Il Giornale dei Biologi - N. 3 - Marzo 2021

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Beni culturali

EGNAZIA TRA MESSAPI E ROMANI

Le due antiche civiltà coesistono nelle testimonianze archeologiche che si estendono su quindici ettari a metà strada tra Bari e Brindisi e a pochi passi dal mare di Rino Dazzo

I

l sito archeologico di Egnazia ti sorprende all’improvviso tra ulivi secolari, in prossimità di un litorale che offre spiagge da sogno. Siamo a Fasano, tra Bari e Brindisi, dove su quindici ettari di parco si estendono scavi iniziati nel 1912 e ripresi più volte nei decenni successivi, restituendo testimonianze

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eccezionali dell’età romana e tardo-antica ma ancor prima della civiltà dei Messapi, popolo di origine illirica che si insediò nella Puglia meridionale nell’ottavo secolo prima di Cristo, fiero nemico di Taranto e dei coloni della Magna Grecia. Attraversata dalla Via Traiana, una delle “superstrade” dell’Impero Romano, e protetta da poderose mura alte sette metri, Egnazia – anticamente Gnathia – ha analogie con quanto accaduto a Pompei. Anche qui, infatti, il tempo sembra essersi fermato. Non per un’improvvisa eruzione vulcanica, ma forse a causa del passaggio dei Goti di Totila, che nel VI secolo d.C. coprirono di cenere una cittadina i cui primi insediamenti risalgono addirittura all’età del bronzo, spingendo i sopravvissuti ad arroccarsi sulla vicina acropoli. Porto privilegiato per l’Egeo e il Mar Nero, città di transito e dai vivaci commerci, Egnazia ha vissuto il massimo splendore tra il quarto e il terzo secolo a.C. sotto i Messapi, per poi prosperare anche in età romana. Nel bellissimo parco archeologico, il più esteso della Puglia, si possono ammirare i resti di imponenti edifici pubblici sorti lungo la Via Traiana, sul cui tracciato si scorgono ancora i segni del passaggio dei carri. Al periodo messapico risalgono le alte mura perimetrali. Propri dell’età romana sono il Foro, l’Anfiteatro, la Fornace e il Criptoportico. Alle prime fasi del periodo cristiano sono invece riconducibili la Basilica e il Battistero. La necropoli che sorge fuori le mura, scoperta nel 1971 durante la costruzione del Museo Archeologico Nazionale dove sono esposti i reperti sfuggiti ad anni e anni di razzie e scavi clandestini, è invece databile all’ultima fase del dominio messapico. È qui che sorgono


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