Le barriere linguistiche ostacolano l’accesso alle cure e agli strumenti di prevenzione per gli stranieri che risiedono in Italia. Il 13,8% degli over 14 ha difficoltà nello spiegare in italiano i disturbi o i sintomi di cui soffre e il 14,9% nel comprendere ciò che il medico dice. Con gravi conseguenze, visto che arrivano in ritardo alla diagnosi di tumore, anche un anno dopo rispetto agli italiani.
Commento
In caso di piastrinopenia neonatale grave occorre valutare in diagnosi differenziale molteplici ipotesi etiopatogenetiche, in particolare se ci si trovi di fronte ad un quadro settico o di enterocolite necrotizzante, o se invece si tratti di una forma auto-/alloimmune. In particolare se la trombocitopenia persiste, è necessario valutare se coesista una piastrinopenia materna indagando altresì nel gentilizio la presenza di eventi trombotici, coagulopatie, malattie metaboliche ereditarie o for-
me congenite ed iporigenerative di anemia e/o piastrinopenia. Il caso descritto vuole altresì sottolineare l’importanza di raccogliere un’accurata anamnesi materna specie del periodo perinatale. Infatti, anche un apparentemente semplice episodio di gastroenterite materna nei giorni antecedenti il parto può secondariamente essere causa di complicanze nel feto. Effettuare una precisa e rapida diagnosi di un’infezione perinatale garantisce di fatto una migliore gestione terapeutica delle forma acute, specie se ad etiologia virale. Per
quest’ultime oggi risulta dirimente l’utilizzo di tecniche di biologia molecolare come la RT-PCR, altamente sensibile e specifica nella diagnosi eziologica. Le infezioni da Enterovirus sono abbastanza comuni già in epoca di vita neonatale potendosi palesare con un ampio spettro di segni e sintomi quali febbre, irritabilità, letargia, anoressia e rash. I quadri clinici possono tuttavia spaziare dall’infezione asintomatica o benigna ad infezioni più severe e non scevre di complicanze quali: sepsi, meningoencefaliti, miocarditi, polmonite ed epatiti. Nella letteratura dedicata è descritto come l’infezione da Enterovirus possa essere trasmessa sia verticalmente al feto che orizzontalmente al neonato. Nel caso della piccola Olivia la modalità di trasmissione rimane tuttavia dubbia. In particolare, data la rapida biodegradabilità dell’RNA del Coxsackie virus di tipo B, non è stato possibile accertare la presenza di viremia sugli spot ematici dei test di screening effettuati prima della dimissione dal Nido.
Pediatri inFormazione
Stranieri e tumore
Figura 1.
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^^ Soudée S, Schuffenecker I et al. Neonatal enterovirus infections reported in France in 2012. Arch Pediatr 2014;21(9):984-9.
5
^^ Bryant PA, Tingay D, et al. Neonatal coxsackie B virus infection-a treatable disease? Eur J Pediatr 2004;163(4-5):223-8.
4
^^ Roberts I, Murray NA. Neonatal thrombocytopenia. Semin Fetal Neonatal Med 2008;13(4):256-64.
3
^^ Barbi M, Binda S, Caroppo S et al. Neonatal screening for congenital cytomegalovirus infection and hearing loss. J Clin Virol 2006;35(2):206-9.
Rn 2
^^ John P. Cloherty, Eric C. Eichenwald, Anne R. Hansen, Ann R. Stark. Manual of Neonatal Care. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins, 2012.
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Le risposte alle domande sono 1 e; 2 e; 3 d
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Figura 2.
Pediatria numero 1-2 - gennaio-febbraio 2015
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