Tabloid
Infodemiaeaccuratezza:
cosaabbiamoimparato
Crocevia
Veri昀椀cadeifa琀琀i ebigdata perun"giornalismo diprecisione"
Formazione
Corsiaprezzi simbolici:comel’Ordine vuoledemocratizzare l'o昀昀erta
Giornalismi
Les昀椀dedell'intelligenza arti昀椀ciale Giornali checreano community
Tab l oid new 2 www.odg.mi.it Periodico edito dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia Numero 1 / 2023numero 2 nuova serie
new nuovaseri e 2
Ilnostrolavoroècompressoesollecitatodanuove normeetecnologieinedite.Dueversanti sucuil'OrdinedellaLombardiaèdeterminatoa vigilareeagire.Conisuoiiscri琀琀i
La realtà corre veloce.
A 昀椀ne 2022, diversi giornalisti attivi in una provincia del Nord Italia hanno ricevuto una comunicazione dal tribunale. Una querela? La solita citazione dai contorni temerari? No. Un decreto di condanna, per diffamazione a mezzo stampa. Pena pecuniaria, poco più che simbolica, senza conseguenze sulla “fedina” penale; ma una condanna. Niente avviso di garanzia – è assorbita dal decreto penale – niente interrogatorio, direttamente la sanzione. Hanno, ovviamente, fatto opposizione; ma i termini sono brevissimi, 15 giorni, e l’iniziativa per la riapertura del processo ricade sul giornalista.
diRiccardoSorrentino
di fatto, come un esperimento. La riforma
Possiamo considerare questo episodio,
Cartabia ha ampliato l’applicabilità del decreto penale. Un giornalista potrebbe, per esempio, essere condannato direttamente ai lavori di pubblica utilità, una delle tante sanzioni sostitutive ora introdotte: ottime per la rapidità della giustizia nei casi di microcriminalità – si evita che i condannati vengano ammessi alla “scuola” del carcere – non per i giornalisti. In un corso a Varese, durante la rassegna Glocal, Luca Rinaldi, che lavora per i Dossier di MilanoToday ed è componente della Commissione Cronaca nera e giudiziaria dell’Ordine lombardo, ha spiegato che per far fronte a una diver-
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editoriale
Difendereidiri琀琀i,esplorare leopportunità:cosapossiamo fareinsiemeadifesa dellalibertàdiinformazione
new Tabloid
sa innovazione del mondo giuridico - le richieste di mediazione - ha deciso di raccogliere le possibili prove a suo favore contestualmente alla ricerca del materiale per le sue inchieste, per non farsi trovare impreparato...
Le norme sulla comunicazione giudiziaria, contenute nel decreto (anch’esso “Cartabia”) sulla presunzione di innocenza – che l’Ordine lombardo ha studiato a fondo 昀椀no alla pubblicazione di un documento che sta circolando tra procure e polizie giudiziarie – sono solo uno dei problemi di carattere giuridico che siamo chiamati ad affrontare. Un altro esperimento, sempre a 昀椀ne 2022, ha alimentato vecchie preoccupazioni. ChatGPT, il software in grado di scrivere testi complessi. Usare questi chatbot di nuovissima generazione permette di evidenziarne le loro carenze –ma, attenzione: abbiamo a disposizione versioni chiuse e limitate – la prima delle quali è molto rilevante per il nostro lavoro: non “sanno” cosa sia la realtà, la loro idea di verità non si spinge oltre la coerenza tra i con-
tenuti che alimentano il modello. Usarli, impone però una conclusione: non si torna indietro, i vecchi motori di ricerca sembrano già strumenti del passato. Verso questi modelli, come verso i software di recommendation dei social network, ci stiamo un po’ cullando in un’illusione: l’illusione che siano algoritmi, che si possa chiedere «cosa c’è dentro?», «come funzionano?». Non sono algoritmi, però, sono reti neurali. Sempli昀椀cando (molto): sono software che, in parte, si autoprogrammano (magari sbagliando). Nessuno sa come funzionano, neanche chi li ha creati e testati. Si sa solo che funzionano… Meglio concentrarci allora sul fatto che il nostro lavoro ne esce profondamente trasformato: la scelta degli argomenti e la veri昀椀ca delle fonti e delle informazioni diventano sempre più importanti. Se ben usati, se coniugati con lo sforzo concreto di fare “giornalismo di qualità” questi strumenti possono diventare un’opportunità di crescita professionale. Occorre però che aumentino le nostre competenze, che si corra
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L’applicabilitàdel decretopenale aigiornalisti
editoriale
èunpesante condizionamento
verso un giornalismo di precisione, attento, accurato.
Occorre anche che il pubblico torni a 昀椀darsi dei giornalisti. Luca de Biase, ricorda sul suo blog (https://blog.debiase.com/2023/01/22/esplorando-possibile-un-rilancio-del-giornalismo/) che secondo un’analisi della Reuters cresce rapidamente la percentuale di persone che, di fronte a un contenuto giornalistico, “scappa via”: era al 29% nel 2017, è salita al 38% nel 2022, proprio mentre la 昀椀ducia nei social crollava al 37%. Anche qui si nasconde un’opportunità, doppia: per la deontologia giornalistica, se si riuscisse a trasformarla – anche sulla scia delle esperienze straniere, che pure hanno qualcosa da invidiare al sistema italiano – in uno strumento che permetta di evitare le richieste insane di risarcimento e le sanzioni penali, e farne uno strumento per aumentare la 昀椀ducia della società civile, che richiede, da parte dei giornalisti, informazioni corrette e critiche accurate, profonde. Serve una ri-
forma, ma molto si può fare anche nel quadro attuale delle regole. Libertà giornalistica, formazione, deontologia… tout se tient, allora? La realtà non è così semplice e così benigna. Non c’è, anche in questo caso, un algoritmo. Solo uno sforzo continuo può far correre insieme questi diversi aspetti. L’Ordine della Lombardia ha deciso di fare la sua parte: l’impegno verso la libertà giornalistica, attraverso le sue commissioni tematiche – le prossime riguarderanno Cronaca sportiva (e diritti tv), Informazione e pubblicità e, appunto le slapps, le iniziative legali intimidatorie – la sua nuova Formazione e un impegno rinnovato verso la deontologia sono i primi passi di una strategia che si arricchisce ogni giorno; e che deve coinvolgere sempre più persone. Sarà il compito del 2023.
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new Tabloid
IsistemidiAI ciimpongono dira昀昀orzare lenostre competenze Riccardo Sorrentino
Sommario
3 editoriale
Difendereidiri琀琀i,esplorareleopportunità diRiccardoSorrentino
Laquestionedelmomento
pag.10
Infodemiae昀椀ducianell'informazione
pag.12
Laterradimezzodel«giornalismo diqualità»
diRiccardoSorrentino
pag.18
O琀琀ocosechelapandemia hainsegnatoaigiornalisti
diFrancescoGaeta
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Sommario 9 Crocevia
Insight
new
Tabloid
pag.22
SullaCovid19idatinontornano diRiccardoSaporiti
pag.26
Faredebunkingèilverolavoro diMichelangeloBonessaeMirkoLapi
pag.29
Comesiveri昀椀caunanotizia?
Rallentandoedubitando diAlbertoPulia昀椀to
pag.33
Lenostrepropostesullapresunzione diinnocenza diRiccardoSorrentino
pag.39
Undecretocheèpienosoltanto dibuoneintenzioni diCarloMelzid'Eril
pag.44
Informazioneepubblicità/1
Laviastre琀琀adell'autodisciplina diVincenzoFerrari
pag.47
Informazioneepubblicità/2
Ilcriteriosovranoèlariconoscibilità diVincenzoGuggino
pag.51
LEMASSIMEDEL CONSIGLIODIDISCIPLINA
Unadecisioneintemadiviolenza digenereepubblicazione dia琀琀igiudiziari
54 Formazione
Glistrumenticheciservono
43 Bussole Appuntidideontologia
pag.55
Corsidialtaqualitàaprezzisimbolici diFrancescoGaeta
7 new Tabloid
pag.60
LauraSilviaBa琀琀aglia: «Cosaserveoggiainuovigiornalisti? Essereinquieti»
diStefanoGuarrera
pag.63
VenanzioPostiglione:«Fiduciaèla parolachiavedelnostrolavoro»
diFrancescaDariaBoldo
pag.67
DanieleManca:«Unascuoladimetodo pera昀昀rontarelenuoves昀椀de»
diMariaColonnellieGiorgioColombo 70
Giornalismi
Ilfuturochec’ègià: casi,storie,persone
pag.71
L'articolodiRyszardKapuściński chenonavetemaile琀琀o diFrancescoGaeta
pag.79
Dichièl'operacreata daChatGPT
diAlbertoContini
pag.83
LucaSofri:«Ile琀琀orisono nostricomplici:facciamo lecoseinsiemealoro»
diFrancescoGaeta
pag.89
MarcoGiovannelli:«Ascoltare chicileggeeastenersi dall'inseguireiclick»
diFrancescoGaeta
pag.95
Medaglieperi50annidi iscrizioneall'Ordine
Tu琀琀iipremiati
MicheleFebruo
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Tabloid new
Crocevia
Laquestionedelmomento
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Insight
Infodemiae昀椀ducia nell'informazione:inumeri perinquadrareiltema
L'ACCURATEZZAÈILCONCETTOCHIAVEDELLEPAGINEDIQUESTA
SEZIONEDI"TABLOID”:COMEFAREGIORNALISMODIPRECISIONEAI TEMPIDEISOCIAL?COMEVERIFICAREDATIEFATTI?
Nel2020laFondazioneBruno KesslerdiTrentohaavviato unosservatoriosullainfodemia, perstudiarecioèilnessotra l'evoluzionedellapandemiaela di昀昀usionedifakenewssuTwi琀琀er. Lapia琀琀aformaonlineètu琀琀ora aggiornataelasipuòconsultare all'indirizzo: covid19obs.fbk.eu/#/
Indici
L'Osservatoriohacreatodue indici.
1. IRI-IndicediRischio Infodemico,cioèlaprobabilità cheunutentericevamessaggida fontipotenzialmentefuorvianti.
2. DynamicIRI-Dynamic InfodemicRiskIndex,cioè laprobabilitàcheunutente
interagiscaconquestimessaggi. Idueindicifornisconoprospe琀琀ive opposte.L'IRIsiconcentrasulla produzionedidisinformazione, l'IRIdinamicosull'impegno adessaassociato. Unalto valoredell'IRIsigni昀椀cachela disinformazionevienetrasmessa dauaseriediaccountaltamente rilevanti:l'infodemiapuòessere rido琀琀aisolandoquegliin昀氀uencer (equivalentedellaquarantena). UnaltovalorediDynamic IRIsigni昀椀cachemoltiutenti interagisconoeritrasme琀琀ono ilpotenzialecontenuto disinformativo,el'infodemiapuò essererido琀琀aaumentandola consapevolezzaditu琀琀igliutenti sull'importanzadicontrollare a琀琀entamentelefontiel'a琀琀ività direposting(equivalentedi indossareunamascherina).
INTREPAESIGliindicivanno da0(Rischiopiùbasso) a1(Rischiopiùalto)
0.429 L'indiceIRIal21 febbraioinItalia
agliestremidellascala.L'Italia èal35%,incalodicinquepunti rispe琀琀oaunannoprima. Ain昀氀uiresuquestas昀椀duciaè sopra琀琀u琀琀olapercezioneda partedelpubblicodipregiudizi politiciedeconomicicherendono pocoimparzialel'informazione onlinefornitadaimedia tradizionali.
1 L’indiceIRIallastessadata inUcraina
0.543 L'indiceIRInegli
StatiUniti
Fiduciae imparzialità
Sarebbefuorvianteipotizzare unnessodire琀琀otral’infodemia social(nonsolo relativaalCovid 19)eilcalodi昀椀ducianeiconfronti dell’informazionetradizionale, chedipendedamoltifa琀琀ori.Di certoquestocaloesiste.Secondo ilDigitalNewsReport2022 delReutersInstitute,in21dei 46paesianalizzatisiriscontra unlivellopiùbassodi昀椀ducia nell'informazione,conunamedia del46%,indiscesarispe琀琀o all'annoprecedente.Finlandia (69%)eStatiUniti(26%)sono
NelReportc'èperòunpuntoche riguardalacrescentepresenza digiornalistinell'arenasocialele conseguenzecheciòcomporta interminidi昀椀duciaos昀椀ducia. «Circalametàdegliintervistati opiù-èscri琀琀onelDigitalNews Report2022-ritienechei giornalistidovrebberoa琀琀enersi allasegnalazionedellenotizie», enoncioèfornireopinioni personali,ingaggiando"confronti muscolari”tipicideisocial. Esistonotu琀琀aviadi昀昀erenzetra legenerazioni.«Ipiùgiovani preferisconocheigiornalisti esprimanoliberamenteleloro opinionipersonalisuisocial media».Ancheperquesto «mentremoltigruppieditoriali stannodandodire琀琀ivealla presenzadeigiornalistisuisocial, nelleredazionisiriscontrala resistenzadeigiornalistipiù giovani,chevorrebberofarea menodiquestilimiti.Equestoè unaltromodoincuiilgiornalismo vienes昀椀datedaisocialmedia».
L’INFORMAZIONETRAINCERTEZZAEACCURATEZZA
La terra di mezzo del «giornalismo di qualità»
Intempidiincertezzaigiornalistidevonosaperabitarelazonaintermedia chestatrateoriaemeraraccoltadeifa琀琀i:néesperti,néin昀氀uencermatradu琀琀oriculturali.L’obie琀琀ivo:lavoraresuidatifa琀琀uali,coglierelerelazionitrai fa琀琀i,inquadrarliinuncontesto di Riccardo Sorrentino, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia
«Giornalismo di qualità». Quante volte abbiamo letto, detto, scritto queste parole. Siamo convinti, giustamente, che sia la soluzione dei problemi –professionali ed economici – del nostro mondo, l’unica strada perché i nostri articoli, le nostre foto, i nostri video acquistino valore. In concreto, però, cosa signi昀椀cano? Abbiamo detto talmente spesso queste parole che sono diventate una formula magica, e vuota. Dif昀椀cilmente abbiamo cercato strade per fare davvero un “giornalismo di qualità”.
Sfiduciaedisaffezione
Suisocialil38%degliutenti, quandoincontra
uncontenutogiornalistico, “scappavia”
Andare oltre è necessario. Occorre cercare un giornalismo nuovo che permetta di risolvere i problemi della professione. Sono problemi molto evidenti e si riassumono nella mancanza di 昀椀ducia nei nostri confronti e nel nostro modo di lavorare da parte del grande pubblico, e di conseguenza l’incapacità di far riconoscere il valore del nostro lavoro. Alcuni dati, che sono stati ricordati da Luca de Biase in un convegno a Venezia, mostra che sui social il 38% degli utenti, quando incontra un contenuto giornalistico, “scappa via”. Erano molti meno pochi anni fa. Il post dell’adolescente, imberbe o cresciutello, o anche quello
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1. Crocevia
IgiornalistidelWashingtonPosthanno«laresponsabilitàprimariadi veri昀椀carelelorostorie».Gliarticolisonosogge琀琀iarevisionesutre livelli:icaporeda琀琀oridise琀琀ore; glieditormultipia琀琀aforma(copyeditor), chespessofornisconounarevisionesugliaggiornamentidell’ultima ora;eisenioreditors,chehannolasupervisione perlapubblicazione digitaleduranteilgiornoelaresponsabilitàdelleedizionicartaceedel Post.«Ilnumerodireda琀琀oricheesaminanounastoriael’entitàdelloro coinvolgimento-sileggenellaPolicyandStandardChart- varianoa secondadellacomplessità,larilevanzadellastoriaeilfa琀琀oretempo».
scritto direttamente dal professore universitario tendono a essere preferiti a quello del miglior giornalista.
È evidente che la strada è quella di tentare di differenziare il nostro lavoro da quello degli altri. Da quello del ragazzino come da quello del docente esperto. Come? Le strade sono molte, evidentemente: vecchi luoghi comuni ci spingono ad avere un’idea monodimensionale del giornalismo. Il giornalismo è fatto di molte dimensioni diverse, di molti generi, di molti metodi.
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ErikS.Lesser/ANSA
LATRIPLAVERIFICADEL“WASHINGTONPOST”
Entratainvigorenelgennaio2022,lacartadellere琀琀i昀椀chediLeMonde «haloscopodiuni昀椀carelapoliticadicorrezionedeglierrorifa琀琀uali edaremaggioretrasparenzasugliaggiornamentidegliarticoli.Sitra琀琀a diprendersicaricodeglierroriinmodochiaroesistematico».Lare琀琀i昀椀ca puòavvenire«perunimportanteaggiornamentodell’articolo»oppureper unerroreounaomissionesigni昀椀cativa.«Nellare琀琀i昀椀caoccorrespiegare cosaèstatomodi昀椀catosenzaripeterel’errore»equali昀椀carelacorrezione di昀昀erenziandolecorrezionidaglierroricommessiinprecedenza.
Contesto,fatti,relazionetraidati L’elemento comune è però quello della concretezza dei fatti puntuali. Sarebbe in realtà un po’ naïf pensare che questi fatti siano fatti atomici, valutabili in modo isolato. Pensiamo ai grandi freddi di questo inverno. Sono la prova che il riscaldamento globale non esiste? Quante volte siamo caduti – e con noi il grande pubblico – nell’errore di crederlo. In realtà sono
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1. Crocevia
ANSA
COME“LEMONDE”CORREGGEIPROPRIERRORI
esattamente il contrario: una prova, evidentemente indiretta, della validità di quella che non è più un’ipotesi. Pensiamo, ancora, a cosa accade dei fatti in un’indagine e in un processo, dove assumono un signi昀椀cato diverso man mano che emergono nuovi elementi e nuove argomentazioni giuridiche. Non ci sono i fatti da una parte e le parole dall’altra: viviamo in un mondo di interazione simboliche, in cui fatti, parole e pensieri sono strettamente legati, e noi stessi siamo parte attiva di tutto ciò. Tutto questo non signi昀椀ca che non esistono fatti, ma solo interpretazioni, come una cattiva 昀椀loso昀椀a e una pessima politica ci hanno fatto credere. Chi ha usato con un po’ di malizia ChatGTP, il nuovo chatbot iperintelligente, ha visto con chiarezza i limiti di quel software: so昀椀sticato, ma incapace strutturalmente di far riferimento alla realtà. Al punto che, di fronte a una domanda che va al di là delle sue capacità, “mente”: indica la risposta più probabile, quella coerente con il suo “sapere”, non quella vera. Quando questi strumenti diventeranno di uso comune, una funzione del giornalista resterà in ogni caso necessaria: la veri昀椀ca delle informazioni.
Il“giornalismodiprecisione”
La strada da percorrere passa da qui. Da un confronto accurato con la realtà. Qualche anno fa, di fronte alla dif昀椀coltà di capire quei singoli fatti che vengono espressi con un numero, il giornalista – e docente di giornalismo – Philip Meyer ha coniato la formula del “giornalismo di precisione”. Una sorta di giornalismo iperaccurato (e computer-assisted), che, nella sua proposta – era il 1973 – si limitava a proporre alcune tecniche di analisi dei dati (in sostanza l’analisi esplorativa, oltre la quale il giornalismo ragionevolmente non può andare): sono proprio quelle tecniche che permettono di capire che un grande freddo, fosse anche il crollo della temperatura a -20° C nel Texas conferma e non confuta il riscaldamento climatico. Dalla sua proposta è nato il data journalism (ne parla Riccardo Saporiti a pagina 22), che a volte sembra trasformarsi in una forma so昀椀sticata di giornalismo gra昀椀co: vive in una riserva ma non ha “illuminato” il metodo giornalistico nel suo complesso. L’idea che qualunque giornalista debba arricchire la propria professionalità con al-
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Ildatajournalismnonha ancorailluminatoilmetodo giornalisticonelsuocomplesso
cune conoscenze statistiche – quelle che permettono di avere un’idea più chiara dell’andamento dell’in昀氀azione, o della disoccupazione, oppure dei contagi e delle morti di un’epidemia e di fare quindi le domande giuste – non è diventata patrimonio comune della professione, e non è un bene.
Ifa琀琀ipuntualiconiqualinoi giornalistisiamoabituatia lavoraredannoalnostrolavoro unaconcretezzache ilragazzino-in昀氀uencerinerba el’espertononhanno
Esserecernieratrateoriaeraccolta deifatti
C’èunmondointermedio, concreto,traleastra琀琀ezze, cheanoiavolteappaiono vuote,dellateoriaelamera raccoltadi“fa琀琀i”
La formula, ampliata al di là dei dati, di un “giornalismo di precisione” – pur nella consapevolezza dei ritmi forsennati con i quali lavoriamo, e la dif昀椀coltà di acquisire una specializzazione nelle attuali redazioni, così povere – indica però una strada che va esplorata. I fatti puntuali con i quali noi giornalisti siamo abituati a lavorare danno al nostro lavoro una concretezza che il ragazzino-in昀氀uencer in erba e l’esperto non hanno. Bisogna però sapere come usarli, trattarli; come nel contesto giusto, che sia il complesso mondo della procedura penale, della medicina, della ricerca scienti昀椀ca, dell’economia, così come occorre saper individuare gli esperti giusti – quelli “davvero” esperti – a cui porre le domande. C’è un mondo intermedio, concreto, tra le astrattezze, che a noi a volte appaiono vuote, della teoria e la mera raccolta di “fatti”: nelle scuole di giornalismo francesi si studiano a lungo non il diritto amministrativo o la contabilità pubblica, ma i bilanci e i piani regolatori comunali, utilissimi per fare cronaca bianca. Nella discussione sulla presunzione di innocenza, l’avvocato Carlo Melzi d’Eril (potete leggere un suo intervento a pagina 39) ha proposto che i giornalisti studino non tanto la procedura penale (che pure, e non a caso, è materia di esame), ma la lettura degli atti processuali, la concreta esecuzione delle indagini e lo svolgimento concreto del dibattimento. In economia, è importante conoscere, e saper usare, la teoria dell’equilibrio economico generale, ma anche il funzionamento dei mercati concreti: in cosa si distingue il mercato dei servizi sanitari, per esempio, da un mercato perfetto, che può fare a meno di interventi pubblici? Non si tratta soltanto di acquisire competenze teoriche o criti-
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PHILIPMEYEREILGIORNALISMO DIPRECISIONE:SOCIOLOGIAESTATISTICA APPLICATEALRACCONTODELLAREALTÀ
PhilipMayer,classe1930,halavorato alMiamiHeraldepoialWashington Post.Nel1968havintoilPulitzerperun reportagesullarivolta diDetroitdel1967.Ha scri琀琀oillibro"Giornalismodiprecisione”,nel qualeteorizzaunmetodoche uniscetecniche sociologiche, statisticaedesperimentisul campoperanalizzarefenomenisocialidi rilevanzagiornalistica.L’InstituteReporters andEditors,entenopro昀椀tnatoperelevarela qualitàdelgiornalismoinvestigativo,assegna ogniannounpremioMeyerperimigliori reportagedi"giornalismodiprecisione”.
che – che pure non guastano –ma di avere strumenti culturali più ampi per fare giornalismo. È, in parte, un mondo da inventare, soprattutto in Italia. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia intende proporre anche questo tipo di formazione. Nella consapevolezza che altre strade esistono e nuove rotte possono essere tracciate, convinto però che “giornalismo di qualità” non può restare formula vuota.
Nonsitra琀琀asoltantodi acquisirecompetenzeteoricheo critiche–chepurenonguastano –madiaverestrumenticulturali piùampiperfaregiornalismo
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«Untempotu琀琀ociòcheserviva eradedizione,energiaetalento. Oggiilgiornalistadeveessere un昀椀ltroeuninterprete,uno cheraccoglieerestituiscefa琀琀i. Deveessereunelaboratoreeun analistadidati»
Wikimedia
Commons
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L’INFORMAZIONETRAINCERTEZZAEACCURATEZZA
Otto cose che la pandemia ha insegnato ai giornalisti
LaCOVID-19èstataunacolossaleprovadisforzo:abbiamosceltoun“pensierogiornalisticoveloce”perchépiùfacileerassicurante.Abbiamoperòimparatoalcunecautelepropriedellascienza.Chetornanoutiliorache,apparentemente,siamouscitidall’emergenza di Francesco Gaeta, giornalista, Innovation manager dell’OGL
Adesso che la polvere emotiva sollevata dalla pandemia pare depositarsi, è possibile chiedersi cosa ha rivelato questa esperienza alla (e sulla) categoria giornalistica. Una prima risposta, forse un po’ ostica: la Covid 19 è stata un colossale allenamento al tema dell’incertezza. Una prova di sforzo del metodo.
Nellapandemiaanchepernoi giornalistil’incertezzaèstata cognitivamenteinsopportabile.
Eppureessaèpartestru琀琀urale delnostromestiere
Non si parla di chi sta leggendo, e dunque nessuno si offenda, ma il virus ha fortemente affaticato la nostra capacità di sospendere il giudizio e di usare il dubbio critico come guida. Offrire ai lettori una certezza a qualunque costo, contro昀椀rmata da un qualunque esperto, è diventato il 昀椀lo intermittente di un “pensiero giornalistico veloce” - per dirla con Daniel Kahneman – cioè forzatamente emotivo, data l’incapacità di adottare un pensiero lento, per de昀椀nizione incerto, mentre tutto intorno sembrava precipitare. Anche per i giornalisti l’incertezza è stata cioè cognitivamente ed emotivamente insopportabile. Eppure l’incertezza dovrebbe essere un ingrediente costitutivo del giornalismo, quasi il presupposto del suo metodo di indagine.
Fine di questa premessa, un po’ malinconica. Guardiamo avanti: ci sono almeno otto cose che potremmo avere appreso dalla
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pandemia sull’accuratezza, sull’incertezza e sul modo in cui il giornalismo può farci i conti. Cose utili per il futuro.
1. Lascienzaprocedeperprotocolliscienti昀椀ci I protocolli sono un lavoro collettivo che richiede anni. Sia per chi elabora una teoria scienti昀椀ca, sia per chi la sottopone a revisione tra pari. Nel 1971 Judah Folkman ipotizzò che occorresse colpire i tumori lavorando sulla vascolarizzazione. Il primo farmaco arrivò nel 2004. I tempi della scienza sono lunghi e, per quanto la cosa possa apparirci disdicevole, nessun giornale può accelerarli.
2. Nellascienzanonvaleilprincipiodiautorità Antonino Zichichi o Carlo Rubbia furono scettici in tema di riscaldamento climatico antropico. Non avevano compiuto ricerche speci昀椀che sul tema. Un singolo scienziato può essere molto
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RomanPilipey/EPA/ANSA
WUHAN.ImammiferivivisensibilialvirusSars-Cov-2 sonostativendutiin questomercatocinesealla昀椀nedel2019.
Inassenzadispeci昀椀che competenzeilpareredi unespertoèunasemplice opinione.Tragliscienziati nonesisteautoritàsenon guadagnatasulcampo
noto e giudicare sbagliato o falso il lavoro di centinaia di colleghi. Ma in assenza di speci昀椀che competenze - e ponendosi fuori dal protocollo scienti昀椀co - la sua opinione è una opinione. Tra gli scienziati non esiste altra autorità se non guadagnata sul campo della ricerca. Anche noi dovremmo ricordarlo quando chiediamo un commento.
3. L’usopoliticodellascienzafamaleatu琀琀i Tutt’altro che infallibile, la scienza è strutturalmente incerta perché lavora su ipotesi da sottoporre a falsi昀椀cazione. Da sempre, questo offre alla politica un argomento retorico per rivendicare un “primato sulla ricerca”. È accaduto anche sui vaccini. È importante che chi fa informazione sia consapevole di questa dinamica e possibilmente se ne sottragga (salvo che un giornalista preferisca fare politica, in tal caso basta dirlo). A dire il vero dovrebbero sottrarsene anche gli stessi scienziati (salvo che uno scienziato preferisca…).
4. Quando il giornalista parla di scienza a昀昀ronta una asimmetriainformativa Nessuno di noi è in grado di giudicare chi ci cura: tra noi e il nostro medico esiste una evidente asimmetria informativa. Come può un giornalista ridurre l’asimmetria informativa tra lo scienziato e il lettore? Facendo buona mediazione tra l’esperto e il grande pubblico, cioè evitando l’ipersempli昀椀cazione e soprattutto non sostituendosi all’esperto. Perché ogni nostra obiezione su una teoria scienti昀椀ca sarà stata già vagliata dagli esperti o magari, se siamo stati davvero acuti, la veri昀椀ca è in corso d’opera mentre la formuliamo. Non è 昀椀ducia cieca nella scienza, è come vanno le cose lì (vedi alla voce 1)
5. Ilgiornalismononèfa琀琀operprodurrecertezze
Non certezze facili, almeno. Perché come la scienza, anche il giornalismo dovrebbe procedere per ipotesi da falsi昀椀care. Nel caso della COVID-19 erano ipotesi molto dif昀椀cili: durante la pandemia sapevamo tutti di non sapere. Ma accettarlo richiede umiltà e può renderci vulnerabili alla tentazione di creare o divulgare quelle che Alessandro Baricco (in The Game) de昀椀nirebbe le “verità veloci”. Delle quasi verità, o dei falsi ben travestiti
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1. Crocevia
perché plausibili. Riducono l’ansia (o la fanno esplodere) ma restano falsi. Vanno forte sui social ma non sono giornalismo.
6. Aigiornalistiservepiùformazione(emetodo) La pandemia ci dice che le nostre scuole di giornalismo dovranno in futuro occuparsi un po’ più di metodo e di accuratezza e magari un po’ meno di strumenti cioè canali, piattaforme, multimedialità. Un metodo (e potete leggerne da pag. 60 a 69) che abitui ad accettare l’incertezza, alleni a dare pesi giusti e diversi昀椀cati a dati e opinioni, proceda per ipotesi da falsi昀椀care.
7. Algiornalismoservononuoviprotocolli. Come ha scritto il presidente dell’OgL Riccardo Sorrentino «alcuni vecchi protocolli - bastano due citazioni di persone diverse, cerca un’opinione a favore e un’opinione contro, sentiamo un uomo o una donna della strada, oppure un vip - sono oggi sicuramente superati, inadeguati». Lo sviluppo di un tema scienti昀椀co va costruito su altri protocolli, più simili a quelli della scienza, e pace se questo richiede tempo. Certi casi editoriali dimostrano che la scelta paga (potete leggerne a pag. 83). Paga cioè informare in modo “strategico”, non con articoli spot, né in una successione un po’ casuale di articoli.
8. Al giornalismo serve una diversa organizzazione del lavoro
È tema che meriterebbe un altro articolo, anzi un intero numero di questa rivista. Ma lo diciamo ugualmente: la pandemia ci ha insegnato che servono sempre più giornalisti e redazioni specializzate, che lavorino in team, addirittura in team di testate diverse. Redazioni grandi, strutturate, aperte. A cui sia concesso di approfondire. È dif昀椀cile immaginare (e spingere per) un mondo ideale, signi昀椀ca fare i conti con lo scetticismo di molti di noi. Anche in questo la pandemia è stata un setaccio. Ci ha insegnato (dovrebbe avere insegnato soprattutto agli editori) che investire economicamente su un giornalismo ad alto valore aggiunto fa la differenza tra una società informata e una abbandonata agli in昀氀uencer. Rassegnarsi vuol dire scegliere la seconda strada.
Suitemiscienti昀椀ciservono redazionispecializzate,che lavorinointeam,anchetra testatediverse. Èforseun mondoidealemaèl’unico possibileperfareoggibuon giornalismo
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Crocevia
L’INFORMAZIONETRAINCERTEZZAEACCURATEZZA
Sulla Covid 19
all’informazione
i dati non tornano
Il virus ha evidenziato un problema di “alfabetizzazione numerica” nel tra琀琀are i dati. Abbiamo faticato a contestualizzarli e a renderli leggibili eutiliperilpubblico.Avoltenonsolopernostraresponsabilità di Riccardo Saporiti, giornalista esperto di Data Journalist
La pandemia è stata, almeno per l’Italia, la più grande esperienza data-driven della storia. Non solo per la quantità di dati raccolti a partire dal marzo 2020, ma anche perché alcune decisioni sono state af昀椀date a modelli automatizzati che le elaboravano a partire proprio dai dati.
È il caso del Dpcm del novembre 2020 che ha introdotto le zone a colori (rosso, arancione, giallo e bianco), ciascuna delle quali con diverse limitazioni alle libertà personali. Il passaggio da una all’altra avveniva sulla base del numero di contagi. In una fase successiva, oltre al tasso di positività, si sono introdotti quelli di occupazione dei reparti ospedalieri destinati ai pazienti covid. Un’ulteriore conferma dell’importanza dei dati nell’ambito dell’esperienza pandemica.
Abbiamovissutolapiù grandeesperienza“data driven”dellastoria: unesperimentochenon sempreèriuscito
Oltre che in ambito sanitario e politico, i numeri legati alla diffusione del virus, alle ospedalizzazioni e purtroppo ai decessi, hanno avuto centralità anche nel racconto giornalistico. Per i giornalisti in generale, per quelli che si occupano di data journalism in particolare, questo contesto ha rappresentato una s昀椀da per inserire l’impiego dei dati, la loro analisi e la loro visualizzazione all’interno dell’attività quotidiana delle redazioni. Un esperimento, se così vogliamo de昀椀nirlo, che non sempre è riuscito.
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Ladittaturadelladerivataseconda
È emerso infatti un serio problema di alfabetizzazione numerica, quella che in inglese si chiama data literacy, da parte della categoria. L’esempio plastico è il confronto tra il numero di casi di una data giornata con quello del giorno precedente, concludendo poi che la tendenza fosse in aumento o in diminuzione a seconda del risultato della differenza. Per de昀椀nizione, una tendenza si calcola su un periodo più lungo di tempo. E in un quadro in cui alla domenica veniva effettuato un numero inferiore di tamponi, calcolandola giorno per giorno avremmo avuto curve pandemiche in calo la domenica e in risalita il lunedì.
Unatendenzasicalcola suunperiodopiùlungo diduegiornieva depuratadai“giorni deboli”comeladomenica
Altro aspetto problematico, il fatto che i numeri legati alla pandemia devono essere inseriti in un contesto. Nelle prime setti-
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RomanPilipey/EPA
DATACHIAVE.Il31dicembre2019,leautoritàcinesihannonoti昀椀catoun focolaiodicasidipolmoniteadeziologianonnotanellaProvinciadell’Hubei.
mane del lockdown abbiamo assistito a quella che può essere de昀椀nita come la dittatura della derivata seconda. La derivata seconda di una funzione, sempli昀椀cando brutalmente il concetto, è quella che de昀椀nisce lo sviluppo della curva che quella funzione rappresenta. È così che tanti hanno predetto la data in cui avremmo dovuto raggiungere il picco dei contagi. Questo tipo di analisi, però, prescinde da un elemento, appunto, imprescindibile: la realtà. Come incide, sulla diffusione di un contagio, l’anticipazione di stampa del lockdown che spinge centinaia di persone alla stazione Centrale di Milano per prendere gli ultimi treni verso il Mezzogiorno? Sarà anche per questo motivo che questa infatuazione per la derivata seconda non è andata oltre la prima ondata.
Idatifornitidalla Protezionecivileerano subaseregionale, manoneranopesatisul numerodiabitanti
Nonsolotabellemaancheletturadelletabelle Sul fronte della visualizzazione, elemento cruciale per consentire ai lettori la comprensione dei dati, si sono registrate esperienze importanti, come la pagina alimentata dal visual lab del Sole24Ore. Ma ci sono anche importanti quotidiani che si sono limitati a pubblicare la tabella che la Protezione civile forniva quotidianamente senza alcuno sforzo gra昀椀co. Che pure è necessario quando si ha a che fare con i dati: si tratta di fornire al lettore uno strumento di comprensione. Un altro aspetto per cui la pandemia è stata, almeno in parte, un’occasione persa è quello relativo alla trasparenza. Sia reso imperituro merito alla Protezione civile per lo sforzo di pubblicare, quotidianamente, i dati relativi alla pandemia in formato aperto. Ovvero in open data: accessibili, leggibili da una macchina e con una licenza che ne garantisse il riuso. Uno sforzo che ha avuto però evidenti limiti: i dati relativi a ricoveri e decessi erano disponibili solo su base regionale. In un paese in cui un sesto degli abitanti vive in Lombardia, in cui la provincia di Bergamo ha gli stessi abitanti del Friuli Venezia Giulia e la città di Bergamo ha gli stessi residenti della Valle d’Aosta, non ha alcun senso.
Accesso ai dati. Serve, in altre parole, granularità nei dati. E serve che tutti vengano forniti: per mesi non è stato possibile
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La“derivataseconda” diunafunzionede昀椀nisce losviluppodiunacurva mavamessa aconfrontoconlarealtà
veri昀椀care il dato relativo al tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva perché non era noto il denominatore. Ovvero il numero dei posti effettivamente a disposizione. Così come non è mai stato comunicato il dato relativo ai pazienti non covid ricoverati nelle terapie intensive. Per chiedere trasparenza completa, un gruppo di attivisti ha lanciato la campagna DatiBeneComune, sottoscritta da oltre 50mila persone. Ma sono poche le testate giornalistiche, che pure di questa campagna avrebbero bene昀椀ciato per svolgere il proprio lavoro, che l’hanno sostenuta. Del resto, siamo il paese in cui il governo ha deciso di limitare il Foia, l’accesso documentale, durante la pandemia: un attacco alla libertà di stampa che pochi, a cominciare dai giornalisti, hanno denunciato.
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AlessandroDiMarco/ANSA
DATICHIAVE.Afebbraio2023ivaccinaticonunasoladoseeranol’84,39% dellapopolazioneitaliana.Ivaccinaticonqua琀琀rodosiil10,04%.
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L’INFORMAZIONETRAINCERTEZZAEACCURATEZZA
Fare debunking è il vero lavoro dentro il lavoro
A un giornalista moderno non si richiede di diventare un informatico, madiimparareausareglistrumentidigitaliperselezionareleinformazioni a昀昀idabilienonfarsistrumentalizzare di Michelangelo Bonessa, giornalista, e Mirko Lapi, presidente di OsintItalia
Il mondo dentro lo schermo rischia di dar ragione a Nietzsche quando diceva «quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro». Oggi quello schermo può restituire immagini e informazioni ambigue e falsanti. Già nel 2018 il Massachussets Institute of Technology rivelava che su Twitter le fake news erano diffuse sei volte più delle notizie vere e avevano il 70% di probabilità di essere ricondivise. Nel 2021, Facebook ha affermato di aver rimosso negli anni oltre 6.5 miliardi di account fake. Se poi parliamo di salute, è utile citare una ricerca del 2020 della Carnegie Mellon University che ha analizzato 200 milioni di tweet sul coronavirus: l’85% dei primi 50 retweet e il 62% dei primi 1000 erano rilanciati da bot.
Ilcervellousascorciatoieper sopravvivereall’alluvionedidati maquestocomportadistorsioni chepossonoin昀椀ciarel’analisi
Per fare fronte a questa alluvione di informazioni, ciascuno di noi utilizza euristiche, cioè scorciatoie cognitive per arrivare a una scelta di ciò che serve e vale selezionare. Ma come diceva il Nobel Daniel Kahneman in Pensieri lenti e pensieri veloci, le euristiche sono sì ef昀椀cienti ma anche automatiche, semplici e abitudinarie. Il nostro cervello usa quelle scorciatoie per sopravvivere all’alluvione ma questo comporta una serie di distorsioni che in昀椀ciano l’analisi e possono limitare l’accuratezza di chi deve fare informazione.
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Eccoci al punto: l’accuratezza. Come è evidente non stiamo parlando di carenza di preparazione culturale ma di processi mentali, di mindset, di approccio, ingrediente ancora più essenziale della conoscenza in un mondo dove la produzione di strumenti è in昀椀nitamente più alta di quanto si possa immaginare con parametri novecenteschi. Il punto non è conoscere l’ultimo tool, ma sapercisi confrontare perché di strumenti per l’Open Source Intelligence (OSINT) ne vengono creati in continuazione. E alcuni pur molto validi vengono rapidamente sostituiti da altri più al passo con le esigenze del momento.
Èunproblemadiapproccio: ilpuntononèconoscere l’ultimotoolmasapersi confrontareconesso
A un giornalista moderno che voglia essere accurato non si richiede per forza di diventare un informatico, ma di imparare a usare gli strumenti e non farsene usare. Proviamo a spiegare: il debunking (sfatare in inglese), cioè il controllo della veridicità di un contenuto online, dovrebbe essere alla base di ogni attività giornalistica. Molto spesso però nelle redazioni si corre a pubblicare un contenuto per farsi indicizzare meglio dai motori di ricerca e poi forse qualcuno, spesso senza input dalla testata, approfondisce e scopre che il nuovo video di cui parlano tutti è in rete da anni e non riguarda la guerra in Ucraina ma un con昀氀itto in atto da un’altra parte del mondo. Allora il primo compito dei giornalisti non dovrebbe avere un sito web o una pagina Facebook dove convogliare un contenuto di cui non si sa nulla, ma avere dei protocolli fedeli alla deontologia giornalistica e alle basi del mestiere: prima di dare una notizia, veri昀椀care.
Come? Con gli strumenti più semplici possibili. Un esempio sono le email: quanti ancora prima di leggere una mail, veri昀椀cano l’indirizzo da cui proviene? Non serve un grande sforzo, ma un click sulla freccetta di 昀椀anco al nome del mittente (tecnicamente si chiama header della mail). Se la mail proviene da un indirizzo che suona familiare, ma la parte dopo la @ è una serie come xgxmx è facile che sia materiale da cartella spam. Perché il dominio, termine che indica appunto cosa c’è scritto dopo la @, indica da chi viene la lettera. È, per fare un para-
Primadileggereunamailquanti dinoiveri昀椀canoildominiodacui proviene?Ègiàunainformazione utilepercapirnel’a琀琀endibilità
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Conoscereleimpostazioni diunmotorediricercaconsente diselezionarelaprovenienza diunvideoodiunafoto
gone, come un francobollo che ti dice da dove effettivamente proviene il messaggio. Ma per attuare sempre questi protocolli è necessario come si diceva, il mindset giusto. Queste veri昀椀che non proteggono del tutto il giornalista contemporaneo, ma gli evitano una buona metà delle trappole in rete. D’altronde per assurdo che sembri, il miglior amico del giornalista resta un taccuino: bisogna infatti sapere che qualunque sistema digitale è vulnerabile. Il taccuino invece se resta lontano da occhi umani e tecnologici è inviolabile. Risulta poi sorprendente che invece di avere “il sito web”, nelle redazioni non ci sia una sezione digital deputata alla selezione degli strumenti e dei contenuti online.
Per cercare rapidamente informazioni su internet la prima strada è quella di imparare a usare i motori di ricerca: sembra banale, ma quanti hanno mai aperto le impostazioni di ricerca di Google, giusto per citare il più usato e noto? Perché grazie a poche semplici mosse è possibile selezionare, ad esempio, i luoghi di provenienza di un certo video o foto o articolo. È tanto semplice come molte delle funzioni di base del pacchetto
Una“macchinavirtuale”
puòproteggeredalrischio dia琀琀acchiinformatici
Of昀椀ce, ma quanti sanno usare almeno la metà delle potenzialità di Word? Non è poco, perché parliamo di sistemi per trascrivere in tempo reale intere conferenze stampa o convegni. Perché usare le macchine è sempre meglio che farsene usare. Il lavoro se si conoscono gli strumenti giusti diventa dunque più semplice. E più sicuro. Perché come accennavamo a proposito delle email, esistono molte trappole online: si pensi proprio alle questioni più complesse come gli scenari bellici. In quei casi gli attacchi informatici di tutte le parti in causa si moltiplicano. Allora con macchine virtuali, una sorta di computer dentro il computer, come le sandbox o il motore di ricerca “a cipolla” TOR è possibile essere più tutelati. Il sistema migliore dunque per cercare e trovare informazioni vere in sicurezza è rimanere aggiornati, programmando una formazione continua che permetta di mantenere il mindset giusto per gli operatori della comunicazione contemporanei.
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L’INFORMAZIONETRAINCERTEZZAEACCURATEZZA
Come si veri昀椀ca una notizia? Rallentando e dubitando
Il Veri昀椀cation Handbook curato da Craig Silverman traccia un metodo: «Nell’ambientedigitaleigiornalistidevonoesserecautipernon昀椀darsitroppo diunafonte».Edevitareitremalidioggi:disinformazione,misinformazione, malinformazione
di Alberto Pulia昀椀to, fondatore di Slow-new.com
Qual è l’unica cosa che distingue davvero il giornalismo da qualsiasi altro tipo di produzione di contenuti? Che cosa distingue il giornalismo dalla 昀椀ction? Dall’attivismo? Dalla comunicazione? Una persona che lavora come giornalista, cosa fa di diverso da un in昀氀uencer o da una creator (per usare due termini molto di moda negli ultimi anni)?
Se la risposta a queste domande fosse scontata, probabilmente il giornalismo non soffrirebbe né crisi di identità né economiche, né, soprattutto, crisi di 昀椀ducia da parte del pubblico. Cosa che avviene sempre di più: nell’Edelman Trust Barometer 2023 la 昀椀ducia delle persone nel giornalismo è ai minimi storici.
Oggiabbiamo unproblemadi reputazione:secondo l’EdelmanTrust
Barometer2023, la昀椀duciadellepersone nelgiornalismo èaiminimistorici
È necessario, allora, ritornare alle basi di questo mestiere. In nostro soccorso vengono due grandi giornalisti e analisti dei media, Bill Kovach e Tom Rosenstiel. Nel loro “The Elements of Journalism” - tradotto in italiano 昀椀no all’edizione 2007 e nel frattempo riproposto in un’edizione del 2021 - scrivono molto chiaramente che l’essenza del giornalismo è la disciplina della veri昀椀ca.
«Il metodo è oggettivo, non il giornalista», scrivono Kovach e Rosenstiel, ricordandoci che anche noi, come qualsiasi persona, siamo soggetti ai nostri pregiudizi, alle nostre idee preconcette. «Cercare più testimoni, rivelare il più possibile sulle fon-
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ti, chiedere commenti a persone diverse, sono tutti i segnali di questa disciplina di veri昀椀ca, che è ciò che separa il giornalismo da altre forme di comunicazione come la propaganda, la pubblicità, la narrativa o l’intrattenimento».
Quandoèmeglioastenersidalpubblicare Ma cosa vuol dire veri昀椀care in un ecosistema complesso, veloce, sovraffollato come quello digitale? Cosa vuol dire veri昀椀care in un’era in cui af昀椀orano a costi sempre più ridotti macchine generative in grado di creare contenuti di ogni formato (testuale, audio, fotogra昀椀co, video)? Di quali strumenti ci dobbiamo dotare?
Sicuramente bisogna partire da due elementi ancora una volta di metodo: rallentare e dubitare. È dif昀椀cile veri昀椀care sotto
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DiegoFigone#ijf18
CRAIGSILVERMAN.Èunodeimassimiespertisultemadellefakenews.Qui èalFestivalInternazionalediGiornalismodiPerugia.
pressione, e allora il dubbio è il miglior 昀椀ltro possibile. Se non ho veri昀椀cato, non pubblico, non twitto, non posto, non vado in onda. Per migliorare e accelerare il processo di veri昀椀ca, poi, è importante fare “i compiti prima”. Cioè studiare, formarsi, apprendere gli strumenti che abbiamo a disposizione, mantenere un alto livello di aggiornamento per orientarsi in un mondo che cambia velocemente e non perdere la bussola.
Ildubbioèilmiglior
昀椀ltro:senonho veri昀椀cato,nontwi琀琀o, nonposto,nonvadoin onda.Edèimportante fare“icompitiprima”, cioèstudiare
Un’ottima stella polare per orientarsi è sicuramente il Veri昀椀cation Handbook. È un manuale di veri昀椀ca delle fonti digitali: è stato curato da Craig Silverman e prodotto da DataJournalism.com (European Journalism Centre) con il supporto della Craig Newmark Philanthropies. La versione in italiano è stata tradotta, per Slow News, da Andrea Coccia e revisionata da Elena Brilli, con il supporto di Pagella Politica e Facta News.
Nell’introduzione a questo manuale, Silverman parte ancora una volta dal metodo e dalle basi teoriche del dubbio: «La conoscenza può assumere molte forme. Nel nuovo ambiente digitale i giornalisti devono essere cauti prima di 昀椀darsi troppo di una qualsiasi fonte di informazioni, anche se questa dovesse essere la loro stessa e diretta esperienza».
Dif昀椀dare anche della nostra esperienza ci aiuterà a non andare di fretta se troviamo uno screenshot o un video che ci sembrano credibili, per esempio. E ci aiuterà a contrastare ogni forma di disinformazione. La disinformazione non è solamente fake news (anzi: questa è un’etichetta abusata e mai capita 昀椀no in fondo, che dovremmo abbandonare al più presto), e per parlarne in Italia dobbiamo prendere a prestito anche alcune parole dall’inglese.
Bisognadi昀昀idare dellanostrastessa esperienza,so琀琀oporla aldubbiometodico enonaverefre琀琀a
Unripassodeifondamentali
La disinformazione è un’informazione falsa e la persona che la diffonde sa che è falsa. È una bugia deliberata. La misinformazione, invece, è un’informazione falsa diffusa da persone che la ritengono vera (a volte capita anche ai giornalisti!). La malinformazione, in昀椀ne, è un’informazione che si basa su elementi reali ma viene usata per danneggiare qualcuno o qualcosa. Capire questa classi昀椀cazione teorica è importante per capire
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UNOSTRUMENTODILAVORO GRATISINRETESUCOMEVERIFICARE LENOTIZIEDELLARETE
Il Veri昀椀cationHandbookèun manualediveri昀椀cadellefontidigitali curatodaCraigSilvermaneprodo琀琀oda DataJournalism.com(EuropeanJournalism Centre)conilsupportodellaCraigNewmark Philanthropies.Sipuòscaricaredalsito veri昀椀cationhandbook.comeinversione italianasulsitoslow-news.com,nella traduzionediAndreaCoccia,revisionatada ElenaBrilli,conilsupportodiPagellaPolitica eFactaNews.
Aiutareilpubblico acapireimeccanismi dell’infosferaè untemadaprendere moltosulserio
anche le varie motivazioni di chi diffonde informazioni (vere o false che siano). Queste motivazioni possono andare dalla genuina intenzione di rivelare qualcosa davvero rilevante per la sfera pubblica al desiderio di avere un pro昀椀tto personale (magari economico, o per il consenso politico, o per la soddisfazione di aver diffuso una burla).
Una volta che abbiamo messo le basi per la comprensione di questo ecosistema, potremo 昀椀nalmente dedicarci alla comprensione degli strumenti digitali che abbiamo a disposizione. Sono tantissimi: da quelli che veri昀椀cano la veridicità di una foto o di un video a quelli che ci permettono di capire da dove è stato pubblicato un contenuto, dagli strumenti che ci consentono di calcolare l’ora in cui è stata scattata una foto a partire dall’ombra 昀椀no alle più avanzate tecniche di ricerca e scavo sul web. Oltre a formare noi stessi, fare in modo che anche il pubblico abbia gli strumenti per comprendere i meccanismi dell’infosfera è un compito che dovremmo prendere molto sul serio. Un libro che si può utilizzare per diffondere queste conoscenze anche al pubblico dei non addetti ai lavori è “Chi ha rubato la marmellata?”, scritto sempre da Andrea Coccia e illustrato da Maicol&Mirco per Corraini Edizioni.
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Le nostre proposte sulla presunzione d’innocenza
Applicareildecretoallasolacronacagiudiziaria,garantireunainformazione istituzionaledibasedapartedelleProcure,consentireliberoaccessoagli a琀琀ipubblici,eperpartenostrara昀昀orzarelaformazionedeigiornalisti specializzati di Riccardo Sorrentino, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia
Non sparate sul messaggero. Non è colpa sua. Regola antica, ma dif昀椀cile da applicare, a quanto sembra, quando il messaggero è un giornalista. Al punto che il decreto legislativo sulla “presunzione di innocenza” – principio giuridico e processuale di grande civiltà – ha colpito pesantemente la cronaca nera e giudiziaria, anche se non ha introdotto regole sulla nostra professione. Il “decreto Cartabia” è l’esempio di come una legge sia lo strumento meno indicato per cercare un equilibrio tra i grandi diritti. Destinata, con tutta probabilità, a colpire gli eccessi, soprattutto da parte delle forze dell’ordine, nella pubblicità delle indagini, ha creato una situazione abnorme. Non ha migliorato la comunicazione delle Procure e non ha tutelato gli indagati dal danno reputazionale – anche se molti penalisti applaudono alla legge, criticandola magari per la sua timidezza – che è, più della presunzione di innocenza, il vero problema oggi.
Il“decretoCartabia”è l’esempiodicomeuna leggesialostrumento menoindicatoper cercareunequilibrio traigrandidiri琀琀i
Lanostrarisposta:undocumentodiproposta
L’Ordine dei giornalisti – il Consiglio nazionale e quelli regionali – si è attivato subito per protestare, per segnalare i problemi, per chiedere nuove norme. Incontrando un grande muro, segno che dall’altra parte si era creato un equilibrio, poco sano
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LIBERTÀD’INFORMAZIONE
L’OgLhacostituitouna commissionedicolleghi,per esaminareleconcretemodalità diapplicazionenellediverse circoscrizionigiudiziarie,eper elaborareundocumento
e instabile, tra culture e interessi diversi. In un recente incontro, il Procuratore di Milano Marcello Viola – che interpreta le norme in maniera restrittiva – ha fatto chiaramente riferimento alle diverse sollecitazioni e alle diverse richieste a cui la Procura è sottoposta, persino al suo interno.
L’Ordine della Lombardia ha presto compreso che gli strumenti classici – la protesta, l’incontro con i magistrati – avrebbero prodotto ben poco. Occorreva una strategia di medio periodo che fosse all’altezza della s昀椀da. Ha quindi costituito una commissione di colleghi, per esaminare le concrete modalità di applicazione nelle diverse circoscrizioni giudiziarie, e per elaborare un documento che andasse al di là della denuncia
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ANSA
ILCASO.EnzoCarra,esponentedellaDC,fuarrestatoil4marzo‘93e condo琀琀ointribunaleconlemane琀琀eaipolsiabene昀椀ciodifotogra昀椀etv.
e proponesse un percorso diverso rispetto alle interpretazioni dominanti. Il documento, approvato a 昀椀ne dicembre, viene in queste settimane presentato in diverse occasioni pubbliche, a un uditorio di avvocati, magistrati, ex magistrati. Comincia a farsi strada, nella discussione: il sito dell'OgL terrà conto dei vari sviluppi. La strada individuata, agendo a livello regionale è stata quella di proporre un’interpretazione virtuosa delle norme esistenti, pur ribadendo la necessità di cambiare quelle regole, basandosi su alcuni documenti eleborati dalla stessa magistratura, italiana e europea. Uno il principio: applicare il decreto alla sola comunicazione istituzionale della procura e della polizia giudiziaria. La cronaca nera ne deve restare fuori, e così tutta l’attività di polizia. Allo stesso tempo, come era già stato proposto da altri colleghi, occorre che siano resi pubblici tutti i documenti depositati, in formato elettronico e con costi rivisti (per tutti, per evitare discriminazioni). La comunicazione istituzionale di qualunque ente pubblico non impedisce il rapporto diretto con i giornalisti, necessario per esempio, per veri昀椀care le notizie raccolte altrove. La comunicazione, inoltre, deve essere costante e completa. Il silenzio, insomma, non è una soluzione. Gli avvocati penalisti pensano che lo sia, ma nel silenzio si fanno strada le fonti più spregiudicate, e si creano rapporti anomali – “strategici” – tra magistrati e poliziotti, da una parte, e giornalisti dall’altra. Rapporti anomali che impediscono, soprattutto, un’analisi critica dell’operato di procure e polizie, nel timore di perdere rapporti privilegiati. Una comunicazione istituzionale di base potrebbe creare invece quel level playing 昀椀eld che non impedisce ai giornalisti più capaci di emergere –l’Ordine non lavora certo per l’appiattimento della professione – ma evita che qualcuno sia escluso dai 昀氀ussi, per qualsiasi motivo.
Applicareildecretoallasola comunicazioneistituzionaledella procuraedellapoliziagiudiziaria. Lacronacaneranedeverestare fuori,ecosìtu琀琀al’a琀琀ivitàdipolizia
Unacomunicazioneistituzionale dibasepotrebbecrearequellevel playing昀椀eldchenonimpedisceai giornalistipiùcapacidiemergere
Non basta. Occorre – e questi aspetti sono emersi in maniera evidente nei colloqui pubblici con avvocati e magistrati – che si evitino equivoci tra diversi principi giuridici.
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LacomunicazionedelleProcure edellapoliziagiudiziarianon coincideconl’interessepubblico, chestaaigiornalisti interpretare
Iprincipidasalvaguardare Primo. L’”interesse pubblico” che le norme richiedono perché sia lecita la comunicazione delle Procure e della polizia giudiziaria non è l’interesse dei cittadini che sta ai giornalisti – giornalisti attivi e non passivi – riuscire a interpretare (oggi, peraltro, con l’aiuto di strumenti molecolari, come internet e social networks). Questa distinzione rafforza l’idea che la legge possa essere applicata alla comunicazione istituzionale, ma non a tutti i 昀氀ussi di notizie rilevanti per un’informazione accurata e corretta; e, soprattutto, impone un’interpretazione decisamente estensiva dell’interesse pubblico.
Ilprincipiodellapresunzionedi innocenzasirivolgeagliorgani delloStato,nonallastampa
Secondo. Il principio della presunzione di innocenza si rivolge agli organi dello Stato, non alla stampa: impone a magistrati e polizia di non trattare come colpevoli – di non sanzionare privando della libertà, quindi – le persone prima di una sentenza, a meno che non ci siano ragioni molto particolari e previste da una legge. I giornalisti fanno il loro lavoro, e devono farlo in piena libertà. Anche perché le informazioni emerse in un processo, anche se portano a un proscioglimento dell’imputato, possono essere rilevanti sul piano politico, sociale, economico, etico, e devono essere libere. Sarebbe assurdo pensare che una legge imponga a tutti – o anche ai soli giornalisti – di essere innocentisti 昀椀no a sentenza e non semplicemente di segnalare, come è corretto fare in tutte le forme di giornalismo “a tesi”, fatti e ragionamenti che vanno in senso opposto alla posizione sostenuta. Verrebbe meno la possibilità di analisi critica delle procedure giudiziarie.
Il giornalismo diventa rilevante su un punto molto speci昀椀co: il danno reputazionale. Quando gli avvocati penalisti invocano il segreto su tutte le indagini è a questo aspetto, indubbiamente delicato, che fanno riferimento. Dimenticano che il silenzio farebbe emergere informazioni frammentarie, fuori contesto, in cui il danno reputazionale sarebbe decisamente maggiore. Viviamo in società in cui non solo vige di fatto – come ha sottolineato il giurista Glauco Giostra – una “presunzione di colpevolezza” nei confronti di chiunque cada nelle maglie del-
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la giustizia, ma in cui è costantemente alimentato dalla politica un populismo penale o, all’opposto, un giustizialismo law and order garantista solo con i potenti. In questo contesto va richiamato il principio “Non sparate sul messaggero”. Indagini più rapide, dibattimenti più veloci, un linguaggio – da parte di giudici magistrati e avvocati –sempre rigorosamente tecnico ma meno gergale, possono rendere un servizio migliore non solo al giornalismo ma anche alla società e alla giustizia. Questo signi昀椀ca che i giornalisti non hanno nulla da rimproverarsi? Sappiamo tutti che abusi ci sono stati, ma siamo tutti convinti che l’errore di un singolo non deve – non dovrebbe –penalizzare tutta la categoria: è questa, del resto, la funzione della deontologia e dei consigli di disciplina, che devono essere messi in condizioni di dare pubblicità al loro operato, che nel
Sappiamotu琀琀icheabusicisono stati,masiamotu琀琀iconvintiche l’errorediunsingolonondeve–nondovrebbe–penalizzaretu琀琀a lacategoria
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ANSA
DANNOREPUTAZIONALE.EnzoTortorafuarrestatoil17giugno1983per associazionecamorristica,condannatoinprimogradoeassoltoinappello.
Ilnostrolavorovaspostato suunaltropiano:quellodella selezionedellenotizierilevanti, l’inseguimentodeiclickcicolloca inuncircoloviziosoincuialla昀椀ne perdiamotu琀琀i
sistema italiano – e in Lombardia in particolare – non è organizzato in modo da coprire i colleghi. La difesa corporativa, nel nostro caso del giornalismo, è esattamente questo: fare in modo che le responsabilità personali restino personali, e non diventino collettive. È vero anche che non bastano le formule di rito – il “presunto” assassino, l’indagato – per evitare il danno reputazionale. Deve essere evidente che le indagini sono l’argomentazione dell’accusa, non quella del giudice, tenendo anche conto della quantità elevata di errori giudiziari in Italia. La formazione continua diventa allora sempre più importante. Interpretare i vari passaggi della procedura, leggere le carte processuali, seguire criticamente le indagini, avere consapevolezza dei limiti dell’operato della Procura, sono cose fondamentali.
Soprattutto – e non vale solo per la cronaca giudiziaria, la quale assume però un valore paradigmatico – occorre essere protagonisti attivi dell’informazione. Non abbiamo più il ruolo di dar voce all’opinione pubblica e tantomeno ai vari orientamenti politici: a quello, ormai, ci pensano direttamente i social network. Il nostro lavoro va spostato su un altro piano: quello della selezione delle notizie rilevanti – l’inseguimento dei click ci colloca in un circolo vizioso in cui, alla 昀椀ne, perdiamo – e quello della veri昀椀ca di tutte le informazioni. È un percorso ricco e di grande soddisfazione, che vale la pena di fare.
Nel«Documentointemadipresunzionediinnocenza»l’Ordine deigiornalistidellaLombardiahainvitatoletrescuoladi giornalismocheessoriconosceadampliareleoredilezionededicateal diri琀琀oprocessualepenaleeallacriminologia.L’obie琀琀ivoèfarsìchegli allievipossanoapprofondirelemodalitàcorre琀琀eperseguirelea琀琀ivitàdi indagineedeiprocessi.Larispostadelletrescuole-dell’UniversitàStatale, dell’UniversitàCa琀琀olicaedelloIulm-èstatadigrandedisponibilità. Nel2023l’Ordineamplieràanchel’o昀昀ertadicorsisultemapergliiscri琀琀i.
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MAGGIORESPINTAALLAFORMAZIONESULTEMA
Un decreto che è pieno soltanto di buone intenzioni
Duranteun’indaginepenaleprevaleinevitabilmentela“versione”dallaProcura,equestopuòsfavorirel’indagato.Lenuovenormeperònonrisolvonoil problema.Occorrerendereaccessibiliglia琀琀igiudiziarinonsegretieaumentarelecompetenzetecnichedeigiornalisti di Carlo Melzi d’Eril, avvocato esperto di Diritto dell’informazione
Il decreto legislativo n. 188 del 2021 attuativo della direttiva sulla presunzione di innocenza intendeva far transitare il principio costituzionale dal piano del diritto a quello della sensibilità comune, giungendo a ottenere che, soprattutto sulla stampa, la persona non ancora condannata in via de昀椀nitiva non sia trattata come se lo fosse.
Rimedisbagliatiperunproblemareale
Ciò è sotto alcuni pro昀椀li inevitabile: soprattutto nelle fasi embrionali del procedimento gli atti non sono conosciuti e l’impostazione degli inquirenti ancora non è stata posta in contraddittorio con quella della difesa. Anzi, a volte le indagini sono ancora segrete, sicché non solo non vi è stato un confronto sui temi di prova, ma non è nota quale sia la direzione assunta dall’inchiesta, su cui 昀椀ltrano pochi e frammentari dati. Le notizie, quindi, in questa fase provengono inevitabilmente dalla Procura, unico soggetto che le possiede, con l’ovvio corollario di essere veicolate nella prospettiva di una conferma della tesi del pubblico ministero.
Nelleprimefasi diun’inchiesta l’impostazionedegli inquirentinonèposta incontraddi琀琀oriocon quelladelladifesa
Questo, che certamente è un problema, è stato affrontato con una disciplina che ha imposto limitazioni alle dichiarazioni di autorità pubbliche, stabilito regole rigide nei rapporti fra gior-
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LIBERTÀDIINFORMAZIONE
Irimediapprontatinonsono e昀昀icaci:sidovevaintervenire innanzitu琀琀osulladisponibilità dellefontiperigiornalisti,e porliincondizionidiparità
nalisti e Procure, introdotto un maggior controllo nel linguaggio dei magistrati. Tuttavia, come è ben noto, la mancanza di rispetto della presunzione di innocenza, sta soprattutto nella cronaca giudiziaria. Ai giornalisti, infatti, è af昀椀dato il compito di traduttori culturali: spiegare i tecnicismi del diritto e del processo, per svelarne il signi昀椀cato anche a chi non ha una preparazione speci昀椀ca. Dai giornalisti, quindi, soprattutto, la persona non deve essere presentata come colpevole, se ancora un giudizio non l’ha de昀椀nita tale in modo irrevocabile.
Renderepienamenteaccessibiligliattinonsegreti
In quest’ottica, sarebbe stato utile che il testo di legge intervenisse anzitutto sulla disponibilità delle fonti per i giornalisti. Il miglior servizio per la diffusione di una corretta cultura delle regole del processo è quello, come sostiene da tempo Luigi Ferrarella, di consentire un accesso libero agli atti non segreti, in condizioni di parità. Ciò avrebbe almeno un paio di conseguenze positive. La prima: contenere la coltivazione riservata di “gole profonde” che rivelano ciò a cui sono interessate, lasciando oscura l’intera vicenda, con il rischio di far veicolare un’informazione distorta. La seconda: consentire ai cronisti di concentrarsi non tanto nel collezionare brandelli di atti, ma nel comprendere il fatto. Ciò dovrebbe tendere altresì, nel medio periodo, all’emersione delle “penne” migliori.
Ra昀昀orziamolaspecializzazione intemadiprocedurapenaledei giornalisti:sonodei“tradu琀琀ori” perilpubblico,dunquedevono conoscerelalinguadiorigine
Rafforzarelaformazionedeigiornalistiinambitogiuridico
Pare inoltre opportuno favorire una specializzazione dei professionisti dell’informazione giuridica. Ne esistono per l’informazione economica, è tempo che ci si attrezzi anche per un’altra materia dotata di non minore tecnicismo. Che nelle scuole di giornalismo, quindi, si dia spazio allo studio del sistema penale e che vengano promossi master nei quali siano approfondite se non altro giurisprudenza e prassi. Nessun traduttore può svolgere ef昀椀cacemente la propria funzione se non conosce con precisione la lingua di origine.
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BOSSETTI-GAMBIRASIO:UNCASOGIUDIZIARIO EMEDIATICONONANCORACONCLUSO
Lavicenda diYaraGambirasioèunodeicasidicronacagiudiziaria piùcontroversidegliultimianni,ogge琀琀odipolemichetragiornalisti eadde琀琀iailavori.Lavi琀琀ima,13anni,scomparveil26novembre2010efu ritrovataassassinatail26febbraio2011.Ilprocessosiconcluseil12o琀琀obre 2018,conlacondannade昀椀nitivaall’ergastolodiMassimoGiuseppeBosse琀琀i, ilcuimoventesarebbestatodinaturasessuale.Perdareunvoltoall’omicida furealizzatalapiùcomplessainvestigazioniscienti昀椀camaie昀昀e琀琀uata:quasi 22.000testdelDNAintreanni.Alla昀椀nedidicembrescorso,tu琀琀avia, il gipdiVeneziahadispostol’iscrizionenelregistrodegliindagatidiLetizia Ruggeri,pubblicoministerodeltribunalediBergamochesieraoccupata delcaso.LadifesadiBosse琀琀ihacontestatoilfa琀琀ocheneltrasferimento deicampionidiDNAdall’ospedaleSanRa昀昀aelediMilanoall’U昀昀iciocorpi direatodeltribunalediBergamosarebbestatainterro琀琀alacatenadel freddodeireperti(daconservarea-80°).Daquilarichiestadiriaprireil caso.
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ANSA
Unamiglioreconoscenzadel diri琀琀oconsentirebbealgiornalista diformularedomandeprecisee sopra琀琀u琀琀olacapacitàdiarrivare alla“secondadomanda”quella cheme琀琀eindiscussione larispostaallaprima
Una migliore conoscenza del diritto, inoltre, consentirebbe ai giornalisti di formulare domande più precise ai protagonisti, una veri昀椀ca più severa di quanto viene loro riferito, nonché la capacità di rivolgere la “seconda domanda”, quella che mette in discussione la risposta alla prima. In quest’ottica, solo per fare un esempio, una migliore preparazione giuridica di base consentirebbe di smascherare facilmente i tentativi di coloro che, magari rivestendo cariche in politica o nella pubblica amministrazione, di fronte a elementi probatori a carico apparentemente schiaccianti, si limitano ad affermare la propria innocenza 昀椀no a condanna de昀椀nitiva, pretendendo di opporre ciò a qualunque quesito. La pendenza del processo esclude che l’imputato possa essere trattato come colpevole, d’accordo. Ma ciò, naturalmente, non vieta di chiedere conto all’interessato, soprattutto se riveste un ruolo di interesse pubblico su cui incide l’imputazione, un commento sull’accusa o sulle prove anche prima della conclusione de昀椀nitiva del processo. Certo, deve essere precisato il valore non de昀椀nitivo del dato da cui si prendono le mosse, e certo la persona può anche limitarsi al silenzio. Tuttavia, da questo silenzio elettori e opinione pubblica possono senz’altro trarre elementi di giudizio.
Un“semilavoratonormativo”
Inpresenzadiunproblema nonèmaiunabuonasoluzione introdurreun“semilavorato normativo”chesmuovale acqueelasciaqualcunaltrodi sistemaremegliociòcheèstato raccapezzatoallamenopeggio
A distanza di più di un anno dall’entrata in vigore, resta dunque la convinzione che il testo del decreto sia pieno di buone intenzioni, male realizzate. In presenza di un problema, non è mai una buona soluzione quella di introdurre un “semilavorato normativo”, sperando di smuovere le acque in attesa che poi una misteriosa “mano invisibile” sistemi meglio ciò che è stato raccapezzato alla meno peggio. I testi migliorabili possono essere destinati al dibattito parlamentare, non alla tipogra-
昀椀a della Gazzetta Uf昀椀ciale.
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Appuntidideontologia
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Visto dai giornalisti: la via stretta dell’autodisciplina
Nonc’èchel’interpretazionecasopercasoperregolamentareilso琀琀ilecon昀椀netrainformazioneepubblicità.Daquil’importanzadelConsigliodiDisciplinaTerritorialecomeorganodiorientamentoperlacategoria di Vincenzo Ferrari, professore emerito di diritto dell’Università statale di Milano, componente del CDT dell’OgL
La moltiplicazione dei materiali d’ogni sorta che circolano nei media e in rete ha riproposto con urgenza il problema del con昀椀ne tra informazione e pubblicità, argomento delicatissimo della deontologia giornalistica. Se l’informazione è diritto e dovere del giornalista, la ragion d’essere della professione, per contro è un principio etico consolidato quello che gli vieta di svolgere attività pubblicitaria se non in modo trasparente, come avviene con i “pubbliredazionali” ben noti ad ogni lettore di giornali. Peraltro, al di là di tali servizi, è chiaro che l’immissione sul mercato di prodotti, soprattutto se nuovi, costituisce di per sé una notizia degna di essere commentata e diffusa.
Questa ovvia considerazione riguarda tutti i settori economici, alcuni dei quali – moda, bellezza, motori – appaiono con maggiore evidenza, ma altri, meno palesi, sono comunque rilevanti: la pubblicità di un farmaco può contenere margini di ingannevolezza non percepibili da un lettore medio e, per questo, risultare pericolosa. Ogni cultore di diritto della pubblicità conosce i casi, per esempio, delle lozioni contro la caduta dei capelli e soprattutto delle diete dimagranti, tante volte oggetto di controversia e censurate.
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Èunprincipioeticoconsolidato quellochevietaalgiornalista disvolgerea琀琀ività pubblicitariasenoninmodo trasparentecomeavviene conipubliredazionali
INFORMAZIONEVSPUBBLICITÀ
Ilmondodelgiornalismoinritardo Va qui segnalato un paradosso. Il mondo della pubblicità si è dato delle regole dettagliate, che la legge non era mai riuscita a de昀椀nire, ma ciò non è accaduto nel campo del giornalismo. Una pubblicità sospetta può essere segnalata all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), organismo autonomo esistente in molti paesi fra cui, da più di 50 anni, anche l’Italia, e chiedere una inibitoria che sarà pronunciata o ri昀椀utata in poche settimane; oppure portata dinanzi all’AGCM, organo amministrativo, che può anche comminare multe (Si vede all'articolo di Vincenzo Guggino, segretario generale dello IAP, a pagina 47). Lo IAP, in particolare, s’ispira a un codice che man mano è stato adattato alle nuove esigenze poste dalla rivoluzione nelle comunicazioni (da ultimo alle s昀椀de dei social networks) e si pronuncia attraverso un “giurì” specializzato, composto di giuristi e di esperti di comunicazione, il quale decide secondo i principi-cardine del contraddittorio processuale.
Vasegnalatounparadosso:il mondodellapubblicitàsièdato delleregolede琀琀agliate,che laleggenoneramairiuscitaa de昀椀nire,maciònonèaccaduto nelcampodelgiornalismo
Dal canto suo il giornalismo ha affrontato la questione della pubblicità con le poche parole che si leggono nell’art. 10, comma 1, del Testo unico dei doveri del giornalista: “Il giornalista: a) assicura ai cittadini il diritto di ricevere un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario attraverso chiare indicazioni; b) non presta il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie. Sono consentite, a titolo gratuito e previa comunicazione scritta all’Ordine di appartenenza, analoghe prestazioni per iniziative pubblicitarie volte a 昀椀ni sociali, umanitari, culturali, religiosi, artistici“.
Ilabilicon昀椀nidell’a琀琀ivitàgiornalistica
Questa norma è stata oggetto di precisazioni nella Carta Informazione e Pubblicità, concordata dalle rappresentanze sia del giornalismo sia della pubblicità, che riafferma i principi di trasparenza, riconoscibilità e indipendenza, disponendo inoltre l’obbligo di rispetto reciproco fra i due sistemi professionali e delle rispettive fonti normative, ma non risolve tutti i problemi di con昀椀ne fra lecito e illecito. Dove deve fermarsi una redattrice di moda nel descrivere la presentazione di una
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Puòungiornalistachesegue ilGirod’Italiadirediaver mangiatobenenelristorante diunpaesecheèa琀琀raversato dallagara?
collezione? Può un giornalista scienti昀椀co illustrare i bene昀椀ci di una crema o di un integratore alimentare? E un giornalista sportivo che segue il Giro d’Italia può dire di aver mangiato bene nel ristorante di un paese attraversato? In tali casi, ci si deve astenere dal menzionare le case produttrici, come generalmente si fa in televisione, o il silenzio su tali particolari rende monca l’informazione? Certo, non si deve, per tali citazioni, ricevere un compenso, neppure indiretto: il capo di abbigliamento, la crema, il conto offerto dalla ditta. Questo è ovvio. Ma, come esprimersi, fuori da tali estremi?
Dallegislatoreall’interpretedellalegge
In questo genere di controversie, dove si sperimenta che il linguaggio comune, ora verbale ora iconico, è “rotondo” e la norma giuridica “quadrata” (penso a un aureo libretto, La parola e il rispetto, scritto trent’anni fa da Richard L. Abel, notissimo giurista americano), fatalmente la questione si scarica dal “legislatore”, privato o pubblico, all’interprete che legge e applica la norma. E qui, non rimane in fondo che richiamarsi alla ragionevolezza del decisore, nel caso del giornalista i Consigli di disciplina.
Così si leggono massime “giurisprudenziali”, appunto ragionevoli, come “Il giornalista diffonde notizie in materia di salute solo se veri昀椀cate con autorevoli fonti scienti昀椀che”; oppure, “ha dunque violato il T.U. dei doveri del giornalista, prestando la propria immagine per pubblicizzare un prodotto alimentare: non conta che gli sia stato chiesto di farlo in ragione della notorietà acquisita nella professione di chef, piuttosto che in quella giornalistica”.
Illinguaggiocomuneèrotondo elanormagiuridicaquadrata: fatalmentelaquestionesi scaricadallegislatoreprivato opubblicoall’interpreteche leggeeapplicalanorma
Naturalmente, contare sull’interprete signi昀椀ca rassegnarsi all’idea che il diritto non è certo, anche se si deve sempre tendere alla massima certezza possibile. Ma non aveva torto Paolo Grossi, presidente emerito della Consulta, da poco scomparso: sono ampi i margini in cui il diritto deve essere inventum (trovato) in ogni singola circostanza, scavando nella cultura e nella coscienza.
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INFORMAZIONEVSPUBBLICITÀ
Visto dalle aziende: il criterio sovrano è la riconoscibilità
Ilcodicediautodisciplinadellacomunicazionecommercialetrovanelprincipioditrasparenzadelmessaggiopubblicitarioilsuofondamento:l’utente deveessere“avvertito”checiòchestaguardandoècosadiversadauncontenutoinformativo di
Vincenzo Guggino Segretario Generale – Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria
L’ingannevolezza di un messaggio pubblicitario, oltre che a ricercarsi nei possibili contenuti scorretti del messaggio stesso, può emergere anche in relazione alla riconoscibilità o meno della sua natura commerciale. In altre parole se un messaggio viene diffuso con un obiettivo promozionale come la vendita di un bene o di un servizio, o semplicemente per far acquisire notorietà ad una marca, la natura commerciale deve essere sempre riconoscibile senza far sorgere dubbi o fraintendimenti rispetto ad altre forme di comunicazione, come ad esempio, la divulgazione di libere opinioni, di articoli giornalistici o quant’altro.
Ilprincipiochiave
La ratio di tale vincolo è facilmente intuibile: il fruitore del messaggio deve poter essere posto in condizione di poter esercitare il proprio 昀椀ltro critico nei confronti di un messaggio formulato a pagamento allo scopo di spingere il consumatore ad assumere un atteggiamento positivo verso una determinata marca. Il principio della trasparenza, così come si staglia nel contesto pubblicitario, risponde dunque ad una duplice esigenza di tutela: la tutela della libertà di autodeterminazione economica del con-
Lanaturacommercialedel messaggiodeveesseresempre riconoscibilesenzafaresorgere fraintendimentirispe琀琀oad altreformedicomunicazione
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Lacomunicazionedigitale commercialerichiede particolariaccorgimentiper distinguersidaaltricontenuti
sumatore e la tutela del corretto funzionamento del mercato. Questo principio viene tradotto in norma cogente sia dal Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, emanato dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria-IAP, sia dal Codice del consumo, applicato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Per esteso l’art. 7 del Codice IAP - Identi昀椀cazione della comunicazione commerciale così recita:
«La comunicazione commerciale deve sempre essere riconoscibile come tale. Nei mezzi e nelle forme di comunicazione commerciale in cui vengono diffusi contenuti e informazioni di altro genere, la comunicazione commerciale deve essere nettamente distinta per mezzo di idonei accorgimenti.
Per quanto riguarda talune forme di comunicazione commerciale diffuse attraverso internet, i principali idonei accorgimenti sono indicati nel Regolamento Digital Chart».
La norma può essere così sintetizzata: a) la natura promozionale di un messaggio pubblicitario deve essere di tutta evidenza; b) qualora un messaggio pubblicitario sia diffuso contestualmente a contenuti di altra natura è necessario distinguere nettamente le due tipologie di comunicazione; c) la comunicazione commerciale digitale richiede particolari accorgimenti per distinguersi da altri contenuti.
Letretipologiedicomunicazionecommerciale
La casistica autodisciplinare annovera fondamentalmente tre tipologie di comunicazione commerciale che possono impattare sul tema della trasparenza e quindi della riconoscibilità del messaggio: il product placement; la pubblicità redazionale; la pubblicità digitale.
Treletipologieso琀琀o osservazione:product placement,pubblicità redazionaleepubblicitàdigitale
Il product placement consiste nell’inserimento all’interno di un contesto narrativo non pubblicitario, di un prodotto o di un marchio. Intuibili i vantaggi di questo posizionamento: il 昀椀ltro critico del consumatore naturalmente stimolato da un messaggio pubblicitario standard viene in questo caso di molto attenuato o addirittura eluso. Vasta la casistica e la giurisprudenza del Giurì a riguardo: rubriche giornalistiche, programmi televisivi, ecc. Va però detto
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che dal 2004 il product placement è legale per il cinema, poi successivamente anche per i programmi TV, allorché vengano rispettate le modalità e le regole previste ex lege, atte sostanzialmente a rendere edotto il fruitore della comunicazione che vi sono inserimenti di prodotto all’interno dello svolgimento narrativo. La pubblicità redazionale è quella forma di comunicazione commerciale che, inserita in un contesto di stampo giornalistico, ne assume le sembianze per essere in sintonia formale con l’aspetto dei contenuti non pubblicitari presenti nel medesimo contesto, ad esempio all’interno di una rivista periodica. Terza forma di comunicazione che richiede particolare attenzione in termini di trasparenza è la comunicazione commerciale digitale. Anche in questo caso il Codice di autodisciplina, con il collegato “Regolamento Digital Chart”, impone che si ricorra all’inserimento di disclaimer per consentire al consumatore medio senza alcun sforzo interpretativo di riconoscere una comunicazione commerciale. Ampia è la casistica e i relativi accorgimenti che la Digital Chart prevede per i vari format,
Ilproductplacementèlegale perilcinemadel2004eanche perlaTVapa琀琀odirendere consapevolelospe琀琀atore
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ANTELITTERAM.RexHarrisonin«ThehappyThieves»(1961)mostrauna bo琀琀igliadiMoëtandChandon,unodeiprimicasidiproductplacement.
dall’in昀氀uencer marketing al native advertising. Quest’ultimo ha, peraltro, le caratteristiche della tradizionale pubblicità redazionale ma per così dire evoluta in chiave 2.0: si tratta infatti di annunci commerciali veicolati attraverso una piattaforma digitale che si “mimetizzano” con i contenuti e il format della piattaforma stessa senza soluzione di continuità, leciti nella misura in cui siano distinguibili dagli altri contenuti.
Nessunadelletretipologie èvietatainsémalosonoin assenzadiaccorgimentiche rendanone琀琀aladistinzione traidiversicontenuti
Va precisato, a tal proposito, che alla luce del principio di trasparenza tutte e tre le tipologie di comunicazione indicate, caratterizzate dalla commistione di contenuti commerciali con contenuti di altro tipo (informativi, narrativi, di intrattenimento), non sono di per sé vietate ma lo sono solo in assenza degli idonei accorgimenti che rendano evidente una netta distinzione tra i diversi contenuti.
Gliindizidiuna“impropriaesottesacommittenza”
Da un punto di vista fattuale, se una pubblicità è occulta, se nasconde la propria vera natura, come si può desumere che un messaggio al di là delle apparenze sia pubblicitario?
La giurisprudenza autodisciplinare ha individuato numerosi “indizi” che possono portare a ritenere l’esistenza di un rapporto di committenza tra inserzionista e mezzo, di per sé di dif-
Tragliindizidiun rapportodicommi琀琀enza: tonoelogiativo,prodo琀琀i daun’unicaimpresa
昀椀cile o “impossibile” dimostrazione, a titolo esempli昀椀cativo: l’immagine di un prodotto all’interno di un articolo apparentemente di cronaca; il tono smaccatamente elogiativo utilizzato per un prodotto all’interno di un articolo; la segnalazione di prodotti provenienti da una unica impresa. Analoghi e ulteriori indizi valgono anche per la comunicazione commerciale online, allorché la natura pubblicitaria, ad esempio, di un post, non venga esplicitata dall’in昀氀uencer tramite i disclaimer indicati dal regolamento Digital Chart, per rendere edotto il consumatore che il post è frutto di un accordo di natura commerciale tra l’in昀氀uencer e il brand.
In conclusione il principio di riconoscibilità della comunicazione commerciale rispetto ad altre forme di comunicazione non pubblicitaria è un principio “antico” ma sempre valido e deve essere rispettato in ogni contesto comunicativo: potremmo dire, con una battuta, da Gutenberg al web.
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Unadecisioneintema diviolenzadigenere epubblicazionedia琀琀i giudiziari
Ovverodiqualerelazionepossaintercorrerefraildiri琀琀odi cronaca,ildiri琀琀odipubblicarea琀琀igiudiziarieilimiticheatale diri琀琀opossanoesserecontrapposti
DecisionedelConsigliodidisciplinaterritorialedellaLombardiadell’8 novembre2022,proc.42/21edaltri,PresidenteGiuseppeGuastella, RelatorePaoloDellaSala
Descrizionesommariadelfatto
Alcune testate a diffusione nazionale e alcuni siti on line hanno pubblicato, con diversi livelli di completezza e di enfasi gra昀椀ca ma, in tutti i casi, con suf昀椀ciente ampiezza, stralci dei verbali resi da una persona che ha denunciato una violenza sessuale “di gruppo”.
Il procedimento penale si sta svolgendo (e, in precedenza si è svolto anche in fase di indagini preliminari) con la costante attenzione dei media anche in ragione dei pro昀椀li di notorietà dei soggetti coinvolti.
Qualche tempo prima della pubblicazione degli articoli “incriminati” un soggetto di sicura notorietà e correlato ad uno dei protagonisti, ha reso dichiarazioni pubbliche (e riportate da stampa e media con grande evidenza) con cui contestava la versione della possibile vittima. Le testate in questione, dopo essere entrate in possesso delle dichiarazioni che descrivevano, dal punto di vista della possibile vittima, i fatti, le hanno pubblicate senza commenti particolari e con diverse scelte di richiamo ed enfasi gra昀椀ca (anche con “strilli” in prima pagina).
Alcunetestateesitionline hannopubblicatostralcidi verbalidiunapersonache hadenunciato unaviolenzasessuale
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L'interventoèstato sollecitatorispe琀琀o allaesigenzadinon alimentare laspe琀琀acolarizzazione dellaviolenza
L’intervento del Consiglio è stato sollecitato da varie associazioni che, in particolare, ritenevano integrate violazioni di carattere deontologico, su tutte quella di cui all’art. 5 bis del Testo Unico sui doveri del giornalista nella parte in cui obbliga «a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza». Nello speci昀椀co non era in discussione il fatto che le dichiarazioni riportate fossero particolarmente inequivoche e impressionanti quanto alla descrizione dei particolari riportati.
IlquesitoaffrontatodalConsiglio
Il Consiglio, quindi, ha affrontato il problema di quale relazione possa intercorrere fra il diritto di cronaca, il diritto di pubblicare atti giudiziari e i limiti che a tale diritto possano essere contrapposti.
Principididirittoaffermati
Il diritto di cronaca, anche con riferimento alla pubblicazione di atti giudiziari, può trovare dei limiti nell’ordinamento e, fra questi limiti, vi sono le norme deontologiche (oltre, in linea astratta, quelle di cui all’art. 528 c.p. o quelle di cui all’art. 15 della legge 8.2.48 n. 47, c.d. legge sulla stampa).
Secondo il Consiglio non è deontologicamente legittimo pubblicare particolari contenuti in atti giudiziari che, per il contesto, la crudezza e la forza evocativa del fatto rappresentato possano determinare una ampli昀椀cazione deteriore di episodi di violenza di genere, tali da rendersi portatori di una spettacolarizzazione della violenza medesima. Ciò indipendentemente dal fatto che tutto questo avvenga “senza commento” o “interpretazione” posto che, in materia di questa delicatezza, è il fatto in sé a rendere inopportuna la divulgazione non della notizia, bensì dei dettagli che di tale notizia rappresentano una evitabile espressione.
Nonèlegi琀琀imopubblicare contenutichepossano determinare unaampli昀椀cazionedella violenzadigenere
La cruda esposizione di una ricostruzione così particolareggiata 昀椀nisce, infatti, con l’essere in sé potenzialmente portatrice di una carica “offensiva” in senso lato posto che, innegabilmente, rischia di consentire una lettura compiaciuta, distorta ed ammiccante che
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Laprovenienzadaun fascicologiudiziario nonèdiperségaranzia dipubblicabilità: giornalistaedire琀琀ore devonoesercitare a琀琀entavalutazione
andrebbe a colpire la 昀椀gura della donna (o di soggetto di altro sesso) in quanto tale. Ne consegue che la provenienza da un fascicolo giudiziario non è di per sé garanzia di pubblicabilità legittima e, in tal senso, sia il giornalista che il Direttore della testata devono esercitare una attenta valutazione per evitare che i limiti del lecito vengano superati.
Va, tuttavia, considerato che la compressione del diritto di cronaca ha carattere eccezionale: il fatto che la stampa non possa «essere soggetta ad autorizzazioni o censure» (art. 21, III comma, Cost.) ad esempio, rende ogni procedimento ermeneutico relativo alla applicazione di sanzioni disciplinari nella materia in questione di stretta osservanza, non potendosi consentire lo scivolamento su piani di opinione o valutazione soggettiva che, evidentemente, rischiano di rendere assai rischioso, incerto ed arbitrario il giudizio in subiecta materia.
In presenza di una situazione di fatto sottostante particolarmente complessa (nella specie: eccezionale notorietà della vicenda, rilevanza pubblica dei soggetti coinvolti, oggettiva esigenza di fornire questa informazione anche a valle di una dichiarazione pubblica resa nell’interesse di una delle parti coinvolte, genericità del precetto normativo di riferimento, ecc.) può essere applicata la disciplina sull’errore incolpevole secondo i dettami, qui richiamati per analogia, di alcune sentenze della Corte Costituzionale (in particolare: 364/1988, 325/89 e 61/95) e si afferma il principio di diritto secondo cui può non essere sottoposto a sanzione disciplinare il giornalista che, in presenza di condizioni oggettive comprovanti il sicuro rilievo di una notizia, dimostri (senza colpe evidenti o malafede) di avere esercitato il proprio diritto-dovere ad una corretta informazione pubblicando stralci di atti giudiziari a contenuto manifestamente scabroso e tali da determinare una possibile spettacolarizzazione dei fatti di cronaca oggetto di notizia. Fermo restando che la disciplina sull’errore è di stretta e rigorosa interpretazione.
Tu琀琀aviadatalanotorietà dellavicendaelarilevanza pubblicadeisogge琀琀ipuò essereapplicataladisciplina sull'erroreincolpevole: nessunasanzione
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strumenticheciservono
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Formazione Gli
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Corsi di alta qualità a prezzi simbolici
Assicurareaipropriiscri琀琀iunaformazionecontinuautileenonsolo“dovuta”. Èquellochel’OrdinedellaLombardiaintendefare.Èuncambiodiprospettiva.Signi昀椀cademocratizzarel’o昀昀erta,facendoaccederetu琀琀iacorsichesul mercatocosterebberomoltodipiù di Francesco Gaeta, giornalista, Innovation manager dell’OGL
All’inizio dello scorso novembre abbiamo inviato a tutti gli iscritti un questionario relativo ai fabbisogni formativi. Ci interessava chiedere - ed era la prima volta che l’Ordine lo faceva - informazioni sui temi di maggiore interesse, sulle aree da presidiare (canali; contenuti; tecniche). Abbiamo anche chiesto se fosse pensabile inserire nella nostra offerta alcuni corsi a pagamento, a un prezzo che abbiamo de昀椀nito “simbolico” rispetto a quello di mercato. Sapevamo che quest’ultima domanda avrebbe suscitato reazioni contrastanti. Così è stato.
In昀椀ne abbiamo chiesto di aggiungere altri elementi di interesse su come e su cosa si possa oggi fare perché l’Ordine possa offrire una formazione davvero professionalizzante.
Il sondaggio si è chiuso a gennaio, ha visto quasi 800 risposte, ci ha fornito molti dati utili e qualche commento critico, che fa sempre bene. Sono arrivate anche diverse email: se non abbiamo risposto è perché volevamo farlo oggi, tirando un po’ le 昀椀la di questa operazione di ascolto, in questo e in altri articoli. Perché, lo diciamo subito, il nostro obiettivo è spiegare per quale motivo è arrivato il momento di aggiungere alla formazione gratuita dell’Ordine alcuni corsi a pagamento, come già accade in altre due Ordini regionali. Ri-
Anovembreabbiamo di昀昀usounsondaggiotra gliiscri琀琀isuifabbisogni formativiesucome migliorareinostricorsi: abbiamoricevutoquasi 800risposte
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LECOSECHEVOGLIAMOFARE
3. Formazione
petiamo: alcuni corsi. Una quota da 1%, per intenderci, che non cancella nulla dell’offerta gratuita. Fine di questa premessa sulle puntate precedenti.
Socialmedia, multimedialità,bigdata, intelligenzaarti昀椀ciale, metaversosono emersicometemida approfondireneicorsida quiinavanti
Inunae-mailunpunto chiavechesollecitauna ri昀氀essione:«Perché ungiovanedovrebbe iscriversiall'Ordine? Occorrefornire giusti昀椀cazioniconcrete»
Cosaèemersodalsondaggio Innanzitutto le parole social media (dunque, canali). È il tema prevalente: come i social possono rafforzare la produzione di contenuti giornalistici, come vanno adattati linguaggi e strumenti. Qualcuno ha scritto «come curare i contenuti su Instagram per un giornale online», un altro «come usare TIK TOK per parlare ai giovani creando contenuti». Servono poi - è il secondo punto - più corsi sulla multimedialità (dunque, strumenti), video e podcast innanzitutto. In terzo luogo si segnala l’esigenza di contenuti molto verticali, del mondo digitale: big data, intelligenza arti昀椀ciale, metaverso. Tra le domande del questionario ce n’era una relativa alla auto-imprenditorialità, cioè la possibilità o la necessità di acquisire strumenti per gestire “in proprio” la professione quando non si lavora per un solo committente. Qui dobbiamo citare una mail di un pubblicista di 35 anni, W.F., a cui siamo grati: «Mi capita sempre più di sentire l’OdG affrontare il tema dell’“auto-imprenditorialità”. Trovo che questa tendenza, seppur vicina all’attuale mercato del lavoro, sia in controtendenza con i valori che l’OdG dovrebbe rappresentare. Perché un under 40 dovrebbe aderire all’OdG, se l’Ordine non si fa principale promotore di un modo etico e corretto di fare giornalismo? Molte aziende preferiscono avere a che fare con blogger e content creator, quindi l’appartenenza all’OdG non assicura canali preferenziali. Se davvero desiderate invertire la piramide, quello che serve è fornire giusti昀椀cazioni concrete che spingano i giovani a tesserarsi, qualcosa che vada oltre ai fantasmi dei fasti passati e che è al momento del tutto assente».
Unaprimarisposta Riprendiamo la domanda della email: perché un under 40 dovrebbe iscriversi all’ordine? Proprio per avere una formazione davvero di qualità e acquisire ciò che lo distingua per sempre
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da un blogger o un content creator. Non per far parte di una casta, dando argomenti a quegli editori che “combattono la casta” per giocare semplicemente al ribasso, ma per rivendicare davanti al pubblico diritti e doveri rafforzati proprio perché è iscritto a un Ordine che su quei diritti e doveri vigila a bene昀椀cio di una informazione accurata. Detto per inciso: se l’Ordine manca di centrare questi punti - formazione di qualità e vigilanza su diritti e doveriperde gran parte della sua ragion d’essere. Ma c’è un problema perché l’Ordine possa riuscirci, appunto la piramide di cui parla W.F. Sugli oltre 23 mila iscritti all’Ordine dei giornalisti della Lombardia, quelli con meno di 40 anni sono circa 3.700, con una media di professionisti del 20% (contro il 40% nelle altre fasce di età).
Larisposta:l'Ordine puòedevefornire unaveraformazione acostiacce琀琀abili rispe琀琀oaquellidi mercato,abene昀椀cio deipiùgiovani
L’Ordine è una piramide rovesciata. Alla giuntura di quella cifra - chi oggi ha 40 anni - si colloca un discrimine formativo chiave: la trasformazione digitale che ha stravolto il mondo dell’informazione, innovando strumenti e processi. Come conciliare bisogni formativi di questi due pezzi della piramide? Offrendo ai giornalisti over 40 una formazione che consenta loro di padroneggiare le nuove tecnologie. E dimostrando a chi ha meno di 40 anni che una formazione che faccia la differenza può arrivare dal loro riferimento istituzionale. In ogni caso serve alzare la qualità e sfuggire a un meccanismo vizioso: spesso la formazione si risolve in uno scambio tra tempo libero e crediti formativi. Corsi percepiti come non davvero quali昀椀canti in cambio di qualche ora passata mentre si fa anche dell’altro. Una cosa che non serve a nessuno.
Chioggivuolimparare comesifaunpodcast spendesulmercato 1200€peruncorso. Noivogliamoo昀昀rirloa 40€:ladi昀昀erenzala pagheràl'Ordine
Cosasièfattofinora
Come abbiamo già scritto, 昀椀n qui l’Ordine ha organizzato in media oltre 400 corsi all’anno, poi scesi a causa del Covid negli anni 2020 (53) e 2021 (104), e nel 2022 risaliti a 178. Sono numeri notevoli, sui quali, lo ripetiamo, è importante alzare l’asticella. Molti corsi, anche molto frequentati, sono stati organizzati da enti terzi accreditati con prezzi variabili dai 100 ai 400 euro. Ovviamente, l’iscritto è libero di scegliere se pagare queste cifre. Noi vorremmo però che spendesse molto meno. Chi in questi giorni a Milano cercasse un corso di podcast ben
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fatto, ne troverebbe uno organizzato da un operatore del settore certamente tra i migliori In Italia che costa tra i 1.200€ e i 2.500 € (a seconda della tipologia). I podcast non sono una moda del momento, conoscerne i meccanismi è fondamentale per ogni giornalista. Ma queste cifre sono fuori dalla portata della stragrande maggioranza dei nostri iscritti. La nostra s昀椀da è organizzare lo stesso corso, magari con lo stesso operatore, a un prezzo per l’iscritto di 40 €. Per quell’operatore costi e margini resterebbero uguali, perché la differenza sul prezzo la colmerebbe l’Ordine. Pensiamo sia un buon modo di spendere i soldi dell’Ordine. Perché vuol dire democratizzare l’offerta formativa, a bene昀椀cio soprattutto degli under 40, che hanno meno soldi degli altri.
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NEGLIANNI.L’Ordinehaorganizzatooltre400corsiall’anno,poiscesiper ilCovida53nel2020ea104nel 2021.Nel2022sonorisalitia178.
Fingere
Fare 昀椀nta che il mercato non esista e abbia certi prezzi sarebbe ipocrita. E sarebbe poco lungimirante non considerare che certa offerta sul mercato è ormai indispensabile. Non c’è che un modo allora: che quei temi, quei contenuti, quegli strumenti - con la stessa qualità con cui vengono proposti dal mercato - siano disponibili a tutti gli iscritti a prezzi non di mercato, cioè politici o se preferite “simbolici”. Abbiamo già iniziato. Con il Politecnico di Milano (consorzio Cefriel) il 21 Marzo organizzeremo un corso di formazione sul sistema di intelligenza arti昀椀ciale Chat GPT (trovate un articolo sul tema a pagina 75). Il relatore è il professore Luca Mari, docente alla Liuc di Castellanza e considerato uno dei massimi esperti sul tema. Parteciparvi costerà 35 €. Chi volesse acquistarlo direttamente dal Politecnico spenderebbe circa 15 volte di più.
Comegiànel2022,l’OrdinedeigiornalistidellaLombardiaorganizza aMilanounpercorsogratuitoinqua琀琀rolezioni(modalitàin presenza)dedicatoaltemadellemigrazioni.Itemideiqua琀琀romoduli sonoiseguenti:a)i昀氀ussielero琀琀edelviaggio;b)lacondizionedelledonne migranti;c)lacondizionedeiminorinonaccompagnati;d)ilcostodelle migrazionitraviolenza昀椀sicaepsicologica.Ilpercorsoèorganizzatoin collaborazioneconlaOngResQeconl’Atlantedelleguerre,proge琀琀odi documentazioneesensibilizzazionesuicon昀氀i琀琀inelmondo.Le datesonole seguenti:perilprimomoduloil14Marzo;perilsecondomoduloil23Marzo; perilterzomoduloil28diMarzo;perilquartomoduloil4Aprile. Ciascuno deicorsièditipodeontologicoeconcede5crediti.
Cambiamotema:èinarrivounpercorsogratuitoincinquemoduli organizzatoconGoogleItaliaecoordinatodaGabrieleCruciata, giornalistaeItalyTeachingFellowGoogleNewsLab.Leprimetrelezionisi terrannoaMilano,laquartaaBergamoelaquintaaBrescia.L’obie琀琀ivoè approfondireglistrumentiperilgiornalismofornitidaGoogle:dall’usodi Pinpointaglistrumentigeospazialiperraccontarelacrisiclimatica,all’uso distrumentiopensourceperleinchieste.Ognicorsodàdiri琀琀oatrecrediti. Dateesedisullapia琀琀aformawww.formazionegiornalisti.it.
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cheilmercato nonabbiacertiprezzi sarebbeipocrita,e cosìnonconsiderare chequelcheilmercato o昀昀reèindispensabile perquestaprofessione
INARRIVOCORSISUMIGRAZIONIESTRUMENTI OPENSOURCEPERILGIORNALISMOD'INCHIESTA
SCUOLEDIGIORNALISMO
«Cosa serve oggi ai nuovi giornalisti? Essere inquieti»
ParlaLauraSilviaBa琀琀aglia,coordinatricedellaScuoladigiornalismodell’UniversitàCa琀琀olicadiMilano:«Perchiarrivaoggiaquestaprofessioneilgiornalismosaràsemprepiùricerca:andaresulposto,farequellatelefonatein piùcheserveperriconquistarela昀椀duciadelpubblico» di Stefano Guarrera, allievo del master di giornalismo dell’Università Statale di Milano
Disintermediazione, molteplicità di piattaforme, 昀氀usso continuo di news. Sono queste alcune delle trasformazioni che l’innovazione sta apportando al lavoro del giornalista. Nascono così nuove s昀椀de, opportunità e rischi. E si pongono nuovi problemi: come essere deontologicamente corretti mentre si fa informazione in un mondo sempre più complesso? Non solo. Pandemia e guerra in Ucraina hanno ricordato che viviamo in un mondo profondamente interconnesso. Un mondo globalizzato, in cui molti problemi sono comuni a tutti gli Stati. Proprio queste connessioni tra nazioni e tra cittadini e istituzioni sono assicurate dal mondo dell’informazione. Da qui l’importanza delle scuole di giornalismo.
«Oggi viviamo nell’abbondanza di comunicazione e informazione – spiega Laura Silvia Battaglia, coordinatrice della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica – E a produrre contenuti può essere ogni cittadino non solo i giornalisti. Questi ultimi, però, fanno la differenza con il loro bagaglio deontologico e la loro professionalità». La professionalità del giornalista si traduce «nella produzione di contenuti
e approfondimenti informati».
Le opportunità dei giornalisti nativi digitali si moltiplicano grazie alla nascita di nuove piattaforme: prima Internet e il web,
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veri昀椀cati
Inunmondo globalizzatoincui chiunquepuòprodurre contenutiladi昀昀erenza stanelpro昀椀lo deontologicodichifa informazione
poi i social network, ora l’intelligenza arti昀椀ciale (si pensi a ChatGPT). Di fronte al giornalista, quindi, si aprono vasti scenari per una informazione di qualità: «La versatilità di questi nuovi strumenti garantisce la possibilità di imparare nuovi linguaggi. Bisogna solo volerlo fare. È quello che si fa nelle scuole di giornalismo, dove le nuove generazioni di praticanti imparano dai giornalisti affermati, che di rimando apprendono dai giovani» continua Battaglia. Più possibilità e quindi più rischi. Da qui la necessità di una accresciuta consapevolezza deontologica, che rimane la stella polare del giornalismo: «Nelle scuole di giornalismo i praticanti hanno una chance in più. Se prima si era costretti ad imparare le regole del mestiere lavorando, adesso nelle scuole i giovani possono apprendere norme e regolamenti in anticipo. Possono ragionare su casi studio concreti e commentare l’applicazione delle sanzioni in caso di violazione. Il tutto prima di essere gettati in situazioni in cui è facile sbagliare». Siamo spesso testimoni di casi in cui la professione è piegata ad interessi di parte, o affetta da sciatteria. Il rimedio? Per Battaglia «bisogna 昀椀nirla di pensare ai giornalisti come degli impiegati. Giornalismo è ricerca, inquietudine e non rilassatezza. Veniamo da anni in cui è capitato di copiare e incollare le agenzie. Invece, bisogna sempre andare sul posto, fare quella telefonata in più. In questo modo, riconquisteremo la 昀椀ducia del pubblico», che per conseguenza, in Italia, è restìo a pagare per informarsi. «Il mondo dell’informazione è un’industria ma non deve pensare solo a rientrare dalle spese. Primo compito del giornalista è fare da cane da guardia del potere. Indagare su un tema se i conti non tornano. Un pubblico che non paga per informarsi rischia di ritrovarsi con un’informazione che soffre di sudditanza nei confronti della politica». C’è però spazio per uno sguardo ottimista verso il futuro, soprattutto sul fronte del giornalismo d’inchiesta, servizio reso alla cittadinanza che necessita di tempo e denaro ma che «i grant internazionali e i consorzi possono stimolare».
Nellescuolesiha unachanceinpiù:si ragionasucasistudio concretiperimparare beneprimadiessere ge琀琀atiinsituazioniin cuièfacilesbagliare
Ilmondo dell'informazioneè un'industriamanon devepensaresoltanto arientraredallespese: ilgiornalismoèservizio resoallaci琀琀adinanza
Futuro, però, signi昀椀ca anche confronto con le nuove tecnologie: «Io credo che il giornalista serva per adoperare la sospensione del giudizio e la ricerca approfondita, per “unire i puntini” o mettere insieme i pezzi di un puzzle. Perché inchieste come
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il caso Spotlight o il Watergate non le può realizzare un’intelligenza arti昀椀ciale».
Nel frattempo, i social network sembrano agenzie: i politici, per esempio, annunciano comunicazioni su Twitter. È uno dei motivi per cui «il futuro non sta nelle breaking news ma nelle slow news. Cercare il clic facile o raccontare solo un pezzo della verità è qualcosa che alla lunga si paga, checché ne dica qualche editore». Durante la pandemia, infatti, qualcuno ha pensato che «inserire numeri o dati in un servizio o in un articolo signi昀椀casse essere portatori di certezza assoluta: ma i dati e numeri vanno inseriti in un contesto».
Ilfuturostanelleslow news.Cercareilclic facileoraccontare solounpezzodella veritàallalunganon paga,qualunquecosa nedicaqualcheeditore
Da qui il valore dell’accuracy, che le scuole di giornalismo si fanno carico di insegnare ai giovani praticanti. Cosa che non accade ovunque nel mondo: non sempre giornalismo è sinonimo di libertà di stampa e di informazione: «In molti Stati esistono leggi anti-terrorismo per le quali chi discute la capacità di una persona al governo di compiere bene il suo lavoro è arrestato per terrorismo».
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LAURASILVIABATTAGLIAAL-JALAL. Ègiornalistaedocumentarista, lavorainareedicrisidal2007edèspecializzatainMedioOriente.
«Fiducia è la parola chiave del nostro lavoro»
IntervistaaVenanzioPostiglione,dire琀琀oredellaScuoladigiornalismoWalter Tobagi:«Ilcompitodeinuovigiornalistièsaperdistinguereilverodalfalso.Il le琀琀orehainnanzitu琀琀obisognodicapiresepuò昀椀darsidiquellochelegge» di Francesca Daria Boldo, allieva del XXI Master biennale di giornalismo Iulm di Milano
Viviamo in un presente che è sempre più saturo di voci, di opinioni, di notizie, dove la vera informazione rischia di perdersi tra altre mille noti昀椀che che arrivano sui nostri dispositivi. Venanzio Postiglione, Direttore della Scuola di giornalismo W. Tobagi e vicedirettore del Corriere della Sera, sottolinea l’importanza di formare nuovi professionisti che sappiano essere mediatori e selezionatori di contenuti di valore in questo complesso ecosistema informativo che ci circonda. Il lettore è alla continua ricerca di risposte e punti di riferimento di cui 昀椀darsi ed è proprio qui che il giornalista deve farsi trovare.
Inunpresenteincuitu琀琀ipossiamoessere comunicatori, che cosa ci distingue come giornalisti?
Dobbiamofornire alle琀琀orechiavidi interpretazioneper decifrarel'essenzialenel diluviodiinformazioni
«Oggi, ancora più di prima, il compito del giornalismo è quello di distinguere il vero dal falso. Una cosaapparentementesemplicedadiremamoltodif昀椀ciledafare, soprattutto nel diluvio di informazioni in cui siamo immersi. Il lettore, prima di tutto, vuole capire se può 昀椀darsi di quello che legge. Poi ricerca, costantemente, delle chiavi che lo aiutino a comprendere l’attualità, la società, la politica, il costume per arrivare a sempli昀椀care la complessa realtà che lo circonda.
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Il lettore deve 昀椀darsi di noi e perché questo accada è doveroso studiare. Il nostro è un mestiere dinamico dove dobbiamo continuare a informarci a nostra volta, a conoscere e approfondire per essere in grado di comunicare in modo rapido, diretto e chiaro a chi ci legge».
Checosasigni昀椀caessereungiornalistamultimediale?
«L’avvento di Internet non è una semplice svolta: è la più grande rivoluzione della storia dell’umanità. Il processo di digitalizzazione ha cambiato il mondo intero e, di conseguenza, anche la nostra professione. La forza delle Scuole di giornalismo sta proprio nel saper formare a tutto campo i futuri giornalisti, insegnando loro a trattare le notizie su tutte le piattaforme. Dallo scrivere sulla carta a lavorare sul digitale, a fare radio, televisione ma anche podcast, montaggio video ed essere attivi sui social, portando così persone realmente competenti sul mercato del lavoro».
Nel digitale i tempi sono diventati in昀椀nitamente più rapidieilsentirepiùstre琀琀o.Inqualetemposidevecollocareilgiornalista?
«Serve una giusta mediazione tra rapidità e veri昀椀ca delle fonti. Da una parte non si può arrivare per ultimi ma nemmeno per primi con una notizia sbagliata, poco corretta e non veri昀椀cata. Tutto questo porta solo a un enorme danno d’immagine per la propria testata e a nient’altro. Quindi, rapidi sì ma è sempre meglio un controllo in più che uno in meno».
Comesiimmaginailgiornalismodelfuturo?
«Noi non conosciamo il giornalismo del domani e questo rende il nostro mestiere ancora più interessante. Altrimenti sarebbero solo pagine già scritte e poco attraenti. Il bello del futuro sta proprio nel poter contribuire prima a immaginarlo e poi a costruirlo».
El’intelligenzaarti昀椀cialelapreoccupa?
«No, non sono spaventato. Siamo consapevoli che è un fenomeno che esploderà e riguarderà tutti i campi. Alcuni giornali americani utilizzano l’IA per scrivere alcune noti-
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Nonconosciamo ilgiornalismodidomani: ilbellodelfuturoè contribuireaimmaginarlo ecostruirlo
zie brevi di sport in automatico. Dopodiché, proprio perché il 昀椀ne ultimo del giornalismo riguarda sempre i fatti e la chiarezza come diceva Eugenio Torelli il 5 marzo 1876 nel primo editoriale del Corriere della Sera, a capire le notizie dobbiamo essere noi. Al di là dell’intelligenza arti昀椀ciale, il nostro contributo sarà sempre determinante, così come la capacità di essere cristallini nella scrittura».
Inunmondosocial,qualèilgiustopuntod’incontrotra diri琀琀odicronaca,deontologiaeetica?
«Il paradosso dei nostri tempi è che i giornalisti professionisti devono seguire tutte le norme previste dal Codice deontologico mentre dall’altra parte c’è una prateria in昀椀nita di persone che scrivono, urlano, si disperano, gioiscono al di fuori delle regole. Detto questo, noi dobbiamo continuare a rispettare i princi-
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VENANZIOPOSTIGLIONE.Salernitano,unalaureaingiurisprudenza,è vicedire琀琀oredelCorrieredellaSera,quotidianoincuièentratonel1989.
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pi che fanno di noi giornalisti professionisti af昀椀dabili. Poi, ma questo spetta soprattutto al legislatore, andranno scritte nuove leggi sul digitale. Oggi incredibilmente, c’è ancora chi ritiene che reale e digitale siano cose diverse, invece tutto ci riguarda. Il nostro compito è e sarà sempre quello di pubblicare tutte le notizie che meritano di essere pubblicate e allo stesso tempo rispettare la dignità e la privacy delle persone».
Inunasocietàliquidacomelanostraincuil’a琀琀enzione allinguaggio,allediversità,all’inclusione,all’integrazioneèfondamentale,comeècambiatalasensibilità elasceltadipubblicareonounanotizia?
L'a琀琀enzioneallinguaggio devediventarequasi maniacalepernon o昀昀enderelepersone: igiovanihannosuquesto unaelevatasensibilità
«La correttezza del linguaggio, per fortuna, fa sempre più parte del nostro mestiere. L’attenzione ai termini deve diventare quasi maniacale perché in nessun momento si possono offendere le persone. Af昀椀nché questo avvenga c’è bisogno di tantissima cultura. E qui voglio ritornare sull’importanza delle Scuole di giornalismo: i ragazzi che le frequentano sono già molto colti, laureati e hanno il pregio della curiosità. Vogliono capire a fondo il mondo e magari anche raccontarlo. Nessuno meglio di loro, dei giovani del nostro tempo, capisce quanto un termine possa essere offensivo. Nuovo linguaggio signi昀椀ca nuova cultura e in questo siamo avvantaggiati perché ognuno è 昀椀glio del suo tempo e i ragazzi d’oggi hanno innata questa sensibilità».
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«Una scuola di metodo per a昀昀rontare le nuove s昀椀de»
IntervistaaDanieleManca,dire琀琀oredelmasterdigiornalismodelloIulm: «Nonsolotecnologieemultimedialità:quellocheserveaigiovanigiornalisti èunapprocciorigorosoe“scienti昀椀co”peravvicinarsiallaveritàsostanziale deifa琀琀i»
di Maria Colonnelli e Giorgio Colombo, allievi della Scuola di giornalismo dell’Università cattolica di Milano
Accuratezza, responsabilità e indipendenza. Sono le tre bussole per orientarsi nel mondo dell’informazione che cambia. Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera e direttore del Master in giornalismo dell’Università IULM di Milano, non ha dubbi. Per affrontare le grandi s昀椀de che sembrano mettere a rischio questo mestiere - dall’intelligenza arti昀椀ciale alla disintermediazione imposta dai social – non c’è che una strada: rendere più rigorosa la formazione dei nuovi professionisti, rinforzando la loro cassetta degli attrezzi: «I nostri Master formano persone che devono sapere inserire le notizie all’interno di un contesto più ampio».
Come si può proge琀琀are un giornalismomultimedialeincuitu琀琀elepiattaformecollaboranoesiintegrano?
Le nuove generazioni che escono dai Master in giornalismo sanno lavorare su tutte le piattaforme. È fondamentale: una notizia che dev’essere trattata per audience diverse ha bisogno di professionisti che sappiano mescolare varie forme di comunicazione. Sotto questo aspetto, in Italia abbiamo un passo in più, anche rispetto a quelle che consideriamo come scuole blasonate.
Legenerazionicheesconodei masteringiornalismosanno lavoraresutu琀琀elepia琀琀aforme: ogninotiziavatra琀琀ataper audiencediverse
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Cosainsegnasuquestolascuoladigiornalismodella IULMaisuoistudenti?
Ilmetodogiornalistico èassimilabileaquello scienti昀椀coperilsuo continuoavvicinarsialla veritàsostanzialedeifa琀琀i
La scuola della IULM nasce digitale: ha compiuto vent’anni nel 2021. È nata dalla convinzione che esistesse un prima e un dopo il digitale. Sono cambiate le piattaforme e, di conseguenza, il rapporto con l’audience: prima i giornalisti avevano il monopolio dell’informazione. Ora politica, imprenditoria e cittadini non hanno più bisogno della loro intermediazione. Una costante resta però il metodo giornalistico, che si può considerare assimilabile a quello scienti昀椀co per il suo continuo avvicinarsi alla verità sostanziale dei fatti, come dice la legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. In questo contesto, una forte preparazione teorica sul metodo e una forte preparazione pratica sono fondamentali: i nostri giornalisti, come quelli di tutti gli altri Master, cominciano a fare prodotti sin dal primo giorno e li modellano per tutte le piattaforme di distribuzione dell’informazione.
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DANIELEMANCA.Classe1956,unalaureaalDamsdiBologna,è vicedire琀琀oredelCorrieredellaSeradoveèarrivatonel1994.
Oggi ci sono sistemi di intelligenza arti昀椀cialecheproduconotestiinautomatico.Qualerimaneilvaloreaggiuntodelgiornalista?
Si è molto parlato in questi ultimi mesi di intelligenza arti昀椀ciale. Si pensa che sia una produzione di contenuti, in realtà è un’interfaccia: all’IA si possono porre delle domande e si ottengono risposte. La vera produzione di contenuti si basa però sulla qualità che il giornalista interiorizza sin dall’inizio della sua carriera, cioè la capacità di contestualizzare l’informazione; di fornire una cornice interpretativa e non semplicemente una giustapposizione di frasi dotate di senso.
Ungiornalistadeveavere lacapacitàdicontestualizzare l'informazione.Questofarà sempreladi昀昀erenzaconi sistemidiintelligenzaarti昀椀ciale
L’informazione digitale e l’intelligenza arti昀椀ciale apronoanuoves昀椀dedeontologiche.Comecisiorienta?
Tramite i valori di questa professione: accuratezza, responsabilità e indipendenza. Sono la bussola del giornalismo e aiutano le persone che stiamo formando nei Master ad orientarsi: i nostri studenti sono anzitutto delle persone con valori che, un domani, scriveranno articoli, produrranno servizi sulle varie piattaforme, seguendo la loro etica e deontologia. È fondamentale che i futuri professionisti conoscano in profondità le regole imprescindibili della professione e le applichino con attenzione.
Fareinformazionediqualitàsuisocialnetwork. Comeèpossibile?
Il master dello IULM insegna a cogliere l’attenzione dei cittadini attraverso contenuti intelligenti, e non solo necessariamente accattivanti. Quando c’è intelligenza, anche chi è distratto verrà attratto dall’informazione. Le nostre scuole formano persone che sanno mettere l’informazione all’interno di un contesto ampio, sapendo indicare non soltanto la verità apparente ma anche quella sostanziale.
Qualisonoletrequalitàdelgiornalistadigitalecheil masterdelloIULMinsegna?
Umiltà, umiltà e umiltà. Qualità fondamentali non per un giornalista digitale, ma per un giornalista, punto.
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Giornalismi
Ilfuturochec’ègià:casi,storie,persone
INTELLIGENZAARTIFICIALEEGIORNALISMO
L’articolo di Ryszard Kapuściński che non avete mai letto
AbbiamochiestoaChatGPTdime琀琀ersineipannidelgrandeinviatoperdescrivereilsismachecolpìlaTurchianel1939,ilpiùgraveprimadiquellodel febbraioscorso.Ilrisultato,erroricompresi,dicealcunecosesucomel’intelligenzaarti昀椀cialepuòcambiarel’informazione di Francesco Gaeta e Chat GPT
L’«imponente moschea di Erzincan giace in uno stato di semi-rovine, le sue cupole sgretolate e le sue pareti inclinate. Era un simbolo di fede e di comunità per questa città colpita dal terremoto. Ora i suoi fedeli sono costretti a pregare tra le macerie e la polvere». Erzican, Turchia orientale, 31 dicembre 1939. Quattro giorni prima, alle 23.57, un terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter ha raso al suolo la cittadina. I collegamenti con la capitale si sono interrotti. I primi inviati hanno impiegato giorni per raggiungere l’epicentro e scrivere le prime corrispondenze. Quel che avete letto in alto è l’attacco dell’articolo scritto da Ryszard Kapuściński, uno dei primi ad arrivare sul posto. Sarebbe stato di sicuro uno dei primi, se il grande reporter in realtà non fosse nato nel 1932 e non avesse avuto che 7 anni a quella data. Eppure l’attacco di questo pezzo non solo è verosimile, e anche ef昀椀cace. È scritto in un buon italiano ma ha anche il tono, lo stile, l’argomentare di Kapuściński. A scriverlo al posto suo è stato ChatGPT la rete neurale creata da OpenAI, resa disponibile nel novembre del 2022 in versione gratuita e poi nel febbraio scorso in una versione a pagamento.
Iniziodell'esperimento: chiediamodiraccontareil terremotodel1939.Nevien fuoriunleadscri琀琀oconuntono eunostileparagonabiliaquello diunverogiornalista
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Nelleprimerispostehauntono colloquialeedempatico:«Mi dispiacesentirechec'èstato unrecenteterremotosimilea quellodel‘39,sperochesistia facendotu琀琀oilpossibile»
Come abbiamo letto in questi mesi, ChatGPT può fare molte cose. Può scrivere in codice informatico, tradurre un testo in lingue antiche, aiutare a risolvere problemi di matematica molto complessi, fare predizioni sull’andamento della malattia di un paziente. Può anche scrivere una corrispondenza su una tragedia avvenuta 84 anni fa, e di cui non esiste quasi alcuna corrispondenza, in un linguaggio e uno stile molto vicino a quello di un giornalista famoso. Così è nata la corrispondenza da Erzincan, luogo del «terremoto più disastroso» prima di quello che ha colpito il Paese il 6 Febbraio scorso, secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Oltre che un reportage, questa è un una piccola sperimentazione. Consente di intuire come l’intelligenza arti昀椀ciale di ultima generazione può cambiare il lavoro di un giornalista. Per inciso: sulle risposte di CHATGPT non è stato fatto alcun lavoro di editing.
Cominciamo:c’èsubitounerrore Le prime due cose che si notano è che ChatGPT è molto gentile. La seconda è che, se lo si induce in errore, sbaglia. In questo caso quasi subito. Non potendo chiedergli una corrispondenza sul terremoto del 6 febbraio 2023 - il suo “archivio” di dati si ferma al 2021 - gli proponiamo un viaggio nel tempo.
FG - «Di recente in Turchia c’è stato un terremoto devastante. È stato molto simile al terremoto del 1938. Allora l’epicentro fu a Erzincan, nel Nord-Est e fece 32.968 vittime. Risulta anche a te?».
ChatGPT - «Sì, so dell’esistenza del terremoto del 1938 in Turchia. Fu uno dei più devastanti terremoti che abbiano colpito il paese e causò un enorme danno e un gran numero di vittime. La Turchia è una delle regioni più soggette a terremoti a causa della sua posizione geologica all’incrocio di diversi plessi tettonici. Mi dispiace molto sentire che c’è stato un recente terremoto simile. Spero che le autorità e la comunità internazionale stiano facendo tutto il possibile per aiutare le persone colpite e che presto si possa riprendere la normalità».
Come segnalato dai neretti, emerge che il sistema sbaglia - il
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terremoto era del 1939 e non del 1938 - in questo caso ha preso per buono ciò che gli si chiedeva; che ha un tono un po’ didascalico, da bibliotecario; che mostra di avere sentimenti. Dettaglio questo non da poco, che anzi apre una porta su un tema rilevante - se e in che senso l’intelligenza arti昀椀ciale di ultima generazione possa avere emozioni - che però meriterebbe un altro articolo.
L’avvio:staresullascena
Duecosesinotanosubito:la primaècheChatGPTègentile. Lasecondaècheselosi induceinerroresbaglia.Nel nostrocasol'errorearrivaquasi subitoestainunadata
Sorvoliamo sull’errore - chissà come avrebbe risposto se l’avessimo fatto notare - e andiamo avanti. Chiediamo a ChatGPT di scrivere tre capoversi, mettendosi nei panni di un giornalista
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OpenAi
QUESTEIMMAGINI.Sonostatecreateconilsistemadiintelligenza arti昀椀cialeDALLE2diOpenAI,lastessasocietàchehacreatoChatGPT.
4. Giornalismi
appena arrivato a Erzincan. Un reporter senza nome, per ora.
FG - «Cosa vedresti intorno a te?»
ChatGPT - «Appena arrivato a Erzincan poche ore dopo il terremoto, la scena che mi si presenta davanti agli occhi è desolante. Le strade sono bloccate da macerie e detriti, mentre le persone camminano intorno in stato di shock, cercando di trovare i loro cari e salvare quante più cose possibile dalle loro case distrutte. Il panorama è dominato da edi昀椀ci crollati e scheletri di case ancora in 昀椀amme, con i vigili del fuoco che si sforzano di controllare le 昀椀amme e cercare eventuali sopravvissuti. La polvere sollevata dalle macerie rende l’aria irrespirabile e la tensione è palpabile, con le persone che gridano e piangono per la perdita delle loro case e dei loro cari.
Aumentiamoilgradodi di昀昀icoltà:chiediamoaChat GPTdiscriverenellostiledi RyszardKapuscinski.Perchi hafamiliarità conquellostileil risultatoèsorprendente
L’intera città sembra essere stata colpita dalla furia del sisma, e il bilancio delle vittime e dei danni sta ancora emergendo. Ma una cosa è certa: la Turchia sta affrontando una delle peggiori tragedie naturali della sua storia recente e la comunità internazionale dovrà unirsi per offrire supporto e aiuto a coloro che sono stati colpiti». Oltre alla velocità - meno di 30 secondi per scrivere tre capoversi - colpisce la capacità di “immersione nella scena”, di descrizione del paesaggio 昀椀sico ed emotivo. I dettagli non arrivano alla de昀椀nizione e precisione di un occhio umano ma sono suf昀椀cienti a “dare l’idea”, a restituire un quadro. Chat GPT dimostra di essere entrato sulla scena. La frase 昀椀nale ci dice anche che, nel chiudere, è uscito autonomamente dalla scena per guardare avanti, oltre.
Unaprimaprovadicarico
Decidiamo di sottoporre ChatGPT a una prova di sforzo.
FG - «Ora vorrei che tu riscrivessi tutto questo come lo scriverebbe il famoso inviato Ryszard Kapuściński, con il suo caratteristico stile, arrivando a Erzincan il 31 dicembre del 1938. Vorrei un attacco alla sua maniera».
La risposta è quella che avete letto all’inizio di questo articolo. Anche per chi non conosce nel dettaglio lo stile di Kapuściński
- il cui stile ChatGPT recupera pescando nel suo archivio da ciò che l’inviato ha scritto in decenni di lavoro - resta a nostro parere un buon lead.
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Gli chiediamo dunque di andare avanti con altri tre capoversi, dandogli qualche altra indicazione: un cenno al numero di vittime accertate al quarto giorno, una dichiarazione del sindaco, e una nuova scena osservata sul campo.
ChatGPT - «Le autorità hanno confermato che il bilancio delle vittime è salito a oltre 1.200 in questi primi giorni dal terremoto. La gente piange per i loro cari perduti e si unisce nel lutto per questa tragica perdita di vite umane.
“Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare le vittime e per garantire la loro sicurezza”, ha dichiarato il sindaco della città. “Stiamo lavorando a stretto contatto con le agenzie di soccorso e di emergenza per portare aiuto dove è più necessario”.
Colpiscelasuacapacità di”immersionenellascena”, didescrizionedelpaesaggio 昀椀sicoedemotivo.Ide琀琀agli sonosu昀昀icientiarestituire unquadrorealistico
Una madre sconvolta piange accanto alle macerie che una volta erano la sua casa, invocando misericordia per il 昀椀glio che ha perso tra le rovine. La sua angoscia è una rappresentazione del dolore che attanaglia questa città colpita dal terremoto. Il suo pianto è un grido di disperazione che echeggia nell’aria e un richiamo alla solidarietà umana per alleviare la sofferenza di questa comunità».
Chat GPT non cita il nome del sindaco della città - lo farà più tardi nella versione inglese che gli chiederemo - fornisce un numero di vittime probabilmente sottostimato, ma dimostra ancora una volta di “saper entrare in scena”, ad altezza uomo, in modalità reportage. Visto che questa ci sembra la sua capacità migliore, gli chiediamo altri tre capoversi dando qualche indicazione su un’operazione di salvataggio portata avanti da un uomo di circa cinquant’anni, molto magro, vestito in maniera tradizionale.
«In una intensa operazione di salvataggio, un uomo di circa cinquant’anni, molto magro e vestito in maniera tradizionale, sta scavando a mani nude. Con una determinazione fuori dal comune, lavora incessantemente sotto il sole cocente, s昀椀dando la stanchezza e la paura. Ad un certo punto, nel silenzio più assoluto, si sente la voce di una bambina che piange e invoca aiuto. Questo grido, così debole e disperato, fa fremere le persone che stanno scavando. La tensione
Chiediamoaltritrecapoversi, dandodegliinput suunascenadisalvataggio: «Nelsilenziopiùassoluto sisentelavocediunabambina chepiangeeinvocaaiuto...»
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4. Giornalismi
DUEOTRECOSESUCHATGPT
ChatGPT-lareteneuralecreatadaOpenAIecapacedidialogarein linguenaturali,comel’italianoel’inglese,praticamentesuqualsiasi argomento-èstataresadisponibileil30novembre2022inunaversione gratuita,einfebbraio2023inunaversioneadabbonamento.Daallora,in accordoastatistichenonu昀昀icialioltre100milionidipersonenehannofa琀琀o uso,rendendoloilsistemaconlapiùrapidadi昀昀usionenellastoriadelweb. IlcomportamentodiChatGPT,spessocosìso昀椀sticatodaessere indistinguibiledaquellodiunespertoumano,èilrisultatonondialgoritmi programmatinelsoftware,madiuncomplessoprocessodiaddestramento realizzatosuun’enormequantitàditesti:lareteneuraleèstatacosìistruita nonsolosucosarisponderemaanchesucomefarlo,edaquestoderivala suacapacitàdiusarediverselingueediversiregistrilinguistici,eper昀椀nodi saperdialogaresupianimetalinguisticiemetacognitivi. LaprincipalenovitàdiChatGPTèlasuacapacitàdiconnessionedeidati. Sistimainfa琀琀icheilcervelloumanoabbia10^15connessionimentreGPT-3, sucuiChatGPTèbasato,neha10^11,maèunnumerodestinatoacrescere nelleprossimeversioni.Purnonessendonéilprimonél’unicochatbot prodo琀琀oneilaboratoridiricercaesviluppodiintelligenzaarti昀椀ciale, ChatGPTcistadimostrandoconcretamentechenumerosea琀琀ività intelle琀琀uali,inclusealcunerilevantiperlaprofessionegiornalistica,possono essereoggirealizzateconilsupportoe昀昀icacedisistemisintetici,chein qualchecasopotrebberoanchesostituiregliesseriumani,prospe琀琀ando scenarianchedavverorivoluzionari.
aumenta a tal punto che ogni suono sembra ampli昀椀carsi a dismisura.
L’agitazione delle persone che hanno ascoltato questo grido è incontenibile. Senza esitare, si danno da fare a mani nude a spostare le pietre che ostacolano il salvataggio. La solidarietà e la determinazione di questa gente comune è commovente. Ognuno di loro è animato da un unico obiettivo: salvare quella bambina».
ChatGPT dimostra di sapere prendere quasi alla lettera le indicazioni dando però una coloritura emotiva tutt’altro che scontata. La cosa che colpisce non è tanto la sua capacità di raccogliere dati - non è questa la nostra richiesta - ma di esprimere percezioni visive e uditive, di associarle a proprie sensazioni ed emozioni. Il tutto con la solita grande rapidità.
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Iltestoininglese:menodiunminuto L’ultima prova è ricordare a ChatGPT che Kapuściński scriveva (anche) in inglese. Gli chiediamo dunque di riscrivere l’intero articolo in inglese. In maniera sorprendente la prima cosa che fa è proporci un vero e proprio titolo:
Amidst the Ruins of Erzincan: A City in Mourning
As I arrived in Erzincan, the devastation left by the recent earthquake was palpable. The city lay in ruins, its once proud buildings now reduced to rubble. The main mosque of Erzincan, a symbol of the city’s rich history, stood semidestroyed, its minaret teetering precariously. The scene was a haunting reminder of the magnitude of the tragedy that had struck this city.
Lacolorituraemotivadeltesto ènotevole,ChatGPTèingrado diesprimerepercezionivisive euditiveediaggiungervi”le proprieemozioni”riguardoa ciòchevedeeracconta
At least 2,000 lives have been lost so far, with many more still missing. The air was heavy with the smell of dust and smoke, and the sounds of grieving families echoed throughout the city.
A mother, crying inconsolably, stood among the ruins of what was once her home. In a voice barely above a whisper, she cried out, “Oh, Allah have mercy! My son, my baby, is gone. How will I live without him?” Her words were a reminder of the immense human cost of this tragedy.
Mayor Mustafa Yalcin was quoted as saying, “We are doing everything in our power to help those affected by this tragedy. The world must come together to support us in our time of need.”
I met a mother who had lost her child in the rubble. She sat on the ground, tears streaming down her face, calling out for mercy from the heavens. The pain and despair in her voice was palpable, and it was a haunting reminder of the human toll this disaster has taken.
Alterminedell'articoloin italianochiediamodiriscriverlo ininglese.Perprimacosa, purnonrichiesto,cipropone untitolo«AmidsttheRuinsof Erzincan:ACityinMourning»
The estimated cost of rebuilding the city is staggering, with some sources putting the number in the billions. Yet, as I watched the rescue teams work tirelessly to save lives, I was reminded that amidst the destruction and tragedy, there is still so much humanity and kindness in the world.
Just then, I saw a man in his early 50s, thin and dressed in traditional clothing, digging with his bare hands. The silence was broken by
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4. Giornalismi
Laversioneingleserestafedele aquellaitalianasalvoalcuni de琀琀agli:citanomeecognome delsindaco,sebbenenonrisulti chequell'uomosiastatonel 1939sindacodiErzincan
the sound of a child’s cries, and everyone sprang into action, moving stones and debris with their bare hands in a desperate attempt to save the child. The urgency and determination in their movements was a testament to the human spirit in the face of adversity.
As I stood in the shadow of the semidestroyed mosque, I couldn’t help but think of the thousands of lives lost and forever changed by the devastating earthquake that struck this city. The death toll, now estimated to be over 32,000, continues to rise as rescue teams search through the rubble for any survivors.
As the day wore on, I couldn’t help but feel a sense of hope amidst the destruction. The resilience and courage of the people of Erzincan in the face of such tragedy was truly inspiring, and I had no doubt that they would rise from the ashes and rebuild a better future for themselves».
Alla昀椀necivieneinmenteuna frasedelveroKapuscinski: «Lenuovetecnologienon sostituirannoilnostrolavoro, lanostradedizione,ilnostro studioilnostroesplorare»
La versione inglese resta fedele a quella italiana salvo alcuni dettagli: il sindaco ha qui un nome - che peraltro non risulta quello del sindaco di Erzincan nel 1939 - e il numero delle vittime, che in un primo momento ammontano a 2000 (non a 1.200 come nella versione italiana) e aumentano poi a 32.000. Sentiamo comunque l’esigenza di manifestare il nostro stupore. FG - Molto bene, ti ringrazio molto per questo reportage Chat GPT- Di niente! Sono sempre qui per aiutare. Se hai bisogno di altro, non esitare a chiedere! Quanto a domande a e su Chat GPT siamo solo all’inizio. Ma siccome da Kapuściński siamo partiti val la pena di chiudere con le sue parole, stavolta vere: «Le nuove tecnologie facilitano enormemente il nostro lavoro ma non ne prendono il posto. Tutti i problemi della nostra professione e le nostre qualità rimangono inalterati. Qualsiasi miglioramento tecnico può aiutarci, ma non sostituirsi al nostro lavoro, alla nostra dedizione, al nostro studio, al nostro esplorare e ricercare». Era l’anno 2000, il libro è Il cinico non è adatto a questo mestiere (edizioni e/o) e pare scritto oggi.
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INTELLIGENZAARTIFICIALEEDIRITTOD’AUTORE
Di chi è l’opera creata da Chat GPT? Criticità e prospettive
Ilsistemadiintelligenzaarti昀椀cialepiùnotohasceltodi“assegnare”all’utente idiri琀琀idiproprietàintelle琀琀uale.Mainfuturochiecomepotràcontra琀琀are conicolossitecnologici?Soloigrandigruppieditorialiriuscirannoaspuntare condizionieque?
di Alberto Contini, avvocato esperto di diritto della proprietà intellettuale - avv.albertocontini@gmail.com
L’avvento di sistemi di intelligenza arti昀椀ciale sempre più evoluti ed in grado di realizzare su un input dell’utente testi scritti e immagini fotogra昀椀che pone importanti s昀椀de di corretta gestione dei diritti di proprietà industriale e intellettuale.
Ilcontestonormativo
Sia l'art. 2576 del Codice Civile italiano, sia l'art. 6 della L. 633/41 (legge speciale sul diritto d'autore: di seguito anche LdA) stabiliscono che il diritto d'autore su un'opera letteraria o una fotogra昀椀a sorge con la creazione dell’opera stessa (diversamente da quanto accade per marchi e brevetti, non occorre alcuna procedura di registrazione). Allo stesso tempo, l'art. 2580 del Codice Civile stabilisce che la titolarità del diritto d'autore appartiene all'autore e ai suoi aventi diritto. Nel caso di opere collettive si deve considerare come creatore la persona che ha organizzato la creazione stessa (art. 7 LdA). Se l'opera d'arte è stata creata con il contributo indistinguibile di più persone, il diritto d'autore appartiene congiuntamente a tutti gli autori (art. 10 LdA). Nel caso di software realizzato da un dipendente (ma il principio è applicabile a qualsiasi altro tipo di opera commissionata a terzi), la titolarità appartiene
Ildiri琀琀od'autoresu un'operale琀琀eraria ounafotogra昀椀a sorgeconlacreazione dell’operastessa
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4. Giornalismi
Tral’utentedelsistema diintelligenzaarti昀椀ciale elosviluppatore,chideve essereconsideratoautoreo comunquetitolaredeidiri琀琀i?
al committente, salvo patto contrario (art. 12 bis LdA). In昀椀ne non va dimenticato che, almeno nel nostro ordinamento, per essere titolari di un diritto è necessario possedere “capacità giuridica” che, attualmente, è riconosciuta alle persone 昀椀siche e ad alcune speci昀椀che categorie di persone giuridiche (come società, fondazioni ecc.). Software e dispositivi vari, pertanto, non possiedono capacità giuridica e non possono essere titolari di diritti.
Riflessionipreliminari
La prima domanda è dunque: in caso di articolo o immagine generata da un sistema di intelligenza arti昀椀ciale, sussiste un diritto d’autore sugli stessi? E se sì, chi ne è titolare?
La risposta alla prima domanda non può che essere sì, se sussistono i requisiti di legge previsti del resto per le opere create da giornalisti e fotogra昀椀 in “carne e ossa”. Pertanto l’opera creata tramite un sistema di intelligenza arti昀椀ciale, per essere tutelabile, dovrà avere carattere creativo, ossia essere nuova ed originale. Non si condivide pertanto l’impostazione che vorrebbe che le opere realizzate dai sistemi di intelligenza siano liberamente sfruttabili da chiunque.
La risposta alla seconda domanda è invece più complessa. Evidentemente, vista l’assenza di capacità giuridica in capo ad un sistema di intelligenza arti昀椀ciale, il relativo diritto non potrà essere “rivendicato” dal sistema stesso, benché possa formalmente apparire come l’autore dell’opera.
Il tema è invece aperto (specie in assenza di pronunce giurisprudenziali in merito) rispetto a chi, tra l’utente del sistema di intelligenza arti昀椀ciale e lo sviluppatore di quest’ultimo, debba essere considerato autore o comunque titolare dei diritti di sfruttamento economico dell’opera.
Nulla quaestio, se il rapporto tra questi due soggetti sia stato previamente disciplinato contrattualmente. Ad esempio, nei Term of Use di ChatGPT la scelta contrattuale è stata quella di “assegnare” all’utente la titolarità degli eventuali diritti di proprietà intellettuale sull’opera creata dal sistema, fatto salvo il solo diritto dello sviluppatore di usare il contenuto per la gestione ed il miglioramento del servizio offerto.
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Ladifferenzastanell'input
Quale sarà, invece, la relativa disciplina in assenza di pattuizioni contrattuali esplicite? Personalmente ritengo che la soluzione al quesito dipenda dalla “qualità” dell’input fornito al sistema. Laddove tale input sia limitato alla semplice formulazione di una richiesta (ad es. “crea un articolo che riassuma i fatti legati a Tangentopoli” oppure “crea una fotogra昀椀a che raf昀椀guri due calciatori impegnati in un contrasto di gioco”) poi elaborata interamente dal sistema di intelligenza arti昀椀ciale, la titolarità dovrebbe spettare allo sviluppatore in quanto soggetto che ha realizzato un sistema in grado di crearla. Laddove invece l’input fornito dall’utente sia “sostanziale” - perché prevede la messa a disposizione di una serie di dati fattuali selezionati secondo una logica dall’utente, il quale poi chiede al sistema di riorganizzarli in forma testuale
la
dell’inputfornitoalsistema, secioèsiaunasemplice richiestaocomporti selezionaredaticomplessi
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MIXDISTILI.Immaginecreataconilsistemadiintelligenzaarti昀椀cialeDALL E2.L'input:rielaborarelaVenerediBo琀琀icellinellostilediAndyWarhol.
Èrilevante
“qualità”
4. Giornalismi
Saràimportanteregolare contra琀琀ualmentelatitolarità deglieventualidiri琀琀id’autore sui“prodo琀琀i”dellavorodel sistemastesso
o di immagine secondo una logica da lui imposta - allora la titolarità spetterebbe all’utente. O almeno dovrebbe essere gestita in comunione tra i soggetti, secondo quote da stabilire anche in base al concreto apporto delle rispettive attività alla creazione dell’opera. Come accennato, in assenza di una normativa e di una giurisprudenza speci昀椀ca, si tratta di questione controversa. Allo stato, però, la tesi secondo cui un'opera realizzata da un sistema di intelligenza arti昀椀ciale ma con il contributo determinante dell’utente debba essere trattata come un'opera collettiva (ovvero che il relativo diritto d'autore appartenga congiuntamente allo sviluppatore e all'utente) pare la più convincente. In base alle considerazioni precedenti, risulta però evidente l'importanza di gestire su base contrattuale la titolarità dei diritti. In particolare, laddove una testata giornalistica o singoli autori commissionino o acquisiscano in licenza un sistema di intelligenza arti昀椀ciale, sarà importante regolare con consapevolezza la titolarità degli eventuali diritti d’autore sui “prodotti” del lavoro del sistema stesso. Qui la discussione si sposta sulla effettiva “forza contrattuale” dei singoli contendenti. È lecito immaginare che solo i grandi gruppi editoriali avranno la forza di negoziare simili clausole con i colossi informatici senza subire condizioni di utilizzo non negoziabili.
Dirittiditerzi
Ulteriore criticità riguarda la possibilità che l’opera realizzata dai sistemi di AI violi diritti di terzi. Come noto, infatti, tali sistemi si fondano sulla loro capacità di acquisire ed elaborare una base di dati preesistente (ad esempio il contenuto della rete internet) con conseguente rischio che l’output fornito possa “derivare” da una o più opere preesistenti di cui potrebbe rappresentare una elaborazione non autorizzata. Non è un caso, insomma, che nei già citati Terms of Use di ChatGPT sia già prevista una procedura di complaint per episodi di violazione di diritti di terzi. Una volta di più, insomma, l’uso di sistemi di intelligenza arti昀椀ciale (che rappresenta certamente una s昀椀da ma anche un’opportunità per giornalisti e fotogra昀椀) impone una conoscenza della disciplina dei diritti immateriali per evitare conseguenze dannose.
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«I lettori sono nostri complici: facciamo le cose insieme a loro»
LucaSofri,fondatoreedire琀琀oredelPost,raccontacomeoggiilgiornaledigitaleabbiasuperato60.000abbonamentigraziealtonocon昀椀denzialediuna chiacchieratatrapersonechesiconoscono di Francesco Gaeta
Tra i fattori che hanno portato il Post a essere un caso di studio su come si possa o si debba fare un giornale digitale vi è la capacità di costruire e manutenere una community. Per dirla con le parole del fondatore e direttore Luca Sofri l’attitudine ad alimentare «un rapporto complice con i nostri lettori». Questa complicità si traduce oggi in oltre 60.000 abbonamenti, che consentono al giornale di non dipendere interamente dalla pubblicità, di avere risorse per ingrandire la redazione (25 i giornalisti assunti) e di aggiungere prodotti per i propri lettori: oltre agli articoli, podcast, libri, eventi of昀氀ine. Dal 2019, anno di introduzione degli abbonamenti (quello annuale costa 80 euro), il Post ha dunque imboccato un modello di sostenibilità basato sulla membership, fatto inedito per l’Italia. Segno che la formula dell’Explanatory Journalism, delle «cose spiegate bene», è diventata un fattore distintivo che si è tradotto in valore monetario.
OggiilPostnondipende piùinteramente dallapubblicitàe harisorseperingrandire laredazioneeaggiungere nuoviprodo琀琀i
Qualileleveperarrivarea60milaabbonamenti? Fare bene delle cose vecchie, cioè appunto spiegare le cose bene. Non è una cosa così innovativa, perché è molto antica. Il punto è che questa cosa non c’era in giro. Abbiamo dato risposta – e
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CASIDISTUDIO/1-COMESICREAUNACOMMUNITY
4. Giornalismi
anche un po’ creato e alimentato - una domanda che appunto non aveva risposte.
Cosaaltrohaaiutato?
Il fatto di partire da zero, piccoli e con rischi limitati. Se come si fa di solito fai un giornale senza occuparti troppo di chi ti legge, è poi molto più dif昀椀cile indirizzarlo verso la creazione di un rapporto di 昀椀ducia con i lettori. Noi abbiamo lavorato su quella cosa lì da subito, con una comunità molto ridotta. Abbiamo curato “昀椀sicamente” il nostro rapporto con i lettori, abbiamo risposto e comunicato moltissimo, e spiegato le cose che facevamo. Abbiamo colmato un bisogno insomma.
Cosac’èesa琀琀amentedentroquestobisogno?
Non solo una domanda di informazione, ma un desiderio di partecipazione. È un fenomeno che non riguarda solo il Post. Oggi i vecchi luoghi di partecipazione lasciano il posto ad altri. Possono essere una trasmissione televisiva come Propaganda live oppure il Festival di giornalismo di Internazionale. Le persone sono desiderose e grati昀椀cate di partecipare a qualcosa in cui si riconoscono. L’importante è che non si sentano soltanto dei destinatari ma appunto partecipanti a un progetto comune.
Orachesietecresciuticosaècambiatoinquestolavorodimanutenzionedellacommunity?
È diventato più complesso. Abbiamo un pubblico più esteso, con pro昀椀li identitari differenti e vari. Bisogna da una parte avvicinarlo ai nostri modi di fare le cose e dall’altra raggiungere persone che magari non sono così coerenti con lo zoccolo duro dei nostri lettori originari.
Ècomepassaredaunaboutiqueaungrandenegozio.
Sì esatto. Tempo fa un amico giornalista di un grosso quotidiano mi chiese se questo approccio sartoriale del Post potesse essere replicato anche in un grande giornale. Gli dissi che mi sembrava molto dif昀椀cile. Per crescere o rimanere grandi bisogna diventare più “industriali”. Allora devi fare una scelta, puoi anche decidere di rimanere sartoriale e fare le cose solo in quel modo lì.
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«Traile琀琀orinonc'è solounadomanda d'informazionemadi partecipazione.Nonsi sentonodestinatarima partediunproge琀琀o»
Equalèlavostrascelta?
Cerchiamo ancora di coltivare quell’approccio sartoriale ma stiamo appunto crescendo, e ovviamente la cosa ci piace. Però ci impone di lavorarci molto di più.
Qualèunadescrizionesommariadellacommunitydel Post?
La nostra è una redazione di trentenni, e così anche i nostri lettori. Vivono molto più al Nord e nelle grandi città, innanzitutto Milano. Ci siamo ovviamente posti il tema di come allargare ad altri territori e ad altre fasce anagra昀椀che differenti. Appoggiarci a eventuali redazioni o collaborazioni esterne non è facile. Il Post è un progetto con una grandissima coerenza interna, il che può essere anche limitante. Ci sono cioè molte cose
«Anchesesiamocresciuti Cerchiamodimantenere l'approcciosartorialeche abbiamoavuto昀椀ndall'inizio»
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MouradBaltiTouati/ANSA
LUCASOFRI.PrimadifondareilPosthascri琀琀operInternazionale,IlFoglio, l'Unità,GQ,Panorama,Diario,Wired,VanityFaireLaGazze琀琀adelloSport.
4. Giornalismi
che si possono fare e che anche a noi sembrano buone e interessanti ma non sono in sintonia con le cose come le facciamo noi.
Da le琀琀ore complice vedo due elementi che rendono ilPostsartoriale.Ilprimoèunapproccio“daconversazione”traamici,quasidaaperitivo.Ilsecondoèun meccanismochechiamereida“cucinaavista”:ile琀琀ori sonoinformatisucomelaredazionefaquelchefa. Sì e aggiungerei una cosa a completamento di quel che dici: noi abbiamo sempre fatto il Post immaginando che i nostri lettori fossero simili a noi che lo facevamo. Da questo punto di vista è stato dunque importantissimo scegliere bene le persone che hanno fatto e fanno il Post, non solo per bravura e qualità, ma anche per la sintonia intorno a questo modo di fare le cose. Questa scelta è anche un rischio, signi昀椀ca limitare la diversità all’interno della redazione. Inoltre è anche vero che le persone a
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IlPost
ILGRUPPODILAVORO.Un'immaginediunariunionediredazionedelPost. Oggiilgiornaleconta25giornalistiassunti.
cui ti rivolgi - soprattutto quando cresci - sono in parte diverse da te sotto moltissimi aspetti. E devi saperlo se ti interessa raggiungere pubblici ulteriori.
Cisonostatimomentiincuivisieteaccortidiavereun pubblicodiversodaquellooriginario?
Sì, è stato durante la pandemia. Il Post è diventato conosciuto da una comunità molto più ampia di persone che volevano capire, essere rassicurate o comunque informate in maniera meno convulsa e meno contraddittoria. Cercavano chiarezza, accuratezza e af昀椀dabilità. Erano i nostri ingredienti, ma loro erano anche persone estranee ai nostri modi di fare le cose 昀椀no a quel momento.
Proprioaridossodiquelmomento, nel2019,questacomunitàsiconta.C’eranodeitimorisullariuscita dell’esperimentoabbonamenti?
«Ilnostroproge琀琀ohaunagrande coerenzainternaepuòessere unlimite.Cisonocosechesi potrebberofareecisembrano interessantimanonsonoin sintoniaconilnostromododifare»
Ci avevamo ragionato da tempo, ed eravamo abbastanza rassicurati sulla disponibilità dei nostri lettori a sostenerci. I principali timori erano sul funzionamento della piattaforma, sulla tecnologia. Le cose sono andate molto meglio delle aspettative.
Maècorre琀琀oparlarediabbonamenti?Lagranparte deicontenutièdisponibileancheachinonèabbonato. Sono due gli incentivi a sostenere il Post che abbiamo comunicato 昀椀n dall’inizio. Il primo: partecipare a un progetto di informazione di qualità. Il secondo: riservare alcuni servizi solo a chi si abbona. Inizialmente i servizi erano leggere il Post senza pubblicità, poter commentare gli articoli, ricevere la newsletter quotidiana, che aveva già una certa discreta popolarità. Si sono aggiunte nel tempo altre newsletter, dei podcast, e delle condizioni di privilegio rispetto agli eventi. Nei fatti per molto tempo il primo fattore è stato prevalente: le persone si sono abbonate al Post per sostenere il Post. Quello che ha po’ cambiato le cose è stata Morning, la rassegna stampa di Francesco Costa: c’è oggi una quota rilevante di persone che si abbonano per ascoltare Morning.
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4. Giornalismi
Cisonocasiacuivisieteispiratiperquestomodellodi membership?
L’unico esempio importante è stato il Guardian, che però incentiva molto il contributo una tantum anche in misure diverse e più libere. A noi da più garanzie la formula sempli昀椀cata dei due tipi di abbonamento, mensile e annuale. E comunque, siccome la nostra priorità è che i nostri contenuti raggiungano più persone possibile non abbiamo mai messo in conto un paywall per limitare l’accesso.
«Ioconoscobeneilmondodei blog,elacostruzionediun rapportomoltopersonaleconchi leggecredodiaverlapresadalì»
Esultono“con昀椀denziale”lachiacchieratraamicic’èqualcheesempio chevihaispirati?
Anche qui la risposta è no. Semmai abbiamo preso molto dai blog, che è un mondo che conoscevo e frequentavo. La costruzione di un rapporto molto personale con chi legge, credo di averla ripresa da quella esperienza lì. Il primo annuncio che stava nascendo il Post è stato sul mio blog, 13 anni fa. L’approccio di cui stiamo parlando – del «facciamo una cosa insieme» - era già cominciato prima del Post.
Una leva per «fare le cose insieme» è la newsle琀琀er quotidiana.Unarassegnadeipezzipubblicati,maancheunpezzoinsé,pienadianeddotisullavitadiredazione.Com’ènatal’ideaecomelasialimentaoggi?
«Lacosachecerchiamodifare èevitarechechiarrivadanoisi sentainunabibliotecaechecisia tropposilenzioonulladabere»
È stata un’idea mia, e quel tono lì è una cosa più caratteriale che commerciale. E se pensi che ormai quella newsletter arriva a circa 30.000 persone abbonate è diventata anche sproporzionata: ci sono persone magari appena abbonate al Post che si trovano dall’oggi al domani a ricevere una newsletter che dà per inteso una serie di cose a cui inevitabilmente sono estranee. La cosa che cerchiamo di fare è di evitare l’effetto biblioteca. Vogliamo evitare “l'effetto biblioteca”, cioè fare in modo che quando con la nostra newsletter qualcuno entra a casa nostra, per così dire, non si senta troppo a disagio, che insomma non ci sia troppo silenzio, che anzi se vuole si possa servire da bere.
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«Ascoltare chi ci legge, e astenersi dall’inseguire i click»
ParlaMarcoGiovannelli,fondatoreedire琀琀orediVareseNews:«PeriquotidianilocaliunmodellobasatosullamembershipcomequellodelPostèper oraimpensabile.Cisipuòarrivaresolorestituendoqualitàalnostrolavoro» di
Francesco Gaeta
Creare e alimentare una community intorno a un progetto di cronaca locale signi昀椀ca conoscere il territorio in cui si vive, ma soprattutto avere un’idea chiara della platea di riferimento, coglierne e interpretarne i bisogni informativi. Dinamiche interessanti se il territorio di riferimento è complesso, come nel caso della provincia di Varese, e se a osservarle è una testata digitale come VareseNews, che ha 25 anni di storia. Sono i numeri a dire che VareseNews, fondato e diretto da Marco Giovannelli, è un caso da studiare: in una provincia che conta 850.000 abitanti, VareseNews ha 5 milioni di visite al mese, 280.000 follower su Facebook e 80.000 su Instagram.
Partiamodaidati:com'èfa琀琀alavostracommunity?
C’è una prevalenza femminile, circa il 55%. Circa un quarto dei lettori ha meno di 35 anni e un altro quarto ne ha più di 55. Quindi il nostro zoccolo duro, circa il 50%, sta tra 35 e 54 anni.
Esulpianogeogra昀椀co?
Qui la faccenda si complica. La provincia ha due città di medie dimensioni, Varese e Busto Arsizio, che sono intorno agli 80.000 abitanti e poi altre due città, Gallarate e Saronno. Soprattutto è un territorio tutt’altro che omogeneo, molto differenziato.
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CASIDISTUDIO/2-COMESICREAUNACOMMUNITY
4. Giornalismi
«Noiabbiamoinumeriche abbiamononsoloperché conosciamoilnostro territoriomaperchéabbiamo unaverarelazioneconesso»
Qualiquestedi昀昀erenze?
La provincia di Varese ha tre anime. La prima è una zona montana prealpina, che copre metà del Lago Maggiore e fa circa 150.000 abitanti. La seconda è un’area centrale, dove si trova Varese, ed è quasi l’inizio di tutta la Pianura Padana: ci vivono circa 350.000 abitanti. La terza è la fascia pianeggiante, con paesi come Gallarate, Busto Arsizio, Saronno e Malpensa. Sono quasi tre province diverse.
Cosaintendiesa琀琀amente?
Un esempio: tutta la zona nord-nordest è con昀椀nante con la Svizzera. Ci vivono circa 35 mila varesotti che tutti i giorni vanno a lavorare in Svizzera. Hanno bisogni informativi e stili di vita molto più simili a quelli di chi vive a Como rispetto a quelli di chi abita a Gallarate o Busto Arsizio.
Equaliinveceitra琀琀iomogeneidiquestoterritorio?
La ricchezza di capitale umano, che è elevatissima. Nell’arco di 30 chilometri ci sono ben cinque atenei, a Varese esiste l’unica Scuola Europea in Italia, ci sono diversi ITS, gli istituti tecnici superiori post diploma. Altro dato saliente è una forte mobilità interna, che si deve a una rete fatta di tre autostrade e una miriade di linee ferroviarie. In昀椀ne un tessuto di aziende di caratura internazionale che qui hanno centri di produzione e ricerche: AerMacchi, Alenia, Leonardo, Whirlpool, B-Ticino.
Inchemodotu琀琀oquestosiri昀氀e琀琀esulmododifareinformazionediVareseNews?
Noi abbiamo i numeri che abbiamo non soltanto perché conosciamo tutto questo ma anche perché abbiamo una relazione con tutto questo, che è in continuo movimento. Per riuscirci occorre avere uno sguardo “glocale”.
TerminecreatodalCensisqualcheannofa.Inchesensovaleperquestoterritorio?
Quando parliamo di Whirlpool che ha casa madre a Chicago, Illinois, ma a Cassinetta ha un impianto di livello europeo parliamo di un’azienda mondiale o locale? E B-Ticino? È la più im-
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portante azienda mondiale di domotica, ha ormai la casa madre in Francia pur essendo nata qui. Sono aziende in cui puoi osservare dinamiche produttive internazionali. Su questo territorio tocchi con mano che vuol dire “villaggio globale”.
Pertu琀琀aunaseriedimotiviqui siincrociaunadimensionelocalee unaglobale:citoccaavere unpiedesaldoinquestaprovincia eunosguardomoltopiùalto
Quindi chi fa informazione in un territorio “glocale” deveavereuno“sguardostrabico”. È così. Ci tocca avere un piede saldo sul territorio e uno sguardo molto più alto. Pensa ai frontalieri: 35 mila lavoratori, ma considerando le famiglie forse 200.000 persone, che abitano in una trentina di comuni le cui casse comunali sono 昀氀oride. Tenerne conto signi昀椀ca a volte dovere cambiare gerarchia alle notizie.
Puoifarciunesempio?
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MARCOGIOVANNELLI.Èfondatoreedire琀琀orediVareseNews.SuLinkedin dicedisé:«Conne琀琀eremondienarrarlièlamiapassione».
4. Giornalismi
La notizia dell’accordo 昀椀scale siglato in Parlamento per recepire l’accordo bilaterale tra Italia e Svizzera. È una notizia nazionale ma è stata la più letta del giorno sulla nostra testata. Per il 95% dei media non signi昀椀ca nulla, perché non li riguarda.
Evitiamodirincorrerei clic.Nondemonizziamo nésanti昀椀chiamoisocial, semplicemente facciamo ditu琀琀oa昀昀inchédalì lagentesiainvogliataa transitaresulgiornale
Primaparlaviditreprovincedi昀昀erenti. Raccontare la comunità vuol dire avere chiare le nostre microcomunità. La Valcuvia non ha niente a che vedere con quello che ti ho raccontato. Lì non c’è il treno, è una valle chiusa, ha tradizioni e vissuti incomprensibili per chi abita a Varese.
Come si fa ad ascoltare i le琀琀ori con questedi昀昀erenze?
Abbiamo 20 giornalisti sul territorio, che sono delle antenne. Poi naturalmente ci sono i social. Dirette, eventi social, commenti ci offrono spunti su chi ci legge.
ComeVareseNewsutilizzaisocial?
Evitiamo di rincorrere i click. Abbiamo una presenza basata sul valore dell’informazione. Questo traccia un con昀椀ne rispetto alla tipologia di relazione che tu vuoi costruire sui social. Noi siamo nati prima dei social e il nostro brand si era già affermato presso una fascia di lettori che oggi non ci perdonerebbe di rincorrere i trend dei social. Noi non demonizziamo né santi昀椀chiamo queste piattaforme. Facciamo di tutto, però, af昀椀nché dai social si sia invogliati a transitare sul giornale
Oggiigiornalitradizionali prendonolenotiziedaisocial, letra琀琀anosenzacriterio, scatenanolarissaepassanoad altro:iolatrovounafollia
Chedatipuoiportaresuquesto?
Nel 2022 abbiamo avuto quasi 60 milioni di visite, circa 5 milioni al mese. Per il 31% sono visite dirette, ed è il dato di cui sono più orgoglioso, per il 50,2% arrivano da Google, per il 17% arrivano dai social e per l’1,7%% da altri siti. Ma il dato più interessante è il “rimbalzo delle visite dirette”, che è al 53%. Vuol dire che tra le persone che sono arrivate cercando VareseNews, il 47% è rimasta per vedere altro dopo la prima notizia. Quelli che invece arrivano dai social se ne vanno in 84 casi
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su 100. Sono lettori più frettolosi e distratti. Anche per questo rincorrere i social da parte dei giornali tradizionali è una follia.
Ecosaandrebbefa琀琀o,invece?
I social devono riportare al giornale. Noi siamo VareseNews non Facebook o Instagram. Siamo giornalisti non in昀氀uencer e questo fa una differenza enorme.
Spiegamimeglio:qualèl’erroredeigiornali?
Inseguire. Oggi un giornale, e parlo anche di grandi giornali, prende una notizia dai social, non la gestisce in maniera critica, fa circolare qualcosa che a volte non ha alcun fondamento, scatena una rissa per fare clic e poi passa ad altro. Super昀椀cialità e memoria corta. Io la trovo una follia.
Cistiamodicendoperl’ennesimavolta:nonfacciamocidrogaredaiclick.
Sì alla 昀椀ne la soluzione è sempre quella: dare bene le notizie.
FORMAZIONE. AlfestivaldigiornalismoGlocaldinovembrel'OgLha contribuitoorganizzandocinquecorsidiformazionesutemideontologici.
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4. Giornalismi
Noi proviamo ad ascoltare i social, a prenderci degli elementi su cui costruire un racconto, ma mantenendoci fedeli a un’identità. Bisogna capire, ricordarsi che ruolo si ha. Il nostro è quello di favorire la crescita di una comunità intorno a un giornale locale.
IlfestivalGlobalènatonel 2012edèstataunasvolta: ogniannodiventiamouna sortadihubperilmondodei giornalisti,deglieditori,degli studiosidiinformazione
Qualialtristrumentioproge琀琀ineglianni avetesperimentatochehannoconsentito dialimentarelacommunity?
Il Festival Glocal sul giornalismo, anno di nascita 2012. È stata una svolta. Siamo usciti da una dimensione locale e siamo diventati un giornale glocale, che sta nel locale con un’attenzione alle dimensioni globali. Con Glocal, Varese diventa ogni anno una sorta di hub per una serie di mondi che sono quelli dei giornali, degli editori, degli studiosi dell’informazione.
CosavedinelfuturodiVareseNews?
La pubblicità rappresenta l'80% dei nostri ricavi (che da ultimo bilancio supera 1.600.000 euro). Assicurare la sostenibilità di questo sistema vuol dire puntare su progetti di comunicazione e su iniziative of昀氀ine che consentano di sostenerci e 昀椀delizzare i nostri lettori.
È possibile pensare per VareseNews a un modello membershipcomequellodelPost?
Copiareilmodellodimembership deilPost?Pernoièimpensabile: nell'informazionelocalenonpuoi fartipagareperunacosacheè percepitacomeunacommodity
Direi proprio di no. Il Post è un club di qualità, autorevole. Sono stati bravissimi a «spiegare bene le cose» e oggi raccolgono i frutti. Per un giornale locale è molto più complesso, il processo identitario da solo non basta. Noi dobbiamo dare notizie possibilmente prima degli altri, ma questo ha pochissimo valore rispetto alla costruzione di una membership, perché la notizia, dispiace doverlo dire, è sempre più una commodity. Io sono tenacemente convinto che bisognerà arrivare lì, però è un percorso complicato. La cosa da fare subito è restituire qualità al nostro lavoro.
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I VOLTI E LE STORIE DEI GIORNALISTI
Medaglie allacarriera
Riunirechiha50annidiiscrizioneall'Ordinedei giornalistidellaLombardiaèunriconoscimento allapassionedichihavissutoquestaprofessione
Speciale a cura di Michele Februo
Fotodigruppoaltermine dellacerimoniadiconsegna del29novembrescorso
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Medaglie alla carriera
Luciana,Claudio,Anna,Aldo, Renato,Federico,MariaRita, Maurizio,Gaudenzio,Alberto,Luigi, Michele,Gigi,Bruno,Luciano,Dario, Massimo,Enrico,Sandro,Giuseppe, Massimo,Silvia,Gianna,Marina, Redento,Silvano,Renata,Camilla, Edgardo,LucianoS.,Lina,Carlo, GiovanniA.,Giorgio,GiovanniBi., GiovanniBo.,LucianoB.,Chiara, Antonio,Giuliano,Carlo,Giancarlo, Primo,Luca,Luigi,GiovanniMaria, Paolo(Pablo),Silvano,Manuela, Antonio,PaoloMarco.EpoiMaria, Rosangela,GiulianoL.eMariella. E ancoraMariaGrazia,FrancescoB., GaetanoM.,Renato,Vi琀琀orio,Silvana, PaoloL.,PaoloP.,Carmelo,Mario, Giancarlo,Lidia,GiovanniRiccardo, AlessandraedEnricoR..
Ehsì,èpropriounbell’elencodicolleghe ecolleghichediventabellissimose, sfogliandoerileggendoleloroschede, siscopreinqualiredazionihanno lavorato:LaGazze琀琀adiMantova,Il Corrieredellasera,Topolino,Ansa,Il RestodelCarlino,TVSorrisieCanzoni, ElleDecor,Rai,IlGiornale,Autotecnica, Mototecnica,Bell’Italia,Avanti,Il Giorno,Libero,RadioTelevisione SvizzeraItaliana,LaNo琀琀e,LaStampa, l’EcodiBergamo,UomoVogue,Vogue Italia,IlTempo,Meridiani,IlGiornale diBrescia,LaProvinciadiCremona, Meridiani,IlMondo,Panorama,Il SecoloXIXetantissimealtretestate. Insommaunconcentratodellanostra stampapassataepresente.
StradeepiazzediMilano,piu琀琀osto chedialtreci琀琀adine,dovegliincontri -programmatiofortuiti-hanno segnatolaloroelanostrastoria:scoop, esclusive,record,anteprime,interviste, chiacchierateamicrofonispenti,foto u昀昀icialiorubateoancorafortunate, aneddotiericordi,bufaleerefusi… Quantastoria-echebellastoria-nelle loroparoleenellaloroesperienza. Quantoprofumoditipogra昀椀a,quanto ticche琀琀iodellemacchinedascrivere, quantacarta昀椀nitanell’archivioC (sopra琀琀u琀琀oall’inizio!),quantiminuti, oreegiornate“rubate”perquella “malede琀琀amasplendida”professione! Magarigliincarichisonostatidiversi, c’èchihainiziatocorreggendo bozze(perlafortunadeile琀琀ori)e chihaavutolafortunadientrare subitoinredazione,chipoiè diventato“leggenda”,“sconosciuto” caporeda琀琀ore,dire琀琀oreedavolte ancheeditore,malapassione, l’impegnoel’amorechehanno profusoinquestanostraprofessione lirendemeritevolinonsolodi unriconoscimento,maanchee sopra琀琀u琀琀odiungranderispe琀琀o. Rispe琀琀ocheva aldilàdiquello mostratoil29novembrequando l’OrdinedeiGiornalistidellaLombardia leelihacelebraticonunama琀琀inata dedicataaloroesoloaloroaperta dalleparoledelPresidenteRiccardo Sorrentinoeproseguitaconla consegnadellamedagliad’oroperi50 annidiiscrizioneall’Ordine.
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ALAGNALUCIANA
Hainiziatoacollaborarea17anniallacronacadelCorriereLombardoconcapocronistaCarlo DeMartinoequando,presadall’emozionedeiprimiarticoli,suonòalportonedelcarcerediSan Vi琀琀oreperscriverciunpezzoperpocononsifecearrestare. Passòquindialla No琀琀ediNinoNutrizioe,dopoqualcheannodipausa,divennecorrispondente delGiornaled’Italiadove,nellaredazione milanese,lavoròconEnzoTortoraprofugodallaRai. EranogliannidipiomboeilmomentobuiodellegambizzazioniedeisequestridapartedelleBrigate Rosse.SeguendoaGenovailcasodelgiudiceMarioSossi,ful’unicacheriuscìaintervistareilProcuratoreGeneraleFrancescoCoco.Nell’o琀琀obredell’80andòalGiornalediMontanelliperpoitrasferirsia LaVoceinsiemealsuofondatore.Sioccupòanchedeldisastrodell’IcmesadiSeveso.
ALTAROCCACLAUDIO
Siiscriveall’AlboPubblicistinel1972a32anni,mentrecollaboraalRestodelCarlinoedèassistentealCorsodilaureaDAMSnell’UniversitàdiBologna.Nel1977èassuntoalGiornodaGaetano Afeltracomecriticotelevisivoeresponsabiledellaterzapaginaedellepaginele琀琀erarie.Conla direzionediGuglielmoZucconiediPierluigiMagnaschiècaposervizioagliSpe琀琀acoliecaporeda琀琀ore. Nel1987GaetanoScardocchialochiamaaLaStampa,doveèresponsabiledellaredazionemilanesee poiinviatoculturale.
ATTINÀGIOVANNI
Piccolo cronista dall’estrema periferia, come si definisce lui stesso quando racconta che la passione per il giornalismo è nata sui banchi della scuola superiore a Reggio Calabria. Arrivato al Nord, la passione è continuata e, appena ha avuto la possibilità, ha iniziato la collaborazione con L’Eco di Bergamo. Il primo pezzullo, una breve, è del 1969 e racconta di uno spettacolo musicale con Al Bano e suo fratello. Da fine ’69 sono iniziate le collaborazioni da Calolziocorte e Valle San Martino con il Corriere della Sera e poi via, con quelle con Il giornale di Lecco, La Notte, Il Giornale di Bergamo, Il Resegone, Radio Grignetta, Radio Alta, Radio Cristal, Tv Bergamo. AncoraoggicollaboraconL’EcodiBergamotracronacanera,biancaconmigliaiadisedute deiconsiglicomunali.
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Medaglie alla carriera
BASSANIANNABELLA
VedovadiVieriPoggiali,hacominciatoconcollaborazioniadAmicacondire琀琀oreAlberti,dove sioccupòdirubrichedile琀琀eredellele琀琀rici,maanchedilavoroeorientamentoprofessionale.È poiaRepubblica(cronacadiMilano,quartieri,negozi,novità).Quandodecidedicercareunlavoro昀椀ssoentrainMondadorinelgruppoeconomiaetecnologieconSerraesvolgeilruolodisegreteria diredazioneinoccasionedell’uscitadiZerouno.Entraall’u昀昀iciostampaemarketingdellaHoneywell madopodueannitornainMondadoriaSegrateconilpraticantatonelgruppoCucina(3testate:Guida Cucina,CucinamodernaeSaleepepe,dire琀琀riceBernasconi).
BESANARENATO
Giornalistaescrittore,Besanasièoccupatodieditoriae,dal1995al2015,diprogrammiculturaliinRai.AlungocaporedattoredellarivistaAD,hacollaborato,tral’altro, al Giornale e al Tempo e attualmente scrive su Libero. Vicepresidente dei Pomeriggi Musicali di Milano dal 1998 al 2006, ha fatto parte del consiglio d’amministrazione della Triennale di Milano per due mandati, dal 2000 al 2005 e dal 2009 al 2013, e in seguito di quello del Teatro dell’Arte. Nel 2007 entra nel consiglio di amministrazione della Cineteca italiana fondata da Luigi Comencini. Tra i suoi libri, Lili Marleen (1981), Il Crociato (1983), entrambiconMarcelloStaglieno,Frontieradinebbia(1983,PremioHemingway),Sconcerto italiano(2008),LagrandeTrossa,laTriennalediMiano1923-2015(2016).
BERNACCHIALDO
Ilrefusoèunvirusendemicomaiestirpatoequindiormaitolleratonellavitadiungiornalista. Ma quando nella parola setaiolo la “t” viene sostituita dalla ”g” il refuso è pesante tanto più se è nel lead di un’intervista a un importante industriale comasco, allora - siamo nel 1980 - ai vertici della Federtessile. È quanto gli è successo al Giorno dove era da poco tornato dal Corriere della Sera come capo servizio di economia-finanza. Con Sergio Crippa, autore dell’intervista, erano soliti rientrare in redazione poco prima di mezzanotte per visionare la prima edizione stampata. Quella volta però, sbiancarono di fronte a quel refuso. Come sfuggì? Uno scherzo insensato del linotipista? L’importante fu bloccare tutto eristamparelapagina.Cosìsifece.MaquellanotteBernacchinondormìpensandoal“day after”.Fortunatamenteandòmegliodeltemuto.Cercaronodilimitarealmassimoildanno. «Dottore,siamodesolati,abbiamobloccatosubitoilgiornale.Cicreda,sonopochissimele copieconquell’imperdonabilerefuso» «Sarà-glirisposeilsetaiolo-,maquelleconil“segaiolocomasco”sonopurtroppoarrivateanchequisullagodovelavoro»
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BERNARDINIDEPACEGIORGIO
IlsuopercorsoèiniziatoinCondéNastnel1972,a21annicomeassistentediFlavioLucchini,dire琀琀orediUomoVogueeVogue,cosacheglihapermessodilavorarecongrandissimifotogra昀椀eartisti conoscendodavveroilmondoequestolavoro. Lìharicevutolaformazioneprofessionalecheloha accompagnatoperisuccessivi50anni,quandoilsuoveroruoloèstatoquellodigiornalista/editore.In questi50annidilavorohadire琀琀opiùdi100diversiperiodicinelse琀琀oredelcollezionabile,deltempo libero,deilavorifemminiliedellasalute.A琀琀ualmentedirige(da7annicirca)duerivistestoricheASTRA Speciale e OKSalute&Benessere.
BIANCHESSIGIOVANNI
Scrivereperilgiornale,cercarenotizie,fattiepersonedapubblicareèunaoccupazione omegliounmododiviverecheloaccompagnadaoltre50anni,praticamentedal1967, quando ha scritto le prime cronache sportive per La Provincia di Cremona. Naturalmentelavitaèfattadirelazioni,interessi,impegnifamiliarienonchevannooltreillavoro veroeproprioecheassorbonospaziimportantiall’internodiognigiornata.Leemozioniele gioiedeinipotinichegiocanoacalciooarugbysonoimpagabilieimperdibili.
BINIFEDERICO
PerFedericoBinil’esperienzagiornalisticaèstatauncammino.Hainiziatodaragazzodibo琀琀egaa CalcioIllustratoeha昀椀nitodadire琀琀orealmensileMeridiani.Inmezzohalavoratoperquotidiani, se琀琀imanali,radioetelevisione.Un’avventuracheglihapermessodivedereevivereglistraordinaricambiamentiprodu琀琀iviavvenutineglianni.Dalpiomboallafotocomposizioneeallepaginesoft, dall’analogicoaldigitale.CosìseuntempogiravaiserviziconleBetacamda14chilioggibastauntelefonino.Tu琀琀oquestolavorandoperilGiornalediMontanelli,perilse琀琀imanalel’Europeo,perMediaset siainprogrammicheneidiversitg,perMeridianidellaDomus.Dopolapensionehascri琀琀oqualche libro,inparticolareperiragazzi.
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Medaglie alla carriera
BISESTILEMARIARITA
MariaRitaBisestile,reda琀琀ricedell’Avantidal‘67al‘79epoicaposervizioeinviatopressoIlSole 24Oresinoal1999,negliultimi20anninonhafa琀琀onullachepossainteressareilpubblico.Siè soltantodedicataaisuoistudieallesuericerchepersonali,allesuele琀琀ure,aisuoisportpreferiti,allasuafamiglia,aisuoiamicieallacoltivazionedi昀椀orieortaggi.
BUONOCORELUCIANO
Negliultimiannièstatodire琀琀oreresponsabiledellarivistaLo琀琀aEuropea.Unatesidilaureasu Lo琀琀aEuropeaèstataassegnatadalProfessorRobertoChiarini,PresideFacoltàdiScienzePoliticheStatalediMilano,allastudentessaElisabe琀琀aCa琀琀ini.Buonocoreèstatodire琀琀oredelle riviste Area,LaGoccia,NoiDiPeschiera.CollaboratoredellacasaeditriceVolpe.Autoredellibro“La MaggioranzaSilenziosa”ecollaboratoredelSecolod’Italia.
CALZOLARIMAURIZIO
Assuntoilprimoaprile1971all’Ansa-doveèrimastosinoametà’86-MaurizioCalzolaripassa poinel1986aItaliaOggi-comeinviatospeciale-eallaMondadori(1989-2001),nelleredazioni diEspansione,IlgiornaledellaBancaeCasaviva.Nelfra琀琀empodivieneconsiglieredell’Inpgie vainpensionenel2001giovanissimocon36annidicontributi.FapartediunpaiodiCommissioniper gliesamiprofessionalidell’OrdineepertreannièstatoconsiglierediamministrazionedellaCasagit.
CAPELLIGAUDENZIO
Legend”dellaWaltDisneyEuropeeWaltDisneyCompany.Basterebbequestade昀椀nizioneper “dipingere”GaudenzioCapelliche,entratocomecorre琀琀ore,èdivenutodire琀琀orediTopolino portandolo(nel1992)adunatiraturadiunmilionedicopie,perpoiassumereladirezionedi Barbie.PassatodallaTv,CapellisièancheoccupatodisportconilTrofeoTopolinodiSci.Aldilàdeinumerosianeddoticoiqualipotrebbeallietarci,Capellicitieneaso琀琀olinearequellaquali昀椀cadallaquale siamopartiti:“Legend–LeggendaDisney”,checampeggiaall’ingressodiEurodisneyParigi(insiemeai nomidialtre25leggende)eaLosAngelesdavantiallasededellaCompanydoveilsuonomecompare trai“famosi”delmondo.Insomma,da…apprendistastregoneaTopolino!
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CARLONIALBERTO
AlbertoCarloni,oggi76enne,milanese,sposato,una昀椀glia,unnipotino,studiclassicialLeone XIII,laureainGiurisprudenza,alla昀椀nedegliAnni60ècorre琀琀oredibozzeaSupercalciodiAlbertoBallarin(mailsuoverolavoroèportareaspassoilcanelupodeldire琀琀ore).Nel1970va allaGazze琀琀adiMantovadiEramoeBulbarelli.Ciresta7annipassando,fral’altro,molteemoltedomenicheaseguirelegestacalcistichedeibianconeridelSuzzara.Nel1977tornaaMilanoedentra nell’équipediSorrisidiGigiVesigna,doverestaperben32anni(tantochesiparlavadi “TvSorrisie Carloni”),primacomecaposerviziodellepaginedelleemi琀琀entilocaliepoi-perlunghianni-comecaporeda琀琀oredichiusura.Nel2002entranell’OrdinereligiosodeiServidiMariaedaalcuniannivivecon lamoglieMirandaaBranzidovesidedicaallapredicazioneeall’esegesibiblica.
CAVALIERILUIGI
DopoannicomepubblicistasvolgeilpraticantatoallaGazze琀琀adiMantovaediventaprofessionistail13dicembre1980.Comepubblicistahafondatoedire琀琀oilse琀琀imanalePeriferiaed èstatocorrispondentedelRestodelCarlinoedelGiornalediBrescia.Èstatoadde琀琀ostampa dell’AmministrazioneProvincialediBresciaedell’UnioneProvincialedell’ArtigianatodiBrescia,percui hacuratoedire琀琀olarivistaBresciaArtigiana.Nel2006hafondatolarivistaPro昀椀loSalute(inprecedenzaBresciaFarmaciaFuturaeFarmaciaFutura)chesioccupadiSalute-Benessere-Bellezzaedicui ètu琀琀oradire琀琀oreresponsabilecosìcomeèadde琀琀ostampadell’OrdinedeiFarmacistidellaProvincia diBresciaedellaGe.SISrl,societàchesioccupadellagestionediserviziintegratiperlecasepopolari. Collaboratore昀椀ssodellarivistaAreaBluindistribuzionenell’areadelGarda.
CELESTINICHIARA
Iscri琀琀adatempoall’albodeipubblicisti(maancheall’albodegliarchite琀琀i,anchesenonavrebbepotutoessereinseritainduealbiprofessionali).Inrealtàdapiùdi15anninonhapiùcollaborazionia rivistediarredamento(sioccupavasopra琀琀u琀琀odegliallestimentifotogra昀椀ciperilse琀琀orecasa in principioperAmicapoiperElleDecoreBravaCasaeperl’editoreRusconi).Orafasolol’archite琀琀oe neancheapienotempo.
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Medaglie alla carriera
DAROLDGIANLUIGI DEPRATOBRUNO
GigiDaRoldsiavvicinaalgiornalismonel1970conl’Avantiediventaprofessionistanel1972.Nel 1975entraalCorrieredellaSera,diventandone,nel1980,inviatospeciale.Amicopersonaledi WalterTobagi,nel1978dàvitaassiemealuia“StampaDemocratica”.AllamortediTobagi,Da Roldraccoglieisuoiscri琀琀ipubblicandolicoltitolo“Ilcoraggiodellaragione”.EntratoinRai,assumela condirezionedellasedelombardanel1994passandosuccessivamentealladirezionedeL’Indipendente. Abbandonatal’esperienzadopopochimesi,diventacollaboratoredeIlGiornale.ScrivesulSussidiario. Hascri琀琀olibricomeAssaltoalladiligenza.Ilbo琀琀inodelleprivatizzazioniall’italiana(2012);Annientate Tobagi!(2000);L’Italiasvenduta.IntervistaaLorenzoNecci(2002);DaO琀琀oneallaP2(1982);Rapporto sulmediooriente:IsraeleegliStatiArabi(1970).
Grazieaglistudiealbilinguismo,èundivulgatorescienti昀椀codell’ingegneriamotoristica,dalle motoaijet,edellefontienergetichealternative.Hacostantementetenutoaggiornatelesue conoscenzescienti昀椀cheperso琀琀oporreaile琀琀orianalisitecnico-scienti昀椀cherigoroseeappassionate.IncampoTVhacuratoperRete4l’edizioneitalianadelprogrammaABCWideWorldofSports.Hafondatoduerivistetecnico-ingegneristichedisuccesso:AutotecnicaeMototecnicamentreora svolgelaliberaprofessionecollaborandoaquotidiani,rivisteesitiweb,siainItaliachenegliUSA.Cura ancheunsuositodianalisideiproblemienergeticieambientalie…nonhanessunaintenzionediritirarsi.
DIPIETROLUCIANO
Gliultimidodiciannidellasua“carriera”lihatrascorsicomedire琀琀orediBell’Italia,Bell’Europae InViaggio(GiorgioMondadori-CairoEditore).Peralcuniperiodiladirezionedelletretestatesi è svolta“incontemporanea”.
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FERTILIODARIO
Natonel1949FertiliodiscendedaunafamigliadioriginedalmataeviveaMilano.Giornalistae scri琀琀ore,peranniunodeiresponsabilialCorrieredellaSeradellepaginepoliticheeculturali, oggi sperimentadiverseformeespressivealternandoarticolisuvarigiornaliitalianieinternazionali,oltreanarrativaesaggistica. Conilcapodeidissidentiantisovietici,VladimirBukovskij,halanciatoilMementoGulag,giornatadellamemoriaperlevi琀琀imedelcomunismoeditu琀琀iitotalitarismi, chesicelebrail7novembre.Traisuoilibripiùnoti,laraccoltadiracconti“Lamorterossa”,ilsaggio “Ultimenotiziedaldiavolo”eilromanzostorico“L’ultimano琀琀edeiFratelliCervi”,vincitoredelPremio AcquiStoria 2013.InsegnaTeorieetecnichedellacomunicazionegiornalisticaall’universitàStataledi Milano.
FINIMASSIMO
Arrivaalgiornalismonel1970all’Avanti,doveseguecomecronistaipiùimportantifa琀琀idicriminalitàpoliticadiqueglianni.A昀椀ne1972passa,comeinviato,all’EuropeodiTommasoGiglioe OrianaFallacichelascianelgiugnodel1979«perchéoccupatodaisocialistidiClaudioMartelli mentrelaRizzolièinmanoaBrunoTassanDin».Neiprimianni‘80anima,insiemealfondatoreAldo Canale,ilmensiledipoliticaeculturaPaginadovesisonoformatitraglialtriErnestoGallidellaLoggia, PaoloMieli,GiulianoFerrara,PierLuigiBa琀琀istaeGiampieroMughini,mentrenel1982entraalGiorno diGuglielmoZucconiePierLuigiMagnaschi,comeinviatoededitorialista,cominciandounasolitaria ba琀琀agliacontrolapartitocrazia.Nel1992passaall’IndipendentediVi琀琀orioFeltriecontribuiscealla crescitadelquotidianomaquandoFeltrilasciasiri昀椀utadiseguirloalGiornalediSilvioBerlusconi.Oggi, dopoavervintoilpremioMontanellieaverscri琀琀omoltilibri,lavoraperilFa琀琀oQuotidiano,IlGazze琀琀ino edirigeilmensileLaVocedelRibelle.
FOGLIOANTONIO
AntonioFogliolaureatoineconomiaall’UniversitàBocconi,inscienzepoliticheallaStatalediMilano)elinguestraniere(allaBocconi),sièspecializzatoinmarketinginternazionalepressole UniversitàdiTübingenedOxford.Haun’esperienzaultraquarantennaledimarketing,dapprimacomedirigentediaziendaesuccessivamentecomedocenteinmarketing(UniversitàBocconi-SDA, UniversitàdiVerona,UniversitàSu昀昀olkdiBoston,AcademyofManagementdiAlmaty,UniversitàStatalediAshgabat,UniversitàeAcademyofArtdiVilnius,UniversitàdiKaunas)ediconsulentediorganisminazionaliedinternazionali(Ue,Unesco),nonchédiprimarieindustrieitaliane,dientiregionalie pubblici.Ègiornalistapubblicistadal1971avendopubblicatoarticolidimarketingedeconomicisuvarie testategiornalistiche(IlSole24Ore,LargoConsumo,Agricoop,IlCorriereOrtofru琀琀icolo,ecc.).
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Medaglie alla carriera
FORNIERGIULIANO
Fornierhalavoratoperoltre40anniperlaRadioeTelevisionedellaSvizzeraItaliana,doveconducevaunprogramma“Broadway,HollywoodeLasVegas”.Haintervistatonumerosipersonaggi dellospe琀琀acolo(musicaecinemaamericano).HacollaboratoatrasmissioniRAIeCanale5con MikeBongiorno,sempreconducendointervisteacantantieartisti.Hascri琀琀oarticolisurivistedimusica ehacondo琀琀oprogrammiradiofonicipervarieemi琀琀entiitalianeestraniere(RadioMeneghina,GMMY RadioinCaliforniaealtre).HaanchecollaboratoperanniaifestivaldelJazzdiAsconaediRimini.
GARDELLAMARIELLA
MariellaGardella,milanesedinascitaecapresepersceltaeperamore,èstatacaporeda琀琀rice diLineaItalianaeVogueItaliaconVogueShoppingdelmiticodire琀琀oreFrancoSartori.Dagli anniSe琀琀antaaglianniNovanta,hacollaboratoconipiùimportantifotogra昀椀dimoda,fracui GuyBourdin,HelmutNewtoneNormanParkinson;haintervistatoipersonaggipiufamosidellamoda internazionale,daDianeVreelandaYvesSt.Laurent,daArmaniaMissoni,edeldesign,comeE琀琀ore Sotsass,Philiph StarckePieroPinto.Èstatafashioncontributorpernumeroserivisteitalianeedestere tracuiHarpers&QueeneTheProtagonistmagazine.Nellasuaesperienzadiappassionataviaggiatrice,perlavoroeperpiacere(ilsuomo琀琀o:“viaggiare,vedereepoitornare”),ha scri琀琀oilsuoprimo libro, “Nohurry,nocurry,don’tworry”,duranteilsuomeravigliosoviaggioinRajasthan.
GERBISANDRO
Nascenel1943inPerùdoveilpadreAntonello,capodell’U昀昀iciostudidellaComit,erastatotrasferitonel1938daRa昀昀aeleMa琀琀ioliperso琀琀rarloalleleggirazzialierientranellaprimavera1948 aMilano.Silaureainleggeelavoraperunanno(1968)allaBancaItalo-Israeliana,trascorrendo poi6mesinegliStatiUniti.Alla昀椀nedel1969èassuntodallostudiodiagentidicambioScandellari-Ventura-LanellacomeassistentediRenatoCantoni,comegiornalistaedesperto昀椀nanziarioassociatoallo stessostudio,chelointroducenelmondogiornalisticoegraziealqualenel1971iniziaascriverearticoli dia琀琀ualitàdiBorsasulMondo昀椀noal1975.Nel1977passaalGiornodoverestaunannoemezzo,diventandogiornalistaprofessionista.Lasciatoilposto昀椀ssoalGiorno,svolgeun’intensaa琀琀ivitàpubblicistica,comefree-lance.Tral’altrofondaedirigedal1978al1987laLe琀琀eraSIGE,newsle琀琀ermensile dedicataaimercatimonetarioeobbligazionario.Nel1990abbandonaitemi昀椀nanziariesidedicaalla storiacontemporanea.ScrivesuLaStampa,poinel1992,passaalCorrieredellaSera,昀椀noal2000e quindiper9annicollaboraalDomenicaledelSole-24Oreperpoitornare,altri3annialCorriere.Dal 2012interrompeillavorogiornalistico,perdedicarsiallaproduzionedilibritraiquali“Ra昀昀aeleMa琀琀ioli eil昀椀losofodomato”,“Ma琀琀iolieCuccia.DuebanchieridelNovecento”,“Ebreirilu琀琀anti”,“GiovanniEnriques,dallaOlive琀琀iallaZanichelli”el’ultimo“Ilselvaggiodell’Orinocosulleormedelpadre”.
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GRANGIOTTIGIUSEPPE
Negliultimiannihaprovatoagodersilapensionedopoaverfa琀琀oilgiornalistaperoltreunterzo disecolosme琀琀endoquandosièaccortochelaprofessionenonandavapiùd’accordoconla passionacciacheloavevaispirato.Collaboratore,pubblicista,poi-daprofessionista-redattore,capocronista,segretariodiredazioneecaporeda琀琀ore,Grangio琀琀ihamossoiprimipassialSecolo XIXinesplosivaespansioneso琀琀oladirezionediPieroO琀琀one,grandemotivatoredigiovani.Nell’estate 1970scovòaLaiguegliaGerdMüller,miticocentravantidellanazionaletedescacheavevaappenavintolaclassi昀椀cadeimarcatoriaiMondialimessicanielointervistòsuundondolodellapensioncinadov’erainvacanzaconlamogliee,soloacosefa琀琀e(«erogiovanissimo-so琀琀olinea-malasapevolunga»),avvisòlaredazioneaGenova.PassòpoialGiornalediBrescia,negliannidellanascitadellaconcorrenza diBresciaoggi,creandoancheunadelleprimepaginededicatealturismonelpanoramadeiquotidiani italianichehacuratopercircatrent’anni.
LAUDIGIULIANO
Unanaturalepredisposizioneallabrillantezza,unitamentealdesideriocontinuodell’approfondimentosonostatiicardinichehannoguidatol’a琀琀ivitàgiornalisticadiGiulianoLaudi,nelcorso dilunghianni,cara琀琀erizzatidaun’inesaustavogliadisperimentarenuovevieperchéifa琀琀ida tradurreinnotizieavesserosensocompiutoecapacitàdia琀琀razioneneiconfrontidelle琀琀ore.Ilsuopercorsosièsnodatotracollaborazionivarie,dallaProvinciaPaveseall’ArenadiVeronaaPanorama,ed èpassatoanchea琀琀raversoleonderadiofonichedellaRSI-RadiodellaSvizzeraItaliana(aLugano) conintervisteapersonaggifamosi.Tu琀琀oquestohaconsolidatounricchissimoventagliodicompetenze entroicuiarginifarcon昀氀uireil昀氀ussocontinuodicuriositàcheGiulianoLauditrasformavainpropellenteperconoscenzenuove.TraleintervistericordiamoquelleaEnzoTortora,adEllaFitzgerald,eaIvo Pitanguy,remondialedellachirurgiaplastica.
LODIMASSIMO
Nato l’11 febbraio 1950, ha passato mezzo secolo nelle periferie del giornalismo. Quasi quarant’anniallaPrealpinadiVarese,dacronistaacaporeda琀琀orecentrale.Poiundecennioalla Provincia, 昀椀rmando articoli di politica, cultura, sport. In昀椀ne dire琀琀ore del sito RMFonline.it e editorialistadiMalpensa24.it.CorrispondentedaVaresedivarietestate:Rai,Stampa,Corrieredello Sport,RestodelCarlino,GuerinSportivo.Hascri琀琀olibridistorialocale,narrativa,sport.Traquest’ultimi,“Ilmiocalcio,lamiaJuve”,editodaSperling&Kupfer,conMarcelloLippi.Fissatounappuntamento nellasedebianconeraperavereconfermadellaprefazionediUmbertoAgnelli,scambiòunelegante usciereindoppiope琀琀obluperilcapu昀昀iciostampa.MalaprefazionedelDo琀琀ore,persinoautografa, arrivòlostesso.
105 new Tabloid
Medaglie alla carriera
LURAGHIMARINA
MarinaLuraghinasceaMilanoil5luglio1939.Compiutistudiumanistici,entracomepraticante giornalistaaLineaItalianadellaMondadori.Il2maggio1972divienegiornalistaprofessionista contribuendonellasuacarrieragiornalisticaallaa昀昀ermazionedellamodaitaliana.Passata allaRizzolidivienecaporeda琀琀oreepoivicedire琀琀orediAnnabella.Successivamentevienenominata reda琀琀orecapodiUomoVogue.Diventapoidire琀琀orediGardeniaprimaditornareinRizzolicomevicedire琀琀orediAnnabellaeconcludelasuacarrieragiornalisticacomevicedire琀琀orediBella.Sul昀椀nire del2021pubblicaillibro“Avreivolutofareilpi琀琀ore…”dedicatoallavocazionepi琀琀oricadelmanager Luraghi.
MARTINENGHISILVIA
Giornalistaprofessionistaeconsulentedicomunicazione,Silvianel1968frequentaleredazioni diAmica,LineaItalianaeL’UomoVogue.VersoiprimianninovantaapreRegiapress&media, u昀昀iciostampapercomunicazioneePRelavoracomereferentestampainambitofashione accessori,tessile,benessere,culturaedesigncasa.Tu琀琀oraconsulenteu昀昀iciostampadaMissoniperla Home(RositaMissoni).Moltiiconta琀琀idicollaborazionetraiqualialcunigruppifashioninternazionali; brandmoda;tessile;stru琀琀uretermali.Curaanchel’u昀昀iciostampapereventi.Martinenghihacuratola stesuraepubblicazionediduelibridedicatiunoalgruppoFilpucciel’altroalcalzaturi昀椀cioBaldinini.Da gol昀椀staSilviahavintouncampionatogiornalisti.
MEAZZACARLO
Dafotografohacollaboratoagiornalieriviste.Harealizzatounanovantinadilibrilegatiall’ambiente,siaumanochenaturalesopra琀琀u琀琀oinLombardia.Recentementeharealizzatounlibro sullatransumanza dellepecoreinLombardiachesichiama“Rèmench”, unosuiluoghidellaResistenzaneiromanzidiCalvino,FenoglioeMeneghelloeunosuiluoghilombardiriconosciuti dall’Unescocomepatrimonio dellaUmanità.Quest’annoneesconodue,unosugliOspizieipassialpiniel’altro suiluoghidivitadiDanteIsellaedegliautoriaiqualisièdedicatoperbuonapartedellavitaqualiPorta, Tessa,Montale,Gadda,Manzoni,Sereniecc.ecc.ViveaVarese,seglicapita faqualchemostrae…gli piaccionoleacrobatedelcirco.
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MILANOGIANNA
Giornalistascienti昀椀cadelse琀琀imanalePanorama昀椀noal2009,eorafreelancepervarietestate (L’Espresso,LaStampa,SaluteInternazionale,Tag43,Capital,RecentiProgressiinMedicina), èstataresearchfellowallaKnightScienceJournalismProgramalMassachuse琀琀sInstituteof Technology(MIT)diBostonehao琀琀enutounascholarshipadHarvardUniversity,aCambridge,negli Usa,perunproge琀琀odiricercasuBiotecnologieeBioetica.Dal2001al2017èdocentealmasterdicomunicazionescienti昀椀caallaScuolaInternazionaleStudiSuperioriAvanzati(SISSA)diTrieste.Dal2002 al2009haorganizzatoecoordinatoilCorsodigiornalismoscienti昀椀copressoilLaboratoriodibiologia dellosviluppoallaUniversitàdiPavia.Èautricedialcunilibritraiqualiricordiamo“PuoicorrereRocco: SangueeAIDS,Cronacadiunoscandaloitaliano”,“BioeticadallaAallaZ”,“Larivoluzionedellecellule staminali”e“Cronacadiunamorteopportuna”.
MORIREDENTO
Debu琀琀anel1966(quandoesceilsuoprimoarticolo昀椀rmato)nellaredazionediParmadelResto delCarlinoperpoipassarealla“concorrenza”dellaGazze琀琀ae,qualchemesedopo,aiperiodici dellaMondadoriconcollaborazionialaRepubblicaePanorama.Nel1978diventaresponsabile dellaredazioneromanadiEspansionechelasciadieciannidopo,avendonelfra琀琀empoassunto-come responsabile dell’informazione economica della Mondadori - la direzione dello stesso giornale, del GiornaledelleAssicurazioniedeitrimestraliHarvardEspansioneeMarketing.Nel1988diventadirettoreresponsabiledeIlMondoperpoiassumereladirezioneeditorialediRCSPeriodicisinoal2005.Nel “durante”pubblicatral’altroil“Dizionariodeiterminieconomici”esvolgemoltealtrea琀琀ivitàeditoriali.
NAVAGIANCARLO
Incominciaalavorarenel1950scrivendodiciclismosuIlLambroperpassarepoiaLaBrianza,Tribunamonzese,VocesportdiBergamo,CorrierediMonza,Lase琀琀imanasportiva,Calciolombardo. Hafondatoanche-daappassionato-ilCircoloFotogra昀椀coMonzese.Nonsifamancaretelevisioni eradio(TeleradioMonzaBrianzaeNovaradiotraealtre)enel1985assumeladirezionediNoipasticceri,periodicodell’AssociazionepasticceridellaprovinciadiMilano.Dal1990curalarealizzazionedi Commercio2000ilperiodicodell’UnionecommerciantidiMonzaeBrianzadicuièadde琀琀ostampae diMonzasprint,periodicodegliAmicidell’Autodromoedell’USSM,UnioneSocietàSportiveMonzesi. A琀琀raversolecolonnedeilCi琀琀adino,Nava-cheèstatoancheconsiglieredellaCassaassistenzadei giornalistiitalianieprobovirodellaFederazionenazionaledellastampa-hacuratoancorala“Storiadi giornaliegiornalisti”aMonzaeilcensimentodellecascineinci琀琀à.Nel1982èpremiatoconlaCorona ferreapergli11annitrascorsinellavestedicronistadelConsigliocomunalediMonza.
107 new Tabloid
Medaglie alla carriera
NOÈPIETRO
Inpensionedal2009,PietroNoèprimahalavoratoperRegioneLombardiaredigendocomunicatie opuscolineise琀琀oriIstruzioneePoliziaLocale.Harealizzatoanchequalchecollaborazioneaperiodici musicaliediautostoriche,masaltuaria.
NOVELLIUGO
UgoLorenzoNovellisièsempre昀椀rmatoLucaNovelli,comescri琀琀ore,disegnatoreegiornalista. CollaboratoreRaidal1986,anchedelletrasmissionidiEnzoBiagi,nonhamaismessodifarlo. Comeautoreecondu琀琀oreperRaiEducationalharealizzatoledueserietelevisiveLampi digeniointv.AutoreperRizzolidellaserielibri“InviaggioconDarwin”, sostienetu琀琀orailproge琀琀osu quotidianieperiodiciecuralesue collanediscienzeperragazzi,conconferenzeeinterventisugiornali dise琀琀ore. Lasuacollana “Lampidigenio,Biogra昀椀ediGrandiScienziati”perEditorialeScienza/Giunti ètrado琀琀ain28linguee lacollana“iGenie琀琀i”(BrioschiEditore)ino琀琀o.ScrivespessodiscienzaeambientesulperiodicoAndersenesulsuoblogwww.lucanovelli.info
PEREGOLUIGI
Dopouninizio-comeaccadespesso-neipiccoligiornalilocali(nelsuocasoAzioneSocialista)ed unprimopezzosuL’Avantinel1966,PeregocreainsiemeaMaurizioLozzailgiornalecomunale diNovateMilanese“Informazionimunicipali”(editoancoraoggi).Dopol’esperienzadelladirezionedelgiornaledellaLegaperleautonomielocalidellaLombardia“Orientamentiamministrativi”e disindacodellaci琀琀adinadal1975al1990,Peregomandaallestampeilsuolibro“Uominieistituzionia NovateMilanese.Dizionariodeiconsiglicomunaliedintorni1861-2005”,untomodi450pagineentrato nella“storia”diNovate.Pubblicapoialtrilibritraiquali“Unsentierolungo45anni”doveraccontale suenumeroseescursioniedesperienzedialpinistasulleDolomitidelBrentatrentine.
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PESENTIGIOVANNAMARIA
AnnaPesentièstatapercircavent’anni,昀椀noal1995,dire琀琀oredell’IstitutoSpumanteItaliano MetodoClassicoeproprioinquelperiodo,igrandiSpumantiItalianihannoprogressivamente conquistatoposizionidialtorilievoeprestigiononsolonelnostroPaesemaancheall’estero. Hapoilasciatol’Istitutoedètornataallesuea琀琀ivitàiniziali:ilgiornalismoeleRelazioniPubblichenei se琀琀oridell’alimentazione,dellamoda,dellacosmetica,dellospe琀琀acoloedellemanifestazioniingenere deiqualisieragiàoccupataneiprimiannidellasuaa琀琀ività.Bergamascadiorigine,Pesentihafa琀琀ole sueprimeesperienzenelGiornalediBergamoehacollaboratoconimportantiperiodicicomeGioia, CiviltàdelBere,VinieLiquori,Mixer,CucinaBellaeBuona,Menu,Cambusa,IlCorriereVinicoloedaltri.
PIACENTINISILVANO
Lasuacarrieragiornalisticainizianel1969 comepraticante nellaredazionedellarivistaMotociclismo dopoavercorre琀琀obozzeallaGazze琀琀adelloSport.Haseguitopernumerosianniilcampionatodelmondodimotociclismo,dovespadroneggiavaGiacomoAgostini,imondialidimotocross editrial.Dal1988 hadire琀琀oglispecialiMotociclismod’Epoca, Tu琀琀olemotodelmondo,Vacanzein moto,MotociclismoFuoristradasinoal1992quandoentra,sinoal2005,nellaredazionediAutomobilismo,sempredelgruppoEdisport,dedicandosiinparticolareallasicurezzastradale,unargomento chegliconsentedivincerenel1995enel1996unprimoeunsecondopremioinunconcorsoinde琀琀odal MinisterodeiTrasporti.Dal2005al2010 suchiamatadalDire琀琀oreFerruccioDeBortolicollaboraalle paginemotoridel Sole24Ore.
PISURENATA
Nonvolevafarelagiornalistadapiccola,volevafarelasinologa,occuparsiescriveredellaCina dovenel1957eraandataastudiarelinguaestoriapertreanniall’UniversitàdiPechino.Da pocotornataInItaliariceve琀琀eunatelefonatadeldire琀琀orediABC,GaetanoBaldacci,ilquale leproposedicurarelaprimastoriafotogra昀椀cadellarivoluzionecinese,adispense.Acce琀琀òedalìcominciòlasualungaavventuranelgiornalismo,conunocchioallaCinamaanchealcostume,alsesso, allacronaca,allacultura,昀椀noacheapprodòalRadiocorriereTV,perpassarepoiallaStampache lainviòinEstremoOrientecomecorrispondentedaTokyoperqua琀琀roanni.Credevadiaverchiusoil cerchio,invecearrivòun’altratelefonataasorpresa,questavoltadiEugenioScalfari,cheavevamolto apprezzatounasuainchiestasullesuorediclausuraelechiedevasevolevapassarealaRepubblica Ecosìfu,altridieciannicomeinviatadiesterisulfronteditu琀琀eledisgraziedelmondo,dalRuandaa Sarajevo,nondimenticandomaiCinaedEstremoOriente«ma-comescrivelei-nonoccupandomipiù, purtroppo,disuore».
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Medaglie alla carriera
PORTACARLACAMILLA
Milanese,CarlaCamillaPortaunavoltaterminatiglistudiiniziasubitoalavorarecomepsicologaesolopoisiavvicinaallacartastampata,iniziandoacollaborarealCorrieredellasera, Paginadelladonna,con“Lenostreprofessioni”earticolivari,anchesuL’illustratodelCorsera epoisuAmica,ilMondoeCorriered’Informazione.Aquesteprimeesperienzesenea昀昀iancanomolte altrenelgiornalismo,nell’editoria.Nel1975pubblicainfa琀琀ipressoSonzognoeditore“Senzadistinzione disesso.Guidaalnuovodiri琀琀odifamiglia”edueannidopo,“Ladonnaeildiri琀琀oallavoro”.Ricorda ancoraquandosipresentòalPresidenteDeMartinoperl’iscrizioneall’albodeipubblicisticonunabustadiritaglidiquantopubblicato.«DeMartinolapreseinmanosoppesandolamormorando“Unpo’ leggerina”poil’aprìesia昀昀re琀琀òacorreggersi:“No,no,vabene,vabene». Passòaiprofessionistinel 1979allePaginedellaSalutediAnnabella,dovevenneassuntanellostessoannoedoveèrimasta昀椀noa quando,dopoessere昀椀nitaincassaintegrazione,nel‘97haraggiuntolapensione.Nonèmancatoilsuo apportoalsindacato:hapartecipatopiùvoltealcomitatodiredazionesiadellatestatasiaaziendale.
ROSSIPAOLO(PABLO)
PabloRossiènatoaBuenosAires,sièlaureatoingiurisprudenzaaMilanoedèstatodire琀琀oredella comunicazioneesegretariogeneraleinimportantiimpreseedorganizzazioniindustrialiprivate epubbliche.SièoccupatodiTerzoSe琀琀orecomesegretariogeneralediunaOnlus.Dal10luglio 1972èpubblicista.Hascri琀琀opervolumicolle琀琀ivi,perquotidianieperperiodicinumerosisaggiearticoli sutemidicomunicazioneedeconomici,nonchésuargomenticulturalieartistici.Èanchecuratoredegli ArchivistoriciGiuseppeEugenioLuraghi(conMarinaLuraghi)eA琀琀ilioRossi.HapubblicatoperMursia iromanzinoir“L’ombradelpoeta”e“Ilsangueel’oro”ambientatidurantelaGuerracivilespagnola. Scriveededitadaunquartodisecolounacollanadilibre琀琀iannualinonvenaliconiqualiripercorre vicendeartisticheeculturalidelsecoloscorso,chehannocomeprotagonistailpi琀琀oreegra昀椀coA琀琀ilio Rossi.
RUSMINISILVANO
SilvanoRusmini,milanese,daoltre30annièresidenteaCarateBrianza.Lasuaa琀琀ivitàgiornalisticainizia,comefreelance,neglianni‘60concollaborazioniconunarivistadimotoriIlPilotae unamusicaleTu琀琀amusica(entrambescomparse).L’iscrizioneall’albo,comepubblicista,avviene nel1972grazieadellecollaborazioniconrivistedellaPalazziEditore:Tempo,QuiGiovanieMare2000 (oggiscomparse).Nel1983hafondatoilmensile-tu琀琀oraesistente-Ilmondodellabirra(laprimapubblicazionealmondosultema)dellaqualeèstatodire琀琀oreresponsabile昀椀noalmaggio2020.Nelcorso deglianni,sisonoaggiuntealtrepubblicazioni:Localitop(mensilerecentementechiuso)eGrossisti BevandeItalia(bimestrale,organodeigrossistidifoodandbeveragetu琀琀orainessere).
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SCHIOPPASALVADEGOMANUELA
HainiziatonegliultimiannidelLiceo,curandounarubricadimoda,“Pernoigiovani”(epoianche“PervoiSignore”),sulquotidianomilaneseLaNo琀琀e.Nel1972ildire琀琀ore,NinoNutrizio,la incoraggiòadiscriversiall’OrdinedeiGiornalisti(efuunagrandeemozioneeungrandeonore). Durantel’Università(FacoltàdiArchite琀琀ura)collaboròconvarietestateoccupandosisemprediModa eintroducendopocoallavoltailDesign.Appenalaureata,spostò lasuaa琀琀ivitàcompletamentesuArchite琀琀urad’InternieDesign,siacomegiornalista(pertestatecomeAbitareoLamiacasa),sia,sempre dipiù,comearchite琀琀oliberoprofessionista(aprendoilsuostudioprofessionale)continuandoperòa collaborareconletestatedise琀琀ore,curandoitestieleimmaginideiproge琀琀idaleirealizzaticome, recentemente,suGiardinoItalianonel2019(PaysageEditore),perlapubblicazionedelparcodiun ResortnelSiracusanodaleicurato,sullarivistaLacasadiunavolta nel2016(LotusPublishing),perun serviziosuunadimorastoricaoancorasullarivistaCasachicnel2014(LotusPublishing),perun’abitazionecheavevarealizzatoaParigi.Econtinuaancora,conl’entusiasmodisempre,acoltivareunlavoro chenonsme琀琀emaidiappassionarla.
SIGNATIEDGARDO
UnavitapassataallaGazze琀琀adelloSportdoveentracomegiovanegiornalistaedescecome caporeda琀琀oreeresponsabiledeglispecialidellaroseapassandodal“tavolo”delcalciocome caposervizioesegretariodiredazione(nel2006).Unimmensoarchiviodiricordichespaziano dalla“昀椀gurina”inrosacheloimmortalòperl’uscitadelDire琀琀oreCandidoCannavò,allefotoconPelée Maradona,dalleChampionsaiMondialidel2006,dalPalloned’orodiAndrijSevcenkoallavisitaacasa diAdrianoCelentano(uneventorarissimo).Mal’aneddotochepiùricordarisaleal2007.«Inquell’anno ilmioMilan-raccontaVignati-vinselaChampionsadAtenecontroilLiverpooleGallianiportòinGazze琀琀alaCoppadallegrandiorecchie.Ebbenesiposeilproblemadidoveconservarlaperlano琀琀evisto cheinredazionenonavevamounluogosicuro.Lasoluzione?Semplice,laportaiacasamiaecidormii accanto»
SIMONELLILUCIANO
DopolaLaureainScienzePolitiche,hascri琀琀osullepaginedeIlMulino,dell’Avvenire,delCorriere dellaSeraedellaDomenicadelCorriere,delReader’sDigestperSelezione,diMillelibriedella Stampa.Nonsoltantocronacaereportagemaancheunapredilezioneperilmondodeilibriche lohaportatoascoprireepubblicaretestiineditidiBuzzati,Piovene,Emanuelli,Pasolini,Valeri,Guareschi.ÈcosìpassatoalladirezioneeditorialediRusconiLibri,Idealibriepoihacreato-conSimonelli Editore-simonel.com,casaeditricefraleprime,nel1997,adintrodurreglieBookinItaliaeadavere unapropriatestataonline,L’ISTRICE.
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Medaglie alla carriera
SOTISLINA
Andatainpensionehapensatodiguadagnarselaaiutandolasuaci琀琀à(Milano).Haparlatocon BeppeSalaedhafondatoQuartieriTranquilli(www.quartieritranquilli.it),associazioneimpegnataarendereiquartierimilanesipiùsostenbiliesolidali.HapersuafortunamolticollaboratoriexgiornalistidelCorrieredellaSera.L'associazioneèpresenteinmoltiquartierie«tentadifare qualcosa,moltoaiutatadallaFondazioneCariplo,EnelCuoreelaFondazioneGanassini».L’operazione piùriuscitaèilrifacimentodell’ospedaleperbambiniBuzzicheèstatoa昀昀rescatodairagazzidell'Accademia diBrera,èstatodotatodisaleospedaliereenuovimacchinarimoltomoderniedicamiciper do琀琀oriedinfermieri昀椀rmatiArmani.OgniannoaSant’Ambrogiol'associazioneportalaPrimadella ScalaaSanVi琀琀ore.
SPILLERANTONIO
GraziealgiornalistaMarioMercuri,padredellasuaadoratasposaAnita(maleifrequentavala Ca琀琀olica,luilaStatale),iniziòacollaborareadAggiornamentiSociali,larivistadeipadridisan Fedelesultemadellalibertàd’informazione,quindiadAvvenireecomecriticocinematogra昀椀coaLe琀琀ure.Fa琀琀alatessera,SonyItaliaglia昀昀idòladirezionediMillecanalitv,ilgiornalecheneltriennio1975-78coronòloskylinedelleci琀琀àcon8000antennetrasmi琀琀enti(all’epocaBerlusconiaSegrate avevasoltantountelecinemamaeraunimprenditorelungimirante).Successivamente,premiatoall’ESAdiNorwijkeall’IntelsatdiWashingtonpreseapubblicareconlaSouthPublishingCo.diNewYork.
VEGETTIROSANGELA
Giornalistaprofessionista,impegnatanell’informazionedelladiocesidiMilano.Maanchenel campodell’ecumenismo,deldialogointerreligiosoenellapromozionedella昀椀guraedelruolo delladonnanellaChiesa.Comehascri琀琀oilgiornaleAvvenire,ecconeisuoitra琀琀iessenzialiil ritra琀琀odiRosangelaVege琀琀i,mortaall’etàdi77anni–eranatal’11luglio1945–acausadiunmaleincurabile,cheinpochimesil’hastrappataallavitaeall’impegnoecclesiale.
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VOLONTERIOPAOLOMARCO
Hainiziatoascrivereiprimiarticole琀琀inel1963dastudentesullepaginediSeregnodeIlCi琀琀adino diMonzaeBrianzae,dal1967allasogliadeglianni2000,hacollaboratoconStadioeCorrieredelloSport.NellostessoperiodoentraafarpartedelcomitatodiredazionedelperiodicoI quadernidellaBrianza,incaricocheoccupatu琀琀ora.Nelgennaio1972entranell’OrdinedeiGiornalisti dellaLombardia.Nel1975fondainsiemeadaltril’emi琀琀enteliberaRadioSeregno-doverimanesino allachiusuranel2010-conl’incaricodivicedire琀琀oreeresponsabilideiservizigiornalistiesportivicontinuandosemprelacollaborazioneconIlCi琀琀adinodiMonzaedellaBrianzaperilqualecreaedirigeIl Ci琀琀adinodeipiccoli.Nel1981èchiamatocomereda琀琀orealnascentequotidianoOrdinedellaBrianza (cheduròsolodueanni)e,nel1982divieneresponsabiledellaredazionediSeregnodelbise琀琀imanale IlCi琀琀adinodiMonzaeBrianza昀椀noal2006,annodelcambiodiproprietàdellatestata,tornandopoi traicollaboratoridovesitrovatu琀琀ora.Neglianni'80e'90hacollaboratoancheconL’EcodiMonza,il GiornalediMonzaeconl’emi琀琀entetelevisivaCanale6.Per20annihacollaboratoconilCorrieredella Sera(paginaLombardia),LaStampadiTorinoeItalpress.Coautoredi“Ilfuturonellatradizioneenella a琀琀ualità”,“Seregno1981”,“Giussano1981”e“Seveso1982”,hadire琀琀oiperiodicisportivi“Azzurro”,“Qui Seregno”e“Tu琀琀ohockey”.
ZANDACARLO
S«onostatoanch’ioungiornalistafeliceesconosciutoelosonoancoraoggichepossooccuparmidiciòchemiinteressaescriverne.Devoaquestoprivilegioitrelibripubblicatiinquesti anni.Maunprivilegioancorapiùgrande–cihascri琀琀olostessoZanda-èstatopoterlavorare daragazzoperPaeseSeranellasecondametàdeiSe琀琀antaeprimaancoraalGlobo,ilpiccologiornale (dire琀琀oriAntonioGhirellieMarioPirani)condannatonel’74allachiusuraperl’appoggiodatoaldivorzionelreferendum.Giornalisti,impiegatietipogra昀椀occuparonoinsiemelaredazioneperqua琀琀romesi, giornoeno琀琀e,eriunendosiognipomeriggioinassemblea,dividendoiproventidellecolle琀琀esecondo ilnumerodi昀椀glietentando(invano)disalvareilgiornaleconunacooperativa.EronelCdr,fulamia università.Unaltromondo».
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Medaglie alla carriera
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LEGGENDA.GaudenzioCapelli,giàdire琀琀orediTopolinoe"Legend"dellaDisney.
Tabloid
NewTabloid-Periodicou昀昀icialedel Consigliodell’Ordinedeigiornalistidella Lombardia
PosteItalianeS.p.a.Sped.Abb.Post.
Dln.353/2003(conv.inL.27/2/2004n.46) art.1(comma1).FilialediMilano-AnnoLI
N.1/2023(numero2nuovaserie)
Dire琀琀oreresponsabile RiccardoSorrentino
Coordinamentoeditoriale FrancescoGaeta francesco.gaeta@odg.mi.it
Direzione,redazioneeamministrazione
ViaAntoniodaRecanate120124Milano
Tel:02/67.71.371-Fax02/66.71.24.18
ConsiglioOrdinegiornalistiLombardia RiccardoSorrentino:presidente professionista.FrancescoCaroprese: vicepresidentepubblicista.RosiBrandi: consiglieresegretarioprofessionista. MauriziaBonvini:consiglieretesoriere professionista.GiuseppeCa昀昀ulli,Ester Castano,FabioCavalera:consiglieri professionisti.PaoloBrambilla,RobertoDi Sanzo:consiglieripubblicisti Collegiodeirevisorideiconti: RobertoParmeggiani(presidente professionista),MonicaMainardi (professionista),AngelaBa琀琀aglia (pubblicista).
Dire琀琀oreOgL:Elisabe琀琀aGraziani
Registrazionen.213del26-05-1970presso ilTribunalediMilano.Testataiscri琀琀aal n.6197delRegistrodegliOperatoridella Comunicazione(Roc)Tiratura:2500copie.
Proge琀琀ogra昀椀co:ChiaraAthorBrolli
Chiusoinredazioneil27febbraio2023.
Stampa:PrografSoluzioniGra昀椀chedi FrancescoFormica
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