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LE BIBLIOTECHE DI GRUARO E TEGLIO VENETO: IL CUORE CULTURALE

Nell’attuale periodo storico, i piccoli Comuni e le frazioni di campagna a breve distanza dagli affascinanti centri storici o dagli affollati centri commerciali rischiano di diventare dei semplici quartieri-dormitorio, in cui le persone si ritirano per la notte o per le faccende di casa, “delocalizzando” la propria vita lavorativa e di svago altrove. Le risorse economiche più ingenti circolano nelle mete più frequentate, lasciando solo le briciole ai piccoli centri, cosicché i locali di paese, le piazze e i giardini pubblici difficilmente sono sede di grandi eventi o di incontri. Ecco che in tutto ciò, le Biblioteche comunali diventano un faro di speranza, facendosi promotrici di una serie di iniziative alla portata di tutti e potendo diventare un appuntamento costante nelle giornate di famiglie, ragazzi e adulti. Possiamo prendere ad esempio per il territorio della Venezia orientale le Biblioteche di Gruaro e Teglio Veneto , le cui Amministrazioni comunali stanno puntando sempre più sul rafforzamento dei servizi locali per trattenere la cittadinanza nel territorio comunale.

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realizzata come impegno contro la mafia ed ogni forma di delinquenza dal Comune di Pramaggiore insieme ad altre dieci Biblioteche del Veneto orientale e del vicino Friuli. Per chi invece preferisce semplicemente rilassarsi dopo una giornata frenetica, la Biblioteca mette a disposizione più di diecimila titoli , con l’intento di soddisfare i gusti di tutti i lettori. Grazie all’adesione a contributi nazionali in favore dell’editoria e della cultura, ogni anno il patrimonio librario cresce di circa trecento titoli.

Allo stesso modo, anche il Comune di Teglio Veneto ha colto questa occasione per rinnovare la propria Biblioteca, sita in pieno centro cittadino, a pochi passi dal Municipio e dalla “Corte dei Tigli”, moderna piazzetta che sovrasta il sagrato dell’imponente Chiesa di San Giorgio Martire e permette di accedere alla “Sala Avvenire”, centro culturale per eventi e ritrovo delle associazioni del territorio. La particolarità della Biblioteca tegliese è l’importantissima collezione di saggi e studi storici, che riguardano l’intero Veneto e Friuli Venezia-Giulia, in pieno spirito di Comune di confine bilingue, in cui vi è una notevole attenzione per la tutela della minoranza linguistica friulana . Dalla storia medievale a quella contemporanea, il Comune di Teglio Veneto ha sempre preso in considerazione la voglia dei cittadini di scovare le tracce dei propri avi, per valorizzare l’attuale legame condiviso della comunità. Ecco, quindi, che il florido terreno compreso tra il fiume Lemene e la roggia Lugugnana ha incoraggiato le ricerche di numerosi storici o semplici cittadini, che in maniera caparbia e attenta hanno scandagliato documentazioni d’archivio d’ogni dove per dare alle stampe i volumi che sono stati e verranno presentati nel tempo all’interno delle serate culturali tegliesi. Ricordiamo, tra i più recenti, la presentazione de “I figli al fronte e i nemici in casa. Teglio Veneto e la Grande Guerra: 1915-1918” nel 2021, “Dall’aquila patriarcale al leone marciano: la bassa friulana tra il tardo medioevo e la prima età moderna” e “Carissimo figlio. La guerra di un emigrato italiano (e tegliese) in Olanda” nel 2022 e, quest’anno, “Forti come l’Aceto”, omaggio di Omar Bozza a Guerrino Moretto.

Delle numerose attività organizzate dal Comune di Gruaro , la Biblioteca è stata una fondamentale vetrina promozionale e una suggestiva ambientazione, grazie alle splendide sale affrescate in cui si trova all’interno del settecentesco complesso di Villa Ronzani di Giai, e al lussureggiante giardino alberato retrostante, in cui si può ammirare la folta chioma del morer, perfetto per presentazioni e attività ludiche all’aperto. Nell’ultimo anno si è data l’obiettivo di diffondere il più possibile verso bambini e ragazzi la voglia di imparare, esplorare nuovi mondi e calarsi nei panni di coetanei sempre diversi, reali o immaginari, tramite la visita e le letture in biblioteca. Le scuole dell’infanzia di Giai e Gruaro sono state accolte in molteplici giornate, e la stessa struttura si è presentata ai ragazzi della scuola secondaria di Gruaro, anche per confrontarsi sul ruolo dei libri e dei luoghi della cultura nell’era del digitale . Nei mesi estivi si sono alternate presentazioni, letture animate, iniziative ludico-creative e pedagogiche, in collaborazione con le associazioni del territorio, tra le quali la quinta tappa della “Staffetta di Lettura per la legalità”, un’iniziativa

Se si parla di cultura a Teglio Veneto, non si può non nominare la predilezione per la poesia. Da decenni, infatti, si tiene il celebre Premio Teglio Poesia , che grazie ad una giuria di poeti e scrittori di esperienza ha da sempre messo in risalto giovani autori, spesso esordienti, da tutta Italia. Il concorso, di cadenza biennale, ha proclamato vincitore nel 2022 il portogruarese Massimiliano Drigo, che proprio in questo mese di giugno darà alla luce la sua prima opera edita. Oltre alle Biblioteche, a fare da ambientazione prediletta degli eventi letterari dei due Comuni vi sono gli splendidi paesaggi rurali e fluviali che caratterizzano il territorio, nonché edifici storici dall’inestimabile valore: le chiese di San Giorgio Martire e San Giovanni Battista per i concerti di musica classica a Teglio Veneto e i Mulini di Stalis a Gruaro. Questi ultimi, collocati sugli argini e su un’isola in mezzo al fiume Lemene nei pressi di un antico guado, affascinano ogni anno centinaia di visitatori provenienti dal Veneto e Friuli e ben si abbinano ad eventi di carattere regionale, come la rassegna artistica e di conoscenza del territorio “Stalis tra arte, storia e natura” , organizzata da ben tre Comuni confinanti: Gruaro, Sesto al Reghena e Cordovado. I mulini, splendide testimonianze storiche del Veneto orientale, sono inoltre visitabili tutte le domeniche pomeriggio da maggio a ottobre.

Alessandro Magarotto

La storia ci racconta che il territorio della Venezia orientale è stato parte del Dogado veneziano nel periodo della Repubblica Serenissima. In questa magica terra ricca di storia e tradizioni, paesaggio naturalistico di straordinaria composizione disegnato fra il fiume Livenza ed il Tagliamento, in cui si avvicendano ambienti diversi fra acque di fiume, di laguna e di mare, i nobili proprietari veneziani hanno sviluppato un immenso patrimonio rurale ed un ricco e sorprendente giacimento gastronomico, contribuendo alla creazione di una nuova e moderna concezione sociale, culturale ed economica della popolazione indigena. Partecipe a questo storico cambiamento è stato anche il nobile Alvise I° di Mocenigo che nella Forania di Fossalta, “a quattro miglia da Portogruaro”, nell’anno 1800 fondò “Alvisopoli”, una cittadina rurale autosufficiente con una azienda di centinaia di ettari bonificati, coltivati a cereali, legumi e patate, ed un fiorente allevamento di pollame e volatili da cortile. Così scrissero gli storici di quel tempo: “Risaie estesissime e regolarmente sistemate, campagne fiorenti, fabbriche opportune ai bisogni e agli usi sociali, canali, scuole e persino una stamperia con gran lusso di tipi e nuove macchine, che venne poi trasferita a Venezia e tenne onoratissimo posto nelle memorie letterarie del secolo; tutto ciò fu fatto in pochi anni ne’ latifondi prima deserti del Molinato, che la sua famiglia avea acquistato dal pubblico al tempo della guerra di Candia... grandi opere vi furono eseguite, e un centro nuovo di popolazione e d’industria agricola vi fiorí e cresce sempre piú operoso a’ giorni nostri”

Il “Nobile Ordine dei Cavalieri del Dogado di Mocenigo” è un Circolo locale che rappresenta l’immagine di Alvisopoli, con particolare riferimento al suo patrimonio culinario che in parte appartiene alla storia della Repubblica di Venezia, “Regina di terra e di mare”. Sono antiche ricette, alcune descritte anche dal famoso cuoco del ‘700 Francesco Leonardi nel suo trattato “L’apicio moderno”, molte delle quali sono a base di riso. Questo cereale abbondava nella cucina del Mocenigo perché era coltivato in gran quantità nella tenuta di Alvi - sopoli, la quale possedeva anche un laboratorio della “pileria del riso”: risi e verze, risi coi porri, risi in brodo coi fegatini de poàstro, risi col nero de sèpia, risi e bisi dea tradissiòn, risi e tochi. Quest’ultimo è un piatto unico preparato con riso lessato condito con “tochi de poàstro coto in tecia” ancora molto diffuso nel basso Piave e rappresentato dalla emerita Confraternita sandonatese dei “Risi e Tochi” . È solo una parte del grande patrimonio alimentare che geneticamente ci appartiene e che si allarga ad altre storiche ricette caserecce di prestigio che fortunata - mente si apprezzano ancora in alcune osterie e trattorie della Venezia orientale che mantengono la tradizione: il figà alla venessiana , i bigoli in salsa , le sarde in saòr, il bransin al forno, gli scampi a la bùsara, il sievolo rosto, le sepoìne roste, le sèpe in umido, la sòpa coàda, le frìtole e i galani

Rimanendo nell’entroterra, riviviamo le tradizioni delle famiglie patriarcali di campagna che consumavano in abbondanza la polenta di mais, per la prima volta prodotta dal nobile veneziano Conte Emo, la menèstra de fasiòi , le patate in tècia , la fortaja, i vovi in funghéto ecc. ed il pollame, gli uccelli domestici allevati per la carne e le loro uova che avevano un basso costo per il loro mantenimento ed un facile adattamento all’habitat locale. La cottura si faceva nel foghèr , sostituito poi dalla cucina economica, una stufa a legna, di ghisa smaltata con il piano in cerchi sopra i quali si preparava il cibo con una cottura lenta, un metodo sano che mantiene intatto il sapore e le qualità nutritive ed esalta i profumi. Quindi, mangiare un pollo ruspante fatto in tecia con le patate, la faraona rosta, l’anara muta, o il cunicio con la pevarada significa assaporare profumi e sapori genuini ed autentici che ben restano nella nostra memoria.

Leandro Costa

Bis To Ai Ferri

(ANGUILLA ALLA GRIGLIA)

(PER 6-8 PERSONE)

Stendete 2 anguille di circa 700 gr ciascuna, apritele seguendo la lisca centrale, eliminate le interiora, la testa e la coda per poi lavarle e pulirle bene. Dividetele a tranci grandi e ponetele a marinare per mezza giornata nel vino bianco con salvia e rosmarino. Dopo la marinata, asciugarle e stenderle in una griglia non eccessivamente calda. Cuocetele lentamente rigirandole spesso fino a cottura, salandole e pepandole alla fine. Servitele con una fetta di polenta arrostita ed abbinatele ad un Raboso Rosato frizzante.