Wonderwall #34

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RKID034 the turning

EDITORIALE

hello, Ecco il numero 34 della fanzine, pubblicato (nel mezzo di una torrida estate e) in concomitanza dell’ultimo concerto del Dig Out Your Soul World Tour che si tiene in Italia! Gli Oasis hanno infatti scelto di chiudere nella loro ‘patria spirituale’ un lunghissimo tour che li ha visti esibirsi in tutto il mondo. L’ultima tappa è a Milano nella Zona Fiera di Rho, domenica 30 agosto 2009, per il I-Day Urban Festival (organizzato dalla Indipendente Concerti). Gli Oasis sono headliners della serata che vede protagonisti, tra gli altri, anche Kasabian, Kooks e Twisted Wheel. Un esteso reportage dell’evento sarà incluso sul prossimo numero. Cosa è lecito attendersi per il futuro della band? ‘The Chief’ ha dichiarato in varie interviste che c’è da attendersi una pausa di 5 anni per la band, scenario che ha terrorizzato tutti i fans, ma che lascia aperte possibilità concrete per un album solista di Noel Gallagher. Liam Gallagher nel frattempo si è dedicato con molta passione al progetto Pretty Green, una linea di abbigliamento (lui non vuole la si chiami ‘linea di moda’) ideata, disegnata e prodotta da ‘Our Kid’. Attualmente è disponibile solo online ed in edizione limitata, ma presto sarà distribuita e venduta anche in alcuni store selezionati. In questo numero la prima parte del reportage del tour con le 5 date italiane di febbraio 2009 (recensioni su Heaton Park e Wembley Stadium saranno sul prossimo) e una intervista esclusiva a Phil Smith (ex-roadie di Oasis e Stone Roses e attualmente Oasis Tour Dj) nella quale racconta alcuni aneddoti sulla band e di come è diventato ‘parte della storia’. Appuntamento al prossimo numero, sino ad allora...

staysupersonic

agosto09 EDITORE

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PS: Dal 15 agosto 2009 è online anche il nuovo portale web di Wonderwall, al solito indirizzo www.wonderwall.it (oltre alla rinnovata grafica ci sono contenuti esclusivi e una nuova piattaforma tecnica). Il sito è in continuo aggiornamento e le news sono collegate al blog oasisnews.it (sempre gestito dal fans club italiano degli Oasis).

oasis, phil smith, andrea dulio, delfina cribiori, valentino bonetti, francesca ‘rome’, iuri martelli, domenico picarreta, alessandra e tutti gli iscritti al fans club. COVER SHOT

oasis (promo shot)

ISCRIZIONE italian Oasis fans club Sul sito www.wonderwall.it nella pagina iscrizione fans club puoi vedere le modalità di iscrizione o rinnovo al fans club italiano ufficiale degli Oasis e tutte le formule di richiesta arretrati della fanzine. Nella pagina fanzine puoi invece consultare i contenuti di tutti i numeri arretrati di Wonderwall. In ALLEGATO (sino ad esaurimento): una foto su carta opaca (18x13 cm) con un AUTOGRAFO autentico (non stampato) di BONEHEAD. Are you Mad For It?

modalità di pagamento I metodi di pagamento accettati sono: PostePay, Paypal, Bonifico Bancario, bollettino di C/C postale o Vaglia Ordinario. Sul www.wonderwall.it è disponibile per il download un file PDF con i dettagli di tutti i metodi di pagamento o può essere richiesto via email a: redazione@wonderwall.it

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the dreams we have as children . CD / DIGITAL . UK only CD release 15 March 2009 (promotional cd UPOASIS001) . Digital UK release 16 March 2009

CD TRACK LIST Fade Away (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 02. Listen Up 03. Half The World Away (Noel Gallagher) (Paul Weller) 04. The Butterfly Collector [+] 05. All You Need Is Love [+] (Lennon / McCartney) 06. Don’t Go Away (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 07. Sad Song 08. Wonderwall (Noel Gallagher) 09. Slide Away (Noel Gallagher) 10. There Is A Light That Never Goes Out (Morrissey / Marr) 11. Married With Children (Noel Gallagher) 01.

DIGITAL TRACK LIST 01. (It's

Good) To Be Free (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 02. Talk Tonight 03. Fade Away (Noel Gallagher) 04. Cast No Shadow (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 05. Half The World Away 06. The Importance Of Being Idle (Noel Gallagher) (Paul Weller) 07. The Butterfly Collector [+] (Lennon / McCartney) 08. All You Need Is Love [+] 09. Don’t Go Away (Noel Gallagher) 10. Listen Up (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 11. Sad Song 12. Wonderwall (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 13. Slide Away 14. There Is A Light That Never Goes Out (Morrissey / Marr) 15. Don’t Look Back In Anger (Noel Gallagher) (Noel Gallagher) 16. Married With Children [+] Paul Weller alla chitarra e voce come special guest per The Butterfly Collector e All You Need Is Love Oltre la realizzazione in CD in allegato alla rivista CULTURE, il THE TIMES ha pubblicato dal 10 marzo un link nel quotidiano per scaricare gratuitamente su www.itunes.co.uk le 5 canzoni acustiche mancanti nel cd. 10 Marzo – (It’s Good) To Be Free | 11 Marzo – Talk Tonight 12 Marzo – Cast No Shadow | 13 Marzo – The Importance Of Being Idle | March 14th – Don’t Look Back In Anger http://entertainment.timesonline.co.uk

Noel Gallagher - Vocals and Acoustic Guitar Gem Archer - Electric Guitar and Keyboards Terry Kirkbride Percussion Paul Weller Acoustic Guitar and Vocals on The Butterfly Collector and All You Need Is Love Sound by Bruce Johnston String arranged by Rosie Danvers, produced by TommyD and performed Wired Strings. Violins by Natalia Bonner, Sally Jackson, Hayley Pomfrett, Ellie Stanford / Violas by Emma Owens, Sarah Chapman / Cellos by Rosie Danvers, Jane Oliver Recorded by Alan Branch Mixed by Gareth Johnson (Stand Alone Productions) Concerts for Teenage Cancer Trust are produced by Roger Daltrey CBE and Des Murphy Cover art by House@INTRO ---------------------------------------------The Dreams We Have As Children è il concerto registrato alla London Royal Albert Hall il 27 marzo 2007 da Noel Gallagher e Gem Archer per raccogliere fondi a favore della associazione Teenage Cancer Trust (www.teenagecancertrust.org). Una parte dell’album (11 tracce) è stato pubblicato in Cd e allegato gratuitamente all’edizione di domenica 15 marzo 2009 del The Times che esce, come consuetudine, con il nome The Sunday Times e con allegato la rivista Culture ed un cd. La rivista Culture vede in copertina Noel Gallagher e il cd allegato è intitolato ‘The Dreams We Have As Children’ (Noel Gallagher - live at the Royal Albert Hall) con numero di etichetta UPOASIS001. Il titolo dell’album è tratto da un verso della canzone “Fade Away”. La realizzazione completa del live in digitale è stata resa disponibile per l’acquisto dal 16 marzo 2009 su iTunes e altri store digitali selezionati. Una parte del ricavato della vendita viene devoluto alla associazione Teenage Cancer Trust.

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i’m outta time tracks: I’m Outta Time I’m Outta Time (Twiggy Ramirez Remix) The Shock Of The Lightning (Jagz Kooner Remix) To Be Where There’s Life (Neon Neon Remix) . . . .

2 x limited 7” / CD SINGLE / DIGITAL Bundle UK release 1 December 2008 European release 28 November 2008 Japanese release 18 March 2009

"I’m Outta Time" è il secondo singolo estratto dall’album “Dig Out Your Soul” (settimo in studio degli Oasis). Il singolo è uscito ufficialmente il 1 dicembre in Uk e il 28 novembre in Italia (e in altri paesi europei). Il singolo viene pubblicato in vari formati, incluse due diverse edizioni del vinile in 7 pollici. Tutti i formati contengono dei remix e in versione digitale si può acquistare anche il demo della title track. Tra le versioni remix è presente la versione di ‘I’m Outta Time’ editata da Twiggy (il bassista di Marilyn Manson) insieme a Dave Sardy (produttore di Dig Out Your Soul). Autore della canzone del singolo è Liam Gallagher, la traccia ha una innegabile vicinanza allo stile compositivo di John Lennon degli inizi anni ‘70. Il piano ricorda in particolare “Jealous Guy” di Lennon (apparsa per la prima volta sull’album Imagine, nel 1971). Mentre altre parti musicali di piano sono simili alle melodie di “A Day in the Life” dei Beatles. Se ciò non dovesse essere abbastanza la canzone contiene un sampler audio di una delle ultime interviste John Lennon (una intervista fatta da Andy Peebles per BBC Radio 1. Trasmessa per la prima volta il 6 Dicembre 1980). Durante la parte udibile alla fine del singolo di Liam, Lennon dice: "As Churchill said, it's every Englishman's inalienable right to live where the hell he likes. What's it going to do, vanish? Is it not going to be there when I get back?". Liam ha dichiarato in varie interviste che ha impiegato nove anni per scrivere ‘I’m Outta Time’. Sicuramente è da considerare come uno dei migliori brani tratti da Dig Out Your Soul e, ad oggi, la migliore canzone scritta da Liam. Lo stesso Noel Gallagher l’ha descritta come ‘ingannevolmente fantastica’. Nonostante ciò è entrata solo al numero 12 delle UK Singles Chart - il primo singolo degli Oasis a non arrivare nella top ten dal 1994, facendo così interrompere una serie di 22 singoli consecutivi nei primi dieci posti. Il video di I’m Outta Time ha avuto la sua premiere su ‘4Music Video Exclusive’ di Channel 4 (UK) il 5 Novembre 2008 alle 11:35pm. E’ stato girato in bianco e nero e vede Liam Gallagher come unico protagonista in un ‘viaggio surreale in un paesaggio inglese al chiaro di luna’. Liam indossa un cappello da matador e canta la canzone in un paesaggio in miniatura e in un bosco circondato da gufi, una volpe e farfalle. Tutta la scenografia surreale del video diretto da Wiz è stata resa possibile anche dalla fantastica replica in miniatura del villaggio di Bourton-on-the-Water così come era nel 1937. Il video è stato registrato i primi giorni di agosto 2008 al Cotswold Farm Park e prodotto dalla Factory Films.

CHARTS UK - Singles Chart 12 UK - Indie Chart 1 USA - Hot 100 Singles Sales 12 FRANCIA - Singles Chart 48 EUROPE - European Airplay Top 100 32 EUROPE - European Hot 100 Singles 25 GERMANIA - Singles Chart 62 ITALIA - Singles Chart 41

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Ecco al lato il vinile in 7 pollici ad alta grammatura di I’m Outta Time (RKID55)

ADDITIONAL INFO I'm Outta Time Written by Liam Gallagher

(Liam Gallagher on vocals)

Produced and Mixed by Dave Sardy Album Art by House@INTRO Engineered by Ryan Castle Pro Tools editing by Andy Brohard The Band: Liam Gallagher (Vocals) - Noel Gallagher (Vocals, Electric Guitar, Drums, Keyboards and electronics) - Gem (Electric Guitar, Bass, Keyboards) - Andy Bell (Bass, Electric Guitar, Keyboard and tamboura) Zak Starkey (Drums) Video directed by WIZ at Bourton-on-the-Water


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FORMATS

7”

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TRACKS

UK (RKID55) - Big Brother

I’m Outta Time

Side A: I’m Outta Time Side B: To Be Where There’s Life (Neon Neon Remix)

4:10 (Liam Gallagher) Vocals by Liam Gallagher - Produced and Mixed by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Pro Tools editing by Andy Brohard

NOTE: Il singolo è stato pubblicato in due versioni vinile 7” entrambi stampati ad alta grammatura e con una copertina e layout grafico all’interno.

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I’m Outta Time (Remix) UK (RKID55X) - Big Brother Side A: I’m Outta Time (Remix) Side B: The Shock Of The Lightning (Jagz Kooner Remix) NOTE: Il singolo è stato pubblicato in due versioni vinile 7” entrambi stampati ad alta grammatura e con una copertina e layout grafico all’interno.

6:14 (Liam Gallagher) Vocals by Liam Gallagher - Remixed by Twiggy & Dave Sardy Mixed at Hillside Manor - Produced by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Second Engineer Cameron Barton Assistant Alec Gomez - Pro Tools editing by Andy Brohard .............................................................................................................

The Shock Of The Lightning (Jagz Kooner Remix)

cds

6:40 (Noel Gallagher) Vocals by Liam Gallagher Remixed and Additional Production by Jagz Kooner with Darren Morris at the The Echoplex - Produced by Dave Sardy

UK (RKIDSCD55) - Big Brother Tracks: I’m Outta Time

I’m Outta Time (Remix) The Shock Of The Lightning (Jagz Kooner Remix) NOTE: Il cds singolo è in edizione slim jewel case.

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To Be Where There’s Life (Neon Neon Remix)

JAPAN (SICP-2163) - Sony Tracks: I’m Outta Time I’m Outta Time (Remix) To Be Where There’s Life (Neon Neon Remix) Waiting For The Rapture (Alt Version #2) To Be Where There’s Life (A Richard Fearless Production) NOTE: L’edizione giapponese vede una diversa tracklist. Stessa copertina. Realizzato il 18 marzo 2009, oltre 3 mesi dopo la realizzazione in Uk, ma in concomitanza del tour giapponese di Dig Out Your Soul.

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Waiting for the Rapture (Alt Version #2) 3:01 (Noel Gallagher) Vocals by Noel Gallagher Mixed by Paul ‘Strangeboy’ Stacey Drums by Terry Kirkbride

La copertina del singolo giapponese di I’m Outta Time. Pubblicato in Jewel case e con il consueto OBI Strip. Le ultime due tracce erano precedentemente contenute solo nel BOS SET limitato dell’album (nel bonus Cd Audio)

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To Be Where There’s Life (Richard Fearless Production) 6:25 (Gem Archer) Vocals by Liam Gallagher Engineered by Bill Skibbe - Guitar by Travis Caine Remix by Richard Fearless - Additional Sitar by Chris Rael

Digital Bundle - Big Brother Tracks: I’m Outta Time I’m Outta Time (Remix) I’m Outta Time (Demo) NOTE: Il singolo è stato realizzato anche in forma digitale con il download esclusivo della versione DEMO del singolo dagli store digitali di iTunes e Oasisinet.

W.I.Z. il regista dei video di I’m Outta Time e Falling Down W.I.Z. ha diretto video per i Massive Attack, Kasabian, Arctic Monkeys, Kaiser Chiefs, Chemical Brothers, BRMC e Oasis (precedentemente ha diretto "Stop Crying Your Heart Out" e "The Hindu Times" nel 2002). www.factoryfilms.net

A destra la copertina del vinile in 7 pollici ad alta grammatura di I’m Outta Time (RKID55X) con una copertina diversa e la scritta ‘REMIXES’

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4:17 (Gem Archer) Vocals by Liam Gallagher Produced and Mixed by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Pro Tools editing by Andy Brohard Additional Production and Remix by Neon Neon

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falling down tracks: Falling Down Those Swollen Hand Blues Falling Down (The Gibb Mix) Falling Down (The Prodigy Version) Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix by Amorphous Androgynous) . . . .

limited 7” / limited 12” / CD SINGLE / 2 x DIGITAL Bundle UK release 9 March 2009 European release 6 March 2009 Japanese release 27 May 2009

"Falling Down" è il terzo e ultimo singolo estratto dall’album “Dig Out Your Soul” (settimo in studio degli Oasis). Il singolo è uscito ufficialmente il 9 marzo 2009 in Uk e il 6 marzo in Italia (e in altri paesi europei). Falling Down è stata scritta e cantata da Noel Gallagher, il singolo è entrato al decimo posto delle UK Singles Chart con 21.448 copie vendute nella prima settimana. Il singolo contiene due versioni remix e un solo inedito “Those Swollen Hand Blues” sempre scritto e cantato da Noel. Si tratta del secondo singolo della storia della band che contiene tutte le tracce scritte e cantate da Noel Gallagher, il precedente era stato Sunday Morning Call. Un breve accenno di ‘Those Swollen Hand Blues’ si sente alla fine di “Mucky Fingers” (contenuta in Don’t Believe The Truth del 2005). L’intro della canzone ha alcune similitudini con la canzone dei Doors “The Crystal Ship”. Il sound della batteria psychedelica ricorda le atmosfere dei Beatles in “Tomorrow Never Knows”, per stessa ammissione di Noel. Falling Down è stata realizzata anche come traccia file per il video game Guitar Hero World Tour il 29 gennaio 2009 ed è stata usata per la sigla iniziale della serie Anime giapponese “Eden of the East” che è stata trasmessa per la prima volta dalla Fuji TV il 9 aprile 2009. Lo spendido video a cartoni animati è stato reso disponibile su un dvd in edizione limitata e in allegato al cd singolo giapponese (pubblicato il 27 maggio 2009). Sono state realizzate molte versioni alternative del singolo: un remix di Twiggy Ramirez (bassista di Marilyn Manson) e del produttore Dave Sardy – intitolato “The Gibb Mix”. Anche Liam Howlett dei Prodigy e i Chemical Brothers si sono adoperati per confezionare due diverse versioni remix. Ma la versione più rilevante è il “A Monstrous Psychedelic Bubble Mix” degli Amorphous Androgynous che è stata realizzata in vinile 12" e dura oltre 22 minuti. Il video per ‘Falling Down’ è stato diretto da WIZ e ha avuto la premiere televisiva in Uk su Channel 4 il 3 Febbraio 2009 alle 11:35pm. Nel videoclip la protagonista è una giovane donna che fa parte della famiglia reale britannica e conduce una doppia vita: una istituzionale che si tiene a palazzo e una molto più eccessiva (e segreta) che si svolge tra party, droghe e notti insonni. Si è ipotizzato che il personaggio femminile sia stato ispirato in qualche modo da Lady Diana, ancor più che alla fine del video la protagonista appare (con un videomontaggio) insieme al principe Carlo di Galles mentre saluta la folla da un balcone. La band appare solo per pochissimi secondi nel video, quando la ‘principessa’ li incontra in occasione di una festa organizzata dalla famiglia reale. La protagonista sorride ai fratelli Gallagher e al resto del gruppo, ma la band rimane indifferente. Quando la donna porge loro la mano si rifiutano di stringerla, in particolar modo Noel, che dice ‘no!’ con un cenno del capo e si ritrae sdegnato.

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ADDITIONAL INFO All tracks Written by Noel Gallagher All tracks Vocals by Noel Gallagher Produced and Mixed by Dave Sardy Album Art by House@INTRO Engineered by Ryan Castle Pro Tools editing by Andy Brohard The Band: Liam Gallagher (Vocals) - Noel Gallagher (Vocals, Electric Guitar, Drums, Keyboards and electronics) - Gem (Electric Guitar, Bass, Keyboards) - Andy Bell (Bass, Electric Guitar, Keyboard and tamboura) Zak Starkey (Drums) Video directed by WIZ Ecco sotto il vinile in 7 pollici ad alta grammatura di Falling Down (RKID56)


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FORMATS

7”

UK (RKID56) - Big Brother Side A: Falling Down Side B: Those Swollen Hand Blues NOTE: Il singolo è stato pubblicato in vinile 7” ad alta grammatura e con una copertina e layout grafico all’interno.

12”

UK (RKID56T) - Big Brother Side A: Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix) - parts 1, 2 Side B: Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix) - parts 3, 4, 5 NOTE: Il singolo è stato pubblicato in vinile 12” ad alta grammatura e con una copertina e layout grafico all’interno con l’esclusivo remix di circa 22 minuti degli Amorphous Androgynous.

cds

UK (RKIDSCD56) - Big Brother Tracks: Falling Down Those Swollen Hand Blues Falling Down (The Gibb Mix) by Twiggy/Sardy Falling Down (The Prodigy Version) NOTE: Il cds singolo è in edizione slim jewel case.

Il vinile in 12 pollici ad alta grammatura (200gr) contenente il remix di Falling Down degli Amorphous Androgynous (RKID56T)

JAPAN (SICP-2242) - Sony Tracks: Falling Down Those Swollen Hand Blues Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix) Falling Down (The Gibb Mix) by Twiggy/Sardy Falling Down (The Prodigy Version) NOTE: L’edizione giapponese in cd jewel case vede l’aggiunta del remix di 22 minuti degli Amorphous Androgynous. Stessa copertina. Realizzato il 27 maggio 2009.

JAPAN (SICP-2240/2241) - Sony limited edition CD with bonus DVD CD Tracks: Falling Down Those Swollen Hand Blues Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix) Falling Down (The Gibb Mix) by Twiggy/Sardy Falling Down (The Prodigy Version) DVD Tracks: Falling Down [video] Falling Down [video Eden of the East Version] NOTE: E’ stato pubblicata anche una edizione giapponese limitata in cd jewel case con un bonus DVD contenente il video di Falling Down ufficiale e il video usato come sigla di apertura per la serie televisiva anime giapponese “Eden of the East” diretta da Kenji Kamiyama. Stessa copertina. Realizzato il 27 maggio 2009.

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Il Cd+DVD giapponese di Falling Down con il video realizzato per la siglia della serie anime “Eden of the East” (SICP-2240/2241)

Digital Bundle #1 - Big Brother Tracks: Falling Down Those Swollen Hand Blues Falling Down (Demo)

Digital Bundle #2 - Big Brother Tracks: Falling Down (The Gibb Mix) by Twiggy/Sardy Falling Down (The Prodigy Version) Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix)

Digital Bundle #3 - Big Brother (iTunes exclusive) Tracks: Falling Down Those Swollen Hand Blues Falling Down (Demo) Falling Down (Video) NOTE: Il singolo è stato realizzato anche in forma digitale in 3 versioni Bundle con il download esclusivo della versione DEMO del singolo dagli store digitali di iTunes e Oasisinet. Per iTunes in esclusiva è stato reso disponibile in Bundle anche il video di Falling Down.

Il Cd singolo inglese di Falling Down in edizione slim jewel case (RKIDSCD56)

CHARTS UK - Singles Chart 10 USA - Hot 100 Singles Sales 6 OLANDA - Singles Chart 71 ITALIA - Singles Chart 19 IRLANDA - Singles Chart 26 SVEZIA - Singles Chart 26

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TRACKS Falling Down

those swollen hand blues (noel gallagher)

I can’t see the wood for the trees Life is like a rollercoaster I can’t find the birds or the bees Hope they’re down the back of my sofa Feeling like a rolling stone Playing the guitar on my own I’m the apple of my eye If only I could keep myself sober I’d remind myself why They stare at me wherever I go (there he is!!) Why won’t everybody give over? I wish I’d learnt to play piano If only I could keep myself sober for more than a day

4:20 (Noel Gallagher) Vocals by Noel Gallagher - Produced and Mixed by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Pro Tools editing by Andy Brohard .............................................................................................................

Those Swollen Hand Blues 3:19 (Noel Gallagher) Vocals by Noel Gallagher - Produced by Noel Gallagher Mixed and Engineered by Paul ‘Strangeboy’ Stacey Recorded and Mixed at Strangeways Studios (London) Drums by Terry Kirkbride .............................................................................................................

Falling Down (The Gibb Mix) by Twiggy/Sardy 5:12 (Noel Gallagher) Vocals by Noel Gallagher - Remixed by Twiggy & Dave Sardy Mixed at Hillside Manor - Produced by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Second Engineer Cameron Barton Assistant Alec Gomez - Pro Tools editing by Andy Brohard .............................................................................................................

Falling Down (The Prodigy Version)

traduzione in italiano “Quelle gonfie e tristi mani” Non riesco a vedere il bosco per gli alberi La vita è come le ‘montagne russe’ Non trovo gli uccelli o le api (1) Spero siano sotto il retro del mio divano Mi sento come una pietra che rotola (2) Mentre suono da solo la chitarra Sono la mela del mio occhio Se solo potessi rimanere sobrio Mi ricorderei anche il perchè Mi fissano ovunque io vada (egli è lì) Perchè non la smettono tutti? Desidero saper suonare il piano Se solo potessi rimanere sobrio Per più di un giorno n o t e

a l l a

4:27 (Noel Gallagher) Vocals by Noel Gallagher - Produced by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Pro Tools editing by Andy Brohard Twisted up by Liam Prodigy on a plane and hotel room in Australia .............................................................................................................

Falling Down (A Monstrous Psychedelic Bubble Mix) 22:27 (Noel Gallagher) Vocals by Noel Gallagher - Produced and Mixed by Dave Sardy Engineered by Ryan Castle - Pro Tools editing by Andy Brohard All additional Collaging / Sampling / Keyboards / Programming / Processing / Engineering and Remixing by The Amorphous Androgynous at 9 Leylines West and the Witches Coven Of Esher. Produced by The Future Sound Of London Alisha Sufit - Female Vocal / Jonathan Mayer - Sitar Gregoire Guillaume - Orchestration / Olli Hodge - Harmonica Edd Keene - Flute, Djembe / Christine Hanson - Cello The Daniel Pemberton TV Orchestra - Piano and additional Orchestration Bow Bartlett - Children’s Voice Narration

t r a d u z i o n e :

(1) ‘Birds’ nello slang è il sinonimo di ragazza, come anche ‘Bees’ può essere usato per indicare una persona laboriosa. Ma l’uso del plurale e il contesto della frase induce ad escludere questa interpretazione. (2) ‘Feeling like a Rolling Stone’ potrebbe essere tradotto anche con ‘Mi sento come uno dei Rolling Stone’

Falling Down >>> il video intervista con l’autore

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In una breve intervista al NME il regista WIZ rivela la storia ’scandalosa della princessa’ che viene raccontata nel videoclip del singolo degli Oasis ‘Falling Down’. Sono state fatte mille congetture sulle possibili interpretazioni della storia che si vuole raccontare nel video. Di fatto è apparso subito un video che vuole in qualche modo dileggiare la Monarchia Britannica, con la band che snobba e tratta con disprezzo un personaggio inventato, ma che si vuole far riferire alla Monarchia Britannica.

Nella parte finale si vede anche un autentico spezzone video con il Principe Carlo d’Inghilterra che saluta la folla. L’intero vede protagonista una moderna e ipotetica principessa e la sua doppia vita. “La band è stata completamente d’accordo sul progetto” ha spiegato Wiz, “Non so da dove esattamente è venuta fuori l’idea di usare il testo di ‘Falling Down’ come metafora per una Principessa Margaret contemporanea – ipotetica sorella di Harry e William forse. Una tragica figura che non diventerà mai Regina, che esiste solo per sorridere al momento opportuno. Alla ricerca del significato della sua vita e inevitabilmente schiacciata dal peso delle responsabilità sino a cadere nell’oblio della droga”. Il personaggio reale si vede che si sveglia in un appartemento di periferia dopo una probabile nottata di abusi di droga e sesso, prima di incontrare gli Oasis ad un evento di gala.

“E’ l’aristocrazia che incontra la meritocrazia, ho detto questo a Noel”, ricorda il regista. “Ci sono anche altri finti personaggi dello spettacolo, un vago riferimento alle Sugababes o quel genere di gruppo. Ma la ragione per la quale gli Oasis sarebbero a quell’evento di Gala è per incontrare qualcun altro, un personaggio che assomiglia molto a Tim Burton, o Burt Bacharach forse. Alla fine vengono introdotti alla presenza della principessa, snobbandola e non porgendo a lei il saluto”. Non ci sono stati a quanto pare problemi per i ruoli della band. “Mentre giravamo, ho detto a Liam: Non voglio nessuna tua reazione davanti alla principessa, rimani solo immobile davanti a lei’ e lui mi fa: ‘Nessun problema amico io di professione sto sempre immobile davanti alle persone!”


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the dreams we have as children - LYRICS / TESTI

the butterfly collector

there is a light that never goes out

(paul weller)

(morrissey / marr)

So you finally got what you wanted You've achieved your aim by making the walking lame

Take me out tonight where there’s music and there’s people who are young and alive driving in your car I never never want to go home because I haven’t got one anymore take me out tonight because I want to see people and I want to see lights driving in your car oh please don’t drop me home because it’s not my home, it’s their home, and I'm welcome no more and if a double-decker bus crashes into us to die by your side is such a heavenly way to die and if a ten ton truck kills the both of us to die by your side well the pleasure and the privilege is mine take me out tonight oh take me anywhere, I don’t care, I don’t care, I don’t care and in the darkened underpass I thought Oh God, my chance has come at last (but then a strange fear gripped me and I just couldn’t ask) take me out tonight oh take me anywhere, I don’t care, I don’t care, I don’t care just driving in your car I never never want to go home because I haven’t got one No, no, no I havent got one and if a double-decker bus crashes into us to die by your side is such a heavenly way to die and if a ten ton truck kills the both of us to die by your side well the pleasure, the privilege is mine There is a light that never goes out...

And when you just can’t get any higher You use your senses to suss out this week’s climber And the small fame that you’ve acquired Has brought you into cult status, but to me you're still a collector There’s tarts and whores but you’re much more You’re a different kind ‘cause you want their minds And you just don't care ‘cause you’ve got no pride It’s just a face on your pillowcase That thrills you And you started looking much older And your fashion sense is second rate like your perfume But to you in your little dream world You’re still the Queen of the butterfly collectors As you carry on ‘cause it’s all you know You can’t light a fire, you can’t cook or sew You go from day to day by filling your head But you surely you must know the appeal between your legs Has worn off And I don’t care about morals ‘Cause the world’s insane and we’re all to blame in a way And I don’t feel any sorrow Towards the Kings and Queens of the butterfly collectors

all you need is love (lennon / mccartney)

Love, love, love, love, love, love, love, love, love. There’s nothing you can do that can’t be done. Nothing you can sing that can’t be sung. Nothing you can say but you can learn how to play the game It’s easy. There’s nothing you can make that can’t be made. No one you can save that can’t be saved. Nothing you can do but you can learn how to be you in time. It’s easy. All you need is love, all you need is love, All you need is love, love, love is all you need. Love, love, love, love, love, love, love, love, love. All you need is love, all you need is love, All you need is love, love, love is all you need. There’s nothing you can know that isn’t known. Nothing you can see that isn’t shown. Nowhere you can be that isn’t where you’re meant to be. It’s easy. All you need is love, all you need is love, All you need is love, love, love is all you need. All you need is love (all together now) All you need is love (everybody) All you need is love, love, love is all you need

"The Butterfly Collector" è una delle canzoni della band di Paul Weller, The Jam, che non è mai apparsa in nessun album (solo raccolte). Per la prima volta è stata pubblicata il 17 marzo 1979 come b-side del singolo ‘Strange Town’. Successivamente è stata inclusa nella raccolta “The Jam Collection” (1996) e “Snap!” (1983). "There Is A Light That Never Goes Out” è una tra le più celebri canzoni degli Smiths. E’ apparsa per la prima volta nell’album “The Queen Is Dead” (1986) e successivamente nelle raccolte “...Best II” (1992), “Singles” (1995), “The Very Best of The Smiths” (2001), “The Sound of The Smiths” (2008). "All You Need Is Love” è una canzone scritta da John Lennon ma accreditata anche a Paul McCartney. E’ stata suonata per la prima volta dai Beatles per ‘Our World’, una trasmissione trasmessa dalla BBC via satellite in 26 paesi e vista da oltre 400 milioni di persone il 25 giugno 1967.

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ITALIAN TOUR REPORT

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MILANO

(Assago) Datchforum

Via G. Di Vittorio 6 20090 Assago (MI) web www.forumnet.it articolo tratto da

linchiesta.it SITO WEB

Gli Oasis conquistano Milano Sono le 21 in punto quando sulle note di “Fuckin’ In The Bushes” gli Oasis fanno il loro ingresso sul palco di un Mediolanum Forum gremito in ogni ordine di posto nonostante la neve e la pioggia imperversassero su tutto il nord Italia. La band inglese più famosa degli ultimi quindici anni è in tour per promuovere il nuovo album “Dig Out Your Soul” (2 milioni di copie vendute nel mondo a 4 mesi dalla data di uscita). La formazione oltre agli arcinoti fratelli Liam (voce) e Noel Gallagher (chitarra e voce) è composta da Gem Archer (chitarra) e Andy Bell (basso) a cui in tour si aggiungono il tastierista Jay Darlington (ex Kula Shaker) e alla batteria il nuovo acquisto Chris Sharrock (ex batterista, tra gli altri, di Robbie Williams, The Icicle Works e The La’s). Ma torniamo alla musica. Dopo la strumentale “Fuckin’ In The Bushes” gli Oasis iniziano il concerto con una delle loro canzoni più famose e apprezzate, “Rock’n’Roll Star”, traccia che apre il loro disco di debutto “Definitely Maybe” datato 1994. Seguono “Lyla” e “The Shock Of The Lightning” due successi recenti che contribuiscono a scaldare ulteriormente il pubblico che canta a memoria ogni singola parola. Pare di essere a Manchester tante sono le frangette e le bandiere con la Union Jack che sventolano sugli spalti e nel parterre. Seguono “Cigarettes And Alcohol”, dedicata da Liam Gallagher a un ragazzo morto da poco di nome Mario, e “The Meaning Of Soul”. Poi è la volta di “To Be Where There’s Life” (brano di “Dig Out Your Soul”) che dal vivo risulta molto ipnotica e coinvolgente con un finale più lungo e psichedelico rispetto alla versione su disco prima che sia Noel Gallagher (principale compositore) a

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prendere il microfono per cantare due canzoni, “Waiting For The Rapture” e “The Masterplan”, quest’ultima, nonostante sia solo uno dei lati B del singolo di “Wonderwall”, viene accolta con un’ovazione e cantata a squarciagola da tutti i presenti. Nemmeno il tempo di riprendersi ed ecco tornare Liam Gallagher pronto a coinvolgere il pubblico con la deliziosa “Songbird” prima che arrivi un altro pezzo storico della discografia degli Oasis ad infiammare la folla, “Slide Away”. C’erano dei dubbi sulla voce di Liam Gallagher in quanto gli Oasis avevano dovuto sospendere il concerto del 19 gennaio a Dusseldorf in Germania a causa di un edema alle corde vocali che aveva colpito il frontman. La sua interpretazione spazza via ogni dubbio. Questa sera Liam sta dando il meglio di se e i fans lo acclamano a gran voce. Seguono “Morning Glory” e “Ain’t Got Nothin’” prima che Noel si impadronisca nuovamente della scena per cantare “The Importance Of Being Idle”. Quando Liam torna sul palco è il momento di “I’m Outta Time”, successo del momento, seguita da “Wonderwall” e “Supersonic” (primo singolo della band di Manchester). Gli Oasis lasciano temporaneamente il palco per farvi ritorno con 3 elementi soltanto (Noel Gallagher alla chitarra acustica, Gem Archer alla chitarra elettrica e Chris Sharrock alle percussioni) dopo qualche minuto accolti da un autentico boato. Con questa formazione eseguono “Don’t Look Back in Anger” in versione semiacustica. Noel dedica ironicamente la canzone al “Signor Kaka” sul cui possibile passaggio (sfumato all’ultimo momento) al Manchester City (squadra della quale i fratelli Gallagher sono tifosi) gli hanno posto parecchie domande nelle varie ospitate televisive e radiofoniche italiane. Questa dedica si dice abbia molto divertito David Beckham, compagno di squadra di Kakà al Milan presente al concerto. Per la prima volta durante il Dig Out Your Soul Tour Noel lascia che sia il pubblico a cantare il ritornello della canzone. È

un momento molto toccante sottolineato dalla riproposizione dei volti dei ragazzi delle prime file sui 4 maxischermi posti dietro la band. Rientrano gli altri componenti della band per eseguire “Falling Down” (che sarà il prossimo singolo accompagnato da un video sulla doppia vita di un’ipotetica componente della Famiglia Reale inglese destinato sicuramente a destare scalpore) sempre con Noel alla voce. Quella che probabilmente è uno dei migliori brani di “Dig Out Your Soul” dal vivo perde un pò della sua magia. Il ritorno di Liam Gallagher coincide con l’esecuzione di una delle più belle canzoni di sempre degli Oasis, “Champagne Supernova”. La eseguono magnificamente prima che Liam (notoriamente poco prodigo, a differenza di molti altri frontman, a comportamenti studiati per conquistare la folla) ringrazi il pubblico, affermando che quello di stasera è uno dei migliori che abbiano mai avuto. E non si può che dargli ragione visto l’entusiasmo e la partecipazione dimostrati da tutti i presenti. Prima di chiudere eseguono la cover dei Beatles “I Am The Walrus” per dimostrare che, nonostante gli Oasis non sono e non saranno mai i nuovi Beatles, sono l’unico gruppo che può fornire una cover pari se non superiore all’originale. Tra i tanti brani di successo non eseguiti stasera dagli Oasis su tutti spicca “Live Forever”, della cui mancanza dalla setlist si dibatte da mesi sui siti e sui forum ad essi dedicati. Hanno venduto 65 milioni di dischi, piazzato 7 album e 8 singoli dritti al numero uno nel Regno Unito, 22 singoli consecutivi nella Top Ten inglese, raccolto 15 NME Awards, 5 Brit Awards, 9 Q awards e 4 MTV Europe Awards eppure qualcuno si chiede ancora il motivo di tanto successo. Gli 11 mila del Mediolanum Forum stasera hanno avuto la risposta. Una grande band con grandi canzoni che tra le sue file vanta il più grande frontman degli ultimi 15 anni che per attirare l’attenzione non fa nient’altro che essere sé stesso. Questi sono gli Oasis. E a quanto pare piacciono così. Valentino Bonetti


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Corriere della Sera Martedì 3 febbraio 2009 - SPETTACOLI Scambio di battute solo sull’ abbigliamento

Oasis, festa a Milano: i fratelli si punzecchiano ma ora non litigano più «Rock’n’Roll Star» apre il loro tour più lungo Le prossime tappe: il 20 febbraio a Roma, il 21 a Treviso, il 23 a Bolzano e il 24 a Firenze. Arriveranno fino in Cina MILANO – L’ elegantone e il cowboy. Sarà che uno ha passato gli anta e l’ altro si avvicina al traguardo, ma i fratelli Gallagher non se le danno più di santa ragione come una volta. Ora i due Oasis, ieri a Milano al Forum per un concerto tutto esaurito (20 a Roma, 21 a Treviso, 23 Bolzano e 24 Firenze le altre date), al massimo si pizzicano sul modo di vestire. Ecco cosa ha detto Noel, 41enne chitarrista e mente del progetto, ospite di Mtv nel pomeriggio, parlando della clip di «I’ m Outta Time», il loro ultimo singolo: «Mio fratello sembra un cowboy in questo video, assomiglia all’ uomo della pubblicità Marlboro». Liam, il cantante 36enne, ce la mette tutta per far dimenticare i pelliccioni con cui è stato paparazzato più volte: sul palco ieri ha sfoggiato un giaccone blu, ma quello che ha la nomination come «meglio vestito» del circo rock nei prossimi premi della rivista musicale Nme è Noel. Qualche anno fa una battuta così, quella del cowboy, sarebbe bastata per una bella litigata e per mandare all’ aria un tour. Invece eccoli qui. A fare sfracelli in Inghilterra (sempre Nme li ha candidati ad altri sei premi, quello per il miglior album per «Dig Out Your Soul» e curiosamente anche a quello di

«peggior band») e anche da noi. w h a t ’s t h e s t o r y

Il concerto ieri è partito a tavoletta. Con «Rock’ n’ Roll Star», inno degli anni Novanta della cool Britannia (in tribuna un altro simbolo di quegli anni, David Beckham), dove Liam si lascia travolgere dall’ energia e più che cantare ulula. Si scalderà e registrerà le corde vocali più avanti. Seguono «Lyla», «Shock of the Lightning», «Cigarettes and Alcohol» e «Meaning of Soul». «To Be Where There’ s Life» è il primo cambio di ritmo, dilata l’atmosfera. «Waiting for the Rapture», «Masterplan» e «The Importance of Being Idle» hanno la voce di Noel, come più avanti nei bis «Don’ t Look Back in Anger» dedicata (fra i sorrisi di Beckham) a Mr. Kaka (che doveva andare al Manchester City, di cui i fratelli sono tifosi), e tengono il ritmo basso. I vecchi successi, «Wonderwall» e «Supersonic» ad esempio, scaldano il pubblico. L’ ultima è «I Am the Walrus», omaggio agli amati Beatles. Ma manca «Live Forever», messa da parte in tutte le date di questo tour, il più lungo della loro storia che li porterà anche in Cina e in Sud Africa per la prima volta. Andrea Laffranchi

Gli Oasis arrivano in Italia il 1 febbraio provenienti da Bordeaux dove si sono esibiti il 31 gennaio al Medoquine. Alle 14 circa sono ospiti in diretta alla trasmissione televisiva di RaiDue “Quelli che il Calcio” condotta da Simona Ventura. La band esegue in playback «I’m Outta Time» e vengono brevemente intervistati dalla conduttrice. Noel Gallagher nel pomeriggio rilascia varie interviste tra le quali una per la trasmissione “ControCampo” di Italia1 e trasmessa la stessa sera. La mattina del 2 febbraio (alle ore 11 circa) Andy e Liam sono ospiti in diretta della trasmissione di Radio DeeJay “Deejay Chiama Italia” condotta da Linus e Nicola Savino (per l’occasione presente anche Nikki). Nel primo pomeriggio Noel e Gem sono ospiti in Piazza Duomo (sempre a Milano) per la diretta di Totally Request Live di Mtv Italia condotta da Carlo Pastore e Elena Santarelli.

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MarieClaire Martedì 3 febbraio 2009 SITO WEB sezione FAN CLUB

Oasis a Milano Tornano i Gallagher, più maturi e ripuliti Scazzottate, alcool e droghe, crisi mistiche, hooliganismo. Sui fratelli Gallagher si è vociferato di tutto. Da che Noel ha assunto cocaina nel bagno della Regina Elisabetta, a che Liam odia Tom Cruise. Dichiarazioni alcoliche a parte, da circa 20 anni gli Oasis conquistano. E, a questo punto, non si può evitare di tradurre quella loro eterna (bistrattata) presunzione apparente, in totale velleità artistica. Perché non è proprio da tutti uscire con un settimo album, Dig Out Your Soul, confermando una (ri)trovata vitalità, pubblicare le date del tour e fare in poche ore (per l’ennesima volta) sold out. E poi suonare come suonano, e, soprattutto, emozionare, mantenendo sempre quell’aria da snob scorbutici, per ribadire la propria centralità assoluta nel panorama rock (britannico e non solo). Per esempio a Milano con 11 mila persone, tra cui gli amicissimi David Beckham e Alessandro Del Piero. Gli Oasis al Mediolanum Forum non deludono e i fans ringraziano, visto che per arrivare hanno affrontato freddo, pioggia e neve da “cinebrivido”. Sul palco una nuova formazione completata dal chitarrista ritmico Gem Archer, dal bassista Andy Bell, dall’ex batterista di Robbie Williams (un altro odiatissimo dai

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Sky.it Martedì 3 febbraio 2009 SITO WEB sezione SPETTACOLI

Oasis, imperatori di Milano I fratelli Gallagher hanno conquistato un Forum di Assago esaurito da tempo. Il tour italiano dei signori del brit-pop prosegue a Roma e Treviso, già sold out, e Bolzano e Firenze, quasi sold out. Non venderanno più 25 milioni di dischi come ai tempi di (What's The Story) Morning Glory, ma hanno trovato comunque un bagno di folla ad attenderli al Mediolanum Forum di Assago, dove si è inaugurato il tour italiano degli Oasis. Oltre 11mila persone e tutto esaurito infatti per la data milanese dei fratello Gallagher, alla faccia di chi li considera superati. Un successo che con ogni probabilità li accompagnerà per tutte e cinque le date in programma in Italia, visto che i concerti di Roma e Treviso sono già sold out mentre pochi biglietti rimangono ancora

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fratelli Gallagher) Chris Sharrock e dal tastierista Jay Darlington (ex Kula Shaker). La scaletta non lascia scontenti, variando tra vecchie hit (come Wonderwall, Supersonic, Champagne Supernova e The Masterplan) e nuovi cavalli di battaglia (come I’m Outta Time o Falling Down) e neppure i Gallagher deludono, né per show né per aspetto, visibilmente più snelli, ripuliti e ringiovaniti. Comunque più maturi, perché un cambiamento c’è e lo si percepisce, forte e chiaro, su e giù dal palco. Per esempio, cosa avrebbero risposto alla Ventura che li ha interpellati sulla questione Kakà-Manchester United a Quelli che il calcio? Loro, tifosissimi del Manchester City si sono limitati a dire simpaticamente «La vicenda Kakà? A me è sembrata fin dall’inizio pura follia. Forse il milanista è stato condizionato dal cibo: quello di Milano è migliore del nostro». Per poi ribadire l’argomento on stage, dedicando l’ormai storica Don’t Look Back in Anger proprio a Kakà: “Non guardare al passato con rabbia”, dice. Altro segno di “maturazione”? Domenica pomeriggio, intorno alle 18, Noel Gallagher è stato avvistato, insieme a bodyguard e l’inseparabile anello di rubino al dito, da Prada in Galleria Vittorio Emanuele. Ne è uscito con un maglioncino in cashmere blu girocollo (360 euro circa) digitando di sua mano il pin del bancomat. Transazione andata a buon fine. Paola Di Marcantonio

disponibili per Bolzano e Firenze. Saliti sul palco alle 21 precise, i fratelli Gallagher sono stati accolti da un boato del pubblico, da migliaia di fotocamere e cellulari protesi in aria, oltre che da numerose bandiere dell'Inghilterra sventolanti. Impassibile e scostante come suo solito, il frontman Liam, in occhiali da sole, basette lunghe e giacca nera, ha intonato uno dopo l'altro successi vecchi e nuovi della band, fra cui The Shock Of The Lightning e I'm Outta Time, i primi due singoli estratti dal loro ultimo album Dig Out Your Soul. Uscito in Italia il 3 ottobre scorso, il settimo album in studio del gruppo ha raggiunto subito il primo posto delle classifiche italiana e britannica, confermando la fiducia e l'entusiasmo dei fan per un gruppo ormai icona del Brit Pop, che ha venduto oltre 65 milioni di copie nel mondo. Alle hit più recenti gli Oasis hanno alternato pezzi storici come Lyla o The Masterplan, tenendo per la fine i brani che più di tutti li hanno resi celebri come Wonderwall, Don't Look Back In Anger o Champagne Supernova, durante i quali il coro della folla quasi sovrastava la voce del cantante.

Un concerto ineccepibile sotto ogni punto di vista per il turbolento Liam Gallagher, abituato a risse e comportamenti bizzarri, che è invece stato sul palco per un'ora e 40 senza dare in escandescenze e senza segni di cedimento della voce. Numerosi e molto apprezzati anche i brani cantati da Noel, il fratello maggiore, chitarrista nonché mente creatrice del gruppo, che non ha mancato di fare una dedica a Kakà. Al calciatore è stata indirizzata un'intensa ed emblematica Don't Look Back In Anger, in acustico. Semplice la scenografia, composta da quattro maxischermi, che per lo più inquadravano i musicisti, e finale esplosivo con il consueto omaggio agli ispiratori Beatles con la canzone dei Fab Four: I Am The Walrus, che ha chiuso il concerto.


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Jam Martedì 3 febbraio 2009 SITO WEB

Oasis live a Milano Gli Oasis migliori sono quelli di molti anni fa. E hanno trovato un altro ottimo batterista All’esterno del Forum d’Assago nevica come se ci trovassimo nella vecchia canzone Fifteen Feet Of Pure White Snow di Nick Cave, mentre all’interno una folla degna delle grandi occasioni è già lì in fremente attesa del primo concerto italiano degli Oasis di supporto al loro ultimo disco Dig Out Your Soul. Già, gli Oasis: quattordici anni fa Damon Albarn dei Blur li sfotteva velenosamente ribattezzandoli Quoasis e loro, per ironia della sorte, forse un pò cloni degli Status Quo lo sono diventati davvero in tutto questo tempo. Nel senso che un live dei Gallagher, al giorno d’oggi, è “classico”. I ruoli guida sono sempre rigorosamente cementati attorno a Liam, che arringa i presenti semplicemente sfilandosi gli occhiali da sole o lustrandosi il cappottino alla marinara, e a suo fratello Noel, che sciorina la scaletta con i suoi semplicissimi lick di chitarra e i suoi assoli ultramelodici. Tutto il resto fa parte della cosiddetta sfera dei gregari (nell’ordine: il chitarrista-ombra Gem Archer, il bassista Andy Bell, il tastierista Jay Darlington e i supporter Twisted Wheel che paiono una brutta copia degli Arctic Monkeys). E pazienza se il nuovo portentoso batterista Chris Sharrock (un passato alla corte di Robbie Williams) sia il miglior pesta-pelli che gli Oasis abbiano avuto dai tempi del primo Alan White o che l’opening dj di stasera bersagli il pubblico meneghino con un’ottima selezione di 45 giri northern soul e freakbeat. Gli 11 mila del Forum, difatti, sono qui solamente per i fratelli e loro, colpiti da tanto affetto, li ripagano con uno show

in cui la voce di Liam – perlomeno nella prima parte del concerto – fa pienamente il suo dovere e i molti classici del periodo d’oro ‘94/95 si sprecano uno dietro l’altro. Il nuovo, egregio album Dig Out Your Soul viene adeguatamente promozionato con l’esecuzione dei singoli The Shock Of The Lightning, I’m Outta Time (gran bella canzone ma, eseguita live, forse perde qualcosa in pathos) e una Falling Down interpretata da Noel con il suo solito vocione lamentoso. Per il resto, invece, si cazzeggia allegramente tra presente e passato prossimo con una To Be Where There’s Life dilatata dai nostri alla maniera dei migliori Verve, un mezzo plagio degli Stones (siamo onesti: The Meaning Of Soul è praticamente Jumpin’ Jack Flash) e una Lyla che aziona alla grande il karaoke collettivo di Assago. Per i bis, infine, si ritorna in alta quota con una Don’t Look Back In Anger in chiave elettro-acustica e due maestose versioni di Champagne Supernova e ovviamente I’m The Walrus di chi sapete voi. Ok, parliamoci chiaro: è stata solamente nostalgia da brit pop? Forse sì ma come giustificare allora l’esclusione clamorosa di Live Forever, l’assenza grave di Go Let It Out o il totale boicottaggio di due dischi pazzeschi come Be Here Now e Standing On The Shoulder Of Giants, veri e propri “luce ed ombra” della band mancuniana? No, forse gli Oasis più belli, coraggiosi, imprevedibili e selvaggi sono “morti” nove anni fa. Vale a dire durante una notte del luglio 2000, alla fine del loro secondo concerto londinese nel vecchio stadio di Wembley, immortalata poi sull’album dal vivo Familiar To Millions. Quelli odierni, infatti, ci sembrano una versione troppo professional e da terzo millennio di quei vecchi casinisti from Burnage ma, diamine, almeno stasera ci siamo divertiti come fornicatori nei cespugli. Simone Sacco

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troublezine.it Mercoledì 4 febbraio 2009 - SITO WEB

Oasis @ Forum di Assago E' una specie di rito quello che accompagna ogni tre anni (circa) i fan degli Oasis nel consueto appuntamento al Forum di Milano, tradizione che parte dal lontano 1997 e che ogni volta si manifesta in un sold out che riempie ogni posto disponibile della location meneghina. Anche in questo lunedì di febbraio funestato da freddo, pioggia e neve il rito si compie e gli Oasis vengono a prendersi la loro meritata razione di applausi italiani (in attesa di tornare a fine mese per le altre date in programma) che sempre più sono dedicati alle indimenticabili pagine della storia della musica che Noel Gallagher e compagni hanno scritto. Gli Oasis sono sempre loro, perfetti nel ciondolare irritante di Liam Gallagher a centro palco, nel far sì che Noel Gallagher alla sua sinistra (destra guardando il palco) sia il vero centro della scena con 22.000 occhi pronti a guardare ogni suo movimento o cenno, nel rendere partecipi al successo anche il sempre più amato Gem Archer ed Andy Bell dalla parte opposta e nel dare spazio anche al nuovo batterista Chris Sharrock, che non sfigura minimamente rispetto ai suoi illustri predecessori. La scaletta è il giusto mix tra il passato più remoto, quello recente ed ovviamente il nuovo "Dig Out Your Soul" ma come era ovvio sono i pezzi che han scritto la storia degli Oasis e di molti dei presenti quelli che più degli altri diventano frammenti di memoria di questa serata e per la prima volta forse gli stessi Oasis, in passato ogni tanto un po' restii a rendere omaggio all'immensità degli loro esordi, decidono che la scena non possono prenderla The Shock Of The Lighting (così così) o I'm Outta Time (decisamente bella) ma devono essere i vecchi brani quelli che trainano il concerto intermezzati quì e là coi lavori più recenti. Sono le puntualissime 21.00 quando si spengono le luci e attacca Fuckin' In The Bushes che accoglie la band sul palco tra una marea di incitanti mani in aria nell'attesa del primo brano che sarà la quasi ovvia Rock'n'Roll Star. Le prime cinque/sei canzoni non sono perfette, l'acustica decisamente non è delle migliori e lo stesso Liam Gallagher a centro palco ha da lamentarsi coi fonici per abbassare la batteria, ciò nonostante Lyla si dimostra largamente superiore dal vivo alla Shock Of The Lighting che la segue e Cigarettes and Alcohol è ancora e sempre un inno a 15 anni di distanza. Da metà concerto però il livello si alza ed è una meravigliosa The Masterplan a dare il là ad una serata che per chi aveva già visto gli Oasis è la conferma delle impareggiabili sensazioni che certe canzoni suscitano e per chi era qui per la prima volta la spiegazione del perchè per moltissimi quella on stage è la miglior band del mondo: sentire pezzi come Slide Away a cui segue Morning Glory sono due esempi di brani indimenticabili, magari meno conosciuti dai più, eppure cantati a squarciagola dal Forum di Milano come se fossero successi che è impossibile non conoscere. Chiude la prima parte di concerto la doppietta che definitivamente sfinisce le corde vocali già non poco provate del sottoscritto e di quasi tutti: Wonderwall e Supersonic. Applausi. L'encore si apre con Noel Gallagher e Gem Archer che entrano in scena con le loro chitarre acustiche in mano, è il momento di Don't Look Back I Anger in versione acustica che è qualcosa di indescrivibile. C'è un grande trasporto nel sentire tutti che cantano ogni singola parola di quella che è una delle canzoni simbolo per una generazione di persone e neppure la divertente dedica di Noel Gallagher a Kakà riesce a diluire quel peso che ogni secondo che passa si forma in gola trasportato dall'emozione. A seguire è la volta del miglior brano del nuovo album, Falling Down, che dal vivo si conferma come uno dei migliori pezzi scritti dal Chief da parecchi anni, rock a tinte psichedeliche davvero entuasiasmante e cornice perfetta per riaccogliere Liam per il gran finale che è sulle note prima di Champagne Supernova (da lacrime) e la consueta cover dei Beatles I Am The Walrus che porta ai saluti ed ai bilanci di fine concerto. Uno dei migliori degli Oasis in Italia? Difficile dirlo e forse no, di sicuro una delle migliori scalette dei loro concerti, che a parte il dispiacere per non aver sentito Live Forever è la perfetta consacrazione di un gruppo che in 15 anni ha scritto per la sua parte la storia della Musica. George

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Gli Oasis si sono esibiti al Palalottomatica gremito e con i biglietti introvabili da settimane. La setlist della serata non ha avuto sorprese, come immaginabile, è stata la stessa di altri concerti. Durante il concerto Noel è sembrato molto ispirato, molto più del solito. Mentre Liam ha avuto qualche piccolo problema alla voce a metà concerto. Si è lamentato un pò con il tecnico del suono sul palco prima di buttare al pubblico il suo microfono. Per il resto grande concerto e grande calore del pubblico. Nel pomeriggio Noel è stato ospite nella Sala Multimediale di Radio RDS dove ha risposto alle domande di Tamara davanti ad un pubblico di fortunati fans. Noel ha parlato liberamente di molte cose: della sua musica, dei suoi valori, di come affronta le giornate e la sua vita, di quali sono i suoi punti di forza e del suo rapporto con la religione. Noel ha definito Roma una città stupenda (a parte i clacson delle auto, sempre in funzione) e l’Italia come la ‘casa spirituale’ degli Oasis. Un trionfale ritorno a casa.

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(Eur) Palalottomatica Piazzale dello Sport 00144 Roma (RM) web www.forumnet.it

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rockaction.it Sabato 21 febbraio 2009 SITO WEB

Oasis @ Palalottomatica L'ultima Rock Band che ci è rimasta. L'ultima che abbia scritto tracce memorabili e l'ultima che sa ancora emozionare in chiave Live. Direttamente dal Tour di Promozione di “Dig Out Your Soul” gli Oasis si presentano al Palalottomatica di Roma (qualcuno faccia qualcosa per l'acustica pessima della struttura) con la solita spocchia e la solita attitudine Rock’n’Roll che li ha consacrati come icona di un Rock inglese che si è preso le sue rivincite nei confronti del cugino made in USA. Lo stile dei fratelli Gallagher è il solito. Sebbene si dica che questo potrebbe essere l'ultimo tour della gloriosa formazione britannica, la band suona come se non fossero passati quindici anni da quel fortunato esordio che prende il nome di “Definitely Maybe”. L'energia graffiante e prepotente della voce di Liam fa da contraltare all'elegante andatura chitarristica di Noel (senza dimenticare il contributo dell'ottimo Gem Archer e del tenebroso Andy Bell). Gli Oasis portano in giro da ormai qualche mese lo stesso spettacolo, costruito attorno ad un palco asettico, dai quali spuntano dei maxi schermi in cui vengono proiettate le performance dei quattro elementi della band (per i terribili fratelli questo rappresenta il massimo in quanto a

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spettacolarizzazione). Chi va a vedere i Mancuniani sa però che il pezzo forte dello show non si baserà su effetti speciali, fuochi d'artificio o balli tribali dei componenti (Liam immobile ed ipnotizzato a fissare il vuoto, durante gli assoli del fratello maggiore, vi darà un'idea del concetto) ma solamente sul fuoco delle chitarre e sul cuore che questi ragazzi ci mettono. Il concerto fila via che è un piacere. Intervallato da pochissimi stralci di dichiarazioni incomprensibili (provate a tradurre il dialetto di Manchester e vi farete le ossa anche per il cinese mandarino) i pezzi che la band propone sono tratti dai fortunati esordi (Rock’n’Roll Star apre le danze, scaldando a dovere il pubblico di tutto il Palalottomatica) e dall'ultimo rivoluzionario disco (su tutte brilla la psichelica evoluzione di To Be Where There’s Life). Il resto è storia. Sul palco passano tutte le hit che hanno reso immortale una band e rilanciato un movimento che sembrava in fin di vita. Da brividi le acustiche The Masterplan (con un Noel che appare in una forma strepitosa) e Wonderwall (dopo molti anni la band torna a proporla senza elettricità, per la gioia dei fan della prima ora). Ci auguriamo che le voci di scioglimento che rimbalzano prepotentemente nei media di mezzo mondo siano smentite da un abbraccio fraterno dei Caino e Abele del Rock (a voi la scelta su chi dei due ricopra il ruolo del buon Abele).

Enrico Mainero


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recensione

slowcult.com

fan review

Sabato 21 febbraio 2009 SITO WEB

febbraio 2009 GIANFABIO FLORIO

You are all in my hands tonight

Live in Roma

Liam si muove sul palco fronteggiando il suo pubblico, lo osserva con aria di sfida… è immobile. Our Kid si gode lo show dei migliaia dei mad fer it che sono accorsi al Palattomatica di Roma e che hanno stazionato sin dalle prime ore del mattino ai cancelli per accaparrarsi i primi posti del parterre. La band è sul finale di una potente versione di “I Am The Walrus” dei Beatles, anche se il concerto sta terminando se ne parlerà a lungo di questo show. Gli Oasis oggi volenti o nolenti sono una delle rock’n’roll band piu potenti e trascinanti specie quando tutto gira alla perfezione come stasera, un wall of sound che non ha lasciato scampo, una sezione ritimica scintillante, i due fratelli in ottima forma con un Liam guascone, provocante e anche scherzoso. Ma facciamo un rewind e partiamo dall’inizio... e che inizio! Gli Oasis mettono subito le cose in chiaro, ”Rock’n’Roll Star” fa subito esplodere il Palattomatica, Liam in grande spolvero e la band gira a mille: “Look at you now you’re all in my hands tonight” mai verso fu più appropriato; i ragazzi iniziano a svenire sotto il palco per la calca e per aver passato ore e ore magari senza mangiare o bere per non perdere i preziosi posti sotto il palco. Liam sfida qualcuno nelle prime file, lo fronteggia spavaldo, ma aiuta anche i ragazzi assetati gettando tra il pubblico qualche bottiglia di acqua e anche due dei suoi famosi tambourines. Sfilano nel set perle come “Lyla” (e tutto il Palalottomatica è un unico coro) “Cigarettes and Alcohol”, il primo singolo del nuovo album “The Shock Of The Lightning”, fino a quando è l’ora di Noel con una versione incredibile di “The Masterplan” seguita da “Songbird” (dedicata da Liam alle ragazze sotto il palco) e una devastante “Slide Away”. Il pubblico è ko, la band è padrona assoluta. Non c’è tempo di rifiatare, ”Morning Glory” riporta agli anni 90 al secondo cd degli Oasis quello della consacrazione assoluta. Ancora Noel e la deliziosa “The Importance Of Being Idle”. Dopo “I’m Outta Time”, i primi riff di chitarra di “Wonderwall” fanno illuminare tutto il Palalottomatica, ovviamente non più di accendini come si usava un tempo, ma di schermi di cellulari o macchine fotografiche. “Supersonic” e “Don’t Look Back In Anger” chiudono un altro incredibile trittico di questa parte dello show, Noel scherza introducendo l’ultima dicendo: “Ero in radio oggi e mi hanno chiesto di suonare questa gratis, ma ho detto loro che per suonarla volevo 50 euro, io non suono mai gratis, cosi ora la faccio per voi che avete pagato 50 euro per vederci stasera!”. Liam torna sul palco e annuncia “Live Forever”, ma il boato viene subito smorzato perché Liam gela tutti dicendo “Non è vero.” Ma “Champagne Supernova” non è certo da meno, anche qua un unico coro spinge Liam che poi trascina tutti verso il gran finale di cui sopra con l’omaggio ai Beatles di “I Am The Walrus”. Lasciamo il Palalottomatica stremati e felici, pieni di musica, se questo è ancora il rock’n’roll del 2000 allora come non essere mad fer it?

Per descrivere la performance romana della migliore band degli ultimi 15 anni è forse necessario partire dalle note dolenti: sicuramente l’acustica del Palalottomatica – a quando una location adatta per la musica rock? – e la durata complessiva dello show. A dire il vero chi segue gli Oasis da tempo non poteva aspettarsi altrimenti: 75-80 minuti scarsi, suonati con grande intensità, sciorinando alcuni tra i pezzi più significativi del loro repertorio. Ci sono assenze pesanti in scaletta – nessun riferimento a “Be Here Now” o a “Standing on the Shoulders of Giants” – ma nessuno sembra accorgersene, grazie alla presenza di brani storici come “Rock’n‘Roll Star” (il modo migliore per aprire un concerto), “Cigarettes and Alcohol”, “Supersonic” o “Wonderwall”, di nuovo cantata da Liam dopo alcuni anni di ‘insofferenza’ verso un brano tanto celebre. Proprio Liam Gallagher, con look più simile a Paolo di Canio che ad Elvis, merita menzione quale piacevole “scoperta” della serata. Ci eravamo un pò tutti scordati della sua voce roca e inconfondibile, ma per fortuna le pause dagli eccessi giovanili – gli anni sono ormai quasi 37 anche per lui – lo hanno ritemprato, cancellando la sua sbiadita fotocopia che aveva scimmiottato sul palco negli ultimi due tour. Che le sue corde vocali siano affaticate lo si può notare dalla posizione che assume per cantare, leggermente diversa da quella che lo ha reso un’icona. Alla fine di ogni strofa si allontana quasi compulsivamente dal microfono, tagliando un pò barbaramente le ultime sillabe, che per sua fortuna però il pubblico canta al suo posto con grande trasporto. Proprio il pubblico è sembrato un’arma in più per la band di Manchester. Lasciatevelo dire da uno che ha girato il mondo per seguire gli Oasis in tour: un pubblico come quello di Roma è difficile trovarlo, e sia Liam che Noel

Fabrizio Fontanelli

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l’altra sera se ne sono accorti. Il primo si agitava più del normale on stage – di solito la sua effervescenza nei movimenti è paragonabile a quella di una coca cola aperta la sera prima – mentre il secondo se la rideva di gusto quando gli ottomila presenti intonavano con lui le parole di tutte le canzoni. Tra queste, una fetta dell’ultimo album, “Dig Out Your Soul”, già al numero uno anche in Italia, come “Waiting For The Rapture” – l’intro rubato a Five to One dei Doors – o la psichedelica “Falling Down”, il nuovo singolo prodotto in collaborazione con i Chemical Brothers. C’è spazio anche per “The Shock Of The Lightning” e “To Be Where There is Life”, quest’ultima scritta dal talentuoso chitarrista Gem Archer. I pezzi di Liam sono brevi ma intensi, dalle ossessive “The Meaning of Soul” e “Ain’t got Nothing”, anche questa presente sull’ultimo album, così come lo straordinario omaggio a John Lennon “I’m Outta Time”, la cui melodia viene arricchita dalla suggestiva distesa di accendini all’aria esibiti dai fan. Nei bis c’è spazio per la epica “Don’t Look Back in Anger”, cavallo di battaglia della band, e per la straordinaria “Champagne Supernova”, che da sola vale l’intera discografia di tanti altri gruppi. L’epilogo è “I Am The Walrus”, straordinaria cover dei Beatles, cantata di nuovo dagli Oasis dopo più di dieci anni. In conclusione, gli Oasis di oggi sono una band in ottima forma, che racchiudono in sè i germi di una buona parte della storia del Brit Pop degli anni ’90, di cui i loro componenti hanno fatto attivamente parte (Gem Archer negli Heavy Stereo, il bassista Andy Bell nei Ride e Hurricane #1, e l’ultimo acquisto, lo strepitoso batterista Chris Sharrock, a suo tempo musicista di Robbie Williams, nonchè il tastierista Jay “Jesus” Darlington, ex Kula Shaker). E’ difficile crederci per una band che da sempre viaggia sotto la minaccia di scioglimento, ma sono ormai tre lustri che i fratelli Gallagher ci ricordano come sia possibile produrre ottima musica anche dopo la scomparsa dei Beatles. Si dice che questo sia l’ultimo tour degli Oasis. Speriamo si tratti dell’ennesima leggenda creata a tavolino.

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(Villorba) Palaverde

Via Marconi 10/b Villorba (TV) web www.benettonbasket.it

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Il Gazzettino Lunedì 23 febbraio 2009 TREVISO - CULTURA & SOCIETA’

Oasis, 15 anni di carriera in un'esplosione rock In cinquemila al concerto di Treviso TREVISO - Dai fratelli Liam e Noel Gallagher ci si può aspettare di tutto. Quello che è certo è che dopo 15 anni di carriera sanno ancora travolgere il pubblico con la loro musica britpop e il loro fare molto british, esibendosi in concerti che lasciano alla fine il sapore di un appuntamento breve ma intenso. Salgono sul palco puntualissimi, alle 21, dopo aver dato spazio ai Free Peace, promettente rock band di Liverpool, scelta personalmente da Liam Gallagher. Un'ora e quaranta minuti di concerto, dove scorrere tutta la carriera degli Oasis, dall'album "Definitely Maybe" all'ultimo "Dig Out Your Soul": venti pezzi (sei del nuovo cd e una cover dei Beatles) che scatenano, e talvolta commuovono, le cinquemila persone riunite sabato scorso al Palaverde di Villorba. Sul palco la musica inizia potente prima che nel buio entri la band. Una luce bianca spunta da dietro il palco e “Rock'n'Roll Star”, uno dei primi brani, apre il concerto: Liam, in giacca lunga retrò, occhiali scuri tondi alla John Lennon, capelli corti con basettoni, canta e subito scatena il pubblico, battendosi il petto con “I'm the Rock'n'Roll Star” (io sono la star). E di rock'n'roll si parla durante il concerto, tra assoli di chitarra elettrica e strepitose performance alla batteria di Chris Sharrock. Sullo sfondo quattro monitor trasmettono video e immagini in diretta della band e del pubblico. L'atteggiamento di Liam è, si sa, un pò strafottente, mentre si alza il bavero della giacca e ascolta, mani dietro la schiena, immobile, la sua band che realizza le parti strumentali di alcuni pezzi, come "To Be Where There's Life". Ma i fratelli Gallagher si lasciano presto contagiare dall'affetto dei fan - Noel che ringrazia decine di

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volte e saluta in italiano "Buongiorno, ciao Treviso", chiedendo persino "is it good?", e Liam che da metà concerto ringrazia e applaude il pubblico, “siete molto carini” dice, e apre le braccia ad accogliere l'ovazione. Il concerto è un cocktail di pezzi vecchi e nuovi. Le luci psichedeliche gialle che accendono gli schermi accompagnano l'esplosione di suoni del singolo tratto dal nuovo album, "The Shock of the Lightning". Sei i pezzi dell'ultimo cd "Dig Out Your Soul" proposti, tra cui il singolo "I'm Outta Time", "Ain't Got Nothin’" e "Waiting for the Rapture", cantata solo da Noel mentre Liam scompare dal palco per ritornare poco dopo come se niente fosse. Noel poi propone la storica "Masterplan", accompagnato da un insolito sesto musicista alle tastiere. Cori tra il pubblico e accendini accesi per hit come "Supersonic", "Morning Glory", "Wonderwall". Per "Slide Away" i due fratelli sono ripresi sui monitor alle loro spalle, alternati, quasi a suggellare il sodalizio di così tanti anni, tra liti furibonde e momenti di fervida produzione musicale. E' ancora Noel che cambia chitarra quasi ad ogni pezzo, passando dall'acustica all'elettrica, e strappa applausi per "The Importance of Being Idle", altro classico della band. Il momento più intenso è nel bis con "Don't Back in Anger": Noel lascia cantare il pezzo in gran parte al pubblico che non sbaglia una parola. Quattro brani per il bis, da "Falling Down", il nuovo singolo accompagnato da un video surrealista, a "Champagne Supernova" fino alla cover dei Beatles "I'm The Walrus", che testimonia la passione dei Gallagher per i Fab Four. Alla fine dell'esibizione Liam si avvicina al bordo del palco, saluta, regala il suo tamburello a sonagli (che ha usato poco, a dire la verità) ed esce di scena. Noel resta a godersi più a lungo gli applausi e poi lascia il palco. Altro bis? No, non è nello stile degli Oasis. Che arrivano. Colpiscono. E se ne vanno. Stasera saranno al Palaonda di Bolzano e domani al Nelson Mandela Forum di Firenze. Sara De Vido

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Gli Oasis si esibiscono al Palaverde di Villorba a Treviso sabato 21 febbraio 2009. Stessa tracklist del concerto a Roma del giorno prima. La band soggiorna a Venezia per due giorni, in concomitanza con il Carnevale. Nel pomeriggio Liam ha fatto capolino alla Mostra denominata ‘Passions’ dove ha acquistato un caratteristico ‘Cappellaccio’ di Carnevale di una casa artigiana locale.


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La Tribuna Lunedì 23 febbraio 2009 TREVISO

Oasis, una notte da rockstar In cinquemila al Palaverde per il live della band inglese Il riff di Wonderwall scatena il pubblico Delirio con Songbird Ci hanno messo l'aria strafottente delle star e l'arte stravolgente del rocker. Il risultato è una vibrazione che il Palaverde non scorderà per anni. I fratelli terribili Liam e Noel Gallagher, con il chitarrista Gem Archer, hanno dato prova in soli 90 minuti di musica di cosa significa la parola "rockstar". Un concerto quello di sabato sera a Villorba che non ha lasciato nulla al caso. Un accoglienza caldissima riservata agli Oasis dai numerosissimi fan (il palazzetto era pienissimo, tanto che il termometro è schizzato alle stelle) che non si sono fatti scappare un appuntamento che attendevano da anni. E l'entrata in scena dei cinque di Manchester è stata da pelle d'oca. Luci arancioni, una voce fuori campo robotizzata, e la salita sul palco lenta, misurata. Finchè non arriva Liam che si posiziona a lato, gambe aperte, mani a reggere gli occhiali da sole. Immobile. Forse per due, tre minuti. Mentre gli altri imbracciano gli strumenti e il pubblico urla facendo tremare le sedie. Il primo pezzo, con un grande riff di chitarra, è Rock’n’Roll Star, guarda caso. Liam si indica trionfo, cantando “I'm a rock'n'roll star”. E' proprio vero e lo dimostrerà lungo tutto il concerto. La scaletta è azzeccata, quasi perfetta. Composta principalmente dai singoli che hanno puntellato la carriera ormai quindicennale degli Oasis, intervallati da pezzi meno noti, che però rivelano la vena più psichedelica e "compositiva" della band di Manchester. Si va da The Shock of the Lightning, primo singolo dell'ultimo album, a Morning Glory del '95, passando per Cigarettes and Alcohol e Songbird, oltre a tutti i successi degli anni passati e ai brani che li hanno proiettati al nuovo disco di platino e ad altissimi livelli. Ma il vero climax, e non poteva succedere diversamente, arriva quando Noel accenna il riff di Wonderwall. Per il pubblico è un delirio, cantano tutti e gli Oasis si dimostrano impeccabili e grintosi. E' un pezzo che certo ha molto da invidiare tecnicamente agli ultimi brani, ma è un inno generazionale e loro riescono a suonarlo come i fans lo vogliono, senza cambiarlo. Innescando nel pubblico quelle emozioni che solo chi è veramente rock sa scatenare. Chiusura con Supersonic. Il bis non si fa attendere. Pochi minuti e gli Oasis sono ancora fuori. Noel intona Don't Look Back In Anger, ma il ritornello lo canta il pubblico. Ed è da brividi. Intanto sul palco di Sanremo si esibiva Marco Carta, vincitore del festival. Con rispetto parlando, essere star della musica è un'altra cosa. E chi è andato al Palaverde sabato sera lo ha capito sulla sua pelle. Gli Oasis, indipendentemente che piacciano o meno (chi scrive non li adora di certo), sono una delle poche vere rockstar. Federico Cipolla

recensione

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Oasis @ Palaverde C’era una volta un mondo senza internet, senza email, senza facebook. L’uomo era già andato sulla Luna, il muro di Berlino era caduto ma non c’erano gli aerei low-cost e quando guidavi se non trovavi la strada ti toccava aprire il finestrino e urlare alla gente per chiedere informazioni. Sembra preistoria, eppure non era tanto tempo fa. Era il 1994. Primavera. Nei lunghi break di studio per fortuna guardavi VideoMusic. Il rock in Italia non era ancora radicato e le canzoni più amate viaggiavano con passaporto unico: Nirvana, Pearl Jam, Smashing Pumpkins, echi di Guns and Roses, insomma... frequenze americane. Poi un video, tre minuti e... cambia tutto. Immagini, scarne, opache, ragazzi imberbi dai capelli corti e ben pettinati, sguardi sfrontati e suoni ora melodici, ora ruvidi. Abbigliamento da tutti i giorni, da spesa al supermercato. Si chiamano Oasis. La canzone Supersonic. Semplice, diretta, mi colpisce. Perché è qualcosa di diverso da quello che girava allora. Rivoluzione o fine della rivoluzione? Non capisco, non sono convinto. Due ragazzi, due fratelli. “I need to be myself, I can’t be no one else”... Ma chi vi conosce, ma che volete? 21 febbraio 2009, ore 22 e 15. Palaverde di Treviso. Un gruppo è in concerto da oltre un’ora tra le ovazioni del pubblico, ha appena suonato il suo lento più famoso e si appresta ad eseguire l’ultima canzone, prima di tornare per i bis. In piedi, sul lato destro del palco, il chitarrista tira fuori le prime note di una canzone semplice, diretta. Al centro, il cantante, una delle ultime rockstar in circolazione, attacca con i primi versi. La voce gira come non si sentiva da tempo. Non è più un ragazzo e neanche io se è per questo, però ha grinta da vendere e lo sguardo di sempre. Il pubblico è in preda al delirio, centinaia di ventenni urlano come pazzi: “I need to be myself, I can’t be no one else...“. Intorno, una cornice di suoni roboanti da far impallidire

la versione di studio. Treviso abbraccia la band con lo stesso entusiasmo di quattro anni prima, l’acustica è buona, le tribune sono appiccicate al palco e ciò crea un’atmosfera raccolta e feedback immediato tra i mancuniani e i fan, che hanno gradito anche la prova dei giovanissimi Free Peace, scelti apposta da Noel come opening act di (alcune) date del tour europeo. Le alchimie sonore sviluppate dal terzetto di Liverpool non hanno nulla di originale. Hard rock classico di scuola Led Zeppelin, influenza riconoscibile dal granitico, possente incedere della batteria, dagli epici guizzi vocali e dalle progressioni chitarristiche, che in uno degli ultimi brani ricalcano pedissequamente quelle, già di seconda mano, di Whola Lotta Love. Dinamiche apprezzabili tuttavia se suonate come si deve, e cosi è stato. Inoltre, a dirla tutta, Fuckin’ In The Bushes, che incornicia l’entrata in scena degli Oasis, pesca a piene mani dalla leggendaria Immigrant Song... E’ qui che parte la danza tribale, l’attacco frontale al nostro stomaco e alle nostro cuore. Con Rock’n’Roll Star danno fuoco alle polveri, con Lyla, oramai un classico, intonato a squarciagola dagli astanti, avanzano come carri armati. Sono oramai i padroni, i mattatori dell’arena e con la nuova The Shock Of The Lightning sparano riff micidiali, proiettili senza controllo. Il pubblico si lascia piacevolmente travolgere ma, a scrutare le facce dei presenti, si ha l’impressione che i fan della prima ora abbiano abbandonato le sorti del gruppo. La batteria non è da meno. Chris Sharrock, quarantacinque anni e non sentirli, è il batterista più grintoso che la band abbia mai avuto a disposizione. Peccato che i megaschermi, sui quali come spesso accade sono proiettate immagini superflue, non indugino sulle sue instancabili progressioni. Poi è tutto un alternarsi tra ritmi serrati e passaggi riflessivi. I’m Outta Time dal vivo non regge il passo con le storiche Wonderwall e Songbird, e zoppicano i pezzi con Noel al canto. Don’t Look Back In Anger suonata alla moviola perde smalto e in The Masterplan, The Chief delude sia alla voce, flebile, che alla chitarra, essendo il sound dell’acustica sgradevolmente distorto. A Firenze non sarà così. I Am The Walrus è l’ultimo pezzo di una scaletta non esente da pecche - perché The Meaning Of Soul e Ain’t Got Nothin’ e non invece Bag it Up e Don’t Go Away? C’era una volta il rock’n’roll. C’è ancora. E stasera ha un solo nome. Oasis.

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Gli Oasis si esibiscono al PalaOnda di Bolzano il 23 febbraio 2009. Solita tracklist. La band arriva alle cinque del pomeriggio in tour bus da Venezia. Esegue il soundcheck solo alle 18. Il concerto ancora una volta di ottimo livello con la voce di Liam sensibilmente migliorata rispetto a Treviso e Roma. Le versioni di ‘Champagne Supernova’, ‘I’m Outta Time’ e ‘Don’t Look Back in Anger’ ancora una volta sono strepitose. Il boato più forte sicuramente per ‘Wonderwall’.

BOLZANO Palaonda via Galvani 4 39100 Bolzano (BZ) web www.fierabolzano.it

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Alto Adige Martedì 24 febbraio 2009 SPETTACOLI

Oasis, tanto rock ma poca musica Ieri sera in settemila a Bolzano BOLZANO – Era da tempo che la famigerata acustica del Palaonda non colpiva. Dopo gli storici kappaò di Roberto Benigni, di Zucchero negli anni Novanta, di Vasco Rossi e di Venditti, i tecnici sembravano aver imparato la lezione, forse con un passaparola. Lo stesso Zucchero, per rimediare, si era presentato con un service inglese e con fonici capaci di domare le risonanze del cemento, Sting aveva imposto i diritti della sua nobile voce, come aveva poi fatto Michael Stipe dei REM e più recentemente Jovanotti che la voce ce l’ha assai meno nobile ma che è riuscito a far capire al pubblico ciascuna delle sue preziose parole. E invece ieri sera i mitici Oasis, arrivati a Bolzano in ritardo e consumato in pochi minuti e di malavoglia un soundcheck invece prezioso, hanno trasformato poi il loro attesissimo show serale in uno spettacolo di pura immagine, con le chitarre omogeneizzate e – quel che più pesa – con la voce di Liam Gallagher a biascicare parole incomprensibili. Detto tutto il male possibile dell’acustica – ed è da anni che si parla di intervento tecnico per ovviare al problema... - diciamo anche tutto il bene possibile. Perché ieri sera al Palaonda di Bolzano, l’unico non esauritissimo di questo tour italiano anche se c’erano pur sempre settemila dei 7,300 spettatori ospitabili, il popolo degli Oasis arrivato a Bolzano persino dalla Sardegna, si è comunque divertito, benché i fratelli Gallagher siano assai poco trascinati.

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Soltanto Noel e il batterista Chris Sharrock hanno fatto gli straordinari: quest’ultimo con una grande energia e una voglia di dare spettacolo, Noel anche con l’unico messaggio chiaro uscito dal suo microfono: “Mi dispiace, non parlo italiano. Ma qui si parla tedesco, vero? Siete sicuri che siamo in Italia?”. Lo show comincia puntualissimo: alle 21 raffiche di fari sul pubblico, una voce fuori campo inizia un countdown ed ecco che la band si avvia verso gli strumenti, con tutti gli occhi sul bel Liam Gallagher che si piazza davanti al microfono a gambe larghe, infagottato in un blazer doppiopetto e aggiustandosi gli occhialetti da sole tondi. La scaletta salta il previsto Fuckin’ In The Bushes per innescare la canzone manifesto “Rock’n’Roll Star” poi è rock quattroquarti da “Lyla” a “The Meaning Of Soul”, finchè un rock un pò ripetitivo non lascia spazio alle divagazioni psichedeliche che hanno caratterizzato la storia del gruppo: “To Be Where There’s Life” è accompagnata da un’eruzione

astratta sui quattro megaschermi incorniciati da cinque file di fari che danno luce al palco ma che spesso illuminano il parterre unendo simbolicamente star e pubblico. I momenti più intensi della serata non sono quelli legati al nuovo album “Dig Out Your Soul” ma quelli storici come “Wonderwall” – e dalla platea sale un boato, prima dei cori – e la dolce “Don’t Look Back In Anger”, lo svogliato Liam dietro le quinte e il fratellino a cantare i versi ispirati al pacifismo di John Lennon e a esibirsi finalmente con una voce degna di questo nome. Del resto i fans più fanatici hanno bollato l’ultimo album come un tradimento dell’ortodossia Oasis. Dunque meglio puntare sul repertorio superclassico, con un finale che omaggia i loro sacri punti di riferimento, i Beatles. Il bis propone “I’m The Walrus”, poi più nulla, neanche un saluto. Fabio Zamboni


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Alto Adige Martedì 24 febbraio 2009 SPETTACOLI

Prima del live, sciata in Val Gardena Sessanta persone al seguito della band, centinaia di fan in attesa per ore. Aereo, treno, auto. Qualcuno è arrivato anche dalla Sardegna. BOLZANO. Pare proprio che gli Oasis, varcata la fatidica soglia degli “anta” siano diventati adulti e responsabili. Per questo tour mondiale che ieri sera ha fatto tappa al Palaonda di Bolzano, hanno messo insieme una macchina da spettacolo agile e funzionante. In tutto “solo” una sessantina di persone, che sembrano tante e invece sono relativamente poche, perché al seguito di gruppi del genere non ci sono mai meno di un centinaio di persone. I primi ad arrivare, già domenica in giornata, sono stati gli organizzatori e i manager, che hanno preso alloggio in parte al Greif e in parte al Laurin. Ieri hanno ispezionato il Palaonda e poi sono andati a sciare in Val Gardena. I cinque Tir con tutte le attrezzature e le strumentazioni, compreso quello che trasporta una cucina perfettamente attrezzata, hanno raggiunto il parcheggio

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dietro al Palaonda domenica intorno alle 15. Poi hanno aspettato pazienti di poter cominciare a scaricare. Gli Oasis sono arrivati direttamente dal Veneto ieri pomeriggio alle 5, a bordo di giganteschi motor home. Pare che abbiano approfittato del giorno libero di domenica per fare una veloce puntata a Venezia. A Bolzano, invece, non è stato previsto nessun pernottamento, perché la tabella di marcia segna subito la ripartenza a bordo delle comode suite su 4 ruote. Destinazione Firenze, dove gli Oasis suonano questa sera. Non prima però di avere ricevuto nei loro camerini un gruppo di amici, circondati dal più rigoroso top secret. La band non ha fatto nessuna richiesta particolare all’organizzazione della Showtime, come ci si sarebbe magari aspettato. Ha richiesto solo un capillare controllo, affinchè non venissero introdotti alcolici all’interno del Palaonda. Richiesta motivata, dopo i problemi avuti sia a Roma che a Toronto con fan un pò troppo alticci, e così persino il piccolo bar davanti alla struttura ha avuto il divieto di vendere qualsiasi cosa che superasse la birra in gradazione alcolica. I quattro Oasis e tutto il loro team hanno cenato all’interno del Palaonda, tra il soundcheck e l’inizio dello spettacolo, con il catering che si portano dietro in tutto il mondo e che serve solo ed esclusivamente la più tipica cucina inglese. I camerini sono stati arredati con i soliti divanetti e tavolini, che la Milano Concerti utilizza nei camerini d tutti gli artisti. Una curiosità: la band ha diviso un unico grande camerino,

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mentre Liam ne ha voluto uno tutto per sé. Che siano vere le voci secondo le quali sarebbe l’ultimo tour del gruppo? E che i due terribili fratellini Gallagher siano nuovamente ai ferri corti? Sono invece molto amici della band che apre i loro concerti, i Free Peace, e ieri hanno passato il pomeriggio insieme, un po’ nel camerino degli uni e po’ in quello degli altri. Non è dato sapere se Liam si è unito all’allegra combriccola. Mentre dentro ferveva il barricatissimo soundcheck (nessuno ammesso) fuori il vento cominciava a fare i capricci e a divertirsi a tormentare le centinaia di giovani fan in attesa da ore. Il 60% veniva dall’Alto Adige, un altro 20% dal Trentino, gli altri dal resto d’Italia. Molti sono venuti dalla Lombardia, dove i biglietti per il concerto di Milano erano andati esauriti in poche ore. “Mi ero preso un giorno libero solo per comprare i biglietti – ha detto un ragazzo – Gli unici rimasti erano quelli per Bolzano”. Il più coraggioso è di Sassari: “Sono arrivato domenica sera con la Ryan a Bergamo e poi in treno. Non potevo perderli”. Con lui c’è un colorato gruppo di ragazzi giunti da Lombardia, Marche, Padova. Tutti sventolano bandierine inglesi. Insieme dalle 9 di mattina, sono diventati amici. Unica nota stonata, risultato della lunga attesa, una enorme quantità di bottiglie di vetro e di plastica buttate per terra davanti alle casse del Palaonda: non era il caso di ‘rinforzare’ il servizio rifiuti con qualche cassonetto supplementare, in vista dell’evento? Daniela Mimmi

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Corriere Fiorentino Mercoledì 25 febbraio 2009 CULTURE

Generazione Oasis La carica degli ottomila

FIRENZE Mandela Forum Viale Pasquale Paoli Firenze (FI) web www.mandelaforum.it

Sold out per la serata dei fratelli Gallagher Giù le mani dalla chitarra, Liam. "Che non provi a suonare, lui deve solo cantare e fare il buffone con il sonaglio in testa". L'unica delusione di un concerto atteso, amato, urlato, sarebbe questa: "Se Liam si mette a suonare, lo suono io". E' Damiano che parla, 20 anni, un incrocio tra i Lou Reed e il cantante dei Baustelle. Sono le 8.45 di sera. Ancora un quarto d'ora e gli Oasis saliranno sul palco del Mandela Forum per intonare Fuckin' in the Bushes. E' un attimo, una serie di ululati. Parte subito il secondo brano in scaletta: Rock'n'Roll Star. Alle spalle dei 4 di Manchester, altrettanti megaschermi rettangolari, un palco spoglio, un look da collegio di suore. Il suono è potente, la band in forma, si respira una buona energia. Puntuali: ore 21 spaccate neanche fossero una band svizzera, i fratelli Noel e Liam Gallagher rombano strumenti e voce a ritmo della giungla. E la giungla è lì, sotto il palco. "Guarda che capelli, che personaggi, c'è poco da dire: il britpop sono loro". E' ancora Damiano, scatenato. Con lui tre amici, in coro: "Dig Out Your Soul è un casino più rock di qualsiasi altro loro album... dai così!". Dal venditore al produttore, in una sorta di marcia del gambero dell'industria discografica, gira per il parquet anche Guido, quello con l'aria intellettuale tra i commessi di Ricordi. "Ho un'aspettativa alta perchè una volta li ho visti senza Noel, un'altra dopo che avevano fatto un brutto disco, ora invece ci sono tutti e il disco è

bello, quindi voglio un signor concerto". Una cosa che mette d'accordo tutti: Dig Out Your Soul, il settimo album della carriera degli alfieri del britpop, è un gran bel disco. Paolo sorride, un sorso di birra, un'aggiustatina al ciuffo: "Sono i miei 15 anni che ritornano per una sera - ora ne ha 30 - Certo, non sono più quelli di allora, ma gli Oasis ci fanno sempre friggere le voglie rockeggianti". Al Mandela ieri sera erano in 7,500. Code alle entrate, per fumare, al bar, al bagno, code anche per farsi fotografare con la faccia dentro il cartone dell'Uomo-Baffo della birra Moretti. Gli Oasis mancavano da Firenze da tre anni, l'ultima volta al Palasport fu il 6 febbraio 2006. E si sente. Fuori, un formicaio di ragazzi fa su e giù tra le bancarelle e lo sportello dei biglietti già dal pomeriggio. Alle 19.45 si vedono passare tre sedicenni che discutono se fare la notte brava

e forcare a scuola. Ci sono le interrogazioni: una ha chimica, una storia, la terza biologia. Nella stessa frase riescono ad infilarci il rock, l'acconciatura dei Gallagher ed epiteti irripetibili per le insegnanti delle rispettive materie. Camminano a passo di gazzella, ma giunte all'entrata devono rallentare per fare lo slalom tra i cumuli di spazzatura: il piazzale antistante il grande scivolo frontale è immerso in un groviglio di bottiglie e sacchetti. Se una cosa si può dire sul popolo degli Oasis, almeno qui a Firenze, è che non sono proprio puliti. In meno di mezz'ora i ragazzi hanno ridotto il piazzale a un campo profughi. In cinquanta metri si incontrano cinquanta brutti ceffi che fanno bagarinaggio. Assillanti: “Biglietti, biglietti, biglietti prego...”. L'occasione è ghiotta,concerto sold-out.

Edoardo Semmola

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H PHIL SMITH ROMA. Venerdì 20 FEBBRAIO 2009 Nel lussuoso hotel dove alloggiano gli Oasis prima del loro concerto nella capitale incontriamo Phil Smith, il tour Dj che segue la band da oltre 10 anni. Tutti lo avevamo notato nel film documentario ‘Lord Don’t Slow Me Down’ che se la spassava sempre insieme alla band. Ma conoscendolo scopriamo molto di più... E’ stato il roadie degli Stone Roses e lavorava nello staff dello storico locale Hacienda a Manchester. Conosce Noel da quando era il roadie degli Inspiral Carpets ma ignorava che sapesse suonare una chitarra. Era compagno di appartamento del produttore Mark Coyle e ‘Married With Childern’ è stata registrata nella camera accanto la sua...

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INTERVISTA e FOTO di Fabio D’Antonio con l’aiuto di Stefano Marrocco

o visto per la prima volta PHIL SMITH a Roma nel maggio del 1995, lui era roadie per gli Stone Roses. All’epoca la band di Ian Brown e John Squire era in tour in Italia per il loro album “Second Coming” e si esibiva al Palladium. In realtà non lo conobbi, lo scambiai semplicemente per Ian Brown all’esterno del locale. Da allora penso di averlo visto in tante occasioni in tour con gli Oasis, sempre in compagnia di Liam Gallagher. Nel 1997, dopo che gli Stone Roses si sciolsero, non aveva un lavoro e Noel Gallagher ne inventò uno per lui: il tour Dj. In pratica Phil seleziona i dischi prima di ogni concerto degli Oasis e si occupa del brano di uscita della band (quello che si ascolta quando si riaccendono le luci). Dal Be Here Now World Tour è stato sempre in tour con la band e non va dimenticato che prima ancora era stato anche loro roadie (dal 1993 al primo periodo del 1995). E’ una lunga amicizia che lo lega a Noel e Liam ed è probabilmente l’unica persona che potrebbe scrivere una biografia sulla band dagli inizi ad oggi. Quella di oggi non è la sua prima intervista in tema Oasis, è apparso anche nel making of del DVD di Definitely Maybe, in pratica il globo e i ritratti fotografici usati per la copertina del primo disco erano i suoi... e la band non glieli ha mai restituiti. Per iniziare, e per meglio introdurre Phil ai fans, gli chiediamo di presentarsi... Phil: “Sono nato a Manchester, adesso vivo a Londra con la mia compagna, non sono sposato...” “Hai un soprannome?” Phil: “No, non ne ho uno. Forse Smitty, secondo il tradizionale metodo inglese per trovare nomignoli” “Come e quando è iniziata la tua avventura con gli Oasis?” Phil: “Io ero un roadie prima di essere un dj ed ho iniziato a lavorare


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nei concerti di Manchester come local roadie nel 1987. Nel 1988 ho iniziato invece a lavorare in tour con gli Stone Roses come roadie e con loro ho fatto vari tour”... “Ho letto dalla tua biografia che hai anche lavorato alla Hacienda di Manchester durante quegli anni... era il periodo baggy con la rinascita musicale di Manchester...” Phil: “Si ero lì a lavorare come local roadie. Ero lì a lavorare sin da prima che iniziasse quel periodo...” “Molti fans ignorano la scena musicale inglese di quegli anni, ma è lì che tutto ebbe inizio per gli Oasis. Era quello il periodo che iniziarono a considerare l’idea di formare una band...” Phil: “E’ stato veramente fantastico. Un bel momento per noi. Prima che accadesse tutto era così deprimente a Manchester, tutti erano senza un lavoro e si andava verso il South (Londra). Non so come sia accaduto, ma improvvisamente Manchester è divenuto il centro dell’universo, si organizzavano party ovunque...” “Una nuova rinascita musicale per Manchester, dopo quella che vide protagonisti gli Smiths...” Phil: “Si... tutti ebbero un nuovo groove da allora, semplicemente esplose dal nulla. Noel dice ancora oggi che quello è stato il momento migliore della sua vita. Nonostante lui sia negli Oasis adesso. C’era da divertirsi quando si usciva a Manchester in quel periodo. E’ stato allora che ho conosciuto Noel. Lui faceva il roadie per gli Inspiral Carpets e nello stesso periodo io lo ero per gli Stone Roses”. “Come hai conosciuto Noel?” Phil: “In modo improprio sapevo chi fosse Noel già dal 1988, tutti nell’ambiente ci conoscevamo almeno di vista. Le band spesso suonavano negli stessi festival. Si incontravano sempre le stesse facce in certi locali”. “Adesso è una persona diversa da quando lo hai conosciuto, è diventato una rockstar...” Phil: “No, per la verità è esattamente uguale a come era prima. E’ la stessa persona di prima, ma con molti più soldi. Io non lo vedo cambiato”. “Sapevi che scriveva canzoni?” Phil: “No, non pensavo neanche che sapesse suonare la chitarra. L’ho scoperto solo quando è entrato a far parte degli Oasis. A quel tempo io avevo casa insieme a Mark Coyle ed è lì che ho conosciuto veramente Noel Gallagher. Veniva a casa nostra e lì ho scoperto che sapeva suonare la chitarra. A Manchester nessuno suona la chitarra a casa, era strano a quel tempo suonare una chitarra se eri di Manchester. A Liverpool tutti suonano una chitarra a casa, tutto il giorno. Quando ho scoperto che sapeva suonare ho anche ascoltato le sue canzoni ed ho pensato: ‘wow, fottuto inferno, le adoro’. “Ti ha suonato le sue canzoni a casa tua...” Phil: “Ebbene, Mark Coyle aveva un piccolo mixing desk nella sua camera da letto. Noel venne a registrarci i demo (1990). E ci portò anche la band per fare altri demo. Il sound degli Oasis è nato in quella piccola camera. Facevano parecchio ‘rumore’ nella stanza accanto la mia, anche sino alle quattro del mattino”. “Il tutto sempre a Manchester?” Phil: “Si, tutto è accaduto nella nostra casa di Manchester. Le versioni finali pubblicate (su Definitely Maybe e sul singolo Shakermaker) di ‘Married With Children’ e ‘D’Yer Wanna Be A Spaceman’ sono proprio quelle registrate nella nostra casa, più esattamente nella stanza da letto di Coyle”. “Hai conosciuto prima Noel e poi Liam...” Phil: “Si, se ricordo bene era il primo maggio 1990 la prima volta che l’ho visto. Aveva solo 17 anni ed era il fratello più piccolo di Noel. Venne a casa nostra con qualche suo amico in qualche occasione. Era un grande fan degli Stone Roses e portava anche dei suoi amici a casa nostra, bussava alla porta e chiedeva se poteva entrare. Fumavamo insieme. Aveva i capelli lunghi ed era veramente giovane”. “Noel racconta spesso che è stato proprio ad un concerto degli

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Stone Roses che Liam ha iniziato a mostrare interesse per la musica e da allora ha deciso di diventare un cantante...” Phil: “Si, prima di allora non gli interessava molto la musica, era attratto più dal genere hip hop e cose del genere. La musica che piaceva a Noel non gli interessava. Poi andò a vedere gli Stone Roses, proprio poco prima che uscisse il loro primo album. Da lì cambio completamente il suo modo di vedere la musica”. “Posso capire cosa è successo a Liam. Ti confesso che sono un grande fan degli Stone Roses, ero al concerto al Palladium di Roma nel maggio 1995...” Phil: “Si, ero con loro in tour a Roma, mi ricordo”. “Hai detto che Noel non è cambiato dalla prima volta che lo hai conosciuto, ma è davvero così? Magari prima era più divertente, più rilassato. Non è facile essere sempre riconosciuto dai fans” Phil: “Ma Noel è divertente, è sempre divertente” “Non tutti i giorni...” Noel appare infatti particolarmente cupo durante questa nuova visita italiana. Quattro date in pochissimi giorni lo attendono e tutta una serie di interviste (per media di tutto il mondo). Inoltre non attraversa un buon momento di salute. La conseguenza è che passa il suo tempo libero in camera ed è abbastanza riluttante ad incontrare i fans. Liam al contrario si concede ai fans, autografi e foto incluse. Phil scoppia in una risata e poi aggiunge: “Ma Noel è divertente, è sempre divertente. Non è cambiato così tanto negli ultimi quindici anni. Davvero non ci sono differenze”. “Ma è diverso essere in tour come roadie da esserlo come il leader di una band come gli Oasis...” Phil: “Ma quando lui era il roadie per gli Inspiral Carpets era abituato già a fare tutto quello che fa oggi. Se ne stava in ufficio a rilasciare interviste alle radio svedesi al posto degli Inspiral Carpets. Erano cose noiose per la band e lui le faceva al loro posto. Vendeva le t-shirt. Sapeva come era essere in una band prima di fare parte di una band. Quando gli Oasis hanno iniziato lui aveva già fatto le esperienze necessarie. Sapeva cosa stava facendo. Quando sono andati in America non era una cosa nuova per lui. Sapeva come farsi fare un contratto discografico. Da allora è il capo in carica”. “Ma come sono attualmente le relazioni con i membri degli Inspiral Carpets, sembra avere avuto qualche problema di troppo con un membro in particolare della band...” Phil: “Si, credo che non gli stia genio Clint il tastierista (n.d.e.: Clint Boon è il tastierista degli Inspiral Carpets e ha anche formato la band The Clint Boon Experience, realizzando qualche singolo per la sua stessa etichetta: la Artful). Ma non ci sono problemi con gli altri. Graham (Lambert) il chitarrista adesso lavora per una agenzia di promoter in Manchester ed organizzano concerti anche per gli Oasis. Ma non ne so molto”. “Sei stato coinvolto negli Oasis sin dal loro primo periodo. Avrai molte storie da raccontare” Phil: “Si, prima di seguirli come Tour Dj sono stato anche roadie per gli Oasis (dal 1993 al 1995)”. “Sei forse l’unica persona che li ha seguiti dagli inizi sino ad oggi. Che è stato sempre presente. Forse l’unico che possa scrivere una vera biografia della band” Phil sorride maliziosamente, è vero che conosce molti retroscena ma per lealtà forse deve continuare a custodire segreti quelli più ‘scomodi’: “Si, potrebbe essere un libro davvero interessante. Un grande libro. Se mai lo scrivessi però deve essere un libro diverso. Un libro di rock’n’roll”. “Sei stato anche a Knebworth nel 1996” Phil: “Si, al tempo lavoravo con gli Stone Roses di nuovo, ero il loro roadie e arrivammo a Knebworth tutti in elicottero. Ci sono anche delle riprese professionali di tutto quello che è accaduto a Knebworth, ma non è stato mai pubblicato. Forse tengono tutto da parte per il 20° anniversario e farne un documentario, non saprei dire perchè non ne hanno ancora fatto un video”.

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“Bonehead ci ha detto che non è stato il miglior concerto degli Oasis. Lui lo ricorda come ‘Madness Knebworth’ con circa 6000 persone nel backstage village, un vero casino...” Phil: “Si, forse è vero. E’ importante perchè ci sono state così tante persone. Anche Woodstock non è stato forse eccezionale musicalmente ma è diventato storico per tutte le persone che vi parteciparono. La stessa cosa per gli Oasis, con tutte quelle persone. Non vedevano il palco e non vedevano neanche i maxi schermi. Dal palco non riuscivi a vedere la fine della folla. Era oltre la collina. Ma molte di più furono le persone che telefonarono per acquistare un biglietto. Hanno stimato che avrebbero potuto riempire 12 serate consecutive di Knebworth. Le linee telefoniche collassarono. Fu davvero pazzesco”. “Questa estate in Manchester ci sarà un nuovo evento per gli Oasis, Heaton Park a Manchester” Phil: “Si, c’è attesa per Manchester, è in un parco grandissimo”. “Una occasione per un nuovo viaggio in elicottero” Phil: “Lo spero proprio. E’ come se si giocasse una grande finale di calcio quando gli Oasis suonano a Manchester. Sono tutti esaltati. Senza dubbio sarà il vero evento di questo tour. Sarà pazzesco. In particolare il sabato. L’ultima volta che hanno suonato a Manchester al City Of Manchester Stadium dopo pochi secondi dall’inizio del concerto le barriere furono abbattute...” “Hai iniziato come Dj Tour insieme agli Oasis nel 1997” Phil: “Era il Be Here Now tour. Al tempo ero senza lavoro. E Noel mi propose si andare con loro in tour e mettere i dischi prima del concerto. Non lo avevo mai fatto prima”. “Usi ancora i vinili” Phil: “Si ma solo in tour. Adesso di solito uso i cd per le serate. I vinili sono troppo pesanti da trasportare in giro. E’ più comodo andare in giro con una valigia più leggera e piccola”. “Mai pensato di usare un iPod?” Phil: “Non ho un iPod. Non sono un estimatore della musica digitale. E in tour porto con me circa 500 albums. Non so il numero esatto. Ma sono tanti. E compro altri vinili mentre sono in tour”. “Quello di Be Here Now è stato il tour più imponente degli Oasis, una scenografia grandiosa, due ore di concerto e Champagne Supernova durava oltre 8 minuti. Cosa ti ricordi...” Phil: “Siamo andati in tour nel momento in cui la band era al suo apice di notorietà. Nessuna band era più popolare di loro al tempo in Gran Bretagna. Era tutto esagerato e pazzesco”. Cerco di farci raccontare qualche episodio che si ricorda in particolare di quel periodo. Phil fa una piccola pausa per riflettere e poi continua: “In verità ogni giorno era pazzesco. Ma erano gli altri ad essere esaltati. Voglio dire che era la stampa ed i fans ad essere impazziti per gli Oasis. Erano le aspettative ad essere più alte”. “Noel ha detto che era tutto più assurdo e esagerato anche a causa dei problemi di droga dei membri della band...” Phil (sorride): “Non era un problema al tempo”. “E’ stato Noel a dire che assumeva droga al tempo...” Phil (sorride ancora): “Forse lo ha fatto una volta”. Poi torna più serio: “Quando inizi a fare soldi inizi anche a spenderli. Era il loro momento rock’n’roll, senza dubbio”. “Rimaniamo in tema gossip, nel 2002 sei stato arrestato a Monaco insieme a Liam, cosa è accaduto?” Phil: “Si, sono stato coinvolto e arrestato insieme a Liam. Non so davvero come è iniziata la cosa. Io stavo per andare a dormire. Poi è successo qualcosa e sono stato coinvolto. La cosa è abbastanza strana se si pensa che noi siamo stati arrestati e nessuno degli altri ragazzi. Stiamo per tornare a Monaco, credo la prossima settimana. E sarà la prima volta dal 2002. Ma non saremo nello stesso hotel”. (ride) “Lo credo bene...” Phil: “E’ stato uno strano evento, un tavolo rotto, una rissa e la polizia che interviene subito per arrestare solo gli inglesi”

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“La polizia sapeva che c’erano gli Oasis?” Phil: “Si, probabilmente sapevano chi eravamo, che facevamo parte degli Oasis o dello staff. Questo è il sud della Germania. Mi piace essere nella zona nord, Amburgo ad esempio. Il sud è assolutamente diverso. Sono tutti grossi, sembrano texani... Il resto della Germania è buono”. “Anche in Italia ci sono differenze territoriali. I fans di Roma e del sud Italia sono forse più calorosi di quelli del nord” Phil: “Si, probabilmente anche più matti. A Milano i fans sono calorosi ma se si scende in giù vediamo che sono più scatenati. Ma non siamo mai arrivati a fare un concerto a Napoli ancora...” “La band suona ‘Bag It Up’ e ‘The Turning’ ai soundcheck, ma ha escluso queste canzoni dai concerti, puoi dirci qualcosa?” Phil: “Le stanno facendo nei soundcheck di recente, forse perchè vogliono avere altre da canzoni da poter inserire nel set. Magari per eventi speciali, non saprei”. “Ma da ottobre 2008 la loro setlist è invariata” Phil: “Si, l’unica eccezione è stata ‘My Bigmouth’, ma queste sono decisioni di Noel, the Chief. Comunque la setlist funziona e allora perchè cambiarla?” “Sei stato tante volte in Italia con gli Oasis e prima ancora con gli Stone Roses. Quando è stata la tua prima visita in Italia?” Phil: “La prima volta che sono venuto in Italia è stato nel 1988 durante un viaggio in Europa in treno, sono stato a Roma, a Brindisi. Ma solo un giorno a Roma non è nulla. E’ una città storica, non come Manchester”. “Torniamo agli Oasis. Cosa pensi delle canzoni di Liam?” Phil: “Amo le sue canzoni. Migliorano ogni volta. Nell’ultimo tour mi ha fatto ascoltare due cd pieni di sue canzoni demo. Sono grandiose e purtroppo alcune potresti non ascoltarle mai”. “E’ Noel che decide quali canzoni pubblicare, magari canzoni come ‘The Boy With The Blues’ o ‘I Believe In All’ meritavano almeno di essere b-sides, al posto dei remix...” Phil: “Lo dirò a Noel” (ride)

Phil Smith durante il suo djset al Forum di Milano il 2 febbraio 2009


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Iniziamo a parlare di I’m Outta Time, il singolo di Liam e della posizione raggiunta in classifica nelle Uk Charts. Nel frattempo si spalanca la porta che conduce al chiostro all’aperto dove ci troviamo e una voce decisa ci richiama: “Tutte bugie, sono tutte bugie. Non gli credete”. E’ Liam Gallagher che entra e arriva davanti la nostra videocamera per proclamare: “He is a fantasist” (Una persona che confonde la realtà con la fantasia). Liam Gallagher e Phil Smith sono inseparabili durante i tour, soprattutto negli ultimi anni dove Noel e Liam trascorrono la maggiorparte del tempo separatamente. Phil è il braccio destro di Liam, soprattutto dopo i concerti, quando la serata ha un proseguimento. Liam chiede se l’intervista sarà tradotta in italiano. Rimane con noi, intenzionato ad ascoltarci per il tempo di una sigaretta: “Quale è il tuo album degli Oasis preferito?” Phil: “Be Here Now. Un grande album. Ho ricevuto un dvd di una coverband italiana degli Oasis che ha suonato per intero il set di Be Here Now” Liam: “L’ho perso la scorsa notte” Phil: “No, sono sicuro che è in camera mia” Liam: “Come si chiama la band?” Phil: “Credo Burning Rain... Sono sicuro che il dvd è in camera mia” “Quale è la tua canzone preferita degli Oasis?” Phil: “La mia canzone preferita è Supersonic. Fu praticamente scritta e registrata in studio. Una sola registrazione. Furono spese 100 sterline per quella canzone”. “Quale è la tua band preferita...” Phil: “Devo dirti che la mia band preferita di tutti i tempi sono gli Echo & The Bunnymen. Era la band di quando ero un ragazzo. Mi piacciono i dischi degli anni ottanta e tutta quella musica che ascoltavo quando avevo quindici o sedici anni...” “E’ la stessa musica che selezioni nei club come dj?” Phil: “No, mi piacerebbe, ma non metto quel genere di musica nei club. Metto musica più attuale e tutta quella merda per far ballare le ragazze in pista. Faccio ascoltare i dischi che mi chiedono. Se le persone mi chiedono gli Oasis li accontento, cerco di far divertire le persone presenti”. “Come scegli i brani prima dei concerti degli Oasis?” Phil: “La musica che seleziono prima dei concerti la scelgo io. A meno che non ci siano richieste specifiche della band. Qualche volta capita che Noel parli di qualche vecchio brano anni 70 che ha ascoltato da qualche parte e di cui nessuno ha mai sentito parlare prima... Allora cerco di scoprire come avere quel brano in vinile. Vado su Ebay per comprarlo subito e magari selezionarlo nel successivo concerto. Quando ho messo ‘BlueMoon’ cantata da Elvis alla fine del concerto è stato per desiderio di Noel. E’ l’inno del City e Noel mi ha chiamato prima del tour per sapere se lo avevo in vinile e lo portavo con me. In qualche occasione mi chiede di metterlo alla fine del concerto”. “Anche tu tifi per il Manchester City come Liam e Noel e l’intero staff degli Oasis?” Phil: “Si, tifo per il City, ma penso sia solo una coincidenza che siamo tutti fans dei citizens. C’è in effetti solo una persona fan dello United. Solo il roadie personale di Andy Bell è un fan del Manchester United. Ma tutti lo ammutoliamo”. “Cosa pensi dei fans italiani degli Oasis?” Phil: “Sono il pubblico migliore, i migliori fans... Quando i fans sono così calorosi anche il concerto è più intenso. La band dà qualcosa in più. Soprattutto Liam. I fans in Italia sono davvero coinvolti. Non sono lì per ascoltare solo un paio di canzoni che conoscono. Sono molto passionali”. “Forse troppo passionali?” Phil: “Non saprei, Liam adesso ad esempio è fuori a parlare con qualche fan. Si trova bene con i fans italiani”. Abbiamo amabilmente conversato per un’ora e dopo le foto ci congediamo ringraziando Phil per la sua disponibilità e per tutto ciò che ci ha raccontato. PS: Phil Smith dal 1998 seleziona i dischi in vari clubs in Uk.

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articolo tratto da

Corriere della Sera

Sabato 4 luglio 2009 - di ANDREA LAFFRANCHI

INTERVISTA A NOEL GALLAGHER «U2 e Coldplay, siete inutili»

Noel Gallagher: «Assurdi appelli per i poveri negli show kolossal». Sulle droghe: «Non rinnego il passato» EDIMBURGO — Per un pò di tempo non sentiremo più parlare degli Oasis. Cinque anni, forse di più. Se il gruppo inglese è pronto ad entrare in stand by causa logoramento, impossibile pensare che si fermi la lingua più tagliente del rock, quella di Noel Gallagher, mente e chitarra della band. Dalle vetrate di un ufficio del Murrayfield, lo stadio del rugby di Edimburgo, il 42enne guarda il prato riempirsi di fan (saranno 55 mila alla fine), lancia uno sguardo paternalistico al palco dove suonano gli Enemy che lui stesso ha scelto per aprire la serata e fa il punto: sul futuro suo, del gruppo e del rock, sull’inutilità delle rockstar impegnate alla Bono e Chris Martin, sulla politica inglese. Chiudete il tour alla Fiera di Milano-Rho del 30 agosto e annunciate un fermo di 5 anni: i fan temono il peggio... «È solo un numero, avrei potuto dire dieci... ma gli Oasis non si scioglieranno. È soltanto che in questo momento non vedo cosa potremmo fare ancora. Tour più grandi? Più soldi? Ho bisogno di qualcosa di diverso per tenere vivo il mio interesse». Ha già pianificato un album come solista? «No, no. Il mio ideale sarebbe entrare in un’altra band, suonare la chitarra e non dovermi preoccupare di cantare e di scrivere canzoni». Come vanno le cose fra lei e suo fratello? «Come sempre. Possiamo far funzionare gli Oasis senza per questo dover essere i migliori amici. Jagger e Richards non lo sono di certo». Non sono nemmeno fratelli. «Capisco che la gente lo trovi affascinante, ma per me è noioso. Inutile dire bugie, raccontare che andiamo d’accordo. Fino a che funzioniamo va bene». Durante la vostra assenza nasceranno i nuovi Oasis? «Per come è il music business oggi non penso che ci sarà una band grande come noi, che vende così tanti dischi». Cosa avete di diverso? «Questione di tempi: siamo arrivati molto prima di Internet, ipod e cellulari. Se partissimo domani avremmo già un sito, Facebook, dovremmo regalare musica... Quando abbiamo iniziato, se volevi sentirci dovevi essere dove suonavamo. Quando è uscito il primo album non esistevano i masterizzatori, dovevi comprartelo. C’era il passaparola e così si realizzava il contatto con il pubblico. Oggi qualcuno filma un concerto col cellulare e in diretta lo manda all’amico in Brasile... Pare che alla gente basti vedere gli spettacoli su Internet». Perché la gente viene a vedervi? «Noi saliamo sul palco e suoniamo. Sono stato a tanti concerti negli stadi: tutti parlano di politica e nessuno suona. Eppure la gente è lì per la musica. In uno show di U2 o Coldplay c’è sempre un messaggio sui poveri o sulle persone che muoiono di fame. Va bene, ma non possiamo solo passare una bella serata? Ci dobbiamo sentire per forza in colpa? Pensiamo poi ai palchi semoventi, al second stage per il set acustico... tutto questo non ha senso. Preferiremmo suonare nei club, ma troppe persone rimarrebbero fuori. Non siamo come gli U2 dove tutto diventa un affare di congegni. Non voglio dire che la loro carriera dipenda dal palco spettacolare, ma non è quello che facciamo noi». Che rapporto ha con la tecnologia? «Se avessi 15 anni, avrei un computer e sarei su Facebook. Ma non ho un computer e ci metto un’ora per un’email. Analizziamo la cosa da due punti di vista. Internet è brutta perché smette di far interagire la gente. Se portassimo tutto agli estremi, in una dimensione quasi fantascientifica, non avremmo più bisogno di andare in un negozio, in banca, alla polizia, non avremmo più contatti con esseri umani che non siano i nostri odiati familiari. Ma c’è anche una parte buona: con la gente connessa, non ci potrà essere un altro olocausto, come vediamo ora in Iran». Hai mai pensato di aver perso il polso di quello che faceva? «Non lo puoi dire fino a quando non ti guardi indietro. E adesso posso vedere che fra Knebworth 1996 e la fine del tour di ‘Be Here Now’ ci facevamo di troppa droga e pensavamo poco alla musica. Ma non rimpiango di averlo fatto». Non rimpiange ma ha smesso... «Guardo a Chris Martin che dice di non aver mai preso droghe in vita sua e penso che sia un idiota. Drogarsi è la cosa più bella dell’essere in una rockband. Fino al 1998 ci avrò speso almeno un milione di sterline, poi ho smesso perché fa male alla salute, al cervello, alla vita, alle persone che ti stanno attorno. Ma mentre la usi, tranne l’eroina che ammazza la gente e che non ho mai provato, ‘mamma mia’ come dite voi». Negli Anni 90 eravate icone della cool Britannia, l’Inghilterra vincente del New Labour. Blair vi invitò a Downing Street. È finita un’era? «Sono cresciuto con il Labour all’opposizione. Sentivo i loro discorsi su scuola e salari minimi e pensavo avessero ragione. Poi sono entrati al governo e, wow, li ho conosciuti. Col tempo abbiamo scoperto che sono come tutti gli altri: è stato come venire a sapere che non esiste Babbo Natale. Non voterò più, tanto non cambia nulla».

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il numero 35 esce a novembre 2009

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www.wonderwall.it AGOSTO 2009 “A very nice magazine” Noel Gallagher Milano, 11 maggio 2005

Ogni numero è pubblicato in una tiratura limitatissima di 250 copie. Per conoscere i contenuti (di ogni singola uscita) consultare la pagina arretrati del sito web www.wonderwall.it/fanzine.htm Per le formule e modalità di acquisto consultare la pagina iscrizione al Fans club del sito web www.wonderwall.it/iscrizione.htm Per qualsiasi ulteriore richiesta di informazioni fate una email a: redazione@wonderwall.it Gli arretrati sono tutti disponibili dal numero 2 al 33.

Pretty Green è la nuova linea di abbigliamento ideata e disegnata da Liam Gallagher. Tutti i capi di abbigliamento sono realizzati con i migliori prodotti e con i più elevati standard qualitativi. Sono prodotti tutti in ‘edizione limitata’ e includono scarpe, jeans, maglieria, giubbini, cappotti, parka, t-shirt, cappelli, sciarpe e accessori. “L’abbigliamento e la musica sono la mia passione. Non sono qui per fregare nessuno e non lo sto facendo neanche per soldi. Lo faccio perchè c'è una carenza di vestiti in giro che vorrei indossare”. Liam Gallagher 2009

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