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Il Gruppo BPER Banca nasce nel 1992 per iniziativa di BPER Banca. Serietà, trasparenza e professionalità sono i valori di fondo che ispirano “il modo di fare Banca” del Gruppo BPER, con la volontà di favorire in ogni contesto il piccolo risparmio delle famiglie e le risorse delle imprese, concependo l’esercizio del credito come strumento di sviluppo e di promozione del territorio.

BPER supporta a 360 gradi le imprese impegnate nei percorsi di crescita su scala nazionale ed internazionale, mettendo a disposizione servizi transazionali nei sistemi di incasso-pagamento, prodotti di trade finance e structured export finance, consulenza in ambito export control e strumenti per la gestione dei rischi commerciali e finanziari di cambio e tasso.

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L’obiettivo è quello di accelerare il successo delle imprese trasformando idee in progetti operativi, ottimizzando tempi e costi, per affrontare e superare imprevisti ed ostacoli presenti nel commercio estero, rispondendo ai bisogni delle imprese per il tramite di un network di partnership globale.

Gold Sponsors

IMPRIME Advisory supporta imprese ed imprenditori nei processi di crescita, sviluppo e ristrutturazione, offrendo servizi di consulenza specialistica in ambito economico-finanziario. Costituita da professionisti indipendenti con ventennale esperienza, IMPRIME Advisory assiste PMI e grandi aziende nelle attività di fusione e acquisizione, finanza di progetto, business planning, valutazione e ricerca di risorse finanziarie.

The Hive è un incubatore certificato dal 2014 dal Ministero dello Sviluppo Economico Italiano, che crede nel sogno imprenditoriale delle startup e nella necessità delle imprese di gestire l’innovazione. The Hive fornisce alle nuove iniziative imprenditoriali tutti i servizi e le competenze utili al loro avvio e sviluppo, mettendo a disposizione un team di esperti del proprio network, costruito in sinergia con Sida Advisory.

Finitaly International è una società di consulenza in grado di supportare le imprese nei propri processi di internazionalizzazione attraverso la presenza diretta sui principali mercati internazionali, canali di vendita online ed off line, servizi di fidelizzazione dei clienti/consumatori, l’ottimizzazione della filiera distributiva, la selezione ed identificazione di partner internazionali.

Marketing partner: Ufficio Stampa Relazioni Esterne:

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È stato un viaggio lungo un anno. Dalla Sardegna al Veneto, dalla Toscana alla Sicilia: abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia per fare quanto ci eravamo ripromessi all’inizio del percorso. Cioè trovare “Chi fa grande l’Italia nel mondo”. Operazione davvero non facile, se, per una volta, si lasciano da parte i nomi che ritroviamo quotidianamente sui giornali nelle pagine di economia – o più spesso di finanza – e si volge lo sguardo altrove.

Eppure, dopo un momento di incertezza, dovuta all'improvvisa mancanza di riferimenti, pian piano si è materializzata davanti ai nostri occhi l’immagine nitidissima di un gigante che ama stare sotto il pelo dell’acqua, invisibile ai più. Un gigante che, chiamato all’azione, è capace di trasformarsi in una vera forza della natura o, se può suonare meglio, nella struttura portante della seconda manifattura d’Europa.

La spina dorsale della nostra economia è rappresentata da micro, piccole e medie imprese. Come in ogni ecosistema, ciascuna di esse svolge una funzione che, presa singolarmente potrebbe sembrare irrilevante ma che all’interno di processi e strutture complesse rivela con chiarezza tutta la propria importanza. Come dimostra una interessante ricerca della Fondazione Edison, la straordinaria resilienza dimostrata dall’Italia a fronte delle grandi crisi dei mercati globali (dalla pandemia all’impennata dei prezzi delle forniture energetiche) è dovuta in larga parte a scelte aziendali che hanno continuato a preferire il mantenimento sul territorio delle attività produttive, rispetto alla massiccia delocalizzazione di fabbriche ed approvvigionamenti operata da concorrenti di altri paesi.

Altrettanto degna di nota appare, a parità di volume totale delle esportazioni, la fortissima diversificazione che l’Italia fa valere rispetto ad altri competitor. Sono circa tremila le nicchie di mercato dove il nostro paese vanta una posizione di leadership grazie all’alto livello di specializzazione e radicamento di imprese, spesso di piccole e medie dimensioni, ma altamente profittevoli.

Ben si comprende, quindi, che nell’esperienza e nelle competenze di tantissime di loro c’è un enorme valore per il Paese che sarebbe delittuoso non riconoscere e mettere a sistema.

Noi ci abbiamo provato, ancora una volta in modo un po’ irrituale. Abbiamo scelto di non partire dalle performance, pur essenziali, ma dalle storie personali ed aziendali che le hanno rese possibili. Volevamo evidenziare gli elementi vincenti per poterli trasferire, attraverso un racconto collettivo, alle aziende ancora non esportatrici e stimolare il loro spirito di emulazione.

Lungo il nostro cammino, abbiamo incontrato oltre duecento aziende di tutti i settori. In questo libro, c’è un’ampia selezione delle loro storie export di successo. Senza alcun ordine di merito, perché ciascuna può essere utile per chi la legge mentre è alla ricerca di un’ispirazione, di un modello, di una strategia per affrontare i mercati internazionali.

Grazie, quindi, a tutte le imprese che hanno voluto condividere il senso del loro cammino, fatto come sempre di successi e di inevitabili errori. La loro generosità è, innanzitutto, un servizio all’Italia.

Grazie alle Istituzioni, ai partner, agli sponsor che, con il loro supporto, hanno reso possibile questo progetto.

Grazie ai colleghi di Uniexportmanager che, dalle Alpi alle Madonie, sono ogni giorno al fianco delle loro aziende clienti per condividerne il lungo e faticoso percorso di internazionalizzazione.

Comunque vada, sono certo che questo progetto renda più forte in ciascuno di noi l’orgoglio di sentirsi italiano e l’impegno a valorizzare il nostro paese nel mondo. Non c’è tempo per indugiare ancora nei saluti. La macchina della seconda edizione è già in moto!

Quando Massimo Cugusi propose in Uniexportmanager l’idea di esplorare con i colleghi associati l’Italia delle PMI esportatrici, di chiedere a imprenditori e manager di raccontare e condividere le loro storie e i loro segreti, non pensavamo certo che avremmo vissuto noi per primi una straordinaria storia che getta una nuova luce e ci spinge tutti a cambiare, evolvere e migliorare l’export del MadeinItaly.

Abbiamo scoperto e fatto venire alla luce un mondo di aziende, competenze ed esperienze italiane alternativo allo stereotipo delle eccellenze dei grandi marchi, che è incredibilmente superiore a quello che si crede e si racconta.

A tutte le aziende candidate a concorrere al PremioExportItalia, abbiamo chiesto di raccontarsi e raccontare quale fosse stato il percorso e il segreto che le ha portate a essere vincenti a livello internazionale.

La costatazione inattesa è stata che un modello unico non c’è. Ossia gli stessi modelli di export business adottati in alcuni casi erano vincenti, in altri inefficaci. L’elemento che accomuna tutte storie sta nell’aver puntato decisamente sull’export per la crescita, e nell’esser stati capaci di evolvere un continuo processo di progettazione, test sul campo, verifica, riaggiustamento, ottimizzazione

Abbiamo dimostrato concretamente che una leva vincente della crescita delle aziende è la scelta strategica di focalizzarsi sull’export e sull’internazionalizzazione.

La stessa scelta che deve essere fatta dal nostro sistema Paese, storicamente trasformatore ed esportatore.

Possiamo crescere veramente tanto, ma a condizione di non lasciare sole le aziende impegnate nei percorsi di export import internazionalizzazione e i professionisti che le affiancano con le competenze necessarie. A condizione di ragionare uniti con la consapevolezza che la scelta di sostenere lo sviluppo internazionale e la crescita delle aziende esportatrici , soprattutto le MPMI, è il fondamento della scelta di sviluppo del sistema paese.

Abbiamo bisogno di mettere in sinergia gli sforzi di tutte PMI e MPMI capaci di dare corpo al futuro del Paese. Bisogna puntare sull’export con una politica che promuove il Madeinitaly sostenendo l’immissione di competenze nelle imprese.

Tutto il mondo cerca il madeinitaly ma il prodotti non arrivano ai mercati. Bisogna sostenere le misure che materialmente conducono i prodotti italiani autentici ai consumatori che non li trovano.

E’ questo il tema. Il sistema Italia deve evolvere trasformandosi in un vero ecosistema dove l’export ha un ruolo strategico primario, dove istituzioni illuminate non penalizzano le imprese in base alla loro dimensione e anzi le agevolano nell’accesso alle competenze e alle risorse.

Il vero valore dell’export e il successo di tali politiche non si misura con i dati spesso fuorvianti del fatturato all’esportazione, bensì con obiettivi specifici e performanti come il raddoppio delle aziende esportatrici, la crescita della maturità export delle aziende , l’aumento di occupazione indotta dalle aziende esportatrici.

Sono scelte che possono essere fatte qui e adesso. L’export incorpora l’innovazione, la digitalizzazione, la sostenibilità, la creazione di nuova occupazione ed è l’unico serio antidoto alla regressione.

Lavoriamo per migliorare l’export. Anche con la nuova edizione 2024 del PremioExportitalia.

italiani

Ascot industrial è una società siciliana, poco conosciuta dal grande pubblico, che genera all'estero più del 99% del proprio fatturato. Produce ed esporta generatori elettrici alimentati a diesel e gas naturale o Lpg e sistemi ibridi fotovoltaicodiesel costruiti in base alle specifiche del cliente. Lavora, fra gli altri, per Vodafone e altri importanti gestori di telecomunicazioni, dall'Africa ai Paesi del Golfo. Dietro questa azienda c’è il fondatore Luigi Greca, un sognatore e padre di famiglia che - spinto dal desiderio di essere parte integrante dello sviluppo del mondo - decide di lasciare un impiego sicuro in ENI perché più che guardare al profitto nel momento di inizio di una scalata preferisce puntare all’obiettivo da realizzare una volta arrivato in cima.

A supportarlo ci sono moglie e figli, ai quali trasmette con incredibile energia la stessa passione. Proprio per raggiungere questo obiettivo sociale ed economico, Ascot realizza generatori di corrente fatti per durare nel tempo, idonei a funzionare in un particolare ambiente ed essere utilizzati anche da persone con limitate conoscenze tecniche; a volte complessi ma intuitivi, robusti ma semplici nella costruzione, talvolta modulari per essere smontati e trasportati con mezzi di avventura anche in territori impervi. Un prodotto così curato in ogni minimo particolare non può che essere, evidentemente, il primo tratto distintivo di questa realtà aziendale. Altro punto di forza dell’azienda è la sua ‘italianità’, in termini di creatività e innovazione. I Paesi-mercati ai quali si rivolge Ascot si trovano negli angoli più remoti della Terra: sono Paesi nei quali prima si osserva l’ambiente, poi si dialoga con i clienti e infine si realizzano prodotti ad hoc progettati esattamente per loro. Ascot punta da sempre sulla elevata qualità dei prodotti. Un racconto frequente in azienda che testimonia questo aspetto è quello di un cliente africano che apprezzava molto la qualità dei prodotti e servizi Ascot ma non poteva permetterseli.

Dopo tre anni in cui era stato costretto a comprare periodicamente e frequentemente nuovi generatori, considerato che quelli precedenti si rompevano frequentemente, grazie alla soglia di benessere nel frattempo raggiunta tornò da Ascot spiegando che finalmente poteva permettersi i loro prodotti capaci di durare almeno cinque anni. Il consiglio finale dei vertici di Ascot agli imprenditori che vogliono vendere all’estero? Comprendere i bisogni dei consumatori e realizzare di conseguenza il loro sogno di un mondo migliore, proprio come fanno i sarti che prima prendono le misure e poi fanno i vestiti.

ASCOT INDUSTRIAL S.R.L.

Strada III Zona Industriale

Gela (CL) web: www.ascotinternational.com

OLTREMARE - Storie italiane di (stra)ordinario export

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