifestazioni di protesta è ingente, ora è in arrivo lo sciopero dei benzinai di Andrea Dammacco

regalano prodotti ortofrutticoli alla cittadinanza, Sono pesanti le conse- anche per sensibilizzare guenze per l’approvvigio- sulle enormi perdite che il namento di generi alimen- comparto sta registrando tari deperibili e carburanti in questi giorni. Il bilancio è ingente: dopo le proteste dei camionisti avvenute sulle strade ammontano ad oltre cento italiane e la protesta dei milioni di euro i danni subiti dall’agrotassisti nelle alimentare città. Il Paese, Cento mi- made in Italy non era prelioni di secondo le parato a fare euro sono i stime del prei conti con il danni subi- sidente della blocco del trasporto merci ti dall’agroalimentare Coldiretti Sersu gomma, made in Italy secondo gio Marini. “Al che da solo le stime del presidente danno ecor a p p re s e n t a della Coldiretti Sergio nomico immediato – ha quasi il novan- Marini, oldetto Marini – ta per cento tre ai danni va aggiunta la del totale na- d’immagine perdita di crezionale. Da dibilità con la Nord a Sud, il quadro espone difficoltà grande distribuzione eunel reperire alimenti e si- ropea pronta a sostituire il tuazioni difficili ai distribu- prodotto made in Italy con tori di carburanti. In molte quello proveniente da Paepiazze d’Italia, le Coldiretti si come la Spagna nell’or-

tofrutta o dall’Olanda per i fiori”. Le perdite giornaliere nei principali mercati ortofrutticoli fanno da specchio di un’economia in ginocchio: 7,5 milioni di euro a Fondi, 3 milioni a Catania, 6,2 in Campania (1,2 milioni per il latte, 5 milioni per l’ortofrutta), 10 milioni in Emilia Romagna, 7 milioni in Puglia e Lombardia. Non solo danni all’industria dell’ortofrutta però. Il Paese tra blocchi stradali e disagi, con tangenziali in tilt e centri cittadini bloccati da tassisti, ha avuto ripercussioni anche nell’approvvigionamento dei distributori di carburante. Molti distributori, infatti, rimasti a secco hanno dovuto chiudere. Molti hanno affisso il cartello “carburante esaurito”. Numerose le stazioni di servizio che hanno chiuso

prima dell’orario previsto a causa dell’esaurimento delle scorte. E in tutte le città si sono formate lunghe code all’entrata delle aree di rifornimento a causa della psicosi diffusa tra gli automobilisti di rimanere senza carburante a causa del blocco. Ad oggi i trasporti stanno lentamente riprendendo a funzionare e quindi le merci stanno pian piano ritornando ad essere distribuite nelle città quasi regolarmente. I problemi principali, invece, sono legati ai rifornimenti di carburante alle stazioni di servizio. Le forze di polizia, sotto il coordinamento delle locali Prefetture, sono intervenute per favorire, ove necessario, un rapido movimento delle autocisterne per il ripristino dell’erogazione. Intanto, mentre infuria la protesta dei Tir, il Pae-

Strade congestionate e macchine in coda

se va in contro ad un altro sciopero. I gestori dei distributori di benzina, infatti, confermano la proclamazione di un pacchetto di 10 giorni di sciopero degli impianti di distribuzione dei carburanti per denunciare la mancata liberalizzazione

della distribuzione carburanti da parte del Governo e sostenere il Parlamento a varare una vera riforma per liberare il settore dal controllo assoluto dei monopolisti petroliferi e consentire prezzi dei carburanti più bassi su tutta la rete distributiva.

IL COMMENTO - Non bastano le ragioni per rendere accettabile una protesta che equivale a puntare un coltello alla gola dell’Italia

Il blocco e la questione democratica di Enrico Ciccarelli

Code sulle strade italiane

Difficile negare le buone ragioni che determinano la protesta degli autotrasportatori, degli agricoltori, dei pescatori. Difficile dimenticare che queste ragioni sono legittimate, aggravate e moltiplicate dalle difficoltà generale delle famiglie, da un sistema Paese che arranca e nel quale le diseguaglianze e le iniquità hanno assunto caratteristiche intollerabili.

Ma questo non basta a rendere accettabile una protesta che equivale sostanzialmente a puntare un coltello alla gola dell’Italia, ad affamare e impoverire ulteriormente quelle stesse famiglie, quegli stessi coltivatori, quegli stessi consumatori afflitti e incalzati dalla crisi. Ed anche scontando le ragioni della militanza attiva contro il crumiraggio (che era poi il modo dei sindacati confederali di reprimere ogni voce di

dissenso durante l’autunno caldo e le follie degli anni Settanta) non possiamo non sentirci indignati e preoccupati, di fronte ai pestaggi con rapina del tassista romano e a quel gigantesco sequestro di persona collettivo che si è consumato su troppe strade della penisola. Non ci appassiona la polemica sulla presenza di frange neofasciste nel movimento: è sicuramente preoccupante la carica antiparlamentare ed anti-

democratica di troppe parole d’ordine echeggiate in questi giorni, rilanciate dalla stampa di famiglia dell’ex-premier, evidentemente ansiosa di tornare ai tempi in cui gli Italiani venivano tenuti gabbati e contenti a ballare sull’orlo del precipizio. Ma non servono gli esorcismi: occorre invece riflettere sulla profonda delegittimazione che le istituzioni democratiche subiscono in tutto il mondo.

il problema in puglia

Situazione verso la normalità, oggi lo sciopero nei trasporti Il caos dovuto allo sciopero degli autotrasportatori non ha risparmiato la Puglia. Anzi. Il tacco d’Italia è stata una delle Regioni che ha subito più danni. I rifornimenti di carburante si sono esauriti quasi immediatamente e gli scaffali dei supermercati si sono svuotati in fretta. Nei giorni scorsi i conducenti di Tir hanno presidiato varie zone della Puglia impedendo sia il rifornimento di merce sia il semplice accesso alla città agli

automobilisti. A Bari per esempio un piccolo concentramento di Tir si è posizionato all’altezza dell’uscita per Poggiofranco sulla statale 16 e all’ingresso dello svincolo per l’autostrada A14. A Foggia e in provincia gli autoarticolati hanno presidiato i caselli autostradali all’altezza di Poggio Imperiale, San Severo, Andria e Foggia. Nel capoluogo di Capitanata la situazione è ancora critica. Per effetto del blocco l’Ataf, l’azienda dei trasporti ur-

bani di Foggia, ha dovuto fare uso delle riserve personali di carburante e non sono garantiti i trasporti per i prossimi giorni. A Bari invece non dovrebbe registrarsi nessuno stop per il servizio di trasporto pubblico dell’Amtab. A garantirlo è il Comune di Bari che ha annunciato l’avvenuto approvvigionamento di carburante agli autobus cittadini. Intanto nella giornata di oggi ulteriori disagi potrebbero verificarsi a causa dello sciopero dei trasporti. Confermata la possibile adesione da parte di Ferrovie Sud Est e Ferrovie Appulo Lucane. Nel frattempo, nel capoluogo pugliese, la protesta degli autotrasportatori sta lentamente ri-

entrando. Il prefetto di Bari, seguendo l’esempio dei colleghi di Roma e Torino, ha emesso ieri un’ordinanza che vieta gli assembramenti di automezzi, mentre gli autotrasportatori, almeno nel barese, hanno rimosso i blocchi sulle strade e stanno ora cercando di organizzarsi in presidi autorizzati. Si registrano invece alcuni episodi di violenza in altre province pugliesi. Due autotrasportatori sono stati arrestati a Mottola per aver cercato di bloccare un altro autotrasportatore che non voleva aderire al blocco inseguendolo, altri quattro, a Trani questa volta, sono stati fermati con accuse simili. a.d.

Non è casuale che il neoeletto presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, all’atto del suo insediamento, abbia rimarcato come si abbia l’impressione che il parere di un’agenzia di rating conti più di quello dei cittadini. Un problema drammatico, anche prescindendo dalle iniziative di sapore folkloristico prese in quel di Trani. Un problema che non si risolve, come fanno i più irriducibili fra i berluscones, levando alti lai sul provvidenziale interventismo del presidente della Repubblica e sulla sospensione della democrazia emblematizzata dal Governo Monti, ma riflettendo sui tragici errori della politica che hanno portato a questo, dalle orge della casta allo stupido cesarismo del ghe pensi mi, dalla trasformazione della contesa politica in show virtuale e televisivo alla sudditanza crescente al potere dell’affarismo e del suo front desk burocratico. La politica serve anche e soprattutto ad impedire che le ragioni di una minoranza riottosa prevalgano sulle ragioni dell’Italia.


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Regione

venerdì 27 gennaio 2012

REGIONE PUGLIA - Al suo posto Nichi Vendola ha nominato Ettore Attolini

L’assessore Fiore ha gettato la spugna di Andrea Dammacco Tommaso Fiore getta la spugna e si dimette da Assessore alla Sanità della Regione Puglia. Con la sua azione spiazza tutti, anche Nichi Vendola e la maggioranza del centrosinistra. Al suo posto viene nominato Ettore Attolini già responsabile dell’area di programmazione e assistenza ospedaliera all’Ares, l’agenzia regionale sanitaria pugliese, e braccio destro dello stesso Fiore. L’ex assessore, a sua volta subentrato ad Alberto Tedesco dimissionario dopo lo scandalo sanità, aveva già annunciato le dimissioni un anno fa, poi ridiscusse, convinto dallo stesso Vendola. A distanza di un anno il fatto si ripete, ma questa volta pare definitivo. Dopo i ringraziamenti di rito del Presidente della Regione per il lavoro svolto, arrivano i primi commenti da tutte le parti politiche. Sal-

Tommaso Fiore

vatore Greco, de la Puglia prima di tutto, si augura che il nuovo assessore alla Salute non arresti il percorso virtuoso che “con Fiore era stato tracciato per risolvere la vertenza dei dirigenti medici stabilizzati e poi licenziati”. “Una cosa è certa - conclude Greco - la responsabilità della sfortunata conclusione anticipata della esperienza assessorile di Fiore è tutta del governatore, che lo ha lasciato solo davanti alla responsabilità di condurre un assessorato e sei Asl

allo sbando più completo”. Anche Rocco Palese commenta le dimissioni di Fiore: “non è in dubbio l’impegno personale profuso dall’assessore in questi anni, ma per questo la sua più volte annunciata volontà di dimissioni ha il sapore di una resa, come se si fosse dinanzi ad un sistema sanitario impossibile da governare anche per un tecnico che si impegna. Al nuovo assessore auguriamo buon lavoro garantendo fin d’ora la vigilanza e la denuncia di quel che nella sanità non funziona”. Per il capogruppo del Pdl “c’è ancora moltissima strada da fare sul piano dei modelli organizzativi che non sono mai partiti, ma sono solo stati chiusi moltissimi ospedali senza creare servizi alternativi sul territorio”. Ma, a parte ringraziamenti e dichiarazioni ufficiali, quali sono i reali motivi che hanno portato alle

dimissioni di Fiore? Non ci sarebbe infatti solo la volontà di tornare in corsia e dietro la cattedra di anestesiologia. Alcune motivazioni vanno ricercate nel “patto di stabilità 2012”, quando l’ex assessore dichiarò chiaramente che non aveva votato la delibera in merito affinché la Puglia intera dimostrasse di non essere d’accordo con il Governo. Tuttavia il lavoro di Fiore, con le sue idee e il suo tecnicismo, non fu certo agevolato dal Presidente e dall’intera giunta. Per questo si è aperta una crepa tra due protagonisti della Regione, destinata a non rimarginarsi. Anzi. E la conferma è arrivata in questi giorni con la tornata voglia di rivestire il camice bianco a Fiore. Vendola, dal canto suo, cavalcando l’onda della moda “governo tecnico” sceglie Attolini per sostituire Fiore. C’era necessario colmare il vuoto, e tanto è stato fatto.

il commento di euprepio curto

“La forza delle lobby prevale sui proclami” “Al prof. Tommaso Fiore – che lascia l’Assessorato regionale alla Salute – va indirizzato un sincero saluto per la competenza, la sensibilità e lo stile con cui ha permeato la sua azione politica all’interno del più complesso e delicato settore della Regione Puglia. Ma la considerazione e la stima nei confronti di Tommaso Fiore non possono in alcun modo modificare la negativa valutazione politica sulla situazione di una Sanità pugliese ancora oggi alle prese con tagli irrazionali, servizi sanitari scadenti, liste d’attesa intollerabilmente lunghe e inadeguata gestione del personale. Per non parlare degli enormi sprechi cui, per specifica volontà politica, non si è ancora posto un freno, forse perché la forza delle lobbie continua a prevalere sui proclami che il governatore Vendola continua a propinare ai pugliesi a cadenza costante.

Il dottor Attolini è stato presentato al Consiglio regionale come professionista preparato e mite. Nulla da obiettare sul primo requisito. Sul secondo, invece, qualche perplessità è legittima. Non che la mitezza sia una componente negativa dell’uomo o del politico. Ma la Sanità pugliese, in questo particolare momento storico, ha bisogno di tutt’altro: capacità di analisi sull’esistente; capacità di sintesi sulle soluzioni; ma, soprattutto, una volontà feroce di rompere le tante incrostazioni e le tante rendite di posizione che ancora oggi costituiscono la palla al piede della Sanità regionale. Resta un dato: la Politica, in quanto tale, esce sconfitta da questo avvicendamento in Giunta. Ancora una volta, infatti, un tecnico è incaricato della guida di un assessorato che movimenta circa l’88 per cento del bilancio regionale.

il commento del presidente onofrio introna

Il Mezzogiorno come bancomat per il Nord Cambiano i governi, ma il Mezzogiorno resta il bancomat del Nord. È il commento del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, alle dichiarazioni, “diverse ma altrettanto preoccupanti”, di due ministri, Barca e Passera, sulle penalità a carico delle Regioni dell’Obiettivo Sviluppo. Se la Puglia non spende il 40% dei Fondi europei entro maggio, una “multa” del 5% sui 1750 milioni di euro significherebbe 87 milioni sottratti ai soggetti attuatori

(in gran parte Comuni) e destinati a non precisati piani o interventi per le aree dell’Obiettivo Coesione. “Non è cambiato niente: si fa cassa per il Nord con i soldi del Mezzogiorno, il Sud è sempre area di pascolo anche per il governo dei tecnocrati, come per quello di Berlusconi, di Bossi e della Lega”. Sono le considerazioni del presidente nel suo intervento al convegno della Uil Pensionati e dell’associazione di tutela APA, a Bari, “La manovra econo-

mica tra previdenza e assistenza”. Introna ha sviluppato un’analisi del momento che muove da un paradosso, ha detto, “dobbiamo essere riconoscenti a chi ci ha salvati dal precipizio sul quale ci aveva portati il governo precedente, ci tocca essere grati a chi dimentica le ragioni del Mezzogiorno”. Secondo il presidente del Consiglio regionale pugliese, “la responsabilità è del vuoto politico. Saltato il sistema dei partiti, la classe dirigente arretra, sostituita da un gruppo di tecnocrati, mentre l’opinione pubblica è sempre più smarrita. Dov’è la politica?”.

sequestrati beni per 12 milioni di euro

Stangata sul gruppo De Gennaro Stangata al gruppo De Gennaro. Sequestrati 12 milioni di euro su richiesta del pm Isabella Ginefra per presunti falsi dietro la concessione di 23 milioni di euro per le società alberghiere riconducibili al gruppo: Futura Bari srl, Castellaneta Domus srl e Immobiliare Brindisi Paradiso srl (oggi Villaggio dei Turchesi srl). Gli accertamenti della Guardia di finanza avrebbero fatto luce su presunte documentazioni ideologicamente false sulla disponibilità dei suoli e rispetto dei vincoli edilizi, urbanistici e di destinazione d’uso, sui quali realizzare le strutture turistiche cofinanziate dallo Stato. Ma c’è di più: sarebbero stati simula-

ti anche aumenti di capitale per 40 milioni di euro, per poter ottenere i finanziamenti dal Ministero per lo Sviluppo Economico. I vertici della società risultano essere iscritti nel registro degli indagati. L’inchiesta nasce nel 2008, nel corso di accertamenti della Gdf sui finanziamenti concessi dallo Stato all’imprenditoria. Si tratta di soldi che il Ministero mette a disposizione per sviluppare, in questo caso, il turismo a Bari, a Taranto e nella Bat. La Procura ha disposto accertamenti incrociati di tipo bancario, contabile ed ex contabile. Ne sarebbe emersa una sospetta ed “intricata rete di movimentazioni bancarie”

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Regione

venerdì 27 gennaio 2012

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REGIONE PUGLIA - La proposta di Rocco Palese: “Privatizziamo l’azienda”

Aeroporti di Puglia, verso quale destino?

Uno scorcio dell’Aeroporto di Bari-Palese

“Dall’audizione di oggi in Commissione Trasporti dei vertici di Aeroporti di Puglia, è emerso in modo molto chiaro che l’unica via per rendere possibile

l’ulteriore espansione dei nostri aeroporti, è procedere alla privatizzazione della società che li gestisce”. Lo dichiara in una nota

il capogruppo del Pdl alla necessari investimenti, è Regione Puglia, Rocco Pa- procedere finalmente alla privatizzazione di Aerolese. “Partendo dalle legitti- porti di Puglia. In tal senso me esigenze di espansione ci esprimeremo anche in e sviluppo degli scali cosid- Consiglio Regionale dove speriamo di detti ‘minori’, avere quanto è stato detto B i s o g n a prima l’occache a Grottapromuovere sione di conglie bisogna i n t e r v e n t i frontarci e p r o m u ov e re atti a garan- comprendere interventi atti a garantire la tire la possibilità di effet- quale sia la possibilità di tuare voli cargo anche strategia del effettuare voli in sintonia con il porto Governo Recargo anche di Taranto, così come gionale per il in sintonia col per Foggia, sistema aeroPorto di Taran- servono riportuale puto, così come sposte gliese”. per Foggia La probisogna dare posta nasce risposte alle secondo la legittime esigenze del ter- previsione di un piano di ritorio. Data l’esiguità delle sviluppo logico- strategirisorse pubbliche a dispo- co che vede l’aeroporto sizione e la impossibilità di Arlotta di Grottaglie come effettuare investimenti, è punto di snodo verso la evidente che l’unica strada terra tarantina. “Considero certa per garantire futuri e la riunione di oggi – ha di-

La sede della Presidenza della Regione Puglia

chiarato Chiarelli - come la ratifica definitiva della posizione politica dell’attuale maggioranza in consiglio regionale che si è dunque dimostrata definitivamente contraria a riaprire l’aeroporto dei tarantini”. Chiarelli si oppone ad una concezione baricentrica della gestione dei trasporti targata Vendola. “Un dato oggettivo – ha proseguito Chiarelli - emerso con efficacia ancora più grande quando l’a.d. di Aeroporti di Puglia, Ing. Di Paola, ha affermato senza imbarazzo di giudicare l’eventuale riapertura dello scalo grottagliese una operazione “antieconomica” e priva

delle necessarie coperture di mercato. Una valutazione che certamente contestiamo ed una battaglia che non considero affatto chiusa, condividendo in tal senso l’intenzione manifestata dal capogruppo del PDL, Rocco Palese, di portare la questione in aula in maniera tale da sottoporla ad un aperto dibattito, nell’ambito del quale i responsabili dell’ennesimo sopruso perpetrato ai danni dei tarantini dovranno apertamente dichiarare quali sono i loro reali intendimenti e quali i motivi della incredibile penalizzazione che stanno causando al nostro territorio.”

LE VICENDE SOCIETARIE - Per Michele Emiliano la strada giusta è quella di portare i libri in Tribunale

Calcio, situazione al collasso?

Lo stadio “San Nicola” di Bari

di Fortunata dell’Orzo Michele Emiliano può solo consigliare ai Matarrese di portare i libri in tribunale e consentire

il fallimento del Bari in costanza di campionato. Così almeno si preserva il titolo sportivo (e i quasi 104 anni di tradizione) e si ha una transizione pieno

regime di concorrenza. Il sindaco rifiuta decisamente il ruolo di intermediario perché, ha dichiarato nell’ultima conferenza stampa dedicata all’argomento, non ha alcun titolo e tanto meno interesse a fissare un prezzo di vendita per quel che resta del Bari. Né si cura degli striscioni, fra la minaccia e l’irrisione, che i soliti ultras gli hanno dedicato quando hanno compreso che dal Sindaco non sarebbe venuta alcuna ini-

ziativa per favorire un passaggio di titolarità. Ormai la situazione è matura al punto da far temere il collasso. La squadra si è beccata altri due punti di penalizzazione per non aver corrisposto stipendi ai calciatori. Negli ultimi cinque anni diversi tentativi da parte d i privati per acquistare la società sono andati clamorosamente in buca e ora si comincia a capire il perché. Di fronte alla situazione contabile, gli acquirenti si tiravano indietro perché,

in pratica, solo cedendola a costo zero la società poteva essere appetibile al privato. Pura fantascienza anche l’ipotesi che una “cordata di imprenditori locali” potesse rilevare l’as Bari dai Matarrese: in pessimi rapporti con tutti, tranne il buon Nicola De Bartolomeo, socio al dieci per cento o poco più. Quei libri in tribunale, infine, aprirebbero gli occhi a quella parte della tifoseria da sempre dilaniata fra l’amore per la squadra e

l’attaccamento ai Matarrese, che non hanno mai lesinato ai cosiddetti ultras, anche quando c’era contiguità con la malavita barese, favori e prebende, come ingressi gratis o gestione degli spazi commerciali dello stadio. Questa marcia indietro di Emiliano, che pure nel recente passato aveva preso diverse iniziative per “salvare” la Bari, la dice lunga sulla gravità della situazione societaria in cui i Matarrese hanno ridotto il loro bel giocattolino.

bari - il futuro del porto

il commento

I Matarrese ed il sindaco testone

Gli ultimi passi prima dell’avvio dei cantieri

Vi fu un tempo in cui alla Bari giungevano giovani talenti che poi venivano lucrosamente venduti ed era un piacere fare cassa con le gambe altrui: la lista è lunga e va da Cassano (60 miliardi alla Roma….) a Zambrotta, da Ventola a Ranocchia e tantissimi altri, come gli esperti sanno benissimo. Poi ci fu Punta Perotti e quel sindaco testone che aveva deciso di far

Matarrese. Il 17 gennaio scorso c’è stata l’ultima udienza, con l’escussione delle parti, dopo di che Il Consiglio di Stato si è riservato di decidere. In pratica è come se si fosse ritirato in Camera di Consiglio. Non vi sono tempi certi per la sentenza. Al momento in cui scriviamo è trascorsa una settimana: e ce ne potrebbero volere un paio o anche tre. Di certo è che quando

andar giù il segno di una doppia protervia, cieca e imbecille: i costruttori che fingono di non sapere che lì non si possono alzare muri e gli amministratori che gli concedono le licenze. Matarrese, Andidero e Quistelli vedono dissolversi in un tuono di polvere qualche centinaia di milioni (potenziali) di euro. E Matarrese gliela giura a Bari e ai Baresi. La famiglia dei parvenu an-

Vincenzo Matarrese

Il Porto di Bari

driesi, democristiani doc con zio arcivescovo in repertorio, orgogliosi discendenti di un umile e infaticabile “meste checchiare” girano lo sguardo lontano dalla squadra. Tanto il suo fallimento li toccherà solo di striscio. Quello che davvero conta è aver punito la città. f.d.o.

Ancora nessuna novità per l’infinita diatriba fra la Fincosit di Genova e La Vittadello-Matarrese per l’appalto Marisabella. L’ultima stazione di questa lunghissima via Crucis è al Consiglio di Stato, chiamato in causa dall’Ati che ha perso l’assegnazione dell’appatlo, appunto la Vittadello-

i giudici si saranno pronunciati, si potrà concretamente pensare a cantierizzare le opere e iniziare una struttura che il Porto di Bari attende da anni, in grado di rafforzare ancora di più il ruolo leader che già lo scalo del capoluogo ricopre con grande successo. E magari mettere la parola fine ad una storia che ormai va avanti da troppo tempo. f.d.o.


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Bari

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I PALAZZI DELLA GIUSTIZIA - A Bari se ne discute da un trentennio, ma non si conoscono i nomi dei capifila, che restano occulti

Ma chi finanzia Pizzarotti? il commento

Tutte le ragioni di una inchiesta Dopo il documentato servizio del nostro Andrea Dammacco, pubblicato sul numero scorso, torniamo ancora ad occuparci della Cittadella della Giustizia. Lo faremo ancora in seguito e per più ragioni. Innanzitutto per una scelta di campo, netta, chiara e coerente. La soluzione proposta da Pizzarotti, comunenente intesa come Cittadella della Giustizia, è un’autentica porcata, come dimostreremo nel corso della nostra inchiesta. Questo giornale, sin dal 2002, si è subito schierato fra i pochissimi, che a Bari hanno avuto il coraggio di opporsi alla danarosa abbinata PizzarottiCutolo. Da allora non abbiamo mai cambiato posizione. Anzi. Poi, per protesta. Contro una certa parte della società barese e quel suo modo levantino di acquetarsi, acconciarsi, assecondare, non disturbare. Non va dimenticato, infatti, come questa tentata porcata ai danni del Comune di Bari sia stata accolta ed avallata entusiasticamente e a lungo da magistrati, avvocati, amministratori pubblici, politici e giornalisti. Non stiamo parlando di sprovveduti e ignoranti, che non capisce di regole e di diritto, ma di gente colta, erudita, professionalmente affermata. Gente che solitamente capisce quello che legge e che sa quello che fa. Per esperienza amministrativa e per pratica professionale, tutti erano e sono in grado di comprendere cosa si nasconda dietro questa operazione che, invece, da tutti veniva e viene presentata ed esaltata quasi fosse un grazioso regalo che ci viene fatto da un grande e generoso imprenditore del nord. La migliore soluzione possibile, la soluzione sempre agognata, la soluzione meno onerosa, la soluzione, addirittura, a costo zero. Vergogna. Infine, per solidarietà a Michele Emiliano. Pur partendo da iniziali timidezze e con-

traddizioni, il Sindaco si è successivamente riscattato. Sulla vicenda, forse, non ha nemmeno la maggioranza, nè in Consiglio, nè nel suo stesso partito, il Pd, se non sbaglio. Questo spiega sufficientemente alcune sue incertezze iniziali, alcuni errori e qualche ritardo. Le opposizioni, sopratutto il Pdl, sono schiacciate su Pizzarotti. Costantino Montelrone, Antonio Distaso, Simeone di Cagno Abbrescia e Raffaele Fitto sono tutti per Pizzarotti. Lo è anche, ultimo arrivato, Gaetano Quagliariello. Per non parlare di Ettore Bucciero e Francesco Amoruso, da una vita alla corte dell’ing. Cutolo. Divisi su tutto, o quasi, i pidiellini baresi si ritrovano compatti nel sostenere le ragioni e gli interessi del Cavaliere del Lavoro Paolo Pizzarotti. Un pò come, sul piano più politico, fanno per Silvio Berlusconi. Del Pd abbiamo già detto. Da sempre ha annoverato al suo interno una forte componente filo Pizzarotti. L’abbiamo vista all’opera più volte in consiglio comunale e, recentemente, persino in Parlamento, quando un suo pur capace giovane deputato ha presentato una interrogazione parlamentare a sostegno di un’altra operazione speculativa dell’ing. Cutolo, orchestrata su terreni, ovviamente inedificabili, del Ministero della Difesa e, fortunatamente, stoppata dal Tar Puglia. Gli altri gruppi, salvo i vendoliani, hanno posizioni incerte, ma da nessuno di loro abbiamo mai ascoltato discorsi seri e documentati. Saranno facile preda delle sirene cutoliane: nessun onere per il Comune, celerità dell’opera, lavoro per i tecnici, posti per le maestranze locali, ed il gioco è fatto. Emiliano, quindi, è solo e ha bisogno di aiuto. Noi siamo disposti a darglielo. Senza contropartite. Perchè questa, a Bari, è una battaglia di giustizia e di legalità. t.

E’ sconosciuto il finanziatore della Cittadella della Giustizia, potrebbe essere chiunque, perfino la mafia I proprietari della Cittadella della giustizia, che Pizzarotti vorrebbe costruire a Bari, potrebbero essere anche dei mafiosi. Vi sorprende? È un paradosso, ma, se ne volete sapere di più, seguiteci. Della costruzione di nuovi uffici giudiziari a Bari si discute da almeno un trentennio. Ve ne scriveremo la storia, soffermandoci maggiormente sull’ultimo decennio, monopolizzato dall’offerta shock del Cavaliere del Lavoro Paolo Pizzarotti, imprenditore parmense, con grandi entrature nei Il progetto “Pizzarotti” per la cittadella della giustizia di Bari partiti di governo e con qualche precedente poco appositamente sceso a ad evidenza pubblica, po- di Bari, che è un ente pubonorevole negli anni di Bari, e l’ing. Michele Cu- trebbe vedersi costretto blico, soggetto a leggi e a tangentopoli. Pizzarotti tolo, che dell’opera appare ad assegnare direttamen- controlli, ad avere come sbarca a Bari esattamente essere il progettista e che te alla impresa Pizzarot- interlocutore un soggetto dieci anni fa, nel febbraio nel capoluogo pugliese ha ti s.p.a. la costruzione di del quale tutt’ora si ignodel 2002. A fargli da apri- un avviato studio d’inge- un’opera edilizia di grande ra l’identità? Perchè è copista l’ing. Michele Cutolo, gneria e un’ottima clien- valore, per oltre 100 milio- stui che, pagando l’opera, anche lui molto ammani- tela professionale. Con un ni di euro, e, per giunta, in sovraintenderà anche ai gliato negli ambienti mi- fornito corredo di piante, aperta violatempi e alle litari e giudiziari di Bari e slides, grafici e disegni, zione del piamodalità della Può un in- costruzione. di Roma. La scalata della successivamente arricchi- no regolatore terlocutore E, quando ne Cittadella comincia pro- ti da video, brochure e da vigente, cadi tanta sarà diventato prio da qui. Dal Palazzo di un grandioso plastico di dendo l’area r i l e v a n z a proprietario, Giustizia, non dal Palazzo tutta l’opera, l’ing. Cutolo scelta unilateComunale o dai palazzi illustra agli estasiati com- ralmente dal- restare ancora ignoto, sarà sempre della politica. come sareb- ponenti della Commissio- la Pizzarotti alimentando le ipotesi lui, e non Pizbe stato normale. ne le straordinarie e fanta- in una zona più fantasiose e mali- zarotti, a locaÈ l’11 di febbraio, quan- scientifiche caratteristiche tipizzata agri- ziose, come quella che re l’immobile do in un’affollata riunio- del suo modernissimo cola. E non è per assurdo al Comune di ne della Commissione di progetto. Un rito che, negli tutto. Chi fi- a b b i a m o Bari, a incasManutenzione della Cor- anni successivi, sarà ripe- nanzierebbe fatto noi? sare i canoni te d’Appello, e, successivatuto più volte, l’opera? Il Coil Presidente mente, a tratalla presenza mune non ha Il Comune annuncia che di ministri, più un euro disponibile. tare la loro rivalutazione di Bari senalla Comparlamentari Un tempo aveva 100 mi- ed, eventualmente, il riza aver mai missione era e ammini- liardi di contributo statale, scatto dell’immobile. Può indetto una pervenuta stratori pub- poi ridotti a 43,5 milioni di un interlocutore di tanta gara potrebbe vedersi euro, che, col tempo, sono rilevanza e con un rapuna proposta blici. costretto ad assegnare progettuale La storia andati tutti perduti. Dal porto presubilmente ultra direttamente alla Pizdell’impredella Citta- cappello magico di Pizza- quarantennale, restare anzarotti la costruzione di sa Pizzarotti, della, che rotti spunta, allora, un fi- cora ignoto, alimentando un’opera ediavente ad ogn a r r e r e m o nanziatore. Tirerebbe fuori le ipotesi più fantasiose lizia di grangetto l’accornelle prossi- i cento e passa milioni oc- e maliziose, come quella de valore pamento di me puntate, correnti a Pizzarotti per la che, per assurdo, abbiamo tutti gli uffici sembra vede- costruzione della Cittadel- fatto noi? È questa una giudiziari di re il suo atto la. Tutti, subito e cash. Chi situazione che non regge Bari in un grande com- conclusivo con l’ultima può disporre oggi di una e non ci convince e che, plesso immobiliare de- decisione del Consiglio di simile somma? Mistero. Il fortunatamente, non connominato Cittadella della Stato del dicembre 2010. Il sistema creditizio è in crisi vince nemmeno il ComuGiustizia. Musica per le massimo organo ammini- di liquidità, ma Pizzarot- ne, o, almeno, il Sindaco orecchie dei magistrati e strativo dello Stato, dando ti assicura. I soldi ci sono. Michele Emiliano. Questi, degli avvocati, costretti torto per la quarta volta Ma, c’è un ma. Pizzarotti infatti, assistito dallo stuad amministrare giustizia consecutiva al Comune non intende svelare l’iden- dio Loiodice, si è rivolto in sedi diverse, lontane di Bari, affida a un Com- tità del finanziatore, che, alla Commissione eurofra loro, e tutte disagevoli, missario ad acta la ese- infatti, sino ad oggi rimane pea per ottenere giustizia. precarie e inidonee. Una cuzione di tutti gli adem- occulto. Potrebbe essere Siamo ancora alle prime di queste, che ancora oggi pimenti necessari per la chiunque. Una banca, una battute, ma la Commissioospita la Procura della realizzazione dell’opera, società privata, o, per as- ne, al momento, sembra Repubblica e gli altri uf- ivi comprese una variante surdo, anche la mafia. Piz- voler seguire le ineccepifici penali, di li a qualche urbanistica al Prg di Bari zarotti non lo dice e man- bili argomentazioni del anno, caso del tutto unico e l’affidamento diretto dei tiene il segreto. Ragioni di Comune e ha chiesto allo in Italia, sarà sottoposta a lavori di costruzione alla riservatezza, obiettano i Stato italiano di fornire le suoi. Ma può bastare? Per sue osservazioni. Se non sequestro preventivo pe- Pizzarotti spa. nale e, successivamente, In forza di questa as- ogni persona ragionevo- saranno convincenti, e dichiarata abusiva con surda sentenza, quindi, a le, no, non può bastare. E difficilmente lo potranno sentenza giudiziale. essere, la Commissione Bari potrebbero verificarsi nemmeno per noi. Può proprio il Consiglio europea citerà lo Stato itaAlla riunione della fatti straordinari e senza Commissione partecipano precedenti in Italia. Il Co- di Stato giungere a simili liano innanzi alla Corte di anche il Direttore Gene- mune di Bari, infatti, senza paradossali conclusioni, Giustizia. rale della Pizzarotti s.p.a. aver mai indetto una gara costringendo il Comune [1 - continua]


Bari

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petruzzelli - il grande successo

IL CASO - Per Orfini Laterza e Filipponio non vanno bene. Su Antro nulla da dire?

Maazel, con la Carmen fa sognare il Teatro

Pd, che combini sulla Fondazione?

Tutto esaurito dalla prima all’ultima recita, giornalisti da tutta Italia: una rassegna stampa che finalmente è andata oltre l’asfittico panorama mediatico “locale”. Persino la milanese via Solferino, dove ha sede il Corriere della Il maestro Lorin Maazel Sera, ha pensato di inviare un collega che ha dato il suo da fare alla sempre solerte Monica Sbisà, responsabile della comunicazione della Fondazione guidata da Giandomenico Vaccari. C’era curiosità per questa edizione che, senza ombra di dubbio, ha tenuto ben presente, soprattutto per le scenografie e i costumi, quella che viene considerata da tutti gli esperti l’edizione di riferimento. Era il 1987 e al teatro dell’Opera di Vienna, diretti da quel genio inarrivabile di Carlos Kleiber, con Franco Zeffirelli a curarne l’allestimento, c’erano Elena Obratzova e Placido Domingo. Da restarci secchi per l’emozione. Al Petruzzelli c’era Lorin Maazel, 82 anni portati alla stragrandissima: deve essere stato il lungo studio del violino a dargli questa capacità stupefacente di sentire e di far suonare l’orchestra come fosse un unico prodigioso strumento, le cui dita sonore scuotono dal profondo la sensibilità musicale del pubblico. La Carmen ha quattro quadri preceduti da altrettanti preludi, il cui compito è quasi di anticipare temi e sentimenti. E nei preludi l’ormai collaudata orchestra della fondazione ha davvero dato grande prova. E’ un drammatico passo a due, la Carmen: ma è anche un’opera corale, quasi di massa. Sul palco si affollano sino a ottanta persone contemporaneamente, fra danzatori, figuranti, coro adulto e coro di bambini. Non è stato semplice per Domenico Iannone, barese purosangue ed unico italiano nel cast tecnico ristretto, quello composto da regista, scenografo-costumista e datore di luci, tutti americani e provenienti dal Castleton Festival, la creatura di Maazel. A Mimmo, come gli amici chiamano il maestro, è toccato ovviamente curare le coereografie ed i movimenti di scena. “Non è stata una passeggiata – ci ha confidato – ma alla fine il risultato ci ha premiato”. Mimmo ha dovuto in particolare curare proprio la protagonista, la russa Ekaterina Metlova la cui voce oscura e potente rende giustizia a un personaggio di fuoco e sangue. La sua presenza scenica, però, è ancora ostacolata forse dalla giovane età. Ma il bello dei giovani è che matureranno migliorando. Non abbiamo ben capito (ma è sicuramente colpa nostra) perché il regista ha scelto di ambientare la Carmen ai tempi del franchismo (1939), invece che nei primi anni venti dell’ottocento, così come volle invece Prosper Merimée, dalla cui novella Bizet fece trarre il libretto. E dunque le sigaraie diventano operaie di una fabbrica di munizioni. E’ una scelta che non toglie e non aggiunge nulla al nocciolo incandescente della trama: l’amore sconvolgente che anima Carmen, donna libera e potremmo dire “moderna” che non si lega per sempre a nessuno e che preferisce consapevolmente morire per mano del suo amante piuttosto che rinunciare alla sua indipendenza. Il cast artistico, rinforzato da Franco Sebastiani maestro del coro e Gregorio Goffredo, assistente alla direzione d’orchestra, è sembrato ben assortito. Opera popolare ma dalla struttura musicale raffinata e non sempre semplice e orecchiabile, la Carmen è un banco di prova per tutto il cast, tecnico e artistico, in cui la coralità ed i talenti individuali devono vincere la sfida dell’armonizzazione e dell’equilibrio. Sfida vinta, con grande letizia per Giandomenico Vaccari, soprintendente che si avvia ad una meritata riconferma. fortunata dell’orzo

di Antonio Romano A queste nomine del Ministro Lorenzo Ornaghi stavamo per plaudire. Alessandro Laterza e Angiola Filipponio ci sembravano del tutto appropriati per sedere nel Consiglio di amministrazione della Fondazione lirico-sinfonica Teatro Petruzzelli di Bari. Invece no, al Pd non vanno bene. Passi per la Filipponio, forse rea di esser stata moglie di Pinuccio Tatarella, ma nemmeno Laterza, che non ha mai nascosto le sue simpatie sinistrorse, andava bene. A rendere nota l’opposizione del Pd è stato Matteo Orfini, che del partito è il responsabile culturale. Un addetto ai lavori, quindi. Nulla da eccepire sulle persone, ha sentenziato, ma non s’intendono di musica sinfonica. Essere titolare di una prestigiosa casa editrice, per l’uno, e aver già ricoperto il ruolo di Sovrintendente del Petruzzelli, per l’altra, non sembrano bastare. Bisogna intendersi di musica sinfonica. Insomma, meglio un qualsiasi orchestrale, o un socio della Camerata musicale, con tutto il rispetto per entrambi. Sorvoliamo. Tutti possono dire la loro sul Petruzzelli e volete negare il diritto di dire la sua proprio al Pd, che di cultura s’intende per decreto e tradizione? Piuttosto, perchè il Pd nulla ha avuto da dire su altre nomine, queste si, molto più discutibili? Non ci riferiamo, naturalmente, all’avv. Sabino Persichella. Essendo stato indicato dalla Regione, ha una sorta di lasciapassare, o, forse,

ha prontamente esibito il richiesto attestato di musicologo. Ma a Erasmo Antro, noto imprenditore barese e vice presidente in carica della Camera di Commercio. Non sappiamo se fra le sue referenze ci sia anche l’agognata certificazione di musicologo, il che, probabilmente, avrà frenato la vena censoria di Orfini. Certamente, nel suo curriculum non figura la chiacchierata frequentazione delle gioiose comitive che, fra Cortina e la Costa Sme- Il teatro Petruzzelli ralda, si accompagnavano agli emergenti e facoltosi fratelli Tarantini, notissimi liano, che del Pd è il Preimprenditori della sanità, sidente regionale, quando oggi in dichiarata pover- dice che nel suo partito tà, dopo aver maneggiato sono molte le cose che non a più non posso appalti, vanno. Il silenzio assordante mazzette, escort e cocaina, mettendo nei guai Silvio su Antro ne è prova. PerBerlusconi, Sandro Frisul- chè Antro, in vero, non dolo, Alberto Tedesco, Tato vrebbe lasciare solo il cda Greco e la povera Patrizia del Petruzzelli. Dovrebbe dimettersi anche dalla CaD’addario. Gossip, si dirà. Forse. Ma mera di Commercio, dove la denuncia di Francesco occupa la poltrona numero due. La corSchittulli? data che ha Il PresiQ u a n d o portato alla dente della Comune e p r e s i d e n z a Provincia ha P r o v i n c i a della Camera trasmesso alla faranno le di CommerProcura della Sandro Repubblica un loro indicazioni? Sono cio v o l u m i n o s o in ritardo. Che aspet- Ambrosi, si anche dossier su ap- tano? Sapranno stare dice palti, truffe e al passo con le nomine con la benedizione di Nichi complicità in- del MiniVendola, noterne in danno stro? Noi lo nostante una dell’Ammini- speriamo sua pregressa strazione proe non rinnevinciale, del gata candidaquale ci occupiamo a fianco. La Procura tura comunale nelle liste di ha avviato un’indagine, ma An, ha fatto della questioil Pd non ha avuto nulla da ne morale una battaglia obiettare sulla nomina di dirimente contro l’ex preAntro. Su quelle di Laterza sidente Luigi Farace, già condannato per bancarote di Filipponio, invece, si. Ha ragione, allora, Emi- ta. Ora, quella cordata, non

nell’Antro della Provincia Sarà il pm Carmelo Rizzo a gestire la mole di dati che la Guardia di Finanza sta acquisendo e che giorno per giorno disegnano un quadro sempre più intricato. Al centro dell’indagine, che le fiamme gialle hanno descritto come abbastanza semplice, un buco accertato di 15 milioni di euro per tre banche, al momento. Erasmo e Alviero Antro denunciati per truffa e falso, ma potrebbe scapparci anche frode nelle pubbliche forniture. E sì perché gli Antro, con il loro gruppo S.I.G.I. erano main contractor per la Provincia di Bari, soprattutto per la manutenzione stradale, le bonifiche del verde e altri lavori legati alle infrastrutture e per ottenere crediti dalle banche avrebbero presentato false fatture emesse per la Provincia. Tutto è nato grazie alla solerzia dei funzionari di via Spalato che al sentirsi richiedere denaro dalle banche per lavori mai richiesti, hanno iniziato una ricognizione che ha accertato l’incongruenza. Di qui una relazione-denuncia presentata dal Presidente Francesco Schittulli direttamente al procuratore Antonio Laudati. “Non vorremmo essere chiamati a rispondere in solido di questi debiti” dicono a Via Spalato dove comunque hanno accertato 35 ordini di servizio mai eseguiti dalla S.I.G.I., in pratica si tratta di lavori pagati e mai realizzati. Schittulli si è comunque cautelato e la Provincia di Bari, come forma di autotutela, non ha rinnovato la convenzione con il gruppo S.I.G.I (messo nel frattempo in liquidazione). Ma gli Antro affermano che, in ogni caso, l’ente pubblico no c’entra nulla: “E’ una faccenda fra noi e le banche”, si difendono. Le indagini, tuttavia, si stanno occupando anche di eventali complicità fra i fratelli Antro e qualche infedele funzionario provinciale. fortunata dell’orzo

foss’altro che per coerenza, dovrebbe indurre Antro a rassegnare le dimissioni. Diversamente, nella potente Camera di Commercio, con Farace o Antro, la musica sarebbe sempre la stessa. Ed è una musica che non disturba nessuno. Non si registrano, infatti, reazioni dai partiti, da tutti i partiti, dal Pd al Pdl. Tacciono gli imprenditori e le associazioni di categoria, ai quali evidentemente non fanno velo le disavventure di Antro. Fatti privati, dirà qualcuno. Tacciono i giornali. Tacciono anche le istituzioni, Comune e Provincia. Una curiosità ci prende. Il dott. Schittulli, galantuomo e Presidente della Provincia, ha denunciato Antro e ha deciso di non rinnovare gli appalti con la sua azienda. Che impressione farà al suo delegato trovarsi proprio Antro, seduto accanto nel cda del Petruzzelli? A proposito, quando Comune e Provincia faranno le loro indicazioni? Sono in ritardo. Chi aspettano? E, sopratutto, sapranno stare al passo con le nomine del Ministro? Lo speriamo, perchè di mezzi politici, di mediocri amministratori pubblici e di consiglieri trombati ne abbiamo le scatole piene. Emiliano e Schittulli hanno oggi l’opportunità di dare un segnale forte, designando persone di grande qualità, come ha fatto il Governo. Staremo a vedere, perchè è sopratutto da queste cose che si valuterà il tasso di novità della nuova politica. Nell’attesa, che almeno Antro si dimetta da entrambe le cariche. Lo chiediamo per primi come giornale, ma ci aspettiamo che analoga richiesta sia fatta anche da altri, istituzioni, partiti, associazioni, mondo della cultura.


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dal Territorio

venerdì 27 gennaio 2012

LA MANIFESTAZIONE - In migliaia hanno sfilato per le strade di Monopoli

Trivellazioni: tutti insieme per il “no” di Roberto Mastrangelo Erano migliaia, forse più di diecimila, provenienti da tutta la Regione, colorati e pacifici, di tutte le estrazioni politiche e con le proprie bandiere. Politici, amministratori, associazioni, cittadini e studenti. Insieme per sollevare alto il grido della Puglia ed il suo “no” unitario alle prospettazioni petrolifere ed alle trivellazioni che rischiano di compromettere non soltanto l’equilibrio ambientale di una regione che ha fatto del suo mare una delle principali risorse economiche, ma anche il futuro di settori, come il turismo e la pesca, fondamentali per la nostra economia. A fronte, peraltro, di una possibile estrazione di idrocarburi che se da un lato non può rappresentare il futuro della nostra regione, dall’altro non porta vantaggio alcuno al territorio. Un corteo per chiedere al Governo di fermare le navi della Northern Petroleum, multinazionale londinese titolare di permessi e istanze, le quali hanno già avviato le ispezioni sulle coste pugliesi. “Più verde, meno nero” il motto della manifestazione, a cui hanno partecipato la Regione Puglia e la Regione Abruzzo, oltre ad una serie di Comuni. Presenti anche associazioni ambientaliste, culturali e studentesche, sindacati, organizzazioni religiose, scuole e partiti politici di ogni schieramento. A presentare il concerto di Erica Mou – che ha chiuso la manifestazione – è stato Antonio Stornaiolo. Tra i manifestanti decine di sindaci di tutta la regione e il governatore pugliese, Nichi Vendola, il quale ha sottolineato che “la Puglia migliore è tutta qua, senza distinzioni politiche, e sta aiutando l’Italia a emanciparsi da un vecchio modello distruttivo, da un vecchio modello di crescita economica che uccide l’ambiente”. “Penso di poter dire – ha aggiunto – che nei prossimi giorni vedremo non solo la Puglia intera, ma vedremo tutte le regioni adriatiche dire no all’idea che si possa stuprare il nostro ambiente naturale, che si possano

vedere le trivelle laddove noi dovremmo proteggere il mare e l’economia della bellezza, del turismo, della pesca”. “Credo che questa giornata sia importante – ha concluso – e già ha bloccato un articolo del decreto sulle liberalizzazioni che era molto a rischio (ridu-

zione della distanza delle trivellazioni dalla costa, da 12 a cinque miglia marine ndr). E quindi questa manifestazione ha già guadagnato un risultato”. In prima fila, naturalmente, le associazioni ambientaliste. Il Wwf, dal canto suo, ha chiesto “regole certe e

controlli per evitare danni ambientali”. Uno slogan su tutti accompagna la discesa in piazza del Wwf “contro l’economia rapinosa dell’industria dell’estrazione di idrocarburi e il predominio dei combustibili fossili”: “Chi tutela il patrimonio naturale e sceglie le energie pulite e rinnovabili, contribuisce alla ricchezza e al futuro del Paese”. In un dossier sul ‘far west delle trivelle’, la denuncia del Wwf: “su 136 concessioni di coltivazione in terra di idrocarburi liquidi e gassosi attive in Italia nel 2010 solo 21 hanno pagato le royalty, su 70 coltivazioni a mare solo 28”. E “la corsa all’oro nero non si ferma: al 2011 sono 82 le istanze di permesso di ricerca e i permessi di ricerca di idrocarburi liquidi o gassosi in mare presentati al ministero dello Sviluppo economico. Sono invece 204 le istanze di ricerca e i permessi di ricerca in terra». Nel caso della Puglia, chiude il Wwf, «tra il 2010 e 2011 sono arrivati 9 nuovi progetti, tra istanze e permessi di ricerca”. Raggiante per l’ottima riuscita della manifesta-

zione il padrone di casa, Emilio Romani, primo cittadino di Monopoli, che ha sfilato a capo del corteo insieme alle più alte cariche regionali. “Chiederemo a Bruxelles, il più presto possibile, una moratoria europea sul divieto di installazioni petrolifere offshore per l’estrazione di idrocarburi”. “Credo – ha aggiunto – che in democrazia il principio di rispettare la volontà della maggioranza non vada mai leso”. “La politica e la società civile dicono no a questo tipo di progresso – ha concluso – e quindi dobbiamo rispettarle”. Chi ha rilanciato l’appello alla massima attenzione sulla questione è l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro. “Questa è solo la prima risposta, poi ci sarà quella via mare: faremo un ponte di barche, pescherecci e gommoni, per impedire qualunque velleità di perforazione e anche di

semplice prospezione geosismica”. “E’ una giornata storica per la Puglia – ha rilevato – ci sono manifestanti che vengono da 800 chilometri di distanza”. Riguardo all’articolo stralciato sull’avvicinamento dele trivelle alle coste, da 12 a cinque miglia, Nicastro ha sottolineato come “c’è sicuramente una marcia indietro del governo, però la soglia di attenzione deve essere altissima perchè gli interessi in gioco sono rilevantissimi”. “Ora confido molto nell’impegno dei nostri parlamentari di ogni schieramento politico”. Infine, Nicastro ha spiegato che “c’è la possibilità di una moratoria a livello europeo così come c’è a livello del governo nazionale. Ma non credo – ha concluso – che le politiche energetiche dell’Ue e dell’Italia vadano in questa direzione, penso piuttosto vadano in quella opposta”. A parlare di inutilità

l’interrogazione degli europarlamentari

Ue, tutti insieme per riesaminare la legge Dopo la grande manifestazione, ancora una volta gli europarlamentari italiani, dimostrando grande compattezza ed unità d’intenti, hanno presentato una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea. Quaranta firme, di tutti i Partiti politici, con l’obiettivo di spingere a riesaminare gli aspetti relativi alle concessioni di autorizzazione alla prospettazione petrolifera, soprattutto nei pressi di zone ad alta vocazione turistica o peschereccia. L’interrogazione chiede di “riesaminare urgentemente gli aspetti legislativi connessi alle prospezioni e all’estrazione di petrolio per vietare ricerche offshore nelle zone turistiche e a forte vocazione peschereccia”. “La metodologia air-

gun usata nei lavori di prospezioni - si legge nell’interrogazione - consiste in violente esplosioni di aria compressa che danneggiano il pescato e l’intero equilibrio marino. Un danno per la marineria di Monopoli, già afflitta da una grave crisi. Nel territorio interessato, inoltre, è sviluppata una fiorente economia turistica, con la presenza di decine di alberghi, bed & breakfast e villaggi vacanze”. Alla Commissione Europea si chiede di considerare “la contrarietà di tutte le istituzioni del territorio e della cittadinanza”, “di intervenire per verificare la conformità delle operazioni di prospezione in atto a largo di Monopoli a tutte le direttive europee” e “di prendere in considerazione l’idea di riesaminare la legislazio-

Attivisti di Legambiente durante il corteo di Monopoli

ne in materia, intervenendo per introdurre specifici divieti alla ricerca offshore e alle trivellazioni nei territori fortemente legati al mare per la diffusione di attività come pesca e del turismo”. “La grande manifestazione di sabato scorso ha dimostrato come nella difesa di un territorio e della sua vocazione turistica non esistono differenze politiche. E questa interrogazione all’Europarlamento va nella direzione di quella moratoria europea sull’installazione di piattaforme off-shore che

abbiamo chiesto a gran voce”, ha così commentato il Sindaco di Monopoli Emilio Romani. Che precisa: “Siamo scesi in piazza per abbandonare un’idea illuministica secondo la quale siano in pochi a decidere il futuro di una popolazione che si è fermamente opposta all’ipotesi di installazione di piattaforme petrolifere nell’Adriatico” I FIRMATARI - Nella lista dei firmatari compaiono gli europarlamentari Sergio Silvestris (primo firmatario, Pdl), i vice-

presidenti dell’europarlamento Gianni Pittella (Pd) e Roberta Angelilli (Pdl), i capidelegazione Mario Mauro (Pdl), David Sassoli (Pd), Niccolò Rinaldi (Idv), Salvatore Tatarella (Fli) e Giuseppe Gargani (Udc); i parlamentari Raffaelle Baldassarre, Licia Ronzulli, Barbara Matera, Enzo Rivellini, Erminia Mazzoni, Antonio Cancian, Antonello Antinoro, Clemente Mastella, Lara Comi, Giovanni La Via, Aldo Patriciello, Iva Zanicchi, Marco Scurria, Carlo Fidanza, Alfredo Pallone, Salvatore Iacolino (Pdl); Debora Serracchiani, Paolo De Castro, Pino Arlacchi, Mario Pirillo, Vittorio Prodi (Partito democratico); Sonia Alfano, Gianni Vattimo, Gianmaria Uggias e Andrea Zanoni (Italia dei valori); Matteo Salvini, Mario Borghezio, Claudio Morganti, Lorenzo Fontana e Giancarlo Scottà (Lega Nord); Cristiana Muscardini e Potito Salatto (Fli).


dal Territorio

venerdì 27 gennaio 2012

delle trivellazioni in Italia ed in Puglia è Legambiente. “Se estraessimo gli 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, li esauriremmo in soli 55 giorni. Perciò basta con le menzogne: le trivellazioni non servono a ridurre i costi delle bollette”. Lo sottolineano Stefano Ciafani e Francesco Tarantini, rispettivamente vicepresidente nazionale di Legambiente e presidente regionale della sezione pugliese dell’associazione ambientalista. “Dobbiamo fermare questo folle progetto – spiegano – che serve solo a ingrassare i bilanci di poche multinazionali petrolifere a danno degli interessi della collettività che invece vuole preservare le coste italiane per promuovere turismo di qualità e pesca sostenibile”. “Non ha alcun senso estrarre le riserve italiane – rilevano – viste le quan-

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il coro unanime del mondo politico regionale

“Sosteniamo il diritto alla vita in un ambiente sano”

tità ridicole di cui disponiamo”. Piuttosto, “occorre promuovere politiche di mobilità sostenibile, visto che è il settore dei trasporti che consuma la gran parte dei derivati del petrolio”. Ma, commenti a parte, quello che si è visto a Monopoli è stato un coro ad

una voce sole. I pugliesi queste prospettazioni non le vogliono.Sono inutili, dannose, e promettono solo possibili scempi ambientali a fronte di nessuna utilità economica, o energetica. Una volta tanto, senza distinzioni di alcun genere e partito.

Maggioranza ed opposizione per una volta insieme, convintamente, per dire “no” alle trivellazioni nei nostri mari. A parlare per le strade di Monopoli è il presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna. “Siamo in piazza per manifestare il diritto alla vita in un ambiente sano”. “Ringrazio – ha detto Introna – le migliaia di persone che da qui inviano un messaggio che arriverà ai Parlamenti italiano e europeo, affinchè tutti si impegnino a mantenere i nostri territori integri. Dobbiamo dire no a chi vuole dissestare l’Adriatico, a chi vuole speculare sul nostro ambiente”. “Ora dobbiamo continuare a lottare affinchè anche dall’Unione europea vengano le rassicurazioni opportune. Dobbiamo farlo per i nostri figli e i nostri nipoti”. Daccordo anche il Popolo della Libertà, per bocca del suo capogruppo in Consiglio Regionale Rocco Palese. “In maniera convinta e decisa diciamo no alle trivellazioni, alla distruzione delle nostre risorse ambientali,

la delegazione di futuro e liberta’

l’anci

Prima l’ambiente, solo dopo il profitto

Uniti per sostenere le nostre ragioni

Alla manifestazione contro le trivellazioni in Adriatico di Monopoli, era presente anche una delegazione di Futuro e Libertà. A rappresentare il partito di Fini, l’eurodeputato e Presidente dell’Assemblea nazionale del partito, On. Salvatore Tatarella e il consigliere regionale, coordinatore provinciale di Bari, dott. Giammarco Surico. “Siamo a Monopoli per ribadire l’opposizione di Futuro e Libertà alle trivellazioni in Adriatico” lo ha dichiarato l’on. Salvatore Tatarella. “Abbiamo manifestato con i cittadini, le associazioni e i Comuni di Puglia per riaffermare la prevalenza dell’ambiente, delle bellezze

Molti i sindaci e amministratori comunali presenti oggi a Monopoli, per esprimere la ferma protesta degli enti locali e delle comunità pugliesi contro le ricerche e le estrazioni petrolifere nel nostro mare adriatico. Soddisfazione per la riuscita della manifestazione è stata espressa dal presidente Anci Puglia Luigi Perrone: “Abbiamo promosso e sostenuto questa iniziativa perché crediamo nella forza della democrazia locale. Dobbiamo essere uniti, Comuni, Province e Regioni dell’Adriatico per fare sentire le nostre ragioni. Il forte impatto ambientale generato da questi progetti rende vincolante e imprescindibile il parere degli enti

Salvatore Tatarella

naturali e delle biodiversità sul profitto e sul petrolio.” “Mi auguro che questa manifestazione, ha concluso Tatarella, possa anche essere il primo passo per un più organico collegamento degli enti locali con i parlamentari europei. Attraverso la collaborazione tra le istituzioni sarà possibile una migliore e più efficace tutela degli interessi regionali.”

locali e dei cittadini per impedire disastri ecologici. Ribadiamo forte e chiaro il nostro NO AL PETROLIO, SI ALLE ENERGIE BIOSOSTENIBILI. Apprezziamo il passo indietro compiuto dal Governo - ha concluso Perrone - che ieri sera nella versione definitiva del decreto legge varato, ha cancellato la disposizione che liberalizzava la ricerca di idrocarburi. Ma è necessaria la definizione di una politica energetica nazionale ecosostenibile che veda protagonisti i comuni e riduca il potere delle grandi imprese multinazionali.” “Questa è una manifestazione speciale, perché è in gioco nostro futuro e quello dei nostri figli. – ha detto il

paesaggistiche e turistiche. Non permetteremo a nessuna multinazionale di calpestare la volontà di così tanta gente”. Ricordando che il governo ha stralciato dal decreto liberalizzazioni l’articolo che prevedeva un avvicinamento alla costa delle trivelle, da 12 a cinque miglia, Palese ha detto che “abbiamo fermato il governo e, con tutto il rispetto per Monti, che sta facendo molto per il Paese, non permetteremo a nessuno di calpestare la Puglia e il Sud’’. Per Massimo Cassano (Pdl) si è trattata di “una festa di piazza, splendida. Una protesta dal basso, i giovani, le donne, gli anziani. La risposta della Puglia alle trivelle ed alle piattaforme offshore è stata forte. Un coro di no”. Per Antonio Decaro (Pd) “ha prevalso il blu del mare sul nero del petrolio. I pugliesi vogliono un modello di sviluppo ecosostenibile”. Per Salvatore Negro (Udc) “le coste della Puglia non si toccano. Il messaggio è chiaro, i pugliesi sono compatti contro chi vuole distruggerle per qualche barile di petrolio”.

Un momento della sfilata per le strade di Monopoli

sindaco di Monopoli e vicepresidente Anci Puglia Emilio Romani nel suo discorso - Non sarà certo qualche caraffa di oro nero a tentare di cambiare la costruzione di questo futuro. La Puglia ha scelto di dire no a questa forma di progresso. Il nostro petrolio sono le nostre idee, le nostre eccellenze, le nostre bellezze, il nostro stile di vita. Esiste una forma di illuminismo post novecentesco dove pochi decidono per tutti gli altri, esautorando i

poteri dei governi e hanno allontanato la volontà del popolo dai centri decisionali. – ha continuato il vicepresidente di Anci Puglia La politica deve riappropriarsi della sua autorevolezza per garantire una svolta culturale a questo paese. Questa Piazza lancia un duplice messaggio: da un lato fermare le ricerche di petrolio e dall’altro proporre a Bruxelles una moratoria europea contro l’installazione di piattaforme petrolifere offshore”.


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Foggia

venerdì 27 gennaio 2012

IN COMUNE - Dopo una strenua resistenza il primo cittadino ha dovuto arrendersi all’evidenza e licenziare la sua compagine

Il palazzo degli azzerati Per il sindaco di Foggia Mongelli arriva il difficile puzzle della nuova Giunta comunale di Claudio Aquilano E alla fine azzeramento fu. Dopo strenua resistenza, accampato a difendere l’indifendibile, Gianni Mongelli ha dovuto arrendersi all’evidenza e licenziare la sua compagine assessorile. Per alcuni di loro sarà un arrivederci, per altri un addio. La questione più delicata riguarda gli eletti in Consiglio che hanno lasciato il loro seggio per entrare nell’Esecutivo, come l’Udcap

Il Comune di Foggia

notizie da palazzo di citta’

Le scelte di Lucia Lambresa Lucia Lambresa, l’autentica match winner delle elezioni comunali del 2009, è apparentemente fuori dai giochi. Il sindaco che grazie a lei e al suo decisivo appoggio di secondo turno siede su quella poltrona continuerà il suo percorso senza di lei, così come faranno i due consiglieri comunali che grazie al suo consenso siedono fra i banchi di Palazzo di Città. Amarezze e paradossi di regole elettorali un po’ astruse, e che congiurano per la seconda volta a privare la Lambresa di uno status di amministratore che i cittadini di Foggia le hanno assegnato. Sarebbe un finale amaro, se fosse un finale; ma noi pensiamo che non sarà così. Non si arrenderà

neanche questa volta, tanto più in un momento nel quale il cantiere del Terzo Polo, con il suo imperativo categorico di rifondare la politica a partire dal consenso e dal radicamento sul territorio, è aperto ed ospitale. In questi due anni e mezzo, impegnata sul delicatissimo fronte della delega alla Sicurezza, Lucia Lambresa aveva garantito alla Giunta Mongelli quella capacità di rapporto con la gente mancata al resto della compagine. È un patrimonio che ora torna a mettere a disposizione della città intera. Non la vediamo come un’ingenua sedotta e abbandonata, ma come una donna capace di scegliere, e di assumersi la responsabilità delle sue scelte. Merce rara, di questi tempi.

la difficile situazione della societa’ pubblica

succede a foggia

Il social network dell’auto-odio

Facebook, si sa, è un posto in cui proliferano i gruppi e le pagine più strane. Fra questi sono particolarmente esecrabili quelli dedicati ad istigare all’odio verso un vasto numero di soggetti. Si va da chi pratica e predica l’odio razziale, a quelli che inveiscono contro i disabili passando per le diverse ostilità di tifoseria e di campanile. Siccome Foggia non si fa mancare niente, abbiamo anche prodotto il primo e credo unico gruppo del social-network di “auto-odio”.

Frattulino, di cui il partito avrebbe chiesto l’avvicendamento; ma in questo momento non ci sono entranti ed uscenti sicuri, con due sole eccezioni: il vicesindaco Lucia Lambresa (vedi riquadro), che sicuramente non farà parte della compagnia, e l’attuale presidente del Consiglio Comunale Raffaele Piemontese, che dovrebbe essere il primo assessore al Bilancio dell’era Mongelli (finora la delega è stata retta dallo stesso primo cittadino). Su tutto il resto, molte voci e nessuna certezza, a cominciare dalla presenza femminile: si parla dell’architetto Chiarastella Fatigato all’Urbanistica, del vicepresidente di Libera Daniela Marcone come assessore alla Legalità, di Lia Masi, storica figura dell’area socialista, come assessore alla Cultura. Ma il puzzle è molto complicato da incastrare: i dissidenti del Pd De Vito e Sottile dovrebbero essere tacitati con l’elezione del secondo alla presidenza del Consiglio lasciata libera da Piemontese (ma sul ruolo c’è anche un’opa dei socialisti ortodossi per Angelo

Benvenuto). Per Sinistra, Ecologia e Libertà conterà molto la qualità complessiva del pacchetto presentato, avendo i vendoliani idee molto confuse su un loro possibile rappresentante. Non si sa come quadrare il cerchio in casa del Partito Democratico, dove c’è ormai un’ala “del mugugno” quasi maggioritaria. Tanto prevalente che l’Unione di Capitanata ha deciso di presentare il conto: se il Pd, malgrado la sua formale consistenza consiliare, è in realtà ridotto ad un accampamento di tribù diverse, la sua rappresentanza deve essere ridimensionata a vantaggio dei gruppi più compatti. Il partito di De Leonardis è contrario ad un ricambio totale, perché difende strenuamente l’assessore ai Servizi Sociali Pasquale Pellegrino. Un’altra incognita è rappresentata dei socialisti, che potrebbero trarre nuova linfa dall’arrivo dei due consiglieri eletti con la lista Lambresa, che hanno testé pugnalato alle spalle la loro leader. I tempi non potranno essere troppo lunghi, ma è difficile siano brevissimi. L’unica cosa ragionevolmente prevedibile è che la nuova Giunta sarà più giovane. Farla più vecchia è obiettivamente difficile.

L’aggregazione “odio Foggia” è infatti animata, promossa e costituita da Foggiani, cittadini giovani o un po’ meno giovani che detestano la propria città e zone limitrofe al punto da auspicare che venga bombardata nuovamente come nel ’43. Nella carta di identità del gruppo i promotori precisano che il loro “odiare” Foggia dipende in realtà dal loro acuto e disperato desiderio di migliorarla. Un modo un po’ ruvido di esprimere attaccamento. Come dice il vecchio detto, con amici così, chi ha bisogno di nemici?

L’arcangelo dei rifiuti e la partita giocata su Amica Spa La scelta è di quelle indiscutibili: Raphael Rossi, l’Incorruttibile, l’uomo che a Torino ha rifiutato una mazzetta da centomila euro e denunciato ai magistrati chi gliela offriva, che a Napoli ha preferito lasciare per non piegarsi alle richieste di assunzioni clientelari da parte di Luigi De Magistris, è il nome scelto da Gianni Mongelli per salvare e rilanciare Amica Spa, la società pubblica dichiarata fallita dai giudici del Tribunale di Foggia a causa di un’insol- Raphael Rossi venza che ammonta (almeno) a sessanta milioni di euro. Cosa potrà fare per scongiurare l’emergenza igienico-sanitaria, salvare i livelli occupazionali ed impedire il saccheggio del patrimonio aziendale? Molto, se si guarda alla sua indiscutibile competenza; pochino, a considerare la situazione oggettiva.

Amica non è fallita per caso, né è casuale che sia stato proprio l’amministratore straordinario in pectore a sancire l’irrimediabilità della sua situazione. La partita è stata giocata da una politica irresponsabile e vanesia, ma le carte sono state date dalla speculazione e dall’affarismo, perché dentro l’azienda, oltre a passività e difficoltà di ogni genere, ci sono anche gioielli di famiglia preziosi e appetibili. Il fatto che il curatore fallimentare dell’Amica, che svolge già lo stesso incarico per la consociata Daunia Ambiente, abbia avuto un atteggiamento conflittuale (con ottime ragioni) per la consociata, non lascia presagire un cammino agevole per Rossi. Ma naturalmente la città fa il tifo per lui. c.a.

IL COMMENTO

Al di sotto di ogni sospetto di Fabrizio Tatarella Questa faccenda dell’Amica di Foggia è intricata assai: in effetti appare singolare che il Ministero dell’Economia nomini come amministratore straordinario in pectore un commercialista foggiano non particolarmente noto come manager di aziende; appare non meno bizzarro che per l’approntamento di un piano industriale questo amministratore straordinario in pectore si rivolga a quello stesso management aziendale che aveva condotto l’Amica al disastro; ed è certamente surreale che il nominato amministratore straordinario concluda che non c’è alcuna possibilità di amministrazione straordinaria. In questa vicenda giocata nel segno della singolarità la senatrice Colomba Mongiello (che non è abituata a parlare a vanvera) legge l’ombra di “giochi romani” tessuti dal centrodestra per mettere in difficoltà Gianni Mongelli. Chiedendo lumi abbiamo saputo che il riferimento sarebbe al vicepresidente della Camera Tonio Leone, che avrebbe suggerito al Ministero dell’Economia il nome del commercialista. Non sappiamo se sia vero, ma se è così possiamo rassicurare ampiamente la senatrice: Tonio Leone non tesse. Per l’ottima ragione che non ne è capace. Se ha fatto quel nome, fu per caso, come per caso si trova ad essere parlamentare e vicepresidente dell’assemblea di Montecitorio. Egli è –direbbe Montanelli- al di sotto di ogni sospetto.


Cerignola

venerdì 27 gennaio 2012

CERIGNOLA - Grande partecipazione di pubblico al comizio di Fli sulla vicenda dell’Albergo Moderno

Crisi politica, Tatarella scarica Giannatempo

Salvatore Tatarella durante il comizio

di Stefano Petrarolo

rimproverandogli, in un anno e mezzo, una gestio“Un anno e mezzo fa, ne dell’amministrazione nel mio ultimo comizio, comunale sciatta, leggecon molti mal di pancia ra, caratterizzata da inefvi ho chiesto di eleggere ficienza amministrativa, Giannatempo Sindaco di pressapochismo, concorsi questa città, il meno peg- truccati, assunzioni di fagio, al ballottaggio, rispet- miliari, clientele, favori ad to a Tonti. Oggi senza mal importanti imprenditori. di pancia chiedo al Sinda- Demolizione dell’albergo co di dimettersi”. Moderno, interporto, speEsordisce cosi Salvato- culazione edilizia i temi re Tatarella, da tutti rico- affrontati chiedendo a nosciuto come il miglior gran voce le dimissioni di Sindaco della storia di Ce- Giannatempo. rignola e oggi parlamenTra il pubblico preoctare europeo e Presidente cupati, oltre ai consigliedell’assemblea nazionale ri comunali, si vede uno di FLI. spaventato In tanti al Un anno e Franco Reddacomizio di Fumezzo fa vi vide, assessore turo e LIbertà, sicurezho chiesto, alla folla delle granza, il peggiore con qualdi occasioni. E, che mal di pancia, di amministratoinfatti, il comi- eleggere Giannatempo re della storia zio di Tatarella Sindaco di questa città. secondo FLI segna una data Oggi senza mal di pan- che lo invita a importante: la cia chiedo al dimettersi con fine del con- Sindaco di il comandannubio politico dimettersi! te Mandrone tra Tatarella e il dopo l’ultima suo ex delfino escalation di Antonio Giannatempo. Ta- rapine, addirittura quattarella scarica Giannatem- tro, nelle farmacie della po senza se e senza ma, città. Tatarella nel corso

I dirigenti di Fli sul palco cittadino

del comizio smaschera delle città. Al di là della anche Giannatempo e il presenza di Totò che è una nipote consigliere comu- pagina della storia, l’albernale, Michele Allamprese, go Moderno è simbolo di che, privi di senso del ri- molto altro. La targa del dicolo, avevano dichiarato 1912 apparteneva ad una il falso, sostescuola in cui nendo che SalSe fossi sta- ha insegnato vatore Tatarella to presente Maria Conte, nel 2007, da non avrei prima donna consigliere comai consen- cerignolana a munale, votò tito un simile scempio. conseguire una per l’aboli- Per chi li ha buttati giù si laurea. Cerizione dell’Al- tratta di quattro vecchi gnola dimenbergo Moder- mattoni, per me sono tica la propria no approvata la cultura storia – conall’unanimità. storica della tinua l’ex SinIl parlamen- nostra città daco. In questi tare europeo giorni c’è stato con tanto di il centenario di delibera in mano, invece, Pavoncelli, illustre figlio di dimostra la sua assenza a Cerignola e nessuno l’ha quel consiglio comunale. ricordato”. Tra il pubblico “ Se fossi stato presen- presente anche Ruggero te – afferma rincarando la Renna che, a causa della dose polemica nel comizio demolizione, vive all’Hotel – non avrei mai consentito delle Nazioni a spese della un simile scempio. Per chi comunità e non di chi ha li ha buttati giù si tratta commesso il danno, cioè di quattro vecchi matto- la Cadinvest del potente ni, per me sono la cultura ed influente imprenditostorica della nostra città. re Donato Calice. Proprio Oggi in tutte le città. Da domenica a Renna è staBari a Lecce, da Bisceglie to notificato una missiva a Monopoli, i centri storici del Comune in cui gli viesono rivalutati, rappresen- ne detto che potrà restare tano il fiore all’occhiello all’Hotel delle Nazioni fino

al 31 gennaio. Dopo dovrà trovarsi una casa. Tatarella va giù duro: “ Se uno con una pistola giocattolo entra in una farmacia e compie una rapina quasi ne esaltiamo le doti. Se qualche colletto bianco, con tanto di autorizzazione dell’amministrazione, porta via la causa ad un uomo lo tolleriamo. L’abbattimento – conclude Tatarella - non c’entra nulla con il Pirp, Piano riqualificazione periferie. La scempiaggine di sostituire l’albergo con una piazzetta non venga più detta. La Cadinvest provveda alla ricostruzione dell’albergo rispettando l’architettura storica del rione”. Al riuscitissimo comizio erano, inoltre presenti, il consigliere provinciale di FLI a Palazzo Dogana, Emilio Gaeta,

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il coordinatore provinciale Fabrizio Tatarella e il giovane Carlo Dercole che, senza alcuna emozione, ha introdotto l’importante evento. Ormai solo 8 consiglieri comunali del Pdl continuano a dire che tutto va bene. I 4 del Gam si dicono pronti a firmare, i 6 di Udc e Udcap chiedono rilancio amministrativo. In questa confusione un dato è certo dopo l’abbandono da parte di Tatarella. Giannatempo, che con Ruocco è ai ferri corti e con Farina, assessore provinciale Pdl, non ha rapporti per paura di essere oscurato, si trova sempre più solo. Potrà ancora avere la maggioranza in Consiglio, tirare a campare per un po’, ma come Berlusconi quando perse Fini, ormai è l’inizio della fine. Riuscirà ad avere la maggioranza consiliare, ma, certamente, non ha più la maggioranza dei cerignolani. Sa benissimo il Sindaco, infatti, che dopo il comizio di Tatarella di domenica tutto non sarà più come prima e la paura per una nuova e sonora sconfitta, che potrebbe essere ancora più pesante di quando, nel 2005, perse 19% a 80% da Matteo Valentino, si concretizza ogni giorno di più.

sulla demolizione dell’albergo moderno

Granata interroga il Governo Monti Fabio Granata, Vice Presidente Commissione anti-mafia ha presentato una interrogazione parlamentare urgente al Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri e al Ministro per o Beni culturali Lorenzo Ornaghi riguardante la demolizione dell’Albergo Moderno di Cerignola, avvenuta in pieno centro storico, in modi e tempi sospetti, e senza le adeguate misure di sicurezza. Il Vice

Coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, in passato assessore regionale alla cultura in Sicilia, da sempre ha caratterizzato il suo impegno politico per la tutela dei beni paesaggistici e dei centri storici. Per questo il suo autorevole intervento da numero due della Commissione parlamentare anti-mafia e di esperto di urbanistica rappresenta un fatto più che positivo per la città di Cerignola.

ENZO PECE (FLI) - Dopo la sentenza del Tar il sindaco dovrà nominare una donna nella Giunta comunale

Cerignola, e le quote rosa?

Grande partecipazione di pubblico al comizio di Futuro e Libertà

Futuro e Libertà per l’Italia denuncia la mancanza di donne nella giunta di Cerignola. Il Tribunale amministrativo per la Puglia, infatti, ha recentemente annullato il decreto di nomina della Giunta comunale di San Marco in Lamis e condannato il Comune alla rifusione delle spese di giudizio a causa del mancato rispetto della norma sulla parità di genere (sentenza n.79/2012 del 11/01/2012, pronunziata ex art. 60 c.p.a.).

Ecco il commento di Enzo Pece (Fli) –“ il Tar mette una nuova pietra miliare in una vicenda che da un po’ di tempo a questa parte sta animando un dibattito politico trasversale. I giudici danno un’interpretazione autentica a quello che considerano un vero e proprio «precetto» costituzionale, e non una facoltà programmatoria dell’ente locale.Carlo Dercole di Generazione Futuro aggiunge che sono coinvolti in questa sentenza i comuni foggia-

ni di Ascoli Satriano, San Marco in Lamis e Trinitapoli. – Tuttavia, è la decisione sulla giunta del Comune di Bisceglie che si differenzia dalle altre (e per questo potrà produrre conseguenze in tutta la regione) perché finora i giudici si erano limitati ad accogliere i ricorsi per quei Comuni che, pur avendo uno statuto che ne prevedeva l’obbligo, non garantivano la presenza di donne in giunta. Gli esponenti di FLI, senza mezzi termini

Enzo Pece

sostiengono che – “adesso anche L’amministrazione Giannatempo dovrà necessariamente adeguarsi, nominando al più presto una donna in giunta, poiché gli enti pubblici sono obbligati a rispettarle”. “


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Europa

venerdì 27 gennaio 2012

PARLAMENTO EUROPEO - L’ostacolo maggiore è burocratico: il trattato di Maastricht del 1992 ha stabilito la sede a Strasburgo

Doppia sede, lo spreco continua Duecentocinquanta milioni di euro l’anno i costi per trasferirsi da Strasburgo a Bruxelles di Vincenzo Matano

di euro l’anno, ciò significa che in una legislatura si raggiunge la cifra capogiro di un miliardo di euro. In tempo di crisi economica e di tagli a tutti livelli, è oggettivamente folle continuare a mantenere le due sedi. Bruxelles è più centrale e ospita già la Commissione e il Consiglio europeo, di conseguenza dovrebbe essere la sede unica e naturale del Pe. La pensa così la maggioranza degli eurodeputati, alcuni di loro sono tornati alla carica chiedendo al neo Presidente Shultz, l’abolizione della sede di Strasburgo. Ma non è per niente facile, già in passato ci sono state iniziative in questo senso. Per esempio, la svedese Malmstrom raccolse più di un milione di firme per una petizione che

chiedeva di unificare le per fermare la carovana due sedi; nel marzo del mensile verso questa citLa Presidenza di tur2010, su iniziativa della tà è necessario l’accordo no danese dell’Unione deputata olandese Jea- di tutti i governi europei. europea denuncia gli nine Hennis-Plasscha- Ma chi segue i contorti sprechi legati alla preert, è stata inviata una negoziati della politica senza di due sedi per il lettera, cofireuropea sa Parlamento europeo. E’ mata da 170 che trovaPer fermare re un’intesa stato il ministro delle eurodeputala carovana tra i 27 Paesi Finanze danese Bjarne ti, a Sarkozy mensile ver- non è cosa Corydon, nel corso di per rinunciaso la Francia facile. E se una conferenza stampa re alla sede di tenutasi a Copenaghen, St ra s b u rg o. è necessario l’accordo di poi anche a sollevare la questione Ma è stato tutti i governi europei, la si trovasdel trasferimento mentutto inuti- ma un intesa a 27 non se, la Fransile, in occasione delle le, la Fran- è cosa facile. Inoltre la cia, come cia si ostina Francia ha ha sempre assemblee plenarie, dei a difendere già annund i c h i a ra t o, deputati europei con annesso staff, da Bruxelles St ra s b u rg o. ciato il veto porrebbe il a Strasburgo. L’ o s t a c o l o veto per diUna volta al mese 736 maggiore è fendere il deputati con mille assiproprio di suo prestigio stenti, 3000 funzionari e natura legale: il trattato e l’economia della città centinaia di casse di dodi Maastricht, firma- alsaziana che vive delle cumenti, si trasferiscono to nel 1992 dai leader sessioni del Parlamento per 4 giorni da Bruxelles dell’allora Europa dei europeo e, se ne fosse a Strasburgo. La spesa di 12, ha stabilito che il privata, entrerebbe in questo trasloco è valutaParlamento abbia la sua una crisi profonda. Ma ta intorno ai 250 milioni sede a Strasburgo. E oggi per gli inguaribili ottimisti, questa potrebbe essere la volta buona, infatti, nei prossimi mesi cifre e statistiche ci potrebbe essere una • le emissioni inquinanti provocate dallo spostamento una volta al revisione dei Trattati mese lungo i circa 450 chilometri che separano Bruxelles e Strasburgo arriper creare la cosiddetta verebbero a oltre 20 mila tonnellate di ossido di carbonio quanto 13 mila voli “unione fiscale” voluta aerei di andata e ritorno tra New York e Londra. fortemente da Angela • Per più di 300 giorni l’anno, l’enorme palazzo di vetro in Francia resta Merkel. Quale migliore vuoto occasione per rilanciare • 20 tonnellate di materiale che vengono trasferite e riportate indietro l’idea della sede unica da grossi camion, con un costo di circa 250 milioni di euro del Pe? Certo la Francia non rinuncerà facilmen-

attenzione ai costi dei prestiti personali

L’Ue con la lente sul credito al consumo Siete mai stati lì lì per firmare un contratto per un prestito personale, per una carta di credito o per un’altra forma di credito al consumo, scoprendo improvvisamente che erano tutti più cari di quanto in un primo tempo vi aspettavate che fossero? Con un’indagine su scala UE dei siti web che offrono credito al consumo è stato verificato se i consumatori prima di firmare un contratto di credito al consumo avessero ricevuto le informazioni cui hanno diritto in virtù delle norme UE. Le autorità hanno verificato più di 500 siti web in 27 Stati membri segnalando 393 siti (70%). Le autorità nazionali chiederanno ora conto alle istituzioni finanziarie e agli intermediari del

credito delle presunte irregolarità,. Con questa operazione a tappeto si è guardato sopratutto al modo in cui le imprese applicano la direttiva sul credito al consumo (di recente recepita dagli Stati membri), che ha l’obiettivo di agevolare la comprensione e la comparazione delle varie offerte di credito. John Dalli, commissario UE per i consumatori, ha affermato che “quando si vuole un credito, può talora capitare che alla fine esso costi più quanto preventivato: per questo esiste una legislazione europea che aiuta i consumatori a prendere delle decisioni fondatene”. Nel 2010, gli istituti finanziari nella zona euro avevano più di 600 miliardi di euro di credito in essere al consumo.

commercio elettronico

Le proposte Ue per il commercio Il commercio elettronico offre potenzialmente molti vantaggi per i consumatori e le imprese: prezzi più bassi, scelta più ampia, sviluppo di servizi innovativi e nuovi posti di lavoro. Gli acquisti online rappresentano circa il 3% del commercio al dettaglio nell’UE, ma rimangono molti ostacoli allo sviluppo di un mercato unico su Internet per i 27 paesi membri. Il numero dei clienti potrebbe aumentare se il mercato Internet fosse più sicuro e più aperto. La Commissione Europea nella settimana appena trascorsa ha proposto l’adozione di 16 misure per raddoppiare le vendite al dettaglio online entro il

2015 assicurando una migliore protezione dei consumatori, più informazione e una scelta più ampia. Anche le imprese trarrebbero beneficio dalle misure proposte e sarebbero quindi incoraggiate ad investire nella vendita e nei servizi online. Ad esempio, sono contemplate misure per combattere lo scaricamento illegale di prodotti coperti dal diritto d’autore (come film e musica) e per fissare un quadro giuridico chiaro per le attività economiche online. Le proposte integrano la direttiva UE sul commercio elettronico, che stabilisce regole comuni per le vendite transfrontaliere online. ro.ma.

Strasburgo, la sede del Parlamento Europeo

te, ma ci sono già molti progetti alternativi per ripagare la grave perdita: impiantare a Strasburgo l’università’ transeuropea o la scuola europea

di amministrazione pubblica. Soluzioni meno prestigiose, ma sicuramente apprezzate dalle tasche dei contribuenti europei.

l’incontro con bill gates

Il papà di Microsoft al Parlamento Europeo di Eliona Cela “Nonostante la grave crisi economica che sta attraversando, l’Ue non deve ridurre gli aiuti allo sviluppo destinati ai Paesi piu’ poveri del mondo: l’azione globale dipende infatti dalle politiche adottate dall’Europa’’. E’ l’appello lanciato all’Europarlamento da Bill Gates, padre della ‘Fondazione Bill & Melinda Gates’ attiva nel miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo. Davanti ai più’ grandi esperti di cooperazione allo sviluppo, l ex presidente della Microsoft ospite a Bruxelles, ha chiesto all’Europa di non tradire i suoi impegni contro la povertà” nel Sud del pianeta. “Oggi “ ha ricordato Gates, “l’Unione Europea è il più importante donatore del mondo. Il budget 2014-2020 sul quale le istituzioni europee stanno trattando devono permettere all’Ue di mantenere questa posizione. Tagliare i fondi alla cooperazione non sarebbe soltanto un errore, ma un danno a

milioni di poveri che la crisi economica e sociale non può giustificare. Siate coraggiosi!” ha sottolineando il filantropo statunitense “in tutti questi anni gli sforzi effettuati dagli Stati membri europei per aumentare gli aiuti pubblici allo sviluppo mi hanno permesso di convincere tanti governi a seguire il vostro esempio. La generosità ci ha consentito di ridurre di quasi il 50% la mortalità infantile negli ultimi quarant’anni. Ma oggi purtroppo ci sono due miliardi di persone povere che hanno ancora bisogno di voi”. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, ha affermato durante l’ incontro che “ senza tener conto dei colori della politica, il Parlamento europeo continuerà à lavorare spalla a spalla con Bill Gates e che l’Unione europea ha il dovere di mostrarsi solidale e contribuire agli aiuti internazionali perché “la stabilità a lungo termine dell’Unione europea dipende anche dalla stabilità degli altri paesi”.


Spettacoli e Cultura

venerdì 27 gennaio 2012

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SPETTACOLO - “Nei circuiti italiani spesso vediamo direttori d’orchestra simili a metronomi, a guardiani della battuta”

Ritroviamo l’etica musicale A livello statale c’è un disinteresse ad incentivare i talenti locali, e questo per l’Italia è un fatto grave di Anna Chiapparino

27 gennaio - h. 29:00

Mirabella al Gaudì Caffè Venerdì 27 gennaio al Gaudì Caffè di Villa Camilla Michele Mirabella presenta il suo ultimo romanzo “Cantami, o mouse” (Ed. Mondadori) 28 gennaio - h. 18:00

Bari, letture per bambini Moby Dick Libri & Giochi, in via De Rossi a Bari, propone “Nino il Pagliaccio”, lettura a numero chiuso per bambini dai 3 ai 5 anni pre sabato 28 gennaio alle ore 18. La prenotazione è obbligatoria e va effettuata telefonicamente allo 080.9644609.

28 gennaio - h. 21:00

Rimbamband Show a Bitonto Sabato alle 21 presso il Teatro Traetta di Bitonto sarà in scena il “Rimbamband Show Reloaded”, cinque suonatori sognatori giocano con le canzoni, le parole, e la loro genuina follia. Info botteghino 080.3742636 30 gennaio

A Bari stage di danza classica La sezione Danza di Unika, Accademia dello Spettacolo a Bari (viale Giovanni XXIII) la coreografa Anila Vasjari, che annovera tra i suoi ballerini Ambeta, Ilir e Tili della trasmissione televisiva “Amici” terrà delle lezioni per livello professionisti dal 30 gennaio al 3 febbraio. Info 080.5042370.

Ancora a colloquio con il maestro Giuseppe Monopoli. A lui abbiamo chiesto quali possano essere le linee guida per rilanciare culturalmente e non solo il nostro Paese. “Si è persa la strada dell’etica musicale questo è il male odierno che attanaglia la musica oggi. Bisognerebbe dare spazio a nuove musiche, a tutte le iniziative di diffusione dell’arte. Per cui i luoghi preposti allo sviluppo di nuova linfa musicale possono essere: la scuola, la valorizzazione di festival anche di provincia, una volta c’era la lirica da giro, scomparsa completamente, c’erano impresari accreditati presso il ministero che portavano in giro la lirica e questo era

una sorta di laboratorio che ha formato tanti grandi cantanti del passato”. Ed oggi, cosa accade alla lirica? “Oggi ci si chiede come mai, non ci sono grandi cantanti lirici in Italia, il motivo è perché a livello statale c’è un disinteresse ad incentivare i talenti locali e, questo è grave se pensiamo che il vero oro nero dell’Italia è l’arte e, la lirica in primis potrebbe certamente contribuire all’aumento del nostro PIL. Ci sono tanti cantanti, di tutto il mondo che vorrebbero venire in Italia per imparare la dizione e studiare il bel canto, si stima che solo a Roma ci sia una comunità di circa 7000 coreani che studiano lirica..”. Per cui l’economia potrebbe avere un notevole beneficio se si rilanciasse

questo nostro “asset” che è la musica lirica? “Bisognerebbe organizzare le Accademie liriche, far debuttare i giovani cantanti nei festival, sono azioni che andrebbero coordinate, senza poi considerare il risvolto a livello d’immagine che l’Italia avrebbe nel mondo”. Qual è il percoso da seguire per diventare un direttore d’orchestra? “Il percorso nella direzione d’orchestra in Italia è complicato, non c’è una vera scuola di direzione d’orchestra dove impari la tecnica, ci sono corsi nei conservatori, accademie. Fino a tutto il ‘900 in Italia dirigevano i compositori: si pensava che per dirigere si dovesse solo conoscere a fondo la partitura, ma in realtà l’orchestra è uno strumento

Giuseppe Monopoli durante una sua performance

vero e proprio che bisogna conoscere a fondo. Le più prestigiose scuole di direzione d’orchestra serie ed importanti nel mondo sono quella tedesca e quella russa, i russi sono insuperabili in campo musicale, c’è un approccio scientifico, ci sono grandi maestri come Gergiev, Temirkanov”. Ma qual’è il livello dei direttori italiani?

bari

monopoli

Radio Apocalisse, mostra fino al 30

Sudfestival, la vetrina pugliese del cinema

di Isabella Battista Si chiude lunedì 30 gennaio la mostra di Antonio Rizzo al Museo Nuova Era intitolata “Radio Apocalisse”. In un ambiente neutro l’artista realizza un’opera di forte magnetismo con il chiaro intento di spronare e scuotere la mente del visitatore. Nell’epoca dell’omologazione comportamentale complessiva, nel groviglio avvolgente delle mode socialmente dominanti, la comprensione dell’informazione ed il processo critico che la sottendono si trasformano in disinformazione omologata. Evocativo il richiamo alla radio, “media” antico di comunicazione di massa, che ritrova il suo splendore nell’ultimo decennio, nettamente contrapponendosi a più asettici mezzi di comunicazione, dando forza alla voce ed alla parola. Radio anni Quaranta. Strumento di comunicazione e di svago. Le dieci fredde gelide radio in gesso bianco sono rese mute, come “incastrate” dal mate-

riale con cui sono realizzate a testimonianza della negazione della loro funzione “democratica” di informazione indipendente. Rafforzano questo simbolismo le ultime tre radio focalizzate dall’occhio del visitatore, che si mostrano in una forma surreale, quasi collassate, esattamente come è oggi la comunicazione attraverso i sistemi mass mediatici. Il carattere ripetitivo dell’informazione viene simboleggiato dall’uniformità e dalla serialità dell’omologazione della forma,così come la comunicazione di massa, annullando di fatto le potenzialità di pluralità di visione e di pensiero, si codifica in un’unica voce. Il fruitore, compiendo il proprio percorso di “autonomizzazione” del pensiero, voluto dall’artista, diventa quindi parte integrante dell’installazione realizzata, che si muta in metainstallazione. [Museo Nuova Era Str. Gesuiti, 13 Bari Orari: 17- 20, chiuso giorni festivi Ingresso libero]

È partita il 20 gennaio la XIII edizione del Sudestival, vetrina pugliese del cinema nazionale d’autore che con cadenza settimanale,che si protrarrà fino al 16 marzo, proponendo al pubblico del sud-est barese un articolato programma di film, incontri con gli autori ed eventi speciali. Organizzato dall’Associazione culturale Sguardi e diretto da Michele Suma, il festival ha ospitato, nel corso di questi tredici anni, 17 anteprime nazionali e 10 prime visioni per la Puglia, costituen-

do in alcuni casi il punto di partenza di un percorso critico e l’occasione distributiva dei film presentati. Particolarmente ricca l’edizione 2012, che propone 4 anteprime nazionali, 2 prime visioni e 5 opere prime, confermando l’attenzione che questa manifestazione presta da sempre ai giovani registi esordienti e al cinema indipendente. Ad inaugurare il festival, venerdì 20 gennaio al Cinema Vittoria di Monopoli, è stata la proiezione del film fuori concorso “Il paese delle spose in-

“Nei circuiti italiani spesso vediamo direttori d’orchestra simili a dei metronomi, a dei guardiani della battuta come diceva Wagner. In Italia poi c’è una coda del pensiero romantico sullo studio della musica, in realtà nella musica si richiede uno studio e un apprendimento della tecnica lungo e approfondito”. [2 - fine]

felici” di Pippo Mezzapesa, seguito da una serata cine-letteraria con diversi ospiti. 8 le opere in concorso che parte stasera: “Appartamento ad Atene” di Ruggero Dipaola, “Il cacciatore di anatre” di Egidio Veronesi, “Cavalli” di Michele Rho, “Giochi d’estate” di Rolando Colla, “Il mio domani” di Marina Spada, “Missione di pace” di Francesco Lagi, “Io sono Li” di Andrea Segre e “Taglionetto” di Federico Rizzo. Come di consueto sarà il pubblico a decretare i vincitori del Sudestival, una giuria composta da 160 studenti delle scuole superiori di Monopoli. isabella battista

bari

Lunedì parte l’edizione 2012 di Mediterre Lunedì 30 gennaio sarà inaugurata a Bari la settima edizione di Mediterre che quest’anno si presenta con una formula innovativa: un cantiere aperto ad amministratori pubblici, rappresentanti istituzionali, Organizzazioni non governative, associazioni, imprese, chiamate a discutere le politiche di sviluppo sostenibile a livello locale e nell’area euromediterranea. Energia, acqua, clima: sono le tre grandi emergenze al centro di questa edizione che si articolerà in sei giornate dense di appuntamenti durante le quali si approfondiranno temi come la conserva-

zione e valorizzazione delle aree protette, la tutela dell’ambiente, la green economy, i beni comuni. In calendario workshop, seminari, mostre, laboratori didattici. A caratterizzare questa edizione contemporaneamente ci sarà un evento internazionale, la terza sessione plenaria di ARLEM -Comitato delle Regioni (Assemblea regionale locale euro-mediterranea): 86 Presidenti di Regione si incontrano per definire obiettivi, strumenti e azioni da promuovere per contrastare il cambiamento climatico e la desertificazione.


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Cinema

venerdì 27 gennaio 2012

THE HELP - Dopo il successo del libro il film punta agli Oscar

Le emozioni di Tate Taylor di Michele Falcone Tratto dal romanzo d’esordio di Kathryn Stackett, caso editoriale negli States,con 6 milioni di copie vendute, The Help arriva nei cinema carico del grande successo, che ne ha decretato un caso editoriale dell’anno. Purtroppo nel nostro paese non ha avuto la stessa fortuna, il libro é

rieditato da Mondadori in occasione dell’uscita cinematografica. Diretto con sobrietà da Tate Taylor al suo secondo film (Pretty ugle people), The Help é un’opera coraggiosa ed emozionante, una pellicola edificante e commovente, che vede al centro le collaboratrici domestiche di colore, che negli anni 60’ spopolavano nelle case dei ricchi benestanti ame-

la scheda dei film - the help REGIA: Tate Taylor ATTORI: Emma Stone, Bryce Dallas Howard, Mike Vogel, Sissy Spacek, Allison Janney, Jessica Chastain, Ahna O’Reilly, Viola Davis, Chris Lowell PRODUZIONE: Paramount Vantage, 1492 Pictures, DreamWorks Pictures, Harbinger Pictures,I magenation Abu Dhabi FZ, Participant Media DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures PAESE: USA 2011 GENERE: Drammatico - DURATA: 137 Min

ricani, sottomesse e umiliate, defraudate e vilipese, sottostavano per esigenze economiche allo sfruttamento domestico. Siamo a Jackson assolata e afosa città del Mississippi, negli anni ‘60: tre donne sono al centro degli avvenimenti che travolgono gli States in quegli anni, The Help, ossia le aiutanti, é la storia di una emancipazione femminile e razziale, nel momento in cui cominciavano ad acquistare forza i movimenti per diritti civili stilati da Martin Luter King e negli anni in cui il Klu Klux Klan cominciava a compiere barbarie di ogni genere. A Jackson c’é sempre il sole, le signore se la godono nei fioriti giardini, sedute sulle colorate sedie a sdraio, giocano a bridge e mangiano torte di cioccolata, mentre le tate accudiscono chiuse in casa

Showville Bari The Help

in programmazione anche allo Showville di Mungivacca (Bari)

i loro pargoli, strette in un ambiente ostico e difficile. Tra mille difficoltà Skeeter giovane e intelligente giornalista alle prime armi (Emma Stone) (Easy girl), raccoglierà le tremende storie dell’Apartheid delle tate, Abileen, Minny e Yule Mae, dando alle stampe un libro con i ritratti di interni non cosí sereni e composti come sembrano apparentemente, ma raccontando le verità nascosta di quegli anni caldi e difficili. Al regista va dato il merito di aver messo in scena un film delicato e sensibile, una storia di altri tempi, che ricorda i melodrammi rosa del regista Douglas Sirk, e lo fa grazie anche ad un cast straordinario, che sicuramente farà incetta di statuette la notte degli Oscar: Viola Davis (ll dubbio) e Octavia Spencer sono superbe nelle loro interpretazione

di tate sottomesse e umiliate. Sarebbe però riduttivo parlare di grande cast senza citare tutte le altre splendidi attrici di questo film per cui ci sarà sicuramente qualche statuetta la fatidica notte degli Oscar: Bryce Dallas Howad nei panni dell’odiosa cattiva, la bellissima Jessica Chastain, già vista nel capolavoro di Malick the tree of life, in quelli dell’ingenua incompresa dolce biondona e l’indimenticabili Sissi Spacek nel ruolo di una mamma rincretinita e alcolizzata. In definitiva un buon film che ci riconcilia con una storia dura, che ha caratterizzato da sempre i rapporti tra padroni e schiavi, ma che rinfranca lo spettatore anche nelle sue lunghe due ore di durata con una grande storia commovente, come solo il cinema é capace di raccontare.

h 17:20 - 20:00 - 22:30

Underworld: Il risveglio (3D) h 18:40 - 20:40 - 22:40 Benvenuti al Nord h 17:45 - 20:20 - 22:40

Corso Cerignola (Fg) Immaturi - Il viaggio h 18:00 - 20:15 - 22:30 La chiave di Sara h 18:15 - 20:15 - 22:15 L’ora nera

h 20:30 - 22:30

Seven Cineplex Gioia del Colle (Ba) La talpa

h 18:30 Shame (VM 14) h 7:00 - 19:15 - 21:30 Immaturi - Il viaggio h 16:30 - 19:00 - 21:30


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