Puglia d'oggi n. 2 del 2012

Page 1

blici

uti pub ib r t n o c e v e ic a non r Questa testat

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella 20 gennaio 2012 • anno III n. 2 nuova serie • 1 euro

Settimanale a diffusione gratuita

CITTADELLA DELLA GIUSTIZIA

CERIGNOLA

Procedura di infrazione contro l’Italia sulla questione “Pizzarotti”

Albergo Moderno: Fli denuncia il sindaco, e domenica il comizio

a pag 6

IL COMMENTO

Vieni avanti Schettino

POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA

di Fortunata Dell’Orzo Una cosa, almeno, gliela dobbiamo: averci fatto capire la differenza fra l’andar per mare e comandare un love boat. Il comandante più famoso del mondo non è il solo ad aver fatto la figuraccia della vita, con vittime e dispersi al seguito. Un po’ tutto questo incredibile accrocco fatto di navi gigantesche, veri paesi dei balocchi galleggianti, dove migliaia di persone vivono incuranti del mare, persi fra una cena di gala, uno spettacolo da circo, una pattinata sul ghiaccio e pasti ipercalorici ad ogni ora, prima o poi doveva mostrare il proprio lato oscuro. E gli è andata pure bene, se guardiamo i numeri. Per fortuna il Titanic (altra scommessa persa con il mare) qui c’entra molto poco. Il mare è una cosa maledettamente seria, alla quale si viene rigidamente educati nei luoghi consoni e deputati. E allo Schettino di turno, ormai più famoso di una rock star, almeno questo glielo dobbiamo: averci ricordato che quel ventre immenso e liquido, dove migliaia di disperati croceristi della miseria trovano la morte per tentare la fortuna sulle nostre coste, non tollera pagliacciate risibili, come “l’inchino” davanti all’isola, troppo spesso tollerato e osannato. Vuole rispetto reverenziale. E sacro timore.

www.pugliadoggi.it

a pag 13

PRIMA DI TORNARE ALLE URNE - Una nuova legge per ridare dignità agli elettori

La riforma elettorale è possibile e urgente

L’EDITORIALE

Uniti a tutti i livelli di Salvatore Tatarella

In molti si muovono. La Lega Nord chiede a Berlusconi garanzie affinché il Pdl faccia di tutto per assicurare l’approvazione delle riforme istituzionali. Giorgio Napolitano cerca di capire se e come i partiti intendano raccogliere l’appello che ha lanciato insieme ai Presidenti delle Camere riguardo l’approvazione di una nuova legge elettorale e riforme istituzionali necessarie. I Presidenti delle due Camere hanno chiesto una prioritaria attenzione alle riforme anche nelle loro possibili implicazioni costituzionali. Sta di fatto che l’attuale legge elettorale va cambiata subito, certamente prima delle prossime elezioni, per ridare dignità agli elettori e far scegliere i propri rappresentanti. a pag 3

Mi piace dare atto a Lorena Saracino e al Corriere del Mezzogiorno di aver centrato finalmente il problema. Spero che la vicenda delle trivellazioni serva a comprendere una volta per tutte che il livello locale non basta più per un’efficace tutela dei nostri interessi. Oggi non c’è materia che non trovi la sua prima fonte legislativa nel Parlamento europeo. La politica italiana, invece, nel suo proverbiale provincialismo, continua a pensare che quelli europei siano parlamentari di secondo livello, confinati in una sorta di cimitero degli elefanti, e lontani da ogni centro decisionale. Non è più così. Lo hanno capito da tempo tutte le aziende europee, e italiane, più importanti e anche le regioni e i governi di molti stati europei. [...] segue a pag 10

AMBIENTE E TURISMO

Trivellazioni, domani tutti a Monopoli

a pag 10

REGIONE PUGLIA

l’occhio sul Belpaese

Ma quanti master inutili...

a pag 5

FOGGIA

La caserma della vergogna

a pag 12

BARI

Rossani, a che punto siamo?

a pag 7

Se non fosse terribilmente seria, la questione potrebbe essere un ottimo spunto per uno di quei legalthriller che tanto vanno di moda. Per la prima volta una agenzia di rating ha declassato, contemporaneamente, ben nove paesi dell’Unione Europea. Venerdì scorso, prima della pausa del fine settimana, arriva la stangata di Standard & Poor’s su Eurolandia. Prima dell’incidente della Concordia, prima che tutti i media italiani fossero monopolizzati dai gravissimi fatti dell’isola del Giglio. Qualche benpensante “indipendente” non crede nella capacità europea di uscire dalla crisi. E decide con un comunicato stampa di far salire o scendere le borse, e di quanto, e di giocare sulle spumose onde dello spread. Ma chi controlla i controllori e la loro autorevolezza?

di Roberto Mastrangelo


2

In primo piano

venerdì 20 gennaio 2012

IL COMMENTO - E’ Giuliano Ferrara il più intelligente dei consiglieri di Berlusconi

l’editoriale - di salvatore tatarella

L’etica pubblica e il senso dello Stato

Quell’onda lunga di Nicola Cosentino

di Salvatore Tatarella * Giuliano Ferrara ancora una volta si dimostra come il più intelligente, e forse il solo rimasto, dei consiglieri del Cavalier Silvio Berlusconi. Mentre i più oltranzisti fra i pidiellini, e fra questi duole vedere quasi tutti gli esponenti ex An, gli consigliano di rompere subito ogni indugio, mettendosi a capo della protesta popolare contro le inique tasse, che tanto ricordano le inique sanzioni contro le quali il più celebre Cavalier Benito Mussolini chiamò alla lotta il popolo italiano, per riannodare la sfilacciata alleanza con la Lega, togliere l’appoggio all’inviso governo di Mario Monti e puntare dritto alle elezioni anticipate in primavera, lui, sornione, ha scritto sul Giornale un bell’articolo, col quale consiglia a Berlusconi l’esatto contrario. Invero, solo lui poteva farlo, non avendo nei confronti del leader timori reverenziali e avendolo in passato contraddetto e strattonato pubblicamente in più di un’occasione. Il Cavaliere, non sò se ascolterà i suoi più numerosi e bellicosi cortigiani, che lo spronano alla pugna, ma di sicuro non seguirà i consigli di Ferrara, perchè il Berlusconi che Ferrara immagina, ove mai un tempo sia davvero esistito, oggi di certo non c’è più. Cosa auspica Giulianone è presto detto. Che il Cavaliere si ritagli un inedito ruolo di padre nobile della Repubblica, e che sia proprio lui a proporre, e non a subire come accade ora, una fase di coesione nazionale, per realizzare le riforme di sistema, stabilizzare definitivamente la democrazia e dare al centrodestra un progetto di governo per il futuro. Insomma, conclude Ferrara, con un accenno di irriverente affetto “quel pazzo è un vecchio saggio e ora può farsi avanti”. Ma non andrà così. Berlusconi non è saggio, è vecchio, ma non si sente tale, e sopratutto non è, e forse

Puglia d’oggi

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella *** Direttore Fabrizio Tatarella *** Coordinamento Redazionale Roberto Mastrangelo

non lo è mai stato, lo statista che Ferrara vorrebbe. Al Cavaliere si può certamente attribuire qualche qualità, ma certamente non il senso dello Stato. Nel suo orizzonte non ha mai trovato posto un vero disegno riformatore della Repubblica, nè la missione politica di costruire un partito che sopravvivesse alla sua vicenda personale. La sorte gli ha dato in dote straordinarie opportunità, mai toccate in precedenza a nessun altro leader e Capo di Governo, ma le ha sciupate stoltamente. A quest’uomo oggi Ferrara suggerisce vanamente di fare ciò che non ha saputo fare in tempi migliori e avendo un consenso parlamentare e popolare alle stelle. Gli chiede ora, e non è cosa da poco, di strappare l’iniziativa politica a un Presidente come Giorgio Napolitano, il solo politico italiano che, sino ad oggi, abbia dimostrato di avere insieme senso dello Stato, cultura politica, capacità di incidenza e chiarezza di obiettivi. A lui è riuscito di convincere Berlusconi a dimettersi, senza nemmeno un voto di sfiducia delle Camere, di indicare al Parlamento un Papa straniero in meno di due giorni e di mettere insieme, per soste-

Giuliano Ferrara

nere il suo governo, partiti opposti, che per quindici anni di seguito si erano duramente e aprioristicamente combattuti. Se questa fase durerà, e penso che durerà, potrebbe cambiare sensibilmente l’assetto istituzionale e politico del Paese e in misura tale da poter evocare la nascita di una terza Repubblica. Il problema che si pone allora, non è tanto quello che potrebbe fare Silvio Berlusconi, ormai non più in condizioni di poter svolgere nel prossimo futuro un ruolo di rilevanza, quanto quello che dovrebbero fare gli altri leader politici, se non vorranno essere archiviati insieme a Berlusconi. L’unica operazione possibile e auspicabile oggi è quella di saldare per il domani

in una sola e salda maggioranza di salute pubblica, gli uomini e le forze più responsabili e rappresentative della politica, che, pur con posizioni e responsabilità diverse e a volte opposte, hanno attraversato tutto il tempo del berlusconismo e i nuovi “professori” che si sono assunti il gravoso compito di trarre l’Italia dalle secche, dove l’avevano portata i vecchi vizi italici e la più recente irresponsabilità berlusconiana. Sarebbe da sciocchi pensare che, terminata la loro difficile missione, uomini come Monti, Passera, Fornero e Grilli, solo per citarne alcuni, tornino alle loro private professioni. Dovranno e vorrano continuare a svolgere un ruolo pubblico, assumendo doverosamente anche ruoli e responsabilità politiche. Spetterà ai partiti di domani saperli coinvogere e cooptare, ma quei partiti, se non vorranno avere vita effimera, dovranno essere molto diversi da quelli attuali e assumere la qualità, il merito, la responsabilità, l’etica pubblica e il senso dello Stato a criteri selettivi della propria classe dirigente, della propria organizzazione e della propria offerta politica. * Parlamentare Europeo Pres. Ass. Naz.le Fli

di Enrico Ciccarelli Perché si poteva lasciar arrestare Papa e non Cosentino? Perché l’imputazione ad un ex-magistrato e parlamentare sostanzialmente anonimo, di essersi arricchito con attività di faccendiere d’alto bordo è stata ritenuta più grave della connivenza di un politico molto potente con la più feroce e famigerata organizzazione criminale del Paese, il clan dei casalesi? La risposta è sia di merito che di contesto: c’è una “prima cerchia” del potere berlusconiano, una limitata galassia degli ottimati che deve essere difesa ad ogni costo, pena lo sgretolamento definitivo del Popolo delle Libertà. Già gravemente indebolita dall’affare Previti, la garanzia di immunità che il premier persegue per se stesso ed i suoi sodali, non avrebbe sopportato l’uscita di scena di un altro grosso calibro. Per questo Berlusconi ha speso tutto il suo potere di convincimento nei confronti di Bossi ed ha nel contempo fatto presente che, pur di tenere Cosentino lontano dalla galera, era pronto a innescare la “bomba fine di mon-

do”, cioè la caduta del Governo Monti e il probabile conseguente default del debito sovrano italiano. Un’ipotesi di apocalissi che secondo alcuni ha provocato anche qualche imprevedibile “no” a scrutinio segreto nelle file dell’Udc e dello stesso Pd, al fine di bilanciare il peso della fronda maroniana fra le camicie verdi. In questo modo, paradossalmente, l’ex-premier ha incassato un successo dalle conseguenze disastrose: anche se Nicola Cosentino non è più il coordinatore campano del Pdl, il voto della Camera ha sancito l’incapacità di autoriforma del partito di Berlusconi, la sua impossibilità di liberarsi anche della zavorra più impresentabile. Anche la pratica cancellazione dell’ipotesi di elezioni anticipate nel 2012 (ma non si può mai dire…) non rappresenta una boccata d’ossigeno per Angelino Alfano, ma solo il prolungamento di un’agonia. I militanti del Pdl chiedevano una svolta che non è arrivata: l’ulteriore crollo nei sondaggi è la diretta conseguenza della loro delusione.

la svolta del 14 dicembre del 2010

Il giorno in cui finì il berlusconismo Sarà una mia suggestione personale, ma io credo che la fine politica di Silvio Berlusconi abbia una data precisa: coincida cioè con quel 14 dicembre del 2010 in cui, grazie a Scillipoti e agli altri responsabili, nonché a convertiti o rinnegati dell’ultima ora, si salvò per il rotto della cuffia dalla mozione di sfiducia che pure era stata sottoscritta dalla maggioranza assoluta dei deputati. Se il Cavaliere non

avesse cercato questo impossibile accanimento terapeutico e magari si fosse dimesso prima del voto, avrebbe ancora avuto la forza di impedire la nascita di Governi alternativi, o comunque di esprimere il presidente del Consiglio (in quel caso sarebbe ragionevolmente toccato a Gianni Letta), e in caso di elezioni giocarsi la sua parte, puntando sull’ancora embrionale condizione del Terzo Polo e sulle perduranti con-

Redazione Via Abate Gimma, 163 70121 Bari redazione@pugliadoggi.it tel. 080/5213360 fax. 080/5220966 www.pugliadoggi.it Editore Publimedia Sud srl Stampa Rotostampa - Lioni (Av)

Gianfranco Fini

traddizioni nell’area del centrosinistra. Rimanere in sella ha prodotto l’effetto paradossale di far scatenare la vicenda Ruby, far incassare a Berlusconi la scoppola politica e personale di

Distribuzione Agenzia Lobuono Bari Ufficio pubblicità Stefania Verardi t. 080.5739832 info@publimediasud.it Archivio Fotografico Michele Falcone

Milano, dissolvere qualsiasi residua credibilità del premier presso i partner europei (non come protagonista di scandali sessuali, ma come affidabile guida per risolvere i problemi dell’Italia e del suo debito pubblico) e obbligare Giorgio Napolitano ad assumere quei poteri commissariali che sono diventati l’ultima trincea prima della catastrofe. Quella data segna anche la fine della Seconda Repubblica, intesa come luogo bipolare nel quale due schieramenti ampi ed eterogenei si contendevano in modo più o meno composto e logico il go-

Sostenere Puglia d’oggi Per sostenere il giornale e ricevere Puglia d’oggi a domicilio è possibile inviare un contributo minimo di 50 euro. - Bonifico intestato a Publimedia Sud srl via Abate Gimma, 163 - 70121 Bari IBAN IT56B0300204030000401098336 - Versamento su CCP 6818893 intestato a Publimedia Sud Srl, via A. Gimma, 163. Dopo il versamento inviare un fax allo

verno del Paese. Le vecchie coalizioni sono diventate ferrivecchi da rottamare, e non è un caso che la lunga esplosione del centrodestra, cominciata con Casini e proseguita con Fini, stia provocando ora la crisi più violenta della storia della Lega. Le vecchie categorie ci hanno abbandonato, e le nuove non sono ancora state forgiate. Anche il voto del 14 dicembre 2010 entra nella vasta categoria degli esempi che dimostrano come Dio, quando vuole punirci, realizza i nostri desideri. Enrico Ciccarelli

080/5220966 o una mail a abbonamenti@pugliadoggi.it. Per informazioni 080/5739832 o scrivere ad abbonamenti@pugliadoggi.it. Registrazione presso il Tribunale di Bari n. 47/2010 del 12/11/2010 Questo periodico è associato all’Unione stampa periodica italiana


In primo piano

venerdì 20 gennaio 2012

3

RIFORMA ELETTORALE - Il Presidente Napolinato continua a sondare il terreno alla ricerca di una soluzione che metta tutti daccordo

Alla ricerca di una intesa Il porcellum è da cambiare, il referendum non passa, adesso tocca ai partiti politici di Roberto Mastrangelo

Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica

anche di Umberto Bossi. Una bozza definita anQuello che Cosentino cora non c’é, ma con l’ex divide potrebbe ricucire la ministro delle Riforme il cavaliere avrebbe discusso riforma elettorale? L’ex Premier Silvio Ber- della possibilità di utilizzare come base lusconi e il di partenza il coordinatore O c c o r r e testo deposidelle segretecapire se tato al Senato rie della Lega in questo proprio dal Nord Roberto scorcio di Pdl, eventualCalderoli nei giorni scor- legislatura ci siano i mente anche testo si sono stati presupposti per una se- come lungamente a ria ed efficace riforma c o n g i u n t o colloquio a Pa- della legge elettorale. da portare in Commissione lazzo Grazioli Ma il temed in Aula. sulla riforma po non giodella legge in ca a favore Quello che ora preme vigore. sottolineare è La Lega se in questo avrebbe chiesto all’ex Premier garanzie scorcio di legislatura, in cui affinché il Pdl faccia di tut- il clima politico sembra fato per assicurare l’approva- vorevole come non mai, ci zione delle riforme istitu- siano i presupposti, anche zionali che nel precedente a partire da quella che è governo avevano la firma una chiara volontà popodello stesso Calderoli, ma lare (a prescindere dalla

bocciatura della Consulta) di cambiamento, per una seria ed efficace riforma della legge elettorale. Nel frattempo, Giorgio Napolitano cerca di capire se e come i partiti intendano accogliere l’appello che ha lanciato, insieme ai presidenti delle Camere, perché i partiti in questo scorcio di legislatura si impegnino per approvare una nuova legge elettorale e le riforme istituzionali necessarie e su cui sembra ci sia un’ampia convergenza. Il capo dello Stato ne ha parlato lo scorso 17 gennaio al Quirinale con i dirigenti del Terzo Polo, guidati da Pier Ferdinando Casini. Sembra probabile che nei prossimi giorni si svolgano al Quirinale analoghi incontri con le delegazioni degli altri gruppi parlamentari alla ricerca di una ampia convergenza. Il pressing del presidente della Repubblica era iniziato già prima della pausa natalizia. È stato rilanciato subito dopo la decisione

della Corte costituzionale di non ammettere i referendum di inziativa popolare per l’abrogazione del ‘porcellum’. Napolitano aveva invitato al Quirinale Renato Schifani e Gianfranco Fini e insieme a loro aveva sottolineato che il ‘no’ al referendum non chiude la strada a una riforma parlamentare della legge elettorale, per la quale è però necessaria una iniziativa dei partiti. I presidenti hanno chiesto una prioritaria attenzione alle riforme istituzionali, anche nelle loro possibili implicazioni costituzionali. E hanno espresso la comune convinzione “che tocchi alle forze politiche e alle Camere assumere rapidamente iniziative di confronto concreto sui temi da affrontare e sulle soluzioni da concertare”. Si diano, dunque, da fare i partiti. Tocca a loro. Questa legge elettorale va cambiata subito. Prima di tornare alle urne.

LE PROPOSTE IN CAMPO - Le posizioni dei principali gruppi parlamentari. Un anno per varare la riforma

Una corsa contro il tempo Numerose forze politiche hanno mostrato disponibilità e interesse a cambiare l’attuale meccanismo elettorale, ma al momento non c’ è convergenza su una unica soluzione concreta. Il Pd ha depositato una proposta di legge che si richiama al sistema ungherese e il 17 gennaio scorso ha riunito i massimi dirigenti del partito per valutare come accogliere l’appello di Napolitano. Appello accolto positivamente, ha poi fatto sapere Bersani, ribadendo la volontà del Pd di avviare un confronto a tutto campo con tutti i partiti. Anche il Pdl è disponibile, ma mette vari paletti: in particolare chiede che sia mantenuta l’indicazione del nome del premier sulla scheda elettorale. Il Terzo Polo continua a puntare in via prioritaria sul proporzionale con alto sbarramento, come per esempio nel sistema in vigore in Germania, ma è aperto all’indicazione del nome del premier. L’Idv, che ha promosso la raccolta di firme per i referendum poi bocciati dalla Corte Costituzionale, teme che passino con l’intesa fra i maggio-

ri partiti soluzioni poco rispettose del milione e duecentomila elettori firme raccolte per cancellare il sistema attuale, e quindi punta i piedi per abolire in via parlamentare il porcellum. Il tema è stato toccato anche durante il pranzo che il premier Monti ha offerto due giorni fa a Bersani, Alfano e Casini, il quale subito dopo ha annunciato che i tre leader dovrebbero tornare a incontrarsi proprio per af-

frontare il tema. Tuttavia perchè le proposte trovino uno sbocco legislativo bisogna correre. Occorre trovare un modo per costruire la convergenza su una proposta comune, e è anche una corsa contro il tempo, perché manca poco più di un anno ala fine della legislatura. Da qui il lavoro di Napolitano per accertare le effettive disponibilità può rendere più chiaro il per-

corso. Sul tavolo ci sono anche le riforme istituzionali e costituzionali, che all’inizio della legislatura apparivano non solo necessarie ma anche pienamente realizzabili: dalla riforma del bicameralismo perfetto, alla riduzione del numero dei parlamentari, all’attuazione del federalismo, che dopo il passaggio della Lega all’opposizione ha perso molte chance, ma è sempre di grande attualità. ro.ma.

L’emiciclo della Camera dei Deputati

il sistema elettorale australiano con il grado di preferenza nei collegi uninominali

E se anche nel Belpaese si adottasse il Cangurum? Dato che il Porcellum fa schifo a tutti, a cominciare da colui che lo ha scritto, e che il Mattarellum che lo precedeva è un complicato intrico di donne, vicoli e delitti, come si fa a trovare la quadratura del cerchio? Reintrodurre le preferenze nel solco della legge attuale equivale a saltare dal terzo piano con l’ombrello, perché circoscrizioni troppo ampie innescherebbero un innalzamento dei costi delle campagne elettorali che si tradurrebbero inevitabilmente in corru-

zione; i collegi uninominali alla britannica (vince chi prende più voti, punto) sono eccessivamente restrittivi della rappresentanza, quelli alla francese (doppio turno) favoriscono il potere di ricatto dei piccoli partiti e limitano la capacità di decisione dei Governi. Certo, l’uninominale proporzionale accompagnato dalla soglia di sbarramento e dalla mozione di sfiducia costruttiva ha garantito alla Germania una stabilità invidiabile, pur consentendo l’alternanza, il bipolarismo e le

grandi coailizioni. Ma l’impressione è che i Tedeschi farebbero funzionare lo Stato alla stessa maniera anche se la loro legge elettorale la scrivessero a quattro mani Groucho Marx e Bakunin. Un’idea che invece potrebbe funzionare è quella australiana: collegi uninominali in cui l’elettore è tenuto, a pena di nullità del voto, di esprimere il proprio grado di preferenza per tutti i candidati che si propongono. In pratica indico il candidato che vorrei, ma soprattutto in quale ordine non voglio i candidati che non voglio. Significa che, oltre ad esprimere un’adesione, esprimo anche un ordine di contrarietà. L’elettore dell’Italia dei Valori

potrà considerare come scelta da scongiurare quella di un uomo del Pdl, quello di Io Sud quella di un Leghista e così via. Lo scrutinio determina se un candidato ha totalizzato il 50% delle preferenze, e in questo caso viene eletto. In caso contrario viene eliminato l’ultimo e le sue seconde preferenze vengono ripartite fra gli altri, e poi si procede con il terzultimo fino a che un candidato non arrivi a raggiungere il 50% dei voti. In questo modo il voto favorisce non solo il candidato più gradito, ma anche quello meno osteggiato. Potrebbe essere un significativo antidoto al nostro bipolarismo in salsa sudamericana. Enrico Ciccarelli


4

Regione

venerdì 20 gennaio 2012

TRASPORTI NEL CAOS - Perrone (Anci): “Intervengano i parlamentari del Sud”

L’Italia spaccata in due, e la Puglia paga i tagli di Andrea Dammacco La Puglia è un’area geografica “estrema e periferica” e le scelte di Trenitalia “penalizzano gli utenti da e per la nostra regione”. Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna non ci sta e sollecita una riprogrammazione, con l’istituzione quanto meno di una coppia di Intercity che colleghi direttamente Lecce a Milano, saltando lo scalo a Bologna. La polemica non si placa perché è ritenuta gravissima, e guai se non fosse così, la decisione di Trenitalia di riorganizzare il traffico ferroviario a scapito delle regioni del sud. Il polverone che la società ferroviaria ha sollevato sta avendo un forte impatto negativo sugli utenti meridionali. Ad esempio la linea diretta da Milano per la Pu-

Il Frecciarossa di Trenitalia

glia, con scalo obbligato nell’hub di Bologna, sta provocando grandi disagi e aggravi dei costi ai pendolari che percorrono la dorsale adriatica dal “tacco” verso il Nord. Se la proposta di Introna non venisse accolta dalla dirigenza di Trenitalia, la Regione Puglia sarebbe pronta a portare avanti qualsiasi iniziativa

pur di evitare l’isolamento della Puglia dal resto dell’Italia, anche se ciò significasse attuare azioni legali contro Trenitalia. “Le scelte compiute nell’ultimo mese sono andate nella direzione sbagliata. – rincalza il Presidente della Regione Puglia Vendola - Con la soppressione dei treni notturni, la cancellazione dei collega-

menti con il nord Italia, i drammatici licenziamenti conseguenti e la lievitazione delle tariffe, Trenitalia ha spaccato l’Italia in due pezzi, creando di fatto viaggiatori di serie A e viaggiatori di serie B. E questa è una scelta inaccettabile”. Ad intervenire sulla questione l’Anci Puglia per bocca del suo presidente Luigi Perrone. “Ribadiamo il nostro sostegno a tutte le iniziative tese al ripristino dei collegamenti soppressi e solleciteremo un intervento in tal senso di ANCI nazionale. L’auspicio è che anche i parlamentari pugliesi e meridionali intervengano a sostegno delle ragioni dei nostri territori, fortemente penalizzati dalle scelte di Trenitalia. La mobilità è una importante occasione di rilancio è un diritto primario che va garantito a tutti”.

il ministro passera ammette il problema

E adesso spunta l’idea delle agenzie regionali Nel recente tavolo romano sui temi nodali del Mezzogiorno in primo piano anche i trasporti locali pubblici regionali. “Un sistema insufficiente e costoso”, ha detto nel corso della riunione il ministro Passera suggerendo la costituzione di “agenzie regionali”. Positivo il commento di Vendola: “è un tema sul quale Passera ha mostrato sensibilità: il ministro ha detto che il tema c’è e che sarà oggetto di un tavolo di approfondimento”. “È difficile parlare di Sud avendo delle ferrovie che tagliano in due il Paese” “Il riconoscimento da parte del Ministro Passera dell’esistenza di un problema di collegamenti ferroviari tra Sud e Nord è un primo passo nella direzione giusta, frutto della vasta mobilitazione realizzata in Puglia da parte delle istituzioni, dei sindacati, delle forze politiche,

delle associazioni per rivendicare il diritto dei cittadini alla mobilità”. È questo il primo commento del segretario regionale della Cgil Puglia, Nicola Affatato. Voci univoche anche dall’opposizione. “Ci confermiamo al fianco del Presidente Vendola - ha sottolineato il capogruppo Pdl Rocco Palese - nella battaglia contro Trenitalia che deve garantire al Sud e alla Puglia tariffe giuste e cancellare i tagli dei treni”. Intanto due cartelloni 6x3 campeggiano a Via Capruzzi: “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”. “Prendo atto della disponibilità dichiarata dal ministro Passera ad affrontare il problema – è il commento del presidente dell’Assemblea pugliese, Onofrio Introna – ma appartengo alla scuola dell’apostolo Tommaso: non credo finché non tocco con mano”.

agenzie regionali: spesso senza alcuna utilità

Corecom... ovvero organo dell’inutilità In Puglia sono 38 le cosiddette emittenti private, suddivise fra le sei province in cui è spacchettata la regione. Alcune hanno un bacino d’utenza che coincide più o meno con il condominio in cui sono alloggiate, altre, e stanno tutte in mezza mano, arrivano a coprire tre o anche 4 regioni se non nevica sul Pollino o non tira vento forte dal Gargano. Sono le cosiddette ammiraglie dell’etere pugliese e sono tutte promesse mancate perché nonostante la mole non hanno alcuna autorevolezza editoriale sul piano nazionale, non hanno in realtà palinsesti, limitandosi a mandare in onda un po’ di notizie fra una televendita e l’altra, con qualche film del cretaceo e un paio di telenovelas sudamericane dall’improbabile doppiaggio. A vigilare su questo triste pollaio del (quasi) nulla c’è un’Agenzia che dipende direttamente dal Consiglio regionale, un po’ sulla scorta della Commissione di vigilanza della Rai che dipende direttamente dal Parlamento Italiano. Il Comitato regionale per le Comu-

nicazioni (CORECOM) fu istituito nel 2000 con compiti ben precisi di vigilanza sull’emittenza radiotelevisiva, soprattutto in tema di par condicio e di salvaguardia del pubblico quanto a pubblicità. Fa sorridere il primo comma dell’art. tre della legge istitutiva che afferma “Il Comitato regionale per le comunicazioni è composto da cinque membri, scelti tra persone che diano garanzia di assoluta indipendenza sia dal sistema politico istituzionale che dal sistema degli interessi di settore delle comunicazioni...”. In realtà è tutta gente scelta dai vari partiti, oggi diremmo dalle varie anime del quadro politico vigente. Resiste da un sacco di tempo, per esempio, Anna Montefalcone, che viene dal vecchio PCI e che oggi gravita in area piddina, o il venerando Giuseppe Giacovazzo, moroteo doc, ex giornalista Rai, che si gode le quasi 80 primavere in questa serena sinecura regionale. Il comitato ha per così dire un braccio armato, con una direzione che, ma guarda tu che com-

binazione, è affidata a Mimmo Giotta, il mitico regionalista di telenorba: anni e anni passati fra via Capruzzi e i vari assessorati, dietro le porte a cercar notizie e a carpire dritte su come spillare contributi pubblici alla regione. Bei tempi, quelli del centro sinistra, dove il manuale Cencelli funzionava alla perfezione e telenorba era un po’ la reginetta un po’ pingue e leggermente cafona con dell’emittenza regionale. Oggi Giotta si gode quegli anni passati al freddo e al gelo dei corridoi, sempre con il cappello in mano in nome e per conto del suo padrone Luca Montrone. Il Corecom è in realtà solo un carrozzone regionale, come tanti altri: dall’Apulia film Commission a Puglia promozione: è forse il più vecchio di tutti, il meno attivo, il più inutile. Serve più a gratificare questo o quel funzionario regionale che al pubblico. Un esempio per tutti: un bando per la selezione di cinque “esperti” per un progetto che si chiama “i quotidiani della tua Puglia in classe”. Data al novembre del 2011. Non si hanno notizie di espletamento del bando e conferimento degli incarichi agli “esperti”. Fortunata Dell’Orzo

PER SAPERNE DI

PIÙ

0 800 99de5gra80 tuito

www.sanita.puglia.it

Numero ver

MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE PROGRAMMA DI PREVENZIONE DEL TUMORE DEL COLON RETTO

Non si sente e non si vede, quando te ne accorgi potrebbe essere troppo tardi. Il tumore al colon retto è una delle più frequenti cause di morte. Cosa fare? La risposta è semplice: prevenire. Oggi con il test delle feci è facile, gratuito e puoi farlo da casa tua. Se hai da 50 a 70 anni riceverai la provetta con le istruzioni per eseguire il test e le modalità di spedizione. Il risultato dell’esame ti sarà comunicato per posta. Sottoponiti al test che può salvarti la vita.

REGIONE PUGLIA Assessorato alle Politiche della Salute

uscite stampa.indd 8

29/11/11 11.07


Regione

venerdì 20 gennaio 2012

5

REGIONE PUGLIA - Finanziamenti troppo spesso destinati ad un “parcheggio”

Ritorno al futuro: un “must” inutile di Maria Pia Ferrante Anche quest’anno la regione Puglia ha pubblicato l’Avviso Pubblico Ritorno al Futuro per la presentazione di istanze di candidatura relative alla “concessione di borse di studio per la frequenza di master post lauream da svolgersi in Italia e all’estero, con cui l’Amministrazione regionale è intervenuta a sostegno dei giovani laureati disoccupati ed inoccupati, valorizzandone le capacità e le potenzialità creative, professionali ed occupazionali”. 25.000.000,00 euro sono le risorse complessivamente disponibili. Lo scorso dicembre sono state approvate le graduatorie definitive, dalle quali sono risultati finanziati 1.769 soggetti con una spesa complessiva

pari ad Euro 24.995.000,00. Ritorno al Futuro rientra nel Programma Operativo (P.O.) Puglia 20072013, approvato dalla Commissione Europea nel 2007, e mette a disposizione un capitale liquido consistente offerto dal Fondo Sociale Europeo. Da destinare alle università? Alla ricerca? A progetti innovativi? Ebbene, a un parcheggio. “Con questo avviso l’Amministrazione regionale interviene a sostegno dei giovani disoccupati ed inoccupati, valorizzandone la capacità e le potenzialità creative… l’azione intende concedere borse di studio a sostegno della qualificazione delle laureate e dei laureati pugliesi”si legge sull’ avviso. Come? Erogando borse di stu-

dio per la frequenza di ma- Se riesce a superare la fase uno, poi, è già a buon punster. A chi intende seguire to. Ma se entra in graduacorsi in Puglia e nelle province limitrofe sono de- toria é la fine. Si trova a stinati 7.500 euro, 15.000 dover scegliere tra l’erogazione poeuro per i corsi sticipata del nel resto d’ItaLe borse 100% dell’imlia e 25.000 di studio a porto e l’80% euro a chi spefasce non a data da dera in un map r e m i a n o stinarsi, ad ster all’estero. I buoni chi realmente intende avere la pec propositi ci qualificarsi per realiz- fuori uso, a zare in Puglia un pro- urlare contro sono. I master getto. Meglio sarebbe le cornette di devono essere stato partitelefoni sordi, “seri” ed i de- re dal probarcamenarsi stinatari devo- getto stesso alla ricerca di no possedere un ente che una caterva di gli eroghi una requisiti - e ci polizza fidesta. iussoria - pratica particoPer partecipare alla se- larmente difficile da porre lezione tocca eseguire una in essere per un giovane coi procedura telematica così requisiti finanziari previsti cavillosa che uno ci rinun- da questa borsa di studio cia ancora prima di inco- e che spesso, non possiede minciare, per sfinimento. un conto corrente.

Ma i controsensi non finiscono qui. Intanto i master, ormai si sa, a meno che trattasi di un MBA ad Harvard, Singapore o Fontainebleau non sono che un parcheggio per tanti studenti di buona volontà e poca fortuna. Volendo fare una cernita, i master più “seri” in quel del Levante sono quelli proposti dall’Università. Che sono anche meno molto meno costosi (dai 2.000 ai 4.000 euro) di quelli organizzati da tante scuole accreditate da altri enti (a pagamento pure quelli) più o meno credibili. Ammesso e non con-

cesso, inoltre, che i 7.500 euro siano al lordo degli oneri fiscali, perché la Ragione Puglia ha deciso praticamente di regalare un motorino a quanti furbetti hanno scelto i master meno esosi vicino casa di mamma e papà? D’altra si sa, molti di questi corsi post-laurea sono semplicemente una zona di sosta “per signorini che pensano di “masterizzarsi” per poi entrare con più titoli nel mondo del lavoro ed evitare la gavetta in azienda. Per altri, la buona notizia è che sono una speranza, la cattiva è che sono solo quello.

LA CITTA’ DEI DUE MARI - Chi l’ha detto che barche a vela e petroliere non possano convivere nello stesso mare?

Taranto e la sua vera vocazione

Il Porto di Taranto

di Luigi De Filippis Chi l’ha detto che barche a vela e petroliere non possano mai convivere nello stesso mare? Prendendo come riferimento la città di Taranto, il mare di cui disponiamo è, per nostra fortuna, talmente “tanto” ed i litorali sono talmente estesi che potremmo ipotizzare una proficua convivenza e, perché no, pensare anche a tanto altro. Il problema di Taranto non è decidere se puntare sulle barche a vela, sulle petroliere, su entrambe o su altro. Il problema di Taranto è il non avere, ormai da anni, qualcuno in grado di decide su cosa puntare e, soprattutto, di portare “in porto”, con successo, quello su cui si punta. Il mare non perdona … Il mare, e soprattutto la nostra amata città, ha bi-

sogno di tanto altro! Certamente, come Lei ricordava, la prossima primavera ci saranno a Taranto e per Taranto delle scadenze molto importanti da cui, certamente, dipenderà non solo l’immediato futuro della città dei due mari ma, quasi certamente, la sopravvivenza della stessa. Per dar vita ad un ricambio generazionale, Taranto ha bisogno di mandare a casa tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito al vero dissesto di Taranto, e non solo al dissesto finanziario. Le campagne elettorali, come Lei saprà meglio di me, sono sempre caratterizzate da tanti buoni propositi e dalla presentazione di programmi faraonici che, abitualmente, vengono dimenticati il giorno dopo le elezioni, dimenticando di dover dar conto a

tutti coloro che con il proprio voto danno loro fiducia. Per fortuna di Taranto, tutti i nomi che oggi sono potenziali candidati a rivestire la carica di sindaco hanno già, a diverso titolo, promesso tanto alla città e, soprattutto, ai tarantini. Pertanto, abbiamo tutti gli elementi per dire con certezza che non sono stati in grado di realizzare nulla, neanche ciò che loro stessi hanno promesso. E, quindi, non possono più essere prese in considerazione per rivestire poltrone così importanti. Sono persone, almeno politicamente ed amministrativamente, inaffidabili. Taranto ha bisogno di avere a che fare con persone che coscientemente promettano alla città non la luna ma semplicemente ciò che realmente si possa raggiungere con gli strumenti a disposizione in un momento di forte crisi ma anche di doverosa speranza di uscirne quanto prima. E, soprattutto, Taranto ha bisogno che i tarantini prendano effettiva coscienza di coloro che potrebbero mandare ad amministrare la città. Allora perché non provare tutti insieme ad evidenziare il curriculum politico di tutti coloro che oggi dicono di aver a cuo-

re Taranto. È giusto che vengano tutti chiamati a fare un bilancio di quanto ottenuto rispetto a quanto promesso. Certamente l’agenda dei “prossimi” mesi o anni sarà molto fitta e densa di impegni molto delicati per la città. Ma sarebbe anche giusto dire che tanti problemi potrebbero diventare per tutti vere opportunità per rilanciare Taranto. Non possiamo solo lamentarci. Non serve a nessuno, ne tantomeno a noi. È vero, Taranto ha già pagato un grosso debito “ambientale”, ma è anche vero che le grandi industrie sono state, per tanto tempo, fonte di lavoro. E forse potrebbero tornare ad esserlo. È impensabile che Taranto possa dire dalla sera alla mattina addio a realtà industriali che da decenni caratterizzano il nostro territorio. Così come è impensabile che si possa proporre un referendum per chiudere o meno un’azienda. Forse dovremmo impegnarci tutti a fare in modo che le stesse, o tutte quelle che dovessero nascere, si impegnino a rispettare l’ambiente. Gli strumenti e le tecnologie ci sono. Sarebbe sufficiente che i tanti che parlano, ogni tanto avessero il buon

senso di viaggiare, anche banalmente per via telematica, per rendersi conto di quello che esiste in giro per il mondo. Non esiste solo la posizione degli ambientalisti o la posizione del singolo imprenditore. Non esiste solo il bianco o il nero. Esistono tante sfumature del grigio. E forse tutti insieme, come spesso ci accade sfogliando i vecchi album, potremmo arrivare a pensare nuovamente che una foto a bianco e nero, con tutte le sfumature del grigio, possa essere più bella di una a colori. E tutti dovrebbero collaborare alla rinascita della città. Certamente Confindustria potrà dire la sua a riguardo di tutto ciò; pertanto, è necessario che possa essere, ovviamente, condotta da chi abbia voglia di investire il proprio tempo per il bene del territorio. Ci si auspica che possa essere qualcuno (certamente non individuabile semplicemente da una scheda che circola tra le aziende associate) che si dedichi, almeno in termini di impegni istituzionali, a tempo pieno a tale incarico e che possa essere un qualcuno che non tenti di rientrare dalla finestra dopo aver provato a per-

seguire altre strade senza successo. Ma ovviamente il problema non sarà solo Confindustria. Credo che Taranto abbia tutte le carte, e soprattutto le menti, per candidarsi non solo ad essere il regno delle barche a vele o delle petroliere, ma anche, e soprattutto, ad essere la città di un tempo, magari riportando a Taranto la cantieristica e l’off-shore, facendo nascere concretamente la piattaforma logistica, rilanciando l’Università, riorganizzando la sanità, facendo ripartire l’Arsenale, incentivando tutti coloro che hanno voglia di investire su Taranto, capendo che fine abbia fatto Area Vasta, provando a spiegarsi perché la Zona Franca non sia più partita e tanto, ma proprio tanto, altro. C’è tanto da fare, ma solo tutti insieme ce la potremo fare. Soprattutto se ci affideremo a gente valida. Ce la possiamo e ce la dobbiamo fare. Tornare indietro sarà impossibile. Abbiamo sbagliato già tante volte nelle nostre scelte. Non ci possiamo permettere nuovi ed ulteriori fallimenti. Taranto ha bisogno di essere guidata da chi sappia guardare al futuro o, ancor di più, oltre il prossimo futuro.


6

Bari

venerdì 20 gennaio 2012

I PALAZZI DELLA GIUSTIZIA - Si contesta la violazione del principio di libera concorrenza dopo la sentenza del Consiglio di Stato

Cittadella, il caso in Europa La Commissione accoglie il ricorso del Comune: via alla procedura di infrazione contro l’Italia di Andrea Dammacco L’Europa apre la procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano sulla vicenda Cittadella della giustizia. Il Comune di Bari, dunque, per ora la spunta. “Dopo molte sconfitte – commenta il sindaco Michele Emiliano – possiamo, impropriamente, dire che c’è un giudice a Bruxelles che vuole vederci chiaro in questo monstrum giuridico che, tra

l’altro, obbligherebbe il Comune di Bari ad affidare un appalto di centinaia di milioni di euro senza una gara pubblica”. Il procedimento per inadempimento nei confronti dell’Italia è partito dopo che il Comune aveva presentato un ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato che aveva dato ragione alla ditta Pizzarotti di Parma, autorizzandola a costruire nella zona individuata per il “Palagiustizia”, estromet-

parlano gli avvocati

Ora bisogna liberare il Comune da Pizzarotti

Isabella e Aldo Loiodice, avvocati del Comune di Bari

Sul ricorso del Comune di Bari in Europa abbiamo ascoltato gli avvocati del Comune. Per il team dello Studio Legale Associato Loiodice & Partners abbiamo rivolto alcune domande alla professoressa Isabella Loiodice. Professoressa, ci può riepilogare in sintesi le motivazioni del vostro ricorso? “I profili sono molteplici. Quello più eclatante, per cui il Comune ha chiamato in causa la Commissione Europea, riguarda il fatto che non è mai stata esperito un bando di gara per l’assegnazione dei lavori della cittadella della giustizia. All’inizio della faccenda ci fu solo una gara per effettuare una indagine esplorativa”. Quindi nessun bando... “Esatto. Il Comune, non avendo mai esperito una gara, ravvisa la violazione della normativa sulla concorrenza. Da qui nasce il ricorso”. Ci spiega in parole semplici cosa significa questo passaggio?

“Beh, se non c’è stata una gara, e se la procedura è andata nei modi noti, di fatto tutti gli operatori del settore sono stati messi fuori perchè non hanno avuto la possibilità di presentare la loro candidatura”. In effetti una cosa è una gara di idee, una cosa è un bando per realizzare un progetto... Quali sono i vostri obiettivi? “Il Comune vuole realizzare la cittadella. Ma deve essere liberata da Pizzarotti, che pretende la stipulazione di un contratto che non gli spetta”. Che in altre parole significa che il Comune vuole riappropriarsi della facoltà di scegliere la soluzione migliore allo stato attuale. Che tempi prevede? “Noi ci auguriamo che siano ragionevoli. Speriamo che il Consiglio di Stato e la Commissione prendano atto di quanto stigmatizzato dal Tar (che non si tratta di una gara n.d.r.)”. Andrea Dammacco

tendo, di fatto, il Comune to del diritto, è una bella dall’intera questione. giornata”. La Commissione EuIl caso barese sull’ediropea Mercato Interno e lizia giudiziaria è storia Servizi contesta, allo Sta- vecchia, risale ai tempi to Italiano, la dell’amminiviolazione del strazione Di principio delAbE’ uno scan- Cagno la libera conbrescia. dalo naziocorrenza per“E’ uno nale e da ché non vi fu s c a n d a lo diritto interuna vera gara nazionale quando un n a z i o n a l e di appalto per Comune viene esauto- e da diritto l’affidamento rato dalle proprie pote- i n t e r n a z i o dei lavori per stà amministrative. Ma nale - tuona la realizzazio- la battaglia Emiliano – ne della Cit- è lunga e quando un tadella, bensì complicata. Comune vieuna semplice ne esautoraindagine di to dalle promercato “vinprie potestà ta” dall’impresa Pizzarotti amministrative. E non si di Parma. è mai visto che un ComuE contro la conclusione ne, quasi come se fosse un di quella indagine, in par- pm, insiste per il rispetto ticolare contro la tesi che delle leggi, in questo caso fosse vincolante per il Co- della libertà di concorrenmune, l’amministrazione za”. Emiliano si batte da temAd avvalorare le afpo. La tesi del Sindaco si fermazioni adirate del basa sul concetto che una Sindaco c’è il fatto che ricerca di mercato non ha la vicenda Pizzarotti ha i criteri di una gara d’ap- proceduto, fin ora, con la palto pubblica, e quindi nomina di un commissada essa non possono de- rio ad acta incaricato non dursi gli stessi obblighi. solo di eseguire la variante “Niente trionfalismi urbanistica del piano re– dice Emiliano dopo la golatore (sui suoli interesrisposta della Commissio- sati dalla Cittadella), ma ne – la battaglia è lunga e anche di espletare tutto complicata. Ma per chi, l’iter sino ai canoni di locome noi, è innamora- cazione degli uffici.

Il progetto “Pizzarotti” per la cittadella della giustizia di Bari

“Canoni da capogiro, circa 3-4 milioni di euro per 18 anni con i successivi costi di manutenzione a carico del Comune” precisa il capo dell’avvocatura Comunale Renato Verna. Ma cosa succede adesso che il Comune si è rivolto all’Europa? Bruxelles, accogliendo il ricorso, non mette in discussione le ultime sentenze ma solo il giudizio di ottemperanza. Questo significa che se lo Stato entro i prossimi due mesi non dovesse presentare le sue osservazioni o se queste dovessero essere ritenute non soddisfacenti, la Commissione sarà tenuta ad emettere un parere motivato di diffida al quale lo Stato dovrà conformarsi.

Se, ancora, lo Stato non dovesse adeguarsi verrà trascinato davanti alla Corte di Giustizia Europea. Intanto negli ultimi mesi il Comune ha tentato di trovare altre strade per risolvere l’emergenza dei palazzi giudiziari. A fine mese il Sindaco si recherà a Roma per provare ad ottenere dal Ministero della Difesa l’ex ospedale militare Bonomo. Una soluzione non soltanto più economica per le casse comunali, ma auspicabile per mettere finalmente la parola fine ad una situazione incresciosa ed indegna di una città importante come Bari, riguardante la polverizzazione degli uffici giudiziari in città.

cronistoria della vicenda

Nove anni tra idee, ricorsi e sentenze • 2003 Il Comune di Bari avvia un’indagine conoscitiva per raccogliere idee e suggerimenti per la risoluzione della mancanza di una sede unica degli uffici giudiziari. L’avviso prevede espressamente che “la procedura non impegna in alcun modo l’Amministrazione Comunale”. • 2003 L’indagine si conclude, da parte del Comune, con la ricezione di suggerimenti e idee progettuali differenti da parte di diversi soggetti imprenditoriali. • 2003 La Pizzarotti, alla luce del fatto che la sua idea progettuale (realizzazione di due immobili principali da vendere al Comune di Bari e di un insieme di edifici minori da locare al Comune al prezzo di 3 milioni di euro l’anno)

presenti il maggior numero di rispondenze ai parametri base, ritiene erroneamente di essere l’aggiudicataria della procedura come se si trattasse di una gara. Di conseguenza, nella sua errata logica, diffida l’Amministrazione comunale a concludere il procedimento concorsuale. • 2004 La Pizzarotti porta il Comune di fronte al Tar il quale si esprime, con sentenza passata in giudicato, in favore del Comune sottolineando l’infondatezza della pretesa di Pizzarotti di chiudere l’indagine di mercato con la stipula del contratto e addirittura la cantierizzazione dell’opera poiché si trattava di indagine esplorativa e non di bando di gara d’appalto (sen-

L’ingresso del Comune di Bari

tenze nn. 2163/2004 e 363/2007). • Nel frattempo Pizzarotti modifica più volte, e unilateralmente (vietato dalla legge), il progetto realizzato anni prima poiché la questione ha causato la perdita dei finanziamenti europei • 2008 La Pizzarotti si appella al Consiglio di Stato il quale obbliga il Comune di Bari a stipulare con Pizzarotti il contratto per la realizzazione degli uffici giudiziari. • 2008 Il Comune approva una delibera che sancisce l’impossibilità

ad accettare la proposta di Pizzarotti. • 2008 Il Consiglio di Stato chiede al Prefetto di Bari la nomina di un Commissario ad acta per dirimere la questione. Il Commissario manifesta la volontà di ritenere Pizzarotti aggiudicataria e propone una variante urbanistica così da far iniziare i lavori. • 2012 Il Comune ritiene che il Consiglio di Stato abbia violato la legge poiché ha ignorato il giudicato del Tar (che acquisisce forza di legge) e ricorre alla Commissione Europea.


Bari

venerdì 20 gennaio 2012

7

petruzzelli

L’EX CASERMA - Parco urbano, Accademia, spazi per la cultura. Stop ai parcheggi?

Con la Carmen di Bizet si inaugura la stagione

Accordo vicino per il destino della Rossani

Questa sera alle ore 20.30 si inaugura la nuova stagione del Teatro Petruzzelli con lo spettacolo Carmen, di Georges Bizet. L’opera sarà in replica domenica 22 gennaio alle 20.30, mercoledì 25 gennaio alle 20.30, sabato 28 gennaio alle 18.00e e lunedì 30 gennaio alle 20.30. In occasione dell’evento, la Fondazione Petruzzelli ha proposto un incontro dedicato alla Carmen nel foyer principale del Teatro con il musicologo Prof. Michele Girardi ed il Sovrintendente Giandomenico Vaccari. “La Carmen è una delle opere liriche più avvincenti e famose che abbiamo l’onore di presentare per la seconda volta in cinque anni ad apertura della Stagione e che manca da questo Teatro dal 1984. L’opera è stata realizzata con una nuova coproduzione, il Festival di Castleton: la regia è di William Kerley, le scene sono di Tom Rogers, ma l’onore più grande è stato quello di avere Lorin Maazel come direttore d’orchestra, uno straordinario personaggio che ci omaggia della sua presenza per l’inaugurazione della Stagione”, ha commentato Vaccari. Nel ruolo di Carmen canterà Ekaterina Metlova, Don José sarà interpretato da Richard Troxell, Micaëla da Sasha Djihanian, Escamillo da Corey Crider, Zuniga da Gianluca Breda. Frasquita sarà interpretata da Laura Macrì (20, 22, 25 gennaio) e da Marta Calcaterra (28, 30 gennaio), Antonella Colaianni sarà Mercedes, Gianluca Floris sarà Il

Remendado, Alessandro Battiato sarà Il Dancairo, Michael Anthony Mcgee sarà Moralès, Olga Podgornaya sarà La venditrice di Arance, Aldo Orlando sarà Uno Zingaro. Il Prof Girardi si è soffermato su alcuni punti chiave dell’opera, dove si comprende bene la tematica di amore e morte, facendone poi ascoltare dei brevi pezzi. Si è parlato inoltre della figura di Carmen, donna caparbia e fiera, che a dire di Girardi, raccoglie il testimone del Don Giovanni, avendone lo stesso comportamento. La Carmen è stata vista come un’opera che ha influenzato profondamente il teatro successivo, soprattutto nella concezione del ruolo femminile, dell’autodeterminazione della donna. Il realismo di Carmen, donna che va incontro alla morte senza troppe cerimonie, diventa un simbolo, un archetipo nella visione culturale del mondo occidentale. Più che di realismo si potrebbe invece parlare della Carmen inserita nella grande letteratura di fine secolo, quando gli intellettuali cercavano nuove forme di espressione e un nuovo approccio della cultura europea, come per l’esotismo dell’opera, visto come un modo di fuggire dal mondo della modernità per andare in luoghi dove si vivono delle passioni primarie, tra cui la morte. Al termine del dibattito, il Soprintendente ha ricordato l’appuntamento per domenica 22 alle ore 11.00 presso la libreria Feltrinelli, dove terrà una guida all’ascolto della Carmen. Isabella Battista

Uno scorcio della ex-Caserma Rossani di Bari

di Fortunata Dell’Orzo Il protocollo d’intesa con la regione è quasi pronto. Parola di Elio Sannicandro, l’assessore comunale all’urbanistica che sin dall’inizio di questa vicenda è il più coinvolto. Il progetto di trasformare l’ex caserma Rossani in parco urbano (il più grande della città) avrà 13 milioni di euro in più, che la Regione è disposta a impiegare a

patto che su quegli otto ettari abbondanti non ci sia alcuna speculazione privata. “Non abbiamo problemi a seguire questa strada” afferma Sannicandro “anche perché è il desiderio largamente espresso dalla cittadinanza, soprattutto attraverso le associazioni ambientaliste e di partecipazione politica”. Alla Rossani, recuperando i vecchi corpi di

fabbrica della caserma, che sono stati posti sotto vincolo, troverà casa l’accademia di Belle Arti, attualmente situata in un condominio di via Re David. “Ma sono previsti anche spazi per la cultura e la musica” precisa Sannicandro, oltre che naturalmente il verde. Sul parcheggio resta da rimuovere l’ultimo dubbio: “il parcheggio sarebbe importante per garantire una completa

la cronistoria della “Rossani” • 1920: trasferimento sull’area della caserma di artiglieria “S. Lorenzo” • 1927: viene attribuita in seguito alla morte del maggiore Rossani, originario di Cassano delle Murge, la denominazione di caserma Rossani • 1998-2000: inizia la dismissione della caserma • 2001: inizia la bonifica delle coperture in amianto presenti sull’area • 2006: conclusione dei lavori di bonifica • 2006: inserimento dell’area nel PRUSST della città di Bari (realizzazione parcheggio in project financing) • Febbraio 2008: Decreto milleproroghe: passaggio della caserma Rossani dal demanio al comune di Bari + 13 M di euro per riqualificazione. • Aprile 2008: Delibera Consiglio Comunale approvazione passaggio Caserma da Demanio a Comune di Bari • Maggio 2008: Approvazione Giunta Comunale studio di fattibilità “Riqualificazione Area ex Caserma Rossani” • Maggio 2008: Variante al Piano Triennale Opere Pubbliche in Consiglio Comunale di Bari.

marisabella - si attende l’ultima sentenza del consiglio di stato

Ecco l’ultima stazione della via crucis, tutto pronto per l’apertura dei cantieri Il Consiglio di Stato dovrebbe essersi pronunciato il 17 gennaio sul contenzioso che ha messo l’una contro l’altra sia le due associazioni temporanee di impresa (Fincosit da un lato – Matarrese-Vittadello dall’altro, senza dimenticare lo stesso Ministero delle Opere pubbliche, comunque coinvolto in diversi gradi di giudizio). La sentenza dovrebbe essere l’ultima stazione di questa via Crucis che ha di fatto ritardato di alcuni anni la realizzazione delle

nuove strutture portuali alla cosiddetta Ansa di Marisabella. Ad ogni buon conto, all’Ufficio Opere Marittime non si sono fermati, sia pur in autotutela, nelle varie fasi di contrattualizzazione della Fincosit, vincitrice dell’appalto, in vista dell’apertura del cantiere, previsto per la fine di gennaio, stando alle previsioni dell’Ing. Francesco Musci. Dell’ansa di Marisabella si parla dal 1990. Ventidue anni durante i quali sono stati affrontati ogni sorta di contrarietà e problemi, a

cominciare dai no degli ambientalisti, preoccupati per la popolazione di posidonie, le alghe che assicurerebbero la salute delle coste. Al momento, in attesa che si concluda la vicenda giudiziarioamministrativa, segnaliamo la presenza di un delfino nelle acque prospicienti l’ansa: una femmina di stenella ha deciso di accasarsi qui dai primi di novembre scorso. Come lo si consideri, è un ottimo segno. Fortunata Dell’Orzo

Il porto di Bari

manutenzione del verde pubblico “ ricorda Sannicandro “e per la sua realizzazione sarà necessario bandire una gara d’appalto”. E l’idea di “scambiare” il parcheggio di Corso Cavour (che nessuno vuole realizzare, soprattutto il Sindaco) con quello della Rossani, affidando dunque alla DEC di De Gennaro i lavori? “Ipotesi impraticabile oltre che illegittima” taglia corto Sannicandro “non si può fare nessuno scambio”. Sui tempi? Il Sindaco poco prima di Natale aveva assicurato che si sarebbe deciso entro la prima metà di Gennaio, ma sembra che si debba andare verso uno slittamento, sia pur leggero. “Una volta firmato il protocollo, faremo un ultimo passaggio pubblico della questione” conclude Sannicandro “dopo di che potremo affermare di essere, finalmente, in dirittura d’arrivo”.


lavoriamo in pi첫 di 70 paesi, per portarvi energia

M_3603_545x410_QuotPuglia_collaborazione.indd 1


eni.com 06/12/11 12.18


10

dal Territorio

venerdì 20 gennaio 2012

LA MANIFESTAZIONE - Domani il corteo organizzato per le strade di Monopoli

l’editoriale - segue da pagina 1

Trivellazioni: scatta la protesta

Appello ai pugliesi: uniti a tutti i livelli

di Andrea Dammacco Una grande mobilitazione che coinvolgerà i cittadini, diverse componenti politiche e sociali con l’intento comune di salvaguardare il territorio e ribadire il “no” alle piattaforme petrolifere e il “si” ad una legge nazionale di divieto e ad una moratoria europea dell’installazione di piattaforme offshore d’estrazione di idrocarburi in mare: è questo l’intento della manifestazione fissata per sabato 21 gennaio in piazza Vittorio Emanuele a Monopoli. La manifestazione, fra gli altri, vede come promotore principale Onofrio Introna. Il Presidente del consiglio Regionale, ha sottolineato l’importanza della manifestazione: “rappresenta un ulteriore passo in avanti nella battaglia per la salvaguardia dell’ecosistema e che si colloca nel solco della politica ambientale della Regione, che ha investito sulla green economy per lo sviluppo e la crescita del territorio. Un modo – ha concluso – per sollecitare il governo nazionale e il Parlamento europeo ad approvare una legge contro lo sfruttamento delle

risorse nell’ Adriatico”. Ad intervenire sulla questione c’è anche il Presidente della Regione Vendola: “non di populismo, ma di difesa delle ragioni di una comunità, quella pugliese, che vuole vedere salvaguardato l’ambiente e il diritto alla vita” e assicura “l’impegno anche da parte dei parlamentari pugliesi in quella che è una battaglia che noi combattiamo per vincere, perché perdere significherebbe rinunciare ad una prospettiva di ricchezza: il nostro petrolio è il mare”. Commenti anche da componenti politiche di-

verse da quelle di Vendola. Così il capogruppo Pdl Rocco Palese: “A difesa non di un’idea, ma di un diritto” e si dichiara “pronto a scendere in piazza non solo a Monopoli, ma ovunque serva, per sostenere il modello di tutela e sviluppo che forze politiche e istituzioni stanno portando avanti a difesa del patrimonio della regione”. E il vice-capogruppo del Pdl Massimo Cassano: “L’ambientalismo, la tutela delle prerogative naturalistiche, economiche e turistiche del territorio, la salvaguardia del nostro mare, non possono e non devo-

no avere colori politici. Per questo saremo in piazza a Monopoli, per dire no all’incubo dei pozzi offshore che distruggeranno i fondali con ricadute assai dubbie per la popolazione”. Infine anche i sindacati compatti di fronte all’allarme trivellazioni. Giovanni Forte e Aldo Pugliese, rispettivamente segretari generali regionali di Cgil e Uil, si dichiarano compatte a favore della difesa del territorio. E mentre componenti politiche, sindacati, associazioni varie e cittadini comuni si preparano a manifestare, a Roma il governo Monti ha introdotto nel decreto liberalizzazioni una sorpresa che risulterà indigesta: negli articoli 20, 21 e 22 del decreto si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive, abbassare drasticamente i limiti per la trivellazione in mare (da 12 a 5 miglia marine) e nel terzo si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti. Un sostanziale via libera alla trivellazione del territorio italiano fin sottocosta che, si perdoni la dietrologia, sembra fatto apposta per il progetto di trivellazione alle isole tremiti.

MOLFETTA - Azzollini rimarrà in sella fino alla scadenza naturale del suo mandato. Come si muove la politica cittadina?

Partiti: è una fase di studio di Francesco Tempesta Salvo grossi colpi di scena la città di Molfetta tornerà a votare per eleggere il nuovo sindaco nel 2013 a regolare scadenza della legislatura. Chi paventava delle dimissioni forzate da parte del sindaco Antonio Azzollini, reo di rivestire contemporaneamente la carica di primo cittadino di una città di oltre 20.000 abitanti e quella di Senatore della Repubblica, ne rimarrà certamente deluso. Dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’incompatibilità tra le due cariche in questione, per Azzollini il paracadute è arrivato dal parere negativo della Giunta per le elezioni del Senato che lo ha letteralmente salvato da una situazione irreversibile. L’ennesimo coup de théâtre del Senatore, al

Molfetta

contrario di quanto si pensasse, non ha scatenato grosse e immediate reazioni politiche in città, dando l’impressione che gli esponenti dell’opposizione si aspettassero già da tempo tale amara sorpresa. Si è paradossalmente innescato un effetto contrario che ha spento le voci che si rincorrevano su eventuali candidati sindaci e su improbabili coalizioni facendo calare inesorabilmente un imbarazzante silenzio politico. E adesso cosa suc-

cederà a Molfetta? Come si muoveranno i partiti? Domande da un milione di dollari l’una. Analizzando approfonditamente la situazione e le dichiarazione degli uomini della maggioranza, Azzollini compreso, si denota la volontà da parte del PDL di aprire il dialogo volgendo lo sguardo verso il centro-destra. Verrebbero in questo caso interessati FLI e UDC anche se su quest’ultimo i punti interrogativi restano tanti. Tale manovra

strapperebbe questi due partiti ad un’eventuale coalizione di centro-sinistra che abbraccerebbe Rifondazione-SEL e PD. FLI e UDC sarebbero quindi i possibili aghi della bilancia delle prossime elezioni. FLI per il momento è rimasta ferma nella propria orbita guardandosi bene dallo svendere i propri voti a destra o a sinistra e attendendo saggiamente l’evolversi della situazione. L’UDC invece ha già fatto capire con diversi comunicati che mai stringerà alleanze con gli uomini di Rifondazione. Il dubbio che da tempo aleggia sulla città di Molfetta continua quindi a bloccare le reali volontà politiche degli attori in questione impauriti dalla possibilità di veder sfumare le proprie velleità a causa di qualche scomodo passo falso.

[...] Fanno ancora fa- sario che le Regioni, gli tica a comprenderlo gli enti locali, le università, enti locali e le regioni le associazioni di cateitaliane. Il loro rapporto goria e le aziende più con il Parlamento e con importanti del Sud e, per le altre istituzioni euro- quanto ci riguarda più pee si limita all’apertura da vicino, della Puglia di uffici di rappresen- si raccordino costantetanza, spesso costosi mente con tutti i loro quanto pressoché inu- parlamentari europei. tili, all’orgaSottolineo nizzazione di E’ inesisten- tutti, anche qualche mate il contri- perchè nel nifestazione buto di idee P a r l a m e n folcloristica a livello legi- to europeo per la presen- slativo, nonostante sia non si vive tazione delle noto che tutte le diret- la costante e p r o d u z i o n i tive eauropee finiscono paralizzanlocali e a ve- con l’avere una inciden- te contraploci spedizio- za nell’ecoposizione ni presso gli nomia refrontale che uffici della gionale caratterizza Commissiola politica ne per soitaliana, ma, stenere questo o quel al contrario, sul terreno progetto. Inesistente, di una leale collaborainvece, la presenza e il zione, si lavora spesso contributo di idee a li- insieme per conseguire vello legislativo, nono- i migliori risultati possistante sia ormai noto che bili. tutte le direttive europee Purtroppo, debbo finiscano con l’avere una constatare che quasi incidenza fondamentale mai ciò avviene, mentre sull’economia regionale sistematicamente ci si e su molti campi dell’at- ricorda dei parlamentari tività regionale. europei solo quando la Nella vicenda delle frittata è già fatta. È actrivellazioni, che in que- caduto, tanto per restare sto momento ci occupa in tema marino, per le più da vicino, la posizio- reti dei pescatori e per ne sostenuta dalla Re- i gestori dei lidi. Accagione Puglia non collima drà di sicuro fra qualche perfettamente con le più tempo per la direttiva sui recenti dipagamenti rettive euroCi si ricorda delle pubblipee, le quali, dei parla- che ammipiù che a un mentari eu- nistrazioni, divieto tout ropei solo che metterà court delle quando la frittata è già in ginocchio perforazioni fatta. Bisogna fare lob- i nostri Conel Mediter- by per sostenere in tut- muni, se non raneo, mira- te le sedi le tante e giu- si adottano no a renderle ste ragioni sin da ora le più restrittive del nostro necessarie e più sicu- territorio precauzioni re. Richiamo in sede di requesta prodazione dei blematica, perchè tutti bilanci. comprendano dove e Apprezzando il rinnoquando occorre essere vato protagonismo degli più vigili e presenti, per enti locali pugliesi, imnon rendere velleitaria e pegnati in prima fila per tardiva ogni nostra bat- la difesa del nostro mare, taglia. il potenziamento delle Molte direttive euro- infrastrutture ferroviarie pee possono non piacere e l’immediata disponie alcune meritano, inve- bilità dei fondi Fas, semro, una profonda revisio- pre promessi e sempre ne, ma contestarle o non decurtati, auspico che applicarle, in qualche questa azione, fortunacaso addirittura dopo tamente unitaria, ingloanni dalla loro emana- bi al più presto e in forzione, è un esercizio ma permanente anche la perdente e quasi sempre pattuglia parlamentare inutile. Meglio sarebbe di stanza nell’avampointervenire preventiva- sto europeo. La forza e mente, quando la Diret- l’incisività del comune tiva inizia il suo lungo sforzo per sostenere le e complesso percorso giuste ragioni del nostro legislativo, che la porta territorio sarà direttadalla Commissione al mente proporzionale Parlamento per l’appro- alla nostra capacità di vazione definitiva. È in fare lobby territoriale. sede parlamentare che le I deputati europei nostre istanze e i nostri sono già pronti. Aspetinteressi possono esse- tiamo la Puglia. re meglio salvaguardati, Salvatore Tatarella ma, per questo, è necesParlamentare Europeo


Europa

venerdì 20 gennaio 2012

11

PARLAMENTO EUROPEO - Le prime parole di fuoco: “i Governi da un vertice all’altro, come ai tempi del Congresso di Vienna”

Schulz eletto presidente L’elezione del socialdemocratico tedesco non è una sorpresa, frutto dell’accordo politico di Vincenzo Matano Martin Schulz, il socialdemocratico tedesco diventato famoso nel 2003 per essere stato definito kapò da Berlusconi, è il nuovo Presidente del Parlamento europeo. A rivedere oggi quel dibattito, che creò molti imbarazzi e pochi sorrisi nell’aula di Strasburgo, sembra di ripiombare in un’altra epoca; un Berlusconi giovane e abbronzato subì una colossale sconfitta mediatica da parte del giovane eurodeputato Shultz che ricevette una lunga una standing ovation per la risposta piccata all’offesa del cavaliere. Un’altra epoca come abbiamo detto, ma sin da allora si intravedevano in Shultz le doti di leader combattivo. Molti dicono

che deve la sua elezione proprio a quello scontro, ma non è così: deputato europeo dal 1994, è stato eletto al primo turno con 387 voti su 670, battendo di gran lunga gli altri due contendenti britannici, la liberaldemocratica Diana Wallis e il conservatore Nirj Deva. La sua elezione non è una sorpresa, ma è frutto di un accordo (gli altri gruppi politici lo definiscono inciucio) tra i due grandi gruppi politici al PE, il Partito popolare e i Socialisti democratici, per spartirsi la presidenza nell’arco della legislatura. Dopo i primi due anni e mezzo del polacco Jerzy Buzek del PPE adesso tocca a Shultz. La maggioranza degli europarlamentari spera che il nuovo presidente sappia portare la voce del

Parlamento in seno alle no tornare ad un perioistituzioni europee, nel do superato, quello del momento in cui i gover- Congresso di Vienna”. Schulz ha quindi deni, in particolare quelli di Germania e Francia, nunciato che l’inflaziointendono tenere da ne di vertici, summit e incontro soli le redini bilaterali n e l l’ Un i o O vinciamo escludono i ne. Nel suo tutti insieme p a r l a m e n discorso di o perdiamo ti europeo insediamentutti insie- e nazionali to, Schulz ha detto che bi- me, perchè la base fon- dal processogna dire un dativa di quest’Europa è so decisiono chiaro al il metodo comunitario, nale. Infine, sistema delle non un concetto tecno- ha ribadito “o vinciamo agenzie di ra- cratico, ma il principio tutti insieme ting. o perdiamo Ha poi di tutto tutti insiebacchettato me, perché anche i governi naziola base fonnali “per la prima volta damentale di quest’Eudalla sua fondazione, il ropa è il metodo comufallimento dell’Unione nitario, non un concetto europea non è un’ipote- tecnocratico, ma il prinsi irrealistica, i governi cipio al cuore di tutto da mesi passano da un quello che l’Ue rapprevertice all’altro e fan- senta”.

dopo i richiami di dicembre, partono le procedure di infrazione della commissione

Ungheria: Vikot Orban a confronto con Bruxelles

La sede della Commissione Europea

La nuova Ungheria di Viktor Orban finisce sotto accusa. La Commissione europea ha varato ufficialmente le tre procedure di infrazione annunciate da settimane. L’analisi giuridica avviata da Bruxelles dopo i richiami inascoltati di dicembre, ha evidenziato che nella riforma costituzionale avviata dal premier ungherese , che col suo partito Fidesz controlla i due terzi del Parlamento di Budapest, ci sono fondati dubbi su incompatibilità con il diritto europeo per le leggi che limitano l’indipendenza della banca centrale, dell’autorità garante della privacy e per il meccanismo di pensio-

namento anticipato dei giudici. Il governo Orban avrà tempo fino al 17 febbraio per dare spiegazioni o cambiare le leggi. Se non lo farà scatterà il deferimento alla Corte europea di giustizia. La decisione dell’esecutivo di Bruxelles è stata annunciata questa settimana dal presidente Josè Manuel Barroso durante la sessione plenaria. Viktor dal canto suo, mesi fa aveva accennato ad un possibile pugno di ferro con l’ Europa ma dopo quest’ ultima decisione tecnica della Commissione seguita dalle dichiarazioni di grande preoccupazione da parte dei capigruppo politici al

Parlamento, il tono sembra cambiato e gli animi un po’ placati. “Siamo pronti a discutere con l’Ue di questi problemi – ha dichiarato Orban in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Bild - se la commissione ci presenterà delle serie argomentazioni”. Il ministro ungherese dell’informazione, Ferenc Kovacs ha assicurando che il suo governo «risolverà presto tutti i problemi» e che se necessario è «disposto a cambiare le leggi». Ma l’ Europa non e’ compatta eppure questa volta. Se da un lato il presidente Barroso ha ribadito la sua preoccupazione per l idebolimento

dei valori democratici in Ungheria, c’e’ chi come il premier polacco Donald Tusk si dice pronto a sostenere l’Ungheria, accusata dagli eurodeputati di deriva autoritaria, a fronte di reazioni politiche “esagerate”. “Nel quadro delle iniziative della Commissione europea e di un’atmosfera a tratti isterica al Parlamento europeo e se il premier Orban e l’Ungheria sono interessati, la Polonia offrirà il suo sostegno perche le reazioni alla situazione ungherese non siano esagerate” ha detto Tusk ai giornalisti. “Ho l’impressione che una parte di queste reazioni, puramente politiche, siano esagerate e non sto pensando alle questioni formali e procedurali legate all’opinione della Commissione europea” ha detto Tusk. “Non tocca a me commentare le decisioni del premier Orban e della maggioranza parlamentare ungherese, ma dobbiamo constatare molto chiaramente che l’Ungheria rappresenta sempre standard democratici a livello europeo” ha aggiunto. “Non c’è alcun motivo di lanciare l’allarme come alcuni ambienti politici fanno oggi” ha detto Tusk. Eliona Cela

Martin Schulz, neo presidente del Parlamento Europeo

economia, crescita, ambiente, sicurezza

Le priorità della presidenza danese di Eliona Cela “La Danimarca prende la guida dell’Unione europea per il primo semestre 2012 in un clima difficile. È sua intenzione collaborare con gli altri paesi membri e le istituzioni europee per far uscire l’Unione dalla crisi economica e avviarla sulla strada della crescita”, si legge nel comunicato stampa della Commissione Europea diffuso nei primi giorni dell’ anno. Il Primo ministro danese Helle ThorningSchmidt si è fissato quattro priorità principali che riguardano l’economia, la crescita, l’ambiente e la sicurezza, ottenendo cosi il sostengno della maggioranza dei eurodeputati. Un programma complesso con obiettivi molto ambiziosi che piace per determinazione ed organizzazione. “La via fuori dalla crisi passa attraverso più Europa, non meno”, ha detto il primo ministro danese e seguendo questa linea la nuova presidenza dovrà mettere in pratica le decisioni del Consiglio europeo di dicembre per il rafforzamento della disciplina di bilancio e la stabilizzazione dell’economia contribuedo cosi’ alla crescita e all’occupazione. Dovra’ inoltre avanzare con l’attuazione delle misure sulla go-

Helle Thorning-Schmidt

vernance economica e la prima valutazione semestrale dei bilanci nazionali. L’accento sarà messo sul mercato unico, di cui ricorre nel 2012 il ventesimo anniversario, occorrono ulteriori riforme affinché le imprese e i cittadini europei possano godere di tutti i suoi vantaggi. Senza dimenticare la realizzazione delle dodici iniziative chiave definite dalla Commissione nell’Atto per il mercato unico. Si propone inoltre di aprire nuovi sbocchi per le imprese europee, in particolare attraverso accordi di libero scambio con Giappone, India, Canada e Tunisia. Per quanto riguarda infine l’allargamento dell’Unione europea, la Danimarca intende far avanzare i negoziati con l’Islanda e la Turchia, avviare le trattative con il Montenegro e portare a termine quelle sulla candidatura della Serbia.


12

Foggia

venerdì 20 gennaio 2012

AFFARI ALL’ITALIANA - Una volta tanto i nostri amministratori non c’entrano nulla con questo scandalo

La caserma della vergogna Venduta al mattino, riaffittata di pomeriggio, come “regalare” 11 milioni di euro ai francesi di Claudio Aquilano L’unico aspetto positivo della vicenda, per la frustrata morale della città di Foggia, è che una volta tanto la nostra classe dirigente e i nostri amministratori non c’entrano. La grottesca vicenda della Caserma “Miale da Troia” (uno dei combattenti della disfida di Barletta) raccontata sul Corriere della Sera da Gianantonio Stella è tutta made in Roma, conseguenza delle scelte scelle-

La Caserma “Miale” di Foggia

l’ex vicesindaco labresa non rientrerà in giunta

Giunta, verso l’azzeramento Il voto unanime che ha dato il via libera all’allungamento della pista dell’aeroporto Gino Lisa ha creato in Comune e nell’opinione pubblica (ma non era ancora arrivata la scoppola del fallimento di Amica) uno stato d’animo favorevole, che Mongelli ha pensato di utilizzare per cercare di dare slancio alla stagnante situazione politica. Così, dopo svariati mesi di verifica, il primo cittadino ha comunicato di avere “avviato le procedure” per l’azzeramento della Giunta, accogliendo la richiesta in tal senso proveniente da diversi settori della maggioranza.

L’espressione non potrebbe essere più ambigua: il sindaco è infatti l’unico titolare del potere di nomina e di revoca degli assessori, per cui non ha in realtà alcuna particolare procedura da seguire. C’è chi pensa che l’annuncio possa servire solo a superare l’impegnativo scoglio dell’ennesima manovra di bilancio. Nel frattempo è ormai chiaro che l’ex-vicesindaco Lucia Lambresa non rientrerà in Giunta. L’accordo politico che determinò l’esito delle elezioni del 2009, nei fatti, non c’è più. c.a.

l’ennesimo pasticcio alla foggiana

Ciao ciao Amica, e ora cosa accadrà? Ennesimo pasticcio alla foggiana: contro ogni previsione, Amica Spa, l’azienda pubblica che si occupa del servizio raccolta rifiuti, non è stata ammessa all’amministrazione straordinaria, la procedura “conservativa” prevista dalla cosiddetta legge Prodi-bis. Ne consegue il fallimento dell’azienda, con terribili incognite sul futuro dei 370 dipendenti diretti e prospettive ancora più oscure per i lavoratori dell’indotto che sono almeno altri 500. Un naufragio paradossale: i giudici fallimentari hanno infatti accolto la proposta del commissario giudiziale, Francesco Perrone; che però, nominato dai magistrati, era stato indicato da quello stesso Ministero dell’Economia che aveva

espresso il proprio decisivo parere favorevole per il ricorso all’amministrazione straordinaria. Un esito clamoroso, contro il quale il sindaco annuncia appello, che sembra fatto apposta per dare ragione alla posizione dei sindacati che avevano più volte a gran voce richiesto chiarezza sulla situazione. Ora cosa succederà? In un comunicato diffuso da Palazzo di Città Mongelli invita la curatrice fallimentare, la commercialista Mirna Rabasco, ad attivarsi immediatamente per garantire l’esercizio provvisorio del servizio di raccolta, chiedendo alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori un atteggiamento responsabile, come in realtà è stato finora; ma non sembra sia servito a granché.

rate e della pasticcioneria ai limiti del dolo delle burocrazie ministeriali. La Caserma, che si estende per oltre 16mila metri quadrati coperti a cui aggiungere un piazzale interno di altri 6mila e 500, viene venduta nel 2005 al Fondo “Patrimonio Uno”, controllato dai francesi di Paris Bas, per una cifra intorno agli undici milioni di euro, poco più di 600 al metro quadrato. Un prezzo di assoluto favore, tanto più perché la Caserma ritenuta superflua, e quindi alienabile, è immediatamente dopo considerata insostituibile per ospitare la Scuola di Polizia. Ciò che è stato venduto al mattino viene quindi affittato il pomeriggio, ad un canone decisamente improbo, di quasi centomila euro al mese (!). In pratica in dieci anni i francesi acquirenti avrebbero riavuto il capitale, potendo contare su altri otto anni di fitti garantiti (il Ministero degli Interni aveva stipuato fino al 2023). Ma nel 2007, non senza proteste da parte del territorio, il Viminale si accorge che la Scuola costa

troppo, e viene così smobilitata. Ma l’esoso canone resta lo stesso, per una struttura gigantesca che viene utilizzata al massimo per un quinto della sua estensione. A interrompere il circolo vizioso dello sciupio improduttivo di danaro pubblico è il Rettore dell’Ateneo foggiano, Giuliano Volpe. La struttura, ubicata nelle immediate adiacenze della Facoltà di Giurisprudenza e in prossimità di quella di Economia, può inserirsi egregiamente nel sistema di edifici accademici, riducendo notevolmente la spesa dell’Ateneo per i fitti, consentendo di realizzare foresterie per i visiting professor, dando una sistemazione ampia e soddisfacente agli uffici cui devono fare riferimento oltre diecimila studenti e un gran numero di docenti. Per ricomprare la “Miale” lo Stato spenderà cinque milioni di euro in più della somma ricavata dalla vendita, a cui vanno aggiunti i circa sei milioni di euro di fitti pagati, per un profitto ai Francesi del 100% dell’investimento effettuato. In compenso, se non fosse intervenuto Volpe, oltre a non recuperare la Caserma e a lasciarla inutilizzata per altri undici anni, avremmo regalato ai fortunati acquirenti un’altra dozzina di milioni di euro. Benvenuti in Italia.

le classifiche vedono foggia sempre in coda

Mongelli al penultimo posto nella classifica di gradimento Il sindaco di Foggia Gianni Mongelli sare che si stia mettendo in atto una si è classificato al penultimo posto nella campagna diffamatoria contro la città classifica di gradimento dei primi cit- e i suoi amministratori ma purtroppo tadini dei capouoghi italiani. Sull’argo- le classifiche sono, oggi più che mai , lo specchio di una città mento il commento all’orlo del fallimendi Francesco Lasalto. via, responsabile del Lungi da noi adcircolo cittadino di dossare ancora colpe Generazione Futuro. all’attuale sindaco di Botte su botte: se Foggia. fosse un film bisoLe responsabilità gnerebbe chiamarla così l’avventura del sono da addossare sindaco Mongelli alla esclusivamente agli guida dell’amminielettori. strazione comunale. Siamo di fronte Non bastava essead un capolavoro di re relegati all’ultimo astuzia e furbizia di posto nelle classi- Foggia, piazza Umberto Giordano rara attuazione: da fiche del Sole24ore un decennio la città tra le città meno vicrolla, ma i giocatori vibili d’Italia, oggi Foggia , sempre nei sono sempre gli stessi. sondaggi del prestigioso quotidiano Lo slogan della campagna elettorale, nazionale , detiene il poco lusinghiero Foggia Capitale, risuona nelle menti: primato di sindaco peggiore d’Italia se uno slancio della città affidata a soggetsi tiene conto che il peggiore in assolu- ti nuovi , ad una classe dirigente in dito si è dimesso coscienziosamente dalla scontinuità con il passato. sua carica di sindaco di Palermo. Detto, non fatto! Parole , parole, paChi non vive a Foggia potrebbe pen- role…

IL COMMENTO

Miale, truffa colossale di Fabrizio Tatarella Per chiamare le cose con il loro nome, la vicenda della Caserma Miale chiama in causa le categorie della truffa, o a voler essere buoni una negligenza inescusabile. Come è stato più volte spiegato, lo Stato ha ritenuto che questo imponente immobile sito nel centro della città di Foggia dovesse essere alienato, per comprensibili ragioni di cassa. Valeva più o meno venti milioni di euro, ma è stato venduto a undici o poco più. Nel mentre con la mano destra firmava il contratto di vendita alla superbanca francese Parisbas, lo Stato italiano firmava un contratto onerosissimo per la locazione dello stesso immobile (oltre un milione di euro l’anno) al servizio di una Scuola di Polizia, chiusa perché “troppo costosa” dopo due anni, ma senza alcuna revisione del contratto di locazione. In pratica abbiamo continuato a pagare una cifra folle per una struttura che non utilizzavamo. Ed oggi stiamo per ricomprarla ad un prezzo del cinquanta per cento superiore a quello di vendita. Questo percorso scellerato – è questo che viene trascurato anche dall’acuminata penna di Stella, non è stato compiuto dall’odiata casta: a parte l’atto di indirizzo che ha spinto alla dismissione di una gran quantità di patrimonio pubblico attraverso il meccanismo delle cartolarizzazioni, tutti gli atti conseguenti sono stati assunti dalle burocrazie, dai funzionari, dai “tecnici”. Ci piacerebbe se, per ogni dieci pagine dedicate (giustamente) ai costi troppo elevati della politica, se ne spendesse una soltanto per riflettere sui costi provocati dal silenzio della politica e dalla sua assenza.


Cerignola

venerdì 20 gennaio 2012

CERIGNOLA - Ruspe in azione nel borgo antico senza misure di sicurezza. Demoliti fabbricati storici

Albergo moderno: e poi finisce nel polverone anche il Sindaco

L’insegna dell’Alberto Moderno

Giannatempo sembra sempre di più il comandante Schettino. Come il comandante della sfortunata Costa Concordia. prima effettua una manovra azzardata e poi, dopo aver causato il danno, si convince di aver salvato la città, come Schettino

di salvare vite umane. Il Sindaco, invece, ha solo determinato il crollo di un palazzo con modi e tempi discutibili. In quell’albergo, peraltro, vi ha soggiornato il principe della risata, in arte Totò, durante le riprese del film “Totò gambe d’oro” gira-

to a Cerignola.Veniamo ai fatti. Nei giorni scorsi si la ditta Cadinvest srl, su ordinanza del Comune di Cerignola, ha proceduto ad effettuare la demolizione dell’”ex Albergo Moderno”, in pieno centro storico. Il tutto con un iter discutibile e con una esecuzione dei lavori ancora più discutibile per la mancanza delle più elementari norme sulla sicurezza. Ha destato stupore e sconcerto in città la demolizione dell’ex Albergo Moderno nel pieno centro storico di Cerignola. Stupore perché avvenuto all’improvviso sotto gli occhi increduli di tanti cittadini, che hanno visto le ruspe buttare giù un pezzo di storia, e soprattutto dei residenti le abitazioni vicine ai quali è stato chiesto, informalmente, dai vigili urbani di lasciare le loro abitazioni senza alcu-

na ordinanza di sgombero e di preavviso. Sconcerto perché le modalità sono state caratterizzate da una procedura solerte, quasi a voler subito demolire il rudere da taluni definito fatiscente e a rischio crollo per nascondere qualche illecito, e da una leggerezza senza pari. Basti pensare che i lavori di demolizione avvenivano a cielo aperto senza alcuna recinzione, con grave rischio per la sicurezza di altri palazzi adiacenti e per l’incolumità dei presenti. Molte le indignazioni dei cerignolani, latitanti i partiti. Ad eccezione del solito Franco Metta, accusato di aver causato involontariamente la demolizione per via di una denuncia di danno temuto che ha portato il Giudice a disporre una sentenza in tal senso. Il solo partito politico ad aver chiesto di apri-

Le ruspe all’opera

re gli occhi su una palese ed evidente speculazione edilizia è stato Futuro e Libertà che domenica alle 12 terrà un comizio davanti la villa comunale con l’ex Sindaco Salvatore Tatarella. Proprio FLI con il suo coordinatore cittadino Enzo Pece ha denunciato alla Procura della Repubblica il Sindaco e la Cadinvest, discussa società di Donato Calice, che ha ottenuto diversi appalti da questa amministrazione. L’ennesima cambiale

13

che Giannatempo è stato costretto a pagare in virtù dell’appoggio di Calice alle ultime amministrative? Forse. Nel centro storico non si può demolire nulla, ma solo restaurare e recuperare sostengono gli esperti. “La Cadinvest - afferma Enzo Pece- è in credito del volume che poteva esprimere l’ex Albergo Moderno. Secondo il programma della Cadinvest, quindi, quel volume è utilizzabile sempre lì o anche in altre zone. Certo che fare adesso una piazzetta dove era ubicato l’immobile dell’ex Albergo Moderno ed ottenere volumetria da “rimodulare” in altre zone di Cerignola è una bella operazione per la Cadinvest.! .La carenza delle più elementari regole sulla sicurezza del lavorom, l’avere demolito la struttura dopo non aver fatto sgombrare gli abitanti residenti vicino; aver recintato il cantiere con una piccolissima rete metallica (senza posizionare i dovuti teli per polvere); il non avere usato potenti idranti per non alzare la polvere in tutto il rione. Si tratta di una grave speculazione edilizia e di una carenza nell’applicazione delle misure di sicurezza sul lavoro “ conclude Pece. Stefano Petrarolo

LA CRONISTORIA - In vent’anni nessun sindaco ha permesso a Calice di costruire. Cosa farà Giannatempo?

Nessuna ordinanza di sgombero! Nessuno sgombero ordinato ai vicini. Si procede alla demolizione solamente invitando gli abitanti della zona ad allontanarsi. Solo a Renna Domenico si ingiunge di sgomberare la propria casa di via Largo Matera 12, adiacente all’ex Albergo Moderno, oggi pericolante, perché potrebbe essere pericolo-

so continuare ad abitarla. L’amministrazione lo ospiterà a proprie spese presso l’Hotel delle Nazioni. Per tutti gli altri abitanti della zona ? Niente!Si consideri, altresì (vedasi quanto è accaduto di recente a Barletta), che la demolizione degli edifici in linea possono avere rilevanti effetti sulla stabili-

tà degli altri aderenti o appoggiati fabbricati con cui formavano un “unicum” strutturale di mutua stabilità, con pesanti ricadute sulla incolumità pubblica e sulle responsabilità civili e penali. Da qui l’obbligatorietà, come ha anche ribadito il Consiglio di Stato con la recente sentenza n. 3505/2011, che i Comuni valutino l’effettiva eseguibilità degli interventi. - In conclusione, tutte le opere di demolizione (non rientranti nella modalità esecutiva della ristrutturazione edilizia mediante demolizione e fedele ricostruzione, peraltro soggetta a permesso di costruire) di edifici o manufatti siano interventi di “nuova costruzione” e come tali assoggettate all’obbligo di permesso di costruire (o super-dia in presenza di specifiche legislazioni regionali), la cui mancanza costituisce reato perseguibile ai sensi dell’art. 44, comma 1, lett. b) o c). Occorre ricordare che all’indomani della emanazione della Legge n° 10/1977, c.d. “Legge Bucalossi”, l’intervento di demolizione degli edifici esistenti fu assoggettato alla concessione edilizia, la cui mancanza integrava una fattispecie di reato. Il regime dei titoli abilitati-

vi si arricchì con la Legge n° 457/1978, con la quale alcuni tipi di intervento furono sottoposti ad autorizzazione anziché a concessione edilizia. Tuttavia la novella legislativa non interessò l’intervento di demolizione. E’ solo con la Legge n° 94/1982, e precisamente con l’art. 7, che a qualsiasi intervento di demolizione fu esteso il regime dell’autorizzazione edilizia (sempreché rispettoso degli strumenti urbanistici, che lo avrebbero potuto vietare anche in ragione del mantenimento di caratteri storici, paesaggistici, testimoniali). Tuttavia, a rigor di interpretazione, per le demolizioni riguardanti beni immobili assoggettati alle leggi n° 1497/1939 e n° 1089/1939 occorreva sempre la concessione edilizia. All’indomani della emanazione del D. Lgs. n° 378/2001, trasfuso nel Testo Unico dell’Edilizia approvato con D.P.R. n° 380/2001, l’art. 7 della Legge n° 94/1982 è stato espressamente abrogato ad opera dell’art. 136, comma 1 con effetto dal 30/6/2003. Se analizziamo bene il Testo Unico dell’Edilizia, non troviamo espressamente né la de-

Le ruspe buttano giù un pezzo di storia cerignolana

finizione dell’intervento di demolizione, né il tipo di titolo abilitativo necessario, né ritroviamo l’intervento tra l’edilizia più o meno libera. Sappiamo che l’art. 3 del Testo Unico ha definito gli interventi edilizi. Recentemente la Corte Costituzionale (con la nota sentenza n. 309/2011) ha stabilito che le disposizioni ivi contenute costituiscono un principio fondamentale finalizzato ad assicurare uniformità di tutela del paesaggio in tutto il territorio della Repubblica ed in ragione di ciò costituiscono un limite inviolabile per la funzione legislativa delle regioni; anche perché a tali definizioni è strettamente connesso il regime dei titoli abilitativi (quale potestà legislativa esclusiva dello Stato nella materia del governo del territorio). Ebbene, le demolizioni che non rientrano – come modalità esecutiva – nella ristrutturazione edilizia

sono a tutti gli effetti “nuove costruzioni” in quanto comportano la trasformazione edilizia e urbanistica del territorio. Per effetto della demolizione, ad esempio di un edificio, abbiamo una trasformazione fisica del territorio, in quanto porta alla nuova costruzione di un’area libera; effetto che potrebbe non essere voluto dalla P.A. e quindi non contemplato negli strumenti urbanistici. Una trasformazione urbanistica del territorio, in quanto porta ad una diminuzione del carico urbanistico. Per ultimo, ma non come importanza, si fa notare come l’impresa proprietaria dell’immobile, la Cadinvest srl, sta tentando da ormai circa venti anni di costruire un nuovo palazzo al posto dell’ex Albergo Moderno. Con nessuna amministrazione precedente ci è mai riuscita. Adesso sembra essere vicina a farlo. Enzo Pece


14

Cinema

venerdì 20 gennaio 2012

LA CHIAVE DI SARA - Storia drammatica che tocca i sentimenti

Film scomodo e appassionante di Michele Falcone Tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana De Rosnay La chiave di Sara, e diretto da Gilles Paquet-Brenner, UV - Seduzione fatale”, del 2007, e l’horror thriller “Walled in”, del 2009, il francese firma con leggerezza e pathos una storia drammatica che tocca i sentimenti. Siamo nel luglio 1942, quando la polizia

francese fa irruzione in casa Starzynski con l’obiettivo di condurre l’intera famiglia all’interno del Velodromo d’Inverno, dove tredicimila ebrei francesi vennero ammassati in condizioni disumane, prima di essere mandati nei campi di concentramento nazisti. L’argomento di questo tremendo misfatto compiuto dagli stessi francesi verso i propri connazionali

la scheda dei film - la chiave di sara REGIA: Gilles Paquet-Brenner SCENEGGIATURA: Serge Joncour, Gilles Paquet-Brenner ATTORI: Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot FOTOGRAFIA: Pascal Ridao PRODUZIONE: Hugo Productions, Studio 37, TF1, France 2 Cinéma PAESE: Francia 2010 GENERE: Drammatico

era stato già affrontato dalla regista Roselyne Bosch, nel film “Vento di primavera”, con risultati poco soddisfacenti, Gilles Paquet-Brenner invece, sullo stesso fatto storico offre diversi spunti di riflessioni che si alternano tra il carattere storico della vicenda, e lo fa con grande passione tanto da realizzare un storia intrigante e avvincente, dai connotati gialli. Il film poggia su di una struttura narrativa ben articolata e solida, la storia ci catapulta nel magma dell’ orrore dell’olocausto, nella sofferenza e nelle difficoltà degli esseri umani di fronte ad una immane tragedia. Un film coraggioso che denuncia gli orrori commessi dai francesi verso i propri connazionali, che mandarono al macello migliaia di ebrei francesi, causa collaborazionismo con i nazisti delle allora forze dell’ordi-

Space Cinema Casamassima (Ba) Benvenuti al Nord h 15:10 - 16:45 - 20:00 - 22:00 J. Edgar

h 16:00 - 18:50 - 21:45

Non avere paura del buio h 15:25 - 17:45 - 20:00 - 22:15

Norba Conversano (Ba) Immaturi - Il viaggio h 19:30 - 21:30 La talpa La locandina del film, in programmazione all’Armenise di Bari

ne francesi, e che solo nel 1995 il presidente francese Jaques Chirac chiese scusa pubblicamente,in occasione della commemorazione del Velodrome d’hiver. Interpretato splendidamente da kristine Scott-Thomas (L’amante Inglese) perfettamente calata nel suo ruolo di giornalista/mamma, esprime passione e compassione nel ruolo di donna alla ricerca della verità. La chiave di Sara é un film umano, trasparente,

appassionante, dove i bambini trasmettono terrore e tenerezza semplicemente guardandoli negli occhi. Qualcuno ad uscita sala ha esclamato che é un film che fa male, sicuramente é un film che fa soffrire, ma se il cinema riesce a raccontare piú verità che i libri di storia hanno negato, allora lunga vita al cinema e lunga vita a coloro che hanno il coraggio e la passione di saperle raccontare con trasparenza.

Succhiami

h 21:30 h 19:45

Città del Cinema Foggia Finalmente maggiorenni h 16:00 - 18:05 - 20:10 - 22:15 L’industriale h 16:10 - 18:10 - 20:10 - 22:10 Sherlock Holmes: Gioco di ombre h 20:30 - 23:00


Spettacoli e Cultura

venerdì 20 gennaio 2012

15

SPETTACOLO - Troppo spesso si ripetono gli stessi brani e arriverà il giorno in cui qualcuno non li ascolterà più

Un viaggio nella musica “forte” Un check-up della musica d’alto lignaggio insieme al maestro Giuseppe Monopoli di Anna Chiapparino

21 gennaio - h. 21:00

Hell in the Cave Ancora un appuntamento a gennaio per Hell in the Cave - versi danzanti nell’aere fosco, che replicherà sabato 21 gennaio 2012 alle ore 21 (botteghino ore 20 - apertura cancelli e inizio spettacolo ore 21 - biglietto intero 15 euro, biglietto ridotto 12 euro) nella caverna della Grave delle Grotte di Castellana (Ba).

22 gennaio - h. 18:30

“Alice” in teatro a Manfredonia “Alice” è il quarto appuntamento di “Domenica a Teatro - la scena dei ragazzi”, nel teatro comunale di Manfredonia. Uno spettacolo di Francesco Niccolini, con Alessandra Crocco, Giovanni De Monte, Carlo Durante, Silvia Ricciardelli. 22 gennaio - h. 17:30

A Bari June mond’a la lune La compagnia teatrale Amici del Sipario torna in scena con l’opera in vernacolo barese June mond’a la lune di Emanuele Battista. Lo spettacolo, una fiaba in atto unico, racconta in chiave di rivisitazione la Bari degli anni 5060. Lo spettacolo è al Teatro di Cagno (Corso Alcide De Gasperi 320) Sabato 21 ore 20,00 e Domenica 22 ore 17,30, per poi spostarsi al Granteatrino “Casa di Pulcinella” c/o Stadio della Vittoria a partire dal 28 gennaio fino al 1 aprile. Infotel 335.7826236 – 080.5024444.

I settori, grazie ai quali l’Italia è conosciuta in tutto il mondo sono l’arte e la cultura. Una realtà che esportiamo in tutto il mondo, eppure, questo tipo di musica, definita “forte”, è costretta in una nicchia destinata a pochi eletti. E cosi, trascinata nella casualità e nell’oblio, vittima della trascuratezza, la musica d’alto spessore, rischia di estinguersi. Si, perché la musica classica e lirica vivono sotto l’egida della perenne e incessante mancanza d’invettiva: si ripetono sempre gli stessi brani e, arriverà il giorno in cui qualcuno non li ascolterà più. Effettuare un check up della musica italiana d’alto lignaggio, risiede nella voglia di trovare un appi-

glio per uscire da questo stato di “letargo culturale” in cui il nostro Paese è afflitto da troppo tempo. E non è cosa trascurabile se si pensa che, proprio in questo periodo di crisi economica e di valori etici, salvare l’asse portante della penisola italica, che ancora oggi si regge sui fasti del passato remoto, potrebbe far ripartire un nuovo miracolo economico. Procediamo, dunque al check up con un esperto del settore: Giuseppe Monopoli, Direttore d’Orchestra, Compositore e Violinista. Guest Conductor Cairo Opera House. Direttore Artistico Festival Operistico del Mediterraneo. La prima domanda riguarda la sua esperienza in campo musicale. “In Italia la situazione riguardo l’ambito della

composizione musicale è terribile, perché s’impiega tre o anche quattro mesi per scrivere un pezzo poi lo si esegue una tantum, per cui il percorso della composizione è frustante. Inoltre, tutti gli enti preposti alla diffusione della musica (principalmente enti lirici e i.c.o) non sono obbligati a promuovere costantemente le “nuove musiche”, non ci sono adeguati aiuti dello Stato, questo crea il deserto a chi voglia intraprendere la carriera di compositore”. E quindi oggi cosa accade? “Il dramma della musica oggi è che siamo costretti ad eseguire opere del passato. Ci dovrebbe essere una legge dello Stato che obblighi gli enti lirici ad esempio, ad eseguire quatto opere l’anno

Giuseppe Monopoli durante una sua performance a Mosca

commissionate a compositori viventi e a finanziare progetti per la promozioni di giovani compositori, attraverso vitalizi, borse di studio..”. Musica come forma d’arte e di cultura. Che ne pensa? “L’arte deve migliorare le persone, sviluppare un senso critico. La musica commerciale e pop hanno una mera funzione di

castellana grotte

bitonto - teatro traetta

Al via la stagione del Teatro Socrate

Dieci giorni dedicati a William Shakespeare

Parte stasera la stagione teatrale del Teatro Socrate di Castellana Grotte. Sotto la direzione artistica di Dario Maretti il cartellone della stagione teatrale 2012 prevede sei spettacoli che andranno in scena fino al 10 aprile. Stasera andrà in scena “Beato a chi ti Puglia” con Savino Zaba e la Beato Band. Un intreccio di racconti tratti dall’omonimo libro e canzoni della tradizione popolare pugliese. Dal Gargano al Salento, brani tradotti in una chiave musicale insolita e coinvolgente, un po’ swing, un po’ reggae, un po’ jazz. Il 3 febbraio Simone Cristicchi presenterà il suo nuovo spettacolo “Li Romani in Russia”, regia di Alessandro Benvenuti. Un monologo dal forte impatto emotivo che racconta la guerra attraverso la voce di chi l’ha vissuta in prima persona. Cristicchi, per la prima volta da solo sul palco, interpreta questa epopea dall’inizio alla fine attraverso i suoi momenti salienti, dove sullo sfondo del dramma e della tragedia della ritirata di Russia trovano

È partita la seconda stagione teatrale al teatro Traetta di Bitonto con l’iniziativa ‘www.Shakespeare’, curata dalla residenza ‘ConFineCorpo’. ‘ResExtensa’ e ‘Fatti d’Arte’, in collaborazione con la Sovrintendenza Archivistica per la Puglia, con Atelier Casa d’Arte – Bari e con l’Arci “La Locomotiva” – Bitonto. L’iniziativa intende riproporre al pubblico una “diecigiorni” dedicata al grande drammaturgo inglese William Shakespeare presentando un percorso storico-critico-artistico

spazio anche momenti ironici e divertenti. Terzo appuntamento, il 22 febbraio, con “L’insostenibile leggerezza” con Mario Zucca e Marina Thovez. Nico Maretti, il 9 marzo, presenterà “Senza nulla a pretendere”. Un esperimento di teatro canzone per compiere un viaggio virtuale dagli anni ‘60 ad oggi all’interno del quale Maretti, confortato in scena dai suoi validissimi compagni di viaggio, ripercorre vizi e virtù del nostro Paese. Il 23 marzo sul palco del Socrate andrà in scena “Una volta nella vita” con Marco Cavallaro, Andrea Polli, Lenni Lippi, Ignazio Raso e Alfonzo Liguori. Una delle commedie più originali degli ultimi anni ambientata in un obitorio. Gran finale, il 10 aprile, con “Facce ride show” con Manlio Dovì. Gag, parodie e tantissime risate in tipico stile avanspettacolo impreziosite dalle imitazioni di Dovì che, negli anni, lo hanno battezzato come uno tra i migliori comici e trasformisti vocali italiani. Isabella Battista

sulle opere più famose del “Bardo”, facendo coesistere in uno stesso luogo più forme d’arte, passando dal teatro alla danza, dalla musica all’arte figurativa, tutte sotto il nome di Shakespeare. Il ricco programma, è iniziato venerdì scorso con la conferenza stampa, una mostra con l’esposizione delle locandine dedicate a Shakespeare e al Teatro T. Traetta e lo spettacolo “Otello”, di Onirica Poetica Teatrale con V. Latorre, G. Altomare, F. La macchia, S.

intrattenimento, ma per l’arte il discorso è diverso. Purtroppo viviamo in tempi in cui il livello culturale è molto basso. Lo stesso vale per la classe politica italiana, che ha perso di vista il fine educativo dell’arte cosa che invece potevamo ritrovare nella classe politica fino a prima dell’unità d’Italia..”. [1 - continua]

Pignataro, M. L. Mauro. La rassegna è proseguita durante la settimana con lo spettacolo Teatro Nudo, svoltosi martedì 17, mentre stasera al Bar Ghibli alle ore 20 si terrà “Rinascimento POP-Aperitivo con Shakespeare” a cura dell’Arci ‘La Locomotiva’, con letture tratte da opere del Bardo e sonorità rinascimentali. La “diecigiorni” si concluderà domani alle ore 21.00 e domenica alle ore 18.00 con“Sogno di una Notte di Mezza Estate” , spettacolo teatrale dei Fatti d’Arte con P. Meola, N. Napoli, R. Cassano, F. Modugno, G. Napoli, M. Capriglione, M. Tullo, E. Noviello, L. Tangorra.

bari - al teatro kismet

Oggi la Brunori Sas in “Fuori Tempo” Questa sera alle ore 21.30, dopo i live di Radiodervish e Peppe Voltarelli, sale sul palco del Teatro Kismet OperA la BRUNORI SAS per la terza edizione di “Fuori tempo”. Brunori S.A.S. è Dario Brunori. Brunori sviluppa un percorso musicale solistico, riallacciandosi alla pura e semplice canzone all’italiana Il suo lavoro conferma la grande capacità descrittiva di Brunori che nei suoi testi riesce a dosare sapientemente ironia, sofferenza, speranza, disperazione e rabbia, il tutto condito da una poetica e da un pizzico di sarcasmo che ine-

vitabilmente ci riportano alla mente cantanti come Rino Gaetano, Ivan Graziani, Piero Ciampi eGino Santercole. Oggi partirà anche il contest fotografico “DeclinAzioni”, organizzato dall’associazione culturale MagentArt: il contest terminerà il 7 aprile 2012 e le opere dei partecipanti saranno esposte nel foyer del Teatro Kismet Opera per tutto il corso della rassegna Fuori Tempo. Brunori SAS si sposta domani sera alle Officine Cantelamo di Lecce. i.b.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.