MacPlas 392 (dicembre 2022 - gennaio 2023)

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MACPLAS Editrice Promaplast SrlCentro Direzionale Milanofi oriPalazzo F/320057 Assago (MI)ISSN 0394-3453Poste Italiane SpASpedizione in abbonamento postale70% LOM/MI/2363
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8 MARKETING

8 L’Editoriale di Mario Maggiani 10 I trasformatori chiedono la cancellazione della Plastic Tax 13 Un anno a due velocità per la chimica italiana 16 Premiati oltre 1.700 giovani chimici 17 Lettera al Ministro Adolfo Urso 17 Nasce un tavolo di lavoro dedicato all’energia

19 PLASTICA E AMBIENTE

19 La plastica europea accelera verso circolarità e neutralità 21 Il contributo della filiera del PVC agli obiettivi di decarbonizzazione 25 Crescono Ecomondo e Key Energy, per l’ultima volta insieme 26 Da riciclo e recupero degli imballaggi benefici per oltre 1,5 miliardi di euro 26 Dai PFU scarpe e materassini per bovini

28 MACCHINE

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E ATTREZZATURE

28 Polietilene protagonista: due volte è meglio di una 31 Interazione intelligente tra termoformatrice, materiale e automazione 33 Compounding e riciclo per l’ecosostenibilità della plastica 33 Modulare per buste pouch sempre più compatta e flessibile 34 Nuova alleanza industriale nel settore della gomma 35 Quando le dimensoni incontrano la velocità 36 Rivestimento di tubi con TNT e saldatura a ultrasuoni 38 La fabbrica 4.0 abbraccia il futuro 40 Il ruolo chiave delle viti Moog 42 Trattamento corona made in Italy 43 Elevate prestazioni anche in ambienti estremi 43 Stampaggio a iniezione diretto di scaglie riciclate 45 Termoformatrici sempre più smart 47 Compatibile con i più comuni sistemi di alimentazione 47 Mescole ed estrusi sotto controllo

SOMMARIO
4 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392

Spazio, ultima frontiera

Un gruppo di aziende della filiera tessile italiana, guidato da RadiciGroup, ha realizzato la prima tuta spaziale di simulazione analoga interamente progettata e ingegnerizzata in Italia per la missione Space Medicine Operations (SMOPS), promossa e organizzata da Mars Planet, sezione italiana di Mars Society con sede in provincia di Bergamo, e patrocinata dallʼAgenzia Spaziale Italiana. RadiciGroup impegnata, insieme a gruppi tessili come Eurojersey, Vagotex e Defra, a trasformare il progetto in realtà, ha fornito i materiali per realizzare il vestiario degli astronauti analoghi che hanno partecipato a una serie di esperimenti nella stazione di ricerca nel deserto dello Utah, simulando le condizioni di vita e di lavoro su Marte.

Partecipando a SMOPS, RadiciGroup e le aziende partner si sono avvicinate a un settore di frontiera come quello aerospaziale, rafforzando e ampliando il proprio know-how e sperimentando soluzioni innovative che avranno poi applicazione in ambito industriale. Il contributo da parte delle aziende è consistito nella realizzazione di tre capi tecnici caratterizzati da elevati standard di benessere, comfort e prestazioni, per permettere agli astronauti analoghi di muoversi agevolmente e in sicurezza allʼesterno della stazione base.

Un completo intimo composto da maglietta e pantaloncino in tessuti indemagliabili Sensitive Fabrics (poliammide) di Eurojersey, in grado di garantire comfort e traspirabilità. La maglietta è provvista di circuiti elettrici e sensori per rilevare i parametri vitali e geospaziali degli astronauti, tutti rimovibili in modo che lʼindumento sia lavabile senza rischio di danneggiare i circuiti interni.

Una tuta da volo comoda e confortevole, adatta per essere utilizzata durante attività lavorative e di supporto in un ambiente che simula quello di Marte. Alleggerita da qualsiasi sovrastruttura, la tuta risponde a esigenze estetiche e di prestazioni: una cucitura double face consente di ridurre al minimo gli spessori e aumentare di oltre il 30% mobilità e leggerezza. La tuta è dotata di tasche per dispositivi tecnologici “indossabili”, ottimizzando spazi e volumi, è caratterizzata da un ottimo contatto con la pelle, garantisce la massima comodità, grazie allʼelasticità e alla traspirabilità dei materiali usati (in particolare la PA), è impenetrabile alla polvere, protegge dai raggi UV e ha una buona resistenza termica grazie allʼaria contenuta nei tessuti, che, circolando allʼinterno di una struttura 3D alveolare, garantisce anche la termoregolazione corporea.

Infine, la parte inferiore della tuta spaziale analoga a quella utilizzata nelle missioni spaziali, realizzata per la prima volta da un gruppo di aziende italiane, composta da diversi strati e progettata per lʼimpiego in ambienti e condizioni anche molto estreme. La tuta comprende uno strato di aerogel per unʼulteriore protezione e strati di imbottitura, in lana e ovatta di PA, per un efficace isolamento termico.

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IN COPERTINA 58 66 49 MATERIALI E APPLICAZIONI 49 Mire e spansionistiche 52 Affrontare le sfide globali con materiali sostenibili e circolari 54 Membrane ultrasottili e durevoli 54 Imballaggio alimentare sicuro e sostenibile 57 ELASTICA - LA RIVISTA DI ASSOGOMMA 58 Indicazioni sullʼimpiego degli pneumatici per fango e neve 60 Dalle batterie per veicoli elettrici una spinta all’innovazione nelle applicazioni della gomma 62 Rassegna internazionale di scienza e tecnologia 64 Anche per gli pneumatici è arrivato l’inverno 66 RUBRICHE E VARIE 66 Diventare manager e imprenditori 4.0 67 Corsi cesap MACPLAS Editrice Promaplast Centro Direzionale Milanofi ori Palazzo F/3 20057 Assago (MI) ISSN 0394-3453 Poste Italiane SpA Spedizione abbonamento postale 70% LOM/MI/2363
N. 392 - DICEMBRE 2022/GENNAIO 2023
5 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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Communication
Luca Corti

L’associazione che rappresenta le aziende che lavorano le materie plastiche ha chiesto al nuovo Governo di cancellare l’imposta introdotta nel 2019. Un appello che si rinnova per liberare le potenzialità di economia circolare di tutto il comparto e rilanciarne appieno l’attività

Alla vigilia degli aggiornamenti del Documento Economico Finanziario (DEF) e della stesura della Legge di Bilancio per il 2023, Unionplast, l’associazione che rappresenta i trasformatori di materie plastiche all’interno di Federazione Gomma Plastica, ha rinnovato al nuovo Governo la sua richiesta di cancellazione della cosiddetta Plastic Tax. L’associazione, infatti, auspica che si possano evitare modalità per così dire “sottrattive” di politica ambientale, come avviene con questa imposta, le quali, purtroppo, si accompagnano sempre a perdite di posti di lavoro e infliggono ulteriori rischi sanzionatori agli operatori, mettendo a rischio l’accesso al credito di un intero settore, che solo per la prima trasformazione coinvolge circa 5.000 imprese con oltre 100.000 addetti e un fatturato complessivo di circa 19 miliardi di euro. Secondo Unionplast, la direzione da percorrere per incentivare una maggiore raccolta differenziata e continuare a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile è quella di favorire gli investimenti nel PNRR per realizzare un potenziamento delle infrastrutture dedicate alla valorizzazione del ciclo dei rifiuti.

Per approfondire il discorso e allargare lo sguardo su questi temi attualissimi e pregnissimi non solo per il comparto della trasformazione, bensì per tutta l’industria delle materie plastiche, sia-

mo andati direttamente alla fonte, rivolgendo alcune domande a Marco Bergaglio, che di Unionplast è il presidente, per capire quale sia la posizione di quest’ultima riguardo alla Plastic Tax dalla sua viva voce. Un colloquio che ha toccato molti temi, dai risvolti interessanti non solo per l’industria della plastica e utili per stimolare un utilizzo più consapevole ed etico dei materiali in un mondo sempre più complesso e interrelato. Ed ecco cosa ci ha risposto.

Lei presiede Unionplast, l’associazione che raggruppa i trasformatori italiani di materie plastiche, che certamente ben conoscono la cosiddetta Plastic Tax e i suoi effetti. A titolo di cronaca, però, può risultare utile riassumere la genesi di questa imposta e gli esiti sul settore della trasformazione dalla sua introduzione?

“La Plastic Tax è una tassa introdotta in Italia nel 2019, durante il secondo governo Conte, con l’obiettivo di contrastare in modo meramente sanzionatorio gli effetti negativi della mancata chiusura del ciclo dei rifiuti plastici da imballaggio. La misura, del valore fisso di 45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti in plastica monouso venduto (i cosidetti Macsi), non è ancora defi-

DI LUCA MEI
10 Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392
Marco Bergaglio, presidente di Unionplast fino al 2025

L’Ocse nel rapporto “Global Plastics Outlook: Policy Scenarios to 2060” si concentra su come un corretto uso e riciclo dei rifiuti della plastica possano assicurarci un futuro migliore

nitiva, ma si è già dimostrata inefficace e di difficile applicazione a causa della sua formulazione complessa, tanto da accendere molteplici dibattiti ed essere contestata non solo da Unionplast, che rappresenta i trasformatori di materie plastiche, e da Confindustria, la principale organizzazione rappresentativa delle imprese italiane, ma anche da numerose organizzazioni di rappresentanza operanti in altri ambiti industriali. Vengono messi in dubbio sia l’effettivo intento ecologico della tassa, la quale non è mai stata accompagnata da una valutazione di impatto che ne provi in modo scientifico l’utilità ambientale, sia le possibili ricadute sulle aziende produttrici e sull’attuale ciclo del riciclo, così come l’ulteriore perdita di posti di lavoro e l’inserimento di trattamenti sanzionatori che mettono a rischio l’accesso al credito di un intero settore. L’imposta, infatti, risulta anacronistica sotto il profilo economico: dai 650 milioni di maggiori entrate inizialmente ipotizzate, si è arrivati a 32,9 milioni in seguito ai radicali cambiamenti subiti dal mercato negli ultimi anni. Inoltre, di fronte alle previsioni legislative che riguardano l’etichettatura ambientale degli imballaggi e l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale destinato a quelli per le bevande, le percentuali di raccolta stimate per alcune tipologie sono circa al 90%. La Plastic Tax grava anche su imballaggi monouso per alimenti e cosmetici, per i quali già altre norme vietano l’uso di materiali riciclati post-consumo per evidenti ragioni di sicurezza sanitaria”.

Come associazione quali sono le azioni concrete che avete intrapreso o avete intenzione di intraprendere per chiedere alle istituzioni la cancellazione della Plastic Tax?

“Unionplast si è mossa fin dal 2019 per chiedere ai diversi Governi succedutisi in questi anni e al Parlamento inizialmente di rinviare e ora di abrogare un balzello che ha soli scopi di gettito e che non ha finalità di tutela dell’ambiente. L’esito è stato quello di ottenere rinvii ripetuti della norma. Ci auguriamo che questo Governo ci ascolti (i primi segnali sono confortanti) e che, pertanto, la tassa venga auspicabilmente abrogata dal 2024, dopo il rinvio atteso per il 2023”.

Nell’eventualità di una sua cancellazione, quali sarebbero le potenzialità che verrebbero liberate per il settore in cui operano le aziende trasformatrici e che attualmente vengono in qualche modo tarpate da tale norma?

“A seguito della cancellazione della Plastic Tax sarebbe sicuramente più semplice concentrarsi su investimenti che favoriscano un modello di economia circolare, col fine di liberarne il potenziale e creare nuovi posti di lavoro, dando modo al Paese di

slegarsi dalla dipendenza estera delle fonti fossili. Incentivare gli investimenti nel PNRR permetterebbe di realizzare un potenziamento delle infrastrutture dedicate alla valorizzazione del ciclo dei rifiuti per migliorare la raccolta differenziata, perseguendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Unione Europea, che attualmente vedono l’Italia in testa alle classifiche mondiali in termini di raccolta, selezione e riuso degli imballaggi anche in plastica.

Senza più ipotesi di veder tassate in modo insopportabile per il mercato le applicazioni “sensibili”, come quelle per i settori alimentare e cosmetico, causandone la repentina uscita dal mercato, si può iniziare a investire in sistemi avanzati di riciclo, affiancati al riciclo meccanico, per mettere a disposizione del mercato polimeri riciclati ma con caratteristiche “pari al vergine”. Il fine è quello di poter garantire sempre la sicurezza e la salute del consumatore, ma, per tenere il passo con i principali Paesi europei, che abbiamo “staccato” sul riciclo meccanico, ma che oggi potrebbero “sorpassarci” nuovamente col “riciclo avanzato”, occorre semplificare e accelerare il processo autorizzativo”.

Qual è lo stato di salute della trasformazione di materie plastiche considerando anche altri provvedimenti che al momento la interessano, come le direttive SUP e imballaggi?

“Gli indicatori relativi al 2022 non sono positivi. Gli impatti della crisi energetica, delle materie prime, degli approvvigionamenti e del conflitto in Ucraina si sono fatti sentire per tutto l’anno e continuano a incidere negativamente sul comparto della plastica. Dobbiamo ancora capire come si chiuderà il 2022 in termini di fatturato e produzione, ma l’andamento degli ultimi due trimestri non ci rende per nulla ottimisti. La possibile, o forse sarebbe meglio dire probabile, recessione mondiale, che è dietro l’angolo, per il settore si traduce in calo di ordini e, quindi, di produzione e di fatturato.

La prima trasformazione in Italia coinvolge circa 5.000 imprese e oltre 100.000 addetti, che generano un fatturato complessivo di oltre 19 miliardi di euro

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Le “3 R” - Ridurre, Riutilizzare, Riciclareindicano un modello di altrettanti comportamenti che dovrebbe guidare le attività umane per ridurne l’impatto sull’ambiente: per questo è fondamentale uno smaltimento dei rifiuti di qualsiasi genere che consenta di recuperarli e di riutilizzarli per abbattere l’uso di risorse

“Immaginare un mondo “plastic free” è un azzardo, visto che solo in Europa il settore conta 1,5 milioni di occupati e affari per 340 miliardi all’anno, mentre si deve semplicemente puntare a un suo uso più consapevole”, ha dichiarato Marco Bergaglio

Oltre alla Plastic Tax, temi quali la SUP (Single Use Plastic), introdotta nel 2021, e la minaccia del regolamento europeo sugli imballaggi non aiutano a sostenere il settore e inducono anche atteggiamenti di cautela da parte del mondo bancario sul lato prestiti. Attendiamo il consuntivo relativo al 2022, ma i segnali che percepiamo non sono per niente positivi”.

Insomma, un quadro articolato in un periodo che porta con sé altre aggravanti. Cosa ci può dire sulle difficoltà legate al costo dell’energia in processi energivori come quelli industriali? Le fonti rinnovabili possono rappresentare effettivamente una alternativa per i trasformatori?

“Il caro energia ha già causato rallentamenti e alcune aziende si sono fermate, nei momenti di picco degli aumenti, per non lavorare in perdita. L’incidenza dei costi energetici sui costi di produzione è più che raddoppiata (da circa il 5% all’11%) in confronto al periodo pre-pandemico ed è anche per questa ragione che, in veste di vicepresidente di Federazione Gomma Plastica e delegato federativo nel Gruppo Tecnico Energia di Confindustria per il biennio 2022-2024, guiderò il primo tavolo di lavoro federativo sul tema energia, aperto ai delegati di tutte le aziende associate, esperti e interessati al tema. Lo scopo è quello di monitorare in maniera continuativa la situazione relativa alla crisi energetica mondiale e nazionale, ascoltando le istanze dei settori industriali manifatturieri per prepararsi in maniera adeguata, capire come agire e suggerire le misure più opportune al Governo e alle istituzioni competenti, in coordinamento con il Gruppo Tecnico Confederale.

A proposito di fonti rinnovabili, lo scorso 22 settembre Unionplast ha siglato un accordo con Anie, che raggruppa le imprese delle filiere dell’elettrotecnica e dell’elettronica, per promuovere lo sviluppo degli impianti a energia rinnovabile negli stabilimenti produttivi di oltre 380 aziende. L’obiettivo è quello di accelerare il processo di transizione verso l’uso di strumenti alternativi, utili al raggiungimento dell’indipendenza energetica”.

Allargando lo sguardo a tutto tondo sul comparto di sua pertinenza, quanto esso risulta ancora afflitto dalla carenza di materie prime o dalle difficoltà legate al conflitto russo-ucraino e quali iniziative avete preso per farvi fronte?

“Come detto in precedenza, i rincari di energia e materie prime causati dal conflitto russo-ucraino hanno proiettato una lunga ombra sulle prospettive di ripresa delle attività economiche delle nostre imprese nello scenario post-pandemia, causando un generale contesto economico e politico di instabilità, non solo all’interno dell’industria della plastica.

L’influenza di questo stato di incertezza, insieme a tasse sanzionatorie e modalità “sottrattive” di politica ambientale, come la Plastic Tax, creano un’ulteriore contrazione del mercato, insieme a un rischio di trasferimento dei costi sul consumatore finale. Le iniziative intraprese da Unionplast, in raccordo con Federazione Gomma Plastica, riguardano principalmente una forte condivisione di dati e di esperienze, in modo da fare fronte comune nel trovare le soluzioni più adeguate di volta in volta”.

Per concludere, quali sono le sue aspettative per il futuro, almeno fino a quando lei guiderà Unionplast?

“Difficile avere una visione chiara sul “futuro della plastica”. Sicuramente è un argomento sul quale sarebbe necessario avere una visione più oggettiva, svincolata dai soliti pregiudizi, che da ormai troppo tempo affliggono tutti i prodotti contenenti materie plastiche. Per fare chiarezza e capire come gestire la situazione attuale sono numerose le istituzioni e le organizzazioni che continuano a svolgere ricerche: l’Ocse, in uno dei suoi ultimi rapporti, “Global Plastics Outlook: Policy Scenarios to 2060”, si concentra proprio su come un corretto uso e riciclo dei rifiuti della plastica possano assicurarci un futuro migliore. Incentivare l’attività di riciclo della plastica ci consentirebbe, infatti, attraverso un insieme di operazioni svolte direttamente sui rifiuti, di ottenere un nuovo materiale da poter reimmettere nei processi produttivi. Oggi la raccolta differenziata delle materie plastiche riguarda in particolare gli imballaggi, che costituiscono oltre il 50% della plastica contenuta nei rifiuti urbani, ma è un processo che deve ancora migliorare ed estendersi il più possibile. Immaginare un mondo “plastic free” è quindi un azzardo, visto che solo in Europa il settore conta 1,5 milioni di occupati e affari per 340 miliardi all’anno, mentre si deve semplicemente puntare a un suo uso più consapevole. Da questo punto di vista, ci preoccupa molto l’approccio di riduzione degli imballaggi, indirizzato soprattutto allo sfuso, da parte dell’Unione Europea, che sarebbe di grave danno non solo per il reparto plastica, ma anche per tanti settori - di trasformatori e di utenti - che fanno utilizzo di imballaggi per la tutela dei loro prodotti”.

12 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | MARKETING

A fine ottobre la federazione nazionale dell’industria chimica riunita in assemblea ha fornito i dati sull’andamento e sulla chiusura del 2022, che secondo le previsioni registrerà un calo, dopo i primi sei mesi non male e i secondi sei più in affanno. Ma il comparto si dimostra anche sicuro ed efficiente, come confermato dal rapporto annuale Responsible Care

“S

enza l’industria chimica si ferma la produzione manifatturiera: il nostro settore è una “materia prima” a monte di quasi tutte le filiere produttive, connesse, per esempio, all’agroalimentare, all’edilizia, ai settori del made in Italy, ed è motore essenziale della nostra economia, oltre che infrastruttura tecnologica di qualità e innovazione. Le istituzioni ne tengano conto, predisponendo interventi di sostegno per fronteggiare la crisi”. Con queste parole Paolo Lamberti, presidente di Federchimica, nella sua relazione all’assemblea del 24 ottobre ha lanciato un segnale di forte preoccupazione sulle prospettive dell’industria chimica in Italia, quanto mai incerte e con una previsione di una chiusura del 2022 di segno negativo: “Un segnale inquietante per tutta l’economia del Paese”, ha dichiarato Lamberti.

Semestri altalenanti

L’industria chimica in Italia - più di 2.800 imprese, terza a livello europeo per produzione dopo Germania e Francia ( ) e sesto settore industriale nel nostro Paese in valore ( )ha chiuso il 2021 con un valore della produzione di 56,4 miliardi di euro. Dopo un primo semestre ancora positivo (+0,4%),

da luglio ha registrato un significativo deterioramento, causato soprattutto dai costi energetici e dall’indebolimento della domanda da parte dei settori clienti. Nell’ipotesi che non si verifichino limitazioni all’attività per il razionamento del gas, è prevista una contrazione della produzione dell’8% nel secondo semestre, che porterebbe a chiudere il 2022 con un calo complessivo del 4%.

Più in dettaglio, nella prima parte dell’anno la produzione chimica in Italia ha mantenuto un’intonazione positiva grazie alla vivacità del comparto delle costruzioni, alla ripartenza dei settori clienti più colpiti dalla pandemia e, più in generale, al sostegno degli ordini pregressi. La seconda parte dell’anno ha registrato tuttavia un significativo deterioramento a causa della crisi energetica che, con il passare dei mesi, morde sempre di più: da un lato si materializzano notevoli rincari di costo, anche alla luce della

A C URA DI LUCA MEI “Chimica e fantasia”, Michele Cascella
13 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023
Paolo Lamberti, presidente di Federchimica

34 Scenario mondiale e chimica europea

Produzione chimica europea per Paese

(miliardi di euro, anno 2021)

UE27 = 594 miliardi di euro

Germania Francia Italia Paesi Bassi* Spagna Belgio Austria Svezia Polonia Finlandia Altri

171 103 56 54 50 41 17 15 14 8 65

(*) Il dato dei Paesi Bassi include molte attività puramente commerciali connesse all’attività portuale

Fonte: elaborazioni su Cefic Chemdata International, Eurostat; anno 2021

Grafico 1 - La chimica italiana per produzione a livello europeo è sul podio, dietro Germania e Francia 48 Il volto della chimica in Italia

Settori industriali in Italia in base al fatturato (milioni di euro)

Metalli Alimentare Meccanica Autoveicoli Tessile e abbigliamento Chimica Petrolifero Gomma e plastica Elettrotecnica Carta e stampa Cuoio e calzature Materiali per costruzioni Altri mezzi di trasporto Farmaceutica Mobile Elettronica Legno

147,4 146,4

124,1 65,4 53,8 53,7 50,2 47,2 42,1 34,5 31,1 30,3 27,6 27,1 22,3 19,1 13,2

Fonte: Istat; anno 2019, ultimo anno disponibile

Grafico 2 - La chimica è la sesta industria italiana in valore

Intensità di ricerca nella chimica e nell’industria (% sul totale degli addetti)

Industria chimica Industria manifatturiera

necessità di rinnovare i contratti di fornitura; dall’altro, si indebolisce la domanda dei settori clienti con casi di rinvio e cancellazione degli ordini. La brusca frenata in atto era già visibile nei dati di luglio e agosto, che segnavano un arretramento della produzione del 7% sull’anno precedente.

“La crisi che tutti stanno affrontando è particolarmente sentita dalla chimica, un settore energivoro, che utilizza il gas anche come materia prima per moltissime produzioni. Già prima dell’attuale crisi, il costo dell’energia aveva un’incidenza elevatissima (11%) sul valore della produzione, con punte ancor più significative, per esempio per gas tecnici, fertilizzanti, chimica di base e molti principi attivi farmaceutici. Le decisioni prese dal Consiglio europeo e il mandato alla Commissione sul “price cap” al gas ci sembrano significative, soprattutto perché assunte in totale condivisione tra i Paesi della UE”, ha proseguito il presidente di Federchimica.

Competitività a rischio

L’industria chimica è da tempo impegnata nel promuovere l’efficienza energetica e dal 2000 ha ridotto i consumi energetici del 44% a parità di produzione, anche grazie agli investimenti in cogenerazione, rinnovabili ed economia circolare. Per fare fronte alla crisi energetica, le imprese stanno utilizzando ogni leva disponibile, incluse la rimodulazione dei turni e la riformulazione dei prodotti.

“Lo shock energetico produce una rilevante perdita di competitività per tutta l’industria europea ma l’Italia rischia anche nei confronti degli altri Paesi UE, a causa del suo mix energetico più sbilanciato sul gas”, ha aggiunto Lamberti. Senza contare gli oneri connessi al Green Deal europeo, che, con l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, da mesi sta comportando interventi legislativi che enfatizzano i vantaggi ambientali ma sottostimano i costi industriali, “misure che ci penalizzeranno rispetto ai nostri competitor globali. Perché la transizione ecologica abbia successo, le istituzioni, europee e nazionali, devono garantire un quadro normativo chiaro e prevedibile, senza inutili appesantimenti. Il Covid ci ha insegnato che molte semplificazioni amministrative imposte dall’emergenza hanno funzionato e possono essere adottate anche in situazioni ordinarie”, ha dichiarato al riguardo il presidente di Federchimica, che ha ribadito: “Lo ripetiamo da anni: per il nostro Paese una pubblica amministrazione dinamica e vicina alle istanze delle imprese nell’interesse della collettività è un fattore imprescindibile di modernizzazione”.

Settore sostenibile e responsabile

La chimica è un settore sostenibile anche dal punto di vista della responsabilità sociale: impiega oltre 112 mila addetti altamente qualificati, che salgono a 278 mila considerando anche l’indotto. Tra il 2015 e il 2021 la chimica ha generato circa 7.000 nuovi posti di lavoro, figurando tra i settori che più hanno contribuito

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a creare occupazione nel Paese. Il rinnovo del Contratto Collettivo, siglato in giugno in anticipo sulla scadenza, “ha assicurato una prospettiva per il futuro delle imprese e dei lavoratori in un clima di grande incertezza”, ha spiegato ancora Paolo Lamberti. L’innovazione chimica è essenziale anche per affrontare le grandi sfide ambientali e demografiche del pianeta. “Perciò la ricerca chimica deve diventare centrale e prioritaria nei programmi di sostegno pubblici, favorendo gli sforzi delle imprese, soprattutto piccole e medie, con una ricerca pubblica indirizzata a finalità industriali”, ha precisato il presidente di Federchimica, concludendo: “Apprezziamo la rapidità con cui è stato definito il nuovo Governo, segno che c’è consapevolezza delle difficoltà da affrontare. Chiediamo alle istituzioni di essere messi in condizione di operare bene per produrre progresso, innovazione e benessere per tutto il sistema economico. Perché se si chiude la chimica si chiude il Paese”.

Unʼindustria sempre più sicura ed efficiente

La chimica è una delle industrie dove è più sicuro lavorare, persegue lo sviluppo sostenibile minimizzando l’impatto ambientale a parità di produzione - indipendentemente dalla congiuntura economica - in un’ottica circolare,

si impegna costantemente per un uso più efficiente dell’energia e la riduzione degli impatti climatici, a beneficio di ambiente, competitività e resilienza proprie e di tutte le filiere produttive a valle. Questi gli spunti che emergono dal 28° rapporto annuale Responsible Care, programma mondiale volontario di promozione dello sviluppo sostenibile dell’industria chimica, gestito in Italia da Federchimica e presentato il 9 novembre scorso nel corso della fiera Ecomondo.

L’industria chimica vanta da anni una posizione di primo piano nell’ambito di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: l’incidenza degli infortuni nel settore è inferiore del 41% rispetto alla media manifatturiera. Dal 2010 il numero degli infortuni, a parità di ore lavorate, è diminuito del 40% e mostra un ulteriore calo (quasi il 12%) rispetto al 2019: segno che la sensibilizzazione dei dipendenti verso atteggiamenti sicuri e responsabili e alcune buone pratiche introdotte durante la pandemia, come la riorganizzazione delle modalità e degli ambienti di lavoro, hanno generato effetti positivi. “Questi risultati sono frutto di un ingente impegno economico delle nostre imprese, che investono per sicurezza, salute e ambiente mediamente oltre il 2% del

fatturato annuo, pari circa a un quarto degli investimenti totali. Un impegno testimoniato anche dalla proficua collaborazione con Inail, in atto da oltre da 15 anni”, ha osservato Paolo Lamberti.

Il rapporto mostra anche l’impegno del settore sul fronte del consumo energetico. Rispetto al 1990, l’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 60% a parità di produzione, risultato superiore all’obiettivo del 32,5% entro il 2030 fissato dalla UE. Ciò anche grazie a investimenti in cogenerazione, utilizzo di energie rinnovabili ed economia circolare. Nel complicato contesto post pandemico, contrassegnato anche dall’esponenziale aumento dei prezzi di energia e materie prime, il settore ha comunque ulteriormente migliorato le sue prestazioni rispetto a tutti gli indicatori di sostenibilità ambientale: dal 1990 le emissioni dirette di gas serra si sono ridotte del 62% e le emissioni in atmosfera sono diminuite in media di oltre il 95%. Si sono sensibilmente ridotti anche consumo di acqua (-44%) e produzione di rifiuti (-3,4% in un anno), di cui è migliorata la gestione: il riciclo è la prima modalità di trattamento ed equivale a quasi il 30% del totale.

La chimica è una delle industrie dove è più sicuro lavorare e vanta da anni una posizione di primo piano nellʼambito di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro Il rapporto Responsible Care, gestito in Italia da Federchimica, è giunto alla sua 28a edizione
15 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023

Premio Nazionale Giovani

Premiati oltre 1.700 giovani chimici

Anche nel 2022, il Festival della Scienza di Genova ha ospitato, in modalità digitale, la cerimonia conclusiva del “Premio Nazionale Giovani - Sezione chimica di base e plastica” per la scuola primaria e secondaria di primo grado. Giunto alla sua 25a edizione, il concorso si propone di sensibilizzare i giovani sul contributo della chimica di base e della plastica rispetto al benessere, alla qualità della vita e a un modello di sviluppo sostenibile. Il concorso è promosso da Assobase e PlasticsEurope Italia - le associazioni di Federchimica che rappresentano il comparto industriale della chimica di base e delle materie plastiche - dalla Società Chimica Italiana - l’associazione scientifica che ha lo scopo di promuovere lo studio e il progresso della chimica e delle sue applicazioni - e da Amaplast - l’associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma. L’iniziativa è inoltre realizzata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia e l’Ufficio Scolastico territoriale di Milano. Alla manifestazione hanno partecipato in video collegamento gli oltre 1.700 vincitori, tra i 6 e i 14 anni, provenienti da 17 scuole di tutta Italia, dalle provincie di Ancona, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Caserta, Catanzaro, Como, Cremona, Fermo, Milano, Napoli, Taranto, Treviso, Venezia. I lavori presentati e premiati - manufatti, ricerche e video sulla chimica di base e sulla plastica - hanno entusiasmato la giuria, che ne ha apprezzato qualità, creatività e, in molti casi, grande

impegno in tema di inclusività. Durante l’evento è stata presentata la prossima edizione del “Premio Nazionale Giovani”, per sensibilizzare gli studenti sul contributo della chimica di base e della plastica rispetto, ad esempio, al benessere e alla qualità

della vita e alle tante sfide che la società si trova ad affrontare, prima tra tutte quella della transizione ecologica, per una società sempre più sostenibile. Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 24 marzo 2023 e la consegna dei progetti entro il 12 maggio 2023.

I VINCITORI

CHIMICA DI BASE

PLASTICA

SCUOLE PRIMARIE 1° Premio

SCUOLE PRIMARIE

Che figata l’acqua ossigenata!

Scuola primaria Circolo De Amicis Trani

1° Premio

Un mondo plastificato

Scuola primaria San Giovanni Bosco Guanzate (Como)

SCUOLE SECONDARIE 1° Premio

SCUOLE SECONDARIE

A tutto carbonio: dai modelli alle reazioni

Istituto Comprensivo Chiarelli Martina Franca (Taranto)

1° Premio

Plastica: è tutto vero?

Istituto Comprensivo 1 Belluno S. Ricci Belluno

La locandina che annuncia l’edizione 2023 del “Premio Nazionale Giovani”
16 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | MARKETING NEWS

Sinergie

associative Lettera al Ministro Adolfo

Urso

Il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso

A metà novembre le tre associazioni nazionali Amaplast (costruttori di macchine e attrezzature per materie plastiche e gomma), Acimac (costruttori di macchine e attrezzature per ceramica) e Ucima (costruttori di macchine per imballaggio e confezionamento) hanno inviato una lettera al Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso per chiedere interventi urgenti per le tre filiere. La congiuntura richiede infatti misure rapide per contrastare il caro energia e la carenza di materie prime.

In dettaglio, le tre associazioni hanno chiesto di: prorogare oltre il 31 dicembre 2022 il termine di consegna dei beni strumentali 4.0 per rendere efficace il relativo incentivo fiscale ed effettiva la ricaduta sul sistema produttivo; rendere definitivi e non transitori gli incentivi Transizione 4.0, poiché l’ammodernamento della manifattura italiana è ancora in corso; mettere in campo aiuti per traghettare verso la digitalizzazione anche gli utenti finali medio-piccoli; supportare la transizione energetica perché renda le fabbriche più sostenibili in termini di risparmi e ottimizzazione degli impianti; adeguare la normativa sugli ammortamenti dei beni strumentali; effettuare una revisione del “patent box” e dare il via libera al credito d’imposta alla ricerca; investire nel sistema scolastico, con fondi per laboratori e formazione sulle materie Stem; tenere l’acceleratore premuto sulla promozione all’estero e sull’internazionalizzazione delle imprese italiane auspicando che il neocostituito comitato per il commercio estero guidato dal Ministero, insieme a quello degli Affari Esteri, possa dare nuovo impulso in uno scenario internazionale sempre più competitivo; estendere le misure a supporto dei rincari del caro energia a tutte le filiere interessate; sostenere le tre filiere: quella plastica chiede aiuti per il supporto ai sistemi di riciclo e riuso dei materiali plastici con attenzione a riciclo meccanico, chimico e organico; quella ceramica necessita di misure immediate per calmierare i costi dell’energia derivante da fonti fossili e per la conversione a fonti rinnovabili; quella del confezionamento per lo sviluppo di packaging sempre più sostenibili e riciclabili.

“La decisione del Governo Meloni di creare un Ministero che si occupi di imprese a 360 gradi e torni ad avere un ruolo sulla tutela e la promozione del made in Italy”, si legge nella lettera, “non può fare che piacere a un settore, quello della meccanica strumentale, che è fiore all’occhiello dell’italianità nel mondo e parte imprescindibile di alcune fra le più importanti filiere, fra cui quella alimentare”. I presidenti delle tre associazioni auspicano di poter incontrare al più presto il Ministro per presentare le specificità dei settori rappresentati e la comune visione per la tutela e lo sviluppo del comparto.

Iniziativa

di Federazione Gomma Plastica

Nasce un tavolo di lavoro dedicato all’energia

L’organizzazione di categoria che sostiene gli interessi delle industrie della gomma, dei cavi elettrici e dei trasformatori di materie plastiche, Federazione Gomma Plastica, ha deciso di costituire un tavolo di lavoro federativo sull’energia, aperto ai delegati di tutte le aziende associate, esperti e interessati a un tema di rilevanza strategico per il sistema industriale italiano, che sta pesantemente impattando su costi e vita delle imprese, soprattutto manifatturiere. Il coordinamento del tavolo è affidato a Marco Bergaglio, vicepresidente della federazione.

La crisi dei prezzi energetici continua a provocare gravi ripercussioni su tanti settori industriali, compresi quelli della gomma e della plastica. Secondo il rapporto previsionale del Centro Studi di Confindustria, i costi energetici delle imprese italiane nel 2022 sfioreranno il 10% dei costi di produzione, con un valore di 110 miliardi in più in bolletta.

Nei settori della trasformazione di plastica e gomma i costi energetici, rispetto al periodo precedente la pandemia, sono passati da circa il 5% all’11% dei costi di produzione

17 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS
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La plastica europea accelera verso circolarità e neutralità

Il rapporto di Plastis Europe presentato al K 2022 mette sul tavolo molte questioni, dai risvolti problematici e sfidanti, ma che vanno affrontate per trovare le soluzioni migliori per una transizione verso la circolarità e la neutralità che sia a prova di futuro, sebbene risulti difficile fare previsioni in questi tempi complicati

Lʼutilizzo di plastica riciclata per realizzare nuovi prodotti nel 2021 ha registrato un aumento del 20% rispetto al 2020. È questo il dato di apertura del rapporto annuale “Plastics - The Facts 2022” presentato da Plastics Europe al K 2022, da cui si evince che il contenuto di riciclato nei prodotti in plastica ha raggiunto quasi il 10%. Questo passo avanti dimostra gli sforzi dell’industria della plastica europea per accelerare la sua transizione verso la circolarità, cambiamento sistemico che, nonostante questi miglioramenti e l’impegno che li sostiene, deve essere implementato insieme all’azzeramento delle emissioni di carbonio.

Sfide impegnative e obiettivi ambiziosi

Il riciclo chimico come strumento complementare a quello meccanico è una leva fondamentale per raggiungere livelli di riciclo sempre più alti e la sostenibilità. Anche se la domanda di materiali riciclati è superiore all’offerta, l’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime, conseguente in buona parte all’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, sta dando vita a sfide molto impegnative per l’industria delle materie

plastiche, la catena di approvvigionamento e tutte le economie dell’Unione Europea, ed è probabile che le strozzature nell’offerta continueranno a essere un problema nei prossimi mesi. Industria delle materie plastiche che sta lavorando incessantemente per ridurre ulteriormente le emissioni in atmosfera e disaccoppiare la plastica dalle materie prime di origine fossile. Secondo il rapporto, nel 2021 la produzione di plastica da fonti non fossili rappresentava il 12,4% della produzione totale di plastica in Europa. Questa transizione verrà rilevata anno per anno, per tracciare i progressi compiuti verso l’obiettivo dell’UE, sostenuto da Plastics Europe, di raggiungere il 20% di prodotti in plastica di origine non fossile entro il 2030.

A prova di futuro

Come evidenzia ReShaping Plastics, rapporto commissionato da Plastics Europe a SystemiQ, è necessario intensificare le azioni a monte e a valle della filiera per raggiungere gli obiettivi della Direttiva sugli imballaggi in plastica e della Circular Plastics Alliance. “È più importante che mai creare un quadro di politica industriale solidale che incoraggi il ruolo guida dell’in-

Plastics - The Facts 2022
19 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS

dustria europea nella transizione verso lo zero netto di emissioni e la circolarità”, ha dichiarato Virginia Janssens, direttore generale di Plastics Europe, in occasione della presentazione del rapporto al K 2022.

“Se vogliamo rendere il nostro settore a prova di futuro, l’accettazione del riciclo chimico con il bilancio di massa è vitale per accelerare la doppia trasformazione del sistema delle materie plastiche”, ha aggiunto Virginia Janssens. “Una maggiore e tempestiva collaborazione lungo la filiera e con i responsabili politici è essenziale affinché ciò avvenga. Da solo, nessun partner privato o pubblico può offrire soluzioni praticabili a problemi complessi in questi tempi senza precedenti”.

Difficile fare previsioni

Nonostante la pandemia, il settore delle materie plastiche nel 2021 ha preservato i livelli occupazionali in Europa. Con oltre 1,5 milioni di dipendenti diretti, l’industria europea della plastica ha continuato a svolgere un ruolo cruciale nell’economia

dell’Unione Europea. Inoltre, come effetto di rimbalzo dopo la pandemia nel 2020, gli ultimi dati indicano un aumento della produzione di plastica a livello globale ed europeo. Tuttavia, la quota di produzione dell’Europa sta diminuendo dal 23% del 2006 al 15% del 2021, mettendo a rischio la competitività dell’industria europea rispetto a quella di altre regioni del mondo.

Guardando al futuro e prevedendo una carenza di gas nei prossimi mesi, la produzione europea di plastica dovrebbe risultare in diminuzione del 4% nel 2022. Le incertezze relative all’approvvigionamento delle materie prime e ai prezzi dell’energia rendono estremamente difficile fare previsioni per il 2023. In questi momenti cruciali, la disponibilità di materie prime di alta qualità è fondamentale per gli operatori nella filiera delle materie plastiche. Plastics Europe sta sviluppando una tabella di marcia per la circolarità e la neutralità climatica dell’industria della plastica entro il 2050 che comprende traguardi, obiettivi e condizioni abilitanti da lanciare nel 2023.

Fossil-based plastics

Bio-based/bioattributed plastics1 Post-consumer recycled plastics

Produzione mondiale ed europea di plastica (compresa quella da polimerizzazione e da riciclo meccanico) e ripartizione percentuale delle fonti utilizzate plastics production* in 2021 fossilrecycled respectively of production. nova-Institute plastic parts and products (i.e. for textiles, adhesives, sealants, coatings, etc.) are not included and production of mechanically recycled plastics polymers, preliminary estimations for 2021 Fossil-based plastics
attributed plastics1 Post-consumer recycled plastics in 2021 18 PLASTICS EUROPE OCTOBER 2022
plastics production*
2021 In 2021, European plastics production reached 57.2 Mt. Post-consumer recycled plastics and bio-based/bio-attributed plastics respectively accounted for 10.1% and 2.3% of the European plastics production. Sources: Conversio Market & Strategy GmbH and nova-Institute The above data are rounded estimations Polymers that are not used in the conversion of plastic parts and products (i.e. for textiles,
plastics
estimations
Virginia Janssens, direttore generale di Plastics Europe
Bio-based/bio-
European
in
adhesives, sealants, coatings, etc.) are not included *Including plastics production from polymerisation and production of mechanically recycled
1. nova-Institute 2022; data for bio-based structural polymers, preliminary
for 2021
Produzione mondiale di plastica nel 2021 Produzione di plastica in
nel 2021 Plastica a base fossile Plastica riciclata post-consumo Plastica a base biologica/bioattribuita 8,3% 1,5% 90,2% 10,1% 2,3% 87,6% 390,7 Mt nel 2021 57,2 Mt nel 2021 20 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | PLASTICA E AMBIENTE
Europa

Come la produzione, l’impiego e il riciclo di PVC possono contribuire a ridurre le emissioni di CO 2 in atmosfera. Tutto, qui spiegato in sintesi, raccolto in un documento di PVC Forum Italia

Il processo di autoregolazione secondo cui la CO2 immessa nell’atmosfera del nostro pianeta viene da questo riassorbita è chiamato “carbon neutrality”, ma tale “neutralità” oggi è purtroppo sbilanciata dall’enorme quantità di biossido di carbonio emesso in conseguenza delle attività umane. Poiché ipotizzare una recessione delle attività produttive è piuttosto anacronistico, occorre ridurre in altro modo le emissioni, tema a cui PVC Forum Italia ha dedicato un documento dal titolo “Decarbonizzazione - La produzione, le innovazioni e l’apporto del PVC”. La politica di decarbonizzazione è parte fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), coerentemente con l’obiettivo approvato dal Consiglio europeo nel dicembre 2019 di rendere l’Unione Europea climaticamente neutra entro il 2050, in linea con l’accordo di Parigi del 2015. Per raggiungere la carbon neutrality entro tale data la principale strategia è anzitutto quella di ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche fossili e di aumentare l’utilizzo di quelle rinnovabili (idraulica, solare, eolica, geotermica ecc.). Senza tralasciare la termovalorizzazione dei rifiuti, potenzialmente idonea alla riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Per completezza occorre è utile citare alcuni metodi in via di sperimentazione per assorbire l’eccesso di CO2 in atmosfera, come i pozzi di assorbimento e la piantumazione di alberi.

Esistono alcuni strumenti finalizzati a riportare e comunicare i risultati ottenuti in termini di riduzioni delle emissioni: le più

conosciute LCA (analisi del ciclo di vita) e le conseguenti EPD (dichiarazioni ambientali di prodotto), ma anche l’ESG (Environmental Social Governance), che esprime le caratteristiche gestionali d’impresa volte alla riduzione degli impatti ambientali e alla decarbonizzazione.

Anche la filiera del PVC offre concretamente il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione voluti a livello sia europeo sia internazionale. Per definire il contributo di un materiale alla decarbonizzazione si devono considerare in particolare due fattori: consumo di materiali fossili per la sua produzione e consumo di energia da combustibili fossili. Nella produzione di articoli in PVC sono quattro le fasi del processo che contribuiscono a ridurre i consumi di risorse fossili o a mettere a disposizione energia da fonti non fossili.

Quattro fasi

In primis, minore consumo di materie prime fossili (meno carbonio) e utilizzo di materie prime rinnovabili (cloruro di sodio). Il PVC proviene per il 43% dalla raffinazione del petrolio, ma la restante quota deriva dal cloruro di sodio con cui si producono cloro, soda caustica e idrogeno. Il cloro è essenziale per tutta l’industria chimica: oltre l’85% dei prodotti farmaceutici e più della metà di quelli chimici dipendono dalla chimica del cloro. Solo un terzo del dipendono dalla chimica del cloro. Solo un terzo del

21 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023
L’etichetta VinylPlus Label

Il PVC può essere riciclato fino a 6-7 volte senza perdere le proprie caratteristiche prestazionali

sono

cloro prodotto in Europa viene utilizzato nel PVC. La produzione di cloro comporta produ zione di soda (NaOH), importante materia prima per molti settori industriali e merceologici. Secondariamente, la riciclabilità del PVC sia prima sia dopo il suo utilizzo. Il PVC può essere riciclato fino a 6-7 volte senza perdere le sue caratteristiche presta zionali. Ne consegue che il consumo di materie prime ed ener gia per produrre il PVC necessario per un nuovo articolo può essere suddiviso tra tutti quelli successivi che saranno prodotti riciclando il primo. Dal punto di vista ambientale, la domanda di energia primaria per produrre PVC riciclato è dal 45% al 90% inferiore rispetto a quella per produrre PVC vergine. Inoltre, secondo una stima prudenziale, per ogni kg di PVC riciclato vengono risparmiati circa 2 kg di CO2, così che il risparmio di CO2 derivante dal riciclo di PVC in Europa è attualmente intorno a 1,5 milioni di tonnellate all’anno.

In terzo luogo, abbattimento e recupero dei gas clorurati permettono di ottenere acido muriatico utilizzabile in vario modo. Ma sono disponibili altri sistemi che permettono il riciclo e l’utilizzo di cloro per produrre sostanze chimiche; per esempio, il bicarbonato di sodio neutralizza gli acidi (compreso l’acido cloridrico) e li trasforma in sali sodici (cloruro, solfato, fluoruro) che vengono catturati tramite una sezione di filtrazione e raccolti, mentre i fumi depurati possono essere dispersi in atmosfera. I sali di sodio generati dalla neutralizzazione dei gas acidi, una volta raccolti nello stadio di filtrazione finale, possono essere recuperati in una piattaforma dedicata dove sono disciolti in acqua, additivati per favorire la precipitazione dei metalli e sottoposti a un’operazione di filtrazione. Infine, dalla produzione di cloro-alcoli si ottiene come sottoprodotto l’idrogeno, importante per una economia cosiddetta “climate neutral”. Il settore dei cloruri alcalini produce in Europa circa 270 mila tonnellate/anno di idrogeno come sottoprodotto di massima purezza, di cui 77 mila sono utilizzate come componente chimico, 145 mila come combustibile e 48 mila rimangono inutilizzate. Le ultime due voci sono quindi disponibili per nuove applicazioni “carbon neutral” e potrebbero aiutare l’economia dell’idrogeno verde e a basse emissioni di carbonio in Europa. La mancanza di opportunità di mercato e/o di infrastrutture necessarie sono oggi le ragioni principali dello spreco di idrogeno. Tali barriere dovrebbero essere rimosse, così che l’idrogeno possa essere utilizzato per la transizione ver-

so un’Europa climaticamente neutrale nel 2050. Da sottolineare che l’idrogeno proveniente dal processo dei cloro-alcali ha una bassa impronta di carbonio, pari a 0,2-1,14 kg di CO2 eq/kg di H2, a seconda del tipo di elettricità (rinnovabile o convenzionale) utilizzata. Impronta che è più bassa del 70% rispetto all’idrogeno proveniente da processi basati su combustibili fossili.

Due strumenti

L’industria europea del PVC ha implementato due strumenti per garantire e promuovere un prodotto sostenibile anche in termini di decarbonizzazione: VinylPlus Product Label e i successivi “certificati” per compound e additivi.

Il VinylPlus Product Label è uno schema di sostenibilità certificato da terze parti per prodotti in PVC nel settore edile sviluppato da VinylPlus in collaborazione con BRE (organizzazione indipendente di consulenza, analisi e formazione per l’edilizia) e The Natural Step (ONG internazionale esperta in sostenibilità). Si tratta di un marchio volontario, aperto a tutte le aziende partner di Vinylplus per singoli prodotti o famiglie di prodotti in PVC, che combina elementi del Responsible Sourcing (BES 6001) di BRE con gli impegni di sostenibilità di VinylPlus. Lo scopo è di aiutare progettisti, appaltatori e anche utilizzatori finali a identificare prodotti e soluzioni in PVC che meglio contribuiscono allo sviluppo sostenibile. La politica e le prestazioni complessive dell’azienda che ottiene il tale etichetta, nonché i prodotti realizzati, devono infatti essere allineati a una serie di criteri, tra cui gestione controllata del ciclo di vita, resina proveniente da fonte sostenibili, uso responsabile degli additivi, politiche per il clima e altri. A questo marchio sono stati affiancati due ulteriori schemi di sostenibilità, i VinylPlus Supplier Certificates (VSC) per produttori di additivi e per compoundatori, con lo scopo di consentire ai fornitori di materie prime di dimostrare i loro sforzi nella sostenibilità e facilitare i trasformatori nell’ottenere il Product Label. VinylPlus Product Label nel 2022 è stato inserito nell’ultima versione dei CAM edilizia del 6 agosto 2022 (in vigore dal 4 dicembre) come certificazione di prodotto per dimostrare il valore percentuale del contenuto nei prodotti di PVC (serramenti, pavimenti e tubazioni) di materia riciclata, recuperata od ottenuta da sottoprodotti. A oggi hanno ottenuto VinylPlus Label 11 aziende per 130 prodotti realizzati in 22 stabilimenti europei.

22 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | PLASTICA E AMBIENTE
Varie strade percorribili per realizzare l’economia circolare

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Il “sistema” della green economy

Crescono Ecomondo e Key Energy, per l’ultima volta insieme

L’11 novembre si sono chiuse le fiere Ecomondo e Key Energy 2022, le fiere dedicate alla “green economy” che si sono tenute nel quartiere fieristico di Rimini per l’ultima volta insieme e che dall’anno prossimo si svolgeranno secondo la tradizionale calendarizzazione a novembre, la prima, e a marzo, la seconda. Quanto agli esiti dei due eventi è risultato che quanto a circolarità e rinnovabili l’Italia è all’avanguardia: Ecomondo e Key Energy, organizzate da Italian Exhibition Group, hanno chiuso i battenti con un +41% di presenze totali rispetto al 2021 (e un +15% sull’edizione record del 2019), segnando inoltre il raddoppio delle presenze estere (provenienti da 90 Paesi). Dalle due manifestazioni è emerso forte e chiara la traiettoria green del futuro dell’economia italiana. Ecomondo e Key Energy, giunte rispettivamente alla 25a e 15a edizione, rappresentano un vero e proprio “sistema” che deve la sua unicità all’intreccio virtuoso tra il business della parte espositiva, le relazioni istituzionali al più alto livello, dalla Commissione europea passando per il Ministero dell’Ambiente e la Sicurezza energetica, fino alla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e ai Consorzi di filiera, e a un calendario convegnistico ricco e articolato, che ha voluto essere la bussola per orientarsi nei cambiamenti in atto e uno stimolo constante per i decisori pubblici a proseguire nel cammino della sostenibilità.

Con l´86% delle imprese italiane che giudica elevato o buono il livello di attenzione per la transizione ecologica e con i 24 miliardi di euro di benefici stimati per i consumatori da qui

al 2030 sulla scia dello sviluppo delle rinnovabili, l’economia italiana nel prossimo futuro si colora di verde. Centinaia le storie di innovazione portate in fiera a Rimini dalle start up e dalle aziende espositrici, mentre sul versante dell’azione globale dei due saloni, sono 80 le associazioni internazionali che operano nella green economy con cui i saloni hanno stretto accordi di collaborazione; costante l´impegno a promuovere la “crescita blu” nell’area del Mediterraneo con le case history dei progetti internazionali di cooperazione per la tutela dell’ecosistema marino e del contrasto al cambiamento climatico nell’area; infine, con il progetto Africa Green Growth entra nell’agenda della sostenibilità sociale l’autonomia energetica dei Paesi africani. Lo stato dell’arte del mercato lo hanno testimoniato 1.400 espositori su 130 mila metri quadri di superficie espositiva che hanno raccolto il meglio delle tecnologie made in Italy e internazionali per i pilastri della green economy. Tutte filiere che hanno attratto in fiera a Rimini 600 buyer esteri grazie alla sinergia con Agenzia ICE e Ministero degli Affari Esteri e che hanno generato 2.537 incontri di business sulla piattaforma digitale, mentre le visualizzazioni da parte degli operatori professionali dei profili degli espositori sulla piattaforma B2B GreenTechInsights hanno superato le 270 mila visualizzazioni. Ecomondo tornerà a Rimini dal 7 al 10 novembre 2023, preceduta, dal 22 al 24 marzo 2023, dalla prima edizione di Key The Renewable Energy Expo, spin off da Ecomondo di KEY Energy, che diventerà un evento autonomo.

Ecomondo e Key Energy si sono svolte per l’ultima volta insieme: dal 2023 la seconda diventerà autonoma come spin off della prima

25 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS PLASTICA E AMBIENTE NEWS |

Rapporto di Sostenibilità Conai

Da riciclo e recupero degli imballaggi benefici per oltre 1,5 miliardi di euro

Secondo il nuovo Rapporto di Sostenibilità di Conai, nel 2021 in Italia il riciclo e il recupero degli imballaggi che fanno capo al consorzio nazionale imballaggi hanno generato un miliardo e 525 milioni di euro di benefici

ambientali. Il valore economico della materia recuperata grazie al riciclo gestito da Conai in Italia è di 614 milioni di euro, quello dell’energia prodotta avviando gli imballaggi non riciclabili a recupero energetico è pari a 10 milioni, mentre l’indotto economico generato dalla filiera ammonta a 625 milioni. A questo si aggiunge il valore economico della CO2 non emessa grazie al riciclo, calcolato sulla base di quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo: 276 milioni di euro. Nel 2021, inoltre, l’attività di Conai ha evitato il consumo di quasi 26 terawattora di energia primaria, equivalenti al consumo di elettricità per uso domestico medio di circa 7 milioni di famiglie italiane in un anno. Grazie all’impegno del sistema consortile, lo scorso anno è stata evitata anche

l’emissione in atmosfera di 4,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Inoltre, in un Paese povero di risorse come l’Italia, si rivela sempre più importante anche il quantitativo di materia risparmiata: nel 2021 i rifiuti di imballaggio avviati a riciclo dal sistema Conai hanno consentito di evitare il consumo di circa 5 milioni di tonnellate di materia vergine. In dettaglio, 519 mila tonnellate di plastica e 140 mila tonnellate di bioplastica, insieme a 285 mila tonnellate di acciaio, 16 mila tonnellate di alluminio, un milione e 318 mila tonnellate di carta, 916 mila tonnellate di legno e un milione e 796 mila tonnellate di vetro. Un lavoro di gestione dei rifiuti di imballaggio che ogni anno evita il riempimento di circa otto discariche di medie dimensioni, vere e proprie cicatrici sul nostro territorio.

“Il riciclo permette di risparmiare non solo materia, ma anche energia primaria e CO2 L’Italia, del resto, è già leader europeo in questo settore dell’economia circolare: siamo il primo fra i grandi Paesi per riciclo pro-capite degli imballaggi”, ha dichiarato Luca Ruini, presidente di Conai

Dai PFU scarpe e materassini per bovini

Da una collaborazione a tre tra Ecopneus, il consorzio che gestisce la raccolta e il riciclo degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), Idea Plast, azienda specializzata nella realizzazione di manufatti in materie plastiche riciclate, e Agriglobal Services, operatore zootecnico che si occupa di salute animale, sono nate due soluzioni per il benessere dei bovini che coniugano prestazioni, qualità e sostenibilità grazie all’uso di materiali riciclati e riciclabili.

La prima è la scarpa CowShoes per bovini con cui correggere la zoppia, difetto dell’andatura che colpisce oltre il 40% degli esemplari e che rappresenta

la terza causa di perdita economica per gli allevatori di quelli da latte. La scarpa è realizzata in Tyreplast, compound ottenuto dal riciclo di plastica e PFU, ed è commercializzata a partire da gennaio 2023.

Sempre in gomma riciclata, i tre partner hanno sviluppato anche i materassini autobloccanti ElliptiCOW per bovini, che, riempiti con sabbia e paglia, rendono le cuccette degli animali più confortevoli e asciutte, risultando più calde in inverno e più fresche in estate. I materassini sono realizzati con il 100% di materiale riciclato, granulo da PFU e resina poliuretanica.

La scarpa per bovini realizzata con materiale riciclato
Cupola
ricavato dai PFU
Sviluppo a tre
26 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | PLASTICA E AMBIENTE NEWS

Polietilene protagonista: due volte è meglio di una

Il costruttore di linee di estrusione Colines al K 2022 ha presentato uno dei suoi prodotti di punta tra le linee di estrusione a testa piana, la ALLRollEX 3000mm che, grazie a una tecnologia all’avanguardia, è stata ulteriormente “affinata” per produrre film di ultima generazione, che a loro volta permettono di realizzare applicazioni altrettanto avanzate, con un occhio di riguardo anche alla riciclabilità

Il polietilene è stato il protagonista indiscusso della fiera K 2022 di Colines, che, alla kermesse tedesca, ha riscosso un generale successo, risultato della scelta di investire fortemente su quello che è stato il primo grande evento dopo lo stop più o meno totale imposto dalla pandemia da Covid-19. Investimento che si è concretizzato in una piccola ma significativa espansione dello spazio espositivo e soprattutto nella scelta di portare in fiera una linea in funzione, la “flagship” ALLRollEX 3000mm, per la produzione di film estensibile con tecnologia a testa piana, unica linea di estrusione in funzione nel padiglione 16 e uno dei due soli impianti cast esposti nell’intera fiera.

La collaborazione con un partner importante e oramai storico come ExxonMobil ha inoltre consentito all’azienda italiana di presentare un film estensibile di gran-

de interesse per il mercato, sia per il suo contenuto del 30% di PCR (ottenuto da riciclo chimico), sia per le caratteristiche meccaniche di elevato livello: con uno spessore di 12 micron, infatti, il film ha ottenuto (con test effettuati anche in fiera, sulla macchina per test di Estl) valori superiori al 400% di “ultimate strain” e superiori al 300% di “wrapping consistency”.

MDO di ultima generazione

L’innovativa linea ALLRollEX 3000mm in esposizione non è stata però l’unica grande “attrazione” offerta in fiera da Colines. Un’altra produzione, sempre a base di polietilene, ha conquistato l’attenzione e l’interesse dei visitatori che hanno animato lo stand dell’azienda nel corso degli otto giorni di rassegna: le confezioni tipo stand-up pouch prodotte partendo da

un film MDO-PE ottenuto su linea a testa piana, ossia un polietilene mono-orientato in linea grazie alle unità MDO (Machine Direction Orientation) di ultima generazione ingegnerizzate da Colines. “Per noi è stato il coronamento di un percorso lungo circa due anni”, ha illustrato Nicola Lombardini, responsabile del dipartimento di ricerca e sviluppo di Colines, “che ci ha portati a realizzare qualcosa di così innovativo da essere ritenuto fino a poco tempo fa impossibile da ottenere, ovvero un film a base PE estruso con tecnologia cast e mono-orientato in linea. Si tratta di un prodotto in grado di acquistare immediatamente quote di mercato incredibili e di crearsene di nuove, andando a sostituire prodotti già esistenti a base PE e anche altri a base PP o PET”.

Un processo che ha portato Colines a collaborare con i più importanti “player” tra i produttori di resine PE. “È iniziato tutto

Colines soddisfatta del K 2022 A C URA DI LUCA MEI
28 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392

nell’autunno del 2020, quando un nostro fornitore ci ha messi in contatto con un importante cliente che voleva provare a realizzare un film MDO-PE con tecnologia cast, prodotto che fino a quel momento era stato realizzato solo con le linee blown, con alcuni limiti tecnici dovuti proprio alla tecnologia di estrusione”, ha aggiunto Nicola Lombardini. “In quel momento avevamo a disposizione una linea laboratorio progettata per estrudere polipropilene e i primi risultati sono stati così impressionanti che abbiamo deciso di investire sulla ricerca del prodotto, con una nuova linea cast con tavola 1.600, che diventano 1.300 dopo il passaggio nella MDO, appositamente ottimizzata per lavorare film in polietilene. Prima ancora che cercassimo noi dei partner, la voce nel mondo della plastica si era già sparsa e le prospettive del nuovo prodotto erano tali da spingere un grande produttore di resine a contattarci, per condividere la ricerca sull’argomento”. Già un anno fa, l’azienda ha promosso i primi risultati importanti ottenuti, annunciando la realizzazione di un film mono-orientato a base di polietilene poi stampato con tecnologia offset e con proprietà sia meccaniche sia ottiche di elevato livello.

La scelta del materiale “Perché è così importante aver realizzato un film mono-orientato a base PE? Sta tutto nelle caratteristiche della pellicola”, ha spiegato Nicola Lombardini, “visto che lo stesso film MDO-PE prodotto su impianti bolla ha dei limiti ottici ma anche “fisici” ben determinati. Per esempio, questa pellicola prodotta in cast possiede proprietà ottiche con valori di Haze e Gloss decisamente migliori di quelle di un film analogo prodotto in blown, mentre se ragioniamo sulla possibilità di un film che abbia un lato saldante e un altro stampabile, questo lo si può ottenere solo con tecnologia cast. Il fatto che poi il polietilene sia molto più facile da riciclare, con temperature di fusione sensibilmente inferiori rispetto agli altri polimeri, rende questo prodotto un vero

e proprio “game-changer” sul mercato della plastica”.

A quel primo risultato, ancora parziale sebbene già particolarmente significativo, se ne sono aggiunti altri nei mesi successivi: lungo la strada che ha portato l’azienda al K 2022, infatti, le collaborazioni con grandi produttori di resine sono aumentate, fino a coinvolgere in contemporanea tre differenti soggetti, con tre progetti diversi tra loro. Con uno di essi, Colines ha realizzato buste stand-up pouch ottenute da un MDO-PE da stampa estruso su una propria linea a testa piana saldato poi con PE saldante fornito dal produttore di resine; con un altro produttore, invece, sono state realizzate delle pouch ottenute da film tutto prodotto da Colines su una stessa linea cast: un film MDO-PE da stampa laminato con un altro film PE saldante. Infine, con il terzo produttore sono state percorse due strade distinte: da un lato producendo pouch laminando film MDO-PE estruso a testa piana con un PE saldante estruso su una linea con tecnologia in bolla sempre di Colines; dall’altro, realizzando un modello di pouch con mono-film, ovvero con un film singolo MDO-PE estruso a testa piana, con un lato stampato e un lato saldante.

Il film del futuro

“Abbiamo avuto più di una conferma”, ha continuato Nicola Lombardini, “che questo possa essere il film del futuro. Sia per

l’interesse riscontrato nei mesi antecedenti alla fiera, sia per quello ancor maggiore che hanno dimostrato i nostri visitatori di fronte ai campioni realizzati. Alcuni di loro, che hanno condotto dei test con noi e che sono abituati a lavorare del film MDO-PE su linee blown sono rimasti colpiti non solo dai valori di laboratorio decisamente migliori ottenuti dal film cast, ma anche e soprattutto dalla maggior facilità di gestione e di messa a regime di una linea cast paragonata ai “bolla”. Dopo aver ottenuto risultati eccellenti sulla nostra linea laboratorio con fascia 1.600-1.300, abbiamo riportato in scala su linee più grandi gli stessi test e l’obiettivo nostro, in chiave futura, è quella di arrivare al “fine tuning”, ovvero all’ottimizzazione e al massimo efficientamento di queste linee, allo scopo che possano produrre sia film MDO-PE, sia il PE saldante che in alcuni casi serve a completare il prodotto finale”.

L’obiettivo per il costruttore italiano è quello di offrire al mercato una tecnologia per ottenere una valida alternativa a tante applicazioni attualmente appan-

Il CEO di Colines, Anthony Michael Caprioli (a destra), e il direttore marketing e comunicazione, Gabriele Peccetti, srotolano una bobina di film MDO-PE stampato
29 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS
Una veduta dello stand di Colines alla fiera K 2022

naggio di film BOPP e BOPET (dove BO sta per biorientato), con la possibilità di garantire, da un lato, una barriera di ingresso, in termini di investimento iniziale, meno elevata agli imprenditori, e dall’altro, di portare sul mercato un film più facilmente riciclabile.

Per ottimizzare la produzione, Colines ha lavorato anche sulla facilità di utilizzo e sulla estrema versatilità delle proprie linee, presentando proprio alla fiera K il

nuovo “Mastermind”, sistema di gestione del profilo e della linea realizzato con Elav, la propria associata dedicata, tra l’altro, all’automazione e all’innovazione elettronica. Sistema con cui è stata equipaggiata la linea ALLRollEX 3000mm

presente all’interno dello stand e che attirato a sua volta l’attenzione dei visitatori.

Una soluzione per diverse esigenze Avvolgitori orbitali per film estensibili

Recentemente Colines ha lanciato la nuova gamma di avvolgitori orbitali AllWrapper dotata dell’innovativo sistema di pre-stiro motorizzato con trasmissione magnetica (brevettato), senza energia sulla parte mobile e senza contatto e, quindi, non soggetto a usura. La distribuzione del film con precisione millimetrica consente di avvolgere praticamente qualsiasi tipo di confezione e l’utilizzo di film estensibile al posto di quello retraibile (o di scatole di cartone) si traduce in significativi risparmi di materiale ed energia elettrica, rispettivamente nell’ordine del 50% del 90%.

Il nuovo sistema di taglio a filo caldo (anche questo brevettato) con rotazione della ruota eccentrica senza masse in movimento permette di ottenere frequenze molto più elevate in uno spazio estremamente ridotto. La gamma AllWrapper soddisfa diverse esigenze in termini di costi e velocità di produzione grazie alla disponibilità di tre modelli, da quello a bassa velocità in grado di realizzare 12 confezioni al minuto, passando per quello a media velocità da 24 confezioni al minuto, fino a quello ad alta velocità da 70 confezioni al minuto.

I nuovi avvolgitori, dopo essere stati presentati in funzione al K 2022, verranno proposti da

Colines

anche alla fiera Interpack 2023 di Düsseldorf, dove l’azienda parteciperà per la prima volta. Un esemplare dei nuovi avvolgitori orbitali AllWrapper Campioni di buste tipo stand-up pouch mono-materiale in MDO-PE cast al K (in blu la versione mono-film, senza laminazione) Presso lo stand Hudson-Sharp al K 2022 venivano realizzate buste stand-up pouch utilizzando film prodotti su linee Colines
30 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | LINEE DI TRASFORMAZIONE
Produzione di una bobina di film monoorientato vista dall’avvolgitore

Whether it is inhouse, postconsumer, bottle or chemical recycling: closing the loop in a precise and profitable way if machines are perfectly tuned for the respective application.

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Una linea di Icma San Giorgio per il compounding/riciclo avanzati

Attività recenti in casa Icma San Giorgio

Compounding e riciclo per lʼecosostenibilità della plastica

I due colori istituzionali di Icma San Giorgio, verde e arancione, identificavano le soluzioni che l’azienda ha proposto al K 2022 rispettivamente per il riciclo e per il compounding. Nello spazio verde dello stand dell’azienda alla fiera tedesca era esposta l’ultima versione della linea One Step, brevettata per l’upcycling di imballaggi flessibili, dove un unico estrusore corotante è in grado di produrre, al massimo della propria capacità, compound riciclati di prima qualità sfruttando un layout semplice e di facile gestione ma di elevate prestazioni in termini di risparmio energetico. Per massimizzare il risultato qualitativo anche processando i rifiuti più difficili da trattare, sono state adottate nuove tecniche e soluzioni applicate ai sistemi consolidati di compounding/ upcycling di Icma San Giorgio, come lo stripping, la simulazione ottimale del design e l’integrazione dei dispositivi. In questo spazio, erano esposte anche le realizzazioni più recenti, tra cui la linea chiavi in mano Ecosheet per l’estrusione/ riciclo diretti. L’area arancio invece era dedicata agli impianti per compounding avanzato ed estrusione diretta in aree dinamiche come la produzione di compound tecnici, TPE, HFFR, polimeri verdi e altri materiali legati ai megatrend, con la presentazione delle ultime linee installate.

Il costruttore recentemente ha anche consegnato una seconda

Elba rinnova la linea SA-V

Modulare per buste pouch sempre più compatta e flessibile

La struttura modulare della macchina SA-V di Elba per la produzione di buste tipo pouch è stata rinnovata con l’obiettivo di innalzare ulteriormente le sue prestazioni e assecondare sempre più esigenze quali elevato livello tecnologico, compattezza, flessibilità e assistenza visiva. Il livello tecnologico della macchina è stato innalzato dotandola di un web server integrato che consente di effettuare da remoto il monitoraggio del KPI (Key Performance Indicator) e analisi energetiche. Per quanto riguarda la compattezza, il layout complessivo della macchina è stato ottimizzato per migliorare il controllo e ampliare la larghezza utile dei materiali lavorati, garantendo, di conseguenza, una maggiore gamma di produzione in termini di forma delle buste pouch. La flessibilità, da sempre uno dei punti di forza delle linee modulari di Elba, è stata ulteriormente migliorata, per assicurare la produzione di un’ampia gamma di buste pouch sulla stessa macchina; ciò consente di ottenere elevati livelli di produzione abbinati a notevoli risparmi di spazio, energetici ed economici. In termini di assistenza visiva, infine, è possibile il controllo in tempo reale per la registrazione del taglio.

Inoltre, il modello SA-V aggiornato è stato progettato per renderne più semplice la gestione sotto ogni aspetto, dalla impostazione alla manutenzione, ed è dotato di regolazioni e componenti minori più efficienti. Questi ultimi sono stati sviluppati per garantire la massima affidabilità in termini di velocità e qualità di tenuta e per ridurre al minimo i tempi di fermo-macchina per la manutenzione, limitati agli interventi sulle sole parti soggette a usura. Al K 2022 la linea era esposta in funzione per la produzione di doypack (un particolare tipo di busta pounch stand-up) con film in PE monomateriale riciclabile e stampa digitale.

di controllo integra tutti i vari sistemi e fornisce report di produzione

linea per il compounding di polimeri biodegradabili a Sabiomaterials, giovane e dinamica azienda italiana attiva nel campo della chimica verde e delle plastiche ecosostenibili. Il committente, realtà in rapida affermazione nel panorama della produzione di materiali ecosostenibili derivanti da fonti rinnovabili, riciclabili e biodegradabili, già dotato di una linea di Icma San Giorgio per il compounding, studiata per piccoli lotti produttivi, ha deciso di ampliare il proprio assetto industriale con un estrusore progettato per esigenze produttive di materiali innovativi, sviluppati secondo tecnologia proprietaria e rispondenti alla crescente domanda di ecosostenibilità dell’industria della plastica. L’estrusore corotante di Icma San Giorgioi, cuore dell’impianto, dotato di motore raffreddato a liquido è equipaggiato con viti di 50 mm di diametro, alimentazione laterale, sistema di iniezione liquidi e degasaggio. La configurazione viti è stata ottimizzata presso l’Innovation Hub di Icma ed è mirata alla lavorazione di materiali sensibili. Sul fronte dell’automazione il pannello di controllo integra tutti i vari sistemi e fornisce report di produzione completi e disponibili attraverso la rete aziendale ERP/MES anche da remoto tramite linea dedicata per assistenza remota.

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La linea modulare SA-V per la produzione di buste pouch recentemente rivista da Elba

Comerio Ercole diventa

di Saspol Nuova alleanza industriale nel settore della gomma

Sulla base della partnership industriale con Comerc International, il gruppo Comerio Ercole ha ampliato la propria presenza nel settore della lavorazione della gomma diventando azionista della società italiana Sasmac International, proprietaria del marchio della tecnologia

Saspol. Quest’ultima nasce nel 1961 con la costruzione di piccole presse per la lavorazione di gomma e materie plastiche e in seguito di presse e macchine di dimensioni più grandi con forze sempre più elevate, oggi utilizzate in particolare nella produzione di nastri trasportatori, pneumatici ricostruiti, gomme piene e lastre in PP, PE, HDPE e UGMWPE. L’annuncio della nuova partnership è stato fatto il 24 ottobre scorso, nel corso del K 2022. Davide Dondena (a destra nella foto) rappresenta la terza generazione di Saspol, dove mantiene la direzione generale nei principali ambiti di attività: presse per la realizzazione di nastri trasportatori, linee per la di ricostruzione di pneumatici e la produzione di gomme piene e di cingoli in gomma e presse per la lavorazione di lastre termoplastiche. La nuova alleanza con il gruppo Comerio

Ercole, in cui sono sfociati vent’anni di collaborazione su specifici progetti di fornitura in tutto il mondo, rafforza il posizionamento industriale e strategico dell’attività di Saspol, garantendo la necessaria affidabilità industriale basata su qualità e tecnologia. Guglielmo Comerio (a sinistra nella foto) ha sottolineato il sicuro vantaggio per tutti i potenziali utenti finali derivanti da questa alleanza industriale basata sulla piattaforma produttiva e ingegneristica di Comerio Ercole.

La partnership si focalizzerà principalmente sullo sviluppo di linee di prodotto quali: SA-Belt (per nastri trasportatori); SA-Retreading (per la ricostruzione degli pneumatici); Solid Tyre SA-Solid (per la produzione degli pneumatici); SA-Track (per cingoli in gomma); SA-Plastic (per lastre in PP, PE, HDPE e UGMWPE).

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Guglielmo Comerio (a sinistra) e Davide Dondena al momento dellʼannuncio della partnership, al K 2022 lo scorso 24 ottobre
34 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392
azionista

Termoformatrice FC 1000 IM2 di WM Thermoforming Machines

Quando le dimensioni incontrano la velocità

La nuova termoformatrice ad alte prestazioni FC 1000 IM2 presentata al K 2022 da WM Thermoforming Machines combina dimensioni e velocità per coprire un’ampia gamma di prodotti destinati al mercato globale della termoformatura. Mercati in rapida evoluzione con tempi di ciclo dei prodotti sempre più brevi richiedono attrezzature di termoformatura flessibili e affidabili, capaci di fornire rapidi cambi delle utensili e altrettanto rapidi riavvii della macchina. la configurazione IM2 consente ai trasformatori di passare dalla modalità “forma con rifilo nello stampo” a quella “forma con taglio separato”, in funzione delle specifiche esigenze di produzione. flessibilità e velocità sono caratteristiche anche del robot a 3 assi di WM Thermoforming Machines, che consente fino a 10 diverse

impostazioni per gestire un numero praticamente infinito di layout stampo e design di prodotto.

Le robuste termoformatrici di WM Thermoforming Machines minimizzano le vibrazioni, con conseguente minori usura delle lame di taglio e fermimachina e maggiori efficienza e produttività. Il software intuitivo della stessa WM Thermoforming Machines, aggiornato con la funzione di preimpostazione, è ora in grado di calcolare fino al 90% delle impostazioni ottimali della macchina e dei parametri di processo, consentendo agli operatori più esperti di abbreviare i tempi di avvio della macchina per realizzare nuovi prodotti e a quelli meno esperti di apprendere direttamente dall’algoritmo della macchina, frutto di quarant’anni nel campo della formatura.

La macchina FC 1000 IM2 dad 130

tonnellate offre una tra le più elevate produttività per metro quadrato attualmente disponibile, che, grazie al sistema di compensazione a ginocchiera e giogo, assicura la più alta velocità e precisione di taglio con qualsiasi polimero, quali PET, PP, PLA e altri tipi di materiali biodegradabili.

35 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS
La passione e la cura di WM Thermoforming Machines nella costruzione delle sue macchine viene espressa anche con la combinazione di colori rosso-grigia

Baruffaldi Plastic Technology, che insieme a Primac fa parte del Gruppo Dosi, ha presentato al K 2022 l’ultima versione della macchina Dreno Covering per il rivestimento di tubi con tessuto non tessuto geotessile in polipropilene. Un altro prodotto frutto della politica di eccellenza di nicchia che da sempre caratterizza l’attività dell’azienda

Si chiama Dreno Covering la nuova versione della macchina automatica sviluppata da Baruffaldi Plastic Technology, che l’ha presentata al recente K 2022, per coprire tubi corrugati perforati o fessurati con tessuto non tessuto geotessile in polipropilene, lavorando in linea o fuori linea di estrusione.

Per entrare subito nel vivo del processo, la macchina può trattare tubi sia flessibili a parete singola sia rigidi a doppia parete, con diametro da 50 a 200 mm. Il tessuto in PP viene avvolto attorno al tubo e saldato in continuo mediante una testa di saldatura a ultrasuoni, la cui potenza è gestita elettronicamente in funzione del tipo di tessuto e della velocità di processo, che può raggiungere 50 metri al minuto. Sulla macchina possono essere posizionate due bobine di tessuto, una di lavoro e una di riserva, per evitare i fermo-macchina durante il cambio bobina, che avviene in automatico.

La Dreno Covering si contraddistingue per un elevato livello di flessibilità, che consente di variare il diametro del tubo senza necessità di un vero e proprio cambio di formato. Infatti, è sufficiente richiamare la ricetta con il parametro relativo al diametro del tubo da lavorare nel pannello operatore e sostituire le bobine di tessuto con quelle della larghezza adeguata. La macchina, inoltre, può lavorare qualsiasi tipo di tessuto non tessuto geo-

tessile in base alle esigenze del trasformatore, alle specifiche applicazioni del tubo e alla tipologia di terreno dove questo, una volta ricoperto, verrà installato.

Soluzioni vantaggiose

Il principale vantaggio derivante dall’utilizzo di tessuto non tessuto geotessile in polipropilene rispetto ai più tradizionali sistemi con calza o altro di copertura si ravvisa nella possibilità di ricoprire il tubo in automatico direttamente in linea di estrusione. In aggiunta, il tessuto non tessuto, grazie alle sue caratteristiche fisiche, risulta migliore della calza perché non si deforma, in quanto le sue fibre sono dimensionalmente stabili, offre una maggiore resistenza a strappo e ad acidi e PH basici e, di conseguenza, una durata più lunga.

Dopo la ricopertura con il tessuto in PP, i tubi flessibili a parete singola possono essere ribobinati senza che questo vada a intaccarne la qualità. La saldatura a ultrasuoni è stata scelta perché, in confronto all’incollaggio o alla legatura, non presenta problemi di degrado nel tempo. Per poter orientare i trasformatori verso la soluzione migliore, tra le varie alternative di tessuti disponibili sul mercato, il costruttore ha anche avviato una stretta collaborazione con il fornitore del sistema a ultrasuoni, allestendo un laboratorio presso la sede di quest’ultimo, dove

36 Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392

poter testare fin dalla fase di offerta il tessuto che il trasformatore intende utilizzare e verificarne il grado di saldabilità, la tenuta e la velocità massima di processo raggiungibile.

Un’idea semplice

Il progetto della macchina Dreno Covering è nato da un’idea semplice, a seguito della richiesta di un trasformatore italiano, che aveva bisogno di un impianto in grado di ricoprire i tubi da drenaggio con tessuto non tessuto geotessile. Il prototipo della Dreno Covering risale a Vittorio Baroni, fondatore di Primac e inventore geniale, ed è stato sviluppato da Alberto Dosi e dal suo staff tecnico dopo l’acquisizione dell’azienda da parte di Baruffaldi Plastic Technology.

Partendo dal primo prototipo, la macchina è stata perfezionata sempre di più, fino ad arrivare a una soluzione definitiva ottimizzata per il trasformatore. Le migliorie alla macchina sono proseguite anche dopo questa commessa, per potere offrire al mercato una tecnologia che riesca a soddisfare il più ampio ventaglio di richieste da parte dei trasformatori nel migliore modo possibile.

Nel 2021 è stata avviata un’importante fase di restyling della Dreno Covering ponendo particolare attenzione sia alla velocità di produzione, che adesso raggiunge agevolmente i 50 metri al minuto, sia alle dimensioni della macchina. Sono stati ridotti gli ingombri complessivi, grazie allo spostamento dell’armadio elettrico nel punto di ingresso del tubo e all’ottimizzazione delle barriere di protezione, migliorando allo stesso tempo anche il livello di sicurezza dell’operatore.

Ne è risultata una macchina compatta, efficiente, versatile e capace di garantire un prodotto finito di alta qualità a elevate velocità. Non da ultimo, l’ultima versione della Dreno Covering è estremamente semplice da utilizzare, anche grazie a un pannello operatore rivisto con un occhio di riguardo all’utilizzatore finale e a comandi resi ancora più intuitivi e semplici per l’operatore. In aggiunta, le regolazioni manuali della macchina sono state quasi completamente sostituite da regolazioni automatiche. Infine, l’interfaccia Industria 4.0 consente il collegamento della macchina con i sistemi gestionali dei trasformatori.

Soddisfazione nel segno della continuità

Baruffaldi Plastic Technology si dice soddisfatta dell’accoglienza riservata alla macchina al K 2022, dove ha riscosso l’interesse dei visitatori dei clienti non soltanto storici, che già conoscevano i prodotti dell’azienda, ma anche di quelli potenzialmente nuovi provenienti, in particolare da Australia, Regno Unito e Canada. “La nostra missione”, ha dichiarato l’amministratore delegato Alberto Dosi, “è quella di diventare il punto di riferimento nel mercato delle macchine per il settore dei tubi da drenaggio, proponendo ai nostri clienti soluzioni di elevato livello tecnologico e all’avanguardia, in grado di soddisfare i loro bisogni in termini di produttività, qualità, sicurezza e anche sostenibilità. Questa

Lo staff di Baruffaldi al K 2022: da sinistra, Marco Pollini, tecnico-commerciale, Alberto Dosi, amministratore delegato, Marina Alberio, responsabile commerciale, Sara Bressan, responsabile marketing

politica di eccellenza di nicchia, ci ha già reso un brand di riferimento per le aziende del settore degli avvolgibili e delle canalette elettriche e da cablaggio”.

Un dettaglio della macchina: il sistema di tensionamento del tessuto non tessuto

Un altro particolare: il sistema di saldatura del tessuto non tessuto

37 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS
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Novità in casa Ferrarini & Benelli

Trattamento corona made in Italy

Tra le recenti novità nate in casa Ferrarini & Benelli, e proposte alla fiera K 2022, troviamo il generatore digitale trifase

Evo Smart per il trattamento corona, dotato di HMI con display touch screen e interfaccia intuitiva e progettato per raggiungere livelli di potenza che consentono di trattare qualsiasi materiale, anche alle più alte velocità di linea. Il sistema di navigazione del generatore di facile utilizzo e multilingue consente la gestione immediata di tutti i principali parametri di funzionamento e il monitoraggio in tempo reale dei dati di produzione da qualsiasi dispositivo (PC, laptop, tablet e smartphone). Inoltre, consente di memorizzare gli eventi su SD card o chiavetta USB e di consultare i manuali di istruzioni direttamente dal display.

Evo Smart può essere connesso alla piattaforma FB Cloud, per ricevere assistenza tecnica con servizio di monitoraggio e diagnostica da remoto, visualizzare la dashboard dei dati in tempo reale ed elaborare e scaricare rapporti e analisi dei dati di produzione. I tecnici di Ferrarini & Benelli possono in questo modo monitorare dalla sede aziendale i principali parametri del generatore installato in qualsiasi parte del mondo e offrire assistenza online e consigli utili agli operatori.

Il sistema Bikappa Rotary è stato invece

sviluppato per il trattamento corona bilaterale (disponibile anche in versione monolaterale), progettato per essere installato su estrusori ad alte prestazioni e macchine per la stampa flessografica in linea con estrusori. Il sistema per il trattamento bilaterale, declinato in diversi modelli, è equipaggiato con elettrodi multi-scarica in alluminio o acciaio inossidabile, con settori (o segmenti) di lunghezze diverse, per il trattamento corona a zone, e dotato di rulli di scarica rivestiti con una guaina in silicone o silicone vulcanizzato.

L’apertura rotante dei rulli facilita l’incorsamento del film e l’accesso al gruppo elettrodo-isolatori.

Per il trattamento corona in tutte le applicazioni nell’ambito del converting viene invece proposta la stazione universale Polimetal, in grado di trattare semilavorati in qualsiasi materiale, come film plastici e metallizzati, fogli in alluminio, carta plastificata e laminati. Il sistema è declinato in quattro modelli, ciascuno studiato per specifiche esigenze produttive e dotati di elettrodi e rullo di scarica in ceramica. Infine, tra le soluzioni per sapere se una superficie può essere stampata, accoppiata o incollata e per verificare la sua energia superficiale al fine di valutare i possibili effetti del trattamento corona, è disponibile il kit di soluzioni specifiche

Dyne Test Ink, Dyne Test Pen e Corona Marker. Le miscele liquide Dyne Test Ink consentono di verificare con precisione il livello di adesione di un liquido a una superficie plastica e, appunto, gli effetti del trattamento corona. I pennarelli Dyne Test Pen permettono di verificare se un materiale è stato trattato in superficie, mentre i pennarelli Corona Marker evidenziano, grazie all’inchiostro che rimane visibile, le aree sottoposte a trattamento corona stesso.

Il sistema Bikappa Rotary per il trattamento corona bilaterale (disponibile anche per il trattamento monolaterale)
42 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | AUSILIARI E COMPONENTI NEWS
Il generatore Evo Smart

Elevate prestazioni anche in ambienti estremi

Gli attuatori lineari cyber force motors sono una delle soluzioni offerte dal Gruppo Wittenstein per il settore della trasformazione della plastica, in fasi del processo come, per esempio, la plastificazione e l’iniezione del materiale fuso nella cavità di formatura. Si tratta di una linea di prodotto che offre alte dinamiche, affidabilità, elevata densità di potenza, lunga durata e peso ridotto. I materiali con cui sono realizzati ne rendono possibile l’impiego anche in condizioni ambientali estreme come, per esempio, vuoto spinto (fino a 10-8 mbar), ambienti radioattivi o applicazioni con temperature che raggiungono 300° C. Grazie a un dimensionamento ottimale di tutte le parti degli attuatori, sono assicurate elevate dinamiche e tempi di ciclo minimi. Si tratta di soluzioni con grande capacità di sovraccarico e spinte fino a 240 kN.

Su richiesta, in stretta collaborazione con i trasformatori, possono essere progettate e sviluppate soluzioni ad

hoc, con dinamiche che permettono di massimizzare i cicli di lavoro e spinte che vanno ben oltre i 300 kN, a seconda delle esigenze richieste. Il dimensionamento avviene sulla base del ciclo di carico specifico per un rapporto ottimizzato tra forza e velocità. In questo modo è possibile sfruttare al massimo tutte le potenzialità degli attuatori lineari cyber force, che possono avere diverse certificazioni, tra cui CE e UL.

La versione con vite ad azionamento diretto dispone di un moto-cilindro pronto per il montaggio con asta filettata, albero motore a vite a ricircolo di sfere, risultando ottimale per applicazioni ad alta dinamica grazie a valori di inerzia estremamente ridotti e al comportamento dinamico ottimizzato. L’opzione con vite passante ha un albero cavo che permette il

passaggio di un’asta filettata ad azionamento lineare, che offre una corsa illimitata.

Tra gli altri vantaggi di questi dispositivi rientrano: possibilità di collegare tutti i più comuni sistemi di encoder al proprio servocontrollo; dispositivo anti-rotazione integrato; sistema di lubrificazione brevettato; nessuna manutenzione; vite specifica in base all’applicazione (a ricircolo di sfere, a rulli planetari, trapezoidale).

Le scaglie ottenute dalla macinazione di rifiuti plastici possono essere stampate a iniezione direttamente, a condizione che i corpi estranei vengano accuratamente rimossi dalla massa fusa. Questa tecnologia è stata sviluppata da Engel, che allo scopo ha scelto un filtro continuo ERF350 di Ettlinger (Gruppo Maag).

Tale filtro assicura continuamente la purezza richiesta e consente quindi di ottenere una elevata efficienza produttiva e una qualità costante del prodotto. L’eliminazione della fase di granulazione separata si traduce in risparmio di materiale e in riduzione di fabbisogno energetico ed emissioni di CO2, contribuendo a migliorare la sostenibilità del riciclo della plastica. Cuore di questa tecnologia, presentata dal costruttore austriaco al K 2022, è

una macchina a iniezione della serie duo. Il filtro continuo di Ettlinger è posizionato tra l’unità di plastificazione e quella di iniezione, così come una unità di degassificazione aggiuntiva. Il filtro è stato scelto per la sua capacità di separare in modo continuo ed efficiente la massa fusa con un tasso di impurità fino al 16%.

Il filtro opera a questo scopo in modo autopulente, con un tamburo perforato rotante attraverso il quale la massa fusa scorre dall’esterno verso l’interno. Nel frattempo, un raschiatore elimina le impurità residue presenti sulla superficie e le spinge verso un sistema di spurgo. Il funzionamento risulta così completamente automatico e ininterrotto, con un buon grado di miscelazione e omogeneizzazione della massa fusa.

Al K 2022, partendo da una miscela di poliolefine post-industriali venivano prodotti pianali per carrelli destinati alla logistica (i cosiddetti “dolly pallet”), pezzi molto voluminosi stampati a iniezione, spesso utilizzando materiali riciclati.

Attuatori lineari specifici per la lavorazione della plastica
Il gruppo di attuatori lineari cyber force motors
Per poter stampare direttamente le scaglie viene sfruttato l’effetto autopulente del filtro continuo ERF350 di Ettlinger 43 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS
Sviluppo congiunto Stampaggio
a iniezione diretto di scaglie riciclate

FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA NELLA TERMOSALDATURA

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ROLL TO ROLL

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Sacchi in rotolo, immondizia, antigoccia, e industriali

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Produzione NON STOP anche in linea di estrusione.

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Macchine automatiche di fine linea per l’imballaggio

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Sacchi stesi con saldatura laterale/shopper, fondo e block notes Sacchi boutique. Sacchi a fondo quadro Grembiuli & Camici

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PERFORATORE ELETTRONICO

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La multinazionale cinese UniteChem, uno dei principali fornitori di stabilizzanti alla luce e assorbitori UV per materie plastiche a livello mondiale, ha deciso di dar vita a molteplici e ambiziosi progetti con cui contribuire al raggiungimento dei propri obiettivi. Ci siamo fatti raccontare tutto al K 2022

Il produttore cinese di additivi, UniteChem, ha presentato le sue ultime novità alla kermesse tedesca di Düsseldorf dove abbiamo incontrato Domenico Luzzi, responsabile per lo sviluppo di prodotto a livello internazionale, per farci raccontare le più recenti innovazioni e alcuni dettagli dell’attività di questo colosso cinese che ha deciso di espandersi in diversi Paesi del globo con l’obiettivo di far conoscere le proprie competenze nell’ambito della chimica applicata all’industria delle materie plastiche.

Potrebbe descriverci a grandi linee in cosa consiste l’attività di Unitechem?

“Fondata 20 anni fa, UniteChem produce stabilizzanti alla luce, ovvero additivi utili per proteggere il polimero dall’effetto di

ingiallimento o degradazione provocato dai raggi UV, riducendone il tasso di invecchiamento. Oggi la nostra azienda sta ampliando le proprie competenze in tutto il mondo, avviando nuovi impianti di produzione e investendo localmente con nuove filiali commerciali, come in Germania prima e ora negli Stati Uniti. Inoltre, nei nostri progetti futuri c’è anche la creazione di un magazzino in Italia”.

Visto che oggi la sostenibilità ambientale è di fondamentale importanza in tutti i settori dell’economia, qual è l’approccio di Unitechem rispetto a questo tema?

“La filosofia dell’azienda è sempre stata “sicurezza e tutela dell’ambiente prima

di tutto” e siamo fieri della nostra condotta esemplare, che ci ha consentito di mantenere i massimi standard in termini di sicurezza e tutela dell’ambiente. I nuovi impianti di produzione saranno costruiti secondo processi all’avanguardia integrando diverse soluzioni per la sicurezza e la tutela dell’ambiente quali: DCS (sistema di controllo distribuito), SIS (sistemi di sicurezza strumentati), sistemi per il trattamento delle acque reflue (in grado di processare elevati livelli di COD, sali, ammoniaca e azoto), RTO (ossidatore termico rigenerativo), sistemi per il trattamento termico, lo stoccaggio e l’incenerimento dei gas di scarico, sistemi per l’incenerimento dei rifiuti pericolosi, così come altri sistemi di protezione dell’ambiente. Inoltre, un team specializzato, che frequenta costantemente

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corsi di formazione, è addetto alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente. Nell’ambito del suo impegno a favore della sostenibilità, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, UniteChem sta investendo in iniziative specifiche di riciclo, riduzione e riuso presso i propri siti produttivi. Attualmente, gli impianti sono in grado di raggiungere 280.000 m³/h di trattamento dei gas di scarico impiegando la tecnologia di ossidazione termica rigenerativa (RTO), 1.800 m³/giorno di trattamento delle acque reflue e 8.800 t/anno di trattamento dei rifiuti chimici solidi”.

Quali sono i vostri prodotti principali?

“Il portafoglio di UniteChem comprende diversi prodotti, uno di questi è LS2020, indicato per poliolefine, polietilene reticolato, copolimeri di olefine e altri materiali polimerici. Può essere spesso usato insieme ad altri stabilizzanti alla luce, antiossidanti e assorbitori UV per migliorare ulteriormente l’effetto anti-invecchiamento dei materiali. Inoltre, abbiamo LS119, molto diffuso nei settori dell’agricoltura e dell’automotive. Il prodotto è indicato soprattutto per essere usato nelle componenti automobilistiche in PE, fibre di PP e TPO. Può essere utiliz-

zato anche su EVA, EPDM, PA, PET, PMMA oltre alle vernici in polvere”.

Avete sviluppato soluzioni specifiche per gli imballaggi?

“UniteChem cerca da sempre di soddisfare al meglio le esigenze di questo settore che rappresenta uno dei nostri principali mercati di destinazione. Ad esempio, LS944 è uno stabilizzante concepito proprio per il packaging ed è indicato per diversi materiali polimerici, quali poliolefine, polietilene reticolato, copolimeri di olefine, PS, PA, PU e PVC flessibile. Essendo anche in grado di produrre autonomamente le materie prime, UniteChem ha realizzato questo stabilizzante per intero, oltre a produrre e integrare prodotti intermedi come TOA e HMBTAD. L’integrazione verticale ci consente di essere flessibili e mantenere alta la qualità. Inoltre, il prossimo anno lanceremo un nuovo prodotto molto interessante denominato LS1415, concepito per i materiali per prodotti a parete spessa. Si tratta di un ritardante di fiamma privo di alogeno. Inoltre, tenendo conto della normativa sul contatto con gli alimenti, il nostro portafoglio prodotti per imballaggi flessibili e rigidi in PE e PP contiene diverse soluzioni in grado di rispettare i parametri sta-

biliti dalla legge. Tra questi posso citare: HALS 622, HALS 944, HALS 2020; AO 1010, AO 168, AO 1076; UV 531, UV 326”.

I vostri stabilizzanti hanno una funzione unicamente protettiva oppure contribuiscono ad aumentare le prestazioni fisiche e meccaniche dei polimeri?

“Oltre ai tipici effetti protettivi, i nostri additivi aumentano la shelf-life dei prodotti alimentari, fornendo così un contributo importante ai risparmi sui costi complessivi nella catena di approvvigionamento e vantaggi per l’ambiente grazie alla riduzione dei rifiuti”.

Potrebbe fornirci qualche indicazione sui vostri più recenti investimenti in ricerca e sviluppo?

“Nel 2022 abbiamo investito 15 milioni di euro in ricerca e sviluppo e recentemente, a Shanghai, abbiamo fondato il quinto centro R&D, che è il principale e il più moderno. Il reparto R&D aggiorna periodicamente i processi e, laddove possibile, ne sviluppa altri ancora più validi dal punto di vista ambientale. Per esempio, stiamo adottando una nuova tecnologia più sostenibile per la sintesi degli assorbitori UV (benzotriazolo) in un’esclusiva riduzione dell’idrogenazione catalitica”.

Gli imballaggi industriali richiedono una protezione che duri diversi anni, mentre alcuni imballaggi alimentari necessitano dell’assorbimento UV per migliorare la durata di conservazione e garantire le proprietà organolettiche degli alimenti confezionati

Domenico Luzzi, responsabile per lo sviluppo delle attività a livello internazionale di Unitechem
50 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | MATERIALI E APPLICAZIONI

Ci direbbe quali sono i progetti futuri dell’azienda?

“UniteChem ha intrapreso un viaggio di crescita globale a lungo termine, che prevede il consolidamento della nostra presenza in tutti i mercati chiave. Dopo il successo del lancio della nostra filiale europea in Germania nel 2020, abbiamo deciso di continuare la nostra espansione fondando la nostra filiale nordamericana nel New Jersey, che sarà completata con la presenza di un magazzino nello stato della Georgia, che verrà realizzato in collaborazione con il nostro partner che si occupa della logistica. Prevediamo di

dotti, che proponiamo unitamente a stoccaggio in loco e a un’organizzazione di tipo globale. Siamo i più grandi fornitori al mondo specializzati in stabilizzanti alla luce e siamo considerati un’azienda globale con radici cinesi ed expertise locale. Inoltre, in Cina sono stati creati nuovi stabilimenti di produzione: in totale, ci sono cinque impianti cinesi, due dei quali hanno appena aperto, mentre uno verrà inaugurato nel 2023.

Inoltre, nel breve termine, contiamo di aggiungere 16.000 tonnellate di capacità HALS (stabilizzante alla luce a base di ammine impedite), 15.000 tonnellate di capacità UVA e 20.000 tonnellate di altri additivi, quali antiossidanti, ritardanti di fiamma e agenti nucleanti. Abbiamo una fortissima integrazione a monte per

2021_NEW-DGTS_01_172x125-Btr.pdf 1 12/02/21 17:40

tutti i prodotti principali e una capacità di 40.000 tonnellate di prodotti finiti e 80.000 tonnellate di prodotti intermedi destinata ad aumentare costantemente nei prossimi anni”.

Nel 2022 Unitechem ha investito 15 milioni di euro in ricerca e sviluppo e in nuovi prodotti e relative applicazioni

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Materiali avanzati e collaborazioni nei settori di imballaggio, beni di consumo, igiene e sanità, elettrico ed elettronica, trasporti, edilizia e costruzioni. Una gamma di soluzioni coerente con il programma Trucircle per accelerare il cambiamento verso la circolarità e con l’ecosistema Bluehero per promuovere il passaggio a un’energia elettrica più sostenibile. Ampia esposizione di materiali ed esempi applicativi. Tutto questo è stato il K 2022 di Sabic

Al K 2022 Sabic, che si è presentata alla kermesse tedesca con il motto “Rendere reale il cambiamento” (“Making the change real”), ha voluto offrire una dimostrazione concreta di quanto la chimica avanzata dei polimeri possa fare oggi per rendere reale il cambiamento di rotta necessario per affrontare le sfide globali, soprattutto quando produttori di materiali, costruttori di macchine e trasformatori operano di concerto per ridurre gli impatti delle rispettive attività sul clima. Le soluzioni esposte in fiera si concentravano su due aree chiave: accelerazione verso un’economia circolare della plastica e creazione di un’economia definita dall’“aria pulita”, guidando la transizione verso l’elettrificazione di prodotto. “La sostenibilità fa parte del nostro DNA ed è saldamente radicata in tutte le nostre attività”, ha affermato Sami Al-Osaimi, Acting EVP Petrochemicals di Sabic. “Questo si connette strettamente con i temi principali del K di quest’anno, ossia economia circolare e salvaguardia del clima. Partendo da un’ampia gamma di materiali innovativi e attraverso collaborazioni dedicate alla creazione di valore aggiunto congiuntamente con partner leader in molti settori industriali, negli ultimi tre anni abbiamo compiuto progressi significativi nel nostro percorso verso una maggiore sostenibilità e circolarità. Nel farlo, ci siamo concentrati sull’aiutare i nostri clienti a soddisfare le loro priorità strategiche, cercando al contempo di contribuire alla risoluzione di sfide globali urgenti”.

La presenza di Sabic a K 2022 è stata scandita da due iniziative

strategiche: Trucircle, progettata per accelerare il cambiamento verso la circolarità attraverso il design per una più facile riciclabilità, prodotti certificati circolari, rinnovabili e meccanicamente riciclati e soluzioni a ciclo chiuso, tutti mirati a ridurre rifiuti, emissioni di carbonio ed esaurimento dei fossili; Bluehero, un ecosistema di materiali, soluzioni e competenze per accompagnare la transizione energetica mondiale verso l’energia elettrica sostenibile, con una focalizzazione iniziale sull’elettrificazione dei veicoli. I risultati di queste iniziative, lo sviluppo dei materiali e le collaborazioni erano dimostrati nello stand della società attraverso un’ampia gamma di soluzioni d’avanguardia in sei segmenti industriali.

Imballaggi avanzati

La gamma di materiali e tecnologie avanzati per aiutare la filiera del packaging a essere più sostenibile e a ridurre gli sprechi, senza compromettere la sicurezza alimentare o le prestazioni del prodotto, si concentra in cinque aree: riduzione dei rifiuti; soluzioni circolari certificate; collaborazioni per un circuito chiuso e il riciclo della plastica oceanica; soluzioni rinnovabili certificate; attrattiva e funzionalità per il consumatore. Un esempio di progetto per un sistema di riciclo a circuito chiuso nel settore dell’imballaggio flessibile è rappresentato dalla collaborazione con Mars per l’involucro della barretta energetica Kind, prodotto con film BOPP flessibile e con l’impiego di PP circolare di Sabic certificato per il contatto con gli alimenti.

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Sami Al-Osaimi, Acting EVP Petrochemicals di Sabic

Lo snack Kind di Mars proposto in un involucro flessibile per alimenti con contenuto circolare certificato recuperato da imballaggi misti di plastica post-consumo

La soluzione di imballaggio monomateriale sostenibile facilita il riciclo di fine vita nelle operazioni di raccolta e conversione esistenti, senza compromettere la lavorabilità ad alta velocità o la qualità del prodotto.

Un’altra stretta collaborazione ha visto impegnata Sabic con Covestro per sviluppare una nuova busta stand-up completamente riciclabile, realizzata con BOPE di Sabic e con la tecnologia di rivestimento termoresistente di Covestro. Questo rivestimento trasparente, attualmente in fase di sperimentazione, è stato testato e convalidato, offrendo un intervallo di temperatura di saldatura più ampio durante la lavorazione su linee di riempimento e saldatura (FFS) per imballaggi flessibili, in quanto impedisce la retrazione del film e la sua adesione alle barre di termosaldatura durante la lavorazione. La nuova busta monomateriale e riciclabile a base di PE promuove il passaggio a un’economia circolare nell’imballaggio flessibile, in quanto è una strada percorribile per sostituire gli accoppiati in PET o PA nelle soluzioni esistenti.

Elettrico ed elettronica

Sabic affronta le sfide dell’industria elettrica ed elettronica con una delle più ampie gamme di soluzioni tecnologiche e di materiali avanzati che combinano eccellenti sostenibilità e proprietà di durata e di estetica. L’azienda ha identificato quattro aree chiave: distribuzione di energia; infrastrutture di ricarica veicoli elettrici; telecomunicazioni; illuminazione.

In prima linea tra le proposte di questo segmento c’è un connettore elettro-voltaico ad alta tensione che sfrutta le eccellenti proprietà elettriche della resina Valox PBT di SABIC e la colorabilità personalizzata del polimero, compreso l’arancione, requisito essenziale in questo segmento di mercato.

Igiene e sanità

In un mercato globale con una popolazione sempre più anziana ed emancipata, Sabic risponde con soluzioni innovative, sostenibili, efficienti e affidabili, che soddisfano i restrittivi requisiti del settore, con la volontà di offrire maggiore sicurezza, sostenibilità e comfort in ambito di: assistenza; diagnostica; prevenzione; automedicazione.

Al K 2022 era presentata la lastra opaca Lexan Cliniwall della divisione Functional Forms di Sabic, per i rivestimenti igienici delle pareti delle strutture sanitarie. Queste lastre durevoli offrono un’elevata sicurezza antincendio, resistenza agli urti e ai graffi, nonché un’eccellente tolleranza ai detergenti ospedalieri, ai disinfettanti e alle macchie di sangue e urina; inoltre, è disponibile in gradi con additivi antibatterici.

Beni di consumo

Una popolazione globale in espansione e una classe media in rapido aumento stanno trainando la crescita del settore dei beni di consumo. I produttori sono continuamente alla ricerca di soluzioni sostenibili, leggere, durevoli e riciclabili, che riduca-

no l’impronta ambientale delle applicazioni e offrano insieme estetica e funzionalità al fine di distinguere i loro marchi in questo mercato molto competitivo attraverso: riduzione dei rifiuti; soluzioni circolari; soluzioni rinnovabili certificate; attrattiva e funzionalità per il consumatore. Per sottolineare l’importanza delle partnership di filiera in questo segmento di mercato, Sabic metteva in mostra i nuovi giocattoli Mega e Matchbox di Mattel, realizzati utilizzando PP rinnovabili certificati, e la linea di giocattoli Mega Bloks Green Town, la prima disponibile nella grande distribuzione a essere certificata a zero emissioni di carbonio.

Un’altra applicazione in esposizione, rinnovabile quasi al 100%, era il sistema per acqua frizzante di Mysoda, realizzata con il biocomposito UPM Formi EcoAce, che contiene legno certificato e PP rinnovabile certificato del portafoglio Trucircle, legato alla materia prima a base di legno proveniente dalla produzione di UPM Biofuels.

Trasporti

I materiali, le soluzioni e le competenze di Sabic offrono la prospettiva di aprire la strada a un trasporto più sostenibile e a un futuro a basse emissioni di carbonio. Tra gli elementi di risalto in questo spazio dello stand vi era la Lucid Air realizzata da Lucid Motors. L’auto presenta oltre 25 applicazioni di materiali Sabic, tra cui la resina ignifuga Lexan, un policarbonato che soddisfa numerosi requisiti per l’alloggiamento del modulo batteria. Per il settore dei trasporti e automobilistico erano presenti anche altre aree di soluzioni quali: pacchi batteria per veicoli elettrici; pannelli intelligenti e sistemi di illuminazione per autoveicoli; strutture e finiture per autoveicoli; vetrature per autoveicoli (la foto di apertura offre una summa delle applicazioni in campo automobilistico dei materiali di Sabic).

Edilizia e costruzioni Con la crescente urbanizzazione della popolazione mondiale, si registra un aumento della domanda di soluzioni edili più sostenibili, innovative e pregiate. L’esposizione di Sabic in fiera si rivolgeva a quattro aree: energia; tubi; vetri strutturali; materiali e sistemi per l’edilizia. Una vera e propria svolta in questo settore è rappresentata dalla nuova tecnologia per tubi biassiali sviluppata in col- laborazione con vari partner, che consente di risparmiare fino al 30% di materiale rispetto agli attuali tubi poliolefinici e una superiore resistenza alla propagazione lenta di fessure, che facilita l’installazione senza scavo in modo economicamente vantaggioso in tutti i contesti geografici.

La confezione stand-up sviluppata in collaborazione da Sabic e Covestro

53 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS

Borealis e Vibac offrono un film BOPP più sostenibile per l’imballaggio alimentare

Film in PC Membrane ultrasottili e durevoli

Uno spessore di soli 15 micrometri: questa la caratteristica di spicco del nuovo film Makrofol TF in policarbonato sviluppato da Covestro. Un simile valore è stato ottenuto grazie a un nuovo processo di estrusione, che ha permesso di ridurre drasticamente lo spessore dei film della gamma Makrofol, la cui sottigliezza in precedenza non scendeva sotto i 125 micrometri. I film ultrasottili in PC sono utilizzati, tra le varie applicazioni, per l’isolamento elettrico di capacitori o per la produzione di circuiti stampati flessibili. Finora, essi potevano essere prodotti solo utilizzando la piuttosto complessa tecnologia dei film cast a solvente. Con Makrofol TF è ora disponibile l’alternativa di un film termoplastico ultrasottile. Il nuovo film può essere utilizzato per produrre membrane molto sottili, come, per esempio, i trasduttori sonori per altoparlanti. In particolare, possono essere realizzate le cosiddette membrane tracciate, che presentano pori con dimensioni e densità specifiche, definite con estrema precisione. A questo scopo, i produttori delle membrane dapprima

Allungamento di una sezione di film plastico trasparente ultrasottile ricavata direttamente da una bobina

irradiano i film con ioni pesanti per creare le tracce e in seguito vengono ottenuti i pori con una sorta di attacco chimico. Le membrane tracciate trovano diverse applicazioni in biologia e diagnostica, fungendo, per esempio, da filtri nei laboratori di analisi o da substrati nelle celle culturali. L’industria elettrica e automobilistica, invece, le utilizzano, per esempio, nella fanaleria, nelle batterie o negli alloggiamenti elettronici.

Makrofol TF è un materiale adatto alla produzione di membrane traccianti: il film trasparente è omogeneo e inerte con una superficie uniforme e presenta proprietà meccaniche isotropiche.

Tra le caratteristiche note del PC che risultano vantaggiose in questo caso rientrano la sua eccellente resistenza al calore, la durabilità oltre un ampio spettro di temperature e elevata chiarezza ottica.

Sviluppo congiunto nei film BOPP Imballaggio alimentare sicuro e sostenibile

Un nuovo, e più sostenibile, film BOPP per applicazioni alimentari è stato sviluppato da Borealis e Vibac Group, azienda specializzata in applicazioni a base di polipropilene biorientato. Il film BOPP V-Fresh viene realizzato con un grado della gamma

Bornewables di poliolefine derivate da flussi di materiali di scarto e rifiuti. Progettato per il riciclo, l’imballaggio può essere smaltito e facilmente smistato nel flusso di rifiuti in PP per il riciclo meccanico, contribuendo a incrementare il riciclo di imballaggi flessibili.

Il PP è ampiamente utilizzato nell’industria degli imballaggi flessibili e, quando utilizzato per imballaggi alimentari sicuri, quali, per esempio, sacchetti e buste per insalata, prodotti freschi e verdure tagliate, le sue proprietà aiutano ad allungarne la durata di conservazione e ridurre gli sprechi alimentari. A queste caratteristiche, i trasformatori stanno cercando di abbinare anche un migliore profilo di sostenibilità dei film per imballaggio.

Per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, i trasformatori dispongono adesso di gradi Bornewables di poliolefine circolari derivate da flussi di materiali di scarto e rifiuti che offrono le medesime proprietà prestazionali del PP vergine, ma che presentano una impronta di carbonio inferiore. Tali gradi sono lavorabili con le macchine e gli impianti esistenti e i film BOPP di nuova generazione possono essere facilmente smaltiti nei flussi di riciclo meccanico del PP.

54 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | MATERIALI E APPLICAZIONI NEWS

IL MONDO DELLA GOMMA

LA RIVISTA DI

Indicazioni sull’impiego degli pneumatici per fango e neve

Nel corso degli anni si sono susseguite una serie di modifiche nei regolamenti omologativi relativi ai motoveicoli e ai loro equipaggiamenti. Questi cambiamenti interessano anche gli pneumatici che nel corso del tempo hanno subito un’evoluzione tecnologica.

Le caratteristiche dimensionali e prestazionali degli pneumatici ammessi sono definite dal costruttore del veicolo in fase di omologazione dello stesso e vengono riportate in carta di circolazione. Queste misure sono da considerarsi di serie, cioè montabili per tutto l’anno. Infatti, il montaggio degli pneumatici di serie non prevede restrizioni, fatte salve indicazioni diverse motivate da ragioni di sicurezza stradale.

Il direttore di Assogomma Fabio Bertolotti ha affermato: “La sicurezza stradale è da sempre al centro dell’attenzione di Assogomma. Oggi la filiera moto, rappresentata dalle associazioni dei costruttori di moto e pneumatici, nonché dei rivenditori specialisti di gomme, esprime un chiaro messaggio a favore di

tutti, motociclisti in primis, ricordando ancora una volta che gli pneumatici sono l’unico punto di contatto tra qualsiasi veicolo e il suolo. Pertanto, la loro idoneità è imprescindibile se si vuole viaggiare sicuri.”

Come noto la marcatura M+S - “Mud & Snow”, tradotto dall’inglese “fango e neve”, è una autocertificazione del costruttore di pneumatici che può essere riportata su diverse tipologie di pneumatici quali: motoveicoli, vetture, mezzi pesanti. Nel caso dei veicoli a due ruote questa marcatura indica che lo pneumatico è idoneo limitatamente alla marcia su fango e più in generale per un uso fuoristrada, ma non su fondo stradale innevato. Per le tipologie di pneumatici moto di cui sopra (M+S), ai sensi del Regolamento delegato UE 3/2014, del 24 ottobre 2013, è consentito l’impiego, purché sia “occasionale”, con le medesime misure riportate in carta di circolazione, un codice di velocità declassato fino a un minimo di M (pari a 130 km/h) e con l’accortezza che venga chiaramente segnalato al conducente il AMA Insider

58 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | DALL’ASSOCIAZIONE
Il montaggio degli pneumatici di serie non prevede restrizioni, fatte salve indicazioni diverse motivate da ragioni di sicurezza stradale

limite di velocità massimo di impiego mediante l’applicazione di una targhetta. Inoltre, va detto che non esiste una definizione di “uso occasionale o temporaneo” ai sensi dei regolamenti UE di omologazione. Il Ministero italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti, oggi MIMS, con Circolare del 17 gennaio 2014, ha voluto chiarire che l’uso temporaneo di pneumatici invernali idonei alla marcia su neve e ghiaccio coincide con la durata delle Ordinanze invernali introdotte con la Direttiva ministeriale il 16 gennaio 2013 (15 novembre - 15 aprile). Nel caso di pneumatici marcati M+S con codice di velocità fino a “Q” (vedi circolare ministeriale 104/95) il periodo di impiego consentito è esteso tra il 15 ottobre e il 15 maggio per consentire le operazioni di montaggio e smontaggio. Tuttavia, è importante evidenziare che tali prescrizioni non sono applicabili nel caso di ciclomotori e motocicli. Infatti, la Direttiva del 16 gennaio 2013 afferma che nel periodo di vigenza delle Ordinanze invernali, i ciclomotori a due ruote e i motocicli possono circolare solo in assenza di neve o ghiaccio sulla strada e di fenomeni nevosi in atto.

Ciò premesso possiamo riassumere il tutto in tre casistiche:

1. È possibile montare e circolare tutto l’anno con motocicli muniti di pneumatici marcati M+S purché con caratteristiche dimensionali e prestazionali identiche a quelle riportate in carta di circolazione, a meno che non vi sia neve al suolo o precipitazioni nevose in atto. In tal caso, ne è vietata la circolazione.

2. È possibile montare e circolare con motocicli muniti di pneumatici marcati M+S con codice di velocità declassato purché per un uso occasionale o temporaneo. In tal caso, deve essere apposta una targhetta che informi il guidatore della velocità massima consentita. Tale equipaggiamento non necessita di aggiornamento della carta di circolazione, né di un nullaosta del costruttore.

3. Laddove si vogliano impiegare pneumatici di misure e di prestazioni non riportate in carta di circolazione è necessario rivolgersi al costruttore del motoveicolo che fornirà le opportune formali assicurazioni. È solo il costruttore del motoveicolo, non il costruttore o il rivenditore dello pneumatico, a poter autorizzare un equipaggiamento alternativo a quello previsto in carta di circolazione.

I rivenditori di pneumatici sono invitati a seguire scupolosamente le indicazioni fornite in questa nota che sintetizza i vari provvedimenti di legge sia nazionali sia internazionali.

Giancarlo Veronesi, Presidente di Federpneus, ha commentato: “Riteniamo che questi chiarimenti siano molto utili per l’intera

categoria dei rivenditori di pneumatici e soprattutto potranno offrire un contributo significativo in termini di sicurezza stradale”. I motociclisti sono tenuti anch’essi al rispetto e alla verifica dell’equipaggiamento di pneumatici idonei alla circolazione e conformi alle normative di legge. È cura dell’utente finale stabilire la temporaneità e/o occasionalità di impiego, fermo restando che un uso di pneumatici con codice di velocità ridotto richiede di regolare la velocità di marcia del veicolo. In questo senso è bene controllare la presenza della targhetta e regolare la velocità di conseguenza.

Come noto la marcatura M+S - “Mud & Snow”, tradotto dall’inglese “fango e neve”, è una autocertificazione del costruttore di pneumatici che può essere riportata su diverse tipologie di pneumatici quali: motoveicoli, vetture, mezzi pesanti

Paolo Magri, Presidente di Confindustria Ancma ha affermato: “Le due ruote sono prima di tutto libertà, passione e divertimento, ma anche sempre più sinonimo di mobilità. Promuovere la sicurezza degli utenti e diffondere cultura di sicurezza nei comportamenti e nelle dotazioni dei veicoli sono tra le priorità della nostra associazione: questi chiarimenti segnano una tappa molto significativa in questo percorso continuo”.

Laddove si vogliano impiegare pneumatici di misure e di prestazioni non riportate in carta di circolazione è necessario rivolgersi al costruttore del motoveicolo che fornirà le opportune formali assicurazioni

Nokian Tyres
Sgcarmart 59 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS DALL’ASSOCIAZIONE |

Gli sviluppi tecnologici dei prodotti in gomma per il settore auto sono anche frutto dell’aumento di motori ibridi ed elettrici

Ricerca e sviluppo di stretta attualità

Dalle batterie per veicoli elettrici una spinta all’innovazione nelle applicazioni della gomma

La nuova mobilità spinge produttori e fornitori di gomma, attrezzature e componenti finali verso sviluppi innovativi. Il continuo aumento della produzione di motori ibridi ed elettrici porta sviluppi tecnologici nella filiera dei prodotti in gomma del settore auto. Qui viene ripercorsa una carrellata di progetti in varie fasi di sviluppo, che rappresentano la frontiera tecnologia all’orizzonte

Sul fronte dei materiali, Arlanxeo ritiene che l’elettrificazione dei veicoli richiede un’ampia gamma di nuove soluzioni lavorando su sviluppi con partner in tutto il mondo. Negli ultimi anni, il fornitore di gomma sintetica ha realizzato laboratori per le batterie in Germania e Cina, con un’attenzione specifica allo sviluppo di nuovi prodotti, al loro assemblaggio e ai test.

La possibilità di applicare gli elastomeri ad alte prestazioni nelle batterie di prossima generazione, come quelle allo stato solido, al solfuro di litio o al litio-aria, sono uno dei driver principali del settore e le aree di ottimizzazione sono rappresentate dall’im-

piego dei materiali elastomerici come leganti per materiali attivi oppure come disperdenti per materiali conduttivi proprio nelle batterie agli ioni di litio.

Inoltre, poiché le batterie possono rappresentare un quarto o più del peso totale del veicolo, sono necessarie soluzioni per ridurre il peso dei mezzi, ma non solo perché l’assenza di rumore causato dal motore a combustione rende più evidente il suono dovuto al contatto con la strada e alla resistenza al vento, fenomeni che vanno certamente ridotti al minimo. In più, le batterie devono essere montate sul telaio e le vibrazioni devono essere controllate per un perfetto funzionamento.

Anche i fornitori di componenti sono in prima linea nella corsa alla tecnologia elettrica, come dimostrano alcuni recenti sviluppi nel settore dei macchinari per lo stampaggio della gomma. Per esempio, Maplan ha progettato una nuova macchina per lo stampaggio a iniezione da 100 tonnellate per la produzione di guarnizioni per batterie per l’industria automobilistica. Oppure Desma ha recentemente mostrato la sua competenza tecnologica nella produzione di guarnizioni per celle a combustibile. Le “sottilissime” guarnizioni realizzate in gomma siliconica liquida (LSR) vengono applicate alle centinaia di piastre bipolari utilizzate nel motore delle autovetture a carburante. Un LSR bicomponente viene iniettato con alta precisione su entrambi i lati e vulcanizzato. In tutto ciò le dimensioni delle macchine possono variare a seconda delle dimensioni e del numero di inserti. Inoltre, questo processo può essere completamente automatizzato con l’aiuto di sistemi robotici.

ETAuto
60 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | CERISIE RISPONDE

Con l’avvento della mobilità elettrica, le innovazioni possibili in campo automobilistico grazie all’impiego della gomma non si limitano più ai soli pneumatici, ma spaziano in molteplici altri componenti a cominciare da quelli importantissimi delle batterie

Progetto Etemi

Il silicone è un punto focale anche per Datwyler, che avvierà la produzione di componenti in LSR a Wuxi (Cina), per supportare il mercato più dinamico del mondo per la nuova mobilità. Le caratteristiche dell’LSR di funzionare a temperature da -55 a 250 ˚C e le alte proprietà di isolamento elettrico saranno fondamentali per molte applicazioni nel settore della mobilità elettrica, come connettori, motori elettrici e sistemi di assistenza alla guida ecc. In questo senso l’azienda sta ampliando le sue capacità in termini di materiali per rispondere alle sfide poste dal passaggio alla nuova mobilità, con un’attenzione particolare alla tecnologia di tenuta delle batterie. Con il progetto Etemi (materiali conduttivi elettrici e termici e schermatura delle interferenze elettromagnetiche), l’azienda sta esplorando “categorie completamente nuove” di elastomeri, gomma siliconica liquida e composti termoplastici. In particolare, il progetto mira a fornire, ai trasformatori che si stanno diversificando verso i veicoli ibridi ed elettrici a batteria, componenti di tenuta, critici per il sistema, con funzionalità migliorate. Con la tendenza all’elettrificazione è sempre più importante la capacità di condurre elettricità e calore, nonché di schermare alcuni componenti da segnali elettromagnetici. Il progetto Etemi mira anche a creare una matrice di materiale in cui la conducibilità elettrica e termica e la schermatura possano essere accoppiate e disaccoppiate per soddisfare un’ampia varietà di applicazioni. La gestione termica di una batteria per veicoli elettrici potrebbe essere gestita in parte dal materiale di tenuta, mentre la schermatura potrebbe essere introdotta tramite la tecnologia di tenuta per i componenti sensibili, come sensori e dispositivi di controllo. Già ora il progetto Etemi ha raggiunto i suoi obiettivi in alcune aree, tra cui la miscelazione interna di composti specifici e la progettazione di programmi di miscelazione, nonché l’analisi e i test di nuovi materiali per le severe normative richieste dalla mobilità elettrica.

Sistemi di ricarica wireless

Un’altra area che le aziende stanno esplorando è quella dei sistemi di ricarica wireless, ambito in cui si sta muovendo Hutchinson in partnership con la startup israeliana Electreon. La tecnologia Electreon wireless è caratterizzata da una “piattaforma energetica condivisa” che ricarica i veicoli “in movimento” attraverso un sistema completo wireless di tipo elettrico-stradale. Il sistema prevede unità sotto strada di bobine di rame che trasferiscono l’energia dalla rete elettrica alle strade e ai veicoli in transito. L’azienda francese è in grado di fornire segmenti induttivi “incapsulati in gomma”, che trasferiscono l’energia al ricevitore del veicolo. Se avrà successo, la tecnologia potrebbe aiutare le case automobilistiche a ridurre le dimensioni e il peso delle batterie di bordo, liberando anche spazio per gli allestimenti dei veicoli. La tecnologia Electreon è stata installata per la prima volta a Tel Aviv e ora è stata impiegata in Germania, in Italia e in Svezia per una serie di test.

“Superstrade” per ioni di litio Negli USA, invece, i ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno sviluppato elettroliti di gomma per le batterie EV, che secondo loro le renderanno più efficienti dal punto di vista dei costi, più sicure e più durature.

La ricerca, condotta in collaborazione con il Korea Advance Institute of Science and Technology e SK Innovation, ha sostituito gli elettroliti liquidi con “polimeri a base di gomma”. Questi si sono rivelati in grado di agire come “superstrade” per il trasporto rapido degli ioni di litio, con una resistenza meccanica superiore che ha permesso di ricaricare più a lungo le batterie. Nelle batterie agli ioni di litio convenzionali, infatti, gli ioni vengono spostati da un elettrolita liquido. Tuttavia, poiché la batteria è intrinsecamente instabile, il minimo danno può causare perdite nell’elettrolita, con conseguenti esplosioni o incendi. Proprio a causa di questi problemi di sicurezza, l’industria automobilistica sta studiando le batterie allo stato solido, che possono essere realizzate con materiali ceramici inorganici o polimeri organici. Attualmente l’attenzione principale è rivolta alla costruzione di elettroliti inorganici allo stato solido, ma questi materiali sono difficili da produrre, costosi e non sono ecologici. Secondo il team di ricerca, invece, i polimeri organici a base di gomma sono potenzialmente superiori ad altri materiali, grazie al basso costo di produzione, alla non tossicità e alla natura morbida. Tuttavia, gli elettroliti polimerici convenzionali non hanno una sufficiente conduttività ionica e una stabilità meccanica sufficiente per un funzionamento affidabile delle batterie allo stato solido. Per risolvere questo problema, il team ha permesso al materiale di formare una fase di cristalli interconnessi in 3D all’interno della robusta matrice di gomma. ottenendo un’elevata conducibilità ionica, proprietà meccaniche superiori e stabilità elettrochimica. L’elettrolita di gomma può essere realizzato con un semplice processo di polimerizzazione a bassa temperatura, generando “interfacce robuste e lisce” sulla superficie degli elettrodi. Gli elettroliti di gomma impediscono la crescita di dendriti di litio e consentono un movimento più rapido degli ioni, permettendo un funzionamento affidabile delle batterie allo stato solido anche a temperatura ambiente. Aumentando l’energia specifica e la densità energetica di queste batterie, si potrà aumentare in futuro il chilometraggio delle auto elettriche. Da questi esempi riportati appare evidente che lo sviluppo dell’elettrificazione nel settore veicolistico sta spingendo con forza l’innovazione negli ambiti più svariati. Innovazione in cui la gomma, sia come materia prima sia come componenti, è destinata a giocare un ruolo centrale per la sua adattabilità e per le sue peculiarità.

Datwyler sta portando avanti il progetto Etemi, per lo sviluppo di materiali conduttivi elettrici e termici e di sistemi di schermatura dalle interferenze elettromagnetiche in ambito di mobilità elettrica

Una svolta nelle batterie per veicoli elettrici viene dalle ricerche condotte dal Georgia Institute of Technology con lo sviluppo di elettroliti di gomma

InsideEVs Datwyler
61 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS CERISIE RISPONDE |
Georgia Institute of Technology

Più di dieci riviste esaminate

Rassegna internazionale di scienza e tecnologia

Ventitreesima puntata della rubrica dedicata agli articoli di stampa estera selezionati dal comitato di redazione di Elastica, composto da Fabio Bacchelli, Rino Gilotta e dal team di Cerisie, coordinati da Maurizio Galimberti

MECCANISMO DI OSSIDAZIONE DELLE MESCOLE IN GOMMA NATURALE A TEMPERATURE INFERIORI DI QUELLA AMBIENTE

Testata: Rubberworld - November 2021

Titolo originale: Mechanism of oxidation in NR compounds at lower (ambient) temperatures

Autori: Edward R. Terrill, Rene Meser e Barry Palmer, Akron Rubber Development Laboratory

Il meccanismo di ossidazione della gomma naturale è stato studiato utilizzando diverse tecniche.

In un articolo precedente è stato riscontrato che la distribuzione dei legami tipo zolfo, inclusi i legami polisolfurici, disolfurici e monosolfurici, in mescola di gommatura in gomma naturale, vulcanizzata in maniera convenzionale, mostrava una differente distribuzione di legami, a seconda della temperatura di invecchiamento.

La mescola di gommatura estratta da uno pneumatico, e invecchiata in forno a 65°C, era messa a confronto con un’altra mescola di cintura estratta da un normale pneumatico di servizio a 23°C.

La tipologia dei legami formatisi a temperatura alta era prevalentemente di tipo carbonio-carbonio; mentre, nell’altro caso, i legami che si sono formati a temperatura più bassa erano probabilmente dovuti a diversi legami come solfossido e perossido. Campbell e Seville hanno sviluppato un test per determinare la distribuzione dei legami. Il metodo di prova impiegato per la determinazione dei crosslink è stato quello tradizionale impiegato per i legami zolfo; ora lo stesso viene adottato per esaminare e per spiegare il meccanismo di ossidazione.

La configurazione chimica dei legami formatisi durante l’ossidazione è stata esaminata a temperature comprese tra 23°C e 65°C per comprendere il meccanismo dell’ossidazione stessa.

Si è visto che le strutture chimiche dei crosslink formatisi dipendevano fortemente dalla temperatura.

In un articolo precedente, fenomeni di leggera ossidazione in mescole di gomma naturale hanno mostrato che c’era un cambiamento nella pendenza della curva (modulo all. 100% - carico-allungamento) del diagramma di Arrhenius. Ciò suggerisce che potrebbe esserci un cambiamento nel meccanismo di ossidazione a circa 50°C.

Un’evidenza simile è stata vista in un’altra mescola a base di gomma naturale. Ancora una volta, è stato trovato un cambio di pendenza della curva di Arrhenius. Sono stati esaminati i livelli di consumo di ossigeno in mescole contenenti diverse quantità di antiossidanti. Le mescole con elevato livello di antiossidante hanno mostrato un consumo più lento a temperature elevate, ma inferiore a temperature basse (al di sotto di 45°C) e viceversa per le mescole senza antiossidante.

Il risultato suggerisce che l’ossidazione consiste principalmente nella formazione di idroperossido al di sotto di 45°C e formazione di radicali liberi sopra i 45°C.

L’esito fa pensare che gli antiossidanti non sono stati efficaci contro la formazione di idroperossido; tuttavia, sono stati trappole per i radicali liberi.

Il rovesciamento delle relative prestazioni delle mescole, con differenze nella quantità di antiossidante, evidenzia un cambiamento del meccanismo a circa 45°C. È noto che l’ossigeno assorbito è in funzione della quantità dell’antiossidante e della temperatura.

Un terzo articolo ha esaminato la densità di reticolazione e la distribuzione dei legami in una mescola di gommatura di pneumatici invecchiata in due modi diversi: una è stata estratta dallo pneumatico nuovo e invecchiata in stufa a (60°C) per 6 settimane; l’altra da uno pneumatico in servizio sul campo a Phoenix dopo 44.385 miglia, dove la temperatura media annuale è di 23°C.

Sebbene le due mescole di cintura degli pneumatici avessero la stessa densità di reticolazione, dopo l’invecchiamento, differivano notevolmente nei tipi di legami. I nuovi reticoli formatisi nello pneumatico durante l’invecchiamento sul campo erano

62 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | STAMPA ESTERA DI SETTORE

prevalentemente polisolfurici. I nuovi reticoli della mescola invecchiata in stufa erano invece prevalentemente monosolfurici. Si è notato che la mescola non forma un reticolo “polisolfurico”, ma un tipo di legame con una struttura chimica ossidata che è stata riconosciuta come polisolfurica (nel test di distribuzione dei legami).

Ipotesi

L’ipotesi basata sul lavoro precedente era quella che tra i 25°C e i 65°C si verificasse un cambiamento nel meccanismo di ossidazione. Tale cambiamento avrebbe potuto essere modesto, tuttavia, ora è possibile ricorrere a una nuova tecnica in grado di rilevare il cambiamento del meccanismo di ossidazione (test di distribuzione dei legami). Si è deciso quindi di esplorare questo aspetto per capire meglio il meccanismo di ossidazione delle mescole di gomma naturale a temperature (di servizio) basse e determinare come esso differisca da quello a temperature elevate (temperature utilizzate per invecchiamento accelerato).

Piano prove

Il Piano Prove ha preso in esame le seguenti attività: • Temperatura ambiente e invecchiamento in stufa dei due campioni di mescole vulcanizzate in maniera convenzionale (con e senza nero di carbonio) a quattro temperature (21°C, 37°C, 45°C e 70°C).

• Misura delle seguenti proprietà fisiche in funzione del tempo alle suddette temperature: ‒ Proprietà Tensili (MTE) ‒ Analisi di deformazione meccanica (DMA) impiegando il tiolo come agente di scissione.

I parametri di trazione sono stati misurati secondo ASTM D41298a (2002) utilizzando un mini-Dumbell (ASTM D638-02a tipo V). Per l’analisi analisi meccanica dinamica (DMA) è stato utilizzato un analizzatore meccanico dinamico Metravib DMA 2000 (si veda l’articolo originale per la rappresentazione grafica dei risultati ottenuti dai test DMA).

Risultati

Proprietà tensili

L’analisi di Arrhenius del tasso di decadimento di allungamento a rottura e tasso di aumento del modulo al 100% non ha mostrato evidenza nel cambiamento del meccanismo dei legami.

Distribuzione dei legami

Le densità e le distribuzioni di reticolazione sono state eseguite secondo il metodo di D.S. Campbell e B. Saville (rif. 2).

Il metodo includeva l’esposizione ai tioli che agiscono come agenti di scissione seguiti dal rigonfiamento in solvente. La densità di legame era misurata utilizzando l’equazione di Flory-Rhener. La costante di interazione polimero - solvente per la gomma naturale in toluene - era 0,393 sulla base dei valori della letteratura.

L’Analisi di Arrhenius sulla quantità di legami formati non ha mo-

Rosario Gilotta, esperto di formulazione delle mescole elastomeriche, processi di trasformazione e controllo qualità

strato evidenza di un meccanismo cambiato; tuttavia, il livello di formazione di legami polisolfurici, monosulfurici più i disulfurici ha mostrato evidenza di un cambiamento della pendenza della curva.

Uno altro studio è stato avviato per comprendere ulteriormente il meccanismo presentato dalla formazione di solfossido, perossido e idroperossido a temperature più basse, ma non a temperature più elevate.

Presumibilmente, gli idroperossidi formati a bassa temperatura avrebbero generato radicali liberi e avviato l’ossidazione quando messi in stufa.

Se così fosse, i campioni sottoposti a cicli di temperatura invecchierebbero più velocemente dei campioni esposti a livelli costanti di temperatura elevata. Ad ogni modo, i risultati non sono stati significativamente differenti.

Sintesi e Conclusioni

• Il cambiamento del meccanismo di formazione del crosslink tra i 40°C e i 60°C in gomma naturale caricata e non, era compreso come “test di distribuzione dei legami”; cioè numero totale dei legami polisolfurici, disolfurici e mono;

• la struttura chimica dei legami formati a bassa temperatura (sotto i 40°C) è ritenuta di tipo polisolfurico. Il legame può essere rotto da un tiolo quale agente di scissione. Questo non è un legame polisolfurico, ma probabilmente perossido o solfossido;

• la struttura chimica dei crosslink formatasi durante le temperature intermedie (40°C - 60°C) ha una combinazione di due tipi di strutture;

• la struttura chimica predominante dei legami formati ad alta temperatura (sopra i 60°C) era probabilmente una struttura carbonio-carbonio;

• altre tecniche, prove fisiche tali come tensili (MTE) e DMA non sono state capaci di definire il cambiamento nel meccanismo;

• quantunque le strutture chimiche dei legami formati differiscono (con la temperatura) esse mostrano le stesse proprietà;

• Il lavoro futuro degli autori prevede di esaminare l’effetto dell’antiossidante sul meccanismo di reticolazione.

63 n. 392 - Dicembre 2022/Gennaio 2023 | MACPLAS STAMPA ESTERA DI SETTORE |

Cambio gomme

Anche per gli pneumatici è arrivato l’inverno

Su molte strade e autostrade italiane vige l’obbligo di circolare con equipaggiamento idoneo durante la stagione invernale che il legislatore individua nel periodo compreso tra il 15 novembre e il 15 aprile.

In alcune regioni come la Valle d’Aosta o su alcuni tratti montani particolarmente soggetti a nevicate, l’obbligo entra però in vigore già dal 15 ottobre e si può estendere fino al 15 maggio. In ogni caso, proprio per consentire a tutti gli automobilisti di mettersi in regola per tempo, il montaggio degli pneumatici invernali è consentito già a partire dal 15 ottobre.

Il 15 di novembre, per essere in regola con la normativa, è consigliabile aver montato gli pneumatici invernali o avere le catene a bordo. Infatti, quasi tutte le regioni italiane hanno tratti stradali o autostradali soggetti a tale obbligo e i due terzi delle province italiane ha adottato misure di limitazione del traffico in inverno in assenza del corretto equipaggiamento.

Per affrontare al meglio le strade bagnate, sdrucciolevoli, brinate o

innevate, è consigliabile montare gomme invernali organizzando in tempo il cambio gomme dal rivenditore specialista, informandosi circa l’eventuale obbligo vigente sul territorio per non incorrere in sanzioni e soprattutto per viaggiare sicuri, senza mettere a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza, quando le condizioni dell’asfalto richiedono maggior prudenza al volante e la temperatura scende. Dotare il veicolo di pneumatici invernali correttamente gonfiati significa diminuire lo spazio di frenata fino al 15% su fondo bagnato e fino al 50% in presenza di neve al suolo.

Gli pneumatici invernali consentono la mobilità in sicurezza per tutto l’inverno senza dover montare dispositivi supplementari di aderenza. Le gomme di ultima generazione, quelle con il pittogramma alpino, forniscono prestazioni superiori in aderenza, motricità, frenata nelle condizioni più critiche. Il Ministero della Mobilità Sostenibile ne raccomanda l’installazione su tutte le ruote al fine di conseguire condizioni uniformi

di aderenza su fondo stradale. Gli pneumatici non sono tutti uguali: il loro contenuto tecnico e quindi le loro prestazioni possono essere assai diverse. Un aiuto per il consumatore è rappresentato dalla Nuova Etichettatura Energetica, che è stata modificata e arricchita da nuove informazioni. Una novità fa proprio riferimento agli pneumatici invernali ed è il simbolo 3PMSF, meglio noto come pittogramma alpino, cioè un simbolo che riporta una montagna stilizzata a tre picchi con all’interno un fiocco di neve. Lo pneumatico che riporta sul fianco questo simbolo ha superato uno specifico test omologativo che ne attesta le caratteristiche superiori su neve, rendendolo preferibile a quello che non riporta il suddetto simbolo.

In questi ultimi anni è cresciuta molto la categoria merceologica degli pneumatici “all season”, “4stagioni”, “all weather”, “multi stagionali”. Si tratta di definizioni commerciali a cui ciascun costruttore attribuisce contenuti tecnici specifici. Se questi pneumatici hanno la marcatura M+S o, meglio ancora il pittogramma alpino, hanno caratteristiche di idoneità per la marcia in inverno e in particolare su neve. Pertanto, con questi pneumatici è consentita la circolazione in presenza di ordinanze. Sul sito www. pneumaticisottocontrollo.it vi è una apposita sezione in cui è possibile scaricare le ordinanze e verificare le strade coinvolte da tale obbligo. Il sito si propone di fornire un servizio all’automobilista con informazioni verificate e costantemente aggiornate. Ciononostante, possono essere presenti imprecisioni soprattutto in concomitanza di situazioni metereologiche contingenti che possono dar luogo a provvedimenti temporanei e limitati a specifiche aree di circolazione. Pertanto, prima di mettersi in viaggio è sempre buona regola consultare anche i siti ufficiali delle Autorità competenti.

Per affrontare al meglio le strade bagnate, sdrucciolevoli, brinate o innevate, è consigliabile montare gomme invernali

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ACQUISTI, LOGISTICA, MAGAZZINO OPERATIONS, COMMESSA, SERVICE, PRODUZIONE EXPORT, FISCO, DOGANE E CONTRATTI AMMINISTRAZIONEEFINANZA COMMERCIALE E MARKETING INDUSTRIA 4.0 MANAGEMENT E SOFT SKILLS SICUREZZA,AMBIENTE, SOSTENIBILITÀ FIRST CLASS FOCUSCERAMICA FOCUS PLASTICA FOCUS PACKAGING HUMANRESOURCE TECNICA E NORMATIVA À SBS - Scuola Beni Strumentali Via Fossa Buracchione, 84 41126 Baggiovara (MO) T. 059 512 108 - formazione@scuolabenistrumentali.it www.scuolabenistrumentali.it LA SCUOLA DI FORMAZIONE MANAGERIALE PER LE IMPRESE DEL COMPARTO MACHINERY

Percorso formativo di eccellenza Diventare manager e imprenditori 4.0

L’Executive Program “General Management nella filiera dei Beni Strumentali” è un percorso di eccellenza lanciato il 29 novembre da SBS-Scuola Beni Strumentali in partnership con Sistemi Formativi Confindustria e in collaborazione con Amaplast, Acimac, Ucima, Liuc Business School e Luiss Business School, per formare futuri manager, imprenditori e titolari di azienda di seconda generazione deputati a sviluppi di carriera capaci di contribuire al successo delle imprese in settori ad alta tecnologia come quelli dei beni strumentali e sempre più orientate a innovazione, internazionalizzazione e digitalizzazione dei mercati. Attraverso una visione organica e trasversale del sistema impresa, tali figure svilupperanno capacità di analisi, diagnosi e soluzione di problematiche aziendali con una visione internazionale e competenze gestionali a 360°. Tra i punti di forza del percorso, una metodologia caratterizzata dall’alternanza tra lezioni “on campus”, a Modena, Milano e Castellanza (Varese), e lezioni online con un confronto costante tra partecipanti ed esperti, alternate a momenti di fad (formazione a distanza) asincrona in sessioni individuali e giornate in I-FAB, laboratorio che simula una fabbrica secondo logiche Lean mediante strumenti propri di Industria 4.0. Il percorso prevede 8 moduli e 122 ore totali di formazione, prenderà il via il 23 febbraio 2023 e si concluderà a ottobre 2023.

“L’Executive Program per general manager dei beni strumentali rappresenta il completamento dell’offerta formativa della nostra scuola di management SBS”, ha dichiarato Paola Brusiani, responsabile di SBS, “che ci consente di accompagnare tutti i percorsi di carriera all’interno delle nostre aziende, unendo alla formazione accademica le testimonianze di manager e imprenditori che condividono esperienze e best practice per gestire aziende complesse e internazionalizzate. Siamo particolarmente orgogliosi di essere i primi a realizzare

questo percorso e farlo con le eccellenze e il contributo di SFC, LIUC e Luiss”.

“Esprimo la mia più grande soddisfazione per la nascita del primo Executive Program dedicato alle competenze manageriali per il settore dei beni strumentali”, ha commentato Luigi Serra, presidente di Sistemi Formativi Confindustria. “Frutto di un grande lavoro di squadra che ha visto per la prima volta insieme, in oltre cento anni di storia, le eccellenze formative del nostro Sistema Confindustria: Luiss Business School e LIUC Business School. È quindi un’importante esperienza di co-branding che ha generato un’offerta formativa d’eccellenza, all’avanguardia e fortemente ancorata alle esigenze delle imprese”.

“Siamo ben lieti di collaborare con SBS e Sistemi Formativi Confindustria, insieme a Luiss Business School, Acimac, Amaplast e Ucima, a questo percorso di eccellenza studiato per la formazione di futuri manager e imprenditori”, ha affermato Riccardo Comerio, presidente della Liuc. “La LIUC Business School, mediante i suoi docenti, saprà fornire contenuti di valore per lo sviluppo di conoscenze e competenze sia teoriche sia esperienziali. E lo farà in uno spazio fisico emblematico, dove un tempo c’erano i telai di un cotonificio che produceva tessuti, ora fabbrica di talenti”.

“Siamo orgogliosi di promuovere un progetto che coniuga eccellenze aziendali e prestigiose istituzioni formative con l’obiettivo di consolidare le competenze chiave per il successo delle nostre imprese e dei territori”, ha dichiarato Luigi Abete, presidente Luiss Business School. “Una formazione moderna è, infatti, sempre più disegnata sulle esigenze delle aziende, sull’attività di ricerca, attraverso una innovazione costante dei modelli didattici. Questo è l’impegno concreto di Luiss Business School a supporto del Paese ed è un fattore imprescindibile per la crescita del nostro sistema economico, di fronte a scenari globali sempre più complessi”.

66 MACPLAS | Dicembre 2022/Gennaio 2023 - n. 392 | RUBRICHE & VARIE NEWS
Da sinistra: in piedi, Riccardo Cavanna, presidente Ucima, Dario Previero, presidente Amaplast, Paolo Lamberti, presidente Acimac; seduti, Luigi Abete, presidente Luiss Business School, Luigi Serra, presidente Sistemi Formativi Confindustria, Riccardo Comerio, presidente Liuc-Università Cattaneo

CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE

Cesap e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e sulle tematiche del mondo di plastica e gomma.

World Class Manufacturing

13.01.2023: I principali strumenti di problem solving 16-17-23-24.01.2023(h 09-13): La programmazione della produzione 27.01.2023: Design of Experiments (DOE) 31.01.2023: FMEA (Failure Mode and Effect Analysis) 07-08-14-15.02.2023 (h 09-13): Il product costing e la contabilità industriale 21-22-27-28.02.2023 (h 09-13): Il processo di acquisto e il benchmarking dei fornitori

Lean Six Sigma

(Yellow Belt, Green Belt e Black Belt)

Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt)

Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization” (ATO, ovvero organizzazione accreditata per la formazione), per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente) nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma.

Lean Six Sigma - Yellow Belt

Lean Six Sigma - Green Belt

Lean Six Sigma - Black Belt

I primi appuntamenti con la sessione formativa Lean Six Sigma si terranno il 16.01.2023. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare la segreteria Cesap.

CORSI CESAP

Materiali 15.01.2023

Corso base sui polimeri 15-16.01.2023

Corso approfondito sui polimeri 23.02.2023

La colorazione dei polimeri

Stampaggio termoplastici 13-20.01.2023 (h 09-13)

Stampaggio a iniezione - Simulazione CAE 25-26.01.2023

Stampaggio a iniezione - Corso base 14-15-16.02.2023

Stampaggio a iniezione - Corso approfondito

Altre tecnologie 11-18.01.2023 (h 09-12:30)

Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software 01-08-15.02.2023 (h 09-12:30)

Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità 03-10.02.2023 (h 09-12:30)

Termoformatura: processo e analisi delle criticità

Attrezzature - Progettazione 06-07.02.2023

Stampi per iniezione - Corso base

Testing e regulatory 23-24.01.2023 (h 09-13)

Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) 24.02.2023

Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici

Sostenibilità e assicurazione qualità 24.01.2023

Materie plastiche riciclate: come impiegarle correttamente 31.01.2023

Riciclo e recupero di rifiuti in plastica e sottoprodotti di materie plastiche 02.02.2023

Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina

NOTA: Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione, e per i webinar gratuiti

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