Mensile Ufficiale dell’AssoimpresePMI - Associazione Industriali Piccole e Medie Imprese Italiane Il mensile è presente presso l’osservatorio per le piccole e medie Imprese, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, Dipartimento della funzione Pubblica, Ministero dell’Economia e delle Finanze - Consip, Centro per l’informatica nella Pubblica Amministrazione - Cnipa, Associazione Italiana Tesorieri d’impresaaiti, Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità e presso la commissione Europea (BRUXELLES)
Dipartimento per l’Innovazionee le Tecnologie
SPO RTELLO E UROPA
Kadri Sim S on, c ommi SS aria per l' e nergia
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UNIPOLSAI daniela marucci, reSponSabile corporate
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PMIMagazine
Direttore Responsabile Cosimo Bisci
Redazione e Impaginazione Grafica Silvia Tira
TRENITALIA FRECCIAROSSA
eccellenza del made in italy
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Area comunicazione marketing relazioni esterne Alberto Di Leo
Hanno collaborato a questo numero Paolo Melissi Fotografie - Mario Carò
Assoservizi srl Via San Raffaele 1, 20123 Milano Tel. Tel: +39 02 00700352 - 9230274
Fotolito e Stampa - PI-ME Pavia
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Tutti gli speciali sono con uscita decadenza settimanale. “La Grande Industria” inserto esclusivo per le Grandi Industrie allegato a PMI Magazine. Tutti i Diritti riservati.
CALENDARIO FISCALE - PMI
legge di bilancio 2025
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INNOVAZIONE E SVILUPPO PER LE PMI:
FONDI PNRR, DIGITALIZZAZIONE ED ECOSOSTENIBILITA’ –
SOLO UNITI SI SUPERA LA TRANSIZIONE
I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresentano un’enorme opportunità per le imprese, in particolare per le pmi, per ripensare il proprio modello di business e accelerare su temi quali Digital Transformation e Sostenibilità. L’impatto offerto da questa straordinaria iniezione di liquidità nel Sistema Italia, circa 235 miliardi di euro, sfruttato nel modo corretto, avrebbe come effetto, non solo quello di portare le imprese fuori dalla crisi, ma di generare una ripartenza capace di produrre impatti positivi sul Sistema per molto tempo. Il 70% dei fondi ricevuti doveva essere utilizzato nel 2022,
mentre il residuo 30 per cento è stato impegnato entro la fine del 2023. Inoltre, gli interventi resi possibili dal PNRR si concluderanno entro il 2026. Tra le opportunità italiane ed euopee aperte Invitalia intende contribuire allo sviluppo delle realtà beneficiarie per investire in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità grazie alle garanzie del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI). Sono incluse due tipologie di investimenti: finanziamento InvestEU Innovation & Digitalisation; finanziamento InvestEU Sustainability. Inoltre è stato pubblicato un nuovo bando per progetti di ricerca nell'am -
bito del Partenariato esteso RESTART - Telecomunicazioni del futuro, finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) tramite i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo di questi bandi è raggiungere organismi di ricerca pubblici o privati, micro, piccole, medie imprese e grandi aziende, esterne al Partenariato RESTART interessate ad introdurre innovazioni significative in relazione a prodotti, processi o servizi negli ambiti tematici identificati. In particolare, l'Università di Bologna, Spoke 5 del progetto, ha emesso un bando “Industrial and Digital
A CURA DI CINZIA BOSChIERO
Transition Networks” che cofinanzia progetti di ricerca industriale e ricerca sperimentale su tematiche che dovranno prevedere lo sviluppo delle reti wireless di futura generazione (5G/6G) sia in ambito industriale che di transizione digitale quali ad esempio nuovi protocolli IoT industriali e architetture di rete, nuove tecnologie radio per comunicazioni ultra-affidabili e a bassa latenza, e comunicazioni macchina-macchina, tecnologie innovative per il livello fisico e/o il controllo dell’accesso al mezzo per IoT a basso consumo, continuum dispositivo-edge-cloud per reti industriali e transizioni
digitali, continuità del servizio e copertura a supporto della transizione digitale, gestione olistica della QoS nelle reti softwarizzate per catene IoT industriali in cloud continuum, shell di amministrazione degli asset per il controllo della rete e la gestione dei requisiti di affidabilità e latenza nelle applicazioni industriali, sicurezza del livello fisico e sicurezza definita dal software in ambienti industriali, gestione e orchestrazione dell’infrastruttura di rete industriale sicura, comunicazioni verdi e a basso consumo energetico, trasmissioni nella banda THz e tecniche di previsione deterministica del
campo per applicazioni industriali, tecnologie e componenti radio per applicazioni industriali, tecnologie elettroniche ad alta frequenza e dispositivi di misurazione, strumentazione avanzata e tecniche di caratterizzazione per microonde e onde millimetriche per comunicazioni e sensori industrial, ambienti elettromagnetici intelligenti e dispositivi su misura per l’industria, tecnologie wireless per l’automotive, gestione innovativa delle smart grid e integrazione wireless, comunicazione per batterie e stoccaggio energetico nelle smart grid, monitoraggio avanzato locale e distribuito
K ADRI S IMSON , C OMMISSARIA PER L 'E NERGIA
per l’ambiente industriale, gestione della rete basata su AI per QoS differenziata per l’analisi dei big data nelle applicazioni industriali e reti resilienti. Possono presentare proposte di progetto realtà singole oppure partenariati di massimo tre soggetti, quali start-up e pmi innovative. Il costo del singolo progetto deve essere compreso tra 50mila e centomila euro. Si segnala pure il partenariato esteso RESTART, composto da venticinque soggetti tra università, organismi di ricerca nazionali e rganizzazioni private, finanziato dall’Unione Europea tramite NextGenerationEU e in particolare dal PNRR –M4C2, Investimento 1.3 gestito dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). RESTART prevede la pubblicazione di bandi a cascata per un importo superiore a 32,4 milioni di euro per sostenere progetti di ricerca fondamentale, ricerca industriale, sviluppo sperimentale e studi di fattibilità nell'ambito delle telecomunicazioni. Il partenariato è organizzato in otto Spoke relativi a otto grandi temi scientifici. Inoltre è stato pubblicato un nuovo bando per progetti di ricerca nell'ambito del Partenariato esteso SERICS - Security Rights in Cyber Space, finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) tramite i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il bando è pubblicato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell'ambito dello Spoke 1 “Human, Social, and Legal Aspects" del partenariato esteso, ha una dotazione finanziaria di 728.269,11 euro di cui almeno il 40 per cento è destinato alle regioni del Mezzogiorno e cofinanzia progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Possono partecipare a questo bando micro, piccole e medie imprese esterne al partenariato SERICS, che concorrano in modalità singola o in partenariato con altre imprese; e possono aderire pure grandi imprese, esterne al partenariato SERICS, in modalità collaborativa, con il coinvolgimento di almeno una micro, piccola o media
impresa. Si segnala pure il bando "Innovation Open Call" che cofinanzia proposte innovative volte a potenziare la sovranità digitale, accrescere la consapevolezza sui diritti del cyberspazio, e a rafforzare la sicurezza cibernetica, a promuovere un ambiente digitale più sicuro e affidabile. Possono essere presentate idee, applicazioni, progetti atti a dare risultati di ricerca a livelli avanzati di Technology Readiness Level (TRL), nel dominio di riferimento; individuare e realizzare nuovi strumenti utili alla sovranità digitale e alla sicurezza informatica; realizzare applicazioni in specifici domini/contesti quali energetico, dei trasporti, settore medicale etc.; in particolare progetti legati ad un Osservatorio per la cybersecurity ed i diritti atti a sviluppare capacità avanzate per acquisire, organizzare, conservare e consultare dati sulle vulnerabilità, sul livello di rischio e sul livello di conformità delle piccole e medie imprese italiane; soluzioni di data sovereignty in contesti come quello energetico, dei trasporti e medico con proposte di soluzioni specifiche per la protezione dei dati ed il loro scambio in base a specifici contratti di condivisione dei dati. Interessante anche la seconda edizione di due programmi di Open Innovation di EcosistER, il progetto finanziato dal PNRR per la transizione ecologica dell’Emilia-Romagna, che sono gratuiti, rivolti alle aziende dell'Emilia-Romagna che desiderino puntare sulla sostenibilità, conoscere nuove tecnologie e creare collaborazioni con partner innovativi anche internazionali. Si tratta dell’ International Open Innovation Programme (IOIP), programma challenge based, che supporta le aziende dell'Emilia-Romagna nell'identificare bisogni di innovazione sostenibile e trovare soluzioni tecnologiche promuovendo collaborazioni con solutori da tutto il mondo. I trend tematici della seconda edizione sono: cambiamento climatico, risorse naturali e biodiversità. L’altro programma si chiama Open Innovation Scouting ed è de -
dicato a imprese che desideerino incontrare il sistema della ricerca della regione Emilia-Romagna, per lo #scouting di soluzioni e tecnologie innovative su cui valutare potenziali progettualità. Possono partecipare al programma pmi e grandi imprese con sede o unità locale in Emilia-Romagna che non siano startup. Per entrambi i programmi le imprese interessate possono presentare la propria candidatura entro il 15 gennaio 2025.
Digitalizzazione e sviluppo
Per ottenere il “voucher per la digitalizzazione delle pmi”, le imprese hanno potuto presentare le richieste di erogazione a partire dal 14 settembre 2018 attraverso la procedura informatica, disponibile al link https://agevolazionidgiai.invitalia.it . Tuttavia il voucher digitalizzazione è un contributo a fondo perduto nazionale, un aiuto fino a soli diecimila offerto dallo Stato alle imprese italiane per investimenti in digitalizzazione e sviluppo tecnologico. Il voucher è utilizzabile da micro, piccole, medie imprese per l'acquisto di software, hardware e/o servizi specialistici che consentano di migliorare l'efficienza aziendale, modernizzare l'organizzazione del lavoro, mediante l'utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro, sviluppare soluzioni di e-commerce, fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare, realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT. Gli acquisti devono essere effettuati successivamente alla pubblicazione sul sito web del Ministero del provvedimento cumulativo di prenotazione del Voucher adottato su base regionale. Istituiti nel 2017 nell’ambito del Piano nazionale impresa 4.0, per continuità rappresentano ad oggi una delle principali opportunità a disposizione delle pmi per l’acquisto di servizi di consulenza, formazione e tecno -
logie in ambito 4.0. I bandi, pubblicati dalle Camere di commercio con una cadenza fissa, prevedono un’agevolazione sotto forma di voucher pari al 70% delle spese ammissibili con un importo massimo concedibile di 10.000,00 euro. Si è chiuso lo sportello per il bando da considerare come l’upgrade del Bonus per l’Export Digitale gestito sempre da Invitalia, grazie ai fondi del MAECI e dell’Agenzia ICE. L’incentivo offriva la possibilità a micro e piccole imprese manifatturiere, nonché a reti e consorzi della stessa dimensione, di poter accedere ad un contributo dell’80% a fondo perduto a fronte di spese per 12.500 euro nel primo caso e 22.500 euro nel secondo. Simest , da parte sua, consente a specifiche aziende, con almeno due anni di vita e principalmente esportatrici, di poter accedere ad un mix di agevolazioni per realizzare investimenti per favorire l’innovazione digitale, con l’obiettivo di migliorare la competitività sui mercati internazionali. L’edizione 2023 ha modificato in maniera importante la percentuale di fondo perduto, riducendolo al 10% e per sole determinate aziende, in particolar modo giovanili, femminili e del mezzogiorno. L’importo massimo ricevibile, diverso in base anche alla dimensione, può arrivare fino a 5 mln di euro per le GI e copre l’intero investimento tramite un finanziamento agevolato con la scelta del tasso su tre opzioni (10%, 50%, 80%) del tasso di riferimento UE. Il 2024 è l’anno pivot per numeri ed opportunità, tra fondi del PNRR e i bandi dei vari POR FESR regionali che, seppure in alcuni casi con estremo ritardo, stanno finalmente entrando nel vivo. A favore dello sviluppo digitale Regione Lazio rilascia un “Voucher Digitalizzazione pmi”, con un plafond di 15 milioni di euro a servizio delle imprese per l’acquisto di tecnologie digitali e servizi e mette a disposizione altri 115 mln di euro sempre nell’ambito del POR FESR 2021-2027, con particolare riferimento alla valorizzazione di progetti di ricerca e sviluppo, innovazione
e trasferimento tecnologico delle micro, piccole e medie imprese. Facciamo altri esempi quali il fatto che la Regione Campania con il bando “Nuovo Fondo Crescita”, ha una particolare attenzione alla transizione digitale ed ecologica con un mix di agevolazione tra fondo perduto e finanziamento agevolato per l’adozione di soluzioni innovative e la digitalizzazione delle pmi. La Regione Piemonte ha portato avanti un bando “Digitalizzazione e efficientamento produttivo delle imprese”, misura che intende supportare la competitività del sistema imprenditoriale sia attraverso la promozione della transizione digitale che di quella sostenibile. La gestione dei fondi per le pmi spesso passa attraverso le Regioni. La Regione Marche ad esempio con il bando “Per l’innovazione di prodotto sostenibile e digitale”, con una dotazione finanziaria di 28 mln di euro elargisce supporto di progetti di innovazione e di diversificazione di prodotto e/o servizio con soluzioni innovative che si basano sulla doppia transizione. C’è poi il bando “Aiuti per gli investimenti digitali”, per sostenere la trasformazione digitale delle imprese regionali del Friuli Venezia Giulia, con lo scopo di incentivare progetti innovativi e tecnologici che favoriscano la trasformazione digitale delle imprese del territorio e un budget totale di 13 mln di euro, con un contributo a fondo perduto che può raggiungere il 50% della spesa ammissibile. Regione Liguria ha pubblicato un bando “Digitalizzazione pmi 2024” con una dotazione di 7 milioni di euro, per favorire l’introduzione e lo sviluppo della digitalizzazione dei processi produttivi. L’investimento minimo è di 10.000 euro, mentre il contributo massimo è del 50% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di 20.000 euro. La valutazione era a sportello. La Regione Sardegna ha attuato ad esempio un bando per la “Digitalizzazione delle imprese”, con una dotazione di 10 milioni di euro e con spese ammissibili riguardanti la digi -
talizzazione dei processi produttivi.
Incentivi per l'efficienza energetica e sostenibilità
Molti gli incentivi e i progetti anche coinvolgono le pmi nel settore dell’efficienza energetica e della sostenibilità. Si segnala il progetto Ecosister intende supportare la transizione ecologica del sistema economico e sociale regionale attraverso un processo che coinvolga trasversalmente tutti i settori, le tecnologie e le competenze coniugando transizione digitale e sostenibilità con il lavoro e il benessere delle persone e la difesa dell’ambiente. Il progetto vede la partecipazione di una rete di università ed enti di ricerca della regione Emilia - Romagna che mette a sistema le competenze di sei Spoke tra organismi ed enti di ricerca facenti parte della Rete Alta Tecnologia, gli Incubatori ed i Tecnopoli. L'Ecosistema è finanziato dall’Unione Europea tramite NextGenerationEU e in particolare dal PNRR - M4C2, Investimento 1.3 gestito dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). La scadenza per aderire è il 15 gennaio 2025. Mentre ad esempio il Ministero dell'Ambiente della Sicurezza Energetica (MASE) ha ufficialmente aperto lo sportello per la presentazione delle domande di accesso ai contributi per le spese sostenute per gli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti, inseriti all’interno delle comunità energetiche rinnovabili e dei sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili. La misura rientra nell’ambito della Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 del PNRR mette a disposizione 2,2 miliardi di euro fino al 30 giugno 2026 per la realizzazione di una potenza complessiva pari almeno a 2 GW e una produzione indicativa di almeno 2.500 GWh/anno. In particolare, il beneficio è erogato sotto forma di contributo in conto capitale per impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili e inseriti in configurazioni di comunità energetiche rinnovabili
(CER) o di gruppo di autoconsumatori e ubicati in Comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti. La misura prevede l'erogazione di un contributo a fondo perduto fino a un massimo del quaranta per cento delle spese ammissibili. Lo sportello è aperto sino al 31 marzo 2025, fatto salvo il preventivo esaurimento delle risorse disponibili e il budget totale ammonta a due miliardi e duecento milioni di euro. Anche per il turismo ci sono diversi aiuti e la Banca europea per gli investimenti (BEI) insieme al Ministero del Turismo hanno lanciato ufficialmente il Fondo Tematico per il Turismo dal valore complessivo di 500 milioni di euro. La BEI convoglierà i fondi alle imprese attraverso gli intermediari finanziari Equiter e Banca Finint, che gestiranno risorse fino a 200 milioni di euro e 175 milioni di euro rispettivamente. Un terzo intermediario finanziario sarà selezionato in seguito. Il Fondo Tematico per il Turismo (Investimento 4.2– Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche Turismo 4.0, misura M1C3.4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza -PNRR), sosterrà la sostenibilità ambientale, l'innovazione e la digitalizzazione dei servizi nel settore turistico, promuovendo la costruzione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture e infrastrutture turistiche e la digitalizzazione con l'obiettivo di favorire la sostenibilità e la transizione verde del settore turistico, nonché per sostenere esigenze di capitale circolante e costi di investimento delle imprese. Gli intermediari finanziari distribuiranno le risorse sotto forma di prestiti, prodotti equity e/o quasi-equity, sulla base di una due diligence e di una valutazione dei progetti. Le domande dovranno pervenire corredate dalla descrizione del progetto e di una indicazione del fabbisogno finanziario e potranno essere presentate online agli intermediari finanziari. La scadenza per la presentazione delle proposte progettuali è, salvo esaurimento fondi, il 30 Giugno 2025. I soggetti potranno formalizzare la richiesta
di finanziamento a uno solo dei due intermediari finanziari e per uno specifico progetto. Si segnala a proposito di progetti fuTOURiSME - fostering digital & sustainable transition of TOURism SMEs for FUture innovation and resilience, finanziato nel quadro del Programma per il mercato unico - sezione COSME (bando SMP-COSME-2022-TOURSME) con un bando che ha l'obiettivo di identificare e sostenere lo sviluppo, l'implementazione e lo scaling-up di soluzioni innovative da parte delle piccole e medie imprese turistiche europee, al fine di contribuire a innovare l'offerta nell'ecosistema turistico e potenziare il duplice processo di transizione (verde e digitale), dotare le pmi delle competenze necessarie per sfruttare le opportunità derivanti dalla doppia transizione, raccogliere le migliori pratiche e strategie per portare avanti la trasformazione del settore turistico. Non c’è sostenibilità e transizione infatti pare senza investimenti in digitalizzazione. E’ stato già ufficialmente avviato il nuovo Digital Transition Fund, fondo gestito da CDP Venture Capital SGR per conto del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e nato per supportare start-up attive nella transizione digitale. In particolare, il Fondo punta a sostenere entro il 30 giugno 2025, duecentocinquanta imprese target nei settori dell’Intelligenza Artificiale, del cloud, dell’assistenza sanitaria, dell’Industria 4.0, della cybersicurezza, del fintech e delle blockchain tramite investimenti di venture capital diretti e indiretti. Il Fondo dispone di una dotazione pari 300 milioni di euro finanziati nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); le risorse saranno destinate a investimenti diretti, cioè investimenti che abbiano ad oggetto strumenti di equity, quasi equity, debito e quasi-debito di imprese target; e investimenti indiretti, ossia investimenti in fondi di venture capital o in fondi di venture debt, gestiti da un gestore autorizzato. Il Fondo è destinato a start-up e pmi con elevato potenziale di sviluppo nelle filiere
della transizione digitale; start-up e pmi costituite tramite una scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda da parte di grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione; imprese holding che abbiano sede legale in uno Stato diverso dall’Italia e lavorino in Italia. Il quaranta per cento delle risorse sarà investito in operazioni che prevedono piani di sviluppo da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Le domande si presentano a sportello. Inoltre si segnala che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) con il Piano Transizione 5.0 punta a favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, rispondendo alle sfide poste dalle transizioni digitale ed energetica. La misura, con una dotazione finanziaria complessiva pari a 6,3 miliardi di euro stanziati dal Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR), consiste in un credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio italiano, effettuati nel biennio 2024-2025. Il credito di imposta viene riconosciuto se si realizza una effettiva e certificata riduzione dei consumi energetici di almeno il tre per cento per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il cinque per cento del processo interessato dall'investimento. Tale riduzione dei consumi energetici deve conseguire da investimenti in beni materiali e immateriali tra cui software, sistemi, piattaforme o applicazioni per l'intelligenza degli impianti che garantiscano il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell'energia autoprodotta e autoconsumata, o introducano meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l'elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding); software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente a software, a sistemi o a piattaforme innovative a loro legate; beni materiali e nuovi, che siano
strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta e le spese per la formazione del personale nell’ambito di competenze utili alla transizione dei processi produttivi. Possono beneficiare del contributo tutte le imprese residenti e le stabili organizzazioni con sede in Italia, a prescindere dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla dimensione e dal regime fiscale adottato per la determinazione del reddito d’impresa. Inoltre le imprese possono presentare domanda per le agevolazioni previste dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) per i Contratti di sviluppo – Net Zero, Rinnovabili e Batterie. Le modalità di accesso alle agevolazioni per gli investimenti per il rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica, sono attive attraverso lo strumento dei Contratti di sviluppo. Complessivamente il Ministero ha stanziato oltre 1.7 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In particolare, le domande dovranno prevedere la realizzazione di programmi di sviluppo concernenti il rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica, quali: batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCUS). Possono anche essere agevolati programmi di sviluppo relativi a produzione di componenti chiave, macchinari, attrezzature coinvolte nella produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica; recupero delle materie prime critiche necessarie per la produzione dei dispositivi di cui sopra e dei relativi componenti chiave. I programmi di sviluppo devono riguardare progetti in grado di determinare una capacità produttiva o di recupero aggiuntiva rispetto a quella esistente. Le agevolazioni sono concesse nelle forme del finanziamento agevolato,
del contributo in conto interessi e, per i progetti di ricerca e sviluppo, del contributo diretto alla spesa. Lo sportello, gestito da Invitalia, è aperto sia a nuove domande sia a domande già presentate ma purtroppo in sospeso per carenza di risorse finanziarie. Dal 23 ottobre è stata data la possibilità alle imprese proponenti e beneficiarie di registrarsi sulla nuova piattaforma incentivi di Invitalia. La modalità è a sportello e lo stanziamento ammonta a 1.739.000.000 di euro. Il Ministero dello sviluppo economico inoltre ha attivato un nuovo intervento finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per incentivare gli investimenti di piccole e medie imprese della componentistica nella realizzazione e sviluppo di una filiera nazionale degli autobus elettrici. Alla produzione e assemblaggio di mezzi di autobus elettrici e connessi digitalmente, potranno essere associati anche progetti per la ricerca e sperimentazione industriale e per la formazione del personale. Potranno richiedere gli incentivi le imprese del settore, di tutte le dimensioni, ubicate sull’intero territorio nazionale. La misura è complementare a quella dedicata ai nuovi Contratti di sviluppo per investimenti in settori strategici e innovativi ancora attiva, ma prevede programmi di dimensioni minori, con piani di investimento con spese ammissibili tra un milione e venti milioni di euro. L’importo delle agevolazioni non può in ogni caso superare, nel suo complesso, il limite massimo del 75 per cento delle spese ammissibili. La modalità è a sportello. Tutte queste novità poi, per essere attuate nel modo più efficace possibile, richiederanno un investimento importante non solo nella research di carattere industriale ma anche e soprattutto nell’aggiornamento delle conoscenze e delle skill delle persone che lavorano in azienda. Per le pmi è stato difficile il deployment, l’articolazione di un piano strutturato e concreto che porti davvero benefici all’intera azienda. Molte pmi italiane sono a conduzione familiare e non ha
giovato la generale carenza di struttura manageriale e di mancanza di attitudine alla programmazione nel lungo termine, che troppo spesso impediscono la crescita, oltre al fatto che spesso le pmi sono gestite da chi da anni si è tirato su le maniche da solo senza chiedere aiuti alle banche e diffidando di uno Stato che cambia le regole e gli incentivi ad ogni cambio di governo inficiando la possibilità di scelte ed investimenti a lungo termine per il mondo industriale, soprattutto per le aree avanzate. Oltre all’implementazione di un approccio manageriale strutturato, era importante anche aprire dei canali di comunicazione efficienti tra settore pubblico e privato. Le aziende, i Comuni e le Regioni non sempre sanno collaborare in un’ottica win-win, che consenta l’effettivo impiego di tutte le risorse messe a disposizione in progetti territoriali condivisi. Il primo passo per le pmi per accedere alle risorse del PNRR è consistito nelle fasi di analisi e scouting; in una analisi di investimenti di possibile eleggibilità tra quelli proposti dai fondi, approfondendo gli ambiti di applicabilità. Una volta effettuato un primo check, è stato necessario approfondire i requisiti specifici per gli investimenti individuati. Una volta elaborato un piano industriale per le singole pmi e per i loro partners era complesso presentare delle proposte nel dettaglio, definire i progetti selezionati e studiarne la conformità con le regole stabilite dall’Unione Europea per l’accesso alle risorse. Soprattutto nelle prime fasi del processo, le pmi italiane per poter usufruire al meglio dell’opportunità rappresentata dalla significativa disponibilità dei fondi del PNRR hanno dovuto appoggiarsi a consulenti esterni per dotarsi di un approccio quanto più strutturato, manageriale, operativo fattuale e consono ai bandi. A livello comunitario poi per migliorare l'accesso delle pmi ai finanziamenti e ai mercati è molto utile conoscere il “programma comunitario per il mercato unico”, che punta a migliorare l'accesso delle pmi ai finanziamenti e ai merca -
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C OMMISSARIO RESPONSABILE PER L 'A ZIONE PER IL CLIMA
ti; è gestito dal Consiglio europeo per l'innovazione e dall'Agenzia esecutiva per le PMI (EISMEA). Inoltre per le pmi c’è il sostegno delle reti energetiche, digitali e dei trasporti dell'Unione Europea e le pmi possono anche ottenere finanziamenti tramite il "Meccanismo per collegare l’Europa" (MCE), il programma che cofinanzia progetti vincolati all'energia, ai trasporti e alle TIC. Le sezioni dell'MCE sono gestite dall' Agenzia esecutiva europea per il clima, le infrastrutture e l'ambiente (CINEA) e dall'Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA). Inoltre le pmi nel campo della ricerca e dell'innovazione possono aderire ai bandi del principale programma di finanziamento dell'Unione Europea per la ricerca Horizon Europe. Purtroppo troppo spesso la propaganda politica disinforma. In verità le pmi possono ottenere contributi rilevanti pure grazie alla politica di coesione dell'Unione Europea che mira a ridurre le disparità nella distribuzione della ricchezza tra le regioni europee, investendo nelle regioni, nelle città e nell'economia reale per stimolare la crescita e l'occupazione, affrontando la problematica dei cambiamenti climatici e della dipendenza dalle importazioni di energia e riducendo la povertà e l'esclusione sociale. Il sostegno alle pmi è difatti una priorità chiave della politica di coesione.
Ciascun paese dell'Unione Europea è responsabile della gestione dei fondi di coesione sul proprio territorio. Non dimentichiamo il sostegno alle pmi nel settore agricolo grazie alla politica agricola comune (PAC) che offre opportunità di finanziamento alle piccole imprese con il programma "Frutta, verdura e latte nelle scuole" e la campagna di promozione dei prodotti agricoli dell'UE; mediante pagamenti diretti nell'ambito del Fondo europeo agricolo di garanzia; e tramite il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. La Commissione europea eroga sovvenzioni a favore di progetti od organizzazioni, consorzi, associazioni di pmi anche in altri programmi di finanziamento dell'Unione Europea come, ad esempio nel settore sanità, con il programma EU4health. La Commissione europea ricorre anche agli appalti pubblici per acquistare beni e servizi e le pmi possono candidarsi come fornitrici ed essere selezionate attraverso appositi bandi di gara. Senza contare l’ampia gamma di programmi comunitari che offrono sostegno agli imprenditori e alle aziende attraverso istituti finanziari locali e alla BEI progetti, con garanzie, prestiti, finanziamenti azionari; tra di essi si segnala lo strumento di microfinanza del programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) che sostiene il settore delle pmi erogando
prestiti fino a 25mila euro alle persone che desiderano creare o sviluppare una piccola impresa; il Fondo sociale europeo Plus (FSEPlus) che offre sostegno alle pmi per aiutarle a migliorare la loro competitività, ad esempio attraverso la formazione anche nel settore della cybersecurity che è uno degli ambiti più strategici attualmente soprattutto per le pmi innovative. Sino al 21 gennaio sono aperti diversi bandi nell'ambito del Programma Europa Digitale. Un bando supporta l’implementazione di progetti multinazionali previsti dalla Strategia Digitale europea, una un importo totale di 25mila euro ed elargisce contributi sino al cinquanta per cento dei costi. Un altro bando finanzia il lavoro degli hub nazionali o regionali indipendenti per l'analisi degli ecosistemi dei media digitali al fine di garantire la copertura delle aree geografiche coperte dagli hub EDMO per i quali i finanziamenti termineranno nel 2025 ed ha un budget totale di otto milioni di euro. C’è poi un bando con un importo totale di 102 milioni di euro per la cybersicurezza. In particolare c’è un bando che ha un importo di 35 milioni di euro dedicato a progetti per aumentare il livello di protezione e resilienza alle minacce informatiche, per i grandi impianti e infrastrutture industriali, assistendo gli Stati membri nei loro sforzi volti a migliorare la prepara -
K ADRI S IMSON , C OMMISSARIA PER L 'E NERGIA
zione alle minacce e gli incidenti informatici fornendo loro conoscenze e competenze. C’è poi il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) che offre livelli di sostegno alle pmi che sono la stragrande maggioranza delle aziende operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Il programma LIFE per l'azione per il clima, gestito dall'agenzia CINEA, aiuta le imprese a immettere sul mercato i loro prodotti, tecnologie, servizi e processi verdi finanziando i cosiddetti progetti vicini al mercato e poi ci sono tutti i fondi per il settore space economy. La Commissione europea ha pubblicato di recente la relazione 2024 sui progressi dell'azione per il clima, da cui emerge che le emissioni nette di gas a effetto serra dell'UE sono diminuite dell'8,3% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Si tratta del più marcato calo annuo degli ultimi decenni, con l’eccezione del 2020, quando la pandemia di covid-19 comportò riduzioni delle emissioni del 9,8 %. Le emissioni nette di gas a effetto serra sono oggi inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre nello stesso periodo il PIL è cresciuto del 68%, a dimostrazione della sempre crescente disassociazione delle emissioni dalla crescita economica. L'UE rimane dunque sulla buona strada per mantenere l'impegno di ridurre le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030.
Wopke Hoekstra, Commissario responsabile per l'Azione per il clima , ha dichiarato: "L'UE è all'avanguardia nella transizione pulita, e nel 2023 ha registrato ulteriori forti riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra. Attualmente responsabile per il 6 % delle emissioni globali. Con la prossima COP 29 dimostriamo ancora una volta ai nostri partner internazionali che è possibile intraprendere azioni per il clima e investire nello stesso tempo nella crescita della nostra economia. Purtroppo, la relazione mostra anche che il nostro lavoro deve proseguire, sia all'interno che all'esterno, visti i danni che i cambiamenti climatici stanno causando ai nostri cittadini". Mentre la relazione contiene notizie incoraggianti sulle riduzioni delle emissioni dell'UE, bisogna sottolineare anche che durante l'anno scorso a causa dei cambiamenti climatici si sono verificati più eventi catastrofici, più danni alle pmi e un aumento di perdite di vite umane e di mezzi di sussistenza, mentre le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il loro picco. È quindi necessaria un'azione costante per garantire che l'UE raggiunga i suoi obiettivi per il 2030 e si avvii sulla strada giusta per conseguire l’obiettivo prefissato per il 2040 e il traguardo di azzerare le emissioni nette entro il 2050. L'UE deve inoltre proseguire il suo impegno internazionale, a partire dalla
COP29, per fare sì che anche tutti gli altri partner internazionali adottino le misure necessarie. La relazione sui progressi dell'azione per il clima, che integra la relazione annuale sullo stato dell'Unione dell'energia, illustra i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni dell'UE, come richiesto dal regolamento sulla governance, tuttavia l’impegno dell’Unione europea da sola non è sufficiente e crea scompensi sui mercati, mettendo in difficoltà le pmi di vari settori, se non aiutate con contributi e dazi agli Stati come la Cina o altri extra-europei che non ottemperano agli stessi obiettivi di sviluppo ecosostenibile condiviso. Durante la crisi energetica, gli Stati membri dell'UE hanno deciso di fissare un obiettivo giuridicamente vincolante per riempire gli impianti di stoccaggio del gas al 90% della capacità entro il primo novembre di ogni anno, allo scopo di garantire una sicurezza sufficiente dell'approvvigionamento e la stabilità del mercato nei mesi invernali. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Gas Infrastructure Europe, l'attuale livello di stoccaggio del gas dell'UE è superiore al 95%. In questo momento nell'UE sono infatti stoccati circa 100 miliardi di metri cubi di gas, pari a quasi un terzo del nostro consumo annuo. Kadri Simson, Commissaria per l'Energia , ha dichiara -
to:” Quando la Russia ha invaso l'Ucraina e ha cercato di ricattare l'Europa tramite le sue forniture energetiche, siamo prontamente intervenuti per proteggerci da futuri shock di approvvigionamento. L’intervento sta dando i suoi frutti e questo inverno disporremo di un livello ottimale di gas in stoccaggio in tutta Europa, di forniture energetiche diversificate e di una percentuale più elevata di energie rinnovabili, rinnovando così il nostro impegno per l'efficienza energetica e il risparmio energetico. Questo ci pone in una posizione ideale per mantenere le forniture e i prezzi stabili durante l'inverno e continuare a ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni russe di combustibili fossili". Il regolamento sullo stoccaggio del gas (UE/2022/1032) del giugno 2022 stabilisce l’obiettivo vincolante dell'UE di riempire al 90% gli impianti di stoccaggio entro il primo novembre di ogni anno, con obiettivi intermedi per i paesi dell'UE al fine di garantire un riempimento costante durante tutti i dodici mesi. Il regolamento rientra in un'ampia gamma di misure adottate dall'UE a seguito della crisi energetica innescata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, miranti a preparare meglio il sistema energetico europeo alla stagione invernale. Negli ultimi due anni, con l'attuazione del piano REPowerEU, l'UE si è affrancata drasticamente dai combustibili fossili russi, ma molto va ancora attuato. Il piano è teso a ridurre rapidamente l'eccessiva dipendenza dell'UE dalle importazioni di gas, petrolio e carbone russi. La Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU il 18 maggio 2022. Oltre a rafforzare l'autonomia strategica dell'UE nel settore energetico, REPowerEU è incentrato sul sostegno
alla transizione verso l'energia pulita e sull'unione delle forze per un sistema energetico più resiliente. Il piano REPowerEU si basa sulla piena attuazione del pacchetto "Pronti per il 55%". Il pacchetto fissa l'obiettivo di realizzare una riduzione pari almeno al 55% delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, in linea con il Green Deal europeo. Si segnala che l’IPCEI Med4Cure (IPCEI Salute 1) sostiene la ricerca, l'innovazione e la prima applicazione industriale di prodotti sanitari, nonché processi di produzione innovativi di farmaci.
L'IPCEI Med4Cure riguarda progetti di ricerca e sviluppo che coprono tutte le fasi chiave della catena del valore della farmaceutica, dalla raccolta e dallo studio di cellule, tessuti e altri campioni, alle tecnologie di produzione sostenibile di terapie innovative, compresi i trattamenti personalizzati, e all'applicazione di tecnologie digitali avanzate. Il progetto mira ad accelerare il progresso medico e a promuovere la resilienza dell'industria sanitaria dell'UE migliorando la scoperta di farmaci, in particolare per esigenze mediche non soddisfatte come le malattie rare, e sviluppando processi di produzione innovativi e più sostenibili per i farmaci.
Questi sviluppi miglioreranno la qualità dell'assistenza sanitaria e aumenteranno la preparazione dell'UE alle minacce sanitarie emergenti, contribuendo al contempo alla transizione verde. Tra gli incentivi per l’efficienza energetica c’è IPCEI H2 Move (IPCEI Idrogeno 4) che sostiene l’esecuzione di progetti che si concentrano esclusivamente su sfide e obiettivi specifici della tecnologia dell'idrogeno nelle applicazioni di mobilità
e trasporto, tra cui lo sviluppo di applicazioni di mobilità e trasporto per integrare le tecnologie dell'idrogeno nei mezzi di trasporto (stradali, marittimi e aerei). Questo include, ad esempio, piattaforme di veicoli a celle a combustibile per autobus e camion; lo sviluppo di tecnologie a celle a combustibile ad alte prestazioni, che utilizzino l'idrogeno per generare elettricità con una potenza sufficiente a muovere navi e locomotive; lo sviluppo di soluzioni di stoccaggio a bordo di nuova generazione per l'idrogeno, come per l'utilizzo negli aerei che richiedono serbatoi di idrogeno leggeri ma robusti, che garantiscano sicurezza ed efficienza in condizioni di volo; lo sviluppo di tecnologie per la produzione di idrogeno per applicazioni di mobilità e trasporto, in particolare per rifornire le stazioni di rifornimento di idrogeno in loco con idrogeno pressurizzato, puro al 99,99%, di tipo fuel-cell. L'IPCEI Idrogeno 4 o Hy2Move integra il primo, il secondo ed il terzo IPCEI sulla catena del valore dell'idrogeno. Senza dimenticare un altro settore strategico in cui solo l’unione può fare la forza che è quello della Space Economy , catena di valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti arriva fino allo generazione di prodotti e servizi innovativi abilitati, alla creazione di start up e pmi innovativa a servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo, in continua evoluzione e prototipi utili per tutti i settori (cybersecurity, agricoltura etc.).
La Space economy rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni. “L’Italia vanta una lunga tradizione nelle atti -
SPORTELLO EUROPA
IL M INISTRO A DOLFO U RSO E D OMINI q UE T ILMANS , IAC B UREAU
vità spaziali: tra le prime nazioni al mondo a lanciare ed operare in orbita satelliti, è tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi terzo paese contributore,” ha spiegato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy presente assieme all’on. Andrea Mascaretti, presidente dell’Intergruppo parlamentare italiano sulla Space Economy alla conferenza stampa IFA, tenutasi a Milano, presso Regione Lombardia, in cui il Ministro ha ribadito che favoriranno le pmi e le start up che si occupano di Spazio, favorendo anche la nascita di consorzi nazionali, supportando le aggregazioni di start up con finanziamenti e favorendone la partecipazione a progetti internazionali. Se ne è parlato anche al 75° Congresso Astronautico Internazionale (IAC), svoltosi a Milano dal 14 al 18 ottobre 2024, ospitato da AIDAA, con l’Agenzia Spaziale Italiana e Leonardo. Vi hanno aderito oltre ottomila esperti provenienti dall'industria, dalla ricerca, dalle istituzioni e al centro del dibattito internazionale c’è proprio l'uso dello Spazio per sostenere la sostenibilità. Con il motto “Spazio responsabile per la sostenibilità”, l’intenzione della IAC 2024 è quella di evidenziare l’importanza dello spazio come ambiente che deve essere mantenuto sicuro e aperto all’esplorazione, all’uso pacifico e alla cooperazione internazionale soprattutto grazie alle pmi e alle start up innovative. Tra le start up innovative più promettenti presenti al Congresso internazionale IAC 2024 c’è la start up Way4Ward che ha un team molto specializzato e che, con gli esperti prof. Andrea Basciu e Joseph Locantore , ha già partecipato allo Jammer test in collaborazione con ESA per una validissima soluzione anti spoofing
denominata Aspis, che presto sarà sul mercato, nell’identificare gli attacchi in un contesto operativo, e che, con i loro esperti Franco Gottifredi, Ceo dell'azienda e Joseph Locantore , ad IAC 2024 ha presentato GoodSim, un innovativo simulatore inerente le condizioni GNSS per le missioni lunari che include un modulo di definizione della traiettoria, un modulo di analisi della visibilità, un modulo di generazione di dati grezzi ed è un tool utilizzato dall’azienda per prototipare e testare la propria funzione di determinazione precisa dell’orbita che verrà lanciata verso la Luna sul ricevitore LuGRE. LuGRE (Lunar GNSS Ricever Experiment) è un progetto di ricerca e sviluppo tecnologico in collaborazione tra ASI e NASA, LuGRE sperimenta il posizionamento con i sistemi GPS e Galileo oltre i 200mila km di distanza. Il Ministro Urso ha spiegato che l’Italia ha definito un "Piano Strategico Space Economy" che prevede un investimento paese di circa 4,7 miliardi di euro, di cui circa il cinquanta per cento coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali. Il Piano si articola in cinque linee programmatiche, in linea con le iniziative condotte a livello europeo e con l’obiettivo di valorizzarne al massimo l’impatto a livello nazionale: Telecomunicazioni satellitari (Mirror GovSatCom), supporto alla partecipazione nazionale a GALILEO (Mirror Galileo), infrastruttura Galileo PRS, supporto a Copernicus (Mirror Copernicus), esplorazione spaziale e sviluppi tecnologici connessi. Il Piano è parzialmente confluito, come “Piano a Stralcio Space Economy”, nel Piano Imprese e Competitività FSC, proposto dal MISE ed approvato con delibera CIPE
n.52/2016 del 1 dicembre 2016, che le ha assegnato una prima dotazione di risorse pari a 360 milioni di euro, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione. Il Ministero che è amministrazione capofila della sub area tematica Space Economy della “Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente” aveva istituito il Comitato di Sorveglianza del Piano con Decreto ministeriale del 2 agosto 2017.
Il Comitato aveva il compito di predisporre ed approvare i Piani Operativi di Dettaglio (POD) relativi alle cinque linee programmatiche. I POD contengono gli elementi tecnico economici, contenuti nella chiamata a manifestare interesse, necessari alla realizzazione delle attività. Attualmente la Direzione generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l'innovazione, le pmi e il made in Italy, che fa capo al Ministero delle imprese e del Made in, ha il compito di analisi e monitoraggio della evoluzione della Space Economy globale, definizione e attuazione delle politiche industriali e di internazionalizzazione della Space Economy; di attuare attività di raccordo con la rete istituzionale a presidio della materia spaziale con finalità di orientamento e uniformità di indirizzo delle politiche industriali, di supporto alle pmi e dei programmi a livello nazionale; cura della partecipazione del Ministero in organismi nazionali, europei ed internazionali competenti in materia e definizione di proposte connesse alla partecipazione Italiana a progetti internazionali promossi dall'Agenzia spaziale europea, dall'Unione Europea e da altri organismi internazionali; di programmazione, gestione, controllo e monitoraggio degli interventi e dei finanziamenti.
UNIPOLSAI: SIcUrezzA INfOrmAtIcA Per Le
AzIeNde A 360° S
In un’epoca in cui la cybersecurity è diventata una priorità assoluta, l’Italia si trova ad affrontare sfide sempre più complesse nella protezione dei dati sensibili. È ormai noto come sia possibile, grazie all’azione di pochi malintenzionati, minare la sicurezza e la privacy di centinaia di soggetti, inclusi personaggi pubblici e alte cariche dello Stato. La digitalizzazione e l’interconnessione delle infrastrutture critiche e delle aziende hanno ampliato notevolmente la superficie d’attacco per i cybercriminali, rendendo sempre più difficile proteggere i sistemi da intrusioni malevole. Dagli accessi abusivi di soggetti interni ad un’organizzazione, sino a delle vere e proprie opere di spionaggio informatico di professionisti terzi che raccolgono dati governativi sensibili per creare dossier dettagliati su individui
e imprese e venderli ai migliori offerenti su piattaforme illegali e cifrate (darkweb), le minacce sono ormai variegate e sofisticate. Abusare dei propri privilegi autorizzativi, forzando i database o ponendo qualunque ostacolo alla fornitura di un servizio colpendo il sistema informatico di un’azienda configura reati penalmente perseguibili, tra cui accesso non autorizzato a sistemi e intercettazione illecita di informazioni, punibili con pene che possono arrivare fino a 12 anni di reclusione (nelle circostanze più gravi). L'introduzione della legge sulla cybersicurezza (legge n. 90 del 28 giugno 2024), che ha inasprito alcune sanzioni, segna un importante passo verso il rafforzamento della protezione dei dati sensibili dei cittadini e delle imprese. La legge risponde a una crescente consapevolezza delle vulnerabilità dei
IL teAm dI UNIPOLSAI
sistemi informatici, introducendo misure che obbligano anche le aziende private a garantire livelli di protezione adeguati. Non solo l’Italia, ma anche l’Unione Europea ha compreso la gravità di queste minacce e si sta attivando da anni per creare una legislazione unitaria sulla sicurezza informatica. A partire dal 17 ottobre 2024, infatti, è entrata in vigore la direttiva NIS 2 (Network and Information Systems Directive), che mira a rafforzare il livello di sicurezza informatica in tutta l'UE. La direttiva prevede maggiori presidi minimi di sicurezza informatica per le infrastrutture critiche e le imprese di rilevanza nazionale, ponendo la sicurezza digitale come una priorità comune. Questa armonizzazione delle politiche di cybersecurity a livello europeo è fondamentale per contrastare minacce globali sempre più diffuse e rafforzare la resilienza delle aziende e delle amministrazioni pubbliche.
Tanto per le istituzioni pubbliche, quanto per le aziende private, subire violazioni del proprio sistema informatico, non soltanto causa diverse incombenze legali derivanti dalla responsabilità sul trattamento dei dati personali, ma soprattutto una serie di spese derivanti dalla necessità di gestire il ripristino dell’onorabilità sul mercato. Tale ultimo fattore non è da sottovalutare.
In un mondo costantemente interconnesso, la facilità di recepimento e diffusione delle informazioni ha raggiunto livelli senza precedenti. Sul web, notizie, opinioni e contenuti di ogni genere raggiungono un vasto pubblico in pochi istanti. Questa rapidità e capillarità nella circolazione delle informazioni, può tradursi in un’opportunità straordinaria per la democratizzazione dell’informazione, ma comporta anche rischi significativi, tra cui il danno reputazionale che può compromettere irreparabilmente la fiducia dei clienti.
Oggi, infatti, per un’azienda è importante tanto la qualità del servizio e dei prodotti offerti quanto la sua esposizione su internet e social media. Entrambi i fattori contribuiscono ad aumentare quote di mercato necessarie per uno sviluppo sostenibile. Un’incidente informatico che coinvolge un’impresa genera inevitabilmente un danno reputazionale, il quale necessita di una gestione attenta e professionale, al fine di evitare qualunque ricaduta
sul business in senso stretto. L’efficacia di una risposta rapida e coordinata è essenziale per ridurre i danni e dimostrare proattività nella protezione dei dati.
Un’intrusione abusiva e premeditata di un criminale professionista (hacker) e/o un intervento maldestro che danneggiano il sistema informatico e l’integrità dei dati custoditi, possono quindi portare a delle conseguenze ben più ampie rispetto a quelle a cui siamo abituati a pensare.
È quindi, più che mai necessario, investire nel rafforzamento della postura di sicurezza informatica e farsi assistere da gestori specializzati nella gestione del rischio cyber, al fine di garantire la continuità operativa e mitigare i rischi associati a possibili attacchi informatici.
Da questo ultimo punto di vista, la soluzione assicurativa di UnipolSai offre un ottimo supporto, tanto dal punto di vista di copertura dal rischio (indennizzo in caso di incidente informatico), quanto nella gestione del sinistro nell’immediatezza dell’accaduto.
L’offerta di UnipolSai si concentra sul proteggere il cliente che sottoscrive una copertura contro il Cyber Rischio a 360°. I pilastri del prodotto sono tre:
1. manlevare l’assicurato da qualsiasi onere e spesa legale derivante da azioni giudiziali promosse da terzi che abbiano subito pregiudizio a causa di una violazione dei dati perpetrata nei confronti dell’assicurato;
2. coperture di tutte le spese per il ripristino e il recupero dei dati a seguito di incidente informatico e la gestione del danno reputazionale attraverso l’operato di periti, consulenti ed esperti. La copertura è integrata da un servizio di supporto diretto che la Compagnia eroga nei confronti dell’assicurato chiamato servizio di Pronta Ripresa (Incident Response).
Attraverso questo servizio, il cliente allerta la Compagnia nel momento in cui è vittima di un Sinistro e la stessa attiva un sistema di gestione dell’incidente che coinvolge una pluralità di tecnici specializzati nel permettere di riprendere immediatamente l’attività di impresa e minimizzare l’impatto dell’evento. A questo, si uniscono tutte le attività idonee a gestire le conseguenze tecniche e
reputazionali derivanti dall’incidente; 3. indennizzo delle perdite derivanti dall’Interruzione dell’attività di impresa a seguito di sinistro. L’eventuale indisponibilità dei sistemi che genera un blocco dell’attività è uno scenario purtroppo poco raro in tema di incidenti informatici. UnipolSai ristora il cliente con una diaria giornaliera, cioè un importo forfettario per ogni giorno di inattività che viene fissato prima della sottoscrizione della polizza d’intesa con l’assicurato oppure intervenendo nel recupero della perdita di profitto lordo.
Tra i partner di UnipolSai vanno annoverati Start 4.0, insieme a BPER, che hanno avviato una collaborazione per aiutare le imprese italiane a migliorare la loro maturità digitale e il loro livello di sicurezza informatica, offrendo uno strumento alle PMI per essere maggiormente consapevoli dei rischi e preparate in caso di necessità, influendo positivamente su tutta la filiera.
UnipolSai si impegna, insieme alla propria rete a promuovere la cybersicurezza e a fornire ai propri clienti tutti gli strumenti necessari per proteggere i dati, garantire la continuità operativa, salvaguardare le infrastrutture critiche e mantenere la fiducia degli utenti in un mondo sempre più digitale.
FRECCIAROSSA: ECCEllEnzA dEl mAdE In ItAly
FRECCIAROSSA 1000
Il Frecciarossa 1000 è il primo treno, ad alta velocità, al mondo ad avere ottenuto la certificazione di impatto ambientale (EPD) basata su un’attenta Analisi del Ciclo di Vita. Ogni dettaglio, dalle leghe leggere di cui è composto, fino ai nuovi motori elettrici che lo spingono, è stato progettato per ridurre al minimo il consumo di energia: fino al 30% in meno rispetto ai treni ad alta velocità della precedente generazione. L’attenzione alla sostenibilità non si limita alla riduzione dei consumi ma tiene conto anche della riciclabilità dei materiali di cui è costituito, che raggiunge il 94% al termine del ciclo di vita del treno.
Il treno è dotato di 4 livelli di servizio: Executive, Business, Premium, Standard.
L’Executive si caratterizza per le poltrone rivestite in pelle color champagne con sistema servoassistito per la gestione dell’ampio reclining dello schienale e dell’estensione del poggiagambe. La possibilità di ruotarle a 180° consente di viaggiare sempre orientati verso il senso di marcia del treno. Qui è disponibile, previa prenotazione, l’Area Meeting.
Il Business offre poltrone rivestite in pelle. Gli elementi divisori in cristallo, per garantire maggiore privacy, e gli ampi spazi per i bagagli (sotto i sedili, sulle cappelliere e nelle bagagliere a terra interne
poste agli estremi del salone viaggiatori) migliorano l’esperienza di viaggio. Disponibile anche l’Area Silenzio. Nel livello Business vi sono inoltre i posti attrezzati per i passeggeri a mobilità ridotta e la toilette dedicata molto ampia.
Il Premium è dotato di poltrone, disposte su file da 4, rivestite in pelle. Gli spazi per i bagagli sono disponibili sotto i sedili, sulle cappelliere e nelle bagagliere a terra interne poste agli estremi del salone viaggiatori. Lo Standard, invece, si caratterizza per le poltrone rivestite in ecopelle grigia, con finiture in arancio, sono disposte su file da 4, prevalentemente in modalità vis a vis.
lIvEllO dI SERvIzIO ExECUtIvE
lIvEllO dI SERvIzIO BUSInESS
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CON FRECCE E FRECCIALINK OLTRE 150 METE RAGGIUNTE IN TUTTA ITALIA
Con oltre 270 treni e 30 corse bus, le Frecce e i Freccialink collegano più di 150 destinazioni in tutta Italia. Il collegamento “business” per eccellenza, Milano-Roma, è garantito da 100 treni al giorno (9 quelli no-stop che impiegano meno di 3 ore). l’Italia sarà collegata da Nord a Sud con 8 Frecciarossa al giorno tra Milano e Reggio Calabria; 2 Frecciarossa al giorno tra Venezia e Reggio Calabria, 16 Frecce giornaliere tra Roma e Reggio Calabria e fino a 13 collegamenti quotidiani, con Frecciarossa e Frecciargento, tra Roma e la Puglia. Sono inoltre disponibili oltre 30 Frecciarossa giornalieri tra Milano, Venezia, Torino, Bologna e la costa adriatica. Con l’orario invernale proseguono i viaggi notturni del Frecciarossa: grazie ai 2 collegamenti tra Milano-Reggio Calabria, disponibili nelle giornate a più alta richiesta. A completare l’offerta vi sono i FrecciaLink – il servizio realizzato con autobus dedicati, in connessione con le Frecce – che consentiranno di raggiungere Matera, Assisi, Perugia, Potenza. Vi è, inoltre, il ParmaLink che prevede, ogni giorno, 12 collegamenti con il bus nella tratta Parma-Reggio Emilia AV in connessione con treni Frecciarossa da e verso Firenze, Roma, Napoli, Salerno e altre città del network Frecce.
NON SOLO BUSINESS, LE DESTINAZIONI LEISURE
DELL’ALTA VELOCITÀ
Per gli amanti della montagna, inoltre, saranno disponibili 12 Frecciarossa al giorno tra Roma, Firenze e Bologna con partenza e arrivo a Trento Rovereto e Bolzano. A completamento dell’offerta Freccia per le località di montagna, anche 2 Frecciarossa che collegano Milano e Bolzano ogni giorno e ulteriori 2 collegamenti Frecciarossa il sabato e la domenica a partire dal 30 novembre. Con FrecciaLink le più belle località di montagna delle Alpi saranno ancora più vicine: Val Gardena, Val di Fassa, Val di Fiemme, Cortina d’Ampezzo, Cadore, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Courmayeur e Aosta.
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leggedIBIlancIo2025
liter che porta al varo della Legge di Bilancio 2025 è alle battute finali. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze, ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025, unitamente al bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. Inoltre, il ministro Giancarlo Giorgetti ha presentato il Documento programmatico di bilancio – DPB – che verra trasmesso al Parlamento e alla Commissione Europea. La Legge di Bilancio dispone gli interventi con effetti pari, in termini lordi, a circa 30 miliardi di euro per il 2025, oltre 35 miliardi di euro nel 2026 e oltre 40 miliardi di euro nel 2027. Tenendo conto del nuovo sistema di regole europee introdotte, oltre al contesto economico fortemente influenzato dall'incertezza dei mercati – in riferimento al conflitto russo-ucraino e alla crisi del Medio-Oriente – le misure introdotte dal provvedimento si concentrano sulla riduzione della pressione fiscale e sul sostegno dei redditi medio-bassi di lavoratori dipendenti e pensionati. A ciò si aggiunge la previsione di risorse destinate al rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, per il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale e per il sostegno delle famiglie numerose, al fine di incentivare la natalità. Ma vediamo più da vicino i vari aspetti che distinguono la manovra.
Proroga della riforma fiscale e cuneo fiscale Il disegno di legge rende strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento su tre scaglioni delle aliquote Irpef, già in vigore nell'anno in corso: numerosi articoli, infatti, sono dedicati a questa materia, con un tendenziale ampliamento della platea dei lavoratori che beneficeranno degli effetti del taglio del cuneo fiscale.
L’articolo 111 della nuova legge di Bilancio dispone che i compensi non potranno superare «il limite dell’importo annuo corrispondente al 50% del trattamento economico complessivo annuo lordo» riconosciuto al primo presidente della Corte di Cassazione. La principale indicazione è che si amplia la platea dei lavoratori dipendenti che beneficeranno degli effetti del taglio del cuneo fiscale, mantenendo i vantaggi per chi guadagna fino a 35 mila euro. È previsto inoltre un abbassamento graduale anche per i redditi compresi in una fascia che va dai 35 mila euro ai 40 mila euro, e si prevede un abbassamento graduale anche per i redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro. Quanto all'Irpef, si assisterà a una modifica che verrà sviluppata in due fasi, con tre aliquote e possibili riduzioni per redditi tra 28.000 e 50.000 euro, subordinato al successo del concordato preventivo e alle scelte del Governo sulle tasse.
Rinnovo dei contratti
Con questo provvedimento, il Governo ha inteso stanziare subito risorse destinate al finanziamento delle procedure necessarie
R I nn O v O DEI CO n TRATTI
•Nuova s abati N i
per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego,con particolare riferimento al triennio 2025-2027.
Sanità
Anche le risorse per finanziare il rinnovo dei contratti vengono incrementare, in particolare nel prossimo biennio lo stanziamento è in linea con la crescita del PIL nominale.
Supporto alle famiglie e bonus nascite
Sono state confermate e potenziate le misure relative ai congedi parentali. Viene introdotta una “Carta per i nuovi nati”, che riconosce 1.000 euro ai genitori con ISEE entro i 40 mila euro. La manovra provvede anche a rafforzare il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, prevedendo l’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale dal computo dell’ISEE. Tra le misure di carattere sociale, si rifinanzia per il 2025 la carta “dedicata a te”, nella misura di 500 milioni. Nel computo delle detrazioni si terrà
conto del numero dei familiari a carico: più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.
Superbonus, Ecobonus e Bonus mobili Il decreto bilancio 2025 introduce lo “spalma crediti” Superbonus anche per le spese sostenute nell'anno 2023, insieme ai controlli sulle revisioni alle rendite catastali degli immobili oggetto di riqualificazioni energetiche. Per quanto riguarda il Bonus ristrutturazion; dal prossimo anno sarà confermato al livello attuale, il 50%, soltanto in riferimento alle abitazioni principali, con tetto di spesa a 96mila euro, scendono dal 2025 le agevolazioni fiscali per tutte le seconde case, finora equiparate alle prime. Per questi immobili le detrazioni saranno al 36%, con tetto di spesa a 48mila euro. La proroga piena sarebbe costata quasi un miliardo all’anno, con questa soluzione sarà possibile risparmiare circa un terzo delle risorse. Novità anche dal punto di vista dell'Ecobonus, per il quale è previsto un
taglio, con lo sconto maggiore che sarà destinato ai proprietari delle prime case, in relazione alle agevolazioni destinate a tutti gli interventi previsti per l'efficientamento energetico come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, la sostituzione della caldaia e le pompe di calore.
La legge di bilancio 2025 prevede anche la proroga al bonus mobili e grandi elettrodomestici, per una quota del 50%. Questo incentivo consiste in una detrazione Irpef del 50% per gli acquisti sostenuti negli anni 2021, 2022, 2023, 2024, da ripartire in dieci quote annuali per un massimo di spesa di 16mila euro per il 2021, di 10mila per il 2022, di 8mila per il 2023 (tetto innalzato in Commissione bilancio della Camera nel corso dell’iter di approvazione della legge di bilancio), e di 5mila per il 2024.
Lavoro e imprese
Il testo del disegno di legge di bilancio 2025 contiene un pacchetto di disposizioni – raggruppate in 11 articoli complessivi - espres-
• redito d'imposta quotazio N i pmi
• m isure fis C ali per il welfare azie N dale
samente rivolte alle imprese, che comprendono, tra l'altro, l'istituzione di un fondo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di erogare un contributo in conto capitale alle aziende che abbiano versato il credito d'imposta in ricerca e sviluppo, e l'erogazione di contributi per facilitare la progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture passive a banda ultra larga nelle zone bianche del territorio nazionale. Ma vediamo nel dettaglio quali siano le più rilevanti misure previste.
Credito d'imposta ricerca e sviluppo L'articolo 74 del Ddl Bilancio 2025 prevede un contributo in conto capitale per i soggetti che hanno fruito del credito d'imposta ricerca e sviluppo, avendo aderito alla proceduta di riversamento dell'importo entro il 31 ottobre 2024. Questa procedura, istituita dall'articolo 5 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, consente a chi ha richiesto in buona fede il credito d'imposta - per attività che poi fossero risultare non incluse nel peri-
metro dell'agevolazione - di restituire il credito d'imposta indebitamente fruito senza subire sanzioni. Si prevede anche che il contributo sia commisurato in percentuale al quanto versato nei limiti massimi della spesa prevista, per cui verrà creato presso il Mimit un fondo con una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro per il 2025, di 50 milioni di euro per l'anno 2026 e di 80 milioni di euro per il 2027. Sarà lo stesso Mimit, di concerto con il Mef, a stabilire le modalità di erogazione del contributo, le percentuali e le rateizzazioni, introducendo un apposito decreto che dovrà essere emanato entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge.
nuova Sabatini
Sono previste anche nuove risorse per la Nuova Sabatini, misura il cui fine è quello di sostenere gli investimenti delle Piccole e Medie Imprese per l'acquisto – anche in leasing – di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali. Per questa
misura, il ddl prevede un incremento di 400 milioni di euro per il 2025, di 100 milioni di euro per il 2026, e di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.
Credito d'imposta quotazioni PMI
Viene prorogato il credito d’imposta per la quotazione delle piccole e medie imprese, un incentivo che era stato introdotto dalla legge del 27 dicembre 2017, n. 205. Obiettivo di questa misura è il sostegno alle Pmi che iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo. Il credito d'imposta, riconosciuto nel limite del 50% dei costi di consulenza sostenuti dall'impresa, è riservato alle attività svolte fino al 31 dicembre 2027, ed è utilizzabile nel limite complessivo di 6 milioni di euro per l'anno 2025, e di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027.
Misure fiscali per il welfare aziendale
Le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati dai dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 non concorrono, per i primi due anni dalla data di assunzione, a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5.000 euro annui. L’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore non rileva ai fini contributivi. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano ai titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore nell’anno precedente l’assunzione a 35.000 euro che abbiano trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri calcolato tra il precedente luogo di residenza e la nuova sede di lavoro contrattuale. 3. Le somme erogate o rimborsate ai sensi del comma 1 rilevano ai fini della determinazione della situazione economica equivalente (ISEE) e si computano, altresì, ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali. 4. Ai fini dell’applicazione dei commi 1, 2 e 3, il lavoratore rilascia al datore di lavoro apposita dichiarazione, ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, nella quale attesta il luogo di residenza nei sei mesi precedenti la data di assunzione. 5. Per i periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027, in deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, prima parte del terzo periodo, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 1.000 euro, il valore dei beni ceduti e dei servizi
prestati ai lavoratori dipendenti, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per l’affitto dell’abitazione principale ovvero per gli interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale. Il limite di cui al primo periodo è elevato a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi, affiliati o affidati, che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del citato testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986. I datori di lavoro provvedono all’attuazione del presente comma previa informativa alle rappresentanze sindacali unitarie laddove presenti. 6. Il limite di cui al comma 5, secondo periodo, si applica se il lavoratore dipendente dichiara al datore di lavoro di avervi diritto, indicando il codice fiscale dei figli.
Credito d'imposta zes
L'articolo 77 del decreto prevede la proroga del credito d'imposta Zes, lo strumento pensato per sostenere le imprese che procedono all'acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono implementate nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno. Questa misura sarà estesa, oltre che ai beni acquistati fino al 15 novembre 2024, anche a quelli acquistati dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025. Il limite di spesa complessivo, che per il 2024 era stato fissato a 1,8 milioni, scende nel 2025 a 1,6 milioni di euro. Per il 2025, le imprese
che vogliono usufruire del credito d’imposta devono comunicare all’Agenzia delle entrate, tra il 31 marzo e il 30 maggio, le spese ammissibili sostenute e previste fino al 15 novembre 2025. In seguito entro il 2 dicembre 2025, devono inviare una comunicazione integrativa che attesti la realizzazione degli investimenti e contenga i dettagli del credito d’imposta maturato, accompagnati da documentazione come fatture elettroniche. I modelli di comunicazione da inviare saranno approvati dal Direttore dell’Agenzia delle entrate entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge.
La percentuale del credito effettivo sarà determinata dall’Agenzia delle entrate in base al limite di spesa complessivo. Per quanto riguarda il credito fruibile, l'articolo precisa che l'ammontare massimo del credito d'imposta fruibile da parte di ogni beneficiario è pari all'importo del credito d'imposta risultante dalla comunicazione integrativa – di cui al comma 2 – moltiplicato per la percentuale resa nota con provvedimento direttoriale dell'Agenzia delle Entrate, da emanarsi entro dieci giorno dalla scadenza del termine di presentazione delle comunicazioni integrative.
La percentuale è ottenuta rapportando il limite di spesa all'ammontare complessivo dei crediti di imposta indicati nelle comunicazioni integrative.
In caso il credito d’imposta sia inferiore al massimo previsto, le regioni potranno utilizzare risorse dei programmi per la coesione europea per favorire gli investimenti.
Banda larga
Vengono stabiliti interventi specifici per pro-
muovere la diffusione della banda larga nelle cosiddette “zone bianche” del territorio nazionale, ovvero quelle aree caratterizzate da una scarsa copertura internet. In questo senso, è previsto che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con il Ministro dell’economia e delle finanze, possa erogare contributi finanziari fino a 220 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.
Questi contributi sono destinati a coprire le esigenze motivate dall’ente responsabile dell’attuazione dei progetti di progettazione, costruzione e gestione delle infrastrutture passive necessarie. Inoltre, eventuali risorse finanziarie non utilizzate in base al fabbisogno reale dovranno essere restituite al bilancio dello Stato.
nuove assunzioni
Un apposito articolo è riservato alla proroga della maggiorazione del costo ammesso in deduzione fiscale collegata a nuove assunzioni, che mirano a incentivare l'occupazione attraverso agevolazioni fiscali, con specifiche modalità di calcolo degli acconti fiscali per i periodi d’imposta indicati. Questa proroga si applica per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024 e per i due anni successivi. Le disposizioni del decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, sono estese agli incrementi occupazionali registrati alla fine di ciascuno di questi periodi d’imposta rispetto all’anno precedente, seguendo i limiti e le condizioni specificate nel decreto stesso. Per quanto riguarda la determinazione degli acconti fiscali, il testo precisa che: a) per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025 e per i due
successivi si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata non applicando l’articolo 4 del decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216; b) per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024 e per i due successivi non si tiene conto delle disposizioni di cui al comma 1 del presente articolo. Accanto a queste misure, si aggiunge la conferma dei fringe benefit per tutti gli aventi diritto, con importi che vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza a una distanza di oltre 100 chilometri, per i quali sarebbe previsto un bonus fiscale fino a 5 mila euro. Tra le misure fiscali, tra l'altro, viene confermata la tassazione agevolata al 5 per cento dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori, per il triennio 2025-2027. A questo proposito, era stata Confindustria a chiedere misure adeguate per rispondere alle aziende che, non riuscendo a reperire manodopera in loco, si vedono costrette ad ampliare la ricerca di lavoratori in altre regioni, incontrando naturalmente le difficoltà di chi si trova poi costretto ad affrontare la spesa per l'affito di una casa. Per questo motivo, dunque, è stata confermata anche per il 2025 la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit – che nel 2024 era stata portata per tutti i lavoratori dipendenti a 1000 euro, invece che 258,23 euro. In questo senso, il tetto massimo è fissato a 2 mila euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico.
Tassa sulle auto aziendali
A ciò si aggiunge la possibilità, non ancora confermata dal proseguimento dell'iter legislativo, di un possibile aumento delle tasse
sulle auto aziendali. In questo senso, si parla di un raddoppio delle tasse rispetto a quanto previsto fino a oggi, con un coefficiente che determina l'imponibile che passerebbe dal 30 al 50% per le auto a motore termico, mentre sarebbe previsto un calo dal 25 al 10% per le autovetture elettriche, e al 20% per quelle ibride. Questo aspetto è regolato dall'articolo 7 della manovra, nella sezione che prende in considerazione le “misure per la riduzione dei sussidi ambientali dannosi”, previste anche per “gli autoveicoli indicati nell'articolo 54, comma 1, lettera a), c) e m) del Codice della strada”.
Dal 1° gennaio 2025”, quindi, scatterebbe “il 50% dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali che l’Automobile club d’Italia deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare al Ministero dell’economia e delle Finanze, che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d’imposta successivo, al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente”. Fino ad oggi la tassazione si basava in maniera esclusiva sulle emissioni di CO2 e contemplava quattro fasce di emissioni ben distinte a cui venivano applicate specifiche percentuali da applicare al costo in euro/km indicato proprio nelle tabelle ACI per la tipologia di macchina assegnata, da moltiplicare poi per una percorrenza standard di 15mila km all’anno. Questo lo schema che era in vigore: 0-60 g/km 25% / 61-160 g/ km 30% / 161-190 g/km 50% / più di 190 g/ km 60%. Qualora questa proposta del Governo venisse approvata in via definitiva in
Parlamento, la distinzione sarebbe basata esclusivamente sulla tipologia di alimentazione delle vetture, con vantaggi più significativi, dunque, a favore delle auto elettriche e ibride.
Pensioni
Per quanto riguarda le pensioni, sono confermate le misure della Legge di Bilancio 2024, con un potenziamento di quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che, pur in età pensionabile, mantengono l’impiego. In particolare, per quanto riguarda le pensioni minime, dovrebbe essere confermato l'incremento del 2,7%, oltre all'inflazione, giungendo quindi a 620,92 euro, con una crescita di 6 euro rispetto ai 614,77 attuali.
Investimenti pubblici
Il disegno di legge stanzia risorse per assicurare che, successivamente al termine del PNRR, l’andamento della spesa per investimenti pubblici sia coerente con i requisiti della nuova governance europea. In particolare, è previsto il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa. Inoltre, sono introdotte misure di revisione ed efficientamento della spesa delle amministrazioni pubbliche. Tra le coperture più rilevanti, il disegno di legge di bilancio prevede contributi del settore bancario e assicurativo.
Sugar Tax
In questa fase dell'iter legislativo che porterà all'approvazione della Legge di Bilancio 2025, va segnalato che nel testo integrale della manovra depositato alla Camera dei Deputati è prevista la cancellazione o un ulteriore rinvio dell'imposta sulle bibite con o senza zucchero, detta anche Sugar Tax, la cui entrata in vigore è prevista a luglio 2025. Il timore degli operatori del settore e della corrispondente associazione di categoria è quella di vedere introdotta una nuova tassa che, in fin dei conti, non farebbe che danneggiare il comparto, rappresentato in questo caso in maggioranza da piccole e medie imprese. L'incertezza riguardo all'entrata in vigore di questa tassazione, infatti, influenza negativamente le aziende, penalizzandone la crescita e la competitività, anche in considerazione del fatto che la Sugar Tax colpirebbe i consumatori con effetti inflattivi, mettendo a rischio oltre 5 mila posti di lavoro. Ciò chesi teme è un calo dei consumi di materia prima per un valore di 400 milioni di euro, e un conseguente calo degli investimenti per oltre 46 milioni di euro. Questa riflessione è associata anche alla valutazione dell'impatto di questo provvedimento nei Paesi in cui è stato già introdotta, dove non si sono raccolti risultati sensibili per quanto riguarda il miglioramento della salute pubblica.
Approvato il Decreto Economico-Fiscale
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il 15 ottobre il decreto legge economico-fiscale, che introduce “misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali”. Presentiamo qui i punti salienti del provvedimento.
Rifinanziamento di autorizzazioni di spesa. Il provvedimento dispone tre procedure di rifinanziamento finalizzate alla gestione dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, il contratto di programma RFI e il servizio civile universale.
Rifinanziamento Ape sociale 2024
Viene incrementata - di 20 milioni di euro per l’anno 2025, 30 milioni di euro per l’anno 2026, 50 milioni di euro per l’anno 2027 e di 10 milioni di euro per l’anno 2028 - l’autorizzazione di spesa relativa all’indennità APE sociale.
Misure in favore di grandi eventi
Al fine di assicurare l’organizzazione e lo svolgimento dei XX Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, si incrementa di 25 milioni di euro, per l’anno 2024, l’autorizzazione di
spesa già prevista. Inoltre, per consentire al Comitato Italiano Paralimpico di provvedere ai propri fini istituzionali a fronte dei maggiori costi relativi alla XVII edizione dei Giochi Paralimpici 2024, si incrementa di 4 milioni di euro, per l’anno 2024, l’autorizzazione di spesa relativa alla promozione e allo sviluppo della pratica sportiva di base e agonistica delle persone con disabilità. Si autorizza la spesa di 4 milioni di euro per l’anno 2024 in favore di Roma Capitale per le esigenze connesse allo svolgimento delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica. Misure relative al pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario delle Forze di polizia Al fine di garantire, tra l’altro, le esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, si incrementa di 100 milioni di euro, per l’anno 2024, rispetto all’ammontare previsto a legislazione vigente, lo stanziamento destinato alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario già svolte dal personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Misure in materia di PnRR Il decreto ha introdotto una serie di misure con carattere d'urgenza finalizzate a rafforzare le misure già previste per la riduzione dei tempi di pagamento, dando attuazione alla milestone M1C1-72-bis del PNRR.
In particolare, si introduce l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di adottare, annualmente, un piano dei flussi di cassa, contenente un cronoprogramma dei pagamenti e degli incassi relativi all’esercizio di riferimento, sulla base di modelli elaborati dal Ministero dell’economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
Lo stesso Ministero, al fine di consentire alle amministrazioni centrali titolari di misure del PNRR, di poter avere la disponibilità delle risorse necessarie per i trasferimenti in favore dei soggetti attuatori degli interventi, effettuerà, a titolo di anticipazione, i suddetti trasferimenti a carico delle risorse del Fondo
Next generation Eu – Italia nel termine di 15 giorni decorrenti dalle richieste formulate dalle predette amministrazioni attraverso il sistema informatico ReGis. Tali richieste devono attestare, in particolare, l’esigenza di liquidità per far fronte alle erogazioni in favore dei soggetti attuatori degli interventi del PNRR. Su richiesta formulata dalle amministrazioni titolari di misure PNRR, il Ministero dell’economia e delle finanze potrà effettuare anticipazioni di cassa nei limiti delle disponibilità esistenti.
Disposizioni fiscali
Si modifica l’imposta sostitutiva, per le an-
nualità ancora accertabili, dei soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale. I soggetti che hanno applicato gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) e che aderiscono nel termine del 31 ottobre 2024, possono adottare un regime di ravvedimento, versando l’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali nonché dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Il decreto adegua la normativa in materia di ravvedimento per i soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale e che per le annualità 2020 e 2021 abbiano dichiarato la presenza di una causa di esclusione dalla applicazione degli ISA in relazione alla diffusione della pandemia da Covid-19.
Somme da riconoscere alle autonomie territoriali
Si riconosce alla Regione Sicilia un contributo pari a euro 74.418.720, per l’anno 2024, in relazione agli effetti finanziari conseguenti alla revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle detrazioni fiscali connessa all’attuazione della riforma fiscale. Inoltre, si riconosce alla Provincia autonoma di Trento l’importo di euro 5.491.000, relativo al maggior gettito della tassa automobilistica riservata allo Stato per l’anno 2013.
Made in italy :
brand dell'eccellenza a sostegno delle nuove startup e pMi innovative
il Made in italy non è solo il brand per eccellenza a livello planetario, che esprime il meglio di quanto venga prodotto dall'artigianato e dall'industria italiana, ma è sopratutto un marchio che rende riconoscibile il nostro paese in tutto il mondo, in maniera trasversale, come una vera e propria garanzia di qualità, frutto di una storica quanto virtuosa unione tra creatività e inventiva, conoscenze e abilità produttive.
Questa espressione, utilizzata a partire dagli anni '80 del secolo scorso, infatti, sta a indicare la specializzazione internazionale del nostro sistema produttivo nei settori dell'abbigliamento, dell'arredamento, dell'automotive e dell'agroalimentare. È in questo ambito che alcuni grandi marchi italiani hanno fatto la storia del loro segmento di riferimento, assumendo fama internazionale e, allo stesso tempo, dando vita a realtà industriali che hanno costituito nel corso degli anni l'ossatura produttiva d'Italia. Una recente indagine, realizzata da Unioncamere, ha infatti evidenziato che l'elevata qualità dei materiali utilizzati, insieme al design e all'accuratezza delle
procedure produttive sono le caratteristiche che i consumatori stranieri apprezzano maggiormente nel brand “Made in Italy”, rendendo di fatto unico il nostro Paese a livello internazionale.
A tutto ciò, naturalmente, corrisponde un segmento di mercato: le imprese operanti nell'ambito del Made in Italy occupano 2,1 milioni di lavoratori, generando un fatturato di 454 milioni di euro, a fronte di un valore di 105,5 miliardi di euro e di 193,4 miliardi di euro di export, sul totale di 420 miliardi di euro di tutti i settori legati al marchio. Di quest'ultima cifra, un terzo sarebbe da attribuire direttamente all'importanza del marchio “Made in Italy”, il che
conferma il ruolo strategico che i prodotti italiani riscuotono sui mercati esteri. Oggi, più che in passato, il Made in Italy è al centro dell'attenzione da parte del Governo, nel senso di uno sforzo di valorizzazione, oltre che di difesa, di un brand in grado di produrre valore. Prova ne è il fatto della nuova denominazione che il ministero di riferimento ha preso, diventando Ministero delle Imprese e del Made in Italy. E, anche, l'apposita legge dedicata al Made in Italy, varata nella prima metà dell'anno.
La Legge sul Made in Italy
L'obiettivo primario della Legge quadro per il Made in Italy è quello di sostenere e pro-
muovere, a livello nazionale e internazionale, le eccellenze produttive e il patrimonio culturale del nostro Paese, nell'ottica di un impegno verso la valorizzazione di un marchio che unisce qualità, innovazione e tradizione.
Filiere strategiche
La legge promuove il rafforzamento delle filiere strategiche italiane, riconoscendole come parti vitali dell'economia nazionale. Passando per la modernizzazione e la digitalizzazione, l'intervento è finalizzato alla trasformazione delle industrie chiave in modelli di efficienza, innovazione e sostenibilità, in un percorso che prevede investimenti mirati, semplificazione delle procedure burocratiche e, anche, un forte impegno verso una maggiore autonomia nell'ambito delle materie prime e dell'energia.
Fondo per il made in Italy
Questo fondo è pensato per sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali, anche in riferimento ai processi di transizione energetica e allo sviluppo di modelli di economia circolare. In tal senso, sono previsti investimenti diretti e indiretti nei capitali di società per azioni, anche con azioni quotate in mercati regolamentati. La dotazione iniziale è di un miliardo di euro.
Promozione dell'imprenditorialità femminile
Un fondo di 15 milioni di euro è stato destinato al sostegno dell'autoimprenditorialità femminile, incentivando progetti guidati da imprenditrici. L'iniziativa intende quindi valorizzare il contributo femminile all'eco-
nomia, promuovendo la partecipazione e il successo delle donne nel mondo imprenditoriale.
Incentivi per la proprietà industriale
Gli incentivi sulla proprietà industriale sono stati potenziati per stimolare l'innovazione nelle piccole e microimprese, offrendo loro sostegno finanziario per la protezione dei brevetti. Il programma Voucher 3I facilita la crescita e la competitività internazionale delle imprese, incoraggiandole a tutelare le loro innovazioni.
Tutela dei marchi di interesse nazionale
La legge prevede che lo Stato possa acquisire gratuitamente i marchi registrati da almeno 50 anni, per salvaguardare le attività storiche in caso di chiusura dell'impresa. I marchi inutilizzati da almeno cinque anni possono inoltre essere registrati dal Ministero a proprio nome, coprendo i costi tramite un fondo dedicato. I marchi così acquisiti potranno essere utilizzati solo a favore di imprese interessate ad investire o trasferire attività produttive in Italia. Il decreto attuativo di questa misura, contenuta nella legge quadro, è stato pubblicato un Gazzetta Ufficiale a settembre, grazie al quale sono stati stabiliti i criteri e le modalità di attuazione delle procedure di subentro da parte del Ministero. Nel caso in cui la Direzione Generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l’innovazione, le PMI e il Made in Italy manifesti l’interesse a subentrare nella titolarità, l’impresa concederà gratuitamente il marchio con apposito atto. Per la seconda linea di intervento, il MIMIT, in caso di accertamento della deca-
denza del marchio per mancato utilizzo da almeno cinque anni, potrà depositare domanda di registrazione del marchio a proprio nome e autorizzarne la titolarità alle imprese nazionali ed estere che intendono investire in Italia o trasferire in Italia attività produttive ubicate all’estero, mediante contratto di licenza gratuita per un periodo non inferiore a 10 anni.
Filiera nazionale del legno per l'arredo Il provvedimento potenzia anche il comparto dell'industria del legno-arredo, anche in relazione alla gestione forestale e al settore vivaistico, attraverso l'innovazione tecnologica e digitale per migliorarne la competitività ed efficienza. Sono state semplificate le procedure autorizzative per gli interventi forestali al fine di agevolare l'approvvigionamento di materie prime per l’industria e stanziato un fondo per sostenere i nuovi progetti legati alla filiera.
Valorizzazione dell'olio di oliva vergine
Nuove modalità di registrazione delle consegne di olive ai frantoi, per garantire la qualità degli oli di oliva vergini. È stato infatti stabilito che le registrazioni devono essere effettuate entro sei ore dalla consegna delle olive ai commercianti da parte degli olivicoltori.
Sviluppo sostenibile delle fibre tessili
Con l'obiettivo di aumentare l'autonomia nell'approvvigionamento di materie prime, si incoraggia la ricerca, la sperimentazione e l'innovazione nella produzione di fibre naturali in tutto il Paese, anche in relazione all’economia circolare, così da promuovere la crescita sostenibile e duratura della filiera.
Transizione verde e digitale nel settore moda
Vengono destinati nuovi finanziamenti per favorire la transizione ecologica e digitale nel settore tessile, della moda e degli accessori. Per l’intervento, finalizzato a promuovere e sostenere il settore, sono stati stanziati 15 milioni di euro.
Supporto al settore nautico
Le norme per la nautica sono semplificate e viene istituito un fondo da 3 milioni di euro per promuovere la sostituzione di motori endotermici. Queste azioni, insieme alla riduzione della burocrazia per i diportisti, puntano a rafforzare l'efficienza e la competitività della nautica da diporto italiana, promuovendo una navigazione più ecologica e sostenibile.
Approvvigionamento materie prime per la ceramica
In risposta alla crisi internazionale, verranno identificate aree di interesse strategico per garantire l'approvvigionamento di materie prime per la filiera della ceramica. In caso di ritardi o inerzie da parte degli enti preposti, le amministrazioni centrali dello Stato potranno intervenire attivamente per accelerare le procedure.
Imprese e competenze per il Made in Italy” La legge quadro, comprende una sezione dedicata all'istruzione e alla formazione, che il Governo ha inteso come ambito per creazione delle competenze future del Made in Italy, con un'attenzione particolare rivolta al trasferimento generazionale delle conoscenze e all'innalzamento del livello di specializzazione, il disegno di legge si propone di forgiare una nuova generazione di professionisti altamente qualificati. In concreto, sono previsti percorsi formativi speci-
fici, come il Liceo del Made in Italy, che intendono integrare le discipline tradizionali con un apprendimento mirato alle eccellenze italiane, dalla moda alla gastronomia, dalla meccanica all'arte. In questo senso, la Fondazione "Imprese e Competenze" nasce per tessere un legame stretto tra il mondo dell'educazione e quello produttivo, diffondere la cultura imprenditoriale tra gli studenti dei Licei del Made in Italy, mirando ad accelerare il loro ingresso nel mondo del lavoro, fornendo orientamento professionale nei settori più dinamici e promettenti dell'economia italiana. Il Liceo del Made in Italy è una nuova offerta formativa che intreccia le tradizioni italiane di eccellenza con le sfide dell'innovazione e dello sviluppo sostenibile. Questo percorso permette una formazione solida in ambito economico, giuridico, linguistico e tecnologico, al fine di fornire, anche attraverso i tirocini, gli strumenti necessari ad affrontare le dinamiche del mercato internazionale.
Promozione dei prodotti
Promuovere il Made in Italy significa valorizzare l'eccellenza produttiva e culturale del nostro Paese a livello internazionale, grazie anche all'istituzione di esposizioni permanenti, la promozione di iniziative che esaltano il patrimonio culturale immateriale e il sostegno a campagne pubblicitarie che mostrano al mondo la bellezza e la qualità dei prodotti italiani. Queste azioni non solo aumentano la visibilità dei nostri prodotti ma contribuiscono a rafforzare il legame tra il marchio Italia e i valori di qualità, innovazione e tradizione che lo caratterizzano. L’Esposizione nazionale permanente del Made in Italy sarà una vetrina dedicata a celebrare e diffondere le eccellenze produttive e culturali del Paese. L’iniziativa mira a mettere in mostra il meglio della storia e
della creatività italiana, attraverso i prodotti che hanno reso famoso il Made in Italy nel mondo.
Tutela del patrimonio immateriale
Il Ministero della Cultura, insieme alle altre amministrazioni preposte, si impegna a promuovere e proteggere il patrimonio culturale immateriale dell'Italia, riconoscendolo come espressione fondamentale dell'identità culturale collettiva della nazione. Gli istituti e i luoghi dedicati alla cultura vengono incoraggiati a registrare i propri marchi distintivi attraverso una misura introdotta per sostenere e proteggere il ricco patrimonio culturale italiano. Questo approccio mira a identificare chiaramente e proteggere legalmente l'unicità di ogni sito e istituzione culturale.
Tutela del Settore Termale
Il settore termale viene tutelato tramite aggiornamenti legislativi che riservano l'uso delle sue terminologie specifiche ai soli soggetti qualificati, prevedendo un inasprimento delle sanzioni per le violazioni di queste normative, al fine di preservare l'autenticità e la qualità dei servizi offerti.
Promozione del turismo
Per coordinare la promozione dell'Italia come destinazione turistica, è stato istituito un comitato nazionale, così da valorizzare non solo le mete più conosciute ma anche le località minori per diversificare l'offerta turistica e promuovere l'identità culturale italiana. I servizi consolari di Paesi con alti flussi turistici verso l'Italia vengono inoltre potenziati attraverso l'assunzione temporanea di personale negli uffici preposti.
Sostegno al settore fieristico e ai mercati Il settore fieristico e i mercati rionali vengo-
no sostenuti con appositi incentivi, in quanto elementi vitali per la diffusione dell'eccellenza italiana e punti di aggregazione culturale.
Certificazione di qualità della ristorazione italiana nel mondo
L’autenticità e la qualità della cucina italiana vengono tutelate introducendo una certificazione di qualità per ristoranti all'estero che rispettano le tradizioni culinarie italiane, contribuendo a combattere l'italian sounding e a promuovere l'autenticità della nostra cucina nel mondo.
Mutui a tasso agevolato per le imprese agricole
Mutui a tasso agevolato vengono concessi per facilitare l'acquisizione di imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura da parte di imprese operanti nello stesso settore. L’obiettivo è contribuire alla crescita e allo sviluppo del settore primario italiano, in armonia con le politiche di sostegno all'agricoltura e allo sviluppo rurale.
Protezione delle indicazioni geografiche e dei prodotti agroalimentari È stato disposto un fondo dedicato alla tutela e alla promozione internazionale delle indicazioni geografiche registrate e dei prodotti agroalimentari di qualità, con l'obiettivo di tutelare la reputazione dell'eccellenza enogastronomica italiana sui mercati internazionali.
Tutela del Made in Italy
La tutela dei prodotti Made in Italy è cruciale per preservare l'autenticità e l'integrità del nostro patrimonio produttivo. Il disegno di legge introduce misure rigorose contro la contraffazione e l'uso speculativo dell'Italian Sounding, proteggendo così i consuma-
tori e le imprese che operano correttamente. Attraverso la certificazione di qualità per la ristorazione italiana all'estero e l'introduzione di un contrassegno ufficiale per i prodotti autenticamente italiani, si mira a garantire che i valori di eccellenza e autenticità siano riconosciuti e rispettati ovunque, contrastando fenomeni di appropriazione indebita dell'immagine e del Made in Italy. Per promuovere l'autenticità dei prodotti italiani, verrà creato un contrassegno ufficiale che certificherà l'origine italiana delle merci. Questa iniziativa mira a tutelare e valorizzare la proprietà intellettuale e commerciale dei beni made in Italy, offrendo alle imprese nazionali la possibilità di adottare volontariamente il contrassegno. Saranno definite caratteristiche tecniche e grafiche per prevenire la falsificazione e promuovere una corretta utilizzazione del marchio, garantendo così la protezione dei prodotti nel rispetto delle norme europee e nazionali. A nove mesi dall'entrata in vigore della Legge “Made in Italy”, sono state oltre 2.300 le applicazioni della stessa in materia di anticontraffazione. Nello specifico, circa 100 sono i casi in cui è stata applicata la previsione relativa alla distruzione delle merci contraffatte sequestrate e oltre 2.200 i casi di applicazione delle nuove sanzioni pecuniarie, incrementate rispetto al passato. Relativamente alle azioni di enforcement, nel primo semestre 2024 sono quasi 9.000 le operazioni di sequestro effettuate. In particolare, sono stati più di 2.700 gli interventi operati dalla Guardia di Finanza e oltre 4.000 quelli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno ha rilevato oltre 400 sequestri di beni a marchio contraffatto effettuati da Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Locale. Sono questi i dati che emergono dal Rapporto Cnalcis, realizzato dalla
Direzione Generale per la Proprietà Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Mimit, sulle attività svolte per la lotta alla contraffazione dalle amministrazioni competenti. I dati sono stati presentati in occasione dell'avvio della nona edizione della Settimana Anticontraffazione 2024. L'attività di lotta alla contraffazione rientra nel quadro di misure introdotte dalla legge per la protezione dei marchi e delle eccellenze italiane, grazie anche al potenziamento delle sanzioni e l'ampliamento degli strumenti a disposizione delle autorità competenti.
A livello settoriale, prosegue il rapporto, l’agroalimentare è stato interessato da circa 300 interventi del MASAF-ICQRF e 35 dei Carabinieri (Comando per la Tutela
Agroalimentare), di cui 26 a marchio tutelato DOP e IGP, 7 per privative vegetali e 2 relativi a Made in Italy. La tutela della salute ha visto, da parte dei Carabinieri – NAS, quasi 200 oscuramenti di siti web che vendevano prodotti sanitari falsi. Sono 1.200 le operazioni svolte, infine, dai Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Importante anche l’impegno istituzionale per prevenire e contrastare la diffusione del mercato del falso online: 7 sono le piattaforme web con cui si è consolidata la rete di collaborazione pubblico-privata, con la condivisione di intenti comuni per azioni e strumenti di rimedio.
Prodotti tipici (non alimentari)
Per valorizzare il patrimonio culturale nazio-
nale, apposite iniziative di ricognizione promuovono le produzioni artigianali e industriali italiane, garantendo l'autenticità dei prodotti tipici non alimentari attraverso specifici disciplinari di produzione. Le associazioni dei produttori, sostenute da contributi per la documentazione delle caratteristiche uniche dei prodotti, operano in modo aperto e sostenibile, rafforzando l'identità del Made in Italy e preservando le tradizioni locali.
I consumatori fanno sempre più attenzione all’origine geografica dei prodotti e il richiamo al nostro territorio è di grande attrattiva in fase di acquisto di un prodotto, in quanto indicazione di eccellenza. L’indicazione prodotti Made in Italy risulta infatti essere tra i primissimi marchi al
mondo in termini di reputazione tra i consumatori.
Cos’è il Made in Italy?
Con l'espressione “Made in Italy” si fa riferimento a prodotti o beni prodotti interamente o prevalentemente nel nostro Paese, che sono riconosciuti per la loro eccellenza in termini di qualità, di design e di tradizione. Ad essi, quindi, si ricollega un marchio di qualità, molto ambito a livello internazionale, che rappresenta un importante vantaggio competitivo per le aziende italiane. Il marchio, quindi, garantisce l'origine italiana dei prodotti, come accade, ad esempio, nel caso della frutta raccolta in Italia, ma sono contemplati anche prodotti realizzati in Italia grazie all'impiego di materie prime
importate dall'estero. In questo senso, infatti, per ogni settore di riferimento – dalla pelletteria al tessile, dal food all'automotive – la legge ha individuato le specifiche fasi di lavorazione di un singolo prodotto e, in base all'importanza di queste fasi, ha stabilito l'origne geografica del prodotto finito. Ad esempio, se un'impresa italiana importa fibre di lana dall'estero, trasformandole in tappeti all'interno della propria sede produttiva, potrà poi vendere i suoi prodotti utilizzando di diritto il marchio Made in Italy. In quest'ultimo caso, infatti, conta che la trasformazione del prodotto – il passaggio da materia prima a prodotto finito –definito come “lavorazione sostanziale” - è avvenuto in Italia. Tuttavia, esistono anche dei casi in cui, per poter utilizzare corretta-
mente la dicitura Made in Italy, è previsto l'utilizzo di una precisa percentuale di materia prima importata dall'estero, come nel caso nella produzione di abiti di cotone, per i quali è stabilito che la maggior parte dei materiali impiegati sia di origine italiana. In questo senso, va ricordato che, nel caso delle calzature, la fabbricazione in Italia può prevedere l'utilizzo di suole di provenienza straniera, mentre nel caso della macellazione si prevede per gli animali un periodo di ingrassamento sul territorio nazionale. Al contrario, esistono diverse fattispecie che non possono rendere italiano un prodotto. È il caso della semplice etichettatura o confezionamento in Italia, l'assemblaggio di più parti in un unico prodotto, o il lavaggio e la pulizia del prodotto. In fin
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dei conti, quindi, l'origine italiana – il Made in Italy – è individuata in relazione al luogo principali di produzione del prodotto, non alla provenienza del materiale con cui il prodotto è stato realizzato.
Il marchio 100% Made in Italy
Esiste comunque un “Marchio 100% Made in Italy”, denominato anche “Tutto italiano”, espresso da una certificazione che viene rilasciata secondo condizioni più restrittive. Questa certificazione, rilasciata dall’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani, può essere attribuita solo ai prodotti ideati e realizzati interamente in Italia.
Per poter apporre sui propri prodotti la certificazione 100% Made in Italy è necessario che tutte queste operazioni avvengano nel nostro paese: dalla progettazione alla lavorazione, fino al confezionamento. La produzione del prodotto, quindi, deve essere interamente italiana. Oltre alla produzione tutta italiana, sono richieste anche altre condizioni:
• Uso di semilavorati italiani
• Stile di lavorazione tipicamente italiano
• Materiali di prima scelta
Chi intende usare il Marchio 100% Made in Italy deve presentare domanda all’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani, fornendo prova che la propria azienda rispetta tutte le condizioni previste dal disciplinare del marchio. L’Istituto, a garanzia dell’autenticità del prodotto e dei benefici derivanti da tale certificazione, effettua verifiche sulla documentazione e controlli periodici nei confronti delle imprese autorizzate all’uso di tale marchio. Questa certificazione, inoltre, garantisce anche ai consumatori la possibilità di tracciare il prodotto e verificare la vera origine del prodotto italiano certificato, tramite un accesso al sito www. madeinitaly.org. Il MIMIT si impegna a pro-
muovere l'uso della tecnologia blockchain per migliorare la tracciabilità delle filiere produttive italiane. Questa iniziativa mira a rendere le informazioni sui prodotti facilmente accessibili e affidabili per i consumatori, valorizzando contemporaneamente l'intera catena produttiva nazionale.
Le sanzioni
Prima di avvalersi di questa certificazione, è necessario assicurarsi che i prodotti rispettino tutte le condizioni necessarie. La legge prevede infatti sanzioni molto severe per chi utilizza la certificazione senza averne diritto. È sanzionato anche l’uso di bandiere tricolori, immagini e denominazioni che possono ingannare i consumatori sull’origine dei prodotti. La violazione delle norme sull’origine dei prodotti viene considerata dalla legge reato di vendita di prodotti con segni mendaci. Nel caso del marchio 100% Made in Italy le sanzioni sono decisamente più severe, arrivando anche a diverse migliaia di euro e alla confisca dei beni contraffatti.
La Giornata del Made in Italy
La legge quadro ha, istituito – il 15 aprile, giorno dell'anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci – la Giornata nazionale del Made in Italy, espressamente dedicata alla promozione della creatività e dell’eccellenza italiana.
Questa iniziativa prevede eventi - presso le istituzioni, le scuole, le imprese - con l'obiettivo di riconoscere al Made in Italy il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale del Paese, responsabilizzare l’opinione pubblica per promuovere la tutela del valore e delle qualità peculiari delle opere e dei prodotti italiani, sensibilizzare i giovani a scegliere le professioni artigianali e creative legate alle eccellenza delle nostre manifatture.
Il decreto di attuazione della legge
Con Decreto ministeriale del 3 luglio 2024, è stata introdotta l'attuazione dell'articolo 7 della legge “Promozione e comunicazione degli interventi in materia di Made in Italy”. Il decreto, relativo alle disposizioni in materia di tutela dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale, stabilisce i criteri e le modalità di attuazione della procedura di subentro nella titolarità nonché di successivo utilizzo dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale da parte del Ministero, al fine di garantire la loro tutela e prevenirne l’estinzione salvaguardandone la continuità. Con esso sono stati stanziati 3 milioni di euro per favorire l'accesso alla nuova tutela europea dei prodotti IGP non agroalimentari. Dal 16 settembre al 31 ottobre è stato possibile, per le associazioni di produttori, presentare la propria domanda per accedere ai contributi, nella misura dell'80% delle spese sostenute e valutate ammissibili, fino a un importo massimo concedibile di 30 mila euro per ciascun soggetto beneficiario.Questa misura ha favorito l'accesso alla nuova tutela europea per le Indicazioni Geografiche Protette (IGP). A partire dal 1° dicembre 2025, infatti, la predisposizione del suddetto disciplinare sarà condizione necessaria per presentare la domanda di registrazione di un’IGP per prodotti artigianali e industriali. Ciò permetterà di estendere alle produzioni non agroalimentari le stesse tutele previste a oggi per il settore agroalimentare, consentendo di promuovere a livello internazionale i territori e le produzioni locali e regionali.
Il Fondo 394/81
A partire dal 27 luglio 2023, è possibile presentare la domanda per accedere al Fondo 394/81, lo strumento gestito da SIMEST con una dotazione di 4 miliardi di euro per
finanziare gli investimenti volti a sostenere la crescita estera delle imprese italiane. Le domande verranno esaminate nel rispetto dell'ordine cronologico di presentazione e fino a esaurimento del fondo.
Le linee di intervento agevolativo sono di 6 tipi:
• inserimento mercati;
• e-commerce;
• fiere ed eventi;
• temporary manager;
• transizione digitale o ecologica;
• certificazioni e consulenze.
In generale possono beneficiare degli interventi agevolativi tutte le imprese, in particolare le Micro, Piccole e Medie Imprese che, alla data di presentazione della domanda, siano in possesso dei seguenti requisiti:
A. avere sede legale in Italia;
B. avere sede operativa in Italia;
C. essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e regolarmente costituita e iscritta nel registro delle imprese e in stato di attività. In caso di imprese aggregate le stesse dovranno costituire una rete soggetto con autonoma soggettività giuridica mediante la sottoscrizione di un contratto di rete;
D. alla data di presentazione della domanda, avere depositato presso il Registro imprese almeno due Bilanci relativi a due Esercizi completi precedenti alla presentazione della Domanda che siano stati approvati o per cui siano scaduti i termini di deposito. I bilanci devono riguardare lo stesso soggetto richiedente (identificato dal codice fiscale). Si precisa che in assenza di obbligo di deposito del bilancio, sarà necessario acquisire la dichiarazione dei redditi relativa agli ultimi due esercizi e prospetti economico-patrimoniali redatti con i criteri di cui al DPR n. 689/74 ed in conformità agli art. 2423 e seguenti del codice civile con dichiarazione attestante che i dati contabili utilizzati
per l'elaborazione di tali situazioni sono gli stessi utilizzati per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi;
E. operare in conformità alle pertinenti disposizioni legislative e regolamentari nazionali in materia ambientale; F. essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa del lavoro e di prevenzione degli infortuni e con gli obblighi contributivi, come risultante dal DURC; G. non avere ricevuto, e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato, aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea; H. non risultare inadempiente ad altre obbligazioni assunte nei confronti della SIMEST in qualità di gestore di fondi pubblici e non trovarsi comunque in alcuna delle situazioni previste quale causa di revoca dell’Intervento Agevolativo;
I. avere integralmente restituito gli importi oggetto di un provvedimento di revoca, totale o parziale, o di restituzione dei finanziamenti agevolati concessi a valere sul Fondo 394/81 o di un Cofinanziamento;
J. alla data di presentazione della Domanda non:
• essere coinvolta in una procedura concorsuale (non deve pertanto essere soggetta ad alcuna procedura concorsuale, né deve aver presentato domanda per una procedura concorsuale) o trovarsi in stato di fallimento ai sensi della legge fallimentare ove applicabile;
• essere coinvolta in una procedura concorsuale (liquidazione giudiziale o concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente) e comunque non deve aver chiesto l’accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza e non deve aver avviato una procedura di composizione negoziata della crisi ai sensi del nuovo Codice della Crisi e
dell’Insolvenza;
• essere in condizioni tali per cui una procedura concorsuale possa essere richiesta nei suoi confronti;
• essere in stato di scioglimento o liquidazione volontaria, di amministrazione controllata o straordinaria, o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente;
K. alla data di presentazione della Domanda; • non rientrare nello Scoring 11 e 12 e • non trovarsi in difficoltà, ai sensi dell’articolo 2, punto 18, del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014;
L. non rientrare nell’ambito delle Esclusioni. I soggetti che rispondono ai requisiti di cui sopra, possono beneficiare degli interventi agevolativi in forma singola oppure associata mediante un'aggregazione di micro, piccole e medie imprese, costituita attraverso la sottoscrizione di un contratto di rete, avente autonoma soggettività giuridica.
Sono escluse dall’Intervento Agevolativo, le imprese:
a. i cui legali rappresentanti o amministratori, alla data di presentazione della Domanda, sono stati condannati, con sentenza definitiva o decreto penale di condanna divenuto irrevocabile o sentenza di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, per i reati che costituiscono motivo di esclusione di un operatore economico dalla partecipazione a una procedura di appalto o concessione ai sensi della normativa in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture vigente alla data di presentazione della domanda;
b. nei cui confronti è stata applicata la sanzione interdittiva di cui all’articolo 9, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 8 giugno
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2001, n. 231;
c. che controllano direttamente o indirettamente, ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo a fini fiscali, ovvero che sono controllate direttamente o indirettamente, ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, da una società residente in un Paese o in un territorio non cooperativo a fini fiscali. Per Paesi o territori non cooperativi a fini fiscali si intendono le giurisdizioni individuate nell’Allegato 1 alla lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, adottata con conclusioni del Consiglio dell’Unione europea;
d. che si trovano in altre condizioni previste dalla legge quali cause di incapacità a beneficiare di agevolazioni pubbliche o comunque a ciò ostative.
Sono in tutti i casi escluse le imprese:
• attive nel settore bancario, finanziario e assicurativo;
• attive in via prevalente nei settori della pesca e dell’acquacoltura e nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli. In particolare:
• SEZIONE A - Agricoltura, Silvicoltura e Pesca tutte le attività;
• SEZIONE C- Attività manifatturiere - esclusivamente le attività di cui alle seguenti classi:
• 10.11 – Produzione di carne non di volatili e dei prodotti della macellazione (attività dei mattatoi);
• 10.12 – Produzione di carne di volatili e dei prodotti della macellazione (attività dei mattatoi). Il finanziamento ha una durata di 6 anni, di cui 2 di preammortamento. l rimborso del Finanziamento avviene in 8 rate semestrali posticipate a capitale costante, a partire dal termine del Periodo di Preammortamento. In caso di Proroga del periodo di Preammortamento, il rimborso
del finanziamento avviene in 7 rate. L’impresa beneficiaria ha facoltà di estinguere il Finanziamento in via anticipata secondo le modalità previste dal Contratto. Il finanziamento può essere a fondo perduto per un importo pari al 10% dell’intervento agevolativo e comunque non oltre 100.000 euro che, però, sarà concesso solo per le PMI che rispondano a specifici requisiti (PMI innovative, giovanili, femminili o con sede operativa al sud e per le imprese con requisiti di sostenibilità). Sotto il profilo delle spese ammissibili è necessario far riferimento allo specifico intervento di interesse. Con riguardo alla possibilità di richiedere il finanziamento per la finalità di inserimento dell’impresa in un mercato estero, la tipologia di intervento può essere così distinta:
• l’apertura di una nuova Struttura di tipologia negozio in un Paese Estero in cui non sono già presenti proprie Strutture;
• l’apertura di nuove Strutture, purché di diversa tipologia (uno spazio in area commerciale – corner, uno showroom e un ufficio) con esclusione del negozio, in un Paese Estero in cui non sono già presenti proprie Strutture;
• il potenziamento di una Struttura già esistente purché diversa dal negozio in un Paese Estero, mediante:
• l’apertura di una nuova Struttura, diversa da un negozio, più grande in sostituzione di una Struttura esistente della medesima tipologia;
• l’apertura di una nuova Struttura, diversa da un negozio, in aggiunta a una Struttura esistente di diversa tipologia;
• l’ampliamento di una Struttura esistente, diversa da un negozio;
• l’inserimento di personale aggiuntivo per lo svolgimento di mansioni non correlate all'attività commerciale di vendita e operan-
te in via esclusiva all’estero presso la stessa Struttura.
Nello specifico, invece, le spese ammissibili sono:
1. Spese di investimento per la Struttura (almeno il 50% dell’Intervento Agevolativo):
Struttura:
• locali;
• ristrutturazione e investimento di startup;
Personale (non ammissibili nel caso di negozio):
• personale operante in via esclusivae continuativa all’estero, per lo svolgimento di mansioni non correlate all'attività commerciale di vendita;
• viaggi del personale;
2. Spese di supporto (massimo il 50% dell’Intervento Agevolativo);
• spese per formazione (non ammissibili nel caso di negozio);
• spese per consulenze specialistiche afferenti la realizzazione del Programma di inserimento mercati, nei limiti del 10% del totale delle spese rendicontate e ammissibili all’Intervento Agevolativo; • spese per attività promozionali allo scopo di lanciare su un nuovo mercato un prodotto nuovo o già esistente;
• spese per consulenze finalizzate alla presentazione e gestione della richiesta di Intervento Agevolativo per un valore fino a un massimo del 5% dell’importo deliberato e comunque non superiore a 100.000. Il riconoscimento delle suddette spese è subordinato alla preventiva trasmissione a SIMEST del contratto e della dichiarazione di indipendenza del consulente, in fase di presentazione della domanda e/o nelle fasi successive dell’Intervento Agevolativo;
• spese consulenziali professionali per le verifiche di conformità alla normativa ambientale nazionale.
Ministero dello Sviluppo Economico
TUTELA DEI MARCHI DI PARTICOLARE INTERESSE E VALENZA NAZIONALE: OPERATIVA LA NORMA PREVISTA NELLA LEGGE MADE IN ITALY
Dal 2 dicembre le imprese potranno inviare al MIMIT il proprio progetto di cessazione delle attività per il subentro nella titolarità del marchio da parte del Dicastero
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con apposito decreto del Capo Dipartimento per le politiche per le imprese, rende operativa, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la norma prevista nella Legge Made in Italy (206/2023) relativa alla tutela dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale al fine di prevenirne l’estinzione.
La disposizione, come previsto dal decreto del Ministro Urso del 3 luglio 2024, ha come obiettivo quella di non disperdere il patrimonio rappresentato dai marchi del Made in Italy con almeno 50 anni di storia, che godono di una rilevante notorietà e sono utilizzati per la commercializzazione di prodotti o servizi realizzati da un'impresa produttiva nazionale di eccellenza collegata al territorio nazionale.
A partire dal prossimo 2 dicembre, le imprese che intendono terminare l’attività collegata ad un marchio di particolare interesse e valenza nazionale (non oggetto di cessione a titolo oneroso) potranno inviare, attraverso apposito format definito dal Ministero, il proprio progetto di cessazione alla Direzione Generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l’innovazione, le PMI e il made in Italy (DGIND) del MIMIT.
La Direzione Generale, entro tre mesi dalla ricezione del progetto, nel caso manifesti l’interesse a subentrare nella titolarità, procederà all’avvio dei lavori per la predisposizione dell’atto di cessione gratuita del marchio da parte dell’impresa.
L’impresa nazionale o estera che intende investire in Italia o trasferire in Italia attività produttive ubicate all’estero e interessata a utilizzare uno o più marchi di titolarità del MIMIT, potrà poi presentare apposita richiesta all’Unità di missione attrazione e sblocco degli investimenti (UMASI).
Il contratto di licenza d’uso con il quale il MIMIT mette a disposizione il marchio si risolve qualora l’impresa licenziataria cessi l’attività o delocalizzi gli stabilimenti produttivi al di fuori del territorio nazionale.
Cos’è
La misura introduce la possibilità, per il Ministero, di subentrare nella titolarità di marchi nazionali di interesse storico qualora questi non vengano più utilizzati.
L’intervento può essere attivato per marchi di interesse nazionale che siano registrati da almeno cinquanta anni, o per il quale sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno cinquanta anni.
Ministero dello Sviluppo Economico
L’obiettivo è quello di garantire la continuità e la valorizzazione dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale nel nostro contesto produttivo. L’intervento è promosso in attuazione della Legge 27 dicembre 2023, n. 206, (“Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy”, articolo 7).
Come funziona
Sono previste due modalità operative:
• la prima è su notifica da parte delle imprese titolari o licenziatarie del marchio
• la seconda prevede invece l'azione diretta del Ministero (marchi inutilizzati).
Notifica da parte delle imprese
L’impresa che intenda cessare definitivamente l’attività di produzione relativa a un marchio – qualora questo sia registrato o comunque usato in modo continuativo da almeno 50 anni – notifica il progetto di cessazione con almeno 6 mesi di anticipo.
Il progetto di cessazione deve essere redatto secondo il format che definito con decreto 28 ottobre 2024. Il progetto di cessazione deve contenere, in particolare:
• l’indicazione degli effetti derivanti dalla cessazione
• i motivi economici, finanziari o tecnici
• i tempi di chiusura
• la documentazione comprovante la titolarità del marchio.
Il Ministero entro tre mesi dalla notifica comunica all’impresa gli esiti dell’istruttoria.
Nel caso in cui il Ministero manifesti l’interesse a subentrare nella titolarità del marchio, l’impresa giuridicamente legittimata a disporne cede gratuitamente il marchio al Ministero, che successivamente provvederà a presentare domanda di trascrizione all’Ufficio Brevetti e Marchi.
Marchi inutilizzati
Per i marchi di particolare interesse e valenza nazionale per i quali si presume il non utilizzo da almeno cinque anni, il Ministero provvede a formulare istanza di decadenza del marchio all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. In caso di accertamento della decadenza del marchio per mancato utilizzo, il Ministero potrà depositare domanda di registrazione.
Promozione dei marchi
Il Ministero provvede a pubblicare sul sito istituzionale l’elenco dei marchi di cui ha acquisito la titolarità, con l’obiettivo di informare della disponibilità di tali marchi gli operatori economici potenzialmente interessati. L’impresa, nazionale o estera, interessata ad utilizzare uno o più marchi di titolarità del Ministero può formulare richiesta all’Unità di missione per l’attrazione e sblocco degli investimenti (UMASI), indicando gli elementi del progetto di investimento.
Ministero dello Sviluppo Economico
Nei casi di più richieste per un medesimo marchio, l’Unità di missione procede ad una valutazione comparativa che terrà conto di:
• entità dell’investimento
• ricadute occupazionali
• settore e localizzazione dell’investimento
• tempi di realizzazione.
Gli esiti della valutazione comparativa saranno pubblicati entro 60 giorni.
Il marchio viene messo a disposizione dell’impresa identificata mediante un contratto di licenza gratuita, per un periodo non inferiore a 10 anni e rinnovabile. Il contratto di licenza d’uso si risolve qualora l’impresa licenziataria cessi l’attività o delocalizzi gli stabilimenti produttivi al di fuori del territorio nazionale.
La Legge Quadro per il Made in Italy mira a sostenere e promuovere, sia a livello nazionale che internazionale, le eccellenze produttive e il patrimonio culturale del nostro Paese. È un impegno verso la valorizzazione del Made in Italy, un marchio che racchiude la qualità, l'innovazione e la tradizione del nostro tessuto imprenditoriale e culturale.
Enti statali, regionali e locali lavoreranno insieme per rafforzare i settori chiave che rappresentano il cuore del Made in Italy, mirando a promuovere la nostra terra e le sue peculiarità anche all’estero. Questo sforzo condiviso si basa su una visione di futuro sostenibile e inclusivo, dove le pratiche artigianali vengono preservate e il lavoro di giovani e donne è valorizzato e incoraggiato.
L'obiettivo è creare un ambiente dove l'eccellenza italiana possa continuare a crescere e a essere apprezzata in tutto il mondo, facendo della sostenibilità, dell'inclusione sociale e della valorizzazione delle competenze artigianali i pilastri su cui costruire il futuro del Made in Italy.
PIANO TRANSIZIONE 5.0
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo Transizione 5.0, il Piano promosso dal Mimit che si pone l'obiettivo di supportare e traghettare il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su fonti rinnovabili supportando gli investimenti in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale.
Piano Transizione 5.0 si caratterizza innanzitutto per l'automatismo della misura: le imprese potranno infatti usufruire del beneficio fiscale automaticamente, senza alcuna istruttoria e valutazione preliminare. La sua trasversalità coinvolge inoltre tutti i tipi attività, senza distinzione di dimensione, settore e territorio ed è pertanto cumulabile con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali a eccezione del credito d’imposta Transizione 4.0 e del credito per investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES) e nelle Zone Logistiche Speciali (ZLS).
Ministero dello Sviluppo Economico
Sono ammissibili al beneficio 5.0 i progetti di innovazione aventi a oggetto investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati (gli stessi riportati nell’allegato A e B del Piano Transizione 4.0) purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dell'unità produttiva o 5% se calcolata sul processo interessato dall'investimento. A queste condizioni è possibile agevolare anche le spese di formazione e gli investimenti in impianti per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all'autoconsumo.
Il bonus è riconosciuto per i nuovi investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025 con possibilità di completare gli oneri documentali entro il 28 febbraio 2026.
Il credito d’imposta prevede un’aliquota massima del 45% ed è modulato in 9 aliquote in funzione dell’ammontare degli investimenti e della riduzione dei consumi energetici conseguita.
Cos'è
Il Piano Transizione 5.0, in complementarità con il Piano Transizione 4.0, si inserisce nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese e mette a disposizione delle stesse, nel biennio 2024-2025, 12,7 miliardi di euro.
In particolare, in linea con le azioni di breve e medio periodo previste dal piano REPowerEU, Transizione 5.0, con una dotazione finanziaria complessiva pari a 6,3 miliardi di euro, si pone l’obiettivo di favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, rispondendo alle sfide poste dalle transizioni gemelle, digitale ed energetica.
L’articolo 38 del Decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 (normattiva.it), convertito, con modificazioni, dalla legge 29 aprile 2024, n. 56, recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, ha istituito il nuovo Piano Transizione 5.0, introducendo un credito d’imposta per le imprese che effettuano nuovi investimenti, a decorrere dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, destinati ad aziende ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che comportano una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3 per cento, o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5 per cento.
Con il decreto interministeriale del 24 luglio 2024 (pdf) sono individuate le modalità attuative della disciplina del nuovo credito d’imposta, con particolare riferimento all’ambito soggettivo e oggettivo, nonché alla misura del beneficio, alle disposizioni concernenti la procedura di accesso all’agevolazione, alla relativa fruizione e ai connessi oneri documentali.
La presentazione delle comunicazioni preventive dirette alla prenotazione del credito d’imposta “Transizione 5.0” e delle comunicazioni di conferma relative all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore con pagamento a titolo di acconto in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
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I termini di apertura per la presentazione delle comunicazioni di completamento dei progetti di innovazione, di cui all’articolo 12, comma 6, del citato decreto 24 luglio 2024, saranno individuati con successivo provvedimento del MIMIT.
Come funziona
La Misura consiste in un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, effettuati nel biennio 2024-2025.
Il credito di imposta è riconosciuto a condizione che si realizzi una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall'investimento. In particolare, la riduzione dei consumi energetici deve conseguire da investimenti in beni materiali e immateriali funzionali alla transizione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” (Allegati A e B alla Legge 232/2016).
Si specifica che ai fini della applicazione della misura Piano Transizione 5.0 rientrano tra i beni di cui all'allegato B alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, anche:
1. i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l'intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell'energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l'elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding); 2. i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).
Nell’ambito dei progetti di innovazione sono inoltre agevolabili:
• i beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta;
• spese per la formazione del personale nell’ambito di competenze utili alla transizione dei processi produttivi (nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali e nel limite massimo di 300 mila euro).
Possono beneficiare del contributo tutte le imprese residenti e le stabili organizzazioni con sede in Italia, a prescindere dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla dimensione e dal regime fiscale adottato per la determinazione del reddito d’impresa.
Il credito d’imposta riconosciuto è utilizzabile esclusivamente in compensazione nel modello F24 presentato tramite i servizi telematici offerti dall’Agenzia delle Entrate, entro la data del 31/12/2025, decorsi 5 giorni dalla regolare trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate da parte del GSE. L’eventuale credito non ancora utilizzato alla data del 31/12/2025 è riportato in avanti ed è utilizzabile in 5 quote annuali di pari importo.
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Procedura per l’accesso all’agevolazione
La procedura per l’accesso all’agevolazione è subordinata alla presentazione di una certificazione «Ex ante», attestante la riduzione dei consumi energetici conseguibile mediante gli investimenti progettati, ed una «Ex post», comprovante l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alla certificazione ex ante.
Soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni
Ai sensi dell’art 15, comma 6 del decreto i soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni sono:
• gli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), certificati da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339;
• le Energy Service Company (ESCo), certificate da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352;
• gli ingegneri iscritti nelle sezioni A e B dell’albo professionale, nonché i periti industriali e i periti industriali laureati iscritti all’albo professionale nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione”, con competenze e comprovata esperienza nell’ambito dell’efficienza energetica dei processi produttivi.
Fasi della procedura
Per la prenotazione del credito d’Imposta le imprese inviano una Comunicazione Preventiva, corredata dalla Certificazione ex-ante, tramite la Piattaforma Informatica «Transizione 5.0» accessibile tramite SPID dall’Area Clienti del sito istituzionale del GSE.
Le comunicazioni preventive inviate saranno valutate e gestite dal GSE secondo l’ordine cronologico di invio, verificando esclusivamente il corretto caricamento sulla Piattaforma informatica dei dati e la completezza dei documenti e delle informazioni rese e il rispetto del limite massimo dei costi ammissibili per singola impresa Beneficiaria per anno (50 mln €).
Entro 30 giorni dalla conferma del credito prenotato (ricevuta di conferma) l’impresa trasmette una Comunicazione relativa all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore con pagamento a titolo di acconto, in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione dei beni di cui agli allegati A/B e impianti di autoproduzione.
A seguito del completamento del progetto di innovazione l’impresa trasmette una Comunicazione di completamento, corredata dalla Certificazione ex-post, contenente le informazioni necessarie ad individuare il progetto di innovazione completato. DISEGNI+ 2024, APERTURA SPORTELLO 12 NOVEMBRE
10 milioni di euro per la valorizzazione dei disegni e modelli delle micro, piccole e medie imprese. Dalle ore 12.00 del prossimo 12 novembre, le micro, piccole e medie imprese con sede legale e operativa in Italia potranno inviare le domande per accedere agli incentivi Disegni+ 2024, la misura promossa dal Ministero
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delle Imprese e del Made in Italy per sostenere la valorizzazione di disegni e modelli sul mercato. Il disegno o modello oggetto del progetto di valorizzazione deve essere già registrato in data antecedente la presentazione della domanda di partecipazione presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) o l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) o l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI).
La dotazione finanziaria riferita all’annualità 2024 è pari a 10 milioni di euro.
Le agevolazioni saranno concesse nella forma di contributo in conto capitale fino all’80% delle spese ammissibili, entro l’importo massimo di 60mila euro. La percentuale potrà raggiungere l’85% nel caso di imprese in possesso della certificazione della parità di genere.
Il contributo è finalizzato all’acquisto dei seguenti servizi specialistici esterni sostenuti successivamente alla data di presentazione della domanda di partecipazione:
• realizzazione di prototipi e stampi relativi al disegno/modello registrato
• consulenza tecnica per la messa in produzione del disegno/modello registrato e per certificazioni di prodotto o di sostenibilità ambientale
• consulenza specializzata per business plan, piano marketing, analisi del mercato, progettazione layout grafici e testi per materiale di comunicazione offline e online, per la valutazione tecnico-economica del disegno o modello
• consulenza legale per la tutela da azioni di contraffazione o per accordi di licenza.
Cos’è
La misura Disegni+2024 è l’intervento che intende supportare le imprese di micro, piccola e media dimensione nella valorizzazione di disegni e modelli attraverso agevolazioni concesse nella forma di contributo in conto capitale. La dotazione finanziaria, riferita all’annualità 2024 e stanziata per l’attuazione dell’intervento, è pari a 10 milioni di euro.
A chi si rivolge
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese che, alla data di presentazione della domanda di partecipazione, siano in possesso, a pena di esclusione, dei seguenti requisiti:
• avere una dimensione di micro, piccola o media impresa, sulla base dei requisiti previsti dalla raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE e dall’allegato I del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione e successive modifiche e integrazioni;
• avere sede legale e operativa in Italia;
• essere regolarmente costituite, iscritte nel Registro delle imprese e risultare attive;
• non essere in stato di liquidazione o scioglimento, non essere sottoposte a procedure concorsuali ed essere in regola con l’assolvimento degli obblighi contributivi attestati dal documento unico di regolarità contributiva (DURC);
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• non avere nei propri confronti cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 67 della vigente normativa antimafia (decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 e successive modifiche e integrazioni);
• non avere procedimenti amministrativi in corso connessi ad atti di revoca per indebita percezione di risorse pubbliche;
• essere titolari del disegno/modello oggetto del progetto di valorizzazione. Il disegno/modello deve essere registrato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) o l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) o l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI). In tale ultimo caso tra i Paesi designati deve esserci l’Italia. Il disegno/modello deve essere registrato a decorrere dal 1° gennaio 2022 e comunque in data antecedente alla presentazione della domanda di partecipazione ed essere in corso di validità.
Spese ammissibili
Per la realizzazione del progetto di valorizzazione, sono riconosciute ammissibili le spese per l’acquisizione dei servizi specialistici esterni sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda di partecipazione.
Il progetto deve prevedere l’acquisizione di servizi specialistici esterni volti alla valorizzazione di un disegno/ modello per la sua messa in produzione e/o per la sua offerta sul mercato. Sono ritenute ammissibili, nello specifico, le spese sostenute per l’acquisizione dei seguenti servizi specialistici esterni:
• realizzazione di prototipi relativi al disegno/modello registrato;
• realizzazione di stampi relativi al disegno/modello registrato;
• consulenza tecnica per la catena produttiva finalizzata alla messa in produzione del disegno/modello registrato e/o per l’utilizzo di materiali innovativi;
• consulenza tecnica per certificazioni di prodotto o di sostenibilità ambientale, dalla quale emerga con chiarezza la tipologia di certificazione da ottenere;
• consulenza specializzata nell’approccio al mercato (es. business plan, piano di marketing, analisi del mercato, progettazione ed ideazione dei layout grafici e testi per materiale di comunicazione offline e online con espressa esclusione della realizzazione del materiale stesso) e per la valutazione tecnico-economica del disegno/modello (ai fini della cedibilità del disegno/modello registrato);
• consulenza legale per la tutela da azioni di contraffazione (azioni legali effettivamente avviate relative a casi concreti di contraffazione) e/o per accordi di licenza (effettivamente sottoscritti) relativi al disegno/modello registrato.
Agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse fino all’80% delle spese ammissibili, entro l’importo massimo di euro 60.000,00 (sessantamila) e nel rispetto degli importi massimi previsti per ciascuna tipologia di servizio.
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La predetta percentuale è elevata all’85% nel caso di imprese in possesso della certificazione della parità di genere (articolo 5, comma 3, legge 5 novembre 2021, n. 162).
Procedura per l’accesso alle agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello, secondo quanto stabilito dall'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123 e successive modificazioni e integrazioni.
La domanda di partecipazione, a pena di esclusione, è compilata esclusivamente tramite la procedura informatica e secondo le modalità indicate nel sito web www.disegnipiu2024.it .
La domanda di partecipazione, a pena di esclusione, è presentata a partire dalle ore 12:00 del 12 novembre 2024 e fino alle ore 18.00 del medesimo giorno nonché, in caso di disponibilità finanziarie residue, dalle ore 12:00 alle ore 18.00 dei successivi giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, fino ad esaurimento delle risorse finanziarie disponibili
NUOVO SOSTEGNO PER LA TRANSIZIONE GREEN E TECH DELL'INDUSTRIA DELLA MODA, DEL TESSILE E DEGLI ACCESSORI
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, in attuazione della Legge “Made in Italy” (206/2023), ha disposto, con apposito decreto interministeriale, le modalità di attuazione dell’intervento volto a sostenere la realizzazione di investimenti per la transizione ecologica e digitale delle imprese del settore tessile, della moda e degli accessori, sull’intero territorio nazionale. Alla misura sono destinati 15 milioni di euro.
Le agevolazioni alle imprese beneficiarie (identificate con gli specifici codici ATECO) saranno concesse sotto forma di contributo a fondo perduto, nella misura massima del 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo di 60mila euro, per l’acquisizione di prestazioni specialistiche, in particolare:
• attività di formazione del personale dipendente dell’impresa;
• implementazione di una o più tecnologie abilitanti finalizzate a favorire lo sviluppo dei processi aziendali o i prodotti innovativi: cloud computing, big data e analytics, intelligenza artificiale, blockchain, robotica avanzata e collaborativa, manifattura additiva e stampa 3D, Internet of Things, realtà aumentata, soluzioni di manifattura avanzata, piattaforme digitali per condivisione di competenze, sistemi di tracciabilità digitale della filiera produttiva;
• ottenimento di certificazioni di sostenibilità ambientale;
• servizi di analisi di Life Cycle Assessment (LCA).
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“L’industria italiana della moda, emblema del Made in Italy, ha bisogno di particolare attenzione. Questo provvedimento è un tassello importante nell’ambito di una più vasta politica di sostegno al settore, per accelerare gli investimenti nella transizione green e digitale e sviluppare le competenze richieste per affrontare queste sfide” ha concluso il Ministro.
La misura sarà gestita da Invitalia che, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, svolgerà l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni.
Con successivo provvedimento del Mimit saranno fissati i termini per la presentazione delle domande di agevolazione e fornite eventuali ulteriori specificazioni per la corretta attuazione dell’intervento.
FONDO UE PER L’INNOVAZIONE: 11 I PROGETTI ITALIANI SELEZIONATI NELL’AMBITO DELLA
CALL 2023
Da aziende italiane progettualità nei settori della raffinazione, dell’acciaio, dell’energia, dell’impiantistica e del marittimo
La Direzione generale Azione per il clima della Commissione Europea, nell’ambito dell’invito rivolto a piccole e grandi imprese, enti pubblici e privati e organizzazioni internazionali, a presentare proposte 2023 del Fondo per l’innovazione, ha selezionato 11 progetti di aziende italiane riguardanti soluzioni per la decarbonizzazione, che risultano ammissibili a ricevere finanziamenti.
L’Italia è il primo Paese UE per numero di iniziative selezionate. Le domande pervenute dai 18 Paesi sono state 375, con un totale di richieste che ha superato di oltre sei volte il bilancio stanziato di 4,8 miliardi di euro.
I progetti presentati coprono un'ampia gamma di settori appartenenti alle seguenti categorie: industrie ad alta intensità energetica, energie rinnovabili, stoccaggio di energia, gestione industriale del carbonio, mobilità a zero emissioni nette ed edifici.
Le 11 candidature italiane selezionate, nello specifico, vedono progetti nei settori della raffinazione, dell’acciaio, dell’energia, dell’impiantistica e marittimo.
Tra le proposte vincenti - sostenute dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e ritenute interessanti dalla Direzione Generale Clima - vi sono due progetti per la cattura del carbonio: CapturEste dell’azienda Herambiente, che applicherà una tecnologia innovativa elaborata da Saipem per catturare CO2 da un impianto di termovalorizzazione, e AdriatiCO2 del Gruppo Marcegaglia.
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Gli attuali undici progetti vanno ad aggiungersi a quelli già selezionati per ricevere finanziamenti tramite l’Innovation Fund, tra cui l’iniziativa di Versalis per la realizzazione di un impianto di riciclo chimico a Mantova.
CDM APPROVA IL CODICE UNICO DEGLI INCENTIVI, URSO: RIFORMA STORICA
Il ministro: “Per la prima volta il nostro ordinamento si dota di un testo unico per superare la frammentazione degli attuali strumenti agevolativi e rendere più efficiente, omogeneo ed efficace il sostegno alle imprese”
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha approvato lo schema di decreto legislativo sul "Codice degli Incentivi", in attuazione della Legge n. 160 del 27 ottobre 2023, che ha delegato al Governo la revisione del sistema delle agevolazioni alle imprese.
La riforma è volta a riordinare l’offerta degli incentivi statali, rafforzando il coordinamento tra amministrazioni centrali ed enti locali e a risolvere la complessità e l’inadeguatezza delle attuali procedure e della relativa strumentazione tecnica. Con l’adozione, per la prima volta nell’ordinamento, di un “Codice degli incentivi”, viene avviato un progetto di grande impatto, che supera la frammentazione registrata in materia per realizzare un sistema di regole compiuto e organico, che anche la Commissione europea ha sostenuto, inserendo la riforma nell’ambito della revisione del PNRR e del recepimento del capitolo dedicato a Repower Eu, individuandola come una possibile best practice a livello europeo.
“È la prima volta che l’ordinamento italiano si dota di un testo in grado armonizzare al suo interno tutte le principali norme che governano i procedimenti di incentivazione: è una riforma storica per il sistema Italia con la partecipazione di tutti gli attori, uniti nel facilitare l'attività delle imprese”, ha dichiarato il Ministro.
“Abbiamo lavorato in sinergia e in concertazione con la Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per bloccare la frammentazione degli attuali strumenti agevolativi, razionalizzando l'offerta. Le sfide globali di oggi – ha proseguito Urso - hanno bisogno di risposte mirate e coerenti con un sistema di sostegni che deve sempre più rappresentare un corpus organico di regole”.
Mediante i suoi 29 articoli, suddivisi in 5 Capi, lo schema di decreto attraversa tutto il processo connesso alla realizzazione del sostegno pubblico mediante incentivi alle imprese, definito “ciclo di vita dell’incentivo”, vale a dire programmazione, progettazione, attuazione, pubblicità e valutazione dei risultati.
Nel dettaglio, il primo tratto qualificante della proposta è rappresentato dalla centralità degli strumenti digitali, a partire dal 'Registro nazionale degli aiuti di Stato' e dalla piattaforma telematica 'Incentivi.gov.it' – entrambe in capo al Mimit - che verranno potenziate. Verrà sviluppato infatti progressivamente un insieme di nuovi servizi a supporto delle diverse attività del ciclo di vita delle agevolazioni che andranno a formare il “Sistema incentivi
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Italia”. Secondo tratto qualificante del nuovo Codice è da ritrovarsi nella standardizzazione e razionalizzazione dei processi di utilizzo, di richiesta e di applicazione degli incentivi. A riguardo vengono introdotte disposizioni per uniformare i principali contenuti dei bandi adottati dalle amministrazioni competenti, con la previsione anche di un “bando-tipo” in materia di incentivi alle imprese.
Vengono poi introdotti strumenti di programmazione dell'intervento pubblico in funzione dei risultati, aspetto che rappresenta un elemento di rilevante novità. La realizzazione del Programma Triennale degli Incentivi sarà infatti supportata dallo svolgimento di attività valutative che il codice prevede nel corso dell’intero del ciclo di vita dell’agevolazione. A tal fine sarà istituito presso il Mimit il “Tavolo permanente degli incentivi”, una sede stabile di confronto tra Amministrazioni responsabili dello Stato, delle Regioni e delle Province Autonome.
Viene, altresì, introdotta una disciplina che regola le cause di esclusione all’accesso alle agevolazioni, come per esempio la sussistenza di una causa interdittiva in materia di documentazione antimafia, violazioni delle norme in materia di contributi previdenziali e mancata assicurazione per danni da calamità naturale.
PNRR: DALL’11 NOVEMBRE AL VIA SPORTELLO DOMANDE INVESTIMENTI PER SOSTENIBILITÀ PROCESSI
PRODUTTIVI
Le richieste a valere sullo strumento dei Contratti di sviluppo: aprirà l’11 novembre il nuovo sportello per la presentazione delle domande di agevolazione per lo sviluppo di una maggiore efficienza energetica e per rendere più sostenibili i processi di produzione. Le richieste andranno a valere sullo strumento dei Contratti di sviluppo.
È quanto prevede la circolare emessa dal Mimit su indicazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
L’obiettivo è incentivare gli investimenti privati e migliorare l’accesso ai finanziamenti per sostenere i settori dell’efficienza energetica, la produzione rinnovabile per l’autoconsumo e la trasformazione sostenibile del processo produttivo.
Le risorse finanziarie disponibili ammontano a 350 milioni di euro, nell’ambito della dotazione complessiva del sottoinvestimento 1, pari a 2 miliardi di euro, della Missione 1, Componente 2, Investimento 7, del PNRR finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto della Misura M1C2-I7 per il “Sostegno al sistema di produzione per la transizione ecologica, le tecnologie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche”. Investimenti finalizzati alla produzione di energia da fonte rinnovabile per l’autoconsumo e la trasformazione sostenibile dei processi produttivi, domande dall'11 novembre 2024.
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Cos'è
Con una dotazione di 350 milioni di euro, apre il giorno 11 novembre 2024 un nuovo sportello per la presentazione di domande a valere sullo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo, dedicato al sostegno per lo sviluppo di una maggiore efficienza energetica e di una maggiore sostenibilità dei processi di produzione.
Le risorse stanziate sono parte della dotazione complessiva del sottoinvestimento 1, pari a 2 miliardi di euro a valere sulle risorse della Missione 1, Componente 2, Investimento 7, del PNRR finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU.
Contesto
L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto della già citata Misura M1C2-I7 per il “Sostegno al sistema di produzione per la transizione ecologica, le tecnologie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche” il cui scopo è incentivare gli investimenti privati e migliorare l’accesso ai finanziamenti per sostenere, in relazione al sottoinvestimento 1, i settori dell’efficienza energetica, la produzione rinnovabile per l’autoconsumo e la trasformazione sostenibile del processo produttivo.
Come funziona
La circolare direttoriale 18 ottobre 2024, n.42927, fornisce indicazioni operative in merito alle caratteristiche dei programmi di sviluppo ammissibili e precisazioni specifiche relative all’applicazione delle disposizioni di cui al Titolo II del decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy 14 settembre 2023 e del connesso regime SA.109439 (2023/N) – Italy.
Presentazione domande
Le istanze per l’accesso alle risorse potranno essere presentate a partire dalle ore 12.00 del giorno 11 novembre 2024.
Il Contratto di sviluppo, introdotto nell’ordinamento dall’articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni.
La normativa che regola lo strumento ha subito, nel corso degli anni, sostanziali modifiche volte a garantire una maggiore celerità delle procedure di accesso ed una migliore risposta alle esigenze manifestate dal tessuto produttivo nazionale.
La normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di: • programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
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• programmi di sviluppo per la tutela ambientale;
• programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.
Nell’ambito dei suddetti programmi, lo strumento può finanziare, altresì, programmi di ricerca, sviluppo e innovazione nonché opere infrastrutturali nei limiti previsti dalla normativa di attuazione.
L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
La legge 30 dicembre 2020, n. 178 (articolo 1, commi da 85 a 87), ha introdotto specifiche disposizioni finalizzate a sostenere il settore turistico facilitando, per determinate categorie di investimenti, l’accesso allo strumento agevolativo e l’integrazione settoriale. In particolare, la soglia di accesso per i programmi di sviluppo di attività turistiche, ordinariamente pari a 20 milioni di euro, è stata ridotta a 7,5 milioni di euro per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese ovvero il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse. La medesima disposizione ha, inoltre, stabilito che i programmi di sviluppo riguardanti esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli possono essere accompagnati da investimenti finalizzati alla creazione, alla ristrutturazione e all’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente, finalizzati all’erogazione di servizi di ospitalità, connessi alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
Con la Direttiva del Ministro dello sviluppo economico del 19 marzo 2021 sono state fornite le opportune direttive per perseguire la corretta attuazione delle previsioni recate dalla predetta disposizione normativa ed è stata prevista la pubblicazione dell’elenco dei comuni rientranti nelle aree interne del Paese.
Soggetto gestore
La gestione dei Contratti di sviluppo è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, che opera sotto le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico.
A chi si rivolge
I programmi di sviluppo possono essere realizzati da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili). Il programma di sviluppo può, altresì, essere realizzato in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5.
Nei Contratti di sviluppo i soggetti beneficiari delle agevolazioni sono articolati in:
• soggetto proponente, ovvero l’impresa che promuove il programma di sviluppo ed è responsabile della
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coerenza tecnica ed economica del programma medesimo;
• imprese aderenti, ovvero le eventuali altre imprese che realizzano progetti di investimento nell’ambito del programma di sviluppo.
Fermo restando l’importo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni previsto per il complessivo programma di sviluppo, il programma del soggetto proponente deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; non inferiore a 5 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche ovvero 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.
Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (ivi compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.
Le agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro:
• finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili
• contributo in conto interessi
• contributo in conto impianti
• contributo diretto alla spesa
L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, è determinata sulla base della tipologia di progetto, dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa, fermo restando che l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nell’ambito della fase di negoziazione.
Particolari criteri per la determinazione delle agevolazioni concedibili sono previsti, sempre in attuazione dei vigenti regolamenti comunitari, per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale e per i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Come funziona
Le istanze di accesso devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, con le modalità e secondo i modelli indicati nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia.
L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili.
Il decreto 2 novembre 2021 ha previsto un aggiornamento dei requisiti che i programmi di sviluppo industriali e
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i programmi di sviluppo di attività turistiche devono rispettare ai fini della concessione delle agevolazioni richieste. In particolare, l’Agenzia è tenuta a riscontrare la sussistenza di almeno due dei requisiti previsti dall’articolo 9, comma 6, del decreto 9 dicembre 2014, ovvero: per un programma di sviluppo industriale:
• positivo impatto sull’occupazione
• idoneità del programma di realizzare/consolidare sistemi di filiera diretta e allargata
• idoneità del programma a rafforzare la presenza dell’impresa sui mercati esteri o attrarre investimenti esteri
• contributo allo sviluppo tecnologico
• impatto ambientale dell’investimento
• per un programma di sviluppo di attività turistiche: positivo impatto sull’occupazione
• previsione di recupero e riqualificazione di strutture dismesse o sottoutilizzate nell’ambito del programma
• incidenza del programma su una filiera di interesse turistico
• capacità del programma di contribuire alla crescita o alla stabilizzazione della domanda turistica attraverso la destagionalizzazione dei flussi.
• realizzazione del programma in comuni tra loro limitrofi ovvero appartenenti a un unico distretto turistico
• capacità del programma di attrarre investimenti esteri.
Con il decreto del Ministro dello sviluppo economico è stata introdotta una specifica procedura per il finanziamento e la valutazione dei programmi di sviluppo di rilevanti dimensioni (investimenti pari o superiori a 50 milioni di euro, ovvero 20 milioni se relativi al settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli), a condizione che i medesimi presentino una particolare rilevanza strategica in relazione al contesto territoriale e al sistema produttivo interessato. La procedura è finalizzata alla sottoscrizione tra il Ministero, Invitalia, l’impresa proponente e le eventuali Regioni cofinanziatrici, di Accordi di Sviluppo (procedura fast track) ed è attivabile su istanza delle imprese proponenti con le modalità indicate nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia. L’attivazione dell’Accordo di Sviluppo consente una riduzione dei tempi per la valutazione del programma ed un maggior coinvolgimento delle amministrazioni coinvolte.
L’Agenzia valuterà la sussistenza:
• di almeno tre dei requisiti previsti dal richiamato articolo 9, comma 6, ovvero
• il rilevante impatto ambientale del programma di sviluppo, inteso come programma di sviluppo per la tutela ambientale, ovvero
• la realizzazione del programma di sviluppo in forma congiunta mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete.
Per i programmi di sviluppo concernenti la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli deve essere, altresì, verificata la capacità del programma di determinare positivi effetti o sinergie.
Con i sistemi di filiera diretta ed allargata regionali e/o nazionali.
ADI: CONTROLLI SU OMESSA COMUNICAZIONE REDDITO DA LAVORO DIPENDENTE
Le modalità di accesso e di fruizione dell’Assegno di Inclusione (ADI) sono state comunicate con la circolare INPS 16 dicembre 2023, n. 105.
Il diritto all’ADI è riconosciuto sulla base di specifici requisiti, anche di reddito, che devono essere posseduti dal nucleo familiare al momento della presentazione della domanda e mantenuti per l’intera durata di fruizione del beneficio.
Pertanto, i beneficiari dell’Assegno devono comunicare all’INPS eventuali rapporti di lavoro, in essere al momento della domanda, e ogni variazione delle condizioni occupazionali durante l’erogazione della misura.
Il messaggio 31 ottobre 2024, n. 3624 illustra le modalità del controllo messo in atto dall’Istituto sulle attività di lavoro dipendente non dichiarate dai componenti del nucleo familiare. In particolare, la procedura verifica la presenza del modello “ADI-Com Esteso” per ogni domanda accolta, se uno o più componenti del nucleo familiare abbiano avviato un’attività di lavoro dipendente o percorsi di politica attiva del lavoro.
In caso di omessa comunicazione, la procedura sospende l’erogazione del beneficio, nel quale risulti: un’attività lavorativa dipendente o percorsi di politica attiva del lavoro con corresponsione di una indennità;
la mancata presentazione del modello “ADI-Com Esteso” entro 30 giorni dall’avvio dell’attività lavorativa.
Se entro tre mesi dall’avvio dell’attività lavorativa, l’interessato non provvede alla presentazione del modello, la prestazione decade.
INCENTIVO ASSUNZIONE DISABILI: LE INDICAZIONI OPERATIVE
La legge 3 luglio 2023, n. 85 ha previsto l’istituzione di un fondo per valorizzare le competenze professionali dei giovani disabili di età inferiore ai 35 anni, coinvolgendoli direttamente nelle diverse attività statutarie, anche produttive, e nelle iniziative imprenditoriali di enti del terzo settore, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e ONLUS.
L’Istituto, con il messaggio 29 ottobre 2024, n. 3588, comunica le modalità operative per l’erogazione dell’incentivo per il lavoro delle persone con disabilità under 35.
L’incentivo è rivolto ai datori di lavoro privati che assumono persone con disabilità a tempo indeterminato. In particolare, l’agevolazione consiste in un contributo economico che copre una parte del costo salariale, con l’obiettivo di favorire l’inserimento e il mantenimento nel mercato del lavoro di soggetti con disabilità.
Le domande possono essere presentate fino al 31 ottobre 2024, esclusivamente dai datori di lavoro, direttamente o anche tramite i propri intermediari delegati, autenticandosi con la propria identità digitale. A ogni domanda sarà attribuito un codice identificativo. Il contributo sarà erogato, nel limite delle risorse disponibili, in un’unica soluzione entro il 31 dicembre 2024, in favore dei soggetti ammessi al beneficio.
Si ricorda che sono previsti controlli a campione almeno sul 10% dei beneficiari, con eventuale revoca del contributo laddove siano rilevate irregolarità.
OSSERVATORIO CIG: I DATI DI SETTEMBRE 2024
È stato pubblicato l’Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni con i dati di settembre 2024.
A settembre sono state autorizzate in totale 44,9 milioni di ore, in crescita rispetto a settembre 2023, quando le ore autorizzate erano 37,8 milioni. Questo aumento riflette l'utilizzo degli ammortizzatori sociali per proteggere settori che stanno affrontando una fase di difficoltà economica.
Le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria autorizzate sono state 30,7 milioni, in crescita sia rispetto al mese precedente (17,4 milioni di ore), sia rispetto a settembre 2023 (19 milioni di ore). A incidere di più su questo andamento sono stati i settori metalmeccanico e il settore tessile. Gli interventi di CIG ordinaria consentono di mantenere la continuità occupazionale e di preservare le competenze professionali dei lavoratori.
Il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria è stato pari a 13 milioni (di cui 9,5 per solidarietà), in aumento rispetto al mese precedente (6,4 milioni di ore, di cui 3,8 per solidarietà) ma in diminuzione come tendenziale rispetto a settembre 2023 (18 milioni di ore autorizzate, di cui 5,6 milioni per solidarietà). Gli interventi straordinari favoriscono processi di riorganizzazione volti a rafforzare la competitività delle imprese.
Gli interventi di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga autorizzati a settembre 2024 sono pari a 12,7mila ore. Questo dato conferma la limitata necessità di ricorrere a misure straordinarie, segno di una stabilità nei settori più sensibili.
Il numero di ore autorizzate nei Fondi di solidarietà è pari a 1,3 milioni, in crescita sia rispetto al mese precedente (0,5 milioni di ore), sia rispetto a settembre 2023 (0,6 milioni di ore). In questo caso poche grandi aziende dei settori degli intermediari e delle attività varie hanno maggiormente inciso sull’andamento di settembre 2024.
Sotto il milione (935mila per l’esattezza) il numero di beneficiari di NASpI a maggio 2024, con una variazione congiunturale di -7,4%. Più modesta la variazione tendenziale, -4% rispetto al dato dello stesso mese dell’anno precedente.
CRISI D’IMPRESA: PROPOSTE TRANSATTIVE, LE NUOVE COMPETENZE INPS
Il messaggio 25 ottobre 2024, n. 3553 illustra le modifiche al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza introdotte dal decreto legislativo 136/2024, che ridefiniscono le competenze decisionali sulle proposte transattive in ristrutturazioni e concordati preventivi.
Il decreto ha modificato le disposizioni che regolano la competenza a esprimere l'adesione rispetto alle proposte transattive formulate nelle trattative che precedono la stipula di un accordo di ristrutturazione dei debiti, e quelle sulle procedure di concordato preventivo. Ha inoltre completato la disciplina della competenza decisionale in materia di transazioni, regolata in precedenza dall'Agenzia delle Entrate.
L’Istituto, in attesa di successiva circolare
esplicativa, recepisce le disposizioni correttive al Codice della crisi d’impresa, in vigore dal 28 settembre 2024. Spiega le procedure di gestione della transazione e del trattamento dei crediti contributivi, fornisce precisazioni sulle modalità di presentazione delle proposte e sulle competenze decisionali.
OSSERVATORIO SUI LAVORATORI
PARASUBORDINATI: I DATI DEL 2023
È stato pubblicato l’Osservatorio sui lavoratori parasubordinati, che riporta le informazioni su professionisti e collaboratori iscritti alla Gestione Separata nel periodo 2015-2023. Il numero totale di lavoratori parasubordinati contribuenti (professionisti più collaboratori) è passato da 1.434.856 nel 2015 a 1.594.776 nel 2023.
Dai dati si rileva una riduzione della tipologia dei collaboratori dal 2015 al 2016 (-17,4%), una stabilizzazione nel 2017 (+0,1%), un incremento tra il 2017 e il 2018 (+2,4%), una lieve crescita tra il 2018 e il 2019 (+0,8%) una riduzione tra il 2019 e il 2020 (-1,7%), un aumento del 6,8% tra il 2020 e il 2021, un ulteriore aumento tra il 2021 e il 2022 (+5,4%) e tra il 2022 e il 2023 (+2,9%). I professionisti, al contrario, registrano una crescita costante dal 2015 al 2023 pari al 59%.
La quota di donne è diminuita nella tipologia dei collaboratori, mentre è aumentata in quella dei professionisti: nel 2015 le donne erano il 39,1% tra i collaboratori e il 41,9% tra i professionisti; nel 2023 tali valori sono rispettivamente 37,7% e 47,1%.
Il reddito medio degli uomini è quasi il doppio di quello delle donne. Amministratori e sindaci sono quelli con i redditi più elevati rispetto a tutti gli altri, a conferma dell’estrema eterogeneità dei contribuenti alla Gestione Separata. Dal punto di vista geografico, si riscontra un incremento del 16% al Sud, del 10,2% al Nord e del 9,5% al Centro.
ASSEGNO UNICO E UNIVERSALE:
L’OSSERVATORIO CON I DATI DI AGOSTO 2024
È stato pubblicato l’Osservatorio statistico sull’Assegno unico e universale (AUU), che riporta anche i dati relativi all’Assegno destinato ai nuclei
percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC) per il 2022 e il 2023. L’Osservatorio fornisce le informazioni statistiche sui beneficiari della misura e sui relativi valori economici con riferimento al periodo marzo 2022- agosto 2024.
Nei primi otto mesi del 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per 13.153,9 milioni di euro, che si aggiungono ai 18.211,5 milioni del 2023 e ai 13.223,1 milioni di erogazioni di competenza del 2022.
Sono 6.246.532 i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno per il 2024, per un totale di 9.899.726 figli.
Ad agosto 2024 l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili si attesta su 172 euro, e va da circa 57 euro per chi non presenta ISEE o supera la soglia massima (che per il 2024 è pari a 45.574,96 euro) a 224 euro per la classe di ISEE minima (17.090,61 euro per il 2024).
CONVENZIONE TRA INPS E I SOGGETTI ABILITATI ALL’ASSISTENZA FISCALE
Con il messaggio 9 luglio 2024, n. 2563 l’Istituto fornisce le informazioni relative allo schema di convenzione con i soggetti abilitati all’assistenza fiscale per l’affidamento del servizio di raccolta e trasmissione delle dichiarazioni delle situazioni reddituali (Modelli RED) e delle dichiarazioni di responsabilità (Modello ACC.AS/PS) per l’erogazione delle prestazioni previdenziali e assistenziali collegate al reddito dei beneficiari.
Lo schema di convenzione, adottato con la deliberazione CdA 19 giugno 2024 n. 35, individua i casi in cui devono essere presentate le dichiarazioni, regola le modalità di svolgimento del servizio, di conservazione della documentazione e di trasmissione telematica e, infine, disciplina le attività di verifica e validazione dei dati, e quelle di comunicazione delle eventuali anomalie.
Il servizio viene affidato in via non esclusiva. I cittadini avranno comunque a disposizione il Contact Center integrato, i servizi online “RED semplificato” e “Dichiarazioni di responsabilità”, oltre alle strutture territoriali dell’Istituto.
Le richieste di convenzionamento potranno essere formalizzate entro il 31 dicembre 2024.
ESONERO CONTRIBUTI PER CHI ASSUME BENEFICIARI REDDITO DI CITTADINANZA
La legge di bilancio 2023 ha previsto un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati che assumono i beneficiari del Reddito di Cittadinanza.
L’esonero contributivo è riconosciuto – al massimo per 12 mesi e nel limite di 8.000 euro annui – ai datori di lavoro privati che, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, assumano i percettori del Reddito di Cittadinanza con contratto a tempo indeterminato o trasformino i contratti da tempo determinato a indeterminato. L'esonero non si applica ai rapporti di lavoro.
PROGRAMMA ITACA 2025-2026: PUBBLICATO IL BANDO
È stato pubblicato il bando di concorso “Programma Itaca 2025-2026”, che assegna 1.500 borse di studio per soggiorni scolastici all’estero.
I destinatari del bando sono i figli di: dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali; pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP).
Il concorso offre a studenti della scuola secondaria di secondo grado un percorso di mobilità internazionale, di crescita umana, sociale e culturale, attraverso la frequenza dell’intero anno scolastico 2025-2026, o parte di esso, presso scuole straniere.
La domanda deve essere trasmessa dalle 12.00 del 15 ottobre alle 12.00 del 15 novembre 2024, utilizzando il servizio disponibile nella pagina Sostegno per lo studio all'estero (ITACA) per figli di iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. INPS offre agli studenti l'opportunità di svolgere l'intero anno scolastico, o solo una parte, studiando in una scuola di un paese estero.
Il periodo trascorso presso l'Istituto estero è riconosciuto secondo le vigenti disposizioni. I posti sono assegnati attraverso il bando di concorso pubblicato nella sezione Welfare.
BANDO ISI 2023
In attuazione dell’articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e dell’articolo 1, commi 862 e ss., della legge 28 dicembre 2015, n. 208, attraverso la pubblicazione di singoli Avvisi pubblici regionali/provinciali, Inail finanzia investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Finalità
Il presente Avviso ha l’obiettivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento documentato delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti, nonché incoraggiare le micro e piccole imprese, operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità globali e, in concomitanza, conseguire la riduzione del livello di rumorosità o del rischio infortunistico o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali.
Destinatari dei finanziamenti
L’iniziativa è rivolta:
• alle imprese, anche individuali, ubicate in ciascun territorio regionale/provinciale e iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA), secondo le distinzioni di seguito specificate in relazione ai diversi Assi di finanziamento. In particolare, quale intervento sistemico per la sicurezza sul lavoro, l’Asse 1.2 permette di sostenere gli investimenti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale anche alle imprese impegnate nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola lavoro);
• agli enti del terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117/2017, come modificato dal decreto legislativo n. 105/2018, possono accedere all’Asse 1.1 limitatamente all’intervento di tipologia d) per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di persone.
Progetti ammessi a finanziamento
Sono finanziabili le seguenti tipologie di progetto
ricomprese, per la parte relativa agli stanziamenti, in 5 Assi di finanziamento:
• Progetti per la riduzione dei rischi tecnopatici (di cui all’allegato 1.1) - Asse di finanziamento 1;
• Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale (di cui all’allegato 1.2) - Asse di finanziamento 1;
• Progetti per la riduzione dei rischi infortunistici (di cui all’allegato 2) - Asse di finanziamento 2;
• Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto (di cui all’allegato 3) – Asse di finanziamento 3;
• Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività (di cui all’allegato 4) - Asse di finanziamento 4;
• Progetti per micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli (di cui all’allegato 5) - Asse di finanziamento 5.
Risorse economiche destinate ai finanziamenti
Le risorse finanziarie destinate dall’Inail, ai progetti di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sono ripartite per regione/provincia autonoma e per assi di finanziamento. Di tale ripartizione è data evidenza nell’allegato “Isi 2023 – risorse economiche” che costituisce parte integrante degli Avvisi pubblici regionali/provinciali pubblicati.
E’ concesso un finanziamento a fondo perduto:
• per gli Assi 1 (1.1 e 1.2), 2, 3, 4 nella misura del 65% dell’importo delle spese ritenute ammissibili;
• per l’Asse 5 (5.1 e 5.2) nella misura:
• 65% per i soggetti destinatari del sub Asse 5.1 (generalità delle imprese agricole);
• 80% per i soggetti destinatari del sub Asse 5.2 (giovani agricoltori).
Il limite di età indicato quale requisito per accedere all’asse giovane agricoltore si riferisce a persona con un'età pari a 41 anni non compiuti. Nelle società con soli due soci, in cui soltanto uno non abbia compiuto 41 anni o sia al suo primo insediamento, si può ritenere soddisfatto il requisito richiesto, anche al fine di non penalizzare le società rientranti in tale fattispecie
che non potrebbero realizzare il requisito.
Il finanziamento è calcolato sulle spese sostenute al netto dell’iva (realmente e definitivamente sostenuta dal destinatario, è rimborsabile solo se non recuperabile in alcun modo, nel rispetto della normativa nazionale di riferimento).
L’ammontare del finanziamento è compreso tra un importo minimo di 5.000,00 euro e un importo massimo erogabile pari a 130.000,00 euro. Non è previsto il limite minimo di finanziamento per le imprese che hanno meno di 50 dipendenti che presentino progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale di cui all’Allegato 1.2.
Modalità e tempistiche di presentazione della domanda
Sul portale Inail - nella sezione Accedi ai Servizi Online - le imprese avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà loro, attraverso un percorso guidato, di inserire la domanda di finanziamento con le modalità indicate negli Avvisi regionali. La domanda compilata e registrata, esclusivamente in modalità telematica, dovrà essere inoltrata allo sportello informatico per l’acquisizione dell’ordine cronologico, secondo quanto riportato nel documento “Regole Tecniche e modalità di svolgimento”.
Le domande di finanziamento registrate per un determinato Asse/regione in cui le risorse economiche complessivamente stanziate risultino sufficienti a soddisfare tutte le richieste di finanziamento in elenco sono direttamente ammesse alla fase di upload della documentazione a completamento della domanda (cfr. artt. 4 “Risorse economiche destinate ai finanziamenti e redistribuzione” e 14 “Ammissione delle domande agli elenchi cronologici”, Avviso pubblico ISI 2023). Tali domande verranno riportate negli elenchi regionali/provinciali (elenchi No Click Day - NCD).
Le domande ammesse agli elenchi cronologici dovranno essere confermate, a pena di decadenza dal beneficio, attraverso l’apposita funzione online di upload/caricamento della documentazione, come specificato negli Avvisi regionali/provinciali.
Le date di apertura e chiusura della procedura informatica, in tutte le sue fasi, saranno pubblicate sul portale dell’Istituto, nella sezione dedicata alle scadenze dell’Avviso Isi 2023.
Per informazioni e assistenza sul presente Avviso è possibile fare riferimento al numero telefonico 06.6001 del Contact center Inail.
È, anche, possibile rivolgersi al servizio Inail Risponde, nella sezione Supporto del portale.
Chiarimenti e informazioni di carattere generale sul presente Avviso possono essere richiesti entro e non oltre il termine di dieci giorni antecedenti la chiusura della procedura informatica di compilazione della domanda online.
DALL’INAIL 14 MILIONI DI EURO PER LA FORMAZIONE E L’INFORMAZIONE SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Il nuovo avviso pubblico formazione e informazione 2024, con cui l’Inail mette a disposizione 14 milioni di euro per il finanziamento di progetti integrati di formazione e informazione finalizzati alla prevenzione di infortuni e malattie professionali, con particolare riguardo alle azioni di sensibilizzazione rispetto ai rischi nuovi ed emergenti, è stato presentato ieri mattina a Roma con una conferenza stampa ospitata presso il Parlamentino dell’Istituto di via Quattro Novembre, alla presenza del presidente della XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, Walter Rizzetto, e del sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon.
D’Ascenzo: “È la strada corretta per incidere davvero su infortuni e malattie professionali”. “Questa iniziativa testimonia il grande impegno del nostro Istituto sul fronte della prevenzione e siamo convinti che sia la strada corretta da percorrere per incidere davvero sul fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali. Da parte nostra ribadiamo la massima disponibilità a metterci in gioco e a investire quanto possibile per contribuire alla diffusione sempre più capillare della cultura della sicurezza sul lavoro”.
Lo stanziamento per ognuno dei quattro ambiti tematici è di tre milioni e mezzo di euro. I fondi del bando pubblicato ieri sono distribuiti su quattro ambiti tematici, a ciascuno dei quali è
destinato uno stanziamento da tre milioni e mezzo di euro. Il primo riguarda le prospettive attuali e future di valutazione e azione rispetto alla prevenzione dei rischi psicosociali, il secondo il ruolo delle figure coinvolte nelle attività di prevenzione e tutela nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), il terzo i cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale e sociale, e il quarto il personale viaggiante nella logistica, dai rischi della nuova mobilità ai trasporti e agli spostamenti in itinere.
Rizzetto: “L’insegnamento della prevenzione deve partire dalla scuola”. “Nel nostro Paese le regole ci sono e siamo sufficientemente bravi a scriverle, mentre siamo più carenti sul fronte della prevenzione e della diffusione della cultura della sicurezza, a partire dalla scuola – ha commentato Rizzetto – Per questo ho presentato una proposta di legge, votata alla Camera e ora all’esame del Senato, sul tema dell’insegnamento della sicurezza in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Quello che l’Inail sta facendo con questo nuovo bando è molto importante anche con riferimento ai Pcto. La prevenzione dei rischi degli studenti impegnati nei percorsi di avvicinamento al mondo del lavoro rappresenta, infatti, una priorità”.
Illustrando i contenuti dell’avviso pubblico, il direttore centrale Prevenzione dell’Istituto, Ester Rotoli, ha precisato che “i finanziamenti sono destinati agli organismi paritetici e alle organizzazioni sindacali nazionali dei datori di lavoro e dei lavoratori, che possono partecipare anche in forma aggregata e attraverso strutture formative o società di servizi”, per confermare le azioni dell’Inail finalizzate al sostegno di una rete qualificata di soggetti attuatori per lo sviluppo del capitale sociale delle imprese e dei lavoratori. L’importo finanziabile per ciascun progetto, che deve essere realizzato in almeno sei regioni o province autonome rispettando i criteri specificati nel bando, “è compreso tra 200mila e 800mila euro, che possono salire fino a 1.750.000 euro per quelli presentati in forma aggregata”. A beneficiare delle iniziative formative e informative saranno i datori di lavoro, i lavoratori e i loro rappresentanti per la sicurezza a livello aziendale (Rls), territoriale (Rlst), di sito produttivo (Rlssp) o ambientale (Rlsa o Rlssa), i responsabili e addetti dei servizi di prevenzione e protezione (Rspp e
Aspp) e i docenti tutor interni e tutor formativi esterni coinvolti nei Pcto.
Come evidenziato dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, Guglielmo Loy, “fin dal momento del suo insediamento due anni fa il Civ ha promosso l’idea dell’Istituto come uno dei driver della formazione, che comprende una rete complessa e straordinaria di realtà che operano nel campo dell’istruzione in generale e della formazione in particolare, di fronte alla necessità di fornire alle persone gli strumenti adeguati all’interno di un mercato del lavoro soggetto a cambiamenti sempre più veloci".
Fiori: “Incrementate di oltre il 50% le risorse per le aziende virtuose”. “L’Italia non è del tutto esente da un utilizzo non sempre efficace dei fondi per la formazione – ha spiegato il direttore generale dell’Inail, Marcello Fiori – Abbiamo quindi l’obbligo rafforzato di garantire che su un tema come quello della salute e sicurezza sul lavoro ci sia un’attenzione particolare. In questo bando abbiamo inserito alcuni criteri che mirano ad assicurare un’offerta formativa strutturata e non improvvisata”. Dopo aver ricordato che “rispetto al 2022 abbiamo aumentato di oltre il 50% le risorse per la prevenzione messe a disposizione delle aziende con il bando Isi”, Fiori ha sottolineato che “l’obiettivo è anche affermare un concetto fondamentale: i costi della prevenzione non devono essere costi di esercizio, ma devono essere considerati un investimento”. Per il direttore generale, inoltre, dopo anni di blocco del turn over il potenziamento dell’organico dell’Istituto rappresenta un altro tassello centrale della strategia di contrasto agli infortuni e alle malattie professionali. Di qui la scelta di indire nuovi concorsi che entro la fine dell’anno porteranno a circa mille nuove assunzioni. Durigon: “Con questo bando valorizzato il contributo degli organismi intermedi”. Per il sottosegretario Durigon, che ha tirato le conclusioni della conferenza stampa, “come prevede il decreto legislativo 81/2008 tutti si devono sentire partecipi del sistema di tutela dei lavoratori. Il nuovo avviso pubblico dell’Istituto, valorizzando il contributo degli organismi intermedi, va nella direzione giusta per dare risposte all’emergenza infortuni”. Quello italiano, ha aggiunto, “è un sistema industriale particolare, composto per il 95% da piccole e medie imprese-
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER LA CALL TRANSNAZIONALE SAF€RA 2024
Che cos’è SAF€RA?
SAF€RA è consorzio tra organizzazioni di finanziamento della ricerca che operano nel campo della sicurezza industriale in Europa. Il consorzio SAF€RA ha lo scopo di proporre e gestire bandi di ricerca transnazionali relative a questioni di sicurezza industriale e di svolgere attività di divulgazione per garantire che i risultati della ricerca portino a miglioramenti tecnici e sociali nella gestione della sicurezza.
Qual è l’argomento del bando 2024?
L'ambito della call comprende la ricerca sulla gestione del rischio industriale, nonché la ricerca su soluzioni innovative per migliorare la sicurezza negli ambienti industriali. I settori coinvolti comprendono, tra gli altri, le industrie di processo, le industrie per la produzione di energia, il trasporto di merci pericolose, la costruzione e la gestione di grandi infrastrutture e servizi.
L'ambito di applicazione include la sicurezza sul lavoro fintanto che esiste una relazione con i rischi di incidenti rilevanti negli ambienti industriali. In particolare, la call tratta due argomenti specifici.
Argomento 1: Digital Twin
Applicazioni per la salute, la sicurezza e la sostenibilità dei “digital twin” industriali. I “digital twin” industriali, hanno il potenziale di migliorare il modo in cui gli esperti di sicurezza interagiscono con altri professionisti durante il ciclo di vita del sistema, in particolare durante le fasi di progettazione (utilizzando ad esempio i principi di sicurezza e sostenibilità fin dalla progettazione). Progetti che analizzano le applicazioni nell'economia dell'idrogeno e nell'economia circolare sono i benvenuti.
Argomento 2: Gestione Algoritmica
Impatto della “gestione algoritmica” e dei sistemi automatizzati che monitorano, valutano e controllano il comportamento dei lavoratori, che sembrano migliorare i tassi di infortuni dichiarati ma possono essere dannosi per l'autonomia professionale e il benessere sul lavoro.
Perché partecipare ad un bando SAF€RA?
Rispondere al bando SAF€RA offre la possibilità di lavorare in gruppi internazionali, su argomenti
emergenti nell’ambito della sicurezza industriale. La selezione è un procedimento più semplice che per la maggior parte dei bandi dell'UE o delle organizzazioni di finanziamento nazionali. Le spese generali di amministrazione, gli obblighi sui consorzi e le attività di rendicontazione amministrativa sono contenuti, date le ridotte dimensioni dei progetti finanziati da SAF€RA. Le attività di divulgazione di SAF€RA offrono l'opportunità di discutere con altri ricercatori, rappresentanti del settore e altre parti interessate alla sicurezza industriale nell'UE.
Quale budget è disponibile?
Il budget totale disponibile per la call 2024 è di circa € 1,5 milioni. Ogni organizzazione che partecipa al finanziamento ha a disposizione un budget e requisiti specifici di ammissibilità; consultare il documento. Linee guida per i proponenti per i dettagli. Si noti che Inail, come la maggior parte degli enti finanziatori, stanzia fondi solo per organizzazioni di ricerca in ambito nazionale.
Come ottenere le informazioni necessarie?
Sul sito del consorzio SAF€RA https://call.safera. eu/ si trovano le informazioni necessarie, alle quali occorre attenersi. Le eventuali proposte non vanno inviate all’Inail, ma alla Segreteria della call, indicata sul sito stesso. Per eventuali dubbi è possibile inviare una email a p.agnello@ inail.it specificando nell’oggetto “SAF€RA2024”. dietro espressa autorizzazione dell’Istituto, riportando l’indicazione: “Progetto realizzato con il supporto finanziario dell’Inail”. La proprietà delle metodologie, degli studi e dei prodotti sviluppati nell’ambito del progetto è regolamentata dalla normativa vigente in materia e sarà dettagliatamente disciplinata.
CONTO TERMICO: ANCORA DISPONIBILI IL 64%
DEGLI INCENTIVI
L‘efficientamento e la classe energetica degli edifici nel nostro Paese sono tematiche rilevanti, soprattutto in vista delle politiche di efficientamento energetico e delle direttive europee. Secondo il rapporto “Rapporto annuale sull’efficienza Energetica 2023”, pubblicato dall’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) la situazione in Italia è la seguente:
Per quanto concerne gli edifici privati:
Classe energetica G (la peggiore): Circa il 35-40% degli edifici;
Classi E e F: Circa il 25-30% degli edifici;
Classi C e D: Circa il 20-25% degli edifici;
Classi A e B (le migliori): Solo il 10-15% degli edifici.
Mentre per quanto riguarda gli edifici pubblici: Classe energetica G: Circa il 25-30% degli edifici;
Classi E e F: Circa il 20-25% degli edifici;
Classi C e D: Circa il 30-35% degli edifici;
Classi A e B: Circa il 15-20% degli edifici.
I dati ci mostrano una situazione ottimale, dove la preponderanza delle costruzioni rientra nelle ultime classi energetiche, quelle meno efficienti e con maggiore dispersione e inefficienze.
Il Conto termico è uno strumento che permette di ristrutturare gli edifici al fine di migliorarne le prestazioni energetiche, andando a ridurre i consumi e conseguentemente i costi. Tutto ciò permette di recuperare in breve tempo l’investimento sostenuto.
I beneficiari di questo strumento sono le pubbliche amministrazioni, che possono accedere a fondi per 400 milioni, ma anche privati e imprese, i cui fondi disponibili ammontano a 500 milioni.
Il conto termico incentiva per una percentuale che va dal 40% al 65% della spesa sostenuta. Questo strumento riguarda interventi quali: la coibentazione, infissi, caldaie a condensazione, pompe di calore, solare termico, sistemi di schermatura e/o ombreggiatura e molto altro.
Il conto termico offre diverse possibilità per attuare una transizione energetica e mirare ad avere edifici net zero, come riporta il nostro articolo “CONTO TERMICO 3.0 E CER: un’opportunità per la rigenerazione del territorio a 360°” del 15/04/2024. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) mette a disposizione sul proprio sito il Contatore del Conto Termico, uno strumento che consente di monitorare i dati relativi agli incentivi riconosciuti tramite il Conto Termico (D.M. 28/12/12 e D.M. 16/02/2016) dedicato alla promozione di interventi per l'efficienza energetica e per la produzione di energia termica.
CONTRATTI DI SVILUPPO
Cos’è
Il Contratto di sviluppo, introdotto nell’ordinamento dall’articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni.
La normativa che regola lo strumento ha subito, nel corso degli anni, sostanziali modifiche volte a garantire una maggiore celerità delle procedure di accesso ed una migliore risposta alle esigenze manifestate dal tessuto produttivo nazionale.
La normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di: programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; programmi di sviluppo per la tutela ambientale; programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.
Nell’ambito dei suddetti programmi, lo strumento può finanziare, altresì, programmi di ricerca, sviluppo e innovazione nonché opere infrastrutturali nei limiti previsti dalla normativa di attuazione. L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
La legge 30 dicembre 2020, n. 178 (articolo 1, commi da 85 a 87), ha introdotto specifiche disposizioni finalizzate a sostenere il settore turistico facilitando, per determinate categorie di investimenti, l’accesso allo strumento agevolativo e l’integrazione settoriale. In particolare, la soglia di accesso per i programmi di sviluppo di attività turistiche, ordinariamente pari a 20 milioni di euro, è stata ridotta a 7,5 milioni di euro per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese ovvero il recupero e la riqualificazione di strutture
edilizie dismesse. La medesima disposizione ha, inoltre, stabilito che i programmi di sviluppo riguardanti esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli possono essere accompagnati da investimenti finalizzati alla creazione, alla ristrutturazione e all’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente, finalizzati all’erogazione di servizi di ospitalità, connessi alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
Con la Direttiva del Ministro dello sviluppo economico del 19 marzo 2021 sono state fornite le opportune direttive per perseguire la corretta attuazione delle previsioni recate dalla predetta disposizione normativa ed è stata prevista la pubblicazione dell’elenco dei comuni rientranti nelle aree interne del Paese.
Soggetto gestore
La gestione dei Contratti di sviluppo è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, che opera sotto le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico.
A chi si rivolge
I programmi di sviluppo possono essere realizzati da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili). Il programma di sviluppo può, altresì, essere realizzato in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5. Fermo restando l’importo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni previsto per il complessivo programma di sviluppo, il programma del soggetto proponente deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; non inferiore a 5 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche ovvero 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.
Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (ivi
compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.
Le agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro: finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili contributo in conto interessi contributo in conto impianti contributo diretto alla spesa
L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, è determinata sulla base della tipologia di progetto, dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa, fermo restando che l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nell’ambito della fase di negoziazione.
Particolari criteri per la determinazione delle agevolazioni concedibili sono previsti, sempre in attuazione dei vigenti regolamenti comunitari, per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale e per i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Come funziona
Le istanze di accesso devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, con le modalità e secondo i modelli indicati nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia.
L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili.
L’attivazione dell’Accordo di Sviluppo consente una riduzione dei tempi per la valutazione del programma ed un maggior coinvolgimento delle amministrazioni coinvolte.
Per i programmi di sviluppo concernenti la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli deve essere, altresì, verificata la capacità del programma di determinare positivi effetti o sinergie con i sistemi di filiera diretta ed allargata.