Notiziario Parrocchiale San Bartolomeo e San Rocco Ottobre 2015

Sito web: www.parrocchiasb.it Email: parrocchiasba@gmail.com Email redazione: bollettino.parrocchiasba@gmail.com

NOTIZIARIO delle COMUNITÀ PARROCCHIALI

SAN BARTOLOMEO in ALMENNO

Anno XCIII - N. 7 Ottobre 2015 «L’Angelo in Famiglia» - Pubbl. mens. - Sped. abb. post. - 50% Bergamo Direzione e Amministrazione: Società Editrice SS. Alessandro Ambrogio Bassiano Bergamo - Viale Papa Giovanni XXIII, 118 - Tel. 035.21.23.44

NUMERI UTILI Rev. Don Giulivo Facchinetti Parroco..............................Tel. 035 640045 Rev. Don Dario Mazzoleni Vicario Parr. ........................Tel. 3317773886 Rev. Don Giuseppe Mignani a Longa...............................Tel. 035 644192 Rev. Don Vittorio Carrara in Albenza..............................Tel. 035 645332 Rev. Suore - Scuola Materna. ............................................Tel. 035 640096 Conferenza S. Vincenzo........ .............................................Tel. 035 640812 SS. MESSE FESTIVE • Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo: 8 - 10.30 - 18 (18.30 da giugno a tutto settembre) • Chiesa Parrocchiale di San Rocco: 9.30-18.30 • Longa: 8.30 • Barlino: 9.30 SS. MESSE DELLA VIGILIA • Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo: 16.30 • Cascine: 18.00 SS. MESSE FERIALI

ota: gli orari delle SS: Messe sono presenti nel “CaN lendario delle iniziative” e sui fogli settimanali disponibili nelle chiese CONFESSIONI

Ogni sabato: in Longa ore 10.00 - 11.30 in Parrocchiale San Bartolomeo ore 15.00 - 16.15 a Cascine ore 17.15 - 18.00 In occasione di ogni funerale un sacerdote sarà disponibile per le confessioni 30 minuti prima della celebrazione

SAN ROCCO in ALBENZA

In confidenza...

Grazie Don Giulivo per essere con noi ...strada facendo Sabato 12 Ottobre 2013 : Don Giulivo e Don Dario facevano l’ingresso nella nostra Comunità di San Bartolomeo e successivamente in quella di San Rocco.

I giovani delle nostre Comunità avevano consegnato a lui e a Don Dario un paio di sandali … « perchè con semplicità comminassero insieme con noi e i loro passi fossero guida per i nostri ». … E così è stato ... e così continua ancor oggi.

A distanza di due anni riteniamo che anche “la luna di miele ministeriale” sia conclusa e abbia lasciato posto alla “normalità di ogni giorno”: quindi certamente le impressioni e l’analisi che si sarà fatto il nostro parroco e che vogliamo raccogliere con questa intervista non sono più influenzate dalla novità dei primi tempi.

Ed ecco qui le sue risposte

INTERVISTA AL NOSTRO PARROCO

• Dopo due anni dal suo arrivo tra noi, quali

a livello religioso e comunitario gli aspetti positivi e quali quelli problematici che ha riscontrato e constatato nelle nostre comunità?

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So che quando c’è un cambiamento di sacerdoti in una parrocchia ci sono delle attese nei confronti di chi verrà. Solitamente sono at-

tese molto “alte” e chi arriva... è “basso”.

In realtà nonostante il trasferimento dei sacerdoti, la comunità cristiana con al centro Gesù, resta. E poi quando si arriva in una parrocchia si entra in una storia che ha radici molto lontane ed è segnata dal volto di molte persone che l’hanno amata e servita. A me fa paura chi pensa che prima o dopo di lui e senza di lui ci sia solo deserto.

Tanta gratitudine per i sacerdoti, in particolare don Dante e don Luca prima e adesso don Dario che è entrato con me in questa comunità, don Giuseppe e don Vittorio, religiose e laici che hanno servito e servono la nostra comunità!

Quanto mi piacerebbe poter rispondere a questa domanda insieme con chi è attivo dentro la parrocchia, con chi si vede la domenica, con chi viene a Natale e a Pasqua, con chi viene mai, con chi fa fatica a vivere la comunità.

Il nostro paese è sparso, situato in un ambiente ricco di verde, che va dalla pianura alla

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Almenno S. Bartolomeo

collina, cresciuto in fretta, a mio parere: tutto questo mi sembra bello e non sono le distanze geografiche che mi fanno problema, ma altre...

A livello ecclesiale e civile sul nostro territorio sono presenti molti gruppi, associazioni, movimenti di volontariato che sono una ricchezza enorme per la comunità tutta: non è che si potrebbe crescere nella collaborazione pur rispettando le varie peculiarità?

Non sono in grado di fare grosse analisi. Posso però con cuore, sincerità e schiettezza raccontarvi i miei stati d’animo.

Sono arrabbiato, anche se non sembra, ma chi mi è vicino si accorge; ma sono soprattutto triste: • quando si pensa e si parla della parrocchia come di qualcos’altro, magari lontano, da me, da noi; • quando la parrocchia è vista come erogatrice dei servizi che deve dare e si avanzano pretese e diritti, ma non si fa un cammino di appartenenza, collaborazione e responsabilità....e talvolta non si dice nemmeno un grazie ...alla comunità!!

• quando chi fa un servizio in parrocchia, senza accorgersi credo, si fa padrone, si sente indispensabile e si fa poco per coinvolgere altri, o, quando lo si fa, si creano esecutori più che collaboratori; • quando un gruppo è chiuso in se stesso e non ha un respiro e una visione comunitaria cioè non si sente parte della comunità; • quando non si misura e si dimentica quello che si riceve dalla comunità e si misura si conta rigorosamente quello che si è invitati a dare; • quando le proposte di formazione per ragazzi, ma soprattutto per adulti che ne hanno più bisogno, sono viste come un peso invece che un dono, un servizio, un’opportunità; • quando nel nostro tempo ...e nel tempo dei nostri ragazzi, c’è posto per tutto, ...e per il Signore e la vita di comunità un po’ meno; • quando mi vengono chieste le date per certe celebrazioni e non si chiede il “perché” e “come” prepararci a questi momenti di Grazia.

Vi assicuro però che sono più i momenti di gioia semplice per “ cose” semplici: • viene una mamma di una famiglia nume-

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rosa, 4 bambini; lei, d’accordo con il marito, ha lasciato il lavoro sicuro e il marito lo ha cambiato per avere uno stipendio sicuro anche se bisogna viaggiare. È contenta, anche di rinunciare alla pizza del sabato sera con il marito, purché non manchi il necessario “a loro”. Iscrive il suo bambino al catechismo, io non voglio accettare la quota di adesione di catechismo, ma lei insiste:«È per la comunità!»; quando hai bisogno, basta telefonare, chiedere; oltre alle loro attività “istituzionali” sempre a favore della comunità, li trovi alla festa dell’asilo, di Canova, di S. Bartolomeo, di...; quando serve qualcosa te lo portano...; e poi, le attività con i ragazzi, come il “ campo”; pensano ai vivi e ai morti,....: sono i nostri Alpini; quando mi capita di entrare in chiesa durante il giorno e trovi lì qualcuno, anche giovane, che nella penombra e nel silenzio sta pregando; oppure una mamma, con in braccio il suo bambino mentre accende un lume alla Madonna del Carmine o un figlio grande che è lì con la sua mamma (ammalata) che non può più essere lasciata sola; quando c’è chi con tanta delicatezza ti fa notare delle cose che mancano o ti ricorda spontaneamente una cosa che potresti dimenticare...; quando c’è chi continua a servire la comunità con amore anche se nella fatica, stanchezza, sofferenza; quando, …. grazie !

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Rileggendo la sua omelia in occasione della prima S. Messa tra noi, quella delle 10.30 di Domenica 13 ottobre, prendendo spunto dalla presenza della nostra orchestra Musicalmenno, lei vedeva in essa una delle immagini più OTTOBRE

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significative della comunità: «Strumenti diversi per fare sinfonia, per suonare insieme. Mi piace pensare che ogni persona di Almenno sia uno strumento; sì, tutti come strumenti di un’orchestra, strumenti che vogliono suonare insieme una meravigliosa sinfonia. Mi piace inoltre pensarmi come la “bacchetta”, non certo quella per bastonare, ma la bacchetta del direttore, nella mano di chi dirige, nelle mani di colui che scrive le partiture e che è il vero direttore dell’orchestra : Lui il Signore! Vi chiedo, Vi chiediamo io, Don Dario ed anche Don Giuseppe e Don Vittorio, di aiutarci ad essere un poco così, invito di cuore anche Voi a suonare insieme: diamoci tutti da fare per essere una vera orchestra diretta dal Signore».

Alla luce delle analisi della situazione che ha trovato, certamente avrà pensato quali “partiture” sarebbe stato necessario che il Signore scrivesse per la nostra “comunità-orchestra”.

Ce le può illustrare?

Inoltre nelle mani del Direttore, come si è sentito e come si sente, quale “bacchetta” che scandisce i tempi della sinfonia per la nostra comunità, le nostre due comunità?

®

La nostra comunità (S.Bartolomeo e S. Rocco) non è un’isola, ma è dentro il cammino di una diocesi. Il parroco in parrocchia non è “ vescovo e papa”, ma è mandato dal Vescovo.

Ecco perché anche per noi sono state importanti le lettere pastorali del nostro Vescovo degli ultimi anni: • “Donne e uomini capaci di Vangelo” con la pagina delle Beatitudini; • “Donne e uomini capaci di Eucarestia” con l’icona biblica della prima comunità cristiana che nella preghiera, nell’ascolto degli 4

Almenno S. Bartolomeo

apostoli, nella condivisione e nello spezzare il pane era un cuor solo e un’anima sola; • “Donne e uomini capaci di carità: ci è stata consegnata in queste settimane e cerca di attualizzare la parabola evangelica del Buon Samaritano.

Al titolo di ogni lettera aggiungerei la parola “ insieme”.

Per fortuna che c’è il Direttore, perché la bacchetta da sola fa poco e danni.

Non ho scelto Albenza e San Bartolomeo, mi sono state donate: la “questione” si era risolta in pochi minuti. Confesso però il mio senso di inadeguatezza e insufficienza. Spesso mi domando anche se è il caso che mi sbilanci su questioni inerenti l’essere comunità cristiana che cammina unita e nella comunione creando malcontento oppure sarebbe meglio, e per me più comodo, lasciar correre...

Per fortuna che c’è il Signore che sa scrivere diritto anche nelle righe storte delle vicende umane.

Questa certezza mi è di conforto, consolazione, sollievo, qualche volta suscita un po’ di timore, perché a Lui dovrò rendere conto per l’enorme fiducia che ha riposto in me, affidandomi questa comunità!

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Durante il suo primo discorso alle nostre comunità in Chiesa Parrocchiale nel pomeriggio di sabato 12 ottobre di due anni fa, ci ha fatto notare: «Nel cammino di oggi pomeriggio abbiamo incontrato in particolare due categorie di persone: gli anziani al centro Sandro Pertini e i giovani all’oratorio».

Quale è stata in questi due anni la sua esperienza relativamente al contatto con gli anziani a favore dei quali, riprendendo ancora le sue parole, così si esprimeva: “La comunità deve tenere nella massima considerazione queste persone che vivono una stagione di saggezza, ma anche di debolezza e fragilità: progresso non vuol dire

che chi può camminare con le proprie gambe corre sempre di più per arrivare primi, ma progresso è riuscire a tenere vicini quelli che fanno più fatica per arrivare insieme?

Ed ancora qual è stata la sua esperienza quale “direttore del nostro oratorio” a contatto degli adolescenti e giovani per i quali così ci esortava: «… E per i nostri ragazzi, i nostri adolescenti, i nostri giovani ? Sapete che non avremo più il curato dell’oratorio. Don Luca per certi versi è il regalo che anche Almenno fa alla Bolivia.

Tuttavia non deve venir meno l’attenzione, l’amore, l’affetto e anche la disponibilità a metterci a disposizione per i nostri ragazzi, per i nostri adolescenti, per i nostri giovani. Insieme, …. insieme» ?

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Visitando le persone anziane e ammalate, soprattutto il primo venerdì del mese, sono edificato per come sono accudite.... Stare vicino a persone anziane e ammalate non è facile; sono convinto che sia una palestra di umanità.

Grazie a Radio Lemine tanti anziani si sentono ancora dentro la vita parrocchiale.

Ai nostri fratelli maggiori dobbiamo riconoscenza per quello che loro hanno fatto, ma anche per la preghiera e l’attenzione ai bisogni della parrocchia.

L’oratorio ha oltre 50 anni e in questi anni il nostro paese è notevolmente cambiato. Gli abitanti sono aumentati non poco, sia perché sono di più quelli che nascono rispetto i morti, sia per le tante persone venute ad abitare da noi. Io immagino l’oratorio come casa aperta dove le persone possono incontrarsi, conoscersi, condividere, confrontarsi, stare insieme bene e con semplicità.

La cura prioritaria dell’oratorio è per i ragazzi e per le loro famiglie. In questo momento io sogno qualche giovane che con intelligenza e cuore si metta a disposizione per stare del

tempo, tanto tempo con gli adolescenti, come amico, fratello maggiore, educatore, testimone del sogno di Dio di una vita felice per ogni persona.

Grazie alle tante persone, dagli adolescenti, ai giovani, agli adulti che si rendono disponibili per l’oratorio!

Non ci sono “ quelli dell’oratorio” perché l’oratorio, insieme alla Chiesa Parrocchiale, riguarda tutta la comunità. Perciò sì alle porte aperte e non alla scorciatoia delle deleghe: « ci sono già, tocca ad altri!». Per fare qualcosa di costruttivo oggi è indispensabile, oltre la buona volontà e lo spirito di collaborazione, anche tanta formazione: “il bene si fa bene!”.

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Nella festa dei Santi Patroni dello scorso anno ed ancor più in quella di quest’anno Lei ci ha ricordato che essi sono i patroni di tutto il nostro territorio di Almenno San Bartolomeo e quindi di tutti i cittadini del nostro comune, indipendentemente dal loro credo religioso e appartenenza politica.

Quale è stato il suo rapporto con le istituzioni civili? Qual è la sua concezione di cristiano-cittadino? Non mi ricordo da chi ho sentito questa espressione: “il cristiano deve avere gli occhi e il cuore rivolti al cielo, ma mani e piedi dedicati al mondo”; la condivide? ® La processione dei santi Patroni quest’anno è passata vicino a luoghi significativi per la comunità: il palazzo comunale, le scuole, la Villa dell’amicizia che ha al suo interno la biblioteca, il centro anziani, la sede degli alpini..., l’oratorio. Un modo per affermare che tutte le istituzioni, nella distinzione dei ruoli e delle funzioni, sono a servizio delle stesse persone che abitano il nostro territorio e per questo devono collaborare.

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Nella rubrica “In Confidenza …” che Lei, fin dall’inizio della sua presenza tra noi ha voluto tenere sul bollettino, ha comunicato alle nostre comunità le sue impressioni, le sue riflessioni, i suoi inviti servendosi spesso di aneddoti.

Ringraziandola per la sua disponibilità, Le chiediamo di regalarcene ancora uno a conclusione di questa prima intervista, invitando nel contempo i nostri lettori ad inviarci le domande che avrebbero desiderio di porle.

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I cristiani dovrebbero essere cittadini esemplari e collaborare alla costruzione della città, non per occuparla, ma per portare il buon profumo del Vangelo che rende più umano lo stare insieme.

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Guardiamo al futuro.

Siamo convinti che i Sacerdoti hanno al loro fianco lo Spirito Santo nello sforzo di realizzare il Vangelo nella comunità a loro affidata e devono seguire le indicazioni della Chiesa in questo compito. Viene tuttavia lasciato molto spazio all’iniziativa personale, iniziativa che traduce in realtà i sogni e le aspirazioni che sono specifici in ognuno di noi e ci fanno fare progetti per il futuro: se non sono indiscreto, quali sono i sogni, le aspirazioni del Parroco per le nostre parrocchie di San Bartolomeo ed San Rocco a Lei affidate?

® Sognano gli innamorati; sognano due genitori

che stanno per vedere il loro bambino quando viene alla luce; anche i preti sognano!

Sogno una comunità che cammina insieme con una casa, la nostra bellissima chiesa parrocchiale, restaurata, pulita, luminosa, accogliente, ordinata....(anche le nostre case hanno bisogno ogni tanto di manutenzione!)...: questo, pensandoci bene, mi sono accorto vale anche per la nostra persona!

Più che un sogno è una domanda che ha al centro i nostri bambini, ragazzi, adolescenti, giovani: «faccio, facciamo abbastanza per loro e con loro?

L’ambiente dell’oratorio, che esprime anche visivamente la cura per le giovani generazioni è al passo con i tempi e si sta preparando al futuro!»

Non sono un illuso: non basta una bella villa per fare una bella famiglia, ma anche un ambiente bello, ordinato, accogliente, funzionale, adeguato può aiutare a crescere. Anzi si cresce anche nel sognare insieme, progettare insieme, lavorare insieme, sacrificarsi insieme!

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Almenno S. Bartolomeo

Mi vengono in mente le oche ... selvatiche.

Si racconta che le oche selvatiche stanno perdendo la voglia di migrare. I cambiamenti climatici, con l’aumento della temperatura, hanno prolungato la mitezza dell’autunno. Secondo una ricerca dell’università di Helsinki, che ha studiato le migrazioni di diverse specie di uccelli acquatici, la loro partenza verso le zone più calde è stata ritardata mediamente di un mese rispetto a 30 anni fa. Addirittura, i volatili di alcune zone della Finlandia non sono nemmeno spinti a migrare, viste le condizioni sostanzialmente “accettabili” dell’inverno baltico.

Senza la spinta della necessità, anche i volatili non sono tanto “oche” da intraprendere un volo di giorni. Perfino l’istinto ha una sua finalità. Se “decidono” di partire, lo fanno “insieme”: le oche selvatiche volano in formazione a “V”. Lo fanno, perché al battere delle loro ali, l’aria produce un movimento, che aiuta l’oca che sta dietro. Lo sforzo di chi sta dietro può ridursi al 71 % di quello richiesto per il volo solitario. Volando così, le oche diminuiscono la fatica e aumenta la riserva di energia per la traversata lunga che hanno davanti. Ogni volta che un’oca esce dalla formazione, sente la resistenza dell’aria e si rende conto della difficoltà di volare da sola. Capisce da sola la differenza, non occorre richiamarla: torna subito in formazione per sfruttare lo sforzo delle altre.

Quando l’oca al vertice della “V” si stanca, passa dietro, e un’altra prende il suo posto. Anche le oche dietro danno il loro contributo: starnazzano per dare il ritmo a quelle che sono avanti e indicare la distanza di quelle dietro.

Quando un’oca si indebolisce e scende fuori dallo stormo, altre due escono dalla formazione e la seguono per proteggerla e aiutarla.

Anche noi, se vogliamo un futuro, dobbiamo disporci a un lungo volo e per affrontarlo dobbiamo farlo insieme.

Franco per la redazione

COMUNITA’ DI SAN BARTOLOMEO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Seduta dell’11 Settembre 2015

Venerdì 11 settembre, alle ore 20,30, presso la Sala don Antonio Seghezzi, si è riunito il Consiglio Parrocchiale. La seduta si è aperta, come di consueto, con la preghiera tratta dal Vangelo del giorno e la lettura e approvazione del verbale dell’incontro precedente.

Si è passati poi al 2° punto all’ordine del giorno che prevedeva una verifica sulle numerose attività e celebrazioni effettuate durante il periodo estivo.

In linea di massima si è espressa soddisfazione per lo svolgimento delle celebrazioni e per la partecipazione.

Ci si è soffermati con più attenzione sulla festa in onore dei Santi Bartolomeo e Timoteo, e sul percorso della processione che, non a caso, quest’anno è stato variato. Essendo i Santi Bartolomeo e Timoteo patroni del nostro paese, si è ritenuto opportuno far passare la processione tra alcuni luoghi significativi della nostra comunità, dove vedono ogni giorno protagoniste le persone, sia perché vi abitano o perché si incontrano, lavorano, studiano. L’urna di San Timoteo ha così percorso via IV Novembre, passando davanti all’oratorio, al centro anziani, alle scuole elementari, al Comune, per poi salire in via Castello Rescanzi e raggiungere la chiesa.

3° punto: Presentazione ed analisi bozza del Calendario Parrocchiale per l’anno Pastorale 2015-2016.

Don Giulivo, sfogliando rapidamente la bozza del calendario parrocchiale, ha sottolineato alcune iniziative in programma: ♦♦ I tre incontri dei tre mercoledì d’inizio anno pastorale, che si terranno nei giorni 23,30 settembre e 7 ottobre. Il primo prevede un incontro di preghiera sul vangelo del Buon Samaritano, condotto da don Giulivo nel tempio di San Tomè. ♦♦ Il secondo, la spiegazione da parte di don Dario del “Giubileo della Misericordia” indetto da Papa Francesco e la lettera Pastorale del Vescovo Francesco “Uomini e donne capaci di Carità”. ♦♦ Nel terzo mercoledì verrà approfondito e spiegato il metodo con il quale si procederà all’elezione del nuovo consiglio parrocchiale. ♦♦ Nell’ottavario dei morti si celebrerà una Messa specifica per tutti i defunti dell’anno, partendo da quelli deceduti dal mese di novembre 2014 fino al mese di ottobre 2015. ♦♦ Per quanto riguarda la catechesi degli adulti, don Dario precisa che lo scorso anno la partecipazione agli incontri da lui condotti è andata sempre più diminuendo fino a ridursi a pochissimi partecipanti, si chiede pertanto se valga ancora la pena continuare questa iniziativa. Qualcuno suggerisce di provare ad affrontare temi, sempre legati alla Parola di Dio, ma che tocchino la realtà attuale.

4° punto: Rinnovo del Consiglio pastorale parrocchiale: decisioni operative.

Viene presentato, da un membro della commissione di studio, nominata a questo scopo mesi or sono, il nuovo statuto del Consiglio Parrocchiale, con indicate le nuove normative per l’elezione dei candidati, che si sceglieranno: alcuni tra i gruppi operanti in parrocchia che indicheranno un candidato e un vice, altri segnalati dai fedeli stessi su apposite schede.

Le votazioni si terranno domenica 22 novembre, festa di Cristo Re. 5° punto: varie ed eventuali. ♦♦ Essendo ormai alle porte l’anno della Misericordia e con esso l’urgenza e la necessità di aprire i nostri cuori all’ospitalità dei profughi che bussano alle nostre porte, su desiderio di Papa Francesco e del Vescovo Francesco, anche la nostra comunità, nel caso le venga richiesto, ospiterà una famiglia di profughi. Per ora non ci sono ancora indicazioni certe, si stanno aspettando direttive dalla Diocesi. ♦♦ In risposta all’accordo stipulato tra la Regione Lombardia e le Diocesi Lombarde circa l’assunzione di un giovane educatore a servizio del nostro oratorio, don Giulivo comunica di aver assegnato questo incarico a Alessandro Brumana. ♦♦ Un membro del Consiglio si fa portavoce di alcuni parrocchiani, chiedendo se verrà ripristinata la tradizionale benedizione delle famiglie. Don Giulivo risponde dicendo che chi lo desidera, basta lo chieda e lui sarà ben felice di visitare la famiglia.

La seduta viene tolta alle ore 23,15

Anna OTTOBRE

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L’ OSSERVATORIO ovvero

IL MONDO VISTO DA UN ASINO Cari amici, ben ritrovati. Io sono sempre qui nella mia postazione nel presepio, da dove osservo il mondo, osservando il Bambino; e mi caschi la coda se mi smuovo da qui!

Questa sera comunque il Piccolo dorme tranquillamente, ed io posso dedicarmi a qualche considerazione sparsa con cui intrattenervi.

L’altro giorno, dopo aver fatto colazione con dell’ottimo fieno, portatoci come omaggio da uno dei tanti pastori venuti alla grotta, e che si sono affezionati a questa adorabile Creatura, ho inforcato gli occhiali (la vista non è più quella di una volta…), e mi sono messo a rileggere un bellissimo libro, i Promessi Sposi; me lo hanno spedito dei somari italiani (ce ne sono tanti!) che ho conosciuto su Facebook. Che cosa credevate? Mica tutti gli asini si sono fermati alla quinta elementare. Io ho conseguito in gioventù una laurea in teologia asinina comparata, e mi diletto a tempo perso di informatica. Ritornando a noi, ho aperto le pagine dove si narra di quel tale don Abbondio che, dopo la conversione dell’Innominato, viene inviato dal cardinale Federigo a riportare a casa Lucia, tenuta prigioniera da quel cattivo (ex cattivo, per la verità!).

Leggendo il passaggio in cui don Abbondio sale sulla mula che lo porterà al castellaccio, mi sono improvvisamente ricordato che in un vecchio e impolverato baule della mia soffitta ho ancora una lettera inviatami da questa mia futura parente alla lontanissima, dove mi narrava come lei aveva vissuto tutta quella faccenda. Allora sono salito, ho aperto il baule e, zoccolando zoccolando tra mille cianfrusaglie, ho ritrovato lo scritto che adesso vi leggo: “Caro parente, ieri me n’è capitata una bella! Vengono a prendermi in stalla, e mi portano fuori dove ti trovo un prete piccolo e grassoccio, tale don Abbondio (così mi hanno poi detto che si chiamava). Aveva una faccia da far paura, tanta paura aveva del suo compagno di viaggio, tale Innominato (ma che nome è?), un tipo tutto fiero e cipiglioso con uno schioppo sulle spalle, e che aveva tutta l’aria di essere uno che non scherzava, anche se - che strano! - su quel viso quasi altero si vedevano ancora le tracce umide di un pianto che sembravano appartenere ad un altro uomo. Come è strana la vita! Mi son detta: ‘Chissà cosa gli è capitato?’. Sia quel che sia, il tale prete - vista la pancia che aveva - mi è salito faticosamente in groppa (lo dico sempre io che i preti un po’ di ascesi dovrebbero farla…).

Ci siamo avviati su per una strada che sempre più saliva a strapiombo. Ed io sentivo trasudare dalla sella la paura che chi mi cavalcava si portava addosso. Non era la paura della strada. Era la paura di chi appena il “mondo” gli si presenta davanti con quella sua faccia che sembra dire: ‘guarda che vinco io!’, si ritrova subito smarrito, come gli era già capitato (me lo sono fatto raccontare) quando i bravi di don Rodrigo lo avevano aspettato sul sentiero per dirgli che non doveva sposare quei due poverini di Renzo e Lucia. E adesso di bravi su quella strada ne cominciava a trovare a bizzeffe, specie quando siamo passati al posto di guardia sotto il castellaccio. Insomma, una giornata che ti raccomando! Per fortuna che quando siamo scesi il prete si era calmato un po’, visto che quel signore che prima era tanto cattivo, era proprio diventato un ex cattivo, perché (anche questo poi me lo sono fatto raccontare) aveva lasciato vincere un Altro!”.

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Almenno S. Bartolomeo

Del resto della lettera non importa. Sono cose tra asini, muli e somari. Invece vi dico le considerazioni che mi ha fatto venire in mente. Sapete cosa capita a chi ha paura del mondo? Per passarla liscia si assimila al mondo. Gli sembra che altrimenti ci fa una brutta figura; gli sembra di non essere accettato; gli sembra che quello che rappresenta questo Bambino, che io guardo e riguardo sempre, se no non ci vedo più, non sia capace di farci diventare “grandi”, veri uomini. Che stupidata! Insomma è la paura di chi si vergogna a far vedere che percorre la Via, e così si mette correre sui sentieri del ‘mondo’, chiedendo al ‘mondo’ come deve camminare, e quanti passi fare per venirgli incontro, e non ha più il coraggio di dire: “vieni e seguimi”. Ma scusate, io sarò anche un asino, ma di preti così (o di laici così) non ne vorrei avere sulla groppa neanche uno. Chissà dove mi porterebbero; magari verso qualche trionfo, ma non certo come quello del giorno delle palme. Questi qui, alla fin fine, amano solo i riflettori che li illuminano sui palcoscenici illusori di qualche trasmissione televisiva, o le lodi dei grandi giornaloni laici dove sono chiamati a scrivere, o gli applausi di chi ascolta le loro conferenze, o legge i loro libri, dove ragliano peggio di me le loro sciocchezze, stupidate che spacciano però come ricette per rifare la Chiesa meglio di come la farà questo Bambino. Tutta sta gente pensa che la Verità di questo Bambino, che è questo Bambino!, si possa tirare da tutte le parti come la ciuiinga (non ho studiato inglese, purtroppo, che volete!).

Vi faccio un esempio che li vale tutti. Proprio stamattina su Internet leggo che un tale Enzo Bianchi, che fa il monaco, tipo dalla barba folta, e dalla facile parola, intervenendo all’assemblea della diocesi di Trento, per l’apertura dell’Anno Santo della misericordia, ha detto paro paro che “se Cristo nel Vangelo parla del matrimonio come unione indissolubile, nulla dice in merito all’omosessualità. L’onestà quindi, ci obbliga ad ammettere l’enigma, a lasciare il quesito senza una risposta. Su questo io vorrei una Chiesa che, non potendo pronunciarsi, preferisca tacere … [quindi] se lo Stato decide di regolarizzare una realtà affettiva, lasciamo fare, applicando la misericordia come vuole il Vangelo, non come la vogliamo noi”. Detto che bisogna rispettare sempre le persone, che asinate mi tocca leggere, e sia detto con rispetto alla mia stirpe!

Non sapevo si potesse separare il Vangelo di Cristo dal resto degli scritti del Nuovo Testamento, specialmente da quello che dice san Paolo (Rm 1,26-27; 1Cor 6,9-11; 1Tm 1,8-11), ed anche da tutto il pensiero della Tradizione, del Magistero, e del Catechismo! Altrimenti non è più il Vangelo vero. Visto ragazzi come è facile fare del Bambino una ciuiinga! Basta, mi fermo qui, perché mi prudono gli zoccoli! Vi saluto agitando festosamente la coda, perché dove c’è il Bambino, quello vero eh!, c’è sempre festa, anche se qualcuno cerca di farci venire il magone.

Don Dario

“Non sono i cristiani che si oppongono al mondo. È il mondo che si oppone a loro quando è proclamata la verità su Dio, su Cristo, sull’uomo. Il mondo si rivolta quando il peccato e la grazia sono chiamati con il loro nome. Dopo la fase delle “aperture” indiscriminate, è tempo che il cristiano ritrovi la consapevolezza di appartenere a una minoranza e di essere spesso in contrasto con ciò che è ovvio, logico, naturale per quello che il Nuovo Testamento chiama - e non certo in senso positivo - “lo spirito mondano”. E’ tempo di ritrovare il coraggio dell’anticonformismo, la capacità di opporsi, di denunciare molte delle tendenze della cultura circostante, rinunciando a certa euforica solidarietà postconciliare”.

(J. Ratzinger, Rapporto sulla fede) OTTOBRE

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Comunità parrocchiale di SAN ROCCO in ALBENZA DON PIETRO TORRI

Il Parroco che ha cambiato l’Albenza

[3a parte]

Nel 1960 don Torri inizia la sua fatica più grande: la demolizione parziale dell’asilo e la sua ricostruzione per farne una colonia montana.

Il parroco fa da meccanico e costruisce una prima teleferica da Capreti all’asilo passando sopra il cimitero per il trasporto di migliaia di quintali di materiali. Successivamente una seconda teleferica in discesa da Cromasnì all’asilo. Le difficoltà sono enormi: non si trova chi sia disposto a venire fino in Albenza con il motocarro per il trasporto dei materiali(la strada è quella che è). Non trova aiuto tra la gente di Albenza, che probabilmente non capisce che cosa stia facendo il parroco, e per questo non collabora neppure economicamente. Solo pochi volontari lo aiutano.

Allora don Torri vende le case di Capreti (lire 1.450.000), ma il resto è tutto a suo carico e dei suoi parenti.

Dalla gente di Albenza non vuole più nulla.

Ma perché un opera così grandiosa, faticosa, costosa e discutibile?

A sostegno del suo pazzo e disperato lavoro, don Torri elenca gli scopi immediati e futuri della sua opera: 1) Colonia montana per i bambini della pianura dai 4 ai 12 anni.

2) Dare ai bambini dell’Albenza un’aula, il refettorio, il dormitorio e dare alle Suore una saletta.

3) Dare agli emigranti la possibilità di custodire i propri bambini all’Asilo durante la loro assenza.

4) Dare alle Suore la possibilità di impiantare delle macchine per lavori.

5) Valorizzare l’Albenza che non è conosciuta.

6) Adibire inoltre l’asilo a scuola di catechismo.

La grandezza dell’asilo, certamente superiore ai bisogni del piccolo paese, è giustificata dallo scopo di alloggiare una colonia montana durante l’estate, utilizzando i locali, beneficiando dell’aria salubre, della bellezza del posto e del clima mite, per sostenere poi l’asilo, con il ricavato delle rette, durante i mesi invernali.

I lavori della colonia-asilo terminano nel 1962 con un costo di 6 milioni di lire, escluso il lavoro di vari anni del parroco e delle sue 2 sorelle. E qui emerge in evidenza tutta la grandezza di questo prete: con una dichiarazione davanti al Vescovo, don Torri si assume l’onere di pagare questo debito senza pesare sulla popolazione e sulla chiesa di Albenza. Chiede in cambio la celebrazione di un Ufficio funebre annuo nell’anniversario della sua morte.

La sua colonia estiva funziona bene. Così scrive nel 1962: “Colonia Montana in Albenza dal 28 giugno a settembre: 55 letti piccoli e 15 letti grandi. Tutto arredato. La retta è di lire 14.000 circa mensili. I bambini provengono da Caravaggio, Filago, Madone, Bonate, Curno, Spirano, Lecco e Milano ecc.. per un totale di 115 bambini. Belle le passeggiate alla Roncola, Costa, Cornabusa, Linzone, Valcava, Colle, Malanotte, e Baita.”

10 Almenno S. Bartolomeo

Ma i lavori di don Torri non finiscono mai. Nel 1961 costruisce la scalinata dalla chiesa all’asilo con 500 quintali di materiale tra sassi sabbia e cemento.

Nel 1962 pone sulla facciata della chiesa la lapide ai caduti delle due guerre mondiali sostituendo quella precedente, in marmo friabile, dedicata ai caduti della 1^ guerra.

E la casa dei parroci? Don Torri si occupa anche di questa. Al suo arrivo la casa appariva fatiscente e forse inabitabile: la cucina era orribile, pavimento in mattoni completamente sbriciolato, nero, con delle buche.

Nel muro c’erano buchi vecchi e antichi nidi di galline. Il camino era enorme adatto ad essiccare le castagne. Don Torri dopo aver rifatto il pavimento con marmette, abbatte il vecchio camino sostituendolo con uno nuovo e sistema un po’ tutta la casa.

Nel 1963 don Torri, dopo molte insistenze vede finalmente realizzato un altro progetto: l’asfaltatura delle strade da Almenno S. Bartolomeo fino a Camutaglio approfittando della presenza in Comune del Sindaco Stanislao Tironi di origini albenzesi. E nello stesso anno tra settembre e ottobre don Torri costruisce la strada Cabardelli-Chiesa lavorando di piccone e badile.

Vi furono anche dei sogni-desideri che non riuscì a realizzare come la costruzione di una chiesa dedicata a S. Giuseppe a Cacastrone e l’Oratorio vicino alla chiesa con salone per cinema e teatro, aule di catechismo e sale da gioco. Di questo Oratorio esiste il progetto a cura dell’ing. Angelucci.

Ma nel maggio 1964 arriva la notizia che mette in subbuglio tutto il paese: don Torri viene trasferito a Martinengo. La piccola parrocchia di Albenza vive uno dei momenti più dolorosi e controversi della sua storia.

La popolazione dell’Albenza insorge e ricorre al Vescovo.

Anche se c’erano state delle incomprensioni tra il “gregge e il pastore”, in questa occasione tutto il gregge vuole il proprio pastore dimostrandogli, anche se un po’ in ritardo, tutto il suo amore. Iniziano le delegazioni presso il Vescovo Gaddi per fermare don Torri in Albenza.

Si muove il sindaco di Almeno S. Bartolomeo, si muovono quasi tutti i capi famiglia.

Non riuscendo nel loro intento, i pacifici manifestanti si radunano in un locale pubblico e alla presenza dei giornalisti spiegano le ragioni per cui si oppongono al trasferimento del loro parroco: «Ha fatto più lui per il nostro paese che tutti noi messi insieme» dicono i parrocchiani. La tensione sale di tono anche fomentata dagli articoli dei giornalisti che non aspettano altro. Anche la questura di Bergamo si interessa al caso e il 5 giugno 3 funzionari della Questura si recano in Albenza per raccogliere informazioni. Il Vescovo Gaddi, ormai un po’ seccato scrive agli Albenzesi che la finiscano una buona volta, chiedendo al Parroco di spiegare i motivi del trasferimento. «Voi mi mettete in una situazione imbarazzante - dice don Torri - e quindi fatemi il favore di starvene un po’ quieti. Persino i giornalisti siete andati a chiamare come se loro non avessero altro da scrivere. Io voglio bene a tutti voi, ma il mio Arcivescovo mi ha ordinato di andare a Cortenuova di Sopra ed io là andrò sia pure con il cuore gonfio perché mi rincresce lasciarvi». Ma gli Albenzesi minacciano di chiudere la chiesa costruita dai loro vecchi e decidono di continuare ad oltranza la polemica con la Curia.

A don Torri non rimane che una scelta per evitare scontri con i suoi parrocchiani e le forze dell’ordine: lascia l’Albenza di notte dopo aver trasferito il suo povero mobilio con 5 piccoli trasporti notturni.

Dopo 11 anni e 7 mesi finisce così tra polemiche e divisioni la missione in Albenza di questo grande sacerdote che solo per quello che ha fatto in questa parrocchia, per come lo ha fatto e con la sofferenza con cui l’ha fatto meriterebbe sicuramente l’onore degli altari.

La sua vita è continuata poi a Cortenuova di Martinengo e poi a Chiuduno dove ha concluso la sua esistenza in fama di santità il 18 marzo 2004 a quasi 91 anni di età.

Queste alcune frasi del suo testamento: «Nel pieno possesso delle mie facoltà mentali dichiaro che, appena morto, desidero avere la camera ardente nella chiesa di S. Michele ed il mio corpo vestito con l’abito talare, cotta, stola, colletto bianco ed il tricorno nero sul capo, con gli occhiali. Desidero essere sepolto a Chiuduno nella Cappella dei Sacerdoti e sulla tomba che i fedeli spruzzino acqua benedetta portando preghiere e S. Messe. Vorrei sulla tomba l’iscrizione di S. Paolo “Cercate le cose di lassù non della terra”. Ringrazio il Signore del dono del sacerdozio e Maria SS. di avermi chiamato al movimento Mariano Sacerdotale salvandomi spesse volte la vita! Ringrazio i Chiudunesi per la mole di aiuti datemi durante la malattia; dal cielo li saprò beneficare».

Gigi di Albenza OTTOBRE

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COMUNITA’ DI SAN BARTOLOMEO

calendario delle iniziative OTTOBRE 18 domenica XXIX T. Ord. Giornata missionaria 19 lunedì

Ore 9.00 catechesi ragazzi Sarà presente un missionario a tutte le messe Pomeriggio per le famiglie ore 15.00 in Oratorio; incontro sui “Social network” Veglia Missionaria Vicariale alla Dorotina ore 20.30 Consiglio Pastorale parrocchiale ore 20.30 sala “don A. Seghezzi” 20 martedì Incontro di formazione per i genitori degli adolescenti all’Oratorio di Barzana ore 20.30 21 mercoledì Corso Vicariale catechisti ore 20.30 a Brembate Sopra Gruppo Adolescenti ore 20.30 in Oratorio (3-4-5) 23 venerdì Gruppo Giovani ore 20.45 in Oratorio Confessioni Ragazzi ore 10.00 per 4 e 5 elementare Ore 14.45 per 1-2 media e ore 17.30 per 3 media 24 sabato Ore 14.45 catechesi ragazzi Ore 17.30 catechesi gruppo dopo Cresima e ACR Gruppo Adolescenti ore 18.00 in Oratorio (1-2) Ore 9.00 catechesi ragazzi 25 domenica Ore 10.30 S. Messa Solenne nella festa del 154° anniversario XXX T. Ord. della Dedicazione Chiesa Parrocchiale (anno 1861) Ore 16.00 S. Messa con Battesimi 26 lunedì A.C. ore 20.30 in sala don Seghezzi Incontro per l’Oratorio ore 20.45 in Oratorio 27 martedì Incontro di formazione per i genitori degli adolescenti a Pontida ore 20.30 Ritiro Spirituale per anziani in Albenza ore 9.00 28 mercoledì Corso Vicariale catechisti ore 20.30 a Brembate Sopra Celebrazione penitenziale e confessioni in Parrocchiale ore 20.00 Gruppo Adolescenti ore 20.30 in Oratorio (3-4-5) 30 venerdì Gruppo Giovani ore 20.45 in Oratorio Confessioni dalle ore 9.00 e dalle ore 15.00 Ore 14.45 catechesi ragazzi 31 sabato Ore 17.30 catechesi gruppo dopo Cresima e ACR Gruppo Adolescenti ore 18.00 in Oratorio (1-2) Spettacolo teatrale del Tacapagn ore 20.45 in Oratorio

NOVEMBRE 1 domenica TUTTI I SANTI

Ore 9.00 catechesi ragazzi ore 8:00 10:30 18:00 S. Messe in Parrocchiale Ore 15.00 S. Messa al Cimitero

12 Almenno S. Bartolomeo

3 martedì

4 mercoledì San Carlo Borromeo

5 giovedì

6 venerdì

7 sabato

8 domenica XXXII T. Ord. 9 lunedì 10 martedì 11 mercoledì 12 giovedì 13 venerdì 14 sabato 15 domenica XXXIII T. Ord.

ore 8:00 S. Messa in Parrocchiale ore 8.30 S. Messa a Longa; ore 9.30 a Barlino; ore 18.00 a Cascine ore 15.00 S. Messa al cimitero ore 20.30 S. Messa in Parrocchia per tutti i defunti ore 8:00 S. Messa in Parrocchiale ore 15.00 S. Messa al cimitero ore 18.00 S. Messa in Parrocchia per i sacerdoti nativi e che hanno svolto il loro ministero nella nostra comunità Ore 20.30 Pensiero alla morte di papa “Paolo VI” con don Ezio Bolis ore 9:00 S. Messa a San Carlo ore 15.00 S. Messa al cimitero ore 18.00 S. Messa in Parrocchia per i morti di Genicotti e Longoni Ore 20.30 “Seppellire i morti”: Riflessione e preghiera sui gesti e le parole del funerale cristiano Corso Vicariale catechisti ore 20.30 a Brembate Sopra Confessione e Comunione agli ammalati ore 8:00 S. Messa in Parrocchiale ore 15.00 S. Messa al cimitero ore 20:30 S. Messa in Parrocchiale per i benefattori della parrocchia e i membri delle varie associazioni.

Confessione e Comunione agli ammalati ore 8:00 S. Messa in Parrocchiale ore 15.00 S. Messa al cimitero ore 20:30 S. Messa in Parrocchiale per i defunti dell’anno, ai familiari verrà consegnato il lume da portare sulla tomba dei propri cari.

Gruppo Adolescenti ore 20.30 in Oratorio (3-4-5) Gruppo Giovani ore 20.45 in Oratorio Ore 14.45 catechesi ragazzi Ore 17.30 catechesi gruppo dopo Cresima e ACR Gruppo Adolescenti ore 18.00 in Oratorio (1-2) Ore 20.45 in Oratorio Film “Uomini di Dio” Ore 9.00 catechesi ragazzi Ore 10.30 S. Messa per i caduti e sepoltura di Botti Giovanni e Rota Carlo morti in Germania nel 1944 Pomeriggio per le famiglie ore 15.00 in Oratorio; incontro su “Il perdono” Conferenza S. Vincenzo ore 20.30 sala “don A. Seghezzi” Incontro per l’Oratorio ore 20.45 in Oratorio Incontro catechisti ore 20.30 in Oratorio Catechesi Adulti ore 20.30 sala “don A. Seghezzi” Gruppo Adolescenti ore 20.30 in Oratorio (3-4-5) Gruppo Giovani ore 20.45 in Oratorio Ore 14.45 catechesi ragazzi Ore 17.30 catechesi gruppo dopo Cresima e ACR Gruppo Adolescenti ore 18.00 in Oratorio (1-2) Ore 9.00 catechesi dei ragazzi Convegno diocesano catechisti a Bergamo nel pomeriggio Incontro genitori e bambini della Prima Confessione ore 15.30 in oratorio OTTOBRE

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COMUNITA’ DI SAN BARTOLOMEO

2 lunedì Commem. dei defunti

SOLENNITA’ dei SANTI PATRONI

Bartolomeo e Timoteo

Patroni di tutto il nostro territorio Solo “UNITI SI FA COMUNITA’” : con questo messaggio e con questo obbiettivo ben preciso ci siamo lasciati un anno fa a conclusione della 1^ Sagra Patronale dei Santi Bartolomeo e Timoteo.

Ed è con questo spirito che la nostra Parrocchia, coinvolgendo i vari gruppi e associazioni che operano nel nostro paese, ha deciso di organizzare la 2^ edizione della Festa Patronale 2015, che si è svolta dal 18 al 24 agosto.

Dietro questo avvenimento c’è però un grande lavoro di organizzazione e impegno che ha coinvolto tutti: Parrocchia, Gruppo Alpini, Oratorio, Amministratori e strutture comunali, cittadini delle varie frazioni. ... E si’, perchè San Bartolomeo e .San Timoteo non sono solo i patroni della nostra parrocchia, ma sono i patroni di tutto il territorio di Almenno, non sono solo i patroni di chi si riconosce nella comunità parrocchiale, ma sono i patroni di tutti i cittadini che vivono nel nostro comune, indipendentemente dal loro dal loro credo religioso e appartenenza politica, così come indicato nel messaggio e nella benedizione inviati dal sagrato della Chiesa a tutti gli Almennesi lo scorso anno dal nostro Parroco al termine della festività.

Le idee si sono trasformate quindi in realtà e le proposte, fatte in diversi incontri preparatori svoltisi all’Oratorio, si sono concretizzate in intensi momenti religiosi, culturali, ludici e musicali ..... per fare festa insieme.

La Sagra Patronale è tradizionalmente l’occasione per scendere ….(salire..) in piazza, socializzare, incontrare amici, fare nuove conoscenze, oltre a divertirsi, cenare insieme.

Nelle sere in cui il tempo ce l’ha permesso, per i più piccoli, sul sagrato della chiesa, hanno funzionato a pieno ritmo i gonfiabili, gestiti dagli animatori dell’Oratorio.

Oltre naturalmente alle serate ricche di avvenimenti, giochi, tombole, proposte musicali per tutti i gusti, cene e base di grigliate, fritture di pesce, buon vino e birra fresca si sono svolti numerosi e intensi momenti religiosi.

Gli appuntamenti di carattere religioso della Festa patronale hanno avuto un anteprima già domenica 16 dopo la S. Messa delle 18,30 con l’esposizione delle reliquie dei Santi Bartolomeo e Timoteo.

Tutti i giorni, per tutto il periodo della Sagra, oltre alla S. Messa delle 8.00, veniva celebrata allo ore 18.00 un’altra S. Messa in onore dei Santi Patroni.

Lunedì 17 nella Chiesa Parrocchiale si è svolto un incontro, molto partecipato, dal tema “Sandali che profumano di Vangelo” sulla figura di don Alessandro Dordi prete Missionario, Martire,relatore Mons. Arturo Bellini.

Martedì 18, alle 19 apertura della Sagra. Alle 20,30 si è svolto il “Torneo di burraco”, gioco a carte, con la partecipazione di ben 40 persone, abilmente organizzato e gestito da Carmen Fagiani e Claudia Rota.

14 Almenno S. Bartolomeo

Mercoledì 19 nella Chiesa Parrocchiale, gremita di persone, il Prof. Paolo Manzoni, ha tenuto un interessante e seguitissimo incontro sulla Storia della Chiesa Parrocchiale di Almenno S.Bartolomeo, intervallato da suonate per organo eseguite da Nora Battaglia da poco diplomatasi come maestro d’organo.

Giovedì 20 sotto il tendone della festa, dopo la cena, ha avuto luogo l’iniziativa “CANTI POPOLARI insieme”. Il nostro Gigi di Albenza, con la sua chitarra, accompagnato da altri musicisti locali con fisarmonica, ci ha fatto divertire e ha rallegrato la serata, coinvolgendo tutti i presenti con canti popolari preparati e scelti con competenza e cura dalla nostra Wilma Rocca.

Venerdì 21 presso la Chiesa di S. Caterina, l’Arch.

Cesare Rota Nodari, ha presentato al pubblico presente un libro dal titolo “PRESEPI”. In questa circostanza, visto l’argomento della serata, c’è stata l’apertura straordinaria del PRESEPIO con la possibilità di poterlo visitare. (ndr: si veda a seguire la breve nota sulla serata) Sabato 22 dopo la S. Messa delle 16,30 sotto il sagrato della chiesa parrocchiale ha avuto luogo un concerto di “campane e campanine” a cura dell’associazione campanari bergamaschi, evento seguito con interesse e curiosità da un numeroso pubblico.

Naturalmente tutte le sere il nostro Osvaldo Locatelli, ha abilmente gestito e presentato ricche tombole e lotterie con bellissimi premi in palio, con la serata di sabato 22 caratterizzata dalla SUPERTOMBOLA, con in palio un TV 42 pollici, evento atteso da tanti appassionati di questo gioco della fortuna.

Domenica 23 alle 12,30, sotto il tendone della sagra, ha avuto luogo il tradizionale “PRANZO COMUNITARIO” che ha visto la partecipazione di quasi 200 persone, in un clima di amicizia e di festa.

In concomitanza, novità di quest’anno, su proposta di Claudia Rota,che ha organizzato e gestito la manifestazione, si è svolto il Concorso “Torta del Patrono”. Un’iniziativa che ha avuto un buon successo con

ottime torte preparate da concorrenti preparatissimi, e che ha visto il nostro Sindaco Giambattista Brioschi come componente della giuria che ha proclamato i vincitori della gara.

Per dovere di cronaca le prime tre torte classificate sono state vendute all’asta.

OTTOBRE

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Domenica 23 alle 18,00 S. Messa solenne con Processione per le vie del paese con la novità del nuovo percorso, Via IV Novembre, piazzale del Comune (con sosta e discorso del Sindaco Giambattista Brioschi), Via Castello Rescanzi, e ritorno in Piazza Pezzoli con saluto e benedizione a tutto il paese sul sagrato della Chiesa Parrocchiale .

Lunedì 24 (giorno liturgico di S. Bartolomeo) dopo la S. Messa delle 18,00 si è svolta la reposizione delle reliquie dei santi Patroni.

Alle 19 è stata aperta la cucina, per l’ultima serata della sagra.

Al termine il nostro compaesano DJ PEPE ha allietato la serata con il KARAOKE che ha visto l’appassionata e calorosa partecipazione di molte persone che si sono presentate ai microfoni desiderose di mostrare le loro abilità canore nel cantare canzoni di ogni genere e di varie generazioni.

Ottima l’affluenza di persone nelle varie serate. Momento clou sabato 22 agosto con la presenza di circa 500 persone.

16 Almenno S. Bartolomeo

Convinti che l’aspetto economico non è quello principale di queste feste della Comunità, comunque per dovere di informazione e di massima trasparenza, il ricavato netto delle sagra è stato di €. 7.722 che sarà interamente utilizzato per i lavori di ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale.

Si ringraziano tutti i volontari e volontarie che hanno collaborato nell’organizzazione e che hanno investito tempo, denaro ed energie per il successo della festa e di tutte le iniziative comunitarie.

Solo con la collaborazione e la partecipazione di tutti alle prossime iniziative e attività comunitarie si potrà in futuro affermare ancora che …”UNITI SI FA COMUNITA’.

Giorgio

Nel libro “PRESEPI” un po’ della nostra storia Nel contesto delle iniziative organizzate in occasione della Sagra Patronale dei Santi Bartolomeo e Timoteo, abbiamo avuto il piacere di ritrovarci e partecipare alla presentazione del libro “PRESEPI”, scritto dall’Arch. Cesare Rota Nodari.

Nell’ambientazione intima e suggestiva offerta dalla Chiesetta di Santa Caterina, venerdì sera 21 agosto, è stata presentata la nuova edizione dell’opera celebrativa dei 40 anni del nostro Presepio, dalla sua fondazione fino al Monumento al Presepio ed ai personaggi di recente installazione.

Protagonista indiscusso della serata il libro “PRESEPI”, presentato dallo stesso autore attraverso un ricco percorso fotografico, contornato da ricordi ed esperienze condivise con i presenti, creando un’atmosfera magica e nostalgica.

Un’accurata ricerca ha riportato in vita fotografie, testimoni della storia e delle fondamenta del nostro Presepio: abbiamo potuto riconoscere ragazzini che ora hanno qualche capello grigio, ricordare volontari e benefattori del Presepio ed infine scoprire anche alcuni piccoli segreti e curiosità.

Al termine della serata i presenti hanno potuto acquistare copia del libro con l’autografo dell’autore.

Il libro sarà in vendita presso il nostro Presepio in occasione della sua riapertura a Natale, oppure contattandoci ai seguenti numeri e indirizzo: Ruben : 035640835 ; Marco : 3388184135 ; e-mail : amicipresepioalmennosb@gmail.com Matteo per il Gruppo Amici del Presepio OTTOBRE

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FESTA DI SAN TOMMASO ALLE CASCINE “Allunghiamo la mano e pronunciamo la nostra professione di fede” Eccoci, anche quest’anno nella nostra comunità abbiamo festeggiato san Tommaso apostolo nella chiesa più antica della nostro paese. Potrei parlarvi di come si è svolta la festa, ma rischierei di dirvi quello che sapete già o che avete letto sugli avvisi, quindi tenterò di portare l’attenzione sul significato di alcune scelte e raccontarvi qualcosa dal “dietro le quinte”.

Iniziamo con la processione che quest’anno è partita dalla chiesa della Visitazione per concludersi a san Tomè, ovvero siamo passati dalla chiesa, se così si può dire, più giovane alla chiesa più antica della nostra comunità, come a voler dire che non sono due cose separate, ma che serve il passato per continuare nel presente e nel futuro.

Chi ha potuto partecipare avrà notato lo stile “contadino” nella preparazione dell’altare (balle di fieno, granoturco, uva….) per riportarci al territorio che accolse san Tomè e alle persone che lavorarono quei campi.

Il nostro parroco nell’omelia ha voluto farci immaginare di essere tutti un po’ dei Tommaso, quando ci accingiamo ad aprire la porta di san Tomè per entrare, e che, allungando la mano per aprire la porta, è come se la allungassimo per toccare le piaghe di Gesù. Una volta dentro la chiesa, l’architettura ci suggerisce e ci fa provare un po’ della grandezza di Dio e ci aiuta a esprimere la nostra professione di fede con le parole di san Tommaso “mio Signore e mio Dio”. Mi piace pensare che la nostra comunità possa fare questa esperienza, soprattutto il giorno della festa, e che entrando in questo piccolo edificio ma grande gioiello dell’architettura, sia aiutata a entrare nella grandezza di Dio e nel suo grande amore, ricordando quel Tommaso che rappresenta la difficoltà di tutti di credere prima di

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giungere a pronunciare “mio Signore e mio Dio” Infine un ringraziamento a tutti i volontari che si sono adoperati perché la festa sia potuta avvenire nel migliore dei modi, un grande grazie anche alle persone che hanno preparato: torte, bibite,biscotti.. ecc.

Grazie anche a tutti coloro che hanno partecipato e un arrivederci ai prossimi appuntamenti parrocchiali.

Ettore a nome dei tanti piccoli volontari

Natività di Maria ... festa a Barlino

“ Maria, l’amata Maria, goccia del mare” Domenica, 6 settembre, abbiamo celebrato la festa in onore di Maria Bambina.

E’ stato molto emozionante partecipare alle funzioni nella chiesetta di Barlino, in un’atmosfera particolarmente raccolta e quindi più vicina a tutti noi.

Durante le omelie delle sante Messe i sacerdoti nel presentarci la figura di Maria ci hanno ricordato che nella sua vita ha sempre invitato ad ascoltare gli insegnamenti di Gesù.

Nella cerimonia del pomeriggio abbiamo riflettuto su quanta felicità dona l’essere genitori e come anche Gioacchino e Anna abbiano provato gli stessi sentimenti alla nascita di Maria. Anche allora come oggi si pensava al nome da dare al proprio figlio e loro scelsero Maria, un nome che ora usiamo meno anche se si va riscoprendo, consapevoli della sua bellezza.

Maria ha innumerevoli significati che lo rendono un nome che nella sua semplicità esprime un’importanza infinita.

Maria significa l’amata, la signora e infine una goccia nel mare. Nel nome di Maria era segnata la sua missione, il suo destino, la sua grandezza.

Questa festa è stata l’occasione per vivere momenti veramente ricchi di partecipazione da parte di tutta la comunità.

Per tutti Maria è la persona che aiuta i credenti ad avvicinarsi a Gesù e a mettersi in un atteggiamento di ascolto.

E’ sempre bello sentirla vicina a noi e affidarci a lei.

Roberto OTTOBRE

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PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE Loreto, San Giovanni Rotondo, Pompei 31 agosto - 4 settembre “Cosa facciamo? Andiamo anche quest’anno qualche giorno in gita con gli amici di Almenno?”…“Ma si dai. Dove vanno questa volta?”… “Il percorso è bello. Si va a Loreto per proseguire poi per San Giovanni Rotondo. Passando da Monte Sant’Angelo si attraverserà l’Italia in largo per arrivare a Napoli e poi a Pompei”. “L’anno scorso siamo andati ad Assisi e Roma e ci siamo trovati benissimo…andiamo anche quest’anno, va bene”. Eccoci ancora qui insomma.

Fanno parte di questo viaggio le persone che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni tra viaggi e pizzate, (ci faremo compagnia anche questa volta); i luoghi dove passeremo… dove dormiremo… (sono belli e la stagione è ancora buona), la preghiera (Basiliche e Santuari sono luoghi di fede frequentatissimi e vi incontreremo tanta altra gente che come noi è in cammino).

Loreto e la Santa Casa di Loreto

Non conoscevamo il perché di questo nome. Una parte della casa di Nazareth di Maria è stata ricostruita all’interno di questo Santuario. I sassi della casa di Maria sono stati trasportati con una nave dalla Terra Santa e sono arrivati fino a Loreto attraverso diversi passaggi di mano. Queste pietre sono state nascoste… protette… conservate… ereditate… donate… nei vari secoli. Sono le Sacre Pietre della casa di Maria, una delle reliquie più importanti e venerate.

In questo Santuario si può entrare nella casa della Madonna e se si chiudono gli occhi si può immaginare la vita delle persone che l’hanno abitata.

Chi sono??? Maria, Giuseppe… Gesù. Loreto è bellissima. Il paese vecchio è costruito in alto su una collinatura, viuzze e case di tufo. Si vede il mare… e qualcuno comincia a pensarci… eh eh.

San Giovanni Rotondo

Proseguiamo il viaggio, ma a San Giovanni Rotondo arriveremo con molto ritardo a causa di un incidente. Un camion ha perso tutto il suo carico di pomodori sull’autostrada e l’ha bloccata facendoci perdere due o tre ore. Solo sfortuna? No no… sono tutti matti qui.

Mentre si viaggia si chiacchiera, si canta, si prega, e meno male che qualche bambino ogni tanto viene a tenermi sveglio perché io dormo molto volentieri.

A San Giovanni Rotondo tutto parla di San Pio. Questo paese si è sviluppato sotto la sua spinta iniziale. E’ un luogo di preghiera, come di preghiera era anche Padre Pio. La recente cattedrale domina il paese. Una costruzione moderna, lontana dallo stile delle 20 Almenno S. Bartolomeo

vecchie basiliche cristiane. E’ fatta per contenere tanta gente… Perché qui arriva tanta gente! La gente viene qui per pregare, per pregare un Santo, un Santo moderno dei nostri tempi, il Santo delle Stimmate, il Santo della Carità. Padre Pio fece costruire la Casa Sollievo della Sofferenza per poter aiutare più persone possibile. Adesso è un famoso ospedale, punto di riferimento della zona e non solo. Si arriva anche da lontano per farsi curare qui. Anche il nostro albergo, la Casa della Spiritualità Padre Pio, è stato voluto da lui. Come a lui si deve anche la costituzione di gruppi di preghiera e innumerevoli altre attività caritatevoli sparse ovunque. Tutto questo nasce nella sua piccola cella nel convento, tutto questo nasce dal suo grande amore per Dio e per gli uomini. Si può visitare il convento e nelle stanze dove sono raccolti gli oggetti appartenuti al Santo la parola d’ordine è semplicità… Non poteva che essere così.

Monte Sant’Angelo

Ci avviamo verso Pompei e facciamo una breve tappa ( purtroppo ) a Monte Sant’Angelo. Avete presente quelle fotografie dove si possono vedere tutte quelle piccole casette ammucchiate… appoggiate le une alle altre che dipingono di bianco la cima di una collina? Questo è Monte Sant’Angelo. Bellissimo. E bellissimo è il Santuario a San Michele Arcangelo. Dopo essere entrati in chiesa, si scende. Si scende una scala scavata nel tufo e nella pietra. Si scende fino a quando si arriva alla caverna. “La caverna è a me sacra. Io stesso ne sono il vigile custode” dice l’Arcangelo Michele. E’ un luogo ricco di storia. Ci sono bassorilievi e sculture antiche.

Si sente che tanti uomini e donne sono scesi e scendono ancora oggi lì sotto a pregare. E’ così che il Santuario si riempie piano piano ed all’inizio della Messa è gremito. E’ una celebrazione particolare dobbiamo dire. Si percepisce la forza della preghiera li sotto. Si capisce che la gente ci va per cercare qualcosa… E qualcosa abbiamo trovato perché le parole che abbiamo sentito sono state intense e credo che tanti hanno capito come noi di essere arrivati in un luogo veramente particolare. “Quello che sarà qui chiesto nella preghiera, sarà esaudito”. Sono sempre le parole di San Michele. Noi siamo solo di passaggio, ma la presenza dell’Arcangelo non svanisce velocemente quanto noi da lì ce ne siamo andati.

OTTOBRE

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Napoli

Si attraversa l’Italia in largo adesso. Il mare che ci ha sempre accompagnati adesso sparisce lascia il posto a pascoli (già brulli e senza erba per le bestie che vi pascolano a causa della stagione molto calda di quest’anno) e campagna coltivata. Pomodori… i famosi pomodori… e gruppi sparsi di braccianti sotto il sole a raccoglierli. Uliveti. Campi coltivati ad ortaggi pronti per la raccolta.

Quando rivedremo il mare saremo a Napoli. Napoli sembra che scivoli dalle colline fino in mare. Sullo sfondo il Vesuvio ci farà compagnia per i prossimi giorni. Napoli è stata città importantissima nei secoli scorsi, peccato adesso sia solo sinonimo di brutte cose, le sentiamo spesso in tv. Ma noi qui ci stiamo solo per una sosta e vogliamo solo una cosa… Mangiare!! Una pizza!! Che altro? Con il mare alle spalle abbiamo trovato quello che cercavamo. Chiediamo scusa a tutti i pizzaioli, anche ai presenti nel gruppo, ma le nostre sono diverse. Certo… Se vogliono mangiare una buona polenta loro devono venire da noi!!

Facciamo un salto in Piazza del Plebiscito, due passi due in Galleria San Carlo e poi bisogna ripartire.

Pompei è lì vicino.

Pompei

Sempre alle pendici del Vesuvio, Pompei è famosissima per gli scavi archeologici che hanno riportato alla luce una città ed il modo di vivere dei suoi abitanti. E’ famosa anche per il Santuario di Maria Beata Vergine del Santo Rosario. E’ stato voluto e costruito insieme ad altre strutture adiacenti da tal Beato Bartolo Longo. Uomo dalle dubbie origini Bartolo ma, convertitosi al Cristianesimo, percepì anche lui la fame di misericordia e carità tra le genti del suo tempo. Trascorse la sua vita al servizio degli altri. Che dire di più. Nel tentativo di introdurre la pratica del Rosario tra quelle popolazioni inizia la storia del dipinto della Madonna del Rosario oggi venerato a Pompei. Tutto si svolge tra Pompei e Napoli. La tela viene acquistata a Napoli in pessime condizioni. Viene restaurata per poter essere almeno espo-

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sta. Dopo una serie interminabile di spostamenti trova posto su di un altare provvisorio in una cappella all’interno del Santuario in costruzione. Da quel momento la gente inizia a pregare ai piedi del dipinto, porta oggetti preziosi a testimonianza di grazie ricevute. Il Santuario diventa meta di pellegrinaggi alla Madonna, diventa il centro di culto più importante della zona.

Il campanile è alto 80 metri e vi si può salire con l’ascensore. Da sopra la visuale è molto ampia.

Si vedono bene Napoli ed il Vesuvio, la Pompei nuova e quella degli scavi.

L’area archeologica è ampia ma quella scavata è solo una parte.

Bisogna scavare perché durante quella terribile eruzione tutta Pompei venne sommersa da 6 metri di materiale incandescente. E’ stata una sorpresa scoprire che già allora esistevano passaggi pedonali e fastfood. E’ permesso il passaggio solo in alcune vie e non si entra mai nelle abitazioni (salvo in pochi casi) per motivi di sicurezza, si può solo osservare da fuori, ma l’impressione è che si vivesse a quei tempi in modo non lontano dal nostro.

Chi riusciva si faceva la casetta, la arredava, la dipingeva… Oppure qualcuno si inventava una piccola attività che gli dava da vivere… Si usciva la sera e si andava a mangiare fuori.

Arezzo

Sulla strada del ritorno, il tempo per visitare Arezzo, che con le sue numerose chiese e capolavori d’arte ci ha riportato al Rinascimento italiano.

E’ bello camminare tutti insieme, nei momenti di svago o nella preghiera. Dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci hanno fatto compagnia in questa settimana perché chiacchierando è stato bello conoscersi meglio. Un grazie a tutti i ragazzi, siamo stati ad ascoltarli volentieri… ma forse anche loro hanno ascoltato noi. Ed un abbraccio fortissimo a tutti i bambini, che non solo ci hanno tenuti svegli durante il viaggio, ma anche sono stati bravissimi e sono stati il sale delle nostre giornate.

Ivan e Betty OTTOBRE

23

mondo missionario

OTTOBRE il mese dedicato alle missioni

Come ogni anno ottobre è il mese “dedicato alle missioni”, un momento forte dell’anno in cui vengono proposte iniziative e incontri di riflessione per sensibilizzare le nostre comunità sul tema missionario.

Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata Missionaria mondiale 2015, non manca di ricordarci:

«... La dimensione missionaria, appartiene alla natura stessa della Chiesa, è intrinseca anche in ogni forma di vita consacrata, senza lasciare un vuoto che sfigura il carisma. La missione non è proselitismo e mera strategia; la missione fa parte della “grammatica” della fede, è qualcosa di imprescindibile per chi si pone in ascolto della voce dello Spirito che sussurra “vieni e “vai”. ... La missione per Gesù Cristo è nello stesso tempo passione per la gente. Quando sostiamo in preghiera davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo la grandezza del suo amore che ci da dignità e ci sostiene, e nello stesso momento percepiamo che quell’amore che parte dal suo cuore trafitto si estende a tutto il popolo di Dio e all’umanità intera; e proprio così sentiamo anche che Lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato. …Oggi, la missione è posta di fronte alla sfida di rispettare il bisogno di tutti i popoli di ripartire dalle proprie radici e di salvaguardare i valori delle rispettive culture. Si tratta di conoscere e rispettare altre tradizioni e sistemi filosofici e riconoscere ad ogni popolo e cultura il diritto di farsi aiutare dalla propria tradizione nell’intelligenza del mistero di Dio 24 Almenno S. Bartolomeo

e nell’accoglienza del Vangelo …. “Chi sono i destinatari privilegiati dell’annuncio evangelico? La risposta è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti…

(Lc 14,13-14)»

Il Papa conclude richiamando S. Paolo quando afferma «“Guai a me se non annuncio il Vangelo”. Il Vangelo è sorgente di gioia di liberazione e di salvezza per ogni uomo. La Chiesa è consapevole di questo dono, pertanto non si stanca di annunciare incessantemente a tutti “quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi”( 1 Gv 1,1)»

INIZIATIVE

Durante il mese di ottobre verrà recitato il rosario mezz’ora prima della S. Messa del martedì al Cimitero e il giovedì e venerdì sera, prima della S. Messa in Parrocchia

♦♦ Venerdì 16 ottobre alle ore 20.30 : Veglia di preghiera in Oratorio

♦♦ Sabato 17 ottobre alle 19.00 :

Pizzata in oratorio aperta a tutti. Il ricavato verrà devoluto a padre Ferrari.

♦♦ Domenica 18 ottobre : Giornata Missionaria Mondiale.

Tutte le S. Messe saranno animate con la presenza di Padre Ferrari, missionario comboniano in Sudan, compagno del nostro Padre Manzi.

Verrà inoltre allestita la bancarella per la vendita delle torte.

Vi aspettiamo numerosi !

Livia per il Gruppo Missionario

SUOR GIANANGELA, una vita di missione in INDIA Don Vittorio, per i 50 anni di Missione in India della sorella, Suor Gianangela Carrara, le ha dedicato un opuscolo con i momenti più significativi della sua vita.

Indichiamo le date essenziali così come riportate da Don Vittorio: ■■ Nata a Serina e Battezzata il 6.2.1927 con il nome di Bartolomea ■■ Inizia la sua vita religiosa il 5.9.1947 ■■ Prende i voti a Milano il 5.9.1950 diventando Suor Gianangela ■■ A servizio dei malati all’ospedale Niguarda a Milano dal 1950 al 1963

■■Missionaria in India dal 1965

Le radici della vocazione di suor Gianangela, scrive Don Vittorio, risiedono nell’esempio delle zie, sorelle di mamma, anch’esse missionarie in India ed in Argentina dove ora riposano e questa sua vocazione l’ha portata a lavorare in ben cinque zone diverse dell’India, prima come ostetrica poi come direttrice d’ospedale ed ora come responsabile adozioni e dell’infermeria.

Cinquant’anni di vita missionaria!!

Che dire… dietro queste brevi frasi, dietro questi succinte informazioni, vi è nascosta una vita straordinaria, fatta di una profonda fede, di scelte coraggiose, tanti sacrifici, forse gioie, ma soprattutto tanta coerenza. Le radici di questo grande albero erano forse semplici germogli spuntati dalla dura terra delle nostre valli, ma la fede in Dio, come un bastone fissato a terra, li ha sorretti e anno dopo anno hanno saputo dare frutto.

Una storia di vita non rivolta, come umanamente accade, a costruire o fare qualcosa per se stessi e il proprio futuro ,ma che ha saputo mettere al centro il prossimo, mettendosi al servizio degli Suor Gianangela (in primo piano con la veste altri, e in questo abbandonarsi al volere di Dio , Suor Gianangela scura) e Don Vittorio con il gruppo delle Suore ha lavorato e lavora per il “bene” più grande, che nessuno potrà tutte dell’India mai sottrarle.

Complimenti Suor Gianangela, preghiamo per Lei, affinché senta sempre nel suo cuore l’abbraccio speciale con il Signore. E per concludere riportiamo integralmente questa bellissima preghiera scritta da Suor Gianangela il febbraio scorso in occasione della festa della Madonna di Lourdes.

“Con te, il mio Magnificat”

Maria, alla sera della mia vita aiutami a ringraziare il Signore per tutte le grazie che mi ha fatto.

Ottienimi la certezza che i miei peccati sono stati perdonati, che le mie sofferenze, la solitudine e il sentimento della mia miseria, sono una riparazione , che la mia vita ha ancora uno scopo.

Aiutami a lavorare secondo le mie forze e a donare un sorriso di riconoscenza, di fiducia e di incoraggiamento.

Ottienimi di accettare il mondo così com’è ed i giorni così come sono.

Donami l’amore comprensivo per coloro che mi circondano.

Preservarmi da una sera egoista, triste e irascibile, dai rimpianti inutili, dai ricordi che turbano, dalle angosce che affliggono.

Dammi la ferma fiducia che il Signore mi attende per stringermi al suo cuore e farmi entrare nella sua gloria eterna. Amen.

Livia per il Gruppo Missionario OTTOBRE

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mondo missionario Dalla BOLIVIA …

il nostro Simone ci manda un nuovo contributo…

28.08.2015 Agosto… un mese strano per me, “missionario” del 2015… un mese caratterizzato da molti arrivi… amici che, grazie alle ferie estive, scelgono una “vacanza alternativa”, per rincontrare persone care che non vedono da tanto tempo…

ARRIVO… sicuramente la parte migliore del viaggio… che gioia quanto rivedi quei volti che, prima di allora, avevi visto solo in foto o al massimo attraverso Skype… il primo sguardo all’aeroporto è qualcosa d’indescrivibile… il tempo sembra fermarsi… scorrere al rallentatore e diventa l’istante più bello del mondo… … Poi si parte… il VIAGGIO ha inizio… cerchi di sfruttare al massimo quei giorni insieme… corri a destra e a sinistra… in lungo e in largo… vuoi far vedere il tuo “lavoro” e la realtà dove sei immerso… tutti ti chiedono: “Quando facciamo qualcosa???”… una domanda con tanta carica ma, a volte, per la frenesia, ti dimentichi che lo STARE è più importante del FARE… vedere è la cosa più importante… è la testimonianza più bella che puoi lasciare… il tempo che prima ti sembrava fermo però, adesso scorre veloce… così veloce che nemmeno ti accorgi che le ore, i giorni e persino le settimane volano inesorabili… ciò che questi volti amici vedono non ti sembra mai abbastanza… ogni volta, quando il viaggio sta per finire, dico: “Potevi fermarti una settimana in più!!!” … la verità però è che, nemmeno quella settimana, ti basterebbe… così, inesorabilmente, dopo l’arrivo e il viaggio arriva anche la partenza…

PARTENZA… la parte che sicuramente mi piace meno… una parte necessaria però… anche il Vangelo lo insegna: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa»… sarebbe bello fermarsi, assaporare quegli istanti insieme… sarebbe bello ma credo non sia giusto… non ci si può fermare… bisogna andare avanti… bisogna tornare… un arrivo senza un ritorno sarebbe inutile…

Tornare cambiati… tornare sempre con un bagaglio più ricco… più pesante… più difficile da portare ma, nella difficoltà del trasportarlo, si nasconde il vero senso del viaggio: una volta a casa si deve aprire quel bagaglio pesante e mostrarlo a tutto il mondo…

Con un po’ di nostalgia scrivo queste poche righe ma, nella nostalgia si nasconde anche la consapevolezza della vera bellezza… quella che arricchisce la nostra vita… LA BELLEZZA DEGLI INCONTRI… Grazie amici per quest’Agosto intenso ma che mi da tanta carica per andare avanti con spirito rinnovato… … Che il vostro ritorno possa essere una nuova partenza…

Il vostro amico e fratello Simone 26 Almenno S. Bartolomeo

« UN’ESPERIENZA ENTUSIASMANTE : … ho intrapreso un tratto di strada, … ho imparato a STARE, ad ESSERCI, a CONDIVIDERE … » Chiara

Sembra che il tempo abbia iniziato a trascorrere lento, più lento del solito; le giornate piene di impegni ed ostacoli non arrivano mai al termine ed io nei miei pensieri e nel mio cuore ho sempre un posto, tanti volti cari a cui ho dovuto dire “arrivederci” almeno per un po’.

Quest’estate ho vissuto un’esperienza diversa dal solito, lontana da casa, lontana dalla mia famiglia e dagli amici, son partita sicura di trovare ad accogliermi in questa nuova terra degli amici che avevo salutato tempo fa e con cui avevo già intrapreso un pezzo di strada, amici che mi aspettavano in una nuova casa, in una nuova famiglia e con tante altre persone che mi avrebbero accompagnata in questa fantastica avventura.

Ogni giorno trascorso in Bolivia per me era nuovo ed io volevo accogliere questa NOVITA’ anche se non sempre è stato facile; mettersi in gioco, cambiare abitudini, confrontarsi, essere disponibili, mettere gli altri prima di se stessi, offrire il proprio tempo a qualcuno che ancora non conosci, non è semplice e non è da tutti, ma ognuno di noi può fare un tentativo per capire quale è la cosa giusta da fare, la vera strada che si vuole percorrere e le cose che contano davvero nella vita.

Quando si entra a far parte di una realtà nuova ci si entra in punta di piedi, a piccoli passi per imparare a scoprire pian piano, durante il cammino, nuovi colori, sapori e profumi che entreranno a far parte della tua quotidianità e che faranno fatica ad abbandonarti.

Nonostante sia già trascorso molto tempo dal mio ritorno in Italia, il ricordo della tanto amata terra boliviana è ancora vivo in me e ogni volta che ci penso il mio viso si illumina e si rallegra perché ho imparato a STARE, ad ESSERCI, a CONDIVIDERE e ogni piccolo gesto è diventato importante: un

sorriso, una stretta di mano, un abbraccio spontaneo di un bambino, una preghiera, un pasto condiviso.

Le azioni compiute in quella terra son state compiute con il cuore e seguendo le orme e le parole di Chi ci ha insegnato a DONARCI all’altro; stare con i bambini, con dei ragazzi disabili, fare due chiacchiere con gli anziani, ascoltare le storie di chi ha fatto tante esperienze e di chi ha cambiato la propria vita per offrirsi agli altri son state un vero e proprio insegnamento.

Porterò sempre con me i bambini con i loro sguardi intensi, i loro sorrisi, le loro manine che prendono le tue e ti guidano e ti stringono forte per farti capire di restare, ti fanno giocare con loro e spesso comunicavano con te solo con dei piccoli gesti, con delle parole semplici in modo tale da riuscire a comprenderle; i ragazzi di Danilo che sono stati dimenticati dalle loro famiglie ma che grazie a lui ne hanno trovata una nuova ed ora condividono una casa e tante gioie; l’instancabile suor Dorotea che nonostante la sua età continua a donarsi al prossimo, a strappare un sorriso alle sue vecchiette rimaste ormai sole e a portare l’insegnamento del Signore sulle strade del mondo; tutti i ragazzi volontari in Bolivia che ho avuto la possibilità di conoscere durante il “Gruppo Bergamo” e tutte le loro guide spirituali (preti e suore) che ognuno in una realtà diversa della Bolivia offre il suo piccolo contributo per migliorare qualcosa.

Ed infine ringrazio chi mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza, chi è sempre stato al mio fianco e mi ha accompagnata durante questo percorso fatto di momenti gioiosi, di riflessione e di condivisione. È stato intrapreso un tratto di strada in una parte di mondo ed i miei piedi ed il mio cuore aspettano con trepidazione di continuare a percorrere quella strada per arricchirsi durante il cammino e una volta giunti a destinazione condividere con chi si incontra ciò che ti è stato donato.

OTTOBRE

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LO ASI ZI POZ Tigli -

La sacca è pronta

ei d o d per il primo giorno al Nido ... che emozione !

- Ni

Vediamo un po’…. “Quattro bavaglie, un asciugamano, calze, body… c’è tutto!” La sacca è pronta per il primo giorno d’asilo, che emozione! Come ogni inizio anche quest’esperienza è stata carica di aspettative, tensioni e scoperte: il primo distacco fisico dalla mamma (dopo quello della nascita) e l’inserimento in una nuova dimensione fatta di ambienti e persone nuove.

La mamma era forse un pochino in apprensione, mentre il papà sembrava più a suo agio. La piccola nei primi giorni è stata tranquilla, molto incuriosita e attratta dalle novità. La reazione al distacco si è sentita qualche giorno dopo e in alcuni momenti è stato difficile il saluto del mattino. Solo una manciata di minuti critici, ma poi la bimba si è trovata accolta da un ambiente affettuoso, premuroso, rassicurante e stimolante al tempo stesso.

In questi giorni abbiamo notato che al ritorno dal nido la richiesta di attenzioni e di coccole è aumentata moltissimo. Abbiamo anche notato dei piccoli cambiamenti nella direzione dell’autonomia, che ci hanno sorpreso positivamente. Un altro elemento positivo è stato il ruolo del papà nell’inserimento, che spesso ha fatto da tramite rendendo il distacco dalla mamma più dolce. Insomma, questo primo mese di asilo nido è stata la prima esperienza della nostra famiglia nella comunità in cui viviamo da poco, e siamo molti felici perché ci siamo sentiti accolti e rassicurati dalle belle persone incontrate, di cuore oltre che professionali. mamma e papà di Tea 28 Almenno S. Bartolomeo

CONOSCERE LA NOSTRA SCUOLA MATERNA Riprendiamo la pubblicazione del fascicolo preparato dalla nostra Scuola Materna “Scuola dell’infanzia: crescere in una grande famiglia” di cui abbiamo riportato la copertina e l’introduzione della Presidente nel numero del notiziario del maggio scorso.

Ecco qui di seguito il primo capitolo..

La redazione

1- Insegnamento della Religione Cattolica La nostra scuola è una scuola paritaria e svolge a tutti gli effetti, come la scuola statale, l’insostituibile funzione di istruzione pubblica assegnatale dalla Costituzione della Repubblica italiana, per la formazione di ogni persona e la crescita civile e sociale del paese.

La nostra scuola è ad ispirazione cristiana e propone a tutti i bambini percorsi di arricchimento, di apertura verso il mondo e di pratica dell’uguaglianza nel riconoscimento delle differenze: le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la diversità si trasformi in disuguaglianza.

L’ obiettivo è quello di introdurre i bambini alla conoscenza religiosa, cogliendo come il Cristianesimo ha rilevanza culturale per comprendere il nostro tempo. In questo tempo non si prega perché non si vuole convertire nessuno, ma ci si arricchisce di conoscenze attraverso racconti biblici, esperienze dirette, contemplazione del creato; il bello, il buono, tutto serve per nobilitare i sentimenti dei piccoli ed allenarli al rispetto, all’amore, all’armonia dell’essere, attraverso le pratiche religiose.

Proprio per questo la nostra scuola ha il compito di sostenere attivamente la loro interazione e la loro integrazione attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture, in un confronto che non elude questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari, le differenze di genere.

Garantisce, quindi, uno spazio-tempo affinchè ogni bambino possa esprimere l’adesione del suo cuore al “Dio dei propri padri”, come insegnano il papà e la mamma.

OTTOBRE

29

“Un sorriso per Danila”

Una camminata, un ricordo affettuoso e una giornata gioiosa con l’aiuto di molti!

Il cammino è un gesto nobile, ci rende tutti uguali in quanto esseri umani immersi, senza mezzi artificiali, nel mondo che ci circonda. In un certo senso camminare è un atto di ringraziamento dell’uomo a Dio. Senza voler aspirare a queste vette spirituali, la terza camminata “Un sorriso per Danila”, che si è svolta domenica 20 settembre, ha rappresentato l’omaggio a una cara amica che non c’è più. La celebrazione del suo ricordo darà, una volta di più, nuovo slancio a bambini, corpo docente e genitori per affrontare l’anno didattico da poco iniziato. Ed è stata una bella festa!!

Quest’anno si è optato per un nuovo percorso: partenza dall’Asilo di Cascine con arrivo a San Tomè dove Don Giulivo ha celebrato la Santa messa; una volta finita si è fatto ritorno all’asilo dal sentiero dell’Agro, dove è stato allestito un festoso ristoro. Per ottenere tutto ciò è stato necessario l’aiuto di tante persone. Innanzitutto il gruppo Alpini che, con la loro esperienza e dedizione, rendono ogni anno tutto possibile. Tutti quei genitori, anche di bambini non più frequentanti l’Asilo, che da tre anni a questa parte si danno sempre un gran da fare per realizzare l’evento, e sempre con il sorriso sulle labbra! Il gruppo podistico di Almenno San Bartolomeo e la Croce Azzurra di Almenno San Salvatore che hanno contribuito a definire e presidiare il percorso. Il supermercato Conad che ha regalato le magliette commemorative della camminata. La Pasticceria Pina. La Grafo di Palazzago che ha offerto il materiale per pubblicizzare l’evento. I clown Runner e Tortina ed i gonfiabili, che hanno allietato e reso divertente l’intera giornata. Don Giulivo e tutte quelle persone che, a vario titolo, hanno reso più sicuro e piacevole il divertimento di tutti i bambini. Danila, che da lassù ci ha regalato una splendida giornata di sole. E per finire i nostri bambini che sono il nostro motore.

Nel salutarci e darci appuntamento al prossimo anno, è importante ricordare che tutto il ricavato della Camminata andrà a finanziare le attività organizzate per i bambini dell’Asilo Pozzi e del Nido dei Tigli e quindi è doveroso fare sempre di più!!! Aspettiamo a braccia aperte chiunque volesse aggiungersi al Comitato Genitori che ha voluto realizzare questo progetto. Ciao a tutti…ciao Danila.

Il Comitato Genitori Asilo Pozzi

PREGHIERA DELLE INSEGNANTI in occasione della S. Messa per Danila Signore, accompagna noi insegnanti nel nostro delicato compito: dona alle nostre braccia tenerezza infinita, per accogliere questi tuoi piccoli figli in ogni momento di gioia o difficoltà; dona luce ai nostri occhi, per poterli guardare nel profondo e comprendere l’immensità del loro cuore; dona gioia ai nostri volti, per condividere con loro le meravigliose scoperte di ogni giorno; dona forza e saggezza ai nostri passi, per seguire il loro cammino come discrete sentinelle pronte a sostenerli e rassicurarli. … E tu, Maria, Madre Santissima e maestra per eccellenza, stendi il Tuo mantello sopra questi tuoi figli, guidali e proteggili nel loro cammino verso Tuo figlio Gesù Cristo nostro Signore.

Valentina Alvanini

PREGHIERA DEI BAMBINI per Danila Per la nostra maestra Danila che ha oltrepassato le soglie della vita terrena ed è tornata tra le braccia del Padre celeste: possa vedere fin d’ora il volto splendente di Cristo che è Amore. Noi ti preghiamo.

30 Almenno S. Bartolomeo

La nostra San Vincenzo festeggia quest’anno i settant’anni dalla sua costituzione nelle nostre comunità.

Ecco il calendario delle iniziative che vengono proposte per sensibilizzare tutti noi a “dare una mano”.

DOMENICA 27 SETTEMBRE Festa di San Vincenzo de’ Paoli In parrocchia: Ore 18.00 preghiera Ore 18.30 S. Messa LUNEDI’ 12 OTTOBRE Ore 20.30 in Sala Seghezzi: “Racconto di esperienze di cura dei poveri” Relatori: Operatori dei centri d’ascolto e San Vincenzo.

MERCOLEDI’ 28 OTTOBRE

MERCOLEDI’ 18 NOVEMBRE Ore 19,00 a Mozzo: Il Vescovo incontra gli operatori della carità del vicariato.

LUNEDI’ 7 DICEMBRE Ore 20,30 in Oratorio: “Ricordare, raccontare, rivivere il cammino della San Vincenzo attraverso foto e ricordi” MARTEDI’ 8 DICEMBRE Ore 10,30 in parrocchia: S. Messa di ringraziamento

Ore 9.00 in Albenza: Ritiro spirituale sul Beato Federico Ozanam, fondatore della conferenza di San Vincenzo.

(Nell’immagine qui a fianco il suo ritratto)

LUNEDI’ 9 NOVEMBRE Ore 20.30 in Sala Seghezzi: Caritas e gruppi caritativi: “Testimonianza della carità in parrocchia” Relatore: don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana e assistente ecclesiastico della San Vincenzo.

OTTOBRE

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CONFERENZA SAN VINCENZO

1945 - 2015 70° Compleanno della nostra SAN VINCENZO

CONFERENZA SAN VINCENZO

ECCO I COMPLEANNI DEI NOSTRI PARROCCHIANI OTTANTENNI ... E OLTRE MESE DI OTTOBRE Cornali Giuseppe Quarti Vincenza Piccolo Silene Natali Clelia Mazzoleni Luigina Manzoni Giacomo Scudeletti Angela Natali Maria Rota Emilia Tironi Maddalena Rota Aurelia Ronzoni Emma Locatelli Maria Leggeri Giuseppe Cerea Giacomo

3.10.1926 5.10.1925 6.10.1933 6.10.1924 8.10.1928 8.10.1926 9.10.1934 9.10.1921 10.10.1919 11.10.1934 11.10.1932 16.10.1933 21.10.1926 21.10.1933 22.10.1935

Rocca Lucia Rota Geltrude Rota Benvenuta Mazzoni Maria Manzoni Carlo Piffari Ines Rota Nodari Maria Rota Gabriella Natali Severina Mazzoleni Angelo

22.10.1915 22.10.1927 24.10.1921 25.10.1933 25.10.1935 26.10.1935 26.10.1923 26.10.1933 27.10.1932 28.10.1933

MESE DI NOVEMBRE Locatelli Beatrice Ravelli Ada Rocca Luigi Salvi Luigia Panza Battistina

4.11.1927 5.11.1930 6.11.1923 8.11.1928 8.11.1932

Dolci Rita Rocca Alessio Tironi Maria Panza Adele Masper Alessandro Rota Teresa Natali Santo Pesenti Alessandro Vassalli Stefano Rossi Giuseppina Rossi Egidio Rota Nodari Anna Donghi Battista Marcon Giovanni Cornali Laura Bonfanti Costante

9.11.1931 10.11.1932 10.11.1922 11.11.1933 14.11.1924 15.11.1924 16.11.1932 17.11.1935 17.11.1929 18.11.1929 20.11.1932 22.11.1928 22.11.1931 23.11.1926 27.11.1927 27.11.1933

Le nostre comunità di San Bartolomeo e San Rocco porgono a tutti auguri di cuore !

OFFERTE PERVENUTE ALLA SAN VINCENZO Offerta soci mese di settembre........€ 40,00 Offerta per pellegrinaggio...............€ 960,00 N.N. Cascine...........................................€

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“Il principio di una vera amicizia è la carità e la carità non può esistere nel cuore delle persone senza espandersi al di fuori; è un fuoco che si spegne se non è alimentato e l’alimento della carità sono le opere buone.”

“Vorrei racchiudere il mondo in una rete di carità” Beato Federico Ozanam

fondatore della conferenza di San Vincenzo

I confratelli della San Vincenzo ringraziano sentitamente tutti !

32 Almenno S. Bartolomeo

In una soleggiata giornata di fine agosto, parte della nostra comunità si è raccolta in momenti di visita e preghiera, percorrendo le strade della Val Camonica e raggiungendo il monastero dell’Annunciata di Piancogno e il Santuario di Cerveno.

Dopo aver attraversato e ammirato il magnifico panorama della valle, siamo stati accolti nel monastero dei frati francescani, eretto nel 1469 e dedicato all’annunciazione di Maria. La chiesa, all’interno del convento, riporta affreschi imponenti che illustrano i momenti più significativi della vita di Gesù, in particolare il dramma del calvario e, al centro, la crocifissione. Un’ulteriore serie di affreschi e una tela raffigurano il lieto evento dell’annunciazione di Maria da parte dell’angelo Gabriele. Il convento contiene la cella e le spoglie del Beato Innocenzo da Berzo, un frate cappuccino che trascorse alcuni anni della sua vita all’Annunciata.

Durante la celebrazione della Santa Messa, abbiamo avuto modo di soffermarci e riflettere sulla nostra condizione di uomini e di figli, che nonostante ripetuti errori, saremo sempre perdonati e riaccolti fra le braccia della Vergine Maria.

La visita all’affascinante santuario di Cerveno, ci ha permesso di rivivere intensamente il percorso della passione di Cristo, attraverso una ricostruzione delle stazioni della Via Crucis mediante sculture e simboli. L’accesso all’area si effettua entrando nella chiesa di San Martino, che colpisce immediatamente l’occhio del visitatore grazie al ricco patrimonio artistico e culturale che possiede. La realizzazione della Via Crucis risale al 1759 per opera di Beniamino Simoni e fu ultimata nel 1763, grazie ai Fantoni, che completarono le tre stazioni mancanti. Oltre alla raffinatezza della composizione scultorea, l’elemento che colpisce maggiormente è la riproduzione quasi reale delle principali scene lungo la via del Calvario. Tutto si basa su un preciso e accurato gioco di sguardi e di espressioni dei personaggi, che coinvolge e affascina l’osservatore, trascinandolo all’interno della storia di Gesù e a quel percorso che Egli compì per la salvezza degli uomini.

L’intera giornata, trascorsa in allegra compagnia e in un’atmosfera positiva, si è rivelata un’ottima occasione per scoprire nuove località, per contemplare le bellezze artistiche contenute nelle chiese cristiane e per ravvivare la fede e la vicinanza a Maria e a Gesù, Suo Figlio.

Grazia OTTOBRE

33

CONFERENZA SAN VINCENZO

PELLEGRINAGGIO AL MONASTERO DELL’ANNUNCIATA E AL SANTUARIO DELLA VIA CRUCIS DI CERVENO

CARI NONNI Alessandrangela Rota

«Grazie ragazzi, vi porterò sempre nel mio cuore!»

“Sapete che è dal 2001 che non festeggio più il mio compleanno?... E questa sera, dopo 14 anni, lo festeggio con voi! Grazie, vi porterò sempre nel cuore!”.

Così esordisce Alessandrangela, mentre i ragazzi le intonano “tanti auguri”, e dai loro occhi si sprigiona una luce che è tutta un inno alla vita.

Alessandrangela comincia a raccontare la sua storia, sfogliando idealmente il libro dei suoi ricordi.

Alla nostra domanda sull’origine del suo nome, in quanto ci risulta un po’ insolito, lei ci spiega che esso racchiude i nomi dei nonni: Alessandro, Angelo, Angela.

“Mio nonno Angelo, – racconta - era una persona dall’animo generoso e delicato, in punto di morte ha chiesto scusa alla nonna per gli eventuali e involontari dispiaceri che gli avesse procurato in vita, ringraziandola per tutto quanto aveva fatto per lui e per la famiglia e raccomandando ai figli di essere dei buoni cristiani, preoccupati di morire in grazia di Dio. In quel clima di fede, di onestà e di rettitudine era cresciuto mio padre Martino, mio zio Padre Pasquale e gli altri nove figli, che i nonni avevano avuto.

Mio padre e mia madre, spronati dall’esempio dei genitori, hanno costruito la loro famiglia sul modello dei loro padri, offrendo a me esempi di bontà, di fede e lezioni di vita così importanti che hanno fortemente inciso nel mio cammino.

La domenica, “giorno del Signore”, scendevo da Casagno per la chiesa parrocchiale una prima volta il mattino per partecipare alla Messa e una seconda volta il pomeriggio per la dottrina. Ho imparato presto a mettere il Signore al primo posto e nello stesso tempo a guardare il prossimo con grande attenzione”.

34 Almenno S. Bartolomeo

Alessandrangela, figlia unica, ha trascorso la sua infanzia tra i prati e i boschi di Casagno, con tanti amici e tanti vicini, con i quali condivideva gli spazi, le giornate, le cose, come in un’unica grande famiglia.

Il papà Martino lavorava a Milano come tranviere e ritornava a casa solo un paio di volte al mese, per questo motivo la famiglia decise di trasferirsi nel capoluogo Lombardo per stare tutti insieme. La mamma nel frattempo aveva trovato lavoro come custode presso un istituto religioso.

Alessandrangela dopo aver frequentato le scuole elementari ad Almenno San Bartolomeo continuò gli studi a Milano dove conseguì la maturità classica presso il liceo Beccaria, e poi il diploma presso l’istituto magistrale. Venne poi assunta da una banca di Milano, con la mansione di impiegata, dove vi rimase per 35 anni consecutivi.

Come ogni persona anche Alessandrangela dovette superare momenti difficili, soprattutto quando i genitori, ormai raggiunta l’età pensionabile, fecero ritorno a Casagno.

Rimasta sola a Milano, cominciò a frequentare più assiduamente la chiesa, recandosi spesso in Duomo, dove si soffermava lunghi momenti a pregare la Madonna, mentre la sera andava nella parrocchia del Santo Sepolcro per partecipare alle varie funzioni religiose.

“Ero sola, e spesso anche un po’ giù di morale, e allora pregavo il Signore dicendogli: “Prendimi con te, prendimi per mano”. Ho sempre sentito il Signore vicino, che mi aiutava, mi confortava, mi guidava. Mi sono innamorata di Gesù leggendo il Vangelo, qualche frase qua e là e tanta meditazione”.

Quando il papà, in seguito alla morte della mamma, rimase solo e cominciarono per lui i primi problemi di salute, Alessandrangela decise di tornare a casa per stare con il padre e accudirlo nei suoi bisogni.

Per alcuni anni fece “la pendolare”, partendo tutti i giorni da Casagno per raggiungere il luogo di lavoro a Milano, finché anche lei maturò il diritto a pensione e allora si trasferì definitivamente presso l’abitazione del padre.

Certo il fascino della città se lo portava nel cuore, la vivacità delle strade sempre affollate, il chiacchierio della gente che rompeva il silenzio, le vetrine luccicanti, il clima di festa che non la faceva sentire sola...

Casagno ovviamente era tutta un’altra cosa e i primi tempi di permanenza la angosciavano un po’, si sentiva troppo sola, faticava ad adattarsi, la nostalgia di Milano le opprimeva il cuore, così ogni mattina prendeva la macchina e scendeva in città, a Bergamo, per respirare ancora un po’ di quell’aria di festa, di movimento, di strade affollate… tutto questo le bastava a darle quella serenità sufficiente per ritornare con più entusiasmo in paese.

“Adesso invece – continua Alessandrangela - abitare a Casagno mi piace tantissimo, mi piace immergermi in quel silenzio, in quella bellezza naturale fatta di colori, di profumi, di albe e di tramonti spettacolari, che mi richiamano alla bellezza di Dio, al suo amore per la creazione e per l’uomo.

Lì provo tanta serenità, anche se mi manca la gente di Almenno e delle altre frazioni. Infatti mi piace scendere al patronato il lunedì mattina perché lì incontro le persone con cui discorrere, ascoltare, intessere buoni rapporti.

Oltre all’abitazione donatami da mio padre, posseggo anche un pezzo di terreno che ho riempito di fiori e che curo con tanta passione, dedicando ad essi parte della mia giornata, dopo la preghiera ovviamente e le faccende di casa”.

Poi Alessandrangela inizia a parlarci con entusiasmo e orgoglio del suo “grande” zio, Padre Pasquale, definendolo un sacerdote di grande umanità, di grande fede, che con la sua parola e il suo modo di fare sa trasmettere gioia, entusiasmo, forza, luce a quanti l’avvicinano.

Ricorda i suoi due pellegrinaggi in Terra Santa, la cui guida spirituale era affidata allo zio Padre Pasquale, giorni intensi di preghiera, di vita, di luce, di fede, di incontro con il Signore, che tuttora sono scolpiti nel suo cuore.

Grazie Alessandrangela, grazie di cuore per averci fatto conoscere la tua storia, e tanti auguri perché tu, continuando a sussurrare ai fiori del tuo giardino, possa incontrare la bellezza, l’armonia e la pace, quella pace vera che solo Dio dona ai suoi amici più cari.

Anna e i ragazzi dell’ACR OTTOBRE

35

DON ANTONIO SEGHEZZI (1906-1945)

UN GRANDE CURATO DI ALMENNO S. BARTOLOMEO Don Antonio partigiano (8a parte) Incominciano nei mesi di settembre-ottobre 1943 i contatti di don Antonio con i partigiani, come ricordava Enzo Berlanda, uno dei suoi giovani, in seguito diventato senatore: “Una volta (don Antonio) mi ha mandato sulla Presolana, dai fratelli Amati, che appartenevano alle “Fiamme Verdi” (partigiani della Democrazia Cristiana). C’era qualche problema in quella zona, tanto che volevano…hanno fatto saltare il ponte di Castione. Il periodo era quello lì. Il messaggio che dovevo portare è che… se si poteva il giorno tale, la mattina…sul treno della Val Seriana, che porta da Bergamo e va fino a Clusone…si può mandare su qualcosa sotto il vagone del treno. Bisognava rivolgersi al tal ferroviere. Ecco, questo io l’ho fatto e l’ho riferito, e non so poi cosa è successo. Per dire che abbiamo mandato del pane? Mandato dei messaggi o altre cose?... Proprio un rapporto personale.

In un’altra occasione mi ha mandato in bicicletta, mi ha detto: “Devi andare a Castione della Presolana perché ci sono su i due fratelli Amati, che io conoscevo, che hanno bisogno di dirmi qualche cosa”. Sono andato e ho parlato con il dott. Bruno Amati. Mi hanno pregato di riportare un messaggio a don Seghezzi. Però sempre così, in modo verbale”1.

Don Angelo Bena, prevosto di Ponte Nossa, ha avuto don Seghezzi insegnante in IV ginnasio e ne ha fatto il suo modello di sacerdote. Diceva don Bena: “Ricordo che don Seghezzi ci diede questa direttiva: “Se si tratta di aiutare prigionieri e militari cosiddetti disertori e simili, organizzatevi pure. Organizzate per loro tutto ciò che è possibile, perché non siano arrestati e perché abbiano di che vivere. Non fate politica, ma carità: noi siamo i preti di tutti, dei tedeschi e degli italiani”2.

Don Antonio aiutava in quel periodo anche gli ebrei, come raccontava il prof. Tarcisio Fornoni: “Un giorno (don Antonio) mi dice: “Tarcisio, in bicicletta, in piazza Pontida, troverai due anziani e una figliola. Mi fai la cortesia di accompagnarli a Calolzio Corte? Arrivi a Cololzio, davanti alla prepositurale di Calolzio Corte, c’è una porticina.

Lì ci sta don Frigeri. Accompagna queste tre persone da don Frigeri”. Non mi ha detto come si chiamavano, quanti anni avevano, chi erano. Io prendo la bicicletta, con quelle tre persone…tiam…tiam…tiam, un po’ arrancando perché erano anzianotti, la figliola si arrangiava meglio. Aveva detto don Antonio: “Se puoi, evita la Lecchese, la Statale, perché è battuta dai tedeschi. Vai un po’ per vie secondarie, cioè la collina sopra Palazzago, poi scendi, poi sali”.

Insomma arrivo, suono il campanello: “Don Frigeri, mi manda don Antonio”. “Ah, bravo! C’è…bene!”. Quelli sono rimasti lì, io sono tornato a casa. Guardi che la cosa si è ripetuta non una volta sola…tre o quattro volte. Sa chi erano quelle persone? Erano ebrei”3.

Don Antonio, come riferisce don Mario Benigni (allora aveva 29 anni), curato di Palazzago nel suo diario scritto dopo la guerra, a seguito di un colloquio avuto con lui il 17 settembre 1943, era deciso a reagire di fronte all’occupazione nazista e determinato a creare un’organizzazione in grado di aiutare i giovani che non volevano accettare le imposizioni di un’autorità considerata illegittima. Diversi furono i contatti di don Benigni con don Seghezzi per organizzare la resistenza4.

“Non so come comportarmi, scriveva don Benigni subito dopo l’8 settembre, ho bisogno di aiuti finanziari e di consigli, non conosco ancora nessuno di Bergamo, e non so a chi aprirmi. L’unico, penso è don Seghezzi; data anche la sua posizione potrà facilmente essere a conoscenza di ciò che altrove si sta o si pensa di fare. Siamo al 17 settembre (1943). Don Seghezzi è delle stesse mie idee: agire, organizzare, sebbene non abbia ancora punti precisi di riferimento. E’ a conoscenza, in modo confuso, di un’organizzazione che sta iniziandosi a Bergamo, è il capo in mancanza assoluta di membra. A tempo opportuno mi metterà a contatto con queste persone. Gruppi sbandati si trovano sui monti con poche armi e senza uno scopo preciso e una direzione. Unico, forse promettente, è il Pian dei Resinelli; ha alcuni ufficiali e si dice anche un generale slavo… E’ necessario andare a vedere e magari a combinare. Sono i primi approcci. Cerco aiuti finanziari per assistenza e trovo una spinta iniziale all’organizzazione che appena affiora.

Domando consigli a don Seghezzi ed egli mi risponde: “Occorre riparare”. “Ma spiegami don Antonio, perché questo parlare misterioso?”. Egli si guarda attorno per bene. E’ nel suo ufficio di via Paleocapa, Centro di Azione Cattolica.

1 2 3 4

P. Lazzarini, Don Antonio Seghezzi, cit. 181-182.

T. Fornoni, Don Antonio Seghezzi servo della nostra gioia, ACI, Bergamo 1992, 53.

P. Lazzarini, Don Antonio Seghezzi, cit. 185.

M. Benigni, Nel vortice, cit. 10.1-10.25.

36 Almenno S. Bartolomeo

Perché mai teme?

“Mario, sì, dobbiamo, ed è giunta l’ora di riparare. Noi sacerdoti siamo stati troppo deboli, o per lo meno, troppo indulgenti per il passato; abbiamo l’occasione, ci costi quel che costi, anche la vita dobbiamo dare per riparare. Lavoriamo, lavoriamo, la Patria, la gioventù nostra, la fede ce lo chiedono: all’opera”.

“Siamo perfettamente d’accordo, dice don Benigni, è precisamente quello che domando: indirizzo e aiuto; ma monsignor vescovo che dice, che dirà quando verrà a sapere?”.

Risponde don Antonio: “Non temere per monsignor vescovo, noi ci assumiamo tutte le responsabilità”. “Giusto, ma il suo parere?”. “Non può essere diverso. Già indirettamente lo fece comprendere, più chiaro non poteva parlare”. “Beh, facciamo così, aggiunge don Benigni, affido a te il compito di avvertirlo ed io mi assumo la mia parte di responsabilità e immediatamente mi metto all’opera. Direttamente da lui non posso andare perché lo metterei in imbarazzo; d’altra parte, per i suoi stessi sentimenti, non oserebbe proibirmelo; è meglio, quindi per ora, stare alla larga”. “Bene, va’, incomincia, conclude don Antonio, ritorna presto che avrò altro da dirti”5.

Dopo questo incontro don Benigni scrive nel diario: “Organizzare!?!. E’ una parola. Dove incominciare? Come evitare i molteplici pericoli dei nazi-fascisti che rialzano la testa mostrando denti felini, acuti, pronti a mordere e avvelenare? Così, entro me stesso andavo ruminando mentre in bicicletta tornavo a casa. Ma le difficoltà non mi abbattono così facilmente, anzi, molte volte, mi esaltano ad intraprendere ancor più energicamente l’opera, come in quella occasione, non lasciandomi più nemmeno la visione chiara delle più importanti regole di prudenza…

Ritorno da don Seghezzi e gli faccio una relazione del lavoro di quei giorni; ne è assai contento, però aiuti ancora non ne ha e mi manda da Gambirasio di Seriate. Non trovo il padre, ma il figlio Enzo. Mi promette denari e armi; sembra che anche altrove sia in corso un identico lavoro; già ha in vista un colpo di mano con un gruppetto per impossessarsi di materiale.

Nel ritorno a Brembate Sopra trovo due fucili mitragliatori con 1.500 colpi, in malo stato, tuttavia combino con Edoardo Biagioli di Brembate e altri giovani di trasportarli a sera tarda a Palazzago, da dove nella stessa notte sono portati alla Longa e ben nascosti. Il dado è tratto, l’organizzazione incomincia e nessuna difficoltà ci può fermare; occorre accelerare, intensificare. La vita nostra non conta più nulla. Prudenza, ma mai ritirarsi”.

E don Benigni inizia a prendere contatti con i curati dei paesi vicini; ovviamente don Seghezzi era a conoscenza di queste mosse, perché i curati facevano capo a lui per l’Azione Cattolica. Continua don Benigni nel diario: “Il giorno dopo a Bonate Sopra con il curato don Massimo Valle, scegliamo alcuni giovani, sicuri, intelligenti, per preparare il gruppetto locale; a Ponte S. Pietro con don Alessandro Ceresoli, direttore dell’oratorio, ne scegliamo altri, così a Mapello, Locate, Ambivere… Bisognava raccogliere i migliori, elementi consci della gravità e dell’importanza dell’organizzazione, pronti a qualsiasi ordine, anche, se necessario, a dare la vita per la causa. Cercare armi, munizioni, segnalare ogni minimo sospetto, era il compito immediato.

Volevamo assicurarci e controllare il più possibile la vita dell’aerodromo e delle officine Caproni di Ponte S. Pietro.

Assunte varie informazioni, il più adatto e sicuro e certamente disposto a dare tutta la sua cooperazione e il suo valido aiuto, era lo stesso direttore l’ingegnere Eugenio Premoli”.

I contatti e le informazioni di don Benigni con don Seghezzi continuano: “Intanto con Enzo Gambirasio combino il trasporto di alcune armi e in quanto ai richiesti aiuti finanziari, (don Antonio) mi manda dall’avvocato Pezzini. Ed ora dove battere la testa per individuare questo uomo invisibile? D’altra parte ci è troppo necessario perché noi manchiamo quasi assolutamente di mezzi. Il caso ci gioca un grazioso scherzetto: io a Bergamo cerco di rintracciarlo e lui a sua volta si è recato a casa mia indirizzato da don Seghezzi. Nel ritorno ci incontriamo poco lontano dal paese.

Don Seghezzi, al centro, non lascia sfuggire occasione per accaparrarsi almeno l’assistente ecclesiastico o il giovane più indicato del paese, lo manda d’urgenza da noi, si combina il ritrovo notturno con la gioventù più sicura del luogo.

Sono tutti in massima parte giovani e uomini di Azione Cattolica, fedeli, pronti a qualsiasi sacrificio, convinti della causa santa. E lavorano, generosamente lavorano, con arditezza e prudenza, con dedizione e amore. E questi, ben conosciuti da noi, mai ci tradiscono, anche nelle ore più dure, mai tradiscono il loro ideale; sbandati, umiliati, privati di tutto, ricercati, inseguiti e martoriati, mai si allontanano dalla strada loro indicata in quei primissimi tempi. Nei sacerdoti, e in questi giovani, a confessione di molti esponenti del movimento patrioti, sempre si ebbero dei cooperatori di fede incrollabile e di santo ordine; del resto l’accanimento, il più delle volte barbaro e bestiale del nazi-fascisti, ne è la prova più sicura”6. (continua).

Ermanno Arrigoni

5 6

Idem, 10.2-10.3.

Idem, 10.5.

OTTOBRE

37

PRENDIAMO NOTA Rientro salme combattenti 2a guerra mondiale - Botti Giovanni e Rota Carlo Dopo il rientro dalla Germania di due caduti nostri compaesani, Angelo Manzoni e Bernardo Sana, avvenuto il 3 ottobre 2013, e accolti con generale commozione, per il giorno 6 novembre 2015 ci sarà il rimpatrio di altri due caduti Almennesi dalla Germania: Giovanni Botti e Carlo Rota; dopo 70 anni ritornano finalmente al loro paese.

Botti Giovanni era nato ad Almenno S. Bartolomeo il 15 marzo 1924, muore in Germania il 4 novembre 1944, aveva 20 anni, abitava a Cerita.

Era nel Primo Reggimento Alpini. Giovanni verrà da Amburgo (Germania) dove era stato sepolto nel cimitero militare italiano.

Rota Carlo era nato ad Albenza il 15 novembre 1920, e muore a Lollar (Germania) il 23 settembre 1944; aveva 23 anni. Abitava a Capedrizzi.

Sua sorella Cecilia ci ha dato inforBotti Giovanni mazioni preziose: “Era partito per l’Albania, per Pristina. Qui è stato preso dai tedeschi e deportato in Germania in un campo si concentramento. La fame era tanta; fuori dl campo di concentramento c’era un terreno dove si coltivavano le patate; alcuni prigionieri passavano sotto la rete per avere qualcosa da mangiare. Anche Carlo fece lo stesso: fu preso sul fatto e fucilato sul posto. L’assurdità della guerra! “. Su L’Eco di Bergamo del tempo era stata riportata la notizia della sua morte: “Era uno dei nostri migliori giovani per bontà, serietà e laboriosità. La popolazione con l’intervento delle autorità ha Rota Carlo voluto tributargli solenni onoranze e suffragi”. Carlo verrà da Francoforte sul Meno (Germania), dove c’è un cimitero militare italiano.

Ritorneranno dopo 70 anni nei loro paesi, nelle strade che li hanno visti passare e riposeranno finalmente accanto ai loro cari. Non facciamo mancare il nostro ricordo. Ricordiamo che i caduti di Almenno S. Bartolomeo nella seconda guerra mondiale sono stati 43; di questi 26 in Russia, per i quali non ci sarà alcun rimpatrio, probabilmente sepolti nella steppa in fosse comuni. Mi piace sempre ricordare quello che ho letto un po’ di anni fa nel vecchio Ospedale Maggiore di Bergamo nella sala d’attesa Rota Carlo con comagni sul confine Bulgaro-Albanese (26.8.1942) di radiologia su una lapide. “Mario Timpano, Tambov (Russia) marzo 1943, 38 anni; aiuto libero docente radiologo: NELLA STEPPA LE CENERI, QUI IL TUO SPIRITO”. Così per i nostri caduti, il loro spirito sarà sempre tra noi.

Il comitato costituito nel nostro paese per il rientro delle salme dei caduti nella seconda guerra mondiale, 38 Almenno S. Bartolomeo

PRENDIAMO NOTA presieduto dal sindaco Gianbattista Brioschi, ha organizzato l’accoglienza dei nostri eroi secondo questo programma: Le salme dei due caduti militari Botti Giovanni e Rota Carlo al loro rientro saranno accolte nella Chiesa di Santa Caterina. Il giorno mercoledì 4 novembre la salma del caduto Rota Carlo sarà trasferita nella chiesa di San Rocco in Albenza per una funzione liturgica che si celebrerà alle ore 20 e poi riportata in Santa Caterina sino al 6 novembre.

La camera ardente con il picchetto d’onore sarà allestita presso la sala Consiliare del Municipio a partire dal giorno 6 novembre con i seguenti orari: venerdì 6 novembre dalle ore 17.00 alle ore 21.00 sabato 7 novembre dalle ore 09.00 alle ore 21.00 domenica 8 novembre dalle ore 08.00.

Celebrazioni di Domenica 8 novembre ore 09.00 Ritrovo presso la camera ardente posta presso il municipio di Almenno S. Bartolomeo ore 09.30 Inizio cerimonia con discorso del Sindaco

Intervento dello storico Ermanno Arrigoni

Intervento rappresentante associazioni Onori Caduti di Bergamo a seguire Alzabandiera ed esecuzione Inno d’Italia piazzale Municipio

Corteo funebre verso la Chiesa Parrocchiale

Santa Messa celebrata dai nostri Sacerdoti

Esecuzione del Silenzio fuori Ordinanza.

Corteo delle Esequie con corona d’alloro e Labari Associazioni verso il cimitero di Almenno S. Bartolomeo.

Inaugurazione nuovo monumento per le salme dei caduti, internati nei campi di concentramento e rientrate in patria dopo 70 anni, sepoltura delle salme, onori militari con esecuzione silenzio fuori ordinanza.

Chiusura delle Esequie funebri con la Banda Alpina della Ramera di Ponteranica.

Gianbattista Brioschi e Ermanno Arrigoni

ASSOCIAZIONE “ETICA” PER IL BRASILE

Il nostro compaesano Stefano Masseretti, fondatore di “Etica onlus-Brasile” ci invita a visitare la

MOSTRA DI ARTE E SOLIDARIETA’ con esposizione e vendita di dipinti di Stefano Caglioni e sculture in bronzo di Roberto Masseretti.

La mostra si terrà presso il Museo del Falegname Tino Sana .

Orari apertura: Lun/Ven 9-12; Sab 15-18; Domenica 9.30-12/15-18 ; Te.035 554411 Il ricavato delle opere andrà a sostegno dei progetti dell’associazione in Brasile.

Per chi volesse contattarlo, Stefano ci informa che, oltre a quella usuale, l’Associazione ha una nuova mail:

eticabrasile@gmail.com

OTTOBRE

39

LETTERE AL NOTIZIARIO Ci è giunta in redazione questa lettera che Vi proponiamo così come l’abbiamo ricevuta.

Sono impressioni dal CRE di questa estate. Ne aspettiamo altre da Voi lettori !

Nella testa tanti pensieri....

San Bartolomeo, 24 Agosto 2015 Ripenso ai giorni passati, all’estate calda, ai pomeriggi in oratorio al CRE. La mente spazia nei mille colori di cui il nostro oratorio si era adornato: mi riferisco ai colori che indossavano i nostri bambini, ragazzi, giovani e perché no, anche alcuni adulti. Ai miei occhi, il nostro oratorio sembrava un grande arcobaleno, di un colore intenso, avvolto dal sole giallo caldo e da un cielo azzurro terso. Un arcobaleno vivace, allegro, spensierato, dove ogni colore donava il meglio di sé stesso, per essere forza, aiuto, bravura, per conquistare la stima e l’amicizia di tutti.

Piccoli e grandi uniti. I piccoli avevano bisogno dei grandi per sentirsi amati, guidati, corretti, incoraggiati e sostenuti nelle prove che il gioco e l’attività richiedeva, mentre i grandi con la loro esperienza, simpatia e bravura conquistavano ogni giorno sempre più la fiducia di tutti.

Così, mentre il tempo scorreva ognuno di noi ha ricevuto la gioia di essere accolto e amato. Sì amato, perché al CRE si sta in amicizia!!!

Un’ombra, in tutto questo colore, ha oscurato alcuni animatori e bambini: sì, perché alcuni bambini ribelli e non curanti delle regole del CRE volevano essere al centro dell’attenzione. Uno degli ultimi giorni del CRE un animatore, stanco e offeso dal comportamento di un bimbo, lo ha preso di forza tra le sue braccia e lo ha fatto sedere su una sedia in segreteria, dicendogli: “ora stai qui, seduto e fermo!”.

Il bimbo sorpreso della reazione dell’animatore è rimasto senza parole e per un bel po’ di tempo fermo ad aspettare... Credo che per il bimbo sia stata una

grande lezione di vita! Forse in quel momento ha compreso di essere amato: con il suo modo di fare stava rendendo la vita difficile a chi semplicemente stava dedicando del suo tempo prezioso nel fare rispettare le regole a tutti, per vivere insieme in amicizia e armonia...

“Seduto e fermo”: queste parole hanno fatto riflettere anche me. Quando siamo presi da mille impegni e non ci fermiamo mai, corriamo il rischio di non vedere... non vedere l’altro che ha bisogno di noi.

E allora dal cuore nasce spontanea una preghiera...

Scusa Signore, per ogni volta che mi sono allontanata da te; che ho voluto fare di testa mia; che ho voluto mettere il mio io prima di ogni altra persona...

Grazie per ogni istante di vita; per tutte le persone che mi sono accanto e che mi vogliono bene; per i mille colori, sorrisi, parole di bimbi, ragazzi, giovani, adulti che in questa calda estate, in oratorio al CRE hanno saputo donare.

Donaci la consapevolezza di non essere mai soli e che Tu sei vivo nel nostro cuore!

Camilla (Milly)

••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Radio della Parrocchia di Almenno San Bartolomeo “Radio Lemine,

la radio che non vi lascia mai soli”

e-mail: radiolemine@virgilio.it Saranno trasmesse daS. Radio Lemine le S.Messe feriali e festive in Parrocchiale, dalla chiesetta di Santa Caterina e 40 Almenno Bartolomeo quelle dalla Cappella del Cimitero, gli eventi programmati nella Chiesa Parrocchiale, come da orari indicati nel foglietto della Domenica e pubblicati sul sito parrocchiale www.parrocchiasb.it

Ha ricevuto il Battesimo nella Parrocchiale di San Rocco in Albenza

Nicole Capelli di Ivano e Jenny Panza Domenica 6 Settembre 2015

Hanno ricevuto il Battesimo nella Parrocchiale di San Bartolomeo in Almenno

Giulia Invernizzi Sophie Siomara Vaglietti

di Cristian e Sabrina Manfredi di Luciano e Marlene Lisarazu Serruolo Domenica 27 Settembre 2015

Alle nostre nuove sorelle e fratelli di Fede e alle loro famiglie, auguri vivissimi dalle nostre ComunitĂ OTTOBRE

41

Si sono uniti in matrimonio Parrocchiale di San Bartolomeo in Almenno

Miriam Todeschini Marco Gaverina

Sabato 22 Agosto 2015 Le nostre Comunità partecipano alla gioia e augurano felicità che li accompagni per sempre ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

E’ tornato alla Casa del Padre

MARINO ROTA di anni 93 morto il 26.9.2015

COMUNITA’ DI SAN BARTOLOMEO

Segnato per sempre dalle terribili sofferenze della guerra, ha testimoniato con una vita esemplare i veri valori umani e cristiani. Intensamente unito alla sua famiglia, alla quale ha donato il meglio di sé stesso, è spirato serenamente circondato dal calore degli affetti familiari.

Le nostre Comunità si uniscono al dolore dei parenti con solidarietà umana e cristiana ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Li ricordiamo nella fede MARIO LOCATELLI + 14.10.2014

“Pensatemi, perché nel pensiero c’è l’amore. Ricordatemi, perché nel ricordo c’è la vita. Vivete perché nella vita ci sono anch’io”.

I tuoi cari.

42 Almenno S. Bartolomeo

COMUNITA’ DI SAN BARTOLOMEO MARGHERITA CORNALI + 15.10.2007 Senza di te la vita non è più la stessa: sembra che il sole non ci riscaldi più. Ci siamo voluti tanto bene ed ora tutto sembra arido e monotono. Ci è di conforto la certezza di saperti tra le braccia del Padre e che un giorno ci ritroveremo.

I tuoi cari.

CARLO MAZZOLENI + 19.10.1990

LUCIA CAPELLI + 16.10.2000

Sei stata una sposa e una mamma meravigliosa e ci hai donato tutto quelli che potevi, ma soprattutto ci hai insegnato a vivere onesti, con generosità e con fede. Ti sappiamo nell’eterna luce di Dio dove vegli ancora su di noi. I tuoi cari.

ALFREDO CORNALI + 21.10.2004 “Bene, servo buono e fedele: entra nella gioia eterna del tuo Signore!”. Certamente sono queste le parole che hai udito dal Signore Dio quando ci hai lasciato e anche noi saremo sempre riconoscenti per avere avuto un marito e un padre così buono.

I tuoi cari.

Sono già passati 25 anni da quando improvvisamente ci hai lasciato. E’ sempre vivo il ricordo in noi del tanto bene che ci hai voluto, delle tante fatiche che hai affrontato per noi e dei tanti e profondi insegnamenti di vita che ci hai lasciato. Anche ora che sei nell’eternità di Dio, aiuta e proteggi i tuoi cari. Una santa messa in tuo ricordo sarà celebrata nella chiesa della Madonna della neve a Longa il 19 ottobre alle ore 20.

GIOVANNI PERSICO + 2.11.1997 Uomo giusto, buono e lavoratore rimani nei nostri cuori per il tuo sorriso, la tua solare amicizia, la tua speciale gentilezza per i piccoli.

Ti ricorderemo nella S. Messa che sarà celebrata venerdì 30 ottobre alle ore 20 nella Chiesa Parrocchiale.

I tuoi cari

MARIANGELA CISANA VITTORINO LOCATELLI + 30.10.2007 + 20.3.2005

Nel nostro cuore c’è sempre un posto per voi. Siete stata la cosa più importante e bella della nostra vita. Ora e ovunque ci accompagna il ricordo del vostro infinito amore.

I vostri cari.

IMELDA ERBA + 12.11.1989

Il tuo volto, il tuo sorriso, la nostalgia del tuo amore verso di noi e la gioia dei giorni felici trascorsi insieme non si sono mai affievoliti con il passar del tempo e rimarranno vivi anche per il futuro, perché hai saputo nutrire la nostra vita con il tuo affetto. Grazie da tutti i tuoi cari.

OTTOBRE

43

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