PIG Mag 80

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Fart uno spazio dedicato al sacro fuoco dell’arte

Di Giovanni Cervi (verbavolant@pigmag.com)

Annalisa Rosso

Foto di Piotr Niepsuj

Mi sono sempre chiesto cosa muova le persone che stanno nel mondo dell’arte. Gli artisti è facile, si sa, è il sacro fuoco che li divora. Ma tutti quelli che ci stanno intorno? Galleristi, curatori, critici, agitatori… cosa li spinge? Fart questo mese intervista Annalisa Rosso, giornalista persa tra arte e design. Ti ricordi come sei finita in questo mondo? Non sono precisa nei miei ricordi. E nemmeno nei passaggi di status. Mi restano più impresse le sensazioni. Ho studiato antropologia, prima, per arrivare alla letteratura con il poeta Edoardo Sanguineti, a Genova. Sono sempre stata interessata alla contemporaneità, voglio essere presente agli avvenimenti che mi sembrano importanti nel momento storico presente. Il G8 del 2001, per esempio. Voglio vivere e cercare di capire il mio tempo: nessun altro periodo mi sembra altrettanto rilevante. La letteratura e il teatro sono stati il mio primo terreno di caccia, in questo senso. Subito dopo, molto naturalmente, è arrivata l’arte e poi il design. Arte e design, che relazione ci trovi? Pensi possano andare d'accordo o hanno processi e fini creativi impossibile da in-

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crociare? Io passo da un settore all’altro senza fatica. E in certe occasioni il confine è davvero labile. Dipende dal soggetto – e dall’oggetto - in questione, dall’attitudine. Certi designer hanno un approccio artistico al loro lavoro e ci sono artisti che flirtano con il design. Fa parte della modernità liquida, credo. E mi infastidisce, comunque, dare definizioni troppo rigide, incasellare i processi mentali e creativi: sono un aquario. Secondo te cosa è "alto" e cosa è "basso" nell'arte? E nel design? Penso che dipenda da interpretazioni troppo personali per avere un senso a ampio spettro. Posso dirti che, per me, quello che è decorativo, nell’arte come nel design, non è interessate. Cerco pensieri complessi e costruzioni da indagare, da capire. Che altro c'è nella vita?

Nella mia vita confusa tutto si contamina. Lavoro e passioni, interessi e attività diverse. Gli amici, amatissimi, e un gatto spelacchiato. Una sorella. La famiglia (in questo mi sento molto italiana, troppo) e il mare. Tanto cinema, viaggi, l’opera. I libri, soprattutto se regalati, che rivelano qualcosa di chi li sceglie per te. E milioni di altre cose in ordine sparso. E nel tuo futuro cosa vorresti? Vorrei continuare a fare quello che mi piace, a muovermi con il fine ultimo di soddisfare la mia bulimica curiosità. Vorrei viaggiare di più, vivere a Parigi per un po’, incontrare artisti che mi facciano girare la testa. Cambiare idea e cambiare vita una volta alla settimana oppure mettere radici, non so. Anche in questo senso, il tempo a cui sono più legata è il presente. Il futuro e il passato stanno da un’altra parte e mi confondono.


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