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logistica / porto&diporto

“Open Dream” coniuga impresa-territorio-università D

opo anni di abbandono e degrado, l’area ex Pagnossin torna ad assumere un ruolo centrale a Treviso e nella storia imprenditoriale del territorio. Acquistata nel 2015 dalla holding di Damaso Zanardo, 56 anni, imprenditore di seconda generazione, punta a creare un nuovo modello di logistica per la sanità e il beverage con la Zanardo Soluzioni Logistiche, realtà con quartier generale a Venezia e unità operative nel Nord Italia. L’area ex Pagnossin è oggi oggetto di un progetto a cui è stato dato il nome Open Dream per il quale l’imprenditore veneto ha coinvolto l’Università Iuav di Venezia come coordinatore del progetto. Sulla base di questa idea, il team sperimenta nella pratica, e anticipa, le azioni di scambio e collaborazione tra territorio, Università e impresa fortemente in linea anche con il piano Industry 4.0. Centomila mila metri quadrati, di cui 42 mila di edifici storici: sono questi alcuni dei numeri dell’area industriale dell’ex-Pagnossin, un tempo luogo simbolo della ceramica Made in Italy. Ed è in quest’area che sta nascendo Open Dream, un progetto di riqualificazione di un’area di archeologia industriale che ha, tra le altre, la peculiarità di essere realizzato grazie ad una partnership pubblico-privato con l’ambizione di creare benessere e sviluppo per il territorio. “Si tratta - dichiara il rettore dell’Università Iuav di Venezia Alberto Ferlenga - di un vero e proprio progetto di rigenerazione urbana al quale i giovani ricercatori, lavorando a stretto contatto con Zanardo, stanno

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Damaso Zanardo dando sostanza progettuale. L’idea è dar vita ad un area che risponda alle primarie esigenze della persona, ravvivando i cinque sensi. L’ambizione è di creare una cittadella nella quale si incontrino food & beverage, ricettività ed eventi con arte e design, dando grande attenzione alle produzioni locali a partire dalla bioagricoltura”. Zanardo sottolinea che “Open Dream ha l’ambizione di far diventare questo straordinario patrimonio come l’ex Pagnossin, grazie anche al suo forte legame con il territorio, un luogo catalizzatore di imprese, università, centri di ricerche e di cultura. Un luogo facilmente raggiungibile perché fortemente connesso a livello internazionale grazie alla vicinanza all’aeroporto e che ha un con-

notato Green dato dal collegamento con la ciclabile Treviso-Ostiglia”. Non solo dunque un hub funzionale a servizio del territorio ma “una bella azione di marketing territoriale - dichiara il presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, Mario Pozza - a cui va riconosciuto il merito d’aver saputo realizzare e concretizzare l’idea ispiratrice che porta valore aggiunto al contesto socio - economico del territorio. Questo recupero è un esempio di come un territorio possa ridisegnare i propri profili e creare nuovi motivi di attrazione”. Il progetto è condiviso anche dal numero uno di Unindustria Treviso, Maria Cristina Piovesana, “E’ un investimento di pensiero lungimirante, che unisce la responsabilità sociale per lo sviluppo del territorio alla creazione di nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali. Questo progetto rappresenta un passaggio importante anche per l’iniziativa di Unindustria Treviso volta a portare, nelle imprese come nelle amministrazioni comunali, una nuova cultura di utilizzo del territorio e per il recupero delle aree e molte strutture, capannoni e altro, che per effetto della crisi ma anche nuove esigenze produttive risultato dismesse. Prenderà l’avvio un progetto associativo pluriennale, con il coinvolgimento dei maggiori stakeholder locali, per capire le trasformazioni e analizzare le nuove domande di spazi produttivi per ridurre il consumo di suolo, recuperare importanti asset reali e promuovere l’insediamento di nuove attività”. Eduardo Cagnazzi


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