Se... Ravenna fosse un'isola?

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Se... Ravenna fosse un’isola e altre storie

se... Ravenna fosse un'isola

e altre storie

Anche quest’anno siamo orgogliosi di essere riusciti a coinvolgere due classi! Preparate occhi e orecchie perché tra poco saranno deliziati dalla visione e dall’ascolto dei risultati dei laboratori con bambine e bambini della 4 A della scuola “Rodari” di Mezzano e della 4 A della scuola “Garibaldi” del quartiere Darsena di Ravenna, anno scolastico 2023/24.

Gianni Rodari, l’autore cui si ispira il laboratorio teatrale, con la “Grammatica della Fantasia” e con le sue favole, ci ha dato il “la”. I piccoli autori e autrici si sono messi all’opera e hanno inventato le nuove storielle, le favole, i disegni e le voci che troverete e che speriamo vi possano divertire e anche far riflettere.

Buona lettura e buon ascolto.

Il progetto “La grammatica di Rodari” - quarta edizione è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e grazie all’adesione al progetto delle insegnanti Linda Esposito Ferrara e Maria Giorgia Bracco.

Il progetto “La Grammatica di Rodari” è stato un’esperienza forte e significativa fin dal primo incontr

Dal “riscaldamento” che dà il via alle attività, passando per gli “Occhiali della Fantasia”, indispensabili per guardare con meraviglia il mondo e rendere speciale ciò che pare ordinario, finoalla lettura di brevi racconti di Rodari, ogni momento è curato per stimolare gli alunni e far loro giocare con le parole e l'immaginazione.

Hendry è un conduttore carismatico e disponibile, che con simpatia e leggerezza è stato capace di dare spazio alla voce di ogni bambino della classe.

L’attività è stata, così, altamente inclusiva: ciascuno ha dato il meglio di sé, scrivendo storie originali, creative e, soprattutto, personali. Le eccentriche “consegne” ricevute hanno acceso la fantasia di ognuno, affrontando il compito con entusiasmo. Si sono sentiti, così, capaci di inventare racconti nuovi e mai banali, trovando piacere nel leggerle a tutti i compagni.

La lettura ad alta voce del proprio prodotto è passata da un momento di imbarazzo a un’occasione per esporsi con coraggio e orgoglio davanti alla classe, la quale, con pazienza e attenzione, ascoltava ogni storia, facendo anche interventi per apprezzare quanto scritto o per proporre suggerimenti. Porre l’attenzione all’uso della voce come mezzo per comunicare con chiarezza e intenzione è stato uno stimolo prezioso che speriamo i nostri bambini possano coltivare negli anni a venire. La partecipazione è stata viva e attiva.

Il progetto è stato una bella lezione anche per gli insegnanti: scrivere questi testi è stato possibile solo grazie alla grande fiduciae libertà che Hendry ha dimostrato a ogni incontro verso i piccoli scrittori, superando quei vincoli che come

maestri spesso poniamo agli alunni (categorie di testo, struttura del racconto…). Questo diverso atteggiamento ha fatto prendere consapevolezza agli insegnanti di come, superando questi limiti, si accresce l’autostima e si libera la creatività dei bambini. Porteremo sempre nel cuore queste settimane passate assieme all’insegna della scrittura e della lettura, augurandoci, ogni tanto, di dimenticare di togliere gli “Occhiali della Fantasia”.

Luca Biagini e Linda Esposito Ferrara

Classe 4A Scuola “Gianni Rodari”, Mezzano (RA)

Introduzione della Maestra Maria Giorgia

Quest’esperienza laboratoriale non è altro che il frutto di un coinvolgente percorso scaturito dalla fantasia e creatività dei bambini e delle bambine della classe 4^A della scuola primaria “G. Garibaldi” di Ravenna.

L’audio libro, prodotto del lavoro svolto, rappresenta una documentazione innovativa ed originale; risultato delle capacità di ognuno dei nostri allievi, che giocando con le storie e le parole, ha trasformato il tutto in un tripudio di risate ed allegria..

Maria Giorgia Bracco

Classe 4A Scuola “G. Garibaldi”, Darsena di Ravenna (RA)

indice +

Cos'è un audiolibro? Lo dice la parola, è un libro che puoi ascoltare. In questo indice, in blu, troverai il numero di traccia audio che corrisponde al capitolo, con le voci dei ragazzi che hanno scritto le storie.

Usa il QRcode nel retro della copertina del libro e... buon ascolto!

Ascolta la traccia n. 1

lettere

e... se andassi in missione?

di Emma, Elisa e Alexander

e... se ti scrivesse un animale?

di Alessia, Salvatore, Giada, Nikita, Grace, e Emma

Ascolta la traccia n. 2

tre parole

di Michael, Nicolò, Alexander, Lorenzo, Gabriel e Rakan

pag. 7 pag. 7 pag. 9

pag. 15

4

Ascolta la traccia n. 3

la rivolta delle macchine

il tagliaerba di Francesco e Adelina

il gatto arrostito di Bianca e Aaron niente armi di Alessandro

la sveglia rotta di Martina e Celeste

il gatto delle nevi di Martino

il tritacarne di Dalia, Greta, Pietro

Ascolta la traccia n. 4

cappuccetto +

pag. 19 pag. 19 pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 22 pag. 23

di Aurora, Jacopo, Antonia, Emma, Michele e Pietro pag. 25

Ascolta la traccia n. 5

se... un albero mi parlasse

un amico albero di Maia

l' indovinello di Simone

cicciotto e i suoi amici di Nicole

l'albero parlante di Samuel pag. 33 pag. 33 pag. 34 pag. 35 pag. 37

Ascolta la traccia n. 6

se... Ravenna fosse un'isola

di Greta, Noeyla, Viola, Aaravdeep pag. 39

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ASCOLTA la traccia n. 1, con le voci di Emma, Elisa e Alexander

lettere

Scrivere e ricevere lettere: che emozione!

Ne abbiamo spedite immaginando di partire per un viaggio segreto e ne abbiamo ricevute dai piccoli amici che abitano nelle nostre case o che ci vorrebbero abitare.

se andassi in missione?

Caro nonno, ti volevo dire che devo fare una missione segreta cioè prendere tutti i tuoi ricordi.

Però una persona non me li vuole dare!!!

Anzi mi ha detto che per prendere tutti i tuoi ricordi devo andare a Roma.

Io non mi arrendo e quindi ci vado!!

Nonno, quando ce la farò, te li porterò a casa al sicuro.

Ciao nonno, ti saluta la tua nipotina.

di Emma F.

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e…

Ciao famiglia,

vi voglio bene, sono Elisa, sono partita per una missione segreta. Vi dico che dovrò fare tanta strada. Voglio che se, non ce la dovessi fare, mi ricordiate. Io prima di partire ho preso delle armi e vi ho lasciato un ciondolo con la mia foto.

Dovrò combattere per un sacco. Non vi posso dire dove vado.

Ricordatevi di me. Mi mancate tanto, vi porterò un dono.

di Elisa H.

Cara sorella, oggi faccio un viag gio fino in Albania, visto che stanno partendo mia zia, il cugino e la cugina. Ci vado con il Grab Pack pieno di cibo e legna, perché sennò muoio di freddo visto che il mio giubbotto non fa caldo.

Però ce la farò e vedrò la zia.

Alexander di Alexander X.

ASCOLTA la traccia n. 1 con le voci di Alessia, Salvatore, Giada, Nikita, Grace e Emma

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e… se ti scrivesse

un animale?

Ciao Alessia, sono Noah.

Quando il mio padrone mi porta da te come prima cosa inizio a saltarti addosso e te mi alzi sempre la voce. Tranquilla non sono sorda, voglio solo giocare!

Quando mi metto sul divano o sul letto te mi metti sempre giù.

Che cosa non va?

Forse puzzo?

Occupo troppo posto?

Poi mi date solo crocchette giganti, che mangio così bene con quelle piccole.

Forse con quelle piccole faccio molto baccano?

Se è così, anche voi fate baccano, quando mangiate e soprattutto quando tuo babbo chiacchiera.

Poi quando mi metto davanti alla porta per uscire tu mi passi sempre vicino ma fai finta di niente e allora quando mi vuoi prendere in braccio scappo.

Poi quando te e la tua famiglia mangiate, a me date un microscopico pezzo di carne. Perché non me ne date di più?

Forse dopo faccio troppe puzzette?

E voi non le fate?

Ciao Alessia, Ti voglio tanto bene.

Tanti saluti da Noah.

P.S. ti voglio tanto bene.

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Ciao Salvo, sono il tuo cane Zeus.

Ti scrivo per dirti che ti voglio bene. Quando arrivi a casa sono molto contento e corro per farti felice anche se la mamma si arrabbia perché faccio troppo rumore.

Tu mi accarezzi sempre, anche se la mamma dice di no, ma tu continui e io non smetto di leccarti le mani e capisco che mi vuoi tantissimo bene.

Adesso vado a mangiare. Ti aspetto questa sera.

Ti mando tante leccate.

Da: il tuo Zeus.

di Salvatore S.

Cara umana, non riesco proprio a capire perché quando esco dal mio cassetto scappi via nell'altra stanza, forse perché sono troppo attraente?

“Capisco” ho un pelo lungo e nero e due luminosi occhi rossi. Vabbè, lascia perdere, ora ho capito.

Cari saluti dal tuo ragno preferito, penso.

Il ragno di casa.

di Giada V.

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Ciao mio Nikita,

sono felice che tu mi abbia scelto.

Non solo per questo ma anche per mangiare, giocare e per dormire e vivere in una casetta grande che hai comprato.

Io con voi avevo festeggiato il Capodanno 2023 e 2024.

Sono felice con te e anche con la tua famiglia.

Oh, mio Nikita, quando io ero piccolino avevo paura di te ma quando sono passati due giorni ho messo via tutta la paura, ti avevo detto di accarezzarmi e io mi sono rilassato.

Nikita, la tua mamma mi dà ora da mangiare.

Ciao, mio Nikita, Ciao!

di Nikita C.

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Ciao!!!

Cara Grace, siamo un gruppo di moscerini, ogni volta veniamo in casa appena i tuoi lasciano la finestra aperta Quando rientri da scuola ti salutiamo ma tu non te ne accorgi e quando ci vedi ci vuoi ammazzare (cioè uccidere).

Ma noi ti vogliamo solo chiedere quanti anni hai, come ti trovi nella casa e se ti ricordi quando la tua amica ha rotto il piatto e noi siamo andati lì a mangiare?

E volevamo dirti grazie. E ti ricordi quando uno del nostro gruppo ti è entrato nell'occhio? Ti bruciava molto, così tanto che ci odi molto e sei così arrabbiata con noi. Ti salutiamo.

Saluti moscerini!

di Grace O. O.

Cara Emma, è Balù che ti parla.

Bau!

Scrivo per dirti che quando, raramente, vieni a casa di tua cugina, ti spaventi quando mi vedi o senti abbaiare.

Bau, Bau!!

...Ok, sembro una macchina da guerra vivente, ma anch'io mi spavento. Forse non abbiamo un gran rapporto, da quando ti ho mangiato la tua bambola preferita. Era buona. Comunque ti ho scritto per rafforzare il nostro rapporto.

Dal tuo nuovo amico cane, Balù.

Bauuu! Baaau!

di Emma S.

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ASCOLTA la traccia n. 2, con le voci di Michael, Nicolò, Lorenzo, Gabriel e Rakan

tre parole

Tre parole per ogni classe, di cui una inventata per gioco. Tombarolo, trenino, giallutto, in una classe, Monte Olimpo, casa, camaleonte, nell’altra. Pronti?

Biro in mano. Via alla fantasia!

Il tombarolo salì su un trenino che andava in Egitto, era alla ricerca del rubino. Trovò un portale di colore giallutto. All'interno del portale vide il rubino ma c'erano tante trappole prima di raggiungerlo. Ad esempio da sotto il pavimento saliva il fuoco o un acquario pieno di squali quindi il tombarolo provò ad evitare le trappole e ce la fece.

Recuperò il rubino e prese il treno per riconsegnarlo al Museo Egizio di Torino.

di Michael G.

Un giorno un tombarolo era andato in Egitto, nelle piramidi color “giallutto” ma era molto pericoloso. Entrò, scattò subito una trappola ma non lo colpì, quindi decise di correre e dopo qualche minuto arrivò al tesoro ma c'era una mummia che lo proteggeva.

C'era una spada, dentro un sarcofago, quindi la prese, tagliò la testa alla mummia poi scappò col trenino del tempo.

di Nicolò Z.

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C’era una volta un camaleonte di nome Girello.

Era un agente immobiliare che voleva vendere una casa sul Monte Olimpo.

Girello non trovava nessuno che volesse comprare la casa perché c'era Zeus che lanciava i fulmini dappertutto.

Quindi Girello fa un'offerta speciale:

“Compra casa da Girello,

il tuo agente immobiliare bello bello!

Offerta Spaziale:

la casa dei tuoi sogni ad un prezzo speciale”

Così il signor Fattucchio la visitò

ma la voleva Zeus e per questo si arrabbiò.

Zeus lanciò così tanti fulmini sulla casa che la distrusse.

Girello perse il lavoro e tornò a casa solo e poverello.

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Un giorno, il signor Zeus e sua moglie sul monte Olimpo, trovarono un piccolo camaleonte.

Decisero di portarlo a casa loro e gli sembrò innocuo.

Durante la notte il camaleonte si trasformò in un grande Dio tutto colorato.

Zeus, sentendo dei rumori strani, si svegliò e si trovò davanti a questo Dio e, sentendosi in pericolo, tirò fuori la sua spada a forma di fulmine e la infilò nella pancia del camaleonte.

“Puff…” e il camaleonte si rimpicciolì.

Diventò piccolo e scappò nel nulla.

di Gabriel S.

Tanto tempo fa, in una casa, abitavano il papà George e la mamma Elisabetta e i due figli, uno di nome Leo e l'altro Teo.

La mamma e il papà litigavano sempre dicendo:

“Questo è mio”

“No, è mio!”

Un giorno la mamma si trasferì sul monte Olimpo.

Ad un certo punto arrivarono dei Camaleonti.

La mamma aveva troppa paura dei Camaleonti quindi tornò a casa con il papà e i due figli.

Vissero felici, contenti e soprattutto molto, ma molto calmi.

di Rakan Z.

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ASCOLTA la traccia n. 3
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Francesco e Adelina, Bianca e Aron, Alessandro, Martina e Celeste, Martino e Dalia

la rivolta delle macchine

Pare che le macchine si siano stancate di produrre armi o di fare quello che fanno sempre, lo ha scritto anche

Rodari in una delle sue fiabe. Cambiare serve anche a imparare. Lasciatevelo raccontare.

il tagliaerba

di Francesco M. e Adelina A.

Un giorno, un tagliaerba, finì il suo lavoro

Si stancò di tagliare l'erba.

Ma l'uomo lo usava lo stesso, così scappò dal garage.

Il tagliaerba stava passeggiando e fischiettava una persona lo fissava La persona lo prese e lo portò al ristorante.

Il tagliaerba disse: "Siamo in un ristorante? Devo tagliare?"

La persona disse: "Sì!"

Allora cominciò a tagliare e diventò il migliore dipendente e anche un famoso chef.

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il gatto arrostito

C'era una volta un microonde al MediaWorld. Arturo e Ginevra lo comprarono e lo portarono a casa. Dopo circa un mesetto, il microonde si arrabbiò perché vedeva sempre il gatto camminare davanti a lui e pensava: “che bella vita, quella del gatto, che può camminare al posto di rimanere fermo!”

Quindi, siccome il gatto lo prendeva sempre in giro, quando il micio gli passò davanti si buttò, lo catturò e si accese, arrostendo il gatto.

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niente armi

di Alessandro D.S.

C'erano una volta delle macchine che producevano cose diverse, tra cui il gelato, pupazzi e palle da discoteca.

Un giorno, i proprietari, gli chiesero di produrre armi da guerra e carri armati ma le macchine si fermarono.

All'improvviso tutte le cose che producevano iniziarono ad animarsi.

Tutti i telegiornali ne parlarono subito ed avvisarono tutta la città di rimanere in casa con le porte chiuse e di chiudere tutto e se qualcuno bussava alla porta, prima bisognava chiedere: “chi è?”.

Nel mentre tutti gli oggetti stavano facendo esplodere tutta la città.

I cittadini che guardavano dalle finestrepensavano che fosse la fine del mondo uccidevano anche i militari.

Ma poi arrivò l'intero esercito militare con i lanciarazzi e i cacciabombardieri.

In tutte le televisioni c'era un messaggio mandato dal governo che diceva di ritrovarsi nel bunker perché stavano lanciando una bomba nucleare su tutta la città, che però non danneggiava niente, per sterminare gli oggetti animati.

Dopo due ore erano usciti tutti dal bunker, se ne tornarono tutti a casa e vissero tutti felici e contenti.

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la sveglia rotta

di Martina P. e Celeste T.

Un giorno, di prima mattina, la sveglia suonò nella camera di Sara.

“drin drin!!"

La bambina, nel letto, ancora addormentata, prese la sveglia e la buttò sul cuscino per terra: “puff! puff!!”.

Non si ruppe, per fortuna!

La sveglia, stufa di essere lanciata sempre per terra ogni mattina, decise di non suonare più.

Il giorno dopo Sara non si svegliò presto ma tardi e la sveglia fu contenta di non essere stata lanciata. La bambina prima si arrabbiò ma poi capì che bisogna trattare bene i propri oggetti, se vogliamo che funzionino bene.

il gatto delle nevi

di Martino D’A.

Una macchina delle nevi si scocciò di spazzare la neve o il ghiaccio quindi si ribellò e diventò un robot spazza polvere. Dopo tanti giorni trovò una casa piena di polvere, bussò alla porta e appena aperta, schizzò subito in casa senza aspettare un momento. Stava immagazzinando tanta polvere.

Dopo aver aspirato tutta la polvere andò ad aspirare la polvere in tutte le case, in tutti i villaggi, in tutti i paesi, in tutte le città, in tutto il mondo, in tutto lo spazio e in tutto l'Universo.

Però non c'era ancora andato, nell'Universo, quindi andò dove partono i razzi.

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Tutte le persone che erano lì dissero: “Ma chi è quello lì?”

“Secondo me è un coso degli anni’80”

Non lo riconobbero più perché aveva aspirato così tanta polvere che aveva una meravigliosa panza da sogno.

Quando salì sul razzo e andò nello spazio risucchiò il mare, l'oceano, la terra, gli alberi e alla fine il mondo era scomparso.

FINE.

Ah! e il gatto delle nevi diventò un buco nero che risucchiava tutto nell'Universo.

FINE DAVVERO.

il tritacarne

di Dalia P. , Greta B. e Pietro R.

C'era una volta una macchina tritacarne che si era stancata di vedere così tanta carne che decise di diventare un'ascia.

Dopo mesi e mesi di lavoro l’ascia si stancò di tagliare gli alberi.

Che stanchezza, sentire le loro urla!

Quindi decise di tornare una tritacarne e di non cambiare più tutto.

Tutto ciò gli insegnò che si è perfetti così come si è.

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ASCOLTA la traccia n. 4 con le voci di Aurora, Jacopo, Emma, Antonia, Michele, Pietro

cappuccetto

Ce l’ha suggerito Rodari: aggiungi una parola fantastica e ti divertirai un sacco. E voi? Sapreste dire quale parola ha sconvolto le nostre Cappuccetto Rosso?

C'era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso. La mamma chiese a Cappuccetto Rosso di andare a portare del cibo alla nonna perciò Cappuccetto Rosso andò e attraversò il bosco. Dopo un po' che stava camminando un lupo la vide. Il lupo le chiese dove stesse andando e lei disse: “Dalla nonna che sta male, ma andiamo a giocare a bowling. Vuoi venire a giocare con noi?”

Il lupo accettò e quando arrivarono, giocarono e vinse la nonna che poi andò a riposare.

La bambina e il lupo continuarono a giocare ma, mentre Cappuccetto Rosso stava lanciando la palla, il lupo disse che andava in bagno. Invece andò a mangiare la nonna. Quando la bambina si accorse che il lupo non tornava andò a controllare e disse alla nonna: “Che orecchie grandi che hai”

E il lupo rispose: “per sentirti meglio” e rispose a tutte le domande ma Cappuccetto Rosso le fece un'ultima domanda: “Che bocca grande che hai”

E la nonna rispose “È per mangiarti meglio!” e ingoiò la bambina.

Ma arrivò il cacciatore che si accorse di tutto, sparò al lupo e la bambina e la nonna vissero felici e contente.

di Aurora P.

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C'era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso.

Una mattina la mamma disse: “Vai dalla tua Cara nonnina che si è dimenticata la palla da bowling.”

La bambina si mise in cammino e dopo un po' incontrò un lupo che le disse: “Cara ragazza, quella palla sembra pesante… va in quella strada che è più corta” e Cappuccetto si mise in cammino per quella via che però era più lunga.

Quando raggiunse la sala da bowling trovò solo la sua nonna che non sembrava la nonnina di sempre (era il lupo con in pancia la vecchietta). Aveva la pancia più grande, le orecchie più grandi, era tutta pelosa ed aveva denti affilatissimi

Cappuccetto gli chiese: “Nonnina, che orecchie grandi che hai! - e il lupo: - è per ascoltarti meglio, mia cara - e Cappuccetto: -

Quanti peli hai, mia nonnina - e il lupo: - è perché mi dimentico di tagliarli, mia cara - e Cappuccetto: - che denti affilatiche hai! - e il lupo – è per assaporarti meglio, mia cara –AhaaaaaaaRRRRR!!!!!! un urlo incredibile, si sentiva dall'altra parte della contea.

Un cacciatore che aveva visto tutta la scena prese la palla e la buttò sul piede del lupo che aprì la bocca da dove uscirono la nonna e Cappuccetto.

Il lupo rotolò con la palla e finì sui coni sbalordito. Il Cacciatore lo portò al fiumedove gli tagliò la pancia e gli mise la palla.

Quando il lupo si svegliò aveva una gran sete quindi si sporse per bere dell'acqua ma rotolò e finì nel fiume dove anneg

di Jacopo A.

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C'era una volta Cappuccetto Rosso.

La mamma di Cappuccetto Rosso disse: “Vai dalla nonna che sta male e portale il pane.”

Cappuccetto Rosso va dalla nonna ma incontra un lupo e si spaventa. Il lupo le disse: “Dove vai di bello, bambina?

Cappuccetto Rosso rispose: “Vado da mia nonna.”

Il lupo disse: “Se vuoi, visto che la strada è troppo lunga, ti accompagno con il mio elicottero.”

“Ok, grazie”

Cappuccetto Rosso si accorse troppo tardi che la casa della nonna era lì di fianco quindi pensò che la volesse portare nella sua caverna e mangiarla.

Lei saltò dall'elicottero, visto che erano a pochi metri da terra, si mise a correre velocemente ma il lupo la prese e la mangiò.

Alla fine Cappuccetto Rosso diede al lupo dei calci alla pancia e il lupo morì.

Subito dopo lei ritornò a casa e disse alla mamma: “Ma la nonna è capace di farsi il pane?!” e tutti vissero felici e contenti. FINE

di Antonia D. M.

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C'era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso. Un giorno Cappuccetto doveva andare dalla nonna quindi si incamminò nel bosco. Durante il cammino incontrò un lupo.

Lei si innamorò di lui a prima vista e si fidanzarono subito.

Cappuccetto, orgogliosa, chiamò la nonna e le disse tutto.

La nonna le fece un regalo per il fidanzamento.

Dopo tre anni si sposarono e vissero felici e contenti

C'era una volta una bambina chiamata Cappuccetto Rosso che doveva andare dalla nonna a portarle del pane.

Incontrò un lupo che le disse di prendere il sentiero più corto.

In realtà il sentiero era molto più lungo. Cappuccetto Rosso ci credette ma il lupo la voleva semplicemente ingannare.

Il lupo andò a casa della nonna, la mangiò e si travestì come lei.

Dopo arrivò Cappuccetto Rosso e le disse: “Nonna, perché hai le orecchie così grandi?”

E il lupo/nonna rispose: “Beh, se non ti piacciono, vattene!”

Cappuccetto Rosso disse: “E gli occhi, perché li hai grandi?”

Il lupo rispose: “Basta!”

Cappuccetto Rosso disse: “Aaah, allora sei permalosa!

Il lupo così se la mangiò.

Subito dopo arrivarono i soccorsi, aprirono la pancia del lupo, tirarono fuori la nonna e Cappuccetto Rosso. Da quel momento vissero tutti felici e contenti.

(A parte il lupo)

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C'era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso vive con sua madre in una casetta vicino al bosco.

Una mattina, la mamma di Cappuccetto Rosso, le chiede di portare un cesto di cibo alla nonna. Cappuccetto Rosso accetta e, durante il viaggio, passa davanti a un bosco che è il bosco dove si trova La Casetta Della Nonna. Allora Cappuccetto Rosso si incammina lungo il bosco.

Durante il tragitto incontra un lupo molto furbo e permaloso.

Allora il lupo chiede a Cappuccetto Rosso Cosa ci fa nel bosco tutta sola.

Cappuccetto Rosso gli risponde che sta portando un cesto di cibo a sua nonna molto malata.

Allora il lupo dice: “sicura di non volere una mano? Il cesto sembra molto pesante.”

Cappuccetto Rosso risponde: “In effetti è abbastanza pesante”

Allora Cappuccetto Rosso si fa aiutare dal lupo.

Cappuccetto Rosso e il lupo fanno la gara a chi arrivava prima alla casa della nonna.

La gara la vince il lupo che essendo molto furbo bussa alla porta della nonna fingendosi Cappuccetto Rosso

La nonna, non essendo del tutto cieca, capisce che non è Cappuccetto Rosso.

Allora la nonna urla: “Brutta palla di pelo con i denti gialli, torna da dove sei venuta, brutta bestiaccia!”

Nel frattempo Cappuccetto Rosso raggiunge il lupo e gli chiede: “Che sta succedendo?” e dopo neanche un secondo il lupo divora Cappuccetto Rosso.

A questo punto la nonna esce per dare qualche calcio al lupo ma il lupo, che era già offeso dagli insulti di prima, divora la nonna senza pietà.

Successivamente arriva il cacciatore che addormenta il lupo

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con una ninna nanna che fa:

“Ninna nanna, ninna oh, questo lupo a chi lo do?

Io lo do allo zoo, che lo tiene per un po'.

Poi lo do al Cacciatore, che lo tiene sul balcone.

Poi lo do al cameriere, che lo uccide col cassiere.”

Dopo averlo addormentato gli taglia la pancia e libera Cappuccetto Rosso e sua nonna e mangiano insieme il cibo che è dentro il cesto. Fine.

di Pietro R.

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ASCOLTA la traccia n. 5, con le voci di Maia, Simone, Nicole e Samuel

se... un albero mi parlasse

Non è una cosa da tutti i giorni, a meno che tu indossi gli occhiali della fantasia. Cosa succederebbe se all’improvviso un albero cominciasse a parlare?

un amico albero

di Maia D.

Cosa succederebbe se un albero parlasse?

Beh io ve lo dico subito.

C'era una volta una bambina di nome Rihanna, si trovava in campeggio in una radura molto fiorita con il suo cavallo Riki. Ad un tratto sentì una voce dire: - Rihanna! Rihanna sono qui, girati.

Ella si girò ma non vide nessuno e cominciò ad avere paura. Decise di ritirarsi nella sua tenda.

Il giorno dopo Rihanna si svegliò di colpo perché si sentì toccare la spalla. Era una radice di albero. Rihanna indietreggiò ma qualcosa la afferrò di colpo e la sollevò in alto. Rihanna e il suo cavallo si ritrovarono su un albero altissimo che aveva un bel tronco massiccio.

In cima c'era una scala a chiocciola fatta di ramoscelli poi, in alto, c'era una piattaforma.

Rihanna per la curiosità salì e salì scalino dopo scalino e arrivò alla piattaforma.

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Era una casa che da sotto sembrava una piattaforma, ma da su era una casa. A un certo punto sentì la voce dire: “Oh, era ora Rihanna che ti fidassidi me! Allora …incominciamo: tu e il tuo cavallo vivrete qui perché tu sarai la mia guardiana ma anche la mia guerriera che mi difenderà.”

Rihanna era molto emozionata quindi decise di accettare.

Da quel giorno Rihanna abitò lì, imparando a essere una brava guerriera.

L'albero si prese cura di lei e la custodì come una vera figlia l'indovinello di Simone G.

Un giorno di sole stavo passeggiando quando sentii:

- Ehi tu, come ti chiami?

- Chi è che parla? - risposi io.

- Sono qui, alla tua destra, non mi vedi?

E io: - Ah sì, sei la quercia che è accanto a me. Comunque io mi chiamo Simone e tu?

La quercia rispose: - Io mi chiamo Gianfranco. Perché sei qui?

- Ah, sono qui perché sto passeggiando. Comunque qui c'è qualche tesoro?

- Sì, c'è il tesoro di Jack Barbanera. Ma ti dirò dov'è solo se risponderai correttamente al mio indovinello.

- Vai con l'indovinello! - dissi io.

L'albero rispose: - Cos'è che è grande come il leone, feroce come il leone ma non è il leone?

Ci pensai un po' su poi risposi: - La leonessa!

E l'albero: - Bravo, hai risposto giusto. Il tesoro è nella grotta.

Io andai nella grotta, presi il forziere, lo aprii e vidi che dentro c'erano 10.000 euro in banconote.

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cicciotto e i suoi amici

di Nicole C.

Un giorno di primavera passeggiavo nel bosco. A un certo punto ho sentito una voce.

Era un albero parlante, si chiamava Cicciotto e stava parlando con i suoi amici e gli stava dicendo che gli voleva tantissimo bene.

Arrivai io e mi disse subito se volevo diventare loro amica. Io accettai con piacere e divenni loro amica. Mi dissero che avevano bisogno di acqua.

Presi dalla mia borsa un litro d'acqua ed iniziai a darla ad uno per uno.

Mi abbracciarono tutti insieme e mi ringraziarono moltissimo. Io in quel momento mi sentii felice per aver aiutato la natura ma soprattutto i miei amici alberi.

Il giorno dopo ritornai di nuovo da loro. Mi avevano raccolto un fiore

Io gli diedi un altro po' d'acqua e da quel giorno divenni molto loro amica e tutti vissero in pace e bene.

Ma come fanno gli alberi a parlare?

Forse chi ama veramente la natura li può ascoltare.

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l’albero parlante

Un pomeriggio dopo scuola, Aaron e io siamo andati al parco a giocare a calcio.

Il gioco era: uno stava in porta tra due alberi e l'altro tirava e chi sbagliava andava in porta.

Quando colpivamo il palo, che era un albero, sentivamo: - Ahi! Ahi! Ahi!

Quindi noi iniziammo a cercare chi si lamentava fin quando

l'albero iniziò a parlare dicendo:

“Sono io che mi lamento perché mi riempite di pallonate!”

Io e Aaron iniziammo a ridere e l'albero disse:

“Cosa ridete? Tutti gli alberi sono vivi ma pochi parlano.”

Noi che non credevamo che gli alberi parlassero gli chiedemmo:

“Da quanto sei qui? Ci racconti qualcosa della tua vita?”

L'albero ci rispose:

“Sono qui da tantissimi anni e io ho visto dei bambini che giocavano, che ridevano e che piangevano però ho visto pochi bambini con i vostri piedi a banana che non beccano mai la porta e beccano sempre il palo.”

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ASCOLTA la traccia n. 6 con le voci di Greta, Noelya, Viola e Aaravdeep

se... Ravenna fosse un’isola

Invece delle strade, i ponti, invece delle auto, le barche, invece delle fabbriche, le spiagge. E questo è niente.

Cosa succederebbe se un giorno ci svegliassimo e... Ravenna fosse un’isola?

Un giorno tutta Ravenna si svegliò e iniziò a strillare perché era diventata un'isola.

Gli abitanti comprarono dei Remi e iniziarono a remare per tornare come prima; però più remavano, più andavano lontani.

A un certo punto iniziarono a trasportare anche la Sicilia, dopo un po' rallentarono perché si erano scontrati con la Sardegna.

Infine si unirono con la Corsica e diventarono un unico stato

di Greta B.

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Un giorno una bambina si svegliò trovando parecchie stranezze: Ravenna si era staccata dall'Italia ed era diventata un'isola. Allora la bambina, di nome Madison, andò a scuola ma non c'era nessuno né i bambini né i prof. Si preoccupò e andò in panico fino al punto di svenire

Quando si svegliò vide che era l'unica ad abitare lì e svenne di nuovo. Appena si svegliò vide che la sua famiglia era a terra con vestiti strappati.

Madison era terrorizzata.

Alla finesi svegliò ancora una volta perché era stato tutto un sogno.

di Noelya G.

Ravenna non era un'isola finoa poco tempo fa, perché i desideri non sempre si avverano. Un giorno però un bambino di nome Domenico sognò che Ravenna era un'isola.

Durante la notte ci fu un terremoto che separò Ravenna dall'Italia, però gli abitanti non sentirono niente.

Il mattino dopo, quando tutti si svegliarono, guardarono fuori dalla finestrae sentirono un frastuono. Uscirono fuori e corsero di qua e di là.

Meno male che quella sera il bambino sognò che Ravenna si riunì all'Italia e il giorno dopo tutto tornò alla normalità.

di Viola D'A.O.

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Un giorno gli abitanti di Ravenna si svegliarono e rimasero a bocca aperta perché si videro circondati dalla sabbia e dal mare. Così gli abitanti, invece di andare al lavoro, si licenziarono e andarono in spiaggia. Anche i bambini erano andati sulla spiaggia invece che a scuola.

L'isola diventò popolare così tutti andarono in quel posto perché non avevano voglia di lavorare.

di Aaravdeep S. T.

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Cara lettrice e caro lettore,

da anni lavoriamo con le scuole del territorio di Ravenna, incontrando bambini/e delle scuole primarie e ragazzi/e delle scuole secondarie di primo grado. Il teatro è il mezzo per lavorare con loro. Un teatro inclusivo, basato sul lavoro di gruppo e sulla valorizzazione delle differenze. Un teatro che allena l’empatia e l’ascolto reciproco.

Il laboratorio che ha portato alla composizione di questo libro, nasce ispirandosi agli esercizi della “Grammatica della fantasia” di G. Rodari e trae nutrimento dalla lettura in classe di alcune “Fiabe lunghe un sorriso” dello stesso autore.

Ogni settimana abbiamo fatto giochi teatrali, letto ad alta voce le favole di Rodari, fatto esercizi di scrittura creativa, disegnato, inventato storie a perdifiato trovato parole nuove e ascoltato le favole e le storie scritte da tutti e tutte.

Nove incontri in cui non solo c’era il piacere di inventare storie da regalare agli altri ma c’era anche il piacere di scoprire le storie degli altri. Abbiamo incontrato due classi preziose, guidate da insegnanti appassionati, molto unite al loro interno, che con grande entusiasmo e capacità di ascolto hanno contribuito a incoraggiare chi ne aveva bisogno, a creare momenti divertentissimi per tutti, a inventare sempre nuove soluzioni per rendere le due ore passate assieme creative, allegre e rilassanti.

Come sempre ringraziamo di cuore le insegnanti, in questo caso Linda Esposito Ferrara e Maria Giorgia Bracco, ma anche Luca Biagini, Luca Quagliano e Raffaella Guerra per la collaborazione e per l’entusiasmo che hanno dimostrato durante tutto il percorso.

panda project

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“La grammatica di Rodari” è un laboratorio teatrale per le scuole, condotto da Panda Project, ispirato dal testo “La grammatica della fantasia” di Gianni Rodari. Il laboratorio, alla sua quarta edizione, si è svolto in classe, in nove incontri della durata di due ore e termina con la realizzazione di un audiolibro scritto e interpretato dai ragazzi.

Panda Project desidera ringraziare: le insegnanti Linda Esposito Ferrara e Maria Giorgia Bracco, le classi: 4A della scuola “Rodari” di Mezzano e 4A della scuola “Garibaldi” del quartiere Darsena di Ravenna, che hanno aderito all’iniziativa. Il progetto è stato realizzato in collaborazione e con il supporto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Panda Project nasce a Ravenna nel 2009, come Associazione Culturale, fondata da Beatrice Cevolani, Delia Trice e Hendry Proni: un collettivo di artisti che realizza spettacoli, performance, installazioni interattive, programmi radiofonici e, dal 2014, laboratori e progetti nelle scuole.

AUDIO

LIBRO delle classi 4A/Rodari e 4A/Garibaldi

Anno Scolastico 2023/24

Ascolta le tracce e leggi il libro online sul sito pandaproject.it

grafica deetrais / con disegni della classe
PANDA PROJECT PRESENTA LA GRAMMATICA DI RODARI
- -1 lettere 2 tre parole 5 se... un albero mi parlasse? 6 se... Ravenna fosse un’isola? 4 cappuccetto + 3 la rivolta delle macchine

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Se... Ravenna fosse un'isola? by Panda Project - Issuu