4 minute read

Il Museo della città

IL MUSEO CHE RACCONTA LA NOSTRA STORIA

LA TORRE DI SANT’AGNESE OSPITA IL MUSEO DELLA CITTÀ. QUI SI CONSERVANO REPERTI DELLA VITA SOCIALE, POLITICA E PRIVATA DI PORTOGRUARO DAL MEDIOEVO AI GIORNI NOSTRI

Advertisement

Ha festeggiato proprio in questi giorni i vent’anni di vita. Nonostante la giovane età, esibisce con orgoglio il suo patrimonio ai numerosi visitatori desiderosi di conoscere la storia di Portogruaro. Nel catalogo dei monumenti storici e artistici della città del Lemene non si può evitare di fare menzione del Museo della Città, ospitato presso la Torre Sant’Agnese, edificio storico la cui costruzione risale al XII secolo. In questo luogo sono conservati vari reperti, stampe e libri antichi che ne fanno un piccolo gioiello assolutamente da visitare.

La storia

Il Museo della Città viene inaugurato il 16 maggio 1999. L’edificio che lo ospita, la Torre di Sant’Agnese, è una delle strutture più antiche della città. Nel Medioevo costituiva una delle cinque porte di accesso al borgo di Portogruaro. Oggi a testimoniare quel passato ci sono ancora le porte di San Gottardo e San Giovanni, mentre la porta di San Nicolò è stata demolita nel 1886 e una porta era posizionata nella via che conduceva a Summaga. Nel 1987 il Comune acquista la Torre di Sant’Agnese, che nel 1988-89 viene sottoposta ad un intervento di consolidamento e restauro. Grazie all’attività della Pro Loco di Portogruaro si innesca un processo di collaborazione che porta alla nascita del Museo, luogo destinato a rappresentare, conservare e rende fruibile la storia cittadina dalle prime testimonianze di epoca medioevale fino al Novecento. Il patrimonio di questo museo è costituto dalle raccolte non archeologiche del Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro. Apriamo una piccola parentesi. Nel 1885, infatti, con la costituzione del Museo Nazionale Concordiese si ha una sistematica catalogazione dei reperti che testimoniano la storia di Concordia Sagittaria, dalle sue prime costruzioni alla caduta per mano degli Unni. Tra le collezioni confluiscono anche reperti relativi alla storia del vicino borgo di Portogruaro. Tutto questo materiale convergerà, a partire dal 1999, nella nuova struttura museale formando l’anima del “Museo della Città”.

Il patrimonio

Gli ambienti museali si snodano tra due piani collegati da una scala in legno. L’allestimento è strutturato secondo un ordine cronologico che permette al visitatore di ricostruire la storia di Portogruaro e approfondire, attraverso i reperti, i vari aspetti della vita sociale, politica e privata della città. Sono circa 300 i pezzi che compongono l’allestimento. All’ingresso vi sono gigantografie e rappresentazioni della Portogruaro del XV e XVI secolo, dei Molini e del Palazzo Municipale (nel mezzanino). Sempre al piano terra sono raccolte pubblicazioni, curate da associazioni culturali, relative alla storia di Portogruaro. Nel cortiletto interno sono collocate alcune lapidi con iscrizioni che documentano episodi della vita cittadina. Medaglioni in pietra e iscrizioni testimoniano l’esistenza di edifici perduti nel corso dei secoli, tra cui la chiesa di San Lazzaro, il convento di San Francesco e il cimitero ebraico. Sulle pareti campeggiano quindici esemplari in pietra di stemmi di nobili famiglie. La raccolta, al primo piano del museo, annovera diversi gruppi di materiale. Il nucleo più consistente è formato da esemplari in pietra, tra cui pàtere, stemmi, statue, epigrafi e lapidi sepolcrali. Da notare una collezione di medaglioni circolari in marmo e pietra, risalenti per lo più al XII e XIII secolo, con scolpiti motivi zoomorfi. Questi manufatti venivano utilizzati per decorare facciate di edifici religiosi e civili. Altro importante nucleo è costituto dagli utensili in metallo, tra cui armi, sigilli, medaglie e oggetti di uso artigianale di epoca medievale e rinascimentale. Sono conservati alcuni esemplari in vetro, databili al XVIII e XIX secolo, e ceramiche con motivi geometrici risalenti al ’700. Il secondo piano della torre ospita anche materiale cartaceo. Oltre a testi della tradizione manoscritta e a stampa, sono conservati disegni e fotografie d’epoca che permettono al visitatore di immaginare Portogruaro tra fine ’800 e i primi ’900. La collezione di manoscritti vanta due interessanti pezzi, testimoni dell’epoca in cui Portogruaro fu tempio fiorente del commercio: il famoso Libro dei barcaioli di Portogruaro, datato XVI-XVII secolo e recante i dati dei proprietari delle barche che avevano il monopolio del traffico lungo il fiume Lemene, e il Libro dei Capitoli del Traghetto di Portogruaro del XVIII secolo, che riporta i verbali delle riunioni della corporazione attiva già nel Trecento. Nella sala fanno bella mostra di sé una fotografia dell’inaugurazione dell’acquedotto pubblico avvenuta il 2 febbraio 1908 e le fotografie della fabbrica di concimi chimici Perfosfati. Vi è una ricca collezione di sigilli in metallo, usati per l’impressione a secco o con inchiostro, appartenuti a vescovi (soprattutto ai vescovi di Concordia e risalenti al XVIII-XIX secolo), patriarchi e dogi. Le teche ospitano anche impronte di ceralacca, tra cui un’impronta circolare con al centro un’aquila appartenuta al patriarca di Aquileia Giovanni V di Moravia (1387-1394), che costituisce il pezzo più antico custodito all’interno del museo.

Le affluenze

Il Museo della Città attrae ogni anno un numero importante di visitatori e appassionati. “I dati relativi alle affluenze - ci spiegano dalla Pro Loco di Portogruaro - dimostrano che i numeri sono in progressivo aumento negli ultimi anni. Nel 2019 hanno visitato il museo 1772 persone, di cui 1627 italiani e 145 stranieri”. Numeri in aumento che hanno contraddistinto anche l’inizio del 2020, prima delle chiusure forzate imposte dalle misure di contenimento della pandemia di Coronavirus. “L’auspicio - affermano dalla Pro Loco - è che si possa continuare nel solco dei numeri che hanno contraddistinto gli ultimi anni”. A testimonianza di un interesse sempre maggiore per la storia della nostra città e per gli eventi storici le cui tracce si sono sedimentate in monumenti, reperti e documenti scritti.

This article is from: