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Opinione Liberale
Siamo veramente disposti a correre il rischio di un futuro economico e politico incerto per la Svizzera, già confrontata con la Covid-19? A togliere agli svizzeri libertà di formarsi e di lavorare in tutta Europa? Il comitato cantonale del PLR ha detto chiaramente no (55 contrari, 6 favorevoli, 1 astensione) all’iniziativa UDC.
Proteggiamo i nostri posti di lavoro e il Ticino Bixio Caprara presidente
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er il prossimo 27 settembre i delegati del Comitato cantonale raccomandano di respingere la proposta UDC di abrogare l’Accordo di libera circolazione. Una scelta chiara e coraggiosa senza giochetti populistici e opportunistici per il timore di deludere una presunta maggioranza. Il PLR difende con convinzione il principio che per essere autonomi e credibili nei rapporti con i nostri vicini, ci si deve impegnare nel rispetto dei patti. Ma si deve avere il coraggio e la capacità di mettere in discussione le cose che non vanno bene. Abbiamo detto, ad esempio, che è tempo di pretendere che il responsabile del dossier, il consigliere federale UDC Ueli Maurer, imponga all’Italia un termine definitivo per la firma
del nuovo accordo sui frontalieri. Trascorso senza esito il termine Berna disdica l’accordo attuale in modo unilaterale. È noto come l’evidente convenienza fiscale a favore dei frontalieri rafforzi ulteriormente il loro già grande interesse nel venire a lavorare in Ticino provocando una forte pressione sui salari a sfavore dei lavoratori residenti. Vogliamo che le misure di accompagnamento siano rafforzate e che vi sia una chiara strategia contro i soliti furbi, purtroppo parecchi anche nelle fila di chi dice di sostenere l’iniziativa. La Svizzera ha bisogno di regole stabili e chiare per garantire all’economia le condizioni indispensabili per potersi riprendere rapidamente dopo la crisi pandemica ormai anche crisi economica. Sappiamo che oltre la metà della nostra ricchezza è prodotta con l’estero e che il mercato europeo è quello principale. Sarebbe pertanto suicidale, per chi ha a cuore la difesa dei nostri posti di lavoro, aggiungere ulteriori incertezze in un momento congiunturale così delicato. Fantasioso pensare che la soluzione dei contingenti del passato, possa essere una soluzione credibile; nuova burocrazia, tempi lunghi e priorità data alle grandi aziende di oltre Gottardo. Alle piccole e medie aziende del
Finanze pubbliche, l’analisi del presidente In comitato cantonale Bixio Caprara ha analizzato la delicata fase che il Ticino sta attraversando dal profilo economico e delle finanze pubbliche: “L’aspetto che più mi preoccupa è il rischio di innamorarsi dello Stato svizzero nel ruolo di salvatore, tutore e garante del nostro benessere. Ci dobbiamo ben ricordare i motivi che hanno permesso allo Stato svizzero di fronteggiare con bravura e in modo efficace la situazione di crisi: uno Stato con finanze sane, con una forte e sana democrazia liberale e un partenariato pubblico privato virtuoso”. Ha ricordato pure il lancio del sondaggio che coinvolge la base sul futuro del partito e il corso di cultura politica “Conoscere per crescere” che inizia lunedì, sostenuto dal PLR nasce non a caso a 20 anni dalla scomparsa di Giuseppe Buffi, al quale il partito dedicherà una mattinata commemorativa sabato 12 settembre a Locarno.
Ticino rimarrebbero solo le briciole. I segnali a Berna si danno in altro modo; il nostro Consiglio di Stato aggiorni lo studio fatto dal professor Ambühl che dimostrava come in certi settori economici vi era un’evidente criticità ticinese a causa della pressione lombarda. Si richieda al Consiglio federale una specifica discussione per una strategia condivisa presentando i nostri problemi quale zona di frontiera. Il Ticino è credibile a Berna se porta fatti e proposte concrete. I famosi segnali non servono a nulla. Il Ticino ha appena inaugurato il tunnel ferroviario del Monte Ceneri finanziato dalla Confederazione con 2 miliardi. È un’opera ingegneristica straordinaria voluta per migliorare il traffico delle merci sul piano nazionale ma che porterà dei benefici evidenti anche per la mobilità regionale. Bene ricordare che al Ticino non costa un franco. Ma non possiamo essere svizzeri solo quando ci fa comodo.