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MARKETING

EDITORIALE

RICCARDO AMPOLLINI

NUOVE POSSIBILITÀ DI BUSINESS DAL METAVERSO (PARTE 1)

Si chiama Meta (da “metaverse”) il nuovo mondo ibrido, insieme fisico e virtuale, creato da Mark Zuckerberg e da lui annunciato lo scorso ottobre con eco mondiale. Ma, molto prima di quell’annuncio, il termine “metaverso” era stato utilizzato addirittura nel 1992 da Neal Stephenson, che nel suo libro di fantascienza “Snow Crash” lo descriveva come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite Internet, nella quale si è rappresentati in tre dimensioni attraverso un proprio avatar e in cui si può realizzare ciò che si desidera: negozi, uffici, locali notturni e molto altro, il tutto potenzialmente visitabile dagli utenti.

L’obiettivo di Zuckerberg è quello di implementare l’universo dei social, rendendo la realtà fisica ancora più vicina, se non addirittura dentro, alla realtà virtuale. Accedere al metaverso è molto più facile che entrare nel dark web: non sono necessari browser particolari e, dato che non presenta sbarramenti all’ingresso, basta registrarsi a un qualsiasi sito che ne faccia parte. Naturalmente, per un’esperienza davvero immersiva, è necessario dotarsi di un apposito visore 3D.

Ma per quale motivo il metaverso dovrebbe prendere piede in futuro? Per rispondere a questa domanda è sufficiente osservare quanto sia diffuso il videogioco Minecraft, vera anticamera del metaverso, tra i bambini dai 6 ai 12 anni. Inoltre, i due marchi più noti nel mondo dell’informatica, Microsoft e lo stesso Facebook, stanno investendo notevoli risorse in attività di R&D legate al nuovo universo virtuale. Un ulteriore aspetto da non trascurare riguarda lo sviluppo delle criptovalute (bitcoin, ethereum ecc.), già usate per acquistare beni virtuali sul web, ma anche articoli reali. Basti pensare che marchi famosi come Adidas, Ralph Lauren, Maserati e Tesla stanno già puntando verso il metaverso per commercializzare i loro prodotti e Zuckerberg ha previsto 10 mila nuovi posti di lavoro nella sola Europa. Uno dei risvolti economici del metaverso riguarda pure la pubblicità, che avrà una doppia visibilità, sia reale che virtuale. Per esempio, in qualsiasi videogame sportivo, gli stessi sponsor della realtà fisica potrebbero essere in quella virtuale. E quando si giocherà con un visore per la realtà aumentata il tutto sarà fruibile senza soluzione di continuità tra i due mondi. Ma esistono anche aspetti negativi, perché la crescente esposizione di un brand pubblicitario potrebbe anche creare avversione a chi cerca nel mondo del gaming un momento di libertà e di svago. Tutto ciò pone inoltre parecchi problemi in termini di privacy, sorveglianza, raccolta dati, tracciamento dei comportamenti, isolamento dal mondo reale dei più giovani e altro ancora. Però è un dato di fatto che il percorso verso il metaverso è già iniziato e… ne parleremo sicuramente ancora su questa nostra rivista.

INTERVISTA AL PRESIDENTE DI FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA

TRA PASSATO E FUTURO, UN PRESENTE IN CUI C’È TANTO DA FARE

ELETTO NEL LUGLIO DEL 2021, MARCO DO È L’ATTUALE PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE CHE RIUNISCE I TRASFORMATORI ITALIANI DI MATERIE PLASTICHE E GOMMA. PER FARCI RACCONTARE COME HA RACCOLTO IL LASCITO DEL SUO PREDECESSORE E QUALE SARÀ IL PROGRAMMA DI LAVORO DEL SUO MANDATO GLI ABBIAMO POSTO ALCUNE DOMANDE. ECCO IL QUADRO CHE NE È EMERSO

DI LUCA MEI

Ogni avvicendamento richiede la grande abilità, non scevra da responsabilità, di raccogliere l’eredità del passato e di imprimere un’impronta originale al futuro. Passando attraverso il presente, che è quanto non appartiene più al primo, ma non fa parte ancora del secondo e necessita di un misto di capacità di mediazione ed equilibrio e di doti di autonomia e indipendenza per essere reso un terreno fertile e fruttifero, piuttosto che una terra di nessuno. Un terreno del primo genere, fatto di attività consolidate, iniziative innovative e progetti in fase di sviluppo, è quello che emerge dall’intervista delle pagine seguenti a Marco Do (nella foto di apertura), che, nel luglio del 2021, ha ricevuto da Giorgio Quagliuolo il testimone di presidente di Federazione Gomma Plastica, che guiderà fino al 2025, ma a cui ha impresso fin da subito un’identità e una direzione ben precise, anche grazie alla sua lunga esperienza professionale in uno dei due comparti industriali, quello della gomma, che, insieme a quello delle materie plastiche, fa capo all’organizzazione che è stato chiamato a guidare. Classe 1967, diploma di maturità classica e laurea in giurisprudenza, dal 2009 Marco Do è direttore della comunicazione e delle relazioni esterne di Michelin Italiana e presidente della Fondazione Michelin Sviluppo. Sempre in Michelin Italiana, dal 2003 al 2008 è stato responsabile delle relazioni industriali e capo del personale degli enti centrali, mentre in ambito confindustriale ha ricoperto la carica di presidente dell’Associazione Provinciale

Industriali Gomma, Cavi Elettrici e Affini presso l’Unione Industriale di Torino. Con l’augurio di buon lavoro per il quadriennio di presidenza che lo aspetta, lasciamo quindi, attraverso le sue risposte, la parola a Marco Do.

INNANZITUTTO, QUALE EREDITÀ HA RACCOLTO DAL SUO PREDECESSORE, GIORGIO QUAGLIUOLO, COME PRESIDENTE DI FEDERAZIONE GOMMA PLASTICA?

“Raccolgo un’eredità molto positiva, confermata dai buoni dati di fine anno 2021, anche se ancora provvisori: una federazione in salute economica, con una base associativa fidelizzata e in crescita (sono 23 i nuovi soci entrati nel 2021), con tanti progetti in corso, alcuni visibili e altri disponibili solo per i soci, e con un consolidamento delle relazioni istituzionali, agevolate da un Governo che sta dando segnali incoraggianti, dopo anni difficili, se non di vera e propria ostilità, soprattutto nei confronti della plastica”.

QUALI SONO I SUOI PROGETTI PER IL MANDATO ALLA GUIDA DELLA FEDERAZIONE?

“Il piano di mandato 2021-2025, che è stato approvato dal consiglio di presidenza e dal consiglio generale, prevede come claim quello di “Federare le differenze, per fare la differenza”: la volontà, quindi, è quella di consolidare la coesione e l’integrazione delle due anime della federazione (gomma e plastica), pur consapevole che le differenze e le diversità tra i due settori industriali sono rilevanti e vanno non solo rispettate, ma anche valorizzate. Il piano prevede inoltre il consolidamento dello sviluppo associativo, in coerenza con l’ottimo lavoro fatto da chi mi ha preceduto (si vedano i 23 nuovi soci del 2021), così da allargare la base associativa e avere più risorse disponibili per nuove iniziative a supporto dei due settori industriali. Nel piano è previsto anche un potenziamento dei progetti di comunicazione, sia interni, cioè rivolti ai soci, sia esterni, cioè verso le istituzioni, il mercato e l’opinione pubblica, per valorizzare il lavoro della federazione e delle sue aziende associate, nei confronti dei diversi stakeholder”.

IN QUALITÀ DI PRESIDENTE DI UN’ORGANIZZAZIONE CHE RAGGRUPPA DUE SETTORI MANIFATTURIERI DISTINTI, SEPPURE CONTIGUI, CHE FANNO RIFERIMENTO RISPETTIVAMENTE A UNIONPLAST E AD ASSOGOMMA, NELLA SUA GESTIONE QUALI SARANNO GLI ASPETTI CHE ACCOMUNERANNO LE DUE REALTÀ?

“In primis le relazioni industriali, che sono alla base della nascita e della crescita della federazione, costituitasi nel 2005, frutto dell’aggregazione tra Assogomma e Unionplast. È un asset della federazione che va ulteriormente valorizzato e pertanto ho chiesto al vicepresidente Ernesto Marzano di assumere la delega di questa importante area di attività, che riguarda le persone che lavorano nei due comparti e, quindi, il cuore delle aziende della gomma e della plastica. Strettamente connessa a questa delega, ho accolto con piacere la disponibilità del vicepresidente Livio Beghini, nonché presidente di Assogomma, di coordinare l’area di attività relativa allo sviluppo della formazione ITS (Istituti Tecnici Superiori), così da creare nuove opportunità di lavoro per i giovani e da aiutare a colmare il gap in termini di competenze e di figure professionali di cui necessitano i due comparti. Un’ulteriore area in delega è quella relativa alla sostenibilità e all’economia circolare, di grande impatto per entrambi i settori industriali, e il vicepresidente Luca Iazzolino (past president di Unionplast) ha accolto con favore questo incarico. Altro aspetto è quello relativo all’innovazione, che i due settori rappresentati affrontano distintamente, tenuto conto dei diversi prodotti e delle differenti tecnologie necessarie per realizzarli. Sto pensando, per esempio, all’incremento del numero degli impianti per il riciclo e il recupero dei materiali plastici, ovvero a un’ottimizzazione di quelli già esistenti per i materiali elastomerici. Ho chiesto al vicepresidente Pietro Spagni di farsene carico, con un’attenzione anche al marketing”.

Il vicepresidente di Federazione Gomma Plastica Ernesto Marzano, con delega alle relazioni industriali

QUALI SONO INVECE LE ATTIVITÀ DELLE DUE ASSOCIAZIONI E DEI GRUPPI DI LAVORO INTERNI CHE DANNO LE MAGGIORI SODDISFAZIONI E CHE CARATTERIZZANO I DUE COMPARTI INDUSTRIALI?

“Per quanto riguarda Assogomma, sono numerose le iniziative promosse dall’associazione sia all’interno dei vari gruppi merceologici - come gli pneumatici, i tubi, le mescole, i nastri autoadesivi ecc. - sia per aree tematiche specifiche e trasversali di settore; si vedano: contatto con alimenti e acqua potabile, trattamento degli scarti di lavorazione ecc., senza dimenticare tutte le attività nel campo di salute, sicurezza, ambiente, circolarità, sostenibilità. Merita poi di essere sottolineata l’attività dell’ufficio studi, con un’attenta analisi esclusiva, con cadenza mensile, dell’andamento delle quotazioni delle materie prime, che è uno dei punti di forza del pacchetto di servizi che l’associazione mette a fattor comune, cogliendo sempre di più le esigenze contingenti delle imprese. Indagini congiunturali aderenti ai bisogni delle imprese vengono promosse utilizzando le piattaforme più evolute, riuscendo a ridurre i tempi di raccolta delle informazioni e offrendo risultati nel giro di pochi giorni, con ritorni superiori al 50% dell’intera base associativa. Sono proprio il continuo arricchimento del portafoglio servizi e il suo adattamento ai cambiamenti quotidiani che costituiscono la giusta risposta che si attendono le imprese. Ovviamente le attività di rappresentanza e appoggio nei confronti di tutte le istituzioni, unitamente a quelle tradizionali che regolano il business, come la normazione, la standardizzazione, il controllo del mercato ecc. sono servizi da sempre forniti, che continueranno a essere assicurati anche in futuro. Quanto a Unionplast, desidero segnalare l’intensa attività in ambito di relazioni istituzionali, su temi di grande rilevanza, quali: la “plastic tax”, la SUP (la direttiva sulle plastiche monouso), l’etichettatura degli imballaggi, l’aumento dei costi delle materie prime, l’aumento dei costi dell’energia ecc., con l’obiettivo di non penalizzare il comparto e di fornire una comunicazione equilibrata in merito al valore, per altre industrie e per il consumatore finale, di quest’importante materia, di cui l’Italia è leader mondiale nella trasformazione, con oltre 100 mila addetti. A tale proposito, va segnalata come molto rilevante la campagna di comunicazione “Raccoltala Giusta”, che, attraverso un

Il vicepresidente di Federazione Gomma Plastica Pietro Spagni, con delega all’innovazione

portale promosso da Unionplast, partendo da basi scientifiche o comunque da dati certi e consolidati, vuole fare chiarezza sul mondo delle plastiche. Si tratta di un lavoro di squadra che coinvolge non solo l’agenzia esterna selezionata, ma anche funzionari della struttura, imprenditori, giornalisti, accademici e scienziati. Il sito www.raccoltalagiusta. it è diventato un “magazzino” di informazioni messo a disposizione di chiunque voglia avere le idee più chiare e, in particolare, delle imprese produttrici e dei clienti, affinché possano agevolmente recuperare materiale per essere essi stessi portavoce delle innumerevoli qualità della plastica. Infine, è da segnalare anche il prezioso lavoro svolto da IPPR (Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo), di cui Unionplast è socio fondatore e partner operativo, che col marchio “Plastica Seconda Vita” sta continuando a crescere, dimostrando il grande impegno della filiera sulla circolarità delle materie plastiche. Marchio che rappresenta ben 6000 prodotti incorporanti materie plastiche da riciclo, godendo di un regolamento riconosciuto da Accredia, che ne attesta la qualità e la serietà”.

IN QUALE STATO DI SALUTE HA TROVATO IL VOSTRO MERCATO DI RIFERIMENTO A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE?

“Il settore della gomma ha attraversato un momento di forte flessione nel 2020, come la stragrande maggioranza dei settori industriali, a causa delle note vicende derivanti dalla crisi pandemica. Tuttavia, il calo registrato nel 2020 dall’industria nazionale è stato inferiore a quello di altri paesi come la Germania, nonostante il nostro Governo avesse inspiegabilmente introdotto il divieto di produrre articoli in gomma, per diversi mesi, ritenendo questo settore non essenziale. Una decisione unica a livello mondiale, che è stata bypassata grazie a un’intensissima attivi-

Luca Iazzolino, past president di Unionplast e attuale vicepresidente della Federazione con delega a sostenibilità ed economia circolare

tà delle imprese e dell’associazione attraverso le “deroghe prefettizie”. Le industrie nazionali della gomma hanno confermato la loro solidità economica e finanziaria riuscendo ad affrontare la situazione nel miglior modo possibile. Già dallo scorso autunno è iniziata una forte ripresa, purtroppo frenata dallo shortage e dai prezzi fuori controllo delle materie prime, dei trasporti, della logistica e, da ultimo, dell’energia. Gli aumenti dei costi energetici già avvenuti e quelli previsti rappresentano una minaccia vera e propria, che dovrà essere scongiurata per un settore come quello della gomma, fortemente energivoro. In questo senso Confindustria è chiamata a intervenire per salvaguardare gli interessi di tutto il mondo industriale. Il momento contingente, economico, politico e sociale, è certamente complesso per le imprese della plastica. L’ultimo anno ha messo a dura prova le aziende non solo per gli effetti della pandemia e per gli attacchi che il comparto ha subìto, sotto il profilo sia politico che mediatico, ma anche per le gravi complicazioni nell’approvvigionamento delle materie prime in termini sia di disponibilità che di ritardi nelle consegne, oltre che di costi, in alcuni casi cresciuti del 100%. A cui si è aggiunto, più recentemente, l’aumento vertiginoso dei costi energetici. Le imprese italiane della plastica, nonostante tutto, hanno ancora una volta dimostrato la propria resilienza su tutti

Attraverso la campagna di comunicazione “Raccoltala Giusta” e il sito www.raccoltalagiusta.it promosso da Unionplast, la federazione intende fare inequivocabilmente chiarezza sul mondo delle materie plastiche, partendo da basi scientifiche e dati certi e consolidati i mercati: certo è che gestire la complessità di questi temi di vitale importanza, coniugandoli ai nuovi input derivanti dalla “transizione ecologica” (almeno per alcuni comparti specifici) rappresenta una sfida indubbiamente complicata. Ma il settore e l’associazione sono pronti ad affrontarla”.

NEI SUOI ANNI DI PRESIDENZA, COME AFFRONTERÀ I TEMI PIÙ CALDI DI QUESTI ULTIMI MESI, ALCUNI DA LEI GIÀ CITATI: CARENZA E AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME, CHE NON SEMBRANO NÉ DI FACILE NÉ DI IMMEDIATA SOLUZIONE, DIGITALIZZAZIONE, SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA CIRCOLARE?

“Sono tutti temi di grande impatto e rilevanza, non solo nazionale ed europea, ma mondiale, che non vanno affrontati in logica di categoria, ma di sistema industriale. Manteniamo quindi un contatto stretto con Confindustria su tutte le questioni più impattanti per la manifattura italiana e forniamo ai soci ogni informazione utile, sia di contesto generale che settoriale. Rispetto ai temi della sostenibilità e dell’economia circolare, la federazione - tramite le due associazioni - propone modelli virtuosi in entrambi i settori industriali e intende essere interlocutore del Governo centrale e degli enti locali per promuovere lo sviluppo diffuso di questi modelli su tutto il territorio nazionale. Attività che, come detto sopra, è fortemente connessa con quanto di positivo sta svolgendo Confindustria, anche con riferimento al PNRR. Non c’è dubbio, infatti, che temi di grande rilevanza quali la transizione ecologica, la formazione, l’Industria 4.0 e la digitalizzazione, di forte impatto anche in settori industriali quali la gomma e la plastica, possano essere positivamente sostenuti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il contributo della federazione, in termini di indirizzamento, può essere molto impattante”.

UN ALTRO TEMA “CUGINO” DELLA SOSTENIBILITÀ E ANCHE MOLTO CALDO, È PROPRIO IL CASO DI DIRLO, È QUELLO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO. QUAL È LA RESPONSABILITÀ, SE DI RESPONSABILITÀ SI PUÒ PARLARE, DELL’INDUSTRIA TRASFORMATRICE E QUALI INTERVENTI AVETE POSTO IN ESSERE, PER STIMOLARE LA RIDUZIONE DELL’IMPATTO SUL CLIMA DELLE VOSTRE AZIENDE ASSOCIATE?

“Vale quanto detto sopra. Le nostre due industrie sono già impegnate in attività e progetti di economia circolare che le pongono all’avanguardia a livello europeo nel recupero e nel riciclo dei rispettivi materiali. Il nostro impegno, in coerenza con il PNRR, è di consolidare ulteriormente questo processo”.

PET DAY 2021 SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA CIRCOLARE COME “CURA” CONTRO GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA

CAMBIAMENTI CLIMATICI, ECONOMIA CIRCOLARE, IMPATTO DELLA PANDEMIA E OPPORTUNITÀ PER L’INDUSTRIA DEL PET SONO STATI GLI ARGOMENTI PRINCIPALI DISCUSSI LO SCORSO 30 SETTEMBRE DURANTE LA SECONDA EDIZIONE IN FORMATO WEBINAR DEL PET DAY DI GLOBAL SERVICE INTERNATIONAL

A CURA DI GSI E RICCARDO AMPOLLINI

Diciannovesimo anno e seconda edizione online per il PET Day organizzato da GSI (Global Service International), che può ormai essere definitivamente considerato come l’evento più importante nel mondo del poliestere. Il perché è semplice: qui si possono trovare sotto il medesimo tetto (oggi ancora virtuale) tutti i principali decision maker dell’industria, intenti a discutere con passione dei temi più attuali e vitali delle loro attività, con particolare riguardo alle strategie da attuare, nei prossimi anni (se non mesi), per migliorare a livello globale la posizione dell’industria stessa in termini di sostenibilità ambientale. “Al PET Day le esposizioni dei relatori non sono solo ascoltate dal pubblico, ma vengono vivisezionate e discusse in modo vivace e competente, senza fronzoli”, ha commentato Francesco Zanchi, fondatore e CEO di GSI, aprendo la 19a edizione del PET Day, lo scorso 30 settembre. “I marchi dell’evento sono, da sempre, creatività e visione. Per questo motivo non mancano mai proposte concrete e provocazioni, sempre e comunque costruttive”. “L’originalità e la profondità delle esposizioni non sono diminuite a causa della mancanza di connessione fisica”, ha aggiunto Zanchi. “I partecipanti sono giunti tutti a questo secondo webinar ormai ben abituati alla connessione virtuale, che non ha attenuato in nessun modo l’interesse per i temi presentati. D’altro canto, in tutta sincerità, chiunque avesse avuto un po’ di familiarità con le edizioni pre-Covid, non può non sentire un po’ di nostalgia per le stupende colline di Artimino, vicino a Firenze, dove si svolgeva abitualmente il PET Day e dove si spera di tornare, finalmente, per l’edizione del 2022”.

CAMBIAMENTI CLIMATICI E OPPORTUNITÀ PER L’INDUSTRIA DEL PET

La sessione mattutina è iniziata con la relazione di Paul Hodges, presidente della società di consulenza svizzera New Normal e ormai presenza abituale al PET Day. Il suo intervento si è incentrato sui temi del cambiamento climatico e delle relative grandi opportunità che si trova di fronte l’industria del poliestere. “Considerando il grande mutamento in corso nelle strategie d’approvvigionamento e nelle preferenze dei consumatori, la riduzione della trasformazione del petrolio e, infine, lo sviluppo delle economie circolari, stiamo assistendo a un cambiamento epocale di tutta l’industria chimica, il più grande dalla rivoluzione industriale”, ha esordito Hodges, il quale ha poi così proseguito: “La transizione è già in corso e potrebbe anche avvenire in tempi rapidi. Mentre le compagnie petrolifere si stanno muovendo molto lentamente, l’industria del poliestere, al contrario, sta addirittura anticipando le scadenze imposte al 2030, grazie a un utilizzo crescente di materie prime da riciclo. Già oggi si sta cercando di diffondere con maggior forza l’idea che i “rifiuti” in PET siano in realtà una vera e propria risorsa da sfruttare nel mi-

Gli interventi di Paul Hodges (a destra) e di Francesco Zanchi hanno aperto l’edizione virtuale del PET Day 2021

glior modo possibile, stimolando al massimo le politiche di raccolta, attraverso una migliore collaborazione tra industria, enti locali e converter. Le istituzioni, a tutti i livelli, mettono già a disposizione fondi per l’attuazione di politiche di riciclo, a supporto del cambiamento. Bisogna perciò sfruttare queste opportunità e agire immediatamente. I corretti comportamenti del settore del PET e del poliestere, alla ricerca della massima sostenibilità, non potranno che portare tale settore ad avere un futuro brillante e a consolidare la propria importanza nell’economia mondiale”. Dal canto suo, Zanchi si è detto d’accordo sull’approccio strategico sottolineato da Hodges, ma ha riflettuto sul fatto che l’industria debba fare i conti con la realtà di oggi, con le materie prime e con i costi di trasporto, che stanno influenzando in modo mai visto prima il commercio mondiale. Con particolare riferimento alle politiche energetiche, Paul Hodges ha comunque insistito sul fatto che sia importante pensare a lungo termine e non prendere ad esempio i nostri governi, tutti molto miopi, poiché propongono piani per il breve o brevissimo termine. “Un grande cambiamento per l’industria è semplicemente vitale e improrogabile, essenziale per la sua sopravvivenza”, ha concluso il presidente di New Normal. A questo punto, come da tradizione, Francesco Zanchi è salito sul “podio virtuale” per illustrare la situazione del mercato globale del PET.

MERCATO GLOBALE DEL POLIESTERE

Secondo i dati raccolti da GSI, la capacità produttiva mondiale è ancora in aumento nel 2021, sia per il PET che per il PTA (acido tereftalico), una delle materie principali per produrre il polietilentereftalato. Si riscontra poi una sovraccapacità per il PET pari a circa 8 milioni di tonnellate, di cui la metà solo in Cina. In Europa la domanda di polimero vergine sta invece rallentando, grazie a una maggiore richiesta di rPET. “L’UE rappresenta la forza trainante del riciclato e si prevede che la produzione europea di rPET raddoppierà entro il 2025, pur non essendo ancora sufficiente a coprire la domanda prevista”, ha dichiarato Zanchi. “A questo punto ci si potrebbe chiedere anche se il target prefissato dall’UE di un tasso di raccolta del 90% sia realistico e realizzabile. Ebbene, una risposta definitiva è ancora impossibile. Sempre nel Vecchio Continente, esistono solo 150 produttori di rPET (per 1,5 milioni di tonnellate) ed è quindi chiaro che non si potrà fare a meno di ricorrere all’importazione. Si prevede che quest’ultima raggiungerà le 400 mila tonnellate nel 2025. Inoltre, tutto questo materiale sarà in linea con i requisiti Reach? E, domanda altrettanto importante, quanto materiale importato rispetta oggi tali requisiti? Sono domande necessarie per valutare la fattibilità dei traguardi di sostenibilità che sono stati imposti dalle istituzioni, o che ci si è prefissati all’interno delle imprese del settore. Senza una spinta decisa sui tassi di raccolta, affronteranno tutti grossi problemi”. “La situazione logistica rappresenta anch’essa un punto critico in questi giorni”, ha continuato Zanchi. “La straordinaria speculazione di poche compagnie rischia d’infliggere un colpo letale all’in-

Fig. 1 - Capacità produttiva di PET riciclato in Europa (kt)

Plastics Industry Association

Domanda di PET vergine per bottiglie di bevande rPET per bottiglie di bevande Carenza (t) di bottiglie per bevande per raggiungere il 25% di rPET (30% nel 2025) PET vergine (altro) rPET per altre applicazioni dustria, non solo chimica. Se questa situazione persisterà, assisteremo a un cambio drammatico nel commercio internazionale e nei suoi flussi. Una soluzione temporanea, per i grandi importatori, potrebbe essere quella di ricorrere alle navi “bulk carrier”. In ogni caso, GSI è a disposizione delle aziende del settore per supportarle nello studio e nella scelta di possibili soluzioni alternative e ancora economicamente vantaggiose”. Infine, Zanchi ha aggiornato i partecipanti al webinar sugli sviluppi dell’attività sociale in Sierra Leone condotta da SBD (Social Business Development), la società creata da GSI e da Saint Lawrence Foundation per portare istruzione, cibo e lavoro in una delle aree più povere del pianeta. L’attività agricola, sviluppata vicino alla cittadina di Makeni, sta portando grandi soddisfazioni e insperati successi, attraverso l’allevamento di galline ovaiole e la coltivazione di mais e mangimi, che iniziano a essere diffusi anche presso agricoltori di comunità vicine, offrendo attività di supporto tecnico e logistico.

ECONOMIA CIRCOLARE PER FAR RIPARTIRE IL BUSINESS

La sessione pomeridiana del webinar ha avuto come tema di base l’esame dell’impatto della pandemia sui vari aspetti del business. Christoph Wöss (business development manager di Erema), Uwe Neumann (direttore commerciale di NGR) e Matteo Calloni (divisione R&D di Bandera) hanno aperto la discussione mostrando gli ultimi sviluppi tecnologici dei propri macchinari per il riciclo del PET, alla ricerca di una maggiore qualità del materiale finale, anche partendo da rifiuti di qualità scarsa. I trend di mercato e gli ultimi sviluppi nella creazione di un’economia sempre più circolare sono stati invece esaminati da David Feber (partner di McKinsey USA), Hans van Bochove (vicepresidente affari pubblici UE di Coca-Cola) e Fabiana Marchini (direttore Sustainability di Nestlé Sanpellegrino). Feber ha sottolineato come, nel settore del packaging, la necessità di prodotti igienicamente garantiti sia sempre più diffusa, mentre Van Bochove ha consigliato di non promettere con troppa facilità al mercato e ai consumatori che nel 2025 tutte le bottiglie saranno al 100% in rPET, quando effettivamente questa materia prima è scarsa e in quantità insufficiente anche in prospettiva. Marchini ha invece insistito sul bisogno di supportare e indirizzare i consumatori a

comportamenti corretti per la gestione dei rifiuti riciclabili, come quelli in PET. Anche Werner Bosmans (policy officer e responsabile del team “Plastics”, DG Environment della Commissione UE) ha partecipato alla discussione confermando che, secondo il punto di vista dell’Unione Europea, sarebbe necessario migliorare la qualità del processo di raccolta e riciclo, in quanto, entro il 2030, tutto il packaging impiegato nel mercato comunitario dovrà derivare da materiali riciclati. L’intervento successivo di Aldo Scalini (counselor presso Van Bael & Bellis) ha fornito un aggiornamento sugli ultimi regolamenti UE relativi alle importazioni, con particolare riferimento alle investigazioni antidumping, che, al momento, sembrano non avere nuovi sviluppi. L’ultimo gruppo di commentatori ha invece trattato le sfide che l’industria mondiale del PET sta affrontando per superare gli effetti della pandemia e le conseguenze ancora evidenti. Hemant Sharma (COO della business unit Polyesters di Reliance Industries) ha detto chiaramente che tutta la rete dei fornitori di materie prime è stata colpita fortemente dalla situazione e sta faticosamente rialzandosi, mentre la parte applicativa del PET ha dimostrato una straordinaria resilienza, soffrendo solo parzialmente. Christian Mayr (direttore globale acquisti di Alpla) ha inizialmente sottolineato il cambio nei flussi di commercio, in quanto oggi i paesi dell’Estremo Oriente non sono più così competitivi e non lo saranno per un certo periodo, e ha poi evidenziato come la grande crisi del settore Horeca abbia impattato molto negativamente sul settore del beverage. Anche Stefano Marini (CEO di Nestlé Sanpellegrino) si è detto d’accordo su quest’ultimo punto e ha dimostrato come l’azione immediatamente intrapresa dalla sua società (a sole tre settimane dall’inizio della pandemia) a sostegno del settore dei ristoratori, grandi clienti di Sanpellegrino, abbia rappresentato un esempio di come reazioni positive possano essere decise e avvenire in tempi ristretti pure in situazione di grande crisi. Dal canto suo, Coert Michielsen (CPO di Refre-

Gli altri relatori del PET Day 2021 I primi tre relatori della sessione pomeridiana (da sinistra): Christoph Wöss (Erema), Uwe Neumann (NGR) e Matteo Calloni (Bandera)

Zanchi introduce altri tre importanti panelist della giornata (in senso orario): Hans van Bochove (Coca-Cola), Fabiana Marchini (Nestlé Sanpellegrino) e David Feber (McKinsey USA)

sco) ha riportato decisamente l’attenzione sulla raccolta per il riciclo, proponendo che anche il commercio al dettaglio e la grande distribuzione facciano la loro parte nell’aiutare la circolarità dei prodotti, e in particolare di quelli in PET. Inoltre, ha sostenuto con forza l’idea che rappresentanti di questi settori siano coinvolti pure nel prossimo PET Day, per discutere di una maggiore collaborazione in quest’ambito. Infine, il tema scottante della crisi logistica globale è stato lasciato a Salvatore Feraco (direttore di FCL Export Product Italy, DHL), il quale ha spiegato le motivazioni e le cause che hanno portato il commercio mondiale nella sconvolgente situazione odierna. Purtroppo, le tempistiche per un ritorno alla “normalità” pre-Covid non sono ancora prevedibili, in quanto i livelli esagerati dei noli persisteranno almeno per buona parte del 2022. L’impiego di trasporti bulk è in crescita - alcuni giganti globali della distribuzione, come Walmart e Ikea, impiegano già navi di loro proprietà per muovere le proprie merci nel mondo - ma ciò non cambierà lo scenario generale. Con le prospettive poco ottimistiche di DHL è quindi giunto al termine il 19° PET Day, lasciando i partecipanti davanti alla visione di un’industria, quella del poliestere, che sta cambiando necessariamente con rapidità la propria struttura e che sta mettendo in gioco sé stessa per affrontare da protagonista le sfide del nuovo decennio. Nel ringraziare tutti gli intervenuti per la straordinaria partecipazione all’evento, Francesco Zanchi ha infine espresso il desiderio d’incontrare nuovamente tutti di persona nel 2022, ad Artimino, per la 20a edizione del PET Day.

NEWS

Trend di settore Macchine per plastica e gomma: comparto in ripresa

Il presidente di Amaplast, Dario Previero, durante l’ultima assemblea dei soci, tenutasi il 16 settembre 2021 presso il Museo Alfa Romeo di Arese

Il preconsuntivo elaborato da Mecs-Centro Studi Amaplast restituisce indicatori in crescita a doppia cifra nel 2021 per il settore di macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma. “Secondo le nostre stime”, dichiara il presidente di Amaplast, Dario Previero, “a fine 2021 la produzione dovrebbe essersi riportata a un soffio dal livello pre-pandemia, ovvero a 4,35 miliardi di euro, con un significativo +11,5% rispetto al 2020”. A trainare il recupero del made in Italy di settore è in primo luogo il mercato interno, che dovrebbe aver chiuso l’anno con una progressione di quasi quindici punti, fino a un valore di 2,25 miliardi. In base alla più recente indagine congiunturale, riferita ai primi nove mesi del 2021, l’incremento delle commesse dei clienti italiani riguarda soprattutto i macchinari e gli impianti completi. Decisivo anche il traino delle esportazioni, che dovrebbero aver toccato nuovamente quota 3 miliardi, influenzando positivamente anche il saldo commerciale. Del resto, otto dei primi dieci paesi di destinazione dell’export italiano di settore, che insieme assorbono quasi il 60% del totale, mostrano una domanda in forte crescita, con incre-

Pipe bends & Couplings

stainless steel pipe bends and aluminium couplings suitable for vacuum and pressure conveyors stainless steel pipe bends in all common pipe dimensions from 38.0 x 1.5 mm till 204.0 x 2.0 mm; radii: 75, 250, 300, 500, 800, 1.000, 1.200 and 1.500 mm (AISI 304) highly wear-resistant pipe bends: glass pipe bends and HVA NIRO® stainless steel pipe bends menti dal +17% della Polonia al +83% della Cina. Gli ordini raccolti nel periodo gennaio-settembre 2021, sia presso i clienti italiani sia all’estero, dovrebbero aver assicurato una produzione per sei mesi e riguardavano in maggior misura le macchine; il segmento dei ricambi, pur con segno positivo, appariva invece meno dinamico. Sul fronte delle applicazioni, non sorprende osservare una richiesta di tecnologia più sostenuta e continua da parte dell’imballaggio e del medicale, mentre edilizia e automotive mostrano una velocità più moderata. “Naturalmente”, ricorda Previero, “i diversi fattori d’instabilità che si sono manifestati e anche aggravati nel corso dell’ultimo anno - dal prezzo elevato delle materie prime al difficile reperimento della componentistica, dall’incremento della bolletta energetica e dei costi dei trasporti fino alle restrizioni alla mobilità delle persone - risultano ancora irrisolti e continuano a preoccupare le aziende”. Il deciso recupero messo a segno nel corso del 2021 - che peraltro aveva preso slancio già nell’ultima parte del 2020 - consente però d’ipotizzare il superamento dei livelli pre-crisi entro il 2022. “Questo a conferma della forte capacità di reazione e innovazione delle aziende del settore, che deriva tipicamente dalla loro flessibilità”, sottolinea Previero. “A fronte delle sfide poste dal contesto e dai mercati, le imprese hanno ancora una volta saputo sviluppare soluzioni su misura in termini di contenuti tecnologici, sostenibilità ed efficienza”.

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Mercato globale del polipropilene Domanda in crescita per un polimero comune ma versatile

Un numero sempre maggiore di paesi cerca di limitare la domanda di imballaggi in plastica. In Italia, per esempio, i sacchetti da asporto in plastica tradizionale sono vietati ormai da tempo e, dal gennaio di quest’anno, anche in Germania non si possono più utilizzare. Ciononostante, la domanda di polipropilene (PP) continua a crescere. “Questo comune materiale plastico non viene utilizzato solo per gli imballaggi, ma anche in numerose altre applicazioni”, spiega Oliver Kutsch, amministratore delegato della società di ricerche di mercato Ceresana: “Gli ambiti applicativi spaziano dalle fibre tessili ai componenti per elettrodomestici e automobili, fino ai condotti dell’acqua e agli additivi per il cemento”. Le stime di Ceresana a livello globale indicano che i ricavi relativi a questo materiale versatile e facilmente riciclabile cresceranno in media del 5,6% all’anno fino al 2030. Nel 2020 un totale di 19,1 milioni di tonnellate di polipropilene è stato trasformato in film, sacchetti e buste. Ciò significa che gli im-

Applicazioni del polipropilene in vari settori industriali L’azienda Strip’s fornisce dal 1995 servizi di progettazione e produzione nei settori dell’elettronica, della meccatronica e dell’illuminazione a LED.

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partner flessibili, affidabili e competitivi per la fornitura di vetro temperato e fornitori per l’estrusione/coestrusione di profili plastici in vari materiali.

In particolare, l’azienda cerca nuovi partner nel campo dell’illuminazione: • fornitori di vetro temperato • produttori esperti in estrusione e coestrusione di profili plastici in vari materiali. Le aziende interessate possono contattare Strip’s scrivendo o telefonando a: mitja.bibianko@strips.eu +386 41 603 011

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ballaggi flessibili rappresentano tuttora il mercato di riferimento per questo materiale. Altri 17,3 milioni di tonnellate sono stati utilizzati per la produzione di imballaggi rigidi, come ad esempio contenitori e coperchi per alimenti e bevande, prodotti chimici, prodotti industriali e per la casa. Seguono i prodotti di consumo e le fibre. Oltre che sotto forma di omopolimero, questo polimero termoplastico semicristallino è disponibile anche come copolimero random o a blocchi. Il PP omopolimero rappresenta circa il 67% della domanda globale di polipropilene. L’Europa e il Nord America utilizzano invece una quantità di copolimeri significativamente più elevata rispetto ad altre aree del mondo. Per la lavorazione del polipropilene, l’industria delle materie plastiche ricorre soprattutto allo stampaggio a iniezione, in particolare per la produzione in serie di una vasta gamma di articoli, che vanno dai prodotti usa e getta ai componenti di precisione altamente complessi. Le tipologie dei componenti stampati sono pressoché infinite. Nel 2020 sono stati lavorati mediante stampaggio a iniezione quasi 25,7 milioni di tonnellate di polipropilene.