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IL VINO: UN FORTE TRAINO PER IL TURISMO
Le offerte per viaggiatori ed eno-appassionati si stanno moltiplicando e diversificando sempre più. Anche nella Venezia orientale l’enoturismo sta vivendo una stagione florida. Scopriamo insieme le diverse proposte del nostro territorio da sempre vocato alla viticoltura.

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E IO PAGO!
LO DICEVA TOTÒ NEL FILM “47 MORTO CHE PARLA”, CE LO RIPETIAMO ANCHE NOI OGNI QUALVOLTA SIAMO COSTRETTI AD AFFRONTARE UNA SPESA CONTRO VOGLIA, MA PARE NON PIACERE MOLTO ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Si sa, la legge non ammette ignoranza. I cittadini sono obbligati a tenersi informati ed a pagare tasse e imposte varie nei modi e nei tempi previsti dallo Stato. E se questo non avviene? Beh, allora scattano le procedure previste, con sanzioni, interessi, more fino al recupero diretto delle somme dovute. Non ci sono “ma” o “se” che tengano, le cartelle esattoriali piombano all’indirizzo del destinatario e bisogna versare, come è giusto che sia.
La PA non paga le PMI Ma se per caso, invece, è la Pubblica Amministrazione (PA) a non pagare, cosa succede? Beh, purtroppo, le cose cambiano. Non abbiamo mezzi per riscuotere sanzioni e quant’altro. Quindi non possiamo far altro che sollecitare e sperare nel frattempo di poter godere di altre entrate economiche per evitare il fallimento. Già, è triste da scoprirsi ma proprio di recente è stato pubblicato uno studio dalla CGIA di Mestre dal quale emerge una situazione disastrosa: la PA italiana presenta un debito nei confronti dei propri fornitori, in gran parte piccole e medie imprese (PMI), che nel 2022 ha toccato i 49,6 miliardi di euro. Nessun altro Paese dell’Unione Europea registra un’incidenza così elevata in proporzione al prodotto interno lordo nazionale. Solo 3 Ministeri su 15 pagano entro i termini: MEF, Esteri e Agricoltura. Il peggiore di tutti è proprio l’ex MISE, ovvero l’attuale Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che l’anno scorso ha saldato i propri fornitori con un ritardo di quasi tre mesi.
Ma perché la PA fatica a pagare? Le principali cause che hanno originato questa cattiva abitudine sono la mancanza di liquidità, i ritardi intenzionali, l’inefficienza, le contestazioni. A queste cause ne vanno aggiunte almeno altre due che, tra le altre cose, hanno indotto la Corte di Giustizia europea a condannarci: la richiesta alle imprese di ritardare l’invio delle fatture e di accettare tempi di pagamento superiori ai limiti previsti per legge senza l’applicazione degli interessi di mora.
A livello locale
La nostra regione, il Veneto, per fortuna non riflette la situazione media nazionale. Anzi, ancora una volta si distingue in una gestione attenta che la fa ricadere tra quelle regioni che addirittura riescono a pagare i propri fornitori anche con una media di 13 giorni di anticipo rispetto alle scadenze delle fatture. Ancor meglio di noi la confinante Friuli-Venezia Giulia, con oltre 17 giorni di anticipo. Ma allora come fanno le aziende venete ad avanzare soldi dalla PA? Beh, innanzitutto va evidenziato che molte lavo- rano anche per enti di altre regioni. Poi è stato rilevato che è in atto una tendenza a privilegiare il pagamento in tempi brevi delle fatture di importo maggiore e ritardare intenzionalmente la liquidazione di quelle di importo meno elevato. Inoltre, tante realtà amministrative liquidano per tempo le fatture dell’anno corrente, mentre tralasciano volutamente quelle ricevute in passato. Tutte modalità operative che penalizzano le piccole imprese che, generalmente, lavorano in appalti o forniture di importi nettamente inferiori a quelli “riservati” alle attività produttive di dimensioni superiori, venendosi a trovare così in situazioni di crisi di liquidità e rischiando la chiusura.
La soluzione
La CGIA è convinta che, per risolvere questa annosa questione, che sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria di tantissime PMI, creando disagi ai tanti piccoli imprenditori, la soluzione sarebbe solo una: prevedere per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario. Grazie a questo automatismo risolveremmo un problema che ci trasciniamo da decenni. Ma sarà disposta l’Amministrazione Centrale ad accogliere questo suggerimento, costringendosi così a rinunciare al giochetto di chiedere subito i soldi a noi e pagarci solo quando vuole lei?
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BOOM ENOTURISMO: CRESCE L’INTERESSE PER LE ESPERIENZE IN CANTINA
IL MONDO DEL VINO È SEMPRE PIÙ AFFASCINANTE E IL PUBBLICO DI APPASSIONATI È IN CONTINUO AUMENTO. LE AZIENDE VITIVINICOLE OFFRONO INIZIATIVE DAVVERO INTERESSANTI, MA COSA RISERVA LA VENEZIA ORIENTALE?

“La passione per il vino è complessa. Molti sintomi ne fanno parte. Il piacere di conoscerlo e condividerlo è uno. Senza dimenticare l’interesse a viaggiare per il vino, vale a dire scoprire le Regioni vitivinicole, per definizione le più belle, incontrare viticoltori, cuochi e amici del vino”. Con questo aforisma l’enologo svizzero Philippe Margot, che con la sua passione ed esperienza nel campo del vino ha contribuito a sviluppare e promuovere la viticoltura svizzera, descrive l’essenza dell’enoturismo, un settore che si sta rigenerando dopo la battuta d’arresto della pandemia. Stanno venendo alla luce sempre più appassionati o semplici interessati al vino e alle esperienze ad esso correlate, diventate per l’appunto un forte traino per il turismo. Ciò è dimostrato anche nella nuova indagine che riguarda l’enoturismo in Italia e il suo sviluppo, presentata in occasione della 55ª edizione del Vinitaly da Nomisma-Wine Monitor. È il più grande studio mai realizzato sul turismo del vino in Italia: 265 cantine e 145 Comuni di distretti enologici hanno fotografato un settore che accelera, con un aumento importante del numero e delle tipologie delle esperienze offerte.
“Siamo molto soddisfatti - sottolinea Nicola D’Auria, presidente nazionale Movimento Turismo del Vino - della crescita dei servizi enoturistici avvenuta negli ultimi dieci anni. Se prima il turismo del vino viaggiava spedito, ora corre velocissimo”. Tuttavia, anche in questo settore non è tutto rose e fiori. L’indagine, infatti, evidenzia due elementi critici: il 44% delle cantine è lontano dai circuiti turistici o enoturistici e oltre la metà delle aziende chiude al pubblico nel fine settimana e nei giorni festivi, costituendo un serio problema ai flussi dei visitatori che sono invece concentrati nei giorni di festa. Il margine di miglioramento, per fortuna, è ampio: amministratori e strutture delle zone vocate al vino e alla viticoltura stanno acquisendo maggiore consapevolezza sulle buone pratiche da promuovere in favore dello sviluppo del turismo del vino. Prossimamente, vedremo sicuramente i frutti del loro impegno. Nel frattempo, invece, facciamo il punto sull’enoturismo della Venezia orientale, terra ricca, fertile e dal clima mite conosciuta per la qualità dei suoi vigneti, dei suoi vini e, più in generale, dei suoi prodotti che richiamano nel territorio moltissimi interessati.
Le potenzialità della Venezia orientale
La Venezia orientale è un territorio modellato dalla viticoltura: ettari ed ettari di vigneti caratterizzano l’area compresa tra i fiumi Tagliamento e
Venezia Orientale un territorio da scoprire visite guidate, escursioni e laboratori all’insegna di arte e natura
APPUNTAMENTI FISSI
Mercato a Portogruaro tutti i giovedì ore 9.30
Archeoapertivo a Concordia Sagittaria tutti i venerdì ore 16.00
San Vito al Tagliamento, borgo tra medioevo e rinascimento disponibile su richiesta
Alla scoperta di Villa Bogdano 1880: passeggiata tra i vigneti e degustazione tutti i giovedì ore 16.00 e sabato ore 10.00
Visita enogastronomica con degustazione nella cantina Casa Paladin, tutti i martedì, mercoledì, venerdì ore 16:00
Itinerario gratuito “Le Guerre del ‘900” a San Michele al Tagliamento tutte i giovedì ore 17.00
I luoghi di Ippolito Nievo, da Portogruaro a Cordovado tutti i giorni, su richiesta
Calendario
11 giugno: Cordovado, La figura dello Spaccafumo ne “Le Confessioni d’un italiano”, visita al borgo, ore 16:00
25 giugno: Fossalta di Portogruaro, Visita estiva al Giardino di Marte e Flora e al Cortino del Castello di Fratta, ore 16:30

08 luglio: Cinto Caomaggiore, Laboratorio di storia dell’arte per bambini: surrealismo e dadaismo, ore 16:00
27 agosto: Fossalta di Portogruaro, La città ideale di Alvise Mocenigo: Alvisopoli, ore 16:30
10 settembre: Cinto Caomaggiore, Passeggiata guidata tra storia e arte da Cinto a Settimo, ore 10:00
Livenza, conosciuta come D.O.C. Lison Pramaggiore. Ambasciatrici di questa zona sono le innumerevoli aziende che hanno fatto della terra e del vino il proprio cuore pulsante tra cui, citandone solo alcune, Santa Margherita Gruppo Vinicolo a Villanova di Fossalta di Portogruaro, Villa Bogdano 1880 a Lison di Portogruaro, Casa Paladin e Tenuta Polvaro ad Annone Veneto, Ornella Bellia Venezia Wines, Le Carline e Borgo Stajnbech a Pramaggiore, Cantina Sant’Elena ad Alvisopoli e Ca’ Corniani a nord di Caorle. Sono loro le prime testimoni di come l’enoturismo sia entrato in pompa magna anche nel nostro territorio. “Dobbiamo essere orgogliosi del nostro territorio ed imparare a valorizzarlo - afferma Stefano Marzotto, amministratore delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo -. Abbiamo un’agricoltura di qualità, il vino, la gastronomia di terra e di mare. Possiamo offrire esperienze che vanno dalla laguna alle colline prealpine. Abbiamo collegamenti infrastrutturali che rendono questo angolo d’Italia facilmente raggiungibile. Abbiamo un’accoglienza che sta progressivamente innalzando il suo livello qualitativo, anche nelle cantine del territorio. Dobbiamo credere in tutto questo ed agire di conseguenza: salvaguardia dell’ambiente e delle tradizioni, sinergie fra gli attori istituzionali e privati, ottimizzazione delle proposte. Abbiamo centinaia di migliaia di turisti sul territorio, grazie alle spiagge e alle città d’arte: dobbiamo essere capaci di presentare delle offerte che li convincano ad uscire dalla routine vacanziera e dagli itinerari standard. È un potenziale importante che non dobbiamo trascurare ma, al contrario, coltivare”. “Le potenzialità della Venezia orientale sono incommensurabili, dall’entroterra ai litorali - fa eco Serena Dal Ferro, referente enoturismo presso Casa Paladin -. Credo che si sia sempre cercato di valorizzare il territorio, gli stessi enti comunali promuovono attività ed eventi per mettere in luce le località e la loro storia. Sicuramente c’è qualcosa da migliorare mettendo a punto nuovi meccanismi per elevarsi. Noi stessi di Casa Paladin diamo importanza a questioni sociali ed ambientali: abbia- mo ottenuto la Certificazione Equalitas che attesta la sostenibilità della filiera del vino valutandola in base a questioni ambientali, economiche ed etiche-sociali”. Concorda sulle potenzialità del territorio anche Andrea Masat di Ornella Bellia Venezia Wines che sottolinea come il successo dell’enoturismo sia dato anche dal fatto che le aziende del settore possiedono personale formato all’accoglienza e dalla collaborazione con altre realtà che abbinano i propri prodotti ai vini, rendendo l’esperienza ancora più completa. “È sicuramente di fondamentale importanza formare il personale preposto all’accoglienza per offrire un’esperienza di alta qualitàaggiunge Daniele Piccinin, titolare de Le Carline di Pramaggiore -. È poi utile inserire le aziende che offrono un certo tipo di servizio all’interno di un circuito enoturistico riconosciuto, pubblicizzato e facilmente fruibile. Va mantenuto anche il contatto con il turista, per far si che trasferisca e suggerisca ad altri la sua esperienza positiva. Per valorizzare l’enoturismo vanno rafforzate le partnership con altri soggetti leader di settore”. Le opportunità di sviluppo nella Venezia orientale sono molte. “Il terroir dell’area Lison-Pramaggiore regala vini complessi e di qualità che possono essere un importante motore per lo sviluppo delle potenzialità turistiche - sostiene Raffaele Foglia, marketing e sales manager della Tenuta vitivinicola biologica Villa Bogdano 1880 a Lison di Portogruaro -. Speriamo che la nostra zona di produzione diventi presto facilmente raggiungibile anche per i cicloturisti che vogliono scoprire le realtà vitivinicole del territorio e godersi un buon calice di vino, attraverso la creazione di circuiti ciclabili di collegamento con i centri culturali e le spiagge vicine”.


Le esperienze enoturistiche
Ogni realtà della Venezia orientale si diversifica personalizzando l’offerta in base alla propria identità aziendale. Ad esempio, Casa Paladin, che fa parte del Movimento Turismo del Vino offre quattro diverse esperienze: la visita in cantina “classica” che comprende tre calici di vino e il loro liquore Agricanto, che si possono accompagnare con un tagliere di prodotti tipici, una “degustazione sensoriale” con ampolle per riscoprire il vino in tutti i suoi profumi e un “viaggio” attraverso il Veneto, il Friuli, la Valpolicella, il Franciacorta e il Chianti per scoprire il mondo delle tenute Casa Paladin. Organizzano anche eventi correlati a degustazioni personalizzate, collaborando anche con aziende locali: a cadenza mensile, ad esempio, propongono lo Yoga in Cantina. “Le nostre degustazioni - spiega Serena Dal Ferro, - hanno un unico scopo: far entrare il visitatore nella nostra realtà. Anche per questo, nel 2020, è nato il progetto ‘Tempo della Vite’, un laboratorio a cielo aperto di oltre 10.000 metri quadri che nasce dalla volontà di far conoscere al pubblico il vino attraverso l’esperienza del vignaiolo, è un viaggio che ripercorre tutte le fasi evolutive della vigna in modo dinamico”. Villa Bogdano 1880, invece, propone delle esperienze enoturistiche con focus sulla tutela della natura e della biodiversità - l’azienda è infatti biologica dal 1993 e custode del Bosco di Lison, foresta medievale e oasi di biodiversità parte della rete europea Natura 2000 -, così come sulla valorizzazione delle vigne storiche che si estendono per ben 18 ettari nella tenuta, perciò definita dal Prof. Mario Fregoni “capitale italiana delle vigne storiche”. “Parte dell’esperienza è la visita alla nostra nuova terrazza panoramica dalla quale si può vedere tutta la tenuta, in un’ottica di completa trasparenza della nostra produzione - spiega Raffaele Foglia -. Proponiamo ai no - stri ospiti due pacchetti di esperienze, disponibili su prenotazione: il primo include la visita al centro aziendale, alla terrazza panoramica e alla cantina; il secondo propone in aggiunta un tour guidato della Tenuta a bordo di un fuoristrada, alla scoperta delle vigne storiche e del Bosco di Lison; entrambe le esperienze terminano con una degustazione professionale e d’intrattenimento guidata dall’hospitality manager Monica Gusso, qualificata WSET, con focus sui vini da varietà autoctone Lison Classico DOCG e Refosco dal Peduncolo Rosso DOC Lison-Pramaggiore. Oltre a questi