Il Piccolo del Cremasco

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CREMA

Sabato 19 Aprile 2014

dalla redazione

uori dalla giunta Giorgio Schiavini, che era il titolare di Sostenibilità ed Expo, e dentro Attilio Galmozzi (ex segretario del Sel) e Matteo Piloni (attuale segretario provinciale del Pd). Il primo si occuperà, probabilmente, di scuola e di università, il secondo di urbanistica, togliendo questo incarico a Fabio Bergamaschi (a cui rimarranno i Lavori Pubblici). Galmozzi e Piloni, due personaggi politici organici ai loro partiti. Non è un «rimpastino», dunque. E’ un «terremoto». Come mai questa svolta a 360 gradi? Ecco la spiegazione: dopo il bilancio fallimentare di due anni di governo cittadino, con la Bonaldi rimasta con un nulla di fatto in mano e a capo di una giunta sempre più debole, i partiti di centrosinistra che contano davvero in città - Pd e Sel – hanno convinto il sindaco a fare un passo indietro e lasciare campo libero ai due “commissari del popolo”, che devono rispondere agli azionisti di maggioranza del centrosinistra. La “primavera di Crema” - impersonificata da una giunta che doveva sentirsi libera dai partiti - è così naufragata. Il rischio certo di perdere le prossime elezioni comunali fra due anni ha fatto scattare l’allarme. • Tutta colpa del sindaco? Soprattutto. Quando il primo cittadino aveva scelto Corlazzoli come assessore, non aveva voluto ascoltare il Pd che era di tutt’altro avviso. L’architetto assessore Giorgio Schiavini è, invece, l’uomo di Agostino Alloni, consigliere regionale e l’ispiratore della lista «Lavoro e Impresa» che ha portato nell’aula degli Ostaggi un consigliere comunale, ma questa formazione non ha mai inciso nelle decisioni della maggioranza in senso riformista e, potremmo dire, oggi, “renziano”. Sia perché Alloni si è dichiarato tutt’altro che renziano, e Dante Verdelli, che lo ha sostituito, è scomparso nell’anonimato, mentre altri illustri componenti della lista si sono pian piano e silenziosamente dissociati da un governo di Crema che ha aumentato le tasse, non ha fatto riforme incisive e si è dimenticato della spending review. • Che cosa dice la Bonaldi? Racconta di essere soddisfatta di quanto fatto, ma vuole «fare sempre meglio nell'interesse della città di Crema. Abbiamo ascoltato le esigenze della città, conosciuto a fondo lo stato economico dell’ente, fotografato puntualmente la

Fuori Schiavini, dentro Galmozzi e Piloni, politici organici ai loro partiti. Reazioni

Giunta, è una «rivoluzione» macchina comunale, definito l’assetto delle dirigenze per i prossimi tre anni e conclusa la ripesatura delle posizioni organizzative, avviata la riorganizzazione delle società partecipate, lavorato sodo per mantenere l’Università a Crema e per fare ripartire una progettualità sugli Stalloni». Eccetera, eccetera. Ma perché la scelta di Galmozzi e Piloni? «Entrambi sono stati scelti perché pronti, per esperienza e preparazione, a salire su un treno in corsa senza creare scossoni, senza costi aggiuntivi per la collettività rispetto agli attuali, visto che ciascuno di essi, quale lavoratore dipendente, percepirà solo il 50% dell'indennità di carica. La giunta avrà due braccia in più senza che vi siano aggravi per le casse comunali, condizione senza la quale non avremmo proceduto in tale direzione…». Insomma, detta così, sembrano che siano stati presi in giunta perché costano poco o nulla. Invece, sottolinea la Bonladi, oltre a non pesare sulle casse comunali, l’avere preso Galmozzi e Piloni «ci aprirà contributi preziosi che permetteranno al sindaco di affrontare nuove incombenze sovracomunali col massimo impegno. Da una parte registriamo il pieno coinvolgimento di Sinistra Ecologia e Libertà, che in questi due anni si è spesa lealmente per contribuire alla realizzazione del programma. Dall'altra abbiamo l'ingresso di una figura significativa del Partito Democratico, resasi disponibile per spirito di servizio…».

Come si vede, Non si nota più alcuna differenza, nel linguaggio, dei democristiani della Prima repubblica quando si assumevano incarichi politici per… spirito di servizio... o per spirito leale nei confronti della maggioranza. • Nuovo Centrodestra. Laura Zanibelli, dopo aver rilevelato quanto aveva sostenuto il sindaco in campagna elettorale e Matteo Piloni nel momento in cui si dimise da presidente del Consiglio comunale (vedi riquadro qui sotto), ha rimarcato: «Questa è una giunta sempre più dalla sinistra, con Sel, Rifondazione e la guida provinciale del Pd ad amministrare: come si distinguerà il ruolo politico da quello Istituzionale? Certo non immaginavamo che la sindaca sarebbe arrivato a tanto. A meno che sia stata un po' tirata dalla giacchetta da quello stesso Pd che pubblicamente aveva criticato l'ipotesi dell'entrata di Galmozzi in giunta, non condivisa con il suo partito». «Ma finalmente anche la sinistra ha ammesso che i servizi possono essere gestiti al meglio per il bene dei cittadini anche dal privato, votando in consiglio gli indirizzi per la messa a gara della gestione rifiuti. Tranne Rifondazione: come si era espressa la dottoresa Vailati in giunta a proposito?» • Forza Italia. «Paghi uno, prendi due» Sarcastici. «Prima fuori tutti i partiti, ora tutti dentro. Un posto al Pd, uno a Sel, uno a Rifondazione, uno alla finiana di sinistra Saltini e l’ultimo a Bergamaschi…. Chi lo dirà a Giossi? A

poco a poco l’"officina Bonaldi" perde tutte le maestranze, così come ormai è finita la luna di miele con la città». Anche per Forza Italia, «la giunta ha virato completamente a sinistra. Le motivazioni addotte dal sindaco per la doppia nomina sono deboli: il declino che sta subendo la città con questa amministrazione è sotto gli occhi di tutti. Nell’elencare le cose fatte, il sindaco si è dimenticato e ha taciuto di tutti i fallimenti della sua gestione: dalla vicenda del tribunale al bluff dell’ampliamento del palazzetto dello sport, alla scarsità di idee nel campo della spending review che ha portato alle pesanti critiche dei revisori di conti sul bilancio dell’ultimo anno, alla situazione dell’ordine pubblico fino alle difficoltà anche nella gestione dell’ordinario». Forza Italia gira il coltello nella piaga: «Ma il fallimento più grande è sicuramente determinato dal venir meno di tutte le aspettative e le ambizioni che questa amministrazione aveva indicato come fiore all’occhiello nel momento del suo insediamento. Ora le tanto esaltate ma inesistenti eccellenze della giunta vanno via via abbandonando il campo: siamo al secondo assessore che lascia più o meno spontaneamente, in due anni di mandato. Non c’è che dire, una bella media!...Con un’ulteriore negazione dei principi iniziali, si innestano genericamente due nuovi assessori, esponenti locali di primo piano dei partiti di Sinistra della coalizione. Ci vuole ben altro per un cambio di rotta e per

Che cosa dicevano il sindaco e l’assessore qualche tempo fa Diceva la Bonaldi Che cosa aveva dichiarato il sindaco Stefania Bonaldi dopo la sua elezione. «Di sostanza è certamente la riduzione del numero degli assessori, che passano da 7 a 5, con un risparmio certo per le casse comunali. Ci darà una mano un consigliere incaricato che non è un sesto assessore mascherato... E’ sostanza il fatto che questa giunta non abbia una forte connotazione partitica. Non è un vanto e nemme-

Che cosa pensa Matteo Piloni, segretario provinciale del Pd e già presidente del Consiglio comunale, della sua nomina ad assessore di Crema? «Non capisco dove sia il problema. Per quanto mi riguarda, ritengo di poter svolgere questo incarico senza problemi. Non c’è alcuna contraddizione da parte mia: continuo a pensare che un incarico di garanzia non possa e non debba sovrapporsi a un ruolo politico ma, ripeto, non è questo il caso». D’accordo sul rispetto della forma, ma non teme che questo suo doppio incarico possa suonare stonato presso gli elettori? «Guardi che i cittadini si preoccupano di ben altre cose. Questi sono problemi che esistono solo nei pettegolezzi di chi deve sempre cercare qualcosa di torbido nella politica. Ricordo che, alle ultime elezioni comunali, sono risultato il consigliere più eletto, con 300 preferenze. Questo dovrebbe dimostrare che gli elettori apprezzano il mio impegno politico». Veniamo a una questione più generale: lo stesso sindaco, appena insediato, aveva promesso un cambio di passo: meno spazio agli uomini di partito in giunta e più apertura alle nuove leve. Ora, questo ennesimo

no una sorpresa, semplicemente lo avevo anticipato in campagna elettorale... Le promesse vanno mantenute, all’antipolitica bisogna dare risposte di buona politica...I partiti saranno pure fondamentali, ma rimangono vassalli dei cittadini e non possono sopraffare chi li vota. ... Prima gli interessi dei cittadini, poi quelli delle culture politiche... La responsabilità di tali scelte, annunciate all’alba di questa campagna elettorale, non può che essere solo mia»

E diceva Piloni.... La dichiarazione di Matteo Piloni quando si dimise da presidente del consiglio comunale per il suo incarico di segrerio provinciale del Pd: «Nonostante non vi sia alcuna incompatibilità con il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale di Crema, ieri sera ho comunicato al consiglio la decisione di lasciare questo incarico, per due motivi fondamentali. Il primo riguarda la necessità di cambiamento, per la quale

servono da subito segnali chiari. Il secondo, più profondo, riguarda la crisi oltre che dei partiti anche delle Istituzioni, che quotidianamente sono messe alla berlina da dichiarazioni e atteggiamenti lontani anni luce da ogni principio democratico. Per questo credo che il ruolo politico debba essere distinto da quello Istituzionale, sia per una questione di garanzia, ma soprattutto per una questione di dignità e serietà delle Istituzioni stesse»

risollevare le sorti della nostra città». • I grillini. «È con immenso sconforto e imbarazzo» scrivono i pentastellati, «che il MoVimento 5 Stelle Cremasco si trova a commentare quanto successo all’interno della giunta di Crema. A inizio mandato il sindaco si faceva vanto di aver mantenuto le promesse elettorali, scegliendo una giunta nuova e non politicizzata… ed ora? Ora ci troviamo a dover parlare delle “dimissioni spontanee” di Schiavini, sostituito da Galmozzi e Piloni». Tutto chiaro, secondo il Movimento: «E’ un triste gioco di equilibrismo tra forze politiche». E si chiede: «Cosa dobbiamo aspettarci ancora nel prossimo futuro? Che anche il sindaco (arresosi ai partiti e completamente in balia di essi) salti sul primo treno elettorale in direzione di Roma e lasci a Piloni il tempo per prepararsi la volata verso lo scranno più alto in città?». Infine: «Viene veramente da sorridere, quando il sindaco dice che non ci saranno costi aggiuntivi, perchè entrambi i nuovi assessori prenderanno il 50% della retribuzione in quanto dipendenti. Ebbene speriamo davvero di non vedere nuove richieste di rimborsi dal Pd al Comune di Crema. Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate». • Rifondazione comunista. «L'ingresso di Attilio Galmozzi, esponente storico e di spicco di SeL, le dimissioni repentine e per quanto ci riguarda inattese dell'assessore Giorgio Schiavini, la sua rapida sostituzione, non ovviamente discussa in maggioranza, con Matteo Piloni, coordinatore provinciale del Partito Democratico, hanno trasformato la giunta in un organo più politico… Peccato che la maggioranza non sia stata convocata dal sindaco Stefania Bonaldi per discutere di queste importanti novità e che il Partito della Rifondazione Comunista, seconda forza politica della coalizione, le notizie le abbia apprese dalla stampa…». Ma Rifondazione Comunista «vuole continuare a difendere i servizi pubblici, i beni comuni, che non riguardano solo l'acqua pubblica, a difendere i lavoratori dipendenti del comune e delle aziende partecipate, a mettere al centro la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative, iniziando un percorso per l'attuazione del bilancio partecipato». • Sel. «Il riassetto di giunta è doveroso nei confronti della città e dei cittadini che due anni fa ci hanno dato l'incarico di amministrare al meglio Crema… Cercheremo di realizzare il maggior numero di risparmi nella gestione della macchina comunale e razionalizzeremo le modalità di erogazione dei servizi senza comprometterne la qualità e limitandone al minimo l'adeguamento tariffario, garantendone l'accesso a tutti coloro che si trovano in situazioni di difficoltà familiare e personale».

Intervista al nuovo (e probabile) assessore all’Urbanistica

Piloni: «Non c’è più il tempo per imparare. E’ tempo di fare» contrordine. Lei, che è il più importante dirigente del partito di maggioranza, come se lo spiega? «Due anni fa, il sindaco aveva fatto una scommessa forte: nessun nome di spicco, all’interno della Giunta, ma gente alla prima esperienza. Io stesso appoggiai questa scelta, nonostante fossi risultato il più eletto tra i consiglieri comunali e non avessi nascosto il mio desiderio di mettermi a disposizione come assessore. Evidentemente, il sindaco ha ritenuto che ora e, a maggior ragione dopo le dimissioni dell’assessore Schiavini, fosse necessaria una maggiore esperienza. Ci tengo a precisare che né il Pd né tantomeno io abbiamo mai chiesto qualcosa al sindaco, tant’è che sono

stato il più sorpreso di tutti quando ho ricevuto questa proposta. Non è un segreto, però, che, già lo scorso febbraio, ebbi modo di dichiarare come, secondo me, fosse necessario un rafforzamento della giunta, perché c’era un problema di sovrapposizione di deleghe in capo al sindaco, che rischiava di rendere farraginoso il lavoro dell’esecutivo. Beninteso, come ho già specificato, non intendevo candidarmi io stesso per un ruolo da assessore». Un rafforzamento a scapito della promessa del sindaco? «Sì, anche a scapito di quella promessa, perché, a parte il fatto che il numero di assessori rimarrà comunque inferiore a quello della precedente giunta Bruttomesso,

io credo che una cosa sia ipotizzare un percorso di un certo tipo e un’altra fare un bilancio dello stato dell’arte, dopo due anni di mandato, scegliendo, se è il caso, di correggere il tiro. L’orgoglio non ha mai fatto bene a nessuno: la città ha bisogno di risposte e il tempo giudicherà se questa sarà stata una scelta giusta o meno». Dunque, scommessa persa, da parte del sindaco, sui giovani in giunta? «Questa risposta la darò tra tre anni, quando si andrà al voto e gli elettori potranno giudicare il nostro operato. In questo periodo, ritengo che il sindaco abbia fatto molto ma che, appunto, si sia caricato di troppe deleghe. Mi è stato chiesto di dare una mano e, dopo

il nuovo assessore Matteo Piloni

essermi preso un periodo di riflessione, ho deciso di mettermi a disposizione per l’ennesima volta. In questa fase, ci sono molte aspettative e l’incarico che mi verrà affidato richiede esperienza, anche perché non c’è tempo per imparare ma occorre mettere in pratica quello che si sa». A proposito di deleghe, può già dirci quale le sarà affidata? «Premesso che sarà il sindaco a dover annunciare la sua decisione in merito, penso che, per la maggior parte, dovrei ereditare le competenze che erano in capo all’assessore Schiavini».


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