N. 1 / 2022
Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Pavia
MEDICINA E BIOLOGIA Cellule staminali: a che punto siamo?
MANUELA MONTI Università degli Studi di Pavia, Centro ricerche di medicina rigenerativa
CARLO ALBERTO REDI Accademico dei Lincei 14 |
Nel 1981, Sir Martin Evans, il famoso biologo e genetista britannico, ha identificato per la prima volta le cellule staminali embrionali nel topo, fulcro della ricerca biologica da ormai più di quaranta anni. Le cellule staminali hanno poi rivoluzionato i paradigmi terapeutici della medicina, quelli del processo di identificazione di nuove molecole con attività farmacologica, vitali applicazioni mediche e i risvolti del dibattito etico sulla condizione degli embrioni. Da quel momento infatti la ricerca biologica e le sue applicazioni mediche si sono svolte in termini fast and furious, con un’accelerazione impressionante. Se nel 1988 vengono coltivate ES umane in laboratorio, 18 anni dopo (un lasso di tempo brevissimo) nel 2006, già i biologi trovano il modo di ricondurre cellule terminalmente differenziate ad uno stato differenziativo simil-embrionale: ottengono le staminali pluripotenti indotte, iPS, premiate nel 2012 con il Nobel per la fisiologia o la medicina a Sir Jhon Gurdon e Shinya Yamanaka. Per molti lettori e colleghi la memoria andrà alle due conferenze tenute, ben prima del conferimento del Nobel, da Sir Jhon Gurdon: la prima il 16 maggio 2006 in aula Magna al San Matteo quando spiegò i principi sottesi alla riprogrammazione genetica delle cellule somatiche. Per chi ha avuto modo di ascoltarlo, e per noi che lo abbiamo frequentato da decenni e lavorato nel suo istituto (MM) è sempre una fonte di ispirazione teorica, ispirazione che viene da lontano, dall’esperimento fantastico di Hans Spemann (Nobel 1935) come ricordato nel discorso
per il conferimento del Nobel (la lettura dei discorsi dei laureati Nobel è fonte di informazioni e stimoli concettuali che suggeriamo fortemente ai giovani colleghi). Negli ultimi vent’anni la Biologia delle cellule staminali ha sviluppato dettagliate conoscenze molecolari sulla staminalità e applicazioni di grande rilevanza terapeutica. Sempre in San Matteo la prof.ssa Renee Reijo Pera tenne una lezione “Le cellule staminali oggi. Ricerca, terapie, futuro” (12 novembre 2014; lezioni italiane della Fondazione Sigma Tau) il cui titolo suona ancora perfettamente utile per fare il punto su cosa oggi si può realisticamente attuare di terapeutico e cosa si sta facendo di sperimentale negli studi clinici. Ma non solo; le staminali pluripotenti indotte sono oggi alla base di applicazioni che possono apparire tanto lontane dalla medicina e che però entrano già nella nostra vita quotidiana cambiandone