Notiziario Dicembre 2013

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Casa di Alcesti: esempi di donne che si sacrificano per amore

Versi di greco antico al teatro Vida Un colpo di scena approda al teatro Vida ed in questo caso non è la compagnia “Colpi di scena” a sferrarne uno dei suoi impliciti che porta nel nome ma la compagnia “Volti dal caos” costituita dai ragazzi del laboratorio teatrale dell’Istituto salesiano “Don Bosco” di Palermo. Con la rielaborazione letteraria e drammaturgica di Myriam Leone, e la regia di Gianpaolo Bellanca, i ragazzi hanno messo in scena, al teatro Vida, dal 19 al 21 ottobre, “Casa di Alcesti”, una tragedia che nasce dall’incontro e dal confronto di due magnifici capolavori della letteratura teatrale internazionale, “Casa di Bambola” di Ibsen e “Alcesti” di Euripide, e dalla contaminazione con Misses Dalloway di Virginia Woolf. Gli studenti sono stati molto bravi nel riportare in vita, come dall’Ade, la storia di Nora e Alcesti, due donne accomunate dall’aver compiuto un grande sacrificio per il proprio marito, sebbene con esiti differenti. La prima storia è ambientata nell’Ottocento Nord-Europeo, la seconda nella Grecia antica. Nora incarna la donna moderna capace di ribellarsi alle convenzioni e alla sottomissione sociale cui è costretta, la donna che aspira ad essere considerata “individuo” al pari di chiunque altro; mentre Alcesti rappresenta la sposa fedele, disposta per amore a rinunciare alla sua stessa vita. A caratterizzare la parte greca soprattutto atmosfere tristi e funeree ma molto commoventi, all’insegna del lutto. La parte moderna è, invece, caratterizzata da toni più freddi e anonimi dove il salotto ibseniano si trasforma in una vera camera di tortura, in cui i personaggi, confessando le proprie colpe, rivelano tutta la loro meschinità. Il letto è simbolo di un’unione coniugale integra agli occhi esterni ma lacerata al suo interno da contraddizioni profonde ed estremamente dolorose. A rendere davvero originale la rappresentazione, la scena d’addio tra Alcesti ed Admeto, recitata tutta in greco antico e in trimetri giambici. I numerosi spettatori sono stati, inoltre, letInsieme

teralmente rapiti dalle coreografie delle danze in cui i corifei attraverso semplici escamotage come il cambio di mantello, cambio sedie, giochi di luci (dal bianco freddo al giallo ed infine al rosso caldo) ed il ritornello “Primo: gli alberi sono vivi. Secondo: il crimine non esiste. Terzo: l’amore è universale” si trasformano in bambole, simbolo della società moderna perbenista. Il pubblico ha, anche, apprezzato la figura di Septimus, personaggio pirandelliano e woolfiano del “poeta pazzo”, schizofrenico perseguitato dalle Voci che ha in testa, sinistre figure che prendono corpo e lo tormentano con la loro presenza. Figura che rappresenta la voce della coscienza ed il filo di Nora. “Nulla è più complicato della sincerità” oppure “Le donne come i sogni non sono mai come un marito le vuole” o ancora “Sorte miserabile quella dell’eroe che non muore” sono solo alcuni degli esempi delle sue perle di saggezza. A completare questa straordinaria produzione sono stati i musicisti, Alessio Arena, Andrea Emanuele, Francesco Moscato, Andrea Barone e Giuseppe Lamia, che, così come gli antichi Greci, hanno portato i loro strumenti ai piedi della scena, per offrire al loro pubblico e agli attori le splendide musiche di due talentuosi compositori, Alberto Maniàci e Daniele Mosca. L’apprezzamento da parte degli organizzatori della rassegna è stato espresso da una promessa rubata, a fine spettacolo, al primo cittadino della città, Alesio Valente, ovvero la promessa di far esibire la compagnia, il prossimo anno, presso il castello svevo, una location fiabesca in cui far vivere tanto antichi personaggi greci quanto personaggi dell’epoca moderna. Prossimo appuntamento della rassegna è fissato al 9 e 10 novembre, con “È tutta colpa di zia Amelia” messa in sena dalla compagnia “Teatro mio” di Vico Equense. D ot t. ssa Em a n u el a G ra ssi Ufficio stampa teatro Vida Da: Gravinalife, 29 ottobre 2013.

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DALLE CASE SALESIANE

Palermo-Ranchibile


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