ThieneMese n 915

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Copertina

Ambrogio Dalla Rovere Imprenditore e benefattore che ha a cuore la sua città

Da decenni in prima linea per sostenere le emergenze sociali in città, ha donato la casa di famiglia per fane uno spazio dedicato agli adolescenti in difficoltà. E lancia un appello a chi, come lui, ha molto: “Noi imprenditori, ma anche i commercianti e tutti coloro che hanno fatto impresa, abbiamo avuto benefici dal nostro territorio e dal nostro Paese e dobbiamo ricambiare”.

n un periodo storico caratterizzato da pochi soldi nella disponibilità degli enti pubblici e nelle tasche dei cittadini meno abbienti, la figura del mecenate fa la differenza per le amministrazioni comunali e garantisce servizi ai privati là dove il pubblico non arriva. A Thiene è di recente inaugurazione Casa Dalla Rovere, comunità educativo-riabilitativa per adolescenti in difficoltà psichica, con annesso spazio socio-culturale a servizio di tutti. Ideatore e finanziatore del progetto è l’industriale e filantropo Ambrogio Dalla Rovere, da decenni in prima linea per sostenere le emergenze sociali in città. Schivo e non presenzialista, dotato di una sensibilità rara, ha donato la casa di famiglia mettendola a disposizione della comunità e richiamato i più “fortunati” a restituire al territorio almeno una piccola parte di quello che il territorio stesso ha dato loro.

Nato a Thiene nel 1940, Ambrogio Dalla Rovere dice di sé: “Non sono nato imprenditore”.

Ci parli di lei…

Mio padre era commerciante, io ho studiato ragioneria. Erano di moda i pullover di lana e mio padre ne aveva acquistata una partita di 50 pezzi dal maggior rivenditore della zona. Al primo lavaggio si ritiravano ed il rivenditore non li ha ritirati. Mia sorella ha preso contatti con due magliaie e da lì, per una serie di coincidenze, nel 1962 abbiamo creato il Maglificio Palladio. A fine anni ‘80 ero presidente nazionale dei maglifici, in concorrenza proprio con il riven-

ditore di quei 50 maglioni. La ruota del destino ha messo a posto le cose, se non fosse stato per lui io non sarei stato lì. La sua vita di industriale è collegata a doppio filo al territorio. Ha viaggiato e tessuto contatti con il mondo intero, ma non si è mai spostato da qui.

Io sono molto legato alla mia terra, che mi ha dato e continua a darmi moltissimo. Mi piace pagare le tasse nel mio Paese e contribuire ai servizi che il pubblico deve garantire ai più sfortunati. Noi imprenditori, ma anche i commercianti e tutti coloro che hanno fatto impresa, abbiamo avuto benefici dal nostro territorio e dal nostro Paese e dobbiamo ricambiare. Molti considerano il dare lavoro alla gente del posto una risposta sufficiente a tutto ciò che hanno ricevuto, ma non è così. Molti industriali della zona dovrebbero fare un passo in più e trasformarsi in imprenditori.

Ci spiega la differenza tra industriale e imprenditore?

Un industriale tiene sempre lo sguardo all’interno della sua fabbrica. Magari è un bravissimo industriale, ma non riesce a vedere nulla al di fuori della mura della sua azienda. L’imprenditore ha un valore aggiunto, perché oltre al saper guardare in casa sua e gestire ciò che ha, sceglie di vedere anche al di fuori, getta lo sguardo sul sociale, sulle scuole, sulle necessità e i bisogni della comunità.

Lei da anni sostiene il Comune di Thiene nel comparto sociale. Perché ha scelto di donare la casa di famiglia per creare Casa Dalla Rovere?

Cerimonia d’inaugurazione
Dalla Rovere

Perché mi sono accorto che la sanità non arriva dappertutto e c’è assoluto bisogno di attenzione verso i problemi dei giovani. Ho capito che un imprenditore poteva fare qualcosa per loro anni fa, grazie a Don Mariano Ronconi, allora presidente del CE.I.S (Centro Vicentino di Solidarietà), che si occupava del reinserimento sociale del tossicodipendenti. Mi ha chiesto di assumerne qualcuno in azienda e vedere che gli altri dipendenti li accettavano mi ha emozionato e insegnato che gli ostacoli si possono superare.

Quando ha deciso di fare qualcosa, che poi è diventato molto, per il prossimo?

Mia sorella Anna Maria è stata la prima in famiglia a muoversi per gli altri e mi ha stimolato. Lei è stata il fulcro della città di Thiene a livello di solidarietà. Ho cercato di dare aiuti dove ce n’era bisogno, ma sono molto sensibile e cerci di rimanere lontano dai posti dove ci sono persone che soffrono. Cerco di fare qualcosa però.

Quello che lei definisce piccole cose, in realtà per molti fanno la differenza e sono cose grandissime.

Mi piace poter fare qualcosa in vari ambiti. Fatico a vedere di buon occhio chi ha molto e non mette nulla a disposizione del prossimo. Questa è una zona ricca, se tutti quelli che hanno mettessero qualcosa a disposizione si potrebbero fare grandi cose. C’è stato un momento nella sua vita in cui ha pensato ‘devo fare di più’?

Il covid ha segnato un cambio di passo per me. Fino al covid mi interessavo a Thiene, ma in un modo che per me è minimalistico. Il covid è scoppiato quando ero appena tornato dalle vacanze. Ero in riunione e il giorno dopo uno dei presenti mi ha comunicato di essere positivo e di avere sintomi importanti e che sarei dovuto stare in isolamento. Sono stato in casa oltre un mese e sono entrato un po’ in depressione. Ho cominciato a tirare le somme e allargato il mio orizzonte per poter essere più vicino a chi ne ha bisogno.

Qual è stato per lei l’episodio più doloroso che ha dovuto affrontare?

La morte dei miei genitori (si commuove). Mentre mi organizzavo per l’inau -

gurazione di casa Dalla Rovere pensavo a loro, alla nostra casa, alla nostra famiglia. Prendevo appunti su di loro e mi sono reso conto, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto siamo sempre stati legatissimi come famiglia. È molto bello. Casa Dalla Rovere, che ha visto noi fratelli tutti d’accordo, è dedicata al ricordo di mamma Margherita e papà Francesco. I nostri genitori ci hanno insegnato e segnalato la strada da percorrere. Mio padre era spesso fuori per lavoro ma in casa era molto presente e amava stare in mezzo ai giovani. A mamma Margherita, che era molto intelligente e bellissima, bastava uno sguardo per farsi capire. Nella mia vita ho avuto tantissime soddisfazioni, ma quelle legate alla famiglia sono le più belle di tutte.

Una su tutte?

Diventare nonno ed essere prossimo a diventarlo ancora, in assoluto la felicità più grande. La famiglia per me è la più grande delle soddisfazioni.

Cos’è Casa Dalla Rovere

Casa Dalla Rovere è una struttura realizzata da Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità della Vita, ospita due importanti progettualità che sono coordinate dalla cooperativa sociale Radicà. È Comunità Educativa Riabilitativa per minorenni e adolescenti che vivono un periodo di vulnerabilità psichica a carattere residenziale. È uno spazio accogliente e di cura che accompagna a riprendere in mano i compiti evolutivi propri dell’età e interagisce con le risorse e i servizi del territorio, per costruire percorsi che rispondano ai bisogni dei ragazzi e a quelli delle loro famiglie al fine di promuovere la riunificazione familiare. All’interno è presente uno spazio dedicato ad attività educative, sociali, culturali aperte ai giovani, alle famiglie, alle scuole e ai cittadini, con l’intento di rispondere ai bisogni emergenti e di valorizzare le opportunità e le energie del territorio. Casa Dalla Rovere lavora in rete con le Scuole, i Comuni, L’Ufficio di Ambito Territoriale Sociale e l’Ulss. ◆

Ambrogio Dalla Rovere, un filantropo moderno.

Le parole del Cardinale Pietro Parolin

Quello che caratterizza Ambrogio Dalla Rovere è l’approccio moderno nei confronti della società e delle sue esigenze. Flessibile e veloce a comprendere le esigenze del territorio, collabora con le istituzioni locali per risolvere tempestivamente problemi ai quali il settore pubblico, per lungaggini burocratiche o carenze economiche, non riesce a dare risposta. All’inaugurazione di Casa Dalla Rovere sarebbe dovuto essere presente anche Pietro Parolin, Cardinale e Segretario di Stato di Papa Francesco, che in quei giorni non ha potuto allontanarsi da Roma a causa dello stato di salute del Pontefice. In una lettera ha sottolineato: “Il gesto filantropico della famiglia Dalla Rovere e gli sforzi della Fondazione di Comunità Vicentina per la

Qualità della Vita e della Cooperativa Radicà rappresentano uno strumento di integrazione e serenità per i ragazzi fragili e le loro famiglie, diventando un punto di aggregazione per il territorio. Ho visto i cinque pilastri sui quali si basa la C.E.R., sui quali c’è la partecipazione della famiglia e per questo riporto, per quei genitori e per gli operatori della comunità, le parole pronunciate da Papa Francesco nel 2017: “L’adolescenza è un tempo prezioso nella vita dei figli. Un tempo difficile, sì. Un tempo di cambiamenti e di instabilità. Una fase che presenta grandi rischi, ma è un tempo di crescita per tutti”. Immagino – ha concluso Parolin – che questo sia lo spirito con cui affrontare questa nuova avventura”.

Casa Dalla Rovere
L’interno della struttura

Attualità

Il Cammino delle Apparizioni tra santuari e natura

Il sentiero parte da Monte Berico e arriva alla Madonna di Montagnaga di Baselga Pinè, toccando anche il convento di Thiene dove nel 2018 fu posata la stele dedicata a Santa Maria dell’Olmo. Ora un nuovo cippo commemorativo, realizzato sempre su progetto dall’architetto zuglianese Nazzareno Leonardi, è stato inaugurato a Vicenza all’esterno del santuario.

ell’anno giubilare mariano e della rinascita a Vicenza, fuori dal Santuario di Monte Berico lungo il Cammino delle Apparizioni, è stata inaugurata una nuova stele di marmo rosso, che raffigura la Madonna a Monte Berico. Realizzata dallo scultore Romeo Marinello su progetto dell’architetto Nazzareno Leonardi, rappresenta l’ultimo punto di collegamen-

to del Cammino dedicato alle apparizioni della Vergine, che dal Santuario della Madonna di Pinè, in cinque tappe, ora arriva fino a Lonigo, collegando le province di Vicenza e Trento.

La rinascita del Cammino

Il Cammino è stato riportato alla luce nel 2018 per volontà dell’allora sindaco di Valdastico Claudio Guglielmi, appassionato di trekking e pellegrinaggi. Fu proprio tornando da un pellegrinaggio dedicato a San Francesco d’Assisi che, pensando sia alla valorizzazione del percorso storico sia alla possibilità di dare slancio aa una porzione di territorio arroccata tra le montagne venete, che Guglielmi decise di restituire alla storia l’antico Cammino delle Apparizioni. Un cammino già noto tra gli antichi fedeli ma poco conosciuto nell’epoca odierna e che, tappa dopo tappa, stele dopo stele, ha ripreso forma ed è pronto ad accogliere viandanti, pellegrini e anche semplici turisti.

Il percorso nasce come cammino di fede e riflessione, con l’intento di ripercorrere spiritualmente i luoghi dove i fedeli hanno sperimentato la presenza della Madonna, attraverso apparizioni o miracoli.

Il Cammino delle Apparizioni mira a scoprire i principali luoghi di fede e devozione del territorio e comprende, oltre ad

una parte della zona della Pedemontana Vicentina, l’alta Valsugana, Vicenza e Lonigo. Il Cammino parte da Pinè e scende verso Vicenza passando per Pergine Valsugana, Caldonazzo, Lavarone, Lastebasse, il Santuario di Brancafora a Pedemonte, San Piero in Valdastico, Pedescala, il Monastero della Resurrezione a Cogollo del Cengio, Santa Maria dell’Olmo a Thiene, Monte Berico e Lonigo. Cinque i Santuari mariani lungo il tragitto.

Un percorso di circa 150km che permette di unire i luoghi che, nei secoli scorsi, hanno subito apparizioni mariane e che oggi sono annualmente visitati da numerosi pellegrini.

Claudio Gugliemi, è anche presidente dell’Associazione Passo dopo Passo, che oltre ad avere ideato la riapertura del Cammino, nel giorno dell’inaugurazione della stele a Monte Berico, sabato 29 marzo scorso, ha organizzato una camminata dal Santuario di Thiene fino a Monte Berico per celebrare l’occasione.

“I cammini, o pellegrinaggi, sono un’occasione per conoscere sé stessi, per pensare, per riflettere – spiega Guglielmi – Ma sono anche occasione per conoscere il prossimo e diversi territori, per sentirsi parte di tradizioni ed immergersi nella natura”.

Per stimolare la voglia di partecipare, l’associazione Cammino Passo dopo Passo rilascia la credenziale ai pellegrini interessati a compiere Il Cammino delle Apparizioni. La credenziale è un documento ufficiale che conferisce lo status di pellegrino lungo il percorso e offre il diritto di usufruire dell’ospitalità nei conventi o nei monasteri, nonché di ottenere migliori condizioni presso tutte le strutture convenzionate.

La stele di S.M. dell’Olmo

La scopertura della stele

Per la scopertura della stele, che si è tenuta a Vicenza alle 12 di sabato 29 marzo, un gruppo di pellegrini è partito da Thiene accompagnato dall’associazione Passo dopo Passo, mentre un altro gruppo è partito da Arcugnano. A presentare l’iniziativa c’erano il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, la vicesindaca Isabella Sala, l’assessore ai grandi eventi Leone Zilio, il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, l’onorevole Erik Pretto, il presidente dell’associazione Cammino Passo dopo Passo Claudio Guglielmi e l’architetto Nazzareno Leonardi e numerosi sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali del territorio.

«Ritengo sia stata una grande intuizione unire i cammini legati dalla devozione e dalla fede da Pinè a Lonigo passando per Vicenza, operazione che ha reso necessario un grande lavoro di coinvolgimento di diverse realtà. Il turismo lento costituito dai cammini è un modo efficace per visitare, vivere e scoprire un territorio», sono le parole del sindaco Giacomo Possamai.

«L’associazione Cammino Passo dopo Passo è nata con l’obiettivo di unire i santuari mariani, iniziativa che è stata accolta con favore dalle amministrazioni coinvolte»,

ha spiegato il presidente Claudio Guglielmi. «Il Cammino che abbiamo tracciato è un percorso storico che abbiamo voluto riproporre. Nei punti d’arrivo dei vari cammini collochiamo una stele, elemento di marmo monolitico con un altorilievo che riproduce l’immagine della Madonna con l’iconografia che caratterizza il luogo di devozione. Sabato sveleremo una stele con la Madonna di Monte Berico realizzata in pietra di Vicenza di Romeo Marinello», ha spiegato l’architetto Nazzareno Leonardi.

Attualità

Il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha sottolineato «il valore del centenario che l’anno prossimo dovrà essere celebrato con trasporto e passione, considerando che la Madonna di Monte Berico è venerata in tutto il mondo. Il Cammino delle apparizioni può promuovere in modo moderno e slow un territorio e per questo vi cui abbiamo dedicato anche una legge regionale in modo che possa rientrare tra i Cammini del Veneto». ◆

I pellegrini thienesi

SAttualità

pesso si dice “mi vengono su i 5 minuti” quasi come frase di avvertimento, annunciando una “scarica” di rabbia o nervosismo che stanno montando. Ma esiste anche l’inverso, quasi quasi una sorta di antidoto, e che adesso s’insegna anche a scuola: regalarsi 5 minuti di benessere autoindotto, per depurarsi da sensazioni o emozioni negative.

La (ri)carica degli oltre mille studenti dell’Itet Ceccato passa per questi 300 secondi di meditazione giornalieri. O meglio dire, di educazione alla meditazione e ai benefici che può dispensare questa pratica nel quotidiano di ciascuno, come sana abitudine che dall’ambito personale abbraccia il sociale.

È l’associazione internazionale “Manos sin Fronteras” a proporla tra gli adolescenti, per un progetto nuovo che è entrato nelle famiglie di thienesi e dintorni ma che, in realtà, sotto diverse forme ha toccato già 30 Paesi in 40 anni dal sorgere (in Spagna) di un’idea che continua a diffondersi. Per liberare i pensieri ma sempre con “piedi ben piantati in terra” come si specifica tra i promotori del “5 Minuti, Io Medito”, la versione virtuosa più recente delle tecniche di meditazione che viene proposta ai più giovani, fornendo strumenti utili e testati per affrontare ansie, stress, pressioni quotidiane e perfino situazioni di disagio personale con un metodo consolidato che si basa sulla distensione mentale e sulla respirazione. Favorendo così la ricerca dello stato di benessere psicologico che ovviamente porta beneficio a tutte le età, e perché no tra ragazzi e ragazze che vivono una fase delicata della loro crescita e vita. Dal 2013, anno del lancio, questi “5 Minuti” hanno fatto il giro del mondo. Facendo tappa anche a Thiene a partire da fine novembre 2024.

Alleviare lo stress a scuola attraverso la meditazione

Il progetto “5 Minuti, Io Medito”, partito a novembre all’Itet Ceccato, sta coinvolgendo oltre mille studenti. All’interno dell’istituto è stata allestita una postazione ad hoc, chiamata totem, con cinque paia di cuffie disponibili in simultanea, per favorire la liberazione della mente.

A prendere posto “in cattedra” affiancati ai docenti sono dei volontari che hanno abbracciato questa lodevole iniziativa, accolta tra le aule dell’Aulo Ceccato. Formatori e formatrici come Stefania Rosa, responsabile di zona, e Giulia Gnata. Coinvolti nel progetto sono stati in totale 1040 studenti e studentesse teenagers in totale, dalle classe prime ai maturandi, che per iniziare il percorso hanno compilato un questionario, che poi sarò loro riproposto a fine anno scolastico. Per misurarne gli effetti della pratica dei 5 minuti consigliati. All’interno dell’istituto è stata allestita una postazione ad hoc, chiamata totem, con cinque paia di cuffie disponibili in simultanea, per favorire la liberazione della mente, la dispersione dello stress e la depurazione dai pensieri negativi. Ricercando e ritrovando ad esempio calma o concentrazione, e più a fondo, qualsiasi sensazione che possa fare far stare bene con se stessi. Un sforzo, si fa per dire, di appena cinque minuti al giorno che si inaugura con la tecnica dei tre respiri e poi... provare per credere! Chiudere gli occhi, ascoltare musica soft, poi, di certo aiuta. Anche per abbattere gli stati di agitazione in situazioni che capitano ogni giorno: per affrontare una verifica o un’interrogazione, e c’è chi parla anche degli esami di guida.

In termini più specifici, si parla qui di tecniche di stimolazione neurale. Portata a scuola attraverso un metodo consolidato che si traduce appunto della proposta “5 Minuti, Io Medito”, basandosi su strumenti semplici ed efficaci per ricercare, o meglio ancora ritrovare o rigenerare, quel benessere fisico ed emotivo che costituisce linfa di vita e antidoto alla tensione che si accumula. “Il Ceccato non è nuovo a questa tipologia di attività – ha dichiarato in un’intervista radiofonica Rosalia Urso, dirigente scolastica dell’istituto -. Perché si inserisce in quello che è uno dei nostro obiettivi formativi, ovvero promuovere lo sviluppo emotivo come complemento indispensabile allo sviluppo cognitivo. È stato dimostrato che il benessere emotivo influenza moltissimo i modi e i tempi di apprendimento, in pratica ne è una premessa. Il benessere psicologico è la premessa per poter apprendere. E io sono da anni una fautrice di queste metodologie”. Un invito che non riguarda solo gli alunni, ma pure gli insegnanti che seguono gli stessi studenti in questi percorsi. “Anche i nostri docenti –afferma con convinzione la dirigente - praticano corsi di yoga e meditazione a scuola con i finanziamenti del Pnrr, perché sono loro i primi che devono crederci, superando ogni resistenza”.◆

Volontarie nazionali del progetto

Attualità

l tempo libero diventa accessibile grazie al progetto “4 amici al bar”, promosso dall’associazione Oltre il confine della disabilità, impegnata nella realizzazione di una rete di volontari che accompagnerà gruppi di amici disabili al bar o al ristorante per permettere loro di svagarsi nel modo più normale possibile.

Un progetto nuovo che rientra in una serie di servizi e iniziative fornite all’associazione, nata nel 2010 a Thiene per volontà di famigliari di persone disabili e con la collaborazione di numerosi volontari.

“L’associazione ‘Oltre il confine della disabilità’ si occupa di aiuto e sostegno a famiglie con famigliari disabili – spiega il presidente Vasco Carollo, imprenditore 60enne che conosce in prima persona il mondo della disabilità – Siamo un gruppo di auto e mutuo aiuto, che ha lo scopo di prendersi cura dei nostri ragazzi e di essere di supporto per le loro famiglie”.

Il progetto ‘4 amici al bar’ viene dal cuore. “Non è ancora attivo ma sta per prendere forma e ci teniamo moltissimo – sottolinea Vasco Carollo – Organizzeremo piccoli gruppi, non più numerosi di cinque, che escono insieme come escono tutti gli amici. Naturalmente ci saranno dei volontari a monitorare i ragazzi. Quel che conta è che ogni disabile deve vivere questo momento nel modo più simile possibile a come lo vivrebbe una persona normodotata. Deve cioè scegliere e pagarsi le

Con il progetto “4 amici al bar” lo svago diventa accessibile

Il tempo libero diventa accessibile grazie all’iniziativa promossa dall’associazione thienese “Oltre il confine della disabilità”, impegnata nella realizzazione di una rete di volontari che accompagnerà gruppi di amici disabili al bar o al ristorante per permettere loro di svagarsi nel modo più normale possibile.

proprie consumazioni ed essere responsabile del suo atteggiamento I disabili sono persone e devono poter fare una vita il più normale possibile. Andare al bar o pagarci la pizza sono cose che nella normalità diamo per scontate, ma per i disabili non è assolutamente così perché vivono sempre in un ambiente protetto, la famiglia, il lavoro speciale, il centro diurno. Il progetto ‘4 amici al bar’ mira a portarli fuori dal guscio, ad esporli alla vita vera per quanto, ovviamente, con tutte le cautele e i limiti del caso”.

L’associazione Oltre il confine della disabilità si avvale anche del supporto di specialisti, che servono in particolare da supporto per le famiglie e forniscono aiuto psicologico.

“Cerchiamo di dare ai nostri ragazzi le più svariate occasioni per vivere in autonomia, per staccarsi dal nucleo e sentirsi liberi –continua Carollo – Con l’associazione organizziamo gite e uscite per stare insieme ma anche per fare stare fuori i ragazzi senza la presenza del genitore, per renderli meno dipendenti dalla famiglia. Sono cose piccole per una persona che non ha limiti, ma per un disabile uscire dal suo guscio ed interfacciarsi con il mondo e le sue difficoltà è un salto enorme. Non abbiamo intenzione di fermarci alle uscite al bar, il prossimo step sarà il teatro. Nel frattempo facciamo molto sport e attività all’aria aperta, come giri in bicicletta”.

A Thiene intanto è pronta al lancio re.d, Rete Disabilità Thiene, la piattaforma pro -

gettata per facilitare l’accesso ai servizi dedicati alle persone con disabilità o fragilità. Il progetto si pone l’obiettivo di creare una rete estesa e interconnessa di risorse sul territorio, mettendo in contatto utenti, caregiver e operatori con enti, associazioni, servizi e iniziative pubbliche o private di supporto alla disabilità.

Chi vive con una persona fragile o disabile ha spesso la sensazione di essere da solo, di dover fronteggiare in solitaria il mare delle innumerevoli sfide quotidiane. re.d nasce proprio per rispondere a questa esigenza, offrendo uno strumento pratico che favorisca l’inclusione e l’interazione tra persone e realtà che operano nel settore della disabilità.

“Nel territorio ci sono moltissime associazioni, e grazie a re.d potrebbero conoscersi e collaborare, rendendosi allo stesso tempo più forti e potrebbero fare di più – continua Vasco Carollo – Ci sono anche associazioni che sono molto simili, se collaborassero penso potrebbero fare di più, bisogna evitare la dispersione in questo ambito. Nel settore della sanità pubblica ci sono alcune carenze, ma non possiamo lamentarci troppo perché rispetto ad altri paesi le cose vanno meglio e qui da noi incide negativamente la carenza di operatori. Ci sono cose che vanno molto bene e delle quali si parla poco. Il privato però fa la differenza – conclude – Quando gli imprenditori realizzano qualcosa nel mondo della disabilità hanno una marcia in più rispetto al semplice ‘parcheggio’ per disabili”. ◆

Vasco Carollo

Attualità

UOmar Dal Maso

na delegazione in partenza da Thiene, guidata dal sindaco Giampi Michelusi, è prossima a intraprendere un viaggio verso l’Estremo Oriente. Una promessa da mantenere, visto il rapporto speciale che lega la città al Giappone e in particolare all’analoga Tokorozawa sorto con le celebrazioni per il Centenario del raid Roma-Tokyo. L’impresa compiuta dall’aviatore Arturo Ferrarin nel 1920. In... Comune, oltre alla lettera iniziale, una storia legata ai velivoli: la comunità nipponica è considerata la “culla” dell’aviazione nella terra del Sol Levante, sin dai primi del ‘900, dove fu edificato il primo aeroporto dello Stato asiatico. E proprio da queste parti il “thienese volante” più conosciuto al mondo ha posato i piedi e indossato gli abiti della tradizionale locale, dopo aver lasciato a riposo le ali del velivolo Ansaldo Sva 9 al termine della trasvolata di 18 mila km, partita da Centocelle e con 109 ore effettive “in cielo”. Era il mese di maggio di ormai 105 anni fa: con la data del 31 di quel mese trascritta negli annali dell’aviazione internazionale.

La visita ufficiale è stata inserita in calendario idealmente grazie a quell’evento storico e ad Arturo Ferrarin, dunque, mentre sul piano pratico è volta a ricambiare la visita ricevuta nell’estate 2022 da parte di Masato Fujimoto, sindaco ora non più in carica. Tokorozawa sorge nella prefettu-

Il Comune vola in Giappone nel ricordo di Ferrarin

Nel mese di maggio si terrà il viaggio ufficiale di una delegazione della città per rinsaldare il patto di amicizia firmato nell’estate del 2022 in occasione del Centenario del raid Roma-Tokyo.Tra le tappe dell’inedito viaggio in Asia spicca la visita a Hiroshima.

ra di Saitama a circa 30 km dalla capitale Tokyo. Qui dove vivono circa 340 mila abitanti.

Una stretta di mano che si replicherà allora per rinsaldare l’amicizia già suggellata nel luglio di quasi tre anni fa, quando l’ospitalità alla rappresentanza giunta dal Giappone fu offerta da Thiene, con i rispettivi sindaci a firmare un “patto di amicizia”.

La “squadra” composta da amministratori locali e alcuni accompagnatori sarà impegnata in vari incontri e visite. È composta da Michelusi, dalle due assessore Marina Maino, in qualità di referente per i gemellaggi, e Ludovica Sartore, delegata per la cultura, e dal consigliere Carlo Gecchelin. A fare da trait-d’union tra le due comunità in relazione tra loro sarà Satoshi Dobara, coordinatore ai tempi del Centenario. Con loro voleranno il presidente dell’Hangar Museum, Giorgio Bonato, e Giovanni Scalco. Posti in aereo prenotati per domenica 18 maggio, con durata della “missione” di una settimana esatta, densa di appuntamenti. Una volta raggiunta la città di Tokorozawa, il cui nome è familiare all’Italia per aver ospitato in varie strutture sportive parte degli atleti azzurri alle Olimpiadi del 2021, inizierà il tour.

Tra le tappe più significative l’incontro col nuovo sindaco locale, Katsutoshi Onozuka, che farà gli onori di casa. Poi le visite guidate al Muse, al centro civico-culturale e allo Yot-Toko, padiglione del turismo. Poi sarà la volta dell’International Aviation

College, il museo commemorativo dell’aviazione, il Sakura Town Museo, la fabbrica di Tè Wadaen, la casa Kurosuke e il lago di Sayama.

Tra le tappe dell’inedito viaggio in Asia spicca la visita a Hiroshima, la città-simbolo annientata dalla bomba atomica sganciata il 6 agosto del 1945. Un legame altrettanto speciale, per via di varie iniziative attuate che si possono solo brevemente riassumere: dall’adesione all’associazione Mayors for Peace (dal 2014) all’invio dei disegni degli alluni di vari istituti al concorso d’arte e di pace nell’ultimo triennio. Da ricordare l’iniziativa dal pollice verde e dal significato profondo legata al progetto dei semi di ginko biloba provenienti dalla città bombardata, che ora crescono nei giardini delle scuole thienesi e nel parco cittadino dedicato ad Anna Frank.

Per i tanti interessati o curiosi che non potranno far parte della spedizione, un pizzico di Sol Levante si potrà “respirare” a due passi da casa propria, grazie alle “Settimane Giapponesi”, dal 17 al 30 maggio. A libero accesso l’esposizione di disegni e oggetti in mostra a palazzo Cornaggia nella sede della biblioteca, fino al 25. Domenica in cui, in occasione della Festa dei Popoli a Villa Fabris, saranno allestiti laboratori (gratuiti, previa iscrizione) di origami, di ikebana (composizioni floreali) e di lingua giapponese. Infine, quattro serate di approfondimento dal 26 al 30 maggio saranno curate da studenti e docenti del liceo Corradini di Thiene. ◆

Visita del 2022 del sindaco di Tokorozawa
Ferrarin in Giappone

Un triplice sogno si è già avverato per le “gemelle” del Dream Five C5, grazie al tris di target centrato e al percorso di crescita che continua e si rigenera grazie all’impegno promozionale a scuola. Si avvia verso la fine della stagione il vivaio del calcio a 5 che raccoglie in “quote rosa” le giovanissime appassionate della versione indoor del pallone, il futsal.

Una sessantina le iscritte, le più piccole della classe 2017, fino alle senior della Under 19 che compete nel nazionale. Da unico team di puro settore giovanile in Italia a farsi strada (e largo) in mezzo a società di serie A e B. Rubando spesso loro la scena, visto la qualità del quintetto che in tre anni è in “tour” per il Belpaese, da Aosta a Bisceglie, passando per Firenze, Ancona, Milano etc. Partite da giocare che rappresentano anche dei viaggi in compagnia da ricordare, un po’ come le gite scolastiche. Se si guarda ai risultati si sta vivendo un’annata da incorniciare grazie all’accoppiata di primi posti del team Under 15 (9 vittorie e un ko nel torneo) e delle “gemelle” dell’Under 17, campionesse in carica da tre anni di fila (6 vittorie e due pareggi nel torneo) nonostante il ricambio di effettive per ragioni di età. Di recente, poi, la ciliegina apposta dalle più esperte teenagers ai playoff tricolori grazie al 2° posto nel girone Veneto-Toscana-Marche, ad un solo punto dalle detentrici dell’Audace. Ora, a maggio, si spiccherà il volo per sognare ancora: destinazione Sardegna per affrontare il Cagliari con target la Final Four scudetto, così come nel 2022.

Dream Five da sogno sul campo e in classe

La società di calcio a 5, che conta una sessantina di iscritte, sta raccogliendo successi su tutto il territorio nazionale. Le “sorelle maggiori” si qualificano per i playoff scudetto, quelle “medie” e “minori” vincono i rispettivi campionati. Ma la vittoria vera è a scuola.

Gran finale in corso d’opera, con già incamerate soddisfazioni e quegli stimoli che fanno da “reload” da spendere per il futuro, al di là dei numeri e dei trofei in palio da inseguire. La linfa energetica, infatti, proviene da uno sport che non smette di far innamorare cicli di atlete che vestono le divise dai colori neroverdi. E che si allenano e giocano nei poli di Sarcedo e Passo di Riva. “Le vittorie più significative siamo convinti che arrivino più da famiglie lontane decine di km che si rivolgono a noi o ancora dalle richieste dei docenti di educazione fisica – spiega Mirco Seganfreddo, storico dirigente –. Da qui nasce la nostra avventura iniziata nel 2013, partendo dalla base, dedicandoci al vivaio al 100% e portando spesso ad allenare ex calcettiste talmente affezionate al Dream Five che tornano a dare un mano per “restituire”, se si può così dire, quanto era stato dato loro da bambine o adolescenti”.

C’è chi parte dall’Ovest Vicentino, chi dalla sponda opposta della provincia, ma è dal bacino che racchiude Thiene, Breganze,

Sandrigo e Dueville che si contano tante futsalplayer in erba. Calcettiste calamitate dalla voglia di “dominare” una palla, scoprendo il fascino della versione a 5 nei palasport, dove la tecnica e la rapidità di movimento e di pensiero spiccano rispetto a quanto si vede nei prati verdi. Con un curioso fattore “gemellanza”, termine coniato a Dueville e tutto da spiegare. Non a caso, il logo della squadra raffigura due bambine identiche con due palloni sotto i piedi. “Il senso di questa idea che ci accompagna dalle origini consiste nel far comprendere che tra compagne di squadra bisogna ambire a diventare come sorelle, anzi, di più. Ecco perché le gemelle come simbolo”. Nel finale di stagione è tempo di playoff, le fasi conclusive che assegnano i trofei in diverse categorie. Quale allora il più ambito? “I tornei conclusi in testa sono un riconoscimento della continuità, contano di più rispetto a finali dove si premia invece la forma del singolo giorno. I successi che ci stanno a cuore si legano all’allestimento di una squadra per la fascia di età Under 13 e il sì alle chiamate di varie scuole per promuovere il movimento del futsal, che ne ha davvero estremo bisogno. Le finali –conclude “Mircone” – sono foriere di forti emozioni, certo, ma vanno viste più come bancho di prova per crescere ancora sul piano emotivo e del carattere”. Tutto questo, magari, per prepararsi ai palcoscenici di serie A e B, così come per alcune “gemelle maggiori”, è già accaduto. ◆

Cultura

Una storia di una bambina che diventa donna, che attraversa la storia di un secolo sanguinoso e controverso, il ‘900. Con l’Altovicentino come sfondo e cornice insieme, che si fa “catapulta” di salto (per chi legge) a ritroso nel tempo, scavallando le guerre planetarie e gli anni galoppanti del boom economico in Italia. Con Caterina, la protagonista del libero della scrittrice vicentina esordiente Mara Carollo, –è cresciuta a Centrale di Zugliano, studi superiori al liceo Corradini di Thiene –che intreccia la sua di storia con quella che il mondo conosce. Anzi, non conosce mai abbastanza, per quanto almeno oggi si apprende dai libri di scuola e dai media moderni.

L’autrice Mara Carollo pubblica il suo primo romanzo

L’autrice 46enne, cresciuta a Centrale di Zugliano, dopo 3 anni di meticoloso lavoro, ha dato alle stampe il libro “Promettimi che non moriremo”, edito da Rizzoli, che sta riscuotendo successo nelle prime presentazioni nelle librerie.

Basta sfogliare anche solo le prime del 622 pagine di “Promettimi che non moriremo”, edito da Rizzoli (18 euro per l’acquisto) per rendersene conto. E per cominciare a vedere con gli occhi di Caterina, per poi coinvolgere idealmente tutti gli altri sensi e “sentire” come lei nella corsa, non contro, ma “con” il tempo. Tra aspirazioni a cui tendere e compromessi da accettare, amori imperituri e scherzi del destino. Muovendo i primi passi in contrada, microcosmo che non tutti conoscono tra i “millennials”, tra le montagne “nostrane” prealpine, mentre l’autrice smuove le prime emozioni nel lettore di pagina in pagina. Questo è quanto basta per introdurre l’opera prima di Mara Carollo, oltre alla garanzia data dalla casa editrice che distri-

Una città tappezzata di poesie

Sono ancora ben visibili in città i poster poetici realizzati dall’artista bassanese Francesca Bottari, ed esposti sui tabelloni pubblicitari in vari angoli di Thiene. La mostra a cielo aperto rientra in un più ampio programma di iniziative di sensibilizzazione.

L’iniziativa è stata fortemente voluta dal Comune di Thiene - assessorati alle pari opportunità e alle politiche culturali – in occasione della Giornata internazionale della donna.

«La poesia – commenta Francesca Bottari - è stata dimenticata, per troppo tempo confinata in ambienti di pochi addetti e in contesti accademici. La mia missione è quella di riconsegnarla alla gente, perché le persone sono loro stesse poesia. Il poeta è il custode della parola e ha il compito di riconsegnare ogni giorno l’immenso potere della parola all’umanità perché l’essere umano è in grado di pensare sulla base delle parole che possiede. Sta a noi scegliere come riempire le nostre vite, i pensieri che

facciamo, lo spazio in cui viviamo... Io ho scelto di riempirlo con le poesie che scrivo e che sento possano entrare nella frequenza di chi, in un determinato luogo, le legge. Non mi interessa se dopo alcuni giorni verranno strappate: l’energia creativa dei versi una volta distrutta rimarrà nell’aria. L’inquinamento non è solo una questione di tubo di scappamento. E’ tanto importante destinare un luogo fisso all’arte quanto portarla fra la gente, per le strade»

Ad arricchire la proposta del Comune, anche una vetrina curata dallo Sportello Donna, un reading a più voci, un ciclo di incontri di poesie e un’esposizione di quadri a palazzo Cornaggia, ognuno abbinato a un libro d’autore, creando un intreccio arti -

buisce il volume frutto di oltre tre anni di lavoro, per un debutto che sa già di predestinazione: meticoloso per la parte storica, di profonda ricognizione di sentimenti e lotta interiore con l’effetto coinvolgente riconosciuto da chi ha chiuso l’ultima di copertina dopo aver vissuto, idealmente, con e insieme Caterina, la sua vita. Mentre quella della scrittrice 46enne si è arricchita d’improvviso di serate di incontro e presentazione di “Promettimi che non moriremo”, da Padova a Montebelluna, da Mestre a Treviso, e poi ancora Pederobba e via dicendo, ma anche Vicenza fino a toccare Thiene, Dueville e Schio un po’ più vicini e non solo idealmente, a quei luoghi “di casa” che si respirano nel romanzo. ◆ [O.D.M.]

stico apprezzato dai visitatori. Un poker di iniziative speciali che ha riscosso consensi in biblioteca, nella sede di Palazzo Cornaggia, attirando, sensibilizzando, informando e anche gradevolmente sorprendo tanti utenti e cittadini. ◆ [O.D.M.]

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