Se... il mio quartiere diventasse famoso

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se .il mio quartiere diventasse famoso

e altre storie

se .il mio quartiere diventasse famoso

e... altresto r i e

Quest’anno con la “Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari sotto braccio, siamo arrivati alla scuola Bruno Pasini, nel quartiere Darsena, un quartiere che ci sta particolarmente a cuore. Negli ultimi anni tanti progetti della nostra associazione sono nati e si sono sviluppati qui. È con un doppio piacere, quindi, che vi chiediamo di preparare occhi e orecchie perché tra poco saranno deliziati con i lavori scritti, disegnati e letti dalla 4 C.

Buona lettura e buon ascolto.

Il progetto “La grammatica di Rodari” - quarta edizione è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e grazie all’adesione al progetto delle insegnanti Elisa Arrigo e Barbara De Mattia.

Un pensiero dalle insegnanti

I bambini hanno partecipato al laboratorio “La grammatica di Rodari” con molto entusiasmo. Le attività proposte sono state accettate di buon grado, noi docenti abbiamo rilevato un forte coinvolgimento emotivo, un’ immedesimazione soprattutto negli alunni più introversi.

Leggere ad alta voce, di fronte a tutti con il microfono, ha permesso ai bambini di esprimersi liberamente senza temere il giudizio altrui

Abituati a vivere in un mondo caotico e “rumoroso”, durante il laboratorio hanno avuto la possibilità di approcciarsi all’ascolto silenzioso dei racconti. Questo ha incoraggiato il lettore al punto che anche chi fatica quotidianamente a far sentire la propria voce, ha potuto essere protagonista. È importante nel nostro contesto poter vivere esperienze formative di questo livello al fine di tessere relazioni costruttive che migliorino il tessuto sociale. Interessante è stato vedere crescere i bambini, aiutarsi e collaborare.

Giocando hanno imparato a dedicare il tempo alla riflessione, esprimersi scrivendo storie fantasiose, contorte e divertenti che hanno rallegrato il lavoro.

Arrigo Elisa e De Mattia Barbara

indice +

tre parole

il maggiordomo serio di Valeria

alieni di Andrea

l’esperimento del Re di Nicolas

lettere

da... Liam di Elhan

da... Tigrotto di Aljbis

da... Jackson di Sifat

da... Theodor di Karim

Cos’è un audiolibro? Un libro che puoi ascoltare. In questo indice, troverai il numero di traccia audio che corrisponde al capitolo, con le voci dei ragazzi che hanno scritto le storie.

pag. 2

pag. 3

pag. 4

pag. 3

traccia n.1

pag. 2

pag. 4

pag. 5

pag. 6

pag. 4

traccia n.2

una macchina per fare

una macchina spara soldi di Rayen

la macchina dei compiti di Borhan

a cosa serve il cervello? di Amir

lo gnomo e il pesce di Manase (Toni)

un pesce per lo gnomo di Miracle

cappuccetto +++

cappuccetto azzurro di Mariem

cappuccetto viola di Emma

cappuccetto nero di Marina

cappuccetto nero bis di Maria

se... il mio quartiere diventasse famoso

un amico albero di Firdaws

l' indovinello di Bineta

cicciotto e i suoi amici di Codruta (Isabel)

l'albero parlante di Oliver

l’albero parlante di J’Ador Maria

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pag. 03

pag. 04 pag. 03

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pag. 13

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ASCOLTA LA TRACCIA n. 1, con le voci di Valeria, Andrea e Nicolas

parole tre

Partiamo da tre parole che sembrano non avere nulla a che fare l’una con l’altra: maggiordomo, satellite e saliera. Riuscireste ad inventare una storia? Via!

Il maggiordomo serio

C’era una volta un maggiordomo.

Era molto vivace per essere un maggiordomo, ma sapeva anche essere serio. Comunque, un giorno, mentre era a casa tutto tranquillo e sereno, gli bussarono alla porta e lui corse ad aprirla.

Aprì la porta ma non vide nessuno poi guardò giù e vide qualcosa di strano: « Oh mio Dio! Una saliera in vita! » disse spaventato.

La saliera entrò e disse: «C-Ciao, posso del cibo, qualsiasi cosa? Mi basterebbero anche degli avanzi»

Il maggiordomo sconvolto la ospitò, le diede del cibo e le diede tantissime cose.

Finalmente venne sera e i due andarono in balcone a godersi le stelle. Ad un certo punto la saliera e il maggiordomo videro una stella che brillava più forte che mai. Il maggiordomo notò che quella stella si spostava «è un satellite», disse il maggiordomo «è vero!», rispose la saliera.

Era l’inizio di una grandissima amicizia.

(scritto da Valeria)

Alieni

C’era una volta un maggiordomo che portava un vassoio con dentro una saliera ad un signore.

Il signore prese e lanciò la saliera fuori, nel suo giardino. Il maggiordomo guardò in quella direzione, vide un’astronave e ci salì sopra.

L’astronave lo portò vicino ad un satellite ed atterrò su Marte ma scoprì che il satellite non funzionava così decise di aggiustarlo.

Su Marte c’erano alieni di ogni tipo: con 5 occhi, con tre braccia, con le ruote al posto dei piedi, era tutto strano.

Ma la cosa che ha colpito di più il maggiordomo era la gravità: salti grandi e se toglieva il cibo dall’astronave, fluttuava.

Il maggiordomo tornò a casa con l’astronave.

Atterrò sulla Terra nel punto esatto da dove era partito e l’astronave sparì.

Il maggiordomo tornò a casa andò a ringraziare il signore ed il signore disse: « io lo sapevo già» e sparì all’improvviso. Il maggiordomo capì che era un alieno di Marte, è per questo che l’astronave portava su Marte, vicino a quegli alieni che vi ho descritto prima.

(scritto da Andrea)

L’esperimento del Re

C’era una volta un re e un maggiordomo. Il re chiese al maggiordomo se poteva andare a prendere un po’ di sale in una saliera. Egli andò e dopo esser tornato, il re gli spiegò a cosa serviva. Il re voleva fare un esperimento che consisteva nel far partire un satellite col sale per le comunicazioni nel Regno. Egli mise un po’ di sale sul fuoco e il satellite partì. Il satellite stava andando nello spazio ad alta velocità però qualcosa andò storto ed esplose in aria facendo un effetto strano che sembrava un arcobaleno. Uscirono tutti gli abitanti del Regno dalle loro case, a guardare lo spettacolo. Finito lo spettacolo essi rientrarono nelle case e vissero felici e contenti.

(scritto da Nicolas)

ASCOLTA la traccia n. 2, con le voci di Elhan, Aljbis, Sifat e Karim

lettere

Scrivere e ricevere lettere: che emozione!

Che bello ricevere lettere! Quelle che ci sono arrivate oggi ce le hanno scritte gli animali domestici che abitano con noi o degli insetti che abbiamo incontrato.

Ciao, sono il gatto Liam , quando stavi seduto io ho bussato alla tua porta e tu hai aperto .

Ti ho detto che la mia famiglia era in pericolo, circondata da dei cani .

Tu non hai avuto paura e hai salvato me e la mia famiglia.

Così siamo diventati migliorissimi amici .

(scritto da Elhan)

Caro Albis, sono il tuo gatto Tigrotto.

Ti vorrei dire che mi devi dare più attenzioni e mi devi lasciare il mio divano e ti vorrei chiedere se mi potessi scaldare la casa.

Grazie, mi piace molto quando giochiamo a boxe.

Ciao, vado a spasso.

(scritto da Aljbis)

Ciao Sifat , ti volevo dire che mi ero sbagliato a pungerti, pensavo che volessi ammazzarmi .

Ero seduto sui tuoi capelli e tu mi hai toccato così ti ho

punto. Ti chiedo scusa se per colpa mia il tuo dito si è gonfiato .

Dall ’’ape Jackson . (scritto da Sifat)

Ciao Karim, sono il tuo criceto Theodor, continua così!

Solo per migliorare ti dico di coccolarmi di più, giocare, baciarmi, darmi più cibo come: frutta, frutta secca e verdura. E basta, per ora sai fare tutto.

Grazie per avermi ascoltato.

Ciao

(scritto da Karim)

ASCOLTA LA TRACCIA n. 3, con le voci di Rayen, Borhan, Amir e Miracle

Qualcuno bussa alla porta e ci offre una macchina che fa meraviglie. E se le “meraviglie” non fossero poi così meravigliose?

una macchina per fare

Una macchina spara soldi

Un giorno Nicolas viene con una macchina stranissima ed era grande, anzi grandissima. Aveva 8.000 pulsanti: da un centesimo, 7 centesimi, 300 euro, di tutti i tipi.

Io ho premuto un pulsante perché volevo provare cosa sarebbe successo ed è successo che la macchina ha succhiato tutti i miei soldi che sono finiti dentro la cassaforte, nella stanza dei soldi.

Poi io e Nicolas abbiamo premuto un altro pulsante ma ha cominciato a succhiare tutto da tutte le parti: non si fermava! Risucchiava tutte le sedie, tutte le macchine, tutto! Arrivano i miei vicini e chiedono: posso entrare?

Ma la porta si strappa dal muro ed anche i miei vicini sono succhiati. Ho provato a premere STOP ma non ha smesso. La casa stava per cadere. Abbiamo premuto “succhia tutti i soldi stranieri” e ha cominciato a risucchiarli.

A quel punto scoppia la macchina e io e Nicolas voliamo e siamo caduti e abbiamo detto: «Noooooo! Non voglio più ripararla!»

Alla fine siamo ritornati e abbiamo pulito tutto ed è stato... molto difficilissimo, molto!

(scritto da Rayen)

La macchina dei compiti

Un giorno, di pomeriggio, bussò alla porta un uomo che era magro, col naso grande. Chiese alla mamma se voleva una macchina ma la mamma

disse: - No e no. Poi arrivai io e chiesi all’uomo: - Cosa fanno le macchine?

L’uomo disse: - Ci sono le macchine che sparano i soldi e le macchine che fanno i compiti.

Io dissi alla mamma di comprarmi una macchina che faceva i compiti.

La mamma disse: - Ok, te la compro.

La mamma chiede: - quanto costa una macchina dei compiti?

E l’uomo disse: - No, non servono i soldi.

La mamma disse: - Ma come fate a lavorare, senza i soldi?

L’uomo disse: - Mi devi dare la mano di tuo figlio.

E prese la mano.

Ma quando la provammo, la macchina non funzionava.

Oh! Io mi misi a piangere per la mia mano..

Che sogno che ho fatto! Da qui in poi faccio i compiti da solo!

(scritto da Borhan)

A cosa serve il cervello?

Luca era in giro con suo padre finché non trovarono un negozio di macchine che facevano i compiti da sole.

Luca la chiese a suo padre e suo padre ci pensò. Alla fine disse di sì ed entrarono dentro al negozio.

Il padre chiese quanto costasse all’elfo una macchina:

- Non voglio i soldi. Voglio il cervello di Luca.

Suo padre urlò e disse di no ma l’elfo disse: - Ma se ha una macchina che fa i compiti da sola e lava pure tutta la casa da sola, non gli serve il cervello!

E Luca supplicò suo padre che alla fine disse di sì e gli diede il cervello.

Luca disse: - Sono così leggero, senza il cervello. Con il cervello ero pesante!

E rischiava di cadere dalla finestra e suo padre lo chiuse dentro una gabbia.

Era strettissima, la gabbia dei canarini, Luca stava per diventare quadrato.

Ah ah ah ah! Grazie a Dio era un incubo e fine.

(scritto da Amir)

La macchina riparatutto

Stavo dormendo, facendo un bel sogno e mi sono svegliato perché hanno suonato alla porta.

Era Amir che mi voleva vendere una macchina che ripara tutto quello che voglio.

Chiedo ad Amir che vuole in cambio.

Dice che vuole il mio astuccio con tutti i miei colori. Io accetto e anche lui accetta. Mi viene l’idea di farmi pagare per riparare le macchine degli altri. Comincio a fare dei soldi ma dopo due minuti le persone si accorgono che le loro cose sono riparate male.

Tutti mi corrono dietro per i soldi. Io scappo e cado dal letto e mi sveglio da questo incubo.

(scritto da Toni)

Un pesce per lo gnomo

Un giorno uno gnomo chiede a un bambino se vuole una macchina che disegna bene. Il bambino ha chiesto a suo padre se poteva e suo padre gli ha detto di sì.

Il papà gli ha dato dei soldi ma lo gnomo non vuole i soldi, lo gnomo vuole dei pesci.

Il bambino chiede al suo papà se possono andare al lago a prendere i pesci e il papà ha detto di sì: «Sì andiamo».

Sono arrivati nel lago dove ci sono dei pesci colorati e ce n’è uno magico che sapeva parlare e nuotava veloce. Il papà lo ha preso, l’ha dato allo gnomo e il papà ha preso la macchina e l’ha data a suo figlio e gliel’ha fatta tenere per tutto un giorno intero.

Il figlio ha imparato a leggere, a scrivere e a fare tutto a scuola.

(scritto da Miracle)

ASCOLTA la traccia n. 3, con le voci di Mariem, Emma, Marina e Maria

cappuccetto

Un gioco di Gianni Rodari che ci diverte un sacco: cosa succede a Cappuccetto Rosso se nella sua storia incontra una parola pazza? E voi sapreste dire quali parole abbiamo aggiunto?

C’era una volta Cappuccetto Azzurro che con la mamma stava facendo la pizza con la nutella da portare alla nonna per festeggiare il suo compleanno.

Cappuccetto Azzurro chiese alla mamma se poteva andare al villaggio da sola ma la mamma le rispose che sarebbero andate insieme seguendo la strada corta.

Mentre camminavano vennero colpite dalla bellezza di alcune rose, stavano per raccoglierle quando i proprietari le spaventarono a colpi di pistola. Incontrarono la volpe che voleva la pizza alla nutella. Per la paura gliela diedero. Tutto era un incubo.Per fortuna riuscirono ad arrivare dalla nonna che aveva preparato un bel pranzo per festeggiare il suo ottantesimo compleanno.

Si sentì bussare alla porta: era l’amica volpe che voleva cantare gli auguri alla nonna e scartare i regali della nonna.

Il più bello, tra i regali, era una farfalla portafortuna. (scritto da Mariem)

Un giorno di primavera il papà disse a Cappuccetto Viola: «Vai e porta al nonno questa birra e questa pizza ma prendi la collana con la farfalla portafortuna di famiglia». Cappuccetto disse: «okay», uscì di casa e si incamminò verso la casa del nonno.

Mentre camminava vide un lupo che la stava osservando allora Cappuccetto disse : «Cosa guardi? Girati lupo brutto» e Cappuccetto Viola se ne andò. Quando arrivò vide che lo stesso lupo stava tenendo in ostaggio il nonno e un cacciatore, lei cliccò la collana e suo padre arrivò con una pistola e uccise il lupo.

(scritto da Emma)

C’era una volta Cappuccetto Nero che chiese alla mamma: «Cosa faccio oggi?» e la mamma rispose «Oh, guarda, stavo giusto per chiedertelo: puoi andare dalla nonna a dargli questo cesto con vino biscotti e medicine perché sta male» «Certo» rispose Cappuccetto.

La mamma le raccomandò: «Vai nel bosco, è più sicuro per te» «Certo mamma» e mentre si stava avvicinando alla porta prese la pistola, per sicurezza.

Cappuccetto non ascoltò la mamma e passò per la città, andò alla stazione e prese il treno. Nel treno c’erano passeggeri di ogni tipo: capre, maiali e persino unicorni.

La capra e il maiale si unirono a Cappuccetto e arrivarono alla casetta della nonna.

Cappuccetto le diede il cesto e alla nonna piacque solo il vino e si sentì subito meglio. Alla fine la nonna organizzò una festa e invitò anche il lupo però Cappuccetto non lo sapeva quindi appena lo vide gli sparò con la pistola così la nonna prese la medicina e la diede al lupo che ritornò in vita.

(scritto da Marina)

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Nero, si chiamava così perché aveva un cappuccio nero. Un giorno la mamma di Cappuccetto Nero le chiese «Tesoro, porta alla nonna malata il cesto con le medicine, due panini e del vino. Mi raccomando: non andare nel bosco».

Cappuccetto Nero prese una pistola, il gatto Mezzanotte che nascose nel cappuccio e si avviò verso il bosco.

Cappuccetto Nero sentì dei rumori alle sue spalle e ad un tratto sbucò il lupo. Cappuccetto Nero, sfiduciosa, capì che aveva brutte intenzioni. Il lupo domandò: «Cosa c’è in quel cesto?»

Cappuccetto Nero rispose: «Due panini, del vino e delle medicine. Perché?»

Il lupo rispose: «Perché ho fame. Ne posso uno? »

La bambina rispose: «Giammai lupo! » e Cappuccetto Nero notò una bicicletta, saltò in sella e si avviò alla casa della nonna. Il lupo invece prese il monopattino e così anche lui si avviò dalla nonna però prese una scorciatoia, arrivò primo e senza chiedere aprì la porta. Proprio quando stava per mangiare la nonna, arrivò Cappuccetto nero che fece fare capolino a Mezzanotte, il gatto, che stordì il lupo e lei ne approfittò per ucciderlo con la pistola.

Cappuccetto, finita la missione, non tornò più a casa perché ormai era grande, quindi si costruì una casetta nel bosco e diventò una detective che risolveva i casi coi Lupi. Ancora oggi vive nella sua casa con il gatto Mezzanotte.

(scritto da Maria)

se.il mio quartiere

ASCOLTA la traccia n. 3, con le voci di Firdaws, Bineta, Isabel e J’ador

diventasse famoso

Avete sentito?

Il nostro quartiere è diventato famoso!

È scritto su tutti i giornali e anche qui, in questo libro.

Lasciatevi raccontare come e perché.

Un giorno mi sono svegliata per colpa delle urla che dicevano: «Vogliamo fare una foto con voi! Wow siii!» sono andata da mia mamma per chiederle cosa fosse successo e ho trovato mia mamma che faceva video di cucina e di prodotti e gioielli che aveva comprato. Ma prodotti e gioielli di questo tipo non ce li saremmo mai potuti permettere così ho chiesto a mia mamma come ha fatto a permetterselo.

Mi ha detto: «grazie a tuo fratello, è diventato un arbitro eccellente» poi ho chiesto a mia mamma: «E i vicini? »

«Il papà di Anna è diventato un pizzaiolo famosissimo, la sua mamma una parrucchiera famosissima. Stanno facendo rumore perché stanno provando a fare una pizza con i capelli e il balsamo e dicono che se mangi quella pizza i capelli ti diventano lunghi e lucidi». Ian cosa è diventato? «È diventato un professionista di moto GP» «E Ambra cos’è diventata?» «Lei, non lo so proprio». «E Ines?»

«È diventata famosa perché fa video in cui balla la break-dance. E adesso il è il tuo momento per diventare famosa!»

Poi fa partire il telefono e dice: «Ciao ragazzi, oggi trucchiamo mia figlia!!» «No no no no noooo!»

(scritto da Firdaws)

Un giorno ero a letto, mi sono svegliata e mi sono affacciata alla finestra. Nel mio quartiere tutto era cambiato!

C’era la fontana dove le persone lanciano le monete e c’erano un sacco di persone. Allora scesi e andai anche io a vedere! Wow, che bello, il mio quartiere!!

(scritto da Bineta)

Stamattina quando mi sono svegliata ho fatto colazione con biscotti e panino alla nutella. Tre minuti dopo ho sentito dei “click click”. Mi sono detta: vabbè chi sarà mai? Sarà una “novità” nuova ma noiosa.

Poi sono andata in bagno e mi sono fatta una bella doccia calda ma dopo essere uscita avevo di nuovo sentito i “click click” e ho detto: «forse non sarà una “novità” bella».

Mi sono preparata e sono uscita e ho visto dei signori che facevano delle foto alla “novità” che è arrivata nel mio quartiere.

Quando sono arrivata davanti la “novità” era una PIZZA GIGANTE, allora ho preso una fetta e poi mi hanno chiesto se era buona e io ho detto che era buonissima.

(scritto da Isabel)

Il mio quartiere è diventato famoso perché ho chiamato degli imbianchini per colorare tutti i palazzi di tutti i colori: bianco, grigio, nero, rosso, verde, blu, verde acqua e anche arancione. Quando le persone hanno visto quei palazzi hanno detto: wow!

Alla gente piacevano troppo quei palazzi e io ho detto che l’avevo avuta io, l’idea di colorare così queste case. Erano così belle che mi hanno chiesto anche di fare degli hotel a quattro stelle con davanti le piscine!

(scritto da Oliver)

«Ma cos’è questo rumore? Andiamo a vedere! Che cosa? Fino a ieri non c’erano tante persone. Andiamo a vedere per capire cosa stanno cercando. Ehi tu, cosa state cercando tutti qua?»

«Stiamo cercando i capibara. Sembra che esistano solo qua»

«Come sono fatti? »

«Sono pelosi e mangiano carote»

«Ah, ne ho proprio trovato uno»

«Ah sì, piano, che sennò ci sentono tutti! Ecco, ci hanno sentito!»

«Me lo regali? Me lo regali?»

«Basta! Non te lo regalo. Non lo regalo a nessuno! Anzi lo regalo solo se mi date la mela d’oro!»

Così il giorno dopo tornano e mi dicono: «Ecco, ho trovato la mela d’oro!»

E io: «OK, venduto!»

(scritto da J’ador)

Cara lettrice e caro lettore, da anni lavoriamo con le scuole del territorio di Ravenna, incontrando bambini/e delle scuole primarie e ragazzi/e delle scuole secondarie di primo grado. Il teatro è il mezzo per lavorare con loro. Un teatro inclusivo, basato sul lavoro di gruppo e sulla valorizzazione delle differenze. Un teatro che allena l’empatia e l’ascolto reciproco.

Quest’anno fin dall’inizio ci ha colpito la voglia di questa classe di raccontarsi. Quando ci siamo presentati, alla richiesta di conoscere i loro nomi, hanno aggiunto l’offerta di poterci dire anche il loro cognome, il paese di provenienza della loro famiglia, il loro piatto preferito.

Una classe molto varia accumunata dalla gioia del raccontarsi per farsi conoscere e per conoscere gli altri. Il nostro laboratorio si ispira alla “Grammatica della fantasia” e si è nutrito delle storie “lunghe un sorriso” di Rodari. Con questi spunti abbiamo chiesto a bambine e bambini di lasciare libera la fantasia con l’unico impegno di fissarla sulla carta con le parole ma anche con i disegni. Nove incontri in cui spesso le idee per i giochi teatrali, che sempre ci hanno accompagnato, sono stati plasmati dalla fantasia e dall’inventiva delle richieste della classe, che anche per questo ha sempre proposto interessanti spunti e idee.

Come sempre ringraziamo di cuore le insegnanti, in questo caso Elisa Arrigo e Barbara De Mattia più il resto del personale (educatrici e insegnanti di sostegno), per la collaborazione e per l’entusiasmo che hanno dimostrato durante tutto il percorso.

Panda Project

chiedi ai tuoiunacompagni firma o un messaggio per ricordo!

“La grammatica di Rodari” è un laboratorio teatrale per le scuole, condotto da Panda Project, ispirato dal testo “La grammatica della fantasia” di Gianni Rodari. Il laboratorio, alla sua quinta edizione, si è svolto in classe, in nove incontri della durata di due ore e termina con la realizzazione di un audiolibro scritto e interpretato dai ragazzi.

Panda Project desidera ringraziare: le insegnanti Elisa Arrigo e Barbara De Mattia e la classe: 4C della scuola “Bruno Pasini” del quartiere Darsena di Ravenna, che hanno aderito all’iniziativa. Il progetto è stato realizzato in collaborazione e con il supporto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Panda Project nasce a Ravenna nel 2009, come Associazione Culturale, fondata da Beatrice Cevolani, Delia Trice e Hendry Proni: un collettivo di artisti che realizza spettacoli, performance, installazioni interattive, programmi radiofonici e, dal 2014, laboratori e progetti nelle scuole.

AUDIO LIBRO della classe 4 C

Anno Scolastico 2024/25

grafica deetrais / con disegni della classe

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