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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO IX - N. 7 - Luglio 2013 - Costo singola copia € 2,50

PORTO diporto & IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ

Vele d’epoca decima edizione a Napoli

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sommario / porto&diporto

In esclusiva

Intervista all’armatore Ignazio Messina Intervento del Presidente Assosped Venezia Andrea Cosentino Intervista a Francesco Paradisi, Manager Business Italia della Norwegian Cruise Line Intervista al Direttore Generale Royal Caribbean Cruises Italia, Gianni Rotondo Anno IX - N°7 - luglio 2013 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Massimo Bernardo - Cosimo Brudetti Eduardo Cagnazzi - Andrea Cosentino Fabrizio De Cesare - Michela Fanis Paola Martino - Matteo Martinuzzi Alberto Medina - Italo Merciati Stefano Meroggi - Sandro Minardo Andrea Moizo - Riccardo Russo Francesco Saverio Saliero Carolina Sinnopoli Emanuela Sorrentino - Stefania Vergani Traduzioni a cura di Angus Urquhart Amministrazione e abbonamenti Paola Martino amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 30, estero € 90 esclusivamente con versamento su CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica AM editori srl Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

ARMAMENTO 4 - Asta unica per Deiulemar mentre all’estero crescono gli armatori italiani 6 - Linea Messina a Salerno, inizia un nuovo ciclo SHIPPING 8 - RINA Services assume la presidenza dell’IACS 2013 9 - Nuova linea Napoli/Libia con ro-ro e contenitori 10 - Star Cruises sceglie ABB per l’automazione a bordo 12 - Wartsila Italia ospita allievi Maritime College di New York 13 - Il porto di Trieste ha tutti i presupposti per crescere 14 - Crociere, no a Porto Marghera dal Comitato Cruise Venice CROCIERE 16 - Il contributo del settore crociere alla cantieristica europea 18 - Le nuove sfide di Norwegian Cruise Line 20 - Il Mediterraneo 2014 di Royal, meno navi e più qualità INFRASTRUTTURE 22 - Intesa Assoporti-Unioncamere per semplificazione e sostenibilità 24 - Da Civitavecchia a Trieste passando per Genova: tutti vogliono le megaportacontainer 27 - 570 milioni a Terna per la rete nel Sud Italia 28 - Grimaldi inaugura il nuovo terminal a Barcellona TRASPORTI 30 - Sas rinnova la sua flotta a lunga percorrenza SPEDIZIONIERI 31 - Rivalutiamo le nostre qualità senza assist alla concorrenza FORMAZIONE 32 - I.P.E. – compie dieci anni la scuola dei talenti RICERCHE 34 - Imprese e crisi all’ultimo round

FEDERCHIMICA 37 - Logistica sostenibile, Federchimica presenta SET FINANZA 38 - Da BEI e Intesa Sanpaolo 650 milioni di euro per PMI ECONOMIA 40 - Il settore immobiliare vede la luce in fondo al tunnel AZIENDE 42 - Nuovo marchio di due colossi per i veicoli industriali 44 - I prodotti Unilever da Marcianise a Parma 46 - Decortica: una carezza per l’ambiente 48 - Piccole e medie imprese verso la Borsa, ci pensa Elite 50 - Nel Nord Est si afferma lo smart working 51 - Feelmemory.com: pronti per un ritratto di famiglia 2.0? NAUTICA 52 - Le Vele d’Epoca a Napoli: and the winners are... 54 - Al Festival de la Plaisance il nuovo Azimut 80 TURISMO 56 - L’arte internazionale per Capri “Isola Futurista” 58 - Turismo e pari opportunità. Un settore al femminile? EVENTI 60 - Francoforte nel segno dell’arte LIBRI 62 - L’esame di Stato per Architetto ENGLISH SUMMARY 63 - DEIULEMAR UP FOR AUCTION AND SCORPIO NEWS 63 - LINEA MESSINA OPERATES FROM SALERNO 63 - RINA 2013 PRESIDENCY OF IACS 64 - ITALY’S CONTAINER PORTS EXPAND 64 - GRIMALDI GROUP OPENS NEW BARCELONA TERMINAL 64 - I.P.E CELEBRATES 10 YEARS


armamento / porto&diporto

Asta unica per Deiulemar mentre all’estero crescono gli armatori italiani L’

attività dry bulk di Deiulemar Shipping, la costola del gruppo armatoriale di Torre del Greco investita dal crack della Deiulemar Compagnia di Navigazione, potrebbe presto essere messa in vendita all’asta come ramo d’azienda. La curatela fallimentare della società (composta dal dottor Giovanni Alari e dall’avvocato Maurizio Orlando), infatti, sta valutando questa strada in alternativa alla cessione asset per asset (fra cui le 12 navi della flotta) con differenti procedure a evidenza pubblica e chiederà al giudice fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata e al comitato dei creditori di valutare tale ipotesi. Per surrogarlo i curatori hanno incaricato il professor Mauro Bini, docente di economia aziendale all’Università Bocconi di Milano, di redigere una dettagliata perizia per dare un valore all’intera società attiva nel trasporto marittimo di rinfuse secche. Nel pacchetto sono ricompresi i rapporti di lavoro dipendente (una ventina di addetti, mentre i marittimi hanno una contrattualistica particolare, che si estinguerebbe per lo più col passaggio di proprietà) e la flotta, mentre natural-

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mente sono escluse le passività finanziarie (oltre 500 milioni di euro di debiti) e quelle potenziali nonché le due navi gasiere Eleonora Lembo e Margherita Iuliano (per le quali due aste sono già andate a vuoto). Il prezzo individuato dal docente bocconiano al termine di un approfondito report di oltre 300 pagine, arricchito dal contributo di diversi broker navali internazionali, è in realtà un range che varia fra gli 81 e i 90 milioni di euro. Un valore che di primo acchito può apparire ingeneroso per una società che (almeno fino a un anno e mezzo fa) è stata protagonista del mercato shipping a livello internazionale, ha personale specializzato nel brokeraggio navale e ha una flotta di 12 navi. In realtà, però, dando un’occhiata alle specifiche della flotta, si scopre che tre navi hanno oltre 20 anni d’età (la vita utile mediamente si aggira intorno ai 25 anni), il che le rende più appetibili per il mercato della demolizione (al fine di riciclare l’acciaio) che per quello dell’usato navale, mentre altre cinque unità sono state costruite a metà degli anni ’90. Il pezzo pregiato è la capesize Maria Carmen Lembo, l’ammiraglia

della flotta consegnata a inizio 2011 dal cantiere cinese New Times e un certo valore possono vantarlo anche altre tre unità di costruzione giapponese (caratteristica molto apprezzata sul mercato) del 2006. Ma, oltre ad un’asettica stima aziendalista, è chiaro che nella valutazione entra anche la nomea del ‘marchio’ Deiulemar, decisamente svalutatosi in questi ultimi 18 mesi. Infine, quanto alle due summenzionate gasiere, da tempo poste in vendita e non inserite nel ramo d’azienda dry bulk di Deiulemar Shipping, dopo due aste pubbliche andate deserte, finiranno nuovamente all’incanto il 18 luglio, con un prezzo minimo ribassato a 9,8 milioni di dollari. Quanto leggerete queste righe, quindi, la cessione potrebbe già esser stata definita: secondo alcuni rumor di mercato, infatti, avrebbero già messo gli occhi sull’affare sia armatori italiani (Marnavi, Synergas e Mediterranea di Navigazione) che stranieri e ci sono dunque buone possibilità che questa volta si arrivi a un’aggiudicazione definitiva. In attesa di capire quale compagnia erediterà la flotta di Deiulemar, nelle scorse settimane si sono registrate


alcune operazioni ‘in entrata’ per alcuni armatori italiani. La joint venture maltese Augustea Bunge Maritime ha acquisito infatti Mineral Sines, una bulk carrier capesize da 172.000 tonnellate di portata del 2002. Acquisto e prezzo (circa 20 milioni di dollari) sono stati confermati direttamente dall’amministratore delegato di Augustea, Raffaele Zagari. Pochi giorni prima Augustea Atlantica aveva ceduto la bulk carrier Apostolos, l’unità più piccola e anziana della flotta (70.000 tonnellate di portata, costruita nel 1995 dal cantiere Sumitomo e acquistata nel 2004 per 15 milioni di dollari da Augustea). Il prezzo di vendita contrattato con una società acquirente cinese dovrebbe essere di poco superiore a 7 milioni di dollari. Nel frattempo il sempre attivissimo Emanuele Lauro, armatore italiano di passaporto sebbene la sua Scorpio Tankers alligni fra Montecarlo e New York, si è distinto per due importanti operazioni di diversificazione. Scorpio Bulkers, la nuova creatura dedicata al mercato dry bulk, ha annunciato di aver raccolto 250 milioni di dollari attraverso un’operazione di collocamento privato con la quale 31.250.000 azioni ordinarie del valore nominale di 0,01 dollari sono state sottoscritte al prezzo di 8 dollari l’una. Le azioni sono state registrate nel listino di Oslo NOTC (Norwegian Securities Dealers Association) e, dal 3 luglio, collocate in Borsa sotto il ticker “SALT”, per poi passare “entro 6-12 mesi” sul listino del New York Stock Exchange. La società ha comunicato che utilizzerà tali fondi per finanziare la costruzione di bulk carrier (20

navi), concludere contratti di charter e per “generici scopi aziendali”. Quanto a Scorpio Tankers, la compagnia ha deciso di diversificare nel segmento LPG (Liquid Petroleum Gas), firmando nuovi ordini ai cantieri sudcoreani Hyundai e Daewoo per 5 nuove LPG tanker. Il prezzo di ogni nave da 84.000 metri cubi di portata si aggira intorno ai 74 milioni di dollari e nel contratto sono inserite opzioni per altrettante nuove costruzioni. “Siamo entusiasti per il nostro ingresso nel comparto LPG, che da tempo conside-

riamo un’estensione del segmento product tanker. Con clienti, cantieri navali e rotte commerciali comuni e con fluttuazioni stagionali che si compensano, i mercati product e LPG sono assolutamente complementari. Soprattutto il gas di petrolio liquefatto, così come i prodotti raffinati, segna prezzi competitivi sul mercato globale e consente di acquisire nuovi e lontani clienti, e ciò è evidenziato dall’accelerazione dei volumi in esportazione dal Golfo USA” ha commentato Lauro. Andrea Moizo

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armamento / porto&diporto

Linea Messina a Salerno inizia un nuovo ciclo

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on il primo scalo operativo del giorno 17 luglio scorso la ro/ ro Jolly Quarzo ha inaugurato il nuovo accordo tra la storica compagnia di navigazione Ignazio Messina e la Salerno Container Terminal. Le operazioni a banchina si sono svolte senza ostacoli di rilievo e la nave ha lasciato Salerno alle ore 19.54 proprio mentre l’AD della Compagnia salutava gli ospiti della rituale cerimonia di presentazione dei nuovi servizi agli addetti ai lavori salernitani e partenopei. E’ dovuta una piccola nota di colore: nel frangente appena descritto il comandante della nave partendo, come nell’uso marinaro nel viaggio inaugurale, salutava a colpi di sirena non solo Salerno ma lo stesso armatore che in assoluta compostezza gli rivolgeva un sorriso ed uno sguardo intenso. Ecco

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Da sinistra l’AD Ignazio Messina, Agostino Gallozzi Presidente SCT


chi ha avuto il piacere di conoscere il lato umano di taluni armatori italiani, di quelli che hanno ricevuto l’amore per il mare e le navi dai propri genitori, ha riconosciuto senz’altro quello sguardo che non vedeva un pezzo d’acciaio galleggiare con dei container sopra, ma degli amici stretti che portano il proprio pezzetto d’Italia in giro per il mondo. Tornando all’approdo della Jolly Quarzo Porto&diporto ha avuto modo di porre alcune domande all’AD Ignazio Messina. Andar via da Napoli, porto di caricazione storico per la Compagnia, e scegliere Salerno cosa ha comportato? Certamente una scelta non facile e molto ponderata. Siamo sicuramente riconoscenti a Napoli per averci seguito dall’inizio dell’attività armatoriale, ma la realtà non deve mai essere confusa con altri aspetti: il porto non si è adattato alle mutate esigenze di uno storico cliente, sono anni che segnaliamo le criticità e abbiamo fatto tutte le pressioni possibili per risolverle ma non abbiamo avuto alcuna risposta concreta. D’altronde la volontà di non abbandonare la zona è palese nell’aver scelto uno scalo a poche miglia da Napoli. Abbiamo trovato nello scalo salernitano tutte le condizioni necessarie per operare bene con grande disponibilità

anche da parte dell’Autorità Portuale e Marittima. La Jolly Quarzo è una delle quattro gemelle da 3900 teus ottimizzata per il pescaggio di soli 11.50 metri, caratteristica voluta per adattarsi alle infrastrutture africane? Siamo da sempre particolarmente presenti sulle rotte africane ed il nostro interesse continuerà in tal senso i nostri investimenti in nuove costruzioni sono orientati a rafforzare la presenza sia in questa area che sulla rotta India/ Estremo Oriente. Le nuove unità offrono una interessante flessibilità operativa che consente lo scalo anche in quei porti africani, a grande potenziale di crescita, che per i bassi fondali e le infrastrutture di terra inadeguate non possono ricevere le grandi navi portacontainers. La stessa caratteristica, il pescaggio, di cui sono dotate le costruende quattro unità dei cantieri STX che saranno consegnate entro il 2014. Queste avranno inoltre la possibilità di imbarcare trasporti eccezionali grazie a particolari aspetti progettuali come ad esempio le rampe di accesso rinforzate dalla portata di 350 tonnellate ed un’altezza massima sotto coperta di 7 metri. Teniamo anche a sottolineare che abbiamo dato particolare peso all’aspetto ambientale applicando nuove tecnologie all’impianto propulsivo e di scarico

che consentiranno di ricevere dal RINA certificazioni con qualifica GREEN PLUSS. Con le nuove navi in costruzione presso i cantieri STX si è conclusa la fase di sviluppo? Assolutamente no. Stiamo investendo molto, è vero, ma l’andamento del mercato per le nuove costruzioni è stato a lungo monitorato portandoci a fare scelte nel momento che abbiamo ritenuto migliore, basti pensare che tra le quotazioni del 2008 e quelle attuali ci sono margini di risparmio fino al 40%. Per il futuro abbiamo già alcune idee ad esempio ritornare alle grandi dimensioni per le rotte indiane, ma adesso sarebbe prematuro parlarne. Prevedete investimenti in strutture all’estero? Oltre nel terminal di Genova abbiamo interessi in alcuni terminal esteri ma in questa fase siamo concentrati nel rafforzare la rete di agenzie marittime di proprietà e partecipate, nei maggiori scali dei nostri servizi, che ci consentono così di offrire uno standard di qualità adeguata. Attualmente abbiamo una decina di agenzie che portano nel complesso a circa 1.200 i dipendenti della Compagnia. Maurizio De Cesare

Linea Red Sea/East Africa & South Africa Salerno - Jeddah (Tranship per: Hodeidah - Massawa - Port Sudan) Djibouti - Mombasa (Tranship per : Mogadiscio) - Dar Es Salaam - Durban (Tranship per : Cape Town) - Maputo - Dar Es Salaam - Mombasa - Jeddah - Mersin - Barcellona - Marsiglia - Genova - Salerno Linea Red Sea/Gulf/India Pakistan Salerno - Aqaba - Jeddah (Tranship: Hodeidah - Massawa - Port Sudan) - Djibouti - Bandar Abbas - Abu Dhabi (Tranship: Mundra - Nhava Sheva) - Jebel Alì (Tranship: Bahrain Dammam - Doha - P.i.c.t. Karachi - Kuwait - Muscat - Umm Qasr) - Djibouti - Jeddah- Misurata - Castellon - Genova - Salerno Linea Tunisia Salerno - Port Rades Tunisi - Genova - Salerno Linea East Med Salerno - Genova - Alessandria - Beirut - Salerno

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shipping / porto&diporto

RINA Services assume la presidenza dell’IACS 2013 Dal 1 luglio 2013 fino al 30 giugno 2014 sarà il RINA, società internazionale di classificazione e certificazione, ad assumere la presidenza dell’IACS (International Association of Classification Societies).

Roberto Cazzulo Durante l’ultima sessione del Consiglio direttivo dell’associazione, che si è tenuto ad Oxford nei giorni scorsi, Roberto Cazzulo, Presidente di RINA Services, è stato eletto Chairman dell’IACS per questo periodo. Il RINA metterà a disposizione un team di esperti, per contribuire concretamente ai lavori dell’associazione nello sviluppo di norme e standard internazionali capaci di rispondere alle nuove esigenze dell’industria marittima e a far sì che l’IACS, che oggi classifica oltre il 90% della flotta mondiale, mantenga il proprio ruolo di riferimento tecnico assoluto a livello globale. “In un contesto economico così complesso, crediamo che solo cooperando attivamente attraverso l’IACS, le più importanti società di classificazione di tutto il mondo potranno innalzare ancora di più i livelli di sicurezza, di attenzione verso l’ambiente e di performance della flotta mondiale e con questo obiettivo il RINA mette a disposizione la migliore esperienza tecnica” – ha dichiarato Roberto Cazzulo, Presidente di RINA Services - “Mi impegnerò per assicurare un dialogo ed un confronto franco e costante non solo all’interno dell’associazione ma con tutti gli ope-

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ratori del settore. Tra i principali obiettivi strategici della mia presidenza ce n’è uno imprescindibile che è quello di essere quotidianamente al fianco dell’industria marittima per poterne essere interpreti in sede internazionale e creare delle condizioni normative che permettano di essere competitivi senza alcun compromesso nei confronti della sicurezza, che resta e sarà sempre la nostra priorità”. Francesco Saverio Saliero Lo staff RINA impiegato a supporto della presidenza di Roberto Cazzulo è composto da: Michele Francioni, RINA Chief Operating Officer e membro del Council IACS – Laura Scuteri, RINA Manager of Relations with Regulatory Bodies - Marine e Chairman of IACS General Policy Group - Giovanna Carosi, RINA’s relations with regulatory bodies - Marine, è il membro del GPG IACS - Paolo Salza, RINA Chief Technical Officer, è il chairman del gruppo di lavoro IACS congiunto con l’industria sull’approccio strutturato per lo sviluppo delle nuove norme - Dino Cervetto, RINA Director of Technical Services, partecipa all’IACS Steering Group sulle norme comuni per Oil Tankers e Bulk Carriers - Claudio Abbate, RINA Manager of Safety Unit and Coordinator of the Cruise Ships Centre of Excellence, è il membro dell’IACS Statutory Panel ed è inoltre il vicepresidente del sotto-comitato per la protezione incendi dell’IMO - Carlo Aiachini, RINA Manager of Machinery and automation unit, è membro del Machinery Panel dell’IACS - Gianluca Mantegazza, RINA Manager of Damage Analysis and Risk Assessment Section unit, è il futuro chairman del Survey Panel IACS - Enrico Gombi, RINA Manager of Calculation Tools, è membro del Hull Panel IACS - Mikhael Markogiannis, Manager of the Greek Engineering Centre, supporta il team IACS durante la presidenza RINA ed è il punto di contatto tra la presidenza IACS e l’industria marittima greca.


shipping / porto&diporto

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Nuova linea Napoli/Libia con ro-ro e contenitori

egnali di ripresa per il porto di Napoli, in questi giorno viene annunciata una nuova linea gestita da una compagnia che non ha mai scalato il porto partenopeo. La Libi Line Nassamounas Shipping Co. con sede a Tripoli, Libia, scalerà regolarmente il porto di Napoli: il primo approdo è previsto entro la fine del mese di luglio eseguito dalla Mn Saffet Bey, di bandiera turca, che, dopo aver scalato Savona, partirà da Napoli direttamente per Misurata. Da Napoli unità ro-ro imbarcheranno direttamente per i porti libici con frequenza quindicinale. Contenitori e rotabili potranno usufruire di prosecuzioni su tutte le destinazioni interne della Libia. “E’ un traffico significativo che prevede importanti sviluppi – afferma Gianfranco Mori Ubaldini, agente generale per l’Italia della compagnia – che vede il porto di Napoli riproporsi su tutto il territorio libico, con un transit time di soli due giorni sui principali porti del paese nord-africano; ma l’iniziativa non si esaurisce solo con la Libia: dal prossimo agosto infatti prevediamo lo sviluppo di un servizio verso il Centro Sud America”.

Su Napoli l’agente è la Agenzia Genovese Srl, storica agenzia napoletana, nata nel 1939 dall’iniziativa di Carlo Genovese, specializzata negli anni nel traffico sia merci che passeggeri. L’agenzia cresce nel dopoguerra con la rappresentanza di compagnie statunitensi come la Lykes e la Sea Land, di compagnie argentine, africane, quasi sempre compagnie di stato, una delle ultime è stata la giapponese Mitsui ma che recentemente ha sospeso i servizi da Napoli. L’Agenzia Genovese è stata presente anche nel settore petrolifero rappresentando quasi tutte le multinazionali americane come la Gulf Oil di cui è stata agente generale. Nel curriculum di questa storica agenzia napoletana ci sono anche significativi primati. Già negli anni cinquanta l’agenzia curò l’approdo della prima nave ro-ro che ha scalato il porto di Napoli, la motonave “Il Ponte” una nave della Marina Militare svedese adattata al servizio civile, primo traghetto nel Mediterraneo che collegava Napoli e Messina; poi la prima nave veloce, il “Sicilia Jet” che scalava Palermo trasportando auto e passeggeri, poi l’agenzia ha curato per la prima volta il cabotaggio nazionale (Napoli – Palermo) con nave di bandiera estera. Ora questa esperienza viene

messa al servizio di nuove iniziative che vedono il porto partenopeo riproporsi su mercati nuovi con interessanti prospettive di sviluppo. Carolina Sinnopoli

Vessel’s Details Ship Type: Ro-ro cargo Length X Breadth: 164 m X 24 m Gross Tonnage: 19689, DeadWeight: 14107 t Speed recorded (Max / Average): 14.3 / 13.5 knots Flag: Turkey Call Sign: TCUZ IMO: 8417118, MMSI: 271000419

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Star Cruises sceglie ABB per l’automazione a bordo

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BB ha completato con successo l’upgrade del sistema di stazioni operatore Unix con il nuovo sistema 800xA di ABB a bordo della M/V Superstar Virgo, la nave da crociera di proprietà della Star Cruises operante nel Sud-Est Asiatico. L’esigenza di upgrade a bordo nave nasceva dal fatto che la Superstar Virgo operava con un sistema Unix Operator Station ormai obsoleto. L’importanza di aggiornare il sistema di controllo di bordo aumenta inoltre se si considera la scarsa disponibilità di nuove parti di ricambio, aumentando il rischio di fermi impianto, di problemi legati alla disponibilità e soprattutto di mancanza di personale qualificato ad operare sul vecchio sistema. La fornitura del nuovo sistema chiavi in mano di ABB include: hardware, software, ingegneria, FAT (Factory Acceptance Test), installazione e messa in servizio per un impianto composto da 11 stazioni operatore

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800xA, formate da circa 400 pagine video e 150 trends gestiti da 5 server in configurazione ridondata. Il commissioning della sostituzione è stato svolto con la nave in esercizio, nel Sud-Est Asiatico. I principali benefici per il cliente sono strettamente correlati con l’estensione del ciclo di vita dell’impianto di automazione, un notevole incremento della disponibilità ed un prezzo più agevole delle parti di ricambio, dell’assistenza locale per riparazioni e manutenzione a bordo. Lo stesso tipo di retrofit è stato inoltre effettuato su una nave “gemella” della Superstar Virgo, la Norwegian Spirit, di proprietà della NCL (Norwegian Cruise Line). Star Cruises insieme alla NCL è la terza compagnia più grande al mondo operante nel settore della crocieristica, con una flotta combinata di 18 navi da crociera offrendo più di 200 destinazioni, dove operano circa 35.000 scali.

Sempre ad inizio di questa estate ABB si è aggiudicata un contratto di automazione per uno dei più grandi complessi chimici al mondo, l’automazione del sistema di gestione materie prime del complesso chimico di Sadara Chemical (Sadara) in costruzione a Jubail Industrial City II, Arabia Saudita. L’ordine è stato registrato nel primo trimestre del 2013. Nell’ambito di questo contratto, ABB progetterà e realizzerà il sistema di automazione dei serbatoi di stoccaggio e parte del centro di imballaggio, che include il trasporto di materie prime e di prodotti finiti da e verso il complesso e internamente tra le unità produttive, attraverso tubazioni, camion o treni. Il sistema T-MAC Plus di ABB sarà impiegato per ottimizzare il funzionamento e aumenterà l’efficienza energetica, la sicurezza e il controllo, con una soluzione scalabile, compatibile con i sistemi di gestione della maggior parte delle industrie moderne.


“Le innovative tecnologie di automazione ABB combinate con la nostra conoscenza ed esperienza nel settore, garantiranno al progetto Sadara le soluzioni e il supporto necessari ad aumentare significativamente la produttività, l’efficienza energetica e l‘affidabilità di processo” ha affermato Veli-Matti Reinikkala, responsabile della divisione ABB Process Automation. ABB sta lavorando sul progetto Sadara da ottobre 2011, quando è stata nominata Main Automation Contractor (MAC) del progetto. Fondata nell’ottobre 2011, Sadara è una joint venture traSaudiArabianOil Company (SaudiAramco) e The Dow Chemical Company (Dow). Con un investimento complessivo di circa 20 miliardi di dollari, il complesso Sadara sarà uno dei più grandi impianti chimici integrati al mondo e il più grande mai costruito in una sola fase. La prima produzione è attesa nel secondo semestre del 2015, e tutte le unità saranno avviate entro la fine del 2016. Il complesso sarà composto da 26 unità produttive su scala mondiale, e produrrà circa 3 milioni di tonnellate all’anno di materie plastiche e prodotti chimici ad alto valore aggiunto. Cosimo Brudetti

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Wärtsila Italia ospita allievi Maritime College di New York C

ome parte dell’impegno di Wärtsilä per la sostenibilità e per le future generazioni del settore marittimo, Wärtsilä ha ospitato nel suo stabilimento di Bagnoli della Rosandra, nella giornata del 10 luglio scorso, gli studenti, i docenti e i rappresentanti della State University di New York, Maritime College, durante il loro soggiorno a Trieste, a bordo della nave scuola Empire State VI. Il Contrammiraglio Wendi Carpenter, ex Ammiraglio della Marina statunitense, attualmente in pensione, presidente del SUNY, Maritime College ha presenziato l’evento. Nell’ambito della visita, il gruppo di ospiti è stato accompagnato lungo le aree dello stabilimento per il factory tour. Lo stabilimento di Wärtsilä Italia di Trieste si estende su una superficie di 550.000 metri quadrati, di cui 155.000 coperti. Gli studenti del Maritime College, hanno avuto l’opportunità di vedere

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tre capannoni principali che ospitano diverse attività e fasi di lavorazione e l’assemblaggio di prodotti, principalmente di motori diesel per la propulsione navale o di produzione di energia elettrica e, da almeno due anni, anche sistemi propulsivi modulari di medie dimensioni. Il giorno dopo, 11 Luglio, il SUNY Maritime College ha ospitato un cocktail di benvenuto a bordo della loro nave scuola, l’Empire State VI. Il “SUNY Maritime College”, con sede a New York, offre corsi di studio a livello tecnico dal diploma alla laurea. È di uno dei sei istituti nautici statali negli Stati Uniti, classificato fra le prime scuole di ingegneria della nazione. Viaggiare sulla nave scuola “TS Empire State VI” di 565 piedi, è un’esperienza essenziale per uno studente. Fabrizio De Cesare

Wärtsilä in breve Wärtsilä è leader mondiale nella fornitura di soluzioni per la generazione di energia pensate per l’intero ciclo di vita degli impianti, progettate per il settore marino e dell’energia. Concentrando la propria attenzione sull’innovazione tecnologica e sull’efficienza totale, Wärtsilä riesce a ottenere il massimo delle prestazioni a livello ambientale ed economico con soluzioni pensate per le imbarcazioni e gli impianti di generazione dell’energia dei propri clienti. Wärtsilä è quotata in borsa sul NASDAQ OMX di Helsinki, Finlandia.


shipping / porto&diporto

Il porto di Trieste ha tutti i presupposti per crescere

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l Porto di Trieste ha tutti i presupposti per aumentare la movimentazione in modo importante, e di ciò ci si dovrebbe ricordare quando vengono fatte le scelte a livello centrale”. Lo ha detto recentemente a Roma la presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, intervenendo alla presentazione del Rapporto “Infrastrutture e Competitività 2013. 4 nodi strategici”, frutto della ricerca condotta dalle fondazioni Astrid, Italiadecide e ResPublica. “Quella della competitività è una sfida che siamo perfettamente in grado di giocare – ha detto Serracchiani – a patto che le decisioni del Governo siano in sintonia con le priorità dell’Unione europea, oltre che coerenti con la morfologia dell’Alto Adriatico, tenendo ad esempio conto di dove ci sono i fondali

Debora Serracchiani naturali adatti alle navi oceaniche. In questo momento ci sono due interventi importanti capaci di generare un incremento di Teu, fino a raggiungere l’ambizioso traguardo del milione: l’allarga-

mento del Molo VII, per cui servono 90 milioni di euro, su cui il terminalista è pronto a investire non appena l’Autorità portuale avrà disposto gli adeguamenti necessari; e la piattaforma logistica, per la quale attendiamo da anni che il Cipe eroghi i 32 milioni già deliberati, da aggiungersi ai 70 dell’Autorità portuale di Trieste e ai 30 quelli dei privati. Questi interventi devono ovviamente essere corredati – ha aggiunto Serracchiani – dall’efficientamento della rete ferroviaria, cominciando con l’eliminazione dei colli di bottiglia che, in questo momento, sono tra gli ostacoli che si frappongono alla crescita dello scalo. Ci sono opportunità da cogliere o da abbandonare ma soprattutto – ha concluso – sono convinta che non c’è più tempo da perdere”. Alberto Medina


crociere / porto&diporto

Crociere, no a Porto Marghera dal Comitato Cruise Venice Intervento del Presidente di Cruise Venice Massimo Bernardo all’audizione della IV Commissione in vista dell’incontro ministeriale del prossimo 25 luglio

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con grande umiltà ma con altrettanta determinazione che il Comitato Cruise Venice vuole qui riaffermare quei punti fermi che consentano alla Città e al suo porto di mantenere quella leadership che nel comparto crocieristico pone Venezia al primo posto come home port nel Mediterraneo e quarto porto al mondo alla luce di quanto recentemente dichiarato dal presidente del Clia Europe (l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche in Europa) Manfredi Lefebvre d’Ovidio “noi spostiamo le navi dove c’è un regime accogliente, dove non ci fanno manifestazioni contro”. Basterebbero queste parole per farci riflettere su quanto rischiosa sia la partita quando a pagare il conto sarà, nel suo complesso, tutta l’economia della Città, tutti noi e i nostri figli e non solo in termini di posti di lavoro, di indotto, di maggiori costi per i servizi tecnico

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nautici, di nuove opportunità di crescita ma, soprattutto, perché mai riusciremo a spiegare al mondo perché a Venezia si voglia a tutti i costi cambiare ciò che funziona a meraviglia e in tutta sicurezza dando lustro e prestigio a livello mondiale alla nostra Città. CruiseVenice, non rappresenta solamente un Comitato che associa quanti sostengono la crocieristica a Venezia ma un vero e proprio team di imprenditori, di esperti, di lavoratori, di gente comune di tutte le età, impegnati come tutti a contrastare la pesante crisi economica in atto facendo dello sviluppo del porto e delle positive ricadute economiche e sociali sulla Città una grande opportunità anche per quei tanti cassaintegrati delle tante aziende di Porto Marghera che oggi non hanno credibili alternative per il proprio futuro. Il nostro impegno, portato avanti senza clamore ma con concretezza propositiva e con grande determinazione, non è stato certo supportato da quel terrorismo mediatico, al solo scopo di far notizia, spesso ispirato da colorati fatti di cronaca mirati ad alimentare lo scontro piuttosto che il dialogo.

Un flusso continuo che è dilagato, oltre il perimetro lagunare a livello globale, tra l’altro creando grandi aspettative tra i porti nostri diretti concorrenti che vedono nel traffico crocieristico l’affare del secolo proprio per l’indotto che esso può generare. Non solo Trieste e Ravenna ma anche Capodistria, Fiume, Dubrovnik, Spalato e addirittura il Pireo o perfino Istanbul come home port per le compagnie che oggi scalano Venezia. A fronte di questa masochistica campagna mediatica il Comitato Cruise Venice non è caduto nella trappola di quanti hanno fomentato e ancora perseguono lo scontro tra istituzioni e cittadini ma, forte della bontà e della correttezza delle proprie proposte, alla luce di incontestabili dati scientifici, pur rispettando la sempre legittima libertà di opinione, risponde coi numeri e con le tante iniziative adottate perché il traffico crocieristico non abbandoni Venezia. Fermo restando che l’attuale terminal crocieristico della Marittima con i grandi investimenti già fatti ed in atto non si sposta con la bacchetta magica, senza contare che ciò comporterebbe, in spregio ad ogni logica economica, un intollerabile sperpero di denaro pubblico, vorrei ricordare che lo spostamento


a Porto Marghera per il rischio chimico e per la commistione tra il traffico crocieristico e quello commerciale ed industriale, anche a detta dell’Autorità Marittima, non appare concepibile sia sotto il profilo della sicurezza della navigazione che sotto quello economico in quanto si penalizzerebbe l’attività dei tanti terminal oggi impegnati nel traffico commerciale; sempre in termini di sicurezza va ricordato come le recenti normative impongano alla nave 2 piloti e 2 rimorchiatori oltre, grazie all’accordo Blu Flag , l’uso di carburante allo 0,1% di zolfo, protocollo questo adottato per primo e unico in Europa per il porto e la Città di Venezia. Nessun problema anche per quanto riguarda la navigazione vera e propria nei canali lagunari tenuto conto che, proprio per la loro configurazione delle sponde a “V”, costringono la nave a navigare al centro del canale rendendo impossibile ogni “deragliamento” da quel virtuale “binario” obbligato da percorrere fino ad un massimo di 6 nodi di velocità, per raggiungere l’ormeggio. Dal punto di vista della ricaduta economica voglio solo ricordare che secondo i dati del 2012 elaborati dalle università di Padova e Ca’ Foscari di Venezia il traffico crocieristico vale circa 465 milioni di euro di spesa diretta di cui 365 milioni (cioè oltre il 90% del totale) proviene da navi superiori alle 40.000 tonnellate, queste ultime rappresentano il 6% cioè 164 toccate (escluse le navi fluviali) con 110.000 crocieristi contro le 406 toccate di navi oltre le 40.000 tonnellate corrispondenti a 1 milione e 700 mila crocieristi. Da qui si può intuire come l’applicazione del decreto Clini-Passera, se applicato nei termini previsti, anche a fronte dello sviluppo dell’industria navale significherebbe la morte della Venezia crocieristica con una perdita per il comune del 3,6% del P.I.L. locale e di circa 4.225 posti di lavoro (su un

totale di 7.600 unità complessive del comparto (secondo i dati dell’Autorità Portuale). Senza contare il danno all’altro grande motore del traffico, l’aeroporto, che movimenta circa 500.000 crocieristi, il 30% all’imbarco/sbarco, mentre il contributo diretto dei crocieristi al Comune di Venezia/Aziende partecipate si aggira sui 3,2 milioni di euro per acquisto biglietti ACTV, pass ZTL per aeroporto People Mover, Alilaguna ecc. ecc., per non parlare di alberghi e ristoranti, agenzie di viaggi e negozi di ogni genere. Quanto vi ho illustrato non può prescindere da quanto affermato dal presidente del CLIA al quale la Città di Venezia ed in primis l’Amministrazione Comunale dovrà assicurare non solo la potenzialità e la disponibilità della Città ad accogliere benevolmente navi e crocieristi ma puntando soprattutto al suo grande, vero patrimonio e cioè quello che ha contraddistinto la Serenissima nei secoli come “città aperta” all’interscambio delle culture del mondo nella “cultura delle regole” dentro

e fuori della sua laguna. E’ questo il messaggio che CruiseVenice ha rilanciato alla grande stampa internazionale perché ogni ospite di questa nostra Città non si senta un viandante ma un prezioso ambasciatore di quelle eccellenze che solo Venezia sa a tutti donare. Ritengo che questo debba essere l’impegno di noi tutti al di fuori di ogni appartenenza politica o partitica quando abbiamo tutti lo stesso traguardo da raggiungere: innanzi tutto la salvaguardia della Città, il benessere e la sicurezza del lavoro come antidoto ad una crisi economica e di valori che sempre più spesso lascia spazio a scelte, a volte insensate, di cui è difficile prevederne le drammatiche ricadute su chi, ogni giorno, deve fare i conti sul mercato quotidiano del nostro vivere. CruiseVenice non può, dunque, accettare provvedimenti a “scatola chiusa” quando con la politica delle esternazioni si mette in gioco il futuro di migliaia di posti di lavoro. Massimo Bernardo

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crociere / porto&diporto

Il contributo del settore crociere alla cantieristica europea

5 nuove navi varate in Europa negli ultimi 4 mesi Nel periodo 2013 - 2016 previste 20 nuove unità in uscita dai cantieri europei

C

ruise Lines International Association (CLIA) celebra 5 nuove navi battezzate in Europa negli ultimi quattro mesi, grazie alle unità che nelle ultime settimane hanno lasciato i cantieri del vecchio continente. Le cinque nuove navi, che rappresentano un investimento complessivo superiore ai 2 miliardi di Euro per una capacità complessiva di trasporto di 14.615 passeggeri, rafforzano significativamente la presenza nel mercato delle cinque compagnie proprietarie. Secondo recenti dati del report CLIA Europe relativo all’anno 2012 (dal titolo “L’industria delle crociere, il contributo del turismo crocieristico all’economia Europea”), in questo momento, i cantieri europei stanno lavorando a circa

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20 nuove navi, con una capacità complessiva superiore ai 60.000 passeggeri per un totale di investimenti di oltre 10 miliardi di Euro. Queste imbarcazioni saranno consegnate alle compagnie di crociera in ogni parte del mondo nell’arco dei prossimi tre anni. “Siamo orgogliosi di accogliere nella flotta del nostro settore queste meravigliose nuove navi, che rappresentano il connubio ideale tra il know how industriale nel nostro settore e l’eleganza, tipicamente europea, nel design” ha dichiarato Christine Duffy, Presidente e CEO di CLIA. “Il lancio di cinque magnifiche navi nell’arco di soli tre mesi - ha commentato Manfredi Lefebvre d’Ovidio, Presidente di CLIA Europe - conferma l’im-

portanza del settore delle crociere in Europa in termini di: nuovi investimenti, ricerca tecnologica e migliaia di posti di lavoro per il settore della cantieristica e il suo indotto. Queste cinque navi simboleggiano la significativa crescita di un’industria che garantisce lavoro a più di 300.000 persone in tutta Europa ”. Due spettacolari cerimonie sono state celebrate in marzo nei porti di Genova (MSC Preziosa) e della tedesca Warnemünde (AIDAStella). Inoltre un altro importante battesimo ha avuto luogo ad Amburgo con il lancio della Europa 2 di Hapag Lloyd. La quarta nave, la Breakaway di Norwegian Cruise Lines, salpata per il suo primo tratto transatlantico da Southampton a New York, verrà celebrata con una grande


solo paese europeo a vantare 9 nuovi ordini alla cantieristica navale, per un valore superiore ai 4 miliardi di euro, pari al 39% degli investimenti totali del continente. Nel 2012 la leadership europea dei porti per numero di imbarchi, sbarchi e transiti resta a Barcellona (2.4 milioni) seguita da Civitavecchia, con quasi 2,2 milioni di passeggeri. A seguire, tra gli italiani, Venezia, con quasi 1,8 milioni di passeggeri; Napoli, con quasi 1,2 milioni; Livorno, con 1,03 milioni e Savona, con 810.000. Sandro Minardo Barbara Muckermann Senior Comunication Advisor CLIA

festa nella Grande Mela. Infine, la quinta nave, la Royal Princess dellaPrincess Cruises, è stata battezzata da sua Altezza Reale la Duchessa di Cambridge in una spettacolare cerimonia a Southampton lo scorso giugno. Quasi tutte le tipologie più innovative di navi da crociera attualmente in navigazione nel mondo provengono da cantieri europei. Le nuove imbarcazioni battezzate negli ultimi tre mesi variano da una elegante nave di lusso con cabine di nuova concezione fino a scafi trans-oceanici che rappresentano la più innovativa forma di intrattenimento, della cucina e del tempo libero per migliaia

di persone. Tutte le navi sono esempio della creatività, delle capacità e della tradizione ingegneristica e cantieristica europea e offrono ai croceristi il miglior comfort, con sport, esperienze culinarie, lusso e divertimento. Nonostante i tempi difficili per l’economia in Europa, il settore delle crociere continua a dare un contributo sempre più significativo al vecchio continente, sostenendo l’occupazione nei cantieri navali europei, creando posti di lavoro nei porti e fungendo da atalizzatore per il turismo continentale. I dati riscontrati mostrano chiaramente l’importanza sociale ed economica del settore delle crociere in Europa. Come rivela il report presentato a Bruxelles da Cruise Lines International Association Europe (CLIA Europe), l’Italia continua anche nel 2012 a detenere primati importanti: è prima per contributo diretto del comparto sull’economia, con un valore di 4,5 miliardi di euro, in crescita dello 0,2% rispetto all’anno precedente e con un’incidenza di oltre il 28% sul contributo diretto dell’intero continente. I paesi che in questa classifica seguono il primato italiano sono Germania e UK, con un valore di 2,9 miliardi di euro ciascuno. Lo stivale si conferma anche prima destinazione crocieristica, con 6,2 milioni di passeggeri, pari al 21% del totale europeo. Oltre 2 milioni di passeggeri si sono inoltre imbarcati nel 2012 da un porto italiano: un dato che registra un incremento sullo scorso anno pari al 9%. Con 99.556 posti di lavoro all’interno del comparto, il nostro paese svetta inoltre nel ranking relativo all’impatto occupazionale, con una leggera decrescita (-0,4%) rispetto al 2011. Tale incidenza, inoltre, corrisponde al 30,4% del dato europeo. Il volume retributivo occupazionale, superiore ai 3 miliardi di euro, regala poi al nostro Paese un’ulteriore medaglia d’oro. Per il triennio 2013-2016, l’Italia è il

Le cinque nuove navi da crociera rappresentano complessivamente: • Totale investimenti (esclusi i dati Hapag Lloyd): oltre 2 miliardi di euro • Totale capacità passeggeri: 14.615 Spotlight delle nuove navi 1. MSC Preziosa Battesimo: Genova, 23 marzo 2013 Madrina: Sophia Loren Totale investimenti: € 575 milioni Cantiere: Saint-Nazaire, Francia Costruttore: STX France Capacità: 4.345 passeggeri Tonnellaggio: 139.400 tonnellate 2. AIDAStella Battesimo: Amburgo, 16 marzo 2013 Totale investimenti: € 351 milioni Cantiere: Meyer Shipyard, Germania Contractor: AIDA Cruises Capacità: 2.194 passeggeri Tonnellaggio: 71.304 tonnellate 3. Europa 2 Battesimo: Amburgo Totale investimenti: n.d. Cantiere: Saint-Nazaire, Francia Contractor: Hapag Lloyd Capacità: 516 passeggeri Tonnellaggio: n.d. 4. Norwegian Breakaway Battesimo: New York City 10 maggio 2013 Totale investimenti: € 600 milioni Cantiere: Meyer Werft, Hamburg , Germania Contractor: Norwegian Cruise Lines Capacità: 4.000 passeggeri Tonnellaggio: 146.000 tonnellate 5. Princess Cruises, Battesimo: Southampton 10 giugno 2013 Madrina: Sua Altezza Reale, la Duchessa di Cambidge Totale investimenti: € 585 milioni Cantiere: Monfalcone , Italia Contractor: Royal Princess Capacità: 4.000 passeggeri Tonnellaggio: 146.000 tonnellate

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crociere / porto&diporto

Le nuove sfide di Norwegian Cruise Line D

al 2010 Norwegian Cruise Line è entrata prepotentemente nel mercato italiano con l’offerta delle sue crociere “freestyle”. La clientela italiana ha dimostrato di apprezzare questa originale filosofia di viaggio e quindi sono sempre di più gli italiani che provano questo tipo particolare di viaggio per mare. Quest’anno NCL posiziona nel Mediterrano tre navi da crociera, Norwegian Epic (155.873 t.s.l.), la nave più grande della flotta e poi Norwegian Jade (93.558 t.s.l.) e Norwegian Spirit (75.904 t.s.l.). Tutte e tre imbarcano i passeggeri anche in Italia e le stesse saranno riproposte nel “Mare Nostrum” anche nel 2014, testimonianza del successo commerciale di questa compagnia. Recentemente Norwegian Cruise Line ha presentato il nuovo responsabile commerciale per l’Italia: Francesco Paradisi, nato il 18 settembre del 1974 e con molti anni d’esperienza nel settore crocieristico. Paradisi prende il posto di Federico Testorio che ha lasciato la società alla fine di aprile per una nuova sfida professionale. A soli 23 anni Paradisi fa il suo ingresso nel mondo del turismo come addetto al booking per il Mediterraneo e il Nord Europa nel settore dei traghetti. È anche grazie a questa prima esperienza professionale che Paradisi coltiva la sua passione per la navigazione e le crociere. Dal 1999, durante il periodo trascorso come commerciale di Gioco Viaggi, distributore ufficiale di Carnival Cruise Lines in Italia, i suoi interessi si indirizzano in maniera sempre più specifica nel campo delle crociere, sia in mare che fluviali. Nel 2003 è nominato direttore vendite e marketing di Top Cruises, dove gestisce in prima persona le mutevoli esigenze di un mercato in continuo sviluppo. “Siamo molto lieti di dare il benvenuto nel nostro team ad un esperto di ampia e consolidata esperienza nel settore crocieristico”, ha dichiarato Jürgen Stille, Director Business Development Continental Europe di Norwegian Cruise Line. “Con l’impiego di Francesco Paradisi come nuovo Senior Manager Business Development siamo sicuri di poter continuare a crescere nel merca-

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to italiano.” Porto&diporto ha sentito il nuovo manager di NCL che gentilmente ha risposto ad alcune nostre domande con l’obbiettivo di far conoscere un po’ di più l’affascinante mondo delle crociere targate Norwegian Cruise Line. Cosa rappresenta professionalmente per lei questo nuovo incarico? Si tratta di una nuova sfida professionale e soddisfa la mia curiosità di vedere le cose dall’altra parte, cioè dal punto di vista della compagnia e non da quello del tour operator partner. In un periodo in cui i principali “brand” americani hanno annunciato la loro riduzione dell’impegno in Europa (Carnival e Royal), ci può spiegare come mai NCL va in controtendenza confermando in toto il posizionamento delle navi 2013? Siamo ben posizionati in Europa, stiamo affermando il nostro “brand” nel

modo giusto, con piccoli ma importanti passi. Il mercato europeo ci ha sempre premiato e oggi ci vede in una posizione molto chiara anche in termini di “pricing” e posizionamento del prodotto. Siamo tra le poche compagnie che hanno tenuto una politica razionale di “pricing” e questo ci colloca in una posizione privilegiata. Cosa direbbe ad un potenziale cliente italiano per convincerlo a provare NCL? Che le vacanze sono importanti e che bisogna viverle al meglio, le nostre navi garantiscono flessibilità, libertà in termini di orari, abbigliamento e servizi di bordo; il nostro passeggero può lasciare l’orologio a casa e se si cerca qualche cosa di diverso non esiste scelta migliore di Norwegian Cruise Line. Ci può dare dei dati previsionali riguardo le vendite 2013 del prodotto NCL ai clienti italiani?


Siamo in linea con le vendite e ci aspettiamo un numero intorno ai 20.000 passeggeri. E in quest’ottica ci può dare una previsione della fetta di mercato nostrano che riuscirete ad ottenere? La nostra è ancora una fetta molto piccola che forse da sola non ha una sua percentuale. Diciamo che siamo entro il 10% dell’altro mercato parlando di “trade” e che ci muoviamo nel mare del 40% dell’altro mercato che riserva il web alle altre compagnie (tolte quindi Costa ed MSC). Nel rapporto con le agenzie si riesce a far recepire a pieno la validità del vostro prodotto uscendo dal tipico duopolio del nostro mercato? No, non ancora del tutto. Le agenzie hanno bisogno di training e soprattutto devono imparare a fidarsi di un prodotto diverso. Il cliente finale è molto più “smart”, ha capito che con Norwegian sceglie un prodotto di alto livello, spesso ad un prezzo concorrenziale e con uno stile che accontenta dal single alla famiglia.

Oggi NCL imbarca a Civitavecchia e Venezia, state studiando la possibilità in futuro di imbarcare anche in alcuni degli altri porti italiani di scalo delle vostre navi? Al momento no, riteniamo i due imbarchi sufficienti per soddisfare le esigenze del mercato italiano. Secondo lei il mercato crocieristico italiano ha ancora ampi margini di sviluppo? In termini di qualità sicuramente si, se si lavora solo sulla quantità il limite forse è stato già superato: noi vogliamo provare a riportare gli italiani ai Caraibi, vogliamo farli appassionare alle crociere transatlantiche, vogliamo portarli a pensare ad una crociera da NewYork come ad una cosa possibile oltre a continuare nello sviluppo delle crociere nel Mediterraneo e nel Baltico. Cosa ne pensa della problematica veneziana, NCL è in allarme per queste polemiche a volte molto faziose? La cosa è molto seria, come tutti aspettiamo di vedere cosa succede. Ormai sulle navi basate in Italia sappiamo che c’è un’ottima assi-

stenza italiana, ma chi volesse provare un’esperienza con NCL al di fuori del Mediterraneo e che non mastica molto l’inglese cosa si deve aspettare? Si deve aspettare un ambiente internazionale che su alcune navi tipo “Epic” diventa più italiano grazie ad un programma di assistenza dedicato. Ci può dire qualche novità riguardo la nuova Norwegian Getaway e soprattutto qualcosa sulla nuova “Breakaway plus”? La “Getaway” sarà una Miami sul mare, quasi un tributo alla città delle crociere per eccellenza. La classe “Breakaway plus” sarà innovativa ma aspettiamo prima di vedere la “Getaway” e poi parleremo del resto. Grazie al nuovo incarico, quali sono gli obbiettivi che si pone per il futuro? L’obiettivo principale è fare bene il mio lavoro, supportare e sviluppare i mercati che Norwegian mi ha assegnato: Italia, Malta, Marocco, Francia, Cipro, Giordania e Tunisia. Voglio far passare il concetto, soprattutto in Italia, che un altro modo di fare crociera è possibile. Matteo Martinuzzi

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crociere / porto&diporto

Il Mediterraneo 2014 di Royal meno navi e più qualità P

er chi fosse interessato a provare l’esperienza di una vacanza con Royal Caribbean imbarcandosi da Genova, consigliamo di affrettarsi a scegliere la propria crociera; infatti questa stagione sarà l’ultima per “La Superba” come “home-port” del celebre “brand” crocieristico statunitense. E stessa sorte toccherà a Messina e Napoli che con il 2014 spariranno dai porti d’imbarco della compagnia. Questo a causa della riorganizzazione del posizionamento delle navi della flotta dovuta principalmente alla scelta di privilegiare mercati come quello caraibico e quello

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dell’Estremo Oriente, senza dimenticare l’aumento delle tariffe aree che rende meno conveniente per gli statunitensi venire in Europa per imbarcarsi per una crociera. Così l’anno prossimo la Legend of the Seas (69.472 t.s.l.), dopo la sua unica stagione genovese, sarà trasferita in Nord Europa, mentre la Navigator of the Seas (138.279 t.s.l.) che ormai da parecchi anni era basata su Civitavecchia con possibilità d’imbarco

a Messina, resterà anche d’estate nel mercato caraibico. Quest’ultima nave è stata quella che ha permesso ad un gran numero di crocieristi italiani di conoscere la straordinaria offerta Royal Caribbean. Dopo un intensivo refitting all’interno del piano “Royal advantage” che la renderà ancora più competitiva, nell’estate del 2014 “Navigator” sarà basata nel porto texano di Galveston. Il suo posto a Civitavecchia sarà preso dalla Liberty of the


Seas (154.407 t.s.l.) che abbandonerà l’home port italiano di Napoli diventando quindi la nave di riferimento per il mercato nostrano. Viste le caratteristiche eccezionali di quest’ultima Royal Caribbean punterà anche nel nostro Paese sul concetto della “nave come destinazione principale della vacanza” lasciando in secondo piano l’itinerario. Sul fronte adriatico Venezia manterrà la sua posizione di “home-port” essendo la base di partenza delle crociere per tutta la stagione estiva dalla Splendour of the Seas (69.472 t.s.l.) e di parte di quella della Serenade of the Seas (90.090 t.s.l.). Inoltre i porti italiani ospiteranno gli scali di altre navi della compagnia come Adventure of the Seas (137.276 t.s.l.), Independence of the Seas (154.407 t.s.l.) e soprattutto di Oasis of the Seas (225.282 t.s.l.). Le crociere della nave più grande del mondo nel Mediterraneo sono la grande novità della stagione crocieristica ventura; questo gigante partirà per due crociere da Barcellona che toccheranno i

porti di Napoli e Civitavecchia. Successivamente la nave proseguirà per Rotterdam dove andrà in bacino per lavori di carenaggio e manutenzione. Quindi questa sarà un’occasione unica per i crocieristi europei per provarla, c’è da scommettere che ci sarà una corsa alla prenotazione. Ma torniamo a “Liberty” che sarà la nave di punta per il mercato italiano: essendo un’unità di classe “Freedom” rappresenta un’evoluzione di grande successo del tipo “Voyager” dalle quali si differenzia per molti aspetti, in primis per la lunghezza superiore di circa 28 metri (la “Liberty” è lunga “fuori tutto” 338,92 metri). Queste dimensioni maggiori hanno permesso di incrementare le aree pubbliche a disposizione dei passeggeri con nuovi spazi e nuovi servizi esclusivi. Ricordiamo l’acqua park per bambini “H2O zone”, la sala per la musica dal vivo e karaoke “On air club”, una “Royal promenade” più lunga con un numero maggiore di locali, un ring per la boxe nella palestra, le jacuzzi a sbalzo sul mare del solarium e il “Flowrider” a poppa per surfare in navigazione. La “Liberty” è stata realizzata in Finlandia nel cantiere navale di Turku tra il 2005 e il 2007: dispone di 1.817 cabine per i passeggeri (842 con balcone, 242 esterne con finestra, 172 con vista “Promenade” e 561 interne) che le permettono di ospitare un massimo di 3.634 passeggeri in cabina doppia e 4.375 persone se includiamo anche i letti extra. I membri dell’equipaggio sono invece 1.360. Ma a parte questi numeri la cosa che colpisce di più di queste navi è il rapporto stazza lorda-passeggeri imbarcati che è il più favorevole per gli ospiti: in pratica le aree pubbliche sono di dimensioni superiori rispetto ad altre navi e questa caratteristica fa si che le navi Royal abbiano una vivibilità migliore grazie alla minor concentrazione di persone negli spazi comuni. Inoltre le navi di classe “Voyager/Freedom” sono molto aperte al mare con una splendida passeggiata a livello del ponte lance che permette un giro completo a 360° del bastimento che culmina con la prua

accessibile che ormai è un unicum di questa compagnia. A bordo troviamo ambienti dove la maestosità e il lusso la fanno da padrona; come non ricordare la già citata “Royal promenade” alta quattro ponti su cui si affacciano i principali locali e negozi della nave, poi il magnifico ristorante principale su tre ponti da 2.101 coperti, il teatro su tre ponti da 1.320 posti, il palaghiaccio da 760 posti e tanti altri locali che fanno della nave la destinazione principale del viaggio. Porto&diporto ha chiesto a Gianni Rotondo, direttore generale Royal Caribbean Cruises Ltd Italia, un suo parere riguardo le novità per la stagione ventura del marchio Royal Caribbean International. «Tante sfide ci aspettano nella stagione 2014, a partire dal ridimensionamento della flotta di Royal Caribbean nel Mediterraneo. In partenza dall’Italia ci saranno due navi: “Liberty”, che imbarcherà dall’homeport di Civitavecchia verso Francia e Spagna e stupirà gli ospiti con le tante attrazioni innovative, e “Splendour” da Venezia con suggestivi itinerari nel Mediterraneo Orientale; il tutto garantendo sempre ai nostri ospiti i più elevati standard del settore. Da settembre 2014 il panorama crocieristico si arricchirà di due sensazionali novità: primo tra tutte l’arrivo di “Oasis” in Italia, una grande opportunità per il nostro mercato e per i porti di Civitavecchia e Napoli che ospiteranno oltre 5.000 passeggeri in transito per ogni toccata, portando benefici allo sviluppo turistico ed economico dell’intero territorio. In autunno, l’inaugurazione di Quantum of the Seas rappresenta una vera e propria innovazione nel futuro del design navale. Siamo sicuri che i nostri ospiti rimarranno strabiliati dalla vasta offerta di intrattenimenti all’avanguardia mai visti prima su una nave da crociera, come il simulatore di paracadutismo, la pista con autoscontri, i balconi virtuali e la “North Star”, una capsula che permette di compiere uno spettacolare viaggio a più di 90 metri di altezza oltre le fiancate della nave». Matteo Martinuzzi

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infrastrutture / porto&diporto

Intesa Assoporti-Unioncamere per semplificazione e sostenibilità

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romuovere iniziative volte a migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità ambientale nella gestione delle aree portuali, dei retroporti e delle strutture di accesso alla rete terrestre e ai centri logistici. Semplificare gli adempimenti amministrativi che riguardano le attività legate all’economia del mare grazie ad una più stretta collaborazione tra i diversi enti del settore (Autorità portuali, Capitaneria di porto e Agenzia delle dogane) così da realizzare soluzioni innovative capaci di diminuire i costi della burocrazia “blu” e velocizzare gli scambi commerciali. Questi in estrema sintesi gli obiettivi prioritari del protocollo d’intesa firmato dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, e

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dal presidente di Assoporti, Luigi Merlo. “L’economia del mare – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - è come un ‘cuore blu’ che pulsa al fondo del sistema produttivo del Paese. Una risorsa strategica straordinaria che in questi anni di crisi ha continuato a battere anche a ritmi più veloci rispetto al resto dell’economia. Abbiamo il dovere di assecondare questo battito per sostenere i territori e aiutare l’Italia a ritrovare il percorso della crescita. Una delle vie prioritarie è certamente quella della semplificazione delle attività d’impresa che ruotano intorno al mare. Un obiettivo che potremo raggiungere solo facendo sistema tra tutte le istituzioni coinvolte ed è per

questo che l’intesa con Assoporti riveste un valore strategico di primo piano in questa direzione.” “Questo accordo – ha affermato Luigi Merlo, Presidente di Assoporti – è importante in quanto sancisce una cooperazione tra il settore portuale rappresentato dall’Associazione dagli enti di gestione degli scali portuali maggiori in Italia e dal settore delle imprese rappresentato da Unioncamere. Sono certo che riusciremo insieme a dare la giusta spinta in avanti per l’Economia del Mare, tanta cara ad entrambe le associazioni e tanto preziosa per il nostro Paese.” Attraverso il protocollo, Unioncamere e Assoporti intendono anche avviare processi di collaborazione e scambio


di buone pratiche replicabili nei territori, per promuovere e diffondere azioni e progetti tesi al miglioramento delle strutture operative, oltre che la condivisione del rispettivo patrimonio informativo per attività di analisi e di monitoraggio, anche con riferimento a specifiche esigenze professionali inerenti il settore marittimo e portuale. Alla base dell’intesa, la riconosciuta importanza delle filiere del mare, recentemente sottolineata in occasione degli Stati Generali dell’Economia del Mare organizzati da Unioncamere. Nel 2011, il contributo al valore aggiunto prodotto nel nostro paese dalle filiere riconducibili all’economia del mare ammontava a 41,2 miliardi di euro, con un’incidenza del 2,9%. sul totale della ricchezza prodotta nel Paese. In termini settoriali, il contributo più significativo è quello legato alle attività turistiche e di somministrazione, con una quota di valore aggiunto pari al 31% di tutto il comparto del mare. A notevole distanza seguono sullo stesso livello le attività di ricerca (18,0%), la cosiddetta filiera della cantieristica (che raggruppa sia la produzione e riparazione di imbarcazioni che quella distributiva) che sfiora il 16% e il trasporto marittimo di merci e passeggeri che si ferma al 15,5%.

Ferruccio Dardanello Si tratta, quindi, di un settore di fondamentale importanza per molti dei nostri territori ma, soprattutto quello legato al trasporto merci, è rilevante per la competitività del sistema paese nel complesso, anche alla luce dei nuovi orientamenti emersi in sede dell’Unione, sia con la Blue Growth che attraverso le diverse iniziative nell’ambito della strategia marittima, tra cui le Reti TEN-T e le autostrade del mare. Fabrizio De Cesare

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infrastrutture / porto&diporto

Da Civitavecchia a Trieste passando per Genova: L

a ripresa economica appare ancora là da venire e con essa quella dei traffici marittimi containerizzati – sebbene, prendendo ad esempio i dati Contship relativi al primo semestre (e ai terminal del gruppo nel Mediterraneo: La Spezia, Ravenna, Cagliari, Gioia Tauro, Salerno e Tangeri), si notino lievi incrementi – ma ciononostante non manca chi, da un punto di vista terminalistico, traguarda la svolta, preparandosi ad un’auspicata e auspicabile impennata delle movimentazioni. È il caso ad esempio dello scalo di Civitavecchia, il cui presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti ha recentemente annunciato in pompa magna il progetto di realizzazione di un nuovo terminal container di ultima generazione. “Sarà una nuova infrastruttura da 1,5 milioni di TEUs che nascerà sulla scorta dei nuovi moderni terminal come il Tanger Med marocchino e potrà accogliere le grandi navi portacontainer di ultima generazione. Il mondo dello shipping sta cambiando e questo terminal, che sorgerà presso la Darsena energetica grandi masse, è stato progettato tenendo conto delle dimensioni delle nuove maxi-navi che entreranno in servizio in questi anni”.

24 - luglio 2013

Rino Canavese

Pierluigi Maneschi

Monti ha inoltre precisato che “verrà liberato per altre attività l’attuale terminal container posizionato nel cuore del porto (dove opera la RTC Roma Terminal Container, controllata dalla Marinvest, finanziaria del gruppo MSC). L’investimento totale previsto (suddiviso in due fasi) è di circa 400 milioni di euro complessivi, di cui l’80% a carico dei privati e il 20% in capo all’Autorità Portuale”. Immediato l’interesse da parte sia di Contship Italia (“Esiste la nostra volontà di essere parte integrante di questa sfida” ha detto il vicepresidente

Marco Simonetti) che di MSC, nonché del Gruppo Gavio. Il progetto della Darsena Energetica Grandi Masse è affidato alla società Compagnia Porto di Civitavecchia Spa, controllata dal Gruppo Gavio e partecipata da ENEL e Italpetroli (passata alcuni anni fa ad Unicredit). Rino Canavese, ex presidente dell’Autorità Portuale di Savona e ora collaboratore del Gruppo Gavio, sta seguendo in prima persona il progetto: “Affianco alle attività terminalistiche dedicate ai traffici petroliferi sorgerà questo nuo-


tutti vogliono le megaportacontainer

Pasqualino Monti

Luigi Negri

vo terminal in grado di accogliere navi portacontainer di portata superiore ai 12.000 TEUs. Oltre ai pescaggi da -18 metri, la banchina lineare d’accosto sarà lunga 950 metri e consentirà quindi di accogliere due navi madre in contemporanea, il bacino d’evoluzione avrà diametro pari a 650 metri e i piazzali sono pensati per poter accogliere il peso delle gru di ultima generazione”. Canavese ha sottolineato inoltre come Civitavecchia abbia alle spalle un mercato potenziale da oltre 1 milione di TEUs e cita uno studio dell’Università

di Anversa che mette nero su bianco l’evoluzione verso dimensioni sempre maggiori dei traffici marittimi: “Secondo questa ricerca nel 2018 la portata media delle navi impiegate sulle rotte Asia–Europa sarà superiore a 15.000 TEUs per sfruttare al massimo l’economie di scala. Se per una nave da 7.000 TEUs di capacità il costo medio di un container da 20 piedi è di 416 dollari, per una da 12.500 TEUs questo valore scende a 297 dollari”. Ma quello laziale non è l’unico porto teso a potenziare la propria capacità di

movimentazione in ambito container. A Genova Luigi Negri, numero uno del Terminal Sech, ha recentemente fatto il punto sul progetto di riempimento di Calata Bettolo, che sarà affidata al Consorzio Bettolo, joint venture fra Marinvest, al 65%, e Sech: “Entro breve ci incontreremo con l’Autorità Portuale per formalizzare l’atto di concessione, che mi auguro avrà durata fino al 2045, e a seguire procederemo con l’assegnazione degli ordini per le sovrastrutture. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2014 avvieremo un piano d’investimenti da 135 milioni di euro per i macchinari e le gru del nuovo terminal container di Calata Bettolo”. La nuova struttura disporrà di una banchina lineare di oltre 500 metri, fondali a -14,5 metri e una superficie operativa di piazzale da circa 200.000 mq. “Il piano di sviluppo del terminal prevede l’installazione di sei gru di banchina (del valore di 8 milioni di euro ciascuna), cui si aggiungeranno tutte le macchine di piazzale per il sollevamento, che saranno completamente automatizzate garantendo, a parità di personale impiegato, importanti risparmi in termini di efficienza e di manutenzione. Sarà il primo esempio in Italia di terminal automatizzato”.

luglio 2013 - 25


Calata Bettolo a regime potrà movimentare annualmente fino a 700.000 TEUs e sarà in grado di accogliere anche le navi portacontainer di capacità superiore a 13.000 TEUs, anche se la larghezza del canale navigabile che congiunge l’imboccatura del porto con gli altri terminal del bacino di Sampierdarena limiterà la dimensioni delle navi che potranno raggiungere il terminal: “Inizialmente porteremo le navi che non interferiranno con il traffico del porto, ma in prospettiva sarà indispensabile e urgente spostare a mare la diga foranea del porto (operazione prevista peraltro dal nuovo piano regolatore portuale genovese in via di definizione, nda) per evitare che il terminal lavori al 50% delle proprie potenzialità. Nel breve termine le compagnie di navigazione ci chiederanno di portare le navi portacontainer da 14.000-18.000 TEUs”. Ma anche dall’altra parte del Nord Italia non si resta a guardare. Pier Luigi Maneschi, numero uno del gruppo TO Delta cui fa capo TMT - Trieste Marine Terminal, concessionaria fino al 2031 del terminal contenitori del Molo VII del capoluogo giuliano, ha recentemente reso noti i dettagli di un progetto da 90 milioni di euro (a carico per metà di TMT e per metà dell’Autorità Portuale) volto a portare la capacità del terminal da 650.000 TEUs a 1,2 milioni: “La banchina sarà rafforzata e allargata di almeno trenta metri, i binari ferroviari saranno levati dal molo e i treni si formeranno sulla piastra ferroviaria del retrobanchina, le navi potranno accostare da entrambi i lati, due nuove gru stanno per entrare in funzione, altre due entre-

26 - luglio 2013

Marco Simonetti e Rino Canavese ranno presto, una quinta e una sesta sono state ordinate e saranno a propria volta operative tra 24 mesi”. Il potenziamento del terminal è stato scelto – in luogo del prolungamento (idea risalente a qualche anno fa) – per ragioni economiche (90 milioni di euro contro 300) e di tempo: secondo i piani, infatti, i lavori potrebbero partire ad ottobre e terminare nell’autunno 2014, mentre per il prolungamento sarebbe occorsa l’approvazione del nuovo Piano Regolatore Portuale. L’urgenza non è strettissima, ma non mancano le ragioni per credere che un ampliamento del Molo VII si renda presto necessario. Nel 2013 si raggiungerà infatti una movimentazione di 450.000 TEUs

(contro i circa 400.000 del 2012), ma già all’inizio del 2014 la neonata alleanza fra Maersk, CMA CGM e MSC darà i primi frutti per Trieste: nel servizio dal Far East oggi operato dalle compagnie danese e francese con unità da 6.500 TEUs quella di Gianluigi Aponte immetterà navi da 9.000 TEUs: “Il servizio sarà sempre settimanale però, oltre ad essere operato con navi più grandi, avrà proprio Trieste come hub principale dell’Adriatico. Da qui poi partiranno i feeder per gli altri porti per cui i volumi movimentati sul Molo Settimo dovrebbero crescere notevolmente” ha concluso Maneschi. Andrea Moizo


infrastrutture / porto&diporto

570 milioni a Terna per la rete nel Sud Italia

E’

focalizzato sugli investimenti in Sud Italia il contratto di finanziamento di 570 milioni di euro perfezionato recentemente a Roma tra la Banca europea per gli investimenti (BEI) e Terna, la società di gestione della rete elettrica del Paese. La BEI era rappresentata da Dario Scannapieco, Vice presidente responsabile per Italia, Malta e Balcani Occidentali; Terna dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo. Nel dettaglio, il prestito contribuisce al piano quinquennale 2012-2016 di Terna, del valore superiore al miliardo di euro, per il rafforzamento del network italiano di trasmissione di energia elettrica. Il piano è suddiviso in quattordici progetti specifici localizzati in tutta Italia, ma con una attenzione particolare alle cosiddette Regioni Convergenza: Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Il 69% del totale del finanziamento della

BEI, infatti, è rivolto ai progetti basati in queste regioni. Il principale progetto, sia per dimensioni sia per rilevanza strategica, è l’interconnessione Sorgente-Rizziconi, il tratto di rete che collega la principale isola italiana, la Sicilia, alla Calabria. Questo progetto, per la sua valenza, è anche destinatario di una sovvenzione dell’Unione Europea di 110 milioni all’interno dell’EERP (European enrgy programme for recovery). Il prestito a Terna nel suo complesso rientra tra le priorità di intervento della Banca dell’Unione europea, principalmente per due aspetti. Da una parte l’attenzione per il sostegno che la BEI dà ai piani di miglioramento delle reti elettriche, fondamentali per la riduzione dei costi dell’energia elettrica e i differenziali di prezzo tra le diverse aree, e la cui efficacia è rivolta anche alla miglior connessione alla rete dei siste-

mi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Con il risultato finale di una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica. Dall’altra, la localizzazione geografica nel Mezzogiorno d’Italia di oltre i due terzi degli investimenti si inserisce nel filone di interventi fondamentali, sin dalla sua nascita, della BEI: il finanziamento delle Regioni meno sviluppate per una crescita socio-economico armoniosa dell’Unione europea. Italo Merciati La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l’istituzione finanziaria di lungo termine dell’Unione europea i cui azionisti sono gli stessi Stati membri. Il suo compito è erogare finanziamenti sul lungo termine per progetti validi al fine di contribuire agli obiettivi politici dell’UE.


infrastrutture / porto&diporto

Grimaldi inaugura il nuovo terminal a Barcellona I

l ministro dello Sviluppo Economico del Governo spagnolo, Ana Pastor, il consigliere per l’Impresa e Occupazione della Generalitat de Catalunya, Felip Puig, il consigliere per il Territorio e la Sostenibilità, Santi Vila, il sindaco di Barcellona, Xavier Trias, il Cardinale e Arcivescovo di Barcellona Lluis Martinez Sistach e il presidente del Porto di Barcellona, Sixte Cambra, oltre ad altre autorità, hanno partecipato, insieme all’Amministratore Delegato del Gruppo Grimaldi Emanuele Grimaldi, alla cerimonia di inaugurazione del nuovo terminal traghetti della compagnia italiana nel porto della capitale catalana. Grazie a questo investimento milionario, il Gruppo Grimaldi sottolinea il proprio impegno nel rendere Barcellona scalo strategico per i propri servizi Short Sea nel Mediterraneo. La nuova infrastruttura, disegnata dall’architetto Yannic Levêque della società IDOM, è composta da un edificio di tre piani per un totale di 3.750 metri quadrati, un piazzale pavimentato e una passerella con tre finger per l’accesso dei passeggeri ai traghetti direttamente dal terminal. Il tutto su una superficie totale di 63.000 metri quadrati. Il terminal passeggeri potrà ospitare contemporaneamente 1.800 passeggeri all’imbarco e 1.800 allo sbarco, 1.000 metri quadrati di uffici, circa 350 metri quadrati di spazi commerciali, un ristorante e una sala conferenze. Durante il suo intervento, il Ministro Ana Pastor ha evidenziato come “l’investimento di Grimaldi porterà più ricchezza, più impiego e soprattutto migliori infrastrutture a favore del cittadino - ribadendo che - il ministero sta lavorando attivamente per ridurre le tasse portuali e far

28 - luglio 2013

Ana Pastor

Emanuele Grimaldi

in modo che anche grazie a Grimaldi la città di Barcellona si apra al porto così come il porto si apra alla città”. Il Gruppo Grimaldi si è aggiudicato la concessione di 15 anni rinnovabili per altri 7,5 anni per il nuovo terminal del Muelle Costa del Porto di Barcellona “Questo investimento dimostra l’importanza strategica che ricopre il porto di Barcellona nella rete di Autostrade del Mare che il nostro Gruppo sta sviluppando negli ultimi anni nel Mediterraneo - ha affermato l’armatore Emanuele Grimaldi - Il nostro obiettivo è offrire standard di servizi sempre più alti e rispondenti alle esigenze dei nostri clienti” ha concluso Emanuele Grimaldi. Il Porto di Barcellona, intanto, da anni sostiene l’importanza del trasporto marittimo a corto raggio come modello di trasporto efficiente e sostenibile. Sixte Cambra ha sottolineato che questo im-

pegno “ha permesso al porto di diventare porto leader nel trasporto marittimo di corto raggio in Spagna e uno dei più importanti nel Sud dell’Europa, con collegamenti consolidati e di qualità come quelli offerti dal Gruppo Grimaldi”. Grimaldi Lines a Barcellona Il nuovo terminal ospiterà i vari collegamenti per passeggeri e merci offerti dal Gruppo Grimaldi da e per Barcellona. Attualmente il Gruppo Grimaldi collega ogni giorno (tranne la domenica) Barcellona con Civitavecchia con l’impiego dei cruise-ferry Cruise Roma e Cruise Barcelona (nel periodo estivo il servizio viene esteso anche a Porto Torres). Il Gruppo offre inoltre un collegamento settimanale per passeggeri e merci per i porti di Livorno e di Tangeri nonché un collegamento trisettimanale per sole merci per i porti di Livorno e Savona. Stefania Vergani


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trasporti / porto&diporto

Sas rinnova la sua flotta a lunga percorrenza

Accordo SAS e Airbus per l’acquisto di dodici nuovi aerei. SAS inizia così un programma che prevede anche il rinnovo delle cabine di sette A300/340.

“M

i compiaccio per la dichiarazione di intenti firmata recentemente. Tenendo costantemente sott’occhio l’implementazione della nostra strategia volta alla rimuneratività di SAS, riusciamo ad apportare modifiche basilari per investire nel nostro futuro di compagnia aerea leader in Scandinavia, a vantaggio di nostri clienti, dei nostri dipendenti e dei nostri azionisti”, ha così commentato Rickard Gustafson, Presidente e CEO di SAS Group, l’importante accordo che ha visto protagonista la compagnia aerea e il grande costruttore europeo di aeroveicoli. “Con questi aerei nuovi e tecnologicamente all’avanguardia, la flotta SAS si erge a fornitore di prima classe nel suo settore di competenza. Questo ci consente

di essere decisamente più competitivi in termini di comfort, assistenza ed efficienza, inoltre si riduce il consumo di carburante, cosicché i costi sono minori e ci avviciniamo sempre di più al nostro obiettivo di ridurre le emissioni”, ha ancora detto Gustafson. L’acquisto lascia il respiro sufficiente per un’ulteriore crescita, considerando che le risorse provengono da un finanziamento di credito all’esportazione da un contratto di sale-and-lease-back. Il prezzo di listino per l’ordine è di 3,3 miliardi di dollari USA. Con questa di-

30 - luglio 2013

chiarazione d’intenti sono state poste le basi per i primi passi verso una flotta SAS a lunga percorrenza moderna ed efficiente, sia a medio sia a lungo termine. Questi nel dettaglio i termini dell’accordo. Otto A350-900 XWB SAS ordinerà otto A350-900, con opzione per altri sei velivoli. La flotta di A350-900 presenta una capacità di passeggeri superiore del 20% rispetto ai A340/A330 finora in uso. L’ A350-900 è un aereo completamente nuovo, con

una dinamica avanzata, materiali nuovi e tecnologia di sistema all’avanguardia. L’aereo presenta un fabbisogno di carburante per posto passeggero fino al 30% in meno, inoltre si dimezza la rumorosità rispetto al A340. Gli A350900 saranno consegnati a SAS a partire dall’inizio del 2018. Quattro A330-300 Enhanced Grazie ai nuovi acquisti, la flotta SAS A330 passa da quattro a otto velivoli. Grazie a questo nuovo acquisto, gli A340 ancora in uso saranno sostituiti allo scadere dei contratti di leasing. I rinnovi dei A330-300 Enhanced comprendono nuovi interni per le cabine,

una riduzione del fabbisogno di carburante pari al 2% e un’autonomia nettamente superiore: i nuovi aerei potranno così essere utilizzati in tutta la rete SAS. Gli A330-300 Enhanced saranno consegnati a SAS dall’inizio del 2015.

Rinnovo delle cabine degli A330/340 SAS rinnoverà completamente le cabine passeggeri in un massimo di sette A330/340. Il miglioramento prevede nuovi sedili in tutta la cabina e l’installazione di un impianto di Videoon-demand ad alta risoluzione. La Business Class sarà dotata di cuccette con letti perfettamente orizzontali. La conclusione della ristrutturazione delle cabine è prevista per il 2015. Il Gruppo SAS offre una rete globale di collegamenti con oltre 136 destinazioni servite in Europa, Estremo Oriente (Bangkok, Pechino, Tokyo e Shangai) e Nord America (New York, Washington DC, Chicago e San Francisco a partire dall’8 aprile 2013). La flotta SAS è composta da 204 aeromobili e nel 2012 il vettore ha trasportato 25.9 milioni di passeggeri. In Italia SAS opera da 7 aeroporti (Milano Linate, Milano Malpensa, Roma, Bologna, Venezia e Cagliari e Palermo per la stagione estiva) per gli scali del Nord Europa. Italo Merciati


spedizionieri / porto&diporto

Rivalutiamo le nostre qualità senza assist alla concorrenza U

n ritorno al passato, i piedi per terra sul presente, la realizzazione dei programmi per il futuro. Questo in sintesi il programma di Assosped, l’associazione Imprese di Spedizione Venezia che sono stato chiamato a presiedere per il prossimo quadriennio. Ritorno al passato Alcuni obiettivi erano stati definiti sei anni fa nel mio primo mandato da presidente, ma rimangono di attualità. Allora fu impostato un fattivo dialogo con Autorità Portuale, Agenzia delle Dogane, Capitaneria di Porto, Ministero della Sanità, Regione del Veneto e le principali Istituzioni. Molti progetti realizzati sono frutto di questo dialogo: l’Area Scanner, il Centro Controlli Sanitari, i Magazzini del Freddo, il Punto Franco, la nuova viabilità di accesso al porto. C’è ancora molto da fare, e come Direttivo puntiamo ad una rinnovata e ancor più stretta collaborazione con le Istituzioni. Pensiamo all’imminente sperimentazione dello Sportello Unico Doganale, al pre-clearing, ai “corridoi doganali” che permetteranno a Porti ed Interporti del Veneto la semplificazione nel transito delle merci. I piedi per terra sul presente Grazie alla migliore accessibilità ottenuta con gli escavi dei canali, già a fine mese, arriveranno nuovi servizi diretti da/per l’Estremo Oriente. Ma i nostri porti perdono traffici per la lentezza nel rilascio delle merci: abbiamo troppa burocrazia e complessità nelle procedure. Complice la crisi e la diminuzione dei volumi di merci, le aziende del

Andrea Cosentino nostro comparto stanno soffrendo oltre il dovuto, perché non possono aggredire i mercati europei limitrofi. Procedure complicate provocano diffidenza o il rifiuto all’utilizzo del nostro porto. Ho chiesto al collega tedesco presidente degli spedizionieri cosa ostacoli il transito su Venezia della sua merce proveniente dalla Cina. “Dammi la garanzia che in 72 ore sei a Monaco”, ha risposto. Il mercato europeo vuole tempi certi dal porto a casa. La semplificazione è la leva per dare subito maggiore competitività al porto di Venezia, acquisendo traffici che oggi gravitano su altri scali europei. Serve uno sforzo comune per superare l’attuale profonda crisi, pensando a forme di aggregazione e collaborazione e dimenticando l’obsoleta politica “dell’or-

ticello”. A Venezia abbiamo esempi di eccellenza e crescita economica. Il settore crocieristico sviluppa un’attività con importanti investimenti e ricadute economiche a beneficio di tutta la città. Invece questo a molti veneziani non piace. Alcuni sembrano paradossalmente voler gettare nell’immondizia (o servire su un piatto d’argento alla concorrenza) una grande ricchezza, a discapito dell’economia cittadina e mettendo a rischio posti di lavoro. Noi ci schieriamo apertamente a favore del mantenimento e sviluppo della crocieristica e delle grandi navi; vanno trovate soluzioni per migliorare il transito in laguna, ma l’attuale stazione passeggeri, moderna ed efficiente, non deve essere dismessa. I programmi per il futuro L’Autorità Portuale di Venezia ha programmato fondamentali potenziamenti infrastrutturali per il Porto. Tra questi, l’inserimento di Venezia nella rete trans europea di trasporto e la piattaforma portuale d’altura (porto off-shore). Dobbiamo fornire il massimo supporto a queste iniziative che garantiscono il futuro dei porti di Venezia e dell’Alto Adriatico in conformità ai programmi del NAPA. Per questo spero sia conclusa la polemica accesa dalla presidente del FVG Debora Serrachiani sul porto d’altura a Venezia, che ha rischiato di destabilizzare il NAPA e che è un “assist” ai porti nord europei. Un risultato che non vogliamo. Andrea Cosentino Presidente Assosped Venezia

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formazione / porto&diporto

I.P.E. – compie dieci anni la scuola dei talenti

Festeggiati i primi dieci anni della Scuola di Alta Formazione in occasione della Cerimonia di chiusura dei Master in Finanza, Bilancio e Shipping del 2013

D

alla formazione qualificata al mondo del lavoro il passo è breve. Si è chiusa con la tradizionale cerimonia di consegna dei diplomi la quinta edizione del Master in Shipping: Logistica, Finanza e Strategia d’impresa realizzato dalla Scuola di Alta Formazione dell’I.P.E. Istituto per ricerche ed attività educative di Napoli. Il Master in Shipping, unico nel suo genere, forma figure professionali esperte nei prodotti che il mercato finanziario offre alle società del settore armatoriale e alle aziende di tutto il comparto per l’accesso al mercato dei capitali e al private equity. Il corso gode della stretta collaborazione con importanti esponenti del mondo dell’Università, del settore armatoriale, dei trasporti e della consulenza, rappresentando un’opportunità davvero unica di alta formazione, in un settore di rilevante importanza per una

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Da sx Lorenzo Burdo, Carlo Santini, Anna Maria Tarantola e Antonio Ricciardi


città come Napoli e per l’economia in generale. L’evento conclusivo, che si è tenuto nelle scorse settimane nell’Aula Magna della Residenza Universitaria Monterone a Napoli, quest’anno è coinciso con il decennale della Scuola di Alta Formazione dell’I.P.E. che nel 2003 ha inaugurato il primo Master. Sono intervenuti: Lorenzo Burdo, Direttore dell’I.P.E., Carlo Santini, Direttore Scientifico della Scuola di Alta Formazione dell’I.P.E. e Antonio Ricciardi, Segretario Generale dell’I.P.E. e Direttore Scientifico del Master, con una relazione su “I primi dieci anni della Scuola di Alta Formazione”. Presenti i docenti e i rappresentati delle numerose aziende Partner e sostenitrici del Master e della Scuola di Alta Formazione, tra cui Amelia Grimaldi, Grimaldi Group, Fabrizio Simeoli, CA.FI.MA, Carlo Morace, Studio Legale Morace & Co. che hanno consegnato i diplomi ai 25 allievi del Master e premiato i primi tre classificati, vincitori di tre borse di studio da mille euro messe a disposizione dall’I.P.E. Il Master, come gli altri promossi dalla Scuola di Alta Formazione I.P.E., è gratuito per tutti gli allievi, grazie al sostegno delle aziende partner tra cui: Confitarma, CA.FI.MA, CR Marine Aviation, d’Amico Navigazione, Fratelli D’Amato Armatori SpA, Grimaldi Group, Gruppo Imperiali, Moby, Perseveranza Navigazione, Poliass Marine & General, Pricewaterhouse Coopers, Studio Legale Morace, VSL - Venice Shipping and Logistics. I 25 allievi che

hanno partecipato alla quinta edizione hanno un’età media di 24 anni ed hanno conseguito o stanno conseguendo la laurea di secondo livello con il massimo dei voti in Economia, Ingegneria, Giurisprudenza e Studi Internazionali. L’Ufficio Job Placement dell’I.P.E. ha dato l’opportunità a ciascun partecipante di sostenere due colloqui a testa con

importanti aziende, banche e società di consulenza, tra cui, L’Oreal, Prada, MSC crociere, che hanno già selezionato per stage e contratti di lavoro finalizzati all’inserimento 6 allievi di questa edizione, ancor prima della chiusura del corso. Momento importante del percorso formativo degli Allievi utile per entrare in contatto con il mondo del lavoro, è stato quello dedicato ai project work, lavori di gruppo applicativi guidati dai tutor aziendali che quest’anno hanno visto coinvolte prestigiose aziende e studi professionali operanti nel settore marittimo e dei trasporti. L’I.P.E. Istituto per ricerche ed attività educative, nato nel 1981 come Ente Morale, con sede legale a Napoli, è uno dei Collegi universitari legalmente riconosciuti ed operanti sotto la vigilanza del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ed è tra gli enti accreditati dalla Regione Campania per la formazione superiore, formazione continua e l’orientamento. Emanuela Sorrentino

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ricerche / porto&diporto

Imprese e crisi all’ultimo round

L’internazionalizzazione leva strategica per la ripresa economica

S

ono stati presentati in anteprima a Roma il 16 luglio 2013, presso la Residenza di Ripetta, i primi risultati del Rapporto 2013 Impresa e Competitività, l’indagine annuale realizzata congiuntamente da SRM e OBI - Osservatorio Banche Imprese di Economia e Finanza su un campione di imprese italiane operanti nei settori manifatturiero, ICT, delle costruzioni e del turismo. Il convegno di presentazione - dal titolo “Siamo all’ultimo round contro la crisi?” - ha descritto un quadro generale dello stato di salute dei settori produttivi considerati, ed evidenziato le dinamiche economico-produttive delle diverse realtà territoriali, con lo scopo di offrire gli elementi necessari per definire, con compiutezza e consapevolezza, le azioni per vincere anche “all’ultimo round” la sfida della ripresa e della crescita. Dopo i saluti introduttivi di Gaetano Mastellone, Vice Presidente OBI, a seguire Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, e Antonio Corvino, Direttore Generale OBI, hanno illustrato in anteprima

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i risultati dell’indagine campionaria - quest’anno alla sesta edizione - fornendo un primo consuntivo dell’anno 2012 ed alcune valutazioni e stime sulle tendenze espresse per l’anno in corso, nonché alcune proposte di policy focalizzate sulle leve strategiche per la ripresa - nuova imprenditoria giovanile, processi di internazionalizzazione, capacità di fare rete - e poi su quello che da anni OBI ed SRM propongono per il Mezzogiorno del nostro Paese, cioè investire nella “TAC 3.0”: turismo, agricoltura ed agroindustria, industria della cultura e creatività. Ne hanno discusso: Andrea Dossena, Responsabile Analisi dei Settori Industriali di PROMETEIA, Domenico Favuzzi, A.D. Exprivia e Presidente Confindustria Puglia, Luigi Gallo, Responsabile Ricerca e Innovazione INVITALIA, e Daniele Marini, Università di Padova, Direttore Scientifico Fondazione Nord Est. «Nonostante i risultati non positivi dell’attuale scenario congiunturale, dalle prime analisi del Rapporto Impresa e Competitività - spiega Mas-

Gaetano Mastellone simo Deandreis, Direttore Generale SRM - emergono dati confortanti sulle esportazioni: quasi il 40% del totale di imprese intervistate sono infatti attive sui mercati esteri dove


Massimo Deandreis realizzano circa il 35% del proprio fatturato totale. È l’internazionalizzazione una delle leve strategiche su cui puntare per riuscire a superare l’ultimo “round” contro la crisi. Occorre perciò incoraggiare, anche con un’azione di “cultura imprenditoriale”, una maggiore propensione ad affacciarsi sui mercati esteri, stimolando un’internazionalizzazione di qualità, per migliorare il posizio-

namento delle nostre imprese manifatturiere nelle Global Value Chain». «Dall’indagine 2013 emerge la presenza di tre cluster (imprese a dinamica positiva, imprese a dinamica negativa, imprese a dinamica invariata) – dichiara Antonio Corvino, Direttore Generale OBI - In particolare il 12,7% delle imprese italiane ha intrapreso un sentiero di crescita virtuoso, ma questa percentuale è fortemente limitata nel Mezzogiorno (7,7%). L’identikit di tali imprese virtuose si caratterizza per forti investimenti in internazionalizzazione, risorse umane, ricerca tecnologica, ed in innovazione gestionale ed organizzativa; è su queste imprese che le politiche industriali e di programmazione dovranno puntare, in vista di una riorganizzazione complessiva del sistema delle imprese. Pertanto – prosegue Corvino - in vista di tale riorganizzazione, occorre implementare il modello tipo TAC 3.0, incentrato sullo sviluppo sinergico di agroalimentare, turismo, territorio, creatività ed industria culturale, come settori trainanti di una logica di sviluppo possibile. A valle di tutto ciò è necessario anche sviluppare il sistema da noi denominato “progetto portaerei”, costituito da piattaforme logistiche/commerciali, necessarie per promuovere sia la fascia alta dei marchi di lusso, sia per ridare slancio e competitività al segmento medio dei beni di consumo». I primi risultati del Rapporto 2013 La crisi economica non allenta la presa e continua ad incidere sulle performances economiche delle imprese. Maggiore è infatti il numero delle imprese che dichiarano un calo del fatturato (saldo -27,63) la cui variazione media è di -8,67%. Le difficoltà sono comuni a tutti i settori produttivi, soprattutto quello delle costruzioni, anche se il manifatturiero appare in una situazione relativamente migliore grazie essenzialmente all’alimentare ed al farmaceutico che registrano performance sostanzialmente stabili e bilanciano in parte l’andamento decisamente negativo degli altri comparti. Anche la gestione degli assetti finanziari è peggiorata e tra le motivazioni principali, oltre il 70% delle imprese intervistate indica il rallentamento della domanda finale e quasi il 50% indica l’allungamento dei tempi di pagamento. L’andamento degli ordini conferma quanto rilevato per il fatturato sia in termini di variazione media del portafoglio ordini sia in termini di saldo. Tuttavia, se si considerano gli ordini provenienti dall’estero, i risultati migliorano per tutti i settori diventando positivi (soprattutto per il turismo) ad eccezione dell’ICT. Quindi, l’austerità

Antonio Corvino della crisi viene mitigata un po’ dalla domanda estera. Dal punto di vista geografico, i risultati di mercato sono diffusamente negativi, in modo particolare nel Mezzogiorno dove i saldi e la variazione media del portafoglio ordini sono rispettivamente di -41,3% (Italia -25,4%) e -12,7% (Italia -7,5%). Tale area risulta inoltre l’unica circoscrizione geografica dove anche gli ordini esteri presentano un andamento negativo (incidono molto le performance della Manifattura) sebbene con un evidente miglioramento di circa 10 p.p. della variazione degli ordini (-3,25%). In realtà il 2012 è stato un anno difficile per l’economia meridionale. Il saldo tra imprese con fatturato in aumento e imprese con fatturato in diminuzione è negativo, -43% circa, valore quasi doppio rispetto a quello del Nord Ovest, ed il fatturato si riduce mediamente del 13,8%. Il grado utilizzo impianti è il più basso (68,6% contro 73,9% dell’Italia) e la situazione finanziaria è in diffuso peggioramento (-44,2% a fronte del -34,4% dell’Italia). Di fronte a tale scenario, emerge un comportamento «medio» delle imprese di tipo «difensivo», che si traduce in: ristrutturazione degli organici; più lenti processi di internazionalizzazione; minor numero di imprese che investono ed innovano nel lungo periodo. Tuttavia il Mezzogiorno conserva ancora una forza economica rilevante con un PIL di 360.392 mln, più del Belgio (356.125 mln di €) e della Polonia (354.616 mln di €). Sebbene in media la struttura imprenditoriale meridionale evidenzi forti criticità, esiste comunque una realtà vitale di imprese che investe e compete: l’incidenza della spesa per investimenti sul totale del fatturato nel Mezzogiorno è la più alta d’Italia, il 16,24% contro una media nazionale dell’11,78%. (Turismo e Costruzioni sono in questo caso tra i settori preva-

luglio 2013 - 35


lenti). Si tratta perlopiù di imprese appartenenti a settori chiave del sistema economico meridionale come ad esempio Automotive, Aerospazio, Agroalimentare ed il Turismo che riescono a raggiungere risultati migliori (spesso meno negativi) in quanto dotate di skill qualificati, dimensioni maggiori, capacità di investire, innovare ed internazionalizzare. Ciò si verifica nonostante l’ambiente esterno sia poco favorevole. Il sistema fiscale e la struttura burocratica, «fattori esterni considerati dalle imprese tra i più strategici per il loro successo competitivo» pongono evidenti difficoltà alla crescita ed anche il sistema finanziario vive un periodo di trasformazione e di ristrutturazione. Inoltre, dai giudizi degli imprenditori meridionali, sulla disponibilità di servizi ad alto valore aggiunto per l’impresa si evince una marcata insoddisfazione per il marketing, l’internazionalizzazione e le infrastrutture materiali ed immateriali. I dati analizzati evidenziano quindi come la crisi stia coinvolgendo tutte le macro aree, anche se con un’evidente difficoltà specifica per il Mezzogiorno, a conferma che nel Paese i problemi sono in gran parte «condivisi» e che la crisi ha reso le diverse aree più «simi-

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li» tra di loro, rispetto al passato. Le azioni per vincere anche “All’ultimo Round” la sfida della ripresa e della crescita • Occorre fortificare i principali driver di competitività, puntare sulla nuova imprenditoria giovanile, ed investire in quei settori per i quali il Mezzogiorno gode di un ottimo riconoscimento e quindi attrattività internazionale come l’Automotive, l’Aerospazio, il Turismo, Agricoltura ed Agroindustria, Industria della Cultura e Creatività. • Il dimensionamento di impresa non si riduce alla questione grande è bello e piccolo no, piuttosto quanto le imprese siano capaci di crescere e rafforzarsi, favorendo lo sviluppo dei processi di aggregazione e di «coopetition». • Lo spazio per l’innovazione è illimitato. Se le grandi aziende di produzione introducono innovazione più facilmente, per le piccole, la collaborazione anche

con i soggetti pubblici può costituire una strada percorribile. • La domanda estera rappresenta una fonte di sostegno alla crescita del Pil. La maggiore apertura ai mercati internazionali appare una delle principali strade da percorrere per il recupero di reddito ed occupazione. • La presenza di efficaci servizi reali ad alto valore aggiunto sul territorio va rafforzata per far sì che gli imprenditori possano competere allo stesso modo ed allo stesso modo la governance pubblica deve poter garantire alle imprese contesti normativi, burocratici, fiscali adatti alla competizione internazionale. Occorre infine sostenere la trasparenza nei rapporti con il mercato, favorire la concorrenzialità, dare spazio alla formazione, consolidare le reti e i cluster e le sinergie tra banca e impresa. Michela Fanis


federchimica / porto&diporto

Logistica sostenibile Federchimica presenta SET C

himica, settore sostenibile anche nella logistica: Federchimica - Federazione nazionale dell’industria chimica - lancia oggi il nuovo SET, Servizio Emergenze Trasporti, il programma volontario che impegna le imprese aderenti a supportare le Pubbliche Autorità, in particolare i Vigili del Fuoco, nella gestione di incidenti o emergenze in cui siano coinvolti prodotti chimici. SET è stato presentato nell’ambito della 10a Conferenza Logistica promossa da Federchimica, e Certiquality, Istituto di certificazione della qualità. SET è nato nel 1998 grazie all’accordo di collaborazione tra Federchimica e Ministero dell’Interno (Dip. Protezione Civile e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) e fa parte della rete ICE, il programma europeo per la gestione delle emergenze nei trasporti di prodotti chimici. Dapprima utilizzato come servizio di

supporto alle segnalazioni dei Vigili del Fuoco, oggi SET è un centro operativo di eccellenza per la gestione delle emergenze e del rischio chimico in generale, rivolto anche a tutte le componenti del sistema, pubblico e privato, che interagiscono nella prevenzione del rischio dei prodotti chimici (Guardia costiera, Polizia stradale, Protezione civile, Operatori del settore logistico, etc.). L’organizzazione di SET è stata infatti ulteriormente ampliata, assicurando, con le proprie Squadre di Emergenza, anche le fasi di bonifica dei luoghi ove è avvenuto l’eventuale incidente. Il Servizio è attivo 24 ore su 24 ogni giorno dell’anno su tutto il territorio nazionale, non solo per trasporto ferroviario e su gomma, ma anche marittimo grazie a REMPEC (il Centro di gestione emergenze da inquinamento in mare, con sede a Malta).

SET si attiva chiamando il numero di emergenza nazionale, gratuito per le Autorità Pubbliche; il Centro di Risposta Nazionale valuta poi il tipo di intervento necessario. “SET è uno strumento unico, tempestivo e capillare: il sistema ideale per supportare le Autorità preposte alle Emergenze, in primis i Vigili del Fuoco - sul luogo dell’incidente in tempi brevi, scongiurando complicazioni o risolvendo il problema alla base; e anche nella prevenzione, grazie alla Banca dati sugli incidenti che il SET mette a disposizione dei soggetti interessati. Anche così le imprese chimiche dimostrano di saper fornire soluzioni sempre più efficaci per migliorare ogni aspetto connesso alla sicurezza di tutto il ciclo di vita dei propri prodotti” ha dichiarato Erwin Rauhe, Vice Presidente di Federchimica. Fabrizio de Cesare

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finanza / porto&diporto

Da BEI e Intesa Sanpaolo 650 milioni di euro per PMI L

a Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno definito sei nuovi accordi per finanziamenti a medio-lungo termine, destinati a imprese italiane, per un importo complessivo pari a 661 milioni di euro. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei rapporti consolidati tra BEI e Intesa Sanpaolo ed è volta a rafforzare ulteriormente il supporto offerto al settore produttivo italiano, a mitigare gli effetti della crisi finanziaria e a contribuire all’avvio del processo di ripresa. All’interno del plafond di 661 milioni di euro complessivi messi a disposizione dalla BEI sono stati individuati sei settori di intervento che coinvolgeranno nello specifico alcune società del Gruppo Intesa Sanpaolo. Oltre ai finanziamenti per le piccole e medie imprese (PMI), parte delle linee saranno messe a disposizione per investimenti delle aziende attive nel comparto delle energie rinnovabili. Di particolare rilievo l’operazione per i prestiti agli studenti e Parma social housing, prima operazione del genere in Italia, resa possibile grazie alla collaborazione tra la BEI e il Gruppo Intesa Sanpaolo. “L’operatività con Intesa Sanpaolo, uno dei nostri principali partner in Europa, è determinante per far affluire le risorse della BEI al sistema economico

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italiano, in cui le PMI svolgono un ruolo cruciale. Una soddisfazione particolare per i due finanziamenti innovativi dedicati, rispettivamente, agli studenti universitari e all’edilizia residenziale a Parma: sono il segno che con la collaborazione del mondo bancario l’Europa ha gli strumenti per poter essere vicina ai suoi cittadini e sostenerli nelle loro esigenze essenziali”, ha commentato Dario Scannapieco, Vice Presidente BEI responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani Occidentali. “L’iniziativa attuata in sinergia con la Banca Europea per gli Investimenti fornisce una testimonianza tangibile di come l’Unione Europea favorisca significativamente la messa a fattor comune di risorse e competenze fra i paesi membri, permettendo la realizzazione di interventi che vadano nella direzione della crescita e dello sviluppo sostenibile. Grazie a questi accordi, mettiamo a disposizione dell’economia reale un contributo finanziario significativo per la ripresa del ciclo economico.” ha dichiarato Enrico Cucchiani, Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo. “I nuovi accordi destinati a finanziamenti a medio-lungo termine seguono infatti un obiettivo ben preciso: concentrare i nostri sforzi e le nostre energie sulla crescita delle imprese di medie e piccole dimensioni, che ancora oggi costitu-

iscono l’asse portante del tessuto produttivo italiano. Intesa Sanpaolo prosegue dunque, attraverso azioni concrete e focalizzate al massimo risultato, la sua azione di sostegno ai settori cruciali per il processo di innovazione del nostro Paese”. Sei i settori di intervento individuati per complessivi 661 milioni di euro: • PMI (400 milioni di euro) • Prestiti agli studenti universitari (20 milioni di euro) • Parma social housing (16 milioni di euro) • Energie rinnovabili (100 milioni di euro) • Efficientamento energetico scuole Provincia di Milano (65 milioni di euro) • Ambiente (60 milioni di euro) In particolare gli accordi sottoscritti riguardano: Piccole e medie imprese (400 milioni di euro) Al sostegno delle PMI italiane saranno destinati 400 milioni di euro, con impiego di fondi BEI a condizioni di particolare favore. Le linee saranno finalizzate esclusivamente agli investimenti delle PMI, tramite l’intermediazione di Mediocredito Italiano - la società del Gruppo Intesa Sanpaolo specializzata nel finanziamento a medio e lungo termine per le PMI - e Leasint, la so-


cietà di leasing del gruppo. In generale, oggetto dei prestiti saranno sia nuovi progetti sia quelli in corso non ancora ultimati. Per quanto riguarda le PMI, i progetti non potranno superare l’importo di 25 milioni di euro con durata massima di 15 anni. Gli interventi sono destinati a aziende attive in tutti i settori produttivi: agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi e potranno riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa. Sono esclusi i progetti di puro investimento finanziario/immobiliare. Intesa Sanpaolo si impegna a fornire anche risorse proprie alle PMI beneficiarie, facendo così aumentare il plafond complessivamente a disposizione per il supporto del sistema economico italiano. Prestiti agli studenti universitari (20 milioni di euro) Questa linea di credito finanzia prestiti agli studenti iscritti in un Istituto Universitario dell’Unione con sede in Italia convenzionato con il Gruppo Intesa Sanpaolo. Tale prestito contribuisce alle spese di studio e mantenimento (per esempio tasse d’iscrizione, libri, alloggio e costi di trasporto). L’ammontare del prestito è previsto sia mediamente di 20.000 euro per studente, spalmato su quattro anni (5.000 euro per anno). Il piano di rimborso del prestito inizierà un anno dopo il completamento degli studi con rate mensili fisse e per durata massima di otto anni.

Parma social housing (16 milioni di euro) Linea di credito particolarmente significativa poiché, grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo e la banca del gruppo Carisbo, la BEI finanzia per la prima volta il social housing in Italia. Si tratta di un prestito, destinato alla concessione di un finanziamento ad un Fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso, riservato a investitori qualificati, che ha in corso di realizzazione la costruzione di 408 unità abitative di edilizia residenziale sociale situate nel Comune di Parma. Energie rinnovabili (100 milioni di euro) Tramite Mediocredito Italiano e Leasint, entrambe società del gruppo Intesa Sanpaolo, la BEI mette a disposizione 100 milioni di euro per il finanziamento di progetti nel settore delle energie rin-

novabili e dell’efficienza energetica localizzati in Italia. Si tratta di uno dei pilastri dell’attività di prestito della Banca europea per gli investimenti, e rappresenta un rafforzamento degli accordi di settore già siglati con Intesa Sanpaolo nell’ultimo triennio. Efficientamento energetico scuole Provincia di Milano (65 milioni di euro) Di recente è stata anche perfezionata da BEI e Intesa Sanpaolo con la Provincia di Milano una linea di credito destinata al finanziamento di interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici. Nel dettaglio, la linea di credito permetterà di finanziare i soggetti privati qualificabili come energy service companies (le cosiddette ESCO) che si aggiudicheranno i lotti lavori messi a gara dalla Provincia e riguardanti interventi di efficientamento energetico nelle scuole e negli edifici di proprietà dei comuni della Provincia di Milano (inclusa la città di Milano) e dei comuni della provincia di Monza e Brianza. Ambiente (60 milioni di euro) Linea di credito destinata al finanziamento di progetti di piccole e medie dimensioni per la “protezione ambientale” e per le “comunità sostenibili” (inclusa la rinnovazione urbana), promossi da enti locali ed altri enti di diritto pubblico o di diritto privato. Il prestito potrà essere utilizzato anche per il finanziamento di investimenti in capitale umano (nel settore della sanità e dell’istruzione), nel settore dell’energia o di altri progetti infrastrutturali situati nelle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali per il periodo 20072013 nell’ambito dell’obiettivo “convergenza”. Paola Martino

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economia / porto&diporto

Il settore immobiliare vede la luce in fondo al tunnel N

on arretra, ma avanza poco. Questo l’andamento del mercato immobiliare dei principali Paesi europei nel primo semestre del 2013; un andamento che lascia ben sperare per i prossimi mesi, soprattutto se si attenueranno i venti di crisi degli ultimi anni e crescerà la fiducia delle famiglie e degli investitori. A fine 2013, comunque, il fatturato complessivo è stimato in circa 615 miliardi di euro, con un incremento dell’1,4 per cento rispetto allo scorso anno. La fetta più importante spetta alla Germania, con il 29 per cento, mentre l’Italia è al 19 per cento con un fatturato previsto in 115 miliardi di euro. Ma le previsioni sul secondo semestre, pur se leggermente positive, sono legate al miglioramento dell’economia complessiva e ad una maggiore fiducia delle famiglie e delle imprese. Sono alcuni trend diffusi da Scenari Immobiliari e che confluiranno, con il quadro previsto per il 2014, nell’Outlook che sarà presentato al ventunesimo Forum di Santa Margherita, che si terrà nei giorni 13 e 14 settembre. Ecco, settore per settore, come è andato il primo semestre del 2013 in Europa. Il residenziale mostra un andamento differenziato a seconda dei

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Paesi e dei segmenti di mercato e con uno squilibrio tra prezzi e reddito disponibile sempre più accentuato in molte nazioni. La riduzione dei redditi delle famiglie, accompagnata dalle perduranti difficoltà di accesso al credito, hanno un impatto pesante sulla domanda. Nel complesso i valori nominali degli immobili sono stabili o in lieve calo, mentre flessioni più consistenti caratterizzano i Paesi in cui la recessione economica è particolarmente grave, quali Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia. In aumento i valori in Germania, Turchia e Svizzera. Il settore uffici mostra una discreta tenuta, anche se l’incertezza sull’euro e l’inasprimento fiscale, soprattutto nell’Europa del Sud, hanno un impatto pesante sul mercato del lavoro e frenano la ripresa. L’atteggiamento delle grandi società è differenziato: alcune sono prudenti e rimandano le decisioni localizzative, mentre altre portano avanti piani di espansione. Nella prima parte del 2013 la domanda è guidata dai processi di razionalizzazione degli spazi e dalla volontà di contenere i costi di gestione. Anche nel comparto uffici è in crescita il gap tra immobili primari, con riferimento ai quali la domanda, sia di locazione che di investi-

mento è sostenuta, e quelli secondari, caratterizzati da un eccesso di offerta e quotazioni in calo. Andamento positivo anche per i mercati commerciali primari, nonostante le prospettive di sviluppo rimangono deboli nella maggior parte dei Paesi occidentali, mentre alcuni mercati emergenti, come quelli russo e turco, sono in fase espansiva. Si registra comunque un crescente squilibrio tra domanda ed offerta, poiché una parte delle società europee è in cerca di opportunità di investimento, ma l’offerta di alto livello è scarsa. Questo squilibrio comporta un aumento dei canoni di locazione nelle aree di pregio delle piazze più richieste, quali Istanbul, Mosca, Londra e le principali città tedesche. Prosegue invece la crisi degli immobili secondari, che vedono un costante aumento dell’offerta e un ulteriore calo delle quotazioni. Dopo alcuni anni di crisi più grave rispetto agli altri comparti, nell’ultimo semestre i mercati immobiliari industriali hanno mostrato una lieve ripresa, anche se l’atteggiamento di affittuari ed investitori continua ad essere dominato dalla prudenza. La domanda è in aumento in numerosi mercati, soprattutto con riferimento ai prodotti primari e alle


superfici di medie dimensioni. Ancora in sofferenza, invece, le aree secondarie e gli spazi più grandi, per i quali la domanda continua ad essere modesta. Il brusco arresto dell’attività edilizia in corso dal 2008 ha causato in alcuni mercati uno squilibrio tra domanda ed offerta, con conseguente pressione sui canoni di locazione. Tra i mercati più attivi Amburgo, Monaco e Kiev. In rosso il mercato immobiliare italiano che ha chiuso il 2012 con un giro d’affari ridotto del 7,9 per cento rispetto al 2011. L’andamento del primo semestre indica una sostanziale stabilità e a fine 2013 si prevede un leggero rialzo, fino a 115 miliardi di euro (+0,3 per cento), dovuto ai settori residenziale e alberghiero, mentre restano negativi tutti gli altri comparti. Il residenziale, che incide per il 74 per cento sul fatturato complessivo, è ancora debole. Le compravendite sono sui livelli dello scorso anno, anche se alcune realtà territoriali mostrano limitati rialzi. Prezzi in calo, ma con disomogeneità tra le zone urbane. Il settore è candidato a guidare la ripresa del mercato immobiliare italiano. I tempi dipenderanno principalmente dalla ripresa economica e occupazionale e dalla ripartenza del sistema creditizio, ma anche dalle decisioni in merito al prelievo fiscale sugli immobili. Per quanto

riguarda gli altri mercati, cresce l’interesse per l’ alberghiero, in particolare attraggono i complessi di livello medioalto nelle città più importanti e gli hotel di lusso a Roma. Il fatturato del settore ha chiuso il 2012 a più 6,3 per cento e cresce ancora nel 2013. Il commerciale prosegue la fase negativa, che riflette la crisi dei consumi, anche se tengono gli spazi di alto livello nelle zone di pregio e, in seconda battuta, le gallerie e i centri commerciali primari. L’industriale, specialmente nel settore produttivo artigianale, attraversa una fase critica, tanto che la stima a

fine anno è di una perdita del dieci per cento di fatturato rispetto al 2012. Va meglio la logistica nuova ben posizionata che però, dopo un 2012 abbastanza positivo, sta registrando un ribasso. Per gli uffici, l’interesse degli investitori si concentra sulle top location delle grandi città e sugli immobili di pregio, con grande attenzione per le caratteristiche prestazionali. Il settore nel suo complesso stenta a ripartire e resterà stabile, con tendenza a un’ulteriore lieve contrazione di tutti i parametri, per tutto l’anno in corso. Eduardo Cagnazzi

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Nuovo marchio di due colossi per i veicoli industriali I

l colore nero predominante, che denota autorevolezza e solidità industriale, accanto alla vivacità del rosso: sono questi i due colori che caratterizzano il nuovo logo di Cnh Industrial, la nuova azienda che risulterà dalla fusione di Fiat Industrial, società specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di macchine per il lavoro e Cnh Global, attiva nei settori delle macchine agricole e del movimento terra. Questo monogramma, che intende comunicare una solidità tipicamente industriale, rappresenta un’azienda che sta vivendo un periodo di profonda trasformazione organizzativa e culturale, puntando su un continuo rinnovamento dei prodotti e sulla ricerca tecnologica.

Sergio-Marchionne La progettazione del marchio, realizzata in collaborazione con Robilant Associati, è stata guidata dalla volontà di creare un’icona in cui fosse possibile ritrovare un forte legame tra passato e futuro. Da qui la rielaborazione di un logo che rappresenta un elemento di continuità e riflette le tradizioni di tutti i business di Cnh Industrial. La nuova identità, con il marchio che in maniera simbolica indica l’integrazione delle due società, porta con sé una significativa ricontestualizzazione: da una marca legata alle macchine agricole e al movimento terra, il nome passa a rappresentare una holding diversificata, estesa all’intero mondo dei veicoli industriali. Ampliando il raggio di pertinenza, il logo Cnh Industrial si

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allontana dunque dai codici comunicativi di settore e assume un profilo più istituzionale, trasmettendo autorevolezza e mantenendo al contempo un richiamo al forte know-how tecnologico delle due società. Il solco tracciato dall’uomo nella terra, incorporato nel precedente logo, lascia il posto alla denominazione “Industrial” che è ribadita dalla presenza di una “i”, inserita in maniera naturale nel monogramma. Il quadrato rosso, che la sormonta, conferisce al logo un senso di evoluzione e di proiezione verso il futuro. Per Sergio Marchionne, amministratore della casa torinese, la fusione è un “punto di arrivo naturale di un lungo processo iniziato diversi anni fa; un’operazione che risponde ad una logica di semplificazione, ma anche di crescita, di autonomia e di efficienza”. Il gruppo Fiat Industrial, che ha conseguito ricavi nel 2012 per 25,8 miliardi di euro (in gran parte proveniente dalle vendite in Europa, Nord e Sud America, solo il 7,9% dall’Italia), un utile dalla gestione ordinaria di 2,1 miliardi, è operativo dal 1° gennaio 2011 in seguito alla scissione di Fiat spa a favore di Fiat Industrial

spa in cui sono confluite le società Iveco, Cnh e Fpt Industrial. Conta inoltre 14 stabilimenti sparsi nel mondo e dieci centri di ricerca di eccellenza. Il gruppo beneficia del solido knowhow della casa madre torinese che ha cominciato a costruire i primi trattori, autocarri, autobus e motori marini già all’inizio del secolo scorso. I brand Cnh (fondata alla fine del 1999 dalla fusione di New Holland e Case Corporation, è tra i protagonisti a livello mondiale nel settore delle macchine agricole) e Iveco (da trentacinque anni sul mercato dei veicoli industriali) hanno così ereditato il patrimonio tecnologico e storico di aziende che vantano una grande tradizione, hanno segnato il progresso nei propri campi e oggi si impongono sui mercati per esperienza e capacità innovativa, collocandosi tra i leader internazionale dei rispettivi settori. Il Lingotto ha anche proceduto alla nomina della nuova dirigenza della società che sarà quotata sia alla Borsa di New York che a Piazza Affari: John Elkann, Mina Gerowin, Patrizia Grieco, Leo Whoule, Peter Kalantzis, John Lanaway, Sergio Marchionne, Guido tabellini, Iacqueline Tammenoms, Bakker, Jacques Theurillat e Richard Tobin. Eduardo Cagnazzi



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I prodotti Unilever da Marcianise a Parma

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a Caivano a Parma. Su questa distanza di circa 700 chilometri, Trenitalia trasporterà con propri treni color biancolatte uno dei simboli dell’Italian style, il gelato. Unilever sceglie infatti lo scalo merci adiacente l’Interporto Sud Europa di Marcianise per trasferire via ferrovia i suoi prodotti contrassegnati con marchio Algida dallo stabilimento di Caivano fino all’hub logistico di Parma. Con questa iniziativa, presentata a Marcianise dai vertici di Trenitalia e di Unilever, la multinazionale anglo-olandese e Trenitalia avviano un’alleanza destinata a dare nuovi impulsi al trasporto merci su rotaia; un modello di collaborazione che pone il treno al centro di un mo-

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dello sostenibile di logistica integrata finalizzato alla riduzione delle emissioni di CO2 nel Paese. La scelta del nuovo servizio (è il Green express, con una frequenza di tre coppie di treni a settimana) consente di togliere dalla strada ogni anno circa 3.500 camion e di evitare di rilasciare in atmosfera ogni anno oltre 2.600 tonnellate di CO2 (-76,4% rispetto al trasporto effettuato solo su gomma), pari all’assorbimento di circa 260mila alberi in un anno, oltre a ridurre l’incidentalità dovuta al traffico veicolare. Il Green Express non viaggerà da solo, in quanto fa parte dei progetti che si inseriscono nel Piano di sostenibilità di Unilever; il programma con il quale la multinazionale punta, entro il

2020, a raddoppiare il proprio volume d’affari dimezzando al contempo il proprio impatto ambientale e aumentando quello sociale. La riduzione dell’impatto ambientale di tutte le proprie attività verrà misurata attraverso obiettivi di riduzione di CO2, di utilizzo dell’acqua e di produzione dei rifiuti che l’azienda si è data nel 2010, considerando l’intero ciclo di vita del prodotto: dall’approvvigionamento sostenibile delle materie prime, alla produzione e al trasporto, fino ad arrivare al momento di consumo e al fine vita. “Con questo progetto - ha affermato l’amministratore delegato di Unilever, Angelo Trocchia - contribuiamo in maniera significativa alla riduzione della CO2 delle nostre attività


in Italia e stimiamo che otterremo anche una riduzione importante dei costi di trasporto: un risparmio annuale del 6%, un ritorno dell’investimento in 5 anni, un fatturato globale aumentato di 11 miliardi di euro”. Per Mario Castaldo, direttore Divisione Cargo di Trenitalia, l’iniziativa di scegliere il treno come vettore costituisce un esempio positivo per tutte le aziende che producono nel nostro Paese. “Se le aziende infatti puntassero ad un sistema di trasporto intermodale basato sulla rotaia, i be-

nefici sarebbero notevoli per tutti e si ridurrebbe notevolmente l’inquinamento atmosferico in Italia. Con il progetto Green Express, iniziativa d’eccellenza per il sistema logistico italiano ed europeo, Trenitalia Cargo, attraverso lo sviluppo anche di servizi ferroviari per la Gdo (grande distribuzione organizzata), è impegnata ad incrementare la quota di merci trasportate su ferro sottraendo quote modali al trasporto stradale, mentre i competitors si limitano al semplice cherry-picking sui traffici

ferroviari già esistenti”. Unilever spazia dai gelati ai prodotti alimentari, per la casa e la cura alla persona. Presente con i propri marchi in oltre 190 Paesi, ha generato l’anno scorso un fatturato di 51 miliardi di euro, di cui un miliardo destinato alla ricerca. Trenitalia Cargo è invece il braccio operativo del gruppo ferroviario per il trasporto combinato delle merci su carri tradizionali o specializzati. Eduardo Cagnazzi

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Decortica: una carezza per l’ambiente La produzione di tappi in sughero può contribuire a salvaguardare le foreste da sughero: ecco come

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i svolge ogni anno nei mesi di maggio, giugno e luglio nelle sugherete del Mediterraneo (Portogallo e Spagna in primis, ma anche Nord Africa e Sardegna) ed è il processo di estrazione di materia prima più delicato e rispettoso della natura che possa esistere al mondo. La decortica, ovvero, la separazione dal tronco della quercia da sughero della sua corteccia, è un processo che non arreca alcun danno alla pianta, anzi la rigenera. Finalizzato alla produzione di chiusure per vino, ma non solo, può essere paragonato, ad esempio, alla tosatura di una pecora. “E’ un processo – spiega Carlos Santos, a.d. Amorim Cork Italia, azienda leader nel mercato del sughero – prezioso, che sta alla base dell’intera industria del sughero e non solo della produzione di tappi per l’enologia, ed è anche una importantissima risorsa per l’ambiente perché è proprio grazie a questa attività che le foreste da sughero del mediterraneo vengono salvaguardate e possono così contribuire ad arrestare la desertificazione dell’ambiente, oltre che a dare lavoro alle popolazioni locali”. Artigiani in questo delicato procedimento sono infatti dei tecnici esperti, per lo più persone che vivono nella zona della foresta per le quali questa attività diventa una preziosa opportunità di lavoro e sostentamento. Ecco che la decortica diventa anche un importante contributo contro la desertificazione sociale, problema che nell’area mediterranea va ad aggiungersi a quello della desertificazione ambientale delle foreste del Nord Africa e del Sud Europa. Per fare un tappo occorrono 43 anni minimo. Il processo della decortica avviene solo in questo periodo dell’anno: è infatti con l’inizio dell’estate che la linfa si posiziona tra il fusto della pianta e la sua corteccia ed è quindi possibile togliere quest’ultima agevolmente. Elogio dell’attesa paziente e del rispetto dei ritmi naturali, dalla semina alla prima decortica trascorrono 25 anni. Ma il primo sughero non è adatto alla produzione di tappi: è “sughero vergine” e può essere utilizzato solo per la realizzazione di articoli decorativi e prodotti granulati. Dovranno trascorrere altri 9 anni prima della seconda decortica e ancora altri 9 prima che dalla cor-

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teccia si possano realizzare tappi in sughero: 43 anni minimo in tutto. E’ solo allora che il sughero raggiunge una stabilità strutturale tale da garantire le proprietà necessarie all’imbottigliamento. Con un ritmo di una decortica ogni 9 anni la stessa pianta può subire questo processo per oltre 200 anni. La corteccia di sughero è però un materiale che va protetto dall’attacco di batteri e funghi che potrebbero comprometterne la qualità. Il Gruppo Amorim infatti preferisce spostare immediatamente il sughero raccolto negli stabilimenti di produzione (9 in tutto distribuiti tra Portogallo, Spagna, Tunisia, Algeria e Marocco) e lasciarlo a stagionare nei suoi piazzali di cemento drenato, diversamente da quanto avveniva in passato quando invece restava nella foresta ed era più esposto alla contaminazione batterica. Qui avviene un’altra pausa: occorreranno almeno sei mesi di stagionatura prima di procedere alla lavorazione e alla realizzazione dei tappi. “La decortica – aggiunge Santos – fatta con tutte le attenzioni che l’esperienza ultracentenaria Amorim suggerisce, precede tutte le altre fasi produttive e qualsiasi altro tipo di intervento che negli anni il nostro reparto Ricerca & Sviluppo ha affinato nella lotta al TCA. La natura è alla base di tutta la nostra storia e della nostra attività, ed è proprio per questo che Amorim ha così a cuore la salvaguardia delle foreste. Ogni volta che nel mondo si stappa una bottiglia con un tappo in sughero si compie un gesto d’amore per la natura”. Italo Merciati AMORIM AZIENDA VERDE a 360°. Anche in Italia Amorim è in prima linea per il rispetto della natura e la riduzione dell’impatto ambientale. Un impegno incarnato da un’attenta politica di sostenibilità aziendale che coinvolge anche il packaging dei prodotti, con una riduzione della quantità di plastica impiegata negli imballaggi dei bancali e con una ricerca rivolta alla sostituzione dei sacchi di imballaggio con alternative biodegradabili. Già da tempo i bancali in legno utilizzati dall’azienda sono certificati PEFC e di recente sono stati introdotti, insieme al nuovo packaging, anche i cartoni certificati FSC. Anche l’energia elettrica necessaria allo stabilimento di Conegliano (TV) proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Amorim Cork Italia è la filiale italiana del Gruppo Amorim. Fondata nel 1999 a partire da una partnership con un’azienda che operava nel mercato della distribuzione di tappi in sughero dal 1970, Amorim fornisce di tappi in sughero le cantine di tutto il panorama nazionale dallo stabilimento di Conegliano, nel cuore dei colli trevigiani. L’Italia è il secondo paese imbottigliatore al mondo ed è per questo che il Gruppo Portoghese ha deciso di aprire una propria sede nel territorio: per poter vendere i suoi prodotti con il marchio Amorim e non solo fornendo il prodotto “grezzo”. Amorim Cork Italia conta su 34 dipendenti e una forza commerciale che copre con efficacia tutto il territorio nazionale composta da 30 elementi. Nel 2011 ha venduto oltre 350 milioni di tappi che corrispondono a un fatturato di oltre 35 milioni di euro. Un +8,9% del volume e +5% del valore rispetto all’anno precedente. Amministratore Delegato di Amorim Cork Italia è Carlos Santos.

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Piccole e medie imprese verso la Borsa, ci pensa Elite U

n amaro Fernet per bere la crisi ed entrare in Borsa. Ci sono anche le Distillerie Branca, l’azienda milanese pioniera nella creazione dell’amaro di erbe e radici provenienti da tutto il mondo, tra le 37 nuove società del progetto Elite che si vanno ad aggiungere alle 63 che già si stanno incamminando per giungere nel giro di qualche anno alla quotazione a Piazza Affari. Sono aziende che fanno parte di diversi settori, dall’alimentare alla chimica, dall’ingegneria industriale alle telecomunicazioni, dall’elettronica alla moda. Il programma, promosso in collaborazione con il ministero dell’economia e delle Finanze, Confindustria, Abi, Università Bocconi e Academy London Stock Exchange Group, è finalizzato a sostenere le piccole e medie imprese nella loro crescita fino alla quotazione, purché abbiano un fatturato minimo di 10 milioni di euro, un margine operativo superiore al 5%, una struttura aziendale attraente agli investimenti ed un pro-

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getto di crescita credibile, in modo da avere più facile accesso al mercato dei capitali. “Le piccole e medie imprese -afferma Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana - rappresentano una risorsa fondamentale per la nostra economia. Contribuiscono all’innovazione, alla creazione di occupazione, investono nel territorio, rendono il Paese dinamico e competitivo. Da questa considerazione nasce Elite che, attraverso un percorso mirato e innovativo, rappresenta uno strumento per valorizzare le potenzialità delle imprese, creando nuove opportunità di business e mettendo a sistema istituzioni, partner market di Borsa Italiana ed investitori”. Un percorso intrapreso dalle aziende con un significativo obiettivo di crescita, come sostiene Vittorio Benedetti, responsabile CentroSud di Borsa Italiana: “E’ il percorso che offre alle imprese strumenti in grado di sviluppare i loro progetti affrontando tutti i cambiamenti che ogni giorno si veri-

ficano nel loro settore, accrescendo la loro visibilità ed efficienza attraverso un programma di crescita e di internazionalizzazione, fino al reperimento delle risorse finanziarie, coinvolgendo in questo processo investitori istituzionali, private equity, banche ed aziende già quotate. E’ un progetto pensato da quando Borsa Italiana si è integrata con quella inglese, creato e sviluppato per ridurre il gap tra le aziende quotate e no”. Questo significa che la formazione in Elite consentirà alle imprese di ricevere una consulenza completa per migliorare management e governance, con un salto di qualità anche in termini culturali: con o senza quotazione, infatti, alla fine del percorso, le imprese avranno comunque raggiunto un livello di efficienza e trasparenza comparabile con quello di grandi aziende presenti in Piazza Affari. Perché questo processo di crescita? “Si cresce per non soccombere, accettando la sfida dell’in-


ternazionalizzazione. Anche attraverso la realizzazione di joint venture e di accordi di partnership, la strada migliore per penetrare soprattutto nei nuovi mercati e creare nuove opportunità di business”, afferma l’amministratore delegato di Pianoforte Holding, Carlo Palmieri. Pianoforte Holding (circa 330 mln di fatturato nel 2012) è il gruppo napoletano, cui fanno capo i marchi fashion Yamamay, Carpisa e Jaked, che ha visto nei mesi scorsi l’ingresso nel proprio capitale sociale di Intesa Sanpaolo (10%) per accelerare il percorso di crescita e di internazionalizzazione. Domenico Menniti, presidente ed amministratore di Harmont&Blaine, altra azienda che sta percorrendo il programma Elite, vede nell’iniziativa di Borsa Italiana “un attimo di rilettura dell’organizzazione aziendale in vista di avvenimenti importanti che dovrebbero culminare, entro il 2016, alla quotazione a Piazza Affari”. Nel frattempo, l’azienda del bassotto chiude l’esercizio 2012 con un incremento del fatturato del 22%. Al rafforzamento della propria struttura finanziaria, in vista di nuovi investimenti, pensa anche l’azienda fiorentina Braccialini (oltre 70 monomarca sparsi in tutto il mondo che dovrebbero toccare quota cento nei prossimi mesi) che ha messo a punto un piano industriale per sviluppare la

rete retail e significativi progetti commerciali, concentrandosi principalmente sul business. Per i servizi di logistica industriale in outsourcing per il settore diagnostico-medicale è in fase di partenza anche il percorso di Bomi Group. La società milanese ha investito in sistemi informativi e in attività di ricerca e sviluppo, conseguendo approfondite conoscenze tecniche, incrementando il valore dei servizi e quindi la loro qualità. “In questo modo contiamo di avvicinare il management verso una cultura da grande impresa, migliorando nello stesso tempo la visibilità sulla comunità finanziaria”, precisa il vice presidente della società, Marco Ruini. E, ancora nel segmento dei trasporti integrati, opera Tuvia Italia, una delle aziende più dinamiche nella gestione delle spedizioni internazionali, della logistica e dei trasporti multimodali. Grazie ad una strategia che punta a sviluppare investimenti diretti all’estero, joint venture con partner locali e una progressiva integrazione verticale nell’acquisizione di flotte di servizi avanzati, Tuvia Italia è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni. E adesso “si avvicina a traguardi ancora più importanti”, dichiara l’amministratore delegato, Marco Oriolo. Eduardo Cagnazzi

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aziende / porto&diporto

Nel Nord Est si afferma lo smart working

Integrare instant messaging, telefonia e videoconferenze con i dispositivi fissi e mobili per ottimizzare i processi aziendali e lavorare in un’ottica “smart”

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el Nord Est cresce la voglia di smart working, cioè quel modello di lavoro che prevede un’organizzazione più flessibile di tempi, spazi e modi di comunicare in azienda grazie ai nuovi strumenti ICT che integrano chat, telefonia e video sui dispositivi fissi e mobili. Lo conferma beanTech, azienda di Udine punto di riferimento nel settore IT del Triveneto, che al suo appuntamento “La comunicazione unificata e l’innovazione nel data center: soluzioni in-a-box”, tenutosi recentemente a Trieste, ha visto partecipare una cinquantina di aziende del territorio. Dal dialogo con i presenti è emerso un dato che può risultare sorprendente, visti questi tempi di crisi: «Abbiamo distribuito un questionario dopo l’evento – racconta Fabiano Benedetti, titolare di beanTech – e abbiamo rilevato che quasi metà delle aziende interpellate hanno in programma di investire in un progetto di comunicazione unificata nei prossimi 12 mesi. Ciò significa che le aziende del Nord Est non rinunciano a investire in innovazione nemmeno

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in un panorama di generali difficoltà economiche, anzi hanno capito che ripensare l’organizzazione del lavoro e aggiornare gli strumenti IT è una delle chiavi per essere competitivi». E sbaglia chi pensa le tecnologie più avanzate siano alla portata solo dei “grandi”: hanno espresso l’intenzione di investire nella comunicazione unificata aziende di ogni dimensione, perché i budget e le soluzioni possono essere diversi, ma l’esigenza di lavorare in modo più efficace è di tutti. La comunicazione unificata permette di riunire virtualmente le persone che si trovano a chilometri e chilometri di distanza per farle parlare assieme, interagire e condividere contenuti, anche quando non si trovano davanti a un pc ma hanno a disposizione un tablet o uno smartphone. «Si tratta – continua Benedetti – di integrare sistemi come chat, telefonia, email e videoconferenza in un’unica soluzione adatta alle esigenze dei dipendenti delle aziende di oggi: persone che si muovono, lavorano fuori ufficio, hanno orari flessibili, devono condividere grandi quantità di

informazioni e contenuti con colleghi, partner, clienti e fornitori». La comunicazione unificata risulta così una scelta che permette di ottimizzare i processi aziendali e di risparmiare. «Le aziende del Nord Est –conferma Benedetti– si dimostrano fra le realtà italiane più orientate all’innovazione e crediamo che molte di esse investiranno nella comunicazione unificata e nello smart working nei prossimi anni». All’evento organizzato da beanTech è stata presentata in esclusiva per il Triveneto Dell UCReady, l’appliance di Dell e Microsoft per la Unified Communication che si integra con la rete aziendale, rendendo l’installazione di Lync 2013 molto più semplice e intuitiva. Si è parlato inoltre di Dell PowerEdge VRTX, la prima soluzione sul mercato a riunire server, storage e connettività di rete in un unico chassis. Specialisti di beanTech, Dell e Microsoft, assieme ai consulenti di Fabbrica Digitale e Jabra, hanno risposto a tutte le domande della platea. Paola Martino


aziende / porto&diporto

Feelmemory.com: pronti per un ritratto di famiglia 2.0?

E’ la nuova tendenza del web, ricostruire il passato e tornare alle origini. Il 33% degli utenti della rete dichiara di aver utilizzato internet anche per scoprire e recuperare le proprie radici familiari

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uò un sito/social network offrire l’opportunità di costruire una memoria condivisa ed essere strumento di recupero delle proprie radici familiari? Sembra un paradosso, ma proprio Internet sconfinato universo di informazioni e contenuti, in realtà, si sta rilevando sempre di più uno strumento in grado di custodire la memoria storica di una società e non solo; secondo uno studio IMR Ricerche il 33% degli utenti si collega alla rete anche per ricercare le proprie radici familiari e ricongiungersi virtualmente alla propria famiglia di origine, un fenomeno che si sta diffondendo soprattutto tra gli emigrati all’estero. Cresce, infatti, la necessità e il desiderio di recuperare il passato e le relazioni sociali interrotte. “Ciascuno di noi sa poco dei nostri nonni e pochissimo dei nostri bisnonni e anche la nostra storia rischia di andare perduta. - spiega Fabio Lupi, ideatore di Feelmemory®, il sito che permette di custodire i ricordi e la storia di persone care scomparse, attraverso immagini, filmati e racconti - Nel nostro sito quando due persone si connettono come parenti, i loro due Family Feel (albero genealogico, ndr) si uniscono. Il Family Feel è un albero genealogico

che cresce automaticamente all’infinito: quando qualcuno presente nel tuo Family Feel si connette con altri come parente, tutti i nuovi profili entrano nel tuo Family Feel permettendoti di scoprire di avere collegamenti anche lontani). Con FeelMemory la storia di ciascuna persona e anche la nostra, potrà essere custodita per sempre”. Esempio di azienda che unisce iniziative imprenditoriali ed etiche, Feelmemory, dopo un mese e mezzo di vita, conta 10.600 iscritti di cui il 65% donne di età matura (40-60anni) e oltre 3.000 utenti e memory. Il progetto sta iniziando a diffondersi spontaneamente ed in maniera virale anche all’estero, sono state registrate iscrizioni dal Messico, dagli Stati Uniti e anche dal Nepal, Albania, Germania, Brasile e Russia e dalle Bahamas. FeelMemory è uno spazio totalmente gratuito, protetto da sistema di privacy sicuro e facile da gestire dove non è presente alcun tipo di pubblicità. Nell’area ‘Memory Collettive’ è possibile creare uno spazio dedicato a quelle community che potranno crearsi spontaneamente per ricordare la memoria di una persona nota scomparsa, un evento importante per la storia di una

nazione, ma anche per accomunare persone che hanno vinto una malattia o che vogliono sostenere una causa o un progetto di ricerca. Il sito permette, inoltre, di donare in ricordo di una persona scomparsa, magari ad un’associazione che combatte quella che è stata la causa della morte, o, semplicemente, che sostiene una passione che ebbe in vita la persona cara, aiuta ad affrontare il dolore con un gesto tangibile e si fa del bene nei confronti di chi ne ha bisogno. Nel caso si scelga di sostenere una delle organizzazioni già presenti, all’interno del portale si possono trovare tutte le informazioni relative all’associazione e alle sue campagne e, sempre restando all’interno del portale, si può effettuare il pagamento con la massima sicurezza. “In Italia hanno già aderito circa 20 organizzazioni no-profit selezionate, tra cui AMREF, SOS Villaggi dei Bambini, Emergenza Sorrisi, e molte altre, ma sono già arrivate oltre 50 richieste che devono essere selezionate e verificate - ha dichiarato Lupi - Il nostro obiettivo è quello di selezionare circa 50 organizzazioni no-profit per Paese, fin ora abbiamo ricevuto richieste di adesione da parte di organizzazioni in altre parti del mondo, come ad esempio: Irish heart foundation e Playing for life in Irlanda, Comfort Ruwanda in Scozia, che presto saranno online su Feelmemory”. Michela Fanis

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nautica / porto&diporto

Le Vele d’Epoca a Napoli and the winners are...

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ala il sipario sul palcoscenico naturale del Golfo di Napoli e sulla decima edizione de Le Vele d’Epoca a Napoli – Panerai Classic Yachts Challenge, l’appuntamento annuale che il Reale Yacht Club Canottieri Savoia, in collaborazione con l’Ufficio Sport Velico Marina Militare, riserva agli Yacht d’epoca (anno di varo anteriore al 1950) e Classici (anno di varo anteriore al 1976). Una intera settimana di festa, dato che i primi arrivi si sono registrati a partire dalla settimana prima delle gare svolte durante quattro intense giornate di sole, vento e vele spiegate. In gara 34 imbarcazioni. Il primo giorno di regata segnale di avviso alle 12.00 e percorso di gara sulle boe con partenze separate per vele d’epoca e dragoni classici. Poi la regata lunga del giorno successivo con percorso costiero di circa 24 miglia marine sino a Massa Lubrense per le vele d’epoca e la parata navale dell’ultimo giorno che ha visto uscire le imbarcazioni da Santa Lucia in linea di fila sino alla Rotonda Diaz. Poi l’ultima regata nelle acque del Golfo di Pozzuoli navigando verso Napoli per il rientro al Circolo. A terra, in banchina ogni giorno un

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evento di intrattenimento, dall’happy hour al rientro delle regate a Taralli&birra, al Party del venerdì alla istituzionale Cena di Gala. “Un’altra edizione di indubbio successo - afferma il Presidente del Circolo Savoia Pippo Dalla Vecchia conquistato grazie alla collaborazione dell’Ufficio Sport Velico della Marina Militare che è vicino a noi sin dalla prima edizione. Abbiamo riportato - per la decima volta - a Napoli la storia, la tradizione e la bellezza della Vela. Grazie anche agli sponsor, in primis Officine Panerai e poi i nostri side sponsor, Marina Yachting e SpC srl. Ci hanno sostenuto fornitori campani che hanno ristorato i partecipanti: il tarallificio Leopoldo, Caffè Palombini e Piemme. Sono stati quattro giorni di intense emozioni, un nuovo successo, non solo sportivo, per Napoli”, conclude dalla Vecchia. Ecco quindi il podio nelle rispettive categorie della decima edizione de Le Vele d’Epoca a Napoli – Panerai Classic Yachts Challenge: YACHT D’EPOCA > 15 1° Classificato: Manitou - 2° Classificato: Eilean - 3° Classificato: Hallowe’en


YACHT D’EPOCA < 15 1° Classificato: Sirius - 2° Classificato: Bona Fide - 3° Classificato: Cholita L’armatore di Sirius ha voluto ricordare e dedicare la vittoria al membro dell’equipaggio recentemente scomparso. YACHT CLASSICI < 15 1° Classificato: Chin Blu - 2° Classificato: Outlaw - 3° Classificato: Voscià YACHT CLASSICI > 15 1° Classificato: Stella Polare - 2° Classificato: Bufeo Blanco - 3° Classificato: Il Moro di Venezia Il Premio Eleganza Marina Yachting: Vanity V - Vincitore Parata Navale: Eilean di Officine Panerai - Trofeo Angelo Lattarulo (vincitore della regata lunga del venerdì): Stella Polare - Imbarcazioni più grande iscritta al circuito: Mariquita Due orologi segnatempo Officine Panerai sono stati consegnati agli armatori di Sirius e Bufeo Blanco, rispettivamente primi tra gli yacht d’epoca e classici, considerando i tempi compensati. Classifica COPPA D’ORO EDUARDO PEPE dopo otto prove 1° Classificato BURIANA - 2°Classificato TERGESTE - 3° Classificato AUSONIA Susanna Guidi, armatrice di Buriana, ha cosi commentato la vittoria: “Siamo nel posto migliore del mondo per vivere e regatare, un posto perfetto per celebrare i 50 anni di Buriana”. Queste le imbarcazioni partecipanti a “Le Vele d’Epoca a Napoli – Panerai Classic Yachts Challenge”: ALA DI SOGNO – ALBELIMAR - BAU BAU - BONA FIDE - BUFEO BLANCO – CAPRICIA – CHOLITA - CORSARO II - DALGRA III – EILEAN – EMILIA –

FINIMONDO - GRAZIA VI – GREL HALLOWE’EN - IL MORO DI VENEZIA – ILEONORE – MANITOU – MANTA MARIE LOUISE - MARIQUITA - OCEAN ANEMONE - Armatore: Benedetto Baroni OUTLAW - SYRIUS - STELLA POLARE – TAMPASIA - VANITY V - VOSCIA’ Questi i dragoni classici partecipanti della terza edizione Coppa d’Oro Eduardo Pepe: Ausonia – Blue - Mallard - Buriana – Tergeste Le Vele d’Epoca a Napoli - Panerai Classic Yachts Challenge è organizzato dal RYCC Savoia (www.ryccsavoia.it), dalla Marina Militare Italiana (www.marina.difesa.it) e l’Associazione Italiana Vele d’Epoca (www.aive-yachts.org) in veste di direttore tecnico-sportivo, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Classe Dragone (www.assodragone.it), Associazione Yacht e Derive d’Epoca (www.derivedepoca.com) e il Comune di Napoli (www.comune.napoli.it). Main Sponsor è Officine Panerai (www.panerai.com/it). Side Sponsor sono Marina Yachting (www.marinayachting.it) e SPC s.r.l. (www.spc-srl. com). In qualità di Official Supplier: il Tarallificio Leopoldo (www.leopoldoinfante.it), Caffè Palombini (www.palombiniespresso.com) e Piemme (www. piemme.info). Tutte le edizioni de Le Vele d’Epoca a Napoli con classifiche, video e fotogallery sono online sul sito www.leveledepoca.it e sulla pagina www.facebook.com/leveledepoca. Per rivivere, navigando anche solo virtualmente, la meraviglia di un evento dedicato alla vela d’antan. Riccardo Russo

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nautica / porto&diporto

Al Festival de la Plaisance il nuovo Azimut 80 Al prossimo Cannes Boat Show di Settembre 2013 sarà presentato in anteprima mondiale il nuovo 24 metri firmato Azimut Yachts.

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l nuovo Azimut 80 è la prima imbarcazione oltre i 72 piedi progettata interamente ad Avigliana. Riprende l’esperienza di barche recenti di maggiori dimensioni messa a frutto nella progettazione degli esterni di Stefano Righini e degli interni curati da Achille Salvagni Architetti. Azimut 80 è un’imbarcazione da diporto costruita in classe CE A, quindi pronta ad affrontare ogni condizione metereologica. Il layout prevede 4 cabine tutte con bagno, di cui una armatoriale a tutta larghezza, per un totale di 8 ospiti e un flybridge

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enorme, progettato per la massima versatilità di utilizzo. La proposta per gli interni, curati dallo studio Achille Salvagni Architetti, si articola su quattro stili differenti, due di stampo più classico (Dolcevita e Firenze) e due più contemporanei (Portofino e Riviera), diversi fra loro per soluzioni cromatiche e d’arredo. Le ambientazioni sono un evidente richiamo ad uno stile di vita raffinato e ad un gusto tutto italiano invitando al massimo relax. Le sfumature del bianco ei il crema sono le tinte decorative d’elezione per gli interni, un

equilibrio in cui ben si inseriscono i dettagli ed i richiami in legno, che vanno dalle tonalità più chiare del legno di quercia a quelle più scure del noce. L’ampiezza della cabina armatoriale e del bagno, estremamente scenografico, sono senza dubbio tra i punti di forza dell’imbarcazione, insieme alle innovative finestrature che regalano una luminosità impagabile e una vista panoramica senza eguali. Le 5 finestre verticali trasformano di fatto le murate in una vetrata unica per un effetto ‘tuffo nel blu’. Il bagno arma-


toriale, a tutto baglio e con doppio ingresso collocato a poppavia della cabina è quasi una SPA con box doccia centrale in cristallo che permette la massima visuale da un lato all’altro del bagno. Gli oblò apribili presenti in tutte le cabine offrono un elevato livello di aerazione naturale. Nella prima unità disponibile, pannelli in pelle color tortora impreziositi da una lavorazione capitonné appena accennata e che si alleggerisce via via nei diversi ambienti, arricchiscono le testate del letto in ogni cabina. Lo stile d’arredo è estremamente raffinato e al contempo attuale, grazie all’abbinamento di materiali pregiati e dalle sfumature più moderne: marmi per i bagni, rovere decapato grigio alternato a legni scurissimi e a dettagli laccati per cielini e finestrature definiscono un mood sobrio e ricercato. La cabina di dritta ha due letti singoli con la possibilità di un terzo letto a ribalta, ampi spazi storage e bagno con doccia separata, mentre la cabina ospiti a sinistra ha letto matrimoniale. Non mancano ampie vetrature a scafo e oblò apribile. Nella VIP matrimoniale di prua le vetrature panoramiche sono una per lato; il letto è centrale con testata verso prua.

Un accurato light design basato su tecnologia LED rende possibile una sofisticata modulazione della luce in ogni ambiente. Inoltre, i giochi di specchi e le altezze ben superiori ai due metri fanno sì che le volumetrie percepite siano davvero eccezionali. Con accesso direttamente dalla plancia, a poppa trovano spazio le cabine equipaggio: sono attualmente previsti due letti, mentre è allo studio la possibilità di aggiungerne un terzo. Il pozzetto è decisamente spazioso e dedicato alla convivialità, con un grande divano a poppa e il tavolo da pranzo per otto persone. E’ di grande impatto la soluzione delle due vetrate cielo-terra (1.6 m per 2 m di vetrata) poste in murata in corrispondenza della zona pranzo che offrono una fantastica luminosità naturale e un panorama mozzafiato. In sala macchine i due motori MAN da 1550 cv permettono una velocità massima di 30 nodi. Il serbatoio gasolio ha una capacità di 6.000 litri, mentre quello per l’acqua dolce è di 1.100 litri. Pinne stabilizzatrici elettriche CMC Marine o stabilizzatori giroscopici sono tra gli optional. Riccardo Russo

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turismo / porto&diporto

L’arte internazionale per Capri “Isola Futurista”

La Certosa di San Giacomo location d’eccezione per la settima edizione dell’International Arts Festival organizzato dai Friends of Certosa di Capri

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iornate capresi ricche di eventi artistici e culturali saranno quelle che a partire dalla metà di Luglio si vivranno sull’isola con l’apertura dell’International Arts Festival. Una rassegna che da sette anni viene organizzata dall’associazione internazionale Friends of Certosa di Capri, presieduta da Fawn Wilson White e che vede nel ruolo di presidente onorario un componente della famiglia reale inglese, la Duchessa di Somerset, la cui presenza è prevista all’apertura del Festival, che si avvale dei patrocini dei Comuni di Capri ed Anacapri e dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo dell’Isola di Capri. Anche quest’anno il direttore artistico e presidente della sezione italiana, Renato Bossa, ha messo in piedi un programma di tutto

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rispetto, un cartellone che include mostre d’arte e piece teatrali, come quella che ha a perto la rassegna, “La prova di Cristina Regina di Svezia”, che è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Axel Munthe di Anacapri e con il patrocinio dell’ambasciata di Svezia in Italia, il Consolato Svedese di Capri e il Consiglio della Cultura Svedese. Un adattamento di August Strindberg, drammaturgo svedese, con interpreti Antonio Parascandalo e Margherita Romeo, con la regia di Alexander Nordstrom, apprezzato regista russo di origini svedesi. Poi una giornata tutta dedicata ai bambini, con Milena Vukotic, presidente onoraria del Certosa Kids Club, che si è asibita in una veste particolare, narrando una storia dedicata alle avventure delle gattine

della Certosa, tratta da un racconto di Milly Cortese. E poi, sempre nella stessa giornata, per i piccoli protagonisti, la docente Manuela de Matteis Tortora, dell’Orto Botanico di Napoli terrà un workshop sulla storia della flora che nasce nella Certosa. La giornata si chiude con un workshop d’arte per i bambini sulla tecnica pittorica usata da Diefenbach con l’artista belga Joceline Mottoule e la dott.ssa Antonia Tafuri. Nella serata è stato ancora Diefenbach al centro della scena con un focus sulla vita dell’artista in occasione del centenario della sua morte, le cui opere sono esposte in un museo ubicato nella Certosa che porta il suo nome. A parlare del suo retaggio ed influenza artistica le due autrici del libro su Diefenbach, Roberta de Martino ed Antonia Tafuri.


di Napoli, con il Sovrintendente Giorgio Cozzolino e la direttrice della Certosa di San Giacomo Annamaria Romano, che insieme ai rappresentanti delle istituzioni dei comuni di Capri ed Anacapri e l’antropologo Maurizio Gnerre parleranno dei progetti futuri per il mantenimento ed il rilancio dello storico monumento. La prima di una produzione dell’Assemblea Torino ha chiuso la giornata di sabato, con la piece “Matilde e Pablo: i giorni con Neruda”. A esibirsi nel chiostro piccolo Giovanni Boni e Roberto Fornier con voce fuori campo di Marco Pejrolo, che reciteranno i brani tratti dal testo di Renzo Sicco e Luis Sepulveda. L’evento si avvale del patrocinio morale dell’Ambasciata del Cile in Italia. Anche la chiusura in questo caso è stata dedicata al Certosa Kids Club con uno spettacolo di marionette e clownerie dal titolo “Il mondo

piccolo”, interpreti Valentina Baldazzi e Mario Ribero che hanno divertito i piccoli amici della Certosa con spettacoli di burattini a guanto, ombre cinesi e performance clownesche. Nel chiostro piccolo, a chiusura della settima edizione, uno spettacolo di world music e danza con il trio Makam, con l’artista indiano Rashimi V. Bhatt voce e percussioni, la ballerina di Ambili Abrahrm che si esibirà in una danza di Bollywood, e l’artista siriano Salek Tawil, alla voce e oud, uno strumento a corde tipico. Una serata che sarà molto apprezzata dai cultori di musica etnica, alla quale gli amici della Certosa hanno affidato, nel segno dell’arte internazionale, la conclusione del loro festival che riesce a portare sull’isola il meglio dell’arte e della cultura internazionale. Stefania Vergani

Nel chiostro piccolo della Certosa infina un concerto di musica classica dal titolo “Sotto le Stelle” con Luigi Piovano al violoncello e Grazia Raimondi al violino. All’isola futurista, con i taccuini capresi del grande Prampolini è dedicata la mostra curata da Gianluca Riccio nel quarto del Priore, dal 13 luglio al 18 agosto. Un’esposizione promossa dall’associazione per l’arte e la cultura contemporanea il Rosaio, in partenariato al Polo Museale, il Comune di Capri ed i Friends of Certosa. E’ questa la prima tappa di un progetto pluriennale dal titolo “L’isola futurista”. Al futuro della Certosa nella rete culturale dell’isola di Capri sarà dedicata una tavola rotonda con Fabrizio Vona, Sovrintendente Speciale per il Patrimonio Storico ed Artistico per il Polo Museale della Città

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turismo / porto&diporto

Turismo e pari opportunità Un settore al femminile? L’

occupazione femminile non è certo il fiore all’occhiello del nostro Paese: in calo in tutta Italia, seppure con significative differenza tra Nord e Sud, inferiore a quella maschile e con redditi e “posizioni” generalmente più bassi. Eppure sul lavoro delle donne si può puntare come acceleratore dell’anelata ripresa economica, soprattutto se tutelato e promosso con interventi concreti in abbinamento a quelli in vigore dal 28 giugno atti a rilanciare l’occupazione giovanile con finanziamenti, sgravi fiscali ed incentivi, anche in vista di Expo 2015. In assoluta controtendenza il Turismo, l’unico settore dove le donne trovano maggiore spazio, che sembra tra i più promettenti anche per il futuro e che può pertanto rappresentare un punto di partenza per un esame attento sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. In tale ottica si inquadra il primo Osservatorio Permanente per le Pari Opportunità presentato recentemente a Roma da Ebnt, l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo. “Questa iniziativa - afferma il presidente Ebnt Alfredo Zini – deve essere considerata un cantiere aperto in cui coinvolgere anche altre categorie. Il ruolo del Turismo va riposizionato nel piano programmatico per il rilancio dell’economia, affidando alle donne

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cariche ed incarichi più qualificati per evitare quello schiacciamento delle carriere che emerge dalla ricerca.” Secondo l’Osservatorio, la componente lavorativa femminile nel Turismo è del 60%, anche se con importanti differenze - circa il 20% - tra Nord e Sud. Positivo anche il fronte della contrattualizzazione, soprattutto nelle grandi imprese, dove le donne risultano assunte a tempo indeterminato per l’88,8% contro il 78,5% degli uomini, anche se per le prime si ricorre molto più spesso a contratti a tempo parziale e alla collaborazione coordinata e continuativa. I valori tuttavia cambiano salendo di livello: a ricoprire ruoli quadro e dirigenziali sono infatti soltanto il 36,7% e il 33,8% delle donne, con picchi al ribasso nel Mezzogiorno e nella grandi imprese in genere. Tale dato non dovrebbe tuttavia stupire se messo a confronto con quello relativo alle richieste, da parte delle aziende, di personale in possesso di titoli di studi superiori: oltre il 40% per gli uomini, meno del 25% per le donne, a dispetto, peraltro, dell’importante contributo qualitativo, oltre che quantitativo, che queste apportano al settore. Alle donne, quindi, si offrono ancora oggi posti di lavoro di livello inferiore. “Bisogna riorganizzare la società e capire come impostarla - spiega la vice presidente Ebnt Lucia Anile - Si

deve puntare su un discorso di contrattazione integrativa che rimuova le disuguaglianze e le discriminazioni di genere. Una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro comporta una maggiore crescita economica ed un miglioramento dei rendimenti aziendali La ricerca basata su dati dell’Isfol, l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, e dell’Osservatorio Permanente del Mercato del Lavoro presso Enbt, analizzata ed illustrata dal professor Andrea Ceccarelli dell’Università degli Studi di Teramo, è stata promossa con l’obiettivo di sollecitare interventi concreti per una migliore e più giusta collocazione della donna nel mondo del lavoro. Michela Fanis

Ebnt Nato nel 1991 puntando sulla relazione tra impresa e sindacato come “risorsa”, l’EBNT è l’organismo paritetico e tavolo permanente di confronto delle più rappresentative organizzazioni di imprenditori e lavoratori turistici. Ente senza fini di lucro, svolge attività di ricerca, informazione e valutazione su mercato del lavoro, apprendimento e formazione, promuovendo interventi e strategie contro ogni forma discriminazione e a sostegno di occupazione e professionalità in tempi di crisi.


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eventi / porto&diporto

Francoforte nel segno dell’arte Piero Manzoni, la Festa della Riva dei Musei, Albrecht Dürer, il Museo Städel e gli altri musei lungo il Meno: nei prossimi mesi Francoforte propone importanti appuntamenti con l’arte

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a seconda metà dell’anno a Francoforte si apre per gli appassionati d’arte con una mostra su Piero Manzoni (1933 - 1963), un pioniere dell’arte concettuale che, malgrado la morte prematura, resta uno degli artisti più importanti del dopoguerra italiano. In occasione del 50° anniversario dalla sua scomparsa, il Museo Städel ospita dal 26 giugno al 22 settembre “Piero Manzoni – Quando i corpi diventano arte”, la prima retrospettiva sull’artista lombardo in ambito tedesco e la prima presentazione museale al di fuori dell’Italia da più di 20 anni. Oltre 100 lavori di tutti i periodi creativi dell’artista (“Achromes”, “Corpi d’aria”, “Fiato d’artista”, “Merda d’Artista”, “Sculture viventi” e altro ancora) offrono uno sguardo articolato su una produzione artistica ancora oggi persuasiva e influente tra Arte Informale e l’emergere di un nuovo concetto artistico, tra Modernismo e neoavanguardia, arte e vita quotidiana. La presentazione delle opere dei tre artisti contemporanei Erwin Wurm, Leni Hoffmann e Bernard Bazile nel foyer del museo fa da introduzione alla mostra, presentando

l’influenza di Manzoni sull’arte contemporanea (www.staedelmuseum.de). La visita alla retrospettiva su Manzoni può essere combinata con la Festa della Riva dei Musei, in programma dal 23 al 25 agosto. La manifestazione è uno dei maggiori e più importanti festival artistici e culturali in Europa, che con la sua interessante combinazione di arte e cultura, musica e specialità gastronomiche, attira ogni anno fino a tre milioni di visitatori sulle rive del Meno, dove si susseguono a stretto giro ben 26 musei

cittadini, Städel compreso. La tre giorni culmina domenica alle 22.30 con uno spettacolare evento pirotecnico sul fiume. La speciale spilla della festa, che permette l’ingresso a tutti gli istituti museali partecipanti, costa 4 Euro (gratuito per i bambini fino a 6 anni) e può essere acquistata negli uffici del Turismo di Francoforte in stazione centrale o sulla centrale piazza Römer (www. museumsuferfest.de). Per gli amanti dell’arte lo speciale pacchetto soggiorno creato per l’evento comprende un pernottamento, una spilla della festa e una Frankfurt Card per l’uso gratuito dei mezzi a partire da 55 Euro per per-

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sona in camera doppia. Per maggiori informazioni sull’evento e prenotazione del pacchetto soggiorno: Tourismus+Congress GmbH Frankfurt am Main, tel. +49 (0)69 21 23 88 00, info@infofrankfurt.de, www. frankfurt-tourismus.de Sempre lo Städel e ancora un grande artista, Albrecht Dürer, uno dei massimi rappresentanti del Rinascimento tedesco, saranno i protagonisti dell’autunno artistico di Francoforte. La mostra “Dürer - Maestro tedesco” presenta dal prossimo 23 ottobre fino al 2 febbraio 2014 l’opera completa dell’artista tedesco. 180 opere presenteranno la vastità e la diversità dei mezzi espressivi del maestro di Norimberga: dai dipinti su tavola e tela ai disegni, dalle incisioni ai libri che ha scritto e illustrato. All’interno della mostra i capolavori di Dürer saranno affiancati dalle opere di suoi predecessori o contemporanei che hanno influenzato la produzione artistica (www.staedelmuseum.de). In occasione della mostra, l’Ufficio del Turismo di Francoforte propone un pacchetto soggiorno di un pernot-


Il Museo Städel e la Riva dei Musei

Il Museo Städel è uno dei più antichi e importanti musei della Germania e del mondo. Presenta opere che spaziano per oltre 700 anni della storia dell’arte europea, dall’inizio del XIV secolo passando per il Rinascimento, il Barocco e la modernità classica fino al presente. Dal febbraio 2012 la collezione di arte moderna è esposta in un

tamento, un ingresso all’esposizione e una Frankfurt Card per l’uso gratuito dei mezzi a partire da 57 Euro per persona in camera doppia. Per maggiori informazioni sull’evento e prenotazione del pacchetto soggiorno: Tourismus+Congress GmbH Frankfurt am Main, tel. +49 (0)69 21 23 88 00, info@infofrankfurt.de, www. frankfurt-tourismus.de Sandro Minardo

edificio unico nel suo genere annesso al museo su una superficie di 3000 m2. La spettacolare struttura sotterranea, progettata dallo studio di architettura di Francoforte schneider+schuhmacher, si trova sotto il giardino del museo, dal quale riceve la luce del giorno che filtra da finestre a soffitto. A inizio 2013 200 critici d’arte della sezione tedesca dell’International Association of Art Critics (AICA) ha eletto lo Städel “Museo dell’anno 2012” (www.staedelmuseum. de). Accanto allo Städel si susseguono come le perle di una collana numerosi altri musei e spazi espositivi a Nord e Sud del Meno. Tra di essi si trovano il Museo tedesco dell’architettura (DAM), il Museo tedesco del cinema e il Museo dell’arte applicata (MAK), solo per citarne alcuni. In tutto sono 26 i musei che compongono l’originale Riva dei Musei di Francoforte, realizzata negli anni Ottanta come sintesi di un’alta e variegata offerta culturale. Molti edifici del XIX secolo sono stati rinnovati, ristrutturati e ampliati e con le loro facciate storiche plasmano la riva meridionale del Meno. Su quella settentrionale si trovano per esempio la famosa Schirn Kunsthalle, galleria espositiva di arte moderna e contemporanea e il Museo ebraico (www.museumsufer-frankfurt.de).

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libri / porto&diporto

L’esame di Stato per Architetto I

Prima prova scritta e prova pratica con oltre 320 tavole progettuali su formato elettronico

l testo contiene nozioni ed indicazioni teorico-pratiche funzionali al superamento delle prime due prove (prova pratica e prima prova scritta) dell’esame di stato per Architetto. Nella prima parte i contenuti trattati comprendono le tecniche grafiche di rappresentazione del disegno, indicazioni relative all’organizzazione pratica del lavoro d’esame, l’insieme delle norme edilizie ed urbanistiche necessarie alla progettazione dei singoli organismi architettonici, nozioni relative alla progettazione sostenibile, diversi esempi di dettagli costruttivi relativi alle varie tipologie strutturali. Viene inoltre trattato in maniera pratica e specifica lo svolgimento del dimensionamento strutturale e del dimensionamento urbanistico, e riportate le tracce d’esame delle passate sessioni nelle principali facoltà di Architettura. La seconda parte è strutturata in schede, ciascuna dedicata ad una tipologia edilizia possibile tema d’esame, contenente per ciascuna tipologia, un riepilogo della normativa di riferimento, nozioni e dati morfologici e dimensionali utili alla strutturazione del progetto nonché esempi a colori di progetti svolti. Il testo così strutturato mira a far acquisire al candidato una metodologia operativa flessibile e al contempo rigorosa, universalmente applicabile a prescindere dalla contingenza delle singole tematiche di esame, fornendo una guida pratica e di agile consultazione in cui ogni tema progettuale è trattato secondo il suo naturale processo di articolazione, così come avviene nello svolgimento della pratica professionale. Le autrici: Esmeralda Addabbo, Architetto, ha conseguito un master di II livello in “Arte e culture europee - Management dei beni culturali”, con maturata esperienza nella progettazione e realizzazione di interni e di allestimenti di eventi e spazi espositivi permanenti o temporanei, oltre che nella progettazione e nella ricerca nei settori della grafica e dell’industrial design. Ha già pubblicato volumi tecnici per la professione e approfondimenti scientifici con diverse case editrici. Adele Maria Delle Fave, Architetto, partecipa al Corso di Alta Formazione

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di Esperti nel settore della ristrutturazione, monitoraggio e conservazione dei Beni Culturali. Ha maturato esperienza nella progettazione di residenze, edifici pubblici, esercizi commerciali ed allestimenti di grandi eventi e mostre. Ha già pubblicato volumi tecnici per la professione e approfondimenti scientifici con diverse case editrici. Ha inoltre collaborato alla stesura dell’opera Alessandra De Martinis, per il Capitolo 6 della Parte Prima Autori delle tavole e dei progetti del-

la Parte Seconda: Esmeralda Addabbo, Adele Maria Delle Fave, Donatella D’Antonio, Marco De Cesare, Giuseppe Fontanarosa, Maria Leone, Francesco Portoghese, Vincenzina Scognamiglio, Manuela Tafone, Gabriella Tocchi Autori: Addabbo, Delle Fave Editore: EdiSES - Edizioni scientifiche e universitarie Edizione: I/2013 N. Pagine: 584


English summary DEIULEMAR UP FOR AUCTION AND SCORPIO NEWS The liquidator of Deiulemar Shipping is expected to auction the dry bulk division of the company which consists of 12 vessels plus employees but without debt. A price estimate of up to 90 million euros is indicated. The offer does not include two gas tankers which are expected to raise 9,8 million US$. Scorpio Tankers is entering the LPG market by ordering 5 vessels from Hyundai and Daewoo. Each vessel carries 84,000 cubic meters of gas and will cost 74 million euros.

LINEA MESSINA OPERATES FROM SALERNO July 17 saw Jolly Quarz sail from Salerno to initiate a new agreement between Messina Lines and the Salerno Container Terminal. It was not easy for Messina to abandon Naples port but Messina had been pointing out the problems of operating from Naples for some time. Jolly Quarz is one of 4, 3,900 teu sister vessels and will be used on routes to Africa, India and the Far East.

RINA 2013 PRESIDENCY OF IACS RINA assumes the one year presidency of IACS from July 1, 2013 and will make available a group of experts to the Association and will ensure a dialogue with all members and industry operators to promote regulations and laws to maintain the competitiveness of the industry and maintain safety standards.

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English summary ITALY’S CONTAINER PORTS EXPAND Italy’s main container terminals are showing slight signs of improvement and are preparing for future growth with Civitavecchia to set up a 1,5 million container terminal costing 400 million euro to accommodate the latest maxi vessels. The terminal will have a 950 meter pier and with 18 meters of water will berth two 12,000 teu vessels. Civitavecchia estimates that it has a market of 1 million teu per year and that from 2018 15,000 teu vessels will operate on the Asia/Europe routes. Genoa is moving in the same direction with a 135 million euro investment to handle 700,000 teu. Trieste has also decide to invest with 90 million euros to handle 1,2 million teu

GRIMALDI GROUP OPENS NEW BARCELONA TERMINAL Grimaldi has opened a new ferry terminal in the port of Barcellona with a 20 million euro investment. The 63,000 square meter terminal is a Yannic Levêque design and covers 3,750 square meters on three floors. A three finger walkway can handle 1,800 passengers embarking and the same number disembarking. The terminal enjoys a 15 year concession with a 7,5 year renewal option. Grimaldi Lines operates from Barcelona to Civitavecchia, Livorno, Porto Torres, Tangier and Savona.

I.P.E CELEBRATES 10 YEARS I.P.E, Institute for Research and Education in Naples awarded its Master in Shipping: Logistics, Finance and Business Strategy and celebrated 10 years of activity. 25 students attended the course, all of whom hold or are completing an honours degree. The Institute arranges for interviews and stages for all graduates with major international companies.

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Bar Corfù Igoumenitsa Patrasso

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