GIACOMO QUARENGHI E SAN PIETROBURGO

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PROVINCIA DI BERGAMO

GIACOMO QUARENGHI E SAN PIETROBURGO

A CURA DI PIERVALERIANO ANGELINI

PUBBLICAZIONE REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE OSSERVATORIO QUARENGHI

BERGAMO

2003


CopyrightŠ 2003 Provincia di Bergamo

Per i testi:

Osservatorio Quarenghi, Bergamo Per le immagini: Biblioteca Civica A. Mai, Bergamo Fotocolor:

Claudio Bruni, Bergamo

I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

In copertina: G. Quarenghi: La cerimonia della "consacrazione delle acque"

sulla Neva gelata di fronte al Palazzo d'Inverno, particolare

A pagina due: A.Vighi, J. Saunders: Ritratto di Giacomo Quarenghi, incisione


SOMMARIO

Valerio Bettoni e Tecla Rondi, Giulio Orazio Bravi, Gianni Mezzanotte Presentazione

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Piervaleriano Angelini Introduzione

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Maria Chiara Pesenti Pietroburgo tra miti russi ed europei

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Vanni Zanella Giacomo Quarenghi. Lettere da Pietroburgo

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Barbara Bocci Cronobiografia di Giacomo Quarenghi

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Disegni di Giacomo Quarenghi dalla raccolta della Biblioteca Civica A. Mai di Bergamo

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Le principali opere di Quarenghi nel centro di San Pietroburgo

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Paolo Mazzariol Regesto dei lavori di Quarenghi per la cittĂ di San Pietroburgo e le tenute imperiali dei dintorni

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Bibliografia

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PRESENTAZIONE

In occasione del 300° anniversario di fondazione di San Pietroburgo, città nata dal sogno e dalla volontà dello zar Pietro il Grande, la Provincia di Bergamo ha voluto contribuire, anche con questa pubblicazione curata da Piervaleriana Angelini, alla conoscenza della figura e dell'opera dell'architetto bergamasco Giacomo Quarenghi, che lavorò per ben 28 anni alla corte degli zar Caterina II, Paolo I ed Alessandro I. Oltre ad accompagnare la mostra di disegni realizzata dall'Osservatorio Quarenghi e dalla Biblioteca Civica "A. Mai" con il patrocinio della Provincia di Bergamo, questo volumetto intende promuovere presso un pubblico sempre più giovane l'attenzione al grande architetto bergamasco, la cui vita fu legata a tre città: Bergamo dove giovanissimo iniziò gli studi artistici; Roma dove, andato a studiare pittura, s'innamorò dell'architettura ed infine San Pietroburgo, la splendida città che abbellì di numerosi palazzi pubblici e privati, che ancora oggi testimoniano della sua straordinaria capacità di innovazione e progettazione architettonica. La Provincia di Bergamo, che già nel 1967 e nel 1994 aveva promosso due prestigiose mostre celebrative, anche in questa occasione non ha mancato di proporsi come protagonista di una serie di eventi dedicati a Giacomo Quarenghi: convegni, mostre ed iniziative editoriali, tra cui questa pubblicazione appunto, che troverà ampia distribuzione nelle scuole, nelle parrocchie, nei comuni e nelle biblioteche dell'intera provincia. VALERIO BETTONI

TECLARONDI

Presidente della Provincia di Bergamo

Assessore provinciale alla Cultura

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Nel 1789, Giacomo Quarenghi, architetto ormai affermato presso la corte di Caterina II, inviava in omaggio alla Biblioteca Pubblica di Bergamo una copia del suo progetto del Teatro dell'Ermitage, stampato dall'Accademia delle Scienze e dedicato all'Imperatrice di tutte le Russie. Era un gesto che palesava l'amore del figlio per la patria lontana. Era anche espressione della raggiunta maturità dell'artista, conscio di aver progettato cosa degna di ben figurare e per sempre fra le testimonianze librarie della sua città. La Biblioteca Civica di Bergamo, destinataria del dono, muoveva allora i primi passi. Ubicata in una stanza del Palazzo Nuovo, aperta poche ore alla settimana, custodiva gelosamente il lascito del cardinale bergamasco dimorante in Roma, Alessandro Furietti, che annoverava le primizie della cultura letteraria e storica del Settecento, e dal cui arrivo a Bergamo nel 1768 la Biblioteca aveva preso avvio come da limpida sorgente. Il graditissimo omaggio giunto da San Pietroburgo era una delle prime acque che confluivano in un già spumeggiante torrente, che sarebbe divenuto, scendendo nel tempo e beneficiando di molti altri corsi, uno dei più bei fiumi d'Italia. Quarenghi amava i libri e le biblioteche. "È una gran passione per me, ed il solo sollievo che ho nelle mie occupazioni, quello dei libri", scriveva a Giuseppe Beltramelli, l'amico bergamasco incaricato di soddisfare la sua fame spedendo in Russia ogni sorta di opere belle pubblicate in Italia. Collezionare e leggere libri era per Quarenghi non solo un'esigenza interiore della sua ricca personalità, ma anche un'istanza del suo modo di intendere e fare architettura. Nella prefazione alla stampa del progetto del Teatro dell'Ennitage, dava importanza al vaglio e allo studio della bibliografia come momento propedeutico alla attività di progettazione. In vista dell'esecuzione · dell'onorevole commissione imperiale, scriveva di aver raccolto parecchio materiale bibliografico sui teatri antichi e moderni, materiale che un giorno si riprometteva di ordinare per la redazione di un saggio compiuto. Col dotarsi di una biblioteca l'architetto bergamasco, in sintonia con i migliori principi metodologici del secolo dei Lumi, veniva dunque a disporre delle fonti librarie necessarie alla conoscenza storica e critica degli oggetti della sua quotidiana attività artistica e intellettuale. Come poi Quarenghi immaginasse la struttura di una bella e grande biblioteca niente ce lo illustra meglio del disegno che egli fece per una libreria. 8


Costruita su due ordini di scaffalature, di cui quella superiore fomita di ballatoio con balaustra a colonnette, dalle linee semplici, regolari, funzionali (quale radicale innovazione rispetto alle scaffalature mosse e lussureggianti del rococò!), la libreria per Quarenghi doveva consentire il libero e facile accesso del lettore agli scaffali, sui quali i libri erano distribuiti secondo l' ordine delle materie. Giacomo Quarenghi morì a San Pietroburgo nel 1817. Alla morte moltissimi disegni si trovavano nel suo studio. Il figlio Giulio Quarenghi donò alcuni dei disegni allo zar. Ma il nucleo più consistente lo portò in Italia. Nel 1870 il Comune di Bergamo, con lodevole lungimiranza, acquistò dal figlio gran parte dei disegni e li depositò nella Biblioteca Civica, che nel frattempo si era notevolmente ingrandita ed aveva trovato degna collocazione, dal 1845, nel prestigioso Palazzo della Ragione. Arricchitosi poi di nuove aggiunte, il fondo di disegni quarenghiani della Biblioteca di Bergamo è oggi il più ricco al mondo. Come non compiacersi di una vicenda di storia bibliotecaria tanto suggestiva ed esemplare? I disegni sono custoditi, apprezzati e studiati nella Biblioteca cui l'artista aveva pensato al momento della raggiunta celebrità. Oggi, un gruppo di studiosi e ricercatori dà vita nella stessa Biblioteca a un centro di studi denominato "Osservatorio Quarenghi", che opera, con la collaborazione delle istituzioni scientifiche russe, per la divulgazione della conoscenza dell'attività del grande architetto. Dobbiamo all'impegno di questo sodalizio, alla competenza del dr. Piervaleriano Angelini, al sostegno dell'Amministrazione Provinciale di Bergamo l'apparizione di questa pubblicazione, nuova bella testimonianza della già lunga tradizione di studi quarenghiani. A tutti, la più viva gratitudine della Civica Biblioteca di Bergamo. GIULIO ORAZIO BRAVI

Direttore della Civica Biblioteca "Angelo Mai" Sul dono alla Biblioteca Pubblica di Bergamo: Giacomo Quarenghi, Architetto n Pietroburgo. Lettere e nitri scritti, a cura di Vanni Zanella, Venezia, Albrizzi Editore, 1988, lettera di Quarenghi a Pierantonio Serassi, 22 luglio 1789, p. 196. Sulla passione di Quarenghi per la lettura: lui, lettera di Quarenghi a Giuseppe Beltramelli, 23 febbraio 1789, p. 193. Sulla biblioteca personale di Quarenghi: Piervaleriano Angelini, Giacomo Q11nre11ghi bibliofilo, "Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca Angelo Mai", n. 3, luglio-settembre 1992, pp. 107-205; il catalogo edito dall' Angelini annovera diverse opere sull'architettura dei teatri. Sulla "grande e continua lettura" di Quarenghi praticata sin dagli anni "romani": Giacomo Quarenghi, Architetto n Pietroburgo, cit. , lettera a Luigi Marchesi, 1 marzo 1785, p. 71. Sull'acquisizione del fondo di disegni quarenghiani da parte della Bibliotèca Civica: Piervaleriano Angelini, Spigolature quarenghinne, "Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca Angelo Mai", n. 3, lugliosettembre 1995, pp. 43-68. 9


Una serie di architetture straordinarie per qualità rappresentativa e per numero, costruite in San Pietroburgo e nelle tenute imperiali, coinvolgono Giacomo Quarenghi, loro ideatore, fra i protagonisti della storia di quella capitale. Molte tra le sue opere caratterizzano luoghi importanti della città sette e ottocentesca, hanno ospitato fatti fondamentali o tradizionali della sua vita o ne formano il fondale permanente. Perciò nel centenario della fondazione di San Pietroburgo il contributo dell'architetto bergamasco è ricordato con particolare attenzione nelle tante manifestazioni che si tengono in ogni paese. La città di Bergamo ha titoli per ricordarlo in modo speciale, non soltanto per averlo avuto tra i suoi figli, ma anche per la cospicua raccolta di disegni di architetture e di vedute acquisite e conservate dai suoi Istituti pubblici, dalla Biblioteca Civica A. Mai e dall'Accademia Carrara. L'Osservatorio Quarenghi - l'associazione bergamasca che coltiva da un decennio attenti studi e cura di trasmettere e divulgare le sue memorie - con la Provincia di Bergamo ha promosso la pubblicazione di questi scritti prodotti da suoi membri, e grazie al Comune di Bergamo l'esposizione presso la Biblioteca Civica A. Mai di architetture e vedute pietroburghesi disegnate dallo stesso architetto bergamasco. Pubblicazione e mostra sono curate con la consueta competenza e dedizione da Piervaleriano Angelini, affiancato da Paolo Mazzariol, che assicurano la qualità e l'efficacia del risultato. GIANNI MEZZANOTTE Presidente dell'Osservatorio Quarenghi

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INTRODUZIONE Piervaleriano Angelini

È un legame indissolubile quello che unisce San Pietroburgo e Giacomo Quarenghi. Quando l'architetto italiano giunse in Russia i programmi artistici di Caterina la Grande andavano prendendo sempre maggior rilievo negli indirizzi di governo ed ai prevalenti modi francesi l'imperatrice desiderava affiancare con crescente risalto componenti di matrice italiana che più esplicitamente si collegassero alla riscoperta dell'antichità e del Rinascimento. Nel marzo del 1793 lo scenografo Pietro Gonzaga scriveva all'architetto veneziano Giannantonio Selva: "Pare impossibile che questa Città abbia solo ottant'anni circa, tante, e tali sono le cose che si veggono fatte. Con tutto ciò molto ancora resta a farsi e molti sono li progetti già adottati che si dovranno effettuare un giorno. Belle occasioni certamente per gli architetti che sono stati e per quelli che verranno, e sarebbe desiderabile qualche bel genio che veramente sapesse, e che sapesse far valere quello che sa.[ ... ] Ora però abbiamo il nostro Quarenghi al quale non si può negare molto merito, ed ha qui introdotto il primo quel semplice grande de buoni esemplari d'Italia". Si aprì dunque nella lontana Russia per Quarenghi la possibilità di dispiegare appieno il suo genio creativo, di dare avvio a quella straordinaria carriera che lo rese celebre nel mondo. Quarenghi era nato da una nobile famiglia a Capiatone di Rota Imagna (Bergamo) nel 1744, e dopo gli studi a Bergamo si era trasferito a Roma per studiarvi pittura. Qui scoprì la propria vera vocazione per l'architettura e, folgorato dalla grandezza della lezione di Andrea Palladio, era divenuto un acceso sostenitore in senso antibarocco della maniera del grande architetto vicentino del Rinascimento. Risale al 1779, quando il bergamasco aveva già maturato la propria personalità artistica ma gli scarsi cantieri romani lo costringevano a lavorare principalmente per una clientela estera, in particolare inglese, la svolta che ne avrebbe completamente mutato la carriera professionale: fu invitato da Caterina II a raggiungere Pietroburgo in qualità di architetto di Corte. Partì con un contratto di tre anni, ma lavorò in Russia per quasi un quarantennio, essendo morto nella capitale zarista nel 1817. 11


È sbalorditiva la quantità di progetti e di opere che Quarenghi realizzò in Russia, a Pietroburgo, nelle tenute dei dintorni, a Mosca o nei grandi latifondi dell'impero. Eccone alcune tra le più note: l'Accademia delle Scienze, la Banca di Stato, il Maneggio delle Guardie a cavallo, le Botteghe di Palazzo Anickov, il Teatro dell'Ermitage, l'Istituto Smol'nyj. Nesstm altro architetto fu così prolifico; le commissioni gli giungevano dagli imperatori, dai personaggi più in vista della Corte, da nobili, da mercanti, da ambasciatori stranieri. Concepì e realizzò grandi palazzi, chiese, edifici pubblici ed assistenziali, ospedali, botteghe, teatri, padiglioni per parchi, oltre ad insiemi decorativi per interni ed arredi. In piena sintonia con gli ideali artistici di Caterina, divenne una sorta di arbitro del gusto, e la sua impronta marca ancor oggi indelebilmente il panorama urbano e la qualità architettonica di Pietroburgo. Nessun altro architetto, né prima di lui Bartolomeo Rastrelli, né dopo di lui Carlo Rossi, per fare solo due nomi dei grandi talenti italiani che lavorarono nella capitale voluta da Pietro I, concepirono un numero così vasto di opere e progetti per Pietroburgo e per le tenute imperiali dei dintorni, ed è chiaro dunque come il legame di Quarenghi con quella città sia totalizzante. Ben poté scrivere Caterina II al barone Grimm a Parigi: "Quarenghi qui non perde tempo. Lavora come un cavallo. [ ... ] Ci sta facendo delle cose stupende: tutta la città è già piena delle sue opere". Ma se la personalità artistica di Quarenghi è indissolubilmente unita, come si è detto, a quella città, è anche vero che l'identità di Pietroburgo è legata all'opera dell'architetto: i suoi edifici più noti marcano molte delle piazze e delle vie principali, costituiscono - come nel caso dell'Accademia delle Scienze - dei veri e propri landmarks, o danno forma ad insiemi urbani centrali- come nel caso della Banca di Stato. E il timbro stesso della città nel suo insieme, la sua sobria eleganza, la sua altera rappresentatività, sono non in piccola parte discendenti dalla sua maniera attraverso l'influsso esercitato su altri architetti, da quel non ben definibile insieme di elementi e rapporti, insomma da quell'inconfondibile suo stile. Fatto non scontato questo di un'impronta così marcatamente individuale, anzi ben raro, essendo una città per propria natura un prodotto collettivo, frutto dello stratificarsi e dell'intersecarsi di infinite e variate componenti e interventi; evento stupefacente per una capitale così straordinaria nella quale più generazioni si sono succedute con grande dovizia di mezzi a dar corpo ai sogni ed alle ambizioni impe12


riali. E d'altra parte non è casuale che, nel quadro delle celebrazioni per il terzo centenario della città, sia stata allestita in Russia, prima al Museo dell'Ermitage di Pietroburgo e poi al Museo Puskin di Mosca, proprio una mostra di suoi disegni provenienti dalle raccolte comunali di Bergamo e Milano (L'accordo del gusto. Disegni di Giacomo Qua-

renghi da raccolte pubbliche italiane). Quanto sin qui detto può ben indicare come la ricorrenza del terzo centenario della fondazione di San Pietroburgo, che cade quest'anno, abbia sollecitato nell'Associazione "Osservatorio Quarenghi" il desiderio di riportare a più vasta attenzione la vita e l'opera del grande architetto bergamasco, celebrando insieme la ricorrenza della città e la memoria di uno dei suoi maggiori artefici. Così è sorta l'idea d'una mostra dedicata anch'essa a Giacomo Quarenghi e San Pietroburgo, allestita nell'atrio della Biblioteca Civica A. Mai di Bergamo ove è conservata la più grande raccolta al mondo di disegni di Quarenghi, e del presente volume al quale hanno offerto il loro apporto proprio alcuni membri dell'Associazione. Giacomo Quarenghi è un architetto assai studiato, anzi certamente è, tra i maestri d'origine italiana che parteciparono alla straordinaria stagione del neoclassicismo in Russia, quello sul quale si sono concentrate sino ad oggi le maggiori attenzioni. Dunque più che un nuovo approfondimento scientifico, che affrontasse le caratteristiche peculiari delle sue architetture e della magistrale vena grafica quarenghiana, è sembrato utile approntare un'agile pubblicazione che si prestasse a diffonderne la conoscenza presso un pubblico allargato, che portasse con rigore di informazione ma con semplicità di comunicazione i principali aspetti della vita e dell'opera di Quarenghi al di fuori di una cerchia, più o meno ristretta, di specialisti, e riunisse in una veduta d'insieme notizie sulla città e sull'architetto. Da qui la struttura del volume, che nell'intervento di M.C. Pesenti ha una precisa ed esauriente disamina delle caratteristiche culturali pietroburghesi, così peculiarmente connotate da una miscela di istanze europee e internazionali e di aspetti propriamente russi, e nella selezione di brani epistolari curata da V Zanella trova freschi squarci che introducono nella vita e nell'ambiente storico, geografico e umano in cui Quarenghi operò. L'attenta cronobiografia di B. Bocci ricostruisce utilmente le tappe della vita dell'architetto, mentre P. Mazzariol si è incaricato di radunare, ed è la prima volta che un simile lavoro viene realizzato, tutti gli interventi concepiti da Quarenghi per la città di San Pietroburgo e per le tenute imperiali dei dintorni, siano esse state eseguite o solamente progettate. 13


Le immagini che illustrano la sezione centrale del volume, tratte dalla straordinaria raccolta di disegni di Quarenghi della Biblioteca Civica A. Mai di Bergamo, offrono una campionatura degli interventi architettonici pietroburghesi da lui ideati, insieme a disegni di veduta dedicati alla città ed ai dintorni. Emerge con precisione da questi dise0ui la

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così accattivante e seducente, di portare sulla carta un progetto rendendolo non un arido elaborato tecnico ma già quasi architettura vivente e dialogante con il paesaggio e i futuri abitanti. E ciò non stupisce in lui che, prima di abbracciare l'architettura, si era dedicato per anni allo studio della pittura, e che per tutta la vita continuò a disegnare per diletto proprio e degli amici incantevoli vedute e fantasie di paesaggio impregnate di chiare reminiscenze italiane intrise di nostalgia per la dolce atmosfera della patria lontana. Ma per Quarenghi, la cui mente ragionava attraverso il disegno, il mezzo grafico non era solamente il modo per esprimere le proprie idee architettoniche, o la propria vena artistica; era anche lo strumento attraverso il quale penetrare contesti culturali distanti, o riflettere sulle opere dei colleghi architetti. In questa luce possiamo interpretare le vedute qui presentate delle chiese di San Sansone e del Principe Vladimira Pietroburgo, oppure della Galleria Ionica di Charles Cameron a Carskoe Selo. Nel concludere desidero riportare alcuni passi della già citata lettera di Gonzaga, che credo esprimano un omaggio bello e sincero al prodigio di San Pietroburgo ed alla tenace, perseverante creatività dei pietroburghesi: "Riguardo il clima e la costituzione naturale del Paese la differenza è molto notabile veramente, ma l'industria vi ha tanto bene supplito che niente manca per soddisfare al bisogno, al comodo, al lusso, ed alla delicatezza di chi è avvezzo nelle più felici regioni. Il fiume è ancora gelato, e la campagna coperta di neve, ma abbiamo insalatine, fiori e frutti da prima ad ora come se fossimo a Napoli. Costano è vero, ma ci sono ed in abbondanza. I Russi però conoscono, e confessano le obbligazioni che devono alle Arti, ed hanno ad esse eretto piuttosto un Tempio che un'Accademia. Per grazia di questo culto Lei vedrebbe una sterile fredda palude una pozzanghera trasformata prodigiosamente in un soggiorno comodo e delizioso".

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PIETROBURGO TRA MITI RUSSI ED EUROPEI Maria Chiara Pesenti

I contatti di Pietro I con l'Occidente crearono una situazione culturale del tutto nuova in Russia e la costruzione di una città, posta sul golfo di Finlandia come "finestra sull'Europa", per citare le parole di Francesco Algarotti (Viaggi di Russia, 1739), ed edificata a celebrare la conquista del tanto ambito sbocco al mare per il grande Impero russo, traccia, secondo qualche autore, un limite netto tra il Medio Evo russo e i Tempi Nuovi petrini. Pietroburgo, nuova capitale di una nuova Russia, fu fondata, come vuole la tradizione, il 27 maggio 1703, il 16 maggio secondo il calendario giuliano, in uso nella Russia del tempo. Le celebrazioni del Trecentenario di fondazione della città pongono l'accento sul fascino di un'architettura fortemente improntata al barocco e al neo-classicismo di provenienza occidentale, e un primo confronto con altre città russe (Mosca o Vladimil~ ad esempio) pone in risalto la profonda differenza, percepibile già a un primo sguardo, tra la città petrina e gli altri centri urbani russi, l'impronta 'europea' dell'una e la 'russicità' degli altri. Lo storico Vasilij Kljucevskij sottolinea che "l'avvicinamento all'Europa era per Pietro soltanto un mezzo per raggiungere un scopo, non lo scopo in sé" (Kljucevskij, 196), per questo lo zar non mirò ad utilizzare centri urbani già esistenti sulle coste baltiche, come Revel (Tallinn) o Riga, posti in una posizione più propizia ai rapporti con l'Occidente ma già, per così dire, 'contaminati' nei contatti con l'Europa (Volkov, 27). Pietro intese operare una rottura con il passato, creando una città russa, simbolo di una nuova possibilità di dialogare con quell'Europa avanzata da cui il monarca si apprestava a trarre tutti gli insegnamenti del caso, per ammodernare il grande paese di cui aveva da poco inziato ad essere guida illuminata. Per questo egli scelse un luogo apparentemente ostile, inospitale, paludoso, ma incontaminato, per renderlo una delle meraviglie 'd'Europa', per farne una nuova Amsterdam, una Venezia del Nord o, come vedremo, una nuova 'città eterna'. Nonostante l'indubitabile appartenenza di San Pietroburgo al gusto artistico occidentale, la città rivendica pienamente la propria appartenenza alla cultura russa, la quale è intessuta di simboli cosicché 15


ogni sua espressione rimanda a un prototipo che pertiene a una realtà 'altra', spirihrnle, ultraterrena. Pietroburgo, nata come 'città di pietra', si contrappone al resto del vasto territorio rnsso edificato perlopiù in legno, in un paese ricco ditale materiale, e non certo di pietra, data la carenza di rilievi montuosi. Per questa città Pietro decretò (nel 1714) la proibizione di utilizzare pietra in Russia, affinché tutto quel materiale di edificazione potesse convergere a Pietroburgo. Più tardi Caterina II (nel 1762) istituì una Commissione per l'Edilizia in pietra di San Pietroburgo e di Mosca. Nel frattempo la materia prima utilizzata giungeva dalla Carelia (il granito), dalla Finlandia e dalle rive e isole del lago Ladoga (Kirikov, 22). Per comprendere la peculiarità di questo grande paese e della sua cultura è necessario rammentarne le origini, che risalgono alla fondazione del primo nucleo della Rus' di Kiev (sec.IX), battezzata nel 988, sviluppatasi sotto l'influenza della cultura bizantina. Nella seconda metà del Quattrocento Mosca assurse a nuovo centro dello stato russo, un Grande principato che sarebbe divenuto la potente Moscovia, riunendo sotto di sé le terre russe, Novgorod compresa. In seguito alla caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi (1453), ritenuta la Seconda Roma dopo la caduta dell'impero romano, nacque in Russia il mito di Mosca - Terza Roma. Pertanto, se a Bisanzio il musulmanesimo aveva sopraffatto l'ortodossia, causando uno sconvolgimento negli equilibri politici e culturali del tempo, la Russia decretava, con la nascita di questo mito cinquecentesco, il trionfo dell'ortodossia sul musulmanesimo. La Moscovia accoglieva l'eredità spirituale di Bisanzio e con essa alcuni segni terreni: l'aquila bicipite sul proprio stemma, alcune consuetudini bizantine nel proprio cerimoniale, mentre Sofia Paleologa, nipote dell'ultimo imperatore di Bisanzio, Costantino XI, andava sposa a Ivan III (1462-1503), suggellando e coniugando il mito di Bisanzio e di Mosca in una nuova, unica discendenza. Nel mito cinquecentesco Mosca diveniva Terza Roma e, per volere di Pietro, Pietroburgo divenne 'nuova Roma' (Uspenskij, 63). Ma è caratteristica peculiare della cultura russa, in particolare settecentesca, che ogni elemento, appreso da un'altra cultura, subisca una 'russificazione', venga modificato per essere assimilato e reso comprensibile in ambito russo, pertanto anche ogni riferimento al mito della Città eterna subì tale rielaborazione. Innanzitutto il nome di Sankt Peterburg, "città di San Pietro", associava la città al Santo patrono dello zar, e insieme la rappresentava come nuova città dell'apostolo Pietro, nuova Roma. Tuttavia il nome 16


poteva essere recepito anche come "città santa di Pietro", ponendo l'accento sul suo fondatore, ancora una volta (Uspenskij, 65). Nella pluralità dei segni che rimandano al mito della nuova Roma, Pietro il grande decretò la costruzione della Fortezza dei santi Pietro e Paolo sull'Isola delle lepri, alla foce della Neva, concepita, in origine, come centro della città che si andava edificando. All'interno della fortezza, oltre alle prigioni, si trova la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, un altro segno carico di significato per la centralità della collocazione topografica originaria che rimanda alla Cattedrale di San Pietro e quindi al centro della Città eterna. La Fortezza sorgeva là dove nella città russa era posto tradizionalmente il Cremlino, nucleo fortificato, usanza già d'epoca kieviana. Il riferimento di San Pietroburgo alla Città eterna appare chiaramente non solo nel nome, ma anche nello stemma della città. Esso presenta (secondo Ju. I. Vilenbach, dr. Uspenskij, 64) e contiene in sé elementi 'trasformati' dello stemma di Roma (o meglio del Vaticano come "simbolo di Roma"): le due àncore incrociate con i bracci all'insù e i ceppi in basso rimandano alle due chiavi incrociate, con gli ingegni posti in alto, propri dello stemma romano. L'àncora, salvezza e fede nella simbologia barocca, diffusa per volere di Pieh·o, rimanda anche alla flotta, voluta da Pietro (nel 1696) nell'ampio progetto di ammodernamento dell'arretrata Russia: nello stemma le due àncore sono poste in luogo delle chiavi dell'apostolo Pietro (Ju. I. Vilenbach), simbolo del potere ricevuto da Cristo, nel momento in cui su di lui fondò, "come su una pietra", la Chiesa (Matteo, 16, 18-19): "in questo modo lo stemma di Pietroburgo semanticamente corrisponde al nome della città come espressione visuale e verbale di un unico concetto" (Uspenskij, 64). La simbologia di cui, come abbiamo affermato, è intrisa la cultura russa, riferisce la collocazione del luogo di fondazione di Pietroburgo al territorio su cui nacque Novgorod, uno dei primi centri abitati della Rus' kieviana, posto sul fiume Volchov, a settentrione del lago Il' men. Questo legarne territoriale è confermato dall'appartenenza di Pietroburgo, al suo nascere, alla regione di Novgorod e Pskov, quasi dieci secoli dopo il primo formarsi di quegli insediamenti urbani. Ciò collega Pietroburgo alle origini dei principati che componevano la Rus' kìeviana, e quindi alle origini dello stato russo. Un altro legarne fra le due città è la devozione a un santo, il principe Aleksandr Nevskij (1220-1263), patrono sia di Novgorod che di Pietroburgo (Uspenskij, 69). Costui vinse gli Svedesi sulla Neva nel 1240 (da cui l'epiteto, Nevskij), e seppe difendere il territorio dall'invasione dell'Orda d'oro 17


grazie alla sua illuminata abilità diplomatica. A lui è intitolata la Lavra posta nella città di Pietroburgo, un monastero, fondato da Pietro il grande nel 1710. Come il santo principe guerriero, anche Pietro il grande vinse gli Svedesi, conquistando il territorio su cui sarebbe sorta la nuova capitale settecentesca. Pietroburgo quindi, città nuova ed eterna, idealmente simbolo di Roma, è posta là dove ebbe origine lo stato russo. Lo studioso Boris Uspenskij suggerisce un altro riferimento a San Pietroburgo, nuova Roma, legato a S. Andrea, apostolo chiamato da Cristo ancor prima del fratello Pietro. Le cronache della Rus' di Kiev (Racconto dei tempi passati, 6) narrano che, secondo la tradizione, S. Andrea visitò il territorio su cui sarebbe sorta Kiev, centro della Rus', ne predisse la fama e la grandezza, pose una croce su una delle colline di quel luogo e si stupì dell'usanza degli abitanti di sottoporsi ai bagni di vapore. Il santo apostolo, narra l'armale, si spinse fino al luogo in cui sarebbe sorta Novgorod, visitando quindi il territorio su cui si sarebbe più tardi formato il primo nucleo dell'impero russo. Per questo egli è considerato una "variante russa" di San Pietro (Uspenskij, 65). A S. Andrea Pietro I intitolò una onorificenza, l'ordine di Sant' Andrea Pervozvannyj [primo chiamato], appena tornò in patria dopo il primo famoso viaggio in Occidente. Nella città di San Pietroburgo dimorano 'anime' diverse, miti russi e modelli occidentali che si coniugano in un luogo pieno di fascino, di riferimenti, di simboli. In essa coesistono la santità del territorio e i riferimenti ai valori cari all'ortodossia, con il travaglio dell'opera di laicizzazione e di occidentalizzazione voluta da Pietro il grande. La città è legata al mito di Mosca - terza Roma, perché creata come città eterna, nuova Roma, che escludeva tuttavia la possibilità della comparsa di una quarta Roma (Uspenskij, 71). Proprio questo fatto concorreva ad affermare e negare questa città-mito che in un dualismo, elaborato da scrittori dell'Ottocento russo, esiste e non esiste, è meravigliosa apparenza e tragica esistenza per il popolo che vi abita. Il mito di Pietroburgo è in effetti legato alla città e alla sua bellezza, ma anche alla tragicità del sacrificio di quanti morirono di fame, di malattia, di sfinimento nel costruirla, su un territorio ostile all'insediamento dell'uomo. Nel Settecento la capitale russa gode di una magnificenza mai vista, è luogo di grandezza, di esaltazione della Russia 'illuminata', in essa trionfa il fasto dei palazzi e delle residenze estive. Nell'Ottocento prende corpo quel senso della tragicità che faceva riferimento alle origini della città e si perpetuava nella devastazione delle inondazioni, rimaste memorabili e celebrate da poeti come Aleksandr 18


S. Puskin in Mednyj vsadnik [Il cavaliere di bronzo]. Il mito letterario della Pietroburgo delle apparenze emerge nei Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol' (1829), celebrazione del carattere illusorio della città, nell'opera di Nikolaj Nekrasov, nei romanzi e racconti di Fedor M. Dostoevskij. E ancora citiamo l'opera novecentesca dei simbolisti Aleksandr Blok, o Andrej Belyj, con il romanzo Peterburg (1916), o le liriche di Anna Achmatova o la Settima sinfonia di Leningrado (1941) di Dmitrij D. Sostakovic. Da Gogol' ai simbolisti la città è descritta nella sua doppiezza e antiteticità, luogo ove tutto è apparenza, inganno, delirio: tutto è 'altro' da ciò che sembra, nel contrasto tra il meraviglioso apparato urbano e architettonico e la realtà del quotidiano, in uno spazio che è meraviglia e disperazione, lusso e povertà, potere e sottomissione, apparenza e inganno, realtà e fantasia . Pietroburgo ha una storia di gloria e oblio, ricchezza e sofferenza. Divenne capitale della Russia per volere di Pietro I nel 1712, per breve tempo perse questo privilegio in favore di Mosca (dal 1728 al 1732) ma rimase tale fino al 1918, quando i bolscevichi trasferirono a Mosca la sede del governo. I cambiamenti cui fu sottoposto il nome della città sono come pietre miliari nella storia della Russia: Sankt Peterburg portò tale nome fino al 1914 quando, alle soglie della Prima guerra mondiale, i mutati rapporti con l'area germanica trovarono riflesso nella trasformazione della radice -burg in quella slava di -grad, per cui il nome divenne Petrograd. Dopo la morte di Lenin, avvenuta nel gennaio del 1924, il Congresso dei Soviet dell'URSS decise che in suo onore Pietrogrado divenisse Leningrad. Nel 1991, a seguito di un referendum, la città ha scelto di ritornare alla denominazione originaria di Sankt Peterburg, segno dei tempi nuovi postsovietici e del desiderio di riportare i nomi dei luoghi geografici e topografici, mutati a celebrazione della rivoluzione, alla forma antica. Le radici e l'essenza della 'russicità' di San Pietroburgo sono, come è ovvio, percepibili nella storia della città che 'vive' nel proprio aspetto i periodi di diversi stili architettonici. Dal barocco settecentesco al lungo e fecondo neo-classicismo, sotto l'egida di Caterina II e di Alessandro I, per i quali la città doveva presentare un "allineamento continuo delle facciate", senza spazi liberi o rientranze tra un edificio e l'altro, mostrando quindi un fronte continuo dalla Neva al Canale della Fontanka. Lo stile impero degli anni 1810-1830 interpretava la grandeur dell'Impero russo vittorioso contro le armate di Napoleone. L'eclettismo ottocentesco ha recuperato e mescolato vari stili, fra i quali lo stile neorusso, con la costruzione della chiesa della Resurrezione a interrompere, con le sue cupole a cipolla, il classicismo del 19


centro della città. Nel Novecento si succedono l'art nouveau dell'inizio secolo con alcune bellissime realizzazioni (come il negozio di G.G. Eliseev sulla prospettiva Nevskij), il movimento retrospettivo, tipicamente pietroburghese, a riprendere il Rinascimento italiano e il palladianesimo, per richiamarsi al secolo d'oro della città. Ma anche il fervore dei costruttivismo di Vladimir E. Tatlin e le tendenze dell' Avanguardia hanno lasciato ampie tracce nella capitale che doveva in seguito portare i segni dello stile staliniano nelle stazioni del metro e nella casa dei Soviet (Kirikov). E tuttavia vera peculiarità di Pietroburgo è la Neva, viale e piazza principale della capitale (Kirikov, 148), posta a scandire il succedersi delle stagioni con le increspature di ghiaccio dell'autunno e gli isolotti flottanti della primavera, ampia strada gelata d'inverno, punto di vista privilegiato per ammirare questa sontuosa capitale del Nord.

Riferimenti bibliografici VASILIJ KLJUCEVSKIJ, Socinenija v devjati tomach, IV, Moskva 1989 BORIS KrRIKOV, Saint Pétersbourg. Guide de l'architecture, Vénise 1997

Racconto dei tempi passati, a cura di I.P. Sbriziolo, Torino 1971 Ju. M. LOTMAN, B.A. USPENSKIJ, Otzvuki koncepcii "Moskva - Tretij Rim" v ideologii Petra Pervogo (K probleme srednevekovoj tradicii v kul'ture barokko ), in B.A. UsPENSKIJ, lzbrannye trudy, I, Moskva 1994, pp. 60-74 SoLOMON VOLKOV, San Pietroburgo, da Puskin a Brodskij, Storia di una capitale culturale, Milano 1999 20


GIACOMO QUARENGHI: LETTERE DA PIETROBURGO Vanni Zanella

Le numerose lettere inviate da Quarenghi a diversi corrispondenti sono state scritte negli anni delle prime esperienze professionali a Roma e poi nel lungo periodo di lavoro in Russia. Esse offrono una grande varietà di informazioni sulle vicende personali, le preferenze artistiche e le opinioni di un architetto che fu testimone attivo di un periodo europeo di grandi trasformazioni tra gli ultimi decenni del XVIII e i primi del XIX secolo. Pur nelle vicende di una carriera eccezionale, egli seppe conservare un intimo legame con la "patria" di origine.

Le prime impressioni sulla nuova città A Pier Antonio Serassi - Roma Non le posso dir molto di questa gran metropoli, mentre non ho ancora veduto molto le posso però dire che la città è grandissima, piena di grandissimi edifici e pubblici e privati, molti dei quali non sono al certo del gusto palladiano ...... non si crederebbe così facilmente che sia potuto arrivar a sì gran segno di magnificenza questa città se non vivessero ancora persone che si ricordano quando Pietro primo fondò la prima casa di legno, e ch'adesso si mostra come meraviglia a forestieri, e questa Imperatrice al certo non manca di renderla vi è più grande; è cosa da stordire le fabbriche cha ha fatte e fa continuamente ... potrà vantarsi con Cesare d'averla trovata di legno e lasciata di pietra. (1 maggio 1780)

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Affinità di gusto tra Caterina II e Quarenghi A Pier Antonio Serassi - Roma .. .fece chieder qualche mio disegno, io gli mandai que pochi che avevo fatti in Roma per mio studio già molt' a1mi e molto gli piacquero e disse in una festa pubblicamente che in Monsieur Quarenghi aveva trovato finalmente un architetto di tutto suo genio ... (1 maggio 1780)

* * * L'architetto sovraccarico di lavoro a Giovanni Volpato - Roma ... oltre gli incommodi cagionatemi dalla mia malattia, la quale dura hittavia, io ho tante e tante faccende, che non ho appena il tempo di mangiare e di dormire (23 giugno 1783)

* * * Pietroburgo è fondata su palafitte Al generale Suvalov - Pietroburgo Le riflessioni da me fatte attorno alla palificazione della Banca, ed il parere di diversi pratici ed intendenti da me sentito sopra di ciò, mi inducono ad asserire che, stante la bontà del terreno, in una tal palificazione si potranno mettere circa 12 pali meno di quelli che si era giudicato di doversi impiantare da principio. (dicembre 1783) 22


Il forte legame tra la zarina e l'architetto A Luigi Marchesi- Bergamo Sarebbe qui il luogo di enumerare i grandi onori e le somme beneficienze che la Maestà di questa veramente adorabile Imperatrice si è compiaciuta di compartirmi fino al presente giorno. Ma comecché questo mi condurrebbe troppo in lungo, stimo meglio di tacermi, e di dirle che io dal canto mio procuro di corrispondere a tanta grazia con tutta l'illibatezza, e con tutto il fervore e attaccamento possibile al di lei servizio. (1 marzo 1785)

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Il fiume Neva periodicamente invade la città A Pier Antonio Serassi - Roma Di qui non le posso mandar altre nuove se non che la settimana passata abbiamo avuto l'inondazione (8 ottobre 1788)

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Sul lavoro di progettazione Al pittore Cartogio - Milano ... Lei sa che vi sono degli architetti, i quali non essendo disegnatori, allorché hanno bisogno di artisti, rimettono a questi il pensiero di fare i disegni. Io poi non sono di questi tali, e sono solito di fare da me medesimo i disegni delle mie cose; oltre che alle volte Sua Maestà si degna di darmi i programmi e di tracciarmi gli schizzi Ella medesima, e vuole che io abbia una piena e libera facoltà di prendere tutti quegli artisti che mi bisognano per eseguirli. (26 ottobre 1790) 23


La ricerca di un "buon villano" A Giuseppe Beltramelli - Bergamo Se le cose non cambiano d'aspetto, ho risoluto di far venire un uomo da Bergamo per servirmi ed aver cura della casa; questo lo desidererei d'una certa età, robusto, e che sapesse fare un poco di cucina alla Casalinga, mentre questi nostri cuochi m'hanno ormai rovinato lo stomaco con tante salse che nulla più. La fedeltà dovrebbe essere la prima qualità, di questo scriverò ancora al Fratello, ora non vorrei che questo mi trovasse ancora un Galante come aveva fatto quando dovetti portarmi a questa Corte, ma deve essere un buon Villano, e se fosse possibile eh' avesse servito qualche Parroco campestre, mentre questi mangiano bene. (7 giugno 1788)

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Dichiarazioni di poetica Ad Antonio Canova - Roma Chiudo col dirvi che i miei studi e le mie osservazioni intorno a ciò che si riferisce alle Belle Arti mi hanno fatto adottare il principio che il buon senso e la ragione non devon esser schiavi di certe regole ed esempi; e che servilmente seguendo le teorie ed i precetti de' grandi maestri senza studiarli nelle loro produzioni, e senza considerare o far attenzione al locale, alle circostanze ed agli usi, non si produrranno che mediocri cose. (25 novembre 1804)

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CRONO BIOGRAFIA Barbara Bocci

1744 Giacomo Quarenghi nasce a Capiatone, frazione di Rota Imagna, nella provincia di Bergamo, il 21 (o il 20) settembre. È il secondo di cinque figli di Giacomo Antonio Quarenghi notaio e di Maria Rota. La famiglia Quarenghi è di antica origine, con edifici di proprietà nella città di Bergamo ove risiede. Sia il padre Giacomo Antonio che il nonno Francesco, notaio ed agrimensore, si erano dedicati alla pittura con qualche assiduità. In particolare di Francesco si ricordano diverse opere in chiese della Valle Imagna. 1750-1760 Giacomo frequenta il Collegio Mariano di Bergamo ricevendo una solida preparazione umanistica; ma si sente più attratto dal disegno e dalla pittura, che studia sotto la guida dei pittori Paolo Bonomini e Giovanni Raggi. 1761-1768 Viene mandato a Roma dal padre per perfezionare la sua formazione artistica. Frequenta per breve tempo lo studio di Anton Raphael Mengs, poi quello di Stefano Pozzi. Conosce il coetaneo Vincenzo Brenna, attraverso il quale si accosta allo studio dell' archi25


tettura. Nel nuovo corso dei suoi studi è presso gli ateliers degli architetti Paolo Posi, Antoine Derizet, Nicola Giansimoni. Si appassiona agli studi musicali. L'incontro con il trattato di Andrea Palladio I quattro libri dell' architettura costituisce per lui, giovane appassionato architetto alla ricerca di uno stabile indirizzo artistico, una vera illuminazione. Inizia lo studio del1' architettura antica e moderna di Roma, ai cui monumenti dedica anche numerosi disegni di veduta. 1769 I padri benedettini di Subiaco gli affidano il rifacimento dell'interno della chiesa di Santa Scolastica. 1771 Il giovane Quarenghi stringe amicizia col compositore Jommelli; pur abbandonando presto la ricerca di corrispondenze tra proporzioni musicali e architettoniche, la passione per la musica lo accompagnerà per tutta la vita. 1771-1774 Partecipa al concorso dell'Accademia di San Luca col progetto per una cattedrale, meritando il secondo premio. Compie un viaggio di formazione per l'Italia studiando attentamente i monumenti d'architettura; in Veneto può osservare direttamente i lavori di Palladio. A Venezia stringe amicizia con gli architetti Tommaso Temanza e Giannantonio Selva. Esegue vari incarichi per l'inglese Lord Arundell conte di Wardour (progetti di una cappella e del relativo altare) e alcune opere minori nella Bergamasca.

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1775 Secondo viaggio attraverso l'Italia settentrionale, con tappa a Venezia. Sosta a Bergamo ove sposa Maria Fortunata Mazzoleni. Per la corte di Svezia esegue il monumento funebre del re Federico IL 1776 Nascita della primogenita Teodolinda. 1779 Il 1° settembre Quarenghi firma il contratto con cui viene ingaggiato "come virtuoso architetto" alla corte di Pietroburgo, per la durata di tre anni. Parte con la moglie, lasciando all' amico Giannatonio Selva l'incarico di completare la Sala da musica in Campidoglio, commissionatagli da Abbondio Rezzonico Senatore di Roma. Il viaggio per la Russia dei coniugi Quarenghi inizia a Venezia, prosegue per Vienna, Potsdam, Berlino, Konigsberg, Mitava, Riga, Derpt, e Narva. 1780 Nei primi giorni di gennaio giunge a San Pietroburgo (la moglie dà alla luce un figlio ormai in prossimità della capitale), ed entra in servizio alla corte imperiale di Caterina II. Prende così avvio la sua straordinaria carriera di architetto in Russia, progettando e costruendo ad un ritmo incalzante tanto nella capitale che nelle tenute imperiali dei dintorni, o a Mosca. Accanto alla frenetica attività pro27


fessionale, già nel primo periodo di permanenza nella nuova terra Quarenghi trova il tempo di coltivare la propria vena di disegnatore eseguendo un consistente nucleo di vedute e capricci di paesaggio. Le prime realizzazioni sono per i dintorni di San Pietroburgo (Peterhof, Pavlovsk e Carskoe Selo). A Mosca interviene nel completamento del Palazzo di Caterina (iniziato nel 1771). 1780-1790 Contatti artistici con gli architetti I.E. Starov, N.A. L'vov, C. Cameron, Ju. M. Fel'ten, I.V. Neelov e altri. 1783 Iniziano gli interventi nella capitale (Accademia delle Scienze, Corpo delle Logge di Raffaello, Borsa, Banca di Stato, Botteghe degli Argentieri, ecc.). Tra le più note realizzazioni di questo periodo è il Teatro dell'Ermitage, ispirato ai teatri romani, interpretati tramite Palladio. 1785 In una lettera autobiografica spedita all'amico bergamasco Luigi Marchesi e divenuta riferimento fondamentale per ogni biografia quarenghiana, elenca una straordinaria quantità di opere progettate e eseguite. 1787 Pubblica Théatre de l'Hermitage de

Sa Majesté l'Impératrice de Toutes les Russies. 28


1790 Nascita del figlio Giulio, futuro architetto. 1791 Pubblica Le nouveau béitiment de la Banque Impériale de Saint-Pétersbourg. 1793 Muore la moglie, al termine della sua quattordicesima gravidanza. 1794 I figli Federico, Giulio, Caterina e Romilda partono per l'Italia accompagnati da persone fidate, data l'impossibilità del padre di lasciare gli impegni professionali. 1796 Muore Caterina IL Sale al trono suo figlio, Paolo I. Il nuovo imperatore, sebbene avverso alle preferenze della madre in ogni campo, continua ad avvalersi dell'opera di Quarenghi. Il principale incarico di questo periodo è quello per la Cappella dei Cavalieri di Malta, che nel 1800 vale all'architetto la nomina a Cavaliere di Giustizia dello stesso Ordine. 1796 Viaggio a Mosca per l'incoronazione dell'imperatore Paolo I ed esecuzione di una serie di disegni degli antichi monumenti della città, che illustrano lo studio ad essi dedicato da N.A. L'vov. 1801 Muore Paolo I. Sale al trono Ales-

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sandro I. Da lui, ma soprattutto dalla di lui genitrice, l'imperatrice madre Maria Fedorovna, Quarenghi riceve numerosi importanti incarichi, come quelli per le Botteghe presso Palazzo Anickov lungo il canale Fontanka, per il Maneggio della Guardia a Cavallo, o per l'Istituto Smol'nyj e per l'Istituto Caterina. 1810 Dopo che negli anni precedenti aveva dato alle stampe le tavole di alcune delle sue maggiori realizzazioni, pubblica i progetti dei principali lavori eseguiti a San Pietroburgo: Edifices construits à Saint Pétersbourg d'a-

près !es plans du Chevalier de Quarenghi et sous sa direction. 1810-1811 Dall'autunno del 1810 all'estate del 1811 è a Bergamo; il viaggio per rivedere la patria lontana, più volte programmato negli anni Novanta e mai effettuato, ha finalmente luogo. Accolto con ogni genere di attenzioni e festeggiamenti, durante il soggiorno a Bergamo ha modo di dirimere molte questioni familiari da tempo pendenti. Il Municipio di Bergamo incarica il pittore Giuseppe Poli di eseguirne il ritratto, da porre nel salone municipale tra le altre effigi dei più illustri bergamaschi. Riceve l'incarico di progettare un Arco trionfale in onore di Napoleone, da realizzare a Colognola sulla via per Milano; i lavori vengono avviati, ma l'opera non sarà terminata e, mutato il clima politico, verrà demolita. ~'~-

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1810-1820 Contatti artistici con gli architetti AD. Zacharov e V.P. Stasov. 1811 Sposa in seconde nozze Maria Laura Bianca Sottocasa. Ai primi di novembre è di nuovo a San Pietroburgo, accompagnato dal figlio Giulio che diviene il suo collaboratore di studio (sarà il divulgatore dell'opera paterna come curatore dei volumi Fabbriche e disegni di Giacomo Quarenghi architetto di 5. M. l'imperatore di Russia, cavaliere di Malta e di 5. Walodimiro illustrate dal cav. Giulio suo figlio, pubblicati a Milano nel 1821 e in due tomi a Mantova nel 18431844). 1814 A San Pietroburgo esegue su incarico dello zar Alessandro I l'Arco di Narva, per celebrare la vittoria delle armate russe su Napoleone. Anche / negli ultimi anni di vita l'attività professionale di Quarenghi rimane intensa. 1817 Quarenghi muore a San Pietroburgo il 18 febbraio (2 marzo secondo il nuovo calendario). Viene sepolto nel settore cattolico del cimitero luterano di Volkovo. Perdutasi la memoria del luogo di sepoltura, i resti furono ritrovati dopo lunghe ricerche in occasione delle celebrazioni quarenghiane del 1967, e traslati nel cimitero del Monastero di Aleksandr Nevskij.

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DISEGNI DI GIACOMO QUARENGHI DALLA RACCOLTA DELLA BIBLIOTECA CIVICA A. MAI DI BERGAMO

Le riproduzioni a colori che seguono offrono una campionatura di progetti di Giacomo Quarenghi e di vedute di luoghi di San Pietroburgo, o delle tenute imperiali dei dintorni della città, ed insieme un saggio della sua maestria grafica che emerge dai disegni di veduta come da quelli d'architettura. Le sigle tra parentesi corrispondono ai numeri d'inventario dei singoli fogli conservati presso la Biblioteca Civica A. Mai di Bergamo, che detiene il principale fondo quarenghiano di disegni esistente al mondo, ricco di circa 700 fogli, oltre ad opere a stampa legate all'architetto ed a cimeli di vario genere. Ma non è questa l'unica raccolta di disegni di Quarenghi presente in Bergamasca: più di duecento disegni conta il fondo conservato al1' Accademia Carrara, e più di ottanta quello presso la Fondazione Pantani di Rovetta; a completare il panorama bergamasco sono daricordare anche i più di cento fogli presenti in raccolte private della città e della provincia. È un patrimonio culturale notevolissimo, che ben testimonia come la terra d'origine dell'architetto abbia mantenuto e coltivato la memoria e l'apprezzamento per questo grande concittadino; ma il corpus grafico quarenghiano, sterminato per numero ed eccezionale per qualità, è disperso in numerose altre raccolte, in Italia e all'estero. Limitandoci ai nuclei maggiori per l'Italia vanno menzionate le Gallerie dell'Accademia di Venezia (circa 500 opere) e le Civiche Raccolte d'Arte di Milano (circa 150 disegni). È, come naturale, la patria di adozione di Quarenghi, la Russia, a possedere il maggior numero di disegni all'estero: più di duecento al Museo statale della Storia di San Pietroburgo (ed il catalogo di questo ricchissimo fondo è stato pubblicato in edizione italiana proprio quest'anno grazie al sostegno economico della Provincia di Bergamo), circa duecento al Museo dell'Ermitage; altri nuclei numericamente minori sono al Museo Russo, ed a Mosca al Museo Scusev, al Museo Puskin e in varie altre raccolte e sedi. Infine disegni di Quarenghi si trovano in diversi musei di paesi europei (Svezia, Polonia, Gran Bretagna, ecc.) e negli Stati Uniti.

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SAN PIETROBURGO

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La cerimonia della "consacrazione delle acque" sulla Neva gelata di fronte al Palazzo d'Inverno (K-24).

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La chiesa del Principe Vladimir sulla Piccola Neva (F-7).

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La chiesa di San Sansone presso la Grande Nevka (F-9c).

La chiesa di San Sansone presso la Grande Nevka (0-1). 34


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Laghetto nel parco del principe Bezborodko (A-16).

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Cascata per il laghetto nel parco del principe Bezborodko (F-1).

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La Borsa. Prospetto (G-8).

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-::-··=o·-----~o==o==o===.e:J Botteghe degli Argentieri. Prospetto e pianta (H-42).

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La Banca di Stato. Sezione e prospetto (H-52).

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Chiesa e Casa dei Riformati inglesi. Prospetto (A-4a). 37


Palazzo del principe Jusupov. Corpo centrale verso il cortile, prospetto (A-18a).

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Palazzo del principe Jusupov. Sezione (A-18b).

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Palazzo del principe Jusupov. Prospetto (A-18c). 38


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Palazzo del principe Gagarin. Prospetto (C-1) .

Palazzo di A.A. Bezborodko. Prospetto (A-Sa).

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PETERHOF

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Planimetria del Parco Inglese e prospetto del Palazzo (A-10).

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Il Palazzo Inglese visto dal lago (M-24).

Il Palazzo Inglese. Fronte posteriore (M-25). 41


La casetta di Quarenghi e sullo sfondo il Palazzo Inglese (M-28).

La fabbrica per la lavorazione dei marmi e delle pietre dure (1-34). 42


GATCINA

Galleria a ponte per il parco. Prospetto (H-35).

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Galleria a ponte per il parco. Sezione (H-36). 43


PAVLOVSK

Ospedale con chiesa. Prospetto della facciata orientale (H-45).

Ospedale con chiesa. Veduta (I-33). 44


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La Galleria Ionica di Charles Cameron (F-6).

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La Galleria Ionica di Charles Cameron (F-lOc).

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Il Padiglione per Musica (0-28).

Latrina presso il Palazzo di Alessandro. Sezione (G-10).

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Ponte apribile per il parco, Prospetto e pianta (C-19),

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Ponte in pietra per il parco, Prospetto e pianta (C-20),

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Palazzo di Alessandro. Prospetti e sezione dei corpi laterali (C-24).

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Miniature con i ritratti di Giacomo Quarenghi e della moglie Maria Fortunata Mazzoleni.

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LE PRINCIPALI OPERE DI QUARENGHI NEL CENTRO DI SAN PIETROBURGO

1. Palazzo Bezborodko 2. Campanile della Cattedrale di S. Vladimir 3. Teatro dell'Ermitage 4. Accademia delle Scienze 5. Banca di Stato 6. Botteghe degli Argentieri 7. Corpo delle Logge di Raffaello 8. Sala del Trono nel Palazzo d'Inverno 9. Farmacia di Corte 10. Palazzo della Duma cittadina 11. Chiesa dei Cavalieri di Malta 12. Mercato sulla Mojka 13. Palazzo Jusupov 14. Botteghe di Palazzo Anickov 15. Istituto Caterina 16. Maneggio della Guardia a cavallo 17. Istituto Smol'nyj

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REGESTO DEI LAVORI E DEI PROGETTI DI GIACOMO QUARENGHI PER SAN PIETROBURGO E PER LE TENUTE IMPERIALI DEI DINTORNI Paolo Mazzariol PIETROBURGO

1781-1787

Progetto per il Palazzo della Borsa sull'isola Vasil' evskij

1781 e seguenti

Casa del principe A.A. Bezborodko Esistente

Nello stesso complesso progettò inoltre la decorazione della sala da ballo, un camino, l'allestimento di un interno e nel giardino il laghetto con cascata e il padiglione-rovina (in alto)

1782-1783

Collegio degli Affari Esteri sul Lungoneva Inglese Esistente

1783

Campanile della Cattedrale di S. Vladimir (in basso) Esistente

1783-1784

Tenuta di A.A. Bezborodko a Poljustrovo sulla Neva 53


1783-1787

Teatro dell'Ermitage

(in alto)

Esistente

1783-1789

Accademia delle Scienze sull'isola Vasil' evskij (al centro)

Esistente

1783-1799

Banca di Stato (in

basso)

Esistente

1784

Edificio con botteghe sulla Prospettiva Nevskij (Botteghe degli Argentieri).

Esistente. Si ricordano altri progetti per edifici commerciali tra i quali le Botteghe sull'isola Vasil' evskij

1784

Ospedale psichiatrico lungo il canale Fontanka (Ospedale Obuchovskij)

1784-1788

Casa per il mercante F. Groten presso il Campo di Marte

1784-1788

Palazzo Saltykov lungo la Neva presso il Campo di Marte

54


Ante 1785

Progetto per i "Magazzini delle biade"

Ante 1785

Progetti per cinque piccole chiese lungo la strada da Pietroburgo a Carskoe Selo

Ante 1785

Progetto per una cattedrale dedicata a Nostra Signora di Kazan'

1785

Progetto per Osservatorio astronomico sulla collina di Pulkovo.

1786

Progetto di Porta presso i baluardi della cittĂ

1786-1795 circa

Sala d'Apollo nel Palazzo d'Inverno

1787-1792

Corpo delle Logge di Raffaello nell'Ermitage (in alto) Esistente

1787-1795

Sala di S. Giorgio, o del Trono, nel Palazzo d'Inverno (in basso) Esistente

55


1788-1790

Palazzo di I.F. Fitingof sulla Prospettiva dell'Ammiragliato Esistente

1789 e seguenti

Edificio della Farmacia di Corte sulla via Millionnaja (in alto) Esistente

1780-1790

Palazzo della Duma cittadina (al centro) Esistente

1790-1800

Cancellata lungo il canale Fontanka a ovest della Prospettiva Nevskij

1790-1800

Progetto di decorazione del salotto con cupola nel palazzo dell'ambasciatore napoletano Serracapriola

1792-1794

Antisala, Sala Grande e Sala per Concerti nel Palazzo d'Inverno

1795

Progetti di palestra in legno e di palestra in pietra per esercitazioni militari sulla Piazza del Palazzo d'Inverno (in basso)

56

-


1796

~-

Catafalco per le esequie di Caterina II nel Palazzo d'Inverno (in nito) . Altri apparati funebri progettati da Quarenghi furono il catafalco per "Mr. Moreau" nella cattedrale cattolica e il catafalco per il principe d'Oldenburg nella chiesa luterana di Pietroburgo 1796

Decorazione della Sala Bianca nel Palazzo d'Inverno, e al secondo piano di un gruppo di stanze per i cortigiani. Di poco successiva, probabilmente, è la sistemazione di alcune stanze d'abitazione nel Piccolo Ermitage 1796

Progetto del Grande Maneggio del Reggimento Izmajlovskij 1798-1800

Chiesa cattolica dei Cavalieri di Malta annessa a Palazzo Voroncov (in basso)

Esistente 1798-1800

Chiesa ortodossa dei Cavalieri di Malta all'interno di Palazzo Voroncov

Esistente 1799-1801

o

Palazzo del principe P.K. Gagarin sulla riva della Neva.

57


1790-1800 circa

Decorazione di interni per il Palazzo Seremetev

1790-1800 circa

Mercato sul lungofiume della Mojka (in alto)

Esistente

1790-1800 circa

Teatro nel parco di Palazzo Anickov

1790-1800 (?)

Progetto del Palazzo per l'ambasciata del Portogallo

1790-1800 circa

Palazzo del principe Jusupov sul canale Fontanka (in basso)

Esistente 1790-1800 circa

Teatro privato in Palazzo Jusupov

1790-1800 circa

Progetto per la facciata del Palazzo del mercante tedesco T. Sivers nel vicolo Moskov

1790-1800 circa

Progetto per la facciata del Palazzo Ferastieri

58


1790-1800 circa Progetto per la facciata del Palazzo Golicyn 1795-1800 circa Disegno per la decorazione pittorica della cupola nella chiesa della SS. TrinitĂ nel Monastero di Aleksandr Nevskij 1795-1800 circa Ristrutturazione di case in prossimitĂ del Palazzo d'Inverno 1801 Catafalco per le esequie dell'imperatore Paolo I nella Chiesa dei Cavalieri di Malta (i11 nito) 1795-1805 circa Studio di progetto per una scalea discendente alla Neva dal viale tra l'Ammiragliato e il Palazzo d'Inverno 1802 Progetto del Teatro Grande 1802 circa Studi per il rifacimento della facciata meridionale dell'Ammiragliato 1803-1805 Botteghe presso il Palazzo Anickov (in bnsso)

Esistenti 59


1803-1805

Ospedale Mariinskij per assistenza ai poveri sulla Prospettiva Litejnyi

1804-1807

Galleria Orientale presso il Giardino pensile nel Piccolo Ermitage

1804-1807

Istituto Caterina sul lungofiume della Fontanka (in nito)

Esistente

1804-1807

Maneggio della Guardia a cavallo sulla piazza di Sant'Isacco (al centro)

Esistente

1806-1808

Istituto Smol'nyj per fanciulle nobili (in basso)

Esistente

1806-1808

Riconfigurazione dell'interno di una delle chiese minori del Monastero di Smol'nyj come Cappella dell'Istituto per fanciulle nobili

1808-1810

Edificio del Consiglio di Tutela della Casa di Educazione 60


1810

Villa per l'ambasciatore bavarese a Pietroburgo

1800-1810 circa

Edificio del Monte di PietĂ

1814

Arco di Narva (in nito) Ricostruito

1814

Chiesa e Casa dei Riformati Inglesi sul Lungoneva Inglese Esistente

1815

Casa della MaternitĂ in via Bolsaja Mescansckaja

1815

Scuola per sordomuti presso la cattedrale di Kazan'

61


CARSKOE SELO

1780-1790 circa

Ponte in ferro presso il Padiglione per Musica (in nito) Esistente

1780-1790 circa

Progetto di vasca da bagno per il Padiglione dei Bagni Freddi

1780-1790 circa

Villa dell'ambasciatore inglese K. Whitworth

1782-1786

Padiglione per Musica nel Parco di Caterina (al cen tro) Esistente

Ante 1785

Casa, stalle ed edificio adiacente al palazzo per A.D. Lanskoj a Sofija

1785

Cappella funeraria di A.D. Lanskoj nel cimitero di Kazan' a Sofija Esistente

1785

Chiesa per il cimitero di Kazan' a Sofia 62


1785 Cucina-rovina nel Parco di Caterina presso il Padiglione per Musica (in nito) Esistente 1790-1800 circa Bagno h1rco per il Parco di Caterina

1790-1800 circa Chiosco turco per il Parco di Caterina

1791 Progetto per l'obelisco a ricordo del trattato di pace di Ja~i 1791-1800 circa Palazzo di Alessandro (nl centro) Esistente 1794 Ristrutturazione della Sala sull'isola del Grande Lago 1795 Progetto del Gabinetto degli Specchi (o Gabinetto d'Argento) nell'ala Zubovskij del Palazzo di Caterina 1790-1800 circa Progetto del Palazzo del Granduca Costantino, fratello del Granduca Alessandro Non realizzato 63


1790-1800 circa

Progetto di una serra nel parco del Palazzo di Alessandro (in alto)

1816

Progetto di modifica del padiglione barocco della Grotta

Progetti non databili Piscina scoperta per il parco Progetti di Caffehaus Progetti di due oratori privati a Sofija Progetti di oratori per Kuz'mino presso Carskoe Selo (nl centro) Progetto di un ponte apribile in pietra e ghisa per il parco Progetto di un ponte in pietra per il parco

64


GATè'.:INA

Ante 1785 Galleria-ponte sul lago per il principe Orlov (in nito)

PAVLOVSK

1781-1784 Ospedale con chiesa (nl centro)

1803 circa Progetto di decorazione del Piccolo Gabinetto nel Palazzo Progetto di decorazione del Gabinetto delle Paraste nel Palazzo (in basso) Progetto di decorazione dello Spogliatoio nel Palazzo Realizzato Progetto di decorazione del Gabinetto Grande nel Palazzo Realizzato Progetto della biblioteca nel Palazzo

1805 Progetto di un padiglione commemorativo a ricordo di Paolo I nel parco del Palazzo Non realizzato 65 .


PELLA

1785

Progetto per il Palazzo di Caterina II sulla Neva

1790-1795

Colonna rostrata a ricordo della vittoria della flotta russa su quella svedese a Rochelsalm

PETERHOF

1780-1794

Palazzo Inglese per Caterina II (nl centro)

Distrutto

1780-1786

Progetto del secondo Palazzo nel Giardino Inglese per i Granduchi Pavel Petrovic e Maria Fedrovna

1784-1786

Progetto del terzo Palazzo per i figli dei Granduchi nel Giardino Inglese

1800-1810 circa

Progetto per un Bagno russo per il parco (in basso) Non realizzato

66


1800-1810 circa

Progetto per una piscina scoperta per il parco

1800-1810 circa

Progetto di banchina del porto

1800-1810 circa

Progetto per lungofiume con fontane (i11 nito)

67



TRACCIA BIBLIOGRAFICA

Opere su Giacomo Quarenghi:

S. Angelini, V.I. Piljavskij, V. Zanella, Giacomo Quarenghi, Monumenta Bergomensia LXVII, Bergamo 1984. M.F. Korsunova, Giacomo Quarenghi, Biblioteca Civica A. Mai, Bergamo 1986.

Giacomo Quarenghi architetto a Pietroburgo, a cura di V. Zanella, Albrizzi, Venezia 1988. AA.VV., Giacomo Quarenghi. Architetture e vedute, Electa, Milano 1994.

Fabbriche e disegni di Giacomo Quarenghi (ed. anastatica a cura di P. Angelini e V. Zanella dell'opera in due volumi pubblicata nel 1843-44 da Giulio Quarenghi), Biblioteca Civica A. Mai, Bergamo 1994.

Giacomo Quarenghi e il suo tempo, a cura di S. Burini, Vitali e Moretti, Bergamo 1995.

P. Angelini, Giacomo Quarenghi, in i Pittori Bergamaschi dalle origini al XIX secolo, Il Settecento, IV, Banca Popolare di Bergamo, Bergamo 1996. P. Angelini, M.F. Korsunova, G. Nepi Scirè, Gallerie dell'Accademia di Venezia, Disegni di Giacomo Quarenghi, Vedute e capricci, Electa, Milano 1996. G.G. Grimm, I disegni di Quarenghi, ed. italiana a cura di P. Angelini, Biblioteca Civica A. Mai, Bergamo 1997.

I disegni di Giacomo Quarenghi al Castello Sforzesco, a cura di P. Angelini, Marsilio, Venezia 1998.

Giacomo Quarenghi e il neoclassicismo del XVIII secolo, a cura di M.C. Pesenti e P. Angelini, Biblioteca Civica A. Mai, Bergamo 2000. 69


Opere su San Pietroburgo:

E. Lo Gatto, Il mito di Pietroburgo, Feltrinelli, Milano 2003 [prima edizione 1960]. G.P. Piretto, Da Pietroburgo a Mosca. Le due capitali in Dostoevskij, Belyj e Bulgakov, Guerini e Associati, Milano 1990. E. Lo Gatto, Gli architetti italiani in Russia, II e III, Scheiwiller, Milano 1993 e 1994. B. Kirikov, Saint PĂŠtersbourg. Guide de l'Architecture, Canal Editions, Venise 1997.

70


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