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STRUTTURA METODOLOGICA
DEL PROGETTO DEFINITIVO DELL’OPERA


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IMPATTO AMBIENTALE
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OBIETTIVI DEL PROGETTO
Il completamento della Tangenziale ad Ovest di Reggio persegue prioritariamente lo scopo di sgravare il corrispondente tratto urbano dell’Emilia dal traffico di ingresso/uscita dalla città e, soprattutto, da quello di attraversamento che insiste sulla direttrice Est-Ovest con la chiusura dell’anello tangenziale nord della citta di Reggio Emilia.
OBIETTIVI DEL PROGETTO A SCALA
SOVRA-LOCALE
chiusura dell’anello tangenziale nord della città di Reggio Emilia
collegamento con il casello A1 e la stazione AV Mediopadana della viabilità primaria nei quadranti nord (via Bertani Davoli SP 63R per Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Poviglio, Brescello, Viadana), sud (via Inghilterra-ChopinHiroshima e SS63 passo del Cerreto) e ovest (via Emilia storica, SP 62 per Cavriago)
predisposizione infrastrutturale per il futuro collegamento con la via Emilia bis
OBIETTIVI DEL PROGETTO A SCALA LOCALE
Spostamento del traffico da/per la Tangenziale esistente su infrastrutture con caratteristiche idonee ai flussi attuali e futuri
collegamento tra l’asse nord/sud di via InghilterraChopin- Hiroshima e il casello A1 e stazione AV Mediopadana
attuazione delle politiche di spostamento della sosta lunga in zone periferiche e collegamento con il centro urbano con linee di trasporto pubblico
riduzione del traffico nelle zone periurbane di Pieve Modolena e della via Emilia storica
riduzione dei flussi sui viali di circonvallazione
potenziamento della rete ciclopedonale tramite risezionamento della viabilità esistente
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Il progetto preliminare, nel corso del proprio iter autorizzativo, è stato oggetto di un articolato quadro di osservazioni, formulate dal MATTM in sede di verifica di assoggettabilità a VIA e da Anas in sede di istruttoria tecnica sul PP.
Al termine quindi del percorso progettuale sopra descritto, sono state definite due soluzioni alternative da porre a confronto all’interno dello SIA, denominate rispettivamente:
• Soluzione alternativa A, che corrisponde al tracciato di progetto preliminare (settembre 2009)
• Soluzione alternativa B, che corrisponde all’evoluzione del tracciato di progetto preliminare ottimizzato a seguito dell’istruttoria tecnica effettuata da ANAS Direzione Generale di Progettazione in data 8/11/2010 e delle osservazioni prescrittive contenute nella determina del Ministero dell’Ambiente del Territorio e della Tutela del Mare (MATTM) Direzione Generale prot. 0022376 del 22/09/2010.
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Scala di pianificazione
Pianificazione sovraregionale e di settore
Pianificazione regionale e di settore
Pianificazione regionale e di settore
Pianificazione regionale e di settore
Pianificazione regionale e di settore
Pianificazione regionale e di settore
Pianificazione comunale
Piano
Piano stralcio di Assetto Idrogeologico del Fiume Po (PAI)
Piano Territoriale Regionale (PTR)
Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)
Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT)
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Reggio
Emilia (PTCP)
Piano Infraregionale delle Attività Estrattive della
Provincia di Reggio Emilia (PIAE)
Piano Strutturale Comunale di Reggio Emilia (PSC)
Regolamento Urbanistico Edilizio di Reggio Emilia(RUE)
Coerenza conformità con il progetto
Compatibile
Pianificazione comunale
Piano Strutturale Comunale di Cavriago(PSC)
Compatibile
Compatibile
Coerente
Coerente
Compatibile
Coerente, ancorché la soluzione alternativa B non risulta perfettamente conforme con il PSC e il RUE che riportano il tracciato relativo alla soluzione alternativa A
Non coerente (si specifica che il territorio di Cavriago viene interessato in modo puntuale dalla sola soluzione alternativa A)
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L’opera non interessa aree naturali protette o appartenenti alla Rete Natura 2000.
L’opera interessa aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ai sensi dell’art. 142 comma 1, lettera c) del D. Lgs 42/2004 e s.m.i., in relazione alla fascia di rispetto dei corsi d’acqua pubblici: Torrente Crostolo; Torrente Modolena; Torrente Quaresimo
La fascia di rispetto di 150 m del Torrente della Fossetta risulta interessata, per una modestissima porzione, dal ramo di innesto della rotatoria di progetto sulla via Emilia in località Corte Tegge. L’unico lavoro previsto è la riasfaltatura senza risezionamento della piattaforma stradale
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L’opera interessa aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera m) del D. Lgs 42/2004 e s.m.i. relativamente alle aree archeologiche:
zona ovest del torrente Crostolo; area in località Corte Tegge (in prossimità non direttamente interferita).
“L’Opzione zero, ovvero l’alternativa zero” può essere definita lo scenario progettuale che ha consentito di valutare, rispetto all’ambito territoriale di riferimento in cui si esprimono tutte le relazioni funzionali del progetto, l’evoluzione del sistema della mobilità e dei relativi potenziali effetti ambientali, nell’ipotesi in cui l’opera in esame non venga realizzata, ma siano comunque attuate tutte le opere infrastrutturali programmate dalla strumentazione di settore.
Gli ambiti di valutazione sono stati i seguenti:
1. Sistema della pianificazione
2. Sistema territoriale
3. Sistema delle infrastrutture per la mobilità
4. Analisi Costi/Benefici e sensitività dell’investimento
5. Fattori ambientali critici (atmosfera e qualità dell’aria, rumore, salute pubblica e benessere).
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1. Il progetto prolungamento della S.S. n°9 “Tangenziale nord di Reggio Emilia” nel tratto da San Prospero Strinati a Corte Tegge, risulta coerente con il quadro complessivo della pianificazione sovraordinata e locale, in quanto funzione trasportistica espressamente prevista e programmata.
2. La struttura produttiva tipica dell’area reggiana è di tipo manifatturiero, caratterizzata da un’incidenza dei costi di trasporto sicuramente più importante di quella che caratterizza le economie più strettamente orientate verso le attività del terziario avanzato, in grado quindi di amplificare gli impatti indiretti generati dalla realizzazione di opere, come quella in progetto, che vanno a incidere positivamente sul livello di servizio fornito dal sistema dei trasporti.
3. Lo Studio trasportistico ha evidenziato effetti positivi di fluidificazione e alleggerimento delle arterie esistenti (via Rinaldi, XX Settembre/Lungocrostolo, via Emilia storica, via Gorizia) con conseguente indirizzamento del traffico su itinerari di circuitazione esterna dell’area urbana di Reggio.
4. L’analisi costi-benefici e l’analisi di sensitività della nuova infrastruttura ha largamente dimostrato la desiderabilità sociale della realizzazione dell’opera in progetto, ovvero la sua preferibilità sociale rispetto all’”Alternativa 0”, dal punto di vista dell’utilizzo efficiente delle risorse disponibili.
5. In generale, per atmosfera, rumore e salute pubblica, si denota una diminuzione dei recettori esposti ai livelli di impatto più elevati nel caso di realizzazione del progetto, quindi, si può concludere che il Progetto è caratterizzato da migliori performance ambientali rispetto all’Opzione 0.
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Illustra le caratteristiche funzionali, geometriche, tecniche e strutturali dell’intero progetto definitivo della tangenziale nord, nonché le azioni prodotte, dal quadro complessivo degli interventi di progetto, durante le relative fasi di costruzione e di esercizio.
Presenta la seguente struttura espositiva:
1. Descrizione del tracciato e delle configurazioni alternative considerate
2. Sintesi dello studio trasportistico
3. Analisi costi - benefici e sensitività dell’investimento
4. Descrizione della fase di costruzione e del processo di cantierizzazione dell’opera
5. Descrizione delle principali azioni del progetto in fase di esercizio
6. Rischi di origine antropica indipendenti dal progetto
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SEZIONE TIPO: Categoria B
SEZIONE TIPO
SEZIONE TIPO: Categoria C1
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Opere d’arte MAGGIORI del progetto
Viadotto sul torrente Crostolo
Viadotto su via Ferraroni
Ponte sul torrente Modolena
Ponte sul torrente Quaresimo
OPERE D’ARTE MAGGIORI
Sezioni Tipo viadotto sul Crostolo
Criticità dell’attuale assetto viario:
• La variante costituita da viale Bertani ha solo in parte alleggerito la direttrice storica di via dei Gonzaga, che costituisce un itinerario più diretto -rispetto a viale Bertani- per accedere all’area centrale di Reggio, ma che impatta su un area quasi totalmente urbanizzata.
• I flussi veicolari che percorrono via Rinaldi (costituiti da veicoli in accesso a Reggio da Cadelbosco di Sopra e da Roncocesi) prima attraversano -con impatto rilevante- la frazione di Cavazzoli e poi trovano grande difficolta ad inserirsi in via dei Gonzaga (strada che ha priorità di deflusso rispetto a via Rinaldi e che presenta flussi quasi continui nella fascia di punta del mattino).
• La limitata funzionalità del nodo Marx/Emilia, regolato a semplice precedenza (con priorità ovviamente ai flussi lungo la via Emilia) e con divieto per i flussi provenienti da Parma di svoltare a sinistra verso Roncocesi.
• Il combinato di queste criticità rende problematici gli accessi veicolari da Roncocesi al centro di Reggio.
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Dati di input:
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Le analisi trasportistiche svolte sono basate su un modello di simulazione del traffico di scala vasta (esteso alla rete urbana di Reggio e alla rete viaria della parte centrale della Provincia), in uso presso l’Amministrazione comunale e calibrato nell’ambito della redazione del PUMAV (Piano Urbano della Mobilita di Area Vasta di Reggio Emilia) del 2006.
La calibrazione era basata su un’ampia gamma di dati sul traffico, ed in particolare su un’indagine campionaria sulla mobilità dei residenti in Reggio città e Provincia e su una serie di conteggi classificati di traffico. Altri conteggi sono stati effettuati nel 2008 nell’ambito della redazione del Progetto Preliminare, mirati alla verifica dei livelli di traffico nel comparto nord/occidentale della citta, interessato dal progetto in esame. In questa fase era stato verificato il buon funzionamento del modello di simulazione nel comparto in esame.
Il modello di simulazione e stato applicato ai seguenti scenari:
• lo stato di fatto (anno 2012);
• opzione 0 nello scenario di domanda di breve periodo (2017);
• con il Prolungamento della Tangenziale Nord, fino a Rete2, nello scenario di domanda di breve periodo (2017);
• opzione 0 nello scenario di domanda di lungo periodo (2027);
• prolungamento della Tangenziale Nord, fino a Corte Tegge, nello scenario di domanda di lungo periodo (2027).
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Nello scenario di lungo periodo (anno 2027) con la realizzazione completa del prolungamento, degli svincoli di Rete2 e Pieve Modolena e della bretella di connessione con l’Emilia storica a Corte Tegge, risultano dalle simulazioni svolte una serie di effetti positivi sul traffico:
• l’uso consistente della nuova arteria, favorendo l’indirizzamento del traffico su itinerari di circuitazione esterna dell’area urbana di Reggio;
• l’alleggerimento di alcuni assi di penetrazione urbana (via Rinaldi, XX Settembre/Lungocrostolo, via Emilia storica, via Gorizia), con alleggerimento in particolare di alcuni attraversamenti di zone densamente urbanizzate; e nel contempo la marginalità della quota di flussi veicolari reindirizzati sulla nuova arteria, che attualmente utilizzano l’asse autostradale;
• la fluidificazione complessiva del traffico nei quadranti nord/occidentale ed occidentale di Reggio Emilia.
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Costi economici dell’intervento:
• I costi di costruzione
• I costi di manutenzione e di esercizio
• Il costo-opportunità dei fondi pubblici
Benefici economici generati: la riduzione dei costi di utenza:
• Benefici ambientali
• Il valore residuo dell’opera
Parametri di redditività economica dell’intervento:
valore attuale netto (VAN) = somma dei benefici attualizzati al netto dei costi pure attualizzati
tasso di rendimento interno (TRI) = tasso di sconto che rende il VAN di un progetto pari a zero
VAN dell’intervento = 205,30 milioni di euro
TRI dell’intervento = 15 %
Si tratta di valori estremamente positivi, che permettono senz’altro di emettere un giudizio di desiderabilità sociale della realizzazione del Prolungamento della S.S. N°9 “Tangenziale nord di Reggio Emilia” nel tratto San Prospero Strinati-Corte Tegge dal punto di vista dell’utilizzo efficiente delle risorse disponibili.
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I valori dei parametri di redditività economica dell’investimento in progetto ottenuti, vengono ricalcolati facendo variare i valori delle variabili di ingresso maggiormente significative all’interno di un range ritenuto realistico.
Aumentando il costo finanziario dei lavori per la costruzione dell’opera del 25%, il VAN dell’investimento passa da 205,30 a 177,70 milioni di euro, mentre il TRI dell’investimento passa dal 15% al 12,1 %.
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La pianificazione prevede che i tratti dell’estesa di progetto siano realizzati in due ambiti funzionali:
AMBITO FUNZIONALE N°1. Prevede la realizzazione del tracciato della nuova tangenziale in progetto, da inizio intervento (Podere Castellani
- Linea F.S.) allo svincolo di “Rete 2” . Il tratto e caratterizzato da uno sviluppo di circa km 1+600, in questo ambito e inclusa la realizzazione dello svincolo stesso in una configurazione funzionale in grado di garantire l’immissione in tangenziale anche in direzione Est
AMBITO FUNZIONALE N°2. La realizzazione e prevista in seguito al completamento dell’Ambito 1, con il nuovo tratto di tangenziale già in esercizio. In questo caso si prevede la costruzione di un nuovo tratto di tangenziale per uno sviluppo planimetrico di circa km 4+800, con inizio dallo svincolo di “Rete 2” e termine in corrispondenza dello svincolo di “Corte Tegge” . In tale ambito e incluso anche il ramo di viabilità che, a partire dallo svincolo di “Pieve Modolena”, conduce, in direzione Nord, verso Roncocesi
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AREE DI CANTIERE E F.A.L.
Elenco, tipologia e caratteristiche funzionali delle aree di cantiere
Elenco dei fronti di avanzamento di cantiere
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Sono previste 3 distinte tipologie di aree di cantierizzazione:
Area di cantierizzazione logistico-operativa (campo base - CB)
In essa trovano ubicazione sia le funzioni logistiche legate al ristoro e ricovero delle maestranze, che funzioni di carattere operativo, quali quelle di coordinamento, di direzione lavori, ovvero confezionamento di cls, realizzazione diaframmi, deposito attrezzature e manutenzione dei mezzi operativi.
Nell’area, quindi, sono ubicati sia edifici destinati alla logistica di cantiere, come: spogliatoi, dormitori, infermeria, ecc., sia strutture più strettamente legate alle attività produttive: magazzini, uffici, laboratori e anche impianti produttivi (calcestruzzi e diaframmi).
Area di cantierizzazione operativa (area tecnica - AT)
L’area ha la funzione di ospitare sia i materiali provenienti dagli scavi previsti lungo il sedime di progetto che, eventualmente, i materiali inerti (da rilevato) provenienti dai poli di approvvigionamento esterni alle aree di cantiere. In particolare i materiali provenienti dagli scavi, prima di essere posti in opera, saranno opportunamente caratterizzati secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
Area di cantierizzazione operativa (area operativa – AO)
Svolge una funzione propedeutica alla costruzione delle opere d’arte in prossimità delle quali sono ubicate, in ragione di ciò all’interno si prevedono essenzialmente funzioni legate al deposito materiali ed attrezzature.
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Tipologia delle sorgenti analizzate:
a) stabilimenti e/o industrie a rischio di incidente rilevante (individuazione su scala provinciale degli stabilimenti soggetti a D. Lgs 334/99 come modificato dal D. Lgs 238/2005)
b) siti contaminati o potenzialmente contaminati ed aree di bonifica
c) impianti di smaltimento e recupero rifiuti
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L’ambito territoriale di analisi è rappresentato dai due comuni che vengono direttamente interessati dalle soluzioni progettuali alternative valutate per l’infrastruttura di progetto, ovvero Reggio Emilia e Cavriago, determinando poi la distanza dei siti individuati dalle opere in progetto.
NON si registrano interferenze dirette e, per tale motivo, non si rilevano potenziali effetti sinergici rispetto alla realizzazione del progetto in esame.
DESCRIZIONE TECNICA DEL TRACCIATO
DI PROGETTO PRELIMINARE E RELATIVO PROCESSO DI CANTIERIZZAZIONE
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SISTEMI ANALIZZATI
CLIMA E ATMOSFERA
RUMORE E VIBRAZIONI
CAMPI ELETTROMAGNETICI
SUOLO E SOTTOSUOLO
ACQUE SUPERFICIALI
ACQUE SOTTERRANEE
VEGETAZIONE E FLORA
FAUNA
ECOSISTEMI
SISTEMA AGRICOLO, AGROALIMENTARE E RURALE
PAESAGGIO E PATRIMONIO STORICO-CULTURALE
ANALISI STORICO – ARCHEOLOGICA DEL PAESAGGIO ANTROPICO
SALUTE E BENESSERE DELL’UOMO
SISTEMA INSEDIATIVO, DELLE CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE E DEI BENI MATERIALI
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Areale di studio: Analisi sia di processi meteorologici a grande scala, sia di processi a scala locale
Fonti: Rapporti Annuali su Qualità dell’Aria della Provincia di Reggio Emilia, con particolare attenzione a quelli relativi agli anni 2011 e 2012
Parametri rilevati:
• Temperature;
• Precipitazioni;
• direzione ed intensità del vento;
• altezza di rimescolamento;
• stabilità atmosferica.
Areale di studio: analisi riferite al territorio comunale di Reggio Emilia
Fonti: rete fissa di rilevamento provinciale, definita sulla base della nuova zonizzazione operata dalla Regione Emilia-Romagna, con il supporto tecnico di Arpa, con riferimento alle stazioni di Reggio Emilia – San Lazzaro, Reggio Emilia – Viale Risorgimento, Reggio Emilia – Viale Timavo
Parametri rilevati:
• Polveri (Pm10, Pm2.5);
• Biossido di Azoto (NO2);
• Monossido di Carbonio (CO);
• Benzene, Etil-Benzene, Toluene, Xyleni, O-xylene;
• Ozono (O3).
Al fine di avere un quadro completo della situazione della qualità dell’aria allo stato attuale sono state sviluppate delle valutazioni modellistiche relativamente ai principali inquinanti atmosferici e al sistema infrastrutturale potenzialmente oggetto di variazioni a seguito dell’entrata in esercizio della nuova infrastruttura.
• la temperatura presenta un andamento tipico delle aree pianeggianti del centro-Italia, inverni rigidi con intere giornate caratterizzate da temperature inferiori a 0 ° C (273,15 K) e estati calde con temperature che in numerose occasioni superano i 30 °C;
• in termini di turbolenza atmosferica, con riferimento alle classi di stabilità di Pasquill, suddivise in A, B, C, D, e F, dove la classe A denota le condizioni di maggior turbolenza o maggiore instabilità mentre la classe F definisce le condizioni di maggior stabilità o minore turbolenza, la classe di stabilità che si presenta con la maggior frequenza è la D, superiore al 45% su base annua. Le condizioni di stabilità (E+F) si mantengono pressoché costanti nell’arco dell’anno con una percentuale pari a circa il 30%. Relativamente alle condizioni di instabilità (A+B+C) esse si presentano con maggior frequenza nei mesi estivi, più del 40% delle situazioni, e risultano mediamente rare, di poco superiori al 30%, nei mesi invernali.
• l’altezza di rimescolamento è molto variabile in relazione all’ora del giorno e alla stagione. Nel periodo invernale poco meno del 70% dei casi risulta caratterizzato da un’altezza inferiore a 200 m, percentuale che risulta inferiore al 40% nel periodo estivo;
• dal punto di vista anemologico si evidenzia la presenza di venti scarsamente energici. Le calme di vento, velocità < 0.5 m/s risultano pari al 15%, mentre le ore caratterizzate da velocità del vento superiori ai 2 m/s sono inferiori a circa il 30%. Per ciò che riguarda la direzione si osserva evidente direzionalità lungo l’asse E-O.
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Dall’analisi dei dati a disposizione l’inquinante che, a causa del sistema infrastrutturale esistente, presenta le maggiori criticità nella configurazione dello stato di fatto è il Biossido di Azoto: infatti, il confronto con i limiti di legge, considerando i livelli di concentrazione derivanti dalla somma del contributo calcolato con il modello di simulazione e dei livelli di fondo stimati dall’Arpa Emilia Romagna, evidenzia un diffuso superamento del limite relativo alla media annuale previsto dal D. Lgs 155/2010.
In riferimento agli altri inquinanti, i contributi rispetto ai limiti normativi risultano essere di entità minore; in particolare, per quanto riguarda le polveri (Pm10, Pm2.5), considerando i valori di fondo stimati dall’Arpa Emilia Romagna, non si ha presenza di esuberi rispetto alla prescrizioni normative. Le potenziali criticità derivano dai livelli di concentrazioni considerati nello stato di fatto per i parametri NO2, PM10 e PM2.5 con valori molto prossimi ai limiti previsti dal D. Lgs 155/2010; tali concentrazioni, derivanti dalle stime di Arpa Emilia Romagna, risultano, altresì, rappresentative di un’istantanea dello stato fatto con un valore cautelativo uniformato su tutto il territorio comunale di Reggio Emilia.
Comune
L’identificazione e classificazione tipologica del sistema ricettore è stata svolta in base a sopralluoghi e rilievi estesi all’ambito territoriale di studio interessato dall’asse principale. E’ stata adottata un’estensione di 500 m dal ciglio stradale costituito dall'inviluppo della soluzione alternativa A e della soluzione alternativa B:
• il corridoio di 250 m è stato rilevato con lo scopo di identificare nel dettaglio le destinazioni d’uso prevalenti degli edifici (residenziale, residenziale in progetto, edifici dismessi o ruderi, attività commerciali, attività artigianali e industriali, edifici religiosi e monumentali, asili, scuole, istituti superiori o universitari, ospedali, case di cura, case di riposo, impianti sportivi, parchi e aree naturalistiche, pertinenze non adibite a presenza umana permanente (box, tettoie, magazzini), servizi (municipi, musei, centri sociali, stazioni, ecc.), il n. di piani complessivi e abitati, le caratteristiche di esposizione del ricettore e lo stato di conservazione (buono, medio, rudere), la presenza di eventuali ostacoli alla propagazione del rumore, la presenza di infrastrutture concorsuali o altre sorgenti di rumore, le caratteristiche degli infissi (tipologia vetri, telai e stato di conservazione).
• nella fascia esterna compresa tra 250 e 500 m, sono stati ricercati gli edifici sensibili (asili, scuole, istituti superiori o universitari, ospedali, case di cura, case di riposo).
Sono stati infine individuati alcuni edifici utilizzati come testimoni acustici di ambiti residenziali significativi subito esterni alla fascia acustica dei 250 m.
E’ stata effettuata, in prima istanza, una serie di rilievi fonometrici. La campagna di indagine è stata caratterizzata da 4 rilievi della durata di 24 ore e 4 rilievi della durata settimanale, e si è sviluppata da fine settembre a inizio ottobre 2011.
I risultati delle elaborazioni hanno permesso la produzione di schede di sintesi in cui sono riportate le caratteristiche ambientali significative per la caratterizzazione acustica dell’area e del ricettore, unitamente agli indicatori di rumore e alla documentazione delle misure.
E’ stata infine condotta una valutazione del rumore ante operam mediante modellazione matematica. I risultati della mappatura del clima acustico ante operam, svolta con il modello previsionale Soundplan, sono espressi da mappe di rumore diurno Leq(6-22) e notturno Leq(22-6) in scala 1:5000 realizzate, in accordo alla normativa, a 4 m di altezza dal piano campagna locale.
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461 edifici indagati
2 ricettori sensibili:
• Scuola Primaria Statale G.Leopardi – Via Kennedy 20;
• Comunità Psichiatrica La Ginestra - Via Campioli 13.
Incidenza percentuale delle tipologie edilizie censite
I rilievi documento una clima acustico mediamente compromesso caratterizzato da livelli di rumore che, soprattutto nel periodo notturno, raramente sono conformi alle prescrizioni normative.
Le simulazioni confermano quanto osservato durante i sopralluoghi e nell'ambito delle campagne di monitoraggio, ossia che il paesaggio sonoro dell’ambito di studio risulta dominato dal sistema infrastrutturale dell’area che è caratterizzato dalla presenza della Linea ferroviaria storica Milano-Bologna, della Via Emilia nel suo tratto di attraversamento dell’abitato di Reggio Emilia, di Via Rinaldi, nella zona nord dell'ambito di studio e della viabilità locale.
Il campo sonoro generato dal traffico delle infrastrutture viarie principali impone al territorio un'impronta sonora diurna significativa, superiore ai 70 dB(A) entro i primi 10 m dal ciglio stradale, con restringimenti o allargamenti ben correlati al profilo longitudinale del tracciato e alla presenza di ostacoli fisici alla propagazione del rumore. In periodo notturno il minore traffico comporta un alleggerimento del carico di rumore. Tuttavia anche in periodo di riferimento notturno rimane significativa l'impronta sonora generata dai transiti lungo la linea ferroviaria storica Milano-Bologna.
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Al fine di individuare il sistema ricettore esposto all’impatto da vibrazioni dell’opera in oggetto sono stati considerati tutti gli edifici all’interno di una fascia di 50 m di distanza dal ciglio stradale, che risulta cautelativa nei confronti di una sorgente vibrazionale come il traffico stradale e autostradale.
La finalità dei rilievi è stata quella di definire un quadro ambientale generale relativo al clima vibrazionale attuale dell’area di indagine, verificando al contempo il contributo vibrazionale delle sorgenti concorsuali. In tale ambito è stata realizzata una campagna di monitoraggio su quattro punti localizzati all’interno di tale area, con misure di breve periodo assistite da operatore, in modo da individuare gli eventi caratterizzanti la sorgente (transiti di veicoli su gomma e convogli ferroviari).
Le attività di monitoraggio sono state svolte con strumentazione in allestimento mobile conforme IEC 184, IEC 222 e IEC 225 e modalità di acquisizione conforme UNI9614 e ISO 2631-2
CATEGORIA
UNI9614
DESCRIZIONE
I valori di livello equivalente pesato UNI 9614 misurati nelle postazioni svolte in una condizione emissiva caratterizzata dal traffico ordinario sulla viabilità pubblica antistante, sono compresi in generale tra 53.2 e 73.2 dB. Tali livelli sono pertanto conformi al limite di riferimento suggerito dalla normativa tecnica UNI 9614 per le abitazioni anche durante il periodo notturno. In questi casi il limite è pari a 77 dB per l’asse Z e 74 dB per gli assi X-Y. Relativamente all’asse Z, asse su cui risultano energeticamente più evidenti gli eventi legati al transito dei veicoli e dei treni, un’analisi di maggiore dettaglio sui singoli eventi ha permesso di evidenziare quanto segue:
• in caso di manto stradale regolare, il passaggio di veicoli pesanti non è causa di aumento dei livelli al di sopra della soglia di attenzione rappresentata dal limite UNI9614, nemmeno a brevissima distanza dal ciglio stradale (contesto di Viale Gonzaga);
• nel caso di manto stradale compromesso dai frequenti transiti di autoarticolati, come per Viale Martiri di Piazza Tien An Men, i livelli legati al transito di veicoli pesanti superano gli 80 dB e in alcuni casi i livelli massimi superano il limite di 86 dB della normativa UNI9614 relativo agli edifici adibiti a uffici, tipologia di edificato che caratterizza l’area della misura;
• per la sorgente ferroviaria, rappresentata dalla linea FS storica Milano-Genova, in corrispondenza dell’edificato residenziale localizzato a più di 50 m dalla linea, i livelli misurati risultano ampiamente al di sotto del limiti di riferimento della normativa UNI9614, anche in corrispondenza del passaggio di treni merci di notevole lunghezza.
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E’ stata realizzata una campagna di monitoraggio su undici punti localizzati secondo quanto indicato nella tabella seguente
La localizzazione delle sorgenti CEM è avvenuta facendo riferimento al un censimento delle sorgenti in radiofrequenza (RF), ovvero degli impianti di radiocomunicazione come le stazioni radio base per la telefonia mobile (SRB) le stazioni RADIO-TV e altro, svolto da Arpa Emilia Romagna.
Nell’ambito della caratterizzazione ambientale relativamente alla componente campi elettromagnetici è stata realizzata una campagna di monitoraggio su undici punti localizzati nell’area d’indagine.
I rilievi sono stati eseguiti con la finalità di definire un quadro ambientale generale relativo allo stato attuale dell’inquinamento da campi elettrici e magnetici a basse frequenze (ELF) e da campi elettromagnetici ad alte frequenze (RF) in corrispondenza dell’area di intervento. Le attività di monitoraggio sono state svolte con strumentazione Narda – Safety Test Solution in allestimento mobile.
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Campi elettromagnetici generati da impianti ad alta frequenza (RF): i livelli riscontrati risultano ampiamente al di sotto degli obiettivi di qualità riportati nel DPCM 8 luglio 2003.
Sorgenti a bassa frequenza (ELF): i livelli di campo magnetico riscontrati risultano ampiamente al di sotto degli obiettivi di qualità riportati nel DPCM 8 luglio 2003.
I livelli di campo elettrico risultano ampiamente al di sotto del limite di esposizione riportato nel medesimo decreto. Le misure sono state eseguite al di sotto delle catenarie sorgenti di campo elettrici e magnetici a 50 Hz, nei punti di maggiore esposizione.
Sintesi dei livelli rilevati di campo magnetico e di campo elettrico (ELF)
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Il territorio del comune di Reggio Emilia ricade nella parte centro-meridionale della Pianura Padana propriamente detta, bacino subsidente (pliocene-quaternario), di tipo sedimentario, che comincia a delinearsi sin dall’inizio del Triassico. L’area studiata ricade nella fascia della media pianura reggiana e si estende indicativamente in un buffer mai inferiore ad 1 km per lato dall’infrastruttura di progetto.
La base per la caratterizzazione geologica e litologica del territorio comunale è stata lo studio condotto per la stesura del PSC di Reggio Emilia. In questo studio, sono state condotte indagini di superficie relative a una profondità compresa fra 0 e 1 metro, ed una seconda indagine compresa fra 0 e -10 m dal piano campagna.
Con riferimento alla Relazione geologica allegata al PRG 1993, l’indagine si era svolta con diverse metodologie, di seguito riassunte:
• campionatura e riconoscimento speditivo;
• interazione con dati bibliografici, alcuni dei quali relativi a stratigrafie di pozzi per acqua;
• interazione con i dati aereofotogrammetrici relativi a periodi storici differenti;
• confronto con i dati relativi a sondaggi penetrometrici effettuati da studi professionali e in tempi diversi nell’ambito del territorio comunale.
Nella carta geomorfologica sono inoltre evidenziate le forme la cui individuazione nasce dal confronto di numerosi elementi di tipo morfologico (presenza di dossi elevati), litologico (aree a litologia sabbioso-ghiaiosa delimitate da zone argillose), oppure riguardante lo sviluppo più o meno irregolare di insediamenti urbani, della viabilità locale nonché della parcellizzazione agricola.
Nel contesto dell’inquadramento pedologico sono illustrati i suoli riconosciuti nel territorio nel quale s’inserisce l’opera in progetto. Essi sono indagati per un’area coincidente con un buffer di 500 km per lato dall’asse autostradale e che ha un’area di 998 ha. Ogni suolo è classificato con la denominazione secondo la Tassonomia americana dei suoli (Soil Taxonomy) con le chiavi tassonomiche del 2010. Le informazioni sono tratte dalla Carta Dei Suoli alla scala di semidettaglio (1:50.000) della Regione Emilia Romagna.
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Caratteristiche litostratimetriche
Si riscontrano le seguenti formazioni:
• alluvioni a dominante argillosa della bassa pianura (olocene);
• alluvioni a dominante limo-argillosa con intercalazioni sabbiose (olocene);
• ghiaie e sabbie dei terrazzi recenti.
Aspetti geomorfologici
• paleoalvei (Torrente Enza, Torrente Crostolo, Torrente Tresinaro);
• aree a difficoltà di deflusso superficiale;
• elementi morfologici di origine antropica (conurbazione della Via Emilia, il territorio urbanizzato inteso sia come territorio edificato che come infrastrutture, tracciati ferroviari di TAV, della ferrovia storica Milano-Bologna e delle linee ferroviarie Provinciali, impianti di trattamento rifiuti e le aree di ex-cava.
Inquadramento pedologico
Nella maggior parte dell'area del buffer di indagine (56%) sono presenti suoli di 1^ e 2^ classe indistintamente, mentre nel rimanente 44% della superficie sono presenti suoli di 2^ classe. Si può quindi concludere che il territorio destinato alla tangenziale ospita suoli molto pregiati per l’agricoltura.
Anas SpA
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L’area in esame ricade all’interno del comprensorio del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
L’ambito territoriale scelto per l’analisi del sistema idrografico è quello definito dai bacini imbriferi le cui aste vengono interessate dall’opera in studio; essi appartengono al bacino imbrifero del Torrente Crostolo, tutti ricadenti in provincia di Reggio Emilia
Determinazione delle caratteristiche idrologiche: sono state prese in esame lestazioni pluviometriche ufficiali (ARPA) di Poviglio, Reggio Emilia e Quattro Castella, ricadenti all’interno dell’intera area afferente al progetto della tangenziale. Per tali stazioni sono stati rilevati i valori di pioggia caratteristici e sono state determinate le curve di possibilità pluviometriche (CPP) nell’intorno dell’area interessata dalla nuova strada, con ragguaglio all’area attraverso il metodo dei topoieti e quindi con discretizzazione su 2 tratti, quello est e quello ovest (metodo di thissen).
Determinazione delle caratteristiche idrauliche del reticolo idrografico: individuazione di tutti i corsi d’acqua interferiti dalla viabilità in progetto, specificando le caratteristiche principali degli stessi, in termini di “ente gestore”, “rango”, quindi importanza dello stesso, “uso” a cui è destinato ed infine le dimensioni della sezione idraulica in corrispondenza dell’attraversamento stradale: base maggiore “B”, minore “b” ed altezza “H”.
Determinazione della qualità delle acque superficiali: utilizzo della metodologia per la classificazione dei corpi idrici dettata dal D. Lgs. 152/99, che descrive gli indicatori e gli indici necessari per costruire il quadro conoscitivo dello “stato ecologico” e “stato ambientale” delle acque, rispetto a cui misurare il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale prefissati. Lo “stato ecologico” dei corpi idrici superficiali rappresenta “l’espressione della complessità degli ecosistemi acquatici”. Lo stato ecologico è definito in base sia a parametri chimico-fisici di base, attraverso l’indice di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM), sia dalla composizione della comunità macrobentonica delle acque correnti attraverso il valore dell’Indice Biotico Esteso (IBE).
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In Provincia di Reggio Emilia sono stati messi a confronto il SECA del biennio 2001-2002 corrispondente alla fase conoscitiva, prevista dalla normativa e considerata dal Piano di Tutela delle Acque regionale, con il SECA elaborato sui singoli anni 2003, 2004 e 2005, appartenenti alla fase a regime.
“
Classe 1” stato ambientale elevato “Classe 2” stato ambientale buono “Classe 3” stato ambientale sufficiente
“
Classe 4” stato ambientale scarso
“Classe 5” stato ambientale pessimo.
Le forti pressioni che gravano su questo corso d’acqua determinano in chiusura di bacino uno stato ambientale che oscilla tra pessimo e scadente
EMERGENZE NATURALI
Presenza di un fontanile di tipo stagionale cioè con discontinua presenza di acqua
CORSI D’ACQUA INTERFERITI
Caratterizzazione di 20 corsi d’acqua interferiti
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L’area studiata si estende indicativamente in un buffer mai inferiore ad 1 km per lato dall’infrastruttura di progetto
Per la descrizione della struttura dell’acquifero si fa riferimento alle numerose pubblicazioni presenti in bibliografia la cui validità, da un punto di vista strettamente idrogeologico di insieme, resta valida anche accettando il modello deposizionale proposto da Parea (1987) per i depositi quaternari tardo-plesitocenici.
La classificazione delle acque sotterranee, secondo il D. Lgs. 152/99, prevede la determinazione di uno stato chimico o qualitativo, di uno stato quantitativo o di equilibrio idrogeologico e di uno stato ambientale o qualiquantitativo che rappresenta una sintesi per sovrapposizione delle due classificazioni precedenti.
Per la classificazione quantitativa viene fatto riferimento alle serie storiche di dati piezometrici relative alla rete regionale di monitoraggio delle acque sotterranee, attiva sul territorio regionale dal 1976
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Le principali unità idrogeologiche che interessano il territorio reggiano sono:
• Conoide del F. Enza: di ampie dimensioni, occupa la porzione occidentale del Comune e si spinge a Nord sino a lambire l’abitato di Campegine. Abbondante risulta la componente ghiaiosa che, a luoghi, da origine a lenti di ghiaie affioranti (Calemo);
• Conoide del T. Crostolo: di dimensioni inferiori rispetto al precedente, occupa il settore centrale del territorio comunale; la sua zona frontale oltrepassa di poco l’abitato di Villa Sesso. Tale unità idrogeologica nel suo lato occidentale vede la sovrapposizione della più modesta conoide del T.Modolena, che per altro presenta contorni sfumati e mal definiti;
• Conoide del T. Tresinaro: la porzione sud-orientale del territorio comunale risulta soggetta alla competenza del Tresinaro, anche se in gran parte si osservano interferenze con il vicino e più ampio dominio idrogeologico del Secchia. La conoide del Tresinaro possiede dimensioni inferiori ai precedenti; nel suo punto apicale non oltrepassa la Via Emilia, ma comprende gli abitati di Gavasseto, Roncadella e Villa Bagno.
Il quadro dello stato qualitativo evidenzia che tutta la zona della bassa pianura è caratterizzata da acque di falda in condizioni “particolari” per la presenza di sostanze di origine naturale, come ferro, manganese, ione ammonio, che ne limitano gli usi pregiati della risorsa.
Nella fascia pedecollinare invece si ritrovano alcuni punti in Classe 3 o, in pochissimi casi, in Classe 4, per la presenza di nitrati nelle acque nelle zone di maggiore vulnerabilità.
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L’analisi vegetazionale è stata condotta sia a livello di regioni fitogeografiche per l’inquadramento della vegetazione potenziale del territorio della pianura padana, che a livello locale per l’individuazione della flora e vegetazione reale presente nell’ambito direttamente interferito dal progetto.
La metodologia applicata per lo studio della componente si è basata su un’analisi a livello floristico, al fine di conoscere e descrivere la vegetazione reale presente, nella sua complessa articolazione biogeografica, strutturale (forme biologiche e forme di crescita) e tassonomica volta ad individuare le aree che in termini di ricchezza e di diversità rappresentano ambiti di interesse naturalistico, sia attraverso un’analisi vegetazionale per indagare gli aspetti associativi propri delle specie vegetali al fine di riconoscere le diverse fisionomie e fitocenosi che caratterizzano le dinamiche successionali del territorio.
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L’area di studio situata nel settore nord-occidentale della città di Reggio Emilia si sviluppa in un contesto ambientale antropizzato in cui la matrice periurbana si dissolve progressivamente per lasciare spazio ad un panorama maggiormente caratterizzato dall’agricoltura. In questi ambienti le colture, prevalentemente intensive e semiintensive, solo raramente lasciano spazio ad elementi di diversificazione paesaggistica come corsi d’acqua, filari o siepi arboreo-abustive.
Da un punto di vista floristico-vegetazionale gli elementi del reticolo idrografico superficiale caratterizzati dalla presenza, più o meno costante, di acqua, si pongono come alternativa agli ambienti umidi planiziali un tempo estremamente frequenti e caratterizzanti il territorio della pianura padana.
Nell'ambito dell'area urbana e del tratto settentrionale periurbano l'assetto floristico-vegetazionale del Crostolo appare molto semplificato.
I torrenti Modolena e Quaresimo, invece, lungo il tratto di interesse compreso tra la via Emilia e la confluenza nel Crostolo risultano caratterizzati da argini sempre più rilevati sui quali gli elementi arborei-arbustivi diventano sempre più sporadici. Le formazioni vegetazionali che vi si sviluppano sono molto semplificate e riconducibili, prevalentemente, alle fitocenosi che si accrescono lungo gli argini, siano esse formate da specie tipiche di prato, o, in una certa misura, da specie più igrofile (elofite).
Vegetazione delle aree agricole (seminativi, colture specializzate)
Nel comprensorio esaminato sono riconoscibili almeno tre diverse tipologie di vegetazione sinantropica: popolamenti erbacei nitrofili perenni, cenosi di suoli calpestati e consorzi ruderali di erbacee annuali.
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L’analisi faunistica è stata condotta sia a livello di provincie zoogeografiche, con l’obiettivo di identificare i principali popolamenti faunistici presenti nei territori di influenza del progetto e i principali flussi di dispersione in relazione alla connettività ecologica del territorio, sia a livello locale, per l’individuazione della fauna presente nell’ambito direttamente interessato dal progetto.
La metodologia applicata per la componente faunistica si è basata su un’analisi bibliografico-descrittiva a scala vasta per la caratterizzazione dei popolamenti faunistici e per l’individuazione dei flussi di dispersione in relazione alla connettività ecologica territoriale.
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Corsi d’acqua
Nel contesto ambientale del Torrente Crostolo, poco diversificato e fortemente compresso, il contingente faunistico non risulta di particolare pregio dal punto di vista conservazionistico e naturalistico. L’avifauna, normalmente ricca negli ambienti fluviali e perifluviali, non risulta particolarmente varia.
I corsi d’acqua minori (torrenti Quaresimo e Modolena, canali irrigui e fossi di scolo) che percorrono le aree agricole costituiscono una rete di elementi che diversificano l’ambiente e, in taluni casi, svolgono il ruolo di corridoio ecologico. Talvolta si presentano associati a filari e presentano piccole fasce marginali di vegetazione spontanea frequentata da micromammiferi, anfibi ed uccelli.
Aree agricole
A causa della riduzione degli elementi naturali che caratterizzano l’agroecosistema, lo scarso contingente faunistico ospitato risulta costituito principalmente dalle specie più tipiche delle aree aperte quali la lepre, il fagiano, la quaglia, l’allodola, la cutrettola, lo storno e la pavoncella oppure da specie generaliste, tra cui la volpe, il riccio, la cornacchia grigia e la gazza. La presenza degli anfibi è limitata ai fossi di scolo ed ai canali di irrigazione che attraversano le colture.
Aree urbane
I centri abitati e le aree industriali, sia a forma di nucleo compatto sia articolati in sistemi (spaziali) diffusi, ospitano un basso numero di specie che, per le loro caratteristiche etologiche, traggono vantaggio dalla presenza di manufatti o di attività antropiche. Le zoocenosi ospitate dall’ambiente urbano sono caratterizzate da specie antropofile o sinantropiche od almeno tolleranti la presenza umana, come il colombo di città, la tortora dal collare, la gazza, la cornacchia ed il merlo.
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L’analisi ecosistemica, volta ad identificare le unità ambientali presenti nell’area vasta di pertinenza dell’infrastruttura, è stata effettuata mediante interpretazione della cartografia “Uso del suolo 2008, aggiornamento 2011 (realizzata dalla Regione Emilia–Romagna alla scala 1:25.000)” a cui sono state associate osservazioni dirette effettuate sul campo in un buffer di 500 m dall’asse di entrambi i tracciati alternativi. Per quanto riguarda la Rete Ecologica e le aree di interesse naturalistico si è invece ritenuto opportuno estendere l’analisi ad una superficie territoriale più vasta sovrapponibile ad un’ampia fascia della pianura padana emiliana che ricade in provincia di Reggio Emilia.
L’analisi ecosistemica è stata condotta con l’obiettivo di identificare e quantificare i principali ecosistemi presenti nell’area e di verificarne la presunta valenza naturale in modo da ottenere informazioni per la scelta delle specifiche tecniche di mitigazione. Il riconoscimento delle unità ambientali è avvenuto attraverso l’interpretazione delle classi di uso del suolo (secondo la metodologia Corine Land-Cover) e la quantificazione delle superfici investite raggruppate sia per classi d’uso che per macro categorie (ecosistema naturale e/o seminaturale, agroecosistema, ecosistema urbano).
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In relazione alla rete ecologica locale, nel tratto di pianura padana di interesse la rete ecologica risulta costituita da unità lineari naturali e semi-naturali (corridoi) con andamento ed ampiezza variabili, che conservano caratteristiche di naturalità o semi-naturalità non completamente compromesse, in grado di svolgere, anche a seguito di azioni di riqualificazione, la funzione di collegamento tra aree naturali o semi-naturali di specifica valenza ecologica (nodi).
RETE ECOLOGICA TIPOLOGIA ELEMENTO INTERFERITO RIFERIMENTO NORMATIVO
Provinciale Corridoi fluviali primari (D1)
Provinciale Gangli ecologici planiziali (E1)
Provinciale Corridoi primari planiziali (E2)
Provinciale
Provinciale
Corridoi secondari in ambito planiziale (E4)
Aree tampone per le principali aree insediate (G4)
Comunale Corridoi primari
Comunale Gangli paniziali
Comunale Ambiti di cintura-cunei verdi
Crostolo e Cavo Guazzatore, Modolena e Quaresimo
Ambito a cavallo tra Modolena e Quaresimo
Ambito tra Modolena e Quaresimo
Ambito del Crostolo
Crostolo e Cavo Guazzatore, Modolena, Quaresimo
Ambito a cavallo tra Modolena e Quaresimo
PTCP art. 65, art 40, art 41
PTCP art 5
PTCP art 5
PTCP art 5
PTCP art 5
PSC art 3.7
PSC art 3.7
PSC art 3.7
RIFERIMENTO CARTOGRAFICO
PTCP Tav 2 “Rete Ecologica
Polivalente”
PTCP Tav 2 “Rete Ecologica
Polivalente
PTCP Tav 2 “Rete Ecologica
Polivalente
PTCP Tav 2 “Rete Ecologica
Polivalente
PTCP Tav 2 “Rete Ecologica
Polivalente
PSC Tav P9 “Sviluppo della rete ecologica”
PSC Tav P9 “Sviluppo della rete ecologica”
PSC Tav P9 “Sviluppo della rete ecologica”
Le aree di interesse naturalistico, all’interno del territorio di interesse, in un contesto fortemente alterato ed antropizzato, risultano circoscritte ad alcuni fontanili localizzati nei pressi della Parrocchiale di Cella (ad ovest dell’area di interesse) e nelle vicinanze del cavo Guazzatore subito a nord della linea ferroviaria Milano-Bologna. Tali ambiti risultano anche riconosciuti dal PTCP e dal PSC di Reggio Emilia.
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L’analisi dello stato di fatto ante operam del sistema agroalimentare è stata eseguita sia a scala vasta che a scala locale. L’indagine si svolge su due livelli di approfondimento, iniziando con l’analisi del sistema alla scala provinciale, per il territorio interessato all’opera, quindi Reggio Emilia e terminando con l’indagine del sistema agroalimentare a scala comunale.
Lo studio del settore agroalimentare e rurale nei territori attraversati dall’infrastruttura di progetto è stato condotto con l’intento di identificare e descrivere i sistemi agrari interferiti dalle opere ed evidenziare quelli più sensibili. Sono stati operati degli approfondimenti sul sistema agro-alimentare nel suo complesso alla scala provinciale e comunale, con particolare attenzione al sistema delle aziende agricole, alla loro redditività, agli ordinamenti produttivi vegetali e zootecnici, a elementi di multifunzionalità (colti per l’attività agrituristica), nonché alle filiere produttive (tra cui le produzioni tipiche e biologiche) e alle industrie alimentari locali.
L’indagine è stata svolta impiegando ed elaborando i dati del 6° censimento dell’agricoltura dell’ISTAT.
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Analisi a scala provinciale – Dati quantitativi
• nel 2010 l’agricoltura reggiana ha occupato il 2,4% della forza lavoro provinciale
• le aziende agricole reggiane sono 7.772 e le loro dimensioni medie (SAU) sono di 13,15 ha/az., leggermente inferiori rispetto alla media regionale
• la ripartizione della sau vede la netta prevalenza dei seminativi, con una media del 75%. per quanto riguarda le produzioni di qualità, la provincia di Reggio Emilia ospita 10 produzioni protette caratteristiche, tra queste vi è il Parmigiano Reggiano di chiara valenza nazionale
• con riferimento all’attività agrituristica, nella provincia di Reggio Emilia (2011) sono attivi 67 agriturismi. Dal 2008 queste imprese sono aumentate del 17,5%
• in relazione all’industria alimentare reggiana, sono oltre 1.000 le attività legate ai segmenti dell’industria alimentare e delle bevande. Esse rappresentano l’8,7% delle imprese manifatturiere della provincia e oltre il 13% delle analoghe attività regionali
Analisi a scala comunale – Dati quantitativi
• l’agricoltura del comune di Reggio Emilia impegna una quota notevole del territorio comunale (81%), molto superiore alla media provinciale del 56%.
• le aziende agricole comunali censite nel 2010 sono 1.237 e coltivano complessivamente 16.734 ha di SAU.
• l’utilizzo a seminativi dei terreni è sempre il più diffuso in queste zone di pianura (69,7%). Tra i seminativi dominano le colture da foraggio, mediamente coltivate sul 45% dei terreni comunali.
• il 23% delle aziende agricole di Reggio Emilia svolge attività di allevamento
• gli allevamenti suini censiti nel comune di Reggio Emilia sono 97 con circa 80.000 capi allevati, ed una modestissima media di 820 maiali per allevamento. Rispetto al censimento precedente il settore si è ridotto del 60% (allevamenti e capi).
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L'analisi del paesaggio viene svolta prendendo in esame in primo luogo il contesto di area vasta. In questa fase vengono descritti i caratteri prevalenti delle Unità di Paesaggio in cui si inserisce il tracciato stradale, così come definite e caratterizzate dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Reggio Emilia e dal Piano Strutturale Comunale di Reggio Emilia.
La seconda fase di analisi prende invece in esame il contesto di area locale, area nord ovest del comune di Reggio Emilia, mettendo in evidenza, per ogni risorse paesaggistiche e le criticità che direttamente od indirettamente possono essere coinvolte dal passaggio dell'infrastruttura in termini di sottrazione di risorsa-occupazione di suolo e/o in termini di intrusione visiva nel paesaggio (intervisibilità).
L’analisi di area vasta, come premesso, definisce i caratteri generali degli ambiti e delle unità di paesaggio a scala regionale, provinciale e comunale che interessano l’ambito di intervento.
L’ambito territoriale localmente interessato dall’attraversamento dell’infrastruttura di progetto, viene descritto sulla base dei tre sistemi caratterizzanti (struttura morfologica, struttura percettiva e ambiti di valore simbolico culturale) e delle invarianti di paesaggio individuate a seguito dei sopralluoghi condotti nel mese di settembre 2012 ed aprile 2013.
In sede di sopralluogo è stato effettuato il censimento degli edifici e complessi in territorio rurale compresi in una fascia di 500 dall’asse di entrambi i tracciati alternativi.
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• la rete idrografica: Torrente Crostolo, Torrente Modolena, Torrente Quaresimo
• zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale: fascia di territorio compresa tra il torrente Modolena e il rio Cavriago e corridoi primari e secondari planiziali della pianura reggiana
• i dossi in prossimità di Case Piroli e del torrente Crostolo
• le bonifiche storiche nel tratto compreso dall’intersezione con il torrente Crostolo fino al cavo Fossetta (compreso)
la viabilità storica e panoramica: Via dei Gonzaga (S.S.63), via Carlo Marx (S.P.70), via Cesare Campioli, via Guernica, via Normandia e via Gian Maria Ferraroni
beni storico/culturali presenti, presenze monumentali, edifici e manufatti di interesse storico, elementi di testimonianza storica
75 presenze tra complessi ed edifici singoli riconducibili essenzialmente a tre categorie: edifici di carattere padronale, ossia le ville e le case coloniche con i loro annessi; architetture di tipo specialistico; insediamenti rurali legati alla produzione agricola.
La maggior parte del patrimonio architettonico censito nel territorio è di carattere rurale. Non rientra nel censimento alcun edificio vincolato al senso del D.Lgs 42/2004 e s.m.i.
Dalla schedatura è emersa una netta prevalenza degli edifici rurali a blocco e dei complessi rurali a corte aperta.
scarso interesse
Interesse ambientale
Interesse tipologico
Interesse storico architettonico
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Lo studio archeologico ha preso in esame tutti i dati disponibili allo stato attuale della ricerca, per il territorio attraversato dal progetto.
I siti archeologici noti sono stati posizionati su Carta Tecnica Regionale (scala 1:10000) prendendo in considerazione la parte nord-ovest del territorio comunale di Reggio Emilia.
Le indagini hanno previsto le seguenti attività, secondo quanto prevede l’Art. 95 del D. Lgs. 163/2006:
• raccolta dei dati bibliografici e archivistici, che comprende: 1) inquadramento archeologico; 2) schedatura dei siti archeologici, compilata sulla base della documentazione disponibile su base bibliografico-archivistica e ricognitiva;
• ricognizione di superficie (survey) di tipo intensivo, sui terreni agricoli attraversati dal progetto, per documentare l’eventuale presenza di materiali archeologici in affioramento;
• lettura e interpretazione geoarcheologica di n. 5 sondaggi a carotaggio continuo, eseguiti per scopi geognostici;
• n. 1 saggio di verifica archeologica, eseguito in località Corte Tegge in prossimità alla S.S. 9 Emilia, su richiesta della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna.
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Le attestazioni archeologiche sono ben documentate a partire dall’età del Bronzo Medio e Recente, quando si assiste ad una capillare occupazione del territorio testimoniato dalle cd. “terramare”, villaggi spesso arginati da terrapieno e fossato, con case disposte regolarmente all’interno dell’abitato. Nell’area attraversata dal progetto sono note due terramare, quella della Torretta (Sito 1) e quella di Cavazzoli (Sito 3).
La terramara della Torretta è un grande villaggio di 6 ettari, posto sulle alluvioni antiche che fiancheggiano sulla destra il paleoalveo dell’Enza. La stratigrafia individuata da Chierici nel 1864 era composta da: un suolo databile all’età del Ferro e all’età romana posto a 0,50 m di profondità; una sottostante alluvione che copriva lo strato terramaricolo, visibile tra 1,80 e 2,40 m di profondità; i resti di un edificio romano si posizionavano nell’angolo NO della terramara a debole profondità. In prossimità della via Emilia (circa 25-30 m a N), all’altezza della terramara della Torretta, Chierici cita anche il ritrovamento di circa 30 sepolture di inumati in fossa e di 3 tombe alla cappuccina di età romana e/o tardoantica. Il saggio di verifica archeologica realizzato a S dell’area occupata dalla terramara, ha messo in luce una paleosuperficie di età romana a partire da 2,70 m di profondità dal piano di campagna attuale, dove è tuttavia presente un riporto recente spesso 2 m. ne consegue che il suolo di età romana è in realtà sepolto a soli 0,70 m circa dall’attuale superficie topografica.
La terramara di Cavazzoli è individuata sulla sponda destra del torrente Crostolo, che l’ha profondamente incisa. L’estensione dell’insediamento è incerta (forse 1-2 ha). Nel 1863 Chierici affermò di aver visto la marna a -6,30 m di profondità dall’argine, dunque a 2 m dal letto del torrente; nel 1885, una notizia anonima (pubblicata nel BPI) precisa che la terramara è potente 1 m e poggia su un suolo profondo 5 m dal piano di campagna. Uno scavo archeologico eseguito nel 1971 mise in luce una complessa stratigrafia potente 2 m, con cumuli di cenere, ceramiche, livelli di carbone. Infine, una trincea effettuata nel 1990 confermò la successione stratigrafica. La terramara è documentata in sezione lungo il Crostolo per circa 70 m dal ponte della ferrovia; a S della ferrovia, nelle fondazioni poco profonde di un capannone industriale, non sono state rilevate tracce di terreni antropizzati, che tuttavia dovrebbero essere conservati ad una profondità maggiore di quella allora raggiunta. La lettura geoarcheologica dei due sondaggi geognostici eseguiti nei pressi della terramara non hanno evidenziato deposti riferibili alla terramara, ma solo un paleosuolo profondo (-7,40 m nel S1; -6,90 m nel S2) forse identificabile con la paleosuperficie esterna al villaggio. Ciò non esclude a priori presenze insediative oltre il volume del carotaggio, di per sé puntiforme.
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I caratteri generali dell’area in esame sono disaggregati in funzione degli ambiti territoriali che, all’interno del comune di Reggio Emilia, saranno direttamente interessati dall’opera, ovvero Cella, Roncocesi, Pieve Modolena, Cavazzoli e San Prospero Strinati. Si evidenzia che oltre al comune di Reggio Emilia verrà interessata marginalmente dalla soluzione alternativa A una piccola porzione del comune di Cavriago per la quale è addirittura ipotizzabile un miglioramento delle condizioni dell’area grazie all’alleggerimento del traffico nel corrispondente tratto di Via Emilia. Tenendo inoltre conto delle caratteristiche non residenziali dell’area e della ridottissima superficie interessata, si ritiene non necessario includere nella presente valutazione un approfondimento dedicato al comune di Cavriago.
L’analisi dello stato di salute della popolazione si basa su valutazioni epidemiologiche pregresse, secondo i dati forniti dal registro tumori della Provincia di Reggio Emilia e sulla valutazione della mortalità e morbosità per incidenti stradali, effettuata sulla base del rapporto ISTAT-ACI pubblicato nel 2011 relativo agli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2010 [ISTAT-ACI, 2010].
Sono stati preventivamente valutati anche forzanti ambientali presenti sul territorio legati al sistema agroalimentare e rurale, ad attività a rischio di incidente rilevante, impianti di trattamento dei rifiuti e più in generale in relazione alla resilienza territoriale del contesto in esame.
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Il territorio coinvolto nella realizzazione della nuova infrastruttura è caratterizzato da una vocazione produttiva tipicamente legata alle attività rurali, infatti, nell’area di studio risultano sotto la mediana sia il reddito medio sia la percentuale di laureati. Questo dato è tutt’altro che sorprendente poiché rispecchia un noto gradiente geografico presente sul territorio comunale. Infatti, il reddito medio tende a salire, oltre che all’interno del centro storico, nelle aree residenziali localizzate nella parte “alta” (sotto il profilo altimetrico) della città. Si sottolinea come gli ambiti territoriali interessati dalla futura tangenziale nord siano sostanzialmente abitati da soggetti in età lavorativa. Difatti appare bassa sia la percentuale di giovanissimi che quella di anziani.
La provincia di Reggio Emilia presenta un’incidenza lievemente più bassa di patologie neoplastiche se confrontata con Parma e Modena. Tale dato trova riscontro sia tra i maschi sia tra le femmine. In particolare, il Comune di Reggio Emilia presenta una bassa incidenza se paragonato agli altri comuni della provincia
Allo stato attuale la Via Emilia rappresenta la principale direttrice per i mezzi di soccorso in transito da est ad ovest. In particolare, il servizio della Croce Rossa insiste direttamente lungo questa direttrice.
Per quello che riguarda l’incidentalità si evidenzia come in Emilia-Romagna sia stato possibile raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione del 50% delle vittime rispetto al 2001 (passando da 813 vittime a 401). Nell’area di analisi si può notare che il maggior numero di incidenti si sono verificati nella tratta Via Emilia Ospizio – Amendola. Questo segmento sarà particolarmente coinvolto dalla costruzione dell’opera in quanto la nuova Tangenziale Nord si configurerà come una parallela a questo tratto.
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L’area di studio per il sistema socio-economico viene definita come l’insieme dei comuni direttamente interferiti dal tracciato della nuova “Tangenziale Nord di Reggio Emilia”,) ovvero Reggio Emilia, nel quale si sviluppa interamente la soluzione alternativa B e Cavriago, interferito parzialmente dalla rotatoria di fine intervento della soluzione alternativa A. Si è scelto poi di estendere le analisi svolte in modo prospettico, ovunque possibile, anche alla provincia di Reggio Emilia e all’Emilia-Romagna nel suo insieme. In qualche caso considerazioni particolari o, più semplicemente, la mancanza di dati disaggregati al livello comunale hanno portato a mantenere la trattazione alla sola scala provinciale e/o regionale.
I temi trattati si riconducono a due macro categorie: un’analisi demografica, con la trattazione dell’andamento demografico, del movimento anagrafico e della struttura anagrafica della popolazione e l’analisi dei caratteri socio – economici, ovvero la produzione di ricchezza, il reddito, la struttura produttiva e il mercato del lavoro.
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L’analisi demografica ha evidenziato la forte espansione demografica vissuta nel corso degli ultimi 2 decenni dai comuni di Reggio Emilia e Cavriago, dalla provincia di Reggio Emilia e, in misura minore, dall’Emilia-Romagna. Questo andamento, generato in massima parte dallo stabilirsi di un flusso di immigrazione ha avuto come conseguenza un aumento dell’incidenza delle coorti più giovani sul totale della popolazione residente..
Dall’analisi della struttura produttiva dell’area, si può notare che Reggio Emilia e la sua provincia possiedono una struttura produttiva che manifesta una vocazione importante verso la produzione di beni materiali e verso lo scambio di questi beni con l’esterno. Si tratta quindi di una struttura produttiva caratterizzata da un’incidenza dei costi di trasporto sicuramente più importante di quella che caratterizza le economie più strettamente orientate verso le attività del terziario avanzato.
In altre parole, lo studio della configurazione della struttura produttiva di Reggio Emilia e della sua provincia mostra chiaramente che essa possiede caratteristiche in grado di amplificare gli effetti positivi sulla competitività del territorio interferito generati dalla realizzazione dell’opera in progetto.
Appare inoltre interessante notare che la crisi economica iniziata con la crisi finanziaria del 2007/2008 ha colpito in modo particolare i settori che producono beni materiali, ovvero l’industria manifatturiera e le costruzioni.
L’ avvio dell’iter di realizzazione dell’opera in progetto, influenzando positivamente le aspettative degli imprenditori di questi settori sulla competitività futura del territorio da essa interferito, potrebbe costituire fin da subito un disincentivo nei confronti di ulteriori chiusure o delocalizzazioni di attività produttive insediate in questo territorio.
IMPATTI DEL PROGETTO E OPERE DI INSERIMENTO
PAESAGGISTICO E INTERVENTI DI MITIGAZIONE E
COMPENSAZIONE AMBIENTALE
Una delle osservazioni contenute nel parere della Commissione VIA-VAS, affermava che: “ … resta valida la necessità di valutare le alternative (sia in fase di cantiere che di esercizio), considerando le singole tipologie di realizzazione, … ” .
Le soluzioni alternative considerate presentano processi realizzativi differenti quale conseguenza di:
scelte localizzative che hanno comportato configurazioni geometrico-funzionali del tracciato diverse;
scelte legate alla risoluzione delle interferenze presenti sul territorio che hanno comportato l’introduzione di un numero e tipologie di opere d’arte diverse.
Per la valutazione della fase di cantiere, si è optato per l’elaborazione di una metodologia specifica: sono stati estrapolati quei dati oggettivi quantificabili, caratteristici del singolo processo realizzativo in esame, e confrontati quali indicatori di impatto per arrivare ad esprimere specifici giudizi di valutazione.
Non è stato possibile confrontare direttamente l’intero processo di cantierizzazione delle singole soluzioni alternative, che presentano fasi operative ed aree operative differenti, ma sono stati confrontati indicatori di processo, oggettivi, afferenti a quelle caratteristiche comuni che caratterizzano i due differenti processi realizzativi.
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IMPOSTAZIONE METODOLOGICA
Analisi Multicriteri
Matrici a livelli di correlazione variabile;
Definizione di fattori di impatto (specifici per ogni fase di valutazione);
Definizione della magnitudo propria per ogni fattore.
La matrice mette in relazione due liste di controllo (componenti ambientali e fattori ambientali, come p. e. componente Suolo e fattore Modifiche Morfologiche) e il suo scopo principale è quello di stimare l'entità dell'impatto elementare dell'intervento in progetto su ogni componente.
Analisi Multicriteri
a. Atmosfera;
b. Rumore;
c. Suolo e Sottosuolo;
d. Ambiente idrico sotterraneo;
e. Ambiente idrico superficiale;
f. Vegetazione e flora;
g. Fauna;
h. Ecosistemi;
i. Sistema agricolo, agroalimentare e rurale;
j. Paesaggio;
k. Archeologia;
l. Salute pubblica e benessere.
Nella trattazione qualitativa di descrizione delle componenti ambientali si è ritenuto opportuno ricomprendere anche gli aspetti socioeconomici, sia per la fase di valutazione delle alternative, sia nella valutazione del progetto definitivo, al fine di comprendere il quadro generale dei potenziali impatti.
E’ stata valutata anche la componente vibrazioni sia nella fase di confronto tra le alternative che nell’analisi del progetto definitivo. Gli approfondimenti condotti hanno dimostrato che le vibrazioni prodotte, sia nella fase realizzativa che nella fase di esercizio, non producono impatti alle persone o agli edifici; di conseguenza tale matrice ambientale non rientra nella lista delle componenti.
Inoltre, la scelta di valutare quantitativamente con l’AMC solo gli impatti negativi è fortemente cautelativa nel panorama generale delle reali conseguenze generate dal progetto sul territorio.
VA1 Produzione di emissioni in atmosfera: sistema ricettore interferito
VA2 Produzione di rumore: sistema ricettore interferito
VA3 Aspetti geotecnici e di stabilità dei terreni
VA4 Modifiche geomorfologiche
VA5 Interruzione della funzionalità idrologica-idrogeologica
VA6 Interferenze con il reticolo idrografico superficiale
VA7 Modifiche alla microcircolazione delle acque per lo scolo e l’irrigazione
VA8 Compatibilità dei corsi d’acqua a ricevere le acque generate dalla piattaforma stradale
VA9 Emissioni polveri (deposito lamina fogliare, diminuzione efficienza fotosintetica);
VA10 Interferenza fontanili
VA11 Disturbo alle popolazioni faunistiche
VA12 Eventuali collisioni con la fauna
VA13 Frammentazione ecosistemi
VA14 Formazione di aree agricole intercluse
VA15 Interferenza con strutture agrarie di particolare interesse
VA16 Interferenze alla struttura morfologica del paesaggio (reticolo idrografico, zone di particolare interesse paesaggistico);
VA17 Interferenze alla struttura percettiva del paesaggio
VA18 Interferenza con elementi di testimonianza storica (viabilità storica, edifici di interesse storico, ambientale, tipologico)
VA19 Interferenza con colture di pregio ambientale (prati stabili, vigneti storici, arboricoltura)
VA20 Interferenze con aree archeologiche
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VA1 Produzione emissioni in atmosfera: sistema ricettore interferito
Sono stati individuati i ricettori potenzialmente interferiti in una fascia di 0-20 m e 20-80 m e si è verificata un maggior numero di ricettori produttivi per la soluzione alternativa A e di recettori residenziali per la soluzione B, in entrambe le fasce.
Soluzione A
Soluzione B
VA2 Produzione di rumore: sistema ricettore interferito
Sono stati individuati i ricettori potenzialmente interferiti in una fascia di 0-100 m e 100-250 m e si è verificata un maggior numero di ricettori produttivi per la soluzione alternativa A e di recettori residenziali per la soluzione B, in entrambe le fasce.
VA3 Aspetti geotecnici e di stabilità dei terreni
In riferimento alla soluzione alternativa A, dal punto di vista geotecnico va evidenziato che l’abbassamento permanente della falda, legato alla realizzazione del sottopasso dello svincolo “Rete 2”, determinerà la consolidazione degli strati coesivi superficiali, con conseguente modesto abbassamento del suolo, fino a distanze proporzionali all’abbassamento stesso. Risulta preferibile la soluzione B.
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La soluzione alternativa B è la soluzione migliore per quello che riguarda il contenimento degli impatti ed è pertanto la soluzione che verrà sviluppata come Progetto Definitivo
Struttura metodologica del processo d’individuazione dei parametri di raffronto per la fase di cantiere
CONFIGURAZIONE
OGGETTODI VALUTAZIONE
SCELTECHE
CARATTERIZZANO LAFASE
REALIZZATIVA
ELEMENTIDI VALUTAZIONE CHE CARATTERIZZANO LESCELTE PARAMETRIDI VALUTAZIONE PERCIASCUN ELEMENTO
Parametro di valutazione con valore ottimale nell’ambito del processo di cantierizzazione per le alternative progettuali valutate.
Parametro di valutazione con valore secondario nell’ambito del processo di cantierizzazione per le alternative progettuali valutate
Le potenziali criticità per le componenti rumore ed atmosfera in fase di cantiere nelle due soluzioni alternative risultano essere del tutto comparabili ed equivalenti, in virtù di livelli acustici molto prossimi e di concentrazioni di PM10 e NO2 ampiamente inferiori ai limiti previsti dalla normativa vigente.
L’analisi della tabella consente di evidenziare un sostanziale equilibrio fra i processi realizzativi ipotizzati per le due configurazioni progettuali (8 giudizi favorevoli a testa).
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Obiettivo principale è l’individuazione delle metodologie più adatte alla rilevazione dei parametri indicatori della situazione ambientale e della sua evoluzione nel tempo, rispetto alle azioni di progetto (fase di cantiere ed esercizio). In generale il monitoraggio si prefigge di:
verificare gli impatti del progetto emersi all’interno delle valutazioni sviluppate per la fase di costruzione e per la fase di esercizio;
correlare gli stati Ante Operam, Corso d’Opera e Post Operam;
sorvegliare la situazione ambientale durante la fase di costruzione, al fine di rilevare prontamente situazioni non previste e/o criticità ambientali e di predisporre ed attuare tempestivamente le necessarie azioni correttive;
verificare l’efficacia delle misure di mitigazione;
effettuare, nelle fasi di costruzione e di esercizio, gli opportuni controlli sull’esatto adempimento dei contenuti e delle eventuali prescrizioni e raccomandazioni formulate nel provvedimento di compatibilità ambientale;
consentire agli organi preposti alla verifica della situazione ambientale un accesso organico e diretto alle informazioni desunte dal monitoraggio effettuato.
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ATMOSFERA in corrispondenza dei recettori che possono risultare influenzati dall’avanzamento del fronte mobile, dal traffico veicolare circolante sulle piste di cantiere e/o da quello di esercizio futuro, oltre alle polveri aerodisperse (PTS, PM10 e PM2,5), dovranno essere monitorati: monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx: NO2 e NO), biossido di zolfo (SO2), ozono (O3), e benzene (C6H6); inoltre, si provvederà a determinare le concentrazioni di metalli pesanti e IPA presenti all’interno nel PM10 e del PM2,5 ;
RUMORE i recettori compresi nella fascia di pertinenza dell’infrastruttura stradale e le aree tra 250-500 metri esterni ai corridoi di pertinenza delle infrastrutture di trasporto stradale, con particolare attenzione agli ambiti di Classe I e Classe II, i recettori compresi nelle aree di interferenza acustica dei cantieri ed i recettori compresi nelle aree di impatto della viabilità di cantiere.
misure R2: rilievi in continuo per 24 ore dei parametri short Leq (delta time minimo 1'), principali livelli percentili, spettro in terze di ottava;
misure R3: rilievi in continuo per 7 giorni dei parametri short Leq (delta time minimo 1'), principali livelli percentili, spettro in terze di ottava.
SUOLO E SOTTOSUOLO Si prevede un’unica metodica S1 che comprende due tipologie di operazioni in campo: il profilo e la trivellata.
Parametri generali del suolo: esposizione e pendenza; uso del suolo; caratteristiche della superficie del suolo.
Parametri fisici del suolo da rilevare in campo lungo l’orizzonte del suolo: successione degli orizzonti (tipo di orizzonte); spessore degli orizzonti; sostanza organica – carbonati totali, carbonio organico (per i soli orizzonti superficiali); caratteristiche: percentuale materiali grossolani, vegetazione; grado di radicamento nel suolo;
Parametri fisico-chimici: granulometria; densità apparente; capacità di scambio cationico (CSC); ritenzione idrica.
Parametri chimici: pH; sostanze nutritive per le piante: P assimilabile, K assimilabile, N totale (per i soli orizzonti superficiali); contenuto di basi scambiabili (Ca, Mg, K, Na); metalli pesanti ed idrocarburi: As, Cd, Cr, Cr VI, Cu, Hg, Ni, Pb, Zn, Idrocarburi.
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monitoraggio relativo alle interferenze idrologiche ed idrauliche (elementi biologici, idromorfologici, chimico e fisico chimici, inquinanti specifici);
monitoraggio relativo alle interferenze con il reticolo idrico minore; monitoraggio relativo alle acque di piattaforma; monitoraggio relativo alle aree di cantiere.
Metodica H1 in corrispondenza dei manufatti, quali viadotti, ponti, spalle od opere in elevazione, che prevedono la realizzazione di fondazioni profonde, tipo pali e diaframmi.
Metodica H2 monitoraggio della falda più superficiale in corrispondenza dei tratti dove saranno realizzati manufatti scatolari e dreni sui rilevati.
Metodica H3 il monitoraggio della falda in corrispondenza delle aree di cantiere, in cui, le eventuali alterazioni delle caratteristiche quali-quantitative possono riguardare solo le acque contenute nel primo sottosuolo.
F1 - Sorveglianza delle infestanti esotiche Elenco specie infestanti presenti; copertura percentuale espressa in classi del 10% (abbondanza e dominanza).
F2 - Controllo della efficienza degli interventi di mitigazione/compensazione calcolo degli esemplari vivi e morti di ogni singola specie piantumata; misurazione dell’altezza e del diametro delle specie piantumate; misurazioni sullo sviluppo del fogliame, produzione di gemme, colore delle foglie.
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F3 - Analisi della Road mortality e individuazione dei tratti stradali a rischio compilazione della scheda di campo “Indagine mortalità stradale fauna selvatica”
F4 - Verifica della funzionalità dei passaggi per la fauna
F5 - Ecomosaici consumati dalle attività di cantiere l'indagine è volta ad individuare e riportare graficamente, nell'area di interesse, i mosaici direttamente interessati dalle fasi di realizzazione dell'opera.
P1 – Riprese fotografiche I rilievi fotografici dovranno essere effettuati con apposita attrezzatura in modo da coprire 180° di visuale dai punti di sensibilità paesistica individuati
P2 Redazione di schede tecniche Sono stati selezionati gli edifici nelle immediate vicinanze dell’intervento, passibili di danneggiamenti fisici e di degrado in rapporto al loro interesse ambientale correlato al territorio circostante.
In questa sezione si riportano le indicazioni relative al biomonitoraggio contenute nel documento “Valutazione di Impatto Sanitario” che rappresentano una descrizione di linee guida, attualmente una potenzialità che potrebbe essere sviluppata nella successiva fase di progettazione di concertazione con l’Ente responsabile, qualora se ne ravvisasse la necessità.
VALUTAZIONE DELLE CONFIGURAZIONI ALTERNATIVE DEGLI SVINCOLI DI PROGETTO
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Valutazione degli aspetti tecnico - funzionali ed ambientali delle differenti configurazioni alternative ipotizzate per i tre svincoli di:
Rete 2;
Pieve Modolena;
Corte Tegge.
Nel corso dell’istruttoria successiva alla pubblicazione del progetto preliminare, sono state formulate diverse osservazioni e/o indicazioni progettuali relativamente alle configurazioni geometrico-funzionali degli svincoli di progetto e del loro relativo impatto ambientale.
In particolare, il Parere n. 469 del 16 luglio 2010 della Commissione VIA-VAS relativamente alla Verifica di Assoggettabilità a VIA del progetto preliminare della tangenziale, ha richiesto di:
“ ….Si ritiene necessario un maggiore approfondimento che possa comprendere ulteriori alternative tipologiche e/o di tracciato allo svincolo Rete 2 in progetto…. ” ;
“ …Verificare la possibilità di traslare il tracciato al fine di evitare la suddivisione degli appezzamenti di terreno coltivato in porzioni non più lavorabili meccanicamente… ” .
Inoltre l’istruttoria tecnica Anas - Direzione Generale di Progettazione del 8/11/2010 ha evidenziato la necessità di:
“ …Eliminare l'immissione sulla rampa di uscita dalla rotatoria sulla via Emilia in direzione nord… ” ;
“ …Eliminare la rotatoria "E" a nord della ferrovia… ” .
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Sequenzialità dei livelli di approfondimento:
1. caratteristiche geometrico funzionali;
2. efficienza trasportistica;
3. valutazione ambientale.
La metodologia di valutazione applicata si basa su di un confronto sintetico tipo quali-quantitativo, attraverso l’impiego di alcuni indicatori descrittivi, applicati ai suddetti tre ambiti di studio.
Per quel che riguarda la valutazione ambientale, è stata effettuata un’analisi di tipo qualitativo delle soluzioni alternative, senza attribuzione di pesi alle componente e senza impiego di matrici di valutazione con giudizi e/o valori.
++ Molto preferibile
+ Preferibile
- Non preferibile
-- Decisamente non preferibile
Soluzione alternativa A
Soluzione alternativa B
Le valutazioni afferenti alle componenti ambientali indicano nel complesso la preferibilità dello Svincolo funzionale afferente Soluzione alternativa B. Tale configurazione di svincolo è altresì risultata la migliore anche dal punto di vista geometrico-funzionale che in relazione all’efficienza trasportistica.
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Soluzione alternativa A
Soluzione alternativa B
Le valutazioni afferenti alle componenti ambientali indicano nel complesso la preferibilità dello Svincolo funzionale afferente Soluzione alternativa B. Tale configurazione di svincolo è altresì risultata la migliore anche dal punto di vista geometrico-funzionale che in relazione all’efficienza trasportistica.
1. TRACCIATO 1: Soluzione con sottopasso alla Via Emilia (Svincolo funzionale afferente alla Soluzione alternativa A, che corrisponde al tracciato di progetto preliminare – settembre 2009);
2. TRACCIATO 2: Soluzione basata sulla rotatoria esistente Emilia/Prati Vecchi;
3. TRACCIATO 3: Soluzione con nuova rotatoria all’incrocio Emilia/Gorganza;
4. TRACCIATO 4: Soluzione con nuova rotatoria ad ovest dell’incrocio Emilia/Gorganza (Svincolo funzionale afferente Soluzione alternativa B, che corrisponde all’evoluzione della configurazione di svincolo di progetto preliminare ottimizzato a seguito dell’istruttoria tecnica effettuata da ANAS Direzione Generale di Progettazione in data 8/11/2010 e delle osservazioni prescrittive contenute nella determina del Ministero dell’Ambiente del Territorio e della Tutela del Mare (MATTM) Direzione Generale prot. 0022376 del 22/09/2010).
La preferibilità complessiva viene riconosciuta alla soluzione di tracciato 4.
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La sintesi dello SIA in linguaggio non tecnico è stata articolata in tre specifiche ed indipendenti sezioni
illustrative:
UNA PRIMA SEZIONE RELAZIONALE
A CARATTERE SCIENTIFICO;
UNA SECONDA SEZIONE
RELAZIONALE A CARATTERE
DIVULGATIVO;
UNA TERZA SEZIONE GRAFICA.
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La prima sezione relazionale contiene una sintesi esaustiva dei contenuti dello S.I.A., mantenendo un opportuno livello di approfondimento tecnico scientifico; tale sezione ripercorre la complessa documentazione tecnica ed ambientale afferente all’intero progetto definitivo dell’opera nei seguenti punti:
Guida alla lettura e struttura della sintesi in linguaggio non tecnico
Inquadramento territoriale e descrizione introduttiva del progetto
Struttura generale dello studio e approccio metodologico seguito
Analisi del processo di definizione del tracciato
Descrizione sintetica della conformità del progetto agli strumenti di pianificazione/programmazione vigenti e ai vincoli derivanti dalle norme ambientali
Descrizione sintetica dello stato di fatto dei luoghi interessati dall’intervento
Metodologia di analisi degli impatti ambientali per la scelta dell’alternativa di progetto
Descrizione sintetica della fase di costruzione dell’opera
Descrizione sintetica degli impatti ambientali significativi del progetto
Descrizione sintetica delle opere di mitigazione e compensazione ambientale
Descrizione sintetica del piano di monitoraggio ambientale
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La seconda sezione della sintesi non tecnica propone una raccolta di domande (24), corredate dalle relative risposte, al fine di intercettare e risolvere i dubbi e le perplessità più frequenti, che possono generarsi nei singoli individui e nelle comunità interferite direttamente dall’opera.
FREQUENTLY ASKED QUESTION:
In cosa consiste l’intervento?
Perché si fa l’opera?
Quali sono i principali numeri del progetto?
…
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La terza sezione grafica della sintesi non tecnica, che contiene una rassegna dei
principali elaborati grafici del progetto restituiti in formato facilmente riproducibile,
è organizzata in tre parti tematiche:
tracciato di progetto
interventi di mitigazione e compensazione ambientale
sintesi del processo di cantierizzazione dell’opera
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I caratteri generali dell’area in esame sono disaggregati in funzione degli ambiti territoriali che, all’interno del comune di Reggio Emilia, saranno direttamente interessati dall’opera, ovvero Cella, Roncocesi, Pieve Modolena, Cavazzoli e San Prospero Strinati.
L’analisi dello stato di salute della popolazione si basa su valutazioni epidemiologiche pregresse, secondo i dati forniti dal registro tumori della Provincia di Reggio Emilia e sulla valutazione della mortalità e morbosità per incidenti stradali, effettuata sulla base del rapporto ISTAT-ACI pubblicato nel 2011 relativo agli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2010 [ISTAT-ACI, 2010].
Sono stati preventivamente valutati anche forzanti ambientali presenti sul territorio legati al sistema agroalimentare e rurale, ad attività a rischio di incidente rilevante, impianti di trattamento dei rifiuti e più in generale in relazione alla resilienza territoriale del contesto in esame.
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• Il territorio coinvolto nella realizzazione della nuova infrastruttura è caratterizzato da una vocazione produttiva tipicamente legata alle attività rurali.
• La provincia di Reggio Emilia presenta un’incidenza lievemente più bassa di patologie neoplastiche se confrontata con Parma e Modena. In particolare, il Comune di Reggio Emilia presenta una bassa incidenza se paragonato agli altri comuni della provincia.
• Allo stato attuale la Via Emilia rappresenta la principale direttrice per i mezzi di soccorso in transito da est ad ovest. Per quello che riguarda l’incidentalità si evidenzia come in EmiliaRomagna sia stato possibile raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione del 50% delle vittime rispetto al 2001 (passando da 813 vittime a 401). Nell’area di analisi si può notare che il maggior numero di incidenti si sono verificati nella tratta Via Emilia Ospizio –Amendola.
• Dispersione di inquinanti in atmosfera. Le stime effettuate relativamente ai diversi inquinanti non evidenziano superamenti dei limiti di legge vigenti e dei riferimenti derivanti dalla letteratura scientifica.
• Esposizione a Rumore. Nel quadro degli interventi di mitigazione previsti, in adempimento alla normativa che disciplina il rumore originato dal traffico, non emerge una situazione di particolare criticità ai fini della tutela della salute della popolazione ivi residente.
• Esposizione a Vibrazioni. Impatto trascurabile.
• Rischio allergologico. Impatto trascurabile.
• Incidentalità. Nessun impatto negativo in termini di mortalità automobilistica.
• Benessere derivante dall’esercizio dell’opera.
- Implementazione della mobilità ciclabile
- Interventi di compensazione ambientale
- Alleggerimento e riqualifica della Via Emilia storica
- Miglioramento qualità aria ad area vasta
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L’attenzione posta sulla tutela della salute umana non termina con l’esecuzione del progetto. I monitoraggi post operam integrano lo studio condotto ante operam.
Due grandi aree di monitoraggio
il monitoraggio delle acque di piattaforma
il biomonitoraggio (da redigere eventualmente nella successiva fase di progettazione su accordi presi con gli Enti competenti)
Due principali classi di inquinanti sono da valutarsi per la qualità delle acque di piattaforma e dell’ambiente circostante: i metalli pesanti ed i composti organici volatili.
Il biomonitoraggio di specie vegetali (in cui è possibile studiare sia le foglie che la corteccia) può fornire indicazioni precoci sulla presenza di inquinanti atmosferici in concentrazioni impreviste.
Parte 1. introduzione metodologica (impostazione, obiettivi e principi guida alla base della relazione), inquadramento normativo (check-list di riferimento per la verifica di completezza e coerenza fra quanto previsto dal DPCM 12/12/2005 e gli elaborati redatti);
Parte 2. descrizione dello stato di fatto territoriale ed ambientale per ogni componente ambientale (quando significativa sotto il profilo paesaggistico), definizione di un masterplan di progetto caratterizzato dai relativi interventi di tipo naturalistico, protettivo e di valorizzazione del territorio, accurata documentazione fotografica, profilo programmatico e vincolistico;
Parte 3. descrizione delle caratteristiche tecniche e funzionali dell’opera, nonché della fase di costruzione;
Parte 4. contenuti per la valutazione di compatibilità paesaggistica in relazione a quanto sottoposto a tutela; lo strumento principale di valutazione è rappresentato dall’analisi di intervisibilità associata a quello della valenza paesaggistica ed ecosistemica dell’elemento acqua, in un contesto che dipende totalmente da esso anche per le rilevanti attività economiche di carattere agroalimentare ivi insediate;
Parte 5. illustrazione degli interventi di mitigazione e compensazione dell’impatto paesaggistico in relazione agli elementi oggetto di tutela.
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Descrizione delle unità di paesaggio provinciali e comunali
Descrizione degli ambiti paesaggistici
1. Struttura morfologica (semiologia o segni del mosaico paesaggistico):
rete idrografica;
zone di particolare interesse paesaggistico – ambientale;
dossi;
bonifiche storiche;
2. Struttura percettiva (varchi/coni):
viabilità storica;
viabilità panoramica.
3. Ambiti di valore simbolico – culturale (elementi identitari):
insediamenti storici (centri abitati di valore storico, insediamenti di valore storico testimoniale);
edifici di valore architettonico, storico testimoniale e tipologico.
SCHEDANUMERO:RE045
DATIAMMINISTRATIVIELOCALIZZAZIONEGEOGRAFICA
Provincia:ReggioEmilia
Comune:ReggioEmilia Vincoliesistenti:VincolodaPSC
Indirizzo:ViaPietroAncinin.17-21 Abitata:si
Denominazione:
DATIIDENTIFICATIVI
Tipologia:edificioresidenziale(exfabbricatorurale)
Presenzadianimali: Attivitàagricolainessere:
Descrizione:fabbricatoruralecompletamenterecuperatoadusoabitativo.L’edificio,acorpigiustapposti,sviluppatosu due livelli. La copertura è a due falde, a colmi differenziati Le aperture sono regolari per forma e disposizione. Sono presentifabbricatidibassiservizi.
Funzionipresenti
■ Residenza
□ Residenzapadronale
□ Stallaconsovrappostofienile
□ Stalla
□ Portico/barchessa
□ Rustico
□ Chiesa
□ Mulino
□ Colombaia
□ Parco/giardino
■ Altro:bassiservizi
Datazione:1884-1945(primoimpianto),post1945 (recupero)
QUALITA’ARCHITETTONICA
□ Edificiodiinteressestorico-architettonico
□ Edificiodiinteressetipologico
□ Edificiodiinteresseambientale
■ Edificiodiscarsointeresse
STATODICONSERVAZIONE
□ Buono
■ Discreto
□ Sufficiente
□ Insufficiente
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Le mappe di intervisibilità rappresentano gli strumenti che consentono di evidenziare nel modo più chiaro possibile “cosa” si vedrà dell’opera progettata e “da dove”. Esse hanno quindi grande efficacia nel consentire la valutazione di compatibilità e di adeguatezza delle soluzioni progettati nei riguardi del contesto paesaggistico.
In funzione della condizione percettiva offerta, l’intervisibilità può essere suddivisa in due principali ordini e più precisamente:
ambiti di percezione statica;
ambiti di percezione dinamica (lenta e veloce).
Il campo visivo che è potenzialmente percepibile è distinguibile in tre diversi coni di percezione, che vengono identificati collocando lo “zero” lungo l’asse stradale, ossia lungo la linea che definisce il senso di percorrenza di chi viaggia lungo le viabilità sopra identificate.
TIPOLOGIA DI CONO BREVE DESCRIZIONE
Cono di alta percezione
Coni di media percezione
Comprende ciò che l’automobilista vede distintamente senza distogliere lo sguardo dalla strada
Sono definiti come complementari al cono di alta percezione e compresi a destra e sinistra rispetto all’asse frontale. Inquadrano ciò che è visibile ruotando leggermente gli occhi senza però distrarsi dalla guida
Coni di bassa percezione Riguardano elementi che risultano visibili solo distogliendo lo sguardo dalla guida
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Per ciascun ambito di tutela, sia per la fase di costruzione che di esercizio, sono riportate le principali previsioni di pressioni e impatti di progetto, analizzati anche in sede di Studio di Impatto Ambientale e rappresentate dagli elementi naturali del territorio (acqua, vegetazione, fauna, suoli agricoli):
per le attività di costruzione: in caso di presenza o meno di aree operative fisse (industriali con relativi impianti o campi base) rispetto alla sola presenza di maestranze, infrastrutture minime di logistica e mezzi/macchinari;
per la fase di esercizio: dalla tipologia e dimensione dell’opera di attraversamento (scatolari, viadotti di limitato o più significativo sviluppo), presenza o meno di barriere antifoniche e eventuali modifiche viarie.
Si ricorda che gli ambiti di tutela sono:
Fascia di rispetto dei seguenti corsi d’acqua: torrente Crostolo, Quaresimo, Modolena;
Area archeologiche ad ovest del torrente Crostolo;
Area archeologica in località Corte Tegge.
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Caso esemplificativo fase di costruzione: torrente Crostolo
Localizzazione ambito di interferenza Progressiva
Comune di Reggio Emilia, località
Cavazzoli, vicinanze della linea FS
Milano - Bologna 0+300
Ambito di paesaggio Cantierizzazione
Ambiti rurali condotti prevalentemente a seminativi irrigui, con presenza di tessuto insediativo misto residenziale e produttivo.
L'assetto floristico-vegetazionale è molto semplificato, differenti tipologie vegetazionali si riscontrano sul fondo del corso d'acqua e in corrispondenza degli argini.
Fotoinserimento area operativa
Opere d’arte di progetto maggiori e minori
Realizzazione opere d’arte di scavalco –
Area operativa
A.O. 1-2 (lato NordOvest). Ponte in acciaio a unica campata di luce pari a 62 m
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Caso esemplificativo fase di esercizio: torrente Quaresimo
1. Carta di intervisibilità
2. Sezioni ambientali
3. Planimetria di mitigazione
4. Simulazione fotografica