Mensile Valori n. 88 2011

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Yacht e sbarre

Gran Casinò Italia

La triste storia dei fratelli Tchenguiz

Dopo aver grattato il fondo si scava

di Mauro Meggiolaro

di Paola Baiocchi

R

Caspita, che idee chiare! Faccio mezzo giro per guardare chi avanza in modo così esplicito una richiesta del genere accanto a chi, di prima mattina, sta comprando i giornali all’edicola. Non è una rampante adolescente pronta a tutto pur di realizzare il colpo grosso e nemmeno una laureata con 110 e lode che si è pagata gli studi da sola, così come le ultime cronache ci hanno raccontato. È una signora di mezza età, vestita in modo tranquillo. Ha l’aria di essere una persona che conosce bene la fatica e il lavoro, che è diventata presbite e ancora tira la carretta. Insomma una di quelle eroine che tutti i giorni combattono la guerra di far quadrare i conti. La signora sta comprando il biglietto di una lotteria gratta e vinci che si chiama “Maxi miliardario”, vincita massima cinque milioni di euro. Devo scusarmi con la signora per aver pensato che volesse seguire l’indicazione di Berlusconi a una giovane disoccupata che chiedeva posti di lavoro: «Signorina, sposi uno ricco». Ma, prima di presentare le mie scuse alla signora, mi accorgo che questa grattata costa venti euro, un prezzo che per un biglietto della lotteria è un’istigazione alla rovina, una sottrazione di risorse preoccupante, perché si parla di giocatore abituale quando si puntano 50 euro al mese e qui bastano “due miliardari e mezzo” per raggiungere una quota che può far scivolare rapidamente dall’abitudine alla dipendenza. Il gioco compulsivo è una dipendenza senza sostanze, una patologia, non un “vizio” e i giocatori compulsivi sono in aumento in Italia, proporzionalmente alla crescita dell’offerta di gioco d’azzardo. La crisi fa da volano all’azzardo e si gratta dappertutto: dalla cassa del supermercato al negozio di noleggio di Dvd che ,per resistere alla concorrenza del download di film, vende i biglietti della lotteria e ha anche installato una postazione per il videopoker. 60,8 miliardi di euro il fatturato da gioco nel 2010 secondo Agicos (Agenzia giornalistica concorsi e scommesse), mentre nel 2008 i miliardi giocati erano 42,2. Sono 30 milioni gli italiani che l’anno scorso hanno tentato la fortuna almeno una volta, 11 milioni i giocatori abituali. Parafrasando un personaggio del film “Il Caimano” si può dire gli italiani dopo aver “grattato” il fondo, cominciano a scavare.

«V

ORREI UN MILIARDARIO».

hanno sempre fatto sul serio. Scappati a Londra dalla Persia nel 1979, negli anni d’oro del boom immobiliare sono riusciti ad accumulare un patrimonio di quattro miliardi di sterline, diventando il simbolo del boom britannico del mattone. Ai primi di marzo erano attesi a Cannes, a bordo dei loro yacht, per l’apertura del Mipim, il mercato internazionale della proprietà immobiliare. 18 mila professionisti li aspettavano per sentirsi dire che finalmente si poteva tornare a ballare. Robert e Vincent però non ce l’hanno fatta. Il Veni Vedi Vici e il My Little Violet, i loro due yacht, sono rimasti a luci spente, dondolando tra le acque irrequiete della Costa Azzurra. Alle 5,30 del mattino del 9 marzo i due fratelli sono stati presi in consegna dalla polizia inglese, accusati di aver contribuito al fallimento di Kaupthing, la più grande banca islandese e la maggiore responsabile del tracollo finanziario dell’isola, nel 2008. I Tchenguiz avrebbero ottenuto dalla banca - di cui Robert era un azionista di rilievo - prestiti per quasi due miliardi di euro nel 2007, nonostante le loro imprese stessero fallendo. Da azionisti avrebbero spremuto la banca per coprire altri buchi, trascinando nel baratro la piccola nazione tra i ghiacci. Ricorda un po’ la storia del finanziere Romain Zaleski. Ai tempi d’oro, con i soldi delle banche, era diventato il secondo azionista di Intesa. Nel dicembre del 2008 le banche italiane (Unicredit, Intesa, Ubi, Mps e Bpm) l’hanno salvato - temporaneamente - dal baratro e ora sono esposte nei suoi confronti per oltre tre miliardi di euro. L’accordo scade alla fine del 2011. Poi potrebbero iniziare i dolori. Per le banche. Zalesky, a differenza dei Tchenguiz, potrà continuare a giocare indisturbato a bridge, la sua passione di sempre.

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Venti euro il costo di un biglietto della lotteria Maxi miliardario. 60,8 miliardi di euro il fatturato da gioco nel 2010. Nel 2008 era 42,2 miliardi | 38 | valori |

ANNO 11 N.88

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APRILE 2011

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OBERT E VINCENT TCHENGUIZ

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