Non solo bella - Talenti in passerella (magazine 2020)

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SOMMARIO NOVEMBRE 2020 Volume 8 Anno 7

Sommario:

NON SOLO BELLA: IL CAMMINO CONTINUA!

Epidemia 2020, dopo 100 anni di nuovo l’incubo.

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

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Lo sport: un maestro di vita

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Rinviata l’assegnazione del titolo di Non solo bella.

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Le “non solo belle” crescono e mettono su famiglia

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Parlare con la lingua degli altri (2^parte)

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Il 2020 per l’associazione CTG Agape APS è stato un anno impegnativo. Le attività si sono ridotte al minimo e così anche la manifestazione “Non solo bella” nata nel 2007 per coinvolgere ragazze da 16 a 30 anni in un discorso artistico ed umano ha avuto una battuta d’arresto. Nel numero di fine anno, infatti abbiamo sempre pubblicato l’elenco delle finaliste e una vasta serie di foto e notizie sull’andamento della manifestazione. Quest’anno non è stato possibile. Un’unica tappa in periodo cuscinetto è stata realizzata a fine agosto a Minori. Ovviamente non ci siamo scoraggiati e il prosieguo del percorso cominciato ad agosto continuerà nelle prime settimane del 2021 (anche se in misura limitata dalle regole sanitarie e dalla chiusura di teatri e luoghi di spettacolo). A coloro che hanno voglia di “ricominciare”, dedicandosi ad attività di spettacolo e di intrattenimento l’appuntamento è al prossimo 2021. Non mancate vi raccomandiamo! Nelle pagine interne abbiamo voluto condividere con voi qualche foto della tappa tenuta a Minori ad Agosto scorso.


EPIDEMIA 2020 DOPO 100 ANNI DI NUOVO L’INCUBO Sono straordinarie le analogie della epidemia di coronavirus in corso, con la infezione pandemica diffusasi tra il 1918 e il 1919 nel mondo, a ridosso della prima guerra mondiale. Documenti e testimonianze raccolti da scienziati e ricercatori dei nostri tempi rivelano che la epidemia cosidetta “Spagnola”, che ha causato decine di milioni di morti (si valuta tra i 50 ed i 100) in tutto il mondo, (con i dovuti distinguo), si è ripresentata con diverso agente patogeno tra lo scorso anno e il 2020. L’essere umano talvolta cancella la memoria e a distanza di due generazioni (dai nonni ai nipoti) dimentica tutto il carico di esperienze e di dolore già sofferto in passato. La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante in 100 anni, ma nonostante tutto la civiltà moderna non è stata

in grado di rispondere in maniera adeguata al dilagare del virus. Segnalato per la prima volta d a l l ’ O M S (Organizzazione mondiale della sanità) il 31 dicembre 2019, è emerso in tutta la sua pericolosità con l’epidemia di polmonite a Wuhan, nella provincia di Hubei. Oggi si ritiene molto probabile che l’origine del focolaio sia il mercato ittico della città. Inizialmente i casi erano ufficialmente 198, cinque nella capitale, 14 nella provincia di Guan-

gdong e uno a Shanghai. Il 30 gennaio solo in Cina i decessi sono 169, oltre settemila i contagi in tutto il mondo. Infine, l’Organizzazione ha definito Covid-19 la malattia, che potrebbe ricordare la Sars, ma non è la stessa cosa, né tanto meno possiamo minimizzarla come una forma di influenza. Il coronavirus, isolato anche in altri Paesi, così da poterne studiare la filogenesi dalla Cina ai ceppi derivati, è stato invece denominato SARS-CoV2, distinguendolo dal SARS-CoV1 della Sars. Derivato da un ceppo di coronavirus tipico dei pipistrelli è stato isolato per la prima volta in Cina, ma da li si è diffuso in quasi tutte le nazioni del mondo e da epidemia (manifestazione molto frequente, localizzata e di durata limitata nel tempo di una malattia infettiva) è stata classifi-


EPIDEMIA 2020 DOPO 100 ANNI DI NUOVO L’INCUBO cata dall’OMS come “ p a n d e m i a ” (propagazione di una determinata malattia infettiva in molti paesi o continenti e può minacciare gran parte della popolazione mondiale). Al momento nel quale viene redatto questo articolo sono poco più che 80.668.148 i contagiati in tutto il mondo, 1.764.123 i morti, 56.875.838 i guariti mentre gli attivi sono circa 22.028.187 di cittadini. Le più disparate sono state le risposte messe in campo per fermare la grave epidemia, ma

non sempre hanno sortito gli effetti sperati. Tra i regimi democratici e quelli totalitari la differenza è stata importante. Ciò che non è cambiato da un secolo è una triade di regole semplicissime per tentare di tenere lontano il rischio del contagio: 1) Lavare spesso le mani; 2) tenersi a debita distanza dal prossimo (almeno un metro e mezzo); 3) indossare correttamente la mascherina di protezione su naso e bocca. Semplici regole, che nonostante siano state ripetute una quantità incommensurabile di

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volte si registrano inutili per coloro che non rispettano le indicazioni. Molti, purtroppo, ritengono inutili le indicazioni che i governi e gli scienziati raccomandano e per di più sono persuasi che quella attuale non sia più grave di una qualsiasi epidemia influenzale annuale. Anche la politica vede due schieramenti contrapposti che spesso hanno creato fronti divisi e hanno prestato il fianco all’attività del nemico invisibile. I governi hanno imposto restrizioni e controlli per scoraggiare gli irresponsabili com-


EPIDEMIA 2020 DOPO 100 ANNI DI NUOVO L’INCUBO portamenti talora pericolosi per il prossimo. I dati statistici, contrariamente a quanto avvenuto nel 1918, dicono che per gli ultraottantenni e per coloro che hanno già altre patologie pregresse questo virus può essere letale. Cento anni fa, invece la “Spagnola” (che lo ricordiamo essersi sviluppata in una fattoria di una zona abbastanza isolata dell’America) era pericolosa per gli individui tra i 20 e i 40 anni. Si definì “Spagnola” poiché tutte le nazioni impegnate in guerra censurarono la reale diffusione dell’epidemia. Soltanto la

Spagna allora non intervenuta in guerra fece conoscere la cruda realtà ed allora si pensò che fosse nata proprio da li. Durante la Prima Guerra Mondiale la pandemia si diffuse facilmente allorquando uno dei compo-

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nenti della famiglia infettata nella fattoria americana fu chiamato alle armi per la grande guerra. Attraverso le truppe al fronte, poi, il virus divenne diffusissimo. Fu altamente letale durante una seconda


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ondata, a distanza di 5 mesi dalla prima, mieté decine di milioni di persone e poi dopo una terza ondata blanda svanì. Intanto oggi il vaccino in tempi record ha raggiunto oltre che la Cina e l’America (tra le prime a vaccinare centinaia di migliaia di persone) anche l’Europa che con un “giorno del vaccino” comincerà ad inoculare i cittadini più esposti fino a raggiungere nell’estate 2021 tutti gli altri. In 10 mesi circa, ciò che avviene in un lasso di tempo tra i 2 e i 5 anni per la spe-

rimentazione, il vaccino è stato approntato. Bruciando le tappe molti nutrono dubbi sulla efficacia e sulla mancanza di controindicazioni, ma le autorità sanitarie sembrano rassicurare al massimo la popolazione. Non sono mancate a livello planetario controversie e atteggiamenti contrapposti dei governi che hanno preso decisioni non sempre aderenti alla necessità, ne tantomeno tempestive e l’Italia non ha fatto eccezione. Si deve registrare di contro anche il comportamento non

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sempre ineccepibile di una minoranza (fortunatamente) di cittadini che a volte in gruppi nutriti hanno dato un bel da fare a forze dell’ordine e amministrazioni locali. Gestire comportamenti sconsiderati (risse fra gruppi di giovani, assembramenti spontanei od organizzati ect) non è stato affatto facile. Il peggio è sicuramente passato. I sacrifici che ci sono stati chiesti serviranno a riprendere al più presto una vita ed una quotidianità che si era persa del tutto. Cominciando dalle scuole,


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passando dalle attività produttive e finendo ai rapporti sociali, che sono state tra le conseguenze più devastanti. Anziani soli che nelle residenze sanitarie hanno combattuto e spesso perso la battaglia contro il male, familiari che hanno provato impotenza e frustrazione a non potersi dedicare alle persone care e non ultima la devastante conseguenza della solitudine affettiva e sociale delle persone fragili, quelle che la società non sente di dover accogliere, quelle ai margini “dell’integrazione”, gli svantaggiati in ogni senso. Poveri economici, disabili fisici, fragili psicologici e altri che

questa pandemia ha “ c o s t r e t t o ” all’autoeliminazione. I dati non sono ancora disponibili, ma aumenti rilevanti di suicidi sono stati registrati in oltre 10 mesi, ed anche la violenza di genere è stata amplificata dai vari periodi di chiusura totale. Donne maltrattate e uccise dai propri compagni, mariti, conviventi. Le associazioni

italiane che si occupano di marginalità hanno dovuto mettere in campo tutte le proprie migliori risorse per far fronte ad una “emergenza” che nessuno si sarebbe aspettato. La buona notizia, però, è che il Volontariato italiano, da almeno 50 anni è stato presente ed ha costituito un’ancora di salvezza delle istituzioni, tanto da essere sempre determinante per la soluzione dei problemi. Ciò da coraggio e impulso alla dedica del proprio tempo libero al prossimo. Il volontariato continuerà a creare una rete di connessioni nella nostra società.

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EPIDEMIA 2020 - DOPO 100 ANNI DI NUOVO L’INCUBO NELLA TABELLA I PRIMI 23 STATI IN ORDINE DI CONTAGIATI. LE CIFRE A 0 SONO DATI NON DISPONIBULI

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La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Come ogni anno, ormai dal 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal. Ormai poco meno di 40 anni fa. Ma fu solo nel 1999 che la ricorrenza fu istituita (il 17 dicembre 1999) dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134. La data è stata scelta come giorno della ricorrenza in cui celebrare attività a sostegno delle donne, sempre più vittime di violenze, molestie, fenomeni di stalking e aggressioni tra le mura domestiche. Il 25 novembre non è una data casuale: quel giorno infatti, correva l’anno 1960, furono uccise le sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. Il brutale assassinio delle tre

sorelle Mirabal fu fortemente sentito dall’opinione pubblica. Le tre donne sono considerate ancora oggi delle rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos. Il 25 novembre del 1960 le tre donne si recarono a far visita ai loro mariti in carcere quando furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare che le portarono in un luogo nascosto. Qui furono torturate, stuprate, massacrate a colpi di bastone e strangolate a bordo della loro auto. L’unica sopravvissuta fu la quarta delle sorelle Mirabal, Belgica

Adele, che dedicò la sua vita a onorare il ricordo delle tre donne. Pubblicò successivamente un libro di memorie: Vivas in su jardin. Le sorelle Mirabal sono conosciute anche con il nome “Mariposas”, poiché simili a delle farfalle in cerca di libertà. La loro storia venne raccontata anche dall’opera della scrittrice dominicana Julia Alvarez, Il tempo delle farfalle, in Italia edito da Giunti. Esistono anche due film che raccontano la loro biografia “In the Time of Butterflies” (2004) e “Trópico de Sangre” (2010). Tantissime le donne vittime di violenza e anche quest’anno non si è registrata una im-


La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

portante flessione degli omicidi come si spera da un anno all’altro. E’ un importantissimo problema sociale, che condiziona anche l’azione politica dei governi che si avvicendano. Alcune leggi sono state, a ragione, emanate per contrastare il fenomeno, ma purtroppo c’è da registrare come siamo molto lontani dallo sradicamento totale del problema. Non ci avventuriamo in approfondimenti sociologici o in teorie soluzioniste, ma preferiamo pubblicare qualche dato, che per quanto parziale (poiché risale ad uno studio dell’Istat, Istituto Nazionale di statistica tra il 2006 e il 2014) fa capire di come sia diffusa nel tessuto sociale la “piaga” della violenza

sulle donne. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mi-

la) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione. Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro. Le donne subiscono

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La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

3 minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%). Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte

opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti). Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze. Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto

violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia. Una rete di Associazioni che operano su tutto il territorio italiano si sta diffondendo sempre con maggiore capillarità e supporta con grande professionalità e dedizione l’azione delle forze dell’ordine e delle Istituzioni tutte. E’ sempre più frequente la discesa in campo di donne in vista della politica, della cultura, del volontariato per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema “donna violata”. C’è purtroppo ancora molto da fare sia in campo della sensibilizzazione sugli uomini sia in campo sociale per diffondere il messaggio di aiuto tra la popolazione. Solo se si fa rete contro gli aggressori la paura delle vittime può essere cancellata e la salvezza per loro può essere raggiunta.


LO SPORT: UN MAESTRO DI VITA Lo sport è sempre stato la mia forza e il mio rifugio. Ero piccolissima quando ho cominciato. Nuoto, danza, basket, pallavolo, poi sono approdata in quella palestra che ha rappresentato per me una seconda casa. È stato un colpo di fulmine. La ginnastica ritmica è entrata nel mio cuore e ci è rimasta. È sempre stata il mio rifugio nei momenti di tristezza e di difficoltà. Quando entravo in palestra non esisteva nient’altro, prendevo il mio attrezzo e volteggiavo leggera come una farfalla. La ginnastica ha forgiato il mio carattere e ha segnato la via che doveva prendere la mia vita. Non era solo un lavoro individuale ma anche e soprattutto di squadra. Allenamenti quotidiani di ore. Rinunce e sacrifici per raggiungere un obiettivo, perché solo a piccoli

passi, cadendo e rialzandosi, si arriva alla meta. Una vittoria o un buon risultato non erano cose scontate, dovevamo guadagnarcelo con mesi di duro allenamento e giocarcelo in pedana in un minuto e mezzo. Questo mi ha insegnato che anche le altre cose della vita che si ottengono con il sacrificio e la perseveranza hanno un sapore diverso. È con le proprie forze che si assapora la vera vittoria. Un altro valore molto importante che ho imparato trascorrendo tante ore in palestra è il rispetto per i compagni

di squadra e per l’allenatore. La stima e la fiducia tra allenatore e atleti sono elementi fondamentali per poter costruire un rapporto solido e per raggiungere importanti traguardi. Se si decide di intraprendere un percorso bisogna affidarsi al proprio tecnico, alla sua esperienza e alle sue scelte che vengono prese per il bene dei suoi atleti, perché il coach gioisce e soffre con loro e per loro. Altrettanto importante è il rispetto per l’avversario. Un vero atleta non deve dimenticare che la persona che abbiamo di fronte


LO SPORT: UN MAESTRO DI VITA ha gli stessi nostri sogni, le nostre aspettative, si è allenato e ha sudato come noi e ha interesse a raggiungere degli obiettivi proprio come noi. “Non si arriva in alto superando gli altri ma superando se stessi”, recita una celebre frase. Questo vuol dire che innanzitutto bisogna imparare a misurarsi con se stessi, migliorare la propria performance sconfiggendo le proprie paure e superando i propri limiti. Lo sport, inoltre, mi ha dato una forma mentis precisa e rigorosa che mi consente di organizzare il tempo in modo tale da portare a termine tutti gli impegni. Questo mi è tornato molto utile nello studio. Dopo aver trascorso la giornata a scuola e in palestra, rientravo a casa, mi chiudevo nella mia camera e iniziavo la mia maratona sui libri che, spesso, durava an-

che fino a notte fonda. Non è mai stato un peso studiare così tardi perché, anche se ero stanca, la ginnastica mi dava la forza per andare avanti e non ci avrei mai rinunciato. Sapevo che tutti i sacrifici un giorno sarebbero stati ripagati. Ed è così. Oggi, che ho

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smesso di gareggiare, sono passata dall’altra parte della pedana. Sono diventata una allenatrice e tutto ciò che ho imparato cerco di insegnarlo alle mie allieve con lo stesso amore e la stessa passione del primo giorno. Claudia Costa


RINVIATA L’ASSEGNAZIONE DEL TITOLO NON SOLO BELLA 2020 Un anno non particolarmente “fortunato” il 2020. Gli scaramantici lo avevano predetto: anno bisestile cifre ripetute ed altro, nulla di buono porterà. Ed avevano ragione, una delle rare volte. Anche la manifestazione organizzata dal Centro Turistico Giovanile di Bracigliano ha avuto un rallentamento non indifferente, quasi uno stop. Ma momenti belli e spensierati, tutto sommato, ci sono stati. Come ad esempio a Minori ad Agosto. Nella meravigliosa cor-

nice della costa d’Amalfi dove per tre anni consecutivi l’amministrazione comunale ha ospitato l’evento, si è tenuta una tappa con una dozzina di partecipanti. Il talent non ospita un alto numero di partecipanti per la logica di offrire ad ognuna uno spazio adeguato per farsi conoscere attraverso il proprio talento, come nello spirito iniziale del progetto nato nel 2007. A Non solo bella, come già avviene da qualche anno, è annessa Miss Regina del


RINVIATA L’ASSEGNAZIONE DEL TITOLO NON SOLO BELLA 2020 Mediterraneo di L. Barone che assegna la fascia della “Regina” come cita il titolo alla più votata. Alcuni talenti si sono distinti durante l’arco della serata. Con la conduzione della giornalista Marina Chiaese le partecipanti si sono avvicendate in un turbinio di emozioni, di voglia di emergere, di timidezza. Insomma un momento di relax assoluto, senza il patema della prestazione. E’ questo che dietro le quinte hanno vissuto le fantastiche non solo belle. L’aspetto fisico durante la manifestazione non ha un ruolo predominante. Ciò che la giuria di qualità rimarca nelle uscite è la capacità e la voglia di comunicare la propria gioia. Attraverso una esibizione o comunque un mo-

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mento di “presentazione” far percepire al pubblico il carattere della ragazza, le sue emozioni, le sue speranze, i suoi sogni e la propria spensieratezza. Non di rado durante le manifestazioni tra le partecipanti ci sono anche ragazze con problematiche di genere diverso (familiare, di integrazione, di violenza) e tutto ciò per due ore viene “dimenticato”, “cancellato” per vivere come ogni ragazza ha diritto un sogno e appigliarsi ad un’ancora alla quale potersi arrampicare. A loro è stata riconosciuta la fascia di finaliste 2020. Qualche frammento di quella serata lo condividiamo con i nostri “followers”. Vi presentiamo alcune delle partecipanti.


RINVIATA L’ASSEGNAZIONE DEL TITOLO NON SOLO BELLA 2020


RINVIATA L’ASSEGNAZIONE DEL TITOLO NON SOLO BELLA 2020


LE “NON SOLO BELLE” CRESCONO… E METTONO SU FAMIGLIA La rubrica, inaugurata lo scorso numero omaggia con un augurio particolare tutte quelle partecipanti, delle quali si hanno notizie, che dopo la partecipazione al concorso/spettacolo decidono di metter su famiglia e di avere un bebè. La redazione fa gli auguri più affettuosi ad altre due non solo belle:

MARTINA MENNELLA vincitrice della edizione 2016 della manifestazione ANNAMARIA FERRAIOLI tra le prime quattro classificate alla finale 2014


PARLARE CON LA LINGUA DEGLI ALTRI SOTTOTITOLO: PARLA COME MANGI Lo scorso numero della rivista (nello speciale 2020) abbiamo parlato di alcuni termini che vengono utilizzati comunemente nella nostra lingua, mutuati da altri idiomi per indicare una azione o un argomento di interesse diffuso. Bene, dopo dating show, spoilerare e crew in questo numero analizziamo termini a noi ormai familiari. Smart working (letteralmente lavoro intelligente) sta ad indicare un tipo di lavoro che è possibile svolgere da casa senza recarsi sul posto fisico del lavoro. Usato spesso nel periodo di lock down (letteralmente mettere sotto serratura) intende il periodo di confinamento necessario a far diminuire il contagio da covid 19. Mentre webinar (letteralmente fusione di web e seminario) ha acquisito anche il significato di collegamento internet per incontri di affari o di insegnamento. Ce ne sono gratuiti, ma anche a pagamento o con una chiave d’accesso senza la quale non si può partecipare. Questo che stiamo per scrivere si sente un po meno, solo in occasioni di talent show (spettacoli di artisti

talentuosi), piuttosto che di reality (programmi per lo più televisivi che riproducono la realtà); la parola magica è… udite udite hall of fame (gruppo di personaggi famosi). Chi odia neologismi e inglesismi (perché spesso di tratta di inglesismi) potrebbe dire: “parla come mangi” cioè con la tua lingua madre e se proprio il termine non esiste nella tua lingua “adegua il tuo discorrere all’uopo”! Ovviamente abbiamo preso un po’ alla leggera questo orientamento della società moderna, ma spesso per le persone che non hanno familiarità con le lingue straniere o con linguaggi convenzionali diventa un problema capire o tradurre le intenzioni ed il significato di chi esprime quelle parole. L’ascoltatore che non riesce a tradurre non sempre è anziano o con una preparazione culturale medio/bassa ma spesso può essere erudito o pluri - laureato. In questi casi si rischia di emarginare un numero di persone ancora molto alto, che non si adegua all’orientamento linguistico del momento spesso considerato alla “moda”.



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