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SALUTE MENTALE ANCORA FUORI DAI RADAR DELLA POLITICA ITALIANA
from Brain. Febbraio 2023
by Brain
Un piccolo passo si è avuto con la proposta di rendere strutturale il bonus psicologo di Stefano Iannaccone
La salute mentale resta ancora fuori dell’orizzonte politico. Nonostante la professione di buone intenzioni, agli atti ci sono delle iniziative estemporanee, per quanto importanti, ma manca un impegno a lungo raggio. Il problema è, in fondo, lo stesso che abbraccia i vari ambiti sanitari: la carenza di personale a causa degli scarsi investimenti pubblici. Una questione che si trascina da anni e che è lontana da una reale soluzione. Anzi il contesto, secondo quanto osservano gli analisti, continua ad aggravarsi, visto che - come è ormai noto - la pandemia ha complicato il quadro: è stato stimato una crescita del 30 per cento dei disturbi di tipo psichiatrico. Le principali vittime sono i giovani, afflitti da disturbi alimentari e spesso protagonisti di atti autolesivi. Sul punto, peraltro, continua a non intravedersi nemmeno come ipotesi l’istituzione di un Osservatorio ufficiale sui suicidi. Un tema che, nella scorsa legislatura, era stato portato avanti dall’allora deputato Cristian Romaniello, eletto con il Movimento 5 Stelle e poi passato con Europa Verde.
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Eppure, visto l’impatto negativo del Covid sugli under 25, la spesa sulla salute mentale assume la forma di un investimento sul futuro, per garantire alle nuove generazioni un processo di crescita serena. Di fronte a uno scenario del genere c’è stata la mobilitazione dei professionisti del settore, stanchi di fare i conti con carenze sistemiche. Appena poche settimane fa, infatti, 91 direttori di Dipartimenti di salute mentale italiani hanno scritto una lettera, rivolgendo un appello alle massime istituzioni italiane, a cominciare dal Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, fino ai presidenti delle commissioni Salute di Camera e Senato. «Illustrissimi, abbiamo deciso di scriverVi questa sofferta Lettera
Le iniziative come il bonus psicologo e lo psicologo scolastico sono piccole gocce in un oceano, un segnale di buona volontà che non risolve il problema.
Appello perché riteniamo sia diventato un nostro dovere etico a fronte dell’aumento del disagio mentale nel nostro Paese, in particolare degli adolescenti, senza più possibilità di adeguate risposte da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Le condizioni drammatiche nelle quali stiamo sempre più scivolando consentono ai DSM di erogare ormai con estrema difficoltà le prestazioni che, invece, dovrebbero essere garantite dai Livelli Essenziali di Assistenza», è l’esordio del testo, che trasuda tutta la preoccupazione rispetto alla necessità di intervenire.

Un piccolo passo in avanti è arrivato durante il confronto in Parlamento sulla Legge di Bilancio. In quella sede c’è stata l’approvazione dell’emendamento, proposto dal Pd e avallato da tutti gli altri gruppi politici, di rendere strutturale il bonus psicologo, misura introdotta dal Milleproroghe dello scorso anno. E che è diventata esecutiva con qualche mese di ritardo per alcuni slittamenti del decreto attuativo. Adesso la legge ha una dotazione stabile: 5 milioni di euro per il 2023 e 8 milioni per il 2024 in poi. Il contributo massimo, inoltre, è salito da 600 a 1.500 euro per chi non supera i 50mila euro con l’Isee. Inoltre, nell’attuale Milleproroghe è stata prevista un’interessante novità: l’istituzione della figura dello psicologo scolastico, che garantisce una funzione centrale dinanzi a un’ampia fascia di problematiche: dal bullismo alla presa in carico di soggetti bisognosi di assistenza sotto il profilo della salute mentale. L’orizzonte resta, infine, quello della creazione dello psicologo di comunità, sulla falsariga di quanto previsto con gli infermieri. Solo che tra la volontà e l’applicazione, ce ne passa: occorre stanziare adeguate risorse nell’ambito di un preciso piano di azione.
Le iniziative come il bonus psicologo e lo psicologo scolastico sono piccole gocce in un oceano, un segnale di buona volontà che non risolve il problema. «C’è bisogno di iniziative concrete ed immediate per ricucire la rete pubblica dei DSM, sempre più sfilacciata, anche con un rilancio al loro interno dei percorsi psicologicopsicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali», rilevano i direttori firmatari della lettera rivolta alle Istituzioni. Come è possibile raggiungere questo traguardo? Non è una prospettiva lunare, evidenziano gli autori della mobilitazione: si tratta «di destinare, al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi al fine di raggiungere l’obiettivo minimo del 5 per cento del fondo sanitario per la salute mentale, come da impegno dei Presidenti delle Regioni nel 2001, richiamato anche dalla recente sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2022».