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Lillith Cavalli, «Crimine di guerra» e altre poesie

Lillith Cavalli

«Crimine di guerra» e altre poesie

Crimine di guerra

Il sole splende sopra la sua testa e illumina la terra secca. Un leggero vento soffia sopra la superfice e porta via la sabbia. Il silenzio tombale è la musica che risuona, neanche un uccello vola, cinguetta o canta.

Il paesaggio avaro porta l'aria riempita di polvere. Il respiro è faticoso e il sudore impregna la spianata. Disperatamente osserva i dintorni in cui si trova e non riconosce più niente nell'ampio cumulo di macerie.

Incredulo e angoscioso cerca di capire cos'è appena accaduto. Il senno rallenta, poi il corpo comincia a tremare. Le gambe non riescono più a sopportare il peso del corpo e alla fine cedono.

I ginocchi toccano la ghiaia che causa un forte dolore. Vorrebbe gridare, però non esce niente dalla sua bocca. Apre gli occhi, ma non vede e vorrebbe ascoltare ma non sente. Il sangue e le lacrime si uniscono sulla sua faccia che è segnata dagli stenti.

Con gli ultimi sforzi si avvicina alle rovine, perché si ricorda che da qualche parte lo aspettano le sue sorelline. Con il fiato corto e le ultime risorse disponibili sposta pietra dopo pietra e reprime la nausea crescente.

La polvere e lo sfasciume chiudono lentamente le vie respiratorie, rendono impossibile continuare. Spinto dalla paura e accompagnato dall'orrore scava finché non lo abbandonano le forze.

All'ultimo secondo intravede la piccola manina di sua sorella e l'afferra per scoprire infine che non è più rimasto niente, non la famiglia, il futuro o la sopravvivenza. Con la mano della sorellina cede ai dolori, alla stanchezza e con le lacrime che rigano la sua giovane faccia crolla e

MUORE.

L'oscurità colorata

Il vento accarezza il mio viso. I capelli inquadrano il mio volto. Gli occhi socchiusi sono privi di vita. Non c'è niente da fare, non c'è più molto. Il prato verde primaverile crea un letto morbido. Ornamenti colorati, fiori rossi, blu e gialli compongono un silenzioso quadro. Una natura morta e una pace ingannevole. Regna la quiete. Il corpo è esposto ai caldi raggi del sole che salutano per un'ultima volta. Il respiro è piatto e faticoso, a malapena percepibile. Nell'etere gli uccellini cantano vivacemente la mia colonna sonora. L'orecchio ascolta e subito si forma un tenero sorriso sulla mia bocca. Allora mi lascio andare e mi abbandono, sprofondo nella terra umida. Con ogni respiro sparisce qualcosa e soltanto i ricordi rimangono qui, nella mia testa e nel mio cuore. Sono proprio loro però che mi porto lontano. La tranquillità sta dalla mia parte ed elimina la crudele sensazione dell'orrore.

Il papavero mi coccola con dolente tenerezza, il dente di leone lo imita. Il succoso prato forma un mio eterno letto su cui mi concedo una meritata pausa.

Sotto il cielo primaverile fuoriesce dal mio ventre la vita terrestre per poter poi intraprendere una nuova, sconosciuta e lunghissima rotta.

Vagare

V edere le persone da lontano e giudicarle al primo istante. Non perdere una singola parola! V e ne posso raccontare tante.

È freddezza a darti il benvenuto. Un silenzio rimbomba nelle scale. Un sorriso è un gesto di troppo. Non tocca mai il cuore di chi hai di fronte, e fa male.

A un certo punto però cerchi di occuparti dell'essenziale. Non importa cosa pensano gli estranei, ormai non ti assale più l'uggia pian piano. Quindi prendi un libro e viaggi lontano con la mente.

Cos'è quest'indifferenza alla vita? Non c'è curiosità ma ognuno vuole essere il primo a indicare con le dita in direzione di un altro.

Spesso uno considera sé stesso infallibile. Gli errori altrove si vedono, ma da sé stessi non si inizia. È scomoda la verità, l'apertura dello sguardo, ma è più facile condannare qualcun altro e chiamarlo bugiardo.

Risulta più bello per la storia personale vantarsi anche per la cosa più banale. A te ognuno sembra nato inferiore. Con quei pensieri invece dovresti sentire l'orrore.

Nelle vene scorre la paura del fallimento personale e della cultura.

Che è un po' diverso da quello a cui sei abituato: mica uno ha scelto dov'è nato!

Pregiudizio, invidia e mancanza d'interesse

per il bello, lo sconosciuto e l'esistenza che, se piacesse potrebbe portarti piacevole prosperità in cui testimoni la soddisfazione, l'empatia e l'abilità

di vivere in pace, tranquillo e senza rancore. Butta via il grande terrore che porti dentro e liberati di arretrate convinzioni e goditi la vita come fanno i bambini innocenti.

Vorrei

Vorrei avere il permesso di sentirmi ogni tanto male. Vorrei poter dire che non voglio essere una madre. Vorrei gridare nella notte nel buio pesto e vorrei camminare da sola, leggere in pace e tutto il resto!

Non è facile spiegare al mondo le cose come stanno. Perché c'è sempre gente che vorrebbe dimostrare la sua abilità, no? lo perdo il flusso di creatività e poi appassisco come un fiore anno dopo anno. È quasi impossibile detestare un tuo discendente, oggi, nella nostra società.

La gente lo sa sempre meglio e recita anche bene. Gioca gioiosamente col sangue del suo sangue in pubblico. Tutto sembra rose e fiori e niente va mai storto, ma guai a te! se osi pretendere un po' di libertà. Ti si buttano addosso e ti sterminano mentre ti trovi ancora nel pieno della vita.

Vorrei dover occuparmi soltanto di me stessa. Vorrei mangiare e bere senza nessuno che mi stressa. Vorrei riavere la mia amata spontaneità, però vorrei comunque amare la mia figlia, la sua felicità.

Al pagamento

Non posso scappare, è più forte di me, vorrei uscire e andarmene. Sono i demoni nella mia testa che mi incastrano con leggerezza. Lo stento e con la mia pena formano forti legami e mi ancorano a questo mondo qui, terrestre, da cui non posso fuggire neanche se volessi. Sono schiava nella sconfinata libertà, sono incastrata nel corpo, siamo connessi. Meno è lo stesso di più, ma non nel reparto dell'intelligenza. Sono prigioniera della mia testa e combatto come impazzita. Vorrei fuggire via dai miei pensieri, che mi inseguono e costringono ad ascoltarli. Non so fin a quando ce la posso ancora fare. La vita mi sta proponendo una strada infinita, anche troppo lunga. Mi fa pagare di brutto e richiede l'attenzione: Venga! La mia mente e le mie opinioni non valgono un gran che, perciò devo vedere io cosa c'è rimasto per me e la mia esistenza patetica che mi costa assai. Vorrei farla finita. Niente però è gratuito in questo mondo, neanche la morte, perché se te ne vai ti costerà la vita.

La seconda chance

Il vuoto riempie il mio corpo circondato da freddezza e solitudine. Sto seduta quieta su una sedia e guardo sognante fuori dalla finestra.

La vita si risveglia davanti ai miei occhi, il sole splende e fa sbocciare i fiori pian piano. Passa il tempo e se valgo a qualcosa, ancora mi chiedo.

Il dolore svanisce ma la solitudine resta. La stanza s'illumina, non il mio animo. Un ambiente cupo mi sono scelta per finir quello che alcuni non mi perdoneranno.

È il silenzio e il freddo che annunciano il Suo arrivo, glielo concedo e mi apro a Lei. Presto è fatto, non ci vorrà molto tempo. È ormai troppo tardi per dire come non detto.

Vorrei la libertà che mi spetta. Voglio godermela e rilasciare la vita. Diventa sempre più buio e mi sento leggera. Già me lo sento, presto sarà fatta.

Dal buio pesto entro nella luce appariscente. Sono smarrita, non so dove sono. Il rumore aumenta, il silenzio indietreggia. La morte fa posto alla fortuna e alla vita.

Nascita e Morte consegnata ad estranei

Piangendo e urlando dal dolore, impotente e come un mucchietto di miseria, è esattamente come ci si sente.

Il corpo sembra essere fatto a pezzi, ogni muscolo si sta contraendo. Non puoi scappare: in questo momento si spera soltanto che finisca presto.

Spogliata, nuda e vulnerabile ci si mostra - è inevitabile, non finisce sempre bene, eppure vogliamo accettarlo.

Il passare del tempo è più forte di noi, non possiamo mai batterlo anche se l'uomo ha creato molto, si sa, la potenza della natura prima o poi ci schiaccerà.

Nel dolore siamo nati nel dolore ce ne andremo ma come viviamo nel frattempo lo abbiamo nelle nostre mani.

Agonia

lo sono triste. Sono cosi triste che mi manca il fiato. E sento torcere le budella. La pelle è dipinta di pelle d'oca e le lacrime mi rigano lentamente la faccia. Sento un freddo cane anche se sto seduta con la coperta tirata su fino al mento.

Nel buio del salotto, da sola e in solitudine, penso. Ascolto il silenzio che parla ininterrottamente. Mi sento di perdere la terra sotto i piedi, proprio come avevo sempre intuito. Un vuoto mi assale e cado giù nel profondo abisso. Non vieni neanche a cercarmi, ti va bene cosi, lo so! lo sono triste.

L'isola

Se semplicemente io non volessi più fare niente? Se lasciassi scorrere i miei pensieri? Anche quelli a volte un po' più teneri! Cosa mi farebbe questa piccola pausa? Mi farebbe guadagnare addirittura qualcosa? Per esempio dei sogni e qualche creatività e alla fine - chi lo sa? troverò il mio posto su un'isola, qualsiasi cosa sia.

Notte picea

Il respiro pesante mi toglie il fiato, i polmoni si riempiono con aria consumata. Una lacrima sottolinea il rosso dei miei occhi e il mio corpo è abulico, mi sento abbattuta.

La notte picea crea un ambiente mistico. L'albero davanti alla finestra mi saluta coi suoi rami che sventolano nel ritmo del vento. Portano musica nel silenzio.

S'intravede la mezzaluna con la sua luce fredda. La nuvola soffice crea una celestiale duna così da posare quel corpo celeste nella nube fervida.

Violenza

Le grida, le urla e uno strano rumore che mi strappa il cuore in mille pezzi, stanno in bilico sopra la mia testa. È come un diluvio che si avvicina verso la finestra. Il sangue si gela nelle mie vene ed è come se uno morisse per via delle pene. L'anima mia è nascosta dietro il mio scheletro. Non sono sicura se se n'è già andata via da qui e da questo posto maledetto di cui non ricordo niente di buono se non il grave sgomento. Con occhi

vitrei guardo sul soffitto cerco di abbandonare il mondo di cui ci ricordiamo tutti. Coi suoi bei tempi ma spesso anche coi brutti. Cerco di non sentire il dolore che tenta di perforare il mio corpo. Più mi allontano meno me ne accorgo. Solo cosi riuscirò a salvare la mia anima, il mio vero essere. Quando finirà questo incubo, andrò con orgoglio, coraggio e forza in un nuovo mondo.

Perché essere umani? Perché essere umani?

E perché esserlo soprattutto al giorno d'oggi? Perché aiutarsi a vicenda? Perché combattere soprattutto contro chi è più forte?

Quando non ci sarà più acqua pulita da bere, quando non ci saranno più campi da coltivare.

Ci rendiamo conto di quello che abbiamo perso quando è ormai troppo tardi!

Cosa resta d'altro su questa terra, se non stare bene insieme e godersi la vita? Cosa vogliamo raggiungere in futuro? Restare schiavi di noi stessi oppure riconquistare la nostra libertà?

Perché essere umani in questi tempi di guerra? Questo mi chiedi stupito sapendo che non ho nulla.

E appunto questa è la risposta su due piedi: non mi lascio sopraffare da un mondo artificiale.

Cosa mi resta se non l'umanità in un mondo da riprogettare? Soltanto quando abbiamo provato tutto, capiamo cos'ha davvero importanza.

L'interno

La nebbia invade e occupa i tuoi pensieri, li influenza e li cambia. Non vedi chiaramente la tua strada davanti a te, non sai da dove iniziare, dove andare. Nessuno credi ti voglia aspettare, neppure salutare con le braccia aperte. Stai girando, sei cieca e stai per disperare, avviluppata nell'oscurità e col peso del mondo sulle spalle. Tu però combatti come una leonessa per poter rimanere a galla. L'oscurità ti tiene continuamente in basso e vicino alla terra. Alzarsi in piedi sembra una guerra,

sei stanca e ti assale la paura. Scappare è inutile, perché lei ti insegue come un'ombra nera. Se vuoi liberartene e vivere la tua vita, devi alzarti in piedi e prepararti per una strada quasi infinita. Devi trovare la tua felicità. E l'anima che sarebbe l'unica cosa che conta ti obbliga a proteggerla per non finire come chi gira senza meta, senza senso.

Che delusione

Perdo i sensi, divento pazza, a volte mi chiedo che strana razza sia l'umanità che distrugge con grande gusto l'ambiente in cui dovrebbe vivere. Giusto per dire la verità stiamo tutti impazzendo: lo zombi sei tu, è lui e lo sono anch'io. La ragione, l'amore e il buon senso bisogna difendere. Tutto il resto sarebbe una grande follia. Perché perdere la testa è come perdere la regia della propria vita.

VOCI DALL'IT ALIA

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