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Ottobre 2014 Anno XXXI - n. 3 Via Ferri, 91 - 25123 Brescia 030 2306463 www.lieta.it opelieta@lieta.it

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OPERAZIONE

LIETA

FIRST LADY NEW DEAL? UN ANNO FA LA VISITA A PACOTÌ DELLA MOGLIE DEL GOVERNATORE DEL CEARÀ CHE HA RIAPERTO GLI OCCHI DELLO STATO SULLA REALTÀ EDUCATIVA DELL’OPERA PIAMARTINA

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INCANTATA DAI BAMBINI Sorridente, quasi stupita, la giovane first lady del Ceará ascolta la canzone con la quale i bambini l’hanno accolta a Pacotì.

Una sorpresa, anche per il suo staff che scatta foto a più non posso!

OGNUNO DEVE FARE LA SUA PARTE Nella “càmara municipal” di Fortaleza, Lieta Valotti ha chiesto alle istituzioni la collaborazione necessaria a dare futuro alla presenza educativa dell’Opera piamartina.

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copertina

I meriti di Dona Maria Celia e quelli del Senhor Pedro

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anno fa Pacotì e Casa di Nazareth hanno ricevuto la visita della First Lady dello Stato del Ceará, Dona Maria Celia. Qualche tempo dopo, sostenuti dal consigliere Alipio Rodrigues, l’insieme dell’Opera piamartina è stata protagonista di una udienza pubblica nel Comune di Fortaleza.

Due eventi in cui è stato possibile presentare all’intera classe politica la reale situazione delle nostre Case. Avere oltre 40 anni di storia non significa aver raggiunto una stabilità economica. Fare un buon lavoro educativo non significa avere la garanzia di disporre delle risorse per pagare lo stipendio alla fine del mese ai dipendenti.

Purtroppo - abbiamo fatto presente - avere svolto un ruolo sociale importante per Fortaleza e per il Ceará, non ha significato avere dalla città e dallo Stato contributi per pagare le bollette di energia elettrica, acqua, telefono, gas o per il cibo dei nostri studenti.

Con forza e coraggio abbiamo detto che senza l’aiuto di tutti - Stato, Municipio, cittadini e amici - il Piamarta dovrebbe ridurre notevolmente la sua attività (non certo chiudere come alcuni giornalisti hanno scritto).

Una domanda sorge spontanea: il Ceará e Fortaleza può fare a meno dell’azione sociale del Piamarta? A nostro parere no. Basta leggere i giornali ogni giorno con il numero spaventoso di giovani e adolescenti uccisi, coinvolti nel traffico di droga e azioni criminali.

Dopo la visita della First Lady a Pacotì, dobbiamo dire con cauto ottimismo che è iniziata una nuova relazione con lo Stato, con l’approvazione di un progetto

attraverso la Segreteria del lavoro e dello sviluppo sociale, mentre da parte del Comune abbiamo preso atto di una maggiore partecipazione. È stato ed è molto importante anche il coinvolgimento di tanti cittadini e amici che, visto il nostro lavoro e le nostre difficoltà, si sono organizzati per incontrare altri sostenitori del Piamarta. C’è un gruppo, ad esempio, che si riunisce ogni martedì: agisce in vari settori del volontariato per promuovere la nostra azione e trovare partner in vari ambienti. Grazie a loro molte persone hanno visitato le nostre case e toccato con mano ciò che fa il Piamarta.

Se si conosce, si decide di aiutare, e questo è ciò che sta accadendo. Abbiamo molti esempi di solidarietà che dimostrano come con un po’ di fantasia e buona volontà si diventa strumenti della Provvidenza. Come Pedro, un saggio nonno di 90 anni che in una riunione di famiglia ha improvvisato un bingo per raccogliere fondi in nostro favore.

Viviamo questo 2014 con un po’ più di speranza. Non abbiamo risolto tutti i problemi, ma sappiamo che Gesù è con noi, perché è Lui che vediamo in tutte le necessità alle quali cerchiamo di dare risposta e questo ci basta.

Lieta Valotti 3

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FERNANDA

maestra di sapori Il corso di cucina brasiliana promosso da Operazione Lieta nell'ambito delle iniziative per il trentennale dell'associazione è stato un successo. Attorno ai fornelli del ristorante “Cascina dei gelsi” di Gardone Val Trompia, i quindici partecipanti hanno fatto un tuffo nei sapori carioca, sperimentando e…mangiando, guidati dalla maestria di Fernanda Bocconi.

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Un’amicizia tra i fornelli

otrei semplicemente ringraziare Fernanda per la sua disponibilità, per la sua generosità per la sua schiettezza. Voglio invece farlo per altri motivi. Prima di tutto devo dire chi è.

Fernanda Bocconi, nata a San Paolo (Brasile) si è presentata in ufficio da noi un pomeriggio dell’anno scorso proponendosi come volontaria, così: “ciao sono brasiliana ho del tempo libero e soprattutto abito qui vicino”.

Questa condizione per lei fondamentale ci ha fatto sorridere.

Non posso negare che mi è stata subito simpatica, ci ho messo poco a sapere che avevamo anche molte cose in comune. È laureata in architettura come me e come me ama la cucina, è un po' pazza e ha un sacco di energia (io veramente quella no…). Ma torniamo ai motivi: Mi ha accolta in casa sua come una di famiglia, permettendomi di usare (sporcare) la sua cucina.

Mi ha parlato di come la cucina racconti l’anima e la storia di un popolo, insegnandomi molto su quella brasiliana colorata e saporita. Mi ha fatto conoscere la loro antica e per me molto poetica tradizione della “leiteratura de cordel” (opuscoli stesi su una cordicella come dei piccoli panni per poi essere venduti). Mi ha fatto ascoltare della bella musica. Mi ha parlato del suo Brasile in modo fiero ma lucido e senza sconti. Mi ha reso consapevole di come troppo spesso i luoghi comuni prendano ingiustamente il sopravvento. Ha condiviso con me il suo sapere e suoi ricordi e spero tanto che continui a farlo e visto che di idee e progetti ne abbiamo avrò sicuramente modo di raccontarlo!

Cristina Buizza 4

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er festeggiare i 101 anni della nascita di San Giovanni Battista Piamarta avvenuta il 25 aprile 1913, è stata realizzata nelle scuole piamartine di Fortaleza una settimana di attività culturali. È come se avessimo realizzato un “grande oratorio” nel quale gli alunni hanno fatto teatro, musica e danza.

essere di Dio nella loro contagiante presentazione.

Gli alunni della prima elementare hanno avuto un momento speciale nella cappella durante la settimana con le alunne Veriza Louise e Kethelen Biatriz, che hanno narrato la storia della vita di Padre Piamarta in forma dinamica e leggera. Gli alunni hanno ascoltato attentaFLASH MOB mente e con molto entusiaLa “Settimana piamartina” è smo hanno trasmesso la stoiniziata radunando tutti gli ria del Padre. alunni e professori nella palestra del Centro di via A TEATRO Aguanambi per intonare Al giovedì, gli alunni della l’inno di San Giovanni Bat- seconda elementare hanno tista Piamarta e così aprire assistito alla presentazione ufficialmente l’evento. È sta- teatrale intitolata “Condanto un giorno animato dalla nate questo reo”, dove si

Benvenuti al grande Oratorio Piamarta musica e dalle improvvisazioni di un clown.

Nel secondo giorno, gli alunni hanno sorpreso tutti con un “flash mob” di ballo realizzato da 60 bambini e adolescenti della scuola elementare. Ballando sulla musica di “Valigia pronta”, brano famoso qui in Brasile, i bambini hanno parlato di Piamarta. Il ritornello, infatti, dice: “Sono straniero qui, il cielo è mio luogo. E di la sono venuto! E la dove vado!

E la, dove vado ad abitare!”.

E, così con Padre Piamarta, hanno dimostrato la gioia di

tratta un tema molto presenta nella vita dei giovani e della nostra società di oggi: la droga. Nel dramma, la droga (interpretata dall’alunna Lindale de Souza della terza elementare), era il reo, giudicata dal “Tribunale dei giovani” e condannata a sparire nel mezzo della gioventù; il suo avvocato pasticcione (interpretato da Edson Alves, ha fatto ridere la platea in ogni momento. Sotto la direzione della professoressa di teatro, Edla, i giovani attori hanno fatto un show che ha coinvolto tutti aiutando a

REBECA ROCHA HA FATTO DA CICERONE AI VISITATORI DELLA MOSTRA 6

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Nelle foto di queste pagine, diversi momenti della intensa “Settimana piamartina” che ha coinvolto tutte le realtà educative nate come traduzione delle intuizioni di San Giovanni Battista Piamarta.

LA MOSTRA Durante la settimana, si è svolta anche una bellissima esposizione sulla vita del nostro fondatore. L’alunna Rebeca Rocha, ha fatto da cicerone ai visitanti nella sala ap-

TANTE ATTIVITÀ DIVERSE HANNO SCANDITO LA SETTIMANA riflettere su questo male che colpisce la nostra gioventù.

Nella fine del dramma, un giovane, interpretando San Giovanni Battista Piamarta (Ivo Carlos da Silva), ha letto un brano della lettera “Piamarta ai giovani” scritta da Padre Pier Giordano Cabra, incoraggiando i giovani a fare una buona scelta, la scelta per Dio, la scelta per la vita, ed essere protagonisti della loro storia: “Non affidare agli altri il vostro destino e la vostra coscienza!. Siate voi i responsabili della vostra vita, non lasciate che nessuno

possa rubare la vostra identità, perché ognuno di voi ha ricevuto un grande tesoro, per essere realizzato, non per essere sprecato”.

I PICCOLI La “Settimana” si è conclusa venerdì con un omaggio ai Padri Piamartini che con dedizione conducono questa grande opera. I piccoli della prima elementare hanno fatto una bella presentazione dimostrando la gratitudine a coloro che sono i continuatori di quest’opera di San Piamarta.

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positamente allestita. Grande l’ammirazione davanti alla reliquia del Padre, posta al centro dell’esposizione e con tutta la bella arte che ornava la sala, faceva brillare gli occhi dei visitatori.

ORATORIO VIVO Abbiamo vissuto momenti gioiosi che hanno trasformato l’ambiente scolastico in un oratorio vivo, che ha fatto sentire la presenza di Padre Piamarta nei sorrisi dei giovani.

Efraim Albertino Teles de Sá Almeida

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dodicimila “È bello sapere che si è in tanti a portare avanti questo lavoro”. È il grazie arrivato da Pacotì (il video è in YouTube) a tutti coloro che dal 3 al 6 luglio scorso hanno reso possibile l’ottava edizione di Brasilieta. Una festa in grande stile che anche quest’anno, nonostante il meteo così così, ha richiamato migliaia di persone.

Nelle quattro sere di Brasilieta 2014 sono state calcolate circa 12.000 presenze. Tante persone che forse per la prima volta si sono trovate a chiedersi cos’è Operazione Lieta, cosa fa, cosa c’entrano samba e bossa nova con la solidarietà. Brasilieta è una festa che lascia un bel ricordo a chi la incontra, e qualche domanda. Se poi dalle domande arriveranno nuovi amici, si vedrà. Per adesso, tirate le somme e pagate le spese, sono arrivati (e già partiti per le necessità di inizio anno scolastico dei 200 nuovi bambini accolti a Pacotì) 32.000 euro.

Insomma, Brasilieta ha fatto gol anche quest’anno. Dietro il successo c’è anche la disponibilità full time di Bruno Ghizzardi, organizzatore esigente, pignolo ma generosissimo.

L’idea della festa d’estate di Operazione Lieta è nata da lui, è nata a Travagliato.

All’inizio ci credeva solo lui, tanto che abbiamo cominciato sperimentandola a Brescia.

Ma aveva ragione lui e i suoi amici.

E adesso? Si pensa già al 2015.

“Fare del bene, fa bene - dice ad un certo punto Lieta nel collegamento Skype che abbiamo citato - e noi siamo stracontenti, straentusiasti!”.

Nelle fotografie più grandi alcuni momenti delle giornate di Brasilieta. In quelle più piccole il prima e il dopo la festa: gli incontri a tavolino per organizzare; l'olio di gomito necessario per lavare e sgrassare i materiali di allestimento della cucina.

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VOLONTARI CORAGGIOSI di Padre Giancarlo Caprini

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ono stati più di cento anche quest’anno i volontari che hanno reso possibile la festa estiva di Operazione Lieta. I più giovani si sono occupati, per così dire, del front office (accoglienza, servizio ai tavoli, assistenza agli stand, servizio palco), mentre i più grandi hanno lavorato dietro le quinte (montaggio, smontaggio, servizio in cucina, sicurezza).

Guardo le foto che mi hanno mandato con una certa curiosità: vedo ragazzi che si danno da fare insieme a degli adulti, ragazze che corrono di qua interfacciandosi, nel lato invisibile della festa, con qualcuno che doppia comodamente la loro età. Com’è che persone coì diverse, ognuna con una storia e una sensibilità assolutamente originale, riescono a dare vita a questo annuale ambaradan? Certo, niente succederebbe se non ci fosse a monte chi si prende la briga di tenere i contatti con il Comune, con i fornitori e qualche sponsor, che immagina un programma e riorganizza dei menu meno banali della media delle feste che riempiono il calendario del luglio bresciano. Ma poi occorrono loro, quelli che arrivano e si mettono a disposizione: “Io ci sono, ditemi cosa devo fare”. Ecco, il collante che tiene insieme l’organizzazione di Brasilieta, che la mette in pista per quattro sere di fila accogliendo 9

mediamente 3.000 persone ogni sera, è la scelta di togliersi l’etichetta, qualunque essa sia - studente, impiegato, pensionato, cuoco, dirigente d’azienda, pubblicitario, avvocato, ecc. ecc. - per mettersi a servire. È un atto rivoluzionario. In un tempo di egoismi e di chiusure, rinunciare a sbandierare quel che si è, quel che si sa, quello che ci si aspetta dagli altri, e indossare una maglietta che dichiara la tua adesione ad un progetto di giustizia sociale e di fraternità universale, accende una speranza sopra i disastri che ci stanno attorno. Non ci sono solo le tragedie familiari che sconvolgono i nostri paesi, gli estremismi politici e gli integralismi religiosi che minacciano la civiltà, il menefreghismo che come un cancro divora la convivenza civile. No, c’è un desiderio di bontà e di condivisione che cresce. Cresce lento, come la foresta, silenzioso rispetto al fragore dell'albero schiantato dalla tempesta, ma cresce. A questo desiderio, ai cento e passa che lo rendono visibile e contagioso anche attraverso Brasilieta, dico grazie, a nome di tutti. Un grazie riconoscente, che raccoglie energia in tutti gli angoli abitati da quella cosa straordinaria che chiamiamo Operazione Lieta - in Brasile come in Mozambico - alimentando la speranza in un mondo migliore.

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Sfruttati, invisibili, soli

I trafficanti di droga usano i bambini come corrieri e li costringono alla violenza nella guerra tra le bande

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nvisibili agli occhi della società, bambini e adolescenti, dopo aver attraversato i conflitti familiari o la trascuratezza dei genitori, finiscono per scegliere di vivere per le strade dove incontrano tutti i tipi di avversità. La mancanza di affetto è drammatica tanto quanto la mancanza del cibo.

Senza avere la possibilità di scegliere, finiscono per avere l’infanzia e l’adolescenza rubate dalla miseria. Da alcuni anni, tuttavia, vi è un cambiamento nel profilo dei giovani disagiati di Fortaleza.

In precedenza era molto comune vederli sniffare colla o solvente in alcuni precisi punti della città, soprattutto

nelle stazioni o in qualche piazza. Oggi, anche se lasciano le famiglie per le stesse ragioni di prima, invece di raccogliersi in gruppi stabilendosi da qualche parte in città, rimangono nella favela. La colla è stata sostituita dal crack, “generosamente” fornito dai trafficanti di droga che poi li utilizzano per lo spaccio e le lotte fra bande.

Ingannati, non si rendono conto del pericolo a cui vanno incontro e questo modo di vivere diventa per loro la normalità. I trafficanti di droga li usano come soldati della loro sporca guerra: la regola è una sola, uccidere il rivale.

“A volte troviamo dei bambini per le strade del centro o sulla Beira-Mar che

Il tristissimo primato di Fortaleza

«DIARIO DO NORDESTE» E IL QUOTIDIANO PIÙ DIFFUSO NELLO STATO DEL CEARÀ.

LUNEDÌ 1 SETTEMBRE HA PUBBLICATO L’ARTICOLO CHE RIPRENDIAMO IN QUESTE PAGINE. IL BRASILE HA FATTO PASSI DA GIGANTE NELLA LOTTA ALLA POVERTÀ E IL SUO SVILUPPO ECONOMICO È SOTTO GLI OCCHI DEL MONDO. MA NELLE GRANDI CITTÀ, NEI QUARTIERI PIÙ POVERI, SI VIVONO SITUAZIONI DRAMMATICHE. fuggono da queste situazioni essendo minacciati di morte, perché coinvolti in qualche crimine o per la perdita di droga” afferma Antonio Carlos da Silva, educatore dell’organizzazione sociale Piccolo Nazareno.

Se vengono fermati dalla polizia e perdono la droga, il debito con i trafficanti rimane. “Non c’è perdono”, ha detto l’educatore. Poiché non hanno mezzi per pagare, per non morire finiscono per rifugiarsi nelle strade. “Mi sono già occupato di diversi casi simili, i ragazzi arrivano disorientati, vergognandosi di dover chiedere aiuto e di dover spiegare perché sono affamati.

Pian piano si adattano a quella vita e

NELLE GIORNATE DEL MONDIALE CHE SI E GIOCATO IN BRASILE, IL QUOTIDIANO SPORTIVO LA «GAZZETTA DELLO SPORT» 10

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spesso adottano strategie per sopravvivere in quello spazio che è la strada. In alcuni casi la famiglia di qualche giovane cerca in tutti i modi (e per il suo bene) di allontanarli da questo contesto, ma comunque pur essendo casi isolati restano sempre esclusi dalle statistiche di questo sterminio”.

Un’altra caratteristica del crack è che è una droga che separa i ragazzi, a differenza della colla che “doveva essere

L’educatore sociale ha commentato che questa droga finisce per separare bambini e adolescenti che vivono in strada, dove sono diventati schiavi del crack. Per ottenere i soldi da utilizzare per arginare la loro dipendenza vagano da soli (per non essere notati) in quartieri meno popolati, commettendo reati o chiedendo elemosina.

Il fatto di non essere più identificati in gruppi, e passare spesso inosservati,

una caratteristica in comune e molto a buon mercato”, in modo che potevano procurarsi rapidamente il denaro per comprarne e passare tutto il giorno insieme a “sniffare”, e la notte rientravano comunque a casa. Con il crack no.

(anche per le autorità sono diventati invisibili) ostacola il lavoro degli educatori sociali che lavorano in strada spesso coadiuvati dalle segnalazioni dei cittadini.

Luana Lima

HA PUBBLICATO UN TRAFILETTO INTITOLATO: LE CITTÀ CON IL TASSO DI CRIMINALITÀ PIU ALTO. PRIMATO A FORTALEZA. L’ONU: «LA PEGGIORE».

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...e poi c’è Goiabeiras

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ici favela e pensi catapecchie, sovraffollamento, degrado, abbruttimento, violenza.

La visita che abbiamo fatto alla favela di Goiabeiras durante il nostro soggiorno a Pacotì ci ha offerto una diversa prospettiva facendoci conoscere tre realtà positive di aiuto, coinvolgimento e promozione del bene.

Abbiamo conosciuto l’attività dell’Instituto Lourdes Viana che offre alla popolazione sostegno psicologico, azioni di promozione alla salute, laboratori per piccoli e grandi, incontri su temi fondamentali per il miglioramento della qualità della vita, ed abbiamo visitato un centro di eccellenza per la riabilitazione e la formazione dei disabili da inserire nel mondo lavorativo.

La visita che mi ha coinvolto maggiormente è stata quella alla sede del circolo dei surfisti che comprende anche un laboratorio di progettazione e costruzione delle tavole. Partendo dalla felice idea di puntare su un

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...e poi c’è Goiabeiras tema di interesse e di aggregazione per i giovani si è pensato di avviarli alla pratica di questo sport facilmente praticabile vista l’immediata vicinanza dell’oceano. Il passo successivo è stato quello di farli essere i soggetti della costruzione personalizzata delle loro tavole e di avviare gradualmente un laboratorio per un lavoro su più ampia scala. La soddisfazione dei giovani che ci hanno descritto il procedimento del loro lavoro era evidente e significativa.

In un primo momento non poter entrare all’interno della favela a causa dei rischi a cui ci saremmo esposti ha deluso le aspettative di molti, ma personalmente mi sento di dire che è stato un bene.

Poniamoci dal punto di vista degli abitanti della favela che vedono gruppi di “turisti” stranieri entrare per osservare e magari fotografare le loro case.

Come si possono sentire?

Gli oggetti della curiosità più o meno morbosa di ricchi europei che sono solo di passaggio.

Marina Zucco

ZITTI!

Adesso parlano loro IN MANCANZA DI INTEGRAZIONE ALL’INTERNO DELLE COMUNITÀ, E MOLTO DIFFICILE RAGGIUNGERE QUESTI BAMBINI, A CAUSA DEL CONTROLLO DEL TERRITORIO MESSO IN ATTO DAI TRAFFICANTI DI DROGA. L’ATTIVITÀ DEGLI EDUCATORI È VISSUTA COME UN’INTERFERENZA PERCHÈ I TRAFFICANTI HANNO TUTTO L’INTERESSE CHE I RAGAZZI NON VENGANO IN CONTATTO CON CHI POTREBBE AIUTARLI VERAMENTE: È GIÀ ACCADUTO CHE ALCUNI DI ESSI SIANO STATI MINACCIATI DI MORTE. SIAMO AL PARADOSSO CHE SPESSO L’EDUCATORE DEVE CHIEDERE IL PERMESSO AL BOSS DELLA DROGA PER POTERSI OCCUPARE DEL RECUPERO DEI MINORI. Quali sono i trucchi per aggirare la miseria?

Con niente da mangiare a casa, Joao Pedro (non è il suo vero nome), a soli nove anni, è stato costretto a cercare cibo per le strade per evitare la fame. Senza meta, vagava per la città, tra le stazioni degli autobus di Antonio Bezerra e Siqueira chiedeva soldi ai passanti. “Mia madre non aveva nulla da darmi da mangiare, così sono andato via. Ho voluto rimanere nella stazione. Chiedendo elemosina alle persone che passavano e cibo vicino ai ristoranti spesso pensavano che volessi rubare oggi ho 14 anni.

Molte delle mie notti erano nel Terminal Siqueira, sotto una panchina dove soffrivo la fame e per lo più il freddo. L’unico oggetto che avevo era un pezzo di cartone che ho usato per coprire il pavimento. E pur conoscendo altri ragazzi preferivo stare da solo”.

Così Pedro ha vissuto per mesi prima di essere avvicinato da un educatore sociale.

SCRIVEVA LA GAZZETTA: “SECONDO IL DIPARTIMENTO DI CRIMINI E DROGA DELL’ONU, FORTALEZA E LA CITTÀ PIU PERICOLOSA DEL BRASILE (SETTIMANA AL MONDO). PRECEDE NELLA CLASSIFICA NAZIONALE NATAL (DOVE LE PROTESTE SONO 12

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È stato seguito da tre istituzioni, ospitato per quattro anni in una struttura del Piccolo Nazareno in Maranguape, ma quando tornò a casa, poco era cambiato. Ha iniziato presto a imbarcarsi nel mondo del crimine diventando un corriere della droga e ha iniziato a praticare assalti all’interno della comunità in cui risiede, a Planalto Ayrton Senna, le minacce dei trafficanti lo fanno rimanere nel quartiere e quindi smette di andare alle stazioni. Pedro ha 14 altri fratelli. Il vecchio è anche più coinvolto con il mondo dei trafficanti. Il più giovane, 12 anni, è un interno della struttura di recupero di Maranguape.

Sua madre, dopo aver visitato un fratello che è in prigione ha incontrato un detenuto, da cui è nata una relazione e dal rapporto ha avuto sette figli.

Conoscendo l’indirizzo di Pietro è molto facile capire perché è finito per strada. La casa, che ha un piccolo pavimento di terra battuta e le pareti senza intonaco e piene di buchi, è il luogo dove vive con la madre e gli altri fratelli e sorelle.

I letti sono uno accanto all’altro.

Come mobili vi è solo una piccola cassettiera, sgangherata, dove riporre i vestiti e i giocattoli della sorella più piccola. La casa non ha ne fornelli ne il frigorifero. Lo spazio per il bagno è maleodorante ed è la prova della situazione malsana in cui vive la famiglia.

Nonostante la sua giovane età, Pedro ha una lista di amici che hanno perso la vita a causa del traffico, come Leandro e un suo cugino. “Noi non ci possiamo mai allontanare troppo da questo luogo perché siamo facili vittime di bande rivali, ma a volte anche di gente che conosciamo”, magari gli stessi ragazzi che fino a ieri giocavano a palla nel campo con noi.

Pedro è incapace di parlare del futuro, vivendo un giorno alla volta. “Solo Dio conosce cosa accadrà domani e non so se sopravvivrò”.

La mamma di Pedro ha solo 32 anni ma per la sua età sembra già vecchia, sogna un futuro diverso per i suoi figli. “Spero che il loro futuro sia migliore del mio, non ho mai studiato, non ne ho mai avuto l’occasione, volevo che loro avessero un’istruzione per essere qualcosa nella vita, perché la vita è difficile”. l.l.

PERO’ UN ALLARME MAGGIORE) E SALVADOR.

MOLTE ZONE TURISTICHE E ALBERGHIERE SONO NEL MIRINO DELLA CRIMINALITÀ, IL CHE HA RICHIESTO IL COORDINAMENTO DELLE TRE POLIZIE (FEDERALI, STATALI E MUNICIPALI). QUI SI SONO

SVOLTE ANCHE DIVERSE PROTESTE ANTI-MONDIALE, MA NON SEMBRA QUESTO IL VERO PERICOLO. ALMENO LO STADIO CASTELAO, IL PRIMO A ESSER STATO ULTIMATO TRA I 12 IMPIANTI, SEMBRA UNO DI QUELLI PIU PRONTI”.

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MARIO E PALMIRA mille volte mamma e papà trovarlo. L’accoglienza è travolgente. Siamo travolti da una marea di bambini che ci chiamano pai e mae de Angelo, con tanta gioia negli occhi.

Torniamo tante altre volte negli anni successivi: passa il tempo, i bambini cambiano ma la gioia che ci trasmettono è sempre la stessa.

Lieta che fa la mamma a circa 400 bambini donando loro amore incondizionato tutti i giorni, trova poi il suo unendosi in matrimonio nel 2001 con Angelo.

Nel 2010 riceviamo una telefonata di Lieta: sta organizzando una grande festa a sorpresa per festeggiare i 50 anni di Angelo. Ci dice di preparare i passaporti: i biglietti sono già pronti. Partiamo tre giorni dopo. Arrivati all’aeroporto Angelo ci corre incontro, incredulo e felice. Lieta lo ha trascinato lì con una scusa, tanto che scorgendoci da lontano le ha detto: “Che strano, c’è un tale che assomiglia tantissimo a mio papà!”.

Per la festa a sorpresa di 50 anni arrivano anche tanti ex alunni ormai adulti con moglie e figli; la loro gioia e quella di Angelo nel rivederli è incontenibile.

Per noi è grande la soddisfazione nel prendere atto che “due matti” hanno dato la possibilità, ormai visibile, a tanti bambini delle favelas di diventare adulti, responsabili di se stessi e soprattutto delle persone accanto a loro.

Da poco siamo tornati dall’ennesimo viaggio in Brasile.

Quest’anno con il gruppo di lavoro ad agosto abbiamo visto tantissimi giovani italiani con hanno messo a disposizione le loro vacanze estive per dedicarsi ai più deboli. Il giorno prima del rientro in Italia riceviamo anche una bellissima sorpresa: è venuta a trovarci la nostra prima bambina che abiamo seguito per tanti anni con l’adozione a distanza. Il suo nome è Annapaola e oggi è sposata ed ha due bimbi. Li abbracciamo tutti, pieno di gioia e di emozione.

Con un piccolo contributo e con l’amore di Lieta, Angelo e tutte le persone che si rendono disponibili, si può fare tanto e aiutare tanti bambini meno fortunati dei nostri.

Questo è Pacotì.

Mario e Palmira papà e mamma di Angelo

N

el Natale del 1983 Lieta, che ha 24 anni, torna dal Brasile in cerca di aiuti per l’esperienza iniziata a Fortaleza in favore dei bambini di strada. La sua casa è a Paderno Franciacorta, in provincia di Brescia. Una domenica mattina uscendo dalla messa incontra Angelo - che conosce bene avendo solo un anno meno di lei - e mentre si salutano lei gli dice: “ Perché non vieni anche tu in Brasile?”.

“Ma tu sei matta!” risponde Angelo.

Passano solo due anni e Angelo prende l’aspettativa dal lavoro e parte per il Brasile dove a Pacoti comincia a lavorare con Lieta. Torna dopo sei mesi, ma solo per avviare le pratiche per ottenere dall’Ambasciata del Brasile un visto permanente. Riparte. Le notizie arrivano con il contagocce. Per noi genitori c’è di che patire, anche se sappiamo che Angelo è là per aiutare il prossimo. Nel 1988 decidiamo di andare a 14

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Orto, api e galline il chilometro O di Operazione Lieta Il Comune di Brescia ha messo a bando alcuni ritagli di terreno per la realizzazione di orti di città.

Operazione Lieta si è candidata (verrebbe da dire “ovviamente”, in ragione dell'amore per le cose semplici e naturali che la caratterizzano) e si è vista assegnare un piccolo appezzamento in zona San Polo.

Sgomberato dai detriti, ripianato e recintato il terreno diventerà (si spera) una rigogliosa ortaglia, anzi, una ORTAGLIETA. Non solo verdura - che verrà venduta a tutti coloro che sanno apprezzare il valore del chilometro zero - ma galline (e dunque uova) e api (e dunque miele). Appuntamento a primavera!

Grasse piccine Anche se le chiamano “grasse” loro non sembrano offendersi più di tanto. C’è addirittura chi ne coltiva la passione.

Messe in un vaso e dimenticate al sole, le “grasse” di Operazione Lieta hanno cominciato a moltiplicarsi.

Che fare? “Facile, le vendiamo”, ha detto qualcuno.

Ed ecco che una passione estetica tenta di diventare business. Per adesso sono solo spine! In futuro si vedrà.

Cristina e Pedro alle prese con la moltiplicazione delle “grasse”.

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Periodico di collegamento dell’Associazione Operazione Lieta Via Ferri, 91 - 25123 Brescia - telefono 030 2306463 direttore responsabile: Giancarlo Caprini - stampa: Artigianelli SpA Registro: Tribunale di Brescia n.29 del 13/6/2001

io aiuto Una goccia (8 euro al mese) il pacco famiglia (14 euro al mese) le adozioni a distanza (18 euro al mese) Se vuoi utilizzare il conto corrente postale il numero è 10422251 Se invece preferisci far avere il tuo aiuto attraverso la banca il nostro IBAN è IT 89 K 08735 11200 014000351261

Per ogni informazione telefona ad Operazione Lieta al numero 030 2306463

LO/0286/2009 valida dal

24/03/2009

dopo la tempesta Finito il Mondiale, il Brasile discute: era bene o no per il Paese? Sì per la festa, il numero di turisti e il denaro che hanno portato. Chi risponde no parla di un grande fallimento per le opere incompiute, la mancanza di chiarezza nel denaro speso dallo Stato e l’inutilità di alcune strutture. Di certo quello che abbiamo visto è stata una grande festa segnata dall’incontro tra le differenze, in un clima di vivace concorrenza, non di inimicizia. In generale, il popolo brasiliano, che un anno prima aveva manifestano con molte proteste, alcune violente purtroppo, ha abbracciato la sua nazionale, ma prima di tutto, ha abbracciato il mondo intero con il sorriso che lo contraddistingue e la gioia sincera di veri amici che ti accolgono. In un momento in cui la globalizzazione ignora qualsiasi particolarità, vedere simboli nazionali esaltati, senza violenza o pregiudizi, euforia in diverse lingue è il segno che è non solo è possibile, ma necessario, creare un contesto in cui le differenze siano vissute e rispettate. Gridavano i nostri tifosi: “Io sono brasiliano, con grande orgoglio, con l’amore”. Con amore, appunto, per essere in grado di accogliere gli altri.

Judikael Castelo Branco

BRESCIA Cinema Teatro S. Afra - Vicolo dell’Ortaglia 6/a

Brasile formato Cinema 2014

OPERAZIONE

LIETA

29 ottobre

A mão e a luva (Italia, 2010, 70', regia R.Orazi) Sarà presente il regista del film.

5 novembre Waste land (Inghilterra, 2010, 99', regia J. Jardim) 12 novembre Uma noite em 67 (Brasile, 2010, 93', regia R. Calil e R.Terra) 19 novembre 5 x favela - por nós mesmos (Brasile, 2010, 96') Tutte le proiezioni inizieranno alle ore 20,30 Domenica 23 novembre, ore 16, FILM PER FAMIGLIE Oratorio Santa Maria in Silva, via Sardegna 24 Brasil animado (Brasile, 2011, 78', regia M. Caltabiano)

a cena

Il 15 novembre Operazione Lieta propone a Villa Breda di Cellatica una cena con piatti tipici brasiliani. Prenotazioni e iscrizioni (il costo è di 25 euro) nella sede di via Ferri a Brescia.

incontri 2015

Angelo e Lieta sono disponibili per programmare il calendario degli incontri di gennaio 2015. Per organizzarli è necessario prendere contatto con la segreteria di Operazione Lieta telefonando al numero 030 2306463. Per ora gli appuntamenti già fissati sono: il 3 a Vignanello (Vt); il 4 a Roma (Parrocchia di via Boccea); l’8 a Vestone (Bs); l’11 Festa di Operazione Lieta a Brescia; il 18 a Ospitaletto (Bs).