Panoram Italia Toronto - October/November 2019

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LIFE & PEOPLE

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every remaining copy, including translations, but I’m particularly keen to track down a Soviet edition published in 1934. It’s proving harder to find than the original. Understandable, perhaps.” As for connections between his own medical practice and Leonardo’s links to the history of medicine, he offers a caveat: “It was always a separate interest.” And, he admits, a hobby. Del Maestro’s own life journey allowed scant time for deeper Leonardo studies. He received a medical degree from Western in 1973 and a PhD from the University of Uppsala, Sweden, in 1979. In 1981, he joined the Department of Clinical Neurological Sciences at Western, specializing in neuro-oncology and pediatric neurosurgery, and in 1991 became professor of neurosurgery. He also served as director of the brain research laboratories at Western from 1981 to 2000. From 2000 to 2012, he practiced neurosurgery at the Brain Tumour Research Centre in Montreal. In addition, he has written over 100 papers and book chapters related to his research. He notes that Leonardo’s anatomical studies were really “a search for the soul or, as he termed it, il senso comune.” Del Maestro’s lecture on Leonardo’s search, given in 2015 to the American Osler Society, offers context: “The concept of the soul has always been associated with a mysterious component linked to the reason and purpose of our individual human existence and has challenged human collective intellect from the dawn of recorded time.” In 2012, Del Maestro stopped operating and turned to pioneering studies in neurosurgical simulation and artificial intelligence as director of the Neurosurgery Simulation Research and Training Centre at McGill. “I operated in many countries—China, Saudi Arabia, Russia,” he explains. “I found that, when I returned after a year or so, little had changed. The neurosurgical simulation permits dissemination of information and training globally, allowing a standardized system of practice. The aim is for neurosurgeons around the world to achieve the same level of competence.” One can only wonder how Leonardo would have reacted to such mindbending technologies as neurosurgery simulation and artificial intelligence. Would he have been delighted or dismayed? Either way, he would have likely had a lot of questions for the good doctor.

accaparrarmi qualunque copia restante, comprese le traduzioni, ma sono interessato in particolare a rintracciare un’edizione sovietica pubblicata nel 1934. Si sta rivelando più difficile da trovare dell’originale. Comprensibile, probabilmente.” Per quanto concerne i nessi tra la sua attività medica e i collegamenti di Leonardo con la storia della medicina, puntualizza: “Si è sempre trattato di un interesse distinto.” E di un hobby, ammette. Il percorso personale di Del Maestro gli ha concesso poco tempo da dedicare a uno studio più approfondito su Leonardo. Nel 1973 ha conseguito la laurea in medicina alla Western University e nel 1979 il dottorato di ricerca all’Università di Uppsala, Svezia. Nel 1981, si è aggregato al Dipartimento di Scienze Clinico-Neurochirurgiche alla Western, specializzandosi in neuro-oncologia e neurochirurgia pediatrica, e nel 1991 è diventato professore di neurochirurgia. Ha inoltre avuto l’incarico di direttore dei laboratori di ricerca sul cervello alla Western dal 1981 al 2000. Mentre, dal 2000 al 2012, ha svolto attività di neurochirurgia al Brain Tumor Research di Montreal. Ha inoltre scritto più di 100 pubblicazioni e capitoli di libri attinenti al suo campo di ricerca. Fa notare che gli studi di anatomia di Leonardo erano in realtà “una ricerca dell’anima o, come egli stesso l’ha definita, del senso comune.” L’intervento di Del Maestro del 2015 all’American Osler Society riguardo alla ricerca su Leonardo, spiega meglio: “Il concetto dell’anima è da sempre associato a una componente misteriosa collegata alla ragione ed al fine dell’esistenza dell’individuo, stimolando l’intelletto della collettività umana fin dagli albori.” Nel 2012, Del Maestro ha smesso di operare e si è dedicato agli studi avanguardistici sulla simulazione neurochirurgica e l’intelligenza artificiale, in qualità di direttore del Neurosurgery Simulation Research and Training Centre della McGill University. “Ho operato in molti paesi, Cina, Arabia Saudita, Russia,” spiega. “Al rientro, dopo circa un anno, ho trovato che c’erano stati pochi cambiamenti. La simulazione neurochirurgica permette la divulgazione delle informazioni e della formazione al livello globale, favorendo in tal modo un sistema di prassi standardizzato. L’obiettivo dei neurochirurghi di tutto il mondo è quello di raggiungere lo stesso livello di competenza.” Ci si può solo chiedere come avrebbe reagito Leonardo dinnanzi a tecnologie incredibili come la simulazione neurochirurgica e l’intelligenza artificiale. Ne sarebbe stato deliziato o sgomento? In entrambi i casi, è molto probabile che avrebbe avuto molte domande da porre a questo bravo medico.


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