Veni vidi bici (eppur si muove)

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Le foto sono state scattate grazie a questo marchingegno. Macchina fotografica e cavalletto sono legati alla bici con una camera d’aria. E per il click, basta un telecomando.

| fotografie e testo | daniele coppa

Dura la vita di un ciclista in città: i pericoli sono ovunque, Ma Si pedala per salvare la pelle. e il mondo.

È

Milano, via dell’Aprica.  Secondo i dati Istat (gli ultimi disponibili), nel 2008 l’indice di lesività per i velocipedi si è attestato al 99,6 per cento. In caso d’incidente, difficile uscirne indenni.

come un videogioco. A volte rischi una sportellata, a volte una buca. Devi evitare la macchina e il tram è sempre dietro l’angolo. Per me, nato e cresciuto a Milano, il problema è diventato quasi “trasparente”. L’insulto è parte integrante della pedalata. Ma a tener il manubrio spesso c’è qualcuno che con la sua bicicletta crede di poter salvare il mondo. Già perché la bici è questo: un mezzo sociale, ecologico, economico e salutare. A plasmare questo modo di vivere, che (eppur) si muove, è un enorme involucro di cemento e acciaio. Con un paradosso. Negli ultimi anni il mondo ha riscoperto la meraviglia che si cela dietro i raggi leggeri della bicicletta: critical mass, bicycle film festival, bike sharing... Tutto questo è nato nello stesso momento in cui i dati statistici mettono i brividi e appesantiscono la vita del ciclista: 288 morti l’anno, 14.500 feriti, smog e polveri sottili sempre oltre i limiti (la soglia di pericolo annua fissata, per un massimo di 35 giorni, a Milano si è raggiunta dopo appena 46 giorni dall’inizio del 2010). E poco si fa per cambiare direzione. Intanto il ciclista va. Si munisce di quello che può: mascherina, nuove luci Led. Qualcuno usa il caschetto, sperando che in caso di incidente con un Suv, almeno il ciuffo resti incolume. Con un tubo e qualche vecchia camera d’aria ho attaccato la macchina fotografica alla mia bici. Per cercare di raccontare (da vicino) la quotidiana avventura di un ciclista a Milano.

≈ Polifemo è un’associazione di fotografi professionisti con base a Milano, che si propone di diffondere la cultura dell’immagine e della comunicazione visiva.

fotoreportage urbano | a cura di | polifemo | www.polifemo.org

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Daniele Coppa Daniele Coppa, milanese classe 1983, frequenta studi aeronautici e comincia a lavorare nel settore dopo un corso post-diploma. Da sempre cerca di affiancare a questo mondo “tecnico” uno più “permeabile” fatto di pittura e fotografia. A unire questi universi (superfluo forse dirlo) è la dimensione del viaggio. Dal 2008 con due amici intraprende un progetto fotografico, nel 2009 partecipa alla mostra “I contrari” patrocinata dal Comune di Peschiera Borromeo (Mi) e nel 2010 decide di frequentare il corso di fotogiornalismo di Polifemo e Terre di mezzo, per consolidare le idee che da sempre gli passano per la testa. Così è nato il reportage pubblicato in queste pagine. Potete ammirare la sua gallery su flickr.com/dany_the_willy.

Piazza Cavour.  Il centro storico è cosparso di pavé e binari del tram. I ciclisti più esperti consigliano di tenere la pressione delle gomme sulle 7 atmosfere per resistere alle sollecitazioni. Altrimenti si richia di “pizzicare”.

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Viale Fulvio Testi.  I poli universitari di Bovisa e Bicocca distano 8 km l’uno dall’altro. A unirli la creatività del ciclista che può scegliere tra un tragitto più lineare, ma trafficato, che percorre viale Jenner e viale Fulvio Testi, e un saliscendi salutista che prevede, oltre ai marciapiedi, un breve tratto di pista ciclabile e un sottopassaggio tutt’altro che sicuro.

Di notte. La visibilità cala drasticamente. Per fortuna le luci Led permettono di essere visti con più facilità dalle automobili.

| fotoreportage urbano

Lancetti.  Trasportare la propria bici sui mezzi Fs costa dai 3,50 ai 12 euro. Sui treni delle Ferrovie Nord si scende a 2,50 ma solo sui vagoni con l’apposito simbolo. In metropolitana non ci si può distrarre: l’accesso è consentito ma solo dalle 20 al termine del servizio; il sabato e festivi tutto il giorno.

Urban bike messenger.  Da qualche mese Matteo lavora per i pony express a pedali, realtà imprenditoriale che sfrutta la capacità ecologica, rapida e quindi efficace nel traffico, della bicicletta come mezzo di trasporto. Percorre 1.200 km al mese. Senza inquinare.

Via Giovanni Pascoli: la Casa dello studente. Mentre il progetto BikeMi entra nella fase due, con l’arrivo di altre 100 rastrelliere (330 nuove bici), in città il ciclista continua a faticare. Il problema questa volta sono i parcheggi: ci si arrangia come si può e ogni luogo di sosta “sicura” diventa lecito. | 017 | ottobre 10

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