Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Page 1

er Di Yass

er Di Yass

Ristorante Pizzeria con forno a legna

Fondato nel 1908

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o Anno V - giugno 2012 • Direttore responsabile: Emilio Carta

L.mare Vittorio Veneto 17-18-19 RAPALLO

Tel./Fax 0185 52603

€1,00

O giornale o l'é comme l'äze, quello che ti ghe metti o porta Il giornale è come l'asino, quello che ci metti, porta (Antico proverbio genovese)

ELEZIONI • HABEMUS PAPAM • LA GIUNTA E IL CONSIGLIO • TUTTI GLI ELETTI • I „TROMBATI‰ • ELEZIONI DI UNA VOLTA

SANTA MARGHERITA In pericolo il Tennis Club

CONCORDIA Foto: Toni CARTA

Intervista esclusiva al comandante Palombo

CROCE BIANCA LÊEnte si tinge di rosa

COME ERAVAMO Ö scïto do ‰Ciantê ‰

IL MARE è consultabile anche on line sul sito

www.marenostrumrapallo.it

XXV APRILE Una ricorrenza distorta

FEBBRE DELLÊORO Un rapallese nel Klondike

RAPALLO Sempre più multietnica

Associazione Culturale

Caroggio Drito

Associazione Culturale


Habemus Papam di Emilio Carta

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

IL MARE

Mensile di informazione Anno V - n. 4 2012

€ 1,00

Edito da: Azienda Grafica Busco Editrice Rapallo - via A. Volta 35,39 rapallonotizie@libero.it tel. 0185273647 - fax 0185 235610 Autorizzazione tribunale di Chiavari n. 3/08 R. Stampa Direttore responsabile: Emilio Carta Redazione: Carlo Gatti - Benedetta Magri Daniele Roncagliolo Hanno collaborato a questo numero: M. Bacigalupo - R. Bagnasco P. Bellosta - P.L. Benatti - A. Bertollo E. Brasey - S. Gambèri Gallo - C. Gatti E. Lavagno Canacari - B. Magri - B. Mancini M. Mancini - G. Massa - I. Nidasio - A. Noziglia D. Pertusati - L. Rainusso D. Roncagliolo - V. Temperini Ottimizzazione grafica: Valentina Campodonico - Ivano Romanò Fotografie: Fabio Piumetti Archivio Azienda Grafica Busco La collaborazione a Rapallo Notizie è gratuita e ad invito

IN QUESTO NUMERO: 2 Il nuovo Sindaco di D. Roncagliolo 3 Analisi: premiati e “trombati” di D. Roncagliolo 4 Gli eletti: Giunta e Consiglio Comunale 5 Elezioni di una volta di P.L. Benatti 6 Resistenza e XXV Aprile di R. Bagnasco 7 Santa: in pericolo il Tennis Club di P. Bellosta 8/9 Concordia: intervista a M. Palombo di C. Gatti 10/11 Croce Bianca: fiocco rosa di E. L. Canacari 12 2 giugno di B.Magri 13 Rapallo sempre più multietnica di R. Bagnasco 14 La famiglia Bacigalupo al Castello di M. Bacigalupo 15 Capraia, lʼisola ritrovata di A. Bertollo 16 Il sangue freddo degli animali di G. Massa 17 Route 66 in Harley Davidson di I. Nidasio 18 Viaggiare: Nigeria di V. Temperini 19 Ricordo o sogno di M. Mancini 20 Come eravamo di B. Mancini 21 Il potere temporale della Chiesa di D. Pertusati 22/23 Lʼappuntamento col destino di E. Brasey 24 Amarcord di E. Gambèri Gallo 25 Un rapallese nel Klondike di E. Carta 26/27 Alzheimer, che fare di A. Noziglia 28 Cinema in diagonale di L. Rainusso 29 Lettere e notizie 30/31 Habemus Papam! di E. Carta

H

a vinto Giorgio Costa, viva Giorgio Costa. E' stato un risultato apparentemente imprevisto in tale percentuale (53,17 per cento contro il 46,83) ma, in effetti, ben più vistoso se si pensa al gap di quasi 5 punti con cui l'ex bancario e il sindaco uscente Mentore Campodonico si erano lasciati dopo il primo turno. Escono così definitivamente di scena gli uomini del Gabbiano e nomi di spicco tra cui numerosi ex democristiani, travolti assieme ad altri da uno tsunami che non guardato in faccia nessuno. Ora al nuovo inquilino di piazza delle Nazioni (nelle pagine seguenti i nomi della giunta e dei consiglieri incaricati) il compito di procedere per gradi, ma velocemente, a rimettere in piedi le opere lasciate a terra nel 2006. Su di lui pesa l'ombra ingombrante dell'ex sindaco, l’imploso Capurro, anche se Giorgio Costa alle domande della stampa sulla sua reale indipendenza perde un po' le staffe: "sono stufo di sentirvelo dire; il sindaco sono io e le decisioni le prenderò io, ovviamente assieme a tutta la squadra". Ha detto proprio così. Grandi eventi sportivi, opere pubbliche urgenti da far decollare, un arredo urbano da riqualificare in fretta, soluzioni per il traffico autostradale, un centro congressi: questi alcuni dei punti più salienti del progetto "Costa". Per ora il cielo è azzurro anche se ai maligni piace ricordare che dopo due anni ci fu un un'implosione che portò la città al commissariamento. Bazzecole, bubbole perché dall'altra parte della barricata i problemi sono ben altri. Ora è il tempo dei processi per una disfatta per alcuni versi inaspettata ma che in realtà era in odore da tempo. “Il PDL e la sua coalizione non avevano gli "occhi di tigre" come gli avversari ma piuttosto lo sguardo di pecorelle smarrite” dicono col senno di poi i detrattori. E aggiungono con ancor maggiore cattiveria: “Il lavoro svolto non è mai stato suffragato da un'informazione dettagliata e precisa e si è scelto un basso profilo che non ha pagato, anzi”. Lo ha dichiarato a

Mi scappa da ridere... Hai visto Capurro, così tante deleghe ed importanti, povero sindaco Costa!!

Figurati fra un anno quando ne chiederà una sola! Quella di fare il sindaco !!!

cadavere ancora caldo persino l'ineffabile onorevole Scandroglio davanti alle telecamere contento per il risultato chiaverese ma "mortificato" per quello rapallese e si è fatto vedere in Tv persino il corpulento vate dell'UDC, onorevole Rosario Monteleone, pronto a ricevere l'applauso doveroso per la sua scelta vincente. La realtà non può essere ridotta al fatto che i Partiti in questo momento sono in caduta libera né alla bassa affluenza ai seggi, né alla pioggia domenicale o, ancora, alla bassa percentuale di effimeri votanti delle seconde case nella loro veste di falsi residenti. Molto più banalmente, Campodonico ha perso soprattutto per la voglia di cambiamento e di facce nuove della gente, per la sua scarsa visibilità per l'assordante silenzio istituzionale su quanto, poco o tanto non importa, era stato realizzato in questi cinque anni. Ora tocca a Giorgio Costa. E la città ora si aspetta che l’ex bancario, come ha ripetutamente affermato, sia il primo cittadino di tutti perché Rapallo necessita di concretezza istituzionale e non merita di essere in balia di scelte umorali o di vendette trasversali. Per troppo tempo i rapallesi hanno assistito al disfacimento e al blocco di tutto ciò gli amministratori comunali, alternandosi sullo scranno più alto del palazzo di piazza Nazioni, facevano e disfacevano come la tela di Penelope. Voltiamo pagina quindi e facciamo tanti auguri a Giorgio Costa che, consentiteci una battuta simpatica e curiosa, nel suo curriculum elenca (come il suo predecessore) l'amore per la famiglia, gli animali e per i colori blucerchiati. In più è uno sportivo attivo che pratica il tennis. Che sia stato quest'ultimo lo smash vincente?

LETTERA AI LETTORI

da questo numero troverete Il Mare unicamente in edicola e al prezzo simbolico di 1 euro. A farci decidere in tal senso sono stati i numerosi amici che ci avevano suggerito una diversa distribuzione del periodico, in modo da avere la certezza di poterlo acquisire in modo più semplice ed immediato. In pochi anni, infatti, grazie ad un manipolo di amici dai capelli brizzolati, affiancati da altrettanti giovani e preziosi collaboratori in blue jeans, Il Mare è entrato sempre più nel cuore dei rapallesi grazie ad argomenti dedicati sia alla cronaca sia alla storia locale; insomma alle nostre radici. Il Mare ha mantenuto, al contempo, un ruolo di attento osservatore del territorio e mugugnando - qualche volta ringhiando - ha sempre denunciato la necessità di una svolta “viabile”, di una più attenta salvaguardia conservativa dei nostri beni culturali nonché al mantenimento di un arredo urbano commisurato alla vocazione turistica della città. Cari lettori, aiutateci a mantenere questa linea editoriale continuando a leggerci segnalandoci le cose che non vanno. Solo e soltanto a Voi renderemo conto. L’Editore Massimo Busco

di Pietro Ardito & C.


SPECIALE ELEZIONI E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Daniele RONCAGLIOLO danironca@hotmail.it

3

CHI È

Giorgio Costa, il nuovo inquilino di piazza Nazioni Breve presentazione del neo sindaco. È il secondo Costa nella storia dei primi cittadini rapallesi. Pensionato bancario, da sempre ha messo al primo posto la famiglia e lo sport. Solo recentemente ha aggiunto nei suoi pensieri la politica iorgio Costa è l’undicesimo sindaco di Rapallo dal 1946 ad oggi. Rapallino doc è nato l’otto marzo di 65 anni fa. È sposato con Ivana e ha una figlia, Giorgia, che il 9 giugno convolerà a nozze. Spesso è possibile vederlo con l’amato cane, un cocker spaniel di nome Davis. Ex funzionario di banca è attualmente in pensione. Politicamente la sua esperienza inizia nel 2004 con la vittoria di Armando Ezio Capurro. Dal 2005 è capogruppo in consiglio comunale del Circolo via della Libertà 61. Nel 2007, nonostante la sconfitta di Armando Ezio Capurro, viene eletto come consigliere di minoranza. Senza mai tessere di partito in tasca, Costa ha vinto grazie all’appoggio di cinque

G

liste: Circolo via della libertà 61, Italia dei valori, Liguria viva, Noi con Capurro e Udc-liste civiche di centro. Oltre alla politica ha una passione: lo sport. Il suo impegno verso questo mondo si è concretizzato, soprattutto, nel Panathlon. Oggi, infatti, ricopre l’incarico di governatore del Panathlon Area Liguria ed è past president del Panathlon Club Rapallo. Non solo. Costa è anche presidente della commissione sportiva “Tennis” al circolo Golf e tennis di Rapallo. Tennista in attività, è un tifoso sfegatato della Sampdoria che spesso segue anche allo stadio. “Lavoreremo per tutti i cittadini - assicura -. Quello che abbiamo promesso lo manterremo. Diventare sindaco è un’emozione

immensa, perché è un traguardo importante che abbiamo raggiunto lavorando faticosamente in questi anni. La città ha capito. Adesso dobbiamo aprirci al comprensorio, perché il dialogo è fondamentale. I miei cittadini devono stare tranquilli”. Oltre al sociale, che è stato inserito al primo posto nel suo programma elettorale, Costa punterà soprattutto sul turismo di qualità: “A Genova la mostra su Van Gogh ha fatto registrare 346mila paganti. Ecco, penso che per muovere la gente sia necessario organizzare eventi di classe che a Rapallo mancano”. Curiosità per gli amanti della storia: Giorgio Costa è il secondo Costa

Torte su richiesta di qualunque tipo e peso Via della Libertà 22A - 16035 RAPALLO Tel. 0185 51665 - chiuso il lunedì

che sale sulla poltrona più alta di Rapallo. Dal 1940 al 1945 il podestà, la figura introdotta dal Duce al posto del sindaco, si chiamava proprio Giacomo Costa.


SPECIALE ELEZIONI E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Daniele RONCAGLIOLO danironca@hotmail.it

4

L’ANALISI

Gli errori elettorali e le voglie di cantieri aperti Una lente d’ingrandimento sulle strategie e i passi falsi dei “guru” della politica a guardato verso Milano e invece la soluzione era a Genova. Il Pdl di Rapallo ha voluto seguire il modello che ha portato a perdere la roccaforte azzurra del Cavaliere e non ha preso esempio dai nemici “rossi” che nel capoluogo ligure hanno vinto le elezioni. La situazione in cui si trovava Mentore Campodonico era simile a quella di Letizia Moratti e Marta Vincenzi. A Rapallo, come a Milano e Genova, c’era voglia di cambiamento. A Milano non l’hanno compreso, hanno ricandidato la Moratti che puntualmente ha perso. A Genova, nel suo feudo, il centrosinistra ha fiutato che l’aria per “super Marta” non era delle migliori, soprattutto dopo i tragici fatti dell’alluvione. Le primarie, che sono come certi sondaggi, precisi alla virgola, hanno poi dimostrato che i presagi nefasti sulla Vincenzi erano giusti. E così, alle elezioni, l’unica partita che conta, ha vinto Marco Doria che a prima vista sembra avere la metà delle competenze della Vincenzi. A Rapallo le soluzioni erano due. O si facevano le primarie oppure, tutti uniti, si lanciava un giovane. Carlo Bagnasco, Salvatore Alongi, Massimo

H

Carlo Bagnasco

che pervade l’Italia, uno come lui è una risorsa da tenere in considerazione; da questo punto di vista se la politica italiana avesse avuto qualche Campodonico in più oggi la nazione starebbe un po’ meglio, almeno in termini di credibilità. Qualcuno, dopo il voto, ha detto che il primo cittadino uscente è sempre perdente in questo momento storico. Non è proprio così: La Spezia e Savona, con Federici e Berruti, tanto per non andare lontano, dimostrano che si può vincere anche al secondo mandato. Il Pdl, o la nuova formazione pronta a nascere, inizierà adesso la fase delle epurazioni. Qualche messaggio è già stato lanciato. La ricostruzione, posto che Domenico Cianci ha già palesato da tempo le sue voglie di una nuova avventura, deve ripartire da due giovani in gamba, preparati e votati come Carlo Bagnasco e Giorgio Tasso. Il primo non ha bisogno di presentazioni, il secondo ha dimostrato il suo valore con la copertura del mercato di piazza Venezia, il piano commerciale, il wi-fi gratuito e il piano dei dehors. Rimanendo in casa della ormai ex maggioranza ci sono bocciature che

Mentore Campodonico

Pernigotti, Umberto Amoretti: i talenti non mancavano. Chi adesso cerca di scaricare tutte le colpe su Campodonico, però, sbaglia. Il suo precipitare nei consensi è dovuto anche a chi, all’interno della sua stessa maggioranza, lo ha attaccato spesso e volentieri. Certo, la strategia comunicativa scelta nei cinque anni di amministrazione è stata a dir poco sconcertante e non averlo capito in tempo è stata forse la sua colpa principale. Ma chi ha lavorato al suo fianco lo tratteggia come una persona pignola, un lavoratore scrupoloso, attento ai dettagli. Insomma, un perfezionista. Con il degrado morale

Massimo Pernigotti

i pari età, tanto per usare una metafora calcistica. Questa “ghettizzazione”, che anni fa aveva le sembianze di una lista rosa con sole donne, è roba da dilettantismo politico e non ha pagato. Non è un caso che la nuova maggioranza Costa annoveri Lorenzo Gambero, 23 anni e primo della lista del Circolo della libertà. Gambero, che è stato inserito tra persone ben più grandi di lui, è stato giustamente premiato, così come il candidato sindaco che ha creduto in lui. Tra le note dolenti c’è anche quel 50 percento di elettori che non è andato a votare, comportandosi, di fatto, come i grandi partiti nazionali: l’unica differenza è che gli astensionisti non hanno delegato il governo dei tecnici ma l’altra metà di Rapallo, ovvero quei cittadini che ancora credono nella democrazia e rispettano le battaglie portate avanti negli anni per il suffragio universale. È ora di voltare pagina, gli errori non contano più: da pochi giorni è iniziata l’era Costa. Il caso Pernigotti, allontanato 48 ore dopo averlo nominato assessore, è qualcosa in più di una falsa partenza, è una cosa mai vista, grottesca. Che fa male soprattutto

Alessandro Puggioni

fanno rumore come quelle di Lelio Milanti, Corrado Castagneto, Alessandro Puggioni, Roberto Di Antonio, Fabio Mustorgi e Franco Parodi. In poche parole la giunta uscente, un segnale premonitore sottovalutato nelle due settimane pre ballottaggio. Il pollice verso deve essere rivolto anche a chi ha pensato e messo in piedi le due liste dei ragazzi trincerandosi dietro il “viva i giovani, noi li lanciamo”. Falsità da campagna elettorale che i cittadini hanno capito. Se uno crede davvero nei giovani li mischia con i più grandi, li fa giocare in prima squadra con i veterani dove possono imparare i trucchi del mestiere; non li fa “marcire” nella Primavera con

Lorenzo Gambero

umanamente per una persona di valore come l’ex consigliere provinciale. Come è andata nel 2004 se lo ricordano tutti; i precedenti della passata amministrazione, con i rimpasti in giunta e le riunioni alle Carmelitane, sono ancora ben impressi nella mente; i cittadini ora vogliono i fatti, esigono meno discussioni e più cantieri aperti. Chi davvero dice di amare Rapallo superi le questioni personali e pensi davvero al bene della città lasciando fuori dalla porta le polemiche. Altrimenti, se si andrà avanti a suon di litigi, bisognerà dire a Carlo Bagnasco e Giorgio Tasso di accelerare i tempi della ricostruzione.

DALLE PUBBLICHE PIAZZE A TWITTER

COME È CAMBIATA LA CASSA DI RISONANZA Ai miei tempi, durante le manovre elettorali, i candidati rischiavano la faccia in pubblico, arringando la gente per convincerla al voto, tra manipoli di supporto plaudenti e plateali dissensi. Ultimamente, lo scenario reale si è indirizzato a quello virtuale: internet, con le sue nuove piazze, i blog, e quant’altro. E se l’odierno “fratello” è immediato, veloce, disponibile a tutti, reca anche qualche controindicazione. La basilare sta nella voglia di apparire, gridare il consenso/assenso senza limitazioni, sentirsi il nuovo Beppe Grillo dé noantri. Tutto bene, finché lo pseudonimo avvolge il fustigatore, e costui è quel Nessuno seguace dell’astuzia di Ulisse, che magari negherà le proprie frasi (salvo individuazione – ormai facile – dell’i.p.); ma quando si firma il dibattito con nome e cognome, la ricusazione è più aggrovigliata. Cos’è successo? Nulla d’insolito: già la storia consigliava “verba volant, scripta manent”; e mentre il pernacchio di piazza torna nell’ombra, le frasi velenose restano. E agevolmente stampabili. Internet, grande comunicatore, può essere un megafono e può essere un boomerang; va solo trattato con cura, per non indurre – a posteriori – ricordi antipatici o sghignazzi gratuiti. La memoria è uno strumento formidabile, capace di trasformarsi volendo - in un’arma letale. Recitava Clint Eastwood: “Quando l’uomo col fucile incontra l’uomo con la pistola, l’uomo (con la) pistola è un uomo morto”. Silvana Gamberi Gallo


CONSIGLIO COMUNALE E GIUNTA (Deleghe ed incarichi ancora sub judice)

La Giunta

Giorgio COSTA SINDACO (Turismo e Commercio)

Salvatore ALONGI VICESINDACO Politiche Sociali e Sociosanitarie

Gualtiero DI CARLO Sport

Giuseppe IANTORNO Ambiente e Servizi Ecologici

Paola TASSARA Pubblica Istruzione e Cultura

Massimo ZERO Edilizia privata e Demanio

Maggioranza

CONSIGLIERI

Armando Ezio CAPURRO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Carlo AMORETTI

Gloria BARBETTA

Maurizio MALERBA

Salvatore FAENZA

Luigi REGGIONI

Lorenzo GAMBERO

Maurizio VETRUGNO

Minoranza

M. Cristina GERBI

Carlo COVRE

Carlo BAGNASCO

Pier Giorgio BRIGATI Mentore CAMPODONICO

Antonella CERCHI Gerolamo GIUDICE

Roberto SPELTA


SPECIALE ELEZIONI

6

di Pier Luigi BENATTI

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

AMARCORD

Nel primo dopoguerra il voto non correva sul web Quando le elezioni si vincevano a colpi di comizi, manifesti e colla di farina e Turpini, dal palco di piazza Cavour, tuonava «Non vogliamo essere guidati nè da rossi nè da neri!» con chiaro riferimento all’arciprete di allora, monsignor Daneri empo di elezioni il nostro. Tempo di messaggi suadenti, sorrisi accattivanti dal televisore e fotografie a colori sulle ben ordinate plance per le affissioni. Assai diversa la “liturgia” di quelle prime elezioni al ritorno della democrazia e di quei “ludi cartacei” che il tramontato regime non gradiva... Si può dire che quelle erano campagne elettorali “ruspanti” in presa diretta, senza intermediari professionistici specializzati, senza pubblicitari, agenzie di promozione d’immagine e manipolatori del consenso, persuasori occulti e, soprattutto, senza il dispendio di somme iperboliche... L’adesione ad una ideologia e la fedeltà a taluni valori erano la molla che muoveva l’ingranaggio. Nelle appena riaperte sedi dei Partiti uno dei problemi di maggiore rilievo, quella vigilia delle votazioni, era quello relativo... alla colla! Portati in treno da Genova gli ingombranti rotoli di manifesti, si trattava, infatti, di affiggerli per la città e le frazioni e questo implicava di far bollire un pastone di farina ed amido sufficientemente diluito per la bisogna. Solo in seguito ci fu chi suggerì di utilizzare i preparati per i tappezzieri, confezionati in comodi pacchetti pronti per l’uso. Questo era solo l’inizio dell’operazione. Distribuito alle diverse squadre di giovani il liquido vischioso nei secchi, entravano in gioco le scale a pioli (quelle più lunghe giungevano dai cantieri edili o dagli oratori) e poi, via con pennelli gocciolanti e spazzole di saggina per spianare gli affissi. Piazza Cavour era l’arena naturale ove s’affrontavano gli attacchini delle opposte fazioni mirando a salire sempre più in alto nell’attaccar manifesti, al punto che le facciate delle case cambiarono volto salvando unicamente indenni le finestre e i portoni.

T

da Mario

Paolo Emilio Taviani sempre presente a Rapallo per ogni elezione

Nascevano selve di scudi con la croce e boschi di martelli e falci... C’era l’estemporaneo esperimento di applicare un foglio alla saracinesca di una farmacia con effetto riduttivo; a volte il furtivo maligno ricoprire coi propri manifesti quegli degli avversari, creando stratificazioni di rilievo; ma non mancava talora lo scambio delle preziose colle con chi ne era ormai privo anche se militava sotto diversa bandiera... Veniva poi la distribuzione porta a porta dei volantini e ricordo un lancio all’interno del cinema Roma (ex Reale - poi Grifone) durante la proiezione che oscurò lo schermo. Avevamo pagato regolare biglietto e prima della “pioggia” ci gustammo un tempo del film. I comizi avevano un’attrattiva straordinaria per il nome dell’oratore ma anche perché poteva verificarsi il contraddittorio di un esponente di parte avversa con conseguente fermento, battimani e fischi ed il gracchiare degli altoparlanti. I seggi erano ubicati alla bell’e meglio. Dallo chalet della Lega Navale a Langan, al Collegio Peirano (da O Casettin) in via Maggiocco, all’Asilo Rainusso, all’ospedale. Erano ventuno in tutto, comprese le

Trattoria a Rapallo dal 1 9 6 3

1951 - Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi in visita alla sede della DC di S. Margherita Ligure. Alla sua destra Giovanni Maggio. Sotto, “affissioni in libertà” nel dopoguerra

frazioni, che eleggevano unicamente un loro rappresentante in Consiglio. Votavano anche le donne (era una novità) e destarono curiosità le suore uscite di convento. Le liste degli elettori aventi diritto di voto comprendevano anche i tanti “dispersi”, specialmente nell’avventura di Russia, a conferma della speranza di un loro ritorno. Quando questi nomi vennero depennati d’ufficio, rimasero ostinatamente ad attendere solo le madri e le spose... Il primo Consiglio Comunale, eletto il

10 novembre del 1946, si insediò nell’aula del Palazzo Civico e i rappresentanti del nostro popolo occuparono gli antichi seggi lignei appoggiati alle pareti della sala. Lo presiedeva il sindaco avv. Giovanni Maggio, che il C.L.N. (presenti ancora i militari alleati) aveva già designato a reggere l’amministrazione dopo la Liberazione. Dalla Torre Civica, finalmente, si riudirono i rintocchi bronzei della vecchia campana rimasta muta per vent’anni. Si ricominciava a vivere la democrazia.

G Piazza aribaldi, 23 1603 5 Ra pallo ercoledì - orar m l i o s 736 i di ser 1 u i 5 ( G h 5 E 8 ) vizio: tel. 01 C 1 2,3014,30 e 19,30 -22,00

www.trattoriadamario.com - chef@trattoriadamario.com


RICORRENZE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

7

di Renzo BAGNASCO

XXV APRILE

Caduti nella (o della?) Resistenza, scusateci! uesto pezzo l’ho scritto il 25 Aprile ma solo oggi, una volta attenuati i fastidiosi crampi allo stomaco suscitatimi partecipando alla cerimonia della Liberazione, ho deciso di pubblicarlo. Io all’epoca c’ero, anzi mi ero, in armonia con altri, attivato a che quel giorno arrivasse. Rivederlo riproposto oggi così banalizzato e strumentalizzato o, peggio, così stancamente rivissuto senza la dovuta partecipazione corale, mi ha creato disagio. Ero ragazzotto quando mio fratello, più grande, fu accettato nelle S.A.P. di Prà, “Squadre Azione Partigiana”, patrioti operanti nelle Città in appoggio ai partigiani. Mio cugino Franco ed io, passando inosservati perché più piccoli, avevamo il compito di commettere piccoli fastidiosi sabotaggi e “rimediare” armi, ovunque queste si trovassero. Molti miei amici di quel tempo non ci sono più. Troppi quelli uccisi gomito a gomito con la faccia al muro e, come ultima vista sul mondo, i fori nell’intonaco del vecchio manufatto intrisi dal precedente sangue ormai coagulato, contro il quale erano stati teutonicamente allineati. Vicini l’un l’altro, indipendentemente della loro fede religiosa o politica. Tutti erano accomunati dalla carica ideale di rifare una Patria unita, capace di rilanciarsi non appena liberata dal Nazifascismo. Quasi tutti eravamo cresciuti cominciando con l’essere “figli della lupa” poi “balilla” ed infine “giovani avanguardisti” ma avemmo però il coraggio, quando ce ne accorgemmo, di non sopportare più e, per farci perdonare dalla Patria per non averlo capito prima, tutti eravamo pronti a donare il sangue e la gioventù. Molti si erano accorti che qualcosa non andava più e allora

Q

scelsero di tentare fino in fondo, uniti, di sdoganare la Patria dai soprusi. Lubrificata dal loro sangue la Libertà la raggiungemmo più rapidamente. Eroici, cari e dolci illusi. Non potevate prevedere che poi, con l’espandersi del benessere, sempre più si sarebbe rafforzata la voglia di “non voler sapere” per non crearsi rimorsi ed imbarazzanti paragoni. Alla cerimonia di quest’anno, in pieno tempo d’elezioni, c’erano un po’ più personaggi ad esibirsi dell’anno scorso. Addirittura c’erano più bandiere tinte di rosso, di quanti non siano forse stati i voti presi nelle ultime elezioni degli alabardieri presenti. La cosa più vergognosa è che a chiudere il corteo, dopo quelle del PD e standosene vistosamente distaccati seguivano, dopo una spazio vuoto, quelle dell’estrema sinistra. Spettacolo patetico ma testimone di quanto inutilmente si versò sangue per unificarci. Ad ogni fucilazione c’era sempre presente un cappellano perché si era ancora convinti, come eravamo stati educati, che l’anima non avesse colore ma rappresentasse la vita: volando via portava con sè anche quest’ultima. Il prete consolava tutti e benediceva tutti i cadaveri martoriati. Nessuno si rifiutò di vederlo. In Basilica invece solo le prime quattro file erano occupate e il resto è rimasto fuori abbarbicato a quei vessilli mal interpretati, confondendo il rispetto e il ricordo dovuto a chi cadde, con la sporca bassa politica, strumentalizzante pure i sindacati. La legittimazione, quei vessilli, l’avrebbero solo se avessero partecipato o semplicemente fatta loro, l’ideologia unificante della Resistenza e non riempiendosene la bocca per attribuirsi meriti …. immeritati. Di-

Rapallo. La stele dedicata ai caduti partigiani realizzata dallo scultore Nicola Neonato e, a fianco, il pezzo di muro antisbarco rimasto a memoria dei fucilati

versamente restano pezzi di stoffa colorata che ci emozionano quanto le variopinte maglie dei corridori del Giro che ci evidenziano a quale squadra appartengono, ma niente più. Potranno dir qualcosa solo quando avranno fatto pace con la storia. Gli altri, i cittadini, dopo che la banda cessò il suo ritmico suonare e lo sparuto corteo era entrato, ripresero il loro inoperoso girovagare fra le vetrine. Ci sono ancora troppi testimoni oculari, per non valutare e soffrirne. Un appunto pure al Consiglio Comunale uscente: più di metà non c’era ad onorare il Gonfalone cittadino che stava, a nome di tutti, rendendo omaggio a chi, anche se non martirizzato, fu pronto a donare la sua per dar la vita al nuovo Risorgimento Italiano. La non partecipazione poi della cittadinanza è la dimostrazione di quanto non siamo stati capaci di presentare e mantenere vivo degnamente quel momento storico che cambiò il paese. Chi seguì su-

bito dopo, seminò un odio strumentale, portato poi avanti e alimentato negli anni a che, impegnati ad odiarci, non vedessimo che chi aveva il potere a tutti i livelli, rubava a più non posso e manco ci siamo accorti che chi teneva loro il sacco aperto, erano nientemeno che le opposizioni o i contestatori del sistema di turno. Ed infine, dove erano le scuole: se non le facciamo presenziare quando si ricorda la loro e la nostra storia, chi domani se la ricorderà più e la trasmetterà a chi li segue? I nuovi immigrati? Tutto questo l’ho rivisto la mattina del XXV Aprile come se guardassi sequenze di dagherrotipi ormai ingialliti e, qua e là, logorati e che, invece, credevo li avessimo conservati con cura. Mi sono allontanato perché non volevo che, chi mi conosce, scorgendo i miei occhi lucidi me ne avesse chiesto il motivo. La risposta era però già pronta: allergia primaverile, forse... per troppe primavere.

Occasioni di Primavera Prezzi fortemente scontati su TUTTA l’esposizione Via La Marmora, 25/A - 16035 Rapallo (Ge) - Tel. 0185 230212 - Fax 0185 270716 www.chiavaresearredamenti.it info@chiavaresearredamenti.it


SANITÀ E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

8

di Paolo BELLOSTA

SANTA MARGHERITA

Gli ambulatori al Tennis Club? La commedia continua Funzionari regionali hanno recentemente effettuato un sopralluogo al Tennis Club per verificare la possibilità di acquisire parte della Club House per ospitare gli ambulatori. La Regione non ha soldi e non sa più cosa fare ma De Marchi attacca: «Il tennis? Non ci penso neanche.» egli ultimi mesi se ne sono dette veramente tante. Troppe. Si è sentito di tutto, si è parlato del mantenimento della destinazione sanitaria della struttura, della conversione di quest'ultima in edifici turistico-alberghieri, oppure in appartamenti privati. Si è detto molto riguardo alla piastra ambulatoriale, la sua attività sarebbe dovuta cessare alla fine di aprile, o al massimo agli inizi di maggio, ed è stata poi prorogata fino alla fine del mese. Ma ora cosa succederà? Nelle ultime settimane alcuni assessori regionali sono stati visti al Tennis Club, alla disperata ricerca di spazi adeguati dove collocare la piastra ambulatoriale. Si sta infatti profilando l'ipotesi che i soldi ricavati dalla vendita della struttura possano essere reinvestiti dalla Regione, al fine di offrire ai cittadini, almeno, un'assistenza sanitaria di base. Ma ancora nulla di concreto è stato deciso. Come si evolverà, quindi, la situazione nell'immediato? In attesa di

N

una soluzione, Santa verrà lasciata senza la minima assistenza ambulatoriale? Tra l'altro in un periodo, quello estivo, in cui la popolazione aumenta in maniera esponenziale. Come ci dice il Sindaco, Roberto De Marchi, "la confusione regna sovrana anche, e soprattutto, in Regione" e allora partendo da questa confortante premessa cerchiamo di capirci qualcosa in più, di fare un pò di chiarezza.

Signor De Marchi, cominciando dalle ultime indiscrezioni, volevo chiederle qualcosa riguardo alla possibile parziale trasformazione del Tennis Club per realizzare la piastra ambulatoriale. Sulla collocazione di quest'ultima sono state ipotizzate diverse soluzioni, sono solamente voci o c'è qualcosa di vero? Di voci se ne sentono sempre tante, sono state proposte diverse soluzioni ma di concreto non c'è ancora

nulla. Innanzitutto il Comune deve ancora ufficializzare il cambio di destinazione d'uso dell' ormai ex Ospedale e poi si penserà al da farsi. Ma se la Regione non ci darà determinate garanzie non se ne farà nulla. La Regione non potrebbe ottenere ugualmente il cambio di destinazione anche senza il vostro consenso? E per quanto riguarda queste presunte assicurazioni a

I viaggi di Giugno e Luglio Corso Assereto 1A - 16035 Rapallo (+39) 0185 51306 (4 linee con ricerca automatica) www.velabus.it info@velabus.it

GIUGNO 08-10 15-17 22-30 28-14

3 giorni 3 giorni 9 giorni 17 giorni

29-01 29-01 30-08

3 giorni 3 giorni 9 giorni

Provenza e Camargue . . . . . . . . . .da € 340,00 L’isola di Ponza . . . . . . . . . . . . . . . .da € 360,00 Soggiorno Lloret de Mar . . . . . . . .da € 530,00 Grand Tour del Nord . . . . . . . . .da € 3.270,00 Il sole a mezzanotte Trenino Rosso del Bernina . . . . . . .da € 360,00 Zermatt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .da € 370,00 Tour dell’Andalusia . . . . . . . . . . . . .da € 970,00

LUGLIO 04-08 5 giorni 04-08 5 giorni 04-08 5 giorni

Parigi “Ville Lumière” . . . . . . . . . . .da € 610,00 La Valle del Reno . . . . . . . . . . . . . .da € 510,00 Speciale Amsterdam . . . . . . . . . . . .da € 487,00

05-12 10-15 11-15 11-15 13-15

8 giorni 6 giorni 5 giorni 5 giorni 3 giorni

13-15 14-21 18-22 18-24 19-22 19-22 19-26

3 giorni 8 giorni 5 giorni 7 giorni 4 giorni 4 giorni 8 giorni

Spagna Classica . . . . . . .In aereo da € 890,00 Valle della Loira . . . . . . . . . . . . . . .da € 690,00 Speciale Praga . . . . . . Low cost da € 384,00 Speciale Budapest . . . . Low cost da € 398,00 Canyon du Verdon . . . . . . . . . . . . da € 310,00 e Isole Porquerolles Provenza e Camargue . . . . . . . . . da € 340,00 Tour della Sicilia . . . . . . In aereo da € 935,00 Capri e Costiera Amalfitana . . . . . da € 605,00 Londra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . da € 1.030,00 Lourdes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . da € 395,00 Speciale Vienna . . . . . . . . . . . . . . . da € 375,00 Spagna Classica . . . . . . In aereo da € 890,00


Roberto De Marchi

cosa si riferisce? Innanzitutto, rispondendo alla seconda domanda, io chiedo la restituzione del miliardo di lire (circa 500 mila euro) versato dalla giunta comunale nel 1997, al fine di garantire il mantenimento della struttura ospedaliera. Questi soldi sono nostri e ci spettano di diritto, inoltre pretendiamo che ci venga garantita la piastra ambulatoriale. Cosa intendiamo dicendo questo? Semplice, vogliamo una struttura adeguata

alle necessità dei nostri cittadini, non un semplice centro prelievi o un luogo dove effettuare saltuariamente visite specialistiche. Un vero e proprio centro ambulatoriale, una struttura decorosa che offra un servizio giornaliero garantito, non mi sembra di pretendere molto credo che sia una necessità imprescindibile. La Asl e la Regione non devono pensare di trattare con degli scemi, noi lotteremo affinchè i nostri diritti vengano garantiti.

Già è stata una vera e propria presa in giro la questione dell'Ospedale di Rapallo, è stato fatto un investimento esorbitante, se non sbaglio intorno ai 50 milioni di euro, per ottenere un risultato davvero mediocre. Una struttura che garantisce meno servizi di quelli che offrivamo noi, meno posti letto di quelli che avremmo potuto assicurare a Santa Margherita. Insomma soldi buttati via per niente. Se Burlando e soci collaboreranno allora anche noi faremo la nostra parte approvando il cambio di destinazione, altrimenti se vorranno arrivare allo scontro noi ricorreremo in appello in tutte le sedi opportune. La Regione dovrà sputare sangue e

non mi sorprenderei, se alla fine, fossero loro ad uscirsene con le ossa rotte. Se non si dovesse arrivare a un accordo comune quali servizi verrano garantiti? Se la questione si dovesse spostare nelle aule di tribunale immagino che i tempi si allungherebbero di molto, e nel frattempo che assicurazioni verrano date ai cittadini? In questo caso non spetta a noi decidere, la popolazione potrebbe anche citare in giudizio la Regione per interruzione di pubblico servizio. Ipotizzando invece un accordo tra le parti, la piastra ambulatoriale dove potrebbe essere situata? Questo discorso è inutile farlo ora, poichè l'iter amministrativo è ancora molto lungo. Dopo aver approvato il cambio di destinazione verrà organizzata una gara pubblica e solo allora verranno prese determinate decisioni. La Regione crede di vivere sulla Repubblica di Marte, di risolvere tutto in sei mesi. Purtroppo non è così. Insomma, accordo o scontro i tempi sembrano dilatarsi ugualmente e nell'immediato resta solamente un grosso punto interrogativo. Al di là di ricorsi e appelli vari, quale servizio sanitario verrà garantito ai cittadini? Purtroppo a questa domanda non abbiamo ancora trovato risposta.

CENTRO FUORISTRADA OFFICINA CARROZZERIA CONSULENZA SINISTRI Viale Kasman, 35 - 16043 CHIAVARI (GE) Telefono 0185.370031 - Officina 0185.368294 - Fax 0185.370063 autogianni@libero.it VEICOLI NUOVI IN PROMOZIONE FINO AL 31/05/2012 • MARCA VEM MODELLO OPEN, 1.3 BENZINA CON CASSONE RIBALTABILE TRILATERALE, BIANCO, SCONTATO EURO 14.000,00 • MARCA VEM MODELLO OPEN CASSONE FISSO, 1.3 BENZINA, BIANCO, SCONTATO EURO 11.300,00 • MARCA VEM MODELLO COVER, 1.3 BENZINA, BIANCO SCONTATO EURO 12.100,00 • MARCA GIOTTI VICTORIA MODELLO GLADIATOR, 1.3 BENZINA, CON CASSONE RIBALTABILE TRILATERALE, BIANCO, SCONTATO EURO 14.000,00 • MARCA EFFEDI MODELLO GASOLONE FD29 4X2 RIBALTABILE TRILATERALE, CON KIT EDILIZIA, COLORE ROSSO, SCONTATO EURO 23.500,00

• TATA XENON CABINA SINGOLA 4X2, 2.2 DICOR, CON ABS, COLORE BIANCO, SCONTATO EURO 14.000,00 • TATA XENON CABINA SINGOLA 4X4, 2.2 DICOR, CON ABS E A/C, COLORE ARGENTO, SCONTATO EURO 18.500,00

VEICOLI USATI: • ALFA ROMEO ZAGATO, IMMATRICOLATO 05/1970, CC1290 BENZINA, COLORE ROSSO EURO 25.000,00 • LAND ROVER RANGE ROVER SPORT, IMM. 03/2007, CC 2720 DIESEL, COLORE NERO, EURO 27.000,00 • LAND ROVER RANGE ROVER SPORT, IMM. 05/2011, 3.0 DIESEL, KM ZERO, COLORE NERO, EURO 65.000,00


STORIE DI MARE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Carlo GATTI

10

CONCORDIA

Palombo, un comandante nella tempesta mediatica Il “Commodoro” della Costa racconta a “Il Mare” la sua verità el novembre 2010 Mare Nostrum organizzò la Mostra: “La famiglia Costa, un pianeta che parla rapallino”. L’evento ebbe come testimonial il Comandante Mario Terenzio Palombo che lasciò un’impronta indelebile con un’avvincente conferenza sulla marineria del nuovo millennio. Fu proprio in quella circostanza che i nostri lettori conobbero il “Personaggio Palombo”, comandante carismatico della Costa Crociere, protagonista di una storia ormai rara che parte dai segreti della vela, raccontati dal nonno Biagio, armatore di un pinco-goletta, ed arriva all’assoluta padronanza delle moderne tecnologie installate sulle grandi navi da crociera che lui stesso ha allestito e poi comandato. Mario Terenzio Palombo é da qualche anno in pensione e si può tranquillamente sostenere che molti degli attuali comandanti ed ufficiali di Costa Crociere sono cresciuti alla sua Scuola. Anche il comandante F. Schettino, al primo imbarco da Comandante in seconda, proveniente da altra Compagnia fu suo sottordine per circa 5 mesi nel 2002/3, a bordo della Costa Victoria, in crociera ai Caraibi. In questo periodo, Il comandante Palombo ebbe modo di poter valutare le capacità professionali di Schettino, che riportò in una scheda datata 18 maggio 2003, (già pubblicata da vari quotidiani) dove scrive: “ omissis…. Posso dire che, mentre professionalmente è valido, tuttavia, ha manifestato alcune lacune relative alla gestione del Personale e Disciplina di bordo. Ho notato, sin dall’inizio, un suo notevole impegno nel conoscere la nave e nel dedicarsi alla manutenzione della stessa. Non c’è stato inizialmente con me un buon rapporto in quanto, per orgoglio professionale o per suoi motivi caratteriali, il Sig. Schettino, in molti casi, preferiva mentirmi piuttosto che ammettere di aver

N

sbagliato. Questo fatto naturalmente ha causato una perdita della mia fiducia sino a quando, dopo il nostro terzo serio colloquio, cominciava a capire come doveva comportarsi. Gli ho dato molti insegnamenti che mi auguro ne faccia tesoro specialmente per quanto concerne i rapporti con il Personale …omissis… Ha un buon carattere, come uomo è umile e buono d’animo, per questo ho voluto aiutarlo a superare le difficoltà incontrate a bordo ed a cambiare il suo comportamento, facendogli così acquisire più personalità, capacità di gestione del personale ed esperienza sulla conduzione nave per quanto concerne le sue mansioni”. Mario Terenzio Palombo durante l’inverno e per 9 mesi all’anno vive a Grosseto. La sera del 13 gennaio 2012, 15/20 minuti circa prima dell’impatto della Costa Concordia contro “Le Scole”, mentre stava guardando la TV, veniva chiamato al cellulare dal Maitre d’Hotel della nave, Antonello Tievoli, originario dell’isola del Giglio. I due sono legati da buoni rapporti di famiglia ma il Comandante non sapeva dove si trovasse la nave in quel momento. Tievoli, nel salutare rapidamente Palombo, riferiva di trovarsi sul Ponte di Comando e che il comandante Schettino stava deviando dalla rotta per mostrare più da vicino l’isola del Giglio ai passeggeri e allo stesso Tievoli, i cui genitori abitano di fronte al mare. Palombo rimase indispettito da quell’inaspettata telefonata, in quanto il Maitre sapeva che lui si trovava a Grosseto e rimase ancor più indispettito quando gli passò al cellulare, senza averlo chiesto, il comandante Schettino che non sentiva da anni, nemmeno quando andò in pensione per motivi di salute, ma soprattutto perché non erano rimasti in rapporti di amicizia. (M. Palombo

sbarcò dalla Costa Fortuna nel porto di Napoli nel 2006 per infarto. N.d.r.) Lo colpì ancora di più quando Schettino gli chiese informazioni sui fondali adiacenti alla zona del porto dell’isola, specificandogli che voleva passare ad una distanza di 0,4 miglia dal molo (circa 750 metri). Molto stupito da questa domanda, e pur sapendo che la nave era ben fornita di tutti gli strumenti nautici e dei dati per la navigazione, Palombo riferiva che i fondali in quella zona erano buoni, ma tenuto conto della stagione invernale, non vi era assolutamente motivo di avvicinarsi e lo invitava a fare un rapido saluto suonando la sirena e di rimanere al largo. Detto questo, soltanto l’apertura della “scatola nera” potrà spiegare il movente che spinse il comandante della Costa Concordia a pianificare tanta scelleratezza... Comunque sia, la tragedia della Costa Concordia, avvenuta il 13 gennaio di quest’anno, ha cambiato la vita del Comandante Mario Terenzio Palombo che é diventato, suo malgrado, il personaggio più corteggiato, ma anche travisato e screditato dai media nazionali e stranieri. Questa diffusa pratica che si chiama “diffamazione”, ha suscitato la reazione degli abitanti dell’Isola del Giglio che, conoscendo a fondo il valore del loro figlio prediletto, hanno voluto esternare la loro amarezza con un “appello” apparso in versione murale nel paese, ma anche sul sito di GiglioNews che ora vi proponiamo insieme alla risposta del protagonista, vittima di una cinica quanto ingiustificata campagna denigratoria. Di questo scambio di lettere, ci colpisce soprattutto la distanza siderale che esiste tra la sensibilità di chi conosce profondamente il mare ed il “personaggio Palombo” e coloro che osano scrivere di navi e di gente di mare senza appartenere a questo mondo tanto difficile da capire quanto affascinante da vivere. “I Vivi, i Morti e i Naviganti” é forse la più sintetica definizione di come é stato visto e diviso il mondo da un grande saggio che la sapeva lunga sull’animo umano. "Giù le mani dal Comandante Palombo" Lo urla a gran forza il popolo gigliese e lo fa attraverso un eloquente striscione comparso nella notte su un balcone del porto, proprio di fronte al relitto della Concordia. Non piace agli

isolani la gogna mediatica a cui viene sottoposto il loro concittadino Mario Palombo, ex Comandante di massimo prestigio della Costa Crociere. "Quale sarebbe la colpa di Mario? - ci dicono infuriati gli isolani - Non è possibile vederlo additato su tutti i giornali e le trasmissioni televisive per il solo fatto che attraverso il suo libro ha descritto con passione l'amore per la sua gente espresso a volte attraverso passaggi ravvicinati alla sua isola!" "Prima di tutto non chiamateli inchini, che sono un'altra cosa - continuano i gigliesi - Gli sporadici passaggi ravvicinati del Comandante Palombo ed alcuni suoi colleghi avvenivano sempre a distanza di sicurezza (almeno mezzo miglio) e ad una velocità minima che non creava pericolo né disturbo ai fondali." In effetti i passaggi ravvicinati a cui abbiamo assistito nelle estati passate non avevano nulla di illegale e la distanza di mezzo miglio era ben oltre il limite di 100 metri stabilito dalle Ordinanze balneari. In più c'è da aggiungere che a mezzo miglio dall'isola i fondali raggiungono profondità importanti tanto da garantire la sicurezza per ogni genere di imbarcazione. "Il passaggio di quelle navi è sempre stato uno spettacolo unico - conclude stizzita la gente dell'isola - che piaceva a tutti noi gigliesi (nessuno escluso), ai nostri turisti ma anche ai passeggeri a bordo delle navi che potevano godere di uno scenario da favola. Nessuna necessità di farsi pubblicità, né dell'isola né tantomeno di Costa, solo omaggi tra gente di mare fatti, lo ripetiamo, in massima sicurezza e trasparenza." Per tutti questi motivi si è alzata, per la prima volta, la voce dell'isola che si è prodigata silenziosa e senza clamore


quella tragica notte in una straordinaria azione umanitaria e che in cambio non ha chiesto nulla ma pretende adesso almeno il rispetto per la sua gente difendendo con forza e determinazione uno tra i suoi più stimati concittadini. Segue la risposta del Comandante Mario Palombo. Cari Gigliesi, non potete immaginare la mia sorpresa quando venerdì mattina un giornalista dell’Ansa mi ha chiamato comunicandomi che nella notte sulla mia isola era comparso uno striscione in mio onore su un balcone del porto. Subito dopo, attraverso GiglioNews, ho potuto vederlo e leggere i pensieri e le parole della gente isolana in mia difesa che mi hanno riempito di gioia concedendomi una boccata di ossigeno in un momento per me veramente difficile. Mi vedo ogni giorno attaccato e denigrato senza motivo da giornalisti cinici e senza scrupoli alla ricerca spesso di processi alle intenzioni piuttosto che alla verità dei fatti, senza nessuno di essi che riesca a spiegarmi quale sarebbe la mia colpa e quale relazione avrebbe la mia persona con questa tragedia della Costa Concordia. Vedo spesso il mio libro spulciato con morbosità, con l’intento di trasformare parole di amore verso il Giglio e Camogli in assurde profezie di sventura! Ridicoli e goffi tentativi di trovare

in quelle righe, scritte con il cuore e dense di emozioni vissute, chissà quali verità e ricostruzioni fantasiose. Il mio pensiero è fisso verso quella nave tristemente adagiata sul fondale della Gabbianara, i suoi passeggeri morti durante una vacanza ed i parenti disperati in attesa alcuni di ritrovare i dispersi; l’orgoglio mio e dei miei colleghi comandanti e l’immagine di una società rispettabile come la Costa feriti, per un’assurda coincidenza, dagli scogli granitici della mia isola. Ho sempre agito negli anni del mio lavoro con massima trasparenza e professionalità, con un grande senso di responsabilità nei confronti dei pas-

seggeri delle mie navi e soprattutto forte di un infinito rispetto del mare. Non ho mai messo a rischio la vita di nessuno con manovre spericolate ed i miei passaggi sono sempre avvenuti mettendo in atto tutte le misure di sicurezza, rallentando sensibilmente la velocità, avvicinandomi in prossimità del porto sia al Giglio che a Camogli, dove salutavo i vecchi marinai ospitati nella Casa di Riposo Gente di Mare. Non sono stati assolutamente una consuetudine come i media hanno scritto, ma sporadiche e felici occasioni che ho avuto nel corso della mia carriera. Questo i miei concittadini lo sanno

Specialità da asporto Focaccia al formaggio Farinata e Pizze Prodotti tipici liguri

ANCHE RISTORANTE

VICO DEL POZZO 30 - RAPALLO TEL. 0185.66459 APERTO TUTTI I GIORNI

bene e me ne hanno dato conferma alzando la voce e prendendo le mie difese di fronte a bieche speculazioni giornalistiche. Proprio loro che del silenzio e dell’anonima operosità hanno dato prova in quella tragica notte e che adesso sono l’orgoglio mio, della Costa Crociere e di tutta Italia! Finché la Concordia rimarrà lì, non me ne vogliate, non riuscirò a metter piede sull’isola. Il mio cuore è ferito proprio come quella nave e come le anime di tutte le persone che in quel tragico venerdì notte hanno perso i propri cari. Comandante Mario Terenzio Palombo


SANITÀ E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

12

di Elena LAVAGNO CANACARI

PUBBLICHE ASSISTENZE

La rivoluzione arriva anche alla Croce Bianca Svolta femminile nella direzione dei servizi dell’Ente di piazza Chile: dal 1° aprile 2012 Daniela Devisi è il nuovo Direttore dei Servizi ntelligenza, capacità, determinazione, volontà di raggiungere obiettivi, alto spirito umanitario: queste le doti che caratterizzano Daniela Devisi, prima donna nominata Direttore dei Servizi della Pubblica Assistenza “Croce Bianca Rapallese”, con sede in Rapallo, piazza Cile nr. 5. La P.A. Croce Bianca Rapallese, nasce il 1 luglio 1907 per iniziativa di alcuni notabili e di semplici cittadini rapallesi, con lo scopo di “prestare soccorso nelle pubbliche calamità e nei privati infortuni “. Questo spirito umanitario si compendia nel motto latino che i primi militi benemeriti adottarono, “Ubi necessitas adsum”, a testimonianza della presenza costante dell'Ente in tutte le occasioni in cui, nel corso degli anni, si è presentata la necessità di intervenire per lenire le sofferenze ed i dolori delle popolazioni, vittime di calamità naturali e di squilibri sociali. Una storia gloriosa di interventi, quella

I

della Croce Bianca Rapallese, che inizia nel lontano dicembre del 1908, quando i suoi militi, affrontando un viaggio non privo di difficoltà e di disagi, portando con loro le rudimentali attrezzature dell'epoca, raggiunsero la lontana Messina per aiutare le popolazioni vittime di un tremendo terremoto che aveva sconvolto quelle terre meridionali, seminando distruzione e morte. Per questo storico intervento, l'Associazione ottenne una menzione onorevole dal Regio Governo dell'epoca. Da quella data, innumerevoli sono stati gli interventi della Croce Bianca Rapallese, sia a livello locale, sia nei vari territori italiani (e negli ultimi anni anche stranieri), in cui eventi dolorosi di varia natura hanno messo a dura prova la sicurezza delle persone e delle cose. Citiamo, dopo la dolorosa parentesi della II guerra mondiale (durante la quale la Croce Bianca Rapallese subì le stesse

Il ristorante storico della città Via Venezia 105 - RAPALLO (GE) - Tel. 0185 231119 È gradita la prenotazione

www.trattoriabansin.it

Da sinistra: Daniela Devisi, Cristiana Dentone e Marco Pagliari

sorti di tutte le Associazioni di volontariato, perdendo la sua autonomia), l'intervento nell'anno 1963 sui luoghi del disastro della diga del Vajont in Friuli, nel 1966 nelle zone alluvionate di Piove di Sacco e nel 1976 in occasione del terremoto del Friuli. In epoche più recenti, è stata presente nel 1994 nella città di Alessandria, dolorosamente colpita dalla alluvione, si è prodigata nel 1995 nella nostra Rapallo, per prestare soccorso in occasione di gravi eventi alluvionali, nel 1997 in Umbria, per aiutare le vittime del terremoto di Foligno e Colfiorito, e nel 2000 in Piemonte, nella Val d'Ossola, dove, a seguito di una serie di eventi alluvionali che sconvolsero quelle terre, l'intervento coinvolse i militi dell'Ente per oltre sei mesi, e nel comune di Trasquera, dove furono portati medicinali e venne mantenuto in loco un servizio infermieristico attivo per alcuni giorni. Queste sono solo alcune delle innumerevoli attività' svolte negli anni dall'Ente, riconosciute dalle Autorità con attestati e medaglie di benemerenza, ma quotidianamente l'attività della Croce Bianca Rapallese si articola senza sosta in servizi di emergenza, di trasporti ordinari, di Guardia Medica, di Automedica, di soccorso a mare con barca-ambulanza e di soccorso animali, con la presenza di ben 169 soccorritori e 7 allievi, tra cui 44 donne. Un numero rilevante di volontari, che hanno mantenuto lo stesso entusiasmo dei primi militi pionieri degli anni del primo novecento, animati da un forte spirito di umana solidarietà e di rispetto assoluto dei principi universali di amore verso il prossimo e di tolleranza per ogni differenza di razza, di opinione o di fede religiosa. E' in questo contesto che, dal 1 luglio 2003, data della sua iscrizione alla Croce Bianca Rapallese, opera la giovane volontaria Daniela Devisi, laureata in Economia

e Commercio ed impiegata in una grande azienda, che nell'Ente ha consolidato il suo spirito umanitario, maturando la sua esperienza nei vari settori dell'attività, militessa, autista, e dal 1 aprile 2012, Direttore dei Servizi, votata all'unanimità dai quindici componenti del Consiglio di Amministrazione dell'ente. Nell'espletamento di questo incarico, Daniela Devisi è coadiuvata da Cristiana Dentone, psicologa dell'emergenza, e dal Vice Direttore dei Servizi, Marco Pagliari, infermiere professionale. Un incarico prestigioso, assegnato ad una donna per la prima volta nella storia della Croce Bianca Rapallese, impegnativo e di responsabilità, in quanto comporta il compito di sovraintendere “a tutta l'attività operativa dell'Ente” nei suoi vari reparti ai quali sono assegnati volontari ed esperti responsabili. Questa nomina, caldeggiata dal Presidente dell'Ente Fabio Mustorgi, che ha puntato su quel “valore aggiunto” fatto di metodo, di razionalità e senso di responsabilità dimostrato da Daniela Devisi nell'ambito dei suoi incarichi in Croce Bianca, è stata condivisa all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione dell'Ente, ed apprezzata da tutti i volontari che operano con la Devisi. Inoltre, l'assegnazione di un incarico così prestigioso, per la prima volta ad una donna, viene ad assumere il significato di un segno di riconoscimento al merito di tutte le donne che militano nell'Ente. Noi che amiamo le storie di donne “poco convenzionali” che credono in quello che fanno e cercano di affermarsi in ambienti maschili con serietà e determinazione, crediamo fermamente nella validità della nomina prestigiosa di Daniela Devisi all'interno della Croce Bianca Rapallese, perché questo é un nuovo modo di raccontare la società di oggi, che offre maggiore fiducia nella visione di una migliore società di domani.


PIANETA GIOVANI di Benedetta MAGRI

13

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

RICORRENZE

La Festa della Repubblica 2 giugno 1946: la popolazione si recava alle urne li italiani erano chiamati a votare per decidere l'ordinamento della loro nazione. "Dopo 85 anni di regno, con 12.717.923 voti contro 10.719.284 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. Il 2 giugno è l'unica festa nazionale d'Italia" così si legge su www.festadellarepubblica.it In effetti le altre festività o sono di tipo globale, come il 25 aprile e il 1 maggio, oppure derivano da tradizioni cristiane. Anche nell'istruzione si predilige ormai lo studio della materia storica in senso globale, non solo europeo, come desiderano i canoni dell'UE, ma in senso mondiale, poiché ormai la globalizzazione è indiscutibile. Ciò porta a trascurare alcuni fatti che riguardano più da vicino il nostro Paese e forse riguardano più da vicino anche noi. Inoltre la scuola è caratterizzata da un percorso che ripercorre più volte alcuni momenti che costituiscono le tappe della storia dell'umanità e solo all'ultimo anno di istruzione (ormai non più obbligatoria) cioè nell'anno della maturità si arriva al '900 e non tutte le classi riescono ad affrontare la storia dell'età repubblicana. Cosa ne pensano i giovani di una tale mancanza? Cosa sanno di questi avvenimenti? Davide R., del Da Vigo, si dimostra a conoscenza della festività della Repubblica Italiana, ma sbaglia sulla data dell'elezione, confondendosi con l'anno dell'entrata in vigore della costituzione (1948), poi commenta: "È una mancanza il fatto che si studino con molta attenzione le azioni avvenute all'epoca dei romani e poi si risolva la storia della Repubblica italiana in poche lezioni". I fatti degli anni di piombo, ad esempio, sono interesse di una ristretta fascia della popolazione giovanile, che il più delle volte rivolge la propria attenzione a questi avvenimenti per curiosità personale, più che per uno stimolo ricevuto dalla scuola. Al giorno d'oggi, in cui assistiamo ad un momento di dubbio e incertezza per i fatti di cronaca che leggiamo ogni giorno sui giornali, diventa ancora più importante conoscere la storia della nostra nazione? Sara, del De Ambrosis, spiega: "Non

G

so cosa stia succedendo, o meglio non so come spiegarmi quel che sta accadendo, ma credo che una riflessione sulla storia del nostro Paese potrebbe essere molto utile, forse più delle frecce tricolori". Il sito sopracitato in una pagina presenta: "Si vorrebbe quest'anno festeggiare nel segno dell'apertura al territorio e alla cittadinanza e... soprattutto, ai giovani" le motivazioni sono legate alla necessità di valori etici, in modo che la festa non sia percepita come qualcosa di lontano, soprattutto nella speranza che si conosca maggiormente la nostra Costituzione. Francesco Mortola mi risponde con interesse e piacere all'argomento che gli ho proposto: è super preparato e riesce anche a ironizzare: "Il 2 giugno segna il passaggio da monarchia a Repubblica e ed è anche il compleanno del mio amico Ninni!" vedendolo così disponibile gli chiedo se ha proposte su come andrebbe festeggiato e da vero italiano non abolirebbe la classica parata e le frecce tricolore, però proporrebbe di fermare l'Italia per un paio di minuti di silenzio, anche se ha dei dubbi sulla reale fattibilità di questa proposta. Forse si potrebbe riempire quel minuto di silenzio con la lettura di alcuni articoli della Costituzione, che Francesco ha letto in modo "quasi integrale" e mi dice: "Conosco bene i principali, una decina, poi ho letto il resto degli articoli, ma con meno attenzione". Allora, vedendo il suo forte interesse per questi aspetti riguardanti la società civile gli chiedo cosa ne pensa dell'organizzazione dei programmi scolastici, soprattutto riguardo al secondo '900 italiano. "Penso - risponde Francesco - che si studino tante cose inutili e non alcune cose importanti, ma sono queste le cose da studiare. In molti sanno solo che si sta a casa perché è festa". In realtà, utilizzando un potentissimo metodo di comunicazione (Facebook), sono riuscita a chiedere a 30 ragazzi perchè si festeggiasse il 2 giugno e, non so se il dato sia influenzato dal fatto che si trattasse dei "miei amici" di Facebook, aspetto che non va sot-

tovalutato, ma il 90% degli interpellati ha saputo dirmi le parole magiche "Festa della Repubblica". Forse abbiamo troppa sfiducia nei confronti delle conoscenze giovanili? Non saprei, anche perché la mia indagine non si è approfondita fino a scoprire realmente cosa sapessero questi 30 ragazzi degli avvenimenti del 2-3 giugno 1946. Sicuramente la scuola dovrebbe dedicare uno spazio diverso a tale evento e forse non una festività, ma un momento educativo, perché la festa non sia vista come una semplice vacanza. Gaia De Megni, rappresentante degli studenti del Liceo Da Vigo, non è della stessa idea: "È giusto - mi dice - che sia considerato come un giorno festivo e che quindi, per noi studenti, non ci sia scuola", d'altro lato però trova sbagliato che non si studino gli eventi in questione per mancanza di tempo. Invece ap-

prova il sistema con cui è venuta lei a conoscere la Costituzione, infatti mi spiega: "Non ho mai letto la Costituzione, ma grazie alla materia scolastica chiamata diritto, conosco gli articoli principali".

CANACARI

ti assicura È sempre meglio istro una polizza senza sin polizza! che un sinistro senza


GENS E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

14

di Renzo BAGNASCO

IL FUTURO

Rapallo diventa sempre più multietnica La nuova globalizzazione: cambiano la cucina, l’artigianato, le modalità espressive orse non ce ne stiamo accorgendo, ma Rapallo o, meglio, i suoi abitanti, stanno cambiando. Direte: ma da sempre nuove generazioni subentrano alle precedenti e quindi, che c’è di nuovo? C’è che i subentranti, questa volta, non sono più solo discendenti dalle tradizionali famiglie locali. Questi a cui accenniamo, appartengono al “mondo” e, delle nostre tradizioni, costumi, ricorrenze e dialetto, non sanno nulla perché hanno le loro che dovranno far convivere con le nostre. Speriamo non le sovrappongano come fecero i primi Cristiani quando, per prevalere, affossarono la cultura pagana. Quindi, se non proteggiamo le nostre e le facciamo diventare anche gioiosi incontri con loro, rischiamo di perderle. Persino il loro cibo è diverso, tanto è vero che per potersi ricreare la loro cucina, hanno aperto molti negozi etnici, che offrono i più disparati alimenti provenienti da tutte le parti del mondo; e sono in espansione. Una nostra incuriosita visita in quei negozi, ci farebbe capire molto di loro. Negli Ospedali si incontrano sempre più frequentemente tipologie orientali o donne con il viso parzialmente fasciato secondo la loro tradizione; tutti, come noi, in attesa di ricevere aiuto sanitario. Nei loro paesi nessuno li curava e, arrivando qui e potendo disporre di assistenza medica adeguata, ne approfittano e fanno bene a curarsi, principalmente per loro, ma anche per noi, così che le loro nuove generazioni cresceranno più belle e sane. Sempre più si vedono loro donne incinte; é il nuovo modo di “conquistarci”, perpetuando la loro tradizione di prolificità, sino a che resteranno legati al retaggio antico senza vivere all’occidentale: poi…. Se pensiamo a quanti bambini nei loro territori soffrono per tentare, aimè troppo spesso inutilmente, di

F

arrivare adulti, il poterseli qui mantenere e curare, è per loro un sogno che si impegnano a realizzare. In questa fase di ambientamento stanno attenti a non sprecare denaro perché sanno quanta fatica si faccia per poterlo avere. Invece, per molti dei nostri giovani, è tutto “scontato”, tanto da non avvertire più stimoli. Visto che la Liguria è la terra degli anziani, saranno loro a ripopolare le città con i loro figli a cui finalmente possono dedicare cure e attenzioni, impensabili a casa loro. Rapallo, a questa legge non si sottrae; basta vedere al pomeriggio chi frequenta il parco “ E. De Martino”. Questo per le etnie visivamente diverse da noi, ma in Città ci sono tanti europei dell’est a noi del tutto simili. Bella generazione di giovani che qui si migliorano, i cui discendenti saranno pure loro i rapallini di … dopo domani. Sono tutti accumunati dal fatto di essere fuggiti dalla miseria di casa loro, sperando di crearsi qui un domani migliore. E’ lo stessa impellenza che spinse i nostri migranti ad andare a cercar fortuna nelle Americhe. Anche allora non era certo l’elite della nostra gente che si muoveva; erano anche loro disperati che tentavano la fortuna altrove, visto che qui non vedevano uno sbocco alla loro esistenza. Così questi. A volte torciamo il naso; teniamo però presente che chi sta bene, in nessuna parte del mondo, lascia la propria casa per affrontare l’incognito; sono spinti a farlo tutti quelli che, intraprendenti, non hanno niente da ….. lasciare e una gran voglia di lavorare. Un universo a sé formano i cinesi che, attraverso loro canali, dispongono di capitali e molta capacità d’iniziativa, tanto è vero che sono loro che continuano ad aprire il maggior numero di esercizi commerciali in Città. Ed hanno successo perché i loro

prezzi sono davvero concorrenziali, offrendo sempre meno paccottiglia e lavorano senza orari. Lo scadente iniziale modo di produrre, oggi viene da loro stessi adeguato, mano a mano che imprenditori di tutto il mondo

pure le avvertono. Quindi il livello, non più stimolato e apprezzato, sempre più cala, sino a giungere alla onnipresente pizza accompagnata dalla coca-cola, anziché da almeno un frizzantino locale. Se pensiamo che, per

vanno a produrre colà, insegnando loro i “trucchi” e il “meglio” del mestiere per poi marchiarli come produzione propria. Avete notato che non si vedono mai cinesi in attesa di visita nei nostri centri medici? O si curano con la loro proverbiale <medicina cinese>, o sono eccezionalmente sani ?

compiacere i villeggianti del nord, abbiamo già bandito l’aglio dal pesto ! Certo è, come scrivemmo in altra occasione, che qualcuno dovrà fare qualcosa perche ci si possa meglio conoscere e quindi integrarsi, visto che dobbiamo convivere. Se aspettiamo che questo avvenga attraverso il solo ciclo scolastico dei loro bambini, credo passerebbe troppo tempo. Nel passato questo era un compito che si è sempre assunto la Chiesa, oggi più impegnata a procurar loro il minimo indispensabile per vivere, che accoglierli cercando di farli convivere con i rapallini. Ma se non lo fa lei, chi altri? E in futuro, quando spareranno i fuochi di Luglio, chi si ricorderà del perché si stanno facendo. Rimarranno, magari ridimensionati per la spesa, relegati a folclore locale?

Sta scomparendo anche l’ultimo vero nostro patrimonio: l’artigianato, visto che ormai il dialetto lo stiamo abbandonando. Anche noi, ahimè, ci adegueremo a convivere con quello che il mercato offrirà, ormai tutto uguale in qualunque parte del mondo. Tutte le Fiere sono uguali: quanta plastica! La stessa nostra cucina tradizionale, non avendo più avventori che sappiano apprezzarne i gusti antichi, lentamente si trasforma perché certe caratteristiche nostrane, i nuovi nep-

SERVIZIO DI TELESOCCORSO COS’È

A CHI SERVE?

È un dispositivo collegato al telefono di casa che, in caso di emergenza, semplicemente premendo un tasto di un piccolo telecomando che lʼutente porta sempre con sè, invia un allarme alla Centrale Operativa che provvede ad avvertire le persone preindicate o ad inviare soccorso secondo la necessità.

A tutte le persone che vivendo sole passano gran parte della giornata in casa.

COSA OFFRE - Centrale dʼascolto 24 ore su 24. - Almeno due telefonate settimanali di controllo presenza. - Custodia protetta delle chiavi di casa da usare in emergenza.

Servizio informazioni su servizi sanitari e farmaceutici. Assistenza telefonica viva-voce in attesa dellʼarrivo dei soccorsi.

PUBBLICA ASSISTENZA

CROCE BIANCA RAPALLESE PER NON RESTARE MAI SOLO CHIAMACI AL 0185 23.00.00


CULTURA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

15

di Massimo BACIGALUPO

IERI A RAPALLO

In mostra “Il mondo di Giuseppe e Frieda Bacigalupo” Dall’8 al 24 giugno all’antico Castello per riscoprire la Rapallo internazionale del Novecento iuseppe Bacigalupo ha offerto uno dei migliori ritratti della Rapallo degli anni della mondanità internazionale nel suo prezioso Ieri a Rapallo, un volume di ritratti e ricordi conditi da un po’ di nostalgia e da uno sguardo acuto e divertito su persone ed eventi. Il 2012 è il centenario della nascita di Bacigalupo, tennista di fama negli anni 1930, apprezzato medico e direttore della Clinica Villa Chiara dal 1949 al 1985. Il centenario è occasione di una mostra dedicata sia a Giuseppe (“Bubi” per gli amici) che alla moglie, la pediatra americana Frieda (si pronuncia “Frida”), che nella Rapallo del dopoguerra ebbe un ruolo importante sia come professionista che come organizzatrice di cultura (era nel direttivo del Circolo Culturale del Tigullio guidato da Pietro Berri, fu presidente della Biblioteca Internazionale dalla fondazione...). Di lei e della suocera, la tedesca e curiosamente quasi omonima Elfriede Antze Bacigalupo, anch’essa inoltre pediatra, ha scritto Alfredo Bertollo sul primo numero del 2012 del “Mare”. La mostra si intitola “Il mondo di Giuseppe e Frieda Bacigalupo. Cultura internazionale a Rapallo 1912-1999.”, e sarà aperta al Castello dall’8 al 24 giugno, nei fine settimana. In seguito è prevista una trasferta a Genova. Infatti intorno a Giuseppe e Frieda si muoveva un mondo culturale e mondano cosmopolita. Tutti sanno che Rapallo fu per l’intero Novecento meta di personaggi notevoli. C’erano artisti come Kokoschka, Kandinskij e Nolde, scrittori di grande rilievo fra cui quattro Premi Nobel per la letteratura (il tedesco Hauptmann, l’irlandese Yeats, l’americano Hemingway, la cilena Mistral). Di questi soprattutto

G

CITTÀ DI RAPALLO

ANTICO CASTELLO

Il mondo di Giuseppe e Frieda Bacigalupo Cultura internazionale a Rapallo 1912-1999 8 - 24 GIUGNO 2012 da Venerdì a Domenica ore 16 - 19

Hauptmann ed Ezra Pound (che il Nobel non ebbe mai ma nel 1948 ottenne il Premio Bollingen per la sua opera più forte, i Canti pisani) vissero così a lungo nel Tigullio, che alla stazione bastava chiedere del “poeta tedesco” o del “poeta americano” e il vetturale sapeva dove andare. E nelle loro opere hanno lasciato evocazioni bellissime del Golfo. Oltre a queste figure celebri, c’era tutto un avvicendarsi di personaggi: attori, musicisti, principi più o meno spiantati, leggende dei salotti genovesi degli anni 50-60 come il russista Alberto Pescetto, o il prete-artista celato in palandrane e occhiali scuri Desmond Chute. Per molti di questi c’è un capitoletto in Ieri a Rapallo, e le loro immagini e scritture rivivono in questa mostra che rivelerà anche ai giovani l’insospettata ricchezza di testimonianze e ricordi legati alla loro terra. Uno spazio è dedicato alle vicende dei protagonisti. Il loro incontro da ventenni a Siena, dove “Bubi” studiava medicina lontano dalla dolce vita del Tigullio, e Frieda era giunta con una borsa per dedicarsi alla letteratura italiana. Conosciuto il futuro marito, anche Frieda decise di intraprendere la professione di famiglia, con il beneplacito della suocera pediatra e del suocero, quel Massimo Ruggero Bacigalupo che fu anch’egli una figura leggendaria, fisso davanti alla sua “Farmacia Angloamericana” del futuro Corso Matteotti a intrattenere colleghi buontemponi -- l’oculista Corrado, il dentista Benia -- o magari il Principe di Windsor. Di macchine per quell’incrocio ne passava allora una al giorno. Giuseppe e Frieda si sposarono a San Fruttuoso nel giugno 1939, e la guerra (che li vide impegnati come medici) rafforzò la loro unione. Poi arrivarono i figli, e più tardi ancora i nipoti, anche se l’instancabile Frieda uscì di scena già nel 1983, rimpianta dalle tante mamme che le portavano i bambini e a cui di-

spensava all’ONMI anche consigli di puericultura e di vita. Un amico, Geoffrey Bocca, scrisse di loro in un pezzo sulle attrazioni del Tigullio uscito su “Realités” nel 1981: “Nel dopoguerra una coppia straordinaria ha reso la vita di Rapallo più felice e intensa per i visitatori anglosassoni. Giuseppe (Bubi) Bacigalupo e la moglie americana, Frieda Bacigalupo Natali, sono entrambi medici. La storia di Rapallo nel dopoguerra è per larga parte la storia dei Bacigalupo. Nessuno scrittore che ha vissuto a Rapallo ha saputo resistere alla tentazione di scriverne”. Bocca forse esagera un po’ per via della sua esperienza personale, ma è vero che attraverso la vita di queste due persone affiatate e complementari, lui piuttosto distaccato e ironico, lei intensamente partecipe a appassionata, si capisce meglio la storia del mondo che sta loro intorno. La mostra si apre con un quadro di uno dei tanti amici che si sono seduti alla loro mensa, Stirling Spadea, che li rappresenta molto semplicemente, di fronte, con il camice, lui con la sigaretta con un bocchino. Si era nel 1960 e ancora il fumo non era stato bandito dalla loro bella casa in Via della Libertà.

Giuseppe e Frieda Bacigalupo, giovani sposi in barca a vela nel Tigullio nel 1945. A sinistra, i due medici in un ritratto dell'americano Stirling Spadea (1960). Sotto, il Duca e la Duchessa di Windsor si intrattengono con il farmacista Massimo Ruggero Bacigalupo (padre di Giuseppe) intorno al 1958 (foto Pannocchi).

A quella mensa si erano anche seduti alcuni militari americani arrivati a Rapallo con gli Alleati il 25 aprile 1945. La loro connazionale Frieda scese a salutarli e a invitarli a pranzo. Certo si stupirono di essere serviti di tutto punto appena scesi dalle loro jeep polverose e pericolose. Anche sulla storia di Rapallo durante le due guerre sia Ieri a Rapallo che la mostra sono ricchi di informazioni. Come del resto sul contesto internazionale: la Pennsylvania industriale dove Frieda era nata nel 1909 da genitori di origine toscana e la Germania del nord da cui proveniva la suocera Elfriede. E dove essa riparò col figlioletto Bubi all’avvicinarsi della prima guerra mondiale, quando per una tedesca non era gradevole rimanere in Italia. La guerra si protrasse tanto che quando i genitori si riunirono alla frontiera nel 1920 il ragazzino di sette anni non riconobbe il padre che aveva lasciato a due anni, e non conosceva una parola d’italiano. (Una lievissima pronuncia tedesca gli rimase infatti tutta la vita.) I racconti pubblici e privati sono tanti, e affascinanti. Davanti a Rapallo c’è il mare, e Giuseppe e Frieda condivisero la passione della vela, cui nella bella stagione dedicavano le non molte ore libere. Nella mostra si può vedere la serie delle amate barche: dal beccaccino Monello, allo star Gioia, al cinquemetri di Baglietto Vagabonda I, al King’s Cruiser svedese, l’azzurra Vagabonda II che, perduta in un fortunale del 1976, fu sostituita dalla gemella Vagabonda III, una delle poche barche a vela di legno che ancora si ammirano nel Tigullio, e su cui fanno oggi i primi passi le bisnipotine dei due protagonisti di questa storia.


GENTE DI LIGURIA di Alfredo BERTOLLO

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

16

STORIA

Capraia, l’isola ritrovata La sua storia è strettamente collegata a quella di Genova apraia è l’unica isola, fra quelle dell’arcipelago toscano, ad aver fatto parte per alcuni secoli del variegato dominio d’oltremare della Repubblica di Genova. Questo singolare legame, protrattosi in forme diverse sino al 1925 (anno di aggregazione del Comune alla Provincia di Livorno), non si è mai interrotto del tutto grazie alla tenace sopravvivenza (sino al 1977) della dipendenza della locale parrocchia dall’Arcidiocesi di Genova ed alla residua presenza, in anni più recenti, di relazioni umane e culturali alle quali, dal 16 novembre 2011, si è aggiunto lo storico ripristino di rapporti istituzionali fra la terra ligure e l’isola toscana mediante l’attribuzione al municipio di Capraia dello status di “Comune onorario della Provincia di Genova” da parte del Consiglio Provinciale. Questo riconoscimento, unico nel suo genere in Italia, trae, come

C

detto, ampie motivazioni dai secolari rapporti economici e politico-amministrativi esistiti tra l’isola, Genova e la Liguria marittima. Potrebbe rappresentare una prima occasione per ravvivare legami ormai fiaccati dal tempo e rafforzare la presenza turistica dei liguri sull’isola cui potrebbe seguire - nell’ipotesi più ottimistica - il ripristino di un collegamento marittimo stagionale fra Genova e Capraia. E di certo non mancherebbero le occasioni per riconoscere nell’isola l’antica impronta della Dominante. Capraia, infatti, conserva tuttora testimonianze materiale che risalgono al tempo della dominazione ligure fra cui si distinguono, per dimensione e fascino, alcuni manufatti militari simbolo del glorioso passato della Superba: il massiccio forte San Giorgio (1540, il cui lungo restauro è terminato nel 2011) troneggia sull’abitato del borgo superiore, mentre le torri

Proseguendo un’attività editoriale tesa al recupero storico-documentale del nostro territorio, la AGB Busco Edizioni presenterà una nuova pubblicazione:

“RAPALLO... UN SOGNO”; una raccolta di fotografie e cartoline inedite della Rapallo dei primi del Novecento fino agli anni Cinquanta. Compilando la cedola sottostante il libro potrà essere prenotato presso la AGB Busco Edizioni, in via Volta 37 al prezzo ridotto di 15 euro. IL SOTTOSCRITTO RESIDENTE A VIA TEL. PRENOTA N°

COPIE DEL VOLUME

“RAPALLO... UN SOGNO” AL PREZZO UNITARIO DI EURO 15,00 Firma

del Porto (1541), dello Zenobito (1545) e delle Barbici (1699) presidiano il frastagliato litorale dell’isola così come la caratteristica torre dello scalo al Bagno (1790), terminale di una tortuosa e originale “sortita a mare” proveniente dalla soprastante fortezza. I monumenti civili comprendono invece, tra gli altri, la bella parrocchiale dedicata a San Nicolò e Sacro Cuore di Gesù (eretta negli anni 17581761) e la chiesa di Sant’Antonio (terminata nel 1662), entrambe in pregevole stile barocco. Ma i motivi per una visita non si limitano certo a questi, pur rilevanti, monumenti: Capraia, infatti, è soprattutto un vero e proprio paradiso naturalistico, caratterizzato lungo le coste dalla presenza di fondali strepitosi per varietà e colori e, nell’interno, da una densa macchia mediterranea che tutto investe dando vita a paesaggi di solitaria bellezza. Sono inoltre molteplici le possibilità di “esplorare” l’interno dell’isolla utilizzando sentieri e mulattiere di diversa lunghezza e difficoltà per raggiungere le cime più suggestive (Monte delle Penne) o panoramiche (Monte Arpagna) o per scendere alle piccole cale del versante orientale o per andare alla scoperta di un sito di grande pregio naturalistico come il piccolo lago detto lo Stagnone o, ancora, degli edifici e i terrazzamenti della vecchia colonia penale agricola. Ottime guide, anche di recente pubblicazione, unitamente ad alcuni testi storici editati nell’ultimo decennio, possono costituire validi strumenti per approfondire la conoscenza delle tante peculiarità dell’isola. A tale proposito si segnala la giornata di studi svoltasi a Genova nel 2011 e significativamente intitolata:

“L’isola ritrovata, Genova, Capraia e la riscoperta di una storia comune”. Ma l’appuntamento più rilevante è stato lo scorso marzo con protagonista proprio la Provincia di Genova che ha ufficializzato il riconoscimento della “comunanza onoraria” a Capraia con una cerimonia in cui al sindaco del Comune toscano Gaetano Guarente è stata consegnata una pergamena e un dono dal forte valore simbolico. Dulcis in fundo, gli è stata consegnata copia di tutti i documenti risalenti al periodo 1860 1928 riguardanti l’isola di Capraia conservati presso l’archivio storico provinciale. È stato un momento per certi aspetti storico che si spera possa diventare, soprattutto attraverso l’attivismo delle numerose associazioni culturale del capoluogo e delle riviere (tra cui si segnala, per particolare intraprendenza, “la Corallina” di S. Margherita Ligure) la premessa per una autentica e più forte ripresa di contatti umani e culturali fra due realtà per lungo tempo unite da un destino comune.


NATURA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Giorgio MASSA

FAUNA

Il sangue freddo degli animali Qualche parola sui serpenti, animali che suscitano “gelo” in molti esseri umani parte i mammiferi e gli uccelli, definiti omeotermi perché capaci di regolare la propria temperatura corporea mantenendola costante al variare della temperatura esterna, quasi tutti gli altri animali possono essere considerati a sangue freddo (ectotermi), con temperatura del corpo, in condizioni di riposo, simile a quella ambiente. Per svolgere le attività vitali molti di questi ultimi devono riscaldare il proprio corpo trovando espedienti che ne possano alzare la temperatura. Così diverse specie di insetti (che al posto del sangue possiedono una sostanza chiamata emolinfa), sono in grado di riscaldare i propri muscoli e il loro corpo facendo vibrare le ali o l’addome o, come le farfalle, posizionandosi per un po’ di tempo al sole. Questo secondo espediente è sfruttato da serpenti e lucertole, che si crogiolano al sole per accumulare calore. Anche gli anfibi si scaldano al sole e per raffreddare il corpo in estate si mettono all’ombra o possono sempre farsi un bagnetto. I pesci si adattano alle variazioni di temperatura dell’acqua modificando il loro metabolismo, rallentandolo o velocizzandolo, o, in altri casi, si spostano anche a differenti profondità o in diverse aree geografiche, per trovare a seconda della stagione condizioni migliori che consentano di ridurre lo sbalzo della loro temperatura corporea. In ogni caso il calore prodotto dai processi metabolici nei pesci può alzare leggermente, anche se di frazioni di grado, la temperatura interna. Le palamite, i pesci spada e soprattutto i tonni, invece, per riscaldare il corpo sfruttano ottimamente il calore prodotto dall’attività dei muscoli. Addirittura nei tonni la temperatura interna sembra variare in un intervallo di 5°C, indipendentemente dalla temperatura dell’acqua. Alcune strategie, come quelle adottate dallo squalo bianco e dalla tartaruga liuto, consentono di rallentare le variazioni della temperatura interna sfruttando come isolante la loro grande mole o la ridotta superficie corporea esposta al raffreddamento/riscaldamento (gigantotermia). Secondo alcuni scienziati, questa strategia potrebbe essere stata propria dei grandi dinosauri terrestri e soprattutto marini. Dopo questa premessa torniamo ai protagonisti dell’articolo: i serpenti. Nel nostro territorio, a parte la vipera comune(Vipera aspis) che appartiene alla famiglia viperidi, distribuita irregolarmente nell’entroterra e più rara o assente, con alcune eccezioni, lungo la costa, esistono alcune specie, tutte appartenenti alla famiglia colubridi, che occupano diversi ambienti. La vipera ha il corpo tozzo che termina assottigliato bruscamente in una “coda”. Mostra inoltre una pupilla allungata e non rotonda come quella degli altri serpenti

A

che vivono nel nostro territorio. La testa massiccia e allargata in prossimità del “collo” è invece un carattere che condivide con l’innocua natrice viperina. Questo rettile predilige le aree dove la vegetazione è scarsa o comunque ridotta in altezza, come i pascoli, soprattutto dove sono presenti molte rocce o massi sui quali riscaldarsi. Vive anche in boschi luminosi e radure. I giovani esemplari catturano piccoli rettili, anfibi e insetti, mentre gli adulti cacciano le loro prede, soprattutto piccoli mammiferi, utilizzando sovente la tecnica dell’agguato. Le individuano grazie ad un recettore termico posto al di sotto dell’occhio, che funziona anche durante la notte, e, quando queste sono sufficientemente vicine, le mordono raggiungendole con un movimento rapidissimo. Quando il veleno ha effetto, le vipere si spostano alla ricerca della preda, individuandone la traccia olfattiva. La stagione fredda blocca letteralmente il metabolismo di questi rettili, che possono muoversi solo quando la temperatura è superiore ai 5°C, mentre per la digestione necessitano di temperature ancora più alte, intorno ai 15°C. Anche per questo motivo trascorrono un periodo di letargo, come fanno anche quasi tutti i colubridi. I colubridi hanno solitamente il corpo allungato e possiedono una pupilla circolare. Vivono in svariati ambienti. Tipicamente legate all’acqua sono le natrici. La natrice viperina può essere confusa con la vipera, ma è praticamente innocua. Predatore tipicamente diurno, da giovane questo serpente caccia i piccoli vaironi, pesci piuttosto comuni in molti torrenti, e i girini, che ricerca in primavera nelle pozze d’acqua. I pesci sono predati anche dagli esemplari adulti, che inoltre si cibano di anfibi e più raramente di piccoli mammiferi e nidiacei di uccelli acquatici, e cacciano restando immobili sul fondale o tra la vegetazione dei torrenti sin quando la loro vittima non giunge sufficientemente vicina per afferrarla con denti, inclinati verso l’interno della bocca per rendere più efficace la presa. La natrice dal collare si distingue per i disegni colorati che ha sul collo ed è un’ottima nuotatrice. Può capitare infatti di vederla scivolare sulla superficie dell’acqua come fanno gli altri serpenti sulla terraferma. Si muove normalmente anche a terra, ma rimane spesso in prossimità di ambienti umidi, dove trova abbondanti anfibi che sono le sue prede principali. E’ più raro invece che queste natrici si cibino di piccoli mammiferi o pesci. Sono quasi inoffensive e raramente mordono, ma piuttosto, se disturbate, si muovono in avanti come per attaccare. Come le natrici viperine, possono invece secernere un liquido dall’odore disgustoso prodotto da alcune

is) dove si nota la

asp Il capo di una vipera (Vipera ghiandole poste vicino all’ano. aci) a pupilla allungata. (Foto E. Mon istic tter cara Molto più terrestre e legato ad ambienti costieri e soleggiati, il colubro verdegiallo o biacco è un ottimo cacciatore che si muove sul terreno o permane lungo tempo a crogiolarsi al sole. A dispetto del nome può mostrare una livrea dorsale totalmente nerastra. Quando cerca le sue prede ne segue le tracce olfattive, poi, una volta individuate, si avvale della sua vista e le raggiunge anche nelle loro tane. Preda soprattutto piccoli roditori, ma anche lucertole, anfibi, uccelli, uova, nidiacei, lumache e pare persino pesci. Questi ultimi piuttosto raramente anche se per catturarli questo serpente sembra capace di Natrice viperina (Natrix maura) sott’acqua. nuotare in immersione. I grossi biacchi, (foto E. Monaci) spesso visti come fastidiosi nelle nostre campagne, possono anche cibarsi di altri serpenti, vipere comprese. Sono molto aggressivi e se bloccati si difendono sferrando attacchi ripetuti e mordendo. Nonostante ciò non sono considerati pericolosi per l’uomo. Il più agile tra tutti i nostri serpenti è certamente il colubro di Esculapio o saettone, che ama arrampicarsi sui cespugli e sui rami degli alberi. Può diventare molto lungo e sfiorare i due metri di lunghezza. Si ciba di piccoli roditori, come ghiri, talpe, toporagni e topi, nonché di piccoli uccelli e nidiacei che trova sugli alberi. Individua le sue prede grazie al- Natrice dal collare (Natrix natrix). (Foto E. Monaci) l’olfatto o cercandone le nidiate nelle tane o nei nidi. I giovani predano soprattutto lucertole. Per uccidere le prede i saettoni utilizzano la tecnica dei boa, avvolgendo i malcapitati nelle spire del loro corpo e stritolandoli. Terminiamo la carrellata sui serpenti parlando del poco comune colubro di Riccioli, simile al colubro liscio, segnalato anch’esso in Liguria. Questo piccolo rettile è lungo in media mezzo metro e nel nostro territorio sembra vivere in ambienti asciutti come la macchia mediterranea. Si tratta di una specie che caccia la notte e preda spesso gechi , orbettini e luscenColubro verde e giallo o biacco. (Foto G. Massa) gole, ma anche altri giovani serpenti, che soffoca avvolgendoli con le spire. È un animale molto mansueto e per nulla pericoloso. Vanno ancora segnalate alcune specie osservate nel Ponente Ligure, come la natrice tassellata, il colubro bilineato (un unico ritrovamento in Provincia di Imperia) e il colubro lacertino. Quest’ultima specie, lunga e tozza, possiede un veleno che usa per uccidere le prede. In ogni caso utilizza anche le spire per soffocare la sua vittima, riuscendo a catturare persino piccoli conigli. Si tratta comunque di una specie non molto pericolosa per l’uomo.

Colubro di Esculapio o saettone. (foto E. Monaci)


VIAGGIARE E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Ilaria NIDASIO

18

STELLE E STRISCE

In Harley Davidson verso l’avventura n favoloso itinerario di tutta la West Coast americana in Harley Davidson, per un totale di 16 giorni e 14 notti di avventura e divertimento: potrebbe essere descritto così, in due parole, il viaggio intrapreso dagli harleysti del Cento Torri Chapter di Pavia, che la scorsa estate hanno scelto di rinunciare a qualche comodità pur di avventurarsi, on the road, alla scoperta della costa delle meraviglie. Tra loro, anche due rapallesi d'adozione: Massimo Zetti e la moglie Elisa, che solitamente non si lasciano sfuggire occasione per passare un weekend a Rapallo, dove trascorrono anche gran parte dei mesi estivi. « L'anno scorso, però, abbiamo lasciato Rapallo per due settimane: del resto avevamo davvero un ottimo motivo! » afferma Massimo, ricordando il viaggio in America, atteso da una vita. Prima tappa del tour naturalmente è stata Los Angeles, dove i centauri hanno ritirato i veicoli e l'equipaggiamento prima di iniziare il viaggio lungo la celebre Highway 1, che segue la costa fino a San Francisco: un percorso che, non a caso, è stato definito “scenic route” e che dona impareggiabili scorci sull'immenso Oceano Pacifico. Passando da Carmel, affascinante villaggio di artisti amministrato da Clint Eastwood in carica di sindaco tra il 1986 e il 1990, e ammirando i leoni marini che si possono avvistare sulla

LA MAGIA SULLA STRADA

U

costa, si arriva, dopo 340 km, a San Francisco, non senza aver prima fatto una capatina a Santa Cruz, mitica città dei surfisti. Il Golden Gate, Fisherman's Wharf, la Lombard Street: tre giorni non bastano per visitare i simboli della città definita come la più bella d'America: ma purtroppo è già il momento di ripartire, in direzione Yosemite Valley. Lasciato il contesto urbano, gli harleysti si sono diretti verso il sontuoso parco dai meravigliosi paesaggi montuosi, dove si possono ammirare ghiacciai ed gli incredibili monoliti di granito che furono il tempio del free climbing. Orsi, cervi, aquile: anche la fauna del parco sorprende il gruppo: « ma siamo riusciti comunque a trovare il tempo per una sosta al concessionario Arlen

Ness,uno dei più famosi costruttori di “custon bikes”e chopper su base Harley Davidson» commenta Zetti. Il programma del giorno seguente prevede una visita nella piccola località di lake Isabella, lungo la strada di soste e di panorami mozzafiato, prima di immergersi nella vita notturna di Las Vegas. Arrivati nella capitale mondiale del gioco d'azzardo, che prima delle 20 sembra quasi sonnecchiare, il gruppo si lancia alla scoperta di quella che è senza dubbio la più folle ed affascinante città del West e delle sue innumerevoli sale da gioco. Dopo una notte di bagordi, l'indomani si parte di nuovo: la prossima tappa è Hurricane da cui, dopo aver consumato un pranzo veloce, si procede alla volta di Springdale, prima della visita dello Zion National Park e del Bryce Canion, con le sue rocce che sembrano modellate a mano, come a formare una distesa di selvaggi pinnacoli. «I paesaggi americani non smettono mai di stupire: non potrò mai dimenticare le bellezze della Monument Valley, gioiello del Navajo Country, capace di regalare panorami da favola » interviene Elisa che, inizialmente intimorita all'idea di affrontare un viaggio così lungo sulle due ruote, ne è tornata entusiasta: « La Monument

La Harley Davidson è più che un mito. Ormai è un’icona. Naturalmente nel senso greco/antico della parola. Come dice Ellis Miller nel suo scritto “Chitarre, Steinbeck, Hillbilly music” se vuoi veramente vivere e conoscere quella che Steinbeck chiamò “La strada madre” (“Grapes of wrath “– in italiano “Furore) o più recentemente Kerouac “La strada” ebbene devi farlo con la tua fedele alleata, la Harley Davidson. Solo così sarai come il falco che vola e vede tutto subito. Nel sole, nell’aria, nel caldo, nel freddo. Pare che sia nata proprio così la musica Country (Hillbilly). Laude dunque a chi la inventò.... Vinicio Temperini

Valley vale ben più di un mal di schiena!» afferma sorridendo. Qui non è difficile riconoscere gli scenari indimenticabili dei più bei film western di John Ford: giusto il tempo di sognare il Far West, ed è già l'ora di partire per il Grand Canyon, una tra le più grandi meraviglie del pianeta, incredibile abisso scavato dal Colorado River. Per ammirarne al meglio la grandezza e la maestosità, alcuni harleysti hanno scelto di sorvolarlo in elicottero o in aereo, vivendo così un'esperienza davvero indimenticabile. Infine, di nuovo in sella alla propria moto, i centauri hanno percorso uno dei tratti più suggestivi e meglio conservati della mitica Route 66, attraversando paesini come Seligman e Hackberry, che celebrano la memoria dei tempi d'oro della Mother Road. Dopo un'intera giornata di tour lungo la Sixty-six, alla scoperta di altri luoghi mitici come il famoso Bagdad Cafè ( location dell'omonimo film), si inverte la rotta, muovendo in direzione Los Angeles dove, dopo aver riconsegnato la moto e lasciato un pezzo di cuore in America, gli harleysti hanno preso il volo di rientro in Italia dopo aver vissuto in prima persona il sogno americano.

NETTUNO RISTORANTE PIZZERIA Focaccia al formaggio Chiuso il lunedì - RAPALLO - L.mare Vittorio Veneto, 28 Tel. 0185 50270 www.nettunorapallo.it


VIAGGIARE/2 E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

19

di Vinicio TEMPERINI

AFRICA

In Nigeria, anche questo è turismo... orrei commentare alcune vicissitudini per confermare che viaggiare – soprattutto in condizioni impegnative - è avventura ma è anche fondamentale esperienza di vita ed insegnamento. Nel 1967 in Nigeria la Regione Igbo, abitata dagli Ibo , si ribellò allo Stato Federale del Presidente Col. Gowon (Capitale Lagos - dal 1991 Abuja ) e si dichiarò Republica Indipendente del Biafra, Presidente Col. Ojukwu. Va detto che la secessione fu fortemente voluta da quasi tutti gli abitanti della Regione, circa 11 milioni , più di un quinto della popolazione totale della Nigeria. Erano ben al corrente che la maggiore e migliore parte del petrolio l’avevano in casa mentre al momento erano in concreto dominati da Hausa e Yoruba, popoli del Centro Nord. Infatti, subito dopo l’indipendenza nel 1960 molti Paesi avevano tentato di impadronirsi di quell’area. Nota : in quel Golfo si estrae il “Light Bonny”, uno dei greggi più pregiati in assoluto. Il Biafra – che stampò anche moneta - fu riconosciuto solo da alcuni Paesi (Israele,Ivory Coast, Haiti) mentre altri lo appoggiarono non ufficialmente (Sud Africa, Portogallo). Capitale fu Enugu ma successivamente, con l’avanzare dei “Nazionalisti” Aba poi Umuhaia e altre. 1967 / 1969 momenti veramente terribili, drammatici. Tristissima nota a conferma : nel Maggio 1969 sulla piattaforma di Bonny furono uccisi senza motivi 10 tecnici italiani dell’ENI. Non è stato mai provato definitivamente chi fossero i veri responsabili. Questo era l’ambiente. Eppure, nonostante tutto, in quel periodo la Nigeria era un fervore di iniziative e attività industriali, commerciali, sociali. Qualche esempio :

V

ENI e SNAM molto presenti e potenti – Bracco Farmaceutici –Tessili Gardella – Italimpianti (associati con il Colosso British Metal) – SAE /Sadelmi e tanti altri . Tutti a costruire strade e ponti, elettrificare. Urgenti, cruciali necessità per il Paese. Nota di colore: in tutta l’area di Lagos / Apapa e Ibadan spiccavano grandi posters e cartelli dove imperversava il cane a sei zampe dell’ENI. Fu un momento molto duro, impegnativo direi cruciale. Per noi ,che operavamo in quei posti in quei momenti , vorrei dire …“epici”. Vorrei ricordare qualche episodio che direi indicativo, interessante a conferma del mio assunto che viaggiare è cultura. 1968. Port Harcourt – Biafra. Una grossa fornitura di rame in drums (cilindri)venduta dalla British Metal tramite la Barclays Bank alle Autorità Petrolifere Nigeriane è sbarcata, giace in porto praticamente abbandonata e ormai priva anche di copertura assicurativa. Il rame si sa è materiale prezioso quanto l’oro ed è facile capire cosa significhi (specie in quel periodo) lasciarla incustodita a disposizione …del più svelto. Problema di livello…stellare. Come mettere il più possibile al sicuro, viste le circostanze, il nostro “tesoro”. BUROCRATICA Toccò al sottoscritto guidare un pic-

colo gruppo di “svitati” per trovare la migliore, forse l’unica, soluzione attuabile. In forza dell’incarico operativo della Barclays Bank e burocratico del Ministero dei Trasporti ottenuta ampia collaborazione dal Governo Nazionale Nigeriano. Avuto visti per uscire da Lagos , entrare in Zona Niger Bay e, molto importante, …rientrare. Ci trasferimmo a Port Harcourt su una nave della Marina Militare Nigeriana. DIPLOMAZIA Cercare, sempre nei ristrettissimi limiti del momento, che anche i “Locali” - in quel tempo praticamente nemici – collaborassero in nome del loro concreto interesse comune, chiunque avesse vinto. OPERATIVO Assicurare libertà di movimento a noi ed ai collaboratori locali per iniziative logistiche sia ordinarie che straordinarie. Importante ricordare il clima drammatico in cui tutto questo avveniva. Del clima meteorologico ne parleremo a parte. Bene, in conclusione - anche se dopo tanti anni a volte mi sembra impossibile- riuscimmo a risolvere il problema. Un gruppo di AltiUfficiali, Doganieri, Autorità Ministeriali, assieme con “Anziani Notabili”, Religiosi di varie confessioni, Capi Villaggio etc. accettarono di aiutarci (dietro congruo compenso…. mi pare di ricordare). ALCABAR – Porto fluviale nigeriano

(sul Niger) vicino al Cameroon. in un’area doganale e.... in attesa di tempi migliori, trasferimmo i“drums” coprendoli camuffandoli da materiale vegetale, con copertura speciale perché alcune piante (la yuta o le noci di cola, ad esempio) sono auto- combustibili con la pioggia. Avevamo preparato una documentazione molto regolare e corretta ma anche molto complicata coinvolgendo quante più persone ed enti possibili. Autorità Militari, Doganali, Civili, Religiose. A definitiva consacrazione dell’operazione la Banca mosse sue pedine molto riservate con metodi diciamo così..….valutari. Consegnate mappa, Polizze di Carico,deleghe e copia di tutta la documentazione la “Operazione Rame” era felicemente conclusa. Quel che sarebbe venuto dopo non doveva e non poteva riguardarci. Ancora oggi, quando sopravissuti, imborghesiti e..diversamente giovani ci capita di incontrarci e di parlarne ci sembra impossibile e….ci scappa da ridere. Intanto la situazione bellica, politica e ambientale era molto, molto peggiorata. Dovevamo rientrare a Lagos ma spostarsi era al limite dell’impossibile.

(fine prima parte)

LE COLLINE TRA GAVI E OVADA

B

CASA VINICOLA CARLO GROSSO & FIGLI MONTALDEO (AL) - PIEMONTE - ITALIA www.cantinegrosso.it - e-mail: info@cantinegrosso.it 0143 849137 - 333.2198957

SONO SINONIMO DI UON GROSSO CARLO DAL 1881

VINO

DOLCETTO - BARBERA - CORTESE - GAVI E NOVELLO CONSEGNA GRATUITA


RICORDO O SOGNO? QUANDO... E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Mauro MANCINI

20

RAPALLIN

Ö scïto do ” Ciantê ”

n ’pura confidenza’ neppure noi ci aspettavamo un così vasto gradimento da parte di tutti voi, ”rapallin e föresti”, di questo nostro andar per il passato. Ci riempie di gioia e di piacere l ’aver ricreato con foto e linguaggio quel contatto umano fra persone, allora naturale, che credevamo ormai lontano e impossibile da riannodare. Questa vostra partecipazione ci stimola a continuare nel nostro ”giö di misci”, per scavare nei luoghi, nella vita e nei sentimenti schietti di personaggi umili e nobili allo stesso tempo. Eccoci quindi nella zona denominata ”a -ö Ciantê” (al Cantiere), che si estende, grossomodo, dal ponte Annibale al porto Langano, sulla sponda destra alla foce del torrente Boate. Venne così chiamata perché sulla grande spiaggia aveva sede dal 1868 un importante cantiere per la costruzione di imbarcazioni di discreto tonnellaggio ; in questa località allora periferica, vi si alternarono nei secoli fiorenti

I

attività, curiosi , gioiosi e tragici avvenimenti che cercheremo di raccontarvi ; ci faranno da testimonianza, foto e articoli di giornale di quei tempi. Parallela al littorale vi è la strada che conduce a Santa Margherita ricavata nel 1823 da quello che era stato fino ad allora il letto del torrente Boate ; era stata denominata via delle Americhe ( ’Meriche’ per i rapallin) perché nei primi anni del 1900 gli emigranti che avevano fatto fortuna vi costruirono ville signorili ; ai lati di questo viale , con quel loro verde cupo, due ininterrotti filari del tipico ”aexio”, il leccio ligure. La prima immagine ritrae una delle ’casematte’ anti sbarco costruite dalle truppe naziste ; era alla foce del Boate a poca distanza dalla battigia; nel 1944 il percorso di via Dante che lì confluiva, era stato ostruito con una fitta rete di reticolati . Nocchi Mario ”Memmo” classe 1895 Medaglia d’ Argento al Valor Militare era un grande invalido della prima guerra mondiale dove una gra-

1926, indicato dalla freccia è Mario ‘Memmo’ Nocchi sulla nuova passeggiata a mare

nata tedesca gli fracassò la spina dorsale; il suo incedere era barcollante e in precario equilibrio, ma riusciva a scalciare con rabbia quei reticolati , gli stessi che Lui e i Suoi Commilitoni avevano trovato sul Carso, sull ’ Isonzo, sul Piave . Non lontano, accampati attorno alla ’casa -matta’ militari tedeschi assistevano attenti ed in silenzio a quello sfogo senza intervenire ; conoscevano la storia di ” Memmo” e condividevano, forse, con Lui l ’odio per la guerra . Lo ritrovo nelle mie visite al cimitero e gli racconto i mutamenti dell ’ Italia attuale che Lui certo non immagina ed assieme ci chiediamo se del Loro Sacrificio ne sia valsa veramente la pena. Torneremo ancora, nei prossimi numeri, a rivisitare questa zona così ricca di storia rapallese.


COME ERAVAMO E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

21

di Bruno MANCINI

SPORT

Ringraziamo Gregorio “Grego” Boero Interpretando il pensiero dei tuoi “ragazzi” di allora, pubblichiamo queste foto che testimoniano gli anni trascorsi assieme, guidati da te, persona generosa, semplice e con una grande passione per il calcio. Quindi, la nostra considerazione è che in ogni momento hai sempre dimostrato che prima di essere l’allenatore, sei stato e sei un fratello maggiore ed un grande amico! Campo Sportivo Comunale “Umberto Macera” 15 aprile 1951 Incontro: Associazione Calcio Rapallo Ruentes - Istituto Emiliani Questi incontri tra ragazzi si disputavano solamente se il terreno di gioco era asciutto, in quanto alle ore 15 giocava la prima squadra della gloriosa Ruentes. Da sinista in alto: Gregorio “Grego” Boero (allenatore) - Renzo Montanari - Luciano “Luci” Macchiavello - Giorgio “Giorgetto” Canessa - Guglielmo “Mino” Balloni Luigi “Gigi” Cordano. Da sinistra in basso: Luigi “Gino” Bogliardi - Antonio “Nino” Merello - Enrico Boero - Ermanno Venturi - Enrico “Enrichetto” Rovegno Bruno Mancini - Alfredo Ghiara

Eugenio Rizzolini con la maglia del Brescia Anno calcistico

Squadra

Serie

Presenze

goal _

1956/1957

Football Club Internazionale

A

nessuna presenza in prima squadra

Campo Sportivo Comunale “Senatore Eugenio Broccardi” S. Margherita Ligure - Campionato Ragazzi 1954-1955 1 9 giugno 1955 - “COPPA DALL’ORSO”

1957/1958

Novara Calcio

B

30

1958/1959

Footballo Club Internazionale

A

4

1

1959/1960

Ozo Mantova Football Club

B

29

5

Finalissima: Unione Sportiva Sestri Levante - Associazione Calcio Rapallo Ruentes Da sinista in alto: Elio Maddalozzo - Ermanno Venturi - Giobatta “Tino” Tassara - Eugenio Rizzolini - Bruno Mancini - Guglielmo “Mino” Balloni Da sinistra in basso: Cav. Gregorio Boero (allenatore) - Renzo Montagnari Carlo “Carletto” Calcagno - Mario Costa - Luigi “Gigi” Cordano - Carlo Merello

1960/1961

Brescia Calcio

B

29

1961/1962

Brescia Calcio

B

24

7 _

1962/1963

Brescia Calcio

B

19

2

1963/1964

Brescia Calcio

B

35

1964/1965

Brescia Calcio

B

35

1 _

1965/1966

Brescia Calcio

A

34

1966/1967

Brescia Calcio

A

31

1967/1968

Brescia Calcio

A

28

Alcuni di questi “ragazzi” hanno proseguito la carriera semiprofessionistica, mentre Eugenio Rizzolini ha giocato quale vero professionista. A margine pubblichiamo una foto di Eugenio che veste la maglia del Brescia Calcio (anno calcistico 1966/1967) ed il prospetto che evidenzia la sua brillante carriera

ristorante il gambero

by hotel riviera

Via Gramsci 2 - 16035 RAPALLO - Tel. 0185. 65668-50248 gradita la prenotazione

_

1 _ _

• Sulla passeggiata a mare con terrazza estiva • Prodotti di primissima qualità e importante carta dei vini • Sala privé, giardino per cene o party privati • Sala riunioni


CULTURA E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

22

di Domenico PERTUSATI

Il potere temporale della Chiesa certamente triste scoprire nel corso della storia della chiesa ombre e deficienze. Non mancano coloro che ritengono deplorevole questo “excursus” storico che, insieme a momenti positivi, alza il velo e mette in luce aspetti deplorevoli e negativi con un danno che si ripercuoterebbe sui fedeli “devoti”, ma inconsapevoli. Lo scandalo che viene denunciato dalle autorità ecclesiastiche è quello di rendere noti fatti e vicende che ormai si ritenevano sepolti dalla polvere del tempo e che, una volta riscoperti, non fanno sempre onore a coloro che hanno guidato la chiesa. Ma la storia non è qualcosa di aleatorio o modificabile a seconda delle convenienze e tornaconti. Ritengo che sia importante e corretto far conoscere il passato nelle sue luci ed ombre con serietà ed impegno, senza pregiudizi o condizionamenti di sorta. Che dire pertanto sul potere temporale della Chiesa che dai tempi dell’Impero Romano si protrasse fino al 1870 con la ben nota breccia di “Porta Pia”, cui seguirono le scomuniche di Pio IX nei confronti dei cosiddetti “usurpatori? Un tale potere non è stato conferito da Cristo ai suoi apostoli e discepoli. Se il potere temporale non trova in alcun modo giustificazione nelle pagine del Vangelo, ha certamente una sua genesi storica. RUOLO DI SUPPLENZA TEMPORANEA Per lo più gli storici convengono nell'indicare il sorgere e il rafforzarsi del potere della Chiesa in quel ruolo di supplenza che, suo malgrado, dovette svolgere in quel periodo in cui l’autorità di Bisanzio era fatiscente, quando non era addirittura assente. Nel vuoto politico determinatosi a causa delle invasioni barbariche, le popolazione italiche videro nel Vescovo di Roma l'unica autorità presente ed efficiente, capace in qualche modo di venire incontro

alle loro pressanti necessità di difesa e di protezione. In effetti i Pontefici si presero a cuore la sorte delle popolazioni vessate dalle guerre, dalla fame e dalle pestilenze. Una figura emblematica tra tutte fu quella di Gregorio Magno (540 - 604) che in tempi calamitosi dovuti all’invasione e alla presenza ostile dei Longobardi fece sentire la sua voce e offrì la sua azione mediatrice e pacificatrice. Prima di lui un altro pontefice dalla forte personalità, Leone I, era intervenuto ad arrestare l’invasione degli Unni, guidati da Attila nel 452. Le popolazioni a poco a poco si abituarono a vedere nel Pontefice colui che era in grado di svolgere quelle funzioni che un tempo erano di spettanza delle autorità civili e militari preposte. Se si aggiungono le continue donazioni di terre che pii fedeli e anime devote, riconoscenti, lasciavano in eredità alla Chiesa, non è difficile rendersi conto come quell'opera che, ancorché meritoria, era stata di mera supplenza da parte del Vescovo di Roma si tramutasse in un potere vero e proprio. Pertanto il passo ad una effettiva forma di potere temporale fu facile. Ma in questo modo la Chiesa venne ad alterare le sue funzioni volute dal Suo fondatore: il possesso dei beni materiali si associò e si intrecciò pericolosamente con le mansioni spirituali. La supplenza si trasformò in regola definitiva. L’EVENTO DETERMINANTE La maggior parte degli storici fa risalire la nascita ufficiale del potere temporale al tempo della dominazione longobarda nella penisola: coinciderebbe con la cessione (avvenuta nel 728) del territorio di Sutri alla Chiesa da parte del re longobardo Liutprando per placare il papa Gregorio II che aveva protestato per i territori invasi e sottratti ai Bizantini. Come abbiamo già sottolineato, la Chiesa da tempo possedeva numerosi latifondi, frutto di donazioni e lasciti di anime devote, sui quali esercitava un dominio. Ma, come si sa, tale sovranità non aveva alcuna valenza giuridica; rimaneva un fatto assolutamente di natura privata. Ora con tale donazione il pontefice acquisiva un'autorità politica come un vero capo di stato. Il territorio non era più dono di un privato, ma un territorio pubblico sottratto all'Impero di Bisanzio con un'operazione militare e ceduto, con tutti i diritti e doveri connessi, al Pontefice. Fu un fatto giuridicamente nuovo che venne a costituire quel nucleo, che, unito ai possedimenti privati che la Chiesa nel tempo aveva accumulato, formò lo stato temporale pontificio. LA “DONAZIONE DI COSTANTINO”: DOCUMENTO APOCRIFO Bonifacio VIII con la teoria delle “due In quel periodo per contrastare la prespade” ha tentato di giustificare il po- senza sempre più ingombrante dei Longotere assoluto del papato (spirituale e bardi e il progetto aggressivo di Astolfo, il

È

temporale).

“La donazione di Costantino” è il documento apocrifo di cui la Chiesa si è avvalsa per giustificare il suo potere temporale

papa Stefano II invocò, nel 754, l'aiuto dei Franchi. Per convincere il re Pipino a riconoscere la legittimità del possesso dei territori della Chiesa, gli presentò un documento col quale l'imperatore Costantino avrebbe concesso tale potere temporale al vescovo di Roma (La tradizione ci racconta del rapporto di Costantino con Papa Silvestro che lo battezzò prima di morire). Su questo documento apocrifo i Papi in tutto il Medio Evo fondarono la legittimità dei loro possedimenti. Presentato come autentico, fu accettato universalmente: lo stesso Dante nella sua Commedia imputa a Costantino la responsabilità con la sua donazione di aver provocato alla Chiesa tanti mali e conseguenze negative a danno della missione spirituale. “Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre!” (Inferno XIX,115-117). Fu solo - come si sa - nell’età rinascimentale con Lorenzo Valla, attraverso esami e riscontri filologici, che venne dimostrata la falsità del documento. (De falso credita et ementita Costantini donatione del 1440). Il Valla discute con argomenti critici l'antica tradizione del battesimo ad opera di papa Silvestro e della guarigione dell'imperatore dalla lebbra. La Chiesa difese l’autenticità del documento, tanto che lo scritto del Valla fu inserito nell’Indice del Libri Proibiti in quanto pericoloso per la fede. Già Niccolò Cusano, cardinale, filosofo e scienziato umanista, nel Concilio di Basilea (1433) aveva contestato la validità del documento. È fuor di dubbio che l’unificazione del potere temporale con il potere spirituale fu in contraddizione con l’ordine di Cristo: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.” (Mt. 22,21) Chi osò mettere in dubbio questa linea temporale della chiesa fu sempre decisamente e drasticamente condannato ed estromesso dalla Chiesa stessa. Con l'avvento dei Longobardi e la formazione dello Stato Pontificio la penisola italiana perdette la sua unità: bisognerà

attendere il 1861 quando il Piemonte sotto la direzione del Cavour riuscirà a ricompattare le varie regioni italiane attraverso una conquista fortunosa e un'abile azione diplomatica. I “PORPORATI” NELLA CHIESA Mi limito a citare a grandi linee alcuni Pontefici tra i più noti che contribuirono in modo determinante a modificare e anche a capovolgere e l’insegnamento e l’esempio di Cristo. Niccolo II, eletto a Sutri dopo che fu deposto Benedetto X (cfr. D. Pertusati, Benedetto XVI e i suoi predecessori, ediz. Tigullio - il Mare, 2006 pag. 36) con l’appoggio di Ildebrando di Soana, suo futuro successore, volendo sottrarsi all’influenza dell’Imperatore (Enrico IV) convocò in S. Giovanni in Laterano (1059) un Concilio per stabilire le modalità dell’elezione del Papa. Da quel momento solo i cardinali potevano eleggere il Papa: i “cardinali vescovi” delle sette principali chiese di Roma e, in un secondo tempo, anche i “cardinali preti” delle parrocchie suburbicarie. Il popolo e il semplice clero dovevano solo acclamare le delibere prese dai cardinali. Per decisione di Urbano VIII nel 1630 venne attribuito ai cardinali il titolo di “Eminenza”. Questi fino al XIX secolo dovevano provenire da famiglie nobiliari. Con i Patti Lateranensi del 1929 lo Stato italiano accettò la richiesta che i cardinali godessero degli onori riservati ai principi di sangue e avessero la precedenza su tutte le cariche italiane e straniere, eccetto il Capo dello Stato. I cardinali indossano la “porpora” come segno distintivo della loro dignità e superiorità. La Chiesa ci insegna che la porpora è indice della dedizione “totale”dei cardinali alla causa di Cristo e dei fedeli con tutte le loro forze, pronti anche a versare il loro sangue (“usque ad effusionem sanguinis”). Ecco il significato del “rosso porpora”. Questa disponibilità “intenzionale” compensa i privilegi di cui godono? Sono quelli indicati da Cristo? In verità il Divino Maestro aveva raccomandato la massima umiltà e il rifiuto di “ farsi servire”, ma il do-


Giovanni Paolo II, il papa che ha avuto il coraggio di proferire il “mea culpa” per i peccati degli “uomini della Chiesa” nel corso dei secoli.

vere di servire. Questo comando è stato certamente recepito dai papi, i quali ogni volta che firmano documenti importanti aggiungono “Servus servorum Dei” cioè “servo dei servi di Dio”. Il Papa, cioè il capo assoluto della chiesa, non può non sentire l’obbligo di vivere in profondità e con coerente umiltà questo servizio evangelico. Sul suo esempio si devono allineare tutti i prelati e il clero a lui affidato. Ad eventuali obbiezioni va risposto; “Il vangelo prima di tutto, anzitutto e soprattutto”.

IL POTERE “ASSOLUTO” DEL PAPI A Niccolò II seguì Ildebrando di Soana che assunse il nome di Gregorio VII (10731085). Per rafforzare il potere del Pontefice emanò il “Dictatus Papae” (1075), contenente 27 articoli in cui fissò i principi irrinunciabili per il vicario di Cristo. Trascelgo quelli più significativi: “- II) Solo il pontefice romano può a buon diritto essere considerato universale. - III) Egli solo può deporre o reinsediare i vescovi. - IV) In qualunque Concilio il suo legato, anche di grado minore, ha l’autorità superiore a tutti i vescovi e può sentenziare la loro deposizione. - VI) Non è lecito avere rapporti o rimanere sotto lo stesso tetto con coloro che sono stati scomunicati dal papa. - VIII) Egli solo può usare le insegne imperiali. - IX) Solo al Papa tutti i principi devono baciare i piedi. - XI) Il suo titolo è unico al mondo. - XII) Gli è lecito deporre l’imperatore. - XIX) Nessuno lo può giudicare. - XXII) La Chiesa romana non ha mai errato, né, secondo la testimonianza delle Scritture, mai errerà per l’eternità. - XXVII) Il papa può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui.” Ci si avviava così verso la cosiddetta “Teocrazia papale” ad opera del pontefice Innocenzo III (1198-1216). Fu lui ad affermare solennemente il primato del potere spirituale su quello temporale dei sovrani e soprattutto dell’imperatore. “Noi siamo stati messi da Dio al di sopra dei popoli e dei regni…. Dio, creatore del mondo, ha collocato nel cieli due grandi

noranze funebri O

Serra & Olmo

astri per illuminarlo: il sole per il giorno, la luna per la notte; ugualmente nel firmamento, simbolo della Chiesa universale, ha collocato due supreme autorità: il Papato che presiede allo spirituale e la regalità che governa il temporale: ma la prima è assai superiore alla seconda. Come la luna riceve la sua luce dal sole che le è superiore… così il potere temporale riceve tutto il suo splendore e il suo prestigio dal potere papale”. Pertanto l’imperatore non poteva operare senza l’assenso pieno del papa. “LE DUE SPADE” La teocrazia papale si incrinò con Bonifacio VIII (1294-1303) che tentò di imporre la sua volontà politica a Filippo IV il Bello, re di Francia. Emanò la bolla “Unam Sanctam” (18/XI/1302) nella quale ribadiva la superiorità del potere spirituale su quello temporale mediante la teoria delle due spade (la plenitudo potestatis) formulata sulla base di un’interpretazione distorta di un passo di Luca al cap 22,38. Bonifacio VIII si serve di questo sbandamento esegetico per affermare solennemente che: “la Chiesa ha entrambe le spade, quella spirituale e quella temporale: una brandita "dalla" Chiesa, l'altra "per" la Chiesa, una dai sacerdoti, l'altra dalla mano di re e cavalieri… Pertanto, se l’autorità temporale erra, è soggetta al giudizio dell’autorità spirituale… Perciò dichiariamo, affermiamo, definiamo, pronunciamo che per la sua salvezza ogni creatura umana debba sottomettersi al

Pontefice di Roma.” Sciarra Colonna fu inviato da Filippo IV con una schiera di armati a catturare Bonifacio VIII ad Anagni dove si era rifugiato: venne umiliato e offeso - così pare - da uno schiaffo (1303). Un mese dopo morì affranto per l’oltraggio subito. Era il fallimento della politica “teocratica”. Va ricordato che Bonifacio VIII nel 1300 proclamò il primo Giubileo con la concessione dell’indulgenza plenaria ai pellegrini. Secondo alcuni storici non va esclusa l’aspirazione del Pontefice a fare di Roma il centro dell’universo. Tanti rilievi si potrebbero avanzare circa i documenti che sono stati citati. Mi limiterò ad un interrogativo lasciando ai lettori il compito di rispondere: “Furono in linea con l’insegnamento evangelico?” Qualcuno potrebbe sorridere e rispondere che ormai è storia passata: ”acqua passata non macina più” recita un vecchio proverbio. Rimane però un dubbio: “l’operato dei Papi è sempre stato trasparente, disinteressato, votato unicamente al bene dei fedeli?”. Il passato non ha talvolta avuto ripercussioni “poco positive”? Il “mea culpa” pronunciato da Giovanni Paolo II nel corso del Giubileo dell’anno Duemila per le colpe registrate nella storia millenaria della chiesa non è stato forse un segnale di ripensamento, di saggezza ed umiltà e soprattutto di speranza per un futuro migliore, un ritorno alla “autentica” tradizione evangelica ?

Via Mameli 412 - Rapallo C.so Risorgimento 84-86 S. Salvatore di Cogorno Telefoni 392 1672241 - 347 0032274 - 0185 380872

I nostri servizi: N N N N N N N N

FUNERALI TRASPORTI FUNEBRI OPERAZIONI CIMITERIALI SERVIZI FUNEBRI VESTIZIONI SALME NECROLOGI COFANI FUNEBRI CREMAZIONI

Reperibilità 24 h su 24 tutti i giorni


STORIE DI UOMINI E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Eugenio BRASEY

24

IL DRAMMA

“Quella mattina il destino mi stava aspettando” Q uella mattina il mio destino mi aspettava in Via Mameli all’altezza del campo di golf, a Rapallo, aveva le sembianze di una anziana signora di 80 anni. Siccome quella mattina il destino non era ben disposto nei miei riguardi, si era anche mascherato da due piccole rotonde coperture del gas di 15 centimetri di diametro, scivolose, una dopo l’altra disseminate sulla mia strada, sulla strada carrozzabile, proprio vicino alle strisce pedonali. Due piccole coperture di ottone, insignificanti, quasi invisibili, emergenti di qualche millimetro dall’asfalto, quel che basta per farci sobbalzare sopra le ruote di una moto; forse ci sono passato sopra migliaia di volte. Aveva studiato tutto con cura quella mattina; la bella giornata che mi avrebbe indotto, appena alzato, a prendere la moto e non la macchina che invece avevo deciso di usare la sera precedente, aveva attentamente studiato anche il percorso che avrei dovuto fare con la mia moto, nei millimetri, inducendomi anche a scegliere di indossare un casco integrale. Quella mattina tutto era pronto. Il mio destino era appollaiato su un muretto davanti alla tabaccheria di Via Mameli, ed aspettava che passassi, per travestirsi da vecchietta ed attraversarmi davanti all’improvviso. Tutto era pronto quella mattina, il destino mi attendeva. Io non lo sapevo, ero allegro. Quando partii da casa non sapevo che dopo un minuto, nel breve interminabile spazio di un secondo, tutto si sarebbe compiuto, non sapevo che quell’attimo mi sarebbe costato mesi di inferno ed anni di rassegnazione. La moto era partita subito, quella mia bella moto che mi rendeva orgoglioso e che fra un minuto non avrei mai più cavalcato; ero sceso per la mia solita strada, ma quel giorno non era il solito giorno.

Andavo piano ed all’altezza del rivenditore di tabacchi, la vidi quella persona anziana che si era buttata senza guardare in mezzo alla strada per attraversare, avevo subito frenato e rallentato ed ormai era passata, aveva attraversato; mannaggia a lei pensai, ma perche questi anziani non guardano e si buttano in mezzo alla strada, potevo anche farle male, ma... ma …. Ma … cosa fa? Non mi ha visto? Cosa fa? Quella vecchietta abbozza un secondo, si ferma e poi si gira su se stessa ed improvvisamente, in un attimo, ritorna indietro. No, da non crederci, me la ritrovo davanti. Ma perche è tornata indietro senza neppure guardare, senza neppure fermarsi un attimo, senza darmi il tempo di un respiro, come mai? Ah è vero, non ricordavo, il destino; non me lo ricordavo quel maledetto destino. La vecchietta è a due passi dalla mia moto, freno d’istinto, la gomma davanti che passa sopra la prima tonda copertura del gas, la ruota vi sobbalza sopra, si alza un poco e quando ritocca terra colpisce il secondo tombino lateralmente, solo di alcuni millimetri, svirgolandolo, quel poco che basta per girarmi la ruota anteriore verso destra e, senza appoggi, farmi cadere faccia avanti sull’asfalto. Le vertebre cervicali sono molto mobili e si piegano, ma non quelle a metà della schiena, quelle sono molto più rigidi; il colpo sull’asfalto sposta facilmente le cervicali e si scarica su quella piccola vertebra della schiena che letteralmente esplode. Il destino forse ride in quel momento, ma io non lo sento, sento solo un forte dolore e l’odore oleoso dell’asfalto ad un centimetro dal mio naso. Un secondo ed è fatta, per tutta la vita. Le mie gambe! Dove sono, non le sento. Eppure le tocco con le mani, ma non le sento. Ma non basta. Quando sei in un ospedale, quando sei in mano ad un nugolo di medici, con una montagna di paure e non riesci a muovere le gambe, di cosa

hai bisogno di più? Dei parenti ? Di cure? Di amici ? Di un sorriso ? Di cosa hai bisogno di più, in quel momento?…… Hai bisogno di speranze, … ecco di cosa hai bisogno, di una speranza !!! Ed allora ecco di nuovo il destino che entra in azione, questa volta si veste da medico. “Ti è andata bene, la vertebra si è spezzata ma il midollo si è lesionato solo per una piccola parte, potrai tornare a camminare, magari con una stampella ma ricamminerai, poi forse potrai toglierla.” Gioia. Gioia e dolore. Sino alla terza notte quando una fitta nella schiena, ti preoccupa. Infermiera presto! Infermiera ho sentito un fitta strana, insolita, cosa sarà ? “ Non ti preoccupare bevi questo antidolorifico e poi domani mattina ti vede il medico che ti ha operato, stai tranquillo non è niente”. Il mattino dopo il medico, viene subito, ti sfascia, ti guarda la ferita e tira un urlo. Quell’urlo tutte le mattine mi colpisce le orecchie, da venti tre lunghi anni. “Ma come è possibile” urla “ieri andava tutto bene. Come è possibile”. Nella notte una infezione, in poche ore, si era mangiata il mio midollo. Ma come è possibile? Ah…. dimenticavo, il destino. Avevo bisogno di una speranza, ecco, ora non c’è più neanche quella, è rimasto solo il dolore. Ma quando il destino si accanisce, diventa vorace, non gli basta una vittima, vuole infierire anche su altri. Ad esempio sulle persone a me più vicine. I miei genitori! Tre mesi rimango immobile in un letto di ospedale a pancia in giù. Tre mesi interminabili senza muoverti, pieno di piaghe, con il midollo in infezione tanto che basta un microbo per farti prendere tutte le malattie del mondo, e per tre mesi, ho preso di tutto. Ed ai tuoi che per ben tre volte i medici gli dicono: “probabilmente suo figlio non ce la farà, morirà”. Come si può sentire un genitore quando gli dicono che il suo unico figlio morirà. Cosa penserà entrando in casa, cosa mentre si cucina il pranzo, cosa penserà mentre beve il caffè, nelle notti insonni o entrando nella camera del figlio in ospe-

dale. Non lo so, non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo. Invece non muoio ! Dopo tre mesi a pancia in giù su un letto, immobile, riesco a passare due giorni senza qualche malanno. Il medico prende i miei genitori: “Avete una camera a casa da poter sterilizzare e mettere vostro figlio, assistito da un infermiera, qui è talmente debole che basta uno sternuto nel corridoio che prende subito qualche malattia, bisogna portarlo via ora, subito, prima che riprenda qualcosa, altrimenti di qui non esce vivo”. Saranno le mura amiche, o forse l’amore dei miei, o il destino che è andato a cercare qualcun altro, ma piano piano mi riprendo, finche un giorno dopo mesi e mesi, da una finestra lasciata aperta alcuni minuti, posso persino annusare l’aria esterna che mi riempie i polmoni e quasi mi ubriaca. I miei polmoni la divorano avidi, dopo mesi e mesi di chiusa aria viziata mi sembra di rinascere. La vecchietta non l’ho mai vista, so che ha voluto conoscere il mio nome, non per sapere come stavo, ma per la mia assicurazione. Voleva farsi pagare, perché nella mia caduta, un pezzo di freccia rotta le aveva procurato un taglietto nella gamba. Anni di faticosa fisioterapia, in tutti i centri d’Italia. Ne ho viste di tutti i colori, persino una bella ragazzona mora, che aveva voluto suicidarsi, ed aveva sbagliato, era rimasta paralizzata dal collo in giù; diceva che non era stata buona nemmeno di suicidarsi. Bello il giorno che sono riuscito, a Piacenza, a prendere la patente per guidare. Giorno con una alluvione in corso, ma per me era come ci fosse il sole. Patente speciale ovvio, comandi manuali al volante. E’ ormai ventitre anni che vedo il mondo dal basso della mia carrozzina. Ma il destino, quel maledetto destino, l’ho fregato proprio per bene. Sono vivo, e sono felice!! E la vita continua!!


ANNI SETTANTA

25

di Silvana GAMBÈRI GALLO

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

AMARCORD

Cultura light (e la miglior pantofola) C

onosco individui cui la parola cultura provoca un’orticaria immediata: diagnosi, qualcuno gli ha offuscato l’anima con un nozionismo ripetitivo e senza nerbo. Cultura deriva dal verbo latino còlere, ossia coltivare, e per estensione ci porta a un mondo più variegato, dove abbracciare tanti interessi e – perché no? – in modo anche giocoso. I miei coetanei, o limitrofi, hanno avuto varie fortune in questo senso, e alcune televisive; quando il piccolo schermo, ancora in bianco e nero ma con cervelli pensanti, riuscì a veicolare informazioni e letteratura con soavità ed umorismo. In omaggio alle repliche notturne – gustate maggiormente ora, da adulta, rispetto al loro debutto (1964!) – non posso esimermi dal citare “La Biblioteca di Studio Uno”. Qui, i componenti del Quartetto Cetra (per tutti coloro sotto i quarant’anni, è necessaria la ricerca su Google), musicisti raffinati e ottimi interpreti, donarono azzeccate parodie di alcuni classici della letteratura, scherzando sui motivetti in voga e coinvolgendo nel divertissement anche attori provenienti da cose più “serie”. E così, ecco un Gino Cervi pre-Maigret esibirsi come un baritonale Richelieu ne “I quattro Moschettieri”; o Alberto Lupo (genovese, vero cognome Zoboli) che in parallelo al romantico dottor Manson de La cittadella, gorgheggiava e ballava interpretando D’Artagnan. Senza dimenticare un formidabile Walter Chiari nei panni dell’abate Farìa (“Il conte di

Montecristo”), Raimondo Vianello quale improbabile Tintoretto (“Il fornaretto di Venezia”) e un arguto Renato Rascel come Robespierre (“La primula rossa”). Può far sorridere, ma non è così. A parte l’accuratezza delle ricostruzioni, l’impareggiabile ironia e l’eccellenza collettiva (tutto girato con presa diretta, ora impensabile) c’era quel piccolo seme gettato: la cultura. La brama di scoprire – a posteriori - il testo originale, e il virus del leggere si materializzava. Garbato. E negli anni citati, o immediatamente dopo, il nostro riferimento locale era “La Fiera del Libro”, in Corso Italia. Bepi e Margherita si muovevano ineffabili tra scaffali altissimi e ripiani corposi: dai fotoromanzi agli albi per l’infanzia, le edizioni economiche e i best-sellers rilegati. Leggevano tutto, e di tutto: e illustravano, con parole semplici, le trame e i contenuti richiesti. Fu Margherita, ricordo ancora, a parlarmi di un giovane scrittore “alternativo” conosciuto ad un meeting: Aldo Busi, tuttora controverso e irriverente, già allora non banale. E tra Oscar e Garzantine, Bignami (obbligatori!) e fumetti, il rapporto personale si è evoluto, irrobustito. Anche

adesso che la libreria non esiste più, gli incontri con Bepi e Margherita rimangono; casuali, ma piacevoli. Loro sono immutati (lui quello estroverso, lei più schiva), mentre io ho dovuto – purtroppo, causa età - abdicare dal ruolo di fanciulla inquieta (i Bignami) o sognatrice (i fotoromanzi). Ma la mia struttura critica di adulta, ha un debito sincero verso tutti quei colloqui, quelle ricerche, quei dialoghi alla

“Fiera del Libro”; e un po’ di nostalgia per la “Biblioteca di Studio Uno”. Groucho Marx (antenato di Woody Allen) scrisse: “Trovo che la televisione sia molto educativa. Ogni volta che qualcuno l’accende, vado in un’altra stanza e leggo un libro”. Io ho cercato una via di mezzo. E, francamente, mi sta perfetta; come una vecchia, gradevole, tenera pantofola.

COMPRAVENDITA CONSULENZA - PERIZIE Via Cairoli 12 - 16035 RAPALLO (Ge) Tel. 0185 273093 - Tel & fax 0185 50018 di Mauro Cordano e Roberto Orsi

www.iltimone.it timone@iltimone.it - iltimone@mclink.it


PERSONAGGI E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

di Emilio CARTA

26

PEPITE

L’avventurosa storia di Francesco Castagneto La corsa all’oro nel Klondike tra il 1856 e il 1862 ebbe tra i suoi protagonisti anche un rapallese. Il pioniere divenne ricchissimo, poi perse tutto nell’incendio che distrusse il centro minerario di Barkerville nella British Columbia. Una lapide lo ricorda nel piccolo cimitero del villaggio canadese ricostruito e oggi meta di turisti provenienti da tutto il mondo era anche il rapallese Francesco Castagneto tra coloro che parteciparono alla corsa all’oro che tra il 1856 e il 1862 trasformò la British Columbia, un desolato e selvaggio territorio del Canada, nel mitico Eldorado. Castagneto, come ricorda ancora oggi una lapide nel piccolo cimitero dell’ex centro minerario di Barkerville – “In memoria di di F. Castagneto nativo di Rapallo, Italy, 4 luglio 1882, di anni 44” – ebbe fortuna prima come cercatore d’oro e poi come mercante ma perse tutto in seguito a un terribile incendio che nel 1868 distrusse il paese. Il

C’

rapallese subì un danno quantificato in 33mila dollari e a nulla valse un suo temporaneo trasferiemento nello Stato del Nevada per rifarsi. La British Columbia era un’aspra terra dove indiani e cacciatori di pellicce si dividevano il territorio sino a quando nel Fraser River venne trovato l’oro. Da quel momento migliaia di cercatori si riversarono nella vasta e vuota terra come un’ondata di marea ripulendo i filoni e sconvolgendo i ritmi di vita dei nativi. Venivano dal Canada orientale, dagli Stati Uniti e dalla Cina in cerca di ricchezza ma molti se

Liquori, sigari e donnine non mancavano mai al seguito dei primi pionieri

Una slitta trainata dai cani, unico mezzo di locomozione durante i gelidi inverni del nord America

In questa foto e nella sottostante: cercatori dʼoro allʼopera nelle acque della British Columbia

ne andarono con poco, vittime di sfortuna, di malattie e di inverni crudeli, dei banditi. Altri invece, come Francesco Castagneto, seppero trasformare quell’oro in fiorenti attività che ebbero inizio nel 1862 quando nelle vicinanze del canyon di William Creek, dove oltre duemila persone si affannavano a spalare, un certo Billy Barker trovò una vena d’oro che lo rese milionario. Dopo l’incendio del villaggio minerario ed esauritosi il giacimento aurifero, Barkerville venne abbandonata e solo nel 1958 il governo provinciale canadese, con l’aiuto di uno specifico comitato, ne ha deciso la rinascita all’interno di un vasto parco oggi meta di turisti provenienti da tutto il mondo. A Barkerville, negli anni d’oro dei cercatori, un paio di stivali costava la bellezza di 150 dollari, una barretta di sapone la trovavi nello store a un dollaro e 25 cents, mentre un giro di ballo con un’allegra e prosperosa ragazza del saloon costava a un cercatore 10 dollari. Era un villaggio di frontiera puzzolente di fumo, sudore e pol-

vere da sparo, dove le pistole “cantavano” per un nonnulla. Era insomma più facile morire di freddo o sotto il piombo di una Colt che di vecchiaia ma questo non impediva che compagnie viaggianti di attori recitassero Shakespeare nel Royal Theatre (oggi ricostruito e visitabile), mentre l’ordine era mantenuto dalla giustizia inglese impersonata dal severo e imparziale giudice Matthew Baillie Bagbie.



SOCIALE

28

di Annalisa NOZIGLIA

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

SANITÀ

Uno spazio per parlare di Alzheimer in farmacia Famiglie sempre più in crisi a causa di una malattia devastante che colpisce soggetti sempre più giovani siste una malattia che ha un inizio subdolo ed un esito devastante sia per il malato che per i suoi familiari: è la demenza di Alzheimer. Questa malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, ripercuotendosi sulla capacità di parlare e di pensare, crea stati di confusione, cambiamenti repentini di umore e disorientamento spazio-temporale. I soggetti colpiti da questa patologia arrivano a non riconoscere più i loro cari, a non sapere più dove vivono, come arrivare a casa, e a non riuscire a svolgere quelle attività quotidiane, anche le più elementari, che rendono una persona

E

autonoma e autosufficiente. Inutile spiegare quali siano i disagi che la famiglia del malato di Alzheimer si trova ad affrontare

Bella Napoli a Rapallo

Ristorante - Pizzeria Corso Colombo, 26 RAPALLO Tel. 0185 56683

www.bellanapolirapallo.it

i giove i t t u T dì

Pizza Big a volontà Bibita

+

€10

Giropizza!

sia da un punto di vista pratico che affettivo. La malattia prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che per primo nel 1906 ne descrisse i sintomi e gli aspetti neurologici. Fino agli anni ’70 si pensava che questo morbo colpisse solo le persone al di sotto dei 65 anni, veniva infatti definito “demenza presenile”. Solo negli ultimi anni si è capito che è molto presente anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni e che la sua frequenza aumenta con l’aumentare dell’età. L’invecchiamento della nostra società che è sempre più anziana ne giustifica l’espansione, rendendo sempre più necessaria una sensibilizzazione sulla malattia e una rete d’aiuto per le tante famiglie che devono accudire con innumerevoli difficoltà i malati di Alzheimer. Stando ai dati AIMA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer) questa patologia colpisce attualmente in Italia circa 150mila persone l’anno e costituisce almeno il 50% di tutte le forme di demenza. In Italia si stimano circa 600mila malati che nella maggior parte dei casi vengono curati in casa. La sezione di Rapallo dell’AIMA, proprio per venire incontro alle necessità delle tante famiglie che si ve-

dono coinvolte, si farà promotrice di un’iniziativa davvero importante aprendo un punto d’ascolto presso la farmacia Colombo dove un sabato al mese un volontario offrirà consulenze e materiale informativo a chiunque voglia informazioni o abbia bisogno di condividere i problemi legati alla gestione di tale affezione. L’Alzheimer è una malattia familiare, è devastante sia per il malato che per chi gli sta intorno, le famiglie in poco tempo si ritrovano sole, impaurite e con una mole di lavoro indescrivibile. Senza contare che spesso sono proprio persone già anziane a doversi occupare di familiari ancora più anziani. L’Alzheimer è una patologia che coinvolge quindi anche la società che non è ancora abbastanza preparata e sensibilizzata per affrontare questo tipo di cronicità. L’AIMA dedica questo servizio a tutti coloro che si trovano a dover convivere con un malato di Alzheimer, a tutti quelli che desiderano prendere coscienza delle molteplici problematiche legate a questa malattia perché solo quando si ha piena coscienza di un problema si è pronti per affrontarlo. Il motto dell’Associazione è “non tutto è Alzheimer” pertanto anche chi comincia a “perdere qualche colpo” a causa dell’età avrà modo di non scoraggiarsi e di essere rassicurato. Un volontario sarà quindi a disposizione di chiunque sia interessato presso la farmacia Colombo dalle ore 9 alle 12.30 di sabato 19 maggio e di sabato 23 giugno, con la speranza che questi incontri, ancora a livello sperimentale, possano in seguito diventare un appuntamento mensile in modo da essere un concreto supporto per chi con l’Alzheimer si trova a combattere ogni giorno.


CINEMA

di Luciano RAINUSSO

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

AL CINEMAin Paradiso amaro

Il cinema è il modo migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, dell'istinto.

diagonale

Arduo attribuire un'etichetta a questo nuovo film di Alexander Payne, un regista cui si debbono due opere di tutto rispetto: A PROPOSITO DI SCHMIDT e SIDEWAYS, realizzate rispettivamente nel 2002 e nel 2004 Entrambe commedie, la prima con Jack Nicholson, vincitore di Oscar, nel ruolo di un misantropo in pensione, la seconda centrata su due amici in giro per i vigneti della California, uno dei quali prossimo al matrimonio. Commedia, infatti, è in parte anche PARADISO AMARO, se si tiene conto che il protagonista scopre un adulterio della moglie e si prefigge di renderne edotta la consorte del fedifrago. Ma, nel film ha peso pure il dramma, in quanto la moglie del protagonista è in coma senza risveglio e questo crea rapporti difficili tra il padre e le due figlie che conosce poco e delle quali si è occupato ancora meno. Ad ogni modo, dramma o commedia che sia, il film è un riuscito amalgama di toni diversi. Senza affidarsi a situazioni ovvie, arricchisce la vicenda, dando ampio spazio all'originale ambientazione consistente in taluni paradisi hawaiiani; paesaggi che presto non saranno più tali, per la cupidigia di chi li ha avuti in eredità. (Significativo, in questo senso, il titolo originale del film: THE DESCENDANTS). In bermuda e infradito, George Clooney meritava ampiamente l'Oscar per come ha saputo essere genitore e marito vulnerabile. Il premio fu invece attribuito al protagonista di THE ARTIST, il filmcaso degli ultimi mesi.

Quasi amici Un'altra bella recente sorpresa da parte dei nostri cine-cugini d'oltralpe. Questa commedia non proprio d'invenzione se è vero che trae origine da un fatto vero. Ci sono un bianco ricco oltre misura, munito di Maserati, ma disabile, e un povero nero con famiglia a carico che cerca lavoro soltanto perchè in Francia le leggi glielo impongono. Il ricco ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, l'altro si propone e, sebbene si dimostri assai poco affidabile, viene assunto. Per loro e tra loro tutto cambierà in meglio, perché, ogni tanto al mondo possono succedere simili miracoli. Miracoli da favola, direte, e infatti non è detto che i due vivranno per sempre insieme felici e contenti. Il film campa dall'inizio alla fine sull'inverosimiglianza, ma fa in modo che tutto sia credibile. Ci riesce grazie al talento dei due registi, gli sconosciuti per noi Olivier Nakache ed EricToledano, nonché per i due protagonisti Omar Sy e Francois Cluzet, entrambi davvero straordinari. (Il secondo è tornato sui nostri schermi dopo un paio di settimane con un altro bel film francese, PICCOLE BUGIE TRA AMICI).

29

Luis Bunuel, genio del cinema

Posti in piedi in paradiso Maestro nell'ambito della nostra cine-commedia, Carlo Verdone anche stavolta affronta un argomento serio in maniera comica, evitando la mortificante vacuità che caratterizza tanti filmetti nostrani più o meno recenti. Di scena ora la situazione di tanti divorziati che vengono a trovarsi senza più casa e costretti dal loro stato economico ad accettare soluzioni assai poco dignitose. Per trattare questo tema, Verdone ha scelto il caso di tre ex mariti che, senza conoscersi, prendono in affitto un precario appartamento dove naturalmente non tarderanno a scoprire tutti gli svantaggi della convivenza forzata. Personaggi messi sulla carta con un po' di crudeltà e tanta ironia: un ex discografico di successo trasformatosi in venditore di vecchi dischi di vinile, un ex cine-critico ridotto a occuparsi di gossip e un non più giovane consolatore di donne a pagamento con un passato da imprenditore. Tre ex in tutto, vilipesi dalla sorte, che non troverebbero di sicuro posti a sedere, se mai toccasse loro un giorno di finire lassù (sempre che un lassù ci sia). Qua e là qualche fastidiosa scivolata nella farsa, ma il film convince, per l'intento sincero, per le tante trovate intelligenti e per la sintonia degli interpreti: lo stesso Verdone, Pierfrancesco Favino (il più visto, quest'anno, sul grande schermo) e Marco Giallini, il migliore di tutti). Aggiungasi la sorprendente Micaela Ramazzotti nel ruolo di una svampita cardiologa ambulante piuttosto generosa.

Magnifica presenza In un quartiere romano, una fatiscente villa anni '30 è affollata di fantasmi. Se ne accorge dopo averla presa in affitto, un giovanottello salito dal Sud per intraprendere la carriera di attore. Fantasmi reali, alla Pirandello o alla De Filippo. Membri di una compagnia di teatro, rimasti per decenni nei loro abiti da sera d'epoca, esattamente com'erano quando furono uccisi in una notte del 1943. Indagando, il protagonista (che nasconde una natura vagamente gay) scoprirà l'enigma della loro fine, ma anche una verità importante, ossia che la finzione, essendo un'arte, aiuta a vivere. Non entusiasma il nuovo film di Ferzan Ozpetek, regista di origine turca, ma attivo in Italia, la cui attenzione per il tema dell'omosessualità è sempre stato evidente. (Impressionò particolarmente la sua opera d'esordio, IL BAGNO TURCO, per la misura con cui evocava l'atmosfera sensuale dei vecchi quartieri di Istanbul). Qui sembra che Ozpeterk non sia riuscito a creare il giusto clima magico, o irreale, che la vicenda esigeva. Indovinata però la variegata composizione del gruppo di fantasmi (otto in tutto, tra i quali la maliarda biondo-platino, il suo amante non più giovane, il gigolò, il diverso – pure nell'abbigliamento, in grigio – il bambino, la camerierina triste). Ma l'invenzione e l'originalità non vanno oltre. Interessante l'impiego di Elio Germano, premiato a Cannes per questa prova. Emoziona la presenza di Anna Proclemer: attrice di teatro dallo sguardo di fuoco, classe 1923, le bastano pochi minuti per insegnare come si recita.

Il movimento politico LIGURIA MODERATA desidera ringraziare i cittadini di Rapallo che hanno votato i suoi candidati nelle elezioni amministrative. In particolare, PERNIGOTTI MASSIMO ringrazia per le 219 preferenze personali che rappresentano motivo di orgoglio ed un incoraggiamento ad andare avanti www.pernigotti.net - massimo@pernigotti.net


E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

LETTERE E NOTIZIE

Lettera dal CANADA Un “rapallino” ricorda il suo imbarco sulla Bianca C. Gentilissimi Sig.ri Carlo Gatti e Giorgio Fanciulli, avendo letto gli articoli posti sul "Il Mare" mi congratulo con l’eloquenza e la quasi precisa spiegazione dei problemi associati alle navi, (specialmente da crociera). È da notare che ogni volta che una nave si ancora, per sicurezza dovrebbe calare 6X la profondità di catena; supponendo che non ci sia vento, e la catena non traini, la fossa sarà uguale alla lunghezza della catena. Calcolando la distruzione di quel fondale che si ripete per centinaia e centinaia di volte il golfo Tigullio è già devastato. È da notare che il mio lavoro, con la guardia costiera Canadese, era fra l’altro, di fare ricognizione aerea sulle rotte, e sulle rade. In tempo calmo con mare limpido si possono contare tutte le fosse lasciate dalle navi. Inoltre se moltiplichiamo i viaggi dei "tenders" con i loro motori a nafta con scappamento immerso per ragioni di soppressione rumori, non vorrei essere allarmista, però alla fine del giorno ci sarà parecchio inquinamento. Detto ciò, i signori Gatti e Fanciulli, hanno ragione: dal 1960 ad oggi gli equipaggi non sono più addestrati a dovere, molti navigano con il passaporto e non credo che aderiscano alle leggi marine internazionali, e neppure credo sappiano comportarsi in modo adeguato in caso d’incendio, uomo in mare e abbandono nave. Riguardo alla Bianca C, mi feci trasferire assieme a mio fratello ad altra nave, perché a mio parere su quel transatlantico non mi sentivo sicuro. Per quanto rigurda gli ufficiali di quella nave, è meglio che non mi pronunci... Eroi??? Cordiali saluti. Carlo Barni

Egregio Direttore, nel mio vagabondare in giro per l’Italia, mi è capitato a Tarquinia di vedere e fotografare un tabellone elettronico nel quale, a cura dell’Osservatorio Ambientale, è riportata la qualità dell’aria in tempo reale. Sarebbe curioso se tale rete, che immagino predisposta dalla Regione Lazio, fosse installata anche a Rapallo, non nel campo golf bensì in via della Libertà o zone limitrofe. Cordiali saluti Franco Dellavalle gione "seria" come la Liguria, ha doppia data di nascita. C'è chi, per interesse di pochissimi, la dichiara nata nel XVII secolo, quindi da preservare ad ogni costo così com’è per saecula saeculorum, e chi, per interesse delle masse di residenti e turisti, sa che in realtà vide la luce a fine Ottocento. E' un budello pericolosissimo che se non rallenti la tua automobile a cinque km/ora, rischi di finire sotto qualche torpedone che sistematicamente omette di azionare il clacson prima delle due curve. Pare che già agli inizi del Novecento i barrocci rischiassero di schiantarsi uno contro l'altro e che solo per mezzo del radar presente alla base delle orecchie dei cavalli potessero essere quasi sempre evitati gravi incidenti... Nonostante ciò, c'è chi marcia compatto per mantenere la strettoia e, sempre con italica fantasia, ha scoperto che gli Enti che potrebbero dargli ragione sono una moltitudine (ne cito alcuni: Sindaci uno-su-due, Consiglieri regionali di tendenze varie ed eventuali, Soprintendenza ai Beni Culturali della Liguria ove agiscono opinionisti di diversa estrazione e decisione, le varie Conferenze dei servizi, quasi tutti i Ministeri della Repubblica - pare che solo quello degli Affari Esteri non si sia espresso sull'argomento - e Tribunali

30

INQUINAMENTO

Amministrativi Regionali). Pare che il problema della demolizione, ma anche della "retrocessione" dei due edifici sia insormontabile, esempio lampante di come funzionano le opere cosiddette "pubbliche" nel nostro Paese. Ma per fortuna in qualche parte del mondo cominciano a volare, oltre che i gabbiani, anche le... auto. Cordialmente da Luigi Fassone, Camogli

Gentile lettore, che dirle di Villa Arcadia? L‘edificio di cui lei parla è una strana villa, visto e considerato che i numerosi campanelli a fianco del portone la farebbero sembrare un vecchio quanto obsoleto condominio. Chissà se qualcuno dei vari soloni se n’è mai accorto!

LUNGOMARE Spett.le Redazione, dopo innumerevoli segnalazioni, apparse più volte anche sul vostro periodico, l’amministrazione comunale uscente si è finalmente decisa a riposizionare le piastrelle mancanti sul lungomare. Evidentemente ci vorrebbero le elezioni almeno una volta al mese per vedere l’arredo urbano finalmente a posto. Un albergatore

Associazione Culturale S. MICHELE - STRETTOIA Il traffico nella strada che da Rapallo e Santa Margherita Ligure, due cittadine che si contendono da tempo l'appellativo di "Perla del Tigullio", nel

passaggio attraverso la frazione rapallese di San Michele di Pagana soffre per una strettoia ad "esse" per via di due case prospicienti una delle quali, con la solita fantasia che possiedono anche gli abitanti di una re-

Invitiamo i lettori a volerci segnalare suggerimenti, problemi. Pubblicheremo le vostre istanze, raccomandandovi la brevità dei testi per evitare dolorosi tagli.

Scriveteci a Redazione “IL MARE” Via Volta 35 - 16035 Rapallo E-mail: rapallonotizie@libero.it

Caroggio Drito MERCOLEDÌ 30 MAGGIO Pellegrinaggio a Montallegro. Visita al Santuario e agli ex voto. Pranzo in loco DOMENICA 24 GIUGNO Cena a San Tommaso con falò di San Giovanni


Gargantua

LETTERE E NOTIZIE

di Renzo Bagnasco

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

Il proverbio del mese Mazzo e frasche, Zugno e burrasche Maggio pioggerelle, a giugno acqua a catinelle

Pollo Yassa INGREDIENTI: 1,5 kg di pezzi di pollo, 1 succo di limone, 3 spicchi d’aglio, 2 foglie di alloro spezzettate, brodo con granulare di pollo, 6 cipolle bianche, olio extravergine, peperoncino, senape di Digione e riso Basmati ESECUZIONE: in una ciotola preparare la marinatura con il brodo, insaporito dagli aromi elencati e, una volta lavati e asciugati, immergervi i pezzi di pollo. Tenerveli, rigirandoveli, per almeno 4 ore ( più stanno meglio è). Quindi, scolati, infornarli a 170° per 25’. Prima di sfornarli, soffriggere in una padella antiaderente con olio la cipolla e l’aglio tagliati a piccoli tocchetti; pronti, unirvi il pollo irrorandolo con la marinatura tenuta da parte e cuocere per 30’, scrollando ogni tanto a che non si “attacchi”. Si serve accompagnandolo con riso Basmati lesso. E’ un omaggio al più tradizionale piatto Senegalese

Associazione Culturale A COALINN-A SABATO 2 GIUGNO Conferenza di Marzia Dati sul tema: "Il risanamento dell'anima attraverso il potere miracoloso dell'icona" alle ore 17.00 nella sala di "Spazio Aperto" di via dell'Arco MERCOLEDÌ 6 GIUGNO Gita giornaliera in bus a Voltaggio (visita della galleria d'arte) e a Gavi (La fortezza). DOMENICA 10 GIUGNO lettura di brevi racconti di Alfredo Bertollo e di alcune poesie di Lisa Pesatori Hotel Tigullio e Milan di S. Margherita Ligure ore 17.00 Per informazioni sulla gita telefonare ad Alfredo Bertollo 0185-281945; cellulare 339-8688040

È NATA L’ASSOCIAZIONE “AIUTACI AD AIUTARE” Le bancarelle di Natale predisposte dalla neo associazione “Aiutaci ad aiutare” hanno permesso ai genitori aderenti e grazie alla disponibilità dei Volontari del Soccorso la distribuzione delle offerte raccolte. All’Associazione Alzheimer Tigullio Rapallo sono stati assegnati 350 euro per incontri con pazienti e per un loro progetto sociale. Alla Fondazione Gaslini Band Band (750 euro) per l’apertura del locale “La tana dell’orso” posizionato davanti al Gaslini finalizzato alle esigenze dei genitori con figli ricoverati a lunga degenza. Nel locale si trovano una lavanderia con stendibiancheria, un bagno con doccia, assistenti psicologici ed uso del computer per informazioni. Alla Residenza Flessibile per l’Autismo “l’appartamento” sono stati messi a disposizione 500 euro per la creazione di un laboratorio per impegnare i ragazzi nella coltivazione di un orto ed altre attività di carattere musicale. Il centro è sito nella scuola elementare di S. Ambrogio di Zoagli. A sostegno di una ragazza madre che, durante l’alluvione a Borghetto S. Spirito ha perso casa, lavoro e vestiti, sono stati consegnati 700 euro con fornitura quindicinale di prodotti alimentari. In questo grave momento di crisi generale, ha inoltre scelto di aiutare i poveri “silenziosi” rapallesi tramite una donazione (500 euro) alla Parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio. “Aiutaci ad aiutare” ha infine sostenuto un’anziana signora pagandole la bolletta della luce.

CASARZA LIGURE Via Annuti 40 (Croce Verde) Apertura: Martedi ore 12

www.ac-ilsestante.it

MESE

Giugno

Giorno

20 12 Lunazioni, Stagioni e Segni Zodiacali

Ora./min. Descrizione

Lunedì

04

13:11

Luna Piena - Eclissi parziale di Luna, non visibile dallʼItalia

Lunedì

11

12:41

Ultimo Quarto

Martedì

19

17:02

Luna Nuova: 4A Lunazione delle Praterie

Giovedì

21

01:09

Il Sole entra nel segno del Solstizio dʼEstate

Mercoledì 27

05:30

Primo Quarto

Cancro (o granchio)

Spazio Aperto di Via dell’Arco Associazione di Promozione Sociale

Giugno VENERDÌ 1, ore 17.00 I sogni son desideri La Psicologia per riconoscere e trasformare i “pensieri limitanti” dellʼInconscio in consapevolezza e realizzazione di sé Sabrina Cassottana, psicologa, counselor,teatroterapeuta Elisabetta Simoncini, psicologa Clinica e di Comunità SABATO 9, ore 17.00 Le Repubbliche Partigiane nel Nord-Italia tra 1943 e 1945 Come in molte località liberate venne ripristinato il tessuto civico e si riorganizzarono le istituzioni pubbliche primarie Vittorio Civitella, saggista e ricercatore storico SABATO 16, ore 17.00 Garibaldi fu ferito... Aspromonte, 29 agosto 1862: cinque mesi di traversie mediche che si intrecciano con la Storia dʼItalia Angelo Argenteri, professore ordinario Cattedra di Chirurgia Vascolare dellʼUniversità di Pavia SABATO 16, ore 21.00 Canti di montagna al sapore di sale Concerto del coro “Voci dʼAlpe” degli alpini di Santa Margherita SABATO 23, ore 17.00 Il mondo in casa Internet, la posta elettronica e altre diavolerie Giovanni Galvani [RISERVATO AI SOCI] SABATO 30, ore 17.00 Lʼorto della Bibbia Recupero dellʼambiente e della biodiversità Marilena Roversi Flury Fabrizio Morea, fotografo e giornalista



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.