Il Piccolo del Cremasco

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l’inchiesta

Cremona

Il grido di allarme dei commercianti cremonesi contro la grande distribuzione

La morsa degli ipermercati: il centro rischia di morire Si chiedono più servizi: mancano i parcheggi e la possibilità di accedere agevolmente»

S

di Laura Bosio

chiacciato tra i giganti, il cuore una volta pulsante di Cremona, il centro storico, soffre sempre di più, ha il battito rallentato come di un vecchio corridore che non ce la fa più. I giganti sono centri commerciali, ipermercati, grande distribuzione: un nemico contro cui i negozianti cremonesi devono quotidianamente combattere, ma le armi sono sempre più spuntate e capita che alcuni non ce facciano e siano costretti a chiudere, come dimostrano i dati degli ultimi cinque anni, che registrano un saldo negativo tra il numero di chiusure e di nuove aperture, e un consistente numero di esercizi che hanno cessato la propria attività. Così è stata una doccia fredda l'apertura dei nuovi ipermercati: il Famila prima e oggi il Rossetto, così come l'ipotesi di altre aperture paventate in città.

«E' un disastro per noi piccoli negozianti, un continuo minare la nostra stabilità» dichiara il titolare del negozio Jeans 56 di corso Matteotti. «Finirà che chiuderemo tutti. «La città resterà con buchi neri dove ora ci sono i negozi, e tutti verranno dirottati verso i centri commerciali, outlet, ipermercati, che ci stanno schiacciando. Noi piccoli siamo alla frutta, e non siamo aiutati. Mancano i parcheggi, la viabilità fa schifo, la città brulica di cantieri, e la gente si allontana da noi». Il problema dei parcheggi è posto in evidenza anche da altri negozianti. «Quello dei centri commerciali si va ad aggiungere al già forte disagio di cui il centro soffre:

siamo chiusi ad anello, tra parcheggi inesistenti, o troppo costosi, o ancora con limiti di orario che non permettono alla gente di vivere liberamente il centro» sottolineano le titolari di Bianco Palato, negozio di eccellenze gastronomiche. «Così tutti preferiscono gli accoglienti centri commerciali, con il parcheggio a pochi metri». E anche se le iniziative in centro vengono re a l i z z a t e , n o n sempre le cose vanno come dovrebbero: «Hanno fatto la festa del salame in centro storico, e in contemporanea l'hanno fatta anche nei centri commerciali: tutto ciò non ha senso. Non si può pensare di attirare gente in centro con un evento e poi autorizzarne uno identico nel centro commerciale». A soffrire maggiormente è chi da tanti anni vive il centro storico di

nessuno da fuori, perché entrare e circolare in città è un'impresa. E così la gente sceglie gli ipermercati o i grossi centri commerciali, comodi, caldi e facilmente raggiungibili. Anche nella città stessa le cose non vanno bene: le famiglie tendono ad andarsene, e restano solo anziani o giovanissimi». Poco più avanti, un altro negozio storico, l'erboristeria Erba Magica, in attività da 22 anni, lancia il suo grido di dolore. «Cremona è peggiorata molto negli ultimi anni. Quando ho iniziato, 22 anni fa, ero piena di ottimismo, e pensavo potesse essere una bella sfida. Ora vorrei non avere il negozio. A peggiorare tutto è stata la Ztl: quel varco ci ha portato via tantissimi clienti. Non parliamo dei parcheggi sempre più costosi. Per forza che la gente poi si dirotta nei centri commerciali, dove può parcheggiare gratis e non rischia di prendere multe ad ogni svolta. Con la liberalizzazione delle licenze, poi, anche i prodotti erboristici hanno iniziato ad essere venduti ovunque, e la cosa peggiore è che chiunque può lavorare nel settore, anche senza aver competenze specifiche. Ma il problema di Cremona è più grande: non amo fare paragoni, ma è pur vero che in altre città, le cose vanno meglio e i centri storici non vengono stritolati come accade qua. Speravo che cambiando l'amministrazione cambiassero le cose per noi, ma non è stato così. Ora rischiamo il collasso, tutti i piccoli rischiano di doversi ritirare, schiacciati dai giganti. Resterà solo un commercio spersonalizzato, quello degli ultimi che hanno aperto, con poca esperienza». Forse tra quelli che soffrono maggiormente ci sono coloro che lavorano nel settore alimentare, e che sentono di più l'oppressione di ogni nuovo ipermercato che apre. «Noi non abbiamo parcheggi, siamo compressi dai lavori in corso, e tutto attorno a noi gli ipermercati proliferano come funghi» racconta una dipendente di Love is... pane &Co. «Intanto qui in centro le manifestazioni non sono sufficienti, e quel che è peggio vengono tutte concentrate negli stessi periodi, e negli stessi due o tre luoghi. Dovrebbero invece diluirle un po' in

Non sempre il prezzo basso è un affare

Cremona, e che l'ha visto morire lentamente. «I negozi chiudono continuamente, perché neppure chi è qui da anni sa più che pesci pigliare» racconta il titolare della Confetteria Margherita, negozio con una storia di oltre 40 anni. «Ora hanno aperto questo cantiere qui in corso Matteotti, e per noi le cose vanno ancora peggio. Ma i problemi sono anche altri: viabilità difficile, mancanza di parcheggi, nulla che favorisca la nostra attività. Un tempo qui venivano moltissime persone anche dalla provincia, o dai territori limitrofi: quella era l'80% della nostra clientela, che preferiva Cremona perché qui i prezzi erano inferiori, ed era una città vivibile. Ora non arriva più

tutto l'anno, e soprattutto coinvolgere tutto il centro, e non solo piazza Duomo e zone limitrofe, come invece accade sempre». Dello stesso parere anche il titolare de «Lo spiedo» di corso Vittorio Emanuele: «Troppi ipermercati sono un danno per i negozi, che devono lottare ogni giorno con i problemi di viabilità e parcheggi». Un lungo sfogo anche dalla Gastronomia Stradivari, altro negozio storico cremonese, dove ora, dopo anni di lavoro, si respira un'aria di sconforto. «La cosa peggiore è che nessuno fa niente per cambiare le cose» si sfoga il titolare. «Le autorità concedono permessi di aperture senza batter ciglio, e nessuno ferma quei giganti. Noi del centro diventiamo commercianti di serie B, e siamo destinati a chiudere tutti, uno dopo l'altro. Insomma, credo che non potebbe andare peggio di così. Dall'altra parte le associazioni di categoria non fanno nulla per aiutarci davvero. Vorrei alzassero un po' la voce, e che facessero seriamente qualcosa. Continuano a mancare i servizi essenziali, e noi siamo tagliati fuori, il tutto a vantaggio degli ipermercati». Ma se gli alimentari sono i più colpiti, il confort dei centri commerciali schiaccia anche altri settori, tanto più che il centro rimane inaccessibile. Lo confermano i titolari di Esprit, situato sotto la Galleria XXV Aprile. «Il problema più grosso, per noi, è la Ztl: il fatto che al sabato l'accesso sia chiuso,

ha creato uno strano fenomeno, mai accaduto prima, ossia che si lavora più in settimana che al sabato. Il giorno libero, quello che potrebbe essere dedicato allo shopping, molti lo passano nei centri commerciali, dove hanno più possibilità di trovare parcheggio. Intanto i “giganti” sono sempre più numerosi, e altri ne apriranno prossimamente. Luoghi dove la qualità viene sacrificata in nome del risparmio, e non so quanto questo sia positivo. Il centro intanto è abbandonato a se stesso. Realizzano i parcheggi uno alla volta, spesso fermandosi per mesi, mentre secondo noi dovrebbero iniziare a realizzarne in diversi po-

Mancano i parcheggi, la viabilità fa schifo, la città brulica di cantieri

sti, in modo che almeno uno magari possa finire rapidamente. In stazione servirebbe un vero multipiano, in muratura. Cremona è molto in ritardo sotto questo punto di vista, rispetto ad altre città. E' invece positivo che abbiano messo nuovi arredi urbani, e che realizzino feste e maninfestazioni in centro. C'è bisogno assoluto di dinamismo». Interviene un cittadino, che ha assistito alla discussione: «Non si fanno affari quando la merce costa troppo poco. Ho comprato una borsetta in un grande magazzino di recente apertura poco fuori dal centro, e si è rotta dopo due giorni. L'ho buttata». Preoccupazione anche da chi, lavorando in un ambito molto settoriale, non ha troppo da temere dalla grande distribuzione. E' il caso del negozio Mantovani. «Lavoriamo andando a casa del cliente, e quindi non abbiamo troppi problemi, ma mi rendo conto che gli ipermercati sono tanti e troppi, e purtroppo portano la gente fuori dal centro storico. Tra l'altro con i problemi che abbiamo di parcheggi e di lavori in corso, chi lavora con il passaggio della gente soffre parecchio la situazione» Un grido d'allarme che si perde nel buio dell'indifferenza, o forse semplicemente in tentativi di fare qualcosa, che finora non hanno risolto il problema. Riuscirà il centro di Cremona a risorgere dalle sue ceneri, come l'araba fenice? Occorrerebbero scelte precise e un percorso pianificato che possa farlo tornare polo di attrazione.


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