Notiziario della Marina aprile 2022

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Quarant’anni di MFO La missione di pace delle navi del deserto

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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

SOMMARIO

Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

aprile 2022 In prima di copertina: Personale del contingente italiano della M.F.O. (Multinational Force and Observers) in Sinai. (foto di F. Oxilia).

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

In quarta di copertina: vista di prora del nuovo Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel. (foto di S. Scialpi).

DIRETTORE RESPONSABILE Alessandro BUSONERO

REDAZIONE Antonello D’AVENIA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO,Viviana PASSALACQUA, Mariarosaria LUMIERO D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME

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L’editoriale di Alessandro Busonero

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Dal mare al cittadino di Alessandro Busonero

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Dimensione marittima, fulcro di una moderna visione geopolitica di Antonello D’Avenia

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PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti. Gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.

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Esercitazione anfibia tra Mediterraneo e Atlantico

di Daniele Caruso

Benvenuto in famiglia al primo “PPA” di Fabio Vespucci Il quarantennale dei marinai del deserto

di Antonello D’Avenia

Un ospedale all’avanguardia a bordo del Vulcano

di Simone Natale

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A Gaeta la Giornata della Marina di Alessandro Busonero

COME ABBONARSI

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La strategia medioceanica dell’Italia

di Fabio Dal Cin

Roma ha il suo monumento dedicato ai marinai

di Veronica D’Andrea

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Un nocchiere sardo prima Medaglia d’Oro al Valor Militare di Marina Rivieccio

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Soccorso in fondo al mare di Viviana Passalacqua

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La selezione del personale di Emanuele Scigliuzzo

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chiuso in redazione il 29 aprile 2022

Irini: friendly approach del pattugliatore Borsini

di Francesco Calarco

Medici e infermieri della Squadra navale: “sempre al pezzo!” di Vincenzo Aglieri

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

Reazione immediata in Oceano Indiano

di Roberta Pizzimento

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© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore. Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale ed email).

Gabinia: contrasto alla pirateria marittima

di Alessandro Veri

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Un canestro messo a segno per la solidarietà

di Daniela Napoli

Vela maestra di mare di Viviana Passalacqua Il più nobile degli sport nautici

di Pasquale Prinzivalli

Due grandi cuori e un mare di generosità

di Mariarosaria Lumiero

Recensione - Con il cuore contro il virus

di Alessandro Busonero

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L’editoriale di Alessandro Busonero Affezionati lettori, aprile è il mese della “Giornata Nazionale del Mare” istituita con il decreto legislativo n. 229 del 3 novembre 2017 ed entrata in vigore con il nuovo Decreto sul Codice della Nautica il 13 febbraio 2018. L’art. 52 del decreto recita: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 11 aprile di ogni anno quale “Giornata del mare” presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, al fine di sviluppare la cultura del mare inteso come risorsa di grande valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico”. E’ così che l’11 aprile è divenuto un giorno importante per chi tiene al mare e alla marittimità dell’intero Paese; un’opportunità rilevante per sensibilizzare soprattutto i più giovani sull’importanza del rispetto e della conoscenza del mare sviluppando il concetto di “cittadinanza del mare” e rendere gli studenti cittadini “attivi” del mare. Nel frattempo, gli impegni della Marina Militare continuano ad essere numerosi, e noi non perdiamo certo l’occasione

per parlarne. Se nel numero precedente abbiamo viaggiato con l’incrociatore portaeromobili Garibaldi nelle fredde latitudini oltre il Circolo Polare Artico, in questo numero andremo al caldo dell’Equatore in una doppia missione antipirateria, accompagnando sia i marinai della fregata Rizzo oltre Gibilterra, nel golfo di Guinea dove sono intervenuti durante un attacco di pirati ad un mercantile, sia i marinai della fregata Bergamini che navigano oltre Suez, nel Corno d’Africa. Sarà un viaggio in parallelo nel Mediterraneo Allargato, dove i nostri equipaggi ci racconteranno le loro traversate a tutela della legalità e degli interessi nazionali. Per rimanere in tema di temperature calde, ricorderemo i 40 anni della missione di pace che l’Italia svolge in Sinai con le sue donne e uomini che navigano pattugliando le acque del golfo di Aqaba che aprono nel mar Rosso. Da marinai, non possiamo che viaggiare, navigare verso altre terre, facendo sventolare il nostro tricolore in porti sempre nuovi. La presenza di una nave della Marina Militare è segno distintivo e tangibile della presenza nazionale che permette quella naval diplomacy così importante in un mondo sempre più interconnesso e dipendente dalla risorsa mare. Non a caso, tra le nostre pagine

potrete leggere diversi interventi che sottolineano l’importanza della marittimità per la nostra Penisola, che dal mare trova l’hub di ingresso di molte sue materie prime che vanno ad alimentare l’economia. Andiamo alla scoperta di nuovi scenari e paesaggi dunque, dove immergerci e scoprire sempre qualcosa di nuovo! Buona lettura! Alla via così!

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Dal mare al cittadino di Alessandro Busonero

Audizione del Capo di Stato Maggiore della Marina alle Commissioni Difesa congiunte Camera dei deputati e Senato (10 marzo 2022).

n intervento a 360 gradi sulla Marina Militare dell’ammiraglio di squadra Enrico Credendino durante l’audizione alle commissioni riunite Difesa di Camera e Senato presso Montecitorio. Gli argomenti trattati hanno spaziato dalla marittimità dell’Italia, al proseguimento dell’aggiornamento dello strumento aeronavale e alla centralità del personale e delle infrastrutture. “Siamo nel Secolo blu, il mare è fondamentale per la crescita, lo sviluppo e il benessere dell’Italia che è un Paese Marittimo e una media potenza regionale marittima; occorre strutturare di conseguenza lo strumento di Difesa e Sicurezza”. Quanto affermato dall’ammiraglio Credendino. Diversi i temi illustrati, a partire da quanto sia vitale la consapevolezza della marittimità per l’Italia e su come la Marina Militare, in questo complesso e articolato sistema ne rappresenta il fattore abilitante. Su questo argomento l’Ammiraglio ha portato numerosi dati che testimoniano come il mare sia un bene prezioso per il benessere di ogni cittadino. Un dato su tutti: “il 90 per cento del traffico merci mondiale viaggia via mare che rappresenta il mezzo di comunicazione più efficiente, conveniente e meno inquinante”. Nell’ambito del cosiddetto “Mediterraneo Allargato”, scenario di primario interesse per la Difesa, proprio la centralità del Mediterraneo e in particolare lo Stretto di Sicilia risulta essere di strategico interesse per la sicurezza e il controllo di tutti i traffici marittimi del bacino. La Marina Militare di per sé ha una spiccata caratteristica interforze e multi dominio e di conseguenza è un attore in grado di operare in piena sinergia con le altre Forze Armate e con diversi dicasteri e agenzie, assicurando, la presenza e vigilanza ovunque vi siano interessi italiani da tutelare e proteggere. “Si è passato in Mediterraneo da una situazione di pace e di possibile escalation e crisi di un probabile conflitto, a una situazione di competizione permanente tra i Paesi dell’area e quindi una situazione di equilibrio instabile permanente che può evolvere in crisi e conflitto”. Per questo la Marina deve essere in grado di anticipare e, all’occorrenza, intervenire ancor prima che si possano manifestare potenziali rischi e minacce per la sicurezza nei nostri mari. Nell’ultimo decennio è stato avviato un lungimirante piano straordinario di ammodernamento per rimediare all’evidente processo di invecchiamento dello Strumento aeronavale. E’ stato possibile programmare l'entrata in linea di sette pattugliatori polivalenti d'altura PPA (il primo è stato consegnato alla Marina il 18 marzo 2022), un'unità anfibia (Nave Trieste), una nave di supporto logistico (Nave Vulcano) e due mezzi navali veloci per le esigenze del COMSUBIN. Questo programma ha

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Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Enrico Credendino

generato importanti ricadute in termini di sviluppo, capacità operativa all'avanguardia e rinnovamento di tecnologie interamente sviluppato in ambito nazionale con competitività a livello internazionale. Occorre proseguire con determinazione su questa rotta - ha evidenziato il capo di Stato Maggiore della Marina - ricordando come l’investimento potrebbe essere realizzato nel medio periodo (3/4 anni) rendendo strutturale il finanziamento del “fondo Difesa” (legge di bilancio 2021 e 2022) che consentirebbe alla Difesa, attraverso un piano di sviluppo bilanciato in tutte le componenti, di investire nella sua componente marittima e nel relativo cluster industriale e tecnologico. In questo modo si assicurerebbe il rinnovo della flotta e la realizzazione delle strategie industriali di ricerca, innovazione e crescita occupazionale in linea con le linee di sviluppo della politica industriale del settore Difesa, tracciate dalla stesso Ministro. Sottolineata inoltre la necessità di completare il rinnovo di una Flotta bilanciata in tutte le sue componenti entro i prossimi quindici anni per poter continuare a svolgere le missioni assegnate in tutto lo spettro delle capacità, sia a bassa che alta intensità operativa colmando eventuali lacune. Così come è stata evidenziata la capacità di vedere al futuro con l’investimento in innovazione tecnologica come testimonia il “Future Combat Naval System 2035” che non solo affronta la sfida della tecnologica, ma anche della sostenibilità. Massima attenzione del vertice della Marina al settore delle infrastrutture, come ad esempio nell’area degli arsenali, assetti strategici fondamentali e che svolgono funzioni abilitanti per lo sviluppo dell'industria cantieristica nazionale e delle piccole e medie imprese. Di certo non ultimo per importanza, l’azione rivolta nei confronti del personale militare e civile, ad oggi in condizioni di criticità per quanto riguarda la consistenza, presentando una carenza stimata tra il 26 e il 30 per cento rispetto alle esigenze e che richiede grandissimi sacrifici ai nostri equipaggi e alle loro famiglie.

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Dimensione marittima, fulcro di una moderna visione geopolitica Il mare continua a unire e sviluppare l’umanità che apparentemente separa

di Antonello D’Avenia ll’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, tra le più antiche del mondo e le più grandi d’Europa, è iniziato il master di II livello in Geopolitica e sicurezza globale. Dal 2013, tradizionale appuntamento nell’Anno Accademico su materie oggetto di crescente importanza nell’ultimo biennio, prima con la diffusione e gli effetti della perdurante crisi pandemica e ora con quanto sta accadendo sul fronte est, dove l’invasione di uno Stato nei confronti di un altro – e peraltro nel continente europeo – non è più soltanto un richiamo alla storia, ma drammatica attualità. Tra i qualificati docenti e specialisti di settore che animano lo sviluppo del master come relatori, il 2 marzo scorso nel palazzo del Rettorato dell’Università, il comandante in capo della Squadra navale – ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis – ha aperto l’edizione 2022 con una Lectio magistralis sul tema ‘Mare e Geopolitica: il ruolo italiano nel Mediterraneo Allargato’. Con un articolato intervento ancorato su solide evidenze storiche e inquadrato anche sul profondo retaggio continentalistico dei quarant’anni di confronto bipolare di cui è ancora preda la visione europea, l’ammiraglio De Carolis è partito dal circostanziare il “ruolo vitale della dimensione marittima, quale storico global common per eccellenza e con im-

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mutata, anzi crescente, rilevanza anche in visione prospettica”. Nel secolo definito della blue economy, egli ha voluto evidenziare la centralità della risorsa mare, per crescita sostenibile e prosperità inclusiva, e la sua ineludibile relazione con “la geopolitica, quale disciplina che studia le relazioni tra geografia, geografia umana e azione politica”. Da ciò ha dovuto rilevare come tali evidenze non siano ancora pienamente colte da molti – pericolo della sea blindness coniata nel contesto Chiefs of European Navies Forum del 2008 che è fondamentale superare – e non lo siano “paradossalmente per una nazione come la nostra, con la sua cronica dipendenza dalle interazioni con l’esterno su scala praticamente globale” malgrado risulti “sostanzialmente povera di materie prime e fonti energetiche ma basata su un’economia di trasformazione fortemente energivora e bisognosa di sbocchi di mercato esterno … con una dipendenza

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dalle interazioni con l’esterno che, sviluppandosi quasi interamente nella dimensione marittima, è alla base della naturale e storica vocazione marittima del nostro Paese, che si fa sempre più ‘bisogno vitale ineludibile’”. Partendo da questa consolidata e immutabile rilevanza della dimensione marittima nella visione geopolitica non solo nazionale, la Lectio dell’ammiraglio ha quindi toccato l’importanza e la centralità di un correlato potere marittimo per tutelare e promuovere, nel presente e in ottica futura, questo ruolo degli spazi acquei rispetto a crescita, sicurezza e stabilità globale. In tal senso, ha quindi rimarcato sia il bisogno di consolidarne la consapevolezza istituzionale e pubblica con un concorso trasversale – in cui anche gli studiosi di geopolitica e quanti svolgono ruoli ad essa connessi siano parte attiva attraverso una conoscenza della geografia arricchita dai principali concetti sulle operazioni militari e mo-


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La cultura della marittimità all’Università La Sapienza. Lectio magistralis del comandante in Capo della Squadra navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis.

dalità di impiego delle forze armate – sia la validità dell’attenzione sul Mediterraneo Allargato. Un concetto che è sintesi tra dimensioni geostrategica e geopolitica nonché prioritario, ma non esclusivo, riferimento per l’Italia rispetto alla salvaguardia e promozione del proprio Sistema di interessi nazionali. Un Sistema sempre più ampiamente diversificato sul piano tematico oltre che distribuito su quello geografico e aperto agli interessi delle organizzazioni sovranazionali cui il Paese aderisce. Il logico approdo dell’excursus concettuale sviluppato dall’ammiraglio De Carolis si è naturalmente canalizzato sulla “assoluta urgenza che la Marina Militare italiana superi le gravi carenze di risorse in cui si dibatte, non solo per l’ammodernamento dei mezzi ma anche e soprattutto per l’insufficiente disponibilità di risorse umane” per poter svolgere con efficacia il proprio ruolo istituzionale che è “pre-

supposto cardine per garantire quei criteri di sicurezza e prontezza d’intervento, sul mare e dal mare, senza cui non potrebbero esprimersi le enormi potenzialità offerte dalla dimensione marittima per il nostro sviluppo.” Su questa scia, l’ammiraglio ha voluto porre ulteriore accento sull’aumento delle esigenze di deterrenza e di difesa avanzata – chiamanti in causa principalmente il ruolo abilitante intrinseco all’agire sulla dimensione marittima – e sul loro essere sempre più strettamente correlate e influenzanti i risvolti di sicurezza interna. Per questo – ha concluso l’ammiraglio De Carolis – “diventa importante essere in grado di saper realizzare la miglior convergenza di tutte le forze del Paese a livello inter-istituzionale e inter-agenzia per rendere veramente efficace l’azione dello Stato sul mare, partendo dal rafforzamento della capacità militare marittima e del suo peculiare ruolo di coordinamento sistemico.”

Comandante in Capo della Squadra navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis

Fondata nel 1303, la Sapienza è la più antica università di Roma e la più grande in Europa. La sua missione è contribuire allo sviluppo della società della conoscenza attraverso la ricerca, la formazione di eccellenza e di qualità e la cooperazione internazionale.

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Gabinia: contrasto alla pirateria marittima La fregata Luigi Rizzo assicura presenza, sorveglianza e cooperazione securitaria nel golfo di Guinea di Alessandro Veri

Cosa vuol dire Gabinia? L’operazione prende il nome dalla lex romana Gabinia, approvata nel 67 a.C., che concesse a Pompeo Magno i più ampi poteri possibili (una rarità nella Roma repubblicana) per condurre una guerra contro i pirati che imperversavano nel Mediterraneo, in particolare in quello orientale dove transitavano le navi cariche di grano dirette verso Roma.

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l golfo di Guinea si conferma hotspot della pirateria a livello mondiale. Sebbene nel corso del 2021, grazie agli sforzi profusi dagli stati costieri e dalla comunità internazionale, si sia registrata una sensibile diminuzione del fenomeno, nell’area compresa tra il Senegal e il Congo hanno infatti avuto luogo 34 attacchi, pari al 27% degli eventi registrati nel mondo, con il rapimento di 57 marittimi: il 100% dei rapimenti su mare. E’ proprio per questa ragione che permane la necessità di garantire un con-

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trollo efficace e capillare dello spazio marittimo del golfo di Guinea, area di grande rilevanza da un punto di vista geopolitico ed economico. La pirateria è un fenomeno securitario dalla portata mondiale che danneggia non solo i Paesi africani dell’area, ma anche tutti gli attori internazionali che hanno in maniera diretta o indiretta, interessi nell’area. E’ in questo contesto che la fregata Luigi Rizzo è impiegata nella missione di antipirateria, presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel golfo di Guinea condotta dalla Marina Militare e denominata “Gabinia”. La nave opera per garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle vie di comunicazioni marittime (SLOC - Sea lines of communi-

cation) attraverso la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di pirateria (armed robbery) e traffici illeciti in cooperazione con le autorità dei Paesi rivieraschi. Così come sottolineato dal comandante in Capo della Squadra navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, in occasione della cerimonia di saluto per la partenza il 24 febbraio a Civitavecchia: “Nave Rizzo parte per la terza volta verso il golfo di Guinea, dove assolverà una complessa e articolata missione di sicurezza marittima, a garanzia dei ruoli di polizia dell’alto mare, di diplomazia navale e di cooperazione securitaria” e ha poi continuato: “Il 2022 segna anche il consolidamento di un livello maggiore di presenza e regolarità

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nell’azione della Marina nel golfo di Guinea, raggiungendo gli 8 mesi all’anno”. La decisione di dislocare le navi militari della Marina Militare nell’Africa occidentale nasce da un’approfondita analisi degli eventi che interessano lo spazio marittimo di riferimento per gli interessi nazionali, il c.d. Mediterraneo Allargato, un’analisi imprescindibile per una nazione a forte connotazione marittima come l’Italia. “Su nave Rizzo, ci sono idealmente tre Ministeri: quello della Difesa, quello degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e quello dello Sviluppo Economico; questo è un segnale di coesione del Sistema Paese verso la marittimità.” queste sono le parole del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino,

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espresse nel corso della cerimonia tenutasi a Civitavecchia e alla quale hanno partecipato alcuni esponenti del cluster marittimo nazionale. Così come ribadito dall’ammiraglio Credendino, “la Marina Militare è al servizio della comunità: quello che succede nel Golfo di Guinea ha un diretto impatto sul nostro Paese, sulla nostra industria e sul nostro commercio marittimo”. La fregata Rizzo contribuisce alla sicurezza marittima del golfo di Guinea partecipando, in un’ottica di maritime security1 capacity building e sicurezza cooperativa, a numerose esercitazioni e cooperazioni con le Marine e le agenzie governative degli stati costieri. Tali attività, svolte al fine di aumentare la reciproca conoscenza, fiducia e le capacità di cooperazione tra assetti aeronavali di paesi differenti, mirano ad

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attribuire un carattere permanente al miglioramento delle condizioni di sicurezza nella regione, obiettivo prioritario per i Paesi dell’area che vedono nel mare e nelle risorse marittime un elemento essenziale delle proprie politiche di sviluppo economico e sociale. La diplomazia navale, istituzionale attività delle unità militari che operano all’estero, rappresenta infine l’ulteriore pilastro sul quale si articolano le attività svolte dal Rizzo in Africa. Le soste logistiche nei principali porti della regione, organizzate in collaborazione con le ambasciate italiane all’estero, rappresentano infatti una preziosa occasione di incontro e condivisione con le autorità locali, che sottolineano l’impegno dell’Italia per la libertà di navigazione e il rispetto del diritto internazionale per promuovere il Sistema Paese e le eccellenze in-


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dustriali nazionali. Con l’impiego di nave Luigi Rizzo nella missione Gabinia, la Marina Militare, grazie alle capacità di proiezione in aree lontane dai confini nazionali delle proprie unità navali, svolge con dedizione e impegno un ruolo chiave al servizio del Paese nell’ambito della difesa, della sicurezza, della stabilità internazionale, della politica estera, dello sviluppo marittimo ed economico dell’intera nazione.

A sinistra: porto di Dakar (Senegal), ingresso della fregata Rizzo; In basso: porto di Tema (Ghana): l’ambasciatrice d’Italia in Ghana e Togo Daniela d’Orlandi insieme al comandante di

__________________________________ 1 Per approfondimenti: Fabio Caffio, Glossario di Diritto del Mare, Diritto e Geopolitica del Mediterraneo allargato,V Edizione Rivista Marittima 2020 (www.marina.difesa.it/media-cultura/editoria/marivista/Documents/supplemen ti/Glossario di diritto del mare 2020).

nave Rizzo, capitano di fregata Andrea Cecchini. In alto: elicottero della fregata Rizzo durante il soccorso al mercantile Arch Gabriel minacciato dall’abbordaggio dei pirati.

Nave Rizzo interviene su un mercantile Il 3 aprile, la fregata Rizzo, ha messo in atto una serie di azioni che hanno dissuaso i pirati dal continuare un vero e proprio abbordaggio al mercantile Arch Gabriel, battente bandiera delle Isole Marshall. A circa 280 miglia dal mercantile, il Rizzo ricevuta la chiamata di soccorso, ha fatto rotta verso l’area dell’accaduto e ha mandato in volo l’elicottero con a bordo i fucilieri della Brigata Marina San Marco, specializzati in attività di sicurezza e abbordaggio. L’equipaggio dell’Arch Gabriel, in contatto radio con l’elicottero, riportava di essere al riparo all’interno della cosiddetta cittadella per sfuggire alla minaccia dei pirati saliti a bordo. Dalla verifica degli uomini del San Marco giunti a bordo si constatava l’assenza di pirati o altro personale ostile sui ponti scoperti e all’interno, che nel frattempo aveva lasciato il mercantile, oltre a imbarcazioni sospette in zona. Dopo circa un’ora, il team di abbordaggio della Marina Militare ha completato la messa in sicurezza del mercantile, ne ha assunto il controllo e ha supportato l’equipaggio rimasto fino a quel momento chiuso nella cittadella. L’equipaggio dell’Arch Gabriel di nuovo libero di muoversi a bordo, ha quindi iniziato il ripristino dei danni causati dai pirati per poi riprendere la navigazione verso Lagos (Nigeria) mantenendo a bordo personale della Brigata Marina San Marco e scortato dalla fregata Rizzo.

Marina Militare: una mano tesa all’Africa La missione nel golfo di Guinea, è anche l’occasione per supportare la Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus e la Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Prima della partenza dall’Italia, la fregata Rizzo ha imbarcato materiale ospedaliero e medicale, tra cui apparecchiature diagnostiche e letti da terapia intensiva, destinato ad essere donato ad ospedali ghanesi nell’area di Accra-Tema.

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Reazione immediata in Oceano Indiano Operazione Atalanta, la fregata Bergamini tutela gli interessi nazionali. Tra le attività, la simulazione di un’aggressione di pirati contro la piattaforma ENI Coral-Sul e il soccorso a un marittimo. di Roberta Pizzimento

ai primi giorni di febbraio, l’equipaggio della Fregata Europea Multi Missione (FREMM) Carlo Bergamini è stato impegnato in un nuovo compito a tutela degli interessi nazionali nell’Oceano Indiano, con compiti di vigilanza nel tratto di mare compreso tra l’Africa sud-orientale e l’isola del Madagascar.

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Durante il pattugliamento marittimo in area, il 4 marzo si è concretizzata una valida occasione per nave Bergamini di testare la prontezza del suo equipaggio che, attivandosi in tutte le componenti specialistiche, ha dato vita ad una complessa esercitazione counter-piracy (antipirateria) in collaborazione con l’equipaggio della piattaforma ENI Coral-Sul.


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Salpata nel novembre 2021 dall’isola sudcoreana di Goeje, dove è stata costruita, la prima piattaforma FLNG (Floating Liquefied natural Gas) di Eni, ribattezzata appunto Coral-Sul, è giunta il 3 gennaio nel bacino di Rovuma (Mozambico) con l’obiettivo di estrarre gas naturale da sei pozzi africani. L’inizio delle operazioni di estrazione e trattamento del gas naturale liquido in loco, che ne permette un più facile trasporto, è previsto a partire dagli inizi di giugno 2022. Lunga circa 430 metri e larga 60, è la terza piattaforma al mondo del suo genere, e il primo impianto galleggiante per innovazione e sostenibilità energetica. Lo scenario addestrativo prevedeva di simulare un’azione aggressiva da parte di un natante non meglio identificato contro la piattaforma che, rilevando l’imminente probabilità di un attacco pirata, sollecitava l’intervento del Bergamini. Riunito il team di comando in Centrale Operativa di Combattimento (COC), il comandante della nave ha ordinato con immediatezza il decollo dell’elicot-

tero SH-90A e la messa a mare dell’Hurricane – battello gonfiabile ad elevate prestazioni nautiche – con a bordo il team di personale della Brigata Marina San Marco. Questi assetti estendono in maniera decisiva la capacità di proiezione della nostra fregata, risultando utili nelle operazioni di identificazione e contrasto a minacce di tipo asimmetrico, grazie alla loro versatilità e rapidità d’intervento. In meno di 30 minuti, infatti, la piattaforma è stata raggiunta dall’elicottero e poco dopo dall’Hurricane, che con un’azione congiunta, in una situazione reale, avrebbero costretto il natante ad invertire la rotta, assicurando così la sicurezza della piattaforma Coral-Sul. Per i più giovani dell’equipaggio si è trattata della prima esperienza in teatro operativo, e questo tipo di esercitazioni possono permettere loro di constatare le effettive capacità operative che una FREMM è in grado di esprimere – “È stata la mia prima volta a bordo di Oceano Indiano, “scena d’azione”: team di fucilieri della Brigata Marina San Marco a bordo del battello veloce Hurricane.


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un natante come questo e non avevo mai provato la sensazione di sfrecciare sull’acqua a quasi 40 nodi (circa 74 km orari N.d.R.). Il livello di realismo con il quale è stata condotta l’esercitazione mi ha impressionato e allo stesso tempo mi sono reso conto delle innovative capacità della fregata su cui sono da poco imbarcato”. Questo il commento del comune di 1ª classe Marco Antelmi. Pochi giorni dopo, l’ottimo livello di coordinamento raggiunto tra le componenti di bordo ha avuto un occasione reale di dimostrare la sua efficacia. Nel corso della Focused Operation Black Iris, nel golfo di Aden, il Force Commander (Comandante della Forza navale) dell’operazione Atalanta ha incaricato il Bergamini di soccorrere un uomo dell’equipaggio del mercantile Maryam, feritosi in maniera grave ad una mano. Il portare soccorso ad un marittimo in difficolta’ puo’ sembrare un’azione semplice, ma coordinare uomini e mezzi non e’ cosa banale, soprattutto quando c’è in ballo l’incolumità fisica di qualcuno. Anche in questo caso l’equipaggio del Bergamini è stato rapido. Il team sanitario di bordo, coordinato dall’ufficiale medico sottotenente di vascello Benedetta De Salve è stato verricellato (calato dall’elicottero con il verricello N.d.R.) sul mercantile per prestare le prime cure al marittimo e dove è stata valutata la necessità di un trasferimento d’urgenza al centro ospedaliero più vicino. L’infortunato è stato trasferito sul Bergamini e poi trasportato ancora con l’elicottero all’aeroporto internazionale di Salalah, in Oman, da dove è partita un’ambulanza diretta all’ospedale Sultan Qaboos. Al termine di questo intervento, la fregata Bergamini si è ricongiunta all’European Naval Force per assumere, dal 17 marzo, il ruolo di flagship (nave di bandiera N.d.R.) della quarantesima rotazione dell’operazione Atalanta.

In alto: personale specialistico di volo affacciato al portellone dell’elicottero; a seguire: Oceano Indiano, la fregata Carlo Bergamini sfila controbordo alla piattaforma ENI Coral-Sul, durante il pattugliamento. N OT I Z I A R I O

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Metà febbraio, sosta in Tanzania: la fregata Bergamini ha ospitato a bordo la visita di una delegazione della Difesa locale, gli ambasciatori UE e una delegazione dell’operazione Atalanta. Un’occasione per il comandante, capitano di fregata Luca Moro, per fare il punto sulla cooperazione tra Europa e Tanzania in tema di contrasto ai traffici di droga e di esseri umani. Secondo l’ambasciatore Marco Lombardi, “La presenza del Bergamini ha fornito una grande opportunità per mostrare quale tipo di partnership il nostro Paese può offrire alla Tanzania che, grazie alla sua strategica posizione geografica e alla sua sostenuta crescita economica, sta continuando ad acquisire un ruolo di rilievo nella Regione”.

13 marzo, il team sanitario di nave Bergamini è ‘volato’ a bordo del mercantile Maryam, in risposta a una richiesta di soccorso per un marittimo infortunato. Prestate le prime cure e attivato il canale diplomatico per il trasferimento a terra del paziente stabilizzato, l’elicottero della fregata Bergamini lo ha trasportato in un ospedale di Salalah, nel Sultanato dell'Oman. Missione compiuta: una volta rientrato a bordo il velivolo, il nostro equipaggio ha proseguito la navigazione in ambito operazione UE Atalanta, nelle acque dell’Oceano Indiano.

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IRINI: friendly approach del pattugliatore Borsini Visita a bordo di una nave cargo nel cuore del Mediterraneo centrale, a tutela degli interessi europei di Francesco Calarco

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omenica 6 febbraio, giornata apparentemente routinaria per il pattugliatore classe Comandanti Borsini, in pattugliamento nel Mediterraneo centrale nell’ambito dell’Operazione EUNAVFOR MED IRINI (dal greco “pace”), missione a guida UE, sotto il controllo operativo del contrammiraglio Stefano Turchetto. Compito primario della missione: l’implementazione dell’embargo sulle armi dirette e proveniente dalla Libia imposto dall’ONU con le risoluzioni 1970 del 2011, 2292 del 2016 e 2473 del 2019, tramite l’utilizzo di mezzi aerei, satellitari e marittimi. Tra i compiti secondari, supportare il contrasto all’esportazione illegale di petrolio e

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al traffico di esseri umani monitorando il traffico in mare e ricostruendo le dinamiche utilizzate dalle organizzazioni criminali. Finalmente l’importante perturbazione che ha interessato l’area nella settimana appena trascorsa sembra aver concesso una breve, forse brevissima tregua e lasciato il posto a condizioni di mare meno proibitive. Qualcosa in questa fresca aria di febbraio lascia presagire movimenti all’orizzonte. L’ordine non tarda ad arrivare. Sono da poco passate le 07.00, quando giunge la direttiva del Force Commander, il contrammiraglio greco imbarcato sulla flagship, la fregata ellenica Elli. L’ordine è chiaro: dirigere

verso un mercantile in transito verso la Libia per un friendly approach, ossia una “visita amichevole” a bordo della nave cargo per avere con il comandante uno scambio d’informazioni, al fine di rinforzare, da un lato, i buoni rapporti con le compagnie armatoriali marittime e migliorare, dall’altro, la cosiddetta Maritime Situational Awareness nell’area d’operazioni. I mercantili che sono in transito da e verso la Libia sono tra i “candidati”

Mediterraneo centrale, il pattugliatore Borsini in navigazione.

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migliori per raggiungere lo scopo, con essi possiamo infatti condividere informazioni sulla missione mostrando il nostro lavoro a tutela della sicurezza della navigazione e a supporto della stabilità nell’area, e in cambio possiamo avere informazioni da poter sfruttare a nostro vantaggio. Non molto distante dal mercantile individuato, un altro cargo è diretto verso il paese nord-africano. Non c’è un attimo da perdere, un’ulteriore e più imponente perturbazione meteorologica è alle porte e il tempo a disposizione, potrebbe non essere sufficiente ad avvicinare entrambi. Le incombenti avverse condi-meteo si oppongono alla ferma determinazione dell’equipaggio a portare al termine la missione, una sfida interessante, a cui il Borsini non vuole rinunciare. Dalla plancia, la voce cadenzata del Comandante in IIª su Rete Ordine Collettivi (R.O.C.) aggiorna l’equipaggio e ordina l’assunzione del ruolo per assicurare ogni predisposizione. Passa davvero poco tempo ed il calpestio sui “carruggetti” da un ponte all’altro si fa sempre più fitto. Ogni marinaio ha ben chiaro cosa fare e quale postazione raggiungere. Il mercantile viene contattato sul canale 16 VHF, il canale radio di soccorso internazionale in ascolto continuo da parte di ogni nave e imbarcazione in mare. Il capo segnalatore dalla plancia istaura il primo contatto e chiede di poter parlare con il comandante della nave. Poco dopo il “Master” del mercantile è in ascolto e comincia la “conversazione” tra i due comandanti. Quando un’unità militare impegnata in un’operazione di sicurezza marittima in supporto ad una risoluzione

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delle Nazioni Unite chiede, è bene dimostrarsi disponibili ed il Master lo sa. Alla cordiale, ma ferma richiesta di accettare una visita a bordo da parte di un team militare, il “vecchio lupo di mare” accetta senza riserve. Il via l’operazione ha inizio! I “mezzi minori” (gommoni a chiglia rigida), già in acqua, si avvicinano al mercantile con a bordo il team di sicurezza. Gli agili e professionali “leoni” della Brigata Marina San Marco sono i primi a salire a bordo per i controlli preliminari prima che il resto della squadra salga a bordo. “Leone” comunica “via libera” e subito il team ispettivo sale a bordo, guidato dal boarding officer (l’ufficiale responsabile), che raggiunge rapido la plancia, dove li aspetta il Master. Potranno far conoscere meglio l’operazione IRINI

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e le sue finalità e allo stesso tempo, raccoglieranno i commenti e, perché no, i suggerimenti provenienti de un rappresentante della comunità marittima commerciale del Mediterraneo centrale e nei porto libici in particolare. L’incontro, cordiale e professionale si conclude con la foto di rito sull’aletta di plancia del mercantile, in primo piano le bandiere italiana ed europea tenute dai membri del team e dai componenti dell’equipaggio del mercantile. Si ritorna a bordo, soddisfatti di aver fatto bene il proprio lavoro. I mezzi minori sono stati appena issati a bordo quando… un nuovo contatto appare sul radar. Verifica dati AIS (Automatic Information System), acquisizione informazioni integrative… a poco più di 40 miglia dal Borsini c’è già un secondo


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candidato… la perturbazione è ancora lontana, ma non tanto… Il Comandante guarda negli occhi gli uomini e le donne del team Plancia sotto il suo comando, gli uomini in COC (Centrale Operativa di Combattimento), i team del San Marco e del reparto Volo, non servono parole, il compiaciuto sorriso che si percepisce nei loro sguardi è oltremodo chiaro: il peggioramento delle condizioni meteorologiche dovrà soccombere anche questa volta alla determinazione dell’equipaggio, si va verso il secondo target! “Pari 18” (ordine di velocità della nave pari a 18 nodi n.d.r.) l’ordine che arriva dalla plancia, il personale di macchina del Sistema Nave in COP (Centrale Operativa di Propulsione è pronto a rispondere all’ordine di spingere sui motori per serrare al più presto le distanze.

Anche in questo caso l’ordine del Force Commander è arrivato. Stesso schema di manovra, stessi passaggi. Passano poco più di 2 ore e il team ispettivo è a bordo del secondo mercantile. Finalmente il team è rientrato, il secondo friendly approach della giornata è terminato. Si procede all’ultimo debriefing di oggi, si analizza cosa è andato bene e cosa si può migliorare, la stanchezza di tutti si tocca con mano, ci possiamo rilassare un po’. Siamo ormai all’imbrunire, una doccia e poi e cena, per qualcuno un film in quadrato (luogo dove a bordo si consumano i pasti n.d.r.) o una chiacchiera a “poppetta” (parte posteriore estrema della nave n.d.r.) con i colleghi prima di montare di nuovo di guardia. Anche oggi un impegno di tutto rispetto, ma di straordinaria soddisfazione per

aver fatto ancora la differenza. Dalla nave greca sede del comando imbarcato, il Force Commander invia via radio il suo personale “Bravo Zulu”, codice di segnalazione per indicare “Ben Fatto” per il duplice obiettivo conseguito. Ora però non conviene giocare troppo con il mare e con il fronte meteorologico che si avvicina. Si rientra alla base per un rapido ripianamento delle scorte di viveri e gasolio, presto si riprenderà il mare.

Mediterraneo centrale, momenti del friendly approach e della navigazione del pattugliatore Borsini insieme alla fregata greca Elli.

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Esercitazione anfibia tra Mediterraneo e Atlantico

Le componenti anfibie di Italia e Spagna alla Grupo de Proyeccion de la Flota Exercise: la capacità dell’Alleanza Atlantica di risposta rapida a una crisi. di Daniele Caruso ltre vent’anni di collaborazione e amicizia legano le Marine di Italia e Spagna e tra le differenti iniziative c’è l’esercitazione GRUFLEX 22 (Grupo de Proyeccion de la Flota Exercise) nell’ambito della Spanish Italian Amphibious Force (SIAF) e Spanish Italian Landing Force (SILF). All’importante appuntamento addestra-

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tivo ha preso parte la nave d’assalto anfibio San Marco (LPD - Landing Platform Dock) della Marina Militare e le navi della Marina spagnola Juan Carlos I (Landing Helicopter Dock utilizzata anche come portaeromobili STOVL - Short Take Off and Vertical Landing), Galicia (Landing Platform Dock) e la fregata Santa Maria. Accanto agli assetti aeronavali del Grupo Anfibio y de Proyecciòn e delle unità da sbarco del Tercio de Ar-

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mada, hanno partecipato anche donne, uomini e mezzi della Brigata Marina San Marco del 1° Battaglione Assalto “Grado” al comando del capitano di fregata Vito De Giorgi, un’aliquota di personale dell’Esercito del Reggimento Lagunari Serenissima al comando del capitano Vincenzo Gallitelli ed una “sezione elicotteri” imbarcata con un MH90 in configurazione eliassalto del 4° Gruppo Elicotteri di Grottaglie. La


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Spagna, personale della Forza anfibia sale su un elicottero MH-90. In alto a destra: fucilieri di marina e lagunari si addestrano a bordo di un’unità navale; a seguire: la nave d’assalto anfibio San Marco in navigazione.

prima fase della GRUFLEX-22 si è concentrata sull’addestramento al combat enancement training, è culminata con la condotta di un raid aereo a mezzo elicotteri ha permesso di testare l’interoperabilità e l’affiatamento delle forze in campo, mentre, la seconda fase ha visto esercitazioni tattiche condotte nel poligono di Sierra del Retin (Cadice, Spagna), dove la Forza da sbarco italospagnola integrata in un reggimento, al

comando del colonnello Merello, ha condotto un’operazione anfibia inquadrata in uno scenario di Crisis Response Operation. La conduzione di questo scenario ha previsto l’impiego di mezzi di navali, terrestri e velivoli ad ala fissa e rotante, in supporto delle due unità di manovra (livello battaglione) italiane e spagnole, oltre ad unità di combat support (CS) e combat service support (CSS) di appoggio e sostegno della manovra. L’esercitazione è stato un ottimo banco di prova per dimostrare la capacità di operare in collaborazione e complementarietà con altre forze in ottica joint e combined (interforze e multinazionale, N.d.R.), che esprime la capacità immediata di risposta dell’Alleanza Atlantica a una possibile crisi internazionale. Inoltre, si è comprovata l’alta valenza operativa dei fucilieri di marina, abbinata alle potenzialità esprimibili dagli assetti organici di supporto al combattimento che rendono uniche le unità della Brigata Marina San Marco. Ancora una volta sono state confermate le peculiarità del personale del San Marco, forieri di eccellenti presupposti per impieghi in contesti interforze e internazionali nell’ambito dei quali, come già più volte dimostrato in passato, hanno rappresentato un elemento di indiscusso valore. I risultati raggiunti conseguiti alla GRUFLEX22 si sono quindi rivelati molto efficaci. La ripresa del ciclo addestrativo, anche all’estero, per i reparti della Brigata Marina San Marco, oltre ad aver consentito ai fucilieri di marina di lavorare fianco a fianco con i colleghi spagnoli ha permesso di testare le procedure operative in zone caratterizzate anche da condizioni meteo marine avverse e soprattutto molto impegnative dal punto di vista addestrativo.

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l 18 marzo 2022, presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia), è stata issata a poppa di nave Thaon di Revel la bandiera della Marina Militare, decretando ufficialmente l’operatività nella flotta. La cerimonia si è svolta alla presenza del presidente della commissione di verifica di accettazione e di conformità dell’unità, ammiraglio di squadra Dario Giacomin, del direttore di OCCAR-EA, ammiraglio ispettore capo Matteo Bisceglia e del direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri, dott. Giuseppe Giordo. Al termine dell’evento, il capitano di fregata Emanuele Morea, comandante della nave, ha dichiarato:“Essere il primo comandante di una nave innovativa e altamente tecnologica è una grande soddisfazione ed onore; da oggi inizia il periodo di addestramento per l’equipaggio, momento che

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segna il passaggio da semplice pezzo di ferro a Nave. Il Thaon di Revel diventerà, per la Marina Militare e l’intero Paese, un nuovo assetto di grande versatilità strategica, flessibilità d’impiego e proiettabilità”. Il nuovo Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) è lungo 143 metri ed il suo equipaggio può raggiungere le 173 unità. Gioiello della cantieristica navale italiana, è frutto di ricerche e sperimentazioni congiunte tra la Marina Militare e le industrie appartenenti al Sistema Paese. Nave Thaon di Revel risulta essere uno strumento flessibile, modulare, a basso impatto ambientale e facilmente riconfigurabile secondo il concetto definito come “one fits all”, ovvero la capacità di una sola

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nave di portare a termine delle missioni che, in passato, richiedevano l’utilizzo di differenti tipologie di navi. In particolare, le nuove costruzioni presentano un duale impiego, uno di tipo militare e uno a favore della collettività (come per esempio le operazioni di protezione civile). Le peculiarità della nuova classe di pattugliatori sono molteplici ed uniche a livello globale: partendo dal basso, la nave presenta una “doppia prora sfalsata”, simile al “rostro” delle antiche navi romane; questa soluzione ingegneristica permette alla nave di ridurre la formazione ondosa diminuendo il consumo di carburante e aumentando la ve-


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Benvenuto in famiglia al primo “PPA” Il Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) Thaon di Revel entra a far parte della Marina Militare di Fabio Vespucci

locità massima pari a 32 nodi, raggiungibile anche grazie all’utilizzo di materiali di costruzione leggeri (alluminio) ed un impianto di propulsione di tipo COmbined Diesel And Gas Or eLectric (CODAGOL). In caso di calamità, la nave può produrre energia elettrica e acqua potabile in quantità tali da supportare una piccola cittadina, mentre gli ampi spazi interni ed esterni della nave sono dedicati all’imbarco di materiali ed impianti ubicati in container ampliando così la capacità ospedaliera, di trasporto di aiuti umanitari ed il carico di sistemi specifici per operazioni antinquinamento. Le gru presenti a bordo di nave

Thaon di Revel permettono l’autonomo imbarco dei container posizionabili nell’area modulare di poppa e/o nell’area modulare a centro nave. L’innovazione e l’unicità della nuova nave è dettata dalla plancia (simile ad un elmo) che permette un’ampia visione nel corso della condotta della stessa: il classico “timone a caviglie” è stato sostituito da due volanti simili a quelli delle auto da corsa, il tutto integrato in un complesso naval cockpit di derivazione aerea capace di riunire in unico impianto diversi sistemi di controllo e gestione riducendo il numero del personale presente nella plancia di comando.

La nave utilizza imbarcazioni veloci tipo RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat), manovrabili grazie alle due gru laterali o per mezzo della rampa di alaggio poppiera. Il motto della nave è la frase esortativa “In nomine virtus”, ossia “In nome della forza”, utilizzato in precedenza dalla regia nave Vittorio Emanuele.

La Spezia, 18 marzo. Stabilimento Fincantieri di Muggiano, il pattugliatore Thaon di Revel ormeggiato in banchina con issato il gran pavese.

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Il quarantennale dei marinai del deserto Pace in Medio-Oriente: la missione dei pattugliatori della Marina Militare di Antonello D’Avenia

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A sinistra: il pattugliatore Esploratore (P405); in alto: il capitano di fregata Alberto Rosati, comandante del contingente italiano in Sinai, insieme al capo di Iª classe Marco Troia, capo nucleo palombaro e sergeant major. (foto di F.Oxilia e A.Picone)

l 25 aprile 2022, ha compiuto 40 anni la dislocazione in Sinai della Multinational Force and Observers (MFO), organizzazione internazionale autonoma nata per il mantenimento della pace tra la Repubblica Araba d’Egitto e lo Stato d’Israele, che vede impegnata la Marina Militare nel golfo di Aqaba, un tratto di mare conteso nell’area medio-orientale. La pace tra le fazioni contrapposte iniziò il 17 settembre 1978, quando si conclusero i colloqui privati nel ritiro presidenziale di Camp David tra il presidente egiziano Muhammad Anwar al-Sadat, il primo mi-

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nistro israeliano Menachem Begin e il presidente statunitense James Earl Carter con la ratifica di due accordi-quadro, noti come gli Accordi di Camp David. Il 17 giugno 1981, furono messi a punto a Londra i documenti del Protocollo Istitutivo della Multinational Force & Observers e il 3 agosto 1981 nacque la MFO, in Sinai dal 25 aprile del 1982. Da allora, la MFO opera per il controllo della fascia di confine tra Egitto ed Israele, svolgendo il doppio ruolo di Forza di Pace al servizio dei due Stati ex belligeranti e di ispettrice imparziale degli impegni

di pace da loro assunti. La missione è quella di “osservare”, “verificare” e “riportare” possibili violazioni al Trattato di Pace e facilitare il dialogo militare tra Egitto e Israele, per garantire e promuovere la massima trasparenza e mantenere un clima di pace duratura in Sinai tra i due Stati. L’Italia partecipa alla missione fin dalla sua istituzione, con personale e mezzi della Marina Militare. La Base Navale Italiana (Coastal Patrol Unit – CPU) è nel porto di Sharm el Sheikh, a 10 km a sud dalla base internazionale di South Camp. Oggi sono presenti 78 militari. Il contingente italiano, guidato dal capitano di fregata Alberto Rosati, è composto da 3 pattugliatori costieri della classe Esploratore con 16 persone di equipaggio ciascuno: Esploratore, Sentinella e Vedetta, rispettivamente al comando dei tenenti di vascello Antonio Della Sala, Emanuela Ferrentino e Francesco Martorelli. Nave Staffetta invece, al comando del tenente di vascello Alessandro Pianese sta completando i lavori in Italia, a Brindisi, per giungere in teatro operativo la prossima estate. Queste navi militari sono supportate da un nucleo di persone poste nella base a terra. In particolare, il capitano di corvetta Simone Magrini, ufficiale alla logistica che cura l’efficienza delle navi, il capitano di corvetta Fabio Conte, ufficiale di collegamento tra l’MFO e i receiving States (Egitto e Israele), il tenente di vascello Federico Gentile, principale consulente per gli aspetti navali del Force Commander e il tenente di vascello Anthony Ruggeri, ufficiale medico a capo di un team di 3 infermieri impiegati per le esigenze sanitarie del contingente

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italiano e per quelle dell’intero Campo base. Ci sono inoltre, 9 uomini della Brigata Marina San Marco responsabili della Force Protection, 3 palombari, 3 militari impiegati nella sala operativa denominata Tactical Operational Center, 4 militari del team tecnico/logistico e 3 militari con compiti logistico-amministrativi. Abbiamo incontrato due di questi protagonisti e posto loro alcune domande. Comandante Emanuela Ferrentino, lei è al suo primo comando e ai suoi ordini risponde un pattugliatore con compiti importanti anche da un punto di vista geopolitico. Dopo

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il suo pregresso professionale che immagino sia stato impegnativo, che emozioni prova a rappresentare oggi l’Italia in un contesto internazionale? È da quando, nel 2008, ho varcato la prima volta il cancello dell’Accademia navale che aspettavo questo giorno. Il percorso professionale fatto, gli studi in Accademia, master conseguiti, molteplici tirocini, corsi di manovra, le esperienze a bordo delle navi della Squadra navale, sia in Italia che all’estero, mi hanno permesso di arrivare preparata a questo appuntamento. È oggi per me un onore rappresentare la Marina Militare in un contesto internazionale e multinazionale

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come quello della MFO e contribuire ad una così importante missione di pace. La responsabilità è tanta, ma con essa anche l’emozione di esprimere una leadership costante nel ruolo di comandante. Primo luogotenente Gianfranco Antignano, lei lavora all’interno della Centrale Operativa posta nella Base navale italiana Coastal Patrol Unit. Un incarico delicato, dove la sua lunga esperienza è molto importante. In cosa consiste il suo incarico e qual è il lavoro della Centrale Operativa. Nel 1987, quando muovevo i miei primi passi in Marina, venni a conoscenza di una


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Il 17 giugno 1981, furono messi a punto a Londra i documenti del Protocollo Istitutivo della Multinational Force & Observers e il 3 agosto 1981 nacque la MFO, in Sinai dal 25 aprile del 1982

missione internazionale in Sinai. Da allora, ho vissuto molte esperienze operative e ho visto iniziare e terminare molte missioni, ma la MFO è ancora qui e continua, da 40 anni, a compiere il suo dovere di peacekeeping. Insieme ai miei collaboratori, opero presso la tactical operation center, una centrale di comando e controllo delle operazioni navali del CGNC 10 responsabile della condivisione della maritime situational awarness con la sede centrale della MFO. Nell’ambito della missione “observe, verify and report”, verifichiamo quanto riportato dalle navi in pattugliamento e riportiamo possibili violazioni al trattato di pace. Un incarico di responsa-

bilità, ma al tempo stesso un’esperienza internazionale unica che porterò con me per sempre. In alto da sinistra: il comandante di nave Sentinella tenente di vascello Emanuela Ferrentino, al centro insieme all’ufficiale in IIª tenente di vascello Giuseppe Ferrari; a seguire i pattugliatori Sentinella (P406) e Vedetta (P407); in basso da sinistra: il primo luogotenente Gianfranco Antignano in centrale operativa, elicottero UH-60 sorvola nave Sentinella; il sottocapo di 2ª classe Antonio Picone durante la manutenzione dell’arma di reparto (MG4259); il tenente di vascello Francesco Martorelli, comandante di nave Vedetta.

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L’evoluzione delle capacità mediche a bordo delle navi della Marina Militare

Un ospedale all’avanguardia a bordo del Vulcano di Simone Natale l 23 febbraio è una data che rappresenta una svolta per gli assetti sanitari della Marina Militare. La nave Supporto Logistico (LSS) Vulcano ha completato il processo di predisposizione tecnica dell’area ospedaliera di tipo Role 2 livello 3. In ambito NATO, con il termine “Role”, sono definite le capacità sanitarie e ospedaliere in campo militare. La maggior parte delle navi della Marina Militare dispongono di un’infermeria di bordo che è in grado di svolgere operazioni di primo soccorso e trattamento pre-ospedaliero di emergenza, denominata Role 1 livello 1 e 2. In aggiunta a queste caratteristiche, il Role 2 livello 3 contempla la chirurgia d’urgenza “salva vita” e “salva arti” potendo

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contare sulla presenza di una sala operatoria e di una limitata terapia intensiva. Il passo successivo al Role 2 livello 3, per ottenere la qualifica di Role 2 livello 4, richiede la possibilità di affiancare alla chirurgia d’urgenza quella specialistica; integrando più sale operatorie, una terapia intensiva avanzata, frigo-emoteche per la conservazione di emoderivati ed una più completa farmacia. L’area ospedaliera di nave Vulcano rappresenta il nuovo gold standard per le capacità sanitarie, potendo offrire una struttura unica nel panorama nazionale a supporto non solo delle forze militari, ma anche della popolazione. Il processo realizzativo è stato

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studiato, analizzato, ingegnerizzato e migliorato sulla scorta dell’esperienza maturata sulla portaerei Cavour. L’industria e la Marina Militare hanno concepito un vero e proprio ospedale galleggiante, dotato di due sale operatorie, un’ampia zona degenza inclusiva di otto posti di terapia intensiva, un’area per trattamento di grandi ustionati e laboratori di radiologia e analisi, migliorando le capacità di gestione di un paziente critico. Oltre ai compiti di natura militare, l’ospedale di bordo rappresenta uno strumento efficace e di rapido impiego per le operazioni umanitarie e di supporto alle popolazioni colpite da calamità. La Marina Militare continua a sviluppare le proprie capacità in campo medico


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avanzato, migliorando le infermerie di bordo fino a realizzare dei veri e propri ospedali che, partendo dallo standard della nave comando e supporto logistico Etna e passando da quello del Cavour, sono diventati sempre più performanti. Oggi nave Vulcano, che ha ottenuto la qualifica di livello 3 con potenzialità di estensibilità fino al livello 4, diventa volano nella realizzazione del futuro ospedale della nave d’assalto anfibio Trieste grazie al knowhow acquisito. “Questo risultato è stato conseguito grazie ad uno sforzo collaborativo esemplare, che ha visto le diverse linee funzionali incrociarsi sinergicamente a vari livelli, per affrontare le

varie tematiche da tutte le angolazioni e con la massima efficacia. Un modello organizzativo e gestionale che potrebbe essere replicato per altri progetti” così ha commentato il Comandante della Prima Divisione Navale, contrammiraglio Lorenzano Di Renzo rivolgendosi al Capo Ufficio Sanitario del Comando in Capo della Squadra navale contrammiraglio Vincenzo Aglieri trovandone favorevole riscontro. Tale processo virtuoso contribuirà a proiettare lo strumento operativo aeronavale della Marina in una nuova dimensione, rendendolo ancora più efficace in qualsiasi scenario sia a supporto della popolazione civile che in ambiti strettamente militari.

In alto: il capo di 3ª classe Giovanna Scopelliti, infermiere di bordo; A destra: il tenente di vascello Corrado Iafrate, medico di bordo di Nave Vulcano, l’ing. Stefano Stupiggia della ditta “MED health technologies, il capitano di corvetta Luigi De Marino, capo sezione diagnostica per immagini dell’ospedale militare di La Spezia e il contrammiraglio Vincenzo Aglieri, capo Ufficio Sanitario di CINCNAV. In basso: la rifornitrice Vulcano.

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Medici e infermieri della Squadra navale: “sempre al pezzo!” “la nostra mission: supportare gli equipaggi in mare, sott’acqua, in cielo e a terra”

di Vincenzo Aglieri (*) ello scenario internazionale in atto, l’attività e il ruolo del personale sanitario suscita un particolare interesse da parte dei media e della pubblica opinione. Per quanto attiene al caso della Squadra navale, l’impegno del personale sanitario è da sempre molto intenso al fine di supportare gli equipaggi e i reparti operativi nelle attività che costituiscono la routine quotidiana delle navi, dei sommergibili, della componente aerea, della forza da sbarco, dei centri di telecomunicazioni, delle stazioni navali e di tutte le altre realtà del supporto tecnico-logistico e amministrativo. Da Capo Ufficio Sanitario di CINCNAV ho cercato di visitare tutte le articolazioni della Squadra navale per conoscere di persona medici, paramedici e tutti i professionisti sanitari che operano nella linea funzionale operativa. Parlando con loro ho sentito la necessità di “parlare di loro”. E credo che la cosa migliore sia farlo tramite il racconto di alcuni episodi accaduti sulle navi della Squadra navale usando nomi di fantasia per i colleghi. Giorgio, medico di bordo.

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Durante una visita di controllo al rientro dal riposo domiciliare, visita un militare che riferisce prurito generalizzato e comparsa di lesioni cutanee. La paziente era già in cura dal suo dermatologo. Giorgio è scrupoloso: persistendo la sintomatologia invita la paziente a tornare in infermeria per una rivalutazione clinica che riparte da una più dettagliata raccolta anamnestica. Si scopre che analoga sintomatologia e lesioni erano presenti nella madre e nella sorella che seguivano la stessa terapia prescritta dallo specialista. La paziente aveva trascorso l’ultimo mese a casa causa COVID-19. Il prurito risultava essere più intenso nell’arco notturno. Giorgio non è solo scrupoloso ma anche curioso: prova ad effettuare un grattamento delle lesioni cutanee con bisturi e analizza tre 3 vetrini raccolti. Giorgio, che non è dermatologo, diagnostica la scabbia. Aver intercettato questa patologia precocemente e aver messo in atto tutte le necessarie azioni discendenti, non ha solo curato la paziente (e la famiglia), ma evitato la diffusione a tutto l’equipaggio! Alice, medico di bordo. Nel pieno del dilagare della variante Omicron si destreggia fra le attività operative della

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(*) contrammiraglio, capo Ufficio Sanitario del Comando in Capo della Squadra navale; nella foto di sfondo, il tenente di vascello Elisabetta Pelagatti in plancia di nave Vesuvio. (foto di S.Scialpi)


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sua nave, le normative sempre in aggiornamento sulla gestione della pandemia e il personale di bordo che da una parte deve e vorrebbe vaccinarsi, dall’altra stando in mare, non si sa come fare. Alice non è solo un bravo medico di bordo, è anche una “testa pensante”. Durante una sosta “tecnica” pensa e realizza in piena autonomia con il supporto di una ASL locale la vaccinazione del personale che ne aveva i requisiti assicurando il mantenimento della “bolla”.Alice ha fatto quello che altri colleghi hanno, come Mara, Francesco e altri ancora e non dobbiamo vergognarci di ammetterlo, hanno permesso a chi doveva prendere decisioni, di decidere che la loro idea era buona e fattibile. Carla, anche lei è medico di bordo. È in


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mezzo al Mediterraneo. Non è lontana ma nemmeno vicina. Il suo infermiere sta male. Carla fa la sua valutazione clinica; fa la sua ipotesi diagnostica. Valuta il caso e ci ragiona. Mentre elabora accompagnata dal rollio della nave le sue valutazioni cliniche, si ricorda che ha anche un ecografo in dotazione. Certo ne sa poco di ecografia, non ha mai avuto una formazione specifica. Ma Carla è curiosa, non si fa spaventare dalla sua inesperienza.Accende l’ecografo e esamina il paziente. Qualcosa intorno al cuore non le piace. Ci contatta e ci facciamo mandare qualche fotogramma. Siamo d’accordo con lei, potrebbe essere una pericardite. Con la “telemedicina” di oggi (gestita tramite un semplice collegamento telefonico su whatsapp) consultiamo anche una collega cardiologa e le forniamo un supporto decisionale. Certo lo dobbiamo sbarcare ma possiamo aspettare che la nave si avvicini a terra e procedere con relativa tranquillità e sicurezza con il minor impatto possibile sull’operatività. Bene per tutti, o quasi, perché l’infermiere Anselmo senza sapere come e perché, si ritrova a bordo a prendere il posto del collega. Ma è un infermiere di Marina! Di questi episodi ne potremmo raccontare molti, … molti altri! Tutti appartenenti alla nostra vita di marinai. Vorrei che il personale sanitario della Marina si riconoscesse in questi aneddoti e si sentisse orgoglioso di far parte di questa “famiglia”. Io sono uno di loro, orgoglioso di esserlo!

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A Gaeta la Giornata della Marina Gaeta e la Marina Militare: un legame storico lungo 160 anni di Alessandro Busonero

a preso il largo il 25 marzo con la conferenza stampa svolta a Roma, presso la sede nazionale della Confcommercio l'iniziativa "Gaeta e la Marina Militare: un legame storico lungo 160 anni", promossa dal Comune di Gaeta e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il patrocinio della Marina Militare. 12 mesi di celebrazioni, nel segno della rievocazione storica, il coinvolgimento degli studenti nelle scuole e i festeggiamenti della Giornata della Marina.Tra gli eventi: Il "Festival nazionale della storia", in cinque lezioni per la rassegna "Pagine di Storia" in compagnia di giornalisti, storici

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e intellettuali, videoproiezioni e rievocazioni storiche messe in scena a Gaeta. "Lezioni di storia a km 0" con seminari e concorsi a tema per le scuole. E infine "Gaeta celebra la marina Militare" con decine di iniziative nel corso dei prossimi mesi: accanto alla giornata del 10 giugno sono previste mostre storiche e fotografiche, concerti, traversate a nuoto nelle acque del Golfo dove avvenne la fusione delle marine italiane sotto la bandiera tricolore della nuova Marina Militare e l'istituzione di un premio letterario nazionale e la realizzazione di un volume fotografico. Così in sintesi l’intervento del sindaco di

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Gaeta, Cosimo Mitrano:“Gaeta e Marina Militare: un legame storico che celebriamo nel segno della storia in un ampio programma che trova la piena condivisione della presidenza del Consiglio dei Ministri-Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni. Una pagina di storia che si è scritta nella nostra città: con la resa della fortezza il 13 febbraio 1861, inizia il processo di unificazione della nazione italiana e, contestualmente, assistiamo alla nascita della Marina Militare sotto un’unica bandiera. La storia è memoria di un popolo e senza ricordare il passato non possiamo


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In alto il sindaco di Gaeta Cosimo Mitrano. A sinistra veduta panoramica del Golfo di Gaeta.

costruire un futuro migliore. Pertanto, il nostro intento è quello di coinvolgere soprattutto gli studenti per incentivare quello spirito di coesione sociale e nazionale, raccontando i fatti e gli avvenimenti nel luogo dove si è scritta la storia d’Italia. Nel segno del legame tra Gaeta e Marina Militare, sosteniamo inoltre con convinzione e rinnovato entusiasmo quei valori di solidarietà e identità nazionale attorno ai quali ci riconosciamo”. Per la Marina Militare, presente il contrammiraglio Antonello de Renzis Sonnino, capo Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione dello Stato Maggiore della Marina che evidenzia: “Gaeta è da sempre legata al

mare e alla Marina Militare. Proprio questi forti legami hanno portato a celebrare la Giornata della Marina nella città tirrenica nel 2022, in ricordo dell’impresa di Luigi Rizzo del 10 giugno 1918 per l’audacia, il coraggio, la dedizione alla Patria e lo spirito di sacrificio che tuttora animano i nostri equipaggi. Abbiamo scelto questa sede proprio perché qui, per la prima volta, dopo la conquista dell'ultima roccaforte dei Borbone, è stata issata la bandiera della Marina italiana unita. Per l'occasione sarà presente la Banda musicale della Marina e naturalmente non potranno mancare le navi coi loro equipaggi al completo”.

Gaeta e Marina Militare: un legame storico che celebriamo nel segno della storia in un ampio programma che trova la piena condivisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una pagina di storia che si è scritta nella nostra città: con la resa della fortezza il 13 febbraio 1861, inizia il processo di unificazione della nazione italiana e, contestualmente, assistiamo alla nascita della Marina Militare sotto un’unica bandiera. La storia è memoria di un popolo e senza ricordare il passato non possiamo costruire un futuro migliore

Cosimo Mitrano, sindaco di Gaeta

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La strategia medioceanica dell’Italia Lucio Caracciolo dialoga con il Capo di Stato Maggiore della Marina di Fabio Dal Cin

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l 24 febbraio 2022 ci appare come il 111° anno di una guerra cominciata nel 1911 quando la nostra Marina portò militari italiani a Tripoli, avviando il processo di disintegrazione dell’impero ottomano. Noi stiamo vivendo il 111° anno di disintegrazione degli imperi europei cominciata nella Prima guerra mondiale, sviluppata nella seconda e mai davvero terminata”. Queste le parole del Prof. Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, per introdurre la discussione con l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina, sul tema “La strategia medioceanica dell’Italia”. Siamo a Taranto a bordo dell’Ammiraglia della Marina Militare - la portaerei Cavour - impegnata nell’evento

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“Puglia porta d’oriente: l’Italia fra Adriatico, Ionio e Balcani”. “La Marina Militare in collaborazione con Limes, si è posta l’obiettivo di rilanciare la cultura della marittimità e dell’importanza che il mare riveste per il nostro Paese ovvero sviluppo, crescita e benessere”, le parole di Credendino. In questa direzione, il documento di riferimento sarà la prima direttiva strategica sulla regione mediterranea, che il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sta per emanare. Gli equilibri strategici operanti nel Mediterraneo sono mutati: gli Stati Uniti, hanno spostato il loro baricentro verso l’Indopacifico, di contro, la Federazione Russa ha aumentato la presenza della propria Flotta nel bacino mediterraneo; inoltre, va aggiunta una sempre più crescente attività di naval diplomacy

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della flotta cinese. “Il Mediterraneo, da una situazione di pace che poteva poi scalare in crisi e conflitto vive la situazione attuale che è di equilibrio instabile” le affermazioni di Credendino che ha rassicurato: “ci sono investimenti molto importanti che riguardano lo sviluppo della Marina, è stato consegnato il primo pattugliatore polivalente d’altura Thaon di Revel e nave Trieste sta concludendo la fase di allestimento”. In un periodo storico in cui i confini delle “linee rosse” sono sempre meno evidenti, il Parlamento italiano ha varato la legge che introduce la “Zona Economica Esclusiva” nella parte meridionale del Mare nostrum, che una volta promulgata, richiederà da parte della Marina una presenza di sorveglianza e sicurezza. L’Italia - media potenza regionale marittima - deve


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guardare al Mediterraneo senza rinunciare però al suo ruolo nel Mediterraneo allargato, l’instabilità di quell’area si ripercuote indirettamente sulla nostra economia, “ecco perchè è fondamentale essere presenti. Una presenza che non toglie efficacia al nostro impegno nel Mediterraneo in senso stretto dove disponiamo di Forze adeguate insieme ai nostril partner” afferma l’ammiraglio. Lo scenario della crisi ucraina ha anche riacceso il dibattito sull’opportunità di lavorare per la costituzione di una Difesa comune europea.“la bussola strategica”, afferma l’ammiraglio Credendino, va in questa direzione: “L’Europa non è mai stata più unita come in questi giorni ed è aumentata la consapevolezza che le grandi sfide si affrontano lavorando insieme”.

A conclusione dell’incontro, si è posto l’accento sulla necessità di diffondere la cultura del mare “in tutte le sue dimensioni, a partire dalle scuole elementari. In un Mediterraneo conteso dobbiamo investire per il futuro favorendo un ritorno alla coscienza marittima”, la riflessione di Caracciolo. “La diffusione della cultura marittima è una priorità del mio mandato. A partire dalle scuole medie, verranno impiegati gli allievi della scuola del Morosini di Venezia, dell’Accademia navale di Livorno. I ragazzi torneranno a parlare di cultura del mare nei licei di provenienza. Il rilancio della cultura maritima italiana, in concomitanza

d’intenti con il cluster marittimo nazionale, parte proprio da quì” ha concluso il capo di Stato Maggiore della Marina. A sinistra: il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino durante il convegno insieme a Lucio Caracciolo, direttore di Limes. In alto: l’ammiraglio Fabio Caffio insieme al presidente dell’autorit& à sistema portuale del Mar Ionio dott. Sergio Prete e i consiglieri redazionali di LIMES Giorgio Cuscito e Daniele Santoro; A seguire: il capitano di vascello Francesco Saladino e Lucio Caracciolo, direttore di Limes.

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Roma ha il suo monumento dedicato ai marinai di Veronica D’Andrea

ggi si concretizza un sogno, finalmente anche la capitale d’Italia ha un monumento dedicato ai marinai, tutti i marinai, sia quelli che hanno sacrificato la loro vita per la Patria, sia quelli che sono scomparsi in mare e che hanno condiviso gli alti ideali e valori marinari che dovrebbero essere sposati da ogni cittadino” – queste le parole del Presidente Nazionale dell’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) ammiraglio di squadra (riserva) Pierluigi Rosati al ta-

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glio del nastro avvenuto il 17 marzo in piazza Bainsizza a Roma. Tra gli sguardi dei presenti, molti quelli commossi. E’ stato così inaugurato nella città capitolina, tra i quartieri Prati e della Vittoria, il primo “Monumento ai Marinai d’Italia” di Roma voluto e realizzato dall’A.N.M.I. in coordinamento con Roma Capitale. Il monumento dedicato a tutti i marinai militari e i civili, ha visto la “Posa della prima pietra” lo scorso 21 luglio 2021. L’inaugurazione dopo quasi otto mesi

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è stata anche l’occasione per ricordare il 160° anniversario dell’Unità d’Italia e della costituzione della Marina Militare nonché il 150° di Roma Capitale d’Italia. La scelta di piazza Bainsizza non è un caso. “Bainsizza” infatti è il nome dell’altopiano della Slovenia occidentale a nord-est di Gorizia, noto per essere stato teatro nella Prima guerra mondiale della 10ª e 11ª Battaglia dell’Isonzo. Avere un monumento dedicato a tutti i Marinai d’Italia è molto più di un semplice atto commemorativo, rappresenta un


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Un omaggio al lavoro e al sacrificio dei tanti marinai d’Italia, che hanno dato la vita per garantire un futuro alla nostra amata nazione

Roberto Gualtieri, sindaco di Roma dovere morale, quello di tramandare alle nuove generazioni gli ideali, i valori, la storia della cultura marinara che nel nostro Paese hanno radici profonde ed antiche. Il monumento rappresenta anche la singolare affezione, il senso di appartenenza e di equipaggio, comune a chi va per mare. Presenti all’inaugurazione il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Marzia Paolucci e il nipote del nocchiere di 1ª

classe Angelo Paolucci, Medaglia d’Oro al Valor Militare, “esempio di eroismo, di consapevole sprezzo del pericolo e di altissimo spirito combattivo”. Alla Signora Paolucci è stato affidato l’onore di tagliare il nastro tricolore, quale omaggio di vivo ricordo, nella mente e nel cuore, di chi ha sacrificato la propria vita per la Nazione perseguendo i valori e gli ideali della Marina Militare. Soddisfazione e gratitudine nelle parole del Sindaco di Roma: “Con questa inau-

Roma, piazza Bainsizza, monumento ai marinai; In alto: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri insieme al capo di Stato maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone e l’ammiraglio di squadra (r) Pierluigi Rosati.

gurazione Roma rende finalmente omaggio al lavoro e al sacrificio dei tanti marinai d’Italia, che hanno dato la vita per garantire un futuro alla nostra amata Nazione. Quello di oggi, infatti, è stato un momento emozionante in ricordo di chi ha vissuto e combattuto per la propria patria e ha lasciato la vita per la propria comunità”. L’opera, che vuole ricordare nelle forme un vascello, è composta, nei suoi elementi essenziali, da una fontana, costituita da massicci blocchi in travertino romano, con un bacino semicircolare di raccolta dell’acqua. Completano la composizione il medaglione circolare e la grande pavimentazione anch’essa in lastre di travertino radiali. La rosa dei venti, un’ancora storica e quattro bitte caratterizzano ulteriormente l’identità marinara, mentre quattro getti di acqua a vela conferiscono movimento e dinamicità all’opera.

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Un nocchiere sardo, prima medaglia d’Oro al Valor Militare di Marina Rivieccio

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l 23 febbraio è stata inaugurata la nuova piazza “XXIII febbraio” di La Maddalena, dedicata all’impresa che nel 1793 vide gli isolani respingere il massiccio attacco invasivo delle truppe franco-corse, capitanate dal futuro imperatore di Francia, allora giovane e debuttante tenente, Napoleone Bonaparte. Tra i momenti più significativi della cerimonia, presieduta dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Enrico Credendino, insieme al sindaco della città, Fabio Lai, la scopertura dell’obelisco, sormontato dalla palla di obice originale sparata dal nemico durante quel combattimento, del busto dedicato a Domenico Millelire, l’eroe dell’impresa, la deposizione di una corona a lui dedicata e la benedizione della piazza dal Vescovo di Tempio Ampurias, monsignor Sebastiano Sanguinetti. La rievocazione della storica impresa, “fulgido esempio dell’importanza di tutelare i nostri confini nazionali”, come ha sottolineato il sindaco nel proprio intervento, è stata enfatizzata anche da un significativo messaggio inviato dalla Presidenza della Repubblica. Le autorità civili e religiose intervenute alla cerimonia hanno voluto rendere omaggio alla città e a un temerario nocchiere della Regia Marina sarda, Domenico Leoni “Millelire”, prima medaglia d’Oro al Valor Militare delle Forze Armate italiane, assurto agli onori della storia per aver attaccato, costretto alla fuga e il nemico con una “scialuppa armata in guisa di lancia cannoniera”, riuscendo persino a catturare dei prigionieri e a impadronirsi di una gondola bonifacina. “Un grande marinaio, un grande madda-

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lenino, un grande italiano” così il Capo di Stato Maggiore della Marina ha onorato la memoria del Millelire, dopo aver portato i saluti del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e del capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. A questo illustre concittadino è stato dedicato un busto di bronzo, secondo cimelio della piazza, che nel 1928 il capitano di corvetta Carlo Savio, primo comandante del regio sommergibile Millelire, consegnò agli eredi dell’eroe nel giorno in cui il “suo” battello ricevette, proprio a La Maddalena, la Bandiera di Combattimento. Un legame tra presente e passato che si è rinnovato quando, durante la cerimonia, il capitano di corvetta Mirco Forasacco, comandante del sommergibile Pietro Venuti, ha letto le parole che in quell’occasione il comandante Savio pronunciò alla consegna della Bandiera di

combattimento. Il reparto militare della Scuola Sottufficiali schierato, un pubblico festoso, le bandiere e le luci tricolori ad ornare finestre e poggioli, studenti e piccoli alunni con le bandierine, gonfaloni delle associazioni combattentistiche e d’arma, le marce intonate dalla locale banda San Domenico Savio, hanno fatto da cornice a una Cala Gavetta surreale e quasi magica. Un’accurata ricostruzione storica dell’impresa, proiettata all’imbrunire sul palazzo frontale, ha concluso la solenne cerimonia ma l’eroe Domenico Millelire, da quella piazza, continuerà imperturbabile a scrutare l’orizzonte e vegliare sulle sue coste e la sua gente. La Maddalena, momenti della cerimonia di inaugurazione del monumento a Domenico Millelire che ha visto partecipare il sindaco Fabio Lai e il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Enrico Crendedino.

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Soccorso in fondo al mare ISMERLO, l’organizzazione NATO a supporto dei sottomarini di tutto il mondo. Perché la vita umana in mare non ha bandiere di Viviana Passalacqua

ceano Atlantico, 1939. Trentatré uomini vengono tratti in salvo dal sommergibile americano Squalus, inabissato al largo di Portsmouth, New Hampshire. Si scrive la storia: è la prima operazione di soccorso all’equipaggio di un sottomarino bloccato sui fondali. Mutano mezzi, tecnologie e scenari geopolitici, ma non il valore della vita umana e del suo salvataggio in mare. Di tutto questo si occupa oggi l’organizzazione NATO “ISMERLO” (International Submarine Escape and Rescue Liaison Office), che il 17 marzo ha incontrato “a distanza” 41 Paesi membri nel

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Submarine Escape and Rescue Working Group. Ne abbiamo parlato con il capitano di fregata Gennaro Vitagliano, che da agosto 2017 a ottobre 2021 ha diretto l’ISMERLO presso Londra. Oggi è ufficiale responsabile Submarine and Rescue per l’Italia al 5° Reparto Sommergibili dello Stato Maggiore Marina. Comandante, cos’è e com’è nato ISMERLO? L’incidente occorso al sottomarino russo Kursk nel 2000 ha scaturito una serie di riflessioni sulla sicurezza dei sommergibili. Il gruppo di lavoro della NATO dedicato

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alla sicurezza dei battelli (nome in gergo dei sommergibili N.d.R.) ha individuato nella mancanza di un coordinamento globale delle operazioni di soccorso una carenza che si sarebbe potuta rivelare fatale. L’idea di raccogliere e riunire tutte le capacità di soccorso esistenti in ambito NATO e non, in un unico hub, ha dato vita all’ISMERLO che ha il compito di coordinare i soccorsi e mettere a disposizione della comunità sommergibilistica tutte le risorse disponibili a livello globale, nonché i massimi esperti del settore. Quali sono i fattori determinanti per il successo di un’operazione di salvataggio?


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la direzione dell’ISMERLO è affidata a un ufficiale sommergibilista italiano. Di recente, la Marina Militare ha acquisito un nuovo sistema di soccorso tethered, modulare, trasportabile in tutto il mondo via area, in grado di operare da qualsiasi piattaforma, anche commerciale. Un ulteriore passo in avanti è stato fatto con la progettazione della nuova nave dedicata al soccorso che sarà in linea nella Marina nei prossimi anni. Quale l’approccio alla sicurezza della componente sommergibili? La componente sommergibili dedica molta attenzione e molte risorse alla sicurezza. L’addestramento del personale è il cardine

del soccorso, così come la capacità di operare con tutte le altre Marine. Il corso per Coordinator Rescue Forces, l’ufficiale destinato a coordinare in loco tutte le forze di soccorso in caso di sommergibile sinistrato, si svolge ogni anno a Taranto presso il Comando Flottiglia Sommergibili, in collaborazione con la NATO e ISMERLO, ed è rivolto a tutti i Paesi. A sinistra: la nave salvataggio/soccorso Anteo trasporta il minisottomarino SRV 300 che permette la fuoriuscita e il salvataggio del personale dal sommergibile posato sul fondo; in alto: il capitano di fregata Gennaro Vitagliano, che dal 2017 al 2021 ha diretto l’ISMERLO.

I fattori sono molteplici, il più importante è il coordinamento dell’azione di soccorso: cercare di ridurre i tempi per raggiungere il sommergibile sinistrato e soprattutto prestare soccorso all’equipaggio. Per fare questo, occorre una minuziosa preparazione e un addestramento costante. Ogni nazione deve dare il proprio contributo con i mezzi e gli operatori a disposizione: la vita umana in mare non ha bandiere. L’Italia mette a disposizione competenza e tecnologia. Quale sarà in futuro la nostra capacità di risposta all’emergenza? L’Italia da sempre è leader in questo settore, infatti a partire dalla sua creazione,

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La selezione del personale di Emanuele Scigliuzzo

Solo attraverso un’attenta analisi dei profili è possibile individuare, tra i candidati, le persone corrispondenti alle figure ricercate dalla Forza Armata. N OT I Z I A R I O

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a selezione culturale, attitudinale e medica, sono tra gli accertamenti che ogni reparto risorse umane di una grande organizzazione deve verificare, prima di intraprendere un qualsiasi rapporto lavorativo. Anche la Marina Militare, che non è un’azienda, ma è una grande organizzazione e offre delle straordinarie prospettive professionali e di progressione di carriera, ha la necessità dettata soprattutto dall’unicità di questo mestiere, di verificare i requisiti degli “aspiranti marinai”. Ambienti di lavoro particolari, spesso

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unici, ma con una forte carica motivazionale, specializzazioni dure e affascinanti, ma con requisiti molto selettivi, richiedono per chi aspira a diventare “un professionista del mare” sicuramente passione, ma anche attitudini. Una fase delicata che la Forza Armata ricopre attraverso il Centro Selezione (MARICENSELEZ) di Ancona, dove vengono verificati i profili dei partecipanti ai concorsi. Mentre le valutazioni psicofisica e culturale sono determinate da requisiti stabiliti nei bandi di concorso, il compito probabilmente più difficile è quello degli ufficiali periti selettori e

psicologi, nel valutare i candidati durante gli accertamenti attitudinali. Per capire meglio quali sono le caratteristiche psicologiche che la nostra Forza Armata ricerca nei candidati, e come il personale che si occupa di selezione attitudinale li individua, abbiamo raggiunto il Tenente di Vascello (SAN) Maila Venturi (ufficiale psicologo), per carpire i segreti della selezione. Dottoressa Venturi, analizzare i profili di ragazze e ragazzi che si affacciano al mondo militare, magari con l’aspettativa di coronare un sogno coltivato fin da piccoli, non deve essere una cosa semplice.

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L’intervista al tenente di vascello Maila Venturi Quali sono le principali caratteristiche che un candidato deve avere da un punto di vista psicologico? Vi sono alcune peculiarità fondamentali che deve possedere un futuro militare come valutare gli eventi e successivamente apprendere e adattarsi all’ambiente in relazione ad essi, l’autonomia e la capacità di rapportarsi a procedure e norme, ma anche saper lavorare in gruppo in modo da raggiungere un obiettivo comune. Ci aspettiamo che i candidati abbiano una minima conoscenza del ruolo per il quale concorrono, così come una minima conoscenza della Forza Armata, mostrando motivazione e desiderio di apprendere. Esistono poi delle attitudini specifiche per i diversi ruoli a concorso. L’attitudine è una caratteristica innata o in qualche modo si può formare? L’attitudine è la predisposizione che una persona possiede nello svolgere uno specifico compito e la potenzialità verso un determinato campo di applicazione.

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Si ritiene che le persone abbiano alcune attitudini o potenzialità innate e alcune preferenze per determinate materie o mansioni. Ovviamente tali potenzialità, hanno la possibilità di svilupparsi e di trovare applicazione solo all’interno di un contesto esterno, adeguatamente strutturato e supportivo, ma dipendono anche dalle motivazioni della persona stessa. In selezione è importante, quindi, non solo essere in grado di carpire ed indagare queste predisposizioni innate e di potenziale sviluppo, ma anche analizzare quanto il singolo sia stato portato dall’ambiente esterno a sviluppare tale potenziale. Se è vero che “l’attitudine precede la capacità” è altrettanto vero che sia possibile sviluppare determinate competenze in persone normodotate, ma con scarsa attitudine a quello specifico contesto. Il risultato di tale obiettivo non dipenderà più dalla selezione effettuata ma dalle caratteristiche del selezionato e dalla formazione che riceverà. Quali possono essere i fattori che determinano la inidoneità di

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una persona alla vita militare, e in particolare alla nostra Forza Armata? Le caratteristiche psicoattitudinali che possono contribuire al conseguimento o meno dell’idoneità al servizio Marina Militare, variano secondo la figura professionale ricercata. Ad ognuna corrisponde un profilo che evidenzia le caratteristiche che un candidato dovrebbe possedere. Nonostante questa differenziazione, alcune aree di indagine di fondamentale importanza sono comuni a tutti i profili. Tra i principali fattori che possono portare a decretare la non idoneità di un soggetto, troviamo la scarsa capacità di analisi critica della realtà, marcata instabilità emotiva, incapacità di relazionarsi con gli altri, difficoltà ad adattarsi a contesti diversi, poca costanza nel raggiungimento di obiettivi, presenza di scarsi livelli di autostima, ambizione ed autoefficacia. Alle prove dei concorsi si presentano ragazze e ragazzi molto giovani: cosa cercano? Quali sono


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che conta è tuttavia possedere la determinazione giusta, con la consapevolezza non solo delle proprie risorse, ma anche dei propri limiti, al fine di poter orientare il proprio agire verso la scelta di carriera più adatta. Cosa si sente di dire ai candidati che invece non sono stati selezionati e forse hanno visto chiudersi la prima porta per verso il loro futuro? L’iter selettivo rappresenta una fotografia del momento e riflette attitudini e caratteristiche che possono cambiare ed evolversi nel tempo. I concorrenti dovrebbero capire che sono molti i fattori che entrano in gioco durante una sele-

le loro motivazioni di partecipazione al concorso? I ragazzi e le ragazze che partecipano ai concorsi hanno motivazioni, ambizioni e sogni talvolta differenti, ma con un aspetto in comune: mettersi in gioco aspirando ad entrare nel mondo militare. Alcuni ne hanno già sentito parlare perché provenienti da città con tradizioni marinaresche – il sud Italia risulta per esempio l’area maggiormente rappresentativa – oppure perché cresciuti in famiglie di militari. Altri, divenuti giovani adulti, cercano indipendenza dalla famiglia e, perché no, una stabilità economica in un mercato del lavoro talvolta incerto. Pressoché tutti i concorrenti riferiscono la “passione per il mare” e sognano di servire la Patria, mettendo a disposizione i propri talenti e risorse in divenire.Quello

zione, non ultimi gli aspetti emotivi del momento. Avendo parlato di motivazione non posso esimermi dal porre l’accento sulla motivazione intrinseca, cioè quella spinta personale che spinge il candidato al voler partecipare ad un concorso per raggiungere un obiettivo. Se il suo obiettivo è quello di entrare in Marina allora il consiglio è quello di non arrendersi alla valutazione negativa di quel momento e di mettere in atto azioni future per crescere come persona nel tempo, di studiare, di lavorare e di fare sport con l’intento di riprovare a superare quel concorso, oppure di acquisire la consapevolezza che quella strada non faceva per lui.

Le motivazioni di una scelta professionale Durante il secolo scorso diversi psicologi hanno approfondito il tema della motivazione, che si ritrova anche nei giovani concorrenti: lo psicologo americano Holland ha delineato una teoria basata sulla stretta relazione tra “interessi professionali” e “contesto lavorativo” secondo la quale gli individui esprimono preferenze verso determinate attività lavorative a scapito di altre. Partendo dall’assunto che motivazione e successo sono più probabili laddove ambiente di lavoro e interessi professionali siano tra loro compatibili, ha individuato varie tipologie di motivazione professionale (realistico, investigativo, artistico, sociale, intraprendente, convenzionale). Un altro autore, McClelland, nel secolo scorso ha indicato la motivazione al “potere”, al “successo” e “all’affiliazione” come elementi da tenere in considerazione in base al tipo di ruolo per cui si concorre.

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Un canestro messo a segno per la solidarietà

di Daniela Napoli

La Partita delle Accademie: l’Accademia navale di Livorno e l’Accademia militare di Modena insieme per “In cammino con noi” N OT I Z I A R I O

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cco una bella storia da raccontare. Questa storia ha come protagonisti gli allievi dell’Accademia navale di Livorno, “capitanati” dall’ammiraglio Comandante Flavio Biaggi, che hanno sfidato a basket - nella prima edizione di una challenge sportiva - gli allievi dell’Accademia militare di Modena, “capitanati” dal generale Comandante Davide Scalabrin, per raccogliere fondi a

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favore di bambini e ragazzi con disabilità e lo hanno fatto con lo spirito giusto, scendendo in campo con rispetto, educazione e amore per il prossimo. “La partita delle Accademie” si è svolta, con il patrocinio del comune di Livorno e in collaborazione con Fincantieri e Drass, il 2 aprile all’Amedeo Modigliani Forum, e gli utili derivanti dalla vendita dei biglietti sono stati devoluti alle as-

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sociazioni labroniche “Volare senz’ali”, “Associazioni Persone Down Livorno” e “Autismo Livorno” riunite nella rete solidale “In cammino con noi”, legata alla Marina Militare da un rapporto di pluriennale collaborazione grazie all’Accademia navale, che ha sempre supportato e incoraggiato le attività da questa realizzata sul territorio di Livorno già a partire dal 2013. L’evento - come ha riconosciuto l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa - è stato un importante momento di formazione e di crescita per gli allievi delle Accademie della Marina e dell’Esercito. Durante il loro percorso militare e professionale, infatti, gli allievi si arricchiscono di esperienze derivanti dallo studio delle materie curricolari, dalle partecipazioni a conferenze specialistiche, dalla costante pratica sportiva che solidifica lo spirito di corpo, dalle fondamentali esercitazioni addestrative che contribuiscono ad aggiungere ulteriori competenze in vista del loro futuro impiego come ufficiali delle Forze Armate.

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In questa occasione speciale, come ribadito dall’ammiraglio Cavo Dragone, hanno potuto confrontarsi con realtà diverse dalla loro, partecipando ad una lezione sul coraggio, sulla resilienza, sulla forza di volontà che i ragazzi delle associazioni e le loro famiglie dimostrano di possedere, facendo fronte e superando le difficoltà che vivono nel quotidiano. Alla fine del tempo regolamentare di gioco la coppa è stata alzata dall’Accademia navale di Livorno che si è imposta sugli avversari con un punteggio di 59 a 48, anche se il punto vincente è stato il canestro realizzato da tutti per la solidarietà perché “la vita è una partita che si gioca insieme”.

Livorno, 2 aprile, momenti della partita di basket a scopo benefico tra l’Accademia di Livorno e l’Accademia di Modena alla presenza del sottosegretario alla Difesa Pucciarelli, il capo di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Enrico Credendino.

La parola alle Associazioni Che cosa è “In cammino con Noi? In Cammino con Noi è l’unione di tre associazioni che si occupano di diverse tipologie di disabilità. Muove i primi passi tra il 2012 e il 2013 con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza livornese sulle varie tematiche inerenti alla diversità e per diffondere un messaggio di solidarietà attiva. Da dove nasce l’idea di questo progetto? Nasce da un incontro di mamme che nonostante la diversità dei loro figli, motivate dall’amore universale, si sono unite nel nome dell’amicizia e dell’interesse comune per promuovere eventi di raccolta fondi e di divulgazione delle attività svolte nelle proprie associazioni. L’evento finale più rappresentativo e di ringraziamento verso i sostenitori è la camminata solidale di In cammino con noi. Quali Associazioni coinvolge? Le Associazioni coinvolte sono tre: AIPD Associazione Italiana Persone Down Livorno, Autismo Livorno e Volare senz’ali Odv Associazione per la tutela di bambini e ragazzi con gravi disabilità. Perché questo legame con l’Accademia navale? L’Accademia Navale, venuta a conoscenza delle realtà del territorio unite in un messaggio di solidarietà, condividendo e accogliendo lo stesso spirito solidale, si è offerta di ospitare la manifestazione In Cammino con Noi, iniziando un sodalizio che dura negli anni. Grazie, dunque, a tutti quelli che “camminano con noi”. Camminando insieme, affiancati, talvolta un poco più avanti oppure rallentando per aspettare chi tarda ad arrivare, si sperimentano altri ritmi, ci si accorge di guardare e di ascoltare anche con i sensi dell’altro, di respirare la stessa fatica della strada, ma anche di saper cogliere, insieme, l’occasione per non lasciare indietro nessuno.

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Vela, maestra di mare

di Viviana Passalacqua

cqua e vento, gli indomabili per definizione. Impensabile tenerli a freno, ma con tanta tecnica e un’ottima preparazione fisica si può fare di meglio: capirli, assecondarli, addirittura sfruttarli. Se ci riesci, sei un velista. Un ‘lupo di

correnti, a leggere il cielo, a lavorare in equipaggio. Perché in quei pochi metri di legno o vetroresina che di solito ‘misurano’ un’imbarcazione, si danno tutti da fare per mantenere le tipiche andature (bolina, traverso, lasco, gran lasco e poppa) che consentono di sfruttare la

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mare’ direbbe qualcuno, capace di scivolare sulle onde sospinto dalle raffiche facendo affidamento su propulsione eolica e forza fisica. È il senso dello sport per eccellenza della Marina Militare: la vela, maestra di mare, che educa i marinai a sentire le


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lunghezza del mezzo e potenziarne la velocità. Più la barca si inclina, maggiore è la forza raddrizzante opposta dalla zavorra che bilancia la pressione del vento sulle vele. Una responsabilità non esclusiva del timoniere: il team di bordo si occupa dell’albero, del cordame, del sartiame, di assicurare ai verricelli le scotte (n.d.r., cavi che fissano la parte inferiore di una vela allo scafo) e le drizze (n.d.r., cime usate per issare una

vela). Ogni manovra, che sia per accompagnare le andature ‘di poppa’, o quelle ‘di bolina’, in controvento, mette a dura prova muscoli e riflessi. Dalle virate alla regolazione delle vele, che vanno issate, sostituite e piegate rapidamente, questo sport esige allenamento e prestanza, oltre a uno spirito di gruppo che può fare la differenza in situazioni meteo-marine delicate e competizioni vere e proprie.

Corsa, piegamenti, sforzo anaerobico e nuoto - praticati dal personale di tutte le sedi della Marina Militare - sono tra le attività preparatorie alla vela, antica quanto le trame che intessono le velature dei velieri, e più attuale che mai nel processo di rilancio, riammodernamento e promozione con la riapertura dello storico ufficio MARIVELA presso lo Stato Maggiore della Marina, deputato alle funzioni di indirizzo, sviluppo e pro-


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mozione dell’attività velica, e ad una rinnovata attenzione al complesso delle 13 sezioni veliche di Forza Armata. All’insegnamento sulla navigazione più affascinante di sempre, la Marina dedica corsi di formazione presso le Sezioni Veliche ma anche corsi estivi organizzati ogni anno anche per i ragazzi delle scuole medie superiori in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, presso l’Accademia navale a Livorno, la Scuola Sottufficiali a La Maddalena e la Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” a Venezia. Non dimentichiamoci che per la formazione velica e marinaresca, gli allievi dell’Accademia Navale più giovani utilizzano in addestramento quotidiano i Tridente 16’, mentre le classi più anziane,

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‘SENTIRE’ IL MARE

COS’E’ IL ‘BENESSERE BLU’

“Essere un marinaio è un’altra cosa. Devi ‘sentire’ il mare, saper leggere sulla sua superficie il vento, assecondare gli elementi e non opporti a essi, sentire la tua barca, conoscerla intrinsecamente e sentire soprattutto la sua anima, essere tutt’uno con lei. Solo così potrai sapere come risponderà ai tuoi comandi, né lei né il mare ti tradiranno mai. Solo così si può diventare un marinaio!” - Agostino Straulino, ammiraglio di squadra e medaglia d’oro vela - classe star alle Olimpiadi di Helsinki del ’52.

Il ‘benessere blu’ è la risposta positiva di corpo e mente ad ambienti marini e sport acquatici: gli studi condotti da diverse università, tra cui la Heriot-Watt di Edimburgo, dimostrano come il contatto con l’acqua generi onde alfa nel cervello, attività elettriche che stimolano percezioni e creatività, migliorando i processi cognitivi come attenzione e memoria. Gli ioni negativi dell’aria di mare – oltre a facilitare la respirazione combattendo allergie e asma - favoriscono la produzione di serotonina, inducendo uno stato di equilibrio interiore che spinge alla socializzazione.

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acquisendo competenze più avanzate, utilizzano i J24 ed i Grand Soleil 343, sotto la costante supervisione di istruttori di vela federali; in estate invece, svolgono le Campagne d’istruzione estive sul Vespucci o sulle navi scuola a vela minori Orsa Maggiore, Corsaro II, Stella Polare, Capricia e Caroly. Stesso dicasi per i sottufficiali, che svolgono la Campagna d’istruzione sul brigantinogoletta Palinuro. I diversamente abili diventano invece protagonisti di Tender to Nave Italia, Onlus fondata da Marina Militare e Yacht Club Italiano: a bordo del brigantino, l’equipaggio della Marina li inizia alle sue tradizioni coinvolgendoli in progetti di ricerca e terapia, dando vita a quell’inclusione sociale che passa anche e soprattutto dallo sport acquatico, chiamato anche ‘benessere blu’.

VELA: ALTRUISMO E LEALTA’ “Lo spirito è quello alimentato dalla passione per il mare e per quel meraviglioso modo di affrontarlo che è rappresentato dall’andare a vela. Difficilmente si può spiegare cosa spinga a spendere giornate in barca in balia degli elementi, affrontando fatiche e disagi, se non si considera l’esistenza del vero elemento motivante che è il legame profondo che ogni velista ha con il mare. Ed è questo legame che distingue chi va a vela. Capacità tecnica, ragionato coraggio nei momenti difficili, senso di abnegazione e di solidarietà: la vela ci induce alla lealtà, all’altruismo, alla solidarietà e alla mutua assistenza e quindi ci aiuta, in concreto, ad essere migliori professionisti del mare”. Capitano di vascello Giuseppe Cannatà, Capo Ufficio Vela e Direttore dello Sport Velico Marina Militare.

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Il più nobile degli sport nautici di Pasquale Prinzivalli

Conosciamo da vicino lo sport della vela, capace di appassionare grandi e piccoli. Che tu sia un piccolo timoniere di 6 anni a bordo di un optimist o un adulto al timone di un maxi yacht dovrai fare i conti con il mare, il vento e il sale in faccia vvicinarsi allo sport della vela non è così comune come per qualsiasi altra attività sportiva, occorre innanzitutto uno smisurato amore per il mare ed una grande dose di spirito di avventura. Il nostro Paese, collocato in un’area geografica molto favorevole per la pratica della vela, con oltre 8.000 km di costa è una “palestra” naturale per muovere i primi passi in questo sport e diventare un giorno un esperto velista. Già dai 6 anni di età si possono frequentare, in una delle tantissime scuole di vela della FIV (Federazione Italiana Vela) dei corsi capaci di insegnare l’andar per mare e promuovere la diffusione della cultura nautica. La Marina Militare concorre in quest’opera organizzando ogni anno dei corsi velici estivi per i ragazzi delle scuole medie superiori presso le sezioni veliche dell’Accademia navale di Livorno, della Scuola Sottufficiali di La Maddalena e della Scuola Navale Militare "Francesco Morosini" di Venezia. Il Notiziario della Marina, con questo numero, vuole iniziare una rubrica: un corso di vela basico per chi si vuole approcciare al mare, per i neofiti, per chi vuole mettersi alla prova e per chi, dopo la lettura di queste nozioni, vorrà metterle in pratica salendo a bordo di una barca a vela in singolo o in equipaggio e onda dopo onda navigare in mare aperto. Il percorso che ci condurrà attraverso l’apprendimento dei primi rudimenti della vela sarà semplice, un punto di vista diverso, indirizzato anche a chi non ha mai messo un piede in barca. Divideremo gli argomenti in quattro macro aree. Sul prossimo numero: La barca: attrezzatura, le appendici, deriva e timone, la nomenclatura dei principali elementi di una barca a vela; A seguire: Le Vele: la randa, il fiocco/genoa, lo spinnaker e il jennaker; Il Vento: tipi di vento, la direzione del vento, le andature. I Nodi: le caratteristiche fondamentali dei nodi marinari, la sicurezza, la preparazione delle cime per un ormeggio.

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L’equipaggio della Marina Militare, della classe olimpica 470, composto da Giacomo Ferrari (timoniere) e Bianca Caruso (prodiera) in allenamento. (foto di Maurizio Lapera)


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Due grandi cuori ed un mare di generosità Marina Militare e Policlinico Gemelli insieme nella lotta al Covid-19 e al fianco dei bambini. Oltre 300 mq per la radioterapia oncologica pediatrica trasformati in tanti sorrisi attraverso l’arte. di Mariarosaria Lumiero arina Militare e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS (Istituiti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) sono due Istituzioni distinte, ma perfettamente incastrate l’una nell’altra. Un rapporto atavico che sfocia nel benessere delle persone. In che modo una Forza Armata ed un ospedale possano essere così importanti per la salute umana, è un quesito che trova le sue risposte nei progetti che queste due realtà realizzano insieme, dagli appuntamenti annuali (concerto di Na-

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tale, presentazione del calendario Marina, distribuzione di gadget) a quelli che caratterizzano la quotidianità degli ammalati. Una storia emotivamente forte quella tra la Marina Militare e il Gemelli di Roma, soprattutto negli ultimi due anni, da quando il Covid – 19 ha stravolto il mondo, rendendo ancor più forte il legame tra loro. Il Covid non è più rilevante delle patologie pediatriche, ma è stato un dovere al quale adempiere senza avere, però, strumenti e capitale umano a sufficienza per fronteggiare l’emergenza. Una tempesta

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sanitaria che ha travolto tutti. I marinai sono pronti ad affrontare le sfide del mare, ma nessuno di loro era preparato alla sfida dell’ospedale Gemelli, dove l’ostacolo più grosso sono le emozioni che si provano dinanzi ai volti dei tanti piccoli angeli del reparto di oncologia pediatrica e non solo, perché con l’arrivo del virus, vi è stata la transizione da un contesto delicato ad uno, decisamente, delicatissimo poiché, la parola stabilità, spesso, si è trasformata in degenerazione. A sugello del connubio Gemelli – Marina


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In alto: due medici del Policlinico Universitario Agostino Gemelli insieme a due ufficiali della Marina Militare; a destra il maestro Silvio Irilli durante la sua opera di trasformazione della sala di terapia oncologica dell’ospedale Gemelli (foto e approfondimenti: www.ospedalidipinti.it).

Militare, il 28 ottobre 2021, a bordo della portaerei Cavour, è stato presentato il calendario 2022 della Forza Armata al cui interno vi è una foto che ritrae medici e infermieri della Fondazione Gemelli e quelli della Marina. Persone con un unico obiettivo: salvare vite. Un evento benefico per sottolineare “Al servizio degli altri, al servizio di tutti noi”, come è stata titolata la fotografia in questione. Un concerto a dicembre a far da cornice a questo impegno, anzi, a questa dedizione totale del personale sanitario. L’apoteosi della beneficenza, però, la si trova nel progetto Acquarius, a favore dei bambini del Policlinico Gemelli che, ogni giorno, affrontano la radioterapia. Realizzato grazie alle donazioni economiche, la sala di te-

rapia intensiva si è trasformata in un sommergibile, al quale, si accede attraverso un acquario. Un progetto realizzato in quattro anni grazie alla generosità delle persone e al pittore di arte contemporanea Silvio Irilli che rende più accoglienti gli ospedali attraverso l’arte. I bambini, definiti comandanti, complice anche lo stato d’animo dei genitori, ovvero i co-piloti, iniziano il percorso di radioterapia oncologica in preda alla paura. Secondo comprovati studi, l’arte aiuta il buon esito del percorso terapico che gli ammalati sono costretti ad affrontare nelle strutture ospedaliere. Grazie alla presenza degli animali marini, le loro ansie si sono ridotte e la soglia del dolore si innalza, riducendo la sedazione che prima di allora era fonda-

mentale per placare la paura dei piccoli che devono restare fermi durante la radioterapia. Di conseguenza, i loro sorrisi e la loro calma, seppur apparente, acquieta anche i genitori. La favola, perché è così che si spiega ai piccoli comandanti il loro percorso radioterapico, ha inizio con l’accoglienza e finisce con il termine della terapia, quando i bambini, aprendo uno scrigno, trovano un dono e ne lasciano uno, a loro volta, sotto forma di testimonianza scritta ai comandanti – pazienti che arriveranno. Il connubio Marina Militare – Fondazione Gemelli vuole rendere la malattia, che sia oncologica o Covid – 19, una sorta di navigazione che tra mari calmi e mari in tempesta, si dirige sempre verso la realizzazione dei sogni.

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Con il cuore oltre il virus COVID 19, l’impegno della Marina militare

Incontro con l’autrice Anita Fiaschetti di Alessandro Busonero l 18 marzo, in occasione della Giornata nazionale delle vittime del COVID-19, la Marina Militare ha lanciato il nuovo libro “Con il cuore oltre il virus”, per raccontare l’impegno della Forza Armata durante la pandemia. In questo numero ne parliamo con l’autrice, la giornalista e ufficiale della riserva selezionata, Anita Fiaschetti.

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al fianco di un’Italia vulnerabile. Erano racconti forti, emozionanti, di donne e uomini che nonostante qualche incertezza, dovuta alla non conoscenza del virus, non avevano esitato nemmeno per un momento a partire per dare supporto a chi ne avesse bisogno. Nei mesi successivi la pandemia continuava così come l’impiego e per questo decidemmo di scrivere il libro.

Come nasce l’idea di questo nuovo libro? A marzo 2020, quando eravamo all’inizio della pandemia, stavo finendo di scrivere il mio primo libro “Noi siamo la Marina”. In quel frangente, decidemmo di dedicare l’ultimo capitolo al personale sanitario della Marina Militare impegnato nelle regioni italiane maggiormente colpite dal COVID-19. Ascoltare le loro testimonianze ci fece capire cosa significasse essere in prima linea,

Un libro di testimonianze, quindi? Sì, ma non solo in ambito sanitario. La prima parte del volume racconta come, nonostante le difficoltà, la Marina Militare abbia portato a termine tutti gli impegni nazionali e internazionali intrapresi, così come non abbia avuto nessuna flessione nell’attività concorsuale e formativa. Subito dopo, grazie alle parole dell’Ispettore di Sanità Marina Militare, ammiraglio Riccardo Guarducci, ab-

Autore: Anita Fiaschetti Editore: Marina Militare Anno di pubblicazione: 2021 Lingua: italiano Numero di pagine: 168 Brossura Prezzo: 18 euro

Il libro è disponibile nello store editoria Marina Militare: www.amazon.it/marinamilitare

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biamo un quadro di come la componente sanitaria sia stata impiegata. Completano il volume, i racconti di medici, infermieri e tecnici che, ovunque ci fosse bisogno - ospedali, case di riposo, tende da campo, drive through - c’erano. A dare valore a quanto fatto da ogni marinaio, le testimonianze raccolte nel mondo civile: persone che per ruolo o per necessità hanno ricevuto il supporto della Marina Militare. Cosa le ha lasciato questa nuova esperienza? La pandemia ha segnato la vita di ognuno di noi. Ascoltare i racconti del personale sanitario della Marina è stato molto emozionante, come rivivere con loro momenti ben precisi di una pagina di storia che mai dimenticheremo. Ancora una volta, però, ho potuto apprezzare il coraggio e lo spirito di servizio dei marinai: non si sono tirati indietro, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, in questo caso oltre il virus.


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Notiziario della Marina Il mare raccontato dai professionisti


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Vela maestra di mare di Viviana Passalacqua

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Un canestro messo a segno per la solidarietà

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Roma ha il suo monumento dedicato ai marinai

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A Gaeta la Giornata della Marina di Alessandro Busonero

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Gabinia: contrasto alla pirateria marittima

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Il quarantennale dei marinai del deserto

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Dal mare al cittadino di Alessandro Busonero

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Benvenuto in famiglia al primo “PPA” di Fabio Vespucci

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Reazione immediata in Oceano Indiano

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Esercitazione anfibia tra Mediterraneo e Atlantico

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Irini: friendly approach del pattugliatore Borsini

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