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ARTERRA BIOSCIENCE spa
Napoli (NA)
Arterra Bioscience si occupa di biotecnologie e ricerca e nasce da un desiderio della sua fondatrice, Gabriella Colucci, di tornare a Napoli, sua città natale. Durante un percorso lavorativo negli Stati Uniti, la Colucci decide di rientrare seguita da due giovani studentesse per creare la propria startup, grazie al supporto dell’azienda di bio-tech farmaceutico per cui stava lavorando. Le ragioni per cui sceglie la città partenopea sono diverse: un legame affettivo, ragazzi competenti, preparati e disponibili, la possibilità di accedere a fondi Ue, un basso costo della vita rispetto a altre realtà pur interessanti. Arterra Bioscience avvia la propria attività in agricoltura, settore in cui trova il suo primo partner, Lisagro. Il suo cammino si intreccia poi con Intercos, numero 1 al mondo nella produzione di make-up, skincare, haircare e provider per tutti i migliori brand del mondo, sia di lusso che di mass market.
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Questa unione diventa il punto di forza dell’azienda e le consente di esportare i propri prodotti in tutto il mondo. I rapporti con Intercos si rafforzano al punto da creare una joint-venture, Vitalab, con sede a Napoli, che commercializza ciò che Arterra fa in ambito cosmetico. Il momento di massimo splendore è la quotazione in Borsa. Un’azienda che si era sempre autofinanziata, con 4 dipendenti a fronte dei 40 attuali, stava diventando solida.
Inizia a lavorare su più settori, come ad esempio il nutraceuitico, i medical device, l’agrifood (soprattutto il baby food) e tanto altro. Con il tempo guadagna più visibilità e diventa sempre più attraente agli occhi dei ricercatori, invertendo la rotta di molti ‘cervelli in fuga’. In cima ai punti di forza aziendali c’è il capitale umano: i ricercatori coinvolti sono giovani, molto formati e professionisti responsabilizzati dal primo momento. I momenti più complessi? L’interruzione del rapporto di lavoro con il loro unico cliente del momento, Lisagro, che non voleva più investire in ricerca su di loro. E poi, parallelamente, i fondi pubblici che tardavano ad arrivare. Fortunatamente, la soluzione è arrivata dopo poco: l’incontro con Intercos. Arterra Bioscience riesce ad esplorare i mercati stranieri potendo contare su partner locali e, in questo modo, conoscere in anticipo le usanze, i gusti del mercato di riferimento e affrontarlo come si deve, con tanta modestia e rispetto.
L’azienda lavora principalmente in Cina, America e parte dell’Europa. Il consiglio per le aziende più piccole che guardano ai mercati stranieri? Fare come Arterra: creare partnership locali.
Arterra Bioscience spa via Benedetto Brin, 69 Napoli (NA) web: www.arterrabio.it
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UMBRAPLAST srl
Umbraplast nasce nel 1969 su iniziativa di Giuliano Veschi, e ha per core business la produzione di materiali in polietilene e biodegradabili compostabili. L'idea nasce da un viaggio di Veschi in Francia, dove a differenza dell’Italia già esistevano shopper in polietilene nei supermercati. Oggi, dopo 54 anni, l'azienda ha ancora sede in Umbria ed è ancora a conduzione familiare, guidata dalla figlia di Giuliano, Elena Veschi, insieme con la sorella Luciana.
esportare subito i propri prodotti, conquistando diversi primati: l’azienda è la prima, ad esempio, a vendere imballi biodegrabili compostabili alle Isole Mauritius, risolvendo efficacemente problematiche politiche, culturali e logistiche non di poco conto trattandosi di prodotti molto particolari a rischio deterioramento in caso di lunghi tratti di viaggio. L’esperienza che contraddistingue la società rende risolvibili problematiche di questo tipo e le garantisce di poter superare i competitors. I principali mercati per l’azienda restano quelli europei, più duraturi e solidi. Fra i momenti difficili che Umbraplast ha affrontato c’è stato sicuramente il lockdown, che ha causato un inevitabile calo della domanda e la chiusura di relazioni importanti.
La gamma produttiva dell’azienda nel tempo si è ampliata: oggi Umbraplast produce materiali biodegradabili compostabili quali sacchetti, shopper, grembiulini, portapanini, copriabiti, foderine auto e tanto altro. Sin da subito l’impresa punta sulla sostenibilità dei prodotti finiti e acquisisce certificazioni che attestano l'effettiva compostabilità dei sacchetti. L’azienda investe molto in progetti di ricerca e innovazione inerenti la Green Economy, realizzati in collaborazione con l'Università di Perugia, puntando a nuovi prodotti e a nuovi processi produttivi in un contesto in continua evoluzione.
La sostenibilità ambientale è un investimento anche sociale, che dovrebbe riguardare tutti, e l'Umbria, in qualità di Cuore Verde d'Italia, si presta bene a questo genere di attività e di messaggio da veicolare. Umbraplast riesce ad
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L’esperienza di Umbraplast suggerisce che consigliare una strada generale e sempre valida da percorrere per avere successo sui mercati stranieri è difficile, considerato che ogni ambito ha le proprie specifiche caratteristiche: ciò che è certo, però, è che il made in Italy è una garanzia di qualità ed efficienza riconosciuta nel mondo, e questo è un biglietto da visita spendibile da supportare con un prodotto finale e un processo di produzione di alta qualità. Un mix virtuoso così costituito potrà in questo modo portare al successo internazionale, così come è avvenuto per Umbraplast.
Umbraplast srl
Via Garda, 2
San Giustino (PG) web: www.umbraplast.com

CFT Rizzardi nasce nel 1987 come Colombo Filippetti Torino, e nel 2013 cambia denominazione in CFT Rizzardi. L’obiettivo è implementare nuove applicazioni dei sistemi di movimentazione a camma: l’azienda sviluppa quindi una serie di prodotti come traslatori, elevatori e manipolatori per le linee di produzioni automobilistiche, e nel tempo aggiunge la progettazione e lo sviluppo di sistemi cambia utensili e cambio pallet per macchine utensili con l’obiettivo di raggiungere per i propri clienti i migliori risultati possibili in termini di efficienza e affidabilità.
La continua attività di ricerca e innovazione tecnica permette a CFT Rizzardi di essere all’avanguardia nel proprio settore e restare competitiva. L’evoluzione societaria e il cambio di denominazione rappresentano la risposta a un momento difficile causato dalla crisi economica del 2009, che aveva messo in sofferenza l’azienda costringendola alla cassa integrazione e alla riduzione del personale. C’era bisogno di una svolta e di un nuovo asset aziendale: la società inizia dunque a lavorare su mercati stranieri come Germania, Svizzera e Austria, tramite rappresentanti o agenti; negli USA attraverso un rivenditore e in Brasile, Spagna e Francia con società partner nel settore macchine utensili. CFT Rizzardi ha persone al lavoro in Polonia, Bulgaria e Turchia, e punta a lavorare in futuro anche con la Russia, finora inavvicinabile a causa di Covid e guerra. In Europa l’azienda lavora con referenti che si occupano di un primo contatto con il cliente e dell’anteprima della soluzione a livello tecnico, e poi in prima persona della parte commerciale.
Riuscire a dialogare con il cliente in maniera diretta è un punto di forza dell’azienda, che le consente di sviluppare soluzioni customizzate, studiate e progettate a 4 mani. Poter veicolare un prodotto di alta qualità e lavorato in Italia in ogni sua parte, è un vantaggio competitivo non indifferente.
L’azienda vanta anche un brevetto registrato nel 2006 a livello internazionale, e ha l’esclusività di sviluppare prodotti particolari capaci di risolvere problematiche complesse. Bisogna fare attenzione, però: ogni Paese differisce dall’altro, e bisogna rapportarsi al mercato d’interesse con competenza e con un approccio tecnico specifico, con il rispetto che merita ciascuna cultura di interesse. Sviluppando rapporti face to face con le persone giuste e partecipando alle fiere mirate dopo attente e curate valutazioni, si può arrivare a conquistare i mercati stranieri di tutto il mondo, come CFT sta facendo.
CFT Rizzardi srl
Via Massimo D'Antona, 65 Rivalta di Torino (TO) web: www.cftrizzardi.it
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