MIGLIORARE LA QUALITA’ DI CURA DELLE PERSONE CON DIABETE di tipo 1: quali evidenze a supporto dell’uso della tecnologia ? La gestione del paziente con Diabete di tipo1 ( DMT1), in particolare adolescente e giovane adulto, rappresenta una sfida costante per il diabetologo; l’aderenza agli schemi di trattamento è un fattore critico al fine di prevenire morbidità, mortalità e l’aumento dei costi sanitari correlati. La transizione dall’età pediatrica all’adolescenza e all’età giovane-adulta impone la necessità di una maggior responsabilizzazione del singolo individuo. Il ruolo della telemedicina deve essere considerato come strumento di supporto per promuovere l’autogestione, in aggiunta al personale medico/ infermieristico e parentale. In particolare nel paziente con DMT1, l’uso di internet e della tecnologia (es. smartphone) è una soluzione interessante ad oggi, per l’elevato numero di applicazioni scaricabili. Al momento le evidenze a sostegno dell’efficacia di molte di queste applicazioni sono tuttavia scarse e derivanti per lo più da studi osservazionali e/o da registri; si evidenzia una forte correlazione tra elevata frequenza di automonitoraggio e riduzione dell’emoglobina glicata nell’ampia popolazione di pazienti con DMT1. Per questo motivo, l’automonitoraggio glicemico è un requisito di base per l’ottenimento di un buon controllo metabolico nel diabete di tipo 1, nonostante la frequenza delle rilevazioni giornaliere raccomandate possa variare in funzione dell’età e del trattamento. Recenti evidenze Nel gennaio 2017 sono stati pubblicati i risultati di iNew-Trend, uno studio Italiano, multicentrico, randomizzato, in aperto, condotto in 21 centri che hanno arruolato 182 pazienti adolescenti o giovani adulti con DMT1 in trattamento con terapia insulinica multiiniettiva, con scarso controllo metabolico (A1c >8%) e scarsa compliance all’automonitoraggio (<30% della frequenza raccomandata). La gestione del diabete si avvaleva dell’uso di un glucometro iBGStar associato ad un sistema di telemedicina (Diabetes Manager App- gruppo sperimentale) oppure di un glucometro tradizionale (gruppo di controllo) per la durata di 6 mesi, seguiti da una fase osservazionale di ulteriori 6 mesi dove tutti i pazienti usavano il glucometro associato a telemedicina. Dall’analisi dei Risultati si evince che : * nonostante il raggiungimento del target glicemico sia difficile in questa fascia di popolazione, indipendentemente dalla strategia nei 2 gruppi di trattamento, è possibile aumentare la compliance all’automonitoraggio e l’esecuzione di almeno il 30% delle misurazioni raccomandate si traduce in una riduzione significativa della A1c; * in entrambi i gruppi, i miglioramenti dei livelli di A1c venivano ottenuti e mantenuti nel tempo, in associazione ad un piccolo aumento nella frequenza dell’automonitoraggio glicemico, * in particolare l’uso della telemedicina, ovvero sistemi avanzati che facilitino la comunicazione tra medico e paziente, può ulteriormente migliorare la compliance all’automonitoraggio . Considerazioni conclusive *l’aumentata compliance all’automonitoraggio anche in questa popolazione difficile di adolescenti/giovani adulti poco controllati, può avere un impatto sui livelli di A1c; questo aspetto è rilevante nel migliorare la capacità di autogestione da parte del paziente ovvero la sua maggior responsabilizzazione, *l’identificazione di nuove tecnologie efficaci ed accettabili è di supporto per aumentare l’aderenza del paziente alle cure. Riferimenti bibliografici Rossi, M.C. J AMD 2016; 19(3); 186-196 Sheehy S. et al. Curr Diabetes Rev 2014;10(5):298-301 Dougherty JP. et al. West J Nurs Res 2014; 36(9):1199-1221 Di Bartolo P. et al. Acta Diabetologica 2017;54:393-402