Il lino

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IL LINO, UNA FIBRA VERSATILE Il ciclo del lino In Europa la pianta di lino cresce principalmente nella parte Nord della Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi. La semina avviene dal 15 marzo al 15 aprile. Dopo 100 giorni la pianta ha raggiunto un metro di altezza e comincia a forire. La foritura inizia nel mese di giugno, i fori delicati ed effmeri (durano solo un giorno) hanno un bel colore azzurro. Luglio è il momento della raccolta, il lino non viene falciato ma estirpato in modo da conservare la massima lunghezza della fbra. Ad agosto, gli steli vengono macerati, questo processo permette di liberare le fbre presente lungo il fusto grazie all'azione di microorganismi, calore e umidità. Gli steli sono lasciati nel campo disposti in modo parallelo, si chiama “l'andana”. Per favorire l'omogeneità della macerazione, le andane devono essere rivolte. I lino così macerato è messo ad essiccare prima di essere maciullato (separazione grossolana delle fbre e della paglia. Segue la stigliatura, operazione che permette di eliminare i residui legnosi prima della pettinatura.

Estirpazione

Macerazione

Stigliatura

Le applicazioni Dagli steli di lino si ottengono: – 12-15% di fbra lunga (la flaccia) – 10-15% di fbra corta (le stoppe) – 50% di residui legnosi (principalmente per lettiere) – 6-7 % di pagliuzze – 6-7% di polvere Questi materiali derivati dalla pianta di lino sono tutti utilizzati, non viene scartato niente, neanche i pezzettini più piccoli che vengono utilizzati per lettiere o per la produzione di carta. Le fbre corte o lunghe sono flate e tessute per essere impiegate nel abbigliamento, nel arredamento (tende, divani) o nella biancheria per la casa (tovaglie, lenzuoli). I materiali compositi per lo sport, l'automobile e l'edilizia fanno parte di applicazioni della fbra e dei suoi residui con la produzione di biciclette, racchette da tennis, para-urti, occhiali... in resina e fbra o tessuto di lino.


Un materiale eco-friendly La piante di lino si può ritenere sostenibile per varie ragioni fra le quali l'assenza di scarti di lavorazione. In più, si tratta di una materia prima rinnovabile. La sua coltivazione non richiede irrigazione e soltanto una bassa concimazione. Il processo di lavorazione è naturale (estirpazione, macerazione, stigliatura meccanica...) e la produzione (coltivazione, trasformazione fbra, flatura, tessitura...) è al 70% Europea quindi relativamente locale ! In conclusione, il lino europeo è sinonimo di naturalità (materia prima naturale rinnovabile), di tracciabilità (provenienza europea sicura), qualità, innovazione (numerosi campi di applicazione nel tessile abbigliamento ma anche nei tessuti ad uso tecnico, materiali compositi e nell'edilizia) e di creatività.

La fbra di lino presentata agli alunni partecipanti al progetto Dalla Fibra al Tessuto ...In più: i numeri del lino... Un campo di lino di un'ettaro permette di produrre 900 kg di flato, 3750m2 di tessuto o 4000 capi d'abbigliamento in lino. Il primo paese produttore di materia prima è la Francia con circa 67788 ettari coltivati, mentre il primo paese produttore di tessuti di lino è l'Italia con 250 aziende nel settore. Photo Credits: Confédération Européenne du Lin et du Chanvre Fonte: www.mastersofinen.com Scritto da: Marie Astier per PortaleRagazzi.it


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